Sursum_Corda_1_2018

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Sursum Corda Grazie, amici benefattori! Mons. Franco Hilary; Mons. Richard Malone; Mons. John Miller; Mons. Bruno Foresti; Mons. Francesco Marinelli; Don Bruno Meini; Don Andrea Francia; Don Franz Vicentini; Padre Aldo Amati; Sig. Giovanni Battista Bandiera; Sig. Luciano Baldassarri; Sig.ra Anna Ranella; Sig.ra Eleonora Barbagallo; Sig.ra Fernanda Vinci; Famiglia Cervoni; Serra Club; Parrocchia Sacro Cuore di GesĂš a Ponte Mammolo; Parrocchia San Cirillo Alessandrino; Parrocchia San Vigilio; Parrocchia Santa Maria Causa Nostra Laetitiae a Torre Gaia; Parrocchia Santa Teresa di Calcutta; Parrocchia Santa Maria Assunta. CONTO CORRENTE POSTALE SEMINARIO n. 38198008 Intestato a Seminario Romano Maggiore 00184 Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano, 4 IBAN IT70 JO76 0103 2000 0003 8198 008 BIC - SWIFY BPPIITRRXXX

SURSUM CORDA Redazione: Mario Pangallo, Cristiano Patrassi, coordinatori. Cosimo Porcelli, Manuel Secci. Hanno collaborato a questo numero: Michele Ciardo, Matteo Colucci, Salvatore Corvino, Giorgio De Iuri, Gabriele Faraghini, Ottavio Fiorentino, Renzo Lavatori, Mario Losito, Ermenegildo Manicardi, Mario Mesolella, Cosimo Porcelli, Giovanni Ricciardi, Salvatore Santoro, Manuel Secci, Marco Vianello. In copertina: I discepoli di Emmaus, M.I. Rupnik - Cappella delle Suore del Preziosissimo Sangue, Roma

Anno CII n. 1-2018 www.seminarioromano.it Direttore Editoriale: Gabriele Faraghini Direttore Responsabile: Davide Martini Rivista semestrale del Pontificio Seminario Romano Maggiore Piazza San Giovanni in Laterano, 4 - 00184 Roma Tel. 06.698621 - Fax. 06.69886159 E-mail: sursum@seminarioromano.it Spedizione in Abbonamento Postale - c/c p. 30360002 Registrazione del Tribunale di Roma - N. 11581 del 22.V.1967 Progetto grafico e impaginazione: Bruno Apostoli - info@brunoapostoli.it

Finito di stampare nel mese di Dicembre 2017 MANCINI EDIzIONI s.r.l. - Via Tasso, 96 - 00185 Roma - Tel. 06.45.44.83.02 - Cell. 335.5762727 - 335.7166301 - E-mail: info@manciniedizioni.com


DUe pAROle peR pReSentARMi doveroso presentarmi dato che l’unico mio titolo è quello di essere un “illustre sconosciuto”. Sono stato alunno del nostro Seminario dal 1986 al 1992, poi per cinque anni sono rimasto nella mia diocesi di Roma e dal 1997 sono un piccolo fratello di Jesus Caritas, una piccolissima famiglia religiosa che si ispira al beato Charles de Foucauld ed ha lo specifico del servizio alla chiesa locale. Se qualcuno mi chiede quale sia il mio “programma” o il mio “progetto” riguardo al Seminario rispondo semplicemente dicendo che non ne ho! Mi sono imbarcato nell’impresa che è stata chiesta alla mia comunità, che l’ha accettata per prima, con l’incoscienza che mi caratterizza. Mi metto dunque in cammino, confidando nel Signore e nella Madonna della Fiducia. Per tranquillizzare i più “perplessi”, vi dirò che non credo che farò la rivoluzione, soprattutto per un motivo fondamentale che è quello che aveva scritto un bambino cubano in una poesia da lui composta e che don Milani aveva appeso su una parete della sua scuola di Barbiana: “El niño que no estudia no es un buen revolucionario”. Non sono mai stato uno studioso e non me ne vanto per niente, anzi direi che sono anche pentito, ma purtroppo è andata così! Dunque non ho i mezzi per fare rivoluzioni. L’unica cosa che posso garantire è che starò in Seminario e cercherò di starci al meglio; riprendo le parole conclusive di un articolo sul ruolo del parroco in parrocchia, scritto da un grande prete operaio romano, don Nicolino Barra (capranicense…): “chi vuole può lavorare per nuove ipotetiche comunità totalmente altre, o sedersi in riva al fiume per veder passare il cadavere della parrocchia. Si può anche starci dentro e, a dirla con un linguaggio che per ora non è strettamente curiale, prenderle ma anche darle”. Fatto questo cappello, sento il dovere di comunicare a tutti le mie prime impressioni sul Seminario. Devo dire che don Concetto mi ha lasciato in eredità una bella comunità! Anzitutto il presbiterio, che da subito mi ha accolto con pazienza e premura. Poi i seminaristi, che mi hanno sorpreso raccontandomi le loro storie e mi hanno ricordato che il Signore continua a chiamare operai per la sua vigna. Stando fuori mi era quasi sembrato che avesse smesso! Mi sono ricreduto. È vero che adesso potrei essere considerato un po’ come uno che sta in una “riserva naturale”, dove sono custoditi animali in via di estinzione, però questi “panda della Chiesa” mi dicono e ci dicono che il Signore non si è dimenticato di noi…mentre siamo noi che gli prestiamo poco orecchio! Buona strada a tutti. Gabriele Faraghini

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Sursum Corda

IN quESTO NuMERO 22

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Sursum Corda 3

Editoriale Gabriele Faraghini

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In questo numero La Redazione

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Un discernimento lungimirante Ermenegildo Manicardi

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Costituiti pastori alla scuola del Maestro Salvatore Santoro

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Diario Giugno - Dicembre 2017 Cosimo Porcelli

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Scritti di nostri ex alunni La Redazione

In comunità

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Fragilità e preziosità dell’altro Mario Losito

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Disponibili all’imprevisto Matteo Colucci

In diocesi 26

Sulle orme di Gesù… Pellegrinaggio dei seminaristi in Terra Santa Manuel Secci

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Donarsi a Dio nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo Ottavio Fiorentino

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Il presbitero oggi: identità, strumenti di crescita e testimoni Giorgio De Iuri

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Il Signore non ci ha dimenticati! Nuovi diaconi per la diocesi di Roma Michele Ciardo

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Incarichi pastorali La Redazione

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Anniversari La Redazione

Ecce sponsus venit! Marco Vianello

Diario

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Ascolto e fiducia... I tratti della paternità Salvatore Corvino

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Diventare uomini, diventare preti: un lavoro che non finisce mai Giovanni Ricciardi

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In Pace Christi

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Presbiterio e Classi La Redazione

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Fedele servitore della Chiesa Renzo Lavatori

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Itinerari estivi. Tra preghiera, condivisione e fraternità Mario Mesolella

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Ricordo di ex-alunni defunti La Redazione


Un DiSCeRniMentO lUngiMiRAnte Pubblichiamo una bella riflessione di Mons. Ermenegildo Manicardi, Rettore dell’Almo Collegio Capranica, sulla nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis. n elemento specifico della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, pubblicata l’8 dicembre 2016, è la scelta della chiave del discernimento. Il Card. Beniamino Stella in un’intervista a “Radio Vaticana” ricordava come il Papa avesse manifestato una sua seria preoccupazione, soprattutto durante l’ultima assemblea della Compagnia di Gesù, dicendo: nei seminari «è tornata a instaurarsi una rigidità che non è vicina a un discernimento delle situazioni». La Ratio Fundamentalis chiama il presbitero «uomo del discernimento» (cf. § 43). Tale definizione può essere sostenuta da due punti di vista complementari. In un primo senso, infatti, il presbitero è «uomo del discernimento» in quanto “prodotto” di un accurato e continuo discernimento personale. Ciò riguarda la formazione in seminario, ma anche la formazione permanente, in cui il discernimento diventa non meno impegnativo, anche se affidato maggiormente alle scelte personali. C’è poi anche un secondo senso in cui il presbitero è «uomo del discernimento». Egli è chiamato, infatti, ad aiutare altri nel loro cammino di discernimento. Per realizzare questa missione, il sacerdote deve essere un uomo capace non solo di affiancare altre persone, ma anche di leggere i segni dei tempi, ossia di intuire i segni che caratterizzano il presente e i suoi bagliori di futuro. Studiare a Roma e formarsi in un grande seminario di questa città offre - sia agli alunni della diocesi sia a quelli provenienti da altre Chiese - alcuni strumenti decisivi.

