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Giornale degli Studenti - ANNO XIII-NUMERO 1– DICEMBRE 2013
Cari lettori e lettrici, diamo il benvenuto ai ragazzi del primo anno, al nuovo Dirigente Scolastico, il Prof. Mario Nardi e salutiamo l’ex Dirigente, la Dottoressa Mariarosa De Rosa. Il Giornalino “Espressione Libera” è ritornato anche quest’anno. In questo primo numero abbiamo cercato di lasciare maggior spazio a due temi che stanno interessando l’Italia ultimamente: il femminicidio e l’emigrazione. Vi proponiamo, come ogni anno, alcune recensioni, l’intervista impossibile a Parmenide, altre interviste sportive riguardanti il calcio, la pallavolo e il nuoto e altri articoli di tema generale, quali l’odio razziale, l’alluvione a Catanzaro, che ha interessato da vicino il Prof. di Educazione fisica del Liceo Scientifico, Giuseppe Zucco. Novità di quest’anno sarà quella di parlare di un paese delle vicinanze in ogni numero del Giornalino. Abbiamo, ancora, trattato delle tradizioni natalizie di Rogliano e ci sono un paio di relazioni inerenti le uscite fatte sul territorio, dalle classi I/A-B, II/ A-B e III/A L.S. e I/A ITE. Vi consigliamo di leggere tutti gli articoli e, in particolare, l’intervista ai nuovi arrivati. E ancora l’intervista fatta ad Andrea Garofalo, II/A ITE, sul lavoro, il tema sulla tecnologia e su questa terza rivoluzione industriale, che ci sta interessando. Un breve articolo sul Progetto Cinema, che interessa le classi IV del Liceo Scientifico e la II dell’ ITE, la relazione sulla Giornata in onore di “A.Guarasci”, che si tiene ogni anno. Inoltre vorremmo congratularci con Bruno Fuoco della V/A Liceo Scientifico, che ha vinto un premio letterario, per la composizione di una novella e i ragazzi della IV/A e V/B del Liceo Scientifico, che hanno vinto un premio, partecipando ad un concorso fotografico. Vi auguriamo una buona lettura e, giacché ci stiamo avvicinando sempre di più al Natale, buone vacanze e felice Anno Nuovo. Ci rivediamo al prossimo numero. Martina Arcuri e Alessia Lico, LS-III/ A
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A nome di tutto l’Istituto, ringrazio l’ex Dirigente Scolastica, Dott.ssa Mariarosa De Rosa, per ciò che ha fatto l’anno scorso con professionalità, passione e spirito di dedizione al servizio dei nostri studenti per la loro crescita positiva e per la divulgazione della cultura. La ringraziamo per la disponibilità dimostrata sempre verso gli studenti e per il chiaro indirizzo offerto al personale docente e non docente nel suo impe-
gno quotidiano. Porgiamo, inoltre, il nostro più cordiale “Benvenuto” con gli auguri più sinceri di buon lavoro al nuovo Dirigente Scolastico, Prof. Mario Nardi, con l’auspicio di intraprendere insieme un percorso comune di soddisfazione personale e di valorizzazione del nostro Istituto e gli assicuriamo la nostra disponibilità per un servizio eccellente a tutta la comunità scolastica. Prof. G. Pizzuti
Martedì 24 settembre, si è svolta la santi, gli studenti si sono messi in gioco in qualsiasi attività e hanno cercato di imparare sempre cose nuove. La Giornata è stata dedicata all’ ''Educazione allo Sport'', perchè i ragazzi e le ragazze delle Seconde Classi, hanno un po’ rappresentato l'Istituto. Nel corso dell'anno, ognuno potrà aderire a una o più attività, che sia di pallavolo o di calcio o di corsa campestre. Certamente, fare sport è la cosa più bella ! La scuola, di certo, non offre solo attività sportive, ma anche corsi di “Giornata Sportiva”, che, come ogni formazione pomeridiani. Con questo anno, è stata organizzata dai profes- articolo, noi del Giornalino vogliamo sori di Educazione fisica. Grazie a augurare a tutti un buon anno scolaloro, la Giornata è trascorsa nei mi- stico (anche se in ritardo) e un in gliori dei modi. Le classi Prime e bocca a lupo a chi quest'anno dovrà Seconde della Ragioneria e Liceo si studiare duramente per diplomarsi! sono riunite nella palestra dell'IstituSabrina Marsico, Alessia Ceravolo e to, per partecipare all'attività di pallaJennifer Lucia Cherubino, ITE – II/A volo e di badminton. Questa è stata una breve rappresentazione di quello che, durante l'anno, si farà e a cui si potrà partecipare. La mattinata è stata suddivisa in due tempi: dalle 11.00 alle 12.00 hanno rappresentato il badminton maschile, femminile e misto. Dalle 12.00 alle 13.30 si sono svolte numerose attività di pallavolo. Le partite sono state molto lunghe e interesESPRESSIONE LIBERA
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Giorno 2 Ottobre 2013, noi studenti delle Classi Seconde del Liceo e dell’Istituto Tecnico Economico abbiamo partecipato alla Commemorazione di A. Guarasci, nel giorno che vide la fine della sua vita per un incidente stradale. Essendo la nostra scuola intitolata a lui, conosciamo tutti la sua storia. Antonio Guarasci è nato il 7 maggio 1918 a Rogliano da Luigi e Luigina De Rose, in una modesta casa di Corso Umberto Vico VII. Il padre, dopo anni di emigrazione negli U.S.A., aveva messo in piedi una piccola attività commerciale, che permetteva di portare avanti la numerosa famiglia, costituita da sei figli, oltre a zie nubili e vedove, nonni, cugini ecc. Si trattava di una vera e propria famiglia patriarcale, che rispecchiava la normalità negli anni in cui è vissuto. Con molti sacrifici, i suoi genitori hanno fatto studiare i figli, puntando soprattutto su Antonio, che, fin da piccolo, dimostrava un carattere indipendente e intelligente. Do-
po le Elementari a Rogliano, Antonio ha frequentato il Ginnasio inferiore al Collegio “Manzoni” di Cosenza, in seguito il Liceo nel Collegio italo-albanese di S.Demetrio Corone. Ha conseguito la Maturità Classica al Liceo Telesio di Cosenza e, nel 1940, con lo scoppio della guerra, ha svolto il servizio militare a
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Nocera Inferiore; in seguito fu inviato in Africa Settentrionale. Ha partecipato alla battaglia di El Alamein e, fatto prigioniero, venne trasferito in campo di concentramento a Seattle negli U.S.A. La prigionia fu per lui un’esperienza fondamentale, venne a contatto con tanti antifascisti italiani ed ebbe modo di leggere, di discutere, di confrontarsi. Maturò in quegli anni la sua avversione al fascismo e a ogni forma di totalitarismo e sviluppò la sua coscienza democratica. Fondò un giornale, “Impegno”, nel quale espresse le sue esperienze e gli ideali, formatisi in America. Scrisse su diverse riviste: “Cronache Calabresi”, “Calabria Mobilissima”, “Tuttitalia”, “La Provincia di Cosenza”. Nel 1946 rientrò in Italia e si laureò in Filosofia all’Università di Roma con una tesi su Dewej. Nel periodo del referendum fu a favore della Repubblica e iniziò, così, la sua militanza politica. Il suo impegno cristiano e il suo antifascismo lo fecero aderire alla Democrazia Cristiana; partecipò alle elezioni e venne eletto prima Consigliere e poi gli fu data la carica di Assessore. Fu prima Presidente della Provincia di Cosenza, poi Presidente della Giunta Regionale. Nel 1967 vinse il concorso per l’insegnamento di Filosofia e Storia nei Licei e poi quello di Preside di Liceo. La sua morte, avvenuta il 2 ottobre 1974 per un incidente stradale sull’autostrada SA-RC, mentre andava a Roma per difendere i posti di lavoro dei tessili in Calabria, elimina tutti i suoi sogni e il suo fervore politico, ricco di democrazia e di libertà. La Commemorazione della sua morte è
stata ricordata dall’Amministrazione Comunale, dalla Fondazione Guarasci e dal nostro Istituto. La Cerimonia della Commemorazione è iniziata con la celebrazione della Santa Messa presso il Duomo di S. Pietro, a cui noi alunni delle Classi II abbiamo partecipato. Successivamente ci siamo spostati nella Sala Consiliare del Comune di Rogliano, dove si è tenuto il Convegno sulla Commemorazione e alcuni esponenti politici con dei professori hanno ricordato il Meridionalismo di Antonio Guarasci. Tra i relatori intervenuti ricordiamo: Gianluca Gallo, della Regione Calabria; Mario Oliverio, Presi-
dente della Provincia di Cosenza; Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza; Gino Crisci, neo – Rettore dell’Università della Calabria; Mario Nardi, Dirigente Scolastico dell’Istituto “Antonio Guarasci” di Rogliano. Durante il Convegno sono state interessanti e commoventi la testimonianza del pubblicista – editore, Franco Alimena e le conclusioni, fatte dall’on. Mario Tassone, che fu un allievo del prof. A. Guarasci. Al termine della cerimonia, come di consuetudine, sono state consegnate dalla vedova Guarasci, la Signora Geltrude, le Borse di studio. I vincitori sono stati Luigi Iorno II/A L.S e Alessia Ceravolo II/A ITE.
Piergiuseppe Fiore e Mariacristina Nucci, LS- II/B Alessia Ceravolo, Lia Amato e Jennifer Cherubino, ITE -II/A ESPRESSIONE LIBERA
Il Progetto ''La Scuola al cinema ” coinvolge le classe seconde e terze dell'ITE e terze e quarte del Liceo. La scuola, attraverso questo Progetto, cerca di insegnare ai giovani l'uso corretto della tecnologia e della cinematografia, scegliendo film, che catturino l'interesse degli studenti. Questo Progetto è stato molto gradito dagli alunni, infatti è giunto alla XV edizione. Attraverso il Cinema, quindi, si cattura l’attenzione degli studenti. La finalità del Progetto è quella di abituare i ragazzi ad affrontare temi sensibili e di attualità. La prima uscita, il 28 novembre, presso il cinema Citrigno, è stata l'unica occasione di vedere ''Buongiorno papà''. In seguito, per le altre proiezioni, Liceo e ITE parteciperanno insieme. La scelta del film è stata molto appropriata, perchè tratta tematiche legate all'adolescenza. “Buongiorno papà'', è un film di Edoardo Leo con Raul Bova, Marco Giallini, Ni-
cole Grimaudo, Rosabel Laurenti Selles. E’ una commedia italiana dell’ anno 2013, durata 102 minuti, produzione Medusa film. Andrea (Raul Bova nelle vesti del protagonista) è uno ''splendido quarantenne '' , che conduce una vita molto superficiale. Lavora in uno studio di produzione, notti a base di discoteche e di avventure fugaci. Andrea vive con il suo migliore amico, Paolo, in un loft nei pressi di Roma. Entrambi, senza responsabilità, vivono la vita, giorno per giorno, fin quando una ragazzina, di nome Layla di 17 anni, giunge alla porta della loro casa, perchè ritiene di essere la figlia di Andrea. Andrea non crede a questa assurdità; infatti ha provato, più volte, a mandarla via, ma invano. Lei insieme a suo nonno, sono venuti a Roma per restare! Il primo impatto, sia per Andrea che per Layla è stato molto tragico. Layla, dopo la morte della madre, ha deciso di cercare suo padre, ma, appena lo trova, si è un po' pentita, perchè non si aspettava un uomo frivolo come Andrea. In seguito agli esami del DNA, risultati positivi, segue una convivenza lunga e travagliata. Andrea cerca di comportarsi da buon padre e Layla, attraverso la sua scontrosità, si affeziona quasi subito. La ragazza frequenta il liceo e deve impegnarsi a fondo per gareggiare nelle gare
del CONI. Nel frattempo, i genitori di Andrea si separano, Paolo e Andrea litigano. Paolo va a vivere in un camper con Enzo (il nonno di Layla) e insegue il suo sogno di organizzare feste per bambini, ma non va nei migliori dei modi. Andrea si innamora di Lorenza, la professoressa di Layla. A casa, Andrea continua a parlare con Layla, accompagna in gita la sua classe e le fa una sorpresa. Le regala 17 oggetti, uno per ogni compleanno, come per ricostruire ogni frammento della vita di Layla. Dopo la gita, Paolo torna a casa, Layla passa l'estate insieme a tutti loro, Enzo parte e i genitori di Andrea ritornano a vivere insieme. Tutto è bene quel che finisce bene. Attraverso questo film, il regista fa capire quanto può essere difficile il rapporto padre-figlia, soprattutto, dopo tanti anni. Ci fa capire che, con la buna volontà, tutti possono cambiare e migliorare. Consiglio la visione di questo film perchè, sotto l'aspetto comico, si nasconde quando può essere ''tragica'' la vita di un adolescente, che non ha mai conosciuto suo padre e un padre che, inconsapevolmente, è stato ''l'unico grande amore'' di sua madre.
