ilCorniglianese Ottobre 2015

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Cornigliano-Sestri Ponente: cimiteri a confronto > 4

Anno IV

Numero 10

Mensile

La grande dolcezza >> 16

Copia gratuita

«o Cornigiòtto»

Ottobre 2015

Ilva, “pacta servanda sunt” Patti (e gente) da rispettare

23 ottobre. Seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata allo stabilimento Ilva di Cornigliano Foto Primocanale

Nervi d’acciaio di Enrico Cirone Ai due estremi dell’ago della bussola, l’una a nord-ovest, l’altra a sud-est, due regioni italiane stanno aspettando alcune risposte che non arrivano (e che meriterebbero invece tempi brevissimi). Sono la Liguria e la Puglia. Partiamo dalla regione del Tavoliere. Sul tavolo (perdonate l’assonanza) del governatore della Puglia sono arrivati i dati consuntivi dei primi sei mesi del 2015 e le proiezioni verso fine anno dei bilanci dell’Ilva. La matematica non perdona la contabilità aziendale che, a fine luglio, già segnava perdite tra 280 e 310 milioni di euro (vedi pag.3). La previsione è stata aggiornata e, a ottobre inoltrato, materializza lo spauracchio per il 2015 di 500 milioni di euro. In Liguria, il governatore Toti raccoglie l’sos e chiede lumi al governo mettendo avanti le mani: quelle aree sono produttive, ha detto, e possiamo immaginare un utilizzo per un porto sempre più grande e il reimpiego degli addetti dell’Ilva. Gli abitanti di Cornigliano non hanno dubbi: chiedono solo che il futuro non si decida sulle loro teste, che le scelte non cadano dall’alto e che i processi siano quelli di sviluppo e non solo quelli che, finora, si sono visti nelle aule dei tribunali.


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dalla delegazione

Se non si risolvono in fretta le nuove emergenze rimangono e diventano “vecchie” Una lettera al nostro giornale segnala interrogativi in cerca di risposte adeguate “Caro «il Corniglianese» partecipando ad alcuni incontri pubblici nel 2015 mi è capitato di ascoltare i nostri amministratori comunali, provinciale e regionali, ma in particolare il sindaco, il vicesindaco, il presidente del Municipio Medio Ponente promettere di profondere grande impegno per la riqualificazione del quartiere di Cornigliano (!) Ecco una rassegna degli interventi imminenti: 1) Allego un articolo di «Repubblica» del 10 settembre sul piano industriale Amiu. Secondo quanto pubblicato l'Amiu intende acquisire le aree per la Fabbrica del Materiale (simpatico appellativo per la gestione della rumenta) da installare nelle aree Ilva. Si tratterebbe della gestione e trattamento del rifiuto "secco" per più di 200.000 tonnellate. Un business pazzesco per il Comune e l’Amiu a spese dei cittadini di Cornigliano, come sempre! http://genova.repubblica.it//nella discarica

depuratore-cornigliano. 3) Nuovo centro regionale migranti nel quartiere di Cornigliano in corso Perrone. http://genova.repubblica.it/ campi.tra.sogegross.e.ikea.i…/ 4) Il campo nomadi abusivo (!) di via Muratori a Cornigliano, gentili ospiti della Società per

Cornigliano da anni! http:// ww w. ilsecolox ix .it/A R 3XClf muratori.cornigliano.in… 5) Istituto San Raffaele per ora cinquanta migranti. http://genova.repubblica.it/

finirà l’umido/Fangodotto Cornigliano. Nelle titolo.non.esportato.da.herm/ aree ex Ilva dovrà sorgere il nuovo fangodotto 6) Sala di preghiera di via Coronata: a breve che raccoglierà tutti i fanghi di Genova. Solo sarà ultimata la moschea o sala di preghiera di via Coronata che raccoglierà gran parte dei fedeli di una religione monoteista a Genova. Grazie per l'attenzione” Daniela Ghiaccio Bruzzone

nel 2020 il nuovo depuratore Bisagno di Campi! http://genova.erasuperba.it//nuovo-

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Mi manda Cirone Le storie (im)possibili

Nel nome di Piano Credo che nessuno, dico proprio: nessuno, sia riuscito o riesca nella nostra città a mettere in discussione anche un solo progetto o idea o abbozzo di idea-progetto del grande architetto genovese Renzo Piano. Ogni cosa che Piano propone o interpreta, nella nostra straordinaria città, viene automaticamente accettata, condivisa, santificata. Di più: bisogna pensare al nuovo aeroporto? Anzitutto occorre coinvolgere Piano. Ci sono le banchine del porto da ridipingere? È necessario sentire il parere di Piano. Dobbiamo rifare i tombini della circonvallazione a monte? Sarà meglio telefonare a Piano a Parigi e farci mandare un progettino. Vogliamo ripopolare di cerbiatti il parco del Peralto? Chiediamo a Piano un bozzetto di come devono essere i nuovi giovani cervidi. Prima di tornare a Piano, vorrei soffermarmi sulla scelta di pubblicare una lettera (quella firmata, qui accanto) non nella pagina apposita ma in seconda pagina, così da aprire, in pratica, il nuovo numero del «Corniglianese» di ottobre con qualche ponderoso interrogativo. Non ce ne vogliano gli altri lettori che troveranno le loro lettere normalmente in penultima pagina (magari la prossima volta toccherà anche a loro). Abbiamo semplicemente scelto lo scritto della lettrice Daniela perché rappresenta in un breve spazio, come un buon caffè ristretto all’italiana, tutte le note vive e le sfumature di alcune contraddizioni (non da poco) che caratterizzano (e non da poco), la nostra delegazione. Ritorniamo a Renzo Piano. È casuale o no che la sua ma-

no (guardate, non sto scherzando) non rientri in nessuno dei progetti elencati dalla nostra attenta lettrice? Voglio dire: disegnare un biodigestore magari non è il massimo per un architetto di fama mondiale, o meglio: un archistar, però la sua firma ci avrebbe fatto molto piacere. Lo avremmo digerito meglio, il biodigestore. Ricordo che Renzo Piano, tra svariate cose, ha firmato anche i fornelli per un noto marchio italiano di cucine. Quindi, se dopo i fornelli, mettesse la sua firma ad un forno, quello del biodigestore, che male ci sarebbe? Andiamo avanti: dopo il tempio dedicato a padre Pio, a San Giovanni Rotondo, o la moschea di Roma, un suo svolazzo sulla nostra sala di preghiera (la cui costruzione si sta dilatando nel tempo) come lo vedreste? Noi, bene. Oppure il terzo centro di accoglienza della città, quello in corso Perrone: non meriterebbe l’attenzione del grande architetto per realizzare un qualcosa di transetnico, multiculturale e cross continentale? Macché, anche stavolta niente di tutto questo. Ma giunti alla fine dei nostri ragionamenti forse c’è posto per una spiegazione, una frase che lo stesso Piano ha lasciato in un cassettino della mia memoria. Quando gli chiesi qual è la chiave dei suoi lavori, lui mi rispose: non ci sono trucchi, sono trasparenti. Forse è proprio questo che lo trattiene. Chi dovrebbe affidargli le opere sa che, qualche volta, da noi, per imporci una scelta, ci è stata raccontata una cosa per un’altra. Una bugia, insomma. O se preferite: un trucco.


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Ilva, Toti: dal governo risposte chiare Ilva, Manganaro: difendere l’Accordo Quelle aree sono molto importanti di programma, no a un socio privato «Il problema Ilva è molto complesso e si trascina da anni, come molte cose in questa Regione. Abbiamo già incontrato il commissario Enrico Laghi e lo incontreremo di nuovo a Roma per chiedergli che intenzioni hanno rispetto allo stabilimento di Genova”. Lo ha detto, a proposito delle incertezze sul futuro dello stabilimento Ilva di Cornigliano, il governatore della Liguria, Giovanni Toti (Forza Italia) e ha aggiunto: «abbiamo bisogno di conoscere il piano industriale per il risanamento di Ilva e dobbiamo capire se il sito di Cornigliano tornerà a essere produttivo in quel senso. Quello stabilimento insiste su un’area molto importante del nostro porto, spazi dove si possono fare moltissime cose. Per questo abbiamo bisogno di una risposta precisa, per capire se quella è una strada per dare lavoro agli attuali dipendenti o se dobbiamo seguirne altre. In ogni caso, il problema verrà risolto ma abbiamo bisogno di risposte chiare dal governo. Risposte che stentano ad arrivare» ha concluso il governatore circa le incertezze sul futuro dello stabilimento siderurgico. Toti avrebbe convocato il commissario Laghi dopo i segnali preoccupanti arrivati da Taranto che rischiano di avere ripercussioni su tutto

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti

il gruppo. L’incontro sarebbe propedeutico alla richiesta di un confronto con il governo Renzi. Le dichiarazioni ufficiali indicavano per il 2015 perdite tra 280 e 310 milioni di euro. La previsione era stata annunciata dai commissari dell’Ilva nell’audizione parlamentare di fine luglio scorso. Tre mesi dopo la certezza, essendo ormai ottobre inoltrato, è che la rimonta immaginata non c’è stata. E la conseguenza è che a fine anno il rosso sarà di almeno 500 milioni, raddoppiando gli oltre 250 milioni del periodo gennaio-giugno. E dalla Puglia, il governatore della Regione, Michele Emiliano, annota: «L’Ilva si sta spegnendo» S.P.

«Alla Regione Liguria chiediamo di difendere in modo determinato l'Accordo di programma del 2005 e quindi di chiedere al governo di investire tutti i soldi necessari per far partire la zincatura, completare i lavori della banda stagnata mettendo in cantiere la costruzione della centrale elettrica e tutte le opere per garantire la piena operatività di Cornigliano» così Bruno Manganaro, segretario della Fiom Cgil Genova, prima della seduta straordinaria del Consiglio regionale, il 23 ottobre, dedicata allo stabilimento Ilva di Cornigliano. Dopo un presidio in piazza De Ferrari, i 200 lavoratori presenti, al grido di "il lavoro non si tocca", hanno raggiunto in corteo la sede dell'Assemblea legislativa ligure, dove si è svolta la seduta. Ad aprire la manifestazione lo striscione 'Pacta servanda sunt'. «Al governo e alla Regione - ha aggiunto Manganaro - chiediamo anche di garantire la continuità di reddito prevista dallo stesso Accordo di programma perché da gennaio, con i contratti di solidarietà, il salario si riduce. Quell'Accordo - ha proseguito - nessuno lo può cambiare, pena l'inizio di una tensione sociale enorme a Genova». Sullo stabilimento di Cornigliano è prevista, il 3 novembre la riunione del collegio di vigilanza in

Il segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro

prefettura. «Chiederemo a tutti i soggetti - ha spiegato il segretario della Fiom Cgil Genova - di dare seguito all'Accordo di programma». Circa, poi, l'ipotesi dell'ingresso di un socio privato nel capitale societario, Manganaro ha spiegato che «siamo nettamente contrari. È giusto che entrino la Cassa Depositi e Prestiti o le banche ma - ha concluso - un socio privato significherebbe l'inizio destrutturazione pericolosa». «Il posto di lavoro non si tocca, lo difenderemo con la lotta» ha ribadito l'assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria, Edoardo Rixi, al termine della seduta staordinaria del consiglio regionale dedicata alla situazione dell'Ilva di Genova. S.P.

FIERA

Operai Ilva e lavori “socialmente utili”, bilancio in chiaroscuro Sollecitati dai nostri lettori, ci siamo documentati su come è stata spesa nel nostro quartiere quella parte di fondi tolti alla riqualificazione urbana ed andati ad integrare il salario dei lavoratori dell'Ilva per un loro temporaneo impiego ai cosiddetti "lavori socialmente utili". Lo chiediamo all'assessore al Territorio e alle manutenzioni del VI Municipio Medio Ponente, Ferruccio Bommara. Assessore, quanti lavoratori sono stati impiegati nel nostro territorio e a fare che?

Nel complesso abbiamo avuto nel Medio Ponente tre squadre composte di circa 1516 lavoratori ognuna. La prima sotto il diretto controllo dell'area tecnica del Municipio. Le altre due, una per Cornigliano e l’altra per Sestri sotto il controllo del dottor Ortale del Comune di Genova. Per Cornigliano hanno operato in Valletta Rio San Pietro, in collaborazione con l'associazione

Terra che ne ha seguito la formazione e la sezione di protezione civile del Municipio. Hanno potato alberi e siepi, tagliato erba e riordinato e aggiustato staccionate. Inoltre, sono intervenuti in Villa Dufour di via dei Sessanta con il tutore, Salvatore Micelli, per una manutenzione straordinaria nei vialetti e giardini, in quella occasione abbiamo fatto installare una nuova fontanella nella parte alta vicino all'ingresso del parco, prelevata dall'area Campi, dove era immagazzinata ma mai installata. Altro intervento è stato fatto nei Giardini Melis con Dario Astasiano quale tutor per pulizie straordinarie che, purtroppo, non sono riusciti ad realizzare come da progetto. A Sestri la corrispettiva squadra ha operato sopratutto nel parco di Villa Rossi e presso alcune scuole del quartiere.

nizzazione si sarebbe potuto fare di più. Consideriamo però che la nostra area tecnica vive con apprensione la fine di questa esperienza per la ragione che non riuscirà, in mancanza del loro supporto, a realizzare tutta la manutenzione nel nostro territorio. Si prevedono altri interventi in futuro?

Ci sono nell'immediato futuro progetti per semplici manutenzioni che coinvolgeranno i profughi presenti nel territorio del Municipio: speriamo di, oltre a dare uno scopo a quelle persone che senza attività rischiano la salute psichica, cogliere qualche obiettivo in termini di pulizia strade e giardini, ma non solo: altri progetti potrebbero vedere impegnati i su citati in altre attività. In relazione se qualche associazione è disponibile a diventare tutor su un progetto definito può segnalarlo a questo municipio. Un giudizio su questa esperienza. L'esperienza è stata mediamente positiva Termina qui l'intervista all'assessore Bomcon chiari e scuri. Con una migliore orga- mara che ringraziamo. A questo punto a

noi non restava che accertarsi visivamente del lavoro svolto e, dobbiamo dire in tutta sincerità, che effettivamente Bommara ha ragione quando dice che si poteva fare molto di più. La straordinaria attività dei lavoratori socialmente utili ha ormai lasciato il posto alla quotidiana maleducazione di cittadini e alle manutenzioni non svolte o svolte male dagli addetti comunali per cui Valletta Rio S. Pietro, i giardini Melis e Villa Dufour giacciono in condizioni peggiori di prima. oerre


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VI Municipio, due cimiteri (Sestri e Cornigliano) a confronto Chi vince e chi perde in vista del 2 novembre

Nelle foto due vedute del cimitero dei Pini storti di Sestri Ponente Sopra, l’ampia entrata; sotto, un viale interno

Veduta esterna (sopra) del cimitero di Coronata cintato da impalcature Sotto, alcuni campi sembrano abbandonati

«Defunti di serie A e defunti di serie manipolate, senza ritocchi, quindi, o

Genova, anche i cani al cimitero Ma solo per tre giorni all’anno

tarocchi o filtri di Instagram? Le foto ritraggono i due cimiteri comunali e salta subito agli occhi la totale assenza anche della più piccola manutenzione nel nostro camposanto di Coronata mentre non si può dire altrettanto di Sestri; palesemente pulito e curato. Altra amministrazione? Personale più laborioso? Evitiamo ogni commento (che lasciamo doverosamente ai nostri lettori).

