1 minute read

Dislivelli

Ricerca e comunicazione sulla montagna

La Narrazione

Advertisement

Drive In aveva un ritmo serrato, battute goliardiche e balletti sensuali erano imperdibili per un’intera generazione di persone che inconsapevolmente stava trasformando la propria identità senza accorgersene, diventando ancora più desiderosi di vivere secondo un prototipo distante da quello doloroso che avevano conosciuto fino a quel momento.

La TV nazionale cominciava a essere noiosa con la sua pedante proposta di intrattenimento, meglio lo svago, meglio le pubblicità di prodotti inutili ma simbolici da procurarsi anche con una semplice telefonata.

Il sogno diventava più vicino e realizzabile anche senza dover partire. Lì, in quel contesto di forte egemonia culturale, si è consolidata una considerazione del sud come un “non ancora nord”. Franco Cassano definiva questa condizione (ovviamente con origini anche più profonde) come “una patologia infinita dalla quale guarire per diventare finalmente civili”.

Nel 1983 i fratelli Vanzina con il film “Vacanze di Natale” rappresentavano lo stereotipo borghese che correva a vivere avventure a Cortina. Un uso della montagna come luogo di intrattenimento e consumo dove il bianco della neve accecava un’intera generazione di aspiranti vacanzieri alla ricerca della propria storia da raccontare. Nasceva di conseguenza un nuovo status di “uso” della montagna anche nell’Appennino meridionale.

L’impianto di Laceno (1050 m/slm) a Bagnoli Irpino, in provincia di Avellino (località nota come la “Cortina del Sud”) consolidava le proprie strutture costruite negli anni ‘50/’60 incrementando i suoi frequentatori: 18km di piste che nel 2003 si arricchiscono di impianti di innevamento artificiale e nel 2017, dopo un contenzioso lungo quasi 20 anni, chiudono a tempo indeterminato senza nemmeno avere l’alibi di soffrire il cambiamento climatico. Sempre in Campania, negli anni ’80, a Bocca della Selva, nel comune di Cusano Mutri, si avviava un processo di nuova costruzione di condomini e strutture intorno a una pista da sci di 3 km. La borghesia napoletana aveva le sue montagne attrezzate senza dover arrivare a Roccaraso (in Abbruzzo) o a Campitello Matese (in Molise). A Bocca della Selva un’anomalia politico-amministrativa vede (ancora oggi) la sola superficie della pista appartenere a un comune diverso, Piedimonte Matese, in provincia di Caserta. La difficoltà nel programmare un’azione congiunta tra due comuni di due province diverse ha segnato il fallimento definitivo n el 2011 con la chiusura degli impianti e la fine di un modello oggi totalmente abbandonato.

L’ultimo caldo inverno ha visto una sola ondata di neve a Bocca della Selva (1350 m/slm). Gli anziani ricordano le neviere che fino agli anni ‘50/’60 consentivano un mercato del ghiaccio anche oltre