“L’essere è e non può non essere,il non essere non è e non può essere”:è questa la teoria sulla quale si basa la filosofia dell’eleatico Parmenide. Noi ragazze della Terza Liceo, che abbiamo iniziato quest’anno lo studio della Filosofia, interessate alle sua figura, abbiamo deciso di porgli alcune domande. In quale periodo visse e dove nacque? Sono nato ad Elea, tra il 550 e il 450 a. C. Siete voi il fondatore della scuola di Elea? Si, fondai questa scuola insieme al mio discepolo Zenone; inoltre, scrissi anche un poema sulla natura. Su cosa si basa quest’opera?
In quest’opera mi soffermo sul fatto che la molteplicità e i mutamenti del mondo fisico sono illusori, e, quindi, contrariamente al senso comune, la realtà dell’Essere. Su cosa si basa la filosofia eleatica? Mentre gli Ionici di Mileto si soffermano sul principio delle cose, ovvero l’archè, noi Eleatici tendiamo a guardare oltre la superficie, che sarebbe l’apparenza, ovvero la verità dettata dai sensi. Lei parla di althèia e doxa, e di quest’ultima fa la distinzione tra doxa fallace e doxa plausibile. Ci può spiegare cosa intende? L’altheia sarebbe la verità vista con la ragione. La doxa, invece, l’opinione, ovvero l’apparenza, la verità ingannata
dai sensi, che può essere fallace, se include il non essere, o plausibile, quando lo esclude. Quindi è per questo che parla di una “terza via” davanti all’uomo? Si, in quanto è come se l’uomo si trovasse davanti a tre sentieri: -il sentiero della verità ( solo l’essere); -il sentiero dell’opinione ingannevole (doxa fallace); -il sentiero dell’opinione plausibile (doxa plausibile). Quali aggettivi sono consoni da attribuire all’essere vero? Ingenerato, eterno, immutabile, immobile, unico, finito, immortale, omogeneo. Inoltre, tutte le parole che indicano il non essere sono false.
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Sabrina Marsico, ITE – II/A
Alessia Lico e Martina Arcuri , L.S -III/A
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“Noi siamo infinito” è un romanzo di Stephen Chbosky, pubblicato il 15 Gennaio 2013.Il protagonista è Charlie, un adolescente che frequenta il primo anno di liceo, un ragazzo timido, introverso e fuori dal comune, che decide di scrivere della sua vita attraverso delle lettere, a un amico, che resta anonimo. Inizialmente parla solo con il suo insegnante di letteratura, però, poco dopo, fa amicizia con due studenti dell’ultimo anno: Sam e Patrick, che permettono a Charlie di far parte del loro gruppo. Con loro lui
“Bianca come il latte, rossa come il sangue” racconta la storia di Leo (Leonardo), un sedicenne come tanti, che ama stare con gli amici, giocare a calcio e andare sul suo veloce motorino. Le sue ore a scuola sono uno strazio: <<I professori: una specie protetta che spera si estingua definitivamente >>, ma, con il nuovo supplente di Storia e Filosofia, chiamato “Il Sognatore” è tutto diverso ,perché è l’unico a spronarli a vivere intensamente e cercare il proprio sogno . Leo sente in sé la forza di un leone, ma c’è un nemico che l’atterrisce : il bianco. Per lui, non è neanche un colore , non è niente ,come il silenzio , un niente senza parole e senza musica e porta un dolore che fa troppo male . Il rosso, invece, è il colore dell’amore, della passione, del sangue , perché è anche il colore dei capelli di Beatrice. Il sogno di Leo è proprio Beatrice, la sua anima gemella . Il suo angelo custode, invece, è Silvia, la sua migliore amica. Beatrice è ammalata, ha la leucemia e questa malattia ha a che fare con quel bianco che lo spaventa. Leo è costretto, perciò, ad affrontare questo nemico e a trovare il coraggio nel seguire
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si sente infinito e si convince che si possano fare esperienze uniche, mettendo da parte i problemi e affrontando insieme le difficoltà. In seguito, lui va al ballo studentesco insieme a una ragazza di nome Mary Elizabeth, durante il quale lei dichiara il suo amore. Ad una festa, però, i due si lasciano durante il gioco “obbligoverità”, quando Charlie, senza pensarci, bacia Sam, dopo essere stato obbligato a baciare la ragazza più bella nella stanza. Il gruppo di amici per questo lo isola e cosi lui torna ad essere il ragazzo solitario, che era il primo giorno di scuola; però Charlie, aiutando Sam e Patrick in una rissa scolastica, riconquista la loro amicizia. Ma questi si dovranno allontanare nuovamente, perché, con il termine della scuola, dovranno partire per il collage. Così Charlie è di nuovo solo
il suo sogno e credere ancora in qualcosa. Cerca di incontrare Beatrice, di aiutarla e di farle sapere che parte del sangue che scorre in lei, è anche suo e quel sangue la porterà alla guarigione. Beatrice voleva fare molte cose: viaggiare, imparare tante lingue , soprattutto ridere, ma tutto ciò non era più possibile. Ogni giorno Leo va a trovarla e le insegna a suonare la chitarra, a viaggiare con la mente e, cercando di renderla felice, le insegna a ballare. È
e comincia ad avere dei flashback riguardo alla morte di sua zia Helen e, dopo una crisi, si risveglia in ospedale, dove confessa alla dottoressa e ai suoi genitori di essere stato abusato sessualmente dalla zia, quando era bambino. Dopo la terapia, ritorna a casa e trova una sorpresa: i suoi amici sono tornati dal collage. I tre cenano insieme e assaporano così la gioia di stare insieme e la capacità di essere capiti . Questo libro racconta i problemi e i turbamenti dell’adolescenza, attraverso la scoperta di sé stessi e del mondo intero, inoltre è molto profondo e coinvolgente, anche se alcune situazioni non vengono approfondite rispetto ad altre. Kevin Buffone, ITE- III/A Carmen Garofalo, LS- III/A
solo grazie a Silvia che Leo ha così la possibilità di stare con Beatrice , ma, durante le loro conversazioni, lei si accorge che Leo, parlando di Silvia, cambia umore, è felice, euforico, i suoi occhi brillano.. Beatrice percepisce che tra Leo e Silvia c’è qualcosa che va oltre l’amicizia. Purtroppo, però, dopo pochi giorni Beatrice morirà. La vita di Leo è ormai finita! Passano i giorni e Leo riflette, pensa a Silvia e a ciò che Beatrice aveva intuito. Il loro rapporto, però, era ormai rovinato: tra litigi e incomprensioni varie, trascorreranno l’estate separati. Leo però, si accorge di non poter sopportare la mancanza di Beatrice e, allo stesso tempo, quella di Silvia. Allora Leo decide di leggere la lettera di Silvia che non aveva mai avuto il coraggio di aprire. Silvia lo amava e si accorge di non poter vivere senza di lui. Leo si recò da Silvia e, baciandola e conteggiandola, riuscì a farsi perdonare. Così iniziò la scuola e le ore vicino a Silvia sembravano brevi, ma meravigliose e piene di felicità. Assunta Altomare, LS-III/ A ESPRESSIONE LIBERA
Avessi il tempo per pensare Si potesse anche volare Un po’ di più alla bellezza Se in un abbraccio si potesse delle cose scomparire Mi accorgerei di quando è E se anche i baci si potessero giallo e caldo il sole mangiare Di quanto è semplice se piove Ci sarebbe un po’ più amore e e ti regali una finestra meno fame Solamente per guardare E non avremmo neanche il E per rendere migliore tempo di soffrire Tutto mentre fai l'amore E poi t'immagini se invece Se avessi solo un po’ più temSi potesse non morire po per viaggiare E se le stelle si vedessero col Frantumerei il mio cuore in sole polvere di sale Se si potesse nascere ogni mePer coprire ogni centimetro di se mare Per risentire la dolcezza di una Se potessi mantenere più promadre e un padre messe Dormire al buio senza più pauE in cambio avere la certezza re Che le rose fioriranno senza Mentre di fuori inizia il temspine porale Cambierebbero le cose Se si potesse regalare T'immagini se con un salto si Un po’ di fede a chi non crede potesse più nel bene
Uno dei più importanti gruppi pop-rock, che ci rappresenta e ci lega maggiormente alla musica italiana sono i Modà; composti dalla voce di Francesco Silvestre (Kekko), dalle chitarre di Enrico Zapparoli e Diego Arrigoni, dal basso di Stefano Forcella e dalla batteria di Claudio Dironi. Nacquero, ufficialmente, tra il 2002-2004, grazie alla pubblicazione del primo cd, intitolato: “Via d'uscita”, contenente sei brani di cui il più famoso è “Favola”, che, per la dolcezza della melodia, è uno dei brani preferiti dalle ragazze. Da lì ebbe inizio il loro successo. Il loro impegno, la loro passione di comunicare emozioni e amori, fa sì che siano uno dei gruppi preferiti in Italia da parte di adolescenti e non. Nel 2005 hanno partecipato a Sanremo nella categoria giovani; questa esperienza li ha fatti crescere come gruppo, ma soprattutto sono stati apprezzati dai più importanti personaggi della televisione italiana. Nel 2006 pubblicano il loro secondo lavoro: “Quello che non ti ho detto”, in cui risulta un suono più coinvolgente e maturo. Nel 2007, nelle radio, uscì il singolo “Sarò sincero”, estratto dal terzo disco dal titolo “Sala d'attesa”. Accompagnati dalla loro musica, hanno orwww.iisguarasci.it
E gli animali ci potessero parlare Cominceremmo a domandarci un po’ più spesso Se nel mondo sono loro le persone Se potessi camminare verso il cielo ad occhi chiusi Consapevole che non si smette mai di respirare Cambierebbero le cose T'immagini se con un salto si potesse Si potesse anche volare Se in un abbraccio si potesse scomparire E se anche i baci si potessero mangiare Ci sarebbe un po’ più amore e meno fame E non avremmo neanche il tempo di soffrire E poi t'immagini se invece si potesse non morire
ganizzato diversi concerti nelle più importanti piazze. Grazie a questo “MEGASUCCESSO” crearono l'album “Viva i romantici”, uscito in contemporanea con la partecipazione al Festival di
Sanremo del 2011. Con il brano “Arriverà”, duettato con Emma, hanno conquistato il secondo posto del podio sanremese. Con i singoli “La notte” e “Sono già solo” raggiungono le prime posizioni della Topo Digital Download italiana. Con questo album, avendo venduto oltre 300.000 copie, ottengono il disco di diamante, che è il massimo riconoscimento in Italia. Alti e bassi misero in discussione il gruppo e in un periodo di stanchezza e tristezza per cose succes-
E se le stelle si vedessero col sole Se si potesse nascere ogni mese Per risentire la dolcezza di una madre e un padre Dormire al buio senza più paure E poi t'immagini se invece si potesse non morire E se le stelle si vedessero col sole Se si potesse nascere ogni mese Per risentire la dolcezza di una madre e un padre Dormire al buoi senza più paure Mentre di fuori inizia il temporale Mentre di fuori inizia il temporale -Modà-
