Riflesso maggio giugno 2015

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Mag - Giu 2015

Anno 4 - n.3 - € 0,01

M A G A Z I N E D I I N F O R M A Z I O N E , C U LT U R A E L I F E S T Y L E

MIAMI - PRINCIPATO DI MONACO - MILANO - UMBRIA



Veryposh

ITALIAN HAND MADE DESIGN

I T A L I A N HAND MADE D E S I G N


EDITORIALE 5 DIRETTORE RESPONSABILE Mario Timio VICEDIRETTORE Carlo Timio REDAZIONE Alessio Proietti, Giulio Siena, Noemi Furiani, Alessia Mencaroni, Walter Leti, Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato, Italo Profice, Claudio Cattuto, Marco Servili HANNO COLLABORATO Alessandro Biscarini, Elisa Giglio, Daniele Buschi, Giuliana Spinelli Batta, Laura Patricia Barberi, Maria Assunta Ciacci, Francesco Colamartino, Elena Ciulla, Marinella Cucciardi, Francesca Fregapane, Claudia Piccoli, Marina Sotgiu, Sara Zoppi, Giusi Ambrosio, Barbara Ortolani Gaia Righetti (Veneto) Vittoria Melchioni (Emilia-Romagna) Sara Bernabeo (Abruzzo) Christian Chiarelli (Puglia) Marco Caldarelli (Basilicata) Jessica Chia (Liguria) Francesco Famà (Miami) Ringraziamenti Antonio Morabito, Carlaberto Corneliani, Nicoletta Spagnoli, Adolfo Barattolo, Nives Tei, Valentina Arduino, Marianna Moller EDITORE Ass. Media Eventi REGISTRAZIONE Tribunale di Perugia n. 35 del 9/12/2011 IMPAGINAZIONE E GRAFICA R!style Project STAMPA Tipografia Pontefelcino Perugia

EXPO a Milano

PRINCIPATO DI MONACO APPUNTAMENTI 8 Smart Made in Italy

LOMBARDIA APPUNTAMENTI 14 Food for Soul 18

MODA Tendenze 2015

DISCOVERY 22 I Magi alla corte di Eustorgio 24

GREEN ECONOMY Il riuso del cibo

UMBRIA EVENTI 28 Il Festival dei due Mondi 32 Agenda news FAI 36 Il Fondo Ambiente Italiano CASTELLI 38 La Rocca di Alviano ARTE 40 Le opere di Leoncillo Leonardi

CONTATTI direzione@riflesso.info editore@riflesso.info artdirector@riflesso.info info@riflesso.info SITO WEB www.riflesso.info FACEBOOK Riflesso Magazine DISTRIBUZIONE Miami, Principato di Monaco, Milano, Umbria

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INSER

CIALE

TO SPE

TEMPLI DI-VINI

AGENDA NEWS ALIMENTAZIONE

AGRICOLTURA

AMBIENTE

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Antinori nel Chianti Classico Dieta mediterranea Dieta Zona Gli insetti: cibo del futuro

56 Ritorno dei giovani alla terra 59 Biodiversità 62

Salvaguardia territorio ed ecoreati

ITALIA IN PILLOLE

65 Veneto 66 Emilia Romagna 69 Liguria 70 Abruzzo 71 Basilicata 72 Puglia

La Redazione ha coinvolto i più prestigiosi Istituti nazionali di Design e Comunicazione per la realizzazione di visual ispirati ai temi di Expo 2015. Numerosi studenti hanno aderito all’iniziativa realizzando proposte creative per Riflesso. Per la pubblicazione sono state selezionate le composizioni dei seguenti autori: Copertina esterna Davide Morelli, iscritto presso IAAD / Istituto d’Arte Applicata e Design, TORINO - Communication and Graphic Design, Corso triennale in Progettazione Grafica ed Editoriale: Design della Comunicazione (Y1) Copertina inserto speciale Expo Lorenzo Gonnelli & Riccardo Maria Bruno, iscritti presso IED / Istituto Europeo di Design, MILANO - Management e Comunicazione, Corso triennale in Comunicazione Pubblicitaria: Art Direction & Copywriting (Y1) Direzione Artistica: Alessio Proietti

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FLORIDA MIAMI 74 Il Console Generale italiano a Miami 78 La ristorazione italiana ed internazionale a Miami

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corneliani.com


EDITORIALE

EXPO A MILANO: Il ruolo della cultura come veicolo di successo Mario Timio

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ino a qualche mese fa ci voleva un atto di fede - qualcuno asseriva - nel credere nel successo di EXPO 2015. Poi è venuto il miracolo. Tranne qualche sbavatura, inevitabile in un’impresa di tale entità, tutto procede meglio di quanto si sperava. Bene il numero iniziale delle prenotazioni dei visitatori, bene le opere costruite ad hoc, magnifici i padiglioni e i vari edifici, imponente l’albero della vita, più che positivo il bilancio occupazionale fin dalla fase di cantierizzazione. Un trend che continuerà ovviamente durante il periodo dell’Esposizione, ma anche dopo, con 12.7 miliardi di produzione aggiuntiva sul territorio spalmati fino al 2020 e con la nascita di 11mila nuove imprese di cui la metà in Lombardia. Sono previsti 20 milioni di visitatori, cioè il doppio di quelli ospitati a Milano per la EXPO del 1906. Ma al di là dei numeri e cifre, c’è da chiedersi quale sia il vero significato della EXPO e cosa rappresenti l’evento per l’Italia. Anche oltre il ruolo della tecnologia nell’edificazione e gestione dell’EXPO. Polarizzare invece l’attenzione sulla cultura e sui valori significa ripensare il significato dell’evento nei vari settori espositivi. Certo, l’Esposizione universale dedicata al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” solleva un’infinità di problemi risolvibili non sempre con l’economia ma sempre con il cuore. Con la cultura e la spiritualità l’EXPO diventa un luogo dell’ascolto, come sottolinea il Cardinale Angelo Scola, un’occasione preziosa per riconoscere la bellezza di appartenere ad un’unica famiglia umana, che per chi crede, è la famiglia di Dio, e per rilanciare l’impegno

contro la fame del mondo. Scola - a nome di tutti gli uomini di buona volontà - ribadisce che partire dalla fame del mondo è condizione ineludibile “per promuovere l’uomo contro la cultura dello scarto”. L’impegno della EXPO è sì porre l’uomo al centro, ma bisogna farlo oggi in una società caratterizzata da processi difficilmente controllabili dall’uomo stesso. L’esposizione sarà allora il luogo privilegiato per scandagliare le cause della fame, “cercando quali nessi virtuosi instaurare tra l’affronto di questo tema, le sue premesse e le sue implicazioni economiche, politiche e educative, delimitando in tal modo il peso della tecnocrazia”. Anche se l’impronta della tecnologia a Milano Expo la fa da padrona. E non potrebbe essere così considerata la valenza tecnologica in ogni settore espositivo. Dalla connessione costante con i sistemi digitali, alla mobilità sostenibile e alla smart grid, dai satelliti della Eutelsat a copertura dell’evento, alla technogim o alla palestra del futuro lungo le isole interattive del Decumano. Tutto tecnica ma anche molta cultura. Quale? Oltre a quella insita nella tradizione e innovazione agroalimentare presenti in Italia e nel mondo, la cultura trasuda dal contenuto artistico presente nei vari padiglioni a partire dalle opere di Leonardo Da Vinci, dai dipinti di eminenti pittori e scultori italiani voluti da Vittorio Sgarbi nei vari angoli o “salotti” della EXPO, dai numerosi incontri, tavole rotonde, presentazioni che inanellano l’intero periodo espositivo. Il tutto condito da un ricco food nel segno della sostenibilità e della conoscenza dell’eccellenza italiana.

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APPUNTAMENTI

Principato di Monaco

Smart Made in Italy a Montecarlo per esaltare i giovani imprenditori italiani Smart Made in Italy at Monte-Carlo to appraise the young Italian businessmen Marinella Cucciardi

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el prestigioso Yacht Club di Monaco si è svolta la prima edizione dell’evento “Smart Made in Italy”, con l’organizzazione dell’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco e con il sostegno del Governo del Principato, Monaco-Direction du Tourisme et des Congres, Yacht Club di Monaco in collaborazione con EXPO Milano 2015, Regione Lombardia, e AIIM (Associazione degli Imprenditori Italiani nel Principato di Monaco). Questa manifestazione vuole essere di supporto anche all’Esposizione Universale di Milano Expo 2015 e per l’occasione ha preso luogo l’evento World Expo

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n the prestigious Yacht Club of Monaco has just held the first edition of “Smart Made in Italy”, organized by the Italian Embassy in the Principality of Monaco and with the support of the Government of the Principality, MonacoDirection du Tourisme et des Congres, the Monaco Yacht Club in collaboration with EXPO Milano 2015, the Lombardy Region, and AIIM (Association of Italian Entrepreneurs in the Principality of Monaco). This event aims at supporting the Universal Exposition of Milan EXPO 2015, and for this occasion it took place the so-called “World Expo Tour Monaco”, the Monegasque phase of the EXPO Milan


A sinistra Paola Magni e al centro Ministro di Stato Michel Roger

Allo Yacht Club di Monaco si è celebrata l’eccellenza artigianale italiana con l’esposizione di nuovi brand sia di moda che di design Tour Monaco, la tappa monegasca della missione istituzionale di Expo Milano 2015 che é stata guidata da Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, e da Fabrizio Sala, Assessore della Regione Lombardia per Expo Milano e l’Internazionalizzazione. L’intervento inaugurale si è svolto alla presenza di S.E. Michel Roger, Ministro di Stato del Principato di Monaco che ha dato il saluto di benvenuto a tutti i partecipanti, insieme a Paola Magni responsabile relazioni estere Yacht Club di Monaco e al segretario generale dell’Yacht Club di Monaco Bernard d’Alessandri e a Serena Lippi, Console Generale d’Italia a Nizza.

Amb. Antonio Morabito e Marco Masella

institutional mission that has been led by Roberto Maroni, President of Lombardy Region, and Fabrizio Sala, Councilor of Lombardy Region for Expo Milan and Internationalization. The opening speech was held in the presence of H.E. Michel Roger, Minister of State of the Principality of Monaco who gave the welcome to all the participants, along with Paola Magni, chief of Yacht Club of Monaco’s external relations, Bernard d’Alessandri, the Yacht Club of Monaco’s secretary general, and Serena Lippi, Consul General of Italy in Nice. The “Smart Made in Italy” exposition gave emerging

At the Yacht Club of Monaco the Italian craftsmanship excellence has been celebrated with the exposition of new brands both in fashion and design fields


L’esposizione “Smart Made in Italy” ha dato spazio ai nuovi talenti dell’imprenditoria italiana nei vari settori della moda, design, arte, gioielli, o oggettistica che hanno avuto l’occasione di mostrare e far apprezzare il loro lavoro artigianale di qualità. Una bella iniziativa per dare la possibilità di promuovere i propri brand all’estero in una vetrina internazionale. I marchi che hanno preso parte all’iniziativa sono: Alex Ball, Allure Luxury management, Anita Bassetti, Angelica Romeo, Carlo Borromeo, Cart Time, Cristallo Odescalchi, Flaminia Barosini, Foil Skis, Lirai, Lucia Odescalchi, Made Dress Room, Masel, Maurizio Galimberti, Virginio Andreani, Petrini Gioielli, Gruppo Giardini. Durante la manifestazione Marco Masella, Presidente della Scuola di Palo Alto ha consegnato il premio “Positive Business Award” all’Ambasciatore Antonio Morabito. Inoltre va menzionata la presentazione dell’Associazione Epics “Emotion from Italy” di Antonella Ferrari, che ha fatto assaporare agli ospiti le eccellenze della cucina italiana.

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Italian young businessmen the chance to show and appreciate their craftsmanship quality in various sectors, such as fashion, design, art, jewelry and objects. A good initiative in order to give the opportunity to promote their own brands abroad through an international showcase. The brands that participated in the initiative were: Alex Ball, Allure Luxury management, Anita Bassetti, Angelica Romeo, Carlo Borromeo, Cart Time, Cristallo Odescalchi, Flaminia Barosini, Foil Skis, Lirai, Lucia Odescalchi, Made Dress Room, Masel, Maurizio Galimberti, Virginio Andreani, Petrini Gioielli, Gruppo Giardini. During the event, Marco Masella, President of “Scuola di Palo Alto”, awarded H.E. Antonio Morabito, the Italian Ambassador in the Principality of Monaco, with the “Positive Business Award”. Furthemore, it must be mentioned the presentation of Antonella Ferrari’s “Associazione Epics - Emotion from Italy”, that has offered to the event’s guests Italy’s culinary delicacies.





APPUNTAMENTI

Lombardia

Food for Soul: IL REFETTORIO AMBROSIANO A Expo 2015 si fondono la solidarietà e il genio dei grandi chef Elena Ciulla

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l cibo sazia l’anima, dà piacere e conforto allo spirito. Da un’iniziativa dello chef stellato Massimo Bottura e di Davide Rampello, curatore del Padiglione Zero di Expo Milano 2015, in collaborazione con la Curia Arcivescovile di Milano e la Caritas Ambrosiana, nasce il progetto del Refettorio Ambrosiano. Uno spazio di accoglienza per i più bisognosi, dotato di 96 posti a sedere, dove il “buono” e il “bello” si legano armoniosamente dando vita ad una mensa che va oltre i suoi stessi connotati. Un luogo ricco di arte e bellezza, che sottolinea il diritto di ogni persona ad avere una vita dignitosa. Il Refettorio Ambrosiano avrà sede nel quartiere Greco e, a partire da maggio, 40 tra i migliori chef del mondo ideeranno e prepareranno piatti provenienti dagli scarti alimentari dei padiglioni dell’Expo, seguendo il rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza alimentare. Gli avanzi verranno elaborati in piatti di alto livello grazie al genio e alla maestria degli chef. L’idea è stata ben accolta dell’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, il quale ha affermato che tale iniziativa ci aiuta ad equilibrare l’esperienza del bisogno, partendo dal bisogno più radicale: quello del cibo. “Anche gli animali - ha spiegato il cardinale - hanno bisogno di mangiare, ma solo l’uomo ha inventato l’arte culinaria. Ciò sta a dire che l’uomo opera sempre un passaggio dal bisogno al desiderio. E lo fa attraverso il bello, che non va mai disgiunto dal buono”. Un gesto fortemente simbolico di denuncia in un’era in cui tonnellate di cibo vengono sprecate. Per Bottura perdere la

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Davide Rampello Andrea Berton Davide Oldani Monsignor Bressan Massimo Bottura

Refettorio Ambrosiano, Progetto di Ristrutturazione, Politecnico di Milano (© Caritas Ambrosiana)

cultura del cibo significa perdere la propria identità e la propria dignità. Seguendo questo proposito, lo chef si focalizzerà su un alimento quotidiano: il pane. La ristrutturazione della mensa sarà curata dal Politecnico di Milano e gli ambienti saranno impreziositi da opere d’arte create per l’occasione da artisti contemporanei come Cucchi, Benvenuto, Nannucci, Paladino e Penone. Nell’ampio salone centrale saranno disposti 12 grandi tavoli realizzati da noti designer quali Bellini, Cerri, Cibic, De Lucchi, Iacchetti, Lissoni, Mendini, Novembre, Origoni, Pesce, Rota, Terry, Thun e Urquiola. Il refettorio verrà gestito dalla Caritas e continuerà a funzionare anche dopo l’Expo. Una cosa è certa: il Refettorio Ambrosiano sarà un’iniziativa unica nel suo genere, in cui il cibo nutre il corpo e l’anima.

