Riflesso Umbria Settembre Ottobre 2014

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DIRETTORE RESPONSABILE Mario Timio VICEDIRETTORE Carlo Timio REDAZIONE Alessio Proietti, Giulio Siena, Noemi Furiani, Alessia Mencaroni, Walter Leti, Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato, Italo Profice, Claudio Cattuto, Marco Servili HANNO COLLABORATO Alessandro Biscarini, Elisa Giglio, Laura Patricia Barberi, Paolo Corradini, Eleonora Zeroli, Giuliana Spinelli Batta, Attilio Campese, Ilaria Zannettino RINGRAZIAMENTI Antonio Morabito, Nicoletta Spagnoli, Francesco Castellani, Gianluca Guiglia, Gediminas Rutkauskas, Giuseppe Currao EDITORE Ass. Media Eventi REGISTRAZIONE Tribunale di Perugia n. 35 del 9/12/2011 PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE R!style Project STAMPA Litoprint Via Dei Platani 5/7 Bastia Umbra (PG) CONTATTI direzione@riflesso.info editore@riflesso.info artdirector@riflesso.info info@riflesso.info SITO WEB www.riflesso.info FACEBOOK Riflesso Umbria GRUPPO EDITORIALE Riflesso Umbria Riflesso Lombardia

Settembre/Ottobre

DISTRIBUZIONE Regione Umbria e Principato di Monaco

IN COPERTINA

nicoletta spagnoli

Anno 3 - n.5

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EDITORIALE 5 Perugia Capitale Europea della Cultura: un auspicio 7 Lettera dell’ Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco APPUNTAMENTI 14 AGENDA 16 EVENTi

Eurochocolate14 Tiferno comics Giostra della quintana

28 Weekend News

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30 L’INTERVISTA

Nicoletta Spagnoli

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economia 32 ARTI E MESTIERI

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L’artigianato del ferro battuto

ARCHITETTURA, ARTE E TERRITORIO

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TEMPO LIBERO 51 BRIEFING CULTURALE

44 ARCHEOLOGIA

La biga di Monteleone a Postignano La porchetta umbra sul New York Times Una mostra su Perugino a Parigi

Il mosaico romano di perugia

48 GIARDINI

Castello Bufalini

53 ITALIA IN PILLOLE

Il Giglio dopo la Concordia Il ritorno dei giovani nei campi Sgarbi, da Giotto a Gentile

54 UMBRIA JAZZ

44

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Report fotografico

56 ANIMALI

Il cavallo e l’ippoterapia

58 GIOIELLI DI BACCO Il sapere di vino

60 GIRI DEL GUSTO inserto

Zafferano

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VILNIUS capitale europea della cultura 2009 e

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ci

e sp

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MONTECARLO: mese della cultura e della lingua italiana

62 MOTORI

Nascar in Umbria

64 SELEZIONE LIBRI

Sipario rosso Fiabe umbre La veridica e fantasiosa storia del brigante Cinicchia

VIVA GLI SPOSI!! Auguri di un felice matrimonio a: Alessandro Biscarini e Maria Grazia Anastasio! A nome di tutta la Redazione!


Embassy Guest Table UN OGGETTO PREZIOSO PER DISPORRE I PROPRI OSPITI A TAVOLA Anna Rita Setti, da un’antica abitudine di famiglia, ha voluto ricreare in chiave moderna un segnaposto originale e utile per ricevere a tavola. Quante volte i vostri ospiti in colazioni o pranzi, sia formali che non, si ritrovano a dover cercare il loro nome sulle tavole? Embassy Guest Table è stato ideato proprio per far fronte a questa esigenza. Tutti i modelli, rigorosamente realizzati in Italia da esperti artigiani, sono in pelle, con ricami e rifiniture ricercate; possono essere personalizzabili nelle forme, nelle dimensioni e nel numero dei posti. Un oggetto anche d’arredamento che renderà senz’altro più piacevole l’ambiente e più raffinata l’ arte della tavola. Sede: Via Baldo, 1 Perugia (Italy) Email: lesacchediannaritasetti@hotmail.com Sito web: www.lesacchediannaritasetti.com


EDITORIALE

PERUGIA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019: UN AUSPICIO MARIO TIMIO

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rano 22. Sono rimaste sei le città italiane titolate a divenire capitale europea della cultura per il 2019. Tra queste Perugia. Le altre competitor sono Siena, Ravenna, Lecce, Matera, Cagliari. Qual è il significato dell’assegnazione dell’ambìto titolo? Lo ricorda Androulla Vassiliou, Commissaria per l’istruzione, la cultura e il multiculturalismo del Parlamento Europeo: “Il solo fatto di essere iscritte nell’elenco ristretto per l’attribuzione del titolo può arrecare alle città interessate importanti benefici a livello culturale, economico e sociale, a condizione che la loro offerta sia inserita in una strategia di sviluppo a lungo termine basata sulla cultura. Le capitali sono l’occasione per i cittadini europei per imparare a conoscersi meglio, condividendo patrimoni storici e valori, in altre parole per provare un sentimento di appartenenza ad un’unica comunità di cittadini europei. Incoraggio tutte le città preselezionate a sfruttare al meglio tale opportunità”. E Perugia da tempo sta organizzandosi per sfruttare al meglio la chance di diventare fulcro europeo di tradizioni storiche, artistiche, filosofiche, letterarie e scientifiche, coniugando il suo glorioso passato ad iniziative di alto valore culturale. Lo sta realizzando mettendo in mostra la sua origine e la sua storia, che parte dagli etruschi (alcuni dicono dai pelagi), dagli umbri, dai romani fino al papato e risorgimento, passando attraverso le alterne vicende medievali, dei comuni, del rinascimento, della riforma e controriforma. Dalla storia culturale di Perugia

emerge comunque un grande umanesimo che permea ogni suo periodo, ogni sua iniziativa, ogni sua attività le cui vestigia fanno grande questa città. É un caso che Perugia sia stata la terza città in Italia (e una tra le prime in Europa) a fondare una università (1308) dopo Padova e Bologna? É un umanesimo che fa parte della tradizione perugina, delle sue origini, del suo sviluppo e che permea ogni parte della città ove si respira il passato che è sempre presente. È un respiro che si incrocia con le pitture del Perugino e del Pintoricchio, con le opere dei grandi giuristi Bartolo e Baldo, con l’insegnamento medico di grandi professori quale Gentile da Foligno. É insomma un umanesimo che fa parte della tradizione perugina. Da condividere con l’Europa. Secondo la teoria della tradizione, sostenuta dai filosofi Popper e Gadamer, l’atteggiamento razionale di fronte alla tradizione è quello di valorizzarla, di scorgerne le intelaiature di fondo, puntando lo sguardo sul suo sviluppo e sul suo divenire. Con queste caratteristiche il successo è assicurato, poiché si espande e si esporta in Europa e nel mondo la ricchezza culturale di una città, di una regione. Sì, perché un altro punto forte di Perugia e di non correre da sola, ma di presentarsi insieme ai luoghi di S. Francesco d’Assisi e dell’Umbria intera. Allora quando si coniuga la raffinatezza di Perugia, con il fascino eterno di Assisi, si hanno le credenziale per essere in testa al sestetto competitivo. Il verdetto emesso in ottobre, sarà diramato entro il 2015. Incrociamo le dita.

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RISTORANTE AMICI MIEI A MONTECARLO Da Passignano sul Trasimeno al Principato di Monaco con l’amore per la cucina

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ella splendida cornice del Principato di Monaco, a fianco della Rocca in cui si erge il Palazzo del Principe, su una terrazza che si affaccia a mozzafiato sull’elegante porto di Fontvieille, si trova il Ristorante Amici Miei . Caratterizzato da una cucina genuina e semplice realizzata con prodotti sempre freschi, elaborati in maniera originale e sfiziosa, Amici Miei oggi rappresenta un punto di riferimento per la ristorazione di tutto il territorio monegasco e non solo. La decennale esperienza, il savoir faire e l’ospitalità dei Patron Giorgio, Donatella e Lucia Colombesi incantano e seducono il palato con le loro prelibatezze. Lo chef Donatella prepara con le sue mani, nel più gran rispetto delle tradizioni della cucina Italiana, paste fresche, creando piatti

il pilota di f1 alonso e il patron giorgio

prelibati come i bigoli all’astice, i fusilli scampi e zucchine, le mezzelune ripiene di ricotta e tartufo, i nodini di San Francesco

e altro ancora. Tra i piatti di pesce spiccano in particolare la spigola al sale , richiesta per la sua leggerezza e il fegato alla veneziana , molto amato dai monegaschi. Il Ristorante, tra l’interno e la terrazza riesce ad ospitare circa 200 persone. Tanti sono i nomi illustri passati di qui, tra i quali: il pittore Botero, i musicisti Ringo Starr, Rod Stewart, Joe Cocker, i senatori Giulio Andreotti e Francesco Cossiga, l’attore 007 Roger Moore, l’attrice Ornella Muti, nonché Sua Altezza Serenissima Principe Alberto II e la Principessa Charlene. Arrivato nel Principato nel 2001, Giorgio Colombesi inizia la sua carriera di ristoratore già nel lontano 1979 al ristorante “Il Cacciatore” a Passignano sul Trasimeno coronato negli anni Ottanta da una stella Michelin, e fine anni Novanta, altro successo a “La Locanda dei Priori” a Perugia. Oggi il suo grande sogno é di regalare una stella Michelin al suo Ristorante Amici Miei.

_______________________ 16, quai Jean-Charles Rey 98000 Monaco Tel: +377 92 05 92 14 Fax: +377 92 05 31 74


PRINCIPATO di monaco

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PROGRAMMA DATA e LUOGO

EVENTO

1-23 Ottobre Yacht Club Monaco 2, Boulevard Louis II Quai Louis II

ARTE Mostra Collettiva di artisti contemporanei italiani

24 Settembre - 19 Ottobre Salle d’Exposition 4, Quai Antoine 1er

FOTOGRAFIA Il mondo degli anni 50 Mostra fotografica di Fabrizio La Torre

3 Ottobre Théatre des Variétés 1, Boulevard Albert 1er

ARTE Mostra di artisti italiani a cura di Stefano Iori

3 Ottobre Théâtre des Variétés 1, Boulevard Albert 1er

CINEMA Corto: “Metamorfosi...non chiamarmi amore” curato dal Ministero dell’Interno-Italia

4 Ottobre Yacht Club Monaco 2, Boulevard Louis II, Quai Louis II

ARTE E MODA Sfilata di moda di giovani Designers in collaborazione con la Camera Nazionale della Moda

8-30 Ottobre Gallerie l’Entrepot 22, Rue de Millo

ARTE “I colori di una vita” Mostra dell’artista Carlo Meluccio

9 Ottobre Le Patio Palace 41, Avenue Hector Otto

EDITORIA e LIBRI Presentazione del Libro “Smettila e sii felice” di Paolo Gambi

10-11 Ottobre Hotel Meridien - Salon Mediterranée 22, Avenue Princesse Grace

ARTIGIANATO Artigianato di eccellenza italiana dall’Umbria “La luce della casa e accessori di alta moda” a cura di Gruppo Riflesso Editore

11 Ottobre Théatre des Variétés 1, Boulevard Albert 1er

TRADIZIONE E CULTURA Matera la città dei sassi: 12.000 anni di arte e cultura dell’uomo

14 Ottobre Théâtre des Variétés 1, Boulevard Albert 1er

CULTURA Identità culturale e linguistica per le nuove generazioni di italiani residenti a Monaco

14 Ottobre Théâtre des Variétés 1, Boulevard Albert 1er

TEATRO La danza degli alberi Spazio Teatro No’hma Teresa Pomodoro


15 Ottobre Yacht Club Monaco 2, Boulevard Louis II Quai Louis II

CULTURA - ARTE - IMPRESA Presentazione degli artisti e delle opere dalla “Mostra collettiva”

15 Ottobre Palazzo Barclays 31, Avenue de la Costa

PERCORSO ARNALDO POMODORO

20 Ottobre Yacht Club de Monaco Spazio Acquarama Riva Lounge 2, Boulevard Louis II, Quais Louis II

EDITORIA E LIBRI Presentazione della collana editoriale “Se vuoi puoi” di Roberto Ceré