U

Ermenegildo Manicardi

Vorrei elencare quattro situazioni che stimolano il discernimento personale e danno prospettive più profonde alla possibilità di aiutare altri a leggersi e a leggere la volontà di Dio nei segni dei tempi. Primo strumento: vivere in una grande capitale europea a contatto con la sua cultura attuale e con le vestigia decisive di diversi passati. Basti pensare al contat-

to continuo che si vive nella nostra città, per esempio, con la Roma dei Cesari, con la Roma dei primi cristiani e del loro martirio, con la Roma dell’Umanesimo e del Rinascimento, con la Roma “del papato barocco” e via dicendo. Il discernimento personale viene dilatato, quasi in automatico, dal camminare ordinariamente tra tante efficaci scale culturali. Tra l’altro, sarebbe ingeneroso - per quanto concer-

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Sursum Corda ne la contemporaneità - vedere nella Roma di oggi solo le fatiche e le sfide non vinte. Secondo strumento: vivere nel centro della Chiesa Cattolica. A questo livello si possono computare sia la vicinanza alla liturgia papale, sia il confluire di tanti pel-

Sant’Ignazio di Loyola. Dipinto conservato nel nostro Seminario

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legrini e turisti, sia la presenza in questa città di correnti spirituali decisive del mondo cristiano moderno. Penso in particolare alle tracce di Sant’Ignazio di Loyola e alle istituzioni romane della Compagnia di Gesù. In realtà le reliquie della

santità a Roma sono quasi infinite. Ci sono quelle di Caterina da Siena e dell’Ordine Domenicano, di Santa Francesca Romana, di San Filippo Neri e dell’Oratorio, di San Camillo e del suo lavoro per i sofferenti, di san Giovanni Battista de’ Rossi e di tanti altri santi preti a contatto con il popolo romano. Sono importanti stimoli di formazione, di conoscenza degli effetti del vangelo, ma anche una paletta di colori per imparare a discernere con più profondità. Terzo strumento: incontrare nella quotidianità compagni di cammino di fede e di discernimento, vivacissimi, provenienti da ogni continente. È nelle aule delle nostre Università pontificie che avviene proprio questo scambio. In questi incontri molti provano, talvolta dopo un primo sconcerto, un senso di rinnovamento e il profilo di orizzonti più vasti. Si realizza così, non di rado, un sano e positivo scossone rispetto alle precedenti scontate abitudini, valutazioni stereotipate e, talvolta, angustie malinconiche. È un’occasione preziosa per rinnovare il proprio serio discernimento e per tesaurizzare confronti e pluralità, che renderanno più sfumati e incisivi nella valutazione dei segni dei tempi. Quarto strumento: a Roma è perciò più facile verificare la forza indispensabile della Tradizione, ma anche percepire che la verità cammina incessantemente verso il futuro. Su quest’ultimo punto appare oggi decisiva la figura di Papa Francesco. È recente la sua presa di posizione sul carattere non evangelico della pena di morte. Da molti mesi vediamo il frastagliato (e confuso?) cammino di recezione di Amoris Laetitia e della sua attenzione, senza attenuazione della normativa etica, alla gioia dell’amore. Ho concluso la prima lettura della Ratio Fundamentalis 2016 con un’espressione “da tifoso duplice”. Gli stili di formazione sacerdotale vissuti a Roma stanno partecipando “alla grande” al torneo formativo dei presbiteri del futuro. E, fortunatamente, né il Seminario Romano Maggiore né il Collegio Capranica sono confinati “in panchina”.


COStitUiti pAStORi AllA SCUOlA Del MAeStRO Una riflessione di Mons. Salvatore Santoro, nostro ex alunno e già formatore nel nostro Seminario, attualmente Rettore del Seminario Arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria, sulla nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis “Il dono della vocazione presbiterale”. è bisogno di sacerdoti pienamente umani, cioè persone interiormente risolte, che hanno potuto riconoscere le proprie ombre e lavorare sui propri conflitti, che siano affettivamente e psichicamente stabili e sereni; quando manca questa equilibrata umanità di fondo, il prete rischia di assumere posizioni di rigidità o di distanza, anche per il timore di non saper gestire le quotidiane sfide del

“C’

Salvatore Santoro

ministero: l’insicurezza, infatti, si sposa sempre con una certa inflessibilità”. Sono considerazioni del card. Beniamino Stella - Prefetto della Congregazione per il Clero ed illustre ex alunno del nostro Seminario - tratte da una recente intervista rilasciata ad una Testata giornalistica on-line. A me sembrano parole davvero sagge ed illuminanti, che possono costituire un orizzonte di riferimento (non l’unico, ma, certamente, uno dei più interessanti e, forse, originali, rispetto alle Ratio del 1970 e del 1985), a cui guardare per un’analisi della nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis “Il dono della vocazione presbiterale”, pubblicata dalla Santa Sede un anno fa. Come è noto, si tratta di un Documento “pensato e scritto per la vita rea-

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Sursum Corda le dei sacerdoti, e per le domande, le difficoltà, le sfide e le speranze del loro ministero”1; una rilettura aggiornata delle precedenti Ratio, ma anche dei più significativi Testi magisteriali sulla formazione dei sacerdoti, a cominciare da Pastores dabo vobis. Lo stesso Prefetto della Congregazione per il Clero chiarisce, nel citato discorso, l’intento che ha animato il lavoro di quanti, a vario titolo, hanno contribuito, in circa due anni di studio, alla stesura del Documento: “tratteggiare la ricchezza, la profondità e le implicazioni personali e pastorali della spiritualità presbiterale, cercando di far emergere un certo profilo del sacerdote e di individuare gli strumenti formativi adatti per forgiarlo”2. La nuova Ratio, dunque, mentre ribadisce, arricchendoli, i consolidati punti fermi dell’identità sacerdotale e delle linee guida dei percorsi formativi impartiti nei seminari, prova a dare una risposta alle complesse sfide antropologiche, psicologiche, culturali, ecclesiali, spirituali di un “mondo che cambia”, declinandole secondo le esigenze, non più differibili, di una formazione sacerdotale a tutto tondo, aggiornata ed incarnata nel tempo e nella storia, ma anche intelligentemente e profeticamente poliedrica e ben ancorata alla Scrittura ed alla Tradizione. Tra gli aspetti che costituiscono la qualificata originalità di questo Documento, vorrei segnalarne alcuni che, a mio parere, meritano maggiore e puntuale considerazione: la nuova Ratio insiste molto sulla caratteristica unitaria, unica ed integrale della formazione sacerdotale. Non è immaginabile, infatti, un percorso formativo segmentato o frammentario, che non si articoli per tutta la vita (quindi non soltanto per gli anni trascorsi in seminario, ma anche per quelli 1

Cfr. il Discorso introduttivo del Card. B. Stella, per il Convegno Internazionale sulla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, tenuto a Castel Gandolfo il 4-7 ottobre 2017. Idem 3 Cfr EG, nn. 105-107. 4 Le sfide per e della nuova evangelizzazione (su cui si sono sviluppati gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2000-2010), non possono essere disgiunte dalle problematicità dell’emergenza educativa (tema su cui si articola il Documento della CEI per il decennio 2010-2020). 5 Cfr. EG, nn. 111-134. 6 Cfr. Discorso introduttivo del Card. B. Stella, per il Convegno Internazionale sulla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, Castel Gandolfo, 4-7 ottobre 2017. 7 RF 43. 2

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del ministero) e che non intersechi tutti gli aspetti dell’esistenza; da qui, un’attenzione più marcata alla necessaria sintesi tra cura della vita spirituale e maturità della struttura umana (in modo particolare dell’equilibrio psico-affettivo dei candidati al sacerdozio); tra crescita culturale ed intellettuale (per un serio ed efficace dialogo tra Teologia ed il complesso attuale panorama del Sapere scientifico), ed esperienza ecclesiale (ogni vocazione nasce nella chiesa e deve crescere dentro la chiesa, se vuol diventare dono per la chiesa3); tra esigenze della nuova evangelizzazione (non bisogna sottovalutare le difficoltà di “comunicare il vangelo in un mondo che cambia”, per imparare ad “educare alla vita buona del vangelo”4) e prospettiva missionaria della vocazione sacerdotale5. Altro elemento significativo della Ratio è l’insistenza sulla struttura permanentemente discepolare di chi è chiamato al sacerdozio, per una più convinta configurazione a Cristo Buon Pastore: “il discepolato è la nota distintiva dell’identità sacerdotale, … giacché il prete è un discepolo permanente che si mette in cammino alla scuola del Maestro, ed è costituito pastore e guida del suo popolo solo in quanto, egli per primo, percorre la strada del suo Signore”6. Da ultimo, vorrei evidenziare l’attenzione che il Documento pone al fatto che il sacerdote è, per sua natura, uomo del discernimento: proprio per questo motivo, è necessario che, nel tempo del seminario, si educhino personalità sacerdotali spiritualmente, umanamente ed affettivamente solide ed equilibrate, capaci di “interpretare la realtà della vita umana alla luce dello Spirito, e, così, scegliere, decidere ed agire secondo la volontà divina”7.


eCCe SpOnSUS Venit! Abbiamo chiesto a don Marco Vianello, ex alunno e già vicerettore del nostro Seminario, una riflessione sull’elezione a Vescovo Ausiliare per la Diocesi di Roma di don Paolo Ricciardi, suo compagno di classe negli anni di formazione al Seminario Romano Maggiore. mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo…”. La parabola delle dieci vergini fa da sfondo alla bella notizia dell’elezione di don Paolo Ricciardi a Vescovo Ausiliare di Roma. Tante volte in questi anni mi era capitato di ascoltare la frase di rito “il Santo Padre ha nominato vescovo…”, ma sentire risuonare poi il nome di un compagno di ordinazione, di un amico col quale ho camminato insieme in Seminario e collaborato in alcuni periodi del ministero, fa un certo effetto. E’ veramente come un «grido» che risuona nella notte e che fa destare l’attenzione su un fatto semplice e allo stesso tempo eccezionale: «ecco lo Sposo!», Egli, atteso e allo stesso tempo inaspettato, quasi irrompe nella storia di uno di noi chiamandolo ad essere collaboratore ancora più stretto nell’allestimento di quel grande «banchetto di nozze» a cui è invitata l’umanità tutta. E’ un grido che ha sicuramente scosso anzitutto proprio Paolo, che tutti noi abbiamo conosciuto come amico e sacerdote riservato e discreto, e che improvvisamente si ritrova ad essere posto in prima fila, a guidare il gregge di Dio in un modo ancora più evidente rispetto alle sue esperienze sacerdotali precedenti, anche a quelle di parroco in due grandi parrocchie romane. Ma come le vergini sagge della