Anche i cani e i cosiddetti animali d'affezione, se accompagnati, potranno entrare nei cimiteri di Genova per tre giornate all'anno, con esclusione di quelle festive e di grande affluenza, nella date e secondo le modalità stabilite dal Comune. Lo ha stabilito il conOerre siglio comunale del 12 ottobre approvando con 26 voti a favore e 6 astenuti Cimitero, indirizzo: via Monte Guano, (su 32 presenti) la modifica del regola6. Telefono 010 6518247 mento comunale di polizia mortuaria. Orario dal lunedì al sabato 7:30-17:00 Fino a ieri infatti esisteva il divieto che Domenica 7:45-13.00. impediva agli animali da compagnia di

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B» Così potremmo definire chi ha la "fortuna" di venire esumato nel cimitero dei Pini storti di Sestri Ponente e chi, invece, lo è al cimitero di Coronata. Ogni volta che paragoniamo quanto esiste o avviene nel nostro quartiere a quanto esiste o avviene nel territorio dei cugini sestresi c'è sempre qualcuno che ne prova un fastidio istituzionale mentre altri diventano sempre più secessionisti. Ci teniamo a dire che non stiamo né con gli uni e né con gli altri. Vogliamo semplicemente rimarcare le differenze oggettive che, possono o meno fare piacere, ma esistono, eccome. E allora cosa c’è di più reale e concreto di un paio di fotografie non

accedere ai cimiteri ma da tempo gli animalisti chiedono di poter andare a visitare le tombe dei propri cari in compagnia del cane di famiglia. Non era raro infatti il caso di cani che in qualche modo facevano capire di sapere che in una particolare tomba era sepolto il padrone che li aveva accuditi fino a poco tempo prima. Il Comune si impegna a monitorare l'andamento della nuova procedura ed eventualmente disporre i correttivi opportuni. La redazione


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Alluvione, un anno fa la grande paura La lezione della storia che tutti devono imparare Un anno fa fu grande la paura dei residenti in via Cervetto, a Cornigliano, che vissero il dramma dell’alluvione e il sorgere di un nuovo fiume per ben otto volte nel giro di un mese, tra ottobre e novembre: il torrente San Pietro confluiva tutte le volte che riusciva ad esondare nel torrente Cervetto, rompendo gli argini. Specialmente dopo la costruzione di un grande box in via Agosti laddove prima c’era un campetto di calcio. Questa situazione ci conduce ad analizzare i principali motivi. Urbanizzazione a Genova. A partire del 1920 le città si ingrandiscono e, con loro, si espande il cemento, e questo anche a Cornigliano, quartiere molto abitato e nucleo di congiunzione strategico di Genova in ogni aspetto. In questo quartiere tra gli anni Cinquanta e Sessanta le grandi imprese edili con il “via” di tecnici e consenso politico, diedero il via - senza una visione ecologica - alla costruzione anche dove non si poteva di fabbriche e palazzi senza rispetto per l’ambiente, per le persone, per l’aria, per i rivi, togliendo spazio e libertà agli elementi naturali presenti. E questa libertà, quando vuole, madre natura la rivendica e se la riprende con forza e furia, soprattutto in questi tempi di cambiamento climatico in cui i fenomeni naturali accadono con più frequenza. Un anno fa caddero 395 mm di pioggia in 24 ore, un evento di ampie proporzioni, aggravato da un forte temporale autorigenerante. L'incontroscontro dei due flussi, quello di aria calda con quello di aria fredda fu la causa del V-shape thunderstorm. Dall'esame dei dati dei venti, i sudoccidentali a quote superiori ai 700 hPa, e i meridionali a 850

hPa, si può comprendere come dall'incontro tra le correnti fredde settentrionali e quelle caldo-umide meridionali di scirocco dal Tirreno, si sia venuto a verificare un microfronte stazionario. In pratica uno stallo in cui le correnti rimanevano bloccate con la conseguenza che le precipitazioni temporalesche si autoalimentavano e ricadevano sulla stessa zona. Altre date di forte pioggia: il 7 settembre 2010 fu un nubifragio di enormi proporzioni su tutta la città, caddero in 2 ore 220 mm di pioggia, con allagamenti ovunque. 4 ottobre 2010, a Sestri, in sole 4 ore cadono 419 mm d’acqua, il quartiere fu devastato e molto colpita fu anche la Val Polcevera. Per quanto riguarda il fiume Polcevera quando è in piena crea paura nelle zone commerciali di Campi anche se i suoi argini sono meno soffocati dal cemento rispetto al Bisagno. Ancora non è esondato ma è bastato poco per uscire fuori argine il 15-11-2014. Davanti ai cambiamenti climatici cosa potrebbero fare le autorità e i cittadini per incominciare a salvaguardare Terra e ambiente, nel rispetto di tutti noi e delle generazioni future? Si potrebbe cominciare con dare manutenzione ai condotti, pulire i tombini, le rive dei fiumi, e rispettare la natura. Si può rispettare il Pianeta anche con la semplice raccolta differenziata estrema. Basta vedere com’è gestita da parte delle autorità italiane rispetto a Paesi come la Svizzera o Germania e osservare come le grandi fabbriche e imprese, emettono esternalità negative nel sistema come ad esempio un cementificio abusivo o le tossine radioattive depositate nei laghi, fiumi, mari e aria. Comunque, una buona notizia per Ge-

nova arriva dal Governo Renzi. Sono stati sbloccati 350 milioni provenienti dal Piano stralcio delle grandi aree urbane contro il dissesto idrogeologico. Ci auguriamo servano per aumentare le caditoie anche a Cornigliano perché insufficienti, e a dare finalmente manutenzione a quelle dimenticate che non permettono un libero sbocco delle acque e dei detriti verso il mare. Ci auguriamo che questi soldi servano per aiutare il torrente Roncallo e il San Pietro di Cornigliano - perché sottodimensionati dall’incompetenza e mancanza di scrupolo - ad ampliare i loro argini. In conclusione confidiamo che le due vie (Agosti e Cervetto) non continuino a diventare fiumi perché danneggerebbero i palazzi storici della nostra Cornigliano oltre che a causare disagio ai palazzi e ai negozi che riceverebbero come uno schiaffo, frontalmente, la congiunzione dei due fiumi. Dora Jazmin Rodriguez Soledispa


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La “trasformazione” del monumento ai caduti Rimosso e alleggerito della recinzione “bellica”

Piove, fa freddo, finestre chiuse, ma attraverso i vetri emerge l’illuminazione di Villa Serra che tenta di far dimenticare questo inizio di stagione e quasi invita a fare una bella passeggiata in quel parco tanto agognato da tutti i cittadini e rimasto per molto tempo in totale stato di abbandono. Un'opera da 400 mila euro, stanziati da Comune e Società per Cornigliano, e finalmente inaugurata lo scorso 27 giugno. Una semplice cerimonia animata dalle evoluzioni della compagnia veneta di danza verticale Il Posto che, con la genovesissima musica di Ma se ghe penso suonata dalla Filarmonica di Cornigliano, hanno ravvivato quella serata. Persone di varie età scrutano quelle panchine all’ombra dei monumenti ai caduti della resistenza, due per l’esattezza, uno di fronte all’altro quasi ad incoraggiarsi a vicenda.

Osservano quel monumento dedicato ai caduti del 1915-1918 che prima troneggiava in mezzo alla piazza, un cippo in pietra di Finale poggiato su un basamento a gradoni e sormontato da un originario gruppo scultoreo, ora sostituito da un grosso braciere in bronzo e commentano quando, delimitato da una catena in ferro sostenuta da dodici bombe con ai suoi piedi un giardino sempre fiorito in ogni stagione, destava un senso di immenso rispetto perché rappresentava il grande valore di tutti coloro che, in altri tempi, in quelle battaglie, in nome della Patria, avevano sacrificato la loro esistenza. Ora, vedere quella figura spogliata relegata in secondo piano, lascia qualche perplessità e una consolazione è proprio quella di saperlo in compagnia di un altro degno di altrettanta stima, quasi a comporre un nuovo percorso museale.

Costruita a partire dal 1787 per volere di Domenico Serra su progetto dell’architetto Andrea Tagliafichi, Villa Serra è una conferma di quanto sia stata grande un tempo questa delegazione. I corniglianesi si domandano quale sarà la futura sorte dell’interno di queste pregiate mura un tempo utilizzate anche per servizi alla cittadinanza. Cornigliano, porta principale di ponente per raggiungere il cuore della grande Genova. Rimane ancora un bellissimo quartiere ricco di storia tutta da riscoprire e sebbene nel passato i tentativi di distruzione fossero stati davvero molti, ha continuato a resistere con tenacia e ora, anche con l’aiuto dei suoi orgogliosi cittadini, si sta riprendendo (speriamo) la sua dignità. Rosanna Robiglio

Insalata in “punta di cutter” e frittata “bicolore” alle mense delle elementari Cornigliano e Sestri scelgono lo sciopero del panino Un esposto alla magistratura per chiedere che indaghi sul servizio mensa delle scuole. L’iniziativa è dei genitori di alcuni istituti genovesi del Ponente dove, è stato attuato uno sciopero del panino per reagire ad alcuni episodi inquietanti avvenuti. I genitori vogliono che venga fatta chiarezza sul ritrovamento della punta della lama di un cutter in un piatto di

insalata servita all’elementare Tommaseo di Sestri Ponente ma anche su casi di pietanze servite fredde, di verdure che sarebbero state ricongelate dopo la cottura e di odori nauseabondi che impregnano le stoviglie utilizzate dai bambini nelle mense. Ultimo caso eclatante: una frittata bicolore (giallo-verde) servita ad una bimba della Tommaseo. Ci si attende che i giudici aprano un’indagine per accertare la regolarità del servizio prestato ma se davvero, come più volte dichiarato dal personale competente, il Comune di Genova ha sanzionato le aziende appaltatrici quando i genitori hanno denunciato situazioni anche piuttosto gravi. È infatti facoltà del Comune che stipula l’appalto per la fornitura di pasti caldi nelle scuole, sanzionare le ditte quando il servizio non è adeguato o se non rispetta i capitolati

d’appalto. Nelle foto: martedì 20 ottobre alle 12 presso i Giardini Melis (ingresso scuola Ferrero) la nuova protesta dei genitori con lo sciopero del panino: per manifestare contro la scadente qualità della refezione delle mense dei due istituti, grandi e piccoli h a n n o consumato p a n i n i c o nf e zi o nati a casa. . oerre


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dal Municipio VI Medio Ponente

Storia e decadenza della Badia di Sant'Andrea Dalla spiritualità monastica ai fasti del Castello Raggio Il 30 novembre il calendario cri- addirittura consacrato vescovo. pe Noli. Passò quindi al duca Pietro stiano festeggia Sant'Andrea apo- Scienziato e scrittore fu il monaco Vivaldi Pasqua che diede inizio a stolo. Esiste tra Sestri e Cornigiano Giovanni del Cervo, cui sono attri- nuove trasformazioni. Fu riaperta un'antica abbazia, ora abbandona- buiti un commentario sul IV libro al culto la chiesetta, sul cui piazzale il giorno di Sant'Andrea si ta, intitolata a questo santo. Gli tenne per anni una piccola antichi la chiamavano Badia di fiera. Intanto, sullo scoglio a Sant'Andrea in Sestri, anche se il mare, veniva costruita una complesso conventuale appartenefortezza. Così, scomparso il va al territorio di Cornigliano. La monastero, la zona fu chiaragione di tale denominazione mata "il deserto". Più tardi il potrebbe dipendere dal fatto che il nuovo proprietario dell'abCapitanato di Sestri comprendeva bazia, cavalier Lodovico Peianche la zona su cui era posta la rano, su consiglio dell'archiBadia. Dell'antico luogo, detto tetto Rovelli, fece sorgere nel "Colombara", esiste ancora il comluogo selve, giardini, fontaplesso, ma poco o nulla resta ne. A ricordo di tali lavori dell'atmosfera mistica originaria. resta una lapide dettata da Situato sulla collinetta a monte Anton Giulio Barrili. Nel della strada rotabile, è ora una 1893 il figlio del Peirano cecostruzione relativamente recente dette la proprietà a Edilio che sostituì un precedente conCarlo Raggio che abbellì la vento edificato sull'isolotto di villa e fece costruire sullo Sant'Andrea, lo stesso che ospitò scoglio il famoso Castello poi una fortezza adibita a polverieRaggio, su modello del Mirara e, in anni più vicini, il Castello mare di Trieste. Nel 1938, Raggio. Già nel VII secolo nella con un munifico gesto, gli località risiedevano alcuni religiosi eredi del Raggio permisero dediti alla preghiera, le cui origini ai monaci di tornare alla Basembrano risalire al tempo di San Benedetto, all'inizio del VI secolo. delle Sentenze ed alcune poesie dia, dove si trasferirono alcuni Notizie certe si hanno tuttavia più dialettali composte fra il 1270 e il membri della Comunità di San Giutardi. Un documento del 1100 ac- 1320. Uno dei suoi scritti si intitola liano di corso Italia. In seguito ai cenna ad un abate Pietro di proprio "De Monasterio de Sexto". bombardamenti della seconda Sant'Andrea e precisa il numero di Ben presto alla povertà, al lavoro guerra mondiale, il Castello Raggio monaci presenti (otto). Il mano- dei campi, alla preghiera si sostituì venne in parte distrutto e definitiscritto di padre Giacomo Giscardi è una sorta di commercio, a causa vamente abbattuto nel 1951. Iniziò così il riempimento conservato alla Biblioteca che avrebbe portato al Berio. sorgere dello stabiliI monaci conducevano una mento Italsider di vita attiva e ricca di iniziatiCornigliano e dell'aeve. Tra essi il beato Giovanroporto Cristoforo ni che dall'antica Badia pasColombo. sò a reggere quella di Santo La Badia è ora comStefano in Genova, dandovi pletamente circondaun notevole impulso spirita dal cemento e solo i tuale. muri esterni della Il 5 novembre 1131 il monacappella conservano stero cambiava osservanza, targhe che narrano la affiliandosi alla Congregastoria del complesso. zione dei Cistercensi. La All'arte di ieri si socausa del mutamento potrebbe individuarsi nella Il Castello Raggio com’era. Cartolina della Collezione Bellini vrappone lo squallore che pervade oggi la presenza a Genova di San Bernardo, che, in veste di paciere delle molte eredità che piovevano zona circostante. La riqualificazionella contesa tra Genova e Pisa, sui monaci. Questi nel 1197 acqui- ne della collina degli Erzelli, con visitò probabilmente il monastero starono da Guglielmo Malocello un insediamenti lavorativi recenti e il in quell'anno. La virtù dei monaci mulino con relativa roggia. Più tar- ventilato trasferimento della Facoldoveva essere esemplare, se i fedeli di entrarono in possesso di altri tà di Ingegneria di Genova, non li ricoprirono di benefici e molti mulini e terre, tanto che tra la badi- potrà comunque restituire il prestinobili ambivano alla sepoltura a di Sant'Andrea e quella di Tiglieto gio e la dignità spirituale che il sito all'interno della chiesa. Nel 1190 si accesero dispute per rispettive ebbe nei secoli. vennero ampliati i confini della intrusioni. Tali controversie, insieRita Nello Marchetti Badia che il 10 dicembre 1245 con- me alle guerre, contribuirono alla tava già 21 religiosi. In questo peri- decadenza del complesso: il colpo odo i priori assumono un'impor- di grazia fu inferto dalle lotte tra tanza notevole anche dal punto di guelfi e ghibellini, di cui vista politico. I monaci di Sant'An- fu teatro l’abbazia. Lo drea appoggiarono sempre le arti: sfacelo raggiunse il culfra essi ricordiamo frate Oliverio, mine nel 1340, allorché architetto, già amministratore del vi abitavano solo due porto e del molo di Genova, al qua- monaci. Con la soppresle si attribuisce la costruzione di sione degli ordini monaPalazzo San Giorgio. A lui successe, stici (1797), i religiosi nell'amministrazione del porto, un vennero cacciati e l'edialtro monaco di Sant'Andrea, frate ficio venduto dal goverFilippo. Nel 1297 uno dei frati fu no provvisorio a Giusep-

Ottobre 2015 I nostri inserzionisti

Dal 1972 al vostro servizio

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In ricordo del partigiano Moisello 1898. La storia di Salvatore Queirolo e del suo villino per cui litigò con le Ferrovie e con il Comune di Rinaldo Luccardini Cornigliano gli dedica una piazza Mentre a Campi veniva realizzato nel 1898 il complesso siderurgico, c'era a Cornigliano chi spendeva parecchi soldi per costruirsi una villa davanti al mare. È il caso di Salvatore Queirolo che presentò al Comune la domanda nel mese di giugno 1898 proponendo una villetta a due piani nell'angolino tra il cimitero dei Trentuno e la ferrovia, che era rimasto ancora libero da fabbricati per via della servitù imposta all’antico cimitero. Il Comune aveva infatti già deciso lo spostamento del cimitero sul monte Guano, cosa che verrà attuata due anni dopo. La su-

perficie del camposanto, dopo la rimozione delle salme, venne usata per più di un decennio come deposito temporaneo di rifiuti, penalizzando le aspettative di Queirolo che per abbellire il suo giardino vi aveva anche piantato palme e limoni. Ma la cosa più ingombrante fu la costruzione della nuova stazione ferroviaria la quale, su richiesta del Municipio di Cornigliano, che cedeva gratis l'area alle Ferrovie, doveva avere almeno cinque “assi", cioè cinque porte. Il progetto di spostamento della stazione in quel punto era stato presentato per la prima vol-

ta nel 1888, ma non se ne era fatto nulla e, forse, il Queirolo pensava che questo evento non sarebbe più accaduto. Perciò si mise a litigare con le Ferrovie e col Comune perché non voleva che gli venisse precluso un accesso posteriore alla sua proprietà, che il piazzale della stazione, a una quota più alta rispetto al suo terreno, avrebbe impedito. La vertenza andò avanti fino al 1926 e la soluzione di compromesso che venne scelta è quella che si vede ancora oggi, con una rampa in discesa che ritaglia miseramente la superficie antistante la stazione.