20 Ottobre Théâtre des Variétés 1, Boulevard Albert 1er

LETTERATURA E TEATRO “Dall’inferno all’Infinito” con l’attrice Monica Guerritore

20 -25 Ottobre Yacht Club de Monaco Spazio Acquarama Riva Lounge 2, Boulevard Louis II, Quais Louis II

EDITORIA E LIBRI La XIV settimana della lingua italiana nel mondo

23 Ottobre Yacht Club de Monaco Spazio Acquarama Riva Lounge 2, Boulevard Louis II, Quais Louis II

ARTE Mostra collettiva di artisti contemporanei italiani Cerimonia conclusiva Sfilata della casa di moda Sarli “classe ed eleganza italiana nel mondo”

27 Ottobre Salle Garnier - Casino di Monte Carlo Place du Casino

MUSICA Concerto della “World Youth Orchestra” Direttore Damiano Giuranna

27 Ottobre Théâtre des Variétés 1, Boulevard Albert 1er

TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E MODA “Cuneo possente… mondovì ridente…” (Carducci)

27 Ottobre Monte Carlo Bay Hotel & Resort 40 Avenue Princesse Grace

SYNESTHESIS ART Sfilata di moda dell’Accademia di Belli Arti di Cuneo In collaborazione con i Maestri Vetrai degli “Ori di Venezia”

30 Ottobre Hotel Novotel Monte Carlo 16, Boulevard Princesse Charlotte

ENOGASTRONOMIA Evento enogastronomico conclusivo del Mese della Cultura In collaborazione con l’Accademia Italiana della Cucina, Delegazione di Monaco


RELAIS METELLI,

IL LUSSO CHE SPOSA L’ ARCHITETTURA NEOCLASSICA Sorge al centro di Foligno la nuova struttura ricettiva top class che coniuga il design degli arredi all’eleganza dei decori

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ituato nell’affascinante viale alberato che conduce alla stazione di Foligno, il Relais Metelli è una struttura nuovissima di categoria 4 Stelle che coniuga la ricerca del dettaglio prestigioso con lo stile neoclassico. È’ collocato in una zona centrale da cui si possono raggiungere i punti più attrattivi della città e del centro, e allo stesso tempo è immerso in un quartiere ricco di verde dove spiccano pregevoli palazzi e villini d’epoca. Foligno è la terza città umbra, nota in tutto il mondo per la Giostra della Quintana, la rievocazione storica in cui sfilano oltre 800 figuranti con costumi del ‘600. Con un glorioso passato storico, culturale ed artistico, la città, oltre a godere di una posizione geografica strategica per raggiungere altre località della regione, offre un panorama molto dinamico dal punto di vista delle attività e manifestazioni di carattere culturale, musicale, enogastronomico e scientifico. La struttura Relais Metelli è un esempio di architettura dallo stile misto neoclassico in cui le originali forme sono state sapientemente rimesse alla luce, attraverso un attento restauro, creando un’armonia che concilia con elevati standard di qualità, modernità e servizi che la famiglia Metelli offre ai suoi ospiti alla ricerca del lusso e della privacy. Nella

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parte antistante al Relais si trova un lussureggiante giardino con un palmeto, una zona relax e un ampio parcheggio auto. All’interno della struttura gli arredi di design abbracciano perfettamente l’eleganza dei decori a tratti barocchi, a tratti neoclassici. Il mix di colori, forme e arredo creano un ambiente coinvolgente e rilassante. I pavimenti in parquet ed i bagni in quarzite contribuiscono a rendere ogni unità unica e speciale. Il Relais si identifica nel concept di “home from home” e questo è possibile grazie al confort moderno, che trasversalmente è presente in ogni camera, l’una diversa dall’altra per spazio e decorazioni. Una struttura del genere non poteva non avere una Penthouse Suite con terrazza privata e mini piscina idromassaggio per rendere il soggiorno superlativo sia nello spazio dell’area notte che nel living room, con un notevole livello di vivibilità, anche per le richieste più esigenti. Camere Executive, Deluxe, Junior Suite (terrazzo con sundeck, mini-piscina idromassaggio), camera per diversamente abili, e camere non fumatori completano l’offerta per il pernottamento. Un’attenzione particolare è riservata ai servizi offerti ai clienti: da internet wi-fi gratuito alla colazione bio a buffet, dal lounge bar & garden corner all’hi-tech master meeting room (per riunioni di 10/12 partecipanti), dai quotidiani offerti ai clienti al nolo delle biciclette per gli appassionati.

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AGENDA -

settembre / ottobre

a cura della REDAZIONE VELIMNA – GLI ETRUSCHI DEL FIUME 3 - 7 settembre PONTE SAN GIOVANNI (PG) www.proponte.it

TODI APPY DAYS 25 - 28 settembre TODI (PG) www.appydays.it

SEGNI BAROCCHI FESTIVAL 4 - 21 settembre FOLIGNO (PG) www.comune.foligno.pg.it

I PRIMI D’ITALIA 25 - 28 settembre FOLIGNO (PG) www.iprimiditalia.it

L’ISOLA DI EINSTEIN 5 - 7 settembre ISOLA POLVESE (PG) www.isoladieinstein.eu

GIOCHI DE LE PORTE 26 - 28 settembre GUALDO TADINO (PG) www.giochideleporte.it

MOSTRA “IL PERUGINO, MAESTRO DI RAFFAELLO” 12 settembre - 19 gennaio 2015 MUSEO JACQUEMART-ANDRE’ PARIGI www.archiviodistatoperugia.it

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GIOSTRA DELL’ARME 27 settembre - 12 ottobre SANGEMINI (TR) www.entegiostradellarme. it

PERUGIA FLOWER SHOW 13 - 14 settembre PERUGIA www.perugiaflowershow.com

ALTROCIOCCOLATO 10 - 12 ottobre CITTA’ DI CASTELLO (PG) www.altrocioccolato.org

PALIO DE SAN MICHELE 18 - 29 settembre BASTIA UMBRA (PG) www.paliodesanmichele.it

MOSTRA MERCATO NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO E DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI 30 ottobre - 2 novembre GUBBIO (PG) www.tartufointavola.it

LA TERRA DEI MERCANTI 20 - 21 settembre BASTIA UMBRIA (PG) www.laterradeimercanti.it

MOSTRA MERCATO DELLO ZAFFERANO PURISSIMO DI CASCIA 31 ottobre - 2 novembre CASCIA (PG) www.zafferanodicascia.it


Via ritorta, 6 - Perugia 0 755734430 - 3 4 7 4 4 2 6 7 3 9


EVENTI

EUROCHOCOLATE: IL “MASTERCHOC” CHE GUARDA ALL’ EXPO

LA MANIFESTAZIONE DEL CIOCCOLATO PIÙ IMPORTANTE D’ITALIA AL SAPORE DI VINTAGE CARLO TIMIO

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no sguardo rivolto al passato per guardare al futuro. Questo il concetto della ventunesima edizione di Eurochocolate che per quest’anno si propone con una veste vintage e l’immagine di una donna ispirata agli anni ’50 e ’60, il cui motto è: “Non faremo torte a nessuno”. “Il tema della kermesse, che si svolgerà a Perugia dal 17 al 26 ottobre, è Masterchoc – afferma il presidente Guarducci – un termine significativo e allo stesso tempo simbolico, che richiama al vintage e alla quotidianità familiare. I ritmi frenetici di oggi non devono farci rinunciare al piacere e al sapore speciale dei dolci fatti in casa. Non a caso, il cuore della manifestazione sarà il Polo Masterchoc, allestito in piazza IV Novembre in perfetta ambientazione family friendly. Al suo interno si terranno ogni giorno corsi e laboratori pratici organizzati in collaborazione con l’Università dei Sapori di Perugia che metterà a disposizione chef e docenti per svelare ad addetti ai lavori e semplici visitatori i segreti del mondo del cioccolato declinato in tutte le sue interpretazioni, dal gelato al dessert, dal classico cioccolatino all’ingrediente a sorpresa per altre preparazioni”. Verranno organizzate anche esibizioni live e show cooking con la partecipazione di ospiti di livello quali Madalina Pometescu e lo Chef dell’Amore Giancarlo Polito. Altra grande novità di questa

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edizione è la sua proiezione verso l’Expo 2015. Alcune iniziative infatti saranno dedicate proprio all’Esposizione universale. Una di queste è rappresentata da una mostra che anticipa i contenuti del Cluster del Cacao e alla quale parteciperanno anche i Paesi che ne fanno parte, presentando i loro programmi. Ma come nasce l’idea di unire Eurochocolate al Cluster del Cacao di Expo 2015? “Dall’esperienza ventennale nel settore del cacao e cioccolato – chiosa Guarducci – che ha favorito la recente partnership con Expo Milano 2015 assegnando a Eurochocolate uno dei nove Padiglioni tematici che ruotano intorno al tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Non a caso questa edizione di Eurochocolate sembra caratterizzarsi per un taglio piuttosto internazionale. Il patron sostiene che “la passione per il cioccolato non ha confini! Anche per questo, nell’ambito della manifestazione trova ampio spazio ormai da anni la sezione Eurochocolate World, interamente dedicata ai paesi produttori di cacao con i quali collaboriamo attivamente durante tutto l’anno, sia per promuovere le eccellenze delle produzioni locali che per favorire progetti di sviluppo”. Il summit internazionale “In the Heart of Chocolate” favorirà il confronto fra i produttori di cacao e cioccolato di tutto il mondo. E anche quest’anno la componente culturale si insedia tra i profumi del cioccolato con l’appuntamento “Cioccolata con l’Autore”, una rassegna letteraria in cui scrittori italiani e stranieri raccontano le proprie storie degustando una cioccolata calda. Non potevano mancare anche le sculture di cioccolato. Durante tutta la manifestazione veri e propri scultori trasformeranno dei blocchi di cioccolato in gustose e saporite opere d’arte. Per la gioia dei visitatori.

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DALLA RISTORAZIONE AL CATERING: ECCO LA CHIAVE DEL SUCCESSO

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onduzione familiare, serietà, eccellenza e professionalità sono alla base del Gruppo Mencarelli. Tutto nasce dall’impegno e dalla passione dei coniugi Elisa e Rodolfo Mencarelli. La dedizione infusa nella loro attività li ha portati a raffinare metodi di lavoro sempre più ricercati ed adeguati alle richieste dei clienti. L’obiettivo del Gruppo è la soddisfazione assoluta delle aspettative di ogni cliente. Personalizzare ogni evento e rendere indimenticabile momenti che nella vita di ognuno rappresenteranno un ricordo di gioia e serenità. Le figlie Daniela, Viviana e Agnese insieme ai genitori portano avanti un progetto sempre più in crescita di ospitalità e ricevimento. La Taverna del Lupo a Gubbio è la madre di un successo, che in quaranta anni ha portato alla nascita di hotel, ristoranti, pub e della già consolidata attività sempre più in espansione: il catering. La filosofia di questo servizio, specializzato nell’organizzazione di banchetti di elevato standard, ma soprattutto cerimonie per matrimoni, si basa sulla cura attenta di ogni elemento indispensabile alla buona riuscita di un evento conviviale: dalla scelta delle materie prime sempre di alta qualità e freschezza all’originalità nel creare piatti inediti, dalla personalizzazione del menù alla realizzazione di raffinate coreografie. Il fulcro di questa attività si base sulla cucina espressa, la passione e l’esperienza profusa nel preparare in loco ogni portata dell’evento. Mencarelli Catering è anche

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specializzato nella progettazione e realizzazione di convention, coffee break e cena di gala. Numerose le località in cui si possono organizzare banchetti con servizio catering, sia in Umbria, da Gubbio a Perugia fino alla Toscana a Farneta di Cortona. Un capitolo a parte spetta al Catering & Banqueting di Mencarelli Group Roma. Il progetto nasce nel 2004 dall’esperien-


za ormai trentennale nell’arte dell’ospitalità e dell’intrattenimento. Creare eventi su misura che si adeguino alle esigenze del cliente – un matrimonio, un battesimo, una comunione, un diciottesimo o un evento aziendale – attraverso un attenta pianificazione e gestione dell’evento stesso sono il punto di forza del Gruppo. A Roma numerosissime sono le locations per questi banchetti tra

ville, castelli e casali. Sulla scia di queste attività nasce l’Event Planner Gran Galà, una struttura in grado di curare ogni dettaglio per l’organizzazione delle nozze. La professionalità e la serietà del Gruppo Mencarelli sono gli elementi portanti della ristorazione e dell’accoglienza che trovano la loro dimora nelle numerose strutture che fanno parte del Gruppo. Il Bosone Garden, situato nell’antico Palazzo Raffaelli a Gubbio, offre un’esperienza di ospitalità di livello con cibi che rispecchiano la stagionalità delle materie prime dove indiscusso protagonista è il tartufo. L’Hotel Relais Ducale è l’indirizzo giusto per scoprire la città medievale di Gubbio grazie a terrazza panoramica e un giardino da dove ammirare il paesaggio. L’Hotel Gattapone è situato in un palazzo medievale, in una strada tranquilla nel centro della città. A pochi passi dal Teatro Romano, la moderna struttura Ristorante e Pizzeria San Benedetto, situato in una suggestiva posizione per osservare l’Albero di Natale più grande del mondo, che offre piatti tipici della tradizione umbra. A Santa Maria degli Angeli si trova l’Hotel Cristallo, recentemente rinnovato e in posizione centrale, è perfetto sia per soggiorni turistici che d’affari. E infine, sulle piste dei Monti della Luna, nel cuore dell’alta Val di Susa, a 2000 metri di altitudine, si trova la Baita della Luna. Con lo charme e le caratteristiche di un hotel di montagna, la Baita della Luna vi offre soggiorni confortevoli e indimenticabili.


