Sursum_corda_1_ 2017

Page 1


Sursum Corda Grazie, amici benefattori! Eleonora Barbagallo; S. E. Mons. Giacinto Berloco; Emma D’Agostino; Rosalba Fanelli; Mons. Andrea Francia; Mons. Hilary Franco; Emanuele La Mantia; Mons. Richard Malone; Maria Romano; Don Carlo Troise; Parrocchia Gran Madre di Dio a Ponte Milvio; Parrocchia Natività N.S.G.C.; Parrocchia Sacro Cuore di Gesù a Ponte Mammolo; Parrocchia Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae; Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia. CONTO CORRENTE POSTALE SEMINARIO n. 38198008 Intestato a Seminario Romano Maggiore 00184 Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano, 4 IBAN IT70 JO76 0103 2000 0003 8198 008 BIC – SWIFY BPPIITRRXXX

SURSUM CORDA Redazione: Mario Pangallo, Cristiano Patrassi, coordinatori. Marco Montone, Manuel Secci. Hanno collaborato a questo numero: Argese Francesco, Bianchi Lorenzo, Botta Francesco, Caleffi Simone, Celli Claudio, Cenani Emilio, Ciardo Michele, Corvino Salvatore, De Iuri Giorgio, De Santis Michele, Dimov Koicio, Frani Ermir, Frisina Marco, La Rosa Virgilio, Lisi Daniele, Mesolella Mario, Murgia Enrico, Occhibove Alessandro, Occhipinti Concetto, Santacroce Luca, Secci Manuel, Tarantelli Baccari Renato. In copertina: il primo numero del Sursum Corda, 1917.

Anno CI n. 1-2017 www.seminarioromano.it Direttore Editoriale: Concetto Occhipinti Direttore Responsabile: Davide Martini Rivista semestrale del Pontificio Seminario Romano Maggiore Piazza San Giovanni in Laterano, 4 - 00184 Roma Tel. 06.698621 - Fax. 06.69886159 E-mail: sursum@seminarioromano.it Spedizione in Abbonamento Postale - c/c p. 30360002 Registrazione del Tribunale di Roma - N. 11581 del 22.V.1967 Progetto grafico e impaginazione: Bruno Apostoli - info@brunoapostoli.it

Finito di stampare nel mese di Dicembre 2016 TRULLO COMUNICAZIONE srl - Via Domenico Fontana, 32 - 00185 Roma - Tel. +39 06.70.49.62.64 - Cell. 335 5762727 - 335 7166301


In queste prime righe del nostro amato Sursum Corda, scritte 100 anni fa, possiamo trovare l'ispirazione iniziale che ha accompagnato come finalità fondamentale il percorso del Sursum nelle diverse stagioni di questo secolo di vita: custodire nelle varie vicende storiche e negli anni che passano i vincoli di famiglia, pur stando fisicamente lontani. Quando nella fede, nella preghiera e nella carità si fa l'esperienza della famiglia nuova che Gesù ha desiderato e costituito, non si smette mai di essere "quella famiglia". Dovunque come presbiteri ci troviamo a custodire e nutrire la famiglia dei figli di Dio con la nostra carità pastorale, portiamo con noi l'esperienza, per tanti versi unica, degli anni di seminario, nei quali come discepoli del Signore abbiamo sentito rivolte a noi le parole di Gesù: «Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre"» (Mc 3,34). Ricordando i 100 anni di servizio alla comunione e alla fraternità sacerdotale del Sursum, facciamo memoria di un filo d'oro che provvidenzialmente ha tessuto una esperienza di Chiesa, segnata sin dagli inizi dal frastuono della violenza e del sangue e insieme dai racconti delle meraviglie che lo Spirito compie nella storia degli uomini. Scorrendo le pagine dei tanti volumi che raccolgono ciascuno dei numeri della nostra rivista, si ha la percezione chiara che, pur attraverso i cambiamenti vertiginosi e veloci che hanno caratterizzato il secolo a cui guardiamo, viene raccontata una storia che ha sempre lo stesso essenziale e meraviglioso contenuto, quello di giovani e fragili vite che aperte all'azione dello Spirito divengono capaci di far presente la paternità di Dio, rimanendo piccole vite. Questa identità del presbitero mediatore che, a immagine di Gesù unico mediatore della salvezza, offre con gioia la propria vita per edificare la comunione, ci è stata consegnata con vigore da Papa Francesco, che il 9 dicembre scorso ha accolto la nostra Comunità a Casa Santa Marta per l'Eucaristia, nella quale abbiamo sperimentato la gioia del Santo Padre, contento di incontrare i propri figli. L'apertura di orizzonti propria dell'amore particolare al Papa, la centralità dell'Eucaristia e la fiducia nell'amore forte e colmo di tenerezza di Maria, possano continuare a scrivere a lungo nuove pagine del Sursum che, riproducendo sempre la prima, siano cariche della novità dell'opera dello Spirito. Concetto Occhipinti

3


Sursum Corda

IN QUESTO NUMERO 29

31

Sursum Corda

In comunità 22

Semplicemente Grazie… Salvatore Corvino

23

La gioia di aver servito il Vangelo in Seminario Enrico Murgia

La tenerezza del padre e la gioia dei figli Mario Mesolella

24

Don Alessandro e don Renzo: nuovi arrivi in Seminario Michele Ciardo

“In alto i cuori” per trascinare il cuore di tutti verso il cielo di Dio Marco Frisina

25

In ascolto di Dio, di sé e dell’altro Giorgio De Iuri

26

Presbiterio e Classi La Redazione

3

Editoriale Concetto Occhipinti

4

In questo numero La Redazione

5

6

8

Il “Sursum” compie 100 anni Virgilio La Rosa

In diocesi

10

Il “Sursum” nella mia vita di ex-alunno Koicio Dimov

28

Gustando… la Sicilia Renato Tarantelli Baccari

11

Il “Sursum Corda” come luogo di comunione Francesco Botta

29

Custodire il Seminario del cuore, coltivando grandi sogni Francesco Argese - Emilio Cenani

31 13

Il “Sursum” per vivere il Seminario oggi Alessandro Occhibove

I giovani preti e gli adolescenti: sfida educativa o chiamata alla santità? Luca Santacroce

32

Le Missioni del Seminario Daniele Lisi - Michele De Santis

34

Testimoni di un tesoro nascosto Ermir Frani

35

Fatevi servitori di tutti Lorenzo Bianchi

36

Tirocinio pastorale 2016-2017 La Redazione

Diario 14 21

Diario Giugno - Dicembre 2016 Manuel Secci Scritti di nostri ex alunni La Redazione

In Pace Christi 4

35

21

Ricordo di ex-alunni defunti La Redazione

In viaggio 37

Anniversari La Redazione


LA TENEREZZA DEL PADRE E LA GIOIA DEI FIGLI enerdì 9 dicembre la nostra Comunità ha ricevuto il dono di partecipare alla S. Messa presieduta da Papa Francesco a Casa Santa Marta. Si è creato subito un clima familiare e spontaneo, nel quale la preghiera di ciascuno si è aperta a sostegno di Papa Francesco che ben conosce le gioie, le attese e i dolori dell’umanità intera. Vederlo baciare l’altare ha ben mostrato il gravoso compito di colui che rappresenta primariamente il segno visibile dell’unità della Chiesa. Una volta proclamato il Vangelo del giorno (Mt 11,16-19) da parte del nostro Rettore, il Papa ha tenuto una ricca omelia riferendosi a noi seminaristi, desideroso di presentarci la figura del sacerdote come mediatore gioioso dell’amore di Dio, «molto vicino al suo popo-

V

lo», piuttosto che intermediario freddo e insoddisfatto, che «non sa cosa significhi sporcarsi le mani», rigido con gli altri, ma in se stesso mondano. Il mediatore – ha chiarito Papa Francesco – perde se stesso per unire le parti, dà la vita, se stesso, il prezzo è quello: la propria vita, paga con la propria vita, la propria stanchezza, il proprio lavoro, come nel caso del parroco, per unire il gregge, per unire la gente, per portarla a Gesù. Quella è la logica: svuotarsi, annientarsi. Affinché questo messaggio potesse fissarsi nei nostri cuori il Papa ci ha presentato tre icone di pa-

Mario Mesolella

stori mediatori: san Policarpo, san Francesco Saverio e san Paolo. Il Santo Padre ha più volte sottolineato la necessità della tenerezza nell’accogliere le persone nel loro bisogno: «Una volta una persona mi diceva che riconosceva la bontà dei sacerdoti dal loro atteggiamento con i bambini: se sanno carezzare

un bambino, sorridere a un bambino, giocare con un bambino (…) significa che sanno abbassarsi, avvicinarsi alle piccole cose». Al termine della S. Messa, Papa Francesco ha salutato i nostri formatori e poi ogni seminarista, presentato al Santo Padre dal Rettore, ha potuto scambiare qualche parola con lui in un clima cordiale e gioioso. Abbiamo fatto l'esperienza di un padre che è contento di incontrare i propri figli. Oltre all’emozione e alla consapevolezza di un incontro speciale, il significato profondo che porteremo nel cuore è sintetizzato da un consiglio che il Papa ci ha affidato nell’omelia: «Nell’esame di coscienza considerate questo: oggi sono stato funzionario o mediatore? Ho custodito me stesso, ho cercato me stesso, la mia comodità, il mio ordine, o ho lasciato che la giornata andasse al servizio degli altri?».

5


Sursum Corda Marco Frisina

“IN ALTO I CUORI” PER TRASCINARE IL CUORE DI TUTTI VERSO IL CIELO DI DIO uando penso al “Sursum corda” ricordo l’impegno e il lavoro che ci coinvolgeva da seminaristi nella preparazione della “nostra” rivista periodica. Per noi era impegnativo ma anche emozionante riscoprire, nella ricerca storica di eventi e personaggi del passato oppure nello sforzo di esprimere in cronaca gli avvenimenti del presente, tutta la ricchezza della nostra storia e delle nostre esperienze.