se tra loro, composero “Vittima”, “Salvami”, “Tappeto di fragole”. Dapprima questi brani vennero sottovalutati, piano piano, grazie al loro significato, raggiunsero il meritato successo. Nel 2013 partecipano nuovamente al Festival di Sanremo, classificandosi terzi con il brano “Se si potesse non morire”; contemporaneamente uscì il quinto lavoro “Gioia”, contenente 12 brani. La pubblicazione del brano “Se si potesse non morire” è molto particolare, perché è associato al film “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, che tratta un argomento molto delicato. A maggio furono nominati i best band degli MTV Awards 2013, in seguito alla pubblicazione di “Gioia”. Nell’estate 2013 esce il singolo “Dimmelo” e, durante il loro tour, ci sorprendono con un inedito “Non è mai abbastanza” .Il 19 novembre è uscito l'ultimo album “Gioia …. non è mai abbastanza”, che contiene fantastici duetti! Sabrina Marsico, ITE- II/A Assunta Altomare, LS-III/A
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Venerdì 8 novembre, la classe Terza del Liceo Scientifico ha partecipato a un’uscita storico-artistica sul territorio roglianese, organizzata dai professori di Storia e filosofia, Antonio Marasco e di Arte, Cinzia Colacino. L’uscita si prefissava l’obiettivo di approfondire la nostra conoscenza delle opere d’arte presenti a Rogliano, spesso ignorate o poco considerate dalla popolazione stessa. La visita è iniziata nella frazione di Cappuccini Vecchi, dalla quale abbiamo potuto ammirare una stupenda vista sul centro storico di Rogliano, soffermandoci particolarmente sui palazzi nobiliari, visti da un’altra prospettiva, di cui abbiamo potuto studiare le peculiarità e differenze rispetto alle case della popolazione, non solo
dal punto di vista della facciata, ma nella globalità della struttura. Ci siamo recati alla Chiesa della Madonna delle Grazie di Camina, in fase di restauro, di cui abbiamo ammirato gli stupendi intarsi lignei degli artigiani roglianesi, vissuti nel XVII secolo, che costituivano un’importante scuola familiare, rinomata in tutto il Meridione. Stesso discorso per la Chiesa di San Giorgio, esaminata in seguito, in cui è possibile notare ben tre altari, uno centrale e due laterali, attualmente utilizzati a solo scopo decorativo, di preziosa fattura e di imponente maestosità e rilievo. Altra Chiesa visitata è stata quella di San Domenico, di pregio minore rispetto alle precedenti, in quanto rimodernata e trasformata completamente, ma importante a livello storico per la presenza di cunicoli e tombe sotto la pavimentazione, testimonianza di un passato indelebile, nonostante la trasformazione da Convento domenicano a Chiesa a sé stante, punto di riferimento della popolazione. Abbiamo successivamente, tramite una camminata nel centro storico, nei rioni di Rota, Donnani e Spani, esaminato le facciate
La mattina del 29 Ottobre noi studenti delle Classi del biennio del Liceo Scientifico e della classe I/ A dell’Istituto Tecnico Economico “A. Guarasci”, ci siamo recati nel rione Cuti, parte del Centro Storico di Rogliano, per un un’uscita didattica con lo scopo di conoscere il valore storico-artistico del territorio. La prima tappa è stata la Casa delle Culture: qui ci ha accolti il Consigliere Provinciale nonché Assessore Comunale alla Cul-
tura, al Commercio e alla Pubblica Istruzione, Antonio Simarco, che ci ha illustrato lo stabile. Essa ospita la Biblioteca comunale, una videoteca, una sala multimediale, una sala musica, un ambiente attrezzato per ragazzi e uno spazio destinato alle associazioni locali. All’interno, inoltre, troviamo il Museo della Civiltà Contadina, che offre una vasta gamma di oggetti risalenti a epoche antiche. Successivamente siamo andati alla Chiesa di Santa Lucia, ubicata nello stesso Rione. Distrutta a causa del terremoto, che ha colpito il paese il 18 ottobre 2001, è stata ristrutturata ed infine inaugurata nel Marzo 2011. Dopo aver visitato l’interno della Chiesa, abbiamo fatto la foto di gruppo insieme agli insegnati e, infine, come ultima tappa, ci siamo recati alla Chiesa di Santa Maria, dove abbiamo potuto ammirare le tre tele da poco restaurate e riconsegnate alla comunità
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dei palazzi e delle case osservate in precedenza dall’alto. La nostra visita si è conclusa nella Chiesetta, recentemente restaurata, di San Michele, che, nonostante lo spazio ristretto, costituisce un fondamentale punto di riferimento per la comunità rionale. Abbiamo gradito particolarmente l’uscita, in quanto abbiamo potuto ammirare delle peculiarità del nostro paese, spesso date per scontate, ma che celano, dietro quell’apparenza così familiare, una storia importante e ricca di contenuti. Vincenzo Alagia e Ercole Diana, LS -III/A
roglianese. È stata un’esperienza molto istruttiva, poiché abbiamo potuto apprendere nuove cose su Rogliano e sulla sua storia e, soprattutto, è stata data la possibilità anche ai ragazzi dei paesi limitrofi di visitare e conoscere parte del territorio. Ilaria Lico , LS-I/ B Piergiuseppe Fiore, LS - II /B
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comodità. Come ti sei trovata fin’ora? A: Mi sono trovata molto bene. I: Fin’ora mi sono trovata benissimo. È un ottimo Istituto. Avevi delle paure prima di iniziare? Se si, quali? A: Si, avevo un po’ di paura, soprattutto sapendo che avrei dovuto studiare nuove materie. La scuola è iniziata da un po’ e abbiamo I: Anche io ero un po’ intimorita per così colto l’occasione per proporre alcune quanto riguarda le nuove materie, domande ai ragazzi del primo anno, che ma penso sia una cosa normale, ci hanno esposto le loro impressioni, le visto che si tratta di discipline loro idee e i loro propositi. che fin’ora non ho mai studiato. Perché hai deciso di iscriverti al Liceo Hai stretto nuove amicizie? A: Si, ho conosciuto nuove perScientifico? Sei stata indirizzata da qualcuno o è stata una scelta persona- sone, soprattutto in classe. I: Si, ho fatto nuove amicizie, sia le? A: Perché mi piacciono le materie scien- in classe sia nell’Istituto, con tifiche. È stata una mia scelta. ragazzi e ragazze più grandi. I: All’inizio, avevo altre intenzioni, ma, Pensi che funzioni tutto all’inalla fine, ho deciso di iscrivermi al Liceo terno dell’Istituto o c’è qualcodi Rogliano, anche per una questione di sa che non va? Se si, cosa? E cosa con-
sigli di fare per migliorare? A: No, per adesso non c’è niente che non va. I: Penso che, in generale, all’interno dell’Istituto funzioni tutto per il meglio. Hai trovato materie particolarmente difficili? Se si, quali? A: Ho trovato difficoltà in Scienze della terra e Fisica. I: Fin’ora le materie nelle quali ho trovato maggiori difficoltà sono state Latino e Fisica. Hai delle idee di qualsiasi genere da proporre ? A: No. I: No, non ho idee da proporre. Alessia Lico e Martina Arcuri , LS - III/A
La scuola è iniziata da un po’: è interessante fare il punto della situazione, cercando di capire dai nuovi arrivati, le matricole, che iniziano un nuovo percorso della loro vita scolastica, le loro aspettative.Così abbiamo colto l’ occasione per proporre alcune domande ai ragazzi del primo anno: Alessandro Vizza e Marco Rizzuto ci hanno esposto le loro impressioni, le loro idee e i loro propositi.
sento dire da diverse persone. Marco: Per me va tutto bene. Dobbiamo essere noi ad avere la responsabilità di saper usare i laboratori e il materiale Hai trovato materie particolarmente difficili? Se sì, quali? Alessandro:No, nessuna in particolare. Marco: No, nessuna Hai delle idee di qualsiasi genere da proporre? Alessandro:Dovrebbero inserire materiale informatico al posto di libri e quaderni. Marco: Mi piacerebbe che si organizzassero più tornei di calcio e gite scolastiche. Alessandro e Marco sono stati contenti dell’intervista e si sono sentiti protagonisti di questi primi mesi dell’anno scolastico . Hanno promesso di rilasciare un’altra intervista alla fine dell’anno. A presto!
Alessandro: Mi sono trovato molto bene! Marco: Sono contento di ogni cosa. Mi trovo bene. Avevi delle paure prima di iniziare? Se sì, quali? Alessandro: No, non avevo paura, anzi ero incuriosito. Marco: No, ero sicuro di me stesso. Hai stretto nuove amicizie? Alessandro: Sì,ho stretto amicizia con persone che non conoscevo, provenienti da altri paesi. Marco: Sì, ho conosciuto molti nuovi amici. Pensi che funzioni Perché hai deciso di iscriverti all’ITE? tutto all’interno Sei stato indirizzato da qualcuno o è dell’Istituto o c’è stata una scelta personale? qualcosa che non va? Alessandro: Io volevo andare all’Istituto Se sì, che cosa? E cosa Alberghiero, ma mia madre ha detto di consigli di fare per no. migliorare? Marco: A me l’ITE piace molto, anche le Alessandro: Secondo materie ed ho deciso da solo. me, alcuni laboratori non funzionano, perché non sono molto frequentati, come Come ti sei trovato finora? www.iisguarasci.it
Aldo Giuliani, ITE – I/A
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Fugaci, le nuvole autunnali si muovevano nel cielo terso. I rumori erano come attutiti dal fitto fogliame del bosco, le cui foglie, lentamente, iniziavano a cadere al suolo. Leggere, lentamente si adagiavano attorno a me. Dei veloci passeri sfrecciarono nell'azzurro, fendendo l'aria umida e intensa. Steso sul fogliame bagnato dopo la pioggia, restai ad osservare i cambiamenti attorno a me. Tutto pareva pacato, immobile. Era come bloccato dopo la frenesia dell'estate. Così, restai fermo a pensare quanto fugace fosse la nostra vita. Tutto sarebbe sempre cambiato, in un eterno ciclo. Anche noi uomini, inesorabilmente, avremmo vissuto le nostre diversità e sfogliato, come in un libro, tutta la vita. Iniziai a ricordare i miei autunni, trascorsi a correre nella nebbia novembrina, vicino casa dei miei nonni e a cogliere da terra qualche piccola castagna, pungendomi con gli aghi del loro verde involucro. Spesso provavo dolore, ma, in fondo, vi era sempre quello strano senso di soddisfazione nell'aver raggiunto la propria meta, di aver osato pur di ottenere ciò che volevo. Con il passare degli anni, l'autunno divenne altro, ovvero il periodo della scuola, delle nuove amicizie e di tante sofferenze. Attorno a me, la gente cresceva e viveva il proprio autunno in maniera del tutto diversa. Dal punto di vista positivo di un giovane, l'autunno era una delle stagioni, quella più colorata, ma, stranamente, quella più
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triste. Affondai le dita nella terra argillosa, cercando di arginare i ricordi dolorosi che quella stagione mi aveva donato. In autunno conobbi, per la prima volta, la morte. La paura di dover dire addio ad una persona cara mi assalì e non mi abbandonò mai. Un'ovvietà tanto banale quanto crudele. Però... Però l'autunno aveva portato nella mia vita gioie e ricordi. Le ore passate a sorseggiare del the con mia madre e a passare la serata insieme, accanto, a guardare qualche noioso programma di cucina. L'attesa per il Natale, la cui aria, in casa mia, si respirava fin dalla prima settimana di Novembre, quando le vetrine dei negozi iniziavano a brillare, quando sugli scaffali dei supermercati apparivano i primi panettoni, che compravamo e portavamo a casa come fossero dei doni del Cielo. I brevi weekend a raccogliere i funghi nella nostra casetta in montagna; gli stessi funghi che, dopo poche ore, mi avrebbero provocato un fortissimo mal di pancia. E ancora le lunghe camminate nei boschi, ad ammirare il fogliame brillante e infuocato, quell'attesa febbrile di vedere le collinette,accanto casa mia, diventare gialle, rosse e infine bianche per la neve. Quella neve che, puntualmente, sanciva la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno. Ecco, questo mi sarebbe mancato della mia terra, della mia vita, del mio autunno. Una vita immersa nei ricordi passati, con la speranza che se ne aggiungano di futuri e che essi siano sempre migliori, sempre diversi, sempre felici. Chiusi gli occhi e lasciai che una foglia giallognola mi cadesse sul collo, disteso e inarcato, come a puntare verso
