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Dislivelli

Ricerca e comunicazione sulla montagna

La Narrazione

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mato spetta ad Aprica e Teglio, entrambi in provincia di Sondrio con 3,9 gradi in più.

La neve artificiale, che negli anni Ottanta era a integrazione di quella naturale, ora costituisce il presupposto indispensabile per una stagione sciistica, al punto che i comprensori per sopravvivere richiedono sempre nuove infrastrutture: impressionante il numero di bacini artificiali collocati sulle nostre montagne. Il report Nevediversa 2023 è stato l’occasione per iniziare a contarli. Attraverso le immagini satellitari di Google Satellite ne abbiamo individuati ben 142 per una superficie di oltre un milione di metri quadri e molti altri sono in progetto. Il Trentino-Alto Adige detiene il primato con 59 invasi.

L’innevamento artificiale non è una buona pratica di adattamento, anche se non tutti la pensano così. Per sostenere un modello di turismo basato sulla neve artificiale occorre profo ndere enormi spese, che nella fase di realizzazione sono per lo più a carico della pubblica amministrazione. Comporta consistenti consumi di acqua, energia e suolo, in territori di grande pregio. Oggi in particolare preoccupa l’utilizzo dell’acqua per l’alimentazione dei bacini artificiali, a discapito di risorse idriche montane che si fanno sempre più ridotte con l’inasprirsi della crisi climatica.

L’intero comparto sciistico vive nell’insicurezza, e per far fronte a questa situazione ogni comprensorio paradossalmente cerca di usare maggiori risorse naturali con l’intento di rendersi indipendente dalla natura. Si è innescato una sorta di circolo vizioso che richiede cioè sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie e continui ampliamenti della superficie da coprire con la neve artificiale. Tale situazione, in determinate circostanze, può rafforzare il dinamismo economico locale, però in tal modo si accresce anche il livello di dipendenza della località che a sua volta aumenta la rigidità del sistema, rendendo così molto difficili i cambiamenti di rotta.

Nel report Nevediversa non poteva mancare un aggior namento sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 dove si è fatto il punto, in base ai dati resi pubblici, della situazione a tre anni dal grande evento con l’elenco delle opere previste, i relativi costi e gli aumenti stimati. Come di consueto ci sono i dati aggiornati su: impianti dismessi (249 ovvero 15 in più rispetto al 2022), impianti temporaneamente chiusi (138, con 3 in più rispetto al 2022) e impianti sottoposti al cosiddetto “accanimento terapeutico”, quelli cioè che sopravvivono solo grazie al forte flusso di risorse (181, ben 33 in più rispetto al 2022). A queste classificazioni abbiamo aggiunto una nuova categoria, quella degli “impianti un po’aperti, un po’ chiusi” dove sono stati inseriti quei casi che con le loro aperture “a rubinetto” rendono bene l’idea della situazione di incertezza che vive il settore. Gli im-