“A

parabola di Matteo (che la liturgia proponeva proprio nei giorni in cui egli veniva raggiunto dalla notizia della sua elezione), Paolo ha dato prova di essersi procurato prudentemente l’olio per la sua lampada, e così ha saputo presto rileggere anche questa nuova chiamata dello Sposo in un’ottica di provvidenza e di misericordia. In questo senso ho inteso la bella citazione di Albino Luciani che, nel giorno della pubblicazione della sua nomina, Paolo ha voluto inserire nel saluto ai tanti che erano accorsi nella solenne cornice del Palazzo Lateranense: «Con me il Signore attua il suo sistema: prende i piccoli e li mette in alto. Certe cose il Signore non le vuole scrivere né sul bronzo né sul marmo, ma addirittura nella polvere, perché se la scrittura resta, non scompaginata, sia ben chiaro che tutto è opera e merito del solo Signore». Il suo amore per le Scritture, del quale molti di noi si sono “serviti” per riproporre qualche “lectio divina” o libretti di preghiera scritti da Paolo fin dal tempo del Seminario e durante il suo impegno nell’Ufficio Catechistico, ha impresso evidentemente in lui la forma mentis dell’uomo biblico, che rilegge i fatti della storia alla luce del “filo rosso” del progetto di Dio, un disegno che si è dispiegato negli anni della sua vita, prima attraverso la sua bella famiglia di origine e poi tramite la vivace e coinvolgente comunità di Santa Caterina da Siena, guidata per tanti anni da un parroco storico di Roma, don Aldo Zega, passando ancora per gli incontri con figure significative prima e durante il percorso formativo al Seminario Romano Maggiore, e per le comunità parrocchiali che Paolo ha

Marco Vianello

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Sursum Corda

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servito e che hanno contribuito a imprimere in lui la “forma” di Cristo Pastore. Una «lampada» ben alimentata ha certamente aiutato Paolo a riconoscere questo “filo”, una storia di provvidenza per lui ma anche per coloro che lo conoscono e per quanti egli coinvolgerà nel nuovo ministero, primi tra tutti gli operatori della sanità

da chi. «Ecco lo Sposo», «Ecce Sponsus venit»: anche in forza dell’impegno appassionato al fianco di tanti sposi, questo grido è diventato il motto episcopale di Paolo, il riassunto del suo modo di intendere il servizio al quale il vescovo è chiamato concretamente nella comunità, quello della vigilanza e del sostegno reciproco nel-

e i tanti ammalati ricoverati nelle strutture sanitarie della nostra città, ai quali viene principalmente destinato. «Ecco lo Sposo»: guardando alla nuova chiamata di Paolo, questo grido desta anche noi, chiamati a riconoscere nel vescovo appunto il segno sacramentale del Cristo Sposo, che, come ogni matrimonio che si rispetti, si unisce alla sua Sposa, la Chiesa, nella gioia e nel dolore, come anche - è proprio il caso di dirlo per il vescovo della pastorale sanitaria - nella salute e nella malattia e, come vergine sapiente, la stimola ad alimentare a sua volta la lampada della fede, perché il Signore Gesù al suo ritorno non la trovi addormentata, distratta o affaccendata a cercare olio all’ultimo momento chissà dove e chissà

l’attesa della venuta dello Sposo alla fine dei tempi. Tutti noi della “classe 1993” siamo contenti e in un certo senso anche orgogliosi per la chiamata di questo nostro amico e confratello: in questi anni egli ha rappresentato la nostra “memoria storica”, ci ha ricordato gli anniversari e i momenti significativi del nostro cammino, invitandoci a festeggiare la ricorrenza non solo della nostra ordinazione diaconale e sacerdotale, ma anche della “Petitio ad Ordines”, del lettorato e dell’accolitato, e perfino del giorno dell’ingresso in Seminario. Ora siamo lieti di festeggiare con lui anche il 13 gennaio, giorno della sua ordinazione episcopale, un bel dono di Dio per la Chiesa di Roma.


Diario VeneRDì 16

MARteDì 20

Conclusione dell’anno formativo in Seminario.

lUgliO DOMeniCA 2

Conclusione dell’anno formativo e cena di saluto.

SAbAtO 17

S.E.R. il Cardinale Agostino Vallini celebra l’Eucaristia in Seminario per salutare la Comunità al termine del suo ministero come Cardinale Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma.

DOMeniCA 18

Solenne celebrazione eucaristica del “Corpus Domini” con Papa Francesco nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

lUneDì 19

S.E.R. mons. Angelo De Donatis, nuovo Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, celebra la Messa in Comunità. In serata, i seminaristi romani nella Basilica di San Giovanni in Laterano partecipano all’inizio del Convegno Diocesano.

Juan Pablo Aroztegui, della Diocesi di San Sebastian, viene ordinato Diacono nella Cattedrale del Buon Pastore da S.E.R. mons. José Ignacio Munilla Aguirre, Vescovo della Diocesi.

MARteDì 4 - VeneRDì 14

I seminaristi Romani in pellegrinaggio in Terra Santa, con don Andrea Lonardo in qualità di guida e S.E.R. mons. Paolo Selvadagi, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma per il settore Ovest (articolo alle pp. 26-27).

Cosimo Porcelli

Diario 2017

giUgnO

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Sursum Corda lUneDì 17 - giOVeDì 20

La classe del V anno si reca sul Gargano assieme a don Alessandro Pagliari, nostro Vicerettore (articolo alle pp. 22-23).

AgOStO MARteDì 1 - giOVeDì 31

lUneDì 17 - DOMeniCA 30

Alcuni seminaristi del Terzo anno vivono l’esperienza del Mese Ignaziano. La classe del II anno vive l’ormai consueto momento estivo del Cammino di Santiago con il suo educatore, don Cristiano Patrassi (articolo alle pp.22-23).

SetteMbRe giOVeDì 7 - SAbAtO 9

lUneDì 31

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S.E.R. mons. Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, comunica la nomina del nuovo Rettore del Seminario, don Gabriele Faraghini; succede a don Concetto Occhipinti, nominato Parroco di Sant’Ireneo, a Roma.

I seminaristi romani vivono due giornate di incontro e fraternità a Rocca di Mezzo con S.E.R. mons. Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma (articolo a pag. 30).


Diario lUneDi 11

MeRCOleDì 20

Prima Messa comunitaria celebrata dal Rettore, don Gabriele Faraghini.

Partenza per le Missioni popolari del Triennio. Le Missioni si svolgono presso le seguenti parrocchie romane: San Bonaventura, San Cirillo Alessandrino, Sant’Enrico, Santa Bernadette Soubirous, Santi Cirillo e Metodio. Il Biennio si reca a Torino presso il Cottolengo e il SERMIG (articoli alle pp. 24, 25, 28-29).

DOMeniCA 24

Nel pomeriggio partenza per gli Esercizi spirituali, tenuti per il Triennio da don Giuseppe Forlai, a Montefiolo, per il Biennio da don Renzo Chiesa, a Ronciglione.

La Comunità partecipa alla Messa di insediamento come Parroco a Sant’Ireneo di don Concetto Occhipinti.

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Sursum Corda OttObRe lUneDì 2 Inizio delle lezioni alla PUL e alla PUG.

Giuramento nella Cappella della Fiducia degli ordinandi diaconi: Emilio Cenani, Michele Ferrari, Gabriele Nasca e Renato Tarantelli Baccari.

DOMeniCA 8 Inizio del tirocinio pastorale.

lUneDì 9

Messa di saluto di don Concetto Occhipinti. A seguire, la Comunità si è riunita per una cena di saluto a don Concetto.

MARteDì 10 Inizio degli incontri di formazione per le Classi.

MARteDì 3

MeRCOleDì 18

Incontro della Comunità con p. Giuseppe Midili per la formazione liturgica.

giOVeDì 5 Adorazione notturna per le vocazioni.

SAbAtO 7 14

Incontro con i parroci e comunicazione degli incarichi pastorali di quest’anno.

Spettacolo di inizio anno e presentazione dei seminaristi del primo anno alla Comunità.

SAbAtO 21 Primo appuntamento con la Messa aperta agli amici del Seminario.


Diario VeneRDì 27

nOVeMbRe giOVeDì 2

Adorazione notturna per le vocazioni.

SAbAtO 18

Secondo appuntamento con la Messa aperta agli amici del Seminario.

lUneDì 20

Veglia in preparazione all’Ordinazione diaconale, presieduta dal Rettore, nella nostra Cappella Maggiore.

SAbAtO 28

I membri del “Serra Club” partecipano alla Messa comunitaria e alla cena.

giOVeDì 23

Ordinazione diaconale nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Della nostra Comunità sono ordinati diaconi da S.E.R. mons. Angelo De Donatis, Emilio Cenani, Michele Ferrari, Gabriele Nasca e Renato Tarantelli Baccari. A loro i nostri più cari auguri! (Articolo a pag. 31).

S.E.R. mons. Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, ha annunciato le nomine di due nuovi Vescovi ausiliari per la diocesi di Roma: don Paolo Ricciardi e padre Daniele Libanori sj; contestualmente ha comunicato la nomina di S.E.R. mons.Lorenzo Leuzzi vescovo di Teramo-Atri.

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Sursum Corda SAbAtO 25

SAbAtO 2

Pomeriggio di formazione liturgica animato da p. Giuseppe Midili.

MARteDì 28

Ritiro di Avvento guidato da S.E.R. il Cardinale Gianfranco Ravasi sul tema “Ascoltando la voce del profeta Isaia”.

lUneDì 4

Incontro e pranzo con i parroci delle parrocchie di origine dei seminaristi.

DiCeMbRe VeneRDì 1

Dedicazione della nostra Cappella Maggiore.

Padre Raniero Cantalamessa celebra la Messa in Comunità

VeneRDì 8

Nel Santuario della Madonna delle Grondici S.E.R. il Cardinale Gualtiero Bassetti ha ordinato diacono Nicolò Gaggia.