EVENTI

TIFERNO COMICS: MARILYN MONROE “INCANTA CITTA' DI CASTELLO” LA DODICESIMA MOSTRA NAZIONALE DEL FUMETTO È TUTTA INCENTRATA SULL’ ATTRICE STATUNITENSE E SUL SUO INTRAMONTABILE FASCINO

ELISA GIGLIO

Sorella Marilyn”: così si chiama la dodicesima mostra nazionale di Tiferno Comics, Fumetto e Arte che si svolge dal 28 settembre al 9 novembre a Città di Castello presso Palazzo Vitelli a Sant’Egidio. Quest’anno, argomento della mostra è proprio lei, Marilyn Monroe: a 52 anni dalla sua morte, Tiferno Comics celebra il mito con opere pittoriche, fotografiche, cinematografiche, poetiche e in particolare con il fumetto. 120 opere esposte, 4 storie a fumetti con circa 60 tavole di numerosi artisti, tra cui Bros, Guido Crepax, Angela e Luciana Giussani, Milo Manara, Alda Merini, Pier Paolo Pasolini, Anna Pennati, Andy Warhol. Il direttore artistico della manifestazione, Vincenzo Mollica, spiega la scelta di un’icona come l’attrice americana, perché “nessuna come lei da quando è apparsa su questa terra ha mai smesso di essere musa, fonte limpida di immaginazione, che si fa poesia, pittura, fumetto, illustrazione, fotografia, canzone, romanzo, favola, vita..cinema”. Tiferno Comics è a cura dell’Associazione Amici del Fumetto di Città di Castello ed è organizzata con il patrocinio e

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la collaborazione di Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Città di Castello, Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello, Associazione Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, Camera di Commercio di Perugia, Casse di Risparmio dell’Umbria, Gruppo Azione Locale Alta Umbria, Cepu Arte. Il Premio alla Carriera di Tiferno Comics viene conferito allo sceneggiatore Giancarlo Berardi. L’Associazione Amici del Fumetto di Città di Castello e la sua mostra Tiferno Comics nascono da un’intuizione di successo di un gruppo di amici castellani, appassionati del genere, che nel 2002 decisero di fare una mostra in omaggio del concittadino Fernando Fusco, storico disegnatore di Tex. Le mostre sono sempre state delle vere e proprie antologie di ogni personaggio o illustratore, uniche in Italia, con pezzi unici e originali. Nell’ambito di Tiferno Comics, sempre a Città di Castello, il 18 e 19 ottobre, si tiene anche la dodicesima Mostra Mercato del Fumetto. Su una superficie di oltre 1.000 mq. con ingresso gratuito, si possono vendere, comprare e scambiare fumetti d’autore, manga, cosplay e giochi di ruolo.


GLAM, GIOELLI FATTI A MANO E COVER PERSONALIZZATE E IN 3D

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orge nel cuore del centro storico di Perugia il negozio Glam nato di recente e tutto dedicato a gioielli artigianali glamour e alle cover personalizzabili per telefonini. Strutturato in due piani, il negozio propone essenzialmente due comparti, il primo dedicato ad oggetti e accessori moda artigianali, e il secondo si base su un’ ampia offerta di cover realizzate a mano e personalizzabili. “L’idea di creare oggetti artigianali – afferma Claudia – nasce dalla necessità di andare incontro alle richieste dei clienti e di produrre pezzi unici”. I materiali utilizzati sono principalmente alluminio, acciaio e come base si utilizzano stoffa e vari tipi di pietre. “L’idea di avere un oggetto personalizzato – insiste Claudia – piace molto ed è richiestissimo, perché si ha la possibilità di creare cose più particolari e originali”. Le cover personalizzate sono invece a scelta per tutti i modelli di i-phone e android disponibili sul mercato. “I nostri modelli – sostiene Marco – sono prodotti in materiale policarbonato, quindi rigido, e a breve saranno disponibili anche quelli in T+ che è un materiale siliconico”. Con una foto selezionata ad alta definizione in cinque minuti di lavoro sono in grado di personalizzare le cover come richiesto dal cliente. “Abbiamo anche una linea di cover realizzata dal marchio Glam – curata personalmente sia per le grafiche che la qualità di stampa – sia in policarbonato che in T+, realizzata in 3D, cioè cover a rilievo”.


EVENTI

LA GIOSTRA DELLA QUINTANA A FOLIGNO L’OLIMPIADE EQUESTRE MEDIOEVALE SI RIPRESENTA CON LA RIVINCITA AL “CAMPO DE LI GIOCHI” a cura della REDAZIONE

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utto pronto. Rullo di tamburi. Si parte con la “Giostra della Quintana – La Rivincita”. A Foligno riapre i battenti fino al 14 settembre la storica manifestazione annuale ispirata alla competizione equestre medioevale, che riporta la città indietro nel tempo. La Giostra della Quintana è tra le più conosciute ed apprezzate gare italiane a cavallo. Dieci cavalieri rappresentano i dieci rioni della città, che per l’occasione assumono un nome finto e gareggiano in armatura in sella ad un cavallo, con lo scopo di infilare i fatidici nove anelli, tre per ogni tornata. Il cavaliere che riesce a realizzare il punteggio maggiore si aggiudica il Palio della Quintana, che viene assegnato al termine della competizione. Il trofeo è dipinto ogni volta da un noto artista; la sera seguente la giostra trova posto d’onore nella sede del Rione vincente, dove

sono conservati quelli vinti nelle precedenti edizioni. I dieci rioni di Foligno, Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, Mora, Morlupo, Pugili e Spada, che si sono sfidati a giugno nella “Giostra della Quintana – La Sfida”, tornano dunque al “Campo de li Giochi” domenica 14 settembre per la rivincita. Il tradizionale appuntamento folignate prevede, oltre all’evento culminante della disputa del Palio da parte delle singole contrade, tanti eventi correlati, come mostre, conferenze, talk show, spettacoli, giochi per bambini. Senza dimenticare l’immancabile parte dedicata alla gastronomia tipica locale, con l’apertura delle taverne. Infine, la sera precedente la competizione i seicento figuranti del corteo storico sfilano per le vie della città con costumi che si ispirano ai secoli XVI e XVII, periodo di massimo splendore della Giostra.





Weekend News

Un inizio di autunno dai toni caldi per l’Umbria. Perdetevi nell’atmosfera elettrica de “I Primi d’Italia” a Foligno dove il primo piatto diviene l’eroe par excellence delle tavole; indubbiamente pop e di richiamo universale l’evento Tiferno Comics di Città di Castello quest’anno dedicato all’icona Marilyn Monroe, soavi come sempre le noti ai concerti che si tengono durante la Sagra Musicale Umbria. Vera gioia per i sensi le sgargianti tinte dei fiori in esposizione al Perugia Flower Show. LAURA PATRICIA BARBERI

Perugia, Montefalco, Torgiano, Castel Rigone, Gubbio, San Gemini, Assisi / 6 - 14 settembre 69ª SAGRA MUSICALE UMBRA Quest’anno il festival è dedicato all’ideale di libertà. La Sagra Musicale Umbra ha nel tempo assunto valenza internazionale, non solo per il prestigio del proprio cartellone, ma anche per l’attività di riscoperta e valorizzazione di capolavori del passato, la cui presenza nella discografia contemporanea è divenuta oggi un fatto norma-

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le anche grazie al contributo di questa istituzione, e per avere tenuto a battesimo importanti lavori dei più grandi autori viventi.
La fisionomia della kermesse musicale, fondata nel 1937, consiste nel connubio fra la bellezza di alcuni dei più spettacolari luoghi dello spirito e un programma musicale costruito sulle caratteristiche sto-

riche e architettoniche delle diverse sedi in cui si svolgono le manifestazioni del Festival: uno dei più antichi e notevoli d’Europa e ha l’obiettivo principale di promuovere, diffondere e incoraggiare la musica d’ispirazione sacra e di favorire un’autonoma produzione musicale. www.perugiamusicaclassica.com/ sagra-musicale-umbra-pres.cfm


PERUGIA / 13 - 14 Settembre PERUGIA FLOWER SHOW

Perugia Flower Show, mostra mercato di piante rare ed inconsuete, anche quest’anno replica il suo appuntamento autunnale il 13 e 14 settembre 2014 nella splendida cornice dei Giardini del Frontone, in Borgo XX Giungo a Perugia. Diventata ormai un incontro florovivaistico irrinunciabile, la versione “Winter” si propone di far conoscere ai visitatori più esperti e ai nuovi appassionati i segreti per avere un giardino fiorito tutto l’an-

no. L’edizione di settembre infatti sarà dedicata alle varietà botaniche più affascinanti che raggiungono il loro massimo splendore nel periodo autunnale: ad esempio, gli alberi da frutto in specie antiche e ritrovate, le bacche ed i frutti minori, ma anche vaste collezioni di peperoncini e altre piante aromatiche. Non mancheranno inoltre le piante perenni a fioritura autunnale, le azalee, le cactacee e succulente, gli agrumi e le piante

da giardino roccioso. Da non dimenticare naturalmente i bulbi in collezione nel pieno della loro bellezza, le rose, le ortensie ma anche orchidee, conifere e piante da siepe. Sarà possibile immergersi per due giorni nel giardinaggio di qualità, tra le novità botaniche dell’anno, le parole degli esperti, e naturalmente il divertimento per grandi e piccini che da sempre caratterizza ogni edizione del Perugia Flower Show. Non mancheranno gli eventi collaterali destinati ai tanti appassionati o semplici curiosi. Corsi di giardinaggio base e specialistico, con approfondimenti sul mondo delle orchidee o sulla coltivazione di rose e piante ornamentali da giardino, insieme a corsi di cucina e arte floreale. www.perugiaflowershow.com

FOLIGNO/ 25 - 28 Settembre I primi d’ ITALIA Per 4 giorni il centro storico di Foligno diventerà il punto di riferimento in fatto di pasta, gnocchi, polenta, riso, zuppe e prodotti gluten-free provenienti da tutta Italia. Il Festival Nazionale dei Primi Piatti si svolge nello splendore di 26 location nel centro storico di Foligno: la città trasforma i suoi palazzi storici, i suoi chiostri, le sue piazze e le sue taverne per ospitare l’unico appuntamento italiano interamente dedicato ai primi piatti. Cuore dell’evento, l’eccellenza dei prodotti di qualità elaborati all’interno del circuito Villaggi del Gusto, dove si potranno assaggiare proposte dedicate alle grandi varietà ed agli infiniti condimenti del simbolo per eccellenza del Made in Italy: il primo piatto. Innumerevoli e

continui, gli appuntamenti di Cucina Corsi & Percorsi, aperti a tutti per apprendere i segreti della buona pasta, le cotture, i condimenti. Novità 2014, per la prima volta, il 28 settembre, si terrà la prima mezza maratona de I Primi d’Italia Corri, ammira e degusta: una gara agonistica di 20 km per gustare i primi piatti in libertà. I Primi d’Italia si conferma sempre più un festival adatto a tutti, con attività pensate per ogni età, per appassionati e per semplici curiosi: per gli intolleranti alimentari è stato pensato il Villaggio GlutenFree; per i più piccoli Primi d’Italia Junior, educational time oltre a tante attività ludiche. Per i palati più esigenti è stato organizzato l’evento nell’evento: le sei mostre mercato e il circuito de i Villaggi

del gusto. Per gli appasionati di tecnologia, ribatezzati per l’eveto foodnauti ci sarà un’innovativa area social e la Caccia al gusto: la prima caccia interattiva e digitale con tecnologia Apple i-beacon. www.iprimiditalia.it