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I sistemi per la ventilazione e posa delle coperture hanno trovato applicazione nella riqualificazione del complesso dei Tolentini a Venezia, oggi sede dell’Istituto Universitario di Architettura L’Italia, dal ricco patrimonio architettonico e artistico, terra di inventori, poeti e non solo. Oggi, patria di aziende giovani, dalle grandi potenzialità che, incuranti della crisi, puntano alla qualità, all’efficienza energetica ed a ridare dignità al settore edile. L’Aertetto, azienda trevigiana, ne è sicuramente un esempio. Realtà giovane del panorama italiano ma forte al suo interno di una pluriennale esperienza nel settore delle costruzioni, nasce qualche anno fa con l’acquisizione del brevetto di un sistema di supporto per coppi di copertura. Ideato da un ingegnere locale, e migliorato dal team di tecnici dell’Aertetto, il sistema Aercoppo è il primo passo dell’azienda verso un’ambiziosa missione: rivoluzionare il mondo delle coperture. Semplificandolo però, grazie all’occhio esperto di chi ha pratica di edifici efficienti e di pregio, e conosce le problematiche che insorgono nella loro esecuzione. Spesso non diamo la giusta importanza alla realizzazione delle coperture, eppure sono fondamentali nell’edificio. L’utilizzo del sistema Aercoppo, costituito da 3 elementi principali (griglia di partenza, supporto porta coppo ed elemento di colmo aerato), permette di avere una camera d’aria lungo tutta la falda, tale da garantire un’efficace ventilazione naturale del manto. Questa caratteristica, va ad apportare sensibili benefici, sia in clima estivo che invernale, oltre che aumentare la vita dei coppi o tegole che lo costituiscono. Il sistema ha, inoltre, altri due grossi pregi: la leggerezza e l’adattabilità. Qualità che ben si sposano, nel Bel Paese, con la peculiarità della nostra compagine edilizia, per lo più di stampo storico. I sistemi dell’Aertetto, in più di una occasione, hanno offerto una soluzione valida alla difficoltà di assicurare ai posteri le bellezza architettoniche, senza venir meno alle attuali esigenze di comfort interno degli ambienti e di sicurezza fondamentali, oggi, per goderne appieno. È il caso di quanto accaduto di fronte ai lavori di recupero e consolidamento dello storico complesso edilizio dei Tolentini a Venezia, oggi sede dell’Università IUAV. L’edificio, collocato nelle vicinanze di Piazzale Roma, era originariamente un antico convento seicentesco. Dopo

diverse variazioni di destinazione d’uso, è stato occupato nel 1962 dallo IUAV, la celebre Facoltà di Architettura di Venezia. Nel 2011, è stato necessario avviare una importante riqualificazione dell’ala sud del complesso, un tempo destinata al refettorio conventuale (attuale aula magna) e alla biblioteca dei frati teatini. Il progetto era articolato secondo due grandi obiettivi: da un lato il restauro e la conservazione dell’intero involucro edilizio, adeguandolo a criteri di risparmio energetico, e dall’altro la radicale infrastrutturazione impiantistica degli spazi interni per attrezzare al meglio la nuova biblioteca. In questa ottica, massima attenzione è stata dedicata alla copertura, senza dubbio uno degli elementi cardine del progetto. Composta da un tetto a 3 falde a padiglione, realizzato essenzialmente in tavelloni, poggiati alle splendide capriate lignee del seicento, sui quali erano posati direttamente i coppi, necessitava sia di garantire un corretto isolamento, sia di mantenere le forme del tetto originale, sia di mantenere spessore contenuto, in modo da rispettare i vincoli storici ed estetici, rispetto agli edifici circostanti. Era necessario, pertanto, un sistema che garantisse l’adeguata ventilazione del manto di copertura, ma che non andasse a caricare troppo sulla struttura sottostante, limitando inoltre le quote altimetriche soggette a vincolo. L’utilizzo del sistema Aertetto si è rivelato essere la soluzione ottimale in un intervento così delicato. Infatti, ha consentito di ottenere un’efficace ventilazione sottomanto, aumentando il comfort degli spazi sottostanti e la durata degli elementi di copertura. Questa elevata capacità prestazionale ha consentito di recuperare e riutilizzare i coppi antichi fatti a mano, ancora in buone condizioni, integrandoli con elementi nuovi in un mix equilibrato sia dal punto di vista estetico che prestazionale. Un successo su tutta la linea.

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MODA

Color marsala e abiti chemisier: ecco le TENDENZE PER IL 2015 Marsala dull-red and chemisier cloths: HERE THE TRENDS FOR 2015 Claudia Piccoli

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Istituto Pantone, rinomato centro di ricerca sul colore ha eletto colore dell’anno il marsala. Se lo scorso anno la massima autorità in tema di colore aveva proclamato tinta dominante del 2014 l’orchidea

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he Pantone Institute, well-known color’s research center, has nominated as color of the year Marsala dull-red. If last year the most important “color-related” authority elected radiant orchids as dominant color for 2014, in 2015 the most trendy color seems to be Marsala, a warm and dull kind of red, ideal for women’s clothing. This color is definitely chic and reminds of that red wine, which whom takes its name, and it perfectly fit not only Mediterranean brunettes, but also blonde and red-haired women. However, it is not easy to make it match with other colors, remaining linked especially to elegant and sophisticated circumstances or, at least in an office

Those who love to be chic will be spoilt for choice with warm and graceful nuances and essential features 18



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raggiante, nel 2015 il colore più di tendenza sembra essere il marsala, caldo e femminile, definibile come un bordeaux un po’ bruciato. Tonalità decisamente chic, ricorda il colore del vino da cui prende il nome e si adatta facilmente alle more mediterranee e, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, dona soprattutto alle bionde e alle rosse. Non è tuttavia facile abbinarlo ad altri colori, e si presta più soprattutto a look eleganti e sofisticati, o al più da ufficio, riuscendo a essere sensuale e mai scontato, ma allo stesso tempo discreto e di classe. Insomma, assolutamente consigliato. Suggeriamo, in inverno, di abbinare cardigan,

Chi ama essere chic non ha che da sbizzarrirsi tra nuance calde e femminili e abiti dalle linee essenziali camicette e top marsala a pantaloni e gonne color cammello e mattone per un look da giorno, o in ecopelle nera per un look da sera, insieme ad accessori oro e geometrici. In estate invece si sposa perfettamente alle tonalità beige e avorio. Va altresì evitato negli outfit casual e sportivi (a quelli è meglio riservare tinte pastello e più accese). E se da almeno quindici anni a questa parte la moda sembra volersi rifare a tendenze passate, il 2015 sembra voler segnare il ritorno dello chemisier, capo pratico e versatile che spopolava negli anni ‘70. Abito dalla linea essenziale, riprende la foggia di una camicia maschile oversize, con bottoni che caratterizzano anche la parte della gonna. Si presta per look casual e, con i dovuti accorgimenti, alle occasioni più eleganti. Quest’anno è proposto in innumerevoli varianti: ampio o aderente, largo o stretto in vita, con o senza cintura, a maniche corte, lunghe, a tre quarti o anche smanicato; corto, lungo fino al ginocchio, o ancora più lungo in una versione simile al kaftano. Per un look da giorno è consigliabile in fantasie vintage o retrò, sdrammatizzato da tronchetti e biker, e coperto da un chiodo in ecopelle. Per la sera meglio optare per un capo corto, non troppo accollato e dalle tinte pastello, abbinato a décolleté con tacchi a spillo. Se si é in piena estate il look ideale è senz’altro uno chemisier ampio color beige o kaki accompagnato da sandali da gladiatore.

and desk work environment, managing to be sensual and unexpected, yet discreet and classy. Therefore, it is absolutely recommended. We suggest, during winter, to wear it along with a cardigan, blouses, Marsala dull-red tops and chestnut brown pants skirts for the daytime; eco-leather for the nighttime, along with gold and geometric-shaped accessories. In summertime, it definitely matches with beige ad ivory-like colors. However, it is not a good idea wearing Marsala dull-red for casual occasions, since pastel-like and bright colors fit much better. Furthermore, in recent years, fashion seems to go back to past trends and 2015 is putting back at the top the use of chemisier, practical and versatile cloths loved during the ‘70s. Chemisier shows essential and man-like shirt features, with buttons even on the rubber section. It is perfect for casual look and, in certain circumstances, for chic moments as well. This year, chemisier comes in several variations: wide, slim-fit, large, tight around the waist, with or without belt, with long or short sleeves, short, long to the knees, or even as long as a caftan. During the daytime, we recommend it with a vintage-like design, keeping it simple and with eco-leather nails. During the nighttime, we recommend you to wear it along with short cloths characterized by pastellike colors and high-heels décolleté. Finally, during summertime, the best solution is a large beige or kaki-colored chemisier with gladiator-like sandals.

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DISCOVERY

I MAGI ALLA CORTE DI EUSTORGIO Secondo la leggenda, la basilica contiene i resti dei Re d’Oriente portati a Milano dal suo vescovo nel 344 d.C. Francesco Colamartino

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el 344 d.C Eustorgio, vescovo di Milano, torna da Costantinopoli con un grosso sarcofago di marmo trainato da due vacche. Arrivati a un certo punto i due animali si fermano e non vogliono più muoversi. Eustorgio capisce subito che si tratta di un segno divino. Ma cosa contiene quel sarcofago? Il carico, dirà più in là la leggenda, è di tutto rispetto. Si tratta infatti delle spoglie dei Re Magi, che Eustorgio aveva ricevuto in dono da Elena, la potente madre

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dell’imperatore Costantino. Così in quel punto in cui le vacche si sono fermate, il vescovo decide di edificare una chiesa. Quella che oggi è la Basilica di Sant’Eustorgio, sul cui campanile trecentesco svetta la stella dei Re d’Oriente, simbolo che torna più volte all’interno della chiesa. Nel 1164 scese a Milano dalla Germania il cancelliere-vescovo Rinaldo di Dassel, il quale, su ordine di Federico Barbarossa, trovò i sacri resti e li portò all’imperatore. I Magi erano infatti i primi re riconosciuti dallo stesso Cristo e possedere


i loro resti equivaleva ad apparire come i legittimi discendenti della più sacra regalità imperiale, in un momento in cui Papato e Impero erano ancora contrapposti nella lotta per le investiture. I tentativi di recuperare le reliquie dalla Germania si protrassero fino al 1903, quando il vescovo di Milano, Andrea Ferrari, riuscì a ottenere pochi frammenti ossei, subito ricollocati all’interno della basilica, in uno scrigno visibile nel muro, e non nell’enorme e vuoto sarcofago tardo-imperiale che si trova in fondo alla chiesa, erroneamente denominato Sepulcrum Trium Magorum. Uscendo dalla chiesa, nello slargo a pochi passi dall’ingresso, c’è la scultura di un uomo in piedi con una grossa spada conficcata nel cranio.

È Pietro da Verona, primo martire dell’Ordine dei Domenicani, ucciso in un agguato da un sicario che agiva per conto di un gruppo di eretici catari in quanto capo dell’Inquisizione lombarda, che nei primi anni del 1200 si era particolarmente accanita sui catari e che ebbe proprio nella basilica la sua sede, tanto che in quello stesso slargo, anni dopo, verranno bruciate al rogo le presunte streghe. La scena dell’uccisione è raffigurata in un affresco del pittore rinascimentale Vincenzo Foppa nella quattrocentesca Cappella Portinari posta sul retro della basilica. Qui si può ammirare anche un altro affresco del Foppa, noto con il nome di Madonna con le Corna. La leggenda legata a questo strano dipinto vuole che, durante la messa celebrata da San Pietro Martire, il Diavolo abbia provato a tentarlo assumendo le fattezze della Madonna ma, nella fretta, non abbia completato la trasformazione, lasciando ancora visibili le corna. E, quando il santo se ne accorse, lo scacciò con un’ostia. Ma i misteri non finiscono qui. Sotto il pavimento della chiesa si trovano le tombe del cimitero precristiano e paleocristiano, il Cimitero dei Martiri, dove è possibile osservare la lapide dell’ “Orante di Sant’Eustorgio”, che raffigura un giovane che prega con le braccia alzate come facevano i primi cristiani, e quella con l’epigrafe dedicata all’ “Esorcista Vittorino”.

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GREEN ECONOMY

Il RIUSO del CIBO e la sua doppia vita Marina Manuela Sotgiu

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li alimenti sono un bisogno primario dell’uomo e, oltre ad essere disponibili a sufficienza, devono essere di qualità, diversificati e accessibili economicamente. La produttività agricola, in termini di rendimento delle colture, si è intensificata notevolmente, tuttavia, i moderni metodi di produzione (monocolture, irrigazione massiva, etc.) hanno comportato costi ambientali elevati, non risolvendo il problema del giusto approvvigionamento alimentare, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Nell’ultimo ventennio inoltre, stiamo assistendo allo sfruttamento intensivo dei terreni agricoli per monocolture ai soli fini

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energetici. Inoltre, va ricordato che il cibo che finisce sulle nostre tavole è solo una piccola parte di quello prodotto. In Europa si stima che circa un terzo degli alimenti che vi sono prodotti non siano consumati. È tuttavia possibile un’altra strada, più sostenibile. Quella del recupero degli scarti alimentari, sia per produrre fertilizzanti e reintrodurli così nella catena alimentare, sia per produrre biogas e biofuel, sia come materie prime, per nuove plastiche “ecologiche”. Ecco allora che i nostri scarti alimentari possono avere una nuova vita, e anzi diventare nuovamente risorse preziose per tutti. È il caso di alimenti come gli olii, scarti della ristorazione, che grazie ad impianti a



GREEN ECONOMY

cogenerazione in grado di trattare i rifiuti organici, diventano fonte per produrre elettricità e calore. In altri casi, invece, il cibo può essere un vero e proprio surrogato della benzina. In Gran Bretagna, ad esempio, succede con il cioccolato. In un sito industriale, di proprietà della Nestlé nel Newcastle, che produce cioccolato, chewing-gum e caramelle alla frutta, da un paio d’anni i residui di produzione finiscono in un impianto di metanizzazione. Circa 1.200 tonnellate di scarti di cacao e acque sporche di lavorazione vengono scaldate e “digerite”, ogni anno, da appositi batteri, così da produrre il prezioso biogas, poi trasformato in energia da riutilizzare nei processi di produzione. In altri casi, invece, dal cibo si creano nuovi materiali. Per esempio, il Centro di Innovazione della Goodyear Tire & Rubber Company, sta studiando come trasformare la lolla di riso (residuo di difficile smaltimento) in pneumatici, mettendo a punto un battistrada in grado, addirittura, di ridurre il consumo di carburante. Ad Honk Hong, un team di scienziati della City University sta sperimentando nuove tecniche per convertire alcuni residui organici urbani in grafene. Anche in Europa, sono tante le ricerche finalizzate a riutilizzare questa tipologia di scarti per estrarre componenti fondamentali a realizzare plastiche e vetri ecologici. Facciamo girare l’economia verde, il cibo è una risorsa a 360°.