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SAbAtO 9

Nella Chiesa Cattedrale di Alife S.E.R. mons. Valentino Di Cerbo ordina diacono don Alessandro Occhibove. Presiede la Celebrazione eucaristica in Comunità, nella Cappella della Madonna della Fiducia, Padre Daniele Libanori sj, di recente nominato Vescovo Ausiliare della diocesi di Roma.

SAbAtO 16

SCRitti Di nOStRi ex AlUnni FIORENTINI G., Quando l’invisibile si fa visibile. L’opera di Dio in Maria vergine, sposa e madre nel De beatae Mariae virginitate di Ugo di San Vittore, Edizioni Cantagalli s.r.l., Siena, 2017. GIOMBANCO G., Come la luce del faro. Accompagnare, discernere, integrare, Edizioni Grafiser, Troina, 2017. TARDANI S., Figli di Chi? Quale futuro ci aspetta, Edizioni Ancora, Milano, 2012.

Celebra la Messa in Comunità S.E.R. mons. Angelo De Donatis.

MeRCOleDì 20 Cena di saluto e un momento di festa in Comunità prima delle vacanze natalizie.

A tutti auguri di Buon Natale e felice anno nuovo!

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Sursum Corda Salvatore Corvino

ASCOltO e FiDUCiA… i tRAtti DellA pAteRnità gni inizio porta con sé delle novità e questo vale anche per ogni nuovo anno di Seminario. C’è chi arriva, c’è chi parte…è una storia di accoglienza e di saluti». Così iniziava un mio articolo nel Sursum dello scorso anno, in cui salutavo don Mauro Cozzoli e oggi sento nuovamente mie queste parole. Il 31 Luglio scorso, infatti, Papa Francesco ha provveduto alla nomina di don Gabriele Faraghini, come nuovo Rettore del Seminario Romano Maggiore. Don Concetto Occhipinti è stato nominato parroco della Parrocchia di Sant’Ireneo a Centocelle. Era il settembre 2011 quando don Concetto iniziava il suo ministero come Rettore del nostro Seminario e, in quegli stessi giorni, anch’io e la mia classe muovevamo i primi pas-

«O

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si nella formazione al Sacerdozio. Da allora, per sei anni, abbiamo sperimentato la bellezza dell’essere accompagnati in questo cammino e la delicatezza del Signore, che guida con la concretezza di volti e cuori. Don Concetto, per ciascuno di noi, è stato questo: guida che ci ha sostenuti nel cammino, padre generoso che si è speso con tanta buona volontà e amore per il Signore e per i figli che gli ha affidato, in un momento così delicato della vita, quale è il tempo della formazione al Sacerdozio. Bisogna ammettere, anche, che essere rettore di un seminario non è compito facile, soprattutto se svolgi questo incarico in una Diocesi alla quale molti guardano e sem-

pre sotto una particolare lente d’ingrandimento, che può dare stimoli belli ma, talvolta, anche pressioni. Ancor più, se vivi anni in cui c’è l’alto rischio di “perdersi” tra tanti centenari interni al seminario ed eventi storici per la nostra Chiesa. In tutto questo, però, abbiamo visto un sacerdote innamorato di Cristo, che ha vissuto ogni cosa con una sincerità, che è diventata paternità autentica. Da padre ha saputo ascoltare; mai nessuna verifica di Comunità è rimasta semplicemente un momento istituzionale, ma sempre motivo di dialogo e di riflessione condivisa, che si è tradotta in attenzione reale. Anche noi abbiamo imparato ad ascoltare e a fidarci, accogliendo le novità di uno sguardo particolare al percorso personale. In questo clima, siamo stati corresponsabili nella formazione e, in molte occasioni, abbiamo vissuto una bella dimensione umana e familiare gustata anche nei momenti di apertura all’esterno, soprattutto in occasione dei “Vespri della fiducia”. Queste poche righe non bastano per dire sei anni di cammino e d’impegno ed è giusto così (anche perché ciascuno vive le situazioni e le persone secondo la propria sensibilità); ma credo possano bastare per dire la gratitudine al Signore per un bel dono che ci è stato fatto, per l’esempio bello di un uomo che vive con grande gioia la sua sequela di Cristo, con obbedienza, fiducia e disponibilità a servire la Chiesa. Grazie, don Concetto! Mi piace ripensare ai tuoi sorrisi in occasione delle nostre Ordinazioni Sacerdotali e delle tante prime Messe, momenti di Grazia che ci hanno fatto vedere un padre che sa gioire con i suoi figli. Il Signore benedica il tuo nuovo ministero e la Madre della Fiducia ti sostenga sempre nella tua vita.


In comunità DiVentARe UOMini, DiVentARe pReti: Un lAVORO CHe nOn FiniSCe MAi Nella forma di una “Lettera ad un giovane seminarista”, Don Giovanni Ricciardi, nostro ex alunno, che ha condiviso il cammino di formazione con il nostro nuovo Rettore, don Gabriele Faraghini, ricorda gli anni vissuti in seminario e offre una riflessione sulla vita sacerdotale iao, quanto tempo... Hai saputo che Gabriele Faraghini è diventato Rettore del Seminario Romano? Dai, ci manderesti una paginetta per il Sursum?”. E lo sventurato rispose... Gran brutta decisione: o l’amicizia ti fa velo e lo esalti, oppure metti in fila qualche edificante banalità. E allora? Allora solo qualche pensiero disordinato che forse potrebbe interessarti. Siamo entrati in seminario nel 1986 ed eravamo degli sconosciuti, uniti dalla ricerca vocazionale che ci aveva fatti approdare a Roma da storie e luoghi molto diversi. Con molti sono rimasti tanti bei ricordi in comune e con alcuni nacque un’amicizia così solida che abbiamo continuato a sentirci e vederci sempre, nonostante impegni e lontananza. Un certo modo di immaginare il sacerdozio e cercarci dei modelli a cui ispirarci, tante belle risate e qualche superficialità, anche una buona dose di presunzione nel pensare di aver già capito cosa fare per diventare preti appassionati e grintosi, fedeli al Vangelo e ai bisogni di tanta umanità ferita e confusa. Quelle intuizioni si sono irrobustite e sono maturate scelte più concrete e definitive. Solo qualche esempio di ciò che abbiamo coltivato e poi abbiamo cercato di trapiantare in campo aperto. Un progetto di vita essenziale: la povertà, o almeno la sobrietà, è cosa seria, da vivere giorno per giorno, imparando che di tante cose si può tranquillamente fare a meno. Cosa mi serve realmente per crescere, senza che io ne diventi schiavo? Cosa ne faccio del denaro e del tempo libero? Proprio da come uso ciò che è più mio, capisco a chi più voglio appartenere! E potremmo continuare col modo di guidare e servire la comunità, spalancando porte e cuori a chiunque, condividendo e non comandando, ripensando l’organizzazione della vita parrocchiale in base alle sempre nuove esigenze delle persone e delle

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famiglie. I processi che si avviano contano più delle iniziative che si intraprendono. Una costante ricerca di Dio: la preghiera non è uno dei doveri da rispettare, magari anche diligentemente, per poi passare alle cose da fare, con il rischio di mettere in ombra ciò che è veramente importante. L’amicizia come “sacramento” e la consapevolezza di aver bisogno di maestri: abbiamo avuto delle guide serie e un grande padre spirituale, che ci ha supportati e sopportati; poi ognuno di noi aveva e ha le sue simpatie per un autore spirituale, un teologo, una figura di riferimento (Charles de Foucauld, per fare un esempio a caso...), un santo, un’esperienza ecclesiale. Diventare uomini e preti è un lavoro che non finisce mai. Tante cose succederanno, la vita ci matura e ci ridisegna, i percorsi e le scelte ci cambieranno, l’inatteso è sempre dietro l’angolo, ma tanto della nostra vita sacerdotale in fondo dipenderà da quei due o tre sì e da quei due o tre no che diciamo negli anni della formazione. Auguri di ogni bene e buon cammino a te e ai tuoi compagni di viaggio!

Giovanni Ricciardi

S. E. Mons. Angelo De Donatis (a destra) presenta il nostro nuovo Rettore (a sinistra)

Don Gabriele Faraghini assieme ai Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, durante il Capitolo Generale del luglio 2017 con il Vescovo S.E.R. Mons. Pasquale Cascio

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Sursum Corda i l

p R e S b i t e R i O

SUPERIORI

INCARICHI

DIOCESI

Don Gabriele FARAGHINI

Rettore

Piccoli Fratelli di Jesus Caritas

Don Giuseppe FORLAI

Direttore Spirituale

Roma

Don Renzo CHIESA

Direttore Spirituale

Roma

Don Alessandro PAGLIARI

Vicerettore

Roma

Don Mauro PAPALEO

Economo

Roma

Mons. Mario PANGALLO

Assistente agli studi

Roma

Don Renzo DEL VECCHIO

Formatore

Roma

Don Cristiano PATRASSI

Formatore

Roma

Mons. Mario SCALA

Economo Diocesano

Roma

DiscernimentoDiscernimento PRIMO ANNO

SECONDO ANNO

Don Renzo DEL VECCHIO

Don Cristiano PATRASSI

Diocesi

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BARBERIO Francesco BORSANI Andrea Maria BORSANI Carlo BRZOVIC Marko COLOMBO Lorenzo COLUCCI Matteo CORAZZA Michele Maria FONTANA Simone GIANCOLA Davide GIORDANO Pietro GIRARDI Antonio HUANG Rongquan Domenico LICAMELI Angelo LUCCHESI Salvatore MARTIAN Adrian MUSSI Giacomo Maria PANI Renato POLLINI Massimiliano PULCINI Fabio REZO Zvonimir ZHAO Yue Giovanni

Lamezia Terme Roma (Figli della Croce) Roma (Figli della Croce) Mostar Roma Roma Roma (Figli della Croce) Roma (Figli della Croce) Roma Roma Bari Mindong Roma Roma Roma Roma (Figli della Croce) Roma Rimini Roma Mostar Harbin