Q

6

La vita del Seminario è sempre un po’ speciale e atipica, piena di realtà profonde e difficilmente sintetizzabili in un articolo, in un testo, in poche colonne di una rivista. Per noi scrivere per il “Sursum” era un modo per comprendere meglio la complessità della nostra vita impegnata nella

sequela del Signore e nella formazione culturale e spirituale, in quel lento ma intenso cammino che ci trasformava giorno dopo giorno nell’immagine di Cristo Pastore. Ricordo quegli anni con piacere e un po’ di nostalgia, cosa questa che mi fa rammentare di non essere più quel giovane prete che per nove anni fece l’educatore in Seminario, sperimentando la bellezza del sacerdozio a contatto con quei fratelli più giovani che ora ritrovo parroci, vescovi, chiamati a grandi responsabilità. Si sa che col tempo il cuore filtra spesso i ricordi tralasciando le difficoltà e gli ostacoli incontrati, ma devo dire che in quegli anni scoprii la forza educatrice del Seminario e tra gli elementi che contribuivano a questa crescita c’era senz’altro anche il “Sursum”, come lo chiamavamo. In quelle pagine potevamo riassumere e ripensare le nostre esperienze e a volte anche comprenderle meglio, renderle maggiormente coscienti, approfondirle. Spesso scoprivamo di vivere la nostra vita in sentieri aperti da altri molto tempo prima, scoprivamo la bellezza dell’esempio di tanti preti e vescovi che hanno tracciato la via, aperto brecce, seminato campi in cui oggi ancora viviamo e lavoriamo. Esempi luminosi di parroci romani, che ci entusiasmavano per il loro eroismo e la loro fede, parole sapienti di santi sacerdoti che sapevano spronarci a una testimonianza forte e generosa. A volte dovevamo scrivere articoli su realtà a noi prima sconosciute ma


che col tempo diventavano familiari, testimonianze a noi vicine ed amiche. Una cosa bellissima era poi lavorare insieme per la riuscita della rivista. Ricordo l’impegno nella ricerca delle illustrazioni, dei documenti d’archivio e delle tematiche da scegliere tra quelle che venivano dal nostro cammino educativo o che traevamo dalla vita della Chiesa. La preparazione del numero avveniva nei ritagli di tempo, tra lo studio e le attività del Seminario, a volte con grande sacrificio, in orari difficili, a volte a tarda sera, in condizioni spesso di grande fatica ma lo facevamo insieme. Sentivamo la gioia di vivere un evento che ci apparteneva e che in qualche modo esprimeva la nostra vita e le nostre esperienze. E quando il numero era terminato e ricevevamo dalla tipografia la rivista stampata non nascondevamo l’orgoglio nel dire: anch‘io vi ho lavorato. Andavamo a cercare, con un pizzico di vanità, com’era venuto il nostro articolo, o la riuscita della fotografia e del documento che avevamo trovato. Si trattava di una rivista che esprimeva un po’ di noi stessi e delle nostre fatiche e di cui sentivamo la gioia e il vanto. Una realtà come il “Sursum Corda” non può certo competere con altri più paludati periodici e non deve neanche farlo, non è la sua finalità. Quando ancora oggi lo ricevo come ex alunno mi ritrovo a sfogliarlo con curiosità e attenzione, proprio come quegli ex alunni che erano i nostri lettori trenta anni fa, magari per vedere se i seminaristi di oggi sono come noi di un tempo, o se gli articoli esprimono ancora il nostro stile e le nostre idee. Gli ex alunni sono sempre nostalgici e il loro affetto per il Seminario li fa essere sempre un po’ critici ma con amore; ciò che si è amato profondamente rimane sempre la pietra di paragone di ciò che oggi noi viviamo.

Ma la cosa bella è che dopo 100 anni tutto continua e si rinnova. Guai a noi se volessimo il presente fotocopia del passato, saremmo sciocchi e presuntuosi, perché la vita della Chiesa va avanti e il tempo del Seminario è una primavera continua, i suoi ospiti sono “condannati” ad una continua giovinezza che si rinnova in fioriture sempre nuove. Celebrare questi anni vuol dire preparare il prossimo secolo, raccontare i progetti, l’avvenire, i sogni che i giovani seminaristi vogliono realizzare nel loro ministero futuro. Il “Sursum” può servire anche a questo: insegnare ad esprimere l’esuberanza del cuore di ogni chiamato, i grandi desideri che ogni giovane seminarista porta dentro di sé e che vorrebbe realizzare nella sua vita sacerdotale di cui sente tutta la bellezza e la forza. Scrivere un articolo può essere l’impegno in una testimonianza, l’espressione del proprio cuore, l’annuncio della propria vocazione così come un seminarista la vive.

Il mio augurio sincero è che tutto questo continui, e che la “nostra” rivista continui ad offrirci l’entusiasmo del Seminario Romano, di un luogo di formazione ma anche di gioia nella sequela di Cristo, capace di consolare e incoraggiare tutti i sacerdoti che nella fatica del ministero quotidiano hanno bisogno di tornare con il cuore e la mente alla loro giovinezza e al Seminario, luogo della vocazione e perenne giovinezza della Comunità diocesana, dove ci si prepara a vivere il Vangelo nella gioia e a testimoniarlo. Il titolo della rivista non può essere più adatto, “in alto i cuori” orientati verso il cielo per donare a tutti il desiderio di guardare in alto per trascinare il cuore di tutti verso il cielo di Dio.

7


Sursum Corda Virgilio La Rosa

IL SURSUM COMPIE 100 ANNI Pubblichiamo una bella riflessione riguardante la nostra Rivista “centenaria” di mons. Virgilio La Rosa, nostro ex alunno, Canonico della Basilica di S. Giovanni in Laterano, Direttore dell’Ufficio Matrimoni della Diocesi di Roma. er un bisogno di sacerdoti e seminaristi strappati dal Seminario per andare in guerra e ricambiato con pari sentimento dai Superiori e compagni rimasti vicino alla Madonna della Fiducia, che seguivano con affettuoso pensiero i

“P

8

lontani, desiderosi gli uni per gli altri di tener vivo il vincolo della famiglia, colmare le distanze, narrarsi le alterne vicende e confortarsi con mutua preghiera, con la speranza e l’attesa di un domani migliore”.

Con queste parole Giuseppe Franciolini, futuro vescovo di Cortona, raccontava nel 40° anniversario, la nascita del “Sursum”, il 5 Luglio 1917: usufruendo di una breve licenza, passò per Roma e suggerì al Rettore Spolverini l’idea di una “rivistina” che collegasse i compagni lontani con una lettera fraterna. Nel mese di agosto di quell’anno, uscì il primo numero del “Sursum” con un sottotitolo significativo: “Un po’ di conversazione con i nostri compagni soldati”; “la rivista continuò, per tutta la durata della guerra, a giungere fedelmente in ogni direzione, sempre attesa, sempre bella, sempre carissima; nelle ore di tregua i seminaristi al fronte, tirati fuori dal tascapane i fogli sgualciti del Sursum, tra il fetore dei cadaveri in decomposizione, pensavano al Seminario come ad un focolare, là dove si era decisa una vita per sempre”; così Franciolini si esprime nel “Sursum Corda” del 1957. Terminata l’avventura bellica e caduto uno degli obiettivi qualificanti, il “Sursum” sembrava aver esaurito la sua funzione; “ma invece continuò ad essere il filo d’oro – continua Franciolini – che legava il Seminario e gli ex alunni, a confortarli nelle asprezze dei combattimenti apostolici e portare a tutti la parola ed il sorriso della Madonna della Fiducia”. Fu così richiesta la prosecuzione della pubblicazione, ma ciò implicava naturalmente un ripensamento di motivazione e di contenuti. “Dalla conversazione con i nostri compagni soldati, si passò alla conversazione con i nostri venerabili fratelli sacerdoti” (cfr. F. CORRUBOLO, Storia della formazione in: Il Seminario Romano, a cura di L. Mezzadri, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2001, p. 366).


Si decise di mantenere la cadenza mensile, dividendo la rivista in tre parti: cronaca, diario spirituale e spigolature delle lettere. E si decise pure di non trattare di problemi riguardanti il clero per non perdere il significato della Rivista. Il “Sursum” doveva rimanere il giornale del Seminario: oggi voi, domani altri, creando un’atmosfera di collegamento, di comunicazione e di scambio. Informare ed essere informati. “Gli ex alunni devono far conoscere le loro esperienze comunicandole agli altri”; così si esprimeva il Cardinale Antoniutti, in un’intervista. Molti che ci hanno preceduti, noi li ricordiamo attraverso i notiziari e i necrologi del “Sursum”. Così ci siamo conosciuti ed amati, anziani e giovanissimi. Oggi a 100 anni dalla sua nascita, per noi sacerdoti formati negli anni 1957-1963, il “Sursum” rimane un gradito ricordo, Attendevamo con ansia l’uscita della rivista, in quel periodo trimestrale, e ci doleva quando il Rettore mons. Pascoli ci risponde-

va, con fine ironia, che era “imminente”, manifestando così il suo disappunto. Il “Sursum” costituiva il collegamento con gli ex alunni e gli ex alunni ritrovavano nelle pagine del “Sursum” il motivo per sentirsi in famiglia. Ricordo ben volentieri, e ne condivido il pensiero, la testimonianza di un ex alunno impegnato al fronte, quando riceveva i fogli sgualciti del “Sursum”. “Tutto vi è in quel caro opuscolo. Sei malinconico o sconfortato? Prendi il Sursum, leggi le care vignette, i graziosi aneddoti e ti tornerà l’allegria, ti sentirai contento. Ivi trovi alimento alla pietà, conforto nelle privazioni, coraggio nelle avversità, lume nelle perplessità. E come era atteso!!! L’ho letto tutto di un fia-

to, dice uno; l’ho imparato quasi a memoria, a forza di leggerlo continuamente, aggiunge vivacemente un altro. L’ho letto con attenzione senza fretta, per assaporarne tutta la dolcezza, scrive un terzo” (cfr. Vota mea reddam, Roma 1920, pp.21-22). Ed era così anche per noi, alunni di quegli anni indimenticabili. Ma le pagine più belle del “Sursum” le ritroviamo nella Festa della Fiducia. Il ritornello della festa è sempre stato questo: “unire sotto una sola

bandiera le antiche e nuove generazioni, sia di alti prelati che di umili sacerdoti o di semplici chierici: riunirli almeno in un solo giorno dell’anno sotto il manto gentile della comune Madre, Maria Santissima della Fiducia”. Il “Sursum” riportava la cronaca meticolosa di quel giorno di festa, la gioia che traspariva dal volto delle vecchie e giovani generazioni, la gioia di ritrovarsi insieme dopo tanti anni di sacerdozio sotto lo sguardo materno della Madre della Fiducia. Caro “Sursum”, continua la tua missione di collegamento tra alunni ed ex alunni, continua a portarci nei luoghi del nostro lavoro pastorale il ricordo gioioso degli anni di formazione, il ricordo dei cari superiori, Pascoli, Felici, Canestri, Ferrari, apparentemente severi, ma che con i loro insegnamenti ci hanno forgiato e formato ad una vita di testimonianza e di impegno sacerdotale. Grazie, caro “Sursum”, per i 100 anni di vita, egregiamente vissuti. E a nome di tutti gli affezionati lettori, ti auguro ad multos annos, con gioia.