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La sostenibilità ambientale passa anche attraverso il recupero degli scarti alimentari, per produrre fertilizzanti, generare biogas e biofuel, creare nuove plastiche “ecologiche”



EVENTI

Umbria

IL FESTIVAL DEI DUE MONDI SPOSA LA DOLCE VITA La 58esima edizione della kermesse di performing arts, che sarà presente anche all’Expo tra gli ambasciatori d’Italia, si concluderà a Spoleto con un concerto finale in mondovisione Carlo Timio

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foto di Silvia Lelli

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l Festival dei Due Mondi, iniziato quasi sessant’anni fa con u n’ i nt u i zione del Maestro Gian Carlo Menotti, è tutt’oggi un evento culturale di caratura mondiale tra i più seguiti e amati dal pubblico. L’idea di creare un ponte artistico tra il vecchio Continente e gli Stati Uniti che esaltasse l’arte in tutte le sue declinazioni conferì alla manifestazione una fama a livello planetario. I più grandi personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo, cultura, arte, danza, oratoria, cinema, pittura, lirica sono passati per il Festival di Spoleto portando lustro e prestigio. Quest’anno la kermesse, che ha luogo dal 26 giugno al 12 luglio, presenta tra le varie novità, un paio di colpi di scena: il primo è un concerto-evento che vuole essere un omaggio alle colonne sonore italiane denominato La Dolce Vita The Music of Italian Cinema, e il secondo è il concerto di chiusura del Festival che si terrà in mondovisione. Nel primo verranno riprodotte le musiche di 8 ½, La Dolce Vita, Amarcord, Il Postino, il Gattopardo, Nuovo

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Jeffrey Tate Orchestra Giovanile Italiana - Scuola di Musica di Fiesole



foto di David Herrero

foto di David Herrero

Ballet du Capitole de Toulouse - La Bella Addormentata

appassionati della danza invece non potranno che gioire dalla presenza di Sara Baras, ballerina spagnola di flamenco, che porta in scena lo spettacolo Voces. Altra novità in esclusiva italiana è lo spettacolo Dans le pas de Noureey, il Ballet du Capitole de Toulouse, con la direzione artistica di Kader Belarbi. Ennesima novità per questa edizione è la promozione degli eventi in chiave turistica, exclusive experience, con un’offerta integrata che permette di vivere in una dimensione esperienziale, un viaggio genuino

foto di Jullete Valtiendas

Cinema Paradiso e La Vita è Bella, eseguite dalla Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Steven Mercurio. Il secondo riguarda il concerto finale in cui si esibirà l’Orchestra giovanile italiana della Scuola di Musica di Fiesole, con la conduzione del direttore d’orchestra Jeffrey Tate. Altre novità sono rappresentate dalla collaborazione con il Ravenna Festival e con il Teatro Coccia di Novara, per la realizzazione dell’opera Così fan tutte di Mozart, la storia di una scommessa sulla fedeltà femminile. Gli

Voces Suite Flamenca

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e autentico in cui la passione per il teatro, la musica e la danza, si fonde con l’amore per la natura, i paesaggi, l’arte e l’architettura. Tale iniziativa nasce da una collaborazione con la Società Cooperativa Sistema Museo. E per finire va menzionata la partecipazione del Festival dei due Mondi a Milano tra gli ambasciatori dell’Italia all’Expo, poiché tale manifestazione è stata di recente considerata dal ministro della Cultura Dario Franceschini come un punto fermo della cultura italiana. foto di Jullete Valtiendas

Kader Belarbi

Voces Suite Flamenca


Gioielleria Menghini Claudio Piazza Kennedy, 12 - Spello (Pg) t. 0742 652295 www.menghinigioielli.it info@menghinigioielli.it Fb: GioielleriaClaudioMenghini.it

La gioielleria Menghini, situata nel centro storico di Spello, è nata nel 1981 e si è subito affermata come luogo prestigioso dove il gioiello prende forma e diventa arte. Claudio Menghini e sua moglie Vilma offrono ai clienti la possibilità di scegliere fra una vasta gamma di gioielli, orologi di ditte prestigiose ed argenterie delle migliori marche. Ma il loro è anche un laboratorio orafo capace di creare, trasformare, interpretare e realizzare sogni, soddisfacendo qualsiasi esigenza, dalle più semplici riparazioni alle più impegnative creazioni artistiche. Gentilezza, professionalità e disponibilità hanno permesso alla gioielleria Menghini di ottenere il riconoscimento e l’apprezzamento di una clientela sempre più numerosa ed esigente.


AGENDA NEWS

Assisi

Mostra: “Francesco: tracce, parole, immagini” Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco Fino al 31 Maggio

a cura di Laura Patricia Barberi

San Terenziano di Gualdo Cattaneo “Porchettiamo” - Festival delle Porchette d’Italia 15-17 Maggio

Per la prima volta in Italia, ad Assisi, i più antichi e preziosi manoscritti riguardanti San Francesco saranno in mostra presso il Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco. I manoscritti, appartenenti al XIII e XIV secolo, saranno esposti in maniera unitaria e renderanno viva la memoria storica e religiosa della vita del poverello d’Assisi. La mostra è visitabile tutti i giorni con orario dalle 10.00 alle 17.00.

Protagonista di questo evento uno dei cibi più gustosi e antichi della tradizione gastronomica italiana: la porchetta. I migliori produttori di porchetta si danno appuntamento in Umbria per una tre giorni dedicata alla regina del cibo di strada, in abbinamento alle Birre Artigianali, selezionate da Fermento Birra e ai vini della Strada del Sagrantino. Un percorso gastronomico tra Umbria, Toscana, Lazio, Marche, Emilia Romagna, Calabria e Sicilia. www.porchettiamo.com

Narni

Perugia

Gubbio

Mostra “I Dinosauri e la storia della loro estinzione” Monastero di San Benedetto Fino al 17 Maggio

Protagonisti dell’esposizione, gli esemplari dei fossili di dinosauri a grandezza naturale, gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud America e dalla Patagonia in particolare. La mostra offre una panoramica sull’evoluzione dei dinosauri partendo dai più antichi conosciuti, come i piccoli Eoraptor Lunensis o le uova di dinosauri con nidi di piccoli Mussaurus Patagonicus. www.dinosauriagubbio.com

Foligno

Manifestazione Storico “Corsa all’Anello” Fino al 10 Maggio

Perugia Comics Centro Espositivo Rocca Paolina CERP 16-17 Maggio

Young Jazz Festival 15 Foligno: Terrazza Liberty Foligno e Parco dei Canapè - Cantina Scacciadiavoli 20-24 Maggio

La Corsa all’Anello è una delle manifestazioni che più di altre ha ricercato i collegamenti con la propria tradizione storica. La festa quale ricostruzione degli eventi in onore del Beato Giovenale nell’anno 1371, è caratterizzata da numerose manifestazioni. Si inizia con la lettura del Bando che dà il via all’apertura delle Taverne, seguono l’Offerta dei Ceri, Le Giornate Medievali, la Corsa all’Anello Storica e il Corteo Storico. www.corsaallanello.it

Per la terza edizione di Perugia Comics aumenteranno il numero degli stand e sarà possibile ammirare il lavoro dei seguenti artisti: Luigi Corteggi - il pittore elegante prestato al fumetto. Uno dei maggiori grafici editoriali italiani. Paolo Eleuteri Serpieri, monografica sul pupillo di Guttuso prestato al fumetto. In anteprima assoluta le tavole del suo Tex. Francesco Biagini monografica sul suo talento. Fabrizio Ravanelli, l’uomo divenuto campione, le tavole della graphic novel sul calciatore. Da 40 anni mister no - omaggio al primo eroe moderno del fumetto italiano. www.perugiacomics.it

Young Jazz si appresta a tuffarsi nel suo secondo decennio. Guano Padano, Teho Teardo e Franco D’Andrea sono i primi tre nomi del ricco cartellone di importanti artisti italiani ed internazionali ospiti quest’anno al undicesima edizione di Young Jazz Festival. La manifestazione è dedicata alla musica delle “nuove generazioni” e di “nuova generazione”.

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Montefalco

Spoleto

Mostra personale di Micaela Lattanzio “Fragmenta_retrospezioni visuali” Ma’ Showrooom gallery Fino al 21 Maggio

Mostre di Patrick Dalli, Li Xiangyang e “Close-up” (mostra antologica) Palazzo Collicola Arti Visive Fino al 31 Maggio

Fragmenta_retrospezioni visuali rappresenta una panoramica incentrata sulla nuova produzione espressiva della Lattanzio che sperimenta il suo linguaggio concentrando la sua ricerca sulla frammentazione dell’identità. I lavori, composti su supporto cartaceo, sono il frutto di un minuzioso ritaglio manuale laddove l’immagine si trasforma in un intricato mosaico.

Patrick Dalli, uno dei migliori artisti maltesi per talento e qualità progettuale. Nella sua pittura ci sono i colori di Malta oltre che nei toni cesellati dei nudi pittorici. Li Xiangyang è un artista cinese, formatasi nel solco finale delle tradizioni maoiste, quando il mercato si apriva al progresso. Il suo stile può essere definito nomade: simbolo di fusione benevola tra Occidente e Oriente. Close Up racconta la pittura italiana, quella nata subito dopo la Transavanguardia. Un viaggio visivo dalla doppia anima.

Orvieto

Perugia

Città di Castello “Au rendez-vous des amis”

Convegno internazionale & esposizione e mostra fino al 4 ottobre Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione BURRI, Ex Seccatoi del Tabacco

26-27 Giugno

La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello sta organizzando una serie di manifestazioni artistiche per il Centenario della nascita del Maestro Alberto Burri. Tra esse, l’evento “Au rendez-vous des amis”, un Convegno-Mostra Internazionale che vedrà la partecipazione diretta di artisti attivi in Europa sui grandi temi dell’arte contemporanea. Contemporaneamente ci sarà una mostra esemplare del lavoro degli stessi artisti invitati. Il pubblico potrà iscriversi on-line. info: centenario@fondazioneburri.org

Foligno

Festa della Palombella 24 Maggio

Last Time - Mostra di Giuliano Giuman

CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea Ivan Themier – Il sentimento del Tempo Fino al 26 Luglio

La “Palombella” è una tradizionale festa orvietana popolare che si svolge nel giorno della Pentecoste. Durante l’evento, una colomba percorre un tragitto sospeso in aria e approda in un apposito baldacchino posto all’entrata del Duomo. Si riproduce così simbolicamente, la discesa dello Spirito Santo sulla terra in questo evento religioso molto sentito dai cittadini e che ha un’antica tradizione. La manifestazione è anche seguita dal Palio della Palombella. Nel pomeriggio dello stesso giorno, Orvieto offre ai suoi visitatori anche il Palio dell’Oca.

In occasione dei 50 anni di attività di Giuliano Giuman, Perugia tributa all’artista una grande mostra. Last time è una finestra aperta sulla produzione attuale dell’artista. Last time, appunto: l’ultima volta creativa in ordine di tempo, ma anche l’ultima mostra ordinata dall’artista nella sua città. Last time documenta l’ispirazione di Giuliano Giuman che decide di confrontarsi in modo inusuale con temi archetipici dell’umanità di tutti i tempi. Per informazioni telefonare a Sistema Museo al 199151123.

La mostra di Ivan Themier comprende l’esposizione di 6 stele in bronzo di grandi dimensioni nonché di 15 giganteschi obelischi in bronzo realizzati dall’artista dagli anni ’70 al 2015. E’ esposto inoltre il basamento del monumento ai diritti dell’uomo collocato a Parigi in Champ de Mars e 35 sculture e bozzetti sempre in bronzo e una grande testa di medusa contenuta in uno scudo di terracotta.

Galleria Nazionale dell’Umbria, Università per Stranieri, Museo dell’Accademia di Belle Arti Fino al 7 Giugno

www.centroitalianoartecontemporanea.com

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Da maggio nel nostro Salone Oi/Refresh Bellezza Assoluta per i tuoi capelli



FAI

IL FONDO AMBIENTE ITALIANO a difesa della natura e della storia

Bosco di San Francesco d’Assisi

a cura di Mario Timio Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) promuove la salvaguardia della natura e dell’ambiente realizzando attività di recupero di primaria importanza. É presente in situazioni di criticità ambientale e di degrado storico. L’intervista all’Avvocato Nives Tei, presidente FAI della Regione Umbria, è finalizzata a diffondere e/o allargare attraverso la sua autorevole esperienza la conoscenza del FAI e della sua funzione nella società italiana. Avvocato Tei, iniziamo con il chiederle quali sono le origini, la finalità e la mission del FAI. “Il FAI, Fondazione nazionale senza scopo di lucro, da 40 anni cura in Italia luoghi speciali per le generazioni presenti e future; promuove l’educazione, l’amore, la conoscenza e l’apprezzamento per l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione; vigila sulla tutela dei beni paesaggistici e culturali, nello spirito dell’articolo 9 della Costituzione. Sono cinquanta tra castelli, ville, abbazie, botteghe storiche, boschi e aree naturalistiche i luoghi donati o affidati al FAI perché se ne prenda cura e li tuteli”. I vostri cinque principi ispiratori: conoscenza, concretezza, coerenza, indipendenza, qualità fino a che punto vi permettono di “forare” la realtà

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ambientale per risolverne i problemi e come si collocano nell’ambito delle istituzioni non sempre attente al degrado che ci circonda e in qualche caso ci sommerge? “Il FAI crede moltissimo nei cinque principi ispiratori e grazie a questi la Fondazione ha ottenuto nel corso degli anni, da parte dei suoi interlocutori, riconoscimenti e autorevolezza. È stato un percorso molto faticoso e impegnativo che però ha dato i suoi frutti. Riguardo alle tematiche ambientali, che aprono scenari di problematiche e possibilità davvero vastissimi, la Fondazione si pronuncia solo dopo aver approfonditamente valutato ogni singolo caso con l’ausilio di persone competenti in materia. Riteniamo della massima importanza tenere presente chi siano i nostri interlocutori e agire confrontandoci con le autorità competenti e le Soprintendenze preposte”. Reputo che l’attività più visibile del FAI sia la ricerca e la sistemazione di siti architettonici e naturalistici abbandonati, sepolti e degradati. Con quali mezzi, oltre alle segnalazioni spontanee, vi prendete cura dei mali della natura, in quell’immenso “ospedale da campo” che è l’ambiente, la storia e l’arte che l’uomo è riuscito a violentare in molte componenti? “Come già ricordato, uno dei punti della mission del FAI è la sensibilizzazione nei confronti del


grande patrimonio d’arte e di natura che ci circonda. Promuovere l’educazione e la conoscenza dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storicoartistico ci aiuta a prevenire ed a intervenire nel caso di situazioni di degrado. É, inoltre, di grande rilevanza il lavoro dei volontari del FAI a livello locale. Un altro strumento che la Fondazione attiva è sicuramente il censimento dei Luoghi del Cuore, svolto in collaborazione con Intesa San Paolo, del quale si è recentemente conclusa la settima edizione che ha registrato oltre 1.600.000 segnalazioni pervenute grazie anche all’impegno di comitati spontanei locali”. Quali sono i mezzi di diffusione che utilizzate per farvi conoscere dalla popolazione? “La maggiore diffusione della conoscenza della Fondazione è data dai canali web e social e dagli spazi che anche la televisione - sia nazionale che privata - ha dedicato all’attività del FAI. Oggi il Fondo è presente su tutti i maggiori social; solo il sito delle Giornate FAI di Primavera, recentemente conclusesi, ha contato nell’arco di due settimane su circa 1 milione di visitatori. Altro veicolo importante sono gli articoli apparsi sulla stampa nazionale e locale e sui maggiori periodici”. Una domanda molto personale. Qual è stata la molla che l’ha spinta ad abbracciare così tenacemente i principi del FAI fino a farle raggiungere elevate posizioni di responsabilità come appunto la Presidenza regionale? “Ho avuto la fortuna di avere dei genitori meravigliosi che mi portavano a visitare musei e mostre e a scoprire abbazie, castelli, siti archeologici. Da entrambi ho imparato l’amore e l’orgoglio di appartenere al nostro Paese. Al Liceo è accresciuto il mio interesse per la Storia dell’Arte. È stato naturale per me iscrivermi alla sede FAI di Roma e poi di Perugia, ove ho guidato per alcuni anni la locale delegazione. Considerati i risultati ottenuti, mi è stata proposta la Presidenza Regionale che sto reggendo con l’entusiasmo di sempre. Vorrei aggiungere che sono stata sempre convinta di avere un debito verso il mio Paese. Mi ha cresciuta, mi ha formata, mi ha istruita; nel mio DNA - come in quello di tutti gli italiani - vi è un innato senso del bello grazie a tutti i tesori di cui l’Italia è ricca: adoperarmi per la loro conservazione e valorizzazione mi pare sia il minimo che io possa fare per ringraziare e cercare, almeno in parte, di sdebitarmi”.