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NICOLETTA SPAGNOLI,

LA MODA AL FEMMINILE CHE CONIUGA STORIA, TRADIZIONI E TERRITORIO a cura di Carlo TImio

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icoletta Spagnoli è un’imprenditrice di fama internazionale che ha reso il noto brand Luisa Spagnoli, creato da sua bisnonna oltre novant’anni fa, un punto di riferimento a livello mondiale per la moda femminile, grazie all’innovazione, allo stile e a un tocco di glamour che trovano ispirazione nel patrimonio storico e culturale della sua regione, l’Umbria. Presidente Spagnoli, lei conduce un’azienda leader nel settore della moda femminile, avviata già da sua bisnonna. Come riesce a conciliare la vita lavorativa con quella familiare? “In effetti ho sempre lavorato tantissimo, viaggiando molto e senza un attimo di tregua. Credo di aver ereditato proprio dalla mia celebre bisnonna l’attaccamento al lavoro, la passione, la determinazione. La caparbietà nell’inseguire sogni e ambizioni mi ha aiutato a sopportare qualche piccola rinuncia ampiamente ripagata dalle soddisfazioni che quest’azienda mi regala ogni giorno. Alle volte per le preoccupazioni e le tante responsabilità non si dorme la notte, ma i riconoscimenti istituzionali, insieme ai riscontri positivi sulle collezioni che creo, sono le mie soddisfazioni più grandi in ambito professionale. Anche se, come tutte le donne alla fine, devo giostrarmi tra lavoro e casa: ho un figlio che va all’università al quale spero di trasmettere tutti i valori che ho ereditato dalla mia famiglia affinché possa dare continuità alla nostra azienda con la stessa passione e dedizione per garantirle sempre maggior successo e prosperità”. Numerosi sono stati i premi e le onorificenze ricevute, anche di recente, per l’eccellente lavoro svolto nel corso degli anni. In una società ancora a prevalenza di imprenditori uomini, che valore aggiunto può apportare la gestione aziendale di una donna? “L’apprezzamento che il mondo esterno manifesta per la Spagnoli, testimoniato anche attraverso l’at-

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tribuzione di premi e onorificenze, è per me motivo di soddisfazione per il lavoro compiuto e stimolo a dedicare tutte le energie all’ulteriore crescita dell’azienda. Come la mia bisnonna – prima donna nel 1923 a sedere in un consiglio di amministrazione – considero un punto di forza e non un limite l’essere donna. In azienda siamo una squadra composta per il 90% al femminile. Noi donne siamo più versatili, dinamiche e abituate a misurarci con la fatica di dover fare quadrare tutto: dalla vita lavorativa a quella familiare. Senza dimenticare che il mondo Luisa Spagnoli è squisitamente femminile: il prodotto è rivolto ad un pubblico femminile, le nostre clienti sono quasi tutte donne. Inoltre lavorare nella moda richiede spiccate qualità di gusto, sensibilità e creatività, tutte caratteristiche più affini alle donne”.


L’amore per l’arte e la cultura sono altri due aspetti che la contraddistinguono, rappresentando un vero impegno di vita. Reputa che questi due ambiti siano contigui con il mondo dell’imprenditoria? “Gli esempi di imprenditoria sociale a livello globale dimostrano che è possibile dirigere un’azienda con successo e, al tempo stesso, influire sul bene comune: penso all’impegno di diverse maison di moda italiane nella creazione di spazi espositivi, collezioni d’arte, eventi temporanei, installazioni e interventi artistici nelle città. Anche la Mostra Permanente Luisa Spagnoli, vero esempio di Museo d’Impresa italiano, nasce con l’intento di raccontare la storia dell’industria italiana. Un percorso che attraversa quasi un secolo di vita di una nazione e della sua economia che vogliamo preservare in quanto importante patrimonio storico culturale di tutti noi”. Nella promozione del brand Luisa Spagnoli, quanto ritiene importante l’esaltazione della sua regione, l’Umbria? Crede che questo binomio prodotto-territorio rappresenti un surplus per la pubblicità del vostro marchio? “L’heritage è il vero vantaggio competitivo nei prodotti moda di alta gamma. Esso si fonda sul bisogno di radici, sul fascino di una storia che, dal passato, prosegue nel futuro, sul senso di appartenenza a un luogo, una terra. Mantenere il legame con il territorio è importantissimo. L’azienda Luisa Spagnoli è sempre stata radicata nel tessuto sociale della terra umbra – il successo dell’azienda è cresciuto di pari passo, stimolandolo, con il progresso economico di

Perugia. La mia famiglia ha gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose, ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le radici, le tradizioni e il territorio in cui la loro lunga storia si è dipanata. Questo senso di appartenenza è nel nostro Dna e lo coltiviamo con orgoglio. Del resto sono molti i campi in cui l’Umbria riscontra le sue eccellenze: la cultura, la formazione, il turismo, il vino, solo per citarne alcune, e naturalmente la moda”. Dopo il lancio del profumo “Luisa”, quali altri progetti avete in cantiere? “In progetto abbiamo l’ampliamento della gamma degli accessori con soluzioni diverse a seconda delle varie occasioni della giornata. Inizialmente l’accessorio era proposto a semplice complemento del look. Artigianalità, Made in Italy, attenzione ai dettagli ed alla qualità dei prodotti sono i valori fondanti dell’azienda Luisa Spagnoli e vogliamo trasmetterli anche negli accessori. Spazio a clutch, pochette, handbag, bauletti, shopping e secchielli in pellami preziosi, il tutto coordinato con i colori della collezione. Un altro progetto a cui tengo particolarmente è quello dell’Heritage. La possibilità di riprendere ciò che in passato ha fatto sognare le nostre clienti di tutto il mondo e di rinnovarlo, mantenendone i tratti fondamentali, è alla base di questo nuovo progetto. Prenderemo ispirazione dai nostri ricchi archivi, con oltre 80 anni di storia, con l’intenzione di selezionare alcuni capi e rivisitarli in chiave contemporanea creando una capsule collection in limited edition”.

nicoletta spagnoli riceve il premio arte sostantivo femminile

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artI E MESTIERI

L’ARTIGIANATO DEL

FERRO BATTUTO IN UMBRIA

Vasto e variegato è l’uso del metallo la cui specializzazione artigianale produce oggetti unici di alto valore artistico WALTER LETI

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’artigianato del ferro battuto, diffuso in Umbria fin dal Medioevo, è una componente caratteristica della economia regionale. Testimonianze antiche e attuali sono riscontrabili ovunque, in edifici pubblici, case private e chiese. Le attività riguardanti l’utilizzo del ferro battuto costituiscono una sorta di memoria storica delle vicende storico-economiche che hanno interessato per secoli la nostra regione. Per cominciare occorre dire che la lavorazione del ferro battuto è una specializzazione artigianale tipica della civiltà contadina. La maggior parte della produzione, alle origini, era finalizzata all’esecuzione di utensili e attrezzi di lavoro, ma, quasi contestual-

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mente, si realizzarono manufatti che arredavano suggestivamente le case di campagna. Ancora oggi dobbiamo osservare che molti agriturismi hanno ristrutturato antiche e fatiscenti abitazioni contadine, dove il ferro battuto costituisce un elemento essenziale dell’arredamento cui conferisce una coinvolgente atmosfera di calore antico. Nel tempo sono state realizzate opere di gran pregio: labari, alari, borchie, cancellate ed altri manufatti come figure di animali o umane, sono creazioni artistiche di un unico filone di eccellenza riscontrabile in Umbria da Città di Castello a Terni. Opere grandiose del passato si trovano all’interno del Duomo di Perugia, rappresentate dalle cancellate della Cappella


del Gonfalone di S. Francesco e della Cappella dedicata a S. Bernardino. Botteghe attive si trovano a Gubbio che si caratterizza nella regione come il centro produttivo più vivace nella lavorazione del ferro. Accanto alle attività principali di produzione di inferriate, cancelli e insegne, si segnala la presenza di una fabbrica, nota per la riproduzione di armi e armature antiche. Ad Orvieto è possibile ancora trovare una varietà di oggetti di uso quotidiano realizzati in metallo nelle botteghe della città. Affonda le sue radici nel passato la produzione di ferri chirurgici realizzati dagli abili fabbri di Preci, in Valnerina, documentata sin dal Cinquecento. Diffusa in tutta Europa era la fama dei fabbri e dei chirurghi di Preci tanto che la città divenne meta privilegiata di regnanti e illustri personaggi bisognosi di cure. A Montone, città legata alle gesta d’armi della famiglia Fortebracci, permane viva la tradizione dei maestri forgiatori e della lavorazione del ferro a sbalzo. La vitalità e attualità di questa attività che a buon diritto si può definire “arte”, è tuttora attestata dalle numerose rievocazioni storiche e manifestazioni che hanno luogo annualmente in tantissimi centri umbri. Impossibile citarli tutti. Una considerazione si impone a questo punto: l’artigiano del ferro battuto produce oggetti unici di indubitabile valore artistico ma opera in una società “massificata”. Oggi vengono creati materiali tecnologicamente nuovi, sintetici, che consentono una radicale rivoluzione rispetto all’uso dei materiali tradizionali, in termini sia estetici che funzionali. Questo, però, non implica l’abbandono dell’uso del ferro battuto. Oggi c’è piuttosto una riscoperta di questa antica arte nella ristrutturazione degli edifici rurali, come si diceva, sempre più ambiti, quasi come uno “status symbol”, nelle famiglie abbienti e in tutte quelle realtà dove l’uomo ricerca uno stile di vita non omologato nell’anonimato della massa.

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CERAMICHE SAMBUCO, l’ arte che sposa i materiali preziosi

EVENTI A MONTECARLO, PARTECIPAZIONE A FICTION TELEVISIVE e raffinati doni per PAPA FRANCESCO


STORIA

Alla fine degli anni ’50, Mario Sambuco, maturata un’ampia conoscenza della tradizione e della tecnica della ceramica derutese, fonda l’azienda Sambuco. Il suo obiettivo è di voler conservare e tutelare la tradizione attraverso la produzione di manifatture varie nelle forme e nelle decorazioni, ispirata a modelli e disegni della storia della ceramica derutese ma anche capace di esprimere un senso di modernità dettato dalle nuove esigenze del gusto estetico. Le Ceramiche Sambuco Mario si distinguono anche per l’utilizzo nelle proprie creazioni di materiali preziosi come oro, platino, argento, rame e lustri.

ARTE SACRA

La Sambuco dedica particolare attenzione allo studio ed alla realizzazione di manifatture dedicate all’arredo liturgico. Nel corso degli anni, ha avuto l’onore di realizzare manufatti per San Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. L’azienda ha realizzato due grandi stemmi papali in ceramica per S.S. Benedetto XVI, installati al Pantheon a Roma, durante l’intero pontificato. Un altro grande stemma è stato prodotto per Papa Francesco, posto all’ingresso della Specola Vaticana a Castel Gandolfo. In occasione del suo viaggio in Brasile nel 2013 per la GMG, S.S. Papa Francesco ha scelto personalmente, tra i doni da portare, una serie di vasi sacri prodotti dalla nostra Sambuco.

FICTION E TV

Nel corso degli ultimi anni, la Ceramiche Sambuco Mario è stata scelta per partecipare a trasmissioni televisive come Uno Mattina su Raiuno ed a fiction italiane molto popolari come Che “Dio ci aiuti” e “Don Matteo”.