le nuvole, quelle nuvole che avrebbero portato la pioggia, di nuovo. La paura di fuggire dalla mia vita e di dover dimenticare quei momenti mi assalì e mi lasciò dentro un senso di vuoto, di fallimento. Non avevo il coraggio di alzarmi da quel luogo, di perdere quei momenti. Non potevo, però, restare per sempre a vivere di ricordi, distruggendo i miei sogni e le mie certezze. Lasciare l'arretratezza di quei luoghi mi avrebbe anche fatto perdere quelle sensazioni, ma avrebbe di certo migliorato la mia vita. Riaprii gli occhi. Il cielo era quasi completamente cupo, ora. Un po' stordito mi rialzai, con i capelli e i vestiti bagnati. Mi avvicinai ad un ceppo di castagno, sul quale avevo posato la mia borsa e, mestamente, mi riavviai verso casa, percorrendo quei viali che, presto, sarebbero stati invasi dalla nebbia. Ebbi come la voglia di correre, per ricordare cosa si provasse, ma, all'improvviso, mi sentii stupido, ormai ero cresciuto. Avrei avuto una nuova vita altrove, dove l'autunno sarebbe arrivato e, chissà, forse l'avrei aspettato insieme ai miei figli, che avrebbero vissuto una vita felice, diversa dalla mia, più tranquilla, in un luogo diverso. La chiesetta del paese dei miei nonni era ormai quasi in rovina. Salii nella mia auto e tornai indietro. L'asfalto era bagnato e ricoperto da numerose foglie scivolose. L'incendio di colori di quella valle mi attirava e mi esaltava, in qualche modo. No, non avrei mai potuto abbandonare i miei ricordi, non avrei mai potuto tradire quegli autunni che avevano cambiato e caratterizzato la mia vita. Non ne avevo il coraggio. Con gli occhi assonnati e arrossiti, guardai la vallata, che sembrava mi chiamasse. Premetti il piede sull'acceleratore, con un ghigno e lasciai che quell'autunno, talmente diverso dagli altri, diventasse il mio ultimo ricordo. Vincenzo Alagia, LS – III/A
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“Donna de Paradiso” è, in assoluto, la lauda più nota di Jacopone da Todi. Seguendo i racconti evangelici degli ultimi momenti della passione di Cristo, fino alla sua morte, il “Nunzio” interviene per riferire quanto sta avvenendo a Maria, che interagisce con Gesù, con la folla e con il Nunzio stesso. Gesù, tradito da Giuda, in cambio di denaro, viene catturato, e dopo essere stato percosso, viene consegnato nelle mani di Pilato. Entra in scena la figura di Maria, che cerca di persuadere la folla e Pilato, che, intanto, ha incoronato Gesù “Re dei Giudei”, con una corona di spine. E proprio mentre sta per compiersi il volere divino, ha inizio il lamento di una madre impotente davanti alla morte del proprio figlio. Alla fine Gesù affida a Giovanni la madre, che lo prende come suo nuovo figlio con dolore e una certa rassegnazione. La lauda è una ballata, divisa in quartine di settenari, resa teatrale dai vari dialoghi. Per quanto riguarda il lessico, Jacopone sceglie di utilizzare il volgare umbro; compaiono comunque latinismi, come “allide” (v.5), ovvero percuotere, caratteri interessanti che testimoniano il momento di passaggio dal latino all’italiano, attraverso i volgari parlati nelle varie regioni italiane, ma anche il perdurare del latino nella letteratura, e nella lingua parlata, in quanto la lauda era destinata a persone di
vari ceti sociali. Abbiamo la presenza di anafore, come la ripetizione di “Figlio”, all’inizio di alcuni versi; i personaggi si pongono domande (“O croce, e che farai? El figlio mio torrai?... (vv. 52-53)); ci sono varie esclamazioni (“… chè rege s’è chiamato!” (v. 39)); sinonimi (annunziato/profetizzato) ed una metonimia (“coltello” (v.130)). Tema centrale è la sofferenza della Madonna, che assiste allo strazio del figlio, resa delirante dal dolore, stravolta, nelle condizioni in cui si troverebbe qualsiasi sventurata donna, costretta a vivere la stessa atroce esperienza. Abbiamo una Maria fragile, che implora pietà per il figlio, che è per lei speranza, forza, dolcezza, padre e marito, che, nonostante lo stato in cui si trova, continua a rivestire il ruolo di figlio amoroso, soprattutto nel gesto di affidare la Madre a Giovanni,
In una società dove i beni materiali sono sostituti di affetti, sentimenti… le cose essenziali sembrano sfuggire, o meglio, sono del tutto indifferenti ai nostri occhi, sono per noi impalpabili. Ogni cosa è speciale, nella sua semplicità, solo che
noi non ce ne accorgiamo, ci fermiamo al significato apparente che può nascondere un sorriso, una lacrima… L’uomo cerca sempre di arrivare oltre, di provare nuove emozioni, sempre più forti delle precedenti, quindi cerca di ricevere sempre di più di quello che ha, che gli basta il necessario, l’utile per vivere, non lo vede; le sue manie di potenza fanno di lui un essere infelice, in quanto non riuscirà mai a soddisfare tutti i suoi bisogni. Condizionati da vite frenetiche, non ci soffermiamo a compiere quei piccoli gesti, che sono fondamentalmente importanti. Genitori stessi, e non solo, pensano di poter comprare la felicità di un bambino, di qualcuno, con beni materiali, che non
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quasi a voler colmare un vuoto, che comunque mai nessuno potrà riempire. Maria, con tutta la sua forza, si ritrova a chiedere perdono ad una folla crudele, che si prende gioco di Gesù, lo percuote, e quasi preferisce la liberazione dei due ladroni alla sua. La figura divina della Madre viene in un certo senso “storpiata”; il suo dolore conferisce alle parole un crescente continuo di sentimenti. Non abbiamo davanti la tipica figura angelica di Maria, bensì quella di una donna ferita, devastata, che nel vedere il martirio del figlio, vuole morire con lui e salire sulla croce dov’è posto. È cosi che Jacopone ci presenta
forse il primo esemplare di lauda drammatica, ovvero un continuo crescendo di sentimenti ed emozioni, attraverso il canto polifonico dei personaggi. Alessia Lico, LS-III/A
possono paragonarsi ad una carezza, un bacio o un abbraccio. Credo che nessuno abbia o il tempo o il coraggio di guardare, come si suole dire, al di là del proprio naso, e l’essenziale, i sentimenti, i valori, le sfaccettature, superflue, ma importanti, che si nascondono dietro un semplice gesto, possono vedersi solo con il cuore. Alessia Lico e Martina Arcuri, LS-III/A
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Il mare in tempesta, una tiepida notte di ottobre, il panico sui volti della gente. È impensabile per molti di noi, abituati alle nostre vite nel complesso calme e ordinarie, immaginare quanto dolore possa essere stato presente durante la notte del naufragio di Lampedusa. Una morsa opprimente, la stessa aria completamente soffocata dalla disperazione e intrisa di urla e pianti.È la disperazione di chi cerca una salvezza che non avverrà, infrangendo con inaudita brutalità la speranza. Disperati, bisognosi di un futuro migliore, la cui vita è stata spezzata in mare, tra l’indifferenza dell’intera comunità internazionale, compresa una consistente parte degli Italiani. L’amara verità è che queste persone, in molti casi, sono indesiderate dagli stessi ospitanti. L’idea diffusa è che, una volta giunti in Italia, i migranti provenienti dall’Africa portino, nella maggior parte dei casi, a un aumento della criminalità: un’idea che non potrebbe essere apostrofata in alcun modo, se non razzista, sostanzialmente incoerente. Il fenomeno dell’emigrazione è una costante della storia mondiale: da sempre la gente disagiata e in gravi condizioni economiche e sociali ha cercato di fuggire dalle proprie problematiche, nell’ottica di costruire un futuro migliore in una località economicamente più florida. D’altra parte, gli stessi Italiani, a cavallo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX e, a
seguire, nel decennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale, sono stati un popolo di emigranti, non senza ricevere trattamenti ostili da parte delle popolazioni autoctone del luogo raggiunto. Basti pensare alle numerose forme di razzismo perpetrate in passato e ancora presenti oggi, sebbene in minor parte, negli Stati Uniti, in cui si sono verificate le prime forme di antiitalianismo, di cui vicende come il processo a Sacco e Vanzetti testimoniano la concretezza. Sembra dunque paradossale che una popolazione che ha subito, in prima linea, l’odio razziale, sia ora uno dei Paesi in cui questo fenomeno si manifesta maggiormente nei confronti delle popolazioni provenienti dall’Africa. Allo stesso modo, appare incredibilmente scorretto il comportamento disinteressato della Comunità Europea nei confronti dell’Italia, meta principale dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa, abbandonata a sé stessa nella gestione di tutti i problemi legati all’accoglienza e allo smistamento dei migranti sul territorio nazionale. È, indubbiamente, anche tale difficoltà visibile e tangibile a rendere gli Italiani diffidenti e astiosi nei confronti dei migranti. La ritrosia ad accogliere parte di essi da parte delle nazioni europee porta, dunque, a un sovraffollamento spropositato delle case di acco-
glienza e a condizioni di vita pessime. La necessità di vivere una vita dignitosamente porta, quindi, i migranti stessi a cercare di fare il più possibile per guadagnare il necessario, per riuscire a costruire un futuro. Per far ciò, essi, spesso, lavorano in nero, sottopagati e sfruttati, cedendo, spesso, alla tentazione di lavorare per la criminalità organizzata, al solo fine di riuscire a garantire alla propria famiglia condizioni di vita migliori. È la conseguenza quasi naturale di una politica comunitaria, che non permette e garantisce a tali persone una qualsiasi possibilità di affermazione a livello sociale, spesso smorzata dalla paura di una maggiore competitività a livello lavorativo. L’odio razziale, dunque, si manifesta quando la popolazione autoctona si sente in qualche modo “minacciata” dall’arrivo di nuove persone, pronte a occupare un posto all’interno della società, sottraendo posti di lavoro a chi ritiene di dover ottenere una determinata occupazione “di diritto”, in quanto da sempre nato e vissuto nel luogo dove essa è collocata. Bisognerebbe semplicemente iniziare ad adottare l’ideale di meritocrazia. In tal modo, potremmo risolvere numerosi problemi a livello razziale. Una competitività positiva, che gioverebbe all’economia nazionale, oltre ad una multiculturalità che, a causa della ristretta mentalità di molti Italiani, stenta a fiorire all’interno della nostra società.