9


Sursum Corda Koicio Dimov

IL “SURSUM” NELLA MIA VITA DI EX-ALUNNO Pubblichiamo un pensiero sul “Sursum” del nostro ex alunno, don Koicio Dimov, parroco della parrocchia di san Giuseppe a Bardarski gheran e della parrocchia di Maria Assunta in Cielo di Vratza, nella Diocesi di Nicopolis ad Istrum, in Bulgaria. ell’anniversario della nostra rivista “Sursum Corda” vorrei brevemente esprimere i miei sentimenti che sento e vivo con tanti alunni dell’amato Seminario Romano. Quasi otto anni dopo la mia ordinazione nella mia patria, la Bulgaria, due volte all’anno, quando ricevo il nuovo numero del “Sursum”, mi commuovo e lascio tutto per leggere e rileggere gli articoli, che mi danno la gioia di essere quasi partecipe degli eventi nella vita del Seminario, nel cuore della Diocesi di Roma, il cuore della Chiesa Cattolica. Per me il Seminario rimane una casa, non solo casa di formazione, ma molto di più- una casa di ritorno e di pellegrinaggio nella Cappella della nostra Madre, la Madonna della Fiducia, casa di ristoro spirituale. Penso che ogni exalunno ha bisogno di tornare in Seminario, dove può attingere tanta forza spirituale. La vita nella parrocchia è certamente molto diversa dalla vita nel Seminario. La nostra Chiesa locale, in Bulgaria, è molto piccola: la comunità è sparsa tra la maggioranza dei cristiani ortodossi, e da una parte è facile raggiungere e trovare le perso-

N

10

ne, che spesso spopolano le parrocchie, partendo alla ricerca del lavoro; ma d’altra parte ci sono tante difficoltà: i postumi di una cultura atea promossa dal regime passato e anche tante nuove forme di allontanamento dalla fede e dalla Chiesa, dovute al consumismo, all’edonismo, al relativismo, all’indifferentismo (che può sfociare nel sincretismo), che producono un grande vuoto nelle coscienze e fanno perdere le radici cristiane. Ma tutto questo non deve scoraggiarci, anzi deve darci una nuova spinta per testimoniare ed evangelizzare, per seminare la Parola - viva ed efficace e questo ci basta. Per il Regno di Dio il piccolo seme deve morire per portare frutto. Sento la materna guida della Madonna della Fiducia, a cui affido tutto il lavoro e così posso andare avanti, seguendo il Grande Pastore delle pecore, il Signore Gesù. A Lui dedico la costruzione della nostra nuova chiesa nella giovane parrocchia della città di Vratza, una nuova comunità che curo insieme con la piccola comunità del villaggio di Bardarski gheran. Fra le gioie e le sofferenze, tra i sorrisi e le lacrime, il seme cresce e porta il profumo del Cielo e la bellezza del Regno. Mater mea, fiducia mea!


Francesco Botta

IL “SURSUM CORDA” COME LUOGO DI COMUNIONE In occasione del centenario dalla nascita del “Sursum Corda”, ci siamo rivolti al Vescovo Claudio Maria Celli, nostro ex alunno, per una breve intervista. Dopo una cordiale accoglienza, il Vescovo ha cominciato, incuriosito, a porre delle domande sulla vita di Comunità e a ricordare con affetto il suo periodo e i suoi compagni, con i quali rimane in contatto ancora oggi. L’intervista si è svolta in un clima di spontaneità e familiarità. Eccellenza, che valore ha nella sua vita sacerdotale il “Sursum Corda”? Penso che per poter parlare del valore del “Sursum Corda”, io debba partire dal valore che il Seminario stesso ha nella mia vita sacerdotale. Sono stato ordinato nel 1965. Vivevamo la maggior parte del tempo in Seminario, senza andare a casa né in Parrocchia. Avevamo un mese di vacanza durante l’estate, per il resto il Seminario occupava spazio e tempo della nostra vita. C’era un clima sereno e tra noi si sono venuti a formare grandi affetti, amicizie che tuttora perdurano. Il “Sursum Corda” è delegato a richiamare alla memoria il valore del Seminario; ogni volta che mi arriva, rimette a vivo il rapporto con una realtà nella quale mi sentivo a casa. Conservo con affetto ogni numero del nostro periodico e quando mi arriva, mi immergo nella curiosa lettura della vostra vita seminariale. Il “Sursum Corda” mi parla di chi ora è dentro il Seminario. Siamo parte della stessa famiglia, e leggere le vostre pagine mi spinge a pregare per tutti voi. Io vi porto

nella preghiera proprio perché mi sento parte della stessa famiglia. Ciò che più mi interessa del “Sursum Corda” è proprio la descrizione delle vostre giornate; rimette a vivo il periodo in cui ero lì. Ho vissuto il Seminario con intensità ed è stato per me un tempo importante. Un ruolo fondamentale in quel periodo e nella mia vita sacerdota-

le lo ha ricoperto e lo ricopre senza dubbio la Madonna della Fiducia, alla quale sono profondamente legato. Il valore del “Sursum Corda” nella mia vita sacerdotale è proprio questo: rimette a vivo il rapporto e il legame con il Seminario Romano. Lei è stato Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Potrebbe parlarci dell’importanza della comunicazione e del linguaggio per la Chiesa e per il mondo? Si tratta di un tema a me molto caro e che reputo di grande importanza. Come Chiesa dovremmo chiederci in che modo siamo in grado di dialogare con la cultura digitale.

11


Sursum Corda

12

Oggi mi rendo conto, ad esempio, che lo smartphone ha cambiato la visione culturale. Come Chiesa dobbiamo impegnarci a dialogare con l’uomo inserito in questa cultura. È fondamentale che come Chiesa sappiamo entrare in rapporto con quest’uomo; questa è la sfida, ed è una sfida di evangelizzazione. Oggi abitiamo il mon-

tratta di siti vetrina. Un sito diocesano deve essere necessariamente dialogante. È chiaro che oggi le reti sociali non possiedono uno stile comunicativo tradizionale; questo crea problemi. La questione tuttavia non è l’aspetto tecnologico, ma quello umano, non dobbiamo dimenticarlo. Dobbiamo prendere atto che come Chiesa abbiamo una scarsa preparazione: sappiamo cosa dire, ma non sappiamo come. Il “Sursum Corda” risponde ancora alla cultura della carta. Quando ho tempo libero, io preferisco leggere un libro, mentre il giovane d’oggi sceglie di rimanere davanti al computer o, più probabilmente, a uno smartphone. È Internet ad aver portato il grande cambiamento. La Chiesa ha una grande responsabilità: dobbiamo aiutare le persone a crescere. Non basta sapere i contenuti, la grande sfida di oggi, come in passato, è quella di evangelizzare l’uomo inserito nella sua cultura; noi dobbiamo essere capaci di entrare in rapporto con l’uomo dei nostri tempi.

do digitale, ed è in questo mondo che siamo chiamati ad annunciare il Vangelo. Se guardiamo ai siti delle nostre Diocesi italiane, ci accorgiamo, sempre che abbiano un sito, che per la maggior parte dei casi si

Abbiamo parlato del valore del nostro periodico nella sua vita sacerdotale e dell’importanza della comunicazione. Perché, secondo lei, è importante oggi portare avanti il lavoro del “Sursum Corda”? Portare avanti il “Sursum Corda” è importante anzitutto perché conserva il valore della carta e del linguaggio di condivisione. Secondo me sono due i valori per cui è importante che il “Sursum Corda” prosegua nel suo lavoro: il primo riguarda quanto ho detto prima, ovvero la capacità che questo periodico ha di rimettere a vivo il rapporto con il Seminario. Il secondo valore fondamentale è quello della comunione. Quando mi arriva il “Sursum Corda” e comincio a leggerlo, so che anche i miei compagni e altri ex alunni si trovano a farlo. Crea comunione sapere ciò che succede in Seminario. Sarebbe bello, mi permetto di dare un consiglio, se il “Sursum Corda” trovasse uno spazio digitale in cui gli ex alunni sparsi in tutto il mondo possano intervenire. Questa novità potrebbe arricchire il valore di comunione del nostro periodico e rispondere alla sfida di cui parlavo prima.


Alessandro Occhibove

IL “SURSUM” PER VIVERE IL SEMINARIO OGGI Intervista a don Simone Caleffi, nostro ex-alunno, viceparroco della parrocchia romana di S. Gregorio Magno alla Magliana Quest’anno ricorrono i 100 anni della nostra rivista “Sursum Corda”. Quali sono stati, secondo te, i messaggi più importanti che il “Sursum” ha trasmesso nelle varie diocesi italiane e del mondo? I primi temi della nostra pubblicazione erano di cronaca, per tenere vivo attraverso qualche messaggio spirituale il morale dei seminaristi che erano stati chiamati soldati al fronte, durante la I guerra mondiale. La guerra poi finì nel 1918, e nel 1919 ci si è chiesto se continuare o meno la pubblicazione. La ri-

sposta è stata sì; questo foglio poteva diventare un valido collegamento con gli ex alunni, così che si è passati dal cercare il collegamento con gli alunni diventati soldati al cercarlo con tutti gli ex alunni e gli altri sacerdoti. Sono stati dunque sviluppati temi di spiritualità, già presenti, e temi di teologia: la cronaca in questi anni diventa non più una realtà da far conoscere a chi è lontano perché al fronte, ma un modo per far conoscere agli ex alunni ciò che avviene nel Seminario di oggi. Tutto ha cominciato a ruotare intorno alla Madonna della Fiducia, a cui inizialmente è stato offerto il Voto, effettivamente sciolto; in seguito, la Festa della Fiducia è diventata una solennità annuale intorno alla quale si raduna il Seminario

e sulla quale tuttora il “Sursum” si sofferma, con la cronaca dell’evento ma anche con riflessioni spirituali. Successivamente sono apparse le rubriche sulle Conferenze al Laterano; negli anni seguenti, altra guerra, altro dopoguerra, si sono dedicate sempre più pagine ad articoli monografici. Oltre le cronache e le biografie di ex alunni illustri, sono stati trattati temi più specifici, che diventeranno, a partire dal Concilio Vaticano II, e con il post-Concilio, caratterizzanti quel periodo, fino ai nostri giorni. Come vedi il ruolo del “Sursum Corda” nel rapporto tra alunni ed ex alunni? La cosa bella sperimentata negli anni di ministero è il legame che ci unisce come Comunità del Seminario. Il Seminario è un tempo e una rete di rapporti che si creano. Sicuramente oggi ci sono altri canali più pratici per tenerci in contatto, ma all’inizio, pensando al 1917, fu proprio questo foglio spedito al di là delle mura a stabilire un collegamento con i seminaristi chiamati al fronte. Per me è stato molto importante leggere questa pubblicazione, per avere anche un’idea di cosa il Seminario è oggi, per meglio capire che cosa significhi oggi vivere il Seminario. Un aggettivo per descrivere il “Sursum Corda”. Userò un aggettivo che però vorrei considerare nella sua forma verbale. Definirei il “Sursum” interessante. Credo che il verbo interessare sia centrale per quanto riguarda l’esperienza cristiana e, successivamente, sacerdotale. Se una cosa mi interessa e la prendo a cuore, allora mi informo su di essa e la seguo con attenzione. Il Seminario è stato per me sempre interessante; in questo senso, leggere il “Sursum” è interessante, anche se magari ci può essere un numero che attira meno di un altro. Mi è cara l’esperienza di don Lorenzo Milani, che notoriamente fa scrivere sulla porta della sua scuola canonica: I care; può essere un antidoto contro l’indifferenza crescente del mondo di oggi.