MONTECARLO

La Ceramiche Sambuco Mario, nei recenti anni, è stata invitata a partecipare varie volte ad eventi nel Principato di Monco, tra cui alle iniziative organizzate dall’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco per la promozione dell’artigianato di eccellenza durante il Mese della Cultura italiana. Si è pregiata di aver fatto dono di un proprio piatto da parata a S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco e di essere stata scelta a partecipare, insieme a famose aziende internazionali, alle ultime edizioni dell’asta di beneficienza “Les Sapins d’Action Innocence”, presso l’Hotel de Paris a Monte-Carlo. Per l’occasione, la Sambuco ha presentato i propri originali alberi di Natale creati con la collaborazione del designer Daniele Buschi. Alcune nostre ceramiche artistiche sono state acquisite nella collezione di opere d’arte dell’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco.

ARREDO E TAVOLI

Sambuco dedica parte della sua produzione ai complementi d’arredo, lampade, tavoli, panche, lampadari, specchiere, piastrelle per pavimenti e rivestimenti, accessori per il bagno e la cucina, mensole, coprinterruttori etc. La loro realizzazione è frutto di un’attenta progettazione e unione tra tradizione, bellezza, design e funzionalità. In questo settore è particolarmente ricca la produzione dei tavoli in ceramica, a piano intero o composto da più pietre o piastrelle, per l’interno e l’esterno. Lavorati artigianalmente, i tavoli possono essere ornati con qualsiasi decoro, da quello classico inspirato alla tradizione pittorica ceramica derutese (raffaellesche, girali fioriti, calligrafici, compendiarlo, immagini allegoriche) a quello più moderno o su specifica richiesta del cliente.

AFFRESCHI

Negli ultimi anni, è stato attivato un nuovo progetto dedicato alla realizzazione di prodotti con la vera tecnica dell’affresco. I nostri affreschi sono eseguiti con i metodi autentici già descritti da Vitruvio, dal Cennini, dal Vasari, e prevedono la preparazione dell’impasto per l’intonaco usando calce spenta e sabbia di fiume e la pittura su supporto ancora bagnato, cioè sul “vero fresco”. Con la produzione di affreschi e di elementi architettonici come cornici e portali, l’azienda vuole creare un nuovo rapporto con lo studio e la progettazione degli spazi abitativi.


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Vilnius: rapporto di una Capitale Europea della Cultura Intervista al direttore della Vilnius Old Town Renewal Agency Interview with the director of Vilnius Old Town Renewal Agency

a cura di ALESSIO PROIETTI E ELEONORA ZEROLI


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na città sorta nel punto di confluenza tra due fiumi, un ridente centro storico barocco patrimonio mondiale UNESCO: stiamo parlando della città di Vilnius, capitale della Lituania. In continuità con lo speciale su Riga_2014 pubblicato sul numero precedente, la redazione di Riflesso è andata a conoscere da vicino un altro gioiello del Baltico, Capitale Europea della Cultura 2009. Per capire più a fondo il processo di sviluppo e rinnovamento che sta coinvolgendo questa eclettica città e gli effetti prodotti dalla prestigiosa investitura, abbiamo incontrato Gediminas Rutkauskas, direttore della Vilnius Old Town Renewal Agency. L’istituto si avvale del supporto di due tra le più note agenzie delle Nazioni Unite, UNESCO e UNDP, per portare avanti un progetto che ha come mission la riqualificazione e realizzazione di aree pubbliche, il rinnovo di edifici e la promozione dell’artigianato, a beneficio della comunità locale. Il progetto è partito nel 1998 e se ne possono già apprezzare gli importanti risultati come l’ammodernamento della pavimentazione e illuminazione della città, delle piazze e dei parchi, sem-

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city born in the point of crossing between two rivers, it has a lively baroque historical centre: we are talking about Vilnius, the capital of Lithuania. In the previous number of Riflesso we talked about Riga_2014, so this time we went to Vilnius to discover another jewel of the Baltic sea. We wanted to investigate the process of fast development and renewal affecting Vilnius, so we met Gediminas Rutkauskas, director of the Vilnius Old Town Renewal Agency. The institute is supported by two of the main United Nations Agency, Unesco and UNDP. The project has the mission to retrain and create new public areas, the renewal of buildings and the promotion of craft, for the benefit of local community. This project started in 1998 and the results are already relevant, such as the updating of pavements, lighting of streets and pedestrian areas, squares and parks, though respecting the precious Lithuanian cultural heritage. Did the investiture of Vilnius as the European capital of culture in 2009 led to modify / renew the city, from the urban and architectural’s point of view? Yes, Vilnius played a honorable role of the European Capital of Culture in 2009 there were numerous investments made to improve quality and attractiveness of public spaces. Though they were relatively small as majority of the allotted public money were used for the temporary artistic actions: theatre, opera and music performances, cooperative and integral artistic actions, diversity of art projects. Also taking into account the economic crisis, consequently any bigger or valuable new urban or architectural developments weren’t neither planned nor implemented. Vilnius Old Town Renewal Agency made some applications targeting development of a documentary film, corporate seminars and publications engaging artists and pedagogic academicians to learn, recognize and promote cultural heritage. Did you feel also socio-cultural effects due to this important event? Although there was a mass visiting participation at the artistic actions and events it played just a temporary role for societal cultural intercourses and cultural life. Many of participants and citizen regretted about lack of continual inspirations and consequences in arts’ life after the 2009. And it was recognized as a weakness of the even in Vilnius. Did the event involve only the old town, or even the suburbs? It has brought benefits on a national scale?

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pre nel rispetto della preziosa eredità culturale lituana. L’investitura di Vilnius come Capitale Europea della Cultura nel 2009 ha portato a modificare / riqualificare la città a scala urbana ed edilizia? Sì, quando Vilnius venne candidata al ruolo di Capitale Europea della Cultura nel 2009 ci furono numerosi investimenti al fine di migliorare la qualità e l’attrattività degli spazi pubblici. La maggior parte dei fondi pubblici allocati al progetto vennero utilizzati per l’allestimento di eventi artistici temporanei di teatro, Opera e musica anche fondendo queste arti tra loro e dando spazio a una vasta gamma di progetti artistici. Anche a causa dell’insorgere della forte crisi economica non è stato però possibile pianificare ed attuare cospicui interventi di miglioramento delle strutture urbane e architettoniche. Vilnius Old Town Renewal Agency ha bandito un concorso per la presentazione di documentari e l’avvio di seminari e workshops che coinvolgessero artisti e professori universitari e che avessero come obiettivo la promozione del nostro patrimonio culturale. Si sono avvertiti, invece, degli effetti duraturi di carattere socio-culturale? Sebbene la grande ricchezza e varietà di eventi artistici abbia portato ad un forte turismo di massa e ad una grande partecipazione agli eventi anche da parte degli autoctoni, questo ha giocato solo un ruolo temporaneo nelle dinamiche sociali e nella vita culturale della nostra città. Molti cittadini hanno lamentato la mancanza di un progetto culturale e artistico che, prendendo ispirazione da quell’anno di grande fermento, si estendesse poi oltre il 2009. Anche io riconosco nella non continuità dei progetti oltre il 2009 la principale debolezza di questo evento per la nostra città.

It involved most of the city and suburbs, though the nucleus of all the main events were in the city centre – in the New and Old Town. After 2009 a new cultural tradition appeared in the country – the Capital of Culture of Lithuania is elected and celebrating since then. Nevertheless engagement of other cities was present in Vilnius through cooperative / collaborative affaires of art galleries, theatres, music ensembles from some of major cities. Can we draw a comparison to Tallin, other Baltic city, European Capital of Culture in 2011? Drawing a comparison to Tallin all that I can say is that Estonians were more efficient and effective due to a better economic situation and to a much stronger and political support. In 2019 a European capital will be Italian. Any suggestion? Yes, and, first of all congratulations, with that. Promote your city and its European or global scale historic and artistic importance through commemoration of well-known historic phenomenon of your town and its relationships with other European of further world towns. Ask and engage external cities’ experts to find proper partners that could join celebrations in your city and resonate your celebration in other European towns by developing corporate artistic actions or long-lasting artistic projects and production, as for instance special publications, films, web sites. For example, there is a unique authentic organ from 1766 made by the Italian organ builder A.G. Casparini in Vilnius. Copy of the instrument was chosen and constructed by Swedish organ builders in Gothenburg and then erected in Rochester in United States.



L’evento ha coinvolto sia il centro storico che la periferia? Ha portato benefici anche su scala nazionale? L’evento ha coinvolto la maggior parte della città e dei sobborghi, sebbene il nucleo dei maggiori eventi sia stato il centro della città. Dal 2009 è stata indetta una nuova tradizione culturale, su scala nazionale, della Capitale della Cultura della Lituania, evento che viene celebrato annualmente. Ad ogni modo la città di Vilnius ha collaborato attivamente con gallerie d’arte, teatri e orchestre provenienti dalle altre maggiori città della Lituania. E’ possibile tracciare un paragone con Tallin, altra città baltica, Capitale Europea della Cultura nel 2011? Effettuando un paragone con Tallin, ciò che posso dire è che in generale gli estoni sono stati più efficienti ed efficaci nella loro azione grazie ad una migliore situazione economica e ad un sostegno politico più forte.

trakai, antica capitale della lituania (30km da Vilnius)

Nel 2019 una Capitale Europea della Cultura sarà italiana. Avete consigli da darci? Innanzitutto, complimenti. Vi consiglieri di promuovere il vostro patrimonio artistico e culturale attraverso la commemorazione di alcuni fatti storici noti e significativi per la vostra città. Inoltre vi consiglierei di coinvolgere anche esperti provenienti da altre città in modo da creare partnerships che diano maggiore risonanza e visibilità agli eventi. In base alla nostra esperienza vi inviterei a pensare a progetti artistici di lungo termine sponsorizzati da pubblicazioni, video e siti web. Ad esempio a Vilnius abbiamo un organo autentico del 1766 fabbricato dall’artigiano italiano Casparini. Dei fabbricanti di strumenti musicali svedesi di Göteborg hanno realizzato una copia di questo meraviglioso strumento e lo hanno eretto a Rochester negli Stati Uniti.

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Note sul rapporto Italia - LituanIa Notes about Italy - Lithuania relations Nella città di Vilnius abbiamo incontrato il clarinettista e direttore di orchestra italiano prof. Giuseppe Currao. Il professor Currao da circa venti anni ha un’intensa attività artistico-didattica in terra lituana, che lo ha portato a tenere concerti ed insegnare nelle principali città come Vilnius, Kaunas e Klaipeda, oltre che nei centri minori. Nel 1993, in occasione della visita di Papa Wojtyla in Lituania, il prof. Currao è stato invitato a Vilnius a tenere concerti come solista ed è stato accompagnato dall’orchestra filarmonica di Kaunas diretta dal M° Gediminas Dalinkevicius. Professore, può parlarci del rapporto della Lituania con la musica italiana? “Il rapporto di collaborazione tra Lituania ed Italia è piuttosto intenso: il famoso direttore d’orchestra Italiano Riccardo Muti ha tenuto diversi concerti a Vilnius riscontrando un grandissimo successo. Molti solisti, cantanti e direttori d’orchestra italiani hanno tenuto concerti e master classes in Lituania, presso istituzioni accademiche nazionali di altissimo livello artistico; questa intensa collaborazione è stata possibile anche grazie all’Agenzia Erasmus-Plus europea. Per il futuro mi augurerei che l’offerta artistica delle città baltiche, essendo di alto livello, venga incluse in attività culturali italiane. La musica lituana ha molto da raccontare, basti pensare al soprano Violeta Urmana ed al baritono Wladimir Prudnikovase, al più grande violinista del mondo Jascha Heifetz ed al suo giovane erede, Wilhelmas Cepinskis; ed ancora: al clarinettista Davise Weber, ai pianisti Lukas e Petras Geniausas oltre che al Kaunas State Choir famoso in tutta Europa”.