Diocesi

BUATTINI Roberto BUONOCORE Leonida Giovanni CATANA Simone DE MARCO Matteo DELL'OVA Ciro LOSITO Mario MONTELEONE Michele PANICO Antonio PERRONE Vincenzo PORCELLI Cosimo ROMANO Alessandro

Roma Roma Roma Ugento - S. Maria di Leuca Roma Roma Taranto Roma Roma Taranto Ugento - S. Maria di Leuca


In comunità

Formazione Formazione TERZO ANNO

QUARTO ANNO

Don Cristiano PATRASSI

Don Alessandro PAGLIARI Diocesi

Diocesi

ARGESE Francesco

Brindisi - Ostuni

BARRERA Diego

Roma (Divino Amore)

DE IURI Giorgio

Roma

FIORENTINO Ottavio Paolo

Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth

FORELLINO Raffaele

Rossano - Cariati

BAM Jude-Mary Ternder

Abuja

BIANCHI Lorenzo

Roma

DANKYANG Joseph Zili

Abuja

FRANI Ermir

Bari - Bitonto

MADEUS Reginald

Hinche

GARGIULO Emanuele

Roma

MONTONE Salvatore Marco

Roma

SECCI Manuel

Roma

LOPPO Antonio

Oria

SESTO ANNO Don Gabriele FARAGHINI

Formazione QUINTO ANNO Don Alessandro PAGLIARI

Diocesi

CASERIO Alessandro

Roma

CIARDO Michele

Ugento - S. Maria Di Leuca

JOSEPH Johnny

Hinche

VANGELI Francesco

Nardò - Gallipoli

Diocesi

BOGDAN George

Roma

BOTTA Francesco

Civita Castellana

D’ORIA Andrea

Ugento - S. Maria Di Leuca

DEL FA Diego

Roma

DEZIL Benedict

Anse-À-Veau Et Miragoâne

JEAN Eliterne

Anse-À-Veau Et Miragoâne

JEAN BAPTISTE Guenson

Hinche

MESOLELLA Mario

Roma

PALAZZO Francesco

Roma

SETTIMO ANNO Don Gabriele FARAGHINI Diocesi

AROZTEGUI Juan Pablo

San Sebastian

CENANI Emilio

Roma

FERRARI Michele

Roma

NASCA Gabriele

Roma

TARANTELLI BACCARI Renato

Roma

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Sursum Corda Mario Mesolella

itineRARi eStiVi tRA pRegHieRA, COnDiViSiOne e FRAteRnità nche quest’anno, finiti gli esami, seminaristi e formatori tornano “all’amata e petrosa Itaca” per vivere un periodo in famiglia, nelle comunità d’origine o nelle comunità estive alle quali sono affezionati. Si sa che la vita di seminario scandisce con

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minuziosità la vita comunitaria di ogni singolo giorno, tra preghiera organizzata, studio, attività comunitarie e pastorali; perciò, quando ci si allontana dal seminario per quasi due mesi, ci si sente “liberi, ma soli…” desiderosi di “evadere”ma anche di continuare a praticare le sane abitudini

vissute con regolarità per l’intero anno. Questa pia intenzione, però, deve essere resa compatibile con la vita e con i ritmi di una “comunità d’origine” che vive la sua estate… È bello tornare a casa e nelle parrocchie di origine, condividere maggior tempo con gli amici di sempre; tuttavia, da subito, anno per anno, ci si accorge che le esigenze reciproche, tra noi seminaristi e i nostri contesti vitali, sono diverse. A casa sono tutti molto contenti di riaverci e di farci mangiare le cose che ci piacciono, ma quelli che originariamente erano i nostri spazi, sono stati riempiti da chi vi abita regolarmente ed è difficile non solo riprenderseli, ma anche farli combaciare con uno stile di vita che richiede momenti di silenzio, di preghiera e di studio… Il parroco e la comunità è felice di abbracciarci e c’è molta curiosità nell’informarsi su “come procede il cammino” ma i servizi che in passato prestavamo in parrocchia ora sono svolti da altri, che possono garantire alla comunità una presenza costante. E poi ci sono gli amici che vorrebbero coinvolgerci fino a tarda sera, ma noi, per abitudine maturata durante l’nno, dopo le 22:45 non siamo più di compagnia… Tutto questo è molto bello, ma ci mostra con chiarezza che le nostre scelte, supportate dalla “chiamata” ricevuta, fanno sorgere l’esigenza di mantenerci in contatto, di vederci e di organizzare qualche attività insieme, che possa riportarci ad una condivisione di vita analoga a quella vissuta in seminario. L’attuale terzo anno ha concluso il biennio sul cammino di Santiago. Abbiamo chiesto ad Antonio Loppo di raccontarci come ha


In comunità vissuto quest’esperienza: «Per me è stata una bella scommessa! Nella fatica fisica ed emotiva, ti si “spiaccicano” in faccia, in modo chiaro, tutti i tuoi limiti, ma è stato bello capire che è con questi limiti che il Signore ci chiama a camminare ogni giorno. Ecco anche la bellezza di aver fatto il cammino con i miei compagni: ognuno di noi ha visto le fatiche dell’altro e ne ha scoperte di nuove, ma a rendere significativa questa esperienza è stato potersi aiutare e lasciarsi aiutare, permettere all’altro di portare un po’ del tuo peso o fare un tratto insieme con te che sei più lento. Il cammino di Santiago è stato come vivere il trailer di una vita intera, ciò che conta non è quanta strada fai ma come la fai, con chi scegli di farla». La classe di V anno è stata in Puglia dal 17 al 20 luglio, Francesco Vangeli racconta: «Quello della vacanza estiva è stato un momento che ci siamo voluti ritagliare certamente per consolidare la nostra fraternità, ma soprattutto per coronare e completare in bellezza il tragitto di 5 anni fatto insieme. Un po’ come

quando - dopo una bella esperienza fatta insieme - si scatta una foto ricordo per portarla per sempre con sé. Ecco, la vacanza per noi è stato questo, sapendo che poi l’estate avrebbe in un certo senso segnato l’inizio di un nuovo percorso per alcuni di noi che rientravamo nelle nostre diocesi. E così le bellezze paesaggistiche pugliesi, in particolare il Gargano e le Isole Tremiti, hanno fatto da cornice naturale al quadro della nostra allegra fraternità». Ad agosto alcuni seminaristi hanno avuto la grazia di vivere il Mese Ignaziano sotto

la guida sicura di p. Gianfranco Ghirlanda sj, che da più di trent’anni offre ai seminaristi del Seminario Romano questo prezioso servizio. Francesco Palazzo ci dona una suggestiva testimonianza: «Per me il “mese ignaziano” è stato un cammino in cui ho fatto tanta fatica, perché ho scoperto tanti limiti e debolezze che mi hanno portato anche allo sconcerto; ma da-

vanti a questo c’è sempre stato il sottofondo di un costante prendersi cura da parte del Signore nei miei confronti, dalla preghiera al semplice tramonto del sole». Infine abbiamo chiesto a George Bogdan di raccontarci la sua esperienza al COR: «Ho partecipato al campus B del COR, dal 21 al 31 agosto, in cui, oltre agli animatori, c’erano circa venti ragazzi fra i 18 e i 20 anni, prossimi catechisti nelle parrocchie della diocesi di Roma. Ogni giornata scandita da 4 itinerari educativi - liturgico, celebrativo, pastorale e teologico oltre a essere un importante momento di formazione e di conoscenza del Signore, è stata anche un modo per i ragazzi di stringere relazioni e creare comunione. Sono veramente grato al Signore per questa magnifica esperienza».

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Sursum Corda Mario Losito

FRAgilità e pReziOSità Dell’AltRO ppena terminati gli Esercizi spirituali tutta la classe di secondo anno, con il formatore don Cristiano Patrassi, è partita per Torino per trascorrere alcuni giorni alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, fondata da San Giuseppe Cottolengo. In un’atmosfera di semplicità e fraternità ci siamo fatti accogliere dai più fragili, da chi è scartato dalla società. La cultura dell’efficienza crede che «grandi» siano coloro che hanno sempre vinto, mentre i «gracili» in un attimo si incrinano, si frantumano in tanti piccoli pezzi che non possiamo permetterci il lusso di ricomporre, perché sarebbe troppo poco utile.

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Possiamo fermarci a una lettura così superficiale? «Fragilità» ha la stessa radice di frangere, che significa rompere. La fragilità di un vetro pregiato di Murano, di un cristallo di Boemia: bello, elegante, ma basta poco perché si frantumi e si trasformi in frammenti inservibili. Conoscendone la natura, si deve avere cura del suo utilizzo, bisogna stare attenti a come lo si conserva: occorre tenerlo lontano da luoghi in cui si compiono azioni d’impeto, perché altrimenti quel vetro pregiato si fa nulla. «Fragile» significa anche delicato, prezioso. Fragilità e preziosità sono due aspetti del-

la stessa realtà. Se riflettiamo a fondo, le realtà più importanti della vita (bellezza, amore, verità, felicità...) sono proprie della fragilità e nascono come una risposta alla debolezza che ci caratterizza. Le nostre relazioni sono preziose e fragili, richiedono cura, attenzione, accoglienza. La stessa preziosità dell’esistenza umana è legata alla sua fragilità. Questa fragilità non è sinonimo di assenza di valore, tutt’altro! La mia fragilità mi porta a cercare la relazione, ad andare incontro al prossimo, perché senza l’altro il mio essere è svuotato; e la solitudine dell’uomo è la peggiore delle malattie del vivere. Le relazioni autentiche vanno costruite con fatica e sudore, abbandonando gli spazi di comfort. Sono esperienze che insegnano ad accettare la possibilità di fallimento o di umiliazione, che brucia e che tante volte sarebbe più facile evitare per vivere da ipocriti, non ascoltando quella richiesta di comunione che il prossimo ci sta facendo. Sono possibilità uniche per formare il nostro cuore. Per tutto questo dobbiamo ringraziare il regalo che abbiamo ricevuto da tutti gli ospiti della Piccola Casa della Divina Provvidenza, con i quali abbiamo condiviso un tratto della nostra esistenza.


