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Dislivelli

Ricerca e comunicazione sulla montagna

La Narrazione

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liani, tra Alpi e Appennini, classificati come totalmente montani, solo 288 sono interessati da comprensori sciistici. Poco più dell’8%. Mentre il turismo “sostenibile e comunitario” di cui parla Teneggi, è un’offerta distribuita su praticamente tutti i comuni montani, perché un B&B, un’azienda agricola o un ecomuseo capace di valorizzare la comunità e creando opportunità la vorative esistono in tutti i comuni delle terre alte del nostro paese. Si tratta di un turismo con un approccio di curiosità e scoperta per i territori, alla ricerca di produzioni locali, rispettoso dell’ambiente, che valorizza la cultura locale, un tipo di turismo che noi a Dislivelli abbiamo chiamato “dolce”. Un “non ancora”, come lo abbiamo definito nel libro “Inverno Liquido”, che arriverà a sostituire poco alla volta quel “non più” che alimenta un sentimento di paura diffuso all’interno delle comunità, che si stringono intorno ai loro impianti sperando nell’arrivo di una nuova industria che possa coprire il vuoto lasciato dallo sci da discesa, e non riescono a intravvedere strade alternative per il futuro, soprattutto nei luoghi in cui la monocultura dello sci da discesa ha spento il genius loci preesistente. Questo “non ancora” è il segnale di un nuovo che av anza, cercando di interrogarsi sul cambiamento climatico della montagna invernale, ipotizzando nuove proposte turistiche durevoli, piccoli messaggi di speranza in un contesto generale ancora stordito e ben lungi dall’essersi riorganizzato.

Per fare alcuni esempi, ma ce ne sarebbero infiniti, possiamo partire dal piccolo Comune di Prali, in Alta Val Germanasca, Provincia di Torino, dove nel 2005 dopo che la seggiovia 13 Laghi è stata revisionata grazie ai finanziamenti di Torino 2006, è nata una società di gestione degli impianti a fune fondata da 30 imprenditori locali, che si sono autotassati, e che oggi permettono all’impianto di lavorare 12 mesi, promuovendo attorno anche altre forme di turismo oltre allo sci, valorizzando aziende agricole, spingendo sulle mezze stagioni, mettendo a disposizione dei turisti in settimana il patrimonio edilizio. Che negli ultimi anni ha visto un aumento dei residenti, giovani.

Oppure l’Associazione Naturavalp, in Valpelline, una valle laterale del Gran San Bernardo, in Provincia di Aosta, dove gli esercenti locali alla ricerca di forme di turismo basate sulla valorizzazione delle risorse endogene (sentieri, ghiacciai, prati, laghi, foreste, distese di rocce e pietre, produzioni tipiche, cultura, coltura, ecc.), intercettano sempre più viaggiatori capaci di apprezzare un territorio vissuto da gente di montagna, in grado di trasmettere modelli e stili di vita che in passato venivano considerati obsoleti ma che oggi riacquisiscono valore e attualità. Sono partiti in 5 imprenditori locali nel 2012, e oggi il 90% delle strutture ricettive aderiscono, insieme a aziende agricole e operatori.