Un fenomeno, sempre esistito in tutto il mondo, è l'immigrazione, che, molte volte, viene visto anche come un problema. Esistono due tipi di immigrazione: interne e internazionali; ma c'è anche da dire che l'immigrazione, molte volte, nasce per il problema del lavoro; in questo caso si parla di emigrazione economica. Oltre al problema del lavoro, ci sono anche altre motivazioni per cui un individuo è costretto ad emigrare, come le persecuzioni etniche, religiose e politiche. Ritornando alle emigrazioni interne ed internazionali, possiamo spiegare che quelle interne avvengono nello stesso Stato, cioè da una Regione a
un'altra oppure da un Paese a un altro. Mentre le emigrazioni internazionali avvengono al di fuori del proprio Continente (all'estero ecc.). L'emigrazione, a volte, può portare diversi problemi, sia nei Paesi di arrivo che in quelli di origine. Ancora oggi c'è quello dell'integrazione con la popolazione residente che nasce per diverse cause; tra queste troviamo la diversità di religione, il colore della pelle ecc. Gli emigranti, molto spesso, spostandosi, accettano i lavori meno umili e poco pagati, rubando cosi alla gente locale quel poco di lavoro, che resta. Ma se valutiamo la loro posizione, c'è anche da dire
che questi emigranti, spesso, hanno capacità lavorative e conoscenze, che i residenti del posto non hanno. Un aspetto negativo dell'emigrazione, che è venuto a svilupparsi negli ultimi decenni e che noi Italiani non sopportiamo, è quello che alcuni clandestini praticano attività illegali (spaccio di droga, prostituzione ecc.). La maggior parte degli emigranti provengono dall'Africa ed emigrano nei Paesi più sviluppati, dove c'è più lavoro, come America Settentrionale ed Europa. Noi pensiamo che questo fenomeno si potrebbe diminuire, dando opportunità lavorative un po’ in tutto il mondo. Valentina Garofalo e Serena Le Rose, ITE –I/A
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Ercole Diana e Vincenzo Alagia, LS -III/A
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L'immigrazione, in Italia, appare come un fenomeno relativamente recente, che ha cominciato a raggiungere dimensioni significative nei primi Anni Settanta, per poi diventare un fenomeno caratterizzante della demografia italiana nei primi anni del XXI secolo; infatti , nel 2010, l'Italia era il quinto Paese europeo per numero assoluto di stranieri residenti. Attualmente, l’arrivo di questi immigrati comporta molte preoccupazioni per la popolazione italiana e per gli stessi clandestini. Di recente, abbiamo assistito alla strage di Lampedusa. Il giorno 3 Ottobre 2013, a Lampedusa, molte persone, tra cui donne/ bambini/ragazze/i, sono morte annegate nella ricerca di un futuro migliore, a poche centinaia di metri dalle coste dell’isola. A partire da quel momento, tutti abbiamo appreso la notizia tramite giornali e telegiornali. La strage ci ha impressionato e ci ha fatto ritornare indietro nel tempo, facendoci ricordare le navi, colme
Gran parte della popolazione indiana vive nei villaggi e nelle grandi metropoli. La popolazione indiana si presenta come un mosaico di gruppi etnici diversi, con molte lingue e religioni, legati profondamente alle proprie origini. Fra la stessa popolazione persiste ancora, nonostante sia stata abolita con la costituzione del 1950, la suddivisione in caste. In India, la casta è ciascuno dei gruppi sociali, che costituiscono una gerarchia rigida. Questa struttura sociale risale agli Arii, che imposero in India la tradizionale ripartizione indoeuropea della popolazione in quattro classi sociali. Una era quella dei Bramini, originariamente questi dominarono le caste dei Bramini e dei Guerrieri, poi i primi prevalsero sui secondi. Tra i privilegi dei Bramini vi era quello di ricevere doni, che liberavano gli offerenti da ogni peccato. La seconda classe sociale era costituita dai Guerrieri, che detenevano funzioni di governo. La terza classe sociale comprendeva gli artigiani e mercanti (uomini liberi), questi erano inseriti nel sistema del “Dharma” (ossia una serie di doveri da compiere, costituiti, per lo www.iisguarasci.it
di nostri connazionali, che andavano in America in cerca di fortuna. Non ci dimentichiamo del “Titanic” e del suo naufragio, di quella nave, partita da Napoli
propria terra? Certamente, la situazione da dove scappano non è da invidiare, sono terre che, ultimamente, sono devastate da guerriglie e povertà. Perciò chiedo a tutti i Paesi ricchi di intervenire sul posto e di aiutare questi popoli, creando lavoro sul loro territorio e di fermare la guerra. Solo se daremo loro uno spiraglio di ripresa economica , questi emigranti rimarranno nei loro luoghi di nascita e non si sposteranno in massa verso l’Italia e il resto dell’Europa. L’isola di Lampedusa, ormai, è diventata il cimitero del Mediterraneo e pensare che fa parte della nostra Italia mi porta tanta tristezza e che portava in America tanti nostri condolore. Mi rammarico per gli isolani, che nazionali, che emigravano con speranza e devono affrontare tanta desolazione e per in cerca di fortuna! Ma ritorniamo a tutti gli emigranti che sono stati ingannati Lampedusa e ci chiediamo come mai dagli scafisti e non hanno realizzato il tanta gente preferisce scappare dal proloro sogno. prio Paese. Preferisce affrontare la furia Lia Amato e Angelo Altomare,ITE- II/A del mare per rincorrere un sogno o per sfuggire a tanta miseria e alle guerre del
più , di preghiere, di servizi nei confronti della comunità, di dominio delle proprie passioni). La quarta classe sociale era quella dei Sudra, costituita da contadini e la loro inferiorità sociale era giustificata dalla teoria del “Dharma”, per cui erano puniti per colpe commesse nelle viti precedenti. Ci sono poi i “senza casta”. All’interno di ogni casta il cittadino nasce, vive, lavora e si sposa, molto difficile o impossibile entrare a far parte di una casta diversa, salvo che in una successiva
reincarnazione. Le caste influiscono sulla suddivisione del lavoro, variando quindi lo stato sociale di ogni cultura; esse sono molto relazionate alla religione, che si trasformò in uno strumento di controllo sociale, tuttora molto potente in India. La Costituzione indiana moderna considera illegale la divisione in caste e definisce, con chiarezza, che è un reato qualsiasi discriminazione in base a casta o religione. Nella mentalità di molta gente indiana ancora resiste la convinzione che il sistema della suddivisione in caste sia qualcosa di positivo e di differenza politico-sociali. Molte persone condividono ancora questa struttura sociale, radicata nella società e cercano di attenersi a queste antiche usanze, nonostante ci sia stata l’abolizione. Nella nostra società occidentale, specialmente nel Sud Italia, notiamo che, anche se non c’è la suddivisione in caste, c’è una certa riluttanza a mescolare i ceti sociali. Ancora oggi è difficile che una ragazza povera si sposi con un ragazzo ricco … Alessia Ceravolo e Altomare Angelo, ITE- II/A
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Tra uomo e donna vi sono delle differenze non solo fisiche e psicologiche, ma anche comportamentali. << Uguaglianza significa essere liberi di fare ciò che si vuole; differenza significa invece che, come uomini e donne, potremmo non fare le stesse cose>>. Se la frase dice il vero, perché è diventata la nostra quotidianità violentare una donna, uccidere per gelosia o per pura pazzia, oserei aggiungere? La violenza sulle donne è un fenomeno che non conosce limiti culturali. Ci sono tanti tipi di violenza. C’è la violenza sessuale, che una donna, una ragazza, subisce da uno sconosciuto.E’proprio quella violenza subita da amici, parenti, talvolta fidanzati, che si fatica ad accettare, a riconoscere, a denunciare. E’ questo tipo di violenza, quella più brutta da superare, in quanto viene meno la fiducia verso le persone vicine. Abbiamo anche una violenza psicologia, che è quella esercitata dagli stalker, che portano la vittima all’esaurimento, in quanto la vittima stessa inizia a sentirsi chiusa in gabbia e ogni minimo rumore, ogni ombra, ogni cosa lo percepisce come un pericolo. Ogni atto violento è un trauma emotivo, che provoca gravi conseguenze; implica vergogna, impotenza e segna a vita la vittima, che le compromette eventuali rapporti con gli altri. La cosa più semplice sarebbe denunciare il violento. Per le vittime la denuncia non è facile, soprattutto quando è un familiare o un amico ad abusare, in quanto ci si sente, sempre, in dovere di proteggere queste persone violente e molte si trovano a vivere non solo con questa grande e indelebile ferita, ma con un grande rimpianto. Dopo aver subito una violenza è naturale avere paura, perché subentra un meccanismo di sopravvivenza, che è messo in atto per difendersi ed evitare, di nuovo, il pericolo. La violenza, però, non deve perdurare, né prevalere sul coraggio, che serve per ricominciare. Lo stupro, nel codice penale italiano, è diventato reato contro la persona e non solo contro la
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morale . Nel 1996 e, ultimamente, nel 2011, oltre al risarcimento dei danni morali della vittima, la pena , che viene inflitta agli stupratori, va dai 5 ai 10 anni di carcere. Vi sono molte Associazioni, come quella di Michelle Hunziker, che vogliono aiutare queste ragazze, vittime dello stupro, invogliandole a denunciare e ricominciare. Si può dire che in Italia le basi per cercare di migliorare la situazione ci sono tutte, nonostante negli ultimi anni abusi e uccisioni sono arrivati ad un numero record. La situazione è più grave nei Paesi africani e asiatici, in cui la don-
na, non solo, viene abusata o uccisa, ma viene privata di tanti altri diritti, come quello di affermarsi in qualunque attività lavorativa. Sono pochissime le ragazze che riescono a sfuggire alle “grinfie” dei padri/fratelli/mariti e che trovano la forza e il coraggio di esporsi per cercare di cambiare le cose. Alle donne, in alcuni Paesi africani, viene imposto di indossare il burka, il tipico velo, che le priva di ogni segno di femminilità. Le donne sono considerate semplici “casalinghe”, che devono badare alla casa e ai bambini. Chi si oppone a queste imposizioni viene picchiata o, peggio, torturata con l’acido, perdendo la possibilità di continuare ad essere semplicemente donna. Molte donne vengono introdotte nel mondo della prostituzione, vengono sfruttate e abusate e, spesso, sono esposte al rischio di contrarre e, quindi, contagiare malattie quali l’AIDS. In Asia, con lievi differenze, la situazione è la medesima. Mentre l’eco-
nomia dell’India è in costante crescita, i diritti delle donne restano attaccati ad una tradizione misogina e patriarcale. La recente morte di una ventitreenne, abusata in un autobus, ha fatto nascere molti interrogativi tra cui il chiedersi che ruolo abbia la donna nella cultura indiana. Dopo una serie di rivolte, in cui le donne chiedevano allo Stato una maggiore protezione, sia la politica sia i media indiani hanno abbandonato la faccenda. Le violenze quotidiane in India, vengono nascoste dietro la parola tradizione. Il ruolo della donna indiana va ricercato nella cultura, molto classista e religiosa, che tende a mantenerla in uno stato di sottomissione e ignoranza. Qui, il matrimonio, sotto i 15 anni, è proibito, ma, paradossalmente, sono tante le sedicenni dall’infanzia rubata, che, costrette dalla famiglia, si sposano con uno sconosciuto per un matrimonio combinato e subiscono, talvolta, ogni tipo di abuso. Altro aspetto della vita vissuta in India è il passaggio di proprietà. Succede, spesso, che, una volta sposate, le donne diventano di proprietà della famiglia del marito, perdendo, così, ogni tipo di diritto e continuando a vivere segregate. Viviamo in un mondo, ormai, globalizzato ed emancipato sotto ogni punto di vista, ma dall’età della pietra, in cui l’uomo si procurava il cibo cacciando, fino ad oggi, nonostante le innovazioni, sembra che non ci sia stato alcun miglioramento nei confronti della donna. E’ inconcepibile vedere, ancora oggi, dei Paesi, che sono legati a una tradizione, che potrebbe farli regredire e sentire che anche qui, in Italia gli uomini si comportano da bestie. Una smossa a tutto ciò dovrebbe essere data dai giovani, i quali, soprattutto nei paesi orientali, dovrebbero riconsiderare gli estremismi religiosi e i totalitarismi maschili, in una nuova visione della vita: amare significa anche rendere liberi. Alessia Lico, LS -III/A – . ESPRESSIONE LIBERA
“Noi e le o donne:un il tro spot con ifemminic ” dio
La classe IV/ A ITE ha aderito al concorso “Noi e le donne: uno spot contro il femminicidio”. Sotto la direzione della Prof.ssa Cerrigone Anna, la Classe ha ideato uno spot di 4 minuti in cui si alternano foto e video sul tema; elementi nuovi e di rottura con i classici spot si rinvengono nella regia, nel finale foriero di un messaggio di speranza. Originalità anche nelle musiche, create dall’ alunno Maguzia Roberto, che magistralmente accompagna le scene più drammatiche. Insomma , un bel lavoro che, speriamo, possa essere premiato al Concorso Nazionale a cui partecipa.