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CASTELLI

LA ROCCA DI ALVIANO e la caccia ai fantasmi Alessia Mencaroni

L

a Rocca di Alviano, in puro stile rinascimentale, dopo la ricostruzione voluta da Bartolomeo d’Alviano nel 1495, che la sottrasse alle pretese delle vicine città di Todi e di Orvieto, offre al suo interno elementi di intenso pregio architettonico, come il cortile a

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pianta quadrata, circondato da archi a tutto sesto. Nata dalle fondamenta di un primitivo nucleo fortificato, l’imponente Rocca fu ricostruita dopo che il vecchio castello era stato distrutto. La struttura fu innalzata come una sontuosa residenza baronale a somiglianza del

castello di Bracciano; Bartolomeo, che era solito trascorrervi brevi periodi di vacanze, vi mise tutta la sua esperienza di militare, fortificandola nei punti strategici secondo i principi della nuova architettura militare ideata da Leon Battista Alberti. Nel 1500 la possente fortezza


Il Castello di Alviano è infestato dai fantasmi? La risposta non può essere data concretamente, ma di certo è un luogo pieno di fascino e con una sua speciale magia

divenne la sede di una fonderia di cannoni tra le più importanti nell’Umbria, ma con il passare degli anni la Rocca perse la sua importanza militare e passò di proprietà in proprietà fino al 1654 quando fu acquistato all’asta per 265.000 scudi da donna Olimpia Maidalchini,

patrizia romana, moglie di Panfilio Pamphilj, considerata come la donna più ricca dell’epoca ma che morì di peste nel 1657. A pianta trapezoidale, circondata dal nucleo abitativo, la possente rocca fu realizzata tenendo conto sia della primordiale struttura, della quale furono utilizzate

le fondamenta e alcune torri, sia dell’asperità del terreno. È costituita da quattro torri angolari circolari bastionate, da un nucleo residenziale a tre piani, più attico coperto a falde lignee con manto di coppi, da una porta d’ingresso ornata da un leone e da una testa di medusa. All’interno si trova la cappella gentilizia con affreschi del secolo XVII che illustrano la vita di San Francesco (fu lui stesso ospite nel castello dove vi predicò) e un cortile quadrato perimetrato da archetti che in estate ospita rappresentazioni teatrali. È attuale sede del municipio, di un centro congressi, del Museo della civiltà contadina e del Centro di documentazione dell’Oasi di Alviano. Il succedersi dei diversi proprietari e le vicissitudini militari e storiche del Castello, hanno portato lo scorso maggio il gruppo Giap di Roma (Gruppo Investigazione Attività Paranormali) a svolgere all’interno della struttura una “ghost hunting”, letteralmente una vera e propria caccia ai fantasmi. Munito di strumentazioni avanzate per la registrazione di variazioni ambientali di temperatura e campi elettromagnetici, il team ha esplorato i meandri dell’antico maniero alla ricerca di antiche presenze che hanno abitato le sue segrete, luogo tetro e denso di antiche esperienze. Sia nella Cappella delle Rondini, luogo che conserva affreschi originali raffiguranti alcuni miracoli della vita di San Francesco, ed adibita poi a cella durante la seconda guerra mondiale; sia nei locali inferiori che ospitano oggi il museo dedicato alla figura del celebre Bartolomeo D’Alviano, la sensitiva e le strumentazioni hanno percepito strane presenze.

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ARTE

LE OPERE DI LEONCILLO LEONARDI “Creta, creta mia, materia mia artificiale, ma carica per metafora di tutto ciò che ho visto, amato, di ciò a cui sono stato vicino, delle cose che ho dentro, con cui, in fondo, mi sono, volta per volta, identificato”

Nel 1962, durante la V edizione del Festival dei Due Mondi, per iniziativa di Giovanni Carandente, direttore artistico delle “Arti Visive” del Festival, la città di Spoleto si trasformò in una “città museo” grazie alle “Sculture nella Città”, una mostra/ allestimento a cielo aperto che fu definita dalla stampa internazionale un evento leggendario. Cinquantatrè noti scultori del XX secolo esposero centoquattro delle loro opere nei vicoli, nelle piazze, nelle strade della città in modo da coniugare la bellezza antica e quella moderna. Le opere esposte in quell’occasione furono donate dagli artisti alla città di Spoleto e costituiscono quella che è oggi la collezione permanente di museo Carandente a Palazzo Collicola – Arti Visive che, insieme alla collezione Burri di Città di Castello, costituisce il più importante polo di arte contemporanea della regione. Palazzo Collicola, edificio gentilizio costruito tra il 1717 e il 1730 dall’architetto romano Sebastiano Cipriani, al pianterreno ospita, oltre alla collezione donata da Giovanni Carandente, che annovera opere di artisti italiani e stranieri di fama internazionale (Alexander Calder, Henri Moore, Ettore Colla, Nino Franchina, Pietro Consagra), opere realizzate da artisti appartenenti alla corrente del “naturalismo informale” acquisite attraverso il Premio Spoleto (1953 -1968). Tra i tanti capolavori spicca il nucleo di opere dedicate allo scultore spoletino Leoncillo Leonardi: vi sono compresi

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Foto: Silvio Sorcini

Noemi Furiani

Ritratto di Elsa De Giorgi, Museo Carandente, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto

disegni, sculture, ceramiche e maioliche pervenuti al museo a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Leoncillo Leonardi nacque proprio a Spoleto nel 1915 per trasferirsi poi a Roma nel 1935 dove frequentò l’Accademia di Belle Arti e gli artisti della Scuola Romana seguendo con particolare interesse la figura di Scipione e Mario Mafai. Tra le opere maggiori del primo periodo romano, i “Mostri” mitologici:


Le affinità patetiche, Museo Carandente, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto

Giorni d’estate, Collezione Giovanni Erbacci, Bologna

l’ “Arpia”, “la Sirena”, “l’Ermafrodito”. È quando si spostò ad Umbertide nel 1939 che iniziò a dedicarsi alla ceramica, tecnica che rimarrà una costante nella sua produzione artistica e che gli permetterà di approdare alla sua peculiare identità di colore – materia. Nel 1947 aderì al Fronte Nuovo delle Arti e nel 1949 realizzò la prima importante esposizione alla Galleria del Fiore di Firenze. Dal primo Neo Cubismo, Leoncillo passò a una fase espressionista di grande drammaticità. Nel ’56, in seguito a una profonda crisi ideologica, abbandonò le forme Neo – cubiste e espressioniste per approdare al linguaggio informale allora imperante. Qui l’artista trovò le forme espressive più elevate. Un espressionismo astratto quello di Leoncillo che riesce a raffigurare tutto il dolore senza speranza di un’umanità straziata. Il senso di tragedia che permea un folto gruppo di opere realizzate nella piena maturità dello scultore è già testimoniato nella Galleria spoletina dalla “Grande Pietà”, del 1945, e da “Mutilazione”. I suoi accesi cromatismi e il controllo della materia plastica e degli smalti, lo portarono a risultati di altissimo livello, in cui affronta anche temi spaziali non lontani dalle aperture verso la quarta dimensione di Lucio Fontana. Proprio a quest’ultima fase dell’artista che morì prematuramente a Roma nel 1968, appartengono “Le affinità patetiche” (cm 191,5 x 67 x 40 - cm 188 x 54 x 40), due elementi in terracotta smaltata ingabbiata, montati su basi in

Bombardamento notturno, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma

legno. Il titolo si riferisce alle note Affinità Elettive di G.W.Goethe e viene ritenuta dagli storici dell’arte una delle opere fondamentali di Leoncillo. Datata 1962, l’opera attua in modo magistrale la sintesi tra l’ispirazione intellettuale dell’ artista e la forma plastica astratta. Due figure in cui rivivrebbe nella materia la metafora dell’umana esistenza e del rapporto patetico, cioè appassionato, tra i due sessi.

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I DI-VIN

TEMPL

Antinori nel Chianti Classico: la Cantina in-visibile Alessio Proietti

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n continuità con il numero precedente prosegue il racconto dei luoghi di culto del dio Bacco. Se “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita” è il tema dell’Expo a cui questo special è dedicato, viene spontaneo trattare architetture capaci di non sottrarre energia al pianeta. Se, inoltre, un’opera è in grado di rispondere perfettamente ad ogni necessità

funzionale, riuscendo al contempo ad immettere nel sistema una raffinata energia espressiva senza neppur sottrarre suolo al territorio, allora si è dinnanzi ad una grande opera. Cantina Antinori lo è. Concepita per essere al contempo monumentale ed invisibile, è oggi ancor più visibile agli occhi del mondo: selezionata tra i cinque progetti più rappresentativi

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I

I DI-VIN

TEMPL

realizzati in Europa nell’ultimo biennio per il Premio di Architettura Contemporanea ufficiale dell’Unione Europea indetto dalla Fondazione Mies van der Rohe (premiazione in data 8 maggio 2015, al Mies van der Rohe Pavillion di Barcellona). La memoria mi porta indietro di qualche anno, ad una delle lezioni tenute dal prof. Giovanni Polazzi durante il suo laboratorio di architettura / progettazione architettonica all’Università di Firenze. Polazzi (socio fondatore dello studio Archea insieme a Laura Andreini e Marco Casamonti nel 1988), scorrendo alcune immagini di architetture contemporanee di diversi autori, ci mostrò anche il progetto di una cantina che sarebbe stata realizzata poco distante da lì, nel territorio del Chianti Classico. Ricordo che una monumentale scala elicoidale (nei rendering

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iniziali con texture grigio cemento) attirò l’attenzione di tutti noi studenti. Suscitò poi notevole interesse l’idea di riuscire a realizzare uno stabilimento vitivinicolo polifunzionale di quasi 50.000 mq di superficie edificata, senza voler aggiungere nulla ad un contesto già così armonico. Un progetto ipogeo vocato ad una totale integrazione con l’ambiente, così come desiderato da una committenza colta, radicata nel territorio da 26 generazioni. Recandomi oggi alla Cantina dei Marchesi Antinori, ho la sensazione che i visitatori ripercorrano lo stesso processo conoscitivo ed emotivo degli studenti di quella lezione. Dal parcheggio interrato, punto focale di sguardi e curiosità è la scala elicoidale, vera e propria opera scultoria realizzata in acciaio Cor-Ten. Essa conduce alla hall di ingresso e al


nuovo piano di campagna coltivato a vigneto, che dissimula la copertura. Da questo livello si ha l’immediata sensazione che spazio costruito ed ambiente circostante siano un unicum; si è dentro al Chianti. La volontà di rispettare la terra è tangibile. Ciò si percepisce anche attraverso il modo di produrre il vino. La distribuzione altimetrica dell’edificio asseconda il percorso discendente delle uve (a gravità): dall’arrivo, ai tini di fermentazione fino alla barriccaia interrata, senza l’utilizzo di pompe. I locali sotterranei permettono inoltre di mantenere una temperatura costante di circa 17°C ed un corretto livello di umidità per la produzione del vino, senza dispendio di energia elettrica. Attraverso gli spazi per la lettura e per le esposizioni artistiche, si percepisce poi la vocazione da mecenati

dei Marchesi, che avendo origine fin dal primo Rinascimento, ricorda e prosegue una tradizione antica come quella per il vino. Cantina Antinori coniuga in sé tradizione, territorialità, passione, tenacia, intuizione e innovazione. Una grande opera. Una grande lezione.

Luogo: Bargino, San Casciano Val di Pesa, Firenze Committenti: Marchesi Antinori Progetto Architettonico: Archea Associati (Laura Andreini, Marco Casamonti, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi) Direzione Artistica: Marco Casamonti

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A NEW AGEND

Teatro alla Scala

a cura di Sara Zoppi

Triennale

Associazione Atelier Azzurro

Turandot di Giacomo Puccini 1 - 23 Maggio Orchestra e Coro del Teatro alla Scala Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala

Arts & Foods. Rituali dal 1851 10 Aprile - 1 Novembre

Riccardo Chailly, nuovo Direttore Principale del Teatro e interprete di riferimento del melodramma di Puccini, inaugura il periodo dell΄Expo con questo titolo amatissimo dal pubblico, annunciando alcune linee portanti del suo programma musicale: attenzione all΄opera italiana e in particolare a Puccini, valorizzazione della musica contemporanea, scelta di regie moderne ma rispettose delle volontà d΄autore.

Arts & Foods metterà a fuoco la pluralità di linguaggi visuali e plastici, oggettuali e ambientali che dal 1851, anno della prima Expo a Londra, fino ad oggi hanno ruotato intorno al cibo, alla nutrizione e al convivio. Una panoramica mondiale sugli intrecci estetici e progettuali che hanno riguardato i riti del nutrirsi e una mostra internazionale che farà ricorso a differenti media così da offrire un attraversamento temporale, dallo storico al contemporaneo, di tutti i livelli di espressività, creatività e comunicazione espressi in tutte le aree culturali.

Laboratorio di due ore mattutine per realizzare un progetto personale artistico con diverse tecniche: pittura ad acquarello, acrilico ed olio, scultura, moda, mosaico, jewelry design basandosi sulla tematica principale dell’evento EXPO: “Nutrire Il Pianeta, Energia per la Vita”. E’ gradita la prenotazione all’evento tramite il sito web www.atelierazzurro. org oppure tramite contatto telefonico +39 3297361946 o mediante l’invio di una email all’indirizzo info@atelierazzurro.org.