In comunità

DiSpOnibili All’iMpReViStO possibile far nascere uno spazio di pace e di incontro dalle rovine di un luogo che ha generato soltanto morte? È possibile dare speranza a chi sembra averla perduta per sempre? A Torino queste domande hanno trovato risposta nell’Arsenale della Pace, importante fabbrica di armi nel secolo scorso, a cui un gruppo di giovani amici, il Sermig (Servizio Missionario Giovani), con l’aiuto della fede e di tanti volontari, ha dato un volto nuovo: dove un tempo erano create armi, oggi ogni giorno vengono accolte tante persone che hanno bisogno di un pasto e di un tetto sotto cui dormire. Dal 20 settembre al 1° ottobre, noi seminaristi del primo anno abbiamo vissuto all’Arsenale della Pace, dove abbiamo conosciuto la Fraternità della Speranza (altro nome del Sermig) e dove, attraverso momenti di preghiera, di lavoro e di condivisione vissuti insieme, ci siamo messi a servizio della sua missione: portare a chi incontriamo la consapevolezza che siamo amati e allo stesso tempo chiamati a restituire a chi ne ha bisogno l’amore ricevuto. L’atteggiamento che ci ha accompagnati nei giorni di servizio è stata la disponibilità a metterci in gioco: una delle espressione-chiave del Sermig è “accogliere l’imprevisto”, e noi ci siamo posti su questa scia, accogliendo i servizi che ci venivano proposti, soprattutto quelli più umili, come pulire bagni, sistemare sedie, spostare mobili. Tra le attività a cui abbiamo partecipato, quelle che più mi hanno colpito sono state l’Arsenale della Piazza e la scuola di italiano per adulti. Il primo è un doposcuola che i consacrati del Sermig gestiscono con i volontari per stare con i ragazzi del quartiere e aiutarli nelle situa-

È

Matteo Colucci

zioni più delicate. Noi abbiamo giocato a calcio con bambini provenienti da diverse parti del mondo ed è stato una grande gioia vederli giocare insieme con quella semplicità che spesso sfugge agli adulti;

alla scuola di italiano, invece, mi sono trovato davanti al dramma di tante persone che si stanno impegnando per costruire una nuova vita in un paese straniero, con tutte le difficoltà che l’immigrazione porta con sé. L’aspetto più prezioso di un servizio vissuto in piena disponibilità è stato rendermi conto che per mettersi in gioco non sono necessarie particolari doti che possano assicurare risultati eccellenti: basta mettersi con umiltà a disposizione di chi chiede aiuto. Sono convinto che per chi inizia un percorso formativo in seminario questa consapevolezza sia un bel bagaglio da portare a casa.

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Sursum Corda Manuel Secci

SUlle ORMe Di geSù… PELLEGRINAGGIO DEI SEMINARISTI IN TERRA SANTA uale gioia quando mi dissero…”. Ecco ciò che ha caratterizzato i dieci giorni di fraternità vissuti dai seminaristi romani con i formatori e S.E.R. mons. Paolo Selvadagi, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma per il settore Ovest: una gioia grande per l’opportunità di conoscere per la prima volta alcuni e in maniera più profonda altri, la terra in cui il Signore Gesù ha vissuto. Il viaggio, dal 4 al 15 di Luglio, è stato sapientemente guidato da mons. Andrea Lonardo, Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi e, come abbiamo potuto sperimentare, profondo conoscitore di questa terra, capace di unire ad ogni luogo visitato la storia di Gesù e quella del popolo di Israele con le tematiche attuali dell’annuncio del Vangelo e della teologia. In questi giorni molto intensi abbiamo geograficamente percorso tutto Israele, dal

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deserto di Mitzperamon all’oasi di Gerico, per poi recarci in Galilea, al Lago di Tiberiade ed infine di nuovo in Giudea, a Gerusalemme, facendo una sosta sulla costa, a Cesarea Marittima. Nel deserto di Sin, all’estremo Sud dell’odierno Israele, abbiamo visitato, nei primi due giorni di viaggio, diversi luoghi che ci hanno fatto ricordare le storie dei Patriarchi: Bersabea, primo possedimento di Abramo nella Terra Promessa a lui da Dio, dalla quale poteva “affacciarsi” verso Nord; il cratere di Maktesh Ramon, che per la maestosità ci riportava indietro ai primordi della Creazione. Un viaggio nel deserto sulle orme di Abramo ed Isacco, proprio dove questi hanno incontrato Dio, meditando sul fatto che la fede fu la promessa e la gioia della vita per Abramo ed in seguito per i suoi figli.


In diocesi Viaggiando verso Nord, come il popolo d’Israele di ritorno dall’Egitto, abbiamo fatto sosta presso il Mar Morto, quel luogo in cui la presenza del male si fa palpabile; lì i suoi effetti, narrati nella Genesi nell’episodio di Sodoma e Gomorra, sono tuttora visibili; lì la morte, l’assenza di vita, è evidente, un monito forte a ringraziare quel solo Giusto che ci ha salvato dal male. Il nostro secondo giorno si è concluso a Gerico, la città le cui mura sono cadute al suono delle trombe, in cui Gesù ha incontrato Zaccheo cambiandogli la vita e dove noi abbiamo potuto incontrare un testimone potente della fede, il Parroco della città, Padre Mario, Libanese, un frate della Custodia di Terra Santa, che ha colpito tutti per l’energia nel raccontare come annuncia il Vangelo in un luogo così particolare, dove i cristiani sono solo cinquecento. Da Gerico partiva anche la strada in cui camminava l’uomo incorso nei briganti e poi soccorso dal Buon Samaritano, strada che Gesù ha percorso tante volte e che noi abbiamo percorso per un breve tratto, dopo aver celebrato l’Eucaristia nel deserto di Giuda. Dal Terzo giorno siamo stati in Galilea, ospiti della Domus Galileae del Cammino Neocatecumenale, situata proprio sul Lago di Tiberiade, dalla quale abbiamo potuto raggiungere tutti i diversi centri della prima fase della vita pubblica del Signore con grande facilità. Molto emozionante è stata la visita di Nazareth, a contatto con la vita nascosta di Gesù, della quale abbiamo avuto testimonianza dai Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, che proprio lì hanno una casa, e nella Basilica dell’Annunciazione, dove è avvenuta l’Incarnazione del Signore Gesù: “Verbum caro hic factum est” pregano nella basilica di Nazareth, “qui il Verbo si è fatto carne”. In un’altra giornata ci siamo recati al Monte delle Beatitudini, ricordando e meditando le parole che lì Gesù ha pronunciato e poi siamo stati al Lago di Tiberiade, dove Gesù attirò le folle e chiese a Pietro il suo primo grande atto di fiducia: “sulla tua parola getterò le mie reti”, rispose Pietro.

Si va quindi alla professione di fede di Pietro, che è roccia su cui poggia la nostra fede, “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, avvenuta a Cesarea di Filippo, all’estremo Nord, al confine con la Siria, dove nasce il Giordano; qui abbiamo anche seguito, in silenzio, il corso del fiume nel suo primo tratto, arrivando alla sua fonte, a quella “rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion”.

Gerusalemme, infine. Il museo di Israele, la città vecchia, il suo Suk, la divisione in quattro quartieri: arabo, ebraico, armeno e cristiano-copto. Il “Muro Occidentale” a contatto con gli ebrei oranti e la loro preghiera, in cui tutto il corpo è coinvolto. E poi i luoghi vicini alla vita di nostro Signore: il Monte degli Ulivi, il Santo Sepolcro ed il Calvario, luoghi per eccellenza dell’unità dei Cristiani: tutti vogliono esserci lì, dove è accaduto l’evento fondamentale della nostra fede, la Resurrezione di Gesù. Abbiamo dunque percorso lo stesso viaggio di Gesù narrato dai Vangeli, dal Battesimo sul Giordano, alla predicazione in Galilea ed alla fine della sua vita a Gerusalemme: un’esperienza non facile da dimenticare, piena di momenti di approfondimento che ci hanno fatto legare Gesù alla sua terra, al suo popolo, ed in questo modo alla nostra terra ed al nostro popolo di oggi, per amare di più Lui ed annunciarlo meglio a coloro cui saremo mandati.