ITE-CLASSE IV /A
Il termine femminicidio si riferisce a tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa o violentata fisicamente da un uomo (a volte questo genere di violenza è compiuto da persone che hanno o hanno avuto legami sentimentali con la vittima, come mariti o fidanzati, ma vengono compiuti anche da padri verso figlie, o addirittura da figli verso le madri).Da pochi anni, in Italia, si parla di questo problema; a livello istituzionale, lo scorso Ottobre è stata approvata una legge per combattere il femminicidio, inoltre sono numerosi i Centri antiviolenza, che raccolgono i dati delle donne uccise dai casi riportati dalla stampa. Solo nel 2012, secondo l'indagine svolta dalla Casa delle donne di Bologna, i femminicidi in Italia sono stati 124, i tentati omicidi di donne 47. 86 donne sono state uccise da uomini, con cui avevano o avevano avuto una relazione sentimentale. www.iisguarasci.it
La maggior parte degli omicidi vengono compiuti nella casa della coppia, circa l’80% delle donne sono italiane, come anche gli assassini. Da evidenziare è la totale assenza del femminicidio nel Sud Italia: infatti i delitti si sono consumati quasi tutti nelle regioni del Nord. Negli ultimi anni, è nata una certa attenzione nei massmedia, soprattutto negli ambiti televisivi, teatrali e giornalistici. Enti internazionali, come l’Onu, nazionali e regionali, per il 25 novembre (Giornata mondiale contro la violenza alle donne) e l’8 marzo (Giornata internazionale della donna) organizzano flashmob, convegni ed eventi pubblici di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne e il femminicidio. I dati raccolti dall’ISTAT, riguardo alla violenza e all’abuso sulle donne sono sconvolgenti: le donne, che dichiarano di essere state vittime di violenza fisica o sessuale da parte di uomini, tra i 16 e i 70 anni , sono 6 milioni e 743mila ; oltre 1milione di donne, invece, dichiarano di essere state vittima di uno stupro vero e proprio. Tuttavia di queste donne, solo il 6,5% ha denunciato i fatti alle autorità. Lo Stato, per combattere questo
fenomeno, ha introdotto, oltre alla nuova legge, il “braccialetto elettronico”, il quale può cogliere in flagranza il reato ed evitare inutili vittime. Tuttavia viviamo in una società ignorante, incurante di ciò che ci succede intorno e dei problemi che ci affliggono. Da sempre le tradizioni e la cultura dividono l’umanità in Buoni e Cattivi. Donne e Uomini. Neri e Bianchi. Poveri e Ricchi. Operai e Borghesi. Laici e Credenti. Omosessuali ed Eterosessuali. La verità è che siamo tutti esseri umani. Piergiuseppe Fiore, LS- II/B Valentina Vena, ITE- IV /A
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I giovani di oggi sono nati e cresciuti nel mo ormai “drogati” dalle foto fatte con la telecamera interna del telefono che pubblichiamo in tempo reale. I ragazzi chiedono appuntamenti al buio o incontri, per poi approfittarsi ed esercitare solo violenza oppure persone anziane, che pieno sviluppo delle tecnologie o, almeno chiedono un aiuto fisico per la fin da piccoli, sono stati abituati a farne loro età e, invece, poi si preun uso già troppo eccessivo. A poco a sentano come stolker e persone poco, con il passare del tempo, il settore violente. Si è arrivati davvero al della tecnologia si è sempre ampliato, in culmine! Siamo la generazione meglio o in peggio, esagerando ogni tipo di Skype, We chat , Viber e di sviluppo: facendo altre migliaia di apun resoconto, vi sono plicazioni per la cosempre e solo aspetti municazione, che negativi. La società di quella vera l’hanno oggi è una massa tutta già distrutta. Ormai non scricompatta , tutta con viamo più tutte le parole, esiuna sola mentalità. stono le abbreviazioni, non si Ormai si vive di sms, incontra più l’amico\a perché li Facebook, Twitcerchiamo su Facebook , non ter ,Whatsapp; siamo i si esce più perché si è imperagazzi degli stati su gnati a giocare ai VideogaFacebook , delle faccimes.. siamo ormai fatti di parone (emoticons) tristi o felici sul nostro le non dette, lettere mai spedite e di baci profilo; degli annunci di feste o appunta- e abbracci mai dati realmente. Quando si menti al buio e siamo i ragazzi e le ragaz- va in un locale con i nostri amici, parenti, ze dei “Mi Piace” sui Social Network. La chiunque siano , non apprezziamo più nostra giornata è ormai incentrata su l’ambiente ,la gente, il cibo, ma cerchiaquello schermo, che è il nostro mondo mo subito una rete Wi-fi disponibile pervirtuale: il computer, la nostra finestra ché siamo ormai dipendenti, e a mio paaperta su tutti e tutti, nel senso vero del rere, troppo ossessionati. Con la crisi, gli termine. Oggi, le pagine di Facebook eventuali problemi economici , i nostri sono piene di foto di ragazzine, dagli genitori senza lavoro o in cassa integraundici\dodici anni in su, che, per attirare zione, dobbiamo seguire la moda e coml’attenzione, si mostrano con pochi indu- prare l’S4, l’I-phone , l’I-pad, che arrivamenti o addirittura nuno come costo quasi de ,per ricevere compliad un intero stipendio menti da gente sconosciuta mensile. Senza sacrifie poi contattarle; o la magci e senza dare una gior parte delle volte ricemano alla nostra famivere critiche o offese utilizglia, siamo diventati zando parole volgari; e menefreghisti perché l’assurdità di tutto ciò è che tutto ciò che vogliamo loro aspirano proprio a ci deve essere dato per questi atteggiamenti. Siaforza. Nonostante le
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stragi che sentiamo ai telegiornali, la violenza sulle donne, le false comprensioni su una chat di cui si diventa facili prede, la paura e le preoccupazioni dei nostri genitori, la crisi, non ci distacchiamo più da questo mondo, anzi diventiamo sempre più competitivi tra di noi, perché la tecnologia ci allontana appunto dalla realtà , dai problemi quotidiani. Preferiamo chiuderci in noi stessi, cercando di rivoluzionarci, invece di aprirci e di rivoluzionare noi il mondo. Siamo diventati una società criticata, e sottovalutata ma qualcuno sta cercando di capire che c’è qualcosa che non va , c’è qualcosa che deve essere cambiata al più presto. Ma non facciamo un minimo passo in avanti per cambiare e cambiarci e facciamo cento passi indietro . Praticamente la tecnologia ci ha davvero rovinati, ma in teoria dovremmo essere noi a capire quello che è giusto e proseguire, e capire quello che è sbagliato e evitarlo. Non è
semplice, ma si dice: “Volere è potere” e, per avere un futuro migliore e raccontare una nostra storia, dobbiamo farci avanti, rimboccarci le maniche, impegnarci seriamente. Assunta Altomare, LS-III/A ESPRESSIONE LIBERA
Alluvioni, trombe d'aria, maremoti: stanno un po' sconvolgendo l'Italia, più precisamente la Sardegna e la Calabria. La televisione ci sta informando, in continuazione, dell’alluvione della Sardegna e dei morti, che essa ha provocato su quel territorio. Certo ci viene da riflettere su come la forza della natura è sconvolgente; se l’uomo non si difende e non rispetta le regole ambientali, ne viene travolto. L’uragano “Cleopatra”, che ha investito la Sardegna, non si è fermato, ha continuato la sua corsa ed è proseguito verso
la Calabria. Qualcosa di veramente incredibile ha sconvolto la tranquillità di Catanzaro, dove, tra acqua e detriti lungo le vie della città, si è bloccato tutto il traffico e la vita lavorativa. Gli abitanti del posto si sono impauriti per l’enorme bomba d’acqua. In alcune zone di Catanzaro (e provincia) le abitazioni sono state allagate, le strade si sono riempite di detriti. Le zone più colpite sono rimaste senza energia elettrica e acqua per ore. Sono state segnalate frane e, di ora in ora, le condizioni meteorologiche sono peggiorate con preoccupazione della gente. Nel capoluogo della Regione, tra il 18 e il 19 novembre, si è vissuto un vero disastro; numerose sono state le strade bloccate,come pure in provincia sono stati registrati molti inconvenienti sulla strada statale 106. Tutti sperano in un miglioramento, ma le immagini trasmesse in televisioni e sul web sono state, davvero, toccanti. Ci è toccato vedere delle auto, ricoperte interamente dall'acqua, delle case alluvionate e delle frane. Durante le
Il 30 Novembre 2013 ,l’attore e produttore statunitense ha perso la vita a soli 40 anni in un incidente stradale, nei pressi di Santa Clarita (Los Angeles) a bordo di una Porsche Carrera GT ,guidata da un amico, Roger Rodas, anch'egli rimasto ucciso. I due si stavano recando ad un evento benefico, organizzato per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni colpite dal tifone Yolanda nelle Filippine, quando, l’automobile su cui viaggiavano, si è schiantata contro un palo della luce, successivamente contro un albero e ha preso fuoco, probabilmente a causa della velocità, sua passione sul set e nella vita. Paul Walker è nato il 12 Settembre del 1973 a Glendale in California. Studiò nella “Los Angeles San Fernando Valley Village Christian High School” , dove si diplomò nel 1991. Durante gli ultimi anni della sua adolescenza, fu coinvolto in un crimine, ma la sua fedina penale restò comunque pulita. Frequentò numerosi
college, studiando biologia marina: era un grande ammiratore del famoso biologo marino Jacques Cousteau, di cui avrebbe voluto seguire le orme, se non avesse fatto l'attore. Sposato,visse a Santa Barbara, in California con la figlia Meadow Rain, nata nel 1998. La sua carriera cinematografica fu molto lunga, infatti già da piccolo debuttò nel film “Non aprite quell'armadio” , successivamente recitò nella soap opera “Febbre d'amore” nel ruolo di Brandon Collins ed ottenne un piccolo ruolo nel film Pleasantville .Ci furono altri importanti film, ma il suo vero ed enorme successo ebbe inizio con l’uscita del film d'azione: “Fast & Furious” , seguito da “2 Fast 2 Furious”, “Fast & Furious - solo parti original”, “Fast & Furious 5”, “Fast & Furious 6” e, l’ultimo uscito quest’anno “Fast & Furious 7”. Questa serie è una popolare saga cinematografica sulle corse e battaglie di auto che narra le gesta dei personaggi
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notti, le mareggiate hanno invaso la costa e sono aumentate le piogge. La Regione e il Governo, sicuramente, interverranno sulle zone colpite dall’alluvione e aiuteranno le famiglie meno fortunate, ma è necessario che si faccia prevenzione per evitare queste calamità. La situazione sicuramente migliorerà, ma, nel frattempo, bisogna affrontare i danni ed evitare ulteriori pericoli. Di certo, la natura non ha tutte le colpe, l'uomo deve imparare a proteggere le aree verdi per evitare, almeno in parte, questi disastri. Sabrina Marsico, ITE –II/A
cinematografici Dominic Toretto, interpretato da Vin Diesel, e Brian O'Conner, interpretato appunto da Paul Walker. A Dicembre del 2014,rivedremo il nostro Paul nel film: “Hours”, diretto da Eric Heisserer che lo vede protagonista e che racconta un dramma famigliare sullo sfondo dell'Uragano Katrina. "Per quel film ho provato sentimenti fortissimi aveva raccontato Walker - per quanto pazzo possa sembrare quello che sto per dire, non c'è molta differenza fra quello che si prova girando un film su un evento così drammatico e il viverlo davvero. La mia vittoria in quel film è la vittoria di chi ha subito davvero l'uragano e ne è uscito”. La velocità, Paul, l’aveva nel sangue, sarebbe andato avanti all’infinito a fare F&F, perché gli piaceva guidare le macchine veloci e faceva pure le corse. Anche sul set chiedeva sempre che gli lasciassero girare le scene pericolose. … Ricordiamo questo nostro grande idolo con una sua citazione: “Se un giorno morirò a causa della velocità, non piangete, perché stavo sorridendo..” Assunta Altomare e Daniele Falbo, LS- III/A
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Il calcio è uno sport molto praticato e seguito da tutti. Molti ragazzi iniziano a giocare a calcio fin da piccoli, seguendo e prendendo esempio dalla squadra del cuore o dal proprio idolo calcistico. Ogni ragazzo, in una partita, ha un proprio ruolo, che rispecchia particolarmente, però, molte volte, è obbligato a farne un altro. Tutti coloro che giocano a calcio, quando sono in campo, si sentono come a casa, ma quasi sempre si ha quel poco di tensione che, delle volte, ti dà la carica giusta e,
Egidio: “Lo pratico da 10 anni”. Alessandro:” Lo pratico solo da 2 anni”.
Che ruolo hai in campo? Egidio: “Io faccio il centrocampista”. Alessandro: “Io faccio il portiere”.
Quando sei in campo, che sensazioni provi? Egidio: “ Ho moltissima ansia”. Alessandro: “Ho molta tensione”.
Qual è la tua squadra del cuore? Egidio: ” Io tifo Juventus”. Alessandro: “Io tifo Inter”.
Qual è il tuo calciatore preferito?
In che squadra giochi? E in quale categoria? -E.: “Gioco nel Rogliano, nella categoria Giovanissimi” -A.: “Gioco nel Rogliano, nella categoria Giovanissimi”
Sei abbastanza soddisfatto della tua squadra? Egidio: “Sì, abbastanza!” Alessandro:” Sì, ne vado molto fiero!”
Pensi che farai progressi in futuro? Egidio: “Sì, lo spero!” Alessandro: “ Mi auguro di si!”
Qual è il tuo sogno? Egidio: “Giocare in serie A” Alessandro: “ Giocare nella Reggina o nel Crotone”.
Egidio: “Io stimo molto Del Piero”. Quella che avete appena letto, è l’interviAlessandro: “Mi piacciono sta che abbiamo fatto; tutto ciò conferma molto Reus e Aubameyang”.
Vorresti delle altre volte, rischia di farti sbagliare. Ma la caratteristica più bella di questo sport, è che è uno sport di squadra e, quindi, ti permette di trovare nuove amicizie e farti acquisire autostima. A proposito di questo argomento, noi, avendo alcuni compagni di classe, che praticano questo sport, abbiamo deciso di porre a due di loro delle domande al riguardo. Il calcio è lo sport ormai più praticato. Tu come mai hai scelto di praticare questo? Egidio: “Ho deciso di praticarlo, perché mi appassiona”. Alessandro: “All’inizio, era solo un passatempo, poi, piano piano, è diventata una vera e propria passione”.
Da quanti anni lo pratichi?
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cambiare
ruolo? Eidio: “No, mi piace molto il mio ruolo”. Alessandro: “ No!”
Hai mai pensato di abbandonare il calcio? Se sì, Perché? Egidio: “ No!” Alessandro: “ Sì, perché avevo perso quello che abbiamo scritto prima e cioè l’autostima” che il calcio non è un semplice sport, ma Sei un giocatore corretto? è lavoro, forza, concentrazione, ma, soEgidio: “ Così così…” prattutto, divertimento; quindi, invitiamo Alessandro: “ Si!” tutti coloro interessati a questo sport di Hai mai preso ammonizioni o non solo seguirlo in televisione, ma anespulsioni? che praticarlo e provare le emozioni da tifoso e da vero e proprio calciatore. Egidio: “Sì, ma non molte …” Alessandro: “ Fino ad oggi no e, speSerena Le Rose e Ilaria Spinelli, ITE - I/A ro, nemmeno in futuro!” ESPRESSIONE LIBERA
L’intervista a Garofalo Andrea Oggi, in un mondo in cui c’è una forte disoccupazione, che colpisce sia i Paesi industrializzati sia quelli in via di sviluppo, ci sono ancora dei ragazzi che vogliono inseguire e realizzare i propri sogni. Lavori antichi o moderni, che vengono svolti per avere un futuro migliore e migliorare questo mondo, economicamente in crisi.
