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Dislivelli

Ricerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010. Direttore responsabile Maurizio Dematteis

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La Narrazione

I cento anni di etica civile di Mario Rigoni Stern di Andrea Membretti

Ronzani pubblica il volume “Mario Rigoni Stern. Cento anni di etica civile, letteratura, storia e natura”, curato da Giuseppe Mendicino e con i contributi di oltre venti tra studiosi, scrittori, giornalisti, artisti e intellettuali tra cui Paolo Cognetti intervistato per Dislivelli.eu.

Alla fine del 2022 è stato pubblicato dall’editore Ronzani il volume “Mario Rigoni Stern. Cento anni di etica civile, letteratura, storia e natura”, curato con la consueta dedizione e passione da Giuseppe Mendicino. Il libro raccoglie i contributi di oltre venti tra studiosi, scrittori, giornalisti, artisti e intellettuali che, da varie prospettive e secondo il loro personale rapporto con l’autore asiaghese, avevano partecipato al convegno per la celebrazione del centenario della nascita del Sergente, tenutosi proprio nel suo paese natale a ottobre del 2021. Uno di loro era Paolo Cognetti, da sempre molto legato a Rigoni Stern sia dal punto di vista letterario e stilistico, sia rispetto alla dimensione etica e umana dello scrittore che il primo giorno di novembre del 2021 avrebbe compiuto cento anni.

Paolo, quale messaggio pubblico è passato secondo te a seguito delle celebrazioni del centenario di Mario Rigoni Stern e grazie anche alla pubblicazione di questo volume collettivo?

La cosa più forte che è passata è l’unione tra il suo ruolo di testimone, la sua forte etica civile e il rapporto con l’ambiente di montagna: si è rafforzata l’idea che l’ambientalismo oggi debba coniugarsi con altri valori, come la non violenza, il rifiuto della guerra, il rispetto dell’altro… Il fatto che Rigoni Stern abbia riunito tutti questi valori nelle sue pagine, in rapporto spesso proprio alla montagna e alla natura, è una bella lezione per i nostri tempi, qualcosa che mantiene attuale e vivo il suo messaggio.

Il movimento dei nuovi montanari e quello oggi in crescita degli “aspiranti montanari” credi che si ispirino in qualche misura a questi valori e a questa etica civile?

Io in realtà conosco solo alcune persone che aspirano a vivere in montagna, ho un angolo visuale particolare rispetto a chi come te studia il fenomeno. Devo dire poi che incontro anche diverse persone che in montagna vogliono andare a farsi gli affari loro, il che è anche legittimo, per carità… Io invece il valore politico dell’andare a vivere in montagna lo sento molto, a livello personale, ma è pos-