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la narrazione

pianti a intermittenza sono 84. Nel censimento compaiono anche gli edifici fatiscenti, che lo scorso anno sono stati trattati in un report a parte, per un totale di 78 censiti. Gli smantellamenti e i riutilizzi crescono, ma non così come si vorrebbe: al momento sono 17 i casi registrati in questa categoria, con un aumento di 14 rispetto allo scorso anno.

Dieci, infine, le “brutte idee” che fanno da contraltare ad altrettante “buone idee da copiare”. Le prime, ripartite equamente tra Alpi e Appennini, sono molto diverse tra di loro e raccontano di investimenti non solo dannosi per l’ambiente, ma che soprattutto appaiono anacronistici rispetto ai tempi. La sensazione è che si voglia continuare ad agire come se la crisi climatica non avanzasse, con poca lungimiranza dal punto di vista economico, come se non crescessero con le temperature anche i costi di costruzione e mantenimento.

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In direzione opposta si collocano le buone idee da copiare, la vetrina di un mondo ben più vasto per fortuna e solo in parte raccontato nel corposo elenco dell’Italia delle buone pratiche. In totale ne sono state censite una settantina: tante belle storie di giovani e meno giovani, uomini e donne, dove la sostenibilità insieme al senso di comunità prevalgono rispetto alle stereotipate forme di consumismo dettate dalla “fabbrica della neve”.

Vanda Bonardo