13


Sursum Corda Manuel Secci

Diario 2016

GIUGNO SABATO 11

Mons. Gianrico Ruzza, Parroco di San Roberto Bellarmino e già Vice-rettore del nostro Seminario, viene ordinato Vescovo da S.E.R. il Cardinale Vicario Agostino Vallini. A Mons. Ruzza è stato affidato il settore Centro della Diocesi di Roma.

MERCOLEDÌ 15

Si conclude l’anno formativo con la Messa presieduta dal Rettore e la cena di fine anno.

14

SABATO 25

Don Marco Carozza, della Diocesi di Bari, viene ordinato presbitero da S.E.R. Mons. Francesco Cacucci. A festeggiare la gioia di don Marco i suoi compagni.

MERCOLEDÌ 29 S.E.R.Mons. Giuseppe Satriano, Vescovo di Rossano-Cariati, ordina sacerdote don Domenico Simari, dopo una missione popolare a cui alcuni nostri seminaristi hanno partecipato.


Diario LUGLIO

MERCOLEDÌ 17 - MERCOLEDÌ 24

VENERDÌ 1 - DOMENICA 31 Alcuni seminaristi vivono l’esperienza del “Mese Ignaziano” guidato da alcuni Padri Gesuiti della Comunità della Casa del Sacro Cuore a Galloro.

VENERDÌ 1 - DOMENICA 10 I seminaristi romani trascorrono dei giorni di fraternità in Sicilia insieme con S.E.R. Mons. Angelo de Donatis, con il Rettore e altri formatori (articolo a pag. 28).

LUNEDÌ 11 - MARTEDÌ 19

I seminaristi della classe di V Anno partono per un pellegrinaggio in Europa sulle orme di preti santi insieme a don Daniele Salera, loro formatore (articolo alle pp. 29-30).

SETTEMBRE VENERDÌ 2 - DOMENICA 4 I seminaristi di II anno partono assieme a don Cristiano Patrassi per il Cammino Francescano da Rieti ad Assisi (articolo alle pp. 29-30).

I seminaristi di Scutari accompagnati dal Rettore e alcuni sacerdoti sono ospiti del nostro Seminario in occasione della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta.

VENERDÌ 15 - DOMENICA 17 I seminaristi che si accingono a fare il loro ingresso in seminario vivono qualche giorno di fraternità assieme al Rettore, al Padre Spirituale, don Renzo Chiesa, e al loro formatore, don Renzo Del Vecchio.

AGOSTO LUNEDÌ 1 - MERCOLEDÌ 31 Alcuni seminaristi vivono l’esperienza del “Mese Ignaziano” a Torricella in Sabina presso la Casa delle Ancelle del Sacro Cuore, guidati dai Padri Gianfranco GhirlandaSJ e Sandro Barlone SJ.

15


Sursum Corda LUNEDÌ 5 - GIOVEDÌ 8

I seminaristi romani del nostro Seminario, insieme a quelli del Seminario “Redemptoris Mater” e del “Divino Amore”, vivono a Sacrofano dei giorni di comunione e di approfondimento sul tema: “I Giovani presbiteri e gli adolescenti”; è presente con loro il Cardinale Agostino Vallini (articolo a pag. 31).

I seminaristi di III, IV e VI Anno seguono la settimana di Esercizi a Montefiolo con S.E.R. Mons. Angelo de Donatis, Vescovo ausiliare per la cura pastorale dei sacerdoti.

DOMENICA 18

DOMENICA 12 Ricominciano le attività del Seminario: prima Messa di Comunità e partenza per gli Esercizi spirituali.

DOMENICA 12 - SABATO 17

16

I seminaristi di I e II Anno vivono il tempo degli Esercizi spirituali a Fara Sabina, sotto la direzione di don Renzo Chiesa, nuovo padre spirituale.

Iniziano le Missioni popolari in 3 parrocchie romane, sant’Ignazio di Antiochia, Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, Sacro Cuore a Ponte Mammolo. In 4 parrocchie, santa Bernardette, santi Cirillo e Meto-


Diario dio, Nostra Signora di Coromoto e Sacro Cuore, i nostri seminaristi animano l’attività parrocchiale con il “Punto Giovane” (articolo alle pp. 32-33).

OTTOBRE LUNEDÌ 3

DOMENICA 25

Iniziano le lezioni alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana. I seminaristi romani di VII anno, ordinandi diaconi, prestano il giuramento nella Cappella della Fiducia.

SABATO 8 Incontro con i parroci e mandato per il tirocinio pastorale di quest’anno.

LUNEDÌ 17 Mons. Mauro Cozzoli presiede l’Eucaristia e condivide la cena in Seminario per il saluto alla Comunità, dopo la nomina a Canonico della Basilica di San Giovanni in Laterano. All’interno delle attività delle Missioni popolari viene proposto lo spettacolo teatrale “Il Piccolo Principe”, preparato da un gruppo di seminaristi.

MERCOLEDÌ 19 Festa di inizio anno per la presentazione dei nuovi seminaristi in teatro.

17


Sursum Corda DOMENICA 23 Primo appuntamento dei Vespri della fiducia.

Lo stesso giorno, nella Chiesa Cattedrale di Lecce, S.E.R.Mons. Domenico D’Ambrosio ordina diaconi don Salvatore Corvino e don Cosimo Marullo.

VENERDÌ 28

Veglia di preghiera in preparazione all’Ordinazione dei diaconi romani nella nostra Cappella Maggiore presieduta da S.E.R.Mons. Gianrico Ruzza, Vescovo ausiliare del settore Centro.

SABATO 29 S.E.R. il Cardinale Vicario Agostino Vallini ordina 10 nuovi diaconi per la diocesi di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano, di cui 3 diaconi permanenti e 7 transeunti. Vi sono 4 nostri alunni: don Andreas Biancucci, don Dario Loi, don Mattia Pica e don Gabriele Vecchione (articolo a pag. 35).

18

NOVEMBRE VENERDÌ 4 Inizia il cammino di discernimento in seminario “Apri gli Occhi”.


Diario DOMENICA 13

Don Francesco Del Conte viene ordinato presbitero da S.E.R. Mons. Giovan Battista Pichierri, per la Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazaret.

DOMENICA 20

Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano per la chiusura della Porta Santa, presieduta da S.E.R. il Cardinale Vicario Agostino Vallini.

SABATO 19 Giornata di formazione comunitaria sul tema dell’anno formativo animata da Luciano Manicardi, vice priore del monastero di Bose (articolo a pag. 25).

Secondo appuntamento dei Vespri della fiducia.

19


Sursum Corda MERCOLEDÌ 23

VENERDÌ 9 La nostra Comunità partecipa a Santa Marta in Vaticano alla S. Messa celebrata da Papa Francesco, al termine della quale ha la gioia di incontrare e salutare il Santo Padre (articolo a pag. 5).

DOMENICA 18 Terzo appuntamento dei Vespri della fiducia.

LUNEDÌ 19

Incontro con Giovanni Maria Flick, ex Ministro di Grazia e Giustizia e Presidente emerito della Corte Costituzionale, sul Referendum costituzionale del 4 Dicembre.

DICEMBRE GIOVEDÌ 1 Anniversario della dedicazione della Cappella Maggiore.

SABATO 3

Cena di saluto in Comunità prima delle vacanze natalizie, con una rappresentazione da parte del gruppo teatrale.

20

Ritiro di Avvento guidato da Bruna Costacurta, docente di Teologia Biblica alla Pontificia Università Gregoriana.

Buon Natale e buon anno nuovo a tutti!


SCRITTI DI NOSTRI EX ALUNNI H. C. FRANCO, Bishop Fulton J. Sheen Mentor and Friend, New Hope Publications, New Hope, 2014. P. M. FRAGNELLI, Oltre “l’inutile strage”. Il Vescovo Raiti, Trapani e la Grande Guerra, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2016.

In Pace Christi Abbiamo ricevuto notizia della morte di questi ex-alunni: In data 14 giugno 2016 è venuto a mancare mons. Lorenzo Minuti, della Diocesi di Roma, nato il 2 febbraio 1925 ed ordinato prete il 16 aprile 1949. È tornato alla casa del Padre il 10 luglio 2016 mons. Annibale Ilari, della Diocesi di Roma, nato il 13 gennaio 1921, ordinato sacerdote il 5 aprile 1947. Il 29 settembre 2016 è morto don Fedele Lazari, della Diocesi di Otranto, nato il 9 novembre 1929 ed ordinato presbitero il 18 aprile 1954. Il giorno 28 ottobre 2016 è deceduto mons. Duilio Bonifazi, della Diocesi di Fermo, nato il 12 giugno 1930 ed ordinato sacerdote il 17 aprile 1951.

Requiescant in Domino Si prega di comunicare alla Redazione del Sursum Corda la notizia della morte di ex-alunni di cui si venga a conoscenza.

21


Sursum Corda Salvatore Corvino

SEMPLICEMENTE GRAZIE… gni inizio porta con sé delle novità e questo vale anche per ogni nuovo anno di Seminario. C’è chi arriva, c’è chi parte…è una storia di accoglienza e di saluti. E così, a Settembre, la nostra Comunità si è trovata dinanzi ad un saluto particolare e carico di gratitudine; dopo 18 anni, infatti, don Mauro Cozzoli ha terminato il suo ministero di Direttore Spirituale presso il nostro Seminario, assumendo l’incarico di Canonico della Basilica Lateranense.