Prosegue anche il questo numero la collaborazione con l’architetto Luccardini, profondo studioso del nostro territorio e autore, fra le altre pubblicazioni, di “Cornigliano, storia del centro abitato” Ed. Sagep. La mappa pubblicata è stata fornita gentilmente dall’autore.

Lo spiazzo sull’area dell’ex cotonificio di via Bertolotti, è diventato piazza Francesco Moisello. Il giorno dopo l’inaugurazione (8 ottobre 2015, alla quale ho partecipato), ci ritorno per scrivere l’articolo. Mi siedo su una delle panchine, ho con me notes e penna stilografica, quasi a voler tornare indietro nel tempo e immedesimarmi nel tragico periodo in cui tanti uomini e donne, per amore di libertà, avevano deciso di rischiare le loro giovani vite. Nella primavera di questo stesso anno il fotografo Agostino Razzore, nel corso della mensile riunione dei collaboratori de «ilCorniglianese», tenuta nei locali dell’Anpi, additandomi la foto di uno dei martiri della Resistenza, forse il meno giovane di loro, mi aveva messo in contatto, perché in occasione della ricorrenza del 25 aprile raccontassi la tragica fine del loro nonno, con i suoi nipoti, Alessandro e Marco. Dopo la pubblicazione attendemmo che fosse mantenuta la promessa e così è successo di dedicare al partigiano, nel territorio di Cornigliano, una via o piazza a perenne ricordo del suo sacrificio. Credevo che l’appuntamento fosse alle dieci e trenta e rimasi quasi costernato nello scoprire soltanto una ventina di persone presenti, fino a gioire vedendo arrivare a getto continuo, oltre che molti cittadini, i rappresentanti delle associazioni esistenti sul territorio, con le bandiere che

le rappresentavano. Alle undici ebbe inizio la cerimonia. Per primo, fasciato dalla sciarpa biancorossa, Giuseppe Spatola, presidente del municipio VI Medio Ponente, dopo il discorso introduttivo, ha introdotto il rappresentante del Comune di Genova intervenuto in vece del sindaco; poi fu poi la volta di Mario Battifora dell’Anpi di Cornigliano. Luca Borzani, presidente a Palazzo Ducale della Fondazione per la Cultura, pur avendo ricostruito storicamente gli anni della Resistenza, ha sottolineato il fatto che la storia di per se stessa ben poco servirebbe, se non inculcasse nei posteri l’idea di non ripetere più gli errori del passato. Infine la toccante lettura del foglio letto da uno dei due nipoti Francesco, l’altro Alessandro, aveva scoperto la targa, benedetta dal parroco di Sant’Ambrogio, davanti alla quale due giovani, in segno di commovente venerazione, con il capo chino, avevano sventolato le bandiere della Cgil e della Camera del Lavoro (NdA. Cito questo particolare perché colpito dal loro sincero coinvolgimento). Al momento del commiato da loro, Alessandro e Marco commossi, mi hanno detto: ”Peccato che nostro padre sia mancato prima di poter partecipare a questo evento, nella realizzazione del quale aveva tanto sperato.” Guido Pallotti

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A casa vostra/18 — La famiglia Mendoza “Anche noi siamo migranti ma l’Italia dovrebbe essere più severa” Dedichiamo una nuova puntata di “in casa vostra” ad una coppia di ecuadoriani. Chiedo subito a Miguel Mendoza (36) di raccontarmi della sua famiglia. “Sono nato in Ecuador, abitiamo in vico alla Spiaggia, a sud di via Cornigliano, sono purtroppo momentaneamente disoccupato ma faccio saltuariamente piccoli lavori, al mio fianco, Susanna Reina (45), mia compagna anche lei del mio stesso Paese, ed infine Alan (9) nato in Italia. Susanna fortunatamente lavora in un’impresa, presso l’ospedale San Martino, Alan frequenta la 4^ elementare alla scuola Tommaseo di Sestri Ponente, siamo in Italia dal 2000 ed abbiamo già richiesto la cittadinanza italiana, che spero arrivi presto, la casa in cui abitiamo è di nostra proprietà e ne stiamo pagando il mutuo”. La prima domanda che rivolgo è proprio in relazione alla vostra comunità che è la più diffusa in Italia al di fuori dell’Ecuador ed è davvero incredibile confrontare i numeri di Genova con quelli delle altre città dove la presenza sudamericana è di circa 20mila persone e non poteva passare inosservata dal presidente Rafael Correa venuto a Genova in visita ufficiale nel 2014, la sua gratitudine per voi immigrati. Lei era presente in quel 26 aprile al 105 Stadium che ospitava circa 6000 persone? “Sì, ero presente. Devo dire che sono rimasto molto sorpreso dal suo discorso, anche se mi informo continuamente dei cambiamenti nel nostro Paese, devo dire che da quando è lui al comando le cose sono molto cambiate, positivamente, mi riferisco a prima della sua scesa in campo, quando in Ecuador il Paese era allo sbando, oggi ci sono più opportunità di lavoro, più democrazia, la possibilità di intraprendere attività commerciali, tutto questo è sicuramente merito suo, anche se c’è ancora molto da fare ma la strada è sicuramente questa. La risposta a se mi ha convinto è: sì, certo in futuro ritornerò al mio Paese ma voglio ritornare con la possibilità di una vita migliore, per questo ci vorrà ancora del tempo”. Cosa ne pensate di papa Francesco? “Ci piace tantissimo, è molto umile e quando parla va molto diretto e, soprattutto, pensa come noi, molto diverso da papa Ratzinger, non ha peli sulla lingua”. Cosa ne pensate di questa apertura verso gli omosessuali da parte del clero e della nuova legge che si sta discutendo il parlamento? “Papa Francesco ha detto chiaramente: chi sono io per giudicare? Naturalmente la riflessione era rivolta al pensiero cristiano, come

se volesse dire,tutti gli uomini sono figli di Dio, su questo non ci sono differenze, ovviamente la Chiesa ha un certo pensiero sugli omosessuali, per quanto riguarda la legge in parlamento, noi siamo assolutamente favorevoli al matrimonio non solo alle unioni civili. Discorso diverso è quando si parla di adozioni, noi pensiamo che un bambino debba avere un padre e una madre, il riferimento classico della famiglia, non sicuramente due mamme tanto meno due papà, se proprio ci obbligassero a scegliere, opteremmo per

due mamme, la figura materna è sicuramente più importante”. Cambiamo completamente argomento, voi abitate in una zona di Cornigliano, un po’ particolare, come vi trovate? “Bene, questa è una zona degradata e anche sporca, colpa anche nostra ma soprattutto degli amministratori che permettono tutto questo, aggiungo che ci vorrebbe più verde per i bambini. Alan lo portiamo spesso ai Giardini Melis ma non è una zona per piccoli, ci sono persone anziane, giustamente con altre esigenze che non tollerano la presenza di bambini che giocano alla palla piuttosto che girare in bicicletta o semplicemente a rincorrersi, gesti che la persona d’età vede come un pericolo”. Immagino che abbiate molte, spese, mi riferisco all’amministrazione, ai mezzi pubblici, la spesa… Cosa fate per risparmiare? “Premesso che essendo sostanzialmente disoccupato facciamo molta attenzione, la spesa la facciamo prevalentemente al Penny Market, proprio qui vicino a noi, si compra bene, in funzione del prezzo qualità o semplicemente al mercato, rarissimamente una pizza, fortunatamente non

ho la macchina, fondamentalmente facciamo una vita semplice”. Nonostante siate da molti anni in Italia, continuate a mantenere usi e costumi del vostro Paese? “Certamente, almeno due volte la settimana mangiamo piatti del nostro Paese, come la zuppa con ingredienti che riusciamo a reperire dai fruttivendoli marocchini, ci vediamo spesso con famiglie ecuadoriane per parlare del nostro Paese, una cosa che invece dobbiamo imporci di fare è insegnare lo spagnolo ad Alan, che naturalmente capisce tutto, ma non lo parla: penso sia un valore aggiunto, poi ci sentiamo spesso con i nostri parenti in Ecuador telefonicamente, internet ci aiuta molto, insomma cerchiamo di mantenere vivo il legame con le nostre tradizioni”. Il premier Renzi ha promesso e siccome il provvedimento è già stato inserito nella legge di Stabilità, che nel 2016 non pagheremo più Imu e Tasi, cosa ne dite? “Sono molto scettico, se avessimo la certezza di non avere altri aumenti, diciamo benissimo, ma non vorremmo che il provvedimento fosse paragonato alla famosa coperta corta: da una parte tolgono dall’altra mettono”. Praticate attività sportive? “Sì, risponde Miguel, spesso con Alan andiamo in bicicletta, ci piace molto il basket e la pallavolo ma non la pratichiamo”. Altro problema è l’immigrazione e il terrorismo, cosa ne pensate. “Due problemi gravissimi. Il primo, anche se comprensibile, anche noi siamo migranti, ma mi pare che il governo sia molto debole, dovrebbe attuare molti più controlli, deve essere più severo, questa situazione che al momento pare irrisolvibile apre altri scenari, come appunto quello del terrorismo, su questo sono molto preoccupato, tutto questo, come per un effetto domino, spalanca le porte alla corruzione, e i nostri politici ci vanno a nozze, è naturale non fare di tutta un’erba un fascio, ma politici che vanno in galera per corruzione ve ne sono moltissimi. Spero veramente che queste cose si risolvano, non siamo molto ottimisti”. La strada a mare Guido Rossa ha risolto il nodo del traffico a Cornigliano? “Direi di sì, i mezzi pesanti non passano più e ci sono meno code, la viabilità sarà più snella quando tutto il progetto sarà ultimato”. Conoscete in nostro giornale? “Sì, risponde Miguel, lo leggo spesso, lo trovo interessante dal punto di vista delle notizie di quartiere”. Ho visto che avete due porcellini d’India. “Sì, si chiamano Titti e Petunia, sono le nostre mascotte”. Carlo Guerra


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Sulle strade della passione Ultimo atto di Guido Pallotti

di Alvaro Michelon

Alcide e Susy terza parte. Passarono così quindici anni. Lui a livello inconscio, cercava di sembrare più vecchio, mentre Susy non voleva far fare brutte figure al suo Cid, perciò si prese cura del proprio aspetto in modo maniacale. Dimostrava molti anni in meno dei cinquantasei che aveva. Il suo cuore, purtroppo, ne reggeva almeno trenta di più. Le prime avvisaglie le aveva tenute nascoste ad Alcide. Poi però, avevano dovuto interrompere un soggiorno a Livigno, poiché lei non sopportava quell’altitudine. Dopo i primi accertamenti, aveva ottenuto una diagnosi agghiacciante: il suo cuore era sfibrato, aveva la consistenza di un cencio. Le fu consigliato di mettersi in lista per un trapianto. Susy rifiutò. Mai avrebbe sottoposto ad Alcide la vista del suo corpo deturpato da una cicatrice. Quel ragazzo le aveva regalato molti anni meravigliosi. Era giunto il momento di rendergli la libertà. Era solo a conoscenza del fatto che Susy era cardiopatica, e si limitava a evitarle ogni possibile affaticamento ed emozione. Anche nell’atto sessuale avevano abolito la foga, e lui evitava di gravarle sopra, mentre lei, a sua insaputa, teneva a portata di mano la pillolina anti infarto, pronta a metterla sotto la lingua all’inizio dell’amplesso, per toglierla alla fine. Però quello stratagemma non funzionava. Al momento topico, il suo muscolo cardiaco impazziva e ogni volta credeva d’essere sul punto di morire. Amava Alcide a tal punto, che il solo contatto del suo corpo, le dava sensazioni devastanti. Susy fece ritornare Eric, che giunse senza la compagnia di Italo, e subito andarono dal notaio. Al ritorno dallo studio legale, il neozelandese s’appartò con Alcide e si limitò a dirgli: «Abbi cura di lei».I ricoveri si fecero sempre più frequenti. Alcide era puntualmente giunto all’ora di cena e com’era comparso sulla soglia, lei s’era sentita davvero morire. S’era chinato a baciarla sulle labbra e lei aveva pensato: «Ho cinquantasei anni e sono ammalata, lui ne ha ventitré di meno, eppure mi bacia ancora sulla bocca. Buon Dio, cosa ho mai fatto per meritarmi la grazia d’avere amato questo uomo meraviglioso»? Alcide seduto con i gomiti appoggiati sul letto, aveva cercato di convincerla a mangiare, ma lei, con un filo di voce gli aveva riferito la sentenza emessa dal dottore. Poi gli aveva detto, certa che lui avrebbe esaudito il suo desiderio: «Cid, aiutami a morire. Ma subito, perché ho paura che succeda quando tu non ci sei». Poi s’era posta faticosamente sul fianco corrispondente al braccio, dov’era infilato l’ago della flebo. Alcide aveva allora preso la mano che lei gli porgeva e l’altra l’aveva fatta passare fra le lenzuola e cercato il contatto con la pelle tiepida, sotto la camicia da notte. «Dimmelo per l’ultima volta Cid, amor mio». Bisbigliò, certa che quell’aneddoto, sentito e risentito nei magici momenti della loro intimità, sarebbe stato il dolce viatico che l’avrebbe traghettata nell’al di là. Alcide al ricordo provò l’identica emozione di allora: «Potavo il pitosforo nel tuo giardino, una folata di libeccio profumato di mare, spostò per un attimo le tendine della finestra e tu apparisti nuda, con le braccia tese verso l’alto, nell’atto d’indossare la maglietta. Vidi i tuoi seni, ti desiderai con tutto me stesso, e quell’eccitazione divenne la mia persecuzione. Da quel momento presi ad amarti, pur sapendo che il mio sarebbe stato un sogno irrealizzabile. Poi in una sera d’estate, avvenne il miracolo. Tu mi regalasti tutta te stessa. Da quel momento divenni l’essere umano più felice dell’universo». Susy sorrideva, versando gocce d’intenso amore dagli occhi che stavano chetamene spegnendosi. Non sussultò, né fece alcun movimento convulso. Se l’era imposto. Non voleva lasciare al suo Cid un ricordo di sofferenza. Alcide con grande dolcezza tamponò il rivoletto di sangue che stava per scenderle dall’angolo della bocca. Nulla doveva oltraggiare la compostezza del volto sereno della sua donna. Restò a lungo a osservarla. Poi, con la stessa mano con la quale l’aveva amorevolmente accarezzata, le abbassò le palpebre e suonò il campanello che fece accorrere i sanitari. Continuò a tenerle l’altra, fino a quando non fu gentilmente staccato da lei. Uscì dalla clinica nella tiepida serata genovese. Sentiva la necessità di dare sfogo alle lacrime, che prepotentemente volevano sgorgare, però riuscì a ricacciarle indietro e provò a sorridere al pezzetto di luna, smarrito come lui, nel cielo stellato. Aveva giurato a Susy che non avrebbe pianto. Alcide, con la rinuncia che Susy aveva fatto scrivere ad Eric, era diventato l’unico erede dei suoi beni.