In Vilnius we met the Italian clarinetist and orchestra director Giuseppe Currao. Master Currao carries on an important artistic-educational activity in Lithuania since ‘90s . He exhibited in numerous concerts and he taught music in main Lithuanian cities such as Vilnius, Kaunas and Klaipeda and in other smaller towns. In 1993, master Currao has been invited to take some concerts in Vilnius, in occasion of the visit by Pope Wojtyła. In this cycle of concerts he has been accompanied by the Kaunas philharmonic orchestra directed by master Gediminas Dalinkevicius. Could you say something about the relations between Lithuanian and Italian music? “Collaboration between Lithuania and Italy is quite keen: the famous Italian orchestra director Riccardo Muti held many concerts in Vilnius, concerts that found a big success. Many Italian soloists, singers and orchestra directors held concerts and master classes in Lithuania finding a very high artistic level in national academic institutions. That deep collaboration has been possible also thanks to the Erasmus- Plus European Agency. In future I wish that the valid and high artistic offer of Baltic cities will be included in Italian cultural activities. Lithuanian music is worth, we can think about the soprano Violeta Urmana, and the baritone Wladimir Prudnikovase, we have also to mention the world greatest violinist Jascha Heifetz and its young heir, Wilhelmas Cepinskis; furthermore the clarinetist Davise Webe, the pianists Lukas and Petras Geniausas and the Kaunas State Choir, famous all over Europe.”


FRANTOIO BATTA: UNA STORIA LUNGA QUASI UN SECOLO

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ualità, tradizione, servizio per i clienti: sono queste le caratteristiche dell’azienda agraria Batta. Nata nel 1923 in una zona ricca di olivi e vigne sulla strada San Girolamo, che collega Ponte San Giovanni a Perugia, da un’idea vincente di Giovanni Batta, nonno dell’attuale titolare, che crea una piccola azienda familiare indirizzata all’olivicoltura. Nel 1949 il proprietario inaugura il nuovo avveniristico frantoio, ovviamente dotato delle caratteristiche macine in pietra, aumentando la produzione di olio, ma tenendo sempre presente la qualità. Negli anni Sessanta è Gregorio Batta a prendere le redini del frantoio preoccupandosi di consolidare l’attività con la collaborazione preziosa della moglie Lidia. Da loro il figlio Giovanni Batta, attuale titolare dell’azienda, eredita questo importante impegno dedicandosi a rinnovare sia le strutture che gli impianti secondo le nuove e moderne tecnologie, portando il frantoio al suo attuale stato di funzionalità


e di splendore. Oggi l’azienda si estende su 14 ettari di oliveto con oltre 3400 piante con assetto varietale costituito dalla cultivar frantoio, dolce agogia, moraiolo, leccino ed altre. Il terreno in prevalenza collinare è situato ad un’altitudine di circa 300 m, il clima è asciutto e questo protegge le coltivazioni dagli attacchi dei parassiti. Il raccolto è di circa 350 quintali di olive con un ricavo intorno ai 60 ettolitri di olio extravergine. La raccolta delle olive è accurata e si svolge in parte manualmente e in parte meccanicamente a seconda delle piante, del terreno e del tempo atmosferico. Il frantoio è munito di impianto centrifugo a ciclo continuo, con estrazione a temperatura controllata non superiore ai 27°c. Le olive sono così trasformate fresche, appena raccolte, in ottimo stato di conservazione e maturazione. L’olio, che dal 2001 è diventato biologico, si incastona nella classe dei fruttati medi; si presenta di colore giallo dorato intenso con delicati toni verdi e al naso è deciso e di carattere, con ampie note vegetali di carciofo, cardo ed eleganti sentori di erbe balsamiche, con menta e prezzemolo. Al gusto è amaro e piccante, con toni di cicoria, lattuga e spiccata mandorla in chiusura. Inoltre, l’azienda propone anche quattro condimenti all’olio extravergine di oliva: al limone, al basilico, al peperoncino e per finire al rosmarino, timo e salvia. Le vendite si concentrano principalmente sul territorio nazionale, ma arrivano anche in Giappone, Svizzera e Germania. Numerosi sono i riconoscimenti e premi ottenuti sia a livello regionale, sia a livello nazionale e internazionale: extragold medal al Biol 2014 19th International Price di Bari, lode di eccellenza all’Oro d’Italia, 3 °classificato all’Orciolo d’Oro. Presente anche in numerose guide. Tra queste spiccano: Flos Olei 2014 con un punteggio di 96 su un massimo di 98, Guida agli Extra-

vergini di Slow Food con la Chiocciola, il Gambero Rosso con 3 foglie (il massimo), Ristoranti dell’Umbria 2014 di Repubblica con 5 stelline (il massimo), la rivista internazionale di gourmet Der Feinschmecker tra i migliori 200 olii al mondo e Merum una guida svizzera come uno dei migliori olii italiani.

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archeologia

MOSAICO ROMANO

di Santa Elisabetta: una composta danza degli animali al suono di Orfeo Il mosaico realizzato in tessere bianche e nere, in calcare e roccia magmatica, apparteneva all’impianto delle terme pubbliche di perugia GIULIO SIENA


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imidamente nascosto e un pò dimenticato é il tappeto musivo di Orfeo che incanta gli animali con il suono della lira, visitabile nell’attuale dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Perugia, quartiere della Conca. Il mosaico di misure 14,10 x 8,10 realizzato in tessere bianche e nere, in calcare e roccia magmatica, dall’alto valore storico e artistico, è tra i più importanti monumenti romani di Perugia. La denominazione corrente del mosaico di S. Elisabetta ricorda la chiesa medievale soprastante al momento della scoperta del manufatto Rinvenuto nel 1875, l’opera, già allora “rammendato” da frammenti con crustae marmoree e pezzi di cornici e iscrizioni, era pertinente alle terme pubbliche ubicate all’esterno delle Mura Etrusche, in un’area di espansione della Perusia antica dalla naturale vocazione termale per ricchezza di acque e per l’esposizione. Al centro in alto sta Orfeo, seduto su una roccia,

nudo, mentre sorregge lo strumento musicale e tiene con la destra il plettro. Evidenziati sono i particolari anatomici ed i capelli all’indietro, a piccole ciocche, come mossi dal vento. Alle sue spalle si erge un albero di alloro. Verso Orfeo convergono due gruppi di animali, quaranta in totale, rapiti dalla forza incantatrice della musica. Lo stesso soggetto di Orfeo fu caro all’immaginario cristiano per il suo significato simbolico, paragonato allegoricamente alla parola di Dio che richiama gli uomini al suo cospetto. Indubbia la committenza altolocata, testimoniata dall’epigrafe dedicatoria del liberto Appius Annius Priscus alla patrona Annia Quartilla, appartenente alla gens degli Anni, famiglia di rango senatorio del II sec. Il luogo fu probabilmente trasformato in un edificio di culto cristiano, come testimonia la presenza di un’abside e, sulla superficie pavimentale in prossimità del rinoceronte, due segni a croce incisi.

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Nel 2005 i restauri hanno restituito al mosaico l’antico splendore, valorizzazione attuata con un involucro-teca che impiega materiali leggeri, quali legno, vetrate e una calibrata illuminazione. Che la musica abbia inizio!

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BERLINO 29 GENNAIO – 01 FEBBRAIO

SAN COSTANZO A BERLINO E POTSDAM VOLO – MEZZA PENSIONE – TRASFERIMENTI – VISITE

CASTAGNATA INSOLITA una giornata alla scoperta di valli, laghi e grotte del reatino 12 ottobre 2014____bus da perugia, pranzo incluso

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GIARDINI

CASTELLO BUFALINI,

LA FORTEZZA CHE DIVENNE RESIDENZA … CON UN SONTUOSO GIARDINO DENTRO LA CINTA MURARIA, NUMEROSE COMPOSIZIONI E DECORAZIONI CREANO UNA PERSONALE SCENOGRAFIA ALESSIA MENCARONI


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ienamente inserito nell’abitato storico di S. Giustino, sorge Castello Bufalini, nato per la difesa del territorio dello Stato della Chiesa, e poi trasformato nel Cinquecento in residenza signorile. Il castello è un complesso rinascimentale, villa e fortezza insieme, costituito da un ampio spazio murato di forma pentagonale che racchiude sia la residenza che il giardino. L’accesso principale avviene attraverso il portale lungo uno stretto corridoio scoperto e, superato il fossato, si arriva alla struttura fortilizia con corte interna. Il complesso è stato acquistato dallo Stato nel 1989 e dal 2008 è affidato alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria. Oltre al castello è molto interessante l’impianto del sontuoso giardino, sorto sugli spalti tra il profondo fossato in cui è inserito l’edificio ed il muro di cinta che lo separa dall’esterno. Sono numerosi gli elementi costitutivi del parco; oltre al muro di cinta, il fossato a stella e il corridoio d’ingresso già citati, esistono settori distinti, fortemente caratterizzati dalla particolarità del disegno e dalle varietà botaniche. Il giardino prevalentemente all’italiana è pieno di composizioni e decorazioni che creano una personale scenografia. A destra dell’ingresso si sviluppa il giardino triangolare chiuso da muri, originariamente spartito in quattro da una croce bordata da siepi di bosso e con fontana centrale; più avanti il suggestivo labirinto di forma trapezoidale definito da alte siepi di bosso; a seguire il giardino dei dodici spartimenti con alberi da frutto nani circondati da spalliere di rose di settantasette specie diverse e con quattro vasche all’incrocio dei camminamenti. L’area sul lato nord occidentale è stata trasformata da piantagioni di tigli che nascondono le fontane e alcuni lecci dei viali della Ragnaia (sistema di uccellagione con le reti). L’area ad occidente è caratterizzata dal voltabotte di alloro e viburno che corre tra la cinta muraria ed il giardino definito da cinque riquadrature. Infine, a sinistra dell’ingresso si sviluppa il “giardino dei fiori” o “degli agrumi”, quadrato, centrato su una fontana polilobata e quattro aiuole regolari al centro delle quali campeggiano quattro magnolie e che conserva elementi decorativi di pregio come il ninfeo con nicchione mosaicato. I settori in cui si articola il giardino sono collegati tra loro da camminamenti e spazi in cui numerosi sono gli arbusti ornamentali. Significativi per l’assetto attuale del giardino sono state le trasformazioni del periodo rinascimentale e della prima metà del Settecento; mentre il restauro svolto dalla Soprintendenza ha avuto il merito di recuperarne il disegno antico, rintroducendo anche essenze che nel tempo erano andate perdute o sostituite in maniera non consona. Alcune di queste essenze e specie arboree sono una peculiarità del giardino di Castello Bufalini.

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BRIEFING CULTURALE a cura della REDAZIONE

La Biga di Monteleone a Postignano

La porchetta umbra sul New York Times

Una mostra a Parigi sul Perugino

Due bellezze in un unico evento. La biga di Monteleone ritrovata da un contadino ai primi del ‘900, è ora uno dei più quotati pezzi del Metropolitan Museum di New York, ove rimane a far mostra di sé malgrado i vari tentativi di recupero da parte dei governi italiani che si sono succeduti nel tempo. Non c’è l’originale, ma gli umbri non si danno per vinti ed allora ne hanno fatto una copia fedele che è il pezzo forte di una mostra che si tiene a Postignano (Sellano). Postignano è un’altra bellezza recuperata, questa volta in originale,da un antico borgo ripristinato nella sua valenza storica, dotato del calore dell’antica società contadina coniugato con i confort che la modernità offre e diffonde in termini di abitabilità, musealità, ospitalità comprese miracolose spa ed eventi di alto valore come quello sulla biga che rimane aperto fino al 31 ottobre 2014.

Lo chef Sara Jenkins dopo un giretto gastronomico nel mondo con alcuni esperti stila una classifica dei cinque piatti da assaggiare per lo meno una volta nella vita e la pubblica sul prestigioso giornale New York Times. E indovinate quale piatto inserisce? Sua maestà la porchetta.. Cos’è ? Ora lo sanno anche gli americani e il mondo tutto. Un maiale intero, svuotato disossato, condito con varie spezie aromatiche e arrostito in forno. Gustosa, si mangia a fette, meglio tra due porzioni di pane fresco. Forse qualcuno, fino alla pubblicazione sul giornale americano. si vergognava di mangiare o farsi vedere mangiare la porchetta, perché paesana o provinciale. Ma, come diceva Fellini, non c’è niente di più culturalmente importante delle cose nate e tipiche di una provincia, di un territorio. E l’Umbria nel suo territorio tra Costano, Bevagna, Montefalco e Foligno ora si può vantare anche nei salotti buoni di avere e mangiare la propria porchetta.