O

Don Mauro presiede la Messa di saluto alla Comunità

22

Sono tanti i sentimenti che hanno albergato nel nostro cuore: la gratitudine, l’affetto, la stima e, perché no, un sano dispiacere dovuto al distacco da una persona importante, che per tanti anni è stata parte integrante del progetto formativo della nostra amata Comunità. Siamo contenti che non si sia allontanato di troppi chilometri. La presenza di don Mauro tra noi è stata fondamentale per la crescita spirituale di tanti, alunni ed ex alunni del Seminario

Romano. Ricordo ancora quando, alla vigilia del mio ingresso in Seminario, 6 anni fa, un ex alunno della mia Diocesi di Lecce mi diceva: «Ho avuto don Mauro come padre spirituale, è stato per me un vero padre e ringrazio il Signore per averlo messo sulla mia strada; se potrai, fatti guidare da lui». E da allora è iniziato il mio cammino con lui. Quanto aveva ragione. Credo di racchiudere le intenzioni di tanti suoi figli spirituali, ma anche di tanti alunni che l’hanno incontrato come professore di Teologia Morale, dicendo una semplice parola: Grazie! Ciascuno di noi ha potuto vivere un uomo di Dio, di preghiera, di studio, con uno sguardo aperto al mondo. Don Mauro, in questo tempo piuttosto lungo, ha saputo spendersi - con un’attenzione costante verso ciascuno - per la nostra Comunità, mettendo a disposizione di tutti il suo grande rapporto con il Signore e anche le sue competenze intellettuali. Il suo Sacerdozio, speso nell’ambito della formazione (universitaria e di seminario), è un grande dono per la Chiesa intera e noi siamo contenti di “essercelo goduto” da vicino. Ogni suo figlio spirituale, poi, ha potuto incontrare la delicatezza di un padre che vuole il bene del figlio e la grandezza di un Sacerdote innamorato della Parola e dell’Eucarestia. Davanti a tutto questo, che non è semplicemente un elogio, ma un saluto pieno di riconoscenza nei confronti di un uomo innamorato del suo Sacerdozio e di una vita spesa per Cristo, con Cristo e in Cristo, non ci resta che dire: «Caro don Mauro, Dio benedica e renda fecondo il tuo ministero, così da continuare ad annunciare il Vangelo con la freschezza e la passione che sempre ci hai trasmesso. Il Signore ti renda merito per quanto hai saputo donarci».


In comunità

LA GIOIA DI AVER SERVITO IL VANGELO IN SEMINARIO

Enrico Murgia

Il saluto a Don Daniele Salera, che lascia l’incarico di Vicerettore e diventa Parroco della Parrocchia romana di san Frumenzio on è semplice salutare don Daniele Salera, dicendo chi è stato per la Comunità del nostro Seminario. Arrivato nel 2008, diviene formatore del biennio filosofico fino al 2014, anno in cui è chiamato a ricoprire il prezioso e delicato incarico di Vicerettore, unitamente a quello di formatore del triennio teologico. Nel corso di questi anni, è stato formatore di quasi tutte le classi attuali, spendendosi con tanta generosità. Felice di essere prete, ha servito i seminaristi con le sue qualità umane, morali e spirituali più alte, salvaguardando sempre ciò che non può mancare e nutre la missione di ogni presbitero: la preghiera. La preghiera gli ha permesso di dare un apporto personale al progetto formativo, perché fosse al passo con i tempi, ma soprattutto perché rispondesse alle esigenze specifiche dei seminaristi affidati alla sua cura e alle esigenze della vita pastorale. Ho visto la sua presenza come una vera e propria professione di fede incarnata nella Comunità, anche quando gli impegni e le scadenze della vita comunitaria sembravano avere la meglio. Per questo, Don Daniele, rispettoso dei tempi di maturazione di ciascuno, coadiuvato dal presbiterio del Seminario, ha saputo porre sempre le giuste premesse e condizioni per un dialogo formativo aperto, sincero e sereno. Ha contribuito a valorizzare ogni dimensione del cammino formativo, anche per il tempo in cui è stato responsabile dell’anno propedeutico e delle attività vocazionali all’interno e all’esterno del Seminario. Oggetto della sua dedizione è stata anche la cura e il rapporto con le famiglie, le par-

Don Daniele insieme al Vescovo ausiliare del Settore Nord S.E.R. Mons. Guerino Di Tora

N

rocchie e la diocesi, anche fuori Roma, cogliendo i tanti e diversi appuntamenti come vere e proprie opportunità: dai “Vespri della fiducia” agli appuntamenti classici, ma continuamente sorprendenti e coinvolgenti, delle Ammissioni tra i candidati agli Ordini, del conferimento dei Ministeri, delle Ordinazioni diaconali e sacerdotali. Innamorato qual’era della Madre della Fiducia, il suo sguardo e la sua attenzione lungimiranti non sono mancati neppure per la Chiesa universale, da lui amata anche grazie agli ex alunni sparsi per il mondo. Credo di non sbagliarmi, se riconosco che soprattutto negli ultimi anni il suo ministero in seminario si è ulteriormente arricchito grazie allo studio personale che egli riservava all'Evangelii Gaudium. Viene da sé la considerazione che il Signore in questi anni abbia senza dubbio forgiato e preparato don Daniele al suo nuovo ministero di Parroco presso la Comunità di San Frumenzio. L’amore per la Parola e per l'Eucarestia, per la Liturgia ben celebrata come tesoro prezioso, spianerà anche ora il nuovo tratto del suo cammino umano e sacerdotale. Auguri don Daniele.

23


Sursum Corda Michele Ciardo

DON ALESSANDRO E DON RENZO: NUOVI ARRIVI IN SEMINARIO ronti – via! Inizio di un nuovo anno formativo! La nostra Comunità cambia continuamente volto: sia per il fatto che alcuni “partono” per la loro missione, dopo aver completato il percorso di formazione in Seminario, sia perché “nuovi acquisti” entrano a far parte della nostra “squadra”.

P

Don Renzo Chiesa

24

Quest’anno, oltre ad accogliere i ragazzi di I anno, abbiamo anche vissuto degli avvicendamenti nel presbiterio: abbiamo salutato il Vicerettore don Daniele Salera, chiamato ad essere Parroco della comunità di san Frumenzio, e uno dei Padri Spirituali, mons. Mauro Cozzoli, nominato Canonico della Basilica Lateranense. Al loro posto abbiamo accolto due nuovi sacerdoti, don Alessandro Pagliari e don Renzo Chiesa. Don Alessandro ha vissuto la sua formazione nel nostro Seminario negli anni 2000-2007; ordinato prete nel 2007, è stato prima Viceparroco nella parrocchia di san Damaso e poi nella parrocchia di santa Chiara. Ora è stato chiamato per essere Vicerettore e Formatore delle classi di

IV e V anno. Durante la serata di presentazione alla Comunità, abbiamo scoperto la sua grande passione per la Sacra Scrittura e in queste prime settimane di vita comune si è distinto per la sua sobrietà e per la fiducia che ripone nei seminaristi. Don Renzo è stato in Seminario negli anni 1992-1998; ordinato prete nel 1998, è stato nelle parrocchie di sant’Alfonso Maria de’ Liguori e di santa Maria Addolorata come Viceparroco, e poi Parroco della Comunità di san Gregorio Magno. E ora è Padre Spirituale. Di lui abbiamo nel corso degli anni apprezzato la sua collaborazione con il Seminario, poiché accoglieva sem-

Don Alessandro Pagliari

pre alcuni di noi per il tirocinio pastorale; così come ora stimiamo la sua presenza discreta e silenziosa all’interno della nostra Comunità. Immaginiamo che lasciare la guida di una parrocchia per essere formatori in seminario non è sempre facile, per legami e per dedizione che sono tipici di una vita parrocchiale; ma è anche vero che formare i presbiteri del domani è una missione fondamentale per il bene della Chiesa.


In comunità

IN ASCOLTO DI DIO, DI SÉ, DELL’ALTRO

Giorgio De Iuri

Il celibato e l’umanizzazione del presbitero ell’ambito del tema dell’Anno formativo, (cfr. Mt 19,12), sabato 19 novembre abbiamo vissuto una giornata di approfondimento dal taglio antropologico-esistenziale, guidata da Luciano Manicardi, Vicepriore della Comunità di Bose. Si è tenuta presente, sin dall’inizio, la centralità del corpo nell’antropologia e nella spiritualità cristiana: esso non solo non è un ostacolo, ma è il soggetto della vita dello Spirito. Nel celibato l’uomo è chiamato a compiere pienamente se stesso e dunque la propria persona, essere relazionale, con una identità sessuale e una vita affettiva. L’apertura all’altro si gioca già nel corpo, che è ciò che è più mio, ma è anche un dono di Dio da saper accogliere. Tra le diverse relazioni, quella fondante è quella con il Signore, e anche in essa entra a pieno titolo il proprio corpo: soffermarsi sulla dimensione fisica e sensibile della preghiera per una integrazione con la vita interiore è la via principale dell’affettività redenta. La Scrittura ci mostra come i sensi siano canale del rapporto tra Dio e l’uomo; i Vangeli ci mostrano che il corpo di Gesù entra in relazione con uomini e donne, anziani e bambini. Tra i sensi biblici, certamente l’ascolto ha un ruolo cardine, perché è quello più strettamente relazionale, dialogico, che dice tempo donato, empatia, dice rovesciamento dei pregiudizi e apertura alla novità che l’altro porta in sé, dice desiderio di ospitare, far albergare l’altro in sé, dice dunque comunione. È primariamente la Parola di Dio ascoltata che diviene nutrimento dell’uomo credente, prima, e del celibe presbitero, poi: alla Parola la nostra vita è affidata (At 20, 32). Il celibe è tale se si mette in ascolto della propria interiorità, riconosce le proprie

N “Vi sono alcuni che non si sposano per il Regno dei cieli”

emozioni e sa chiedersene l’origine senza timori e in libertà; il tutto con l’aiuto indispensabile di una guida spirituale che aiuti a discernere, a vedere nel profondo ciò che abita il cuore. Quest’arte così rara richiede solitudine e silenzio, da ricercare e da non fuggire magari con l’alibi di una vita pastorale intensa. Solo partendo da qui si potrà vivere la pienezza del celibato.

Infine, la capacità di ascoltare l’uomo di oggi, entrare in dialogo con le diverse fasce d’età, con la consapevolezza di rivestire, in quanto presbiteri, un ruolo di paternità che ci pone in relazioni che hanno come fine la comunione spirituale, mediate da Dio e dalla sua Parola, perché siano garantite la libertà della propria e altrui umanità e la totalizzante libertà del Vangelo. Qualità umana e vita spirituale seria sono state presentate come i criteri fondamentali del discernimento sul carisma del celibato, nella consapevolezza che ogni dono di Dio è un dono nel quale cresce la gioia, la libertà da sé e la disponibilità ad amare e lasciarsi amare.