ASD Dojo Samurai Giardini Melis 8 Orario 18:00/20:00 Cell. 3473232746

Fine del viaggio, ore 12.45 Ho appena preso la B43 in direzione Kelsterback. Ormai conosco la strada a memoria: un rettilineo, un mezzo tornante, la deviazione per gli infiniti lavori di ammodernamento del terminal 2 dell’aeroporto, giri a destra, prendi lo svincolo che “senonstaiattentotiribalti,” cambi tre marce, una leggera salita che ti costringe a scalare mezza marcia, subito un rettilineo che se fossi con la mia moto sarei a 200 all’ora in mezzo secondo e poi l’incrocio con l’unico semaforo. Giro a sinistra, 500 metri poi a destra “affronto” l’ultima rotonda e poi dritto fino alla dogana. Scendo dal mezzo e consegno i documenti. La bella Dominique sorride e mi annuncia che ci vorrà mezz’ora per sdoganare la merce. Infatti, mezz’ora dopo mi porta i documenti. Avvio il motore e mi dirigo verso la periferia di Francoforte. Il cartellone dell’Ikea mi ricorda che devo svoltare a destra e subito a sinistra. L’entrata dell’azienda è un varco un po’ angusto, dove devi stare attento a come entri a causa di un grosso sasso piantato nel terreno che potrebbe strusciare su tutte e tre le gomme destre del rimorchio. Consegno i documenti e lo posiziono con una manovra piuttosto difficile, ma che ormai è diventata semplice da tante volte che l’ho fatta. Sgancio, posteggio il trattore accanto ad un fabbricato proprio davanti all’azienda e vado a prendermi un caffè. Poi torno al trattore. Mi cambio e indosso le cose da jogging. Prendo un’aspirina, attendo gli effetti e inizio a correre. Il perimetro del parco del quartiere di Nieder - Esback è esattamente di 1500 metri. Lo farò 6 volte. Come tutte le settimane. E mentre correrò, penserò a tante cose. E tra le tante cose cui penserò, ci sarà sicuramente posto per qualche considerazione sulla mia vita. Su qualche cosa che avrei dovuto fare o che avrei dovuto dire. Quasi certamente qualche mio pensiero, seppur in maniera laterale, cadrà inevitabilmente su quello che avrei potuto scrivere. Peccato che quando corri tutte le tue energie, soprattutto quelle mentali, sono rivolte al mantenimento del ritmo che deve cercare di stabilizzarsi su quello del cuore. Il cuore. Con il suo battito scandisce la tua vita ma non può far nulla affinché tu la possa vivere con dignità e senso del dovere. E’ solo un muscolo che pompa migliaia di litri di sangue al giorno. A volte, prima di addormentarmi, mi domando spesso che senso abbia nascere, crescere, lottare per conquistare qualcosa e poi morire. Subito dopo mi viene in mente una vecchia battuta: vuoi far ridere Dio? Confidagli i tuoi progetti per domani! E’ così che mi addormento. Con un sorriso sulle labbra e la certezza di aver fatto quasi tutto quello che potevo fare. Socrate, nel suo Libro Quarto, scrisse: “La vita è stata data con la riserva della morte”. C'è qualcuno che può dire di aver fatto tutto nella brevità di una vita? Sicuramente sì, ma questa, per fortuna, è un’altra storia.


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BenRomanziere venga l’autunno, sfogliando con un click il “Lunario giornicol… di quiete” “Maggio deideilibri” Trucco Con i primi freddi d’autunno mi ha fatto piacere domenica 25 ottobre dormire un’ora di più. Ho iniziato la giornata con calma, coccolata da marmellate fatte in casa, un caffè ristretto e dalla nuova coperta - fatta dalla mia am ica Pao la , ve ra fant as ist a dell’uncinetto – che quest’inverno sarà oggetto di contenzioso tra me e il gatto di casa Gatto. Te lo raccomando questo furfante di crocchette che avrei dovuto chiamare Prezzemolo da quancapitano Bertolotti to sta Il a mezzo. Perennemente interesmorì nel ‘15 sato a tutto quello che faccio, sembra sui monti veneti un orologio svizzero tanto è preciso al presentarsi per il rito mattutino della “ciotola strapiena“ ma devo dire che domenica non ha accusato il mio ritardo nella sveglia. Mentre sistemavo le lancette dell’orologio in cucina ho buttato un occhio al calendario e mi sono accorta che nel mio mancano le icone delle lune rimpiazzate da tanta pubblicità. Vi ricordate quando si sfogliava il Frate Indovino e si programmavano di conseguenza potature di piante, semine e, perché no, il taglio di capelli? Orfana del calendario del frate umbro sono andata a spulciare tra i miei libri e ho trovato un “Lunario dei giorni di

quiete – 365 giorni di letture esemplari” a cura di Guido Davico Bonino. Lunario era un libretto (siamo nel Cinquecento, quando la stampa a caratteri mobili inizia a diffondersi) su cui venivano riportate le fasi lunari con riferimento ai giorni del calendario e altre notizie spicciole quali i santi del giorno, le feste e i mercati. Cedo il passo alle parole di Claudio Magris che ha curato l’introduzione di questo lunario e che qui ci anticipa che “poeti, filosofi, teologi, scienziati, autori di pochi versi o enciclopedie diventano compagni e interlocutori quotidiani del nostro cammino”. A questo punto avrete capito che sono letture di stile classico, umanistiche; a mio avviso hanno nella brevità il loro punto di forza, ognuno di noi può trovare stimoli in solo una pagina di questo o quell’autore o se si è annoiato beh, non avrà speso molto del proprio tempo. Sfogliamo qualcosa insieme? Bene, siete nati il primo di gennaio? Troverete le parole di Dante Alighieri a farvi gli auguri. Avete, come me, l’onomastico il 27 luglio? Poche righe per leggere il pensiero del poeta Carl Sandburg mentre per il compleanno di

“A Corniggen de figge belle ghe n'è tante” Siamo alla vigilia di Halloween, festa di matrice anglosassone che i bimbi celebrano con “dolcetti e scherzetti”, facendo rabbrividire con i loro costumi da strega o da scheletro i passanti di una certa età. Un tempo scherzi e travestimenti erano riservati al Carnevale, che prevedeva un ventaglio di maschere più vario e differenziato. Ma nulla si può contro le mode. Così alle persone avanti negli anni non resta che adeguarsi e, tutt'al più, rievocare con nostalgia gli scherzi e le filastrocche di una volta, protagonisti non solo del Carnevale ma dei giochi all'aperto di ogni stagione. A Cornigliano méta privilegiata erano i Giardini Melis e il campetto di via Agosti. Fra le cantilene, spiccava quella del titolo: A Corniggen de figge belle ghe n'è tante/che se faiàn, che se faiàn tûtte ö galante. Un apprezzamento se cantata dai maschi, un augurio sulla bocca delle ragazzine. Che le più belle di Liguria s'incontrino tra Sestri e Cornigliano è confermato dallo sfottò che le ragazze

mia madre troviamo addirittura Lucio Celio Firmiano Lattanzio che con la sua paginetta su “l’uomo tra sapere e ignoranza” fa gli auguri alla mia genitrice. Cosa avete fatto a Ferragosto? Emily Dickinson per il 15 agosto scrive una lettera e vi devo dire che le sue parole a proposito del senso dell’amicizia mi hanno scaldato il cuore. L’8 ottobre ci propone “Ora è tempo di bilanci di vita” una poesia di Primo Levi che si presenta da solo. A proposito di presentazioni lo scorso 8 ottobre ero nella bella stanza a pian terreno di villa Bombrini alla presentazione del libro “Cornigliano” di Rinaldo Luccardini, edito dalla Sagep. A parte la solita occhiata che do all’immenso lampadario a gocce della sala che mi piace molto non mi sono distratta nemmeno per un attimo, e ho seguito con piacere la ricostruzione storica del nostro territorio. D’ effetto la proiezione di diapositive che Luccardini ha fatto scorrere in sequenza con una velocità studiata per fare apprezzare anno dopo anno le variazioni subite dal territorio di Cornigliano e parola dell'autore - in esclusiva per l’evento. Un’ultima cosa: se siete nati il 29 febbraio il “lunario dei giorni di quiete” non vi ha dedicato nessuna pagina ma fate come mia zia che, abituata a festeggiarlo di 28, quando l’anno era bisestile oltre alla solita festa in casa il 29 si faceva portare al ristorante.

del borgo di Castiglione, situato ai confini tra Sestri e Cornigliano, rivolgevano a quelle di Lardara, ad ovest di Sestri: A Lardæa de tæra antiga/figge belle no ghe n'è miga./Quelle poche che ghe son/son tûtte de Castiggion”. Spesso i giochi erano interrotti da un improvviso temporale. Niente paura. Alle prime gocce si intonava la cantilena: Ciêuve, bagnêuve/e gallin'e fan e êuve/êuve de ciongio/de ciûmma de colombo/e l'angiou o pescava/a Madonna a se bagnava/ "Pe’ cose ti te bagni?"/ "Pe’ fâ fermâ quest'ægua”/ægua e vento/doman saiä bon tempo/In casa dö Segnô/ ghe lûxe sempre ö sô. Come per magia, la pioggia cessava e tornava il sereno. Non faceva a tempo ad asciugarsi il pavimento del cortile che già avevamo impugnato il gessetto per tracciare il “pàmpano”, gioco di destrezza amato da entrambi i sessi. Il gesso era indispensabile anche per lo scherzo che uno di noi faceva al compagno più ingenuo, pronunciando questa tiritera: vado al mercato, compero due uova (le si disegnava una a fianco all'altra), una candela (la si tracciava per la lunghezza fra le due precedenti), una scatola di fiammiferi (la si abbozzava sotto la candela, con un rettangolo e tante strisce verticali all'interno). Faccio il giro della piazza (si tracciava un circolo tutt'attorno). Ecco qui la tua faccia! Con lo stesso

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Com’è che si dice? Fa chi può. E anche io ho fatto; lasciato il lunario in cucina sono andata in edicola e mi son portata a casa Humphrey Bogart con “Il falco maltese”. Ricordate il bel film in bianco e nero per la regia di John Huston? È tratto dall’omonimo libro di Dashell Hammett che inizia il romanzo, un vero hardboiled, con la descrizione dell’investigatore Sam Spade: “Pronunciata e ossuta, la mascella di Sam Spade presentava un mento a V che sporgeva da sotto l’arco più dolce delle labbra. Quella stessa forma a V riappariva poi, ridotta, nelle narici arcuate. Gli occhi regolari, di un grigio virato al giallo. Nell’arco delle sopracciglia folte, che partivano da due solchi gemelli dritti sopra il naso aquilino, la forma a V ritornava ancora. I capelli, castano chiaro, si spingevano anch’essi a punta sulla fronte con un’accentuata stempiatura ai lati. Sam Spade sembrava un satana biondo. Quasi attraente”. Che dite? Assomiglia a Bogart? E la trama? Per quella dovete pazientare sino alla luna di novembre. Liliana Gatto

arnese i maschi segnavano il Giro d'Italia, una pista su cui gareggiavano i ciappetti con l'immagine dei corridori preferiti. Lasciato il gessetto, ci si dedicava ad un altro scherzo in cantilena: Careghetta d'ou. Due ragazzi intrecciavano le braccia a mo' di seggiolino, su cui sedeva il bimbo più piccolo, destinato al capitombolo finale. Scherzi innocenti che cimentavano le amicizie e favorivano il senso dell'humour. Mi auguro che i ragazzi di oggi conservino il sano cameratismo dei loro nonni anche in una festa scanzonata e divenuta popolare come Halloween. Rita Nello Marchetti

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PATRONATO ITAL UIL: Pensioni di anzianità, Invalidità civile, Pensioni di vecchiaia, Indennità di accompagnamento, Pensioni di invalidità, Cause di servizio e indennizzo, Malattie professionali, Permessi di soggiorno e immigrazione, Infortuni sul lavoro, Disoccupazione e mobilità, Assegni familiari, Assistenza legale medico-legale CAF UIL: pratiche 730, Unico, RED, ICI, ISEE, ISEU, Successioni, Regolarizzazione colf e badanti e altri adempimenti fiscali UIL IMMIGRATI e SOLIDARIETA’: assistenza e consulenza per la permanenza e il lavoro dei migranti; ADA UIL: Associazione per la tutela e i diritti degli anziani; ADOC UIL: consumatori.; UIL TEMP: lavoro atipico; UNIAT UIL: Assistenza e stipula dei contratti di locazione; CONSULENZA LEGALE: gratuita


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L’hai mai fatto con l’Habanero? Più piccante è la vita Se aggiungi il peperoncino

Riccardo Collu In un albero genealogico, peperoncino e peperone sarebbero della stessa famiglia e parenti con melanzana e pomodoro. Sicuramente amici di patata e zucca, tutti provenienti dal nuovo Mondo. La diffusione in Europa è stata graduale, nel 1550 circa Pietro A. Mattioli, medico toscano parlava del “pepe d’India”, conosciuto dal basso ceto per il costo inferiore al pepe e la ottima conservabilità. Il picco delle coltivazioni è avvenuto nei primi anni ’60 e, nel ’75 si raddoppiò la produzione. Recentemente, una lieve flessione è dovuta alla concorrenza di Nord Africa, Olanda e Spagna. Nonostante ciò la coltura di peperoni e peperoncini è di quasi 4 milioni di quintali ed è una considerevole fetta dell’economia agricola di Sicilia, Puglia, Campania, Lazio, Piemonte e Veneto. Ciò che noi consumiamo della pianta

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natura ma la classificazione resta con la scala originaria. Ad esempio, il peperoncino calabrese ha circa 20.000 Shu, il Cayenna 30/50.000 Shu. Il famoso Habanero Red Savina raggiunge 577.000 Shu e nel 1992 è stato detentore del guinness come peperoncino più piccante. Gli incroci hanno selezionato varietà con maggiori intensità, Gerald Fowler ha incrociato il Naga Morich e il Trinidad Scorpion con il Naga Jolokia creando il Naga Viper con 1.382.118 Shu, risultando il più piccante fino al 2011. Il Trinidad scorpion Butch con 1.463.700 Shu lo è risultato nel 2012 e il Carolina Reaper, 1.569.300 – 2.200.000 Shu dal 2013 è riconosciuto il peperoncino più piccante al mondo. Con queste selezioni, non si cerca la “piccantezza assoluta”, pensiamo alle qualità attribuite al peperoncino: il frutto è considerato ricco di antiossidanti e Da sn in alto: calabrese piccolo, Aji lemon vitamine, povero di yellow, Cayenna red, sotto da sn: Tondo calabrese piccante, yellow chinese, Trinidad grassi. Viene ritenuMoruga scorpion to valido per

del peperoncino è il frutto o bacca e la sua caratteristica principale è la piccantezza. La sensazione piccante, non è un sapore, è la sollecitazione dei recettori del calore presente sulle mucose e del nervo trigemino, quindi non si può definire gusto. La parte più piccante del frutto è la placenta, ovvero la parte bianca all’interno fra il peduncolo e i semi. La sensazione calorica è data dalla presenza di capsaicina, scoperta dal chimico Bucholtz nel 1816 e classificata con una tecnica di assaggio nel 1912 dal chimico Scoville. La sua scala assegna alla capsaicina pura 16.000.000 Shu. Oggi può essere usato il gascromatografo per la campio-

l’abbassamento della pressione arteriosa, dei livelli di colesterolo e come anticoagulante. Immaginiamo l’eventuale uso in campo medicinale o altri settori e consideriamo che concentrazioni maggiori corrispondono a volumi minori con relativi vantaggi. Per conoscenza, la capsaicina è la base degli spray urticanti, dai dati di alcuni produttori, quelli per uso civile da autodifesa hanno mediamente 1.100.000 – 2.000.000 Shu e per polizia e militari 2.500.000 – 5.000.000 Shu. In alimentazione il peperoncino si usa secco, intero, macinato, congelato. Dalla semplice aggiunta per insaporire una pietanza, a componente degli ingredienti di una preparazione. Fra le più note salumi, formaggi, condimenti per la pasta. Antichissima la tradizione sudamericana di aggiungerlo al cacao per la creazione di una bevanda. Interessanti sono le salse piccanti da consumare con le carne arrosto e bollite, le marmellate di peperone e peperoncino o cipolle e peperoncino. Estreme e discutibili le infusioni in distillati come la grappa al peperoncino. Per gli abbinamenti con bevande, personalmente consiglio vini rossi strutturati così che il contenuto alcoolico diluisca la capsaicina, o birre corpose, con una sensazione finale amaricante che contribuisce a rinfrescare il cavo orale.

Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

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Giorni di pioggia : 8 Giorni di sereno : 17 Temperatura minima : 16,8°C Temperatura massima : 22,9°C

La stagione autunnale volge al termine con il mese di novembre, statisticamente il più piovoso a livello nazionale complice le intense perturbazioni che si sviluppano nel bacino del Mediterraneo grazie allo scontro tra masse d’aria caldoumide in risalita dai quadranti meridionali e quelle più fredde d’origine artica in ingresso dal nord Atlantico. Novembre, però, non è solo maltempo e clima relativamente mite, difatti a partire dalla seconda decade, ma ancor di più nella terza, non sono affatto rare le prime irruzioni d’aria fredda in particolare al Nord Italia, con le prime diffuse gelate in pianura. Novembre potrebbe essere dominato da una serie di impulsi instabili di origine atlantica, specie nelle prima parte del mese; in seguito il rinforzo del getto alle alte latitudini favorirà una maggior interferenza dell’anticiclone con clima più secco, per la traslazione a latitudini più settentrionali del flusso umido e piovoso. Piogge localmente abbondanti al Nord, dove il tempo risulterà più instabile grazie alle correnti da Sud-Ovest. Novembre potrebbe far registrare variazioni positive nel campo termico, mentre un leggero surplus pluviometrico potrebbe interessare il Nord ed il Centro. In sintesi potremmo avere un novembre a Genova con meno piogge della media ma con qualche irruzione di stampo invernale che porterà le prime nevicate anche a bassa quota sull’Appennino ligure. A cura di Nicolò Scibetta Previsioni meteo aggiornate www.meteoligure.it


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Ottobre 2015

Autunno: istruzioni per l'uso Negli armadi spuntano i cappotti E sui letti pullulano piumini e piumotti

Salve ragazzi-e, come state? Bene? Raffreddori, tossette, male alle articolazioni ad autunno inoltrato non si sono ancora fatti sentire? Splendido. Io così e così e, come dice quel maligno del mio amico Gianni (che poi ha qualche anno più di me e dovrebbe tacere), i primi freddi e le piogge autunnali, portatori dei cosiddetti mali di stagione, non sono colpevoli dei miei fastidi, bensì bisogna imputarli alle mie troppe trascorse stagioni. Beh, è necessario avere pazienza e non dare peso alle linguacce: è tutta invidia per la mia forma tonica e scattante, acquistata attraverso estenuanti nuotate estive, passeggiate nei boschi, mirati esercizi ginnici. È arrivato l'autunno? Ve ne siete accorti? Se no, ve ne accorgerete presto, quando si dovrà accendere il riscaldamento, tutte le luci di casa già alle ore diciassette, perché viene tolta l'ora legale e le giornate si accorciano inesorabilmente, fino a precipitare in un buio imbuto, in cui la luce è un pallido barlume. Così imparate a lamentarvi quando fa caldo! E da ultimo arriveranno, puntuali come una sciagura, le bollettone. Siete meteoropatici? Peggio per voi. Impegnati nel pagare multe, rate amministrazione, tasse e gabelle varie non potete concedervi il lusso di cadere nella depressione stagionale e crogiolarvi in un ovattato nirvana, appena animato da qualche immagine sfocata. Reagite, fatevi animo. Ribadite che siete anziani, stanchi... ma che dite?, dovete darvi da fare, non vi vergognate a lamentarvi, voi che avete condotto una vita integerrima lavorando alacremente, risparmiando, rispettando le leggi e curando con scrupolo la vostra salute psichica e fisica, senza concessioni ai vizi? Siete veramente stati fortunati. Ora dovete occuparvi: a sferruzzare maglioni, calzettoni, sciarpe improbabili e fuori moda per tutto il parentado e, se uomini, aggiustare tutto in casa, fare bricolage, producendo oggetti incredibili che finiranno prima o poi nella stracolma cantina e dopo di voi, recuperati nei cassonetti in qualche remoto banchetto di pseudo antiquariato.

L'importante è rendersi inutili! Potete anche preparare torte, ciambelle e frittate per i vostri figli e nipoti o, se proprio non ne avete, procurarvi qualche ospite che si offra da cavia, masticando i vostri malriusciti intrugli di zucca. Perché ora è il tempo delle zucche e non si apre giornaletto senza trovarne l'immagine, trionfante in piena pagina, insieme alle castagne con il loro bel riccio. E allora via libera alle sagre delle zucche e delle castagne, con fuochi, canti e balli tribali degni del medioevo. Ci mancano solo (ma a volte ci sono) gli sbandieratori. È mai possibile che il tempo passi (anni, secoli e millenni) e si debbano vedere sempre, più o meno, le stesse cose ed essere sottoposti alle medesime dinamiche (purtroppo non solo a proposito di zucche)?

Cadono le foglie che intasano i tombini, cade la pioggia, non sempre armoniosa, sexy e piacevole come quella descritta nella poesia La pioggia nel pineto di D'Annunzio; la pioggia in città allaga e spero di non dover vedere ancora fiumi di fango nella mia Cornigliano, né altrove. Nel colmo della sventura stagionale le tarme hanno divorato i miei migliori giacconi e golfini, a dire il vero, mal riposti. Sopporto l'autunno solo perché i colori degli alberi in campagna e nei giardini sono pittorici e le piante di cachi tengono sospesi i loro succosi frutti quali promesse da Eden. Per riscaldarmi il cuore ci vorrebbe, come nelle più becere telenovelas, una corsa nel prato sotto la pioggia non troppo fitta e non troppo battente, per poi rifugiarmi in una baita con il fuoco pronto già scoppiettante e una bevanda calda, a fianco di un lui da delirio, non datemi pizzicotti, non mi svegliate: a me piace sognare a colori e alla grande. Nella realtà ci si bagnano le scarpe, si starnutisce, bisogna correre dal medico della mutua con la sala d'aspetto strapiena di persone che si soffiano il naso e, dopo due

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di Astri Lidia Frascio ore, il medico magari dice che è una forma virale e te la devi tenere così. Questo è il momento di tirar fuori le coperte, le trapuntine, i piumini, i piumotti e gli stivali di gomma (li adoro, da bambina saltavo nelle pozzanghere e facevo schizzare l'acqua, ora non lo faccio più, per sopraggiunto senso del pudore, in compenso macchine ed autobus mi sommergono con onde anomale mentre sono alla fermata in attesa di un mezzo, salita sul quale, immancabilmente, qualcuno mi fa gocciolare nelle scarpe la punta dell'ombrello fradicio; le autoscuole dovrebbero insegnare a chi vuol prendere la patente che gli automobilisti non sono alla guida di un motoscafo). Una volta ogni stagione aveva i suoi personaggi: d'inverno i banchetti con i dolcetti natalizi e alle spezie e gli zampognari, in primavera la fanciulla che offriva i mazzolini di violette, d'estate il venditore in spiaggia di bomboloni e quello di cocco: «cocco fresco, cocco bello, cocco!», d'autunno le vecchine con le caldarroste ma, forse, in qualche angolo in città le vendono ancora. Che bello, nei rigidi pomeriggi di fine ottobre e a novembre, sgusciare per strada le castagne roventi che per metà sono carbonizzate e, spesso, nell'altra metà, bacate, che lasciano le mani nere e conquistarne infine un pezzetto sano dal calore ardente, che penetra giù in fondo allo stomaco, non senza un sinistro bruciorino. Invero, cosa manca ai giorni nostri, non sono tanto le castagne, quanto le vecchiette e certamente così non si possono chiamare le anziane (pena l'esecuzione capitale in piazza) prosperose, con i seni rifatti che sembrano bocce, con cui giocare nei circoli ricreativi e labbroni utilizzabili come pneumatici di scorta.

Dove sono finiti gli scialletti e gli scialloni del tempo perduto, fatti a mano con i residui di lana, i fazzoletti in testa a fiori provenzali, i vestitucci neri e le scarpe grosse un po' sformate, i bei geloni sulle mani artrosiche, coperte a stento da guanti bucati per far

uscire le dita? Ora i centri estetici riforniscono le diversamente giovani di improbabili capelli biondi con strisce a piacere, verdi, rossi o viola, tanto alla moda (qualche lustro fa prerogativa dei punk con cresta) e lunghi artigli ricostruiti verdi, neri, blu, ma anche rosso sangue e a fiorellini. Volete i miei preziosi consigli per trascorrere egregiamente anche questo autunno? Vi racconto cosa faccio io. Dopo la consueta visita al cimitero, perché va ricordato che a breve termine ci saranno la ricorrenza dei Morti ed è giusto pensare anche a loro, e quella dei Santi, avendo fatto qualche chiacchiera (nel senso di scambio di opinioni, più o meno reale, rendicontando su come ho utilizzato il mio prezioso tempo residuo) con i miei cari scomparsi, scendo a piedi attraverso le dissestate creuze di Coronata (attenta a non finire al pronto soccorso) e, complice l'aria rinfrescata, giunta, con grande appetito nella mia enorme vecchia cucina piena di pentole e pentoloni, scovo l'antico paiolo di rame e la paletta di legno e, per tirarmi su, mi cuocio una bella polenta (nuova) rigirando per più di un'ora. Non cercate di barare, prendendo quella pronta, perché non è la stessa cosa. Oltretutto, cucinando a lungo, la casa si scalda, soffriggo un poco un bel pezzo di salsiccia, preparo gli spinaci con burro e pinoli, un bel tagliere di formaggi molli tipo stracchino e gorgonzola dolce e mi sbafo tutto, accompagnando il cibo con un buon bicchiere di barbera verace e quando, finalmente, sono in pace con il mondo, ma soprattutto con me stessa, mi addormento. Se però siete personcine più delicate e volete rinforzare le difese immunitarie, la mia cara amica Lorenza vi consiglia di bervi ogni mattina un bel bicchiere di spremuta fresca di arance e limoni in parti uguali, per rifornirvi di vitamina C ed affrontare i rigori dell'autunno. Ciao, a presto.

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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Astri


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Corso-computer alla Biblioteca Guerrazzi Incontri di alfabetizzazione informatica

Domenica 13 dicembre alle ore 12.30 si terrà un pranzo natalizio con ballo pomeridiano presso il ricreatorio della parrocchia di S. Ambrogio in via Bellini. Con soli 10 euro potrai pranzare, divertirti in buona compagnia e sostenere “il Corniglianese”, ultimo baluardo dell’informazione libera ed indipendente del Ponente metropolitano genovese. Il menu sarà disponibile sul sito www.prolococornigliano.it

In breve

Gli amanti della musica live degli anni ‘60/’70 possono togliersene la voglia sabato 21 novembre presso l'ARCI Rizzolio di viale Narisano. Cena sociale a base di pesce a € 15.00 (antipasto+primo+secondo+dessert+ bevande) Per prenotazioni 0106507054 Posti limitati

Posti limitati – Solo su prenotazione TEL. 3468065466 - 3497835595 oppure e-mail segretario@prolococornigliano.it redazione@prolococornigliano.it

Nozze d’oro Il 4 ottobre scorso, nella parrocchia di Coronata, Luciana Antognietti e Pino Travo, nostri affezionati lettori, hanno festeggiato i loro "primi" 50 anni di matrimonio nella stessa chie-

Da venerdì 30 ottobre, con orario 10/12, inizieranno gli incontri di alfabetizzazione informatica di base per l’utilizzo del computer (internet, posta elettronica ecc.). Gli incontri sono totalmente gratuiti. Le iscrizioni, aperte fino al 15 novembre, si raccolgono presso il punto prestito della biblioteca (ascensore 2° piano). I corsi si terranno presso la Biblioteca Guerrazzi, nel prestigioso salonetto Ansaldo. Laura Lena

Il Masci di Cornigliano (Movimento adulti scout) organizza, ormai da 24 anni, la mostra-mercato in occasione del Natale: l’evento si svolgerà presso l’Istituto Calasanzio il 5-6 e 12-13 dicembre con orario continuato dalle 10 alle 18.30. La redazione

«ilCorniglianese» da questo numero di ottobre, ritorna a 24 pagine, tutte a colori. È un bel segnale: il giornale è indubbiamente più ricco (di notizie, di riflessioni e di inserzionisti) e speriamo, pur nelle difficoltà del momento, di continuare così. Ma le

sa in cui il 4 ottobre 1965 si univano in matrimonio. Luciana e Pino intendono ringraziare, attraverso le pagine del nostro giornale, tutti quelli che gli sono stati vicino. A loro vanno naturalmente gli auguri della nostra redazione. La redazione belle notizie non sono finite: avrete trovato una nuova pagina (7) dedicata a tutta la nostra delegazione nella sua completezza. Anche questo rappresenta uno sforzo per noi e un lavoro maggiore esclusivamente teso a raccogliere più voci e testimonianze dei cittadini.

Aperto nuovo punto prelievi Piazza Rizzolio GE-Cornigliano (accanto alle Poste)

Corso di genovese


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4 novembre, giorno dell'Unità nazionale e giornata delle Forze armate

II 4 novembre 1918 aveva termine il primo conflitto mondiale, la Grande guerra, un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l'inizio del Novecento. La data, che celebra la fine della guerra, vittoriosa per l’Italia, commemora la firma dell'armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l'Impero austro-ungarico ed è divenuta la giornata dedicata alle Forze armate. Il 4 novembre si intende ricordare, in particolar modo, tutti coloro che hanno sacrificato la vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere. L’accordo fu firmato il giorno prima, il 3 novembre 1918, dall’Impero austro-ungarico e dall’Italia, che era alleata con la Triplice intesa (Regno Unito, Francia e Russia). Le trattative per l’armistizio erano cominciate il 29 ottobre, durante la battaglia di Vittorio Veneto: l’ultimo scontro armato tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. Il generale Armando Diaz, comandante delle forze armate italiane, co-

municò la vittoria e la fine della guerra con un bollettino: «La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’esercito italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. […] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza». L’armistizio non fu però un successo per l’Italia. Sebbene gli accordi iniziali prevedessero per l’Italia l’annessione di Trentino, Tirolo meridionale, Venezia Giulia, l’intera penisola istriana (esclusa Fiume), una parte della Dalmazia, alcune isole dell’Adriatico, le città albanesi di Valona e Saseno e il bacino carbonifero di Adalia in Turchia, oltre alla conferma della sovranità su Libia e Dodecaneso, le nazioni della Triplice intesa decisero di non concedere all’Italia tutti i territori promessi. L’Italia, che prima di entrare in guerra era considerata vicina ad Austria e Germania e poi si dichiarò neutrale, si vide riconoscere il Trentino, l’Alto Adige, l’Istria e Trieste ma non la Dalmazia e la Libia. In ogni caso, il 4 novembre si celebrano per questo la giornata dell’unità nazionale (per l’annessione di Trento e Trieste al Regno d’Italia: non va confusa con l’anniversario dell’unità d’Italia) e la giornata delle forze armate, poiché quei giorni del 1918 vennero dedicati alle onoranze funebri, in Italia e in Europa, per commemorare i soldati morti in guerra. La festività del 4 novembre è stata istituita nel

1919 ed è durata fino al 1976: è l’unica festa nazionale che sia stata celebrata dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo. Dal 1977, dopo una riforma del calendario voluta ad aumentare i giorni lavorativi, si cominciò a festeggiare la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate nella prima domenica di novembre. Negli anni Ottanta e Novanta l’importanza della festa diminuì progressivamente, rispetto agli anni precedenti in cui era stata oggetto di discussioni, polemiche e lotte politiche. Come ogni anno, il 4 novembre il presidente della Repubblica e le altre alte cariche dello Stato visitano la tomba del Milite ignoto che ricorda tutti i soldati morti in guerra e mai identificati presso l’Altare della Patria, a Roma. Guido Pallotti


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Arriva Ciocofantasy 2015 Palazzo Bombrini 28-29 novembre La grande dolcezza: le delizie del cioccolato e la magia del circo ceria ed apprenderne la loro lavorazione. Maestri pasticcieri offrono la loro collaborazione gratuita. Durante lo svolgimento della festa si possono acquistare prodotti di alta qualità e contemporaneamente assistere gratuitamente a spettacoli e occasioni di intrattenimento quest'anno svolti in collaborazione con l'associazione Sarabanda. Clown, giocolieri, fantasisti, maghi più o meno veri ma sicuramente divertenti vi terranno compagnia in un ambiente familiare dove l'unico scopo è quello di accogliere bimbi con le loro famiglie e persone di ogni età. Al punto di ristoro, gestito dalla Pro Loco, potrete degustare le prelibate crepes alla crema Novi e cioccolata calda di qualità. Oltre ad associazioni del territorio sarà presente il Centro civico Cornigliano e la biblioteca Guerrazzi con un banco di libri ed una mostra sul cacao gentilmente concessaci. Come sempre la Pubblica assistenza Croce Bianca di Cornigliano, gli Alpini di Cornigliano e la Protezione civile vigileranno perché tutto si svolga in buon ordine. Ciocofantasy è una grande festa per famiglie creata e costruita da volontari della Pro Loco Cornigliano che dedicano gratuitamente alla sua organizzazione parte del proprio tempo libero e si privilegia dei patrocini istituzionali della Regione Liguria, della Città Metropolitana e del VI Municipio Medio Ponente. All'interno della manifestazione sarà altresì presente un tavolo della Pro Loco con persone della redazione del nostro apprezzato giornale «Il Corniglianese». Potrete qui manifestare la vostra volontà di poter collaborare con la redazione del giornale o con la Pro Loco Cornigliano nell'organizzazione di altri eventi come questo. L'ingresso e un ampio parcheggio sono liberi e gratuiti.