Dopo il grande successo della mostra a Perugia, Pietro Vannucci, il Perugino migra a Parigi in un’altra esposizione al museo Jacquemart-Andrè. É un grande evento che si inserisce nella riscoperta e valorizzazione europea del divin pittore, creando per l’occasione un ponte - come sottolinea Fabio De Chirico, soprintendente per i beni culturali dell’Umbria - tra la Francia e l’Umbria. A sostegno del principio che la cultura, e segnatamente l’arte, è uno dei veicoli più potenti che uniscono le nazioni e il mondo. La mostra si fregia di numerose opere del Perugino che provengono dall’Umbria. Così i parigini possono ammirare, tra le altre opere, le Tavolette di San Bernardino prestate dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, l’affresco di San Romano e San Rocco proveniente dalla Pinacoteca di Deruta, la Madonna con il Bambino ed angeli della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. La mostra si tiene dal 12 settembre al 19 gennaio 2015.


Lombardia il gruppo Riflesso EDITORE, da quest’anno, ha lanciato il nuovo progetto “Riflesso Lombardia” con l’obiettivo di esaltare le bellezze artistiche, naturalistiche, il design, l’ architettura, la moda e i numerosi eventi glamour della regione lombarda

MILANO


ITALIA IN PILLOLE a cura della Redazione Le difficoltà del Giglio dopo la Concordia

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embrava fatta. Dopo la partenza (23 luglio scorso) del relitto della Costa Concordia dal Giglio, l’isola sperava di ritornare all’antico splendore essenzialmente turistico. Nulla di tutto ciò. Drenata con il relitto la “scia” di tecnici, istituzioni , forze dell’ordine e giornalisti l’isola è rimasta “nuda”. Con la complicità del tempo e della crisi economica il turismo isolano è stato inferiore alle aspettative. Comunque dopo l’estate freddina si sta già pensando al futuro turistico che le istituzioni e gli operatori cercano di riattivare. Come? Intanto con i fondi della Costa Crociera, da utilizzare per le infrastrutture e con due sponsor di eccezione: il consorzio Nit- Neri per riqualificare il Giglio-porto e la ravennate Micoperi che rifarà la piazza di Campese. Insomma ritorna la quiete dopo la tempesta per chi si adopera a ripristinarla in tempi brevi.

Il ritorno dei giovani nei campi

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econdo le ultime rilevazioni Istat da aprile a giugno 2014 si registra un aumento del 5,6% delle assunzioni di giovani tra i campi. A conferma, come sottolinea Romano Magrini della Coldiretti, “dell’ottimo momento che il settore sta attraversando ancora una volta in controtendenza rispetto alle dinamiche che caratterizzano gli altri comparti”. L’inversione di tendenza oltre ai numeri sempre importanti in questo periodo, esprime forse un rinascimento rurale. É da tempo che si ritorna alla terra con crescita degli occupati, dell’imprenditoria, delle iscrizioni agli istituti agrari e facoltà di agraria. Quindi recupero della nostra cultura e delle nostre radici, anche per affrontare la sfida dell’ Expo 2015 che ruota intorno al tema dell’agro alimentare.

Sgarbi al centro della mostra “Da Giotto a Gentile”

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he Sgarbi ami l’Umbria e le regioni vicine è noto da sempre. Questa volta si è fermato sul versante Umbro marchigiano a Fabriano, con una mostra che lascia un segno nella storia dell’Arte. L’esposizione “Da Giotto a Gentile” ripropone l’iter pittorico della scuola fabrianese, che culmina con Gentile da Fabriano parallela al periodo in cui Giotto era impegnato a dipingere la Basilica superiore di San Francesco ad Assisi. Così la mostra riesce a mettere insieme armonicamente pittori di grande spessore come Giotto, Cimabue, Lorenzetti con maestri della scuola fabrianese a partire da Gentile attraverso le opere del Maestro di Campodonico e del Maestro dei Magi. Con la mostra, ospitata nella Pinacoteca civica di Fabriano fino al 30 novembre del 2014, Sgarbi tenta di valorizzare quell’Italia tutta segreta, “alla ricerca di tutto ciò che c’è dietro il sipario per godere delle meraviglie che non si conoscono e che spesso rimangono inesplorate”.

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UMBRIA JAZZ 2014

LA 41ESIMA EDIZIONE DELLA KERMESSE MUSICALE È RIUSCITA ANCHE QUEST’ANNO A FAR VIBRARE L’INTERA CITTÁ DI PERUGIA CON UN MIX DI SUONI TRAVOLGENTI E COINVOLGENTI TRA IL JAZZ, IL BLUES, LA TECHNO DANCE, L’HIP-HOP E PERSONAGGI DEL PANORAMA MUSICALE MONDIALE DI PRIMISSIMO PIANO foto di PAOLO CORRADINI

natalie cole

herbie hancock

ray gelato

harris quartet


al jarreau

stefano bollani

wayne shorter

danilo rea e fiorella mannoia

enzo avitabile e bottari

mario biondi

ylian canizares


Animali

IL CAVALLO, IL SUO RAPPORTO CON L’UOMO E L’IPPOTERAPIA L’aria del Paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo (proverbio arabo) GIULIANA SPINELLI BATTA

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avalli, un’ anima, quattro zoccoli, una criniera, una coda. Amici dell’uomo da millenni, mai schiavi davvero, sempre lontani, un po’ selvatici. Diversi dai cani, un po’ simili ai gatti, uguali a nessuno. Viviamo con loro, alcuni con loro altri di loro. Cavalli, occhi lucidi e profondi, groppe muscolose piene di una energia che non si può descrivere, un fiato che sa di erba e di fieno saporito, una voce che fa nitrito. Cavalli, la tenerezza di un’anima selvaggia. Creature meravigliose che danno amore e amano riceverne, una miscela di tenerezza, passione e fiducia ma mai paura. Il cavallo è stato così importante nella storia della civiltà occidentale negli ultimi duemila anni che tutte le città d’Europa sono adornate di statue di cavalli. É dal lontano 1500 a.C. che l’uomo iniziò a montare a cavallo in tutte le aree dove era stato addomesticato e anche a sfruttarlo. Il cavallo ha combattuto tutte le guerre fino alla prima Guerra Mondiale, ha faticato per l’uomo e lo ha aiutato a costruire gran parte del Nuovo Mondo. Vi siete mai chiesti quante cose non sarebbero mai accadute se questo animale non fosse mai esistito? Provate a pensare a tutti gli spostamenti per gli uomini


antichi che non potevano certo contare né sulla freccia rossa ne sugli aerei. Quanta gente non si sarebbe mai incontrata, quante scoperte non si sarebbero potute fare se l’uomo non avesse iniziato a spostarsi con i cavalli più di 2000 anni fa a partire dai carri di epoca romana fino alle carrozze della nobiltà, o ancora alle diligenze pubbliche e postali e così, fino allo sviluppo dei mezzi a motore e delle ferrovie, il cavallo è stato il più importante mezzo di trasporto. Il cavallo è servito all’uomo anche come fonte di sostentamento e come indispensabile forza lavoro oltre che supporto fondamentale in guerre e battaglie. É stato usato in agricoltura per arare, trasportare carichi, trascinare tronchi e tirare i mezzi agricoli più pesanti, lo è ancora in molti paesi sottosviluppati. Ma le sue qualità non finiscono qui perché ha importanza anche nella psiche umana tanto che Carl Yung, il famoso psicologo svizzero pensava che l’immagine del cavallo potesse evocare le nostre tendenze più antiche e profonde. Il cavallo è stato da sempre uno degli animali più amati dall’uomo, esso può essere il miglior amico o addirittura l’unico amico. Tra

le tante sue caratteristiche prevale la straordinaria empatia che riesce a creare con noi umani diventando un fedele compagno di vita in grado di trasmettere grandi emozioni. E proprio per queste sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza che è ritenuto da sempre una straordinaria medicina. Gli effetti benefici del cavallo sull’uomo furono in primis intuiti addirittura da Ippocrate (460-370a.C.) che consigliava lunghe cavalcate per combattere l’ansia e l’insonnia: la prima ippoterapia. In Italia l’ippoterapia o equitazione a scopo terapeutico è stata introdotta nei primi anni ’70. Essa viene utilizzata, in appositi centri, per curare patologie come la paralisi cerebrale infantile, l’autismo o la sindrome di Down, agisce grazie all’interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico. Anche in Umbria possiamo trovare dei centri dove svolgere ippoterapia come il centro di riabilitazione equestre “Ippogrifo” di Ponte Valleceppi, il Maneggio La Chiona a Spello o ancora le Case Rosse di Montebuono e altri ancora. Ecco dunque come ancora tanto tempo fa un animale così gentile e generoso possa non solo essere amico dell’uomo ma soprattutto essere anche un attento e paziente terapeuta e aiutarlo così nel difficile cammino della guarigione.

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gioielli di bacco

IL SAPERE DI VINO… UNA PANORAMICA SULLA VALUTAZIONE SENSORIALE SPRIGIONATA DA UN CALICE APPENA RIEMPITO MARCO SERVILI

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’uomo, da quando ha iniziato in maniera consapevole ad utilizzare i propri sensi, ha sviluppato una capacità critica che si esplica nel gustare o meglio degustare un calice di vino. Degustare è un tratto della nostra umanità, significa sapere apprezzare un vino, ma soprattutto sapersi emozionare al percepire i suoi profumi e sapori, essendo un prodotto intimamente legato al luogo in cui nasce, al lavoro dell’uomo (in vigna ed in cantina) ed ai tanti momenti della nostra vita, come testimone nel festeggiare vittorie o nel riconfortarci dalle sconfitte. Quindi, cosa vuol dire esattamente “degustare” o, meglio, come valutiamo un calice di vino? La sua valutazione avviene utilizzando principalmente tre dei nostri cinque sensi: la vista, l’olfatto, il gusto. In maniera marginale, viene coinvolto un quarto senso, l’udito che è solleticato piacevolmente dal suono provocato dall’atto di versare il vino in un calice o dal lieve crepitio delle bollicine di anidride carbonica che salite in superficie nella flûte esplodono, quando si sorseggia un grande spumante metodo classico. L’esame “visivo” rappresenta la prima fase della valutazione ed è particolarmente importante per tutte quelle indicazioni che possiamo osservare in relazione allo stato di salute del vino, conservazione, sua evoluzione, struttura e tipologia. Gli aspetti presi in considerazione con attenzione, dopo aver riempito per un terzo un calice ed averlo impugnato dallo

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stelo o dal piede così da portarlo davanti ai nostri occhi con una inclinazione di 45 gradi su uno sfondo bianco, sono: la limpidezza, il colore, la consistenza e l’effervescenza, propria dei vini spumanti e frizzanti. Nello specifico, esaminare la limpidezza significa aver constatato la pulizia del vino, ossia aver osservato l’assenza di velature, torbidità; più un vino è limpido, più è sano. Mentre osservare il colore significa valutare la sua qualità cromatica, la sua intensità; nei vini bianchi va dal bianco carta, al giallo verdolino, al giallo paglierino, oro, ambra; nei vini rosati dal rosa tenue al chiaretto e al cerasuolo e nei vini rossi va dal rosso porpora, al rosso rubino, granato, sino all’aranciato. Tali colori hanno, poi, vari gradi di concentrazione o saturazione e vivacità della tonalità (debole/pallida, chiara, media, scura, cupa, impenetrabile) in quanto legati al vitigno, alla maturità delle uve ed alle tecniche di vinificazione, ove i riflessi talvolta osservabili come lievi sfumatu-

re sui bordi del calice, che riprendono le medesime dizioni, sono testimoni dell’età del vino e della sua evoluzione nel tempo. Esaminare la consistenza, ovvero la viscosità del vino, mentre si ruota lentamente il calice, significa valutare la sua scorrevolezza e densità, rappresentativa della sua struttura - poi, meglio valutata durante l’esame “gustativo”. E infine, valutare l’effervescenza, propria degli spumanti e dei vini frizzanti (dovuta all’anidride carbonica che si libera nel momento in cui viene versato) significa porre attenzione alla spuma, che dovrà essere abbondante, quasi crepitante; alle bollicine (perlage), che dovranno avere una marcata intensità e persistenza, essere molto numerose e avere una grana possibilmente molto fine e non grossolana. Nei vini fermi (tranquilli), altresì, l’effervescenza se non desiderata come leggero petillant, è sintomo di un difetto del vino, quale rifermentazioni indesiderate in bottiglia facilmente individuabile anche all’esame “olfattivo”.