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Sursum Corda Ottavio Fiorentino

DOnARSi A DiO nell’AnnUnCiO e nellA teStiMOniAnzA Del VAngelO e Missioni popolari all’inizio dell’anno formativo sono state, per noi seminaristi del triennio teologico, una importante esperienza di annuncio del Vangelo nelle parrocchie di Roma. Dal 20 settembre al 1° ottobre, divisi in diverse êquipe, abbiamo animato le missioni in cinque parrocchie: “San Cirillo Alessandrino”, “Sant’Enrico”, “Santa Bernadette”, “San Bonaventura” e “Santi Cirillo e Metodio”. La missione popolare svoltasi a San Cirillo, intitolata “Mio rifugio e mia roccia”, ha visto impegnati cinque seminaristi, i quali, attraverso le visite agli ammalati, le benedizioni alle famiglie, gli incontri con i ragazzi, i giovani e i loro genitori, e i centri d’ascolto della Parola di Dio, hanno portato l’annuncio di Cristo,

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roccia sicura su cui fondare la nostra vita, alle famiglie, nelle loro più diverse situazioni di vita, nelle loro gioie come nelle loro difficoltà. La seconda comunità, Sant’Enrico, è stata raggiunta da un gruppo di quattro seminaristi, i quali hanno animato un “punto giovane”. Nella quotidianità dei ragazzi si sono inseriti la preghiera, gli incontri, la catechesi e la fraternità, uniti da un filo rosso, “Lo avete fatto a me”, dal quale è derivata una riflessione sulle opere di misericordia. Centrale è stata l’esperienza di servizio alla mensa Caritas di Termini, che ha visto ragazzi e seminaristi impegnati a farsi prossimi per ritrovare il Prossimo nel volto dei poveri. La terza comunità, Santa Bernadette, anche quest’anno ha vissuto l’esperienza


In diocesi del “punto giovane”, che ha visto la partecipazione di quindici ragazzi di quarto e quinto delle scuole superiori, già inseriti pienamente nelle attività pastorali della Parrocchia. In questi giorni di missione, attraverso la preghiera, la catechesi e la vita fraterna, i giovani hanno riflettuto sul tema della relazione a partire dal concetto di “verità nella carità” (cfr. Ef 4,15). Ogni giorno celebravano l’Eucaristia e vivevano un momento di adorazione, meditando sulla liturgia della Parola del giorno, i cui frutti condividevano a fine giornata, durante la compieta. Non sono mancati momenti di svago e di divertimento, nonché anche una catechesi itinerante all’ Abbazia di Fossanova. La quarta comunità, “San Bonaventura”, ha ospitato un gruppo di quattro seminaristi, che ha animato un “punto giovane”, durato una settimana, a cui hanno partecipato sedici giovani universitari, già ampiamente impegnati nella vita parrocchiale, nella catechesi e nell’oratorio. Durante la missione, i seminaristi hanno offerto ai ragazzi un momento di formazione tutto per loro, toccando il tema della vita spirituale, per introdurli ad una comprensione più profonda di come Dio comunica con ognuno. Così, attraverso la vita fraterna, la preghiera sulla Parola di Dio che la Liturgia offre, le istruzioni sulla preghiera e sul discernimento, il gruppo ha cementato la sua comunione, per poter meglio servire la propria Comunità parrocchiale. A questo scopo non sono mancate esperienze di servizio in parrocchia: dalle pulizie all’animazione della liturgia, in particolare nel contesto della festa patronale di San Bonaventura, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Mani. I ragazzi, animando la Santa Messa, la processione e la festa nei locali parrocchiali, hanno dato testimonianza di fede, di comunione e di servizio. I seminaristi inoltre hanno anche visitato alcuni ammalati, portando loro la Comunione e la gioia della missione, che in quei giorni la loro comunità viveva. La quinta comunità, “Santi Cirillo e Metodio”, nel quartiere Dragoncello ad Acilia, ha accolto sette seminaristi, che hanno animato la vita parrocchiale attraverso i centri d’ascolto, la visita agli

ammalati, la benedizione delle famiglie e un “punto giovane”. Nei centri d’ascolto è stato affrontato il tema della spiritualità coniugale, rifacendosi in particolare alla Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco. Oltre ad un approfondimento della famiglia come Chiesa domestica, i seminaristi hanno anche cercato di formare le famiglie più vicine alla comunità parrocchiale, perché, in futuro, siano esse a portare avanti il progetto dei centri d’ascolto nelle case, iniziati con la missione. Non sono mancate la visita agli ammalati della parrocchia e la benedizione alle famiglie del quartiere, durante le quali i seminaristi hanno portato nelle case dei parrocchiani l’esperienza della missione, per coinvolgerli, se non proprio avvicinarli alla comunità. Anche qui si è svolto un “punto giovane”, animato dai giovani universitari della parrocchia, affiancati da due seminaristi. Essi hanno offerto ad un gruppo di adolescenti un tempo per la vita comunitaria e la preghiera, scandito dalla riflessione sui diversi tipi di relazione, a partire da quella con Dio, che illumina le altre relazioni che caratterizzano l’esistenza. In ogni parrocchia si sono vissuti momenti di grazia, di fraternità e di comunione, abbiamo sperimentato la bellezza del donarsi a Dio nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo.

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Sursum Corda Giorgio De Iuri

il pReSbiteRO Oggi: iDentità, StRUMenti Di CReSCitA e teStiMOni

ei giorni dal 7 al 9 settembre, i seminaristi della diocesi di Roma si sono incontrati a Rocca di Mezzo (AQ) insieme con il Vicario del Papa, S.E.R. mons. Angelo De Donatis, per dei giorni di fraternità e di formazione. È stata anche l’occasione per incontrare il nostro nuovo Rettore, don Gabriele Faraghini, ma anche per rivederci dopo la pausa delle vacanze estive, di conoscere i seminaristi di primo anno e di approfondire le relazioni con i seminaristi che vivono la formazione presso un’altra Casa. Le giornate si sono susseguite con tempi di preghiera, una passeggiata per le Piane di Pezza, e tre conferenze e condivisioni, che hanno avuto come tema portante l’identità del presbitero. È stato il Vicario ad introdurci al tema, con una riflessione sul presbitero nel magistero di Papa Francesco.

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Avendo come base testi di omelie, discorsi e lettere del Santo Padre, si è delineata la figura del presbitero come l’uomo dalla triplice appartenenza: al Signore, alla Chiesa, e al Regno di Dio. Il prete appartiene al Signore perché lo ha incontrato, è stato conquistato da Lui e ne ha sperimentato la gioia, è in un cammino perenne di conversione dalla logica del mondo, per entrare nel-

la visione contemplativa di chi sa riconoscere con stupore grato la potenza operante del Risorto. Il prete è dispensatore di misericordia, perché è lui stesso un uomo perdonato. Il prete appartiene poi alla Chiesa, perché proviene da essa, perché “è preso tra gli uomini e

costituito per il bene degli uomini in ciò che si riferisce a Dio” (Presbyterorum Ordinis 3). La memoria di questa origine e di questa destinazione ha come frutto la perdita dell’autoreferenzialità e del clericalismo, per essere uomini capaci di comunione. Infine l’appartenenza al Regno mostra la speranza con cui guardare al ministero, che va ben oltre le nostre iniziative, godendo della gioia di chi sa che non cammina verso il successo, ma verso la pienezza. Don Giuseppe Forlai, nostro padre spirituale, ci ha poi introdotti all’istituto della direzione spirituale dei seminaristi, così come presentata dalla nuova Ratio Fundamentalis. Interessante è stato rileggere la storia della direzione spirituale, per cogliere le origini storiche di alcune patologie che rischiano di portarla alla deriva. Don Giuseppe ha individuato nella generosità, autenticità e decisione, le attitudini del diretto; su questi temi c’è stato un confronto molto utile tra noi seminaristi. Infine il nostro Rettore, don Gabriele, ci ha offerto una presentazione della vita del Beato Charles de Foucauld, mostrando come questo testimone della vita cristiana offra ai presbiteri di oggi un modello che dice qualcosa dell’amicizia con la Presenza semplice di Gesù, con la gratuità di chi sceglie di dedicarsi a conoscere le persone, ad entrare in relazione, ad essere con piuttosto che a fare per, a vivere l’accoglienza e la fraternità concreta.


In diocesi

il SignORe nOn Ci HA DiMentiCAti!

Michele Ciardo

NuOVI DIACONI PER LA DIOCESI DI ROMA on siamo abbandonati da Dio! Il Signore non ci ha dimenticati!”. È con queste parole ricche di stupore che il Vicario del Papa, Mons. Angelo De Donatis, si rivolge all’assemblea liturgica riunita presso la Basilica papale di San Giovanni in Laterano sabato 28 ottobre 2017 per pregare il Signore in occasione delle ordinazioni di 10 diaconi per la diocesi di Roma, 4 dei quali provenienti dal nostro seminario: don Emilio Cenani, don Michele Ferrari, don Gabriele Nasca e don Renato Tarantelli Baccari. La Chiesa intera gioisce e loda il suo Signore, perché ancora una volta fa scendere l’olio della consolazione, segno che Dio non fa mancare i suoi doni. E tra i tanti doni spiccano in questa occasione appunto i nuovi diaconi: essi sono dono dell’amore e saldati. Dono dell’amore: dono innanzitutto – i festeggiati infatti non sono principalmente i diaconi,

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ma la Chiesa – e in quanto tali, i doni non “possono gonfiarsi d’orgoglio ma si lasciano passare da una mano all’altra senza recriminare, senza fare preferenze, senza imporre al donatore le loro condizioni”; poi – rifacendosi al Vangelo domenicale di Mt 22 – essi sono dono d’amore, e l’amore dice sostanzialmente due cose: rimanere e assomigliare. Chi ama veramente il Signore rimane, sta, si lega a Lui, resiste, mette la tenda della propria vita nella Sua mise-

ricordia; inoltre, chi ama veramente ha il desiderio di essere uguale a colui che ama: amare Dio significa dunque “imitare la sua bontà” (dal momento che – Mt 5 – il Padre “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e gli ingiusti”). I diaconi

poi sono saldati, in quanto la loro vita “viene saldata alla sollecitudine del vescovo”, per mezzo della Parola e dei poveri: nella Parola “è il Maestro che ci parla”, nei poveri “il Maestro ci fa compagnia”, due realtà che vanno insieme inseparabilmente, perché “senza poveri non sapremmo con quale spirito aprire le Scritture; senza la Parola non capiremmo perché e per chi servire i poveri”. Ai nostri amici diaconi l’augurio e la preghiera che siano luce per quanti incontreranno sul loro cammino, servitori e non padroni, predicatori e uomini di croce; sappiano sempre essere accoglienti nei confronti dello Spirito, l’unico che farà gustare loro l’invisibile e che permetterà che davvero il miracolo si compia: siete segno dell’amore di Dio per gli uomini, perché davvero il Signore non ci ha dimenticati. Buon cammino!