Ciocofantasy è nato nel 2010 da un'idea del maestro pasticciere corniglianese Antonio Le Rose e fatta propria dalla Pro Loco di Cornigliano che in tutte le sue edizioni ne ha curato allestimenti, organizzazione e coperto ogni spesa grazie ai contributi dello sponsor ufficiale "Novi Cioccolato" e di Società per Cornigliano; quest'ultima mette a disposizione dell'evento la prestigiosa sede di Palazzo Durazzo Bombrini a Cornigliano. Al cioccolato di alta qualità, principale interprete dell'evento, viene ogni anno abbinato un elemento di fantasia. Dalla Dolce Favola di Oz della prima edizione siamo passati all'Horror, poi al Brasile, alla Magia e al Medioevo fino alla imminente prossima edizione di novembre in tema simpaticamente circense. Ogni anno diverse migliaia di persone riempiono le sale della villa in quello che è oramai diventato il più grande e partecipato evento indoor del ponente cittadino e tra le prime manifestazioni fieristiche che si svolgono a Genova e in Liguria. Cornigliano finalmente grazie a La redazione Ciocofantasy ha riscoperto il turismo. Oltre mille bambini provenienti dalla città e provincia partecipano attivamente agli spettacoli creati apposta per CIOCOFANTASY 2015 “CIRCO & DINTORNI” loro dove possono interagire con bravi attori ed in- PROGRAMMA DI SABATO E DOMENICA 28/29 trattenitori. NOVEMBRE 2015 La qualificata presenza dei ragazzi ed insegnanti Ore 10.00 Apertura manifestazione, accoglienza e dell'istituto alberghiero Bergese consente ai visita- vendita prodotti in cioccolato e affini di alta qualità tori di assistere alla creazione di prodotti di pastic- fino alle ore 20.00 circa.

Ore 15.00 Nella sala Solimena al pianterreno spettacoli circensi a ripetizione con clown, giocolieri, maghi più o meno seri... Tutti gli spettacoli sono gratuiti e verranno ripetuti sino alle ore 19.30 circa. Dalle ore 15.00 fino alle 19.30 circa laboratorio di pasticceria a cura dei studenti dell’Istituto alberghiero Bergese coadiuvati dai loro insegnanti e da maestri pasticcieri. Contemporaneamente il laboratorio dell’asilo “Zero Virgola3” Dalle ore 15.00 fino alle 19.30 circa nel grande salone delle feste e itineranti all’interno della villa avranno luogo occasioni di intrattenimento per grandi e piccini con clown che coinvolgeranno i visitatori presenti. Nel gran salone delle feste, dalle ore 10.00, degustazioni varie, spettacoli estemporanei e foto ricordo. Al punto di ristoro della Pro Loco potrete assaggiare le prelibate crepes alla Crema NOVI, cioccolata calda di alta qualità, le favolose birre artigianali di Maltus Faber e bevande liguri particolari. Nel parco della villa potrete gustare nel pomeriggio caldarroste e vin brulé a cura degli Alpini di Cornigliano. CIOCOFANTASY E’ IL PIU’ GRANDE EVENTO INDOOR MAI SVOLTO NEL PONENTE METROPOLITANO GENOVESE E SI FREGIA DEI QUALIFICANTI PATROCINI DI REGIONE LIGURIA, DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI GENOVA, DEL VI MUNICIPIO MEDIO PONENTE, DI SOCIETA’ PER CORNIGLIANO E DELLO SPONSOR UFFICIALE: NOVI CIOCCOLATO. RICORDIAMO CHE L’INGRESSO AGLI SPETTACOLI E L’AMPIO PARCHEGGIO SONO LIBERI E GRATUITI. (L’EVENTO AVRA’ LUOGO ANCHE IN CONSEGUENZA DI PIOGGIA) Contribuiscono alla riuscita della manifestazione oltre alla Pro Loco di Cornigliano Ligure organizzatrice, l’Associazione Sarabanda, l’ist. Alberghiero Bergese, Film Commission, gli Alpini di Cornigliano, la Biblioteca Guerrazzi, Il Centro Civico di Villa Spinola, Coop Liguria, il Secolo XIX, il fotografo Massimiliano Ruvolo, SAGEP Editore, Vini Allara e il Trucca bimbi CI.PA.DA. La Croce Bianca di Cornigliano e la Protezione Civile vigileranno perché ogni cosa si svolga in buon ordine. Buon divertimento dalla Pro Loco Cornigliano Ligure

CENTRO ESTETICO LILIANA DIBI - MILANO


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I “ministranti” del santuario di Coronata L’impegno e l’entusiasmo di un gruppo di ragazzi

L’idea è quella di assicurare uno Sportello del Cittadino in materia condominiale ed immobiliare a cura dell’A.L.A.C. Il servizio riguarda la consulenza condominiale (legale, contabile ed amministrativa) fiscale e tecnica, immobiliare in genere compresa locazione, legale in genere sia a favore degli amministratori di condominio che dei cittadini. La consulenza, gratuita, sarà fornignati con tanto entusia- co di San Giacomo dal ta su appuntamento, chiamando direttamente il smo, facciamo che non si 1949 al 1969, padre Inno- professionista. Per informazioni di carattere generale potete scrivere alla seguente mail: spenga questa gioia. Nel cenzo Pasotti, la dolcezza consulenze@prolococornigliano.it

passato ho seguito generazioni di ragazzi, ora sono bravi padri di famiglia, uno è sacerdote a Roma, don Walter Trovato, e alcuni, purtroppo, sono mancati giovani. Un ricordo particolare a un padre domenicano che fu parro-

“Ho sempre abitato a Cornigliano fino dalla morte dei miei genitori e nel 1978 mi sono trasferito a Coronata. Ho respirato i velenosi fumi dell’Italsider e sono, nonostante tutto, arrivato a 71 anni. Da circa 50 anni mi sono sempre dedicato alla formazione dei ragazzi che prima si chiamavano chierichetti,

in persona, ogni volta che veniva invitato a Sant’Ambrogio mi diceva: Adriano, i chierichetti sono la tua specialità. Ringrazio tutti coloro che mi aiutano: mamme, nonni. Grazie.”

Consulenza legale immobiliare

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Dottore Marco Spera 3382818717

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Architetto Luca Spera 3282331612

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Dottoressa Alice La Gala 3407707011

Adriano Carli

ora ministranti, prima a sant’Ambrogio con don Bisso, don Elio, poi con don Bruno, don Lino e don Giorgio. A Coronata collaboro in parrocchia da circa 37 anni. Vi presento il gruppo ministranti del Santuario di Coronata che rendono solenni le celebrazioni. Sono ragazzi come tutti ma si sono impe-

Croce Bianca: la nuova ambulanza arriverà nella calza della befana Il 6 gennaio ricchi premi tra chi ha partecipato alla sottoscrizione L’anno nuovo si aprirà con un importante avvenimento che vedrà impegnata tutta la popolazione con un unico scopo: dotare la pubblica assistenza Croce Bianca di Cornigliano di un nuovo mezzo, un’ambulanza per il soccorso dei cittadini. Il 6 gennaio 2016, infatti, saranno estratti i numeri vincenti della sottoscrizione a premi che la Croce Bianca ha indetto per l’acquisto di una nuova autovettura attrezzata. I biglietti della sottoscrizione si potranno anzitutto acquistare direttamente presso la Croce Bianca di via Romolo Gessi, al costo di 1 euro. Sono previsti numerosi e ricchissimi premi come: 1- televisore a led da 40”, 2- televisore 29”, 3- tablet 10”, 4- Vaporella professional, 5- forno a microonde, 6- aspirapolvere Ariete, 7- aspirapolvere Ariete. La redazione

Settembre 2012 - L’ambulanza Fiat Ducato donata dalla signora Angelberga Ferretti in ricordo del marito Aldo Rollero, primo preside di Architettura dell’Università di Genova

ASD Polisportiva Cornigliano Futura Affiliata UISP - CONI Per una buona forma psicofisica a tutte l’età Nuovo impianto Via Cornigliano 43 vicino supermercato CONAD

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Ottobre 2015

Nel nome della legge Caro Avvocato, caro “il Corniglianese”, Il condominio in cui abito ha recentemente deliberato lavori di manutenzione straordinaria comportanti la ristrutturazione dei quattro prospetti e del tetto. Quest’ultimo è un terrazzo calpestabile di mio uso esclusivo essendo pertinenza del mio appartamento che è posto al piano attico dell’edificio. Come devono essere ripartiti gli oneri di manutenzione del terrazzo? G.L.

Caro Signore, Ai sensi dell’art. 1126 c.c. quando l’uso dei lastrici solari o di una parte di essi non è comune a tutti i condomini, come nel suo caso, quelli dei condomini che ne hanno l’uso esclusivo sono tenuti a contribuire per un terzo nella spesa delle riparazioni o ricostruzioni del lastrico: gli altri due terzi sono a carico di tutti i condomini dell’edificio o della parte di questo a cui il lastrico solare serve, in proporzione del valore del piano o della porzione di piano di ciascuno. La norma è espressione del principio di ordine generale secondo cui in presenza di beni comuni destinati a servire i condomini in misura diversa, le spese di manutenzione di detti beni devono essere ripartite in proporzione all’uso che ciascun condomino può farne. Il lastrico solare, di cui Lei gode in modo esclusivo, è un sistema di copertura dell’edificio che differisce dal tetto vero e proprio perché è di superficie piana anziché inclinata e può consentire l’accesso per alcuni servizi di utilità comune o esclusiva di alcuni condomini. Distinta è la nozione di terrazza, la quale, oltre a quella di copertura svolge l’ulteriore funzione di consentire il comodo accesso, con possibilità di intrattenervisi. Per terrazza a livello, infine, si intende la superficie scoperta posta al vertice di alcuni vani e nel contempo sullo stesso livello di un altro di proprietà esclusiva, così da rappresentare una proiezione all’aperto di quest’ultimo, occorre che essa sia destinata all’uso esclusivo di quel dato appartamento e che solo da esso vi si acceda. Nonostante la suddetta differente natura, in virtù della parziale affinità funzionale, la terrazza di copertura del fabbricato di proprietà esclusiva di un condomino, viene equiparata al lastrico solare ai fini dell’applicazione del criterio di ripartizione delle spese fissato dalla norma a cui Le ho fatto cenno. Matteo Savio, avvocato

Ingredienti per 4 persone: 500 g farina di ceci, 25 g lievito di birra,maggiorana, olio, sale. Preparazione: versare la farina di ceci in acqua fino a formare una pastella liquida. Unire il lievito preventivamente sciolto in acqua leggermente tiepida e lasciate riposare 12 ore. Rimescolate la pastella unendo un po’ di maggiorana. Aggiungete l’olio in padella e quando sarà ben caldo, versateci a cucchiaiate la pastella. Togliere i cuculli quando saranno bei gonfi e dorati e serviteli spolverizzandoli con sale.

Locazione sicura

I limiti del colesterolo

Quando si loca un appartamento si è consapevoli del rischio che si corre qualora il conduttore non paghi le rate o le spese o danneggi l’immobile. Ciò soprattutto in considerazione della difficoltà, nel nostro ordinamento, delle procedure di recupero dei crediti. Ecco dunque qualche consiglio utile per tutelarsi già al momento della stipula del contratto. Il deposito cauzionale. In generale, per tutelarsi dagli eventuali danni commessi dal conduttore, il locatore, chiede a quest’ultimo la consegna del cosiddetto deposito cauzionale. Esso consiste nel versamento di una somma di denaro da parte del conduttore al momento della stipula del contratto. Al termine della locazione, tale somma sarà restituita al conduttore solo se l’immobile sarà riconsegnato in buono stato e saranno stati adempiuti tutti gli obblighi nascenti dal contratto di locazione (per esempio il pagamento dei canoni). Fideiussione. Il deposito cauzionale è la forma di garanzia più tradizionale, ma presenta una forte limitazione: esso non può essere un importo superiore a tre mensilità di canone di locazione. Ecco perché, al locatore può convenire, specie

in caso di locazioni di lunga durata, avvalersi di un’ulteriore garanzia: la fideiussione bancaria o assicurativa. Con il contratto di fideiussione, infatti, sarà la banca o la compagnia assicurativa a garantire l’adempimento delle obbligazioni del conduttore (pagamento dei canoni di locazione, risarcimento dei danni ecc.). La fideiussione, a differenza del deposito cauzionale, può garantire un importo più alto. Sarebbe opportuno stipulare una polizza che garantisca una somma pari ad almeno un anno del canone di locazione pattuito e delle spese accessorie preventivate. Ciò in quanto occorre almeno un anno per l’espletamento della causa di sfratto e la polizza riuscirebbe così a tutelare il locatore fino al termine della procedura. Il contratto di fideiussione viene consegnato dal conduttore al locatore prima o al momento della stipula del contratto di locazione oppure in un momento successivo. In quest’ultimo caso, al locatore conviene inserire nel contratto la clausola secondo cui, se il conduttore non consegnerà la polizza fideiussoria entro un certo termine, il contratto si annullerà automaticamente (cosiddetta risoluzione di diritto per inadempimento grave della parte). Andrea Scibetta Agente immobiliare Amministratore condominiale

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) Festa d’ottobre con cuculli e taglierini

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Continuiamo il nostro viaggio intorno ai problemi cardiocircolatori è più precisamente intorno al colesterolo. Oggi parliamo di esami. La quantità di colesterolo nel sangue è detta colesterolemia. L'aggiunta del prefisso "iper" indica un eccesso rispetto ai valori normali. Il limite massimo del valore del colesterolo totale non deve superare i 240 mg/ ml, anche se sarebbe auspicabile che non superasse i 200. Quando si fanno gli esami del sangue, e ricordo che alcune farmacie sono dotate di questo servizio, vengono dosati il colesterolo

totale, quello Hdl, e i trigliceridi. Il valore del colesterolo totale conta relativamente, l'obbiettivo è quello di avere un giusto equilibrio tra Ldl e Hdl, cercando di abbassare i livelli del primo e alzare i livelli del secondo. Nelle donne si hanno livelli di Hdl più elevati rispetto a quelli maschili ed è anche per questo che il sesso femminile risulta più protetto da ictus e infarti. Negli uomini l'età più critica è quella tra i 40 e i 65 anni in cui il colesterolo alto è un'insidia ma il rischio aumenta se entrano in campo altri fattori: ipertensione, sovrappeso, fumo, età. Nelle donne i valori di colesterolo tendono a salire dopo la menopausa. Gli ormoni femminili influenzano il metabolismo lipidico e quindi i livelli di grassi nel sangue. Durante l'età fertile a causa degli estrogeni la produzione di Hdl tende a salire, motivo per cui le donne sono più protette a livello cardiocircolatorio rispetto agli uomini. Dopo la menopausa però i livelli ormonali cambiano drasticamente. La donna produce meno estrogeni il colesterolo totale e Ldl tende ad aumentare e Hdl a scendere. Così diventano esposte tanto quanto gli uomini a infarti e a malattie cardiocircolatorie. Ma attenzione. C'è un nuovo allarme delle autorità sanitarie riguardo ai bambini. Troppi snack, merendine e cibi grassi ma anche poco esercizio fisico, causano preoccupanti livelli di colesterolo cattivo già in età infantile ed adolescenziale, cosa che favorisce infarti precoci. Ricordiamoci dunque: Colesterolo totale valore ideale.......... 200 mg/dl Colesterolo Hdl.......................................60mg/dl Colesterolo Ldl .....................................100mg/dl Trigliceridi..........................................<150 mg/dl Jose Cuffaro, farmacista

Per 6 persone: 700 g farina, 300 g farina di castagne, 5 uova, mezzo bicchiere di vino bianco, sale, acqua. Disporre sulla spianatoia le farine setacciate, fare al centro un buco e inserire le uova gradatamente con un pizzico di sale, versate il vino bianco continuando il lavoro. Fate riposare l’impasto avvolto in uno strofinaccio per 15 minuti. Passato il tempo tirare la sfoglia e ritagliare dei taglierini piccoli. Questi sono buoni conditi con pesto, sugo di funghi e ragù oppure saltati in padella con burro noci e pinoli triti. Il vino serve per tenere unita la pasta.