25


Sursum Corda I L

P R E S B I T E R I O

SUPERIORI

INCARICHI

DIOCESI

Don Concetto OCCHIPINTI

Rettore

Roma

Don Giuseppe FORLAI

Direttore Spirituale

Roma

Don Renzo CHIESA

Direttore Spirituale

Roma

Don Alessandro PAGLIARI

Vicerettore

Roma

Don Franco MASSARA

Economo

Mileto-Nicotera-Tropea

Mons. Mario PANGALLO

Assistente agli studi

Roma

Don Renzo DEL VECCHIO

Formatore

Roma

Don Cristiano PATRASSI

Formatore

Roma

Mons. Mario SCALA

Ospite

Roma

DiscernimentoDiscernimento PRIMO ANNO

SECONDO ANNO

Don Renzo DEL VECCHIO

Don Cristiano PATRASSI

Diocesi

BUATTINI Roberto

Roma

BAM Jude-Mary Ternder

Abuja

BUONOCORE Leonida Giovanni

Roma

BIANCHI Lorenzo

Roma

CATANA Simone

Roma

BOLTRI Fabio

DE MARCO Matteo

Ugento-S. Maria di Leuca

DELL'OVA Ciro

Roma

LOSITO Mario

Roma

MONTELEONE Michele

Taranto

PANICO Antonio

Roma

PERRONE Vincenzo

Roma

PORCELLI Cosimo ROMANO Alessandro TRUPIA Daniele

26

Diocesi

Taranto Ugento-S. Maria di Leuca Roma

DANKYANG Joseph Zili FRANI Ermir GARGIULO Emanuele LOPPO Antonio

Civitavecchia-Tarquinia Abuja Bari-Bitonto Roma Oria


In comunità

Formazione Formazione TERZO ANNO

QUARTO ANNO

Don Cristiano PATRASSI

Don Alessandro PAGLIARI Diocesi

Diocesi

ARGESE Francesco

Brindisi-Ostuni

BARRERA Diego

Roma

DE IURI Giorgio

Roma

FIORENTINO Ottavio

Trani-Barletta-Bisceglie

FORELLINO Raffaele

Rossano-Cariati

MADEUS Reginald

Hinche

MONTONE Salvatore Marco

Roma

SANTACROCE Luca

Roma

SECCI Manuel

Roma

AROZTEGI Juan Pablo BELLATO Simone BOGDAN Giorgio BOTTA Francesco D’ORIA Andrea DEL FA Diego DEZIL Benedict JEAN Eliterne JEAN BAPTISTE Guenson LISI Daniele MESOLELLA Mario PALAZZO Francesco ZULLO Michele Glauco

San Sebastian Roma Roma Civita Castellana Ugento-Santa Maria di Leuca Roma Ansè-à-Veau et Miragoane Ansè-à-Veau et Miragoane Hinche Oria Roma Roma Alife-Caiazzo

SESTO ANNO Don Concetto OCCHIPINTI Diocesi

Formazione QUINTO ANNO Don Alessandro PAGLIARI

CENANI Emilio

Roma

CORVINO don Salvatore

Lecce

DE SANTIS Michele

Oria

FERRARI Michele

Roma

MARULLO don Cosimo

Lecce

TARANTELLI BACCARI Renato

Roma

Diocesi

SETTIMO ANNO CASERIO Alessandro CIARDO Michele DE LORENZIS Simone Pietro JOSEPH Johnny LAVIA Luigi NASCA Gabriele OCCHIBOVE Alessandro VANGELI Francesco

Roma Ugento-Santa Maria di Leuca

Don Concetto OCCHIPINTI Diocesi

Nardò-Gallipoli Hinche Rossano-Cariati Roma Alife-Caiazzo Nardò-Gallipoli

BIANCUCCI don Andreas

Roma

LOI don Dario

Roma

PICA don Mattia

Roma

PREVITERO don Luigi VECCHIONE don Gabriele

Nardò-Gallipoli Roma

27


Sursum Corda Renato Tarantelli Baccari

GUSTANDO… LA SICILIA ancora vivo il ricordo dell’esperienza estiva dei seminaristi romani vissuta dall’1 al 9 luglio in Sicilia, terra ricca di storia e di sapori nonché patria del nostro caro Rettore, che con entusiasmo ci ha guidato tra le calette e le chiese di questa incantevole isola. È stata una degustazione di arte, cultura e sapori antichi, in cui siamo stati accompagnati anche dal nostro Vescovo Ausiliare Angelo De Donatis. Le prime giornate tra Palermo e Trapani sono state caratterizzate dalla visita alla Basilica di Monreale e alla Cappella Palatina, continuando poi con la Cattedrale di Palermo, Erice e infine Segesta; per alcuni di noi c’è stato anche un bel pomeriggio nello splendido mare di San Vito lo Capo. Abbiamo conosciuto alcune realtà ecclesiali importanti per la nostra formazione, siamo stati edificati dall’incontro con la figura del Beato Pino Puglisi. Di grande rilievo è stata la conoscenza delle realtà ecclesiali sia di Palermo, con il suo nuovo Arcivescovo Corrado Lorefice, e di Agrigento, con il Cardinale Montenegro, che ci ha presentato un quadro crudo, ma reale, dei problemi di questa terra, dalla piaga della mafia alle sofferenze dell’immigrazione; dopo l’incontro ci sono stati offerti ottimi

È

28

assaggi della tipica rosticceria siciliana, tra cui la squisita miscata. Visitata la Valle dei Templi di Agrigento, ci siamo spostati a Noto. Questo secondo momento del nostro viaggio ci ha portati proprio nella terra del Rettore, ed abbiamo goduto di una generosa ospitalità, con le visite alle opere d’arte locali: il Duomo di San Pietro e quello di San Giorgio a Modica, la Cattedrale di Noto, il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, il Duomo nell’adiacente “isola” di Ortigia e il museo di Pozzallo dedicato a Giorgio La Pira. Abbiamo poi gustato i sapori dell’arte culinaria siciliana, tra cui la cremolata di gelsi e la famosa cioccolata di Modica. Un ricordo speciale, però, lo riserviamo alla cena che la famiglia del nostro Rettore, don Concetto, ha fatto preparare per noi dall’amico Peppe, un rinomato cuoco siciliano che ci ha preparato gustosi piatti della cucina locale: nessuno di noi potrà dimenticare il “pesce spada al latte”, che richiede tre giorni di lavorazione. Infine l’ultima colazione, fatta con i prodotti tipici appena preparati dal caseificio della famiglia di don Concetto, ha accompagnato la nostra partenza verso l’aeroporto di Catania e il rientro a Roma.


In diocesi

CUSTODIRE IL SEMINARIO DEL CUORE, COLTIVANDO GRANDI SOGNI

Francesco Argese Emilio Cenani

Le esperienze estive della nostra Comunità ella S. Messa di rendimento di grazie a conclusione dello scorso anno formativo, il Rettore ci aveva lasciato una duplice consegna per i mesi estivi: da una parte custodire il «seminario del cuore», cioè quella stanza segreta della propria interiorità dove il Padre parla toccando le corde profonde della nostra esistenza; dall’altra, «coltivare grandi sogni», come Eliseo che chiese i due terzi dello spirito di Elia per continuarne la missione. Questa consegna è divenuta l’incipit e lo sfondo delle molte e diverse esperienze che noi seminaristi abbiamo vissuto durante l’estate. Un modo per entrare nel «seminario del cuore» è stato anzitutto il Cammino Francescano che i seminaristi del secondo anno assieme al loro Formatore don Cristiano Patrassi hanno vissuto dal 11 al 19 Luglio a coronamento del biennio di discernimento vocazionale: 180 chilometri di cammino suddivisi in 9 tappe, che partendo dal Santuario di Fontecolombo nella valle reatina e passando per Greccio, la Romita di Cesi, Spoleto, Trevi, Foligno e Spello, sono approdati dinanzi alla tomba del Poverello di Assisi, dove i seminaristi hanno rinnovato la professione di fede. Il cammino, metafora della vita, è stato un’incisiva e profonda esperienza di riflessione, silenzio, fatica, ma anche di godimento delle bellezze paesaggistiche, di fraternità e di incontro con altri pellegrini e con le comunità che di volta in volta hanno dato ospitalità lungo il percorso con larga generosità.

N

Un modo veramente profondo per custodire il «seminario del cuore» è stata l’esperienza del mese di esercizi spirituali ignaziani, che i seminaristi del quarto anno, cui si sono aggregati alcuni del terzo anno, hanno vissuto nei mesi di Luglio o di Agosto. Esperienza unica dell’amore e della fedeltà del Padre per ogni uomo, nell’alternanza di silenzio, meditazione, riflessione

29


Sursum Corda e preghiera personale e comunitaria, il Mese Ignaziano permette di fare luce su molti aspetti della propria vita, per arrivare a «lodare, riverire e servire Dio nostro Signore» quale fine della nostra esistenza. A guidare gli Esercizi sono stati P. Sandro Barlone s.j. e P. Gianfranco Ghirlanda s.j., che da diversi anni prestano il loro servizio alla Comunità del Seminario. Nel mese di Agosto i seminaristi del quinto anno, assieme al loro Formatore don Daniele Salera, sono stati pellegrini sulle orme di alcuni santi pastori: Filippo Neri e Giovanni XXIII a Roma; Giuseppe Bene-

30

detto Cottolengo, Giuseppe Cafasso e Giovanni Bosco a Torino; Francesco di Sales ad Annecy; Giovanni Maria Vianney ad Ars; Vincenzo de’ Paoli a Parigi; Luigi Orione a Tortona. Pregando sulle loro tombe, guardando il loro volto sereno e addentrandosi nelle stanze dove si è compiuta gran parte della loro vita, sembravano realizzare quanto la Liturgia proponeva alla preghiera in quei giorni: «mostrerò la mia santità in voi, perché il mio nome sia glorificato in voi» (Cf. Ez 36, 23; 2Ts 1,12). A loro e ancor più a Gesù e Maria, nei Santuari di Montmatre e di Rue de Bac, i se-

minaristi hanno affidato l’ultima tappa del loro cammino verso il sacerdozio. La partecipazione di molti di noi alla XXXI Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia, patria di S. Giovanni Paolo II e di S. Faustina Kowalska, apostoli della Divina Misericordia, è stata, invece, tra i modi più belli ed entusiasmanti per «coltivare grandi sogni». Il tema che ha animato questa GMG – “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” – riporta alla memoria la finalità dell’Anno giubilare che si è concluso a Novembre scorso: il sogno di Dio di riunire tutti i suoi figli. A Cracovia si è potuto assaporare questo sogno, in particolare attraverso i gemellaggi con le Diocesi polacche, la cui calorosa accoglienza ci ha fatto sentire come a casa, pur provenendo da ogni parte del mondo. Questo sogno, passando di mano in mano come la Croce simbolo della GMG, arriva a noi e ai nostri coetanei, grazie alla testimonianza di Papa Francesco. Lo abbiamo visto prendere il tram come noi e con noi, sostare in silenzio nel campo di Auschwitz e, infine, parlarci con cuore di padre della vita vissuta secondo il sogno di Dio per ognuno di noi. E siamo tornati a casa portando nel cuore la sua benedizione: «Dio benedica i vostri sogni». Infine, nel mese di Luglio i seminaristi che si accingevano a fare il loro ingresso in seminario hanno vissuto qualche giorno di fraternità ad Assisi, dove assieme al Rettore don Concetto, al loro Formatore don Renzo Del Vecchio e a don Renzo Chiesa, nuovo Padre Spirituale, hanno potuto muovere i primi passi insieme, per approfondire la reciproca conoscenza sotto lo sguardo di San Francesco d’Assisi e di Santa Chiara. Diverse esperienze, ma tutte accomunate dal desiderio di permettere a Dio di abitare il nostro cuore, perché Egli possa attraverso di noi abitare il cuore dei tanti fratelli e delle tante sorelle che incontriamo nel cammino della vita.