Darsena di Milano

Luoghi vari

Palazzo dell’Arengario

Il sistema dei Navigli per Expo: Rassegna itinerante e iterativa Navigli Golosi 1 Aprile - 31 Ottobre www.naviglilombardi.it

La Milanesiana 1 Maggio - 31 Ottobre

Rassegna itinerante e iterativa, laboratori e lezioni sul gusto e sui sapori dell’agroalimentare italiano sul territorio del sistema dei Navigli durante l’intero periodo di Expo. Navigli Golosi ha voluto valorizzare i Navigli attraverso quel vasto patrimonio immateriale rappresentato dall΄enogastronomia. Ricco calendario di appuntamenti, su tutto il territorio dei Navigli con i mercati agricoli dove è possibile acquistare i prodotti alimentari coltivati dalle aziende agricole locali, e con i ristoranti aderenti all΄iniziativa che hanno proposto menù della cucina ambrosiana a prezzi convenzionati.

Giunto quest΄anno alla sua 16esima edizione, il festival di letteratura Milanesiana è diventato negli anni uno degli appuntamenti culturali da non perdere. La Milanesiana nasce nel 2000 a Milano, su iniziativa e sotto la direzione di Elisabetta Sgarbi. Fin dalla sua prima edizione si propone come grande “laboratorio di eccellenza” di letteratura, cinema, musica, arte, scienza, filosofia. Il suo progetto è quello di far incrociare saperi e arti diverse, sia per provenienza culturale che disciplinare, portando a Milano i maggiori talenti dei vari campi della cultura.

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Art Workshop 1 Marzo - 31 Ottobre

Explore-MI Caccia al tesoro tra i Musei di Milano 2 Maggio - 31 Ottobre

E’ una "Caccia al tesoro", che ha luogo nei 10 musei aderenti. I visitatori avranno accesso alle collezioni permanenti e il gioco avrà una doppia tipologia di percorso: la 1° consiste nel completamento dell΄intero itinerario dei musei, conseguendo 10 di timbri sulla mappa, la 2° è una "caccia tecnologica", legata alla risoluzione di enigmi, grazie all’utilizzo di smartphone, tablet e dell’app dedicata.


Piazza Castello 2

Galleria Gracis Milano Asian Art 6 - 30 Maggio

La dieta mediterranea incontra le cucine di 9 Paesi del mondo 11 Maggio - 5 Ottobre

L’incontro con le guide di Milan In Tour si terrà in Piazza Castello (Metrò rosso Cairoli), lato destro torre centrale d’ingresso (Torre del Filarete) a partire dalle 9.00, un’ora prima dell’inizio del tour; tutti i sette tour verranno proposti al pubblico e le persone potranno partecipare a propria scelta; tutti i sabati mattina dalle 09.00 alle 13.00 e tutti i mercoledì pomeriggio dalle 14.00 alle 18.00.

La Galleria Gracis accoglie anche per la VI edizione di Milano Asian Art un ospite straniero, il gallerista inglese Joost van den Bergh, che porta a Milano una mostra di architetture indiane dipinte su stoffa che appartengono alla tradizione pichhvais espressamente realizzati per i templi. Ogni dipinto realizzato dallo Studio di Vejendra e di Krishnadasa è unico: ciascuno ritrae un palazzo immaginario o un edificio ispirato in gran parte dall΄architettura in pietra di Udaipur (www.gracis.com).

A Maggio 2015 IMAF CHEFS CUP parte con la Quarta Edizione ICC EXPO, un’edizione speciale organizzata in collaborazione con la Terrazza Palestro a in cui 9 coppie formate da uno chef italiano e uno straniero, creeranno 9 ricette innovative, che rispettino i parametri di una cucina che utilizza materie prime naturali e che siano il risultato di una contaminazione tra le identità gastronomiche dei due paesi. La nuova sfida della quarta edizione è "Nutrire il pianeta, Energia per la vita"si ispira al tema di Expo e vede la Dieta Mediterranea che incontra nove paesi del Mondo.

Casa dell’Energia e dell’Ambiente

Centro Cucina Sammartini

Che bella Milano! Sette racconti passeggiando per la città 2 Maggio - 31 Ottobre

Acqua e luce Un secolo di energia rinnovabile per lo sviluppo del territorio 21 Maggio - 30 Settembre 2015

Dall’orto alla tavola Laboratorio di educazione al gusto 28 Maggio

La mostra “Acqua e luce” è dedicata al ruolo dell’idroelettrico nello sviluppo energetico della metropoli milanese e del territorio lombardo. Attraverso una selezione inedita di immagini e di filmati storici, si racconta non solo la crescita dell’Azienda Elettrica Municipale (oggi Gruppo A2A) a Milano e in Valtellina, ma anche l’evoluzione del territorio montano, con una riflessione sul binomio estetico acqua-luce.

Evento dedicato ai bambini e alle loro famiglie a cui sono proposti i laboratori di cucina. I genitori osservano la preparazione di ricette elaborate da cuochi di Milano Ristorazione, interagiscono con il cuoco e con gli esperti di nutrizione. Parallelamente, i bambini, seguiti da personale qualificato, sperimentano la preparazioni di semplici ricette sane e gustose. A conclusione della serata, è prevista una cena insieme.

Terrazza Palestro

Palazzo Reale

Festival Internazionale del Cinema d’Arte 2 Giugno - 6 Giugno

Cinema d’Arte e opere di video-arte protagoniste assolute del Festival che promuove e celebra questi due linguaggi universali. A Palazzo Reale cinque giorni di proiezioni, appuntamenti collaterali, ospiti, incontri e approfondimenti.

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Dieta mediterranea COME STILE DI VITA Mario Timio

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i sarà un valido motivo per cui la dieta mediterranea è stata inserita (2009) dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità? Non uno ma molti. Intanto la dieta non deve essere intesa come programma dietetico ma come uno stile alimentare e di vita ispirato alla tradizione mediterranea. Anche perché il termine dieta si riferisce all’etimo greco “stile di vita”, cioè all’insieme delle pratiche quotidiane, dei saperi e degli spazi culturali che definiscono quelle popolazioni del Mediterraneo le quali nei secoli hanno prodotto una sintesi tra modus vivendi, tradizioni, lavori, pratiche mitiche e religiose, organizzazione sociale intorno al culto del mangiare. Le tecniche alimentari comprendono allora le colture e la raccolta, la conservazione, la trasformazione, la preparazione, la cottura e il consumo del cibo. Abitualmente in comune come base dei costumi sociali caratterizzanti una o più popolazioni. Le componenti storiche, la condivisione, le ritualità hanno dato origine a un corpus di conoscenze e a pratiche di civiltà che hanno segnato e ancora scandiscono i segmenti dello stile mediterraneo che è molto di più di una semplice dieta. La quale, come eccellenza mondiale, è costituita da cereali, legumi, frutta, verdura, pesce

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Entrata anche nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, oltre all’aspetto dietetico, si dà ampio risalto allo stile di vita, pratiche quotidiane e spazi culturali


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(in modica quantità), poca carne (bianca) e latticini. Il tutto condito con olio extravergine di oliva e innaffiato con un bicchiere di vino a pasto e molta acqua. Anche se il “padre” della dieta mediterranea è stato il medico nutrizionista Lorenzo Pirrodi (Genova 1911-1999), chi l’ha immessa nella pratica culinaria e nell’area medica è stato lo scienziato americano Ancel Keys (19042004) promotore dell’ampia ricerca nota come Seven Countries Study e autore del libro Eat well ad stay well, the Mediterranean way. Keys aveva rilevato una bassissima incidenza di malattie coronariche (infarto miocardico, angina pectoris) negli abitanti di Nicotera (Vibo Valenza) e nell’isola di Creta, malgrado l’elevato uso di grassi vegetali forniti dall’olio di oliva. I risultati del Seven Countries Sudy confermarono la sua ipotesi, cioè la stretta relazione tra dieta mediterranea e incidenza di morte per malattie coronariche. La notizia scientifica si diffuse nel mondo e da allora il binomio: stile mediterraneo-malattia cardiaca è entrato nel lessico di milioni di persone. Lo stesso Keys, insieme a ricercatori americani (Jeremiah Stamler) e italiani (Alberto Fidanza) si è trasferito per 40 anni a Nicotera ove è morto a cento anni. C’è da credere che abbia fatto largo uso della dieta mediterranea. Un altro motivo dell’ appropriatezza della nomina della dieta mediterranea a Patrimonio Culturale dell’Unesco è la garanzia di un“invecchiamento di successo” cioè la prevenzione di quelle malattie che si manifestano con l’avanzare dell’età in rapporto all’alimentazione, quali il morbo di Parkinson e di Alzheimer, oltre ovviamente a quelle cardiovascolari. In sintesi i punti cardine della dieta mediterranea sono maggiore consumo di proteine vegetali rispetto a quelle animali; scarso uso di grassi saturi animali vegetali rispetto a quelli saturi animali; aumento dei carboidrati complessi a sfavore di quelli semplici; riduzione della quota calorica totale; elevata introduzione di fibre vegetali; prevalente consumo di pesce e di carne bianca rispetto a quella rossa. La pasta condita con i frutti della terra aiuta a vivere meglio e più a lungo. Comunque l’attività fisica quotidiana esalta gli effetti salutistici della dieta mediterranea. Senza dimenticare che lo stile di vita e la dieta alimentare contribuiscono a tenere sotto controllo il peso corporeo. Come? Viene indicata la nuova dieta mediterranea che, anche se ha un basso apporto calorico (1200 calorie al giorno) riesce a

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offrire tutto ciò che è necessario per mantenersi in buona salute, pur perdendo peso. Tale fine può essere raggiunto seguendo queste percentuale di nutrienti: 55% carboidrati; 15-20% proteine; 25% grassi. Un aiuto valido è offerto dalla cosiddetta versione light del piatto, ad esempio grigliando le verdure e mangiarle in abbondanza.


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DIETA ZONA: la strategia nutrizionale con la formula ‘40-30-30’ Maria Assunta Ciacci

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a dieta Zona è una strategia nutrizionale avanzata, un nuovo, moderno modo di mangiare, internazionalmente validata nei testi più accreditati della Medicina Interna. È uno stile di vita volto al raggiungimento del benessere psicofisico attraverso l’impiego del cibo e incardinato in una vera e propria biotecnologia alimentare, in grado di influenzare il nostro DNA. Non è una dieta nell’accezione comune del termine (conteggio di kcal, lista di alimenti, ecc.) né ha come fine primario il dimagrimento inteso solamente come perdita di peso. Possiamo definire la Zona come il pieno estrinsecarsi della medicina ippocratea: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Essa è tuttora l’unica strategia nutrizionale che lavora specificatamente sul concetto di infiammazione silente - come l’ha definita Barry Sears, suo ideatore -, causata dalla tempesta nutrizionale cui andiamo incontro ogni volta che non mangiamo secondo la formula ‘40-30-30’, ovvero: 40% dell’energia proveniente principalmente da carboidrati favorevoli (verdura e

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frutta), 30% da proteine magre, principalmente pesce, carni e formaggi magri, senza demonizzazione delle uova e degli affettati magri o da proteine vegetali (soia, tofu, seitan, tempeh); 30%, infine, proveniente dai grassi migliori: olio extravergine d’oliva e frutta oleosa secca e fresca: mandorle, noci, pistacchi, pinoli, avocado, olive. La dieta Zona inizia nel 1970 ad opera del Dott. Barry Sears, biochimico del M.I.T. (Massatchussets Institute of Tecnology, U.S.A.), il cui lungo e intenso studio lo portò a puntare l’attenzione a metà degli anni ’80, sull’importanza di specifici grassi introdotti con l’alimentazione, specie nel contrasto delle patologie cardiovascolari. Tali grassi sono i responsabili della nostra evoluzione, del nostro status di Sapiens Sapiens: sono gli Omega 3 presenti nei pesci e nelle carni magre, indispensabili per la nostra vita, poiché quando non presenti in concentrazione adeguata nel nostro organismo esso va incontro con facilità allo stato di infiammazione silente, condizione alla base di tutte le malattie cronico-degenerative (diabete, infarto, ictus, Alzheimer, depressione ecc.).


Questo è l’obiettivo che si pone la Zona: contrastare l’infiammazione cellulare provocata dal cibo. La Zona approda in Italia verso la fine degli anni ’90 con il libro Come raggiungere la Zona, ed è subito polemica. Con la Zona crolla il mito dei carboidrati, dei regimi alimentari dissociati e delle diete costruite con le kcal (noi non siamo delle stufe!). Grazie ad essa in nutrizione si sente parlare per la prima volta di controllo ormonale del nostro organismo attraverso il cibo, di carboidrati classificati secondo i criteri scientifici di Indice e carico glicemico, del sistema che regola il nostro appetito (risalente al paleolitico e pertanto non ancora adattatosi ai cambiamenti repentini della nostra alimentazione moderna). Insomma, una vera e propria rivoluzione. Ecco perché la Piramide alimentare della Zona è rovesciata rispetto a quella cui eravamo abituati, con la base formata da frutta e verdura, seguita da proteine magre, da grassi buoni ed in cima carboidrati ad elevato carico glicemico, cioè amidi, cereali e tutti i loro derivati; cibi che nella Zona, seppur integrali, non devono essere assunti frequentemente e opportunamente combinati con attività fisica. La Zona può essere adottata in qualunque territorio del mondo, preservando alimenti, cultura, tradizioni; basta applicare il 40-30-30 ad ogni pasto. Il completamento della Zona, oltre l’osservazione della piramide alimentare si ha con la salvaguardia degli omega 3 nell’organismo e con l’assunzione costante di polifenoli, sostanze di cui sono particolarmente ricchi i frutti di bosco (mirtilli, maqui) e spezie come la curcuma, la cannella, il pepe, nonché il cacao amaro e il the verde. Essi svolgono nel nostro organismo l’azione di trasporto dei radicali liberi e attivano il metabolismo. I risultati della Zona? Eccellenti. Con essa si raggiunge uno standard di salute a cui è molto difficile rinunciare: non si avverte più il senso incipiente di fame, si ha costante lucidità durante la giornata, si riesce ad avere intervalli regolari tra i pasti, e, in ultimo, si riesce a dimagrire in modo equilibrato (rapporto tra massa magra, massa grassa e acqua corporea). In ambito sportivo si gode di un’ottima efficienza psicofisica, con utilizzo costante (è questa la cosa straordinaria!) dei depositi di grasso. Nelle patologie cronico-degenerative - consolidati ormai i positivi esiti su scala internazionale - la Zona si pone come strumento scientificamente mirato per la prevenzione secondaria; infatti il primo risultato che si ottiene, dopo poco tempo dall’adozione di questo stile di vita, è la diminuzione vistosa della circonferenza addominale e con essa il positivo cambiamento dei parametri metabolici correlati.