GIRI DEL GUSTO

ZAFFERANO:

L’ ORO NELLE TELE, L’ORO NEI PIATTI La preziosa spezia e i suoi molteplici usi: come farmaco, come potente afrodisiaco, come condimento e Tintura dei tessuti MARILENA BADOLATO

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a croco a zafferano, nel gioco dei nomi, in realtà fu quel suo colore dorato ad attrarre la curiosità del mondo antico, che tingeva d’oro vesti e veli grazie al fiore prezioso. Abiti sacri e religiosi, ma anche vesti di re collegavano la ricchezza del mondo materiale a quella invece della sfera spirituale, rivestendo di un bel colore dorato quello che spesso oro non era. Già presente nel Papiro di Ebers, é citato come croco nel mondo greco: da Omero nell’Iliade, da Eschilo nel dramma Agamennone, da Sofocle nell’Edipo a Colono, e Aristofane, descrivendo i misteri dionisiaci, rappresenta le tuniche di Dioniso e dei suoi seguaci tinte con il croco, mentre i medici dell’antichità, Ippocrate e Galieno, ne lodavano già le proprietà curative. Virgilio nelle Georgiche parla del “crocum rubentem”, mentre Plinio afferma che tra i migliori vi è quello di Sicilia, infatti i Romani lo useranno soprattutto in cucina: sono famose le salse dorate di Apicio per condire il pesce. Gli Arabi, diffondendolo in Spagna, ne cambieranno il nome, da croco a zafferano, parola che deriva dal persiano “safra” (giallo), passato nell’arabo “za’faràn” e quindi nello spagnolo “azafran”. Profumi, unguenti con proprietà medicamentose e cosmetici sotto forma di

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oli preziosi che donavano un tocco dorato alla pelle, contenevano la preziosa spezia, che nel sec. XIII verrà coltivata soprattutto come pianta tintoria, in particolare per colorare panni di lana, seta, lino e usata anche nella pittura. Nel Medioevo continuò comunque anche l’uso farmacologico, come antispasmodico e sedativo, impiegata per la salute di stomaco, milza, fegato, cuore e come potente afrodisiaco. Fu così che divenne la regina delle spezie e fu molto usata per condire e abbellire carni di capretto, pollo, selvaggina, pesce, ma anche minestre, soprattutto accompagnata a farro, ceci, piselli, fave, e in dorati biscotti. Nel Rinascimento regalerà l’oro ai piatti scenografici delle ricche Corti: sappiamo infatti che nel XVI secolo le quotazioni della droga raggiungevano i quattordici ducati la libbra, basti pensare che 500 grammi valevano quanto un cavallo. Per la sua complessa coltivazione e soprattutto complessa raccolta, l’uso andò via via scemando, rimanendo in quella terra d’elezione, l’Abruzzo, dove la storia vuole che un monaco abruzzese della Inquisizione riuscì a trafugarne una pianta sottraendola alla severa legge spagnola. Infatti in un documento del XVIII secolo, un “Contratto di matrimonio” ritrovato a Navelli, lo zafferano rivestiva ancora un gran valore, tanto da figurare nella dote della sposa. Il più antico riferimento al commercio di zafferano in Umbria si trova

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nella documentazione archivistica del monastero di S. Maria di Valdiponte (Abbazia di Montelabate) nei pressi di Perugia, nei cui libri contabili è registrato l’acquisto di una “uncia çafarani”, in data 2 febbraio 1226, al prezzo di 4 soldi e 6 denari. Questo croco gentile era un tempo largamente coltivato nell’antico Ducato spoletino dell’alto Medioevo e che “zafaranari” spoletini, registrati con nomi e cognomi, fossero presenti a Roma, lo attestano gli “stati d’anime” di alcune parrocchie della città, diligentemente annotati dai parroci. La coltivazione del prezioso croco fu infatti particolarmente fiorente in Valnerina dal ‘300 al ‘500, come dimostrano molti documenti degli statuti comunali dell’area. A Cascia esisteva uno dei più importanti mercati di zafferano, spesso utilizzato come moneta di scambio, come è riportato nella relazione di Cipriano Piccolpasso, del 1565, per conto del Governatore di Perugia. La spezia era così diffusa, che la conferma letteraria arriva dai versi di Pierfrancesco Giustolo, l’umanista spoletino nato nel 1440, che per anni servì Cesare Borgia, e che scrisse il “De Croci Cultu”, un poemetto sullo zafferano, ristampato dall’Accademia spoletina nel 1855. Interessante un capitolo del Registro delle Gabelle del Comune di Spoleto, per l’anno 1461, relativo alla “ Gabella zaffaraminis”, la tassa imposta per la coltivazione del prezioso fiore. Altrettanto storicamente importante è la produzione di zafferano a Città della Pieve, attestata a partire perlomeno dal sec. XIII dalla testimonianza dello Statuto di Perugia del 1279 dove si vietava la semina della pianta da parte dei forestieri “in toto districtu Perusii”. La pianta doveva principalmente servire alla tintura dei tessuti, chè Castel della Pieve era un importante centro di produzione del panno fin dal sec. XIII. Negli “Statuti della Gabella di Castel della Pieve” del 1530 compare, tra le altre rubriche, anche la raccolta di zafferano. E nel Cinquecento, persino nella zona di Piobbico, stando agli scritti di Costanzo Felici, “si coltivava lo zafferano che era diffuso anche nel confinante territorio Eugubino”.

LO ZAFFerANO

rodotto interessante non solo perché contiene proteine, vitamine idrosolubili come la B1, B2, B6, la PP, liposolubili come la vitamina E, e la pro-vitamina A cioè il beta carotene, e glucidi e sali minerali, ma proprio perché le sostanze che regalano colore, sapore e aroma sono le più importanti. Sono quelle che donano il prezioso colore - la crocina -, il sapore amaricante - la picocrocina -, e l’aroma - il safranale -, di cui lo zafferano umbro sembra particolarmente dotato nei valori massimi, mostrando quindi una spiccata capacità antiossidante totale. Oro nel piatto allora anche per il suo salutistico valore.

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MOTORI

NASCAR, IL CIRCUITO

AMERICANO PIU’ POPOLRE AL MONDO RISCALDA I MOTORI FA TAPPA IN UMBRIA L’ UNICA EDIZIONE ITALIANA DELLA SPETTACOLARE GARA DI BOLIDI TRA BRIVIDI E EMOZIONI a cura della REDAZIONE

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i accendono i motori dei bolidi che parteciperanno al Nascar, la gara di auto più popolare e spettacolare al mondo, che nei giorni 20-21 settembre farà tappa in Italia all’Autodromo umbro di Magione per le semifinali. Sicuramente lo spettacolo e le emozioni saranno garantiti in questa inedita gara per il circuito umbro, i cui partecipanti si contenderanno il podio sportello

contro sportello. Il tour europeo del 2014, che prevede 24 gare su circuiti stradali e ovali, si svolge in cinque paesi tra Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Italia. La finale che assegnerà il titolo di pilota Nascar, si terrà in Francia nel circuito Le Mans l’11 e 12 ottobre. Nella versione europea di questo circuito di origine americana, tutte le autovetture vengono riprogettate per


meglio adattarsi alle normative e alle piste europee. Il campionato si scinde in due divisioni: Elite e Open che assegnano quattro trofei speciali, Jerome Sarran, Challenger, Legend e Gentleman. Più di 80 sono i piloti che fanno parte del team di alto profilo, per una griglia di partenza composta da 30 vetture. In ogni auto sono presenti due piloti in un sistema Pro/Am. La nazionalità dei piloti è piuttosto variegata, provenendo da ogni parte del mondo: Francia, Gran Bretagna, Irlanda,Spagna, Italia, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Germania, Portogallo, Svezia, Cina, Filippine, Macao, Brasile, Australia, India, Stati Uniti e via dicendo. La Gara Nascar nasce nel 1948 negli Stati Uniti, crescendo esponenzialmente fino a diventare il primo sport motoristico negli Usa e uno dei più importanti in assoluto insieme alla National Football League e la Nba, con i suoi 75 milioni di fans solo nel territorio statunitense. L’esposizione si svolge anche in Asia, Africa e Australia, con un broadcast televisivo che raggiunge 132 paesi e arriva in più di 50 milioni di case. I numeri di questo circuito automobilistico sono da capogiro con oltre 200.000 spettatori a stagione e più di 350.000 previsti per il 2014. È stato stimato che il weekend della Nascar Sprint Cup può generare tra i 100 e i 200 milioni di dollari di indotto per l’economia locale/regionale. Un grande spettacolo “made in Usa” che coinvolge tutta la famiglia in pista e fuori. La gara è infatti integrata con eventi in tema Usa, con 4 spettacolari gare della Nascar Whelen Euro Series, grid-walk e pit-walk, sessioni autografi, presentazione dei piloti e inni nazionali. E così il pubblico potrà catapultarsi in una vera atmosfera a stelle e strisce tra cheerleaders, giocatori di football americano, paracadutisti, esibizioni di vetture Sprint Cup e Monster truck, giri in bi-posto, esibizione e raduno di auto americane. Il tutto verrà accompagnato dalla musica dal vivo e concerti. Verrà allestita anche una zona per il divertimento di tutta la famiglia, toro meccanico, barbecue contest e vendita di merchandising Nascar.

IN EUROPA

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selezione libri a cura di ITALO PROFICE

Perugia, con i suoi vicoli stretti e bui è di certo il luogo ideale per compiere un omicidio e restare impuniti. Non la pensa così il commissario Mario Serafino, ormai un’icona del giallo perugino per la collana “Perugia Mistery”. Il fascino di questo investigatore pragmatico, accurato e razionale lo si deve al suo ideatore Santi Parlagreco. Le smanie della villeggiatura” di Goldoni è la rappresentazione teatrale intorno a cui si svolge la vicenda di questo giallo, Sipario Rosso. Il luogo del misfatto è lo splendido teatro Morlacchi, negli scantinati del quale viene ritrovato il cadavere di una donna. All’interno del libro è anche presente una galleria fotografica con cui si rende omaggio alle bellezze del teatro. L’editore Sarapar ha reso disponibile anche una traduzione in rumeno, Cortina Roşie, grazie alla collaborazione della traduttrice Silvica Gobej.

Le Fiabe Umbre si incentra su libere rielaborazioni di frammenti leggendari tramandate a voce. L’autore Donato Loscalzo si impegna a mettere su carta animali e personaggi mitici, dei e ninfe, tutti personificati secondo le canoniche regole fiabesche accomunate dallo scopo didattico, facendo ricredere chi pensava che l’Umbria ne fosse sprovvista. Per lunghi secoli le fiabe sono state tramandate oralmente ed ogni volta l’intrattenitore di turno non si esimeva dall’ “imbrogliare” le carte secondo i suoi gusti e le sue propensioni teatrali. Di origine popolare, queste raccontano alcuni aspetti della vita reale, così come fecero le fiabe con i celeberrimi protagonisti Pollicino, Cenerentola o Biancaneve per citarne solo alcuni. Quando si tramandavano tali storie, in Umbria si cantavano laude e le rappresentazioni erano sempre a tema religioso. Nel 1956 Italo Calvino pubblicò un libro in cui raccolse la tradizione delle fiabe italiane escludendo l’Umbria per i motivi succitati. Morlacchi Editore.

Walter Corelli, nel suo libro La veridica e fantasiosa storia del brigante Cinicchia, narra le gesta del brigante Nazzareno Guglielmi, che nel 1847 lavorò nel convento romano di San Cosimo e Damiano per curare l’orto e la vigna. Fu proprio dai frati di questo convento che sentì le gesta del brigante romagnolo detto il Passatore. Colmo di ammirazione per questi si arruolò nell’esercito di volontari della Repubblica Romana al seguito di Giuseppe Garibaldi. Dopo la dissoluzione della Repubblica Romana tornò ad Assisi, dove in seguito a situazioni rocambolesche finì in carcere. Le successive evasioni lo costrinsero al brigantaggio, che durò almeno 4 anni. A dispetto degli sporadici casi di altruismo in cui il brigante si ergeva a paladino della giustizia in difesa dei più bisognosi, Cinicchio, fu un criminale feroce e senza scrupoli. La sua influenza fu spesso utilizzata da persone altolocate per i loro subdoli giochi di potere fino a quando non divenne un personaggio scomodo anche per loro. Cinicchio fuggì così in Argentina come sostiene con certezza l’autore nel suo libro Protagon Editore.




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