In diocesi I GIOVANI PRETI E GLI ADOLESCENTI: SFIDA EDUCATIVA O CHIAMATA ALLA SANTITÀ?

Luca Santacroce

L’annuale incontro a Sacrofano tra i seminaristi della Diocesi di Roma insieme con il Cardinale Vicario acrofano 2016. Quest’anno ci siamo ritrovati insieme per riflettere sul tema: rapporto educativo tra preti giovani e ragazzi. Varie le testimonianze ricevute, ma ritengo che i due contributi più significativi siano stati quelli offertici dall’incontro con i giovani e con Franco Nembrini. Divisi in piccoli gruppi abbiamo visitato alcune realtà parrocchiali, incontrando i giovani e ascoltando da loro cosa si aspettano da un prete. I ragazzi ci hanno dimostrato che non sono interessati ai “paroloni”, ma alla nostra presenza, al nostro esserci. In chiesa, e così anche fuori, ci sono giovani capaci di grandi slanci e buone intuizioni, ma allo stesso tempo di cadute e fallimenti che li fanno soffrire. Non siamo così anche noi, seminaristi e preti? E come loro anche noi abbiamo bisogno di persone con il cuore disponibile, pronti ad ascoltare e a non giudicare. Spesso i ragazzi si sentono giudicati dalla società, dagli insegnanti, dai preti, dai genitori, da tutti. Non vanno mai bene a nessuno! Qui si apre la strada per un incontro autentico con Colui che accoglie senza giudicare. Sapere che c’è un posto nel quartiere dove c’è un uomo che è lì pronto ad ascoltarli dà loro un respiro ampio di libertà. Un prete ultimamente ha detto: “Il prete non deve essere frettoloso, sbrigativo, sempre di qua e di là. Deve essere paziente come Gesù al pozzo di Giacobbe. Nell’ora più calda, quando non si può stare se-

S

duti, arriva la samaritana: lì si compie il mistero dell’incontro con Dio”. Questo chiedono a noi i ragazzi oggi: presenza, disponibilità, misericordia, essere come Gesù, pazienti al pozzo di Giacobbe. Non significa diventare amiconi e “compagni di merende” senza uno stile educativo cristiano; significa piuttosto cogliere in loro la speranza di un seme grande e bello. Veniamo così a Franco Nembrini: papà di famiglia, laico, insegnante che ha potuto formare seminaristi e preti. La sua testimonianza è sintetizzata da una frase che ci ha detto: “Il segreto dell’educazione è non avere il problema dell’educazione”. Bisogna occuparsi della propria santità, più che di quella altrui. Ecco perché non bisogna porsi il problema di educare i ragazzi, ma quello di farci educare noi stessi da quello Spirito che sa fare novità grandi con poca roba. L’educazione più bella si fa con la testimonianza della vita: la gente ha bisogno di vedere preti felici! Non ci si fa prete per convincere gli altri sull’esistenza di Dio, ma perché Dio ci ha trovati. Non ci si fa preti per un vuoto ma per un pieno che è Cristo stesso, la sua misericordia, la sua stessa vita. Ecco allora che i giovani possono intravedere nel prete non un modello perfetto, ma un uomo che con la verità di se stesso cerca di testimoniare la bellezza di un incontro grande che gli ha cambiato la vita. Questo affascina i giovani e li attrae.


Sursum Corda Daniele Lisi Michele De Santis

LE MISSIONI DEL SEMINARIO Giovani e Famiglie

Facendo tesoro dell’esperienza più che trentennale delle Missioni popolari, che la nostra Comunità del Seminario ha svolto nella parte iniziale dell’anno formativo, abbiamo nel tempo maturato la scelta di missioni nelle quali i seminaristi, divisi in piccole équipes, possano orientare le loro energie ai giovani e alla famiglie, secondo i due progetti qui di seguito descritti.

32

IL PUNTO GIOVANE Il Punto Giovane è un progetto di pastorale giovanile pensato da alcuni nostri ex alunni e già attivo da diversi anni nelle diocesi di Senigallia e di Rimini. Dopo aver approfondito la conoscenza dell’esperienza, da alcuni anni la nostra Comunità del Seminario ha pianificato una proposta che potesse bene adattarsi

al contesto delle parrocchie romane che incontriamo durante il tempo delle Missioni popolari. In tante parrocchie abbiamo offerto ai giovani questa esperienza, che è andata sempre più consolidandosi. I giovani non interrompono le loro giornate lavorative o di studio, ma semplicemente, con l’accompagnamento di noi seminaristi, vivono alcuni momenti di condivisione, istruzione, catechesi, e preghiera comunitaria. In un clima di fraternità, i giovani vengono aiutati a fare l’esperienza della centralità del Signore che guida e “dirige” la vita ordinaria. Concretamente quella del Punto Giovane è un’esperienza cristiana di vita comunitaria, di amicizia e di preghiera nella vita ordinaria, incentrata sull’essere e non sul fare, sul gusto saporoso della fede e del Vangelo. La vita comunitaria vuole favorire un percorso di ricerca personale ed invita a guardarsi dentro per fare luce sui propri doni. La Parola di Dio ha questa enorme capacità: di svelare l’uomo all’uomo; se accolta, penetra nelle profondità del cuore dei giovani e li trasforma da dentro, li “ricrea” in sintonia con le potenzialità di ciascuno. Nella preghiera delle Lodi al mattino viene proposta una breve meditazione su un brano biblico, con l’impegno di riflettere durante la giornata sul modo in cui quella Parola interpella la vita di ognuno e permette di leggere le situazioni personali che ciascuno si ritrova a vivere. Successivamente i giovani lasciano la casa per il lavoro, per l’università o per lo studio personale. L’appuntamento successivo è per la celebrazione eucaristica nel tardo pomeriggio. A seguire si vive la serata insieme, con la cena, attività di gruppo, catechesi, film o testimonianze. La giornata si conclude con la preghiera della Compieta, all’interno della quale ognuno prova a condividere quello che ha suscitato la Parola ricevuta al mattino. Per la realizzazione dell’esperienza è necessaria la disponibilità dei seguenti ambienti: due stanze distinte per ragazzi e ragazze, dove i giovani possano pernottare, un punto cucina, una stanza per gli incontri e un stanza da adibire a cappella o luogo adatto per i momenti di preghiera comunitari e personali. In alcuni casi ab-


In diocesi

biamo realizzato l’esperienza presso la casa di istituti religiosi presenti nel territorio della parrocchia, in altri casi abbiamo adattato alcuni ambienti della parrocchia per i pasti e per le attività, con una cappella. I frutti di questa esperienza, semplice e impegnativa al tempo stesso, sono molteplici, sia in riferimento al cammino di fede personale dei giovani che alla loro formazione per servizi di animazione e catechesi, che possono svolgere durante l’anno pastorale che si avvia proprio in quel periodo.

I “FOCOLARI DEL VANGELO” E’ indubbio il valore alto e la bellezza che i seminaristi sperimentano in molte Missioni popolari nel vivere i centri di ascolto della Parola di Dio all’interno delle famiglie. Si tratta di veri e propri cenacoli per “gustare” la Sacra Scrittura leggendola, meditandola, pregando e condividendo alcuni spunti con le famiglie, nelle famiglie. Quest’anno, alla ripresa delle attività formative, ci siamo interrogati proprio su questo dato, e ne è nata l’esigenza di una riflessione più matura e progettuale. Si è pensato cioè di elaborare uno specifico progetto di missione che coinvolga le famiglie, non solo come destinatarie dell’evangelizzazione, ma anche come promotrici della missione stessa insieme ai seminaristi e come animatrici di un cammino che continui anche dopo la missione. Papa Francesco nell’Amoris Laetitia afferma che “le famiglie cristiane, per la grazia del sacramento nuziale, sono i principali soggetti della pastorale familiare, soprattutto offrendo la testimonianza gioiosa dei coniugi e delle famiglie, chiese domestiche” (AL 200). Ecco così il progetto di Missione alle Famiglie del nostro Seminario: “Focolari del Vangelo”. E’ proprio il focolare domestico il clima dove si vuole ascoltare la Parola di Dio e si vuole condividere le risonanze che

essa genera nella vita di ciascuno. Il progetto prevede una prima fase dedicata alla preparazione nella quale i seminaristi e un formatore del seminario si incontrano con un primo nucleo di coppie di sposi scelte dal parroco come animatori. In seguito questo primo gruppo di sposi si attiva per individuare le famiglie ospitanti i Focolari del Vangelo e le famiglie che potranno ospitare i seminaristi nel periodo di missione. Con l’attenzione alla continuità che il progetto richiede, si cercheranno famiglie che mensilmente, anche dopo la missione, possano ospitare i diversi focolari. Una seconda fase è prevista per i mesi di Aprile e Maggio. In questa fase si cercherà di redigere un programma di incontri, integrato con le altre attività orientate alle famiglie e promosso all’interno dell’intera Comunità.

Si arriva così ai giorni di missione del mese di Settembre e all’esperienza dei diversi Focolari del Vangelo. Durante i giorni di missione si cercherà di curare la formazione delle coppie di sposi animatrici, in modo che si possa vivere un’esperienza che prosegua anche dopo i giorni di missione. All’interno della casa si incontrano coloro che hanno accolto l’invito della famiglia ospitante. Alla fine degli incontri, tenuti durante i giorni di missione, si dà l’appuntamento per quelli del mese successivo. Gli animatori, con la presenza e il sostegno del parroco, saranno aiutati a preparare mensilmente l’incontro del mese successivo. Si tratta di un progetto che, con l’aiuto iniziale del Seminario attraverso la missione alle famiglie, si propone una missione permanente di annuncio del Vangelo da parte delle famiglie, nelle famiglie.

33


Sursum Corda Ermir Frani

TESTIMONI DI UN TESORO NASCOSTO el Vangelo di Matteo Gesù parla di un . Proprio a questo tesoro nascosto si volge l’attenzione di questo nuovo progetto vocazionale “Il mio tesoro in un campo”, che coinvolge i seminaristi del biennio. Nel “campo del nostro cuore” ci sono tanti tesori e tra questi vi è il grande tesoro della vocazione. Il pensiero di questo tesoro “nascosto” nel campo del cuore ha mosso tutti noi, Cardinal Vicario, formatori e seminaristi, verso questa nuova direzione. Dall’accoglienza del tesoro preziosissimo della vocazione dipende la piena realizzazione dei giovani nella loro vita.