Grazie ad essa è stato introdotto in nutrizione il concetto del controllo ormonale del nostro organismo attraverso il cibo e di carico glicemico: insomma, una vera rivoluzione

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GLI INSETTI: il cibo del futuro Giuliana Spinelli Batta

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utrire il Pianeta, Energia per la Vita è questo il tema di EXPO Milano 2015 per sensibilizzare più persone possibili sul grande problema della crisi alimentare globale, sul diritto al cibo, sullo spreco alimentare e sull’agricoltura sostenibile. La Fao lancia l’allarme e stima che entro il 2050 la produzione di cibo dovrà aumentare di almeno il 70% per una popolazione mondiale di circa 9 miliardi. “Non potremo mai dar da mangiare carne a 9 miliardi di persone” (Bill Gates). Le risorse alimentari non basteranno più e bisognerà ripiegare su nuovi prodotti. Quali? Sicuramente le alghe da sfruttare come combustibile e fertilizzante, gli insetti (locuste, cavallette, grilli, termiti, formiche ecc.) e i vermi. Sono proprio gli insetti ad interessare il mondo scientifico ed economico. Si sa già che ne esistono 1900 specie commestibili, cibo per più di 2 miliardi di persone. La fonte proteica che sarà sempre più considerata un’ alternativa alimentare di notevole importanza umana. A noi occidentali la sola idea fa storcere il naso di disgusto anche se in fondo non siamo nuovi a questo cibo, come dimenticare il “casu Marzu” o formaggio con i vermi, le larve di mosca casearia, così gustoso e che occupa un posto di pregio nella tradizione culinaria sarda. Gli insetti sono stati già per i nostri antenati un alimento importante come testimonia la Bibbia (Levitico 11) dove si parla delle locuste come cibo permesso all’uomo mentre in Europa gli antichi romani mangiavano molti tipi

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Costituiscono un ottimo concentrato di proteine, vitamine, grassi essenziali, minerali e fibre. E hanno anche uno scarso impatto ambientale di insetti tra cui larve e ortotteri e i greci ritenevano che le cicale fossero una prelibatezza. Attualmente in Messico larve e uova di insetti vengono normalmente utilizzati da chef famosi per ricchi manicaretti, in Giappone è normale mangiare larve di vespa selvatica. In varie zone del mondo dall’Africa al Sud America, all’Asia, all’Australia l’entomofagia è apprezzata da sempre. Molto spesso per queste genti gli insetti sono considerati vere e proprie leccornie, parte integrante della loro cultura. Noi occidentali invece a causa di tabù culturali li vediamo solo e sempre come un danno: competitivi per le risorse agricole (insetti fitofagi) o per gli spazi domestici (insetti infestanti) o veicoli di malattie spesso gravi. Gli insetti invece rappresenteranno il cibo del futuro perché costituiscono un concentrato formidabile di proteine facilmente digeribili, fino all’80% in alcune specie di imenotteri, vitamine, grassi essenziali, minerali e fibre e anche per lo scarso impatto ambientale con un minor consumo di acqua, di terreni e con una minor emissione di gas serra e di ammoniaca rispetto agli attuali allevamenti di bovini e suini. Non ultimo né meno importante il sapore dei “nostri amici” insetti che non è poi così disgustoso, le termiti sanno di carota, le tarantole ricordano il burro e la nocciola, le uova di formica assomigliano al caviale e le larve di vespa si gustano già come snack. A questo punto perché fare gli schizzinosi se esistono mille motivi validi per assaggiare un piatto di cavallette?

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RITORNO DEI GIOVANI alla terra Walter Leti

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f ronte di una crisi economica ed occupazionale senza precedenti che sembra poter cancellare il futuro di un’intera generazione si aprono opzioni e sfide che già da qualche anno i giovani stanno raccogliendo. Parliamo del ritorno alla terra. Se il lavoro manca c’è comunque la terra, abbondante, di ottima qualità che attende solo l’opera di lavoratori e imprenditori. Lasciamo parlare le cifre: nella desolazione generale, che vede in calo i settori dell’industria e dei servizi, riscontriamo una variazione con il segno positivo, in controtendenza, della produzione agricola. Prendendo a riferimento l’anno 2013 i dati ISTAT riferiscono un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente con un trend a crescere. Conseguentemente le associazioni di categoria prevedono la creazione di 100.000 nuovi posti di lavoro nell’arco di un triennio. Tornare alla terra, dunque, ma con un nuovo spirito imprenditoriale

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in grado di creare sinergie con imprese, associazioni, università. Sono soprattutto i giovani, delusi in parte nelle proprie aspirazioni di affermazione professionale in settori considerati socialmente più elevati, ad aver preso coscienza della nuova realtà. Fanno fede a questo riguardo le iscrizioni in fortissimo aumento agli istituti di agraria e successiva facoltà universitaria. I dati disponibili sono eloquenti: +40% di iscrizioni ai dipartimenti di agraria in tutta Italia nel 2013 con un’ulteriore tendenza alla crescita. Alcuni dati, provenienti dalla Coldiretti, forniscono importanti dettagli sulla nuova figura di imprenditore agricolo e sulla crescita globale di questo settore: un terzo delle imprese agricole è nato negli ultimi dieci anni, i titolari d’impresa con meno di 35 anni raggiungono il 7% del totale e sono alla guida di 62.000 aziende. I giovani hanno ampliato e differenziato la gamma delle offerte del settore: agriturismo, fattorie didattiche,

Il settore agricolo è in crescita, le iscrizioni ai dipartimenti di agraria aumentano, gli imprenditori del cibo incrementano con un “indotto” culturale-professionale che genera importanti ricadute occupazionali


vendita diretta di prodotti a Km zero, senza costi aggiuntivi di trasporto e imballaggio, prodotti cosmetici naturali ecc. Sono coinvolte anche figure professionali altamente qualificate come i bio-ingegneri che combattono il dissesto idrogeologico, così drammaticamente attuale, con la razionale dislocazione delle piante. I nuovi imprenditori agricoli, in giacca e cravatta, sono così diventati imprenditori del cibo: chi coltiva la frutta, ad esempio, percorre verticalmente tutta la filiera, fino alla vendita. Rispetto al passato le regole sono cambiate in profondità: nella nuova green economy, oltre alle tradizionali figure di trattoristi, vivaisti, giardinieri, potatori e innestatori si rendono sempre più necessarie le professionalità di agronomi, chimici, biologi e persino informatici ed economisti in una sorta di “indotto” culturaleprofessionale di evidente valenza occupazionale. Ecco quindi che la scolarità dei nuovi giovani agricoltori, a differenza dei loro nonni, si può definire medioalta. Quantificando, il 37 % degli operatori è laureato e il 56% è in possesso di un titolo di studio superiore. In questo quadro si inseriscono, però, alcune ombre. La più importante è la difficoltà di accesso al credito. Le modalità di finanziamento offerte dalle banche agli imprenditori della terra sono ancora quelle previste dalla normativa del credito agrario del 1928. Un vero e proprio collo di bottiglia. Si rende pertanto necessario e urgente l’intervento del Ministero dello Sviluppo Economico a favore di una maggiore flessibilità nell’erogazione dei fondi necessari a dare continuità al positivo trend di un settore così rilevante della nostra economia.

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BIODIVERSITÁ: il pilastro della salute del nostro pianeta Tutelare l’ecosistema per avere una produzione rigogliosa che garantisca un nutrimento sano, uno sviluppo sostenibile, e una salvaguardia dell’ambiente grazie a metodologie biologiche e naturali Marilena Badolato

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iodiversità come “variabilità degli organismi viventi, degli ecosistemi terrestri, acquatici e i complessi ecologici che essi costituiscono; una diversità biologica che comprende la diversità intraspecifica, interspecifica e degli ecosistemi” (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. Rio de Janeiro-1992). Una ricchezza frutto di lenti processi evolutivi che agiscono sulle caratteristiche genetiche e morfologiche delle specie, permettendo alle forme di vita di adattarsi al cambiamento delle condizioni ambientali. Si comprende allora che la biodiversità è fondamentale non solo per noi, ma anche per coloro che verranno e per tutti gli esseri viventi della Terra, è il pilastro della salute del nostro pianeta, che è il tema portante dell’Expo 2015. I cambiamenti climatici in atto, ormai macroscopicamente evidenti, hanno un effetto negativo sulla biodiversità. Di contro, il mantenimento di ecosistemi sani aiuta a mitigare gli effetti estremi dovuti al clima. Se la varietà della vita è più ampia, infatti, ogni ecosistema reagisce meglio agli stimoli negativi. La presenza di una ricca varietà di specie in un ambiente ne aumenta la sua “resilienza”, ossia la capacità di tornare “a posto” dopo avere subito uno stress, anche intenso. Si intuisce allora che amore per l’ambiente e sua tutela e biodiversità vanno a braccetto. E l’Italia è un grande parco verde di biodiversità. I boschi degli Appennini, le grandi pianure del nord con i campi seminati, gli alpeggi e i pascoli, ma anche i giardini mediterranei di profumati agrumeti.

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O AGRIC

L’ Italia da nord a sud è un territorio di biodiversità. Con dietro storie comuni e diverse, percorsi del passato e dell’oggi e con la ricerca sempre più pressante sulla biodiversità agraria e sull’agricoltura biologica. Le aree di coltivazione, gli areali di tipicità uniti alla profonda conoscenza dei coltivatori di quel luogo geni, specie, nicchie ecologiche, ecosistemi, perizia e conoscenza umana delle tecniche - sono parametri che ci permetteranno di avere sempre una produzione migliore e sana e rigogliosa in quell’ambiente. Parlare di alimentazione e di futuro del pianeta, delle sfide globali per garantire nutrimento e sviluppo sostenibile, significa parlare di biodiversità agraria, evoluzione e salvaguardia grazie a metodologie biologiche e naturali. La tutela della biodiversità, per noi in Italia, è un vero patrimonio, poiché il 30 per cento della biodiversità europea è italiana. Quello del “biologico” è un mercato in enorme crescita e molto importante per il nostro paese tra i leader in questo settore con oltre 1.3 milioni di ettari e con più di 50.000 operatori certificati, con una crescita inarrestabile. Abbiamo bisogno, desiderio, fame di cibo sano e il biologico e il naturale sono entrati ormai nella vita e nella spesa quotidiana delle famiglie. Da un percorso millenario di tempi e luoghi, di individui e di società,

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di conoscenza e di saperi diffusi, attraverso la mano e l’opera dell’uomo fatta di impegno, passione e oggi innovazione e tecnologia, l’Expo della “biodiversità” può rappresentare una vetrina di eccellenze italiane in mostra a milioni di visitatori.


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URBANI

I tartufi bianchi tornano sempre alla fine di ogni estate, i neri sempre ad ogni Natale. La natura, sotto terra, non cambia mai idea. I tartufi si formano in sordina dalle muffe biancastre delle radici degli alberi, fino a nascere nel buio silenzioso della terra, facendosi spazio a fatica tra i sassi. Gli Urbani, in trepidante attesa, organizzano attorno a questo prezioso miracolo una rete commerciale sorprendente che tocca 68 paesi nel mondo, dove non solo la vendita è importante, ma le relazioni umane, la cultura, gli scambi e gli orizzonti che si aprono. Da 162 anni l’azienda Urbani li raccoglie allo stesso modo, con l’aiuto del cane, attraverso migliaia di cavatori affezionati che arrivano dalle montagne più isolate e lontane. Di suo, Urbani ci mette il coraggio di continuare a crescere ogni giorno da 6 generazioni, l’intuito sempre pronto a nuove tendenze di mercati e l’umiltà di chi è certo di non saper fare mai abbastanza. Il resto lo fa il tartufo. E quello che manca lo aggiunge la passione di diffondere il proprio nome nel mondo.

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Salvaguardia del territorio ed ecoreati: A UN PASSO DALLA RIFORMA Elisabetta Bardelli

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a tutela dell’ambiente è al centro di un progetto di riforma teso alla salvaguardia del territorio, con l’utilizzo di strumenti più efficaci ed incisivi per la prevenzione e la repressione dei diffusi fenomeni di criminalità ambientale che sono spesso rimasti impuniti nell’attuale sistema. Si tratta del disegno di legge sui c.d. ecoreati che dopo un lungo iter parlamentare si trova molto vicino al traguardo. Il testo inserisce nel codice penale un nuovo titolo (VI-bis) all’interno del quale sono contemplati i

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nuovi delitti di inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale ad alta radioattività ed impedimento del controllo. Nel passaggio al Senato sono stati inseriti anche il delitto di omessa bonifica e di utilizzo di tecniche esplosive per le attività di ricerca e di ispezione dei fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi. Nell’ottica di preservare i luoghi esistenti è previsto anche il ripristino dello stato dei luoghi a seguito di condanna o di patteggiamento della pena per i nuovi reati

ambientali oltre alla confisca delle cose che costituiscono profitto o prodotto del reato. Il testo contempla inoltre una considerevole riduzione di pena (dalla metà a due terzi) nei casi di ravvedimento operoso nei confronti di coloro che si adopereranno per evitare che l’attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori ovvero aiutino concretamente le autorità o, infine, provvedano alla messa in sicurezza, alla bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi. Tra le novità di maggior rilievo spicca il


raddoppio dei termini entro i quali i reati ambientali non sono più perseguibili penalmente. Il provvedimento trova larga intesa tra le forze politiche ed incontra

il favore delle più alte cariche dello Stato e delle associazioni ambientaliste che auspicano la definitiva approvazione di una riforma di civiltà attesa da anni, che

Rendere effettiva la tutela dell’ambiente, con strumenti più efficaci ed incisivi per la prevenzione e repressione dei diffusi fenomeni di criminalità ambientale

segna un traguardo fondamentale per la tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini e delle imprese che subiscono la concorrenza sleale di chi opera nell’illegalità, contando sull’inadeguatezza dell’attuale tutela sostanzialmente contravvenzionale e sull’impunità garantita dagli attuali termini di prescrizione. Il testo modificato dal Senato nel marzo di quest’anno è tornato alla Camera dove ha già ricevuto il parere positivo della Commissione Ambiente; e la conseguente discussione in Aula potrebbe condurre alla rapida entrata in vigore della riforma.

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a cura di Gaia Righetti

Italia in pillole

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ARENA DI VERONA

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a, pensiero, sull’ali dorate; Va, ti posa sui clivi, sui colli, Ove olezzano tepide e molli L’aure dolci del suolo natal! Così inizia uno dei cori più noti nella storia dell’opera, il Va Pensiero di Nabucco e proprio quest’opera aprirà la novantatreesima stagione areniana. Dal 19 giugno al 6 settembre, infatti, l’anfiteatro romano sarà il palcoscenico del festival lirico più atteso dell’anno sia per la notorietà delle sue opere, sia per la location da mozzare il fiato. Nabucco, Aida, Tosca, Don Giovanni, il Barbiere di Siviglia, Romeo et Juliette e Carmina Burana riprenderanno vita tra le mura scaligere; ma non solo opera. Ad attendere gli spettatori anche i balletti di Roberto Bolle and friends e il Carmen gala concert. I biglietti sono già disponibili online. Buono spettacolo.

COSE DI VECCHIE CASE

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ome ogni anno da giugno a settembre, la quarta domenica del mese Belluno ospita il Mercatino dell’antiquariato e dell’usato “Cose di vecchie case”. Un’occasione per fare un tuffo nel passato tra oggetti d’arte, cartoline, libri, stampe, filatelia, abbigliamento, bigiotteria e molto altro ancora. Prosegue ormai da dieci anni un appuntamento tradizionale per l’estate bellunese che avrà luogo dalle ore 8,00 alle ore 20,00. Si avrà così modo di passeggiare tra le piazze Duomo, Castello, Mercato e le tra le vie del centro storico di Belluno.