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Sursum Corda

inCARiCHi pAStORAli 1°, 3°, 4° ANNO - PARROCCHIE Tirocinio pastorale vissuto nell'ambito della catechesi e dell'animazione con un progressivo coinvolgimento e una crescente autonomia individuale nella relazione con le êquipe di servizio e nel confronto con il presbiterio. Mesolella Barrera Girardi, Colucci, Zhao Pani, Martian, Brzovic Jean Forellino Barberio, Licameli, Huang Loppo Giordano, Pulcini Montone, Gargiulo Dezil Bam

Addolorata Divino Amore S. Giulia B. N.S. di Lourdes S. Lino S. Maria di Loreto S. Melania S. Bonaventura S. Carlo da Sezze S.M. Madre del Redentore Sacro Cuore SS. Sacramento

Colombo, Lucchesi, Rezo Frani Fiorentino Madeus Secci Dankyang De Iuri Palazzo Pollini, Giancola Bianchi Argese

S. Gemma N.S. del Suffragio N.S. di Coromoto S. Giustino S. Agapito S. Atanasio S. Basilio S. R. Bellarmino S.M. Causa N.L. S. Caterina S. Galla

2° ANNO - PROGETTO “IL MIO TESORO IN UN CAMPO” Tirocinio pastorale nelle comunità parrocchiali caratterizzato dall'annuncio del Vangelo della vocazione; rivolto particolarmente a bambini, ragazzi e giovani, attraverso momenti di testimonianza, animazione e preghiera in quattro appuntamenti consecutivi. Buattini, Buonocore, Catana, Dell'Ova, De Marco, Losito, Monteleone, Panico, Perrone, Porcelli, Romano 5° ANNO - PASTORALE IN AMBITI CARITATIVI Tirocinio pastorale vissuto in alcuni ambienti, specialmente gli ospedali, carceri e case famiglia, in cui viene privilegiata la relazione personale con coloro che vivono un tempo di sofferenza. Bellato, D’Oria Bogdan Del Fa Mesolella

Carcere Rebibbia Casa Betania Clinica S. Lucia H. Villa Speranza

Botta Jean Jean Baptiste

Osp. Mandelli Osp. Cristo Re Osp. S.G. Addolorata

6°-7° ANNO Tirocinio pastorale che comprende il fine settimana e un altro pomeriggio in aggiunta, dedicato all'obiettivo di un graduale e accompagnato inserimento nel ministero presbiterale.

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Ferrari Aroztegui Joseph Cenani Caserio

S. Teresa di Calcutta S. Cirillo S. Domenico S. Frumenzio S.M. Madre del Redentore

Ciardo Tarantelli Nasca Vangeli

S. Gabriele S. Ireneo S. Ugo S. Vigilio


2018

AnniVeRSARi Di ORDinAziOne SACeRDOtAle 1948 LXX ANNIVERSARIO Bordin Giuseppe

27 marzo 1958 LX ANNIVERSARIO

Capriotti Antonio De Lillo Adriano Grassi Aldo Miola Gabriele Ramaccioni Mario Borgiani Elio

22 marzo 22 marzo 22 marzo 22 marzo 27 aprile 28 aprile 1968 L ANNIVERSARIO

Falbo Giovanni Pompei Arnaldo Mori Gianfranco Poncina Plinio Locatelli Giacomo Rota Graziosi Gianfranco Di Cerbo Valentino Gugliotta Gerardo Sangirardi Francesco Paolo Bernardini Adriano Lussana Leone

9 marzo 9 marzo 10 marzo 10 marzo 23 marzo 23 marzo 30 marzo 30 marzo 30 marzo 31 marzo 21 dicembre

1993 XXV ANNIVERSARIO Brizzi Pasquale Di Lorenzo Livio Massara Francesco Santaguida Salvatore Tartaglia Federico Currao Nunzio Di Loreto Gianni Giannini Carlo Nostro Attilio Redemagni Giuseppe Repice Domenico Ricciardi Paolo Rulli Stefano Tellan Massimo Vianello Marco Vide Vicente

27 marzo 14 aprile 17 aprile 17 aprile 24 aprile 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio 2 maggio

Cianciotta Angelo Antonio Rovelli Ezio Lerario Tommaso Pitta Domenico Santoro Salvatore Sarica Demetrio Carmelo Rametta Luciano Lo Bianco Francesco Angelini Marino Varasi Davide Tomei Alain

8 maggio 12 giugno 26 giugno 26 giugno 26 giugno 26 giugno 3 luglio 10 luglio 25 settembre 25 settembre 27 dicembre

2008 X ANNIVERSARIO Annesi Francesco Cascio Stefano Charles D’ecclesia Fabio Ingenito Guido Lopardi Emmanuel Matarrese Paolo Patrassi Cristiano Porrello Federico Raimondo Marco Santo Luigi Vendola Simone Vitulli Domenico Santana Carlos Manuel Scaramuzzino Simone Kutlesa Mislav Puskaric Borna Papic Ranko Galati Tiziano

27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 27 aprile 24 maggio 24 maggio 21 giugno 21 giugno 7 settembre 8 settembre

2017 I ANNIVERSARIO Stasi Agostino Corvino Salvatore Marullo Cosimo Biancucci Andreas Loi Dario Pica Mattia Vecchione Gabriele Previtero Luigi

24 marzo 24 marzo 24 marzo 7 maggio 7 maggio 7 maggio 7 maggio 19 maggio

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Sursum Corda Renzo Lavatori

FeDele SeRVitORe DellA CHieSA

Il 4 agosto 2017 è deceduto S.E.R. Mons. Raffaele Calabro, Vescovo Emerito di Andria, nostro ex-alunno. Pubblichiamo un ricordo del teologo Don Renzo Lavatori, suo compagno di classe in Seminario. i parla di più di 50 anni fa, nel periodo di convivenza al Seminario Romano Maggiore, quando mi trovai a fianco di Raffaele Calabro. Fin d’allora aveva un portamento imponente, ma quello che più colpiva di lui era la sua personalità, che può essere raffigurata in tre pennellate: una forte e vasta intelligenza, una delicata riservatezza e umiltà, un saggio e strutturato pensiero, che lo faceva attento all’ascolto, sottile nella riflessione e incisivo nei suoi interventi attorno agli argomenti che di volta in volta emergevano tra di noi. Erano tematiche soprattutto teologiche e filosofiche ma anche di attualità, inerenti particolarmente allo svolgimento del Concilio Vaticano II. Abbiamo avuto il dono di vivere a Roma, negli anni di formazione, proprio in contemporanea con le assise conciliari, in cui si discuteva sui temi fondamentali della fede. Eravamo mossi da una gioiosa speranza verso un sano e fruttuoso rinnovamento della Chiesa, senza perdere la continuità con la Tradizione. I nostri professori insistevano su questo. Noi stessi volevamo portare un nostro contributo, naturalmente tra di noi, senza alcuna pretesa esterna. Calabro aveva sempre una sua personale riflessione, che proponeva con calma e documentazione. Noi ammiravamo la sua preparazione e la puntuale memoria

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sia a livello di eventi storici sia di citazioni di documenti magisteriali. Allora non c’era il computer! Calabro poteva farne a meno, data la raccolta di dati nella sua mente. Per questa ragione agli esami faceva ottima figura riportando una votazione di catene di trenta, senza cadere tuttavia nella pericolosa “trentite”. Infatti restava sereno di fronte a qualche raro insuccesso. Dopo gli anni di seminario, ci siamo rivisti poche volte. Lui era molto compreso del suo lavoro: prima in alcune Nunziature, poi in Segreteria di Stato e infine quale Vescovo nella diocesi di Andria. Anche nel settore lavorativo ha mostrato una assiduità e fedeltà che mi sorprendeva. Io ero docente alla Facoltà Teologica della Pontificia Università Urbaniana e alcune volte passavo in Vaticano a salutarlo nel suo ufficio. Era felice di rivedermi e ci soffermavamo volentieri a ricordare i nostri compagni di seminario o a riflettere sulle situazioni della Chiesa. Ma poi tornava al lavoro imperterrito. Egli sottolineava spesso la sua soddisfazione di servire la Chiesa con tutta l’anima e la devozione. Ci siamo rivisti per festeggiare i 40 anni di sacerdozio e poi non più. Forse per le difficoltà di salute oppure per le sue molteplici occupazioni, non ha partecipato al cinquantesimo sacerdotale. Eravamo ben pochi concelebranti a S. Marta con Papa Francesco, ma lo abbiamo ricordato con vero affetto, come facciamo ora nella preghiera di suffragio per la sua nobile anima. Nella Comunione dei Santi lo sentiamo presente in attesa di rivederci in Cielo.

In Pace Christi

Abbiamo ricevuto notizia della morte di questi ex-alunni: In data 8 luglio 2017 è venuto a mancare mons. Candido Facciolongo, della Diocesi di Roma, nato il 26 giugno 1929 ed ordinato prete il 5 aprile 1953. Il 15 luglio 2017 è deceduto don Stefan Stoyanov Kalapish, della Diocesi di Nicopoli (Bulgaria), nato il 26 dicembre 1962 e ordinato sacerdote il 5 maggio 2007. In data 4 agosto 2017 è deceduto S.E.R. mons. Raffaele Calabro, Vescovo Emerito della Diocesi di Andria, nato il 10 luglio 1940, ordinato prete il 15 marzo 1964 e consacrato vescovo il 6 gennaio 1989. In data 29 settembre 2017 è morto mons. Giovanni Battista Proja, della Diocesi di Roma e Canonico dell’Arcibasilica Papale di San Giovanni in Laterano, nato il 14 giugno 1917 ed ordinato sacerdote il 14 febbraio 1942.

Requiescant in Domino 34

Si prega di comunicare alla Redazione del Sursum Corda la notizia della morte di ex-alunni di cui si venga a conoscenza.




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