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Un serpente per amico

Una noce (e anche più) al giorno...

Se la passione per gli animali vi spinge verso i rettili, il serpente potrebbe rivelarsi il giusto compagno di casa, indispensabile però essere in grado di gestirlo e curarlo nel modo giusto. Il serpente rientra nella categoria dei rettili squamati ed è conosciuto anche come ofide, è parente stretto della lucertola e al suo pari patisce il freddo e ama crogiolarsi al sole. Prima di accogliere un rettile nella propria abitazione è indispensabile informarsi correttamente, in primis sulla possibilità di fornire uno spazio consono, una giusta alimentazione e cure idonee. Può rientrare nel gruppo animali domestici ma, a differenza di cani e gatti, non esterna emozioni ed effusioni. Piuttosto è un soggetto solitario che non ama farsi maneggiare, in particolare se non proviene da allevamenti. La sua è un’indole particolare: il serpente si osserva e ammira, raramente Green snake in terrarium si coccola. Solo dopo una lunga convivenza e le giuste cure il rettile potrebbe stabilire un contatto. Indispensabile perciò scegliere la tipologia più adatta alle proprie capacità, senza esagerare con le dimensioni. Pur essendo un amico solitario, il serpente richiede cure e attenzioni, date anche da un’alimentazione corretta, precisa e un terrario spazioso e ben organizzato. Non solo: il nostro amico non dovrà semplicemente sedimentare all’interno di una teca e il proprietario non potrà pensare di lasciarlo incustodito per molto tempo, perché il serpente richiede anche cure mediche e precise visite veterinarie. Per scegliere un rettile è fondamentale informarsi e rivolgersi a venditori esperti e certificati che garantiranno l’acquisto di un animale allevato, non selvatico o di contrabbando. Necessario quindi preparare un terrario, uno spazio dove verrà ricreato l’habitat del serpente. Uno spazio ben arieggiato ma non esposto a correnti dirette di freddo, con la giusta temperatura fornita da una lampada Uvb, acqua sempre presente, tappetino sintetico intercambiabile quindi protetto da pareti di vetro per evitare che l’animale scappi. Per quanto riguarda la scelta del rettile è bene procurarsi una specie docile, facilmente gestibile, ovviamente non velenosa, non pericolosa e in un formato regolare. Qualche esempio: l’Elaphe guttata (serpente del grano), il pitone a palla (o pitone reale) e il falso corallo. Serpente “falso corallo” Un animale proveniente da un allevamento certificato Cities che ne decreti la provenienza legale e cresciuto nel modo giusto, sarà un compagno tranquillo e pacifico. Per questo è importante affidarsi ai consigli di un venditore esperto, per non ritrovarsi con un serpente selvatico e potenzialmente nervoso e pericoloso. Quindi consultare forum, social network di appassionati per scambiare consigli e indicazioni. Per quanto riguarda l’alimentazione i serpenti sono carnivori, prediligono prede molto particolari come locuste, topolini, ramarri, chiocciole spesso morte ma il più delle volte vive. In commercio è possibile recuperare prede congelate oppure ancora in vita, da stordire oppure uccidere prima di inserirle nel terrario. Anche in questo caso è importante consultare un esperto per non sovralimentare il serpente, oppure per non fornirgli una dieta errata. Importante inserire il cibo con una pinza all’interno del terrario, pulendo accuratamente le mani a fine procedimento. Come ogni animale anche il serpente richiede visite veterinarie, così da controllare l’eventuale presenza di parassiti per debellarli e il regolare svolgimento della muta che potrà variare in base alla tipologia. L’animale andrà visitato per testare la sua salute, escludendo problemi alimentari, stress, eventuali rigonfiamenti, irritazioni cutanee e respiratorie. Con il tempo sarà possibile stabilire un contatto fisico, seguendo come sempre indicazioni e informazioni fornite da un esperto.

È arrivato l’autunno e con questo, finalmente, le nuove noci. Non tutti, infatti, sanno che il periodo della raccolta delle noci va da metà settembre a fine ottobre. Da subito possiamo gustarne i semi freschi ma quelle essiccate, che si trovano in commercio tutto l’anno, hanno bisogno di tempo per la smallatura e l’essiccazione. Come tutta la frutta secca, le noci sono un alimento tipicamente invernale che si presta ad essere utilizzato in tantissime preparazioni, sia dolci che salate. In parte perché è il periodo in cui arrivano a maturazione, in parte perché, per consuetudine, siamo abituati a magiare piatti più energetici con il calo delle temperature. Quello che forse non si sa però, è che le noci fanno benissimo: La fondazione Umberto Veronesi ne raccomanda l’assunzione di 3-4 al giorno, tutto l’anno, per la ricchezza di elementi e antiossidanti preziosi per la salute. La noce, oltre a contenere fosforo, calcio, ferro e potassio, è il frutto più

http://www.greenstyle.it/serpenti-appartamento-quali-scegliere-

http://www.kasanova.it/tre-noci-tolgono-infarto-di-torno

ricco di zinco e rame, elementi che solitamente attingiamo dalla carne e proprio per questo motivo le noci sono particolarmente indicate in una dieta vegetariana. Sono un frutto oleoso e di conseguenza ricco di sostanze nutrienti; il loro potere calorico è molto alto, si pensi che ogni 100 grammi di noci fornisce 580 kilocalorie circa. Tra le vitamine sono presenti la A, B1, B6, F, C e P; infine sono molto ricche di grassi polinsaturi che aiutano a combattere l’LDL, meglio conosciuto come colesterolo “cattivo”.Perché fanno bene? Secondo una ricerca americana le noci hanno proprietà antitumorali, in particolare il loro consumo regolare previene l’insorgere del tumore al seno, questo grazie alla abbondante presenza di acidi grassi omega3, oltre ad un alto contenuto di antiossidanti. Grazie alla presenza di acido alfalinoleico, hanno anche proprietà digestive e diuretiche. La vitamina E, caratterizzata da spiccate proprietà antiossidanti, è in grado di tenere sotto controllo i pericolosi effetti dei radicali liberi tanto temuti. Rilevante anche la presenza di un aminoacido essenziale, chiamato arginina, molto importante per la salute delle nostre arterie; infatti l’arginina fornisce alle pareti delle arterie il nitrossido, una sostanza in grado di combattere e prevenire l’arteriosclerosi. Diversi studi hanno inoltre dimostrato che il regolare consumo di noci contribuirebbe ad abbassare notevolmente il rischio di sviluppare una coronaropatia. Infine, possiamo affermare che le noci hanno ulteriori proprietà antianemiche, drenanti, energetiche, lassative, nutrienti, rimineralizzanti. L’elevato potere energetico se da un lato rappresenta un fattore negativo per chi ha problemi di sovrappeso, dall’altro può rappresentare un elemento molto interessante per chi svolge attività sportiva. È interessante sottolineare la capacità dell’arginina di dilatare i vasi sanguigni che portano il sangue ricco di sostanze energetiche ai muscoli, oltre naturalmente all’ossigeno, migliorando di conseguenza le prestazioni fisiche. Mangiare alcune noci p r i m a del workout ti aiuterà a non avere cali di energia d u r a n t e l’allenamento e a mantenere lubrificate le giunture, grazie alla presenza di omega3. Ed ecco per voi la preparazione per una maschera alle noci per pelli secche: 12 noci sgusciate, 2 cucchiaini di latte, Il succo di 1/2 arancia, acqua di rose. Preparazione: Tritate finemente le noci e mescolatele con il latte e con il succo dell'arancia filtrato. Create un bel composto morbido e stendetelo sul viso con l'aiuto di una garza sterile. Lasciate in posa per mezzora, quindi togliete tutto e ripulite il viso con Rita Moccia l'acqua di rose. Rita Moccia

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VIII Trofeo Zita Peratti In gara 90 atleti “speciali”

Il Gsd Cornigliano di concerto con l’Asd Tegliese e l’Asd Ginnastica Cogoleto comunicano che nei giorni 21 e 22 novembre si terrà a Genova Cornigliano, Bolzaneto e Cogoleto, l’“VIII Trofeo Zita Peratti”, meeting nazionale di ginnastica artistica femminile, maschile, ginnastica ritmica e ginnastica unificata, secondo il programma Special Ol-

ympics, un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva. La pratica di attività sportive, insieme a chi possiede pari abilità, consente agli atleti speciali, di migliorare la qualità della vita, mettendoli in condizioni di raggiungere il massimo dell’autonomia possibile. Lo sport, offrendo continue opportunità di dimo-

strare coraggio e capacità, diventa un efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione. Alla manifestazione aderiranno circa 90 atleti pro-

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venienti da tutta l’Italia, che gareggeranno per aggiudicarsi il Trofeo che viene messo in palio ogni anno in memoria di Zita Peratti, colei che, con amore e professionalità, ha dato input al movimento Special Olympics in Liguria e in Italia. Il meeting avrà il seguente svolgimento: sabato 21 novembre, ore 15: gare di ginnastica artistica e rit-

mica, sede: Paladiamante in via Felice Maritano 36, a Genova Bolzaneto. Ore 20,30 cerimonia di apertura e premiazioni società sede: Villa Bombrini, via Muratori 5, Cornigliano. Domenica 22 novembre, ore 9: gare di ginnastica artistica, ritmica e unificato (percorso motorio ed esercizio a corpo libero atleta/partner), ore 14,30 premiazioni ed assegnazione trofeo nella sede:

PalaDamonte in via della Gioventù 10, a Cogoleto. Tutti sono invitati a tifare per i nostri atleti. La redazione

Memorial «Renato Morabito» I ragazzi ricordano un grande amico Si è disputato sabato 3 ottobre nel campo S. Andrea di via Minghetti il I° Memorial intitolato a Renato Morabito, ragazzo prematuramente scomparso. Hanno preso parte alla manifestazione il Gso Corniglianese, l'Usf Ozanam, l'Usd Polis e l'Asd James. Nonostante le pessime condizioni meteorologiche è stata buona la presenza del pubblico che con calore e interesse ha fatto una buona cornice animando la manifestazione gara prima e dopo la gara. Nei sei incontri disputati si è visto un vero spettacolo di calcio all'inse-

onorare la memoria di Renato Morabito ed è stato veramente bellissimo. Mi sento vicino alla famiglia di Renato che conosco personalmente da tanto tempo e che ringrazio per la sua presenza. Dice Marco Talatin: “Esprimo la mia riconoscenza con una promessa, quella di ripetere il prossimo anno una seconda edizione del Memorial per ricordare un grande amico”. Al termine della manifestazione, senza vincitori né vinti si è svolta la premiazione con l'offerta di una targa-ricordo alla famiglia e un gesto significa-

gna del rispetto, squadre e società che lavorano quotidianamente con serietà per aiutare i ragazzi a crescere con umiltà e disciplina all'insegna del vero fair play e questo si è visto in ogni partita. “È stato un grandissimo successo che forse non ci si aspettava, soprattutto perché tutto è stato organiz-

tivo dei ragazzi della James che hanno voluto regalare la loro coppa alla famiglia. La kermesse si è chiusa con un forte applauso nel nome di “Renato”. Un ringraziamento speciale va tutti i partecipanti per la correttezza profusa, agli organizzatori Marco e Massimiliano, al Gso Corniglianese per aver ospi-

zato in brevissimo tempo” queste le parole di Massimiliano Franconeri che aggiunge: “oltre ad essere stata una grande festa di sport, questo Memorial ha permesso di

tato questa prima edizione del Memorial e all'Associazione dei Lucani a Genova per la loro disponibilità. Sergio Daga

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A Cornigliano lo sport fa festa Tutti insieme con lo “Sport Show”

Si è svolta domenica 27 settembre la manifestazione sportiva intitolata “Cornigliano Sport Show”, grande raduno per piccoli e grandi atleti di varie discipline sportive che svolgono le loro attività a Cornigliano. L'evento si è tenuto nel campo sportivo del Gso Corniglianese di via Minghetti dove le varie società presenti, hanno fatto conoscere alla città e al quartiere le proprie discipline sportive: calcio, tennis, danza, ginnastica e savate, dimostrando una vera vocazione sportiva dove prendere l'esempio. Serve ricordare che l'evento non era

una competizione ma un mezzo per condividere una giornata di sport dove i veri protagonisti sono stati i bambini. Il tennis del Gsd Cornigliano con i giovani atleti che hanno fornito una semplice esibizione formativa con scambi e palleggi, posizione in campo e cambi di direzione. Il calcio con la partecipazione dei padroni di casa, il Gruppo sportivo oratoriale contro il San Michele Coronata deliziando il pubblico presente a suon di gol in due bellissime gare. Splendida l'esibizione della savate francese, pura accademia unita a colpi

in riga intercalati ad alcune semplici riprese corpo a corpo con esercizi alla sagoma. Seguitissima e spettacolare l'esibizione della Gsd Cornigliano Ginnastica artistica con l'esibizione sportiva dei piccoli e grandi atleti, uniti a splendidi esercizi a corpo libero. La Polisportiva Cornigliano '79, con l’ eleganza dei propri atleti che riescono ad associare velocità e resistenza. A seguire l'esibizione della ginnastica artistica Calasanzio con esercizi a corpo libero con avvitamenti e slanci in acrobazia.

La danza, con il Gruppo Asd Circolo della salsa, con i balli caraibici, ha visto l'esibizione dei piccoli ballerini, Pietro e Sara applauditissimi, e della coppia di campioni italiani, Noemi e Alessandro, che hanno incantato il pubblico presente. Hanno chiuso la serata il Gruppo Auser con una splendida esibizione. Un particolare ringraziamento va all'organizzatore e promotore della manifestazione, Salvatore Micelli, all'Associazione dei Lucani a Genova e al Gso Corniglianese. Sergio Daga

Il defibrillatore che ti salva la vita Dal 1 gennaio scatta l’obbligo per le associazioni sportive dilettantistiche Ma non per tutte Il 1 gennaio 2016 diventerà obbligatoria la presenza del defibrillatore all'interno delle strutture di tutte le associazioni sportive. Uno strumento importantissimo per la gestione delle situazioni di emergenza legate all'insorgere di eventuali problematiche di natura cardiaca. La Scuola calcio Us Ozanam, che da oltre 100 anni (fondata nel 1910) costituisce un punto di riferimento importante per la formazione, non solo sportiva, dei giovani del nostro quartiere, sta cercando di anticipare i tempi per dotare la struttura storica del Circoletto di questo imprescindibile strumento salvavita. Per fare ciò, è stata organizzata una raccolta fondi che a poco a poco sta aiutando a raggiungere lo scopo. Nell'occasione il presidente, don Andrea, e tutto il direttivo della Us Ozanam desiderano ringraziare tutti gli esercizi commerciali e i privati cittadini che, con le loro

le Società Sportive, di collocare apparecchi defibrillatori semiautomatici presso gli impianti sportivi, che personale, adeguatamente formato, potrà utilizzare in caso di arresto cardiaco improvviso. L’art.5 comma 3 del D.M., stabilisce che la predetta disposizione non si applichi alle Mino Paoletti società dilettantistiche che svolgono attività sportive con ridotto impegno cardiocirRiceviamo e pubblichiamo da: colatorio. Ufficio Sport Si allega, a riguardo, il testo del suddetto Direzione Patrimonio, Demanio e Impian- Decreto Ministeriale per comodità di lettutistica Sportiva del Comune di Genova. ra. Si richiede, pertanto, di comunicare allo scrivente Ufficio, se codesta Società Oggetto: D.M. del 24/04/2013, Dotazione abbia già ottemperato ai richiesti adempidi defibrillatori da parte delle Società menti o se rientri, invece, nella casistica di Sportive. cui al comma sopra richiamato; in difetto, in riferimento a quanto in oggetto si invita la stessa a provvedere agli incom(dotazione di defibrillatori da parte delle benti necessari al più presto ed, in ogni Società sportive), si rammenta, che il D.M. caso, entro il 01/01/2016. del 24/04/2013, impone l’obbligo, per La redazione offerte, hanno contribuito a raggranellare una parte della cifra occorrente all'acquisto del defibrillatore e dei corsi di formazione per il suo utilizzo. La strada è ancora lunga ma il traguardo del defibrillatore è sempre più vicino grazie alla generosità dei cittadini più sensibili.