AQUAE VENEZIA

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d ecco che Expo si fa sentire anche a Venezia. La laguna, da sempre collegata all’acqua, ospiterà “Aquae Venezia”, l’esposizione internazionale sull’acqua patrocinata da ExpoMilano, che avrà luogo in un nuovo padiglione polifunzionale realizzato per l’occasione tra i mesi di maggio e ottobre 2015. Durante l’expo veneziano si terranno fiere, esposizioni, attività esperienziali e convegni che avranno come tema l’acqua, come elemento fondamentale per la vita. In più, nel mese di giugno, si terrà una grande Fiera internazionale dell’economia marittima. Un’occasione da non perdere per riflettere sull’importanza di un bene che si ha, ma non sempre si ha coscienza di avere.

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EMILIA ROMAGNA

a cura di Vittoria Melchioni

FUTURE FILM FESTIVAL

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i apre il 5 maggio a Bologna la diciassettesima edizione per il festival cult delle innovazioni cinematografiche e non solo. Nell’anno dell’Expo dedicata al food il FFF affronta il tema attraverso la lente dei “generi” cinematografici che gli sono più congeniali: la fantascienza e l’horror. Tra animali giganteschi, gelati assassini e alieni affamati, le visioni non saranno delle più ottimistiche, ma il divertimento del pubblico sarà assicurato da una gustosa retrospettiva di cult-movie: cinque film rari, per una “indigestione” di (im)possibili scenari futuri: Il cibo degli dei / The Food of The Gods (1976) di Bert I. Gordon; 2022: I sopravvissuti / Soylent Green (1973) di Richard Fleischer; Stuff - Il gelato che uccide / The Stuff (1985) di Larry Cohen; Horror in Bowery Street / Street Trash (1987) di Jim Muro; Fuori di testa / Bad Taste (1987). Le proiezioni sono al Cinema Lumière della Cineteca di Bologna dal 05/05 al 10/05. Info www.futurefilmfestival.org

GIORNATE SPECIALI ALLA FORTEZZA DI SAN LEO

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l 3 maggio si tiene l’ultima delle giornate speciali ambientate alla Fortezza di San Leo. Durante queste particolarissime visite guidate si possono fare esperienze nuove ed emozionanti. É possibile incontrare Cagliostro, Federico da Montefeltro o Dante, scoprire come si viveva nel medioevo, come ci si abbigliava o cosa si mangiava. Il fascino del Castello e le mille storie che si intrecciano non possono che stupirvi. Il percorso guidato di “fantastica storica” è costruito ad hoc per far conoscere, attraverso il gioco, la Fortezza di San Leo e i personaggi ai quali è legata. A cura di Cooperativa Koinè.

GIGANTI DELL’ERA GLACIALE

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ieci modelli molto realistici a grandezza naturale dei più grandi mammiferi dell’era glaciale, saranno esposti a Piacenza al Museo Civico di Storia Naturale in Via Scalabrini 107. Assieme a questi vertebrati giganti altri animali preistorici, due sculture iperrealistiche che ritraggono la testa di Homo Heidelbergensis e Homo Neanderthalensis. I modelli sono corredati di pannelli didattici che ne descrivono le caratteristiche e l’ambiente di vita. Altre sezioni dell’esposizione sono dedicate all’introduzione dei concetti base della Paleontologia, alla storia geologica e paleontologica del Piacentino e al making of: in quest’ultima sezione verrà illustrato il procedimento di ideazione e costruzione dei modelli, a partire dallo studio dei fossili fino alla riproduzione artistica dell’aspetto che gli animali ricostruiti dovevano avere in vita. Fino al 14/06/2015.

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a cura di Jessica Chia

LIGURIA

UN TAPPETO DI FIORI NELL’ENTROTERRA LIGURE

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ella Valle del Vara, in provincia della Spezia e alle spalle della riviera del Levante, sorge un piccolo borgo, Brugnato. Fondato nel VII secolo dai monaci di San Colombano, oggi è Comune Bandiera Arancione. I primi di giugno, in concomitanza con la domenica del Corpus Domini, qui si festeggia la tradizionale infiorata, che quest’anno compie più di ottant’anni. Dalle prime luci dell’alba l’intera comunità scende nelle strade del paese per tappezzarle di migliaia di petali, tra disegni geometrici e icone religiose. I materiali utilizzati sono naturali: petali, sale, fondi di caffè, riso, semi. L’evento si conclude la sera, quando la processione dei bambini della Prima Comunione si porta via gli ultimi colori dalle strade.

GENOVA APRE “UN PONTE” VERSO L’ESPRESSIONISMO TEDESCO

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ino al 12 luglio 2015 il Palazzo Ducale di Genova presenta la rassegna sull’Espressionismo Tedesco, Da Kirchner a Nolde, in collaborazione con il Brücke Museum di Berlino (la direttrice Magdalena Moeller ne è la curatrice) e con il Goethe Institut Genua. La mostra è dedicata interamente agli artisti tedeschi, in un percorso che li propone prima nell’esperienza collettiva del Die Brücke, poi nella loro diramazione attraverso il cammino individuale nel post espressionismo. La sensazione claustrofobica delle immagini di guerra, la vivacità dei colori che contrastano con la gravità del macabro, mostrano il passaggio stridente tra la pittura classica neoromantica e il nuovo lato emotivo della realtà.

MANGIALONGA, TREKKING E DEGUSTAZIONI IN ODORE DI MARE

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l comune di Levanto, borgo marino in provincia della Spezia adagiato in una valle di viti e di pini, propone per il 24 maggio 2015 la ventesima Mangialonga. Per 15 chilometri il percorso enogastronomico si snoda tra le valli e le piccole frazioni dell’entroterra, costeggiando i tipici terrazzamenti coltivati a vite e ulivo, per giungere nelle cantine aperte e nei frantoi, passando anche presso antichi mulini in disuso. I numerosissimi volontari propongono, a tappe, i tradizionali piatti della cucina ligure: ravioli, trofie al pesto, acciughe, focaccia, stoccafisso in umido e castagnaccio con ricotta. Una meritata ricompensa che permette di rifocillarsi e di degustare al contempo i sapori di questa terra soleggiata.

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ABRUZZO

a cura di Sara Bernabeo

COCULLO, LA FESTA DEI SERPARI

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i rinnova la tradizionale Festa dei Serpari a Cocullo (AQ), la manifestazione folkloristico-religiosa che, celebrata il 1 maggio, richiama ogni anno migliaia di turisti. Innestatosi probabilmente sul più antico culto pagano della dea Angizia, divinità marsicana, il rituale celebra oggi la devozione dei cocullesi a San Domenico, che secondo la leggenda avrebbe salvato la popolazione da un’invasione di vipere. La preparazione dell’evento inizia a marzo, quando i serpari - autoctoni che da generazioni si occupano di questo delicato compito - si addentrano nei boschi circostanti l’abitato e catturano i serpenti, che custodiscono poi con cura nella crusca di farina. Il giorno della festa, la statua del Santo viene portata in processione ricoperta di serpenti; non solo il santo: tutti, cocullesi e turisti, sono circondati dai rettili, e la festa prosegue in un’atmosfera del tutto singolare e coinvolgente.

STRA’ - BUSKERS IN ABRUZZO

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l comune di Santa Lucia di Collecorvino (PE) ospiterà, il 20 e 21 giugno 2015, la prima edizione della manifestazione “Strà - festival degli artisti di strada”. Ad occuparsi dell’organizzazione delle giornate, è l’Associazione Fuoriluogo, impegnata a promuovere e dare vita sul territorio a iniziative culturali ed eventi. La città di Collecorvino nei due giorni si popolerà, come da tradizione dei Buskers festival, di artisti di strada di ogni genere, che si esibiranno lungo le strade e nelle piazze. La multiculturalità degli ospiti-artisti sarà affiancata nel corso delle mattinate dalla tradizione degli artigiani locali, che esporranno i loro prodotti e la loro maestria. Gli spettacoli e la musica continueranno di sera, quando saranno aperti anche punti ristoro e stand gastronomici.

ALBA ADRIATICA, L’AUTORE è SERVITO

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maggio all’Expò 2015 di Milano, lo spettacolo teatrale che si terrà venerdì 22 maggio alle ore 21.00 presso la Sala Polifunzionale del Comune di Alba Adriatica (TE), è interamente dedicato al tema del cibo. Non il cibo in generale, però: il cibo nella letteratura. Unendo così due grandi temi, la regista e protagonista Maria Egle Spotorno - diplomatasi al Piccolo di Milano - insieme agli attori della Compagnia “Is Satiro”, ripercorre in questa rappresentazione i momenti più belli e significativi dedicati al cibo che trovano spazio nei grandi autori della prosa e della poesia, italiani e stranieri; tra le pagine di Calvino e Proust, di Neruda e di Benni, il cibo e la scrittura si legano tra loro in maniera a volte celata e appena delineata, a volte esplicita e determinante, ma sempre funzionale all’armonia narrativa e all’espressione di un significato o di un sentimento.

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a cura di Marco Caldarelli

BASILICATA

PEPERONI CRUSCHI, IL DOLCE ORO ROSSO DI SENISE

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ollane rosse e profumate ornano i balconi e le finestre di un antico borgo lucano che si affaccia sulla più grande diga d’Europa in terra battuta. Qui, a quasi 400 metri sul livello del mare, il sole è al servizio di gioielli purpurei che la cucina lucana custodisce fin dal 1500. Siamo a Senise, località collinare nella Valle del Sinni. A metà strada tra lo Jonio e il Pollino, terreni di origine alluvionale danno ospitalità al “peperone di Senise”, riconosciuto come prodotto IGP fin dal 1996. I peperoni cruschi si preparano riscaldando dell’olio in un pentolino e poi, dopo averlo allontanato dal fuoco, versandoci dentro i peperoni tagliati a metà e ripuliti dai semi.

PREMIO MODA“CITTÀ DEI SASSI” MATERA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA PALCOSCENICO DELL’ALTA MODA INTERNAZIONALE

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iovedì, 11 giugno 2015 è in programma il Premio Moda “Città dei Sassi”, concorso internazionale per stilisti

giunto alla settima edizione e che quest’anno celebra l’evento attraverso il tema “moda, eleganza e creatività”. Il concorso ha lo scopo di selezionare e premiare artigiani/ creativi e fashion designers per promuovere e valorizzare il talento attraverso la presentazione in passerella di originali creazioni d’alta moda nella città di Matera, patrimonio Unesco dal 1993 e designata a Capitale Europea della Cultura nel 2019.

IL MAGGIO DI ACCETTURA 2015:

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a tempo immemore, la solennità del “Maggio” dedicata a San Giuliano allieta la primavera accetturese. Dal 23 al 26maggio ad Accettura il tempo si ferma e si rivive la magia millenaria che, anno dopo anno, si ripete nel rito propiziatorio in onore del santo patrono. Quando la Cima, un agrifoglio trasportato a spalla per circa 15 km dalla foresta di Gallipoli incontra in paese il Maggio, un cerro di quasi trenta metri di lunghezza trascinato da coppie di buoi dal bosco di Montepiano, inizia la vera festa di popolo con il compimento del matrimonio. La festa di Accettura rappresenta un modello complesso e significativo dei culti arborei, che dimostrano di possedere ancora, spesso nel loro rapporto fondamentale con le celebrazioni messe in atto per il santo patrono, una rilevante vitalità e una grande forza di attrazione e coinvolgimento per la loro spettacolarità e per le emozioni che riescono a comunicare.

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PUGLIA

a cura di Christian Chiarelli

LEGGERE LE FIABE

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gni domenica, già dal 19 Aprile ma fino al 7 Giugno, a Mola di Bari, i bambini potranno immergersi nel clima a loro più congeniale, il mondo delle fiabe! Per otto domeniche Casa delle Culture a Mola di Bari in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura dà ai bambini dai 6 ai 12 anni la possibilità di sognare attraverso le storie di Hans Christian Andersen e Lewis Carroll e di partecipare ad un laboratorio con l’intento di regalare ai piccoli protagonisti quei momenti di magia, amicizia e felicità che ognuno di loro merita per diritto di nascita. Buon sogno quindi e, mi raccomando, fate attenzione al Cappellaio Matto ed al Genio della Lampada!

FEDERICUS, RIEVOCAZIONE STORICA DELLA VENUTA DI FEDERICO II IN TERRA DI BARI

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ei primi tre giorni di Maggio ad Altamura si terrà la festa medievale in onore di Federico II. La storia narra che sulla via del ritorno dalla sesta Crociata, Federico II di Svevia si è fermato sull’altopiano delle Murgie, nella Terra di Bari. L’imperatore, rimasto affascinato dalla bellezza dei luoghi e dal clima salubre e mite delle colline della Murgia, decise di costruire, nel 1232, una Cattedrale, attorno a cui riunì le popolazioni che vivevano nei piccoli villaggi della zona. Oggi la città gli rende omaggio allestendo un imponente scenografia medievale con sbandieratori, tamburrini, giocolieri, artisti di strada e giullari perchè se si vuol crescere verso il futuro non si può dimenticare il passato.

LA NOTTE DELLE STREGHE

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l 23 giugno l’affascinante città di Ostuni, detta anche “La città Bianca” per il suo centro storico, un tempo completamente dipinto con calce bianca, ospita la celebrazione della Notte di San Giovanni. Questa ricorrenza è anche chiamata “Notte delle Streghe”: richiama, infatti, antiche tradizioni pagane legate al culto della magia, della superstizione e del mistero. Questi temi vengono teatralmente riproposti nelle strade del centro storico, un palcoscenico naturale particolarmente suggestivo, ricco di angoli scuri e mura medioevali. Per eliminare le avversità, nelle strade vengono servite le lumache, le cui corna assumono il significato di discordie e preoccupazioni.