Buongiorno Andrea, che classe frequenti? Buongiorno, frequento la II /A- ITE. Quanti anni hai? Ho sedici anni Come ti trovi in questo Istituto? Mi trovo veramente benissimo. Siamo venuti a conoscenza del tuo amore per quanto riguarda la lavorazione del legno. Si, si, ho questa passione da quando ero
piccolino. Da quanto tempo hai iniziato a fare questo lavoro? A dieci anni ho iniziato a produrre degli oggetti molto semplici, con il tempo mi sono specializzato e ora realizzo dei prodotti artigianali più complessi. In quale luogo lavori il legno? Nella falegnameria di mio padre. Come è nata questa passione? Questa passione è nata osservando mio padre lavorare il legno nella sua falegnameria. Quali strumenti utilizzi durante l’attenta lavorazione del legno? Utilizzo molti strumenti, come la serra a mano, la pialla, gli scalpelli, le tegole. Che tipo di lavori realizzi? Io di solito realizzo mobiletti su misura e, nel periodo di Natale, presepi. Hai partecipato a qualche mostra? Si, ho partecipato a molte mostre. Dove si sono tenute? Le mostre si sono tenute a Rogliano durante la Notte Bianca e la festa dell’Autunno. Hai delle richieste particolari? Si. Quante ore dedichi alla produzione nella settimana? Tutti i giorni, cinque o sei
Le prove Invalsi sono di certo un elemento determinante e fondamentale, nonostante le numerose critiche riguardanti la loro “freddezza” nella valutazione, per la certificazione delle conoscenze a livello nazionale. In una terra come l’Italia che non brilla nelle graduatorie riguardanti l’istruzione, e ancor più in una regione come la Calabria, è soddisfacente riuscire ad ottenere risultati più che positivi a livello scolasti-
co, in particolare in un Istituto di dimensioni ridotte come il nostro. La capacità di seguire ogni singolo alunno ha permesso, quindi, di formare il singolo studente, permettendogli di raggiungere risultati rilevanti nei limiti delle proprie capacità, rendendo ognuno capace di brillare a suo modo nelle temute prove ministeriali. L’Istituto d’Istruzione Superiore “Antonio Guarasci” è stato capace di superare ancora una volta le medie nazio-
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ore. Dove lo trovi il tempo per la scuola? Studio la sera, dopo aver concluso la giornata lavorativa. Vuoi proseguire questo lavoro molto coinvolgente? Si, perché è divertente ed è un hobby, che è una prospettiva sicura per la mia vita futura. In bocca al lupo e buona fortuna. Noi ti auguriamo un grandioso futuro e una carriera fantastica. Alessia Ceravolo, Angelo Altomare e Lia Amato , ITE - II/A
nali, confermando le sue qualità nell’istruzione, eclissando inoltre i risultati ottenuti dalla Calabria: nella prova di italiano, i ragazzi sono stati capaci di superare di ben sei punti percentuali la media calabrese, mentre in quella di matematica di sette punti percentuale. Ancor più distanti i risultati del Sud e Isole. Ringraziamo, quindi, i docenti, che ci hanno permesso di superare brillantemente le prove Invalsi, contando di migliorare ulteriormente il risultato in futuro. Vincenzo Alagia, LS- III/A
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Le origini di Malito sono molto incerte. Alcuni storici ritengono che Malito fosse stata fondata, intorno all'anno 986, dai profughi cosentini, scappati dalla città per
le devastazioni dei Saraceni, guidati dal feroce Abulcasimo. Questi profughi fondarono quei paesi, che furono poi chiamati Casali di Cosenza. Secondo altri studiosi, l'origine di Malito sarebbe più antica e risalirebbe al tempo dei Romani. Questa tesi sarebbe confermata dal ritro-
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vamento di ruderi e di sepolcri pagani. Durante il Risorgimento, Malito diede il suo contributo all’Unità dell’Italia; difatti, nel paese, ci furono delle sette carbonare, guidate da patrioti, originari della vicina Altilia. I seguaci dei “Carbonari” aspiravano alla libertà, all'unità della Patria e all'indipendenza dell'Italia. Malito, come tutti i Comuni confinanti, ha contribuito con i suoi abitanti ad incrementare l’emigrazione negli anni ‘40 e ‘50 del Novecento, in proporzioni così numerose, che il paese si spopolò. Nel territorio rimasero solo donne e bambini, perché tutte le forze giovani lavorative emigrarono in America, Argentina, Brasile, Canada. Questa situazione, comunque, ebbe degli effetti positivi per il paese; difatti, nelle famiglie rimaste, giunsero le rimesse degli emigranti e ciò contribuì allo sviluppo del paese. Alla fine degli anni '60, con il contributo di Giacomo Mancini, originario di Malito e Ministro dei Lavori Pubblici, è stata realizzata la Città dello Sport. Fu abbattuta un'intera collina, quella della Serra, si provvide al riempimento della Vallata del Burchiello e, in quello spazio, sorge la Cittadella dello Sport, in cui troviamo un Centro nuoto, riscaldato e coperto, una palestra coperta, un grandissimo edificio polivalente, campi da tennis e da pallavolo, di basket e calcetto, campi da bocce, una pista ciclabile, lo stadio comunale, nonché aree di verde pubblico attrezzate. Malito, sin dai tempi passati, si è distinto per l’armonia tra i paesani e i diversi appuntamenti tradizionali e religiosi, che si festeggiavano durante l'anno. Certo lo è anche ora,
ma non come un tempo! Si inizia nel mese di Febbraio con il Carnevale, con le sfilate di mascherine per tutte le vie del paese e recite in vernacolo nelle principali piazze. La prima domenica di Aprile si festeggia Sant'Antonio; in quel giorno la statua viene portata a spalla in processione, si percorrono le strade e le stradine del paese, accompagnata dalla Banda Musicale. Anticamente, il giorno della festa di Sant'Antonio, si benedicevano anche gli animali (Sant'Antonio “de lu puorcu”, perché nelle immagini il Santo è ritratto con un maialino vicino ai piedi). La penultima domenica di Maggio, in occasione della festa dell'Immacolata Concezione, si organizzano giochi popolari, musiche e canti e la serata è allietata da un complesso musicale e si conclude con fuochi pirotecnici. Ilaria Spinelli, ITE – I/A
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Nel mese di dicembre (come da tradizione), si tiene la festa dell’Immacolata, patrona di Rogliano. Questa festa è una ricorrenza molto antica. La statua della Madonna è custodita nella Chiesa di S. Pietro, duomo della nostra città ed è realizzata in stile barocco. La Chiesa conser-
va pregevoli stucchi, arredi lignei, finemente lavorati a tele. E’ proprio in una cappella di questa Chiesa, decorata con particolari ricoperti in oro, è custodita la scultura. La festa dell’Immacolata inizia il 28 novembre con la Santa Messa; dopo la funzione ci si sposta verso il rione Spani, dove si trova la “focera” (un enorme “edificio” di legna accatastata, a cui successivamente verrà dato fuoco). Nella stessa sera, ai partecipanti si distribuisce la” pasta e ciciari” e la folla è rallegrata da musica e vino. La tradizione vuole che la Novena sia svolta sia di mattina che di sera e finisce l’8 dicembre con la processione. Le funzioni religiose sono tenute, oltre che dal prete della parrocchia, anche da un sacerdote esterno. I devoti della Ma-
donna partecipano numerosi alle funzioni religiose e rispettano le tradizioni, che si tramandano di generazione in generazione. Aldo Giuliani, ITE-I/A
più buoni! La tradizione natalizia roglianese è molto particolare, tutte le Chiese vengono abbellite a festa, vengono allestiti presepi all’interno di ognuna, ma tra la gente è fondamentale suonare la “strenna” lungo le vie del Paese.Durante le due settimane, che precedono il Natale, ci sono mostre e vendite di tutti i generi:panettoni, spumanti e la stella di natale, che adorna tutte le vetrine dei negozi. Di certo non possono mancare i dolci delle nonne: Quanti di voi hanno già iniziato a fare il conto alla rovescia per le vacanze natalizie? Secondo la nostra opinione, crediamo tutti voi. L’aria natalizia si percepisce da molto tempo, ora più che mai grazie a luci, addobbi e “babbi natale”, appesi ai numerosi comignoli del paese. Nonostante la temperatura molto fredda, si sente il calore delle persone, perché a Natale siamo tutti un po’ www.iisguarasci.it
“turdilli”, “scalille”, “bocconotti”, “chinuille”. Nella piazzetta della Casa delle culture viene costruito un albero di natale di tutti i colori, con materiale riciclato. Beh! ora parlando del Natale ci è venuta una po’ di nostalgia, ma tanto queste poche settimane di attese sono giunte quasi al termine. Sabrina Marsico e Alessia Ceravolo, ITE -II/A ESPRESSIONE LIBERA
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Nei giorni 9, 10 e 11 ottobre 2013, presso la Città della Scienza di Napoli, negli spazi espositivi non colpiti dall’incendio che ha devastato gran parte del complesso, ma, ancora Polo culturale scientifico pulsante per il Sud d’Italia, si è svolta la XI Edizione di Smart Education Days – 3 giorni per la scuola (http:// www.cittadellascienza.it/3giorniperlascu ola/). Alla Convention Nazionale del mondo della scuola, quest’anno, si è registrato un boom d’iscrizioni da tutta Italia, in segno di solidarietà, di volontà di riscatto e di ricostruzione. Tra le conferenze, convegni, workshop, seminari scientifici e metodologici, è stata presentata (previa selezione del Comitato tecnico-
la presentazione, oltre all’organizzazione modulare didattica e i protocolli degli studenti roglianesi, sono stati evidenziati alcuni aspetti qualitativi di tale sperimentazione. In un mondo virtuale protetto e dedicato solo alla didattica, qual è EdMondo (la grid su cui si trova Scriptlandia), la modalità di apprendimento è imperniata sulla valorizzazione della collaborazione del gruppo di discenti. L’ manipolazione e l’animazione si realizza“acquisizione da parte degli individui di no in uno spazio condiviso e immersivo, conoscenze, abilità e atteggiamenti, che in cui la presenza umana è simulata da avatar. In tali ambienti, gli apprendimenti, oltre che formali, sono anche informali. Ѐ possibile, inoltre, stabilire contatti con individui esterni al gruppo di lavoro, poiché in EdMondo lavorano docenti e studenti da tutta Italia, ma solo la nostra scuola svolge attività di programmazione. La relazione è terminata con la presentazione di uno dei giochi implementati dagli studenti in codice LSL (Linden Scripting Language), in un percorso sulla Teoria dei Giochi, di cui parleremo più diffusamente in una prossima occasione.