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«A mesugiurnu neiva» (Liberamente tratto da una storia di Lazzaro E da allora, i monti poteva solo vederli nelle poco sopra di lui. In pochi passi i due vian- rispettava sempre l’opinione altrui, in modo Parodi, testo di Roberto Polleri) sue escursioni, rade per altro, a causa dei danti avevano già raggiunto la persona. particolare di chi fosse più vecchio di lui.

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tanti turni di lavoro. “Bungiurnu” diceva papà in genovese indiLa mattina seguente, molto presto, i due rizzandosi verso l’uomo seduto che, una perfettamente attrezzati con zaino e scarpo- volta visto da vicino era un anziano, dal viso ni, varcavano la soglia di casa, diretti verso sottile e dai grandi occhi azzurri come di nord. Avevano una meta ben precisa, salire ghiaccio, con una barbetta rada ed ispida sul monte più alto alle spalle di casa, man- che circondava le labbra e scendeva giù giare in vetta e poi tornare felici a valle con verso il mento. gli occhi ed i polmoni pieni dei monti. Il “Bungiurnu a vui” replicava l’uomo toccancammino iniziava in silenzio, come sempre, do appena la tesa del cappello. con la coppia assorta ad assecondare i passi “Buongiorno” faceva molto educatamente che uno dopo l’altro iniziano a far risalire la Mario rispondendo però in italiano, lingua china. Salivano leggermente, Mario era che i genitori volevano utilizzasse al posto fiero di quell’uomo che conosceva tutti i del genovese, ritenuto idioma di bassa lega. segreti del monte e che al lavoro sapeva “Duve anné voiatri?” chiedeva il vecchio addomesticare il ferro fuso per farne grandi spegnendo a terra l’ultimo mozzicone di barre. Aveva visto le foto di papà alle prese sigaretta. con quel magma “In cim-ma au scintillante di rosso briccu” diceva e di giallo caldo papà asciugancome l’inferno che dosi il sudore solo pochi sapevadalla fronte. no affrontare senza “Ah… Nu stè ad pericolo. E lui era ann-aa finn-a uno di quelli. In in cimm-a cun qualche ora di camu figgieu” mino il sentiero si “Na-a? E perstringeva, i rumori ché?” già scarsi della città L’uomo allora sonnacchiosa erano si sistemava ancora più distanti, meglio sulla di lì a poco il silenpanchina in zio sarebbe stato legno, prendel’unico compagno va il bastone ed di viaggio ed il sotindicava con la Lucia Cocchi, Nevicata (Meloarte) tofondo musicale punta il sole, era il sibilo del venproprio di to che soffiava attorno a loro. fronte a loro. “Hai freddo Mario?” chiedeva ogni tanto “A vedei quella nuvia là davanti au su-u?” e papà, preoccupandosi che il bambino fosse così dicendo guardava l’orologio, “… quanben coperto. de l’è cuscì a mesugiurnu neiva” diceva riso“No, no… con questo bel sole sto benissi- luto. mo… tu hai freddo?” “Pen davei? Me pà impuscibile…” replicava “No, nemmeno io…” rispondeva l’uomo papà un po’ sbigottito dall’affermazione sorridendo. dell’uomo. Il cammino procedeva leggero, il cielo era “Daeme a mente e mi…turnè in derè primpiuttosto terso e tutto era davvero perfetto ma…” per l’ascesa in quota. “Sci sci… s’eu di Vui… ve creddu…” faceva Lungo il sentiero, come per incanto, si ma- con un leggero sorriso. terializzò una casa. La piccola pista di terra “Andiamo, Mario, mi sa che dovremo torsfiorava proprio la parete di pietra circon- nare prima come dice questo signore”. data dai campi coltivati. Si intravedeva una “Saluemmu”. figura seduta su una piccola panchina di “Salu-u”. legno, le mani appoggiate ad un bastone di “Arrivederci…” legno e il cappello in testa. Dall’uomo si Mario aveva compreso il dialogo ma aveva alzava una leggera colonna di fumo azzurri- come l’impressione che papà non fosse poi no che saliva verso l’alto per svanire subito troppo convinto dell’affermazione, seppure

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L’inverno scendeva lentamente giù dai monti. Con le spalle al mare, osservando verso nord, si iniziava a vedere il vento freddo dai monti correre a valle, segno tangibile che la bella stagione stava andando ormai a finire. In un pomeriggio come tanti, Mario stava facendo i suoi compiti accanto alla mamma che sferruzzava un maglione di lana proprio per lui. Lo scatto della serratura fece per un attimo trasalire il bambino che, a capo chino, scriveva ordinatamente un numero sotto l’altro creando una colonna perfetta. “Ciao a tutti! Sono a casa!” “Ciao caro…” “Ciao papà!” e così dicendo il bambino si diresse di corsa verso il padre per abbracciarlo. Un attimo di convenevoli e poi l’uomo andò verso la sua stanza per spogliarsi e lavarsi. Terminate le operazioni, l’uomo si sedette sul divano e si concesse un momento di relax, poco prima della cena. “Cosa dici Mario se domani andiamo un po’ sui bricchi prima che il tempo diventi proprio brutto?” disse in direzione del giovane, gettando un’occhiata alla moglie che era alle prese con un passaggio un po’ complesso del suo maglione. “Sì, sì!” urlò il bambino con gioia, alzandosi dal posto e correndo ancora verso il papà per saltargli in braccio. Adorava andare a camminare in montagna con lui. L’uomo infatti conosceva ogni angolo di quei monti, sapeva il nome di ciascun pezzetto del cammino e adorava quei luoghi che rispettava come fratelli maggiori. Erano infatti quei posti che lo avevano visto nascere, in un’umile fattoria arroccata su un pianoro e circondata dagli animali. I nonni erano contadini ed allevatori, vivevano del poco che la terra dava loro e gli avevano trasmesso questo grande amore per la natura. Mario si stupiva quando papà gli spiegava di ogni singola pianta, di ogni singolo fiore, di quali erbe fossero buone da mangiare e quali fosse meglio evitare, con quali di queste si poteva fare un buon digestivo o quali servissero per altri scopi. Andare con lui era come una lezione involontaria sulla natura. Poi i nonni e papà avevano abbandonato quei posti, attratti dalla città e dal lavoro che in quell’epoca sembrava traboccare dalle fabbriche affamate di mano d’opera fresca e disponibile.

“Andiamo e vediamo…”. “Sì, papà, noi andiamo comunque… poi, magari, torniamo indietro…” replicava il bambino con la speranza che il sole li assistesse per il resto della giornata. Il cammino procedeva bene, erano quasi arrivati sulla cima che di colpo qualcosa nell’aria sembrava cambiare. Il vento aveva modificato il suo giro, soffiando da una direzione diametralmente opposta, a poco a poco il cielo terso iniziava a coprirsi di nubi. “Papà ma il tempo cambia?” chiedeva Mario. Dopo un attimo di silenzio, l’uomo scrutava l’orizzonte lontano dove l’azzurro chiaro e scuro aveva lasciato posto ad una massa grigia indistinta. In un attimo lo scenario era del tutto differente. “Sai che forse il signore della casa aveva ragione? Eppure non sembra così freddo… Non so…” replicava l’uomo al bimbo che con le guance rosse lo osservava con attenzione. “Fermiamoci qui e mangiamo qualcosa… che se davvero nevica”. “Va bene…”. I due, al riparo di un grande masso che smorzava la forza dell’aria iniziarono il loro pasto. Nonostante tutto era bello contemplare lo splendore della natura circostante: monti scuri e fieri e prati verdi a perdita d’occhio poi, verso il fondo, una spettacolare distesa azzurra che era il mare. Meraviglia pura. “Mah! Mah!” faceva Mario all’improvviso. “Cosa c’è?” “Guarda cosa succede!” “Ma pensa tu… sono fiocchi di neve” “Allora quell’uomo aveva ragione” “Sì, certo… aveva ragione… io lì per lì non ci potevo credere, con una giornata così bella… però… Eh sì, chi guarda da tutta la vita il tempo per il suo lavoro nei campi deve conoscere bene gli elementi. Cielo, vento e mare comunicano a chi sappia capire il loro linguaggio… pensa un po’ che bella lezione stamattina…”. “Hai ragione, papà. Cosa facciamo adesso? Torniamo indietro?” “Per forza! Fammi guardare l’ora: sì, è mezzogiorno e un quarto, il nostro amico ha sbagliato solo di quindici minuti” diceva l’uomo con un sorriso. “Poco, no?” “Certo, pochissimo… andiamo dai…” “Andiamo”.

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ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione NUOVO CENTRO REGIONALE MIGRANTI IN CORSO PERRONE Un interrogativo

stre braccia. Accoglienti. E non si dica che i corniglianesi non siano accoglienti! Forse perché siamo poveri anche Gentile «Corniglianese» ho noi? Ditemelo, fatemelo sapeletto a metà mese di ottobre re. In attesa di risposte porgo sul Corriere della Sera un arti- cordiali saluti Paola Lavezzi colo di Aldo Cazzullo dal titolo “La paura della gente non è CAMPO ROM una colpa”. Ovviamente il te- DI VIA MURATORI ma è quello I bambini possono vivere così? dell’immigrazione. Segnalo Buongiorno, visto che a casa l’articolo perché il Corriere mia così come a casa degli della Sera come La Stampa altri non sta bene dare pareri, come Repubblica sono semgiudizi e suggerimenti sul mio pre e assolutamente o sugli altri modi di vivere, mi “buonisti” sul tema (per la tremenda paura di sembrare permetto solo di sottolineare leghisti…). Ricordo che grandi la realtà di quello che vedo “penne”, famose e lodate che ogni giorno, anzi, due volte al scrivono su quei grandi quoti- giorno, passando per ragioni del mio lavoro davanti al camdiani come Severgnini, Grapo rom di via dei Muratori, a mellini e Serra, mai, dico: Cornigliano. Il problema che mai, hanno seppur lontanami sta a cuore e che mi desta mente osato pensare (e farci tante preoccupazioni sono i pensare) che l’immigrazione bambini, bambini piccoli, picsia comunque un problema, colissimi che vedo ogni giorno nel bene e nel male, come oincrociandoli davanti a Villa gni cosa umana, né più né meno come tanti altri. Anzi, ci Bombrini. Non è possibile in un Paese civile come il nostro, ricordano ad ogni occasione in prima fila per la solidarietà, (basta mettere in mezzo il che queste creature al mattino M5S e la Lega…) della ricnon vadano a scuola e si trachezza che l’immigrazione significa per noi italiani come, scinino per ore (fino a sera) per esempio, quando sosten- davanti all’accampamento, tra gono che gli immigrati “ci pa- le barriere new jersey quando gano la pensione” (se permet- non in mezzo alla strada, su tete, io, la mia pensione me la sedie a rotelle, tricicli scassati, pago da me)... Ritornando al avanti e indietro, spingendosi titolo di Cazzullo sul Corriere l’un l’altro. E ditemi se non è della Sera… io non ho paura, vero! Devono andare a scuola o no? E i servizi sociali come nel senso che non ho certo paura se un gruppo di ragazzi possono permettere questo? Perché non intervengono? A provenienti dall’Africa (?) si me non è capitato di vederli o insedino qui da noi. Perché dovrei averla? Ma mi chiedo e forse perché abbiamo orari vi chiedo solo: perché da noi a diversi… Noi che siamo così, Cornigliano? Ma non per dire sensibili agli altri, agli extracomunitari, ai diversi, agli che qui non li vogliamo, ‘sti ragazzi, no. È per conoscere la stranieri… cosa vogliamo fare di loro? Io li conosco: si chialogica del dislocamento di mano David, Gabriel, Samir… queste persone che cercano è possibile che non vadano a nell’Europa una giusta scuola? Ogni giorno ci incrochance. Cioè: c’è stato un dibattito? I nostri concittadini li ciamo e mi chiedono se ho volevano a Castelletto, in cor- portato qualcosa per loro. È so Firenze, ma noi siamo stati normale, chiedo? Quando noi, alla bella età di 5 o 6 anni inpiù convincenti e li abbiamo strappati al quartiere borghe- contravamo una signora, le chiedevamo dei soldi? Ma, a se della città? Ecco, vorrei solo, che mi si spiegasse per- parte questo, non possiamo ora che viene l’inverno immaché, per come, questi poveri profughi siano finiti fra le no- ginare per questi bambini

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Ottobre 2015 spersi per via Muratori sotto gli occhi di tutti, una migliore realtà? Addirittura in televisione ho sentito dire che dovremmo abolire la parola “zingaro”. Mah… Io direi di abolire prima l’abbandono di queste piccole creature, siano essi zingari o figli del vicino di casa… Probabilmente non è un problema dei loro genitori ma a me dispiace e tanto vedere dei bambini che un giorno saranno uomini sacrificati nella loro età più bella senza lo studio, la scuola che un domani potrebbe aiutarli per cercare un futuro più equo per i loro bambini. Grazie. Stefania Minetti GRANDI LAVORI E DATE PRECISE Regna sempre l’incertezza

biodigestore sui terreni a mare di Cornigliano. Non vediamo l’ora. Grazie per l’attenzione

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Mario Bonanno MEDITAZIONI IN INDIA Il Corniglianese nel mondo

Emanuele Canepa, direttore della biblioteca Guerrazzi di Cornigliano, mostra il nostro giornale davanti ad un antico tempio indiano.

Gentile giornale, dopo aver IL GIORNALE IN AFRICA letto l’ennesimo articolo sui grandi lavori a Genova e dopo averne avuto la certezza anche attraverso la televisione, mi decido a scrivere. Di che cosa si tratta? Ho appena saputo che per i grandi, grandissimi lavori, direi, di Genova, e mi riferisco al terzo lotto del Bisagno e allo scolmatore del Fereggiano, lavori da centinaia di milioni, c’è una data precisa di fine-lavori: il 2020. E sono lavori enormi, giganteIl vicepresidente della Pro Loco Cornigliano e prezioso collaboratore del «Corniglianese», Alfonso Palo, ha recapitato il nostro giornale ad un amico in Kenia. schi, come sappiamo. Nonostante tutto i cittadini, soprattutto di quei quartieri, hanno già una data precisa, rilanciata da tutti i mezzi di comunicazione, il 2020. Questo per dire che anche a me che abito a Cornigliano, piacerebbe sapere quale sarà la data di fine lavori delle rampe fra autostrada e strada a mare e la data di fine lavori (ancora da iniziare ma già decisi) del cantiere per il tanto desiderato

BUON COMPLEANNO

TANTI TANTI auguri Per un felice compleanno Valentina:D!! Marco

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Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca presidente@prolococornigliano.it Direttore responsabile Enrico Cirone direttore@prolococornigliano.it Vicedirettore Simona Tarzia tarzia@prolococornigliano.it Amministrazione Domenico Turco turco@prolococornigliano.it Segreteria Riccardo Ottonelli segretario@prolococornigliano.it Caporedattore Riccardo Cabona Redazione Leda Buti butileda@prolococornigliano.it Riccardo Collu Sergio Daga Jose Cuffaro

Marta Fasulo Astri Lidia Frascio Liliana Gatto Alvaro Filippo Michelon Rita Nello Marchetti Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Jazmin Rodriguez Matteo Savio, savio@prolococornigliano.it Lorenzo Schiavon Andrea Scibetta, Nicolò Scibetta Roberto Veneziani Fotografia Agostino Razzore razzore@prolococornigliano.it Francesca Comparato Bruno D’Astice Carlo Guerra Grafici illustratori Andrea Anzalone Adriano Sanna Impaginazione Auria Martelli Rita Moccia Romano Oltracqua Salvatore Pilotta redazione@prolococornigliano.it Tel. 338.7761431 Pubblicità Romano Oltracqua Alfonso Palo palo@prolococornigliano.it Tipografia Edizioni tipografia commerciale Srl Corso Roma, 200 Cilavegna (PV) tel. 0381/96138 - Fax 0381/660054 e-mail: info@editico.it

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Ottobre 2015

Settembre 2015. Fagiolini 1 kg, è tempo di minestrone. Basilico 1 mazzetto, non può mancare in casa. Cicoria 2 ciuffi, l'intestino sarà felice. Melanzane 4, alla griglia sono buonissime. Cavolo cinese 1, scoprirò cosa farne. Alloro 1 mazzetto, lo metterò ad essiccare. Peperoni 1/2 kg, non vorrei esagerare ma sono così buoni… No, non è la lista della spesa ma semplicemente un piccolo elenco di quel che si nota ora nell'Orto collettivo entrando dal cancelletto che Andrea ha sapientemente costruito recuperando alcune assi; non serve per