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MIAMI

Florida

IL CONSOLE GENERALE ITALIANO A MIAMI, in un’intervista esclusiva, dopo quattro anni di sostegno alla comunità italiana Francesco Famà (corrispondente da Miami)

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a Circoscrizione Consolare di Miami ha nel corso degli ultimi anni assunto un ruolo chiave come punto di riferimento per le migliaia di nostri connazionali che hanno scelto di realizzare le proprie aspirazioni personali e/o professionali negli Stati Uniti. Dopo New York, la Circoscrizione Consolare di Miami rappresenta il secondo distretto per consistenza numerica di italiani ed italo-americani, servizi erogati ed estensione territoriale comprendente sia diversi stati del sudest degli Stati Uniti che dell’area caraibica. Inoltre, un sempre crescente numero di individui provenienti da paesi latini e sudamericani, ma di discendenza o parentela italiana, si è rivolto alla Rappresentanza diplomatico-consolare di Miami per assistenza, incrementando notevolmente sia la mole di lavoro, che il ruolo del Consolato nelle aree di propria competenza. In un momento di rallentamento della crescita della rete estera diplomatico-commerciale italiana, una

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Rappresentanza Consolare come quella di Miami che continui ad erogare servizi efficientemente ed a promuovere una comunità italiana in continua espansione trasmette senza dubbio un messaggio positivo per tutti i nostri connazionali già residenti a Miami e per tutti quegli altri che hanno intenzione di stabilirvisi o aprirvi una propria attività. Console Barattolo, la presenza italiana nel sudest della Florida ed, in particolare, nella Greater Miami Area, è andata nel corso degli ultimi 2-3 anni aumentando, complice anche una crisi economica internazionale che ha visto molti nostri connazionali cercare fortuna all’estero. Può menzionarci alcuni esempi delle attività ed iniziative che il Consolato Generale d’Italia a Miami ha sostenuto per promuovere il “Sistema Italia”? “La presenza italiana negli Sati Uniti in effetti è incrementata molto soprattutto nel sudest della


Console Generale a Miami Adolfo Barattolo (a destra) e Francesco Famà (a sinistra)

Florida e nella Greater Miami Area. Sicuramente, come Lei segnala nei suoi spunti, buona parte di ciò lo si è dovuto alla persistente congiuntura economica negativa europea che ha fatto sì che i nostri connazionali cercassero nuove opportunità in particolare nella zona est degli Stati Uniti, ossia, New York e Miami. Questo a mio avviso per motivi un po’ geografici – la difficoltà lavorativa di adattarsi al fuso orario dell’area californiana e la distanza da casa – ed un po’ perché da Miami si può sviluppare un’attività in tutta l’area americana, latino e sudamericana ed in quella caraibica; zone, queste, di netta importazione di prodotti Made in Italy (alimentari, della moda, della gioielleria, del settore nautico e quant’altro). Miami, in effetti, è un ottimo ponte verso queste realtà. Il crescente flusso di italiani verso il sudest della Florida è stato parallelamente accompagnato anche da un gran numero di latino e sudamericani i quali, per motivi di disagio economico-sociale nei propri paesi e di legami di vario genere con l’Italia,

hanno richiesto al Consolato di assisterli attraverso tutta una serie di servizi (passaporti, stato civile ecc.). Questo ha portato la quantità di lavoro del Consolato ad aumentare considerevolmente: si sono, dunque, aperti nuovi uffici al fine di valorizzare la presenza italiana in loco. Solo per farLe un esempio, nel 2014 rispetto al 2013 abbiamo aumentato l’emissione di passaporti di oltre il 30%, un numero enorme se si considera, tra l’altro, che gli iscritti all’AIRE sono aumentati del 20%. Bisogna poi tener conto anche di tutta quella collettività di nostri connazionali che, pur non essendo residenti fissi nell’area di Miami, richiedono comunque la nostra assistenza. Tutto ciò in un contesto in cui l’organico del Consolato risale a 23 anni fa. Quindi vi è una disproporzione tra domanda ed offerta di servizi che il Consolato può e, tutto sommato, sta sostenendo”. Nel maggio del 2014 a Tallahassee è stata ufficialmente approvata la Resolution che sancisce

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la nascita dell’“October, Italian and ItalianAmerican Heritage Month in Florida”. Come si è prodigato il Consolato per far sì che questa importantissima iniziativa divenisse realtà? “Innanzitutto, facciamo una piccola premessa: la presenza italiana nelle zone di competenza del Consolato Generale d’Italia di Miami ed, in particolare, nella Greater Miami Area è indubbiamente di medio-alto livello economicosociale. Infatti, il percorso formativo sia scolastico che professionale che molti giovani intraprendono negli Sati Uniti risulta spesso essere temporaneo poiché non è facile ottenere un visto duraturo. Come Lei sa, una persona può risiedere in maniera fissa in America solo in alcuni casi e quello primario è sicuramente l’ottenimento del visto basato sugli investimenti che si stanno facendo (il famoso “investor visa”). Questo fa sì che la presenza italiana nella Greater Miami Area si traduca tanto nell’apertura di nuove attività, quanto nel conseguente trasferimento della propria famiglia e figli in loco. Quindi, per agevolare il processo di integrazione sia professionale che scolastica degli italiani residenti, ho cercato attraverso contatti diretti con i principals (presidi) e con il superintendent (simile al nostro provveditore agli studi) di promuovere l’italiano nonostante il fatto che i mezzi e le risorse a disposizione fossero molto limitati: la risposta è stata ottima. Come risultato diretto dello sforzo del Consolato, oggi è possibile mandare i propri figli dalle elementari al liceo a corsi d’italiano curriculari, integrati e completamente gratuiti del sistema pubblico scolastico americano. E credo che sia l’unica realtà in questo senso negli Stati Uniti. Tale successo, che è stato ufficializzato nell’ottobre del 2014 con la firma del Memorandum of Understanding fra il Consolato d’Italia e MiamiDade County Public Schools, rafforza ulteriormente la filiera di insegnamento dalle elementari al liceo di corsi d’italiano. Durante le prossime settimane, con la firma di un addendum, si cercherà di estendere la filiera ad altre 3 scuole pubbliche nella zona di Broward, Ft. Lauderdale – il provvedimento dovrebbe essere esecutivo già dall’anno scolastico 2015-2016. In questo contesto di promozione della lingua e cultura italiana, c’è stata l’adozione all’unanimità da parte del Senato della Florida della Risoluzione che proclama ottobre il mese della cultura e retaggio italiano ed italo-americano in Florida. Ci sono molte idee per il prossimo ottobre e non è facile realizzarle soprattutto perché, visto il momento

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economico non facile in Italia, ciò deve esser fatto a costo zero e tramite sponsors. Eppure, se si propone un prodotto economico, sociale, culturale italiano valido la risposta è sempre positiva. La questione sta nel continuare a sensibilizzare la comunità locale poiché, in fin dei conti, i nostri interessi sono anche i loro e viceversa”. Lei ritiene che questo trend di crescita della presenza italiana nel sudest della Florida continuerà anche nell’immediato futuro? Vede delle buone opportunità per gli italiani che desiderino inseguire il sogno americano nel Sunshine State? “In diversi settori l’import di prodotti italiani è stato testimone di una considerevole crescita. Basti pensare a prodotti alimentari, enogastronomici ed agricoli, del design, dell’arredamento (e.g. in Design District la maggior parte degli showrooms sono italiani), della moda (e.g. negli ultimi due anni si è cercato di sostenere il Miami Fashion Show), di prodotti di lusso (la vendita di auto italiane di alta gamma – Maserati e Ferrari – sta avendo molto successo e supera di gran lunga la vendita delle medesime macchine in Europa). Anche in altri settori, come precedentemente detto, si è assistito ad un incremento della presenza italiana di notevole rilevanza. Inoltre, non bisogna dimenticare una parte di presenza italiana decisamente qualificata, ma non ancora consolidata, nell’area spazio, per cui la Florida centrale è conosciuta. Chiaramente, nell’immediato futuro ci può essere una flessione del turismo di massa dovuto soprattutto al cambio euro-dollaro che ormai ha visto quasi una parità di valuta. Ma comunque ritengo che a Miami e nelle aree limitrofe ci siano delle buone opportunità sia per gli italiani che per quelle persone di discendenza italiana provenienti da paesi latini che, dopo un iniziale boom economico, stanno cominciando a rallentare ed identificano in Miami una destinazione ottimale in cui vivere o aprire un’attività. Consideri che già in questo primo trimestre del 2015 abbiamo registrato un incremento di emissione dei passaporti del 15% rispetto allo stesso periodo nel 2014, così come per le iscrizioni all’AIRE, aumentate del 10% rispetto all’anno precedente. Miami rappresenta la seconda sede consolare per emissione di visti verso l’Italia e la forte collaborazione interuniversitaria facilita gli spostamenti di studenti italiani verso il sud della Florida e viceversa”.


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MIAMI

LA RISTORAZIONE ITALIANA ED INTERNAZIONALE A MIAMI: un ampio menù di sapori THE ITALIAN AND INTERNATIONAL CATERING & FOOD INDUSTRY IN MIAMI: a wide menu of tastes Francesco Famà

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ome è tristemente noto ai più, il problema di un’alimentazione scorretta negli Stati Uniti è un dato di fatto: sono quasi 90 milioni le persone obese in America e l’obesità è tra le prime cause di morte nel grande paese d’oltreoceano. Indubbiamente, questo è molto dovuto a stili di vita scorretti, routine sfalsate, orari di pranzo e cena non regolari, poco movimento e la sbagliata abitudine di consumare molti junk foods (cibi spazzatura, tipici di tavole calde e fast-food restaurants). Anche Miami è sfortunatamente colpita da questa piaga, ma, a differenza di altre città americane con visibilità meno globale, la metropoli del Sunshine State ha una carta in più: una grande disponibilità di ristoranti sia italiani che internazionali di alta qualità. In effetti, Miami rappresenta una delle capitali culinarie nordamericane data la multiculturalità che la caratterizza e che si traduce, tra le altre cose, anche in una vastissima scelta tanto di cucine etniche tradizionali quanto di nuovi ed unici mix (e.g. il “suviche”, curiosa e stuzzicante mescolanza di piatti giapponesi e peruviani). Solitamente, le specialità gastronomiche latinoamericane, europee

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As many already know, an improper nutrition and/or an unhealthy diet in the United States are severe issues to deal with: almost 90 million people are overweight and obesity is among the first causes of death in the in America. There is little doubt that this is related to irregular lifestyles, hectic routines, sporadic lunch and dinner times, insufficient exercise, and the bad habit of eating lots of junk foods. Unfortunately, also Miami suffers from this obesity problem, but, in comparison to other American cities with less worldwide visibility, it has an ace up her sleeve: a big range of Italian and international highquality restaurants. Indeed, Miami represents one of the North American culinary capitals given the multiculturalism that characterizes it and that leads, among other aspects, to a very large choice of both traditional ethnic cookings and brand new mixes (e.g. the “suviche”, a curious, but appetizing fusion of Japanese and Peruvian dishes). Usually, the Latin American, European, and Asian specialty restaurants are concentrated in Brickell, Downtown, Coral Gables and Miami Beach even though, throughout recent years, other areas


ed asiatiche sono rintracciabili soprattutto nelle aree di Brickell, Downtown, Coral Gables e Miami Beach anche se, negli ultimi anni, altre zone (e.g. Midtown e Wynwood) sono cresciute di importanza, offrendo una gamma di selezioni culinarie più ampie. E quindi, non è raro trovarsi a scegliere tra ristoranti anche molto diversi tra loro a pochi metri di distanza l’uno dall’altro: aromi tipici delle numerose cucine asiatiche presenti (cinese, giapponese, tailandese, vietnamita, coreana ecc.) si mischiano con quelli dei piatti latinoamericani, con i loro frijoles negros – fagioli neri, yuca – manioca, carne e spezie, e con quelli europei. Per quanto riguarda la cucina italiana, i ristoranti e bar in cui si possono assaporare i piatti tradizionali del nostro paese sono numerosi, anche perché bisogna tener presente che la comunità italiana a Miami è una delle più grandi negli Stati Uniti ed il settore ristorativo rappresenta uno di quelli in cui, chiaramente, i nostri connazionali hanno maggior successo. Volendone menzionare alcuni, si ricorda: Rosinella, storico ristorante italiano di Lincoln Road, uno dei primi ad essere in attività a Miami Beach; Segafredo, ubicato sia a

(i.e. Midtown and Wynwood) have elevated their importance in the catering industry, giving an even wider range of culinary choices. Therefore, it is not uncommon to find yourself debating what to eat in neighborhoods where restaurants and bars, even very different from each other, live side by side: aromas typical to Asia (Chinese, Japanese, Thai, Vietnamese, Korean, etc.) mix with the Latin American ones, characterized by a large use of frijoles negros – black beans, yucca – cassava, meat and spices, as well as with the European ones. In regards to Italian cooking, there are numerous restaurants and bars where it is possible to taste our country’s traditional dishes, especially because it is important to keep in mind that the Italian community in Miami is one of the biggest in the U.S. and that the catering industry is, of course, one of those where our compatriots have major success. To mention a few: Rosinella, a historic Italian restaurant on Lincoln Road and among those that first opened a business in Miami Beach; Segafredo, located both on Lincoln Road and Brickell, represents an unmissable evening meeting place for tourists and

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Lincoln Road che a Brickell ed imperdibile punto di ritrovo serale per turisti e gente del posto; Puntino, con le sue sedi di Lincoln Road e Key Biscayne, che offre piatti tipici della tradizione meridionale; Pepe Nero ad Española Way, caratterizzato da uno stile puramente contemporaneo, e Piccola Cucina, dove è possibile assaporare i piatti della cucina siciliana; Via Emilia, il primo ed unico ristorante emiliano di Miami; Toscana Divino a Brickell, dove è possibile farsi tentare dalle prelibatezze della cucina toscana, e Cipriani, caratterizzato da un ambiente molto chic e sofisticato; Cibo Wine Bar, che dispone di una delle cantine di vini italiani più fornite della città, nell’elegante zona di Miracle Mile, in Coral Gables; La Salumeria, con i suoi gustosi affettati ed antipasti, a Midtown; Gelato-Go, eccellente gelateria presente in tre diverse ubicazioni (due a South Beach ed una a Downtown), e Bellamia, con il suo ottimo prodotto artigianale nel cuore di Ocean Drive. Questi rappresentano solo alcuni degli esempi di ristoranti e bar italiani presenti in città, la quale, con la sua vibrante e dinamica atmosfera, ha attratto nel corso degli anni numerosi chef da tutto il mondo ed, in particolare, dall’Italia. Questo si è tradotto in una bontà e genuinità del prodotto finale che rende molti ristoranti e bar italiani tappa fissa sia per i turisti, amanti e/o nostalgici del Bel Paese, che per i locali. A testimonianza di ciò, l’ampia presenza di leccornie italiane preparate dai nostri connazionali ad eventi come il South Beach Wine & Food Festival ed il Miami Spice, o iniziative volte a sottolineare l’autenticità delle ricette e dei prodotti serviti Made in Italy, come il “Marchio Ospitalità Italiana” realizzato dalla Italy-America Chamber of Commerce Southeast (la CCIE di Miami), sotto l’egida di Unioncamere – le Camere di Commercio d’Italia. Buon appetito!

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locals; Puntino, present on Lincoln Road and Key Biscayne, offers dishes typical of the Southern Italian regions; Pepe Nero on Española Way, characterized by a purely-contemporary style, and Piccola Cucina, where you can taste Sicilian delicacies; Via Emilia, the one and only Emilian restaurant in Miami; Toscana Divino in Brickell, where you can find Tuscan gastronomic specialties, and Cipriani, that stands out for its sophisticated ambience; Cibo Wine Bar, which can provide its customers with one of the largest Italian wine cellars in Miami (it is located on the elegant Miracle Mile area, in Coral gables); La Salumeria, with its delicious cold cuts and appetizers, in Midtown; Gelato-Go, excellent ice-cream shop located in different areas (two locations in South Beach and one in Downtown), and Bellamia, that offers a tasty artisanal product in the heart of Ocean Drive. These represent only a few examples of Italian restaurants and bars in Miami that, with its vibrant and dynamic reality, has been attracting numerous chefs from all over the world and, particularly, from Italy. This has led to the authenticity of the final product that makes many Italian restaurants and bars mandatory stops both for tourists, loving and/ or missing the Bel Paese, and for locals. As proof of this, the wide presence of Italian delicacies prepared by our compatriots during events such as the South Beach Wine & Food Festival and the Miami Spice, or initiatives devoted to highlight the authenticity of the Made in Italy recipes and specialties, such as “Marchio Ospitalità Italiana” led by the ItalyAmerica Chamber of Commerce Southeast (the Italian Chamber of Commerce of Miami), under the aegis of Unioncamere – the entity that unites and represents all of the Italian Chambers of Commerce. Enjoy!




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