scientifico tra i contributi proposti) da parte della prof.ssa Rosa Marincola l’esperienza didattica innovativa d’Informatica, che, dallo scorso anno scolastico, è in atto presso l’indirizzo Tecnico Economico dell’IIS “A. Guarasci” di Rogliano (Cs) al secondo biennio Sistemi Informativi Aziendali. La relazione intitolata “Scriptlandia: sperimentazione di nuovi percorsi d'informatica in ambiente virtuale 3D”, ha avuto luogo il 10 ottobre alle h. 11:30 presso la sala Montessori, alla presenza, tra l’altro, dei rappresentanti dell’INDIRE e del MIUR (http:// www.scuola-digitale.it/ed-mondo/ progetto/sperimentazioni-in-corso/). Nel-
sono il risultato di un’interazione di gruppo o, detto più chiaramente, un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo” (Kaye, 1992), il che implica un apprendimento collaborativo (collaborative learning), un’interazione costruttivista e l’impegno nel mutuo aiuto. In uno scenario 3D, l’insegnamento e la trasmissione di competenze e conoscenze, oltre che dal docente al gruppo di discenti, avviene anche tra pari. La costruzione di oggetti, la
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Prof.ssa Rosa Marincola
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E’ proprio così, la danza non è uno sport come molti credono, ma è un’arte, uno stile di vita. E’ come se esistesse un altro mondo, dove le emozioni si trasmettono attraverso il corpo, le parole con il movimento e la passione mediante il modo con il quale ci dedichiamo alla danza, con i sacrifici che facciamo e l’amore che le offriamo. Capita spesso che si inizia a praticare danza per passatempo o per svago e si finisce, poi , per prenderla come vera e propria vocazione e perché no, in futuro, anche lavoro. Esistono vari stili che si sono venuti a creare col tempo, ma, alla base di tutti questi, c’è la danza classica, madre di tutti gli stili, simbolo di disciplina e sacrificio ed è per questo motivo
che, spesso, si preferisce fare danza moderna, hip hop o altre discipline, in quanto meno rigide e più elastiche. Ma è anche vero che da qualsiasi parte, a iniziare dalle compagnie di danza e a finire ai colloqui di lavoro come insegnante, è sempre richiesta una base di danza accademica ed è per questo motivo che si consiglia di iniziare con lo studio del classico in una delle tre varianti con cui si presenta : il metodo Vaganova (russo), il Royal Academy of Dance (inglese), il metodo Cecchetti (Italia) , il metodo Danese e il metodo Americano, importato dalla scuola russa. Studiare danza è come andare a scuola, dove ovviamente le materie da studiare sono diverse. Non ci sarà Matematica, Chimica o Filosofia, ma si deve conoscere ciò che si fa e, quindi, si imparano i nomi dei passi (in francese, visto che la danza è nata lì), la loro esecuzione e , se si vogliono dare un po’ di informazioni sulla danza, anche un po’ di storia su di essa , sulla sua nascita ed evoluzione nel tempo. Ogni anno vengono insegnate nuove cose e ,man mano che si cresce e si va avanti,
Si sa che da sempre il nostro Giornalino s’interessa e parla anche di sport. Tramite le nostre interviste, abbiamo potuto notare che la maggior parte dei ragazzi ama coltivare un hobby. Questa che vi proponiamo è un’intervista ad alcuni ragazzi sul nuoto. Da quanto pratichi questo sport? A: Ho praticato nuoto per la prima volta a 6 anni fino a 11,poi ho lasciato e ripreso da poche settimane. F: Pratico questo sport seriamente da tre anni, e, quest’anno, ho deciso di farlo tre volte a settimana. Ho iniziato quando avevo otto anni, poi ho lasciato e ho continuato saltuariamente. Lo fai agonisticamente o giusto perché ti piace? A:Lo faccio perché mi piace. F: Lo faccio perché mi piace e perché mi piace tenermi in forma. Chi ti ha spinto a cominciare?
A:Mio padre mi ha iniziato in questo sport, poi i miei amici mi hanno spinto a ricominciare e ne è valsa la pena. Il nuoto è uno sport fantastico. F: Mi hanno spinto ad iniziare i miei genitori, affinché potessi imparare a nuotare. Con il passare del tempo, mi è iniziato a piacere e adesso ci vado volentieri. Tramite il nuoto hai avuto la possibilità di conoscere nuova gente? A:Si, ho conosciuto nuovi ragazzi e ragazze. F: Tramite il nuoto ho fatto nuove amicizie ed ho rafforzato il legame con mio fratello. Lo consiglieresti ai nostri lettori? Se si, perché? A: Se non lo si fa a livello agonistico, non so se consigliarlo o meno, uno sport deve piacere, altrimenti se lo si fa male, non serve a nulla. F: Lo consiglierei a chi vuole tenersi in
“La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta solo il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza” (Carla Fracci)
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aumenta anche la difficoltà a livello tecnico e muscolare. Il diploma viene conseguito dopo otto anni di studio e, in seguito, se ne prevedono altri tre di perfezionamento della tecnica acquisita. Ogni stile di danza ha un suo abbigliamento e un programma di studio specifico. Molte volte le soddisfazioni, in questo mondo, non arrivano subito, a volte bisogna aspettare, ma la danza sa sempre quando ricambiare tutti i sacrifici. L’ emozione più bella, più forte e più unica la si prova sul palcoscenico, dove si sta a danzare per il pubblico, ma soprattutto per te stesso. E’ lì, dove la maggior parte delle volte, arrivano le soddisfazioni, e, anche se si può sbagliare, si trova sempre un modo per rimediare, ma l’emozione non finisce di certo per un errore. Dietro le quinte tremano le gambe, tremano le mani, battono i denti e batte il cuore. Infatti la danza è una delle rare attività umane, in cui l’uomo si trova totalmente impegnato : corpo, cuore e spirito. Francesca Greco, LS -III/A
forma, divertendosi, perché, a mio parere, è lo sport più completo. Preferisci andare solo o in compagnia? A: Vado con i miei amici, da solo sarebbe una seccatura F: Preferisco andare da solo, perché ho meno distrazioni, anche se ultimamente sto andando con i miei amici. Qual è lo stile che ti riesce meglio? A: Stile libero. F: Delfino. Alessia Lico e Martina Arcuri, LS- III/A
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Il body bulding è uno sport, che modifica e modella il corpo, svolgendo allenamenti con pesi e seguendo un corretto stile di vita Quante volte alla settimana pratichi questo sport?
Pratico questo sport dai 4 ai 5 giorni alla settimane, con sedute di 2 ore circa. Hai avuto dei risultati favorevoli per il tuo corpo? Sicuramente: un dimagrimento rapido e lo sviluppo di una massa magra Perché la scelta di questa attività? All’inizio è nata come curiosità, poi provandolo , sulla mia pelle, mi sono appassionato Il tuo stile di vita viene in qualche modo influenzato da questa routine? Rispetto al passato esso è stato completamente stravolto: in particolare l’alimentazione è cambiata.
Nei paesini della nostra Calabria non c’è molto divertimento e la gioventù locale si deve organizzare, al meglio, per trascorrere il fine settimana e i periodi estivi e natalizi. Voglio farvi conoscere, tramite l’ intervista a una mia amico, la tendenza dei passatempi, che alcuni miei coetanei praticano nel mio Comune, che è Malito. Oramai nei piccoli paesi , i giovani tendono ad annoiarsi. Tu , che abiti a Malito, come trascorri le tue giornate con gli amici? - Beh, che dire, Malito è un piccolo paese, ma tutti noi ragazzi siamo molto uniti ; è proprio così che trascorriamo le nostre giornate, stando sempre tutti insieme! In questo modo… ognuno di noi esprime la propria idea di come
poter trascorrere una nuova giornata. - Fate così per tutto l'anno? - Certo che no! Durante l'estate formiamo diversi gruppi, anche se non dovrebbe essere così! In estate , quelli grandi stiamo per i fatti nostri e i piccoli per i fatti loro... _ Come mai non fate sempre così? - Beh … perché in estate , con quelli che vengono in vacanza siamo di più! - Cosa c'è nel tuo paese, per trascorrere delle giornate un po’ diverse dalle solite? -Ci sono 2 sale giochi, 1 campetto da tennis, 1 campo da calcio ed uno di bocce, il centro nuoto e un piccolo parco ! - Sinceramente, rispetto ad altri paesini, il tuo non è male.... ed i ragazzi più grandi della tua età cosa fanno? - I più grandi non si vedono quasi mai per il paese, si spostano quasi sempre verso le città, dove, per loro è più facile divertirsi, secondo i propri gusti…! -Sei contento di abitare a Malito? -Non proprio… preferirei vivere in una città, più modernizzata con tante
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In questo sport, c’è qualcosa che si dovrebbe evitare e, quindi, qualcosa che bisogna prevenire? I rischi stanno principalmente nella possibilità di infortuni e doping. In particolare quest’ultimo è diffuso dappertutto e porta innumerevoli effetti collaterali, anche fatali Carmen Garofalo e Assunta Altomare, LS - III /A
possibilità di relax! Devo dire che la vita dei nostri Paesi offre proprio poco per noi ragazzi… ciò, spesso, ci spinge a stare ore davanti a un computer e a frequentare e conversare con amici virtuali. Qualcuno di noi frequenta la Parrocchia e lì, a volte, si organizza qualche gioco, qualche uscita e si sta in compagnia a chiacchierare… Ilaria Spinelli, ITE -I/A
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1.Poeta dialettale romano, senza “ussa” finale 6.Potenza americana 9. Associazione Ammalati 10. Azienda Energetica 12. Può essere geologica 14. Mediatori Bancari 15. Massa Carrara in auto 16. Terni in auto 17. Italiani Associati
18. Regione italiana del tacco 20. Giovani Turisti 21. Ente Vigilante 22. Ci sono quelle di Marzo 23. Mappe Atipiche 25. Aggettivo possessivo 26. Assistenti Tecnici Ausiliari 28.Unione Ristoratori 30. Ente Energetico 31. L’autore dei “Promessi Sposi”
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1 .Il fiume londinese 2. Capitale del Marocco 3. L’isola degli emigranti 7.Congiunzione con valore condizionale 8.Ci sono quelle marziali 11. Vulcano campano, senza lettera iniziale
13. L’altare latino 19. Capitale del Perù 22. Istituto Tecnico 24. Atene tronca 27. Associazione Energetica Italiana 28. Unione Europea 29. Associazione Zingari
Coordinatori di classe A.S 2013/2014
I/A - Rosanna Salfi I/B - Bianca Rosa Misuraca II/B - Cinzia Colacino II/A - Patrizia Pizzuti III/A - Giuseppe Pizzuti IV/A - M. Francesca Natoli IV/B - Pierangela Mazzei V/A - Maria Scornaienchi V/B - Leandra De Marco
I/A - Antonella Fuoco II/A - Paola Diano III/A - Lorella Molinaro IV/A - Rosa Marincola V/A - M. Grazia Salvino
1 Editoriale / Un saluto all’ex e al nuovo Dirigente Scolastico / Lo sport e l’accoglienza
13 “Noi e le donne: uno spot contro il femminicidio”/Il femminicidio 14 Noi giovani e la tecnologia
2 Commemorazione di A. Guarasci 3 La scuola al cinema “Buongiorno papà”/ Intervista impossibile al filosofo Parmenide 4 Angolo delle recensioni/“Noi siamo infinito”/ Bianca come il latte rossa come il sangue”
15 Catanzaro, in preda alla paura/Paul Walker 16 Il calcio… /L’intervista a E. Domanico e A. Vizza 17 I giovani e il lavoro… Imparo il mestiere/ L’intervista ad Andrea Garofalo/Le prove Invalsi …onore all’IIS “A. Guarasci”
5 L’angolo delle recensioni “Non si può non morire”/ Noi, dei Modà non ne abbiamo abbastanza
18 Storia e tradizioni di Malito 19 Alla ricerca delle tradizioni/L’Immacolata, festa patronale/Natale tra luci, dolci e...
6 In giro per Rogliano/Esplorando Rogliano
20 L’informatica innovativa dell’Istituto Tecnico Economico “A. Guarasci” alla Smart Education
7 L’intervista ai nuovi arrivati – (LS/ITE) 8 Racconto/Autumn’s lastblue 9Angolo delle recensioni/Iacopone da Todi“Donna de Paradiso”/L’essenziale è invisibile agli occhi 10 L’odio razziale/L’emigrazione … fenomeno che si ripete!!!
21 La danza: o la si ama o le si è indifferenti/ L’intervista/Il nuoto.. . 22 L’intervista… Il body building/ I giovani nei piccoli paesi 23 Il cruciverba/ Sommario
11 Strage di Lampedusa/Le caste in India 24 Il Sudoku /La luce 12 .Violenza da superare
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ESPRESSIONE LIBERA
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Musica, una parte fondamentale della nostra vita. La musica è l'arte e la scienza dell'organizzazione dei suoni nel corso del tempo e nello spazio. La musica, si ascolta ovunque, forse è una di quelle cose di cui non si può fare a meno. Il mondo ormai è governato dalla musica, basti pensare a quanti film si ricordano per la colonna sonora. Agisce sugli stati d’animo più profondi e sulle emozioni, è nutrimento della mente e dello spirito, ma anche divertimento e gioco. Esistono svariatissi-
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a cura di Daniele Falbo
di Giuseppe Pellegrino
La luce guardò in basso e vide le tenebre: "Là voglio andare", disse la luce. La pace guardò in basso e vide la guerra: "Là voglio andare", disse la pace. L' amore guardò in basso e vide l'odio: "Là voglio andare", disse l' amore.
così apparve l' amore e portò la vita. "E il Verbo si fece carne e dimorò in mezzo a noi".
Così apparve la luce e inondò la terra; così apparve la pace e offrì riposo;
Supervisore Dir. Scol. Prof. M. Nardi Coordinamento lavori Prof.ssa T. M. Merenda Referente L. S. Prof. G. Pizzuti Responsabile grafica e impaginazione Prof.ssa L. Molinaro Docenti Collaboratori Prof.ssa Paola Diano
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