Ntesoro nascosto nel campo

34

Il “progetto” sarà caratterizzato da due tappe distinte. Nella prima tappa i seminaristi del biennio, in varie équipe formate da 4 seminaristi (i quali sono seguiti e consigliati anche da un seminarista dell’ultimo anno) e da un formatore, raggiungeranno i ragazzi di tutte le fasce d’età nelle varie parrocchie. Qui in due momenti diversi essi offriranno il loro tempo e la loro testimonianza di vita. Nella seconda tappa i ragazzi visiteranno, in un primo momento, una delle basiliche vicine al Seminario (S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore, S. Clemente, SS. Quattro Coronati, S. Croce in Gerusalemme), con una catechesi guidata dai seminaristi. In un secondo momento ci sarà la visita al Seminario con la possibilità di consumare il pranzo a sacco e una condivisione. Per prepararsi alle due tappe i seminaristi, nel mese di ottobre, hanno vissuto un insieme di incontri e laboratori: incontri con suor Francesca Carotenuto e suor Maria Francesca Frasca, relativi alla prima tappa, e con don Andrea Leonardo, per la seconda tappa. È emerso che va privilegiato il momento informale di incontro con i ragazzi più che quello formale; si è approfondito il tema del modo di porsi di fronte ai ragazzi di oggi e si è cercato di capire come attraverso l’arte si può dare vita a una catechesi profonda. Il progetto vuole essere un aiuto a riflettere sul senso e sulla bellezza della vita come vocazione e sulla “gioia del donarsi”. Il Cardinale Vicario Agostino Vallini nell’ultimo incontro di preparazione a questa missione, un po’ a sorpresa, ha voluto essere presente, e tra i tanti consigli ha detto ai seminaristi: parlate sinceramente di voi stessi perché solo parlando di se stessi si è testimoni credibili; quindi si è fermato nella Cappella della Madonna della Fiducia per chiedere assieme ai seminaristi la benedizione materna di Maria sul nuovo progetto.


In diocesi

FATEVI SERVITORI DI TUTTI e uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9, 35). È questo l’ideale evangelico che dieci novelli diaconi hanno fatto proprio attraverso l’imposizione delle mani del Cardinal Vicario Agostino Vallini, il giorno 29 ottobre 2016, nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano dove, per la prima volta nella storia della diocesi di Roma, 7 diaconi transeunti hanno ricevuto l’ordinazione diaconale assieme a 3 diaconi permanenti. Imitare Cristo Servo è la via maestra per mettere la nostra vita al Suo servizio, custodendo “il desiderio di andare in cerca e prestare sollievo agli ultimi della società”. Con queste parole il Cardinal Vallini ha esortato i nuovi diaconi a fare del “servizio dei poveri” la “prosecuzione del servizio all’altare”, ricordando, inoltre, che “servire all’altare non vuol dire essere in evidenza rispetto agli altri membri della comunità cristiana, ma farsi formare dall’Eucaristia”. Tra i 7 diaconi transeunti, tre hanno curato la loro formazione presso il Seminario “Redemptoris Mater” e quattro presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore: Gabriele Vecchione, che svolgerà il suo ministero presso la Parrocchia San Carlo da Sezze; An-

«S

Lorenzo Bianchi

dreas Biancucci, presso la Parrocchia Sant’Enrico; Mattia Pica, presso la Parrocchia Santa Bernadette; Dario Loi, presso la Parrocchia Santa Gemma Galgani. Al termine della celebrazione, i quattro neo ordinati diaconi romani hanno condiviso, insieme a familiari e amici, un momento di festa con tutti i seminaristi e sacerdoti formatori nel quadriportico del Seminario. È stato commovente vedere la gioia trasparire dai loro volti dopo che la loro scelta di vita per la sequela di Cristo è divenuta definitiva. L’ordinazione, infatti, è arrivata dopo sette anni di cammino di formazione, nei quali hanno potuto sviluppare un approfondito discernimento e hanno avuto modo di vivere sempre più profondamente il loro rapporto con il Signore, scoprendo l’infinito amore con il quale Egli li ha amati da sempre; amore che ora la Chiesa manda a testimoniare attraverso il ministero diaconale nelle comunità loro affidate. Possa il Signore benedire questi loro primi passi da predicatori della Parola, in vista della non lontana ordinazione presbiterale, affinché tante persone possano costruire, come loro hanno fatto, un saldo rapporto con Cristo.

35


Sursum Corda

TIROCINIO PASTORALE 2016-2017 1° - 2° ANNO - PROGETTO “IL MIO TESORO IN UN CAMPO” Tirocinio pastorale caratterizzato dall’annuncio del Vangelo della vocazione, attraverso momenti di testimonianza, animazione e preghiera, condivisi con bambini, ragazzi e giovani. Équipe 1: Loppo Buonocore Porcelli Équipe 2: Gargiulo Bam Dell’Ova Panico Équipe 3: Frani Catana Monteleone Trupia Équipe 4: Boltri Dankyang Buattini Romano Équipe 5: Bianchi Losito De Marco Perrone

36

Parrocchie: Gran Madre di Dio N.S. Coromoto N.S. del Suffragio N.S. di Czestochowa N.S. di Lourdes Resurrezione di N.S.G.C. S. Agapito S. Atanasio S. Bernadette S. Bonaventura S. Carlo da Sezze S. Cirillo Alessandrino S. Clemente S. Corbiniano S. Emerenziana S. Giovanni Maria Vianney S. Galla S. Gemma

S. Giulia B. S. Giuseppe da Copertino S. Giustino S. Gregorio Magno S. M. di Loreto a Castel Verde S. M. del Divino Amore S. M. Stella dell'Evangelizzazione S. Madre del Redentore S. Pio S. Stanislao S. Teresa di Calcutta S. Tommaso Moro S. Ugo S.S. Sacramento Santa Croce in Gerusalemme S. Maria Stella Matutina SS. Cirillo e Metodio SS. Marcellino e Pietro in Laterano

3° - 4° ANNO:

5° ANNO:

Tirocinio pastorale vissuto per due anni nella stessa parrocchia, nell'ambito della catechesi e dell'animazione, con un buon coinvolgimento nella relazione con le équipes di servizio.

Tirocinio pastorale vissuto in alcuni ambienti, specialmente gli ospedali e le carceri, nel quale viene privilegiata la relazione personale con coloro che vivono un tempo di sofferenza.

Addolorata Mesolella Divino Amore Barrera N.S. del Suffragio Del Fa N.S. di Coromoto Botta Resurrezione di N.S.G.C Zullo S. Agapito D’Oria S. Basilio De Iuri S. Cirillo Aroztegui S. Galla Argese S. Gemma Dezil S. Giulia B. Lisi S. Giulio Jean S. Giustino De Lorenzis S. Ignazio di Antiochia Forellino S. Ippolito Palazzo S. Maria di Loreto Bellato S. Mattia Secci, Madeus S. Policarpo Ciardo S. Tarcisio Fiorentino S. Ugo Santacroce S.M. Causa Nostrae Laetitiae Jean Baptiste S.M. Madre del Redentore Montone, Bogdan

Carcere Rebibbia Vangeli, Occhibove Clinica S. Lucia Lavia Osp. Mandelli Caserio Osp. S. Giovanni-Addolorata Nasca Osp. Vannini Joseph, D’Oria

6° - 7° ANNO: Tirocinio pastorale che comprende il fine settimana e un altro pomeriggio in aggiunta, dedicati all'obiettivo di un graduale e accompagnato inserimento nel ministero presbiterale. S. Teresa di Calcutta N.S. di Lourdes S. Bernadette S. Carlo da Sezze S. Domenico S. Enrico S. Frumenzio S. Gemma S. Ireneo S. Melania S. Pio da P.

Ferrari Corvino Pica Vecchione Previtero Biancucci Cenani Loi Tarantelli De Santis Marullo


In viaggio

2017

ANNIVERSARI DI ORDINAZIONE SACERDOTALE 1947 LXX ANNIVERSARIO Prodan Antonio Del Giudice Amleto Fabbri Mansueto Nardini Armando

9 febbraio 5 aprile 5 aprile 5 aprile

1957 LX ANNIVERSARIO Fiorini Settimio Monterisi Francesco Brollo Pietro Francola Silvano Montalti Marino

16 marzo 16 marzo 17 marzo 17 marzo 7 aprile

11 marzo 11 marzo 11 marzo 11 marzo 11 marzo 11 marzo 11 marzo 11 marzo 12 marzo 12 marzo 12 marzo 13 marzo 7 dicembre

1992 XXV ANNIVERSARIO Peri Luigi Caliandro Gianni Elia Lorenzo Borghesi Fabio Carpentieri Giovanni Corrubolo Federico Faraghini Gabriele Fontana Paolo Gomez Giraldo Humberto Palamides Andrea Sanchirico Stefano Nicola Casamento Francesco

20 21 27 28

giugno giugno giugno giugno 4 luglio 11 luglio 5 settembre 10 ottobre

2007 X ANNIVERSARIO

1967 L ANNIVERSARIO Attanasio Renato Carrara Alberto Comastri Angelo Minelli Giuseppe Petrucci Franco Sala Giuseppe Sanna Ignazio Schiboni Giancarlo Cimini Amelio Giannini Gino Sepe Crescenzio Fagiani Angelo Zambri Vinicio

Dispenza Rosario Morlacchi Filippo Viscome Francesco Sergi Pietro Quatrini Paolo Maria Trolio Giovanni Tonti Davide Simmini Carmelo

Urpin Alexis Paljevic Luka Gagliano Giuseppe Cabrera Bautista Oscar Asencio Cassano Roberto Castellina Matteo Cavallaro Nicola Ceccarelli Marco Conforzi Diego Di Medio Alessandro Pagliari Alessandro Sarracino Vincenzo Storaci Mauro Grossi Ennio Mencomo Urena Rodny Bolivar Skrlin Hren Dubravko Sascau Ciprian Mameli Francesco Norgaard Daniel Amidei Simone Delunghi Luca

2 febbraio 9 aprile 14aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 29 aprile 19 maggio 27 maggio 23 giugno 24 giugno 30 giugno 14 luglio 14 settembre 8 dicembre

2016 I ANNIVERSARIO 2 aprile 25 aprile 25 aprile 16 maggio 16 maggio 16 maggio 16 maggio 16 maggio 16 maggio 16 maggio 14 giugno 20 giugno

Casarano Angelo Nigro Giovanni Errico Dario Calamita Andrea Galletti Simone Giorno Eugenio Huang Giuseppe Greco Graziano Carozza Marco Simari Domenico Del Conte Francesco

31 marzo 2 aprile 2 aprile 17 aprile 17 aprile 17 aprile 30 aprile 5 maggio 25 giugno 29 giugno 19 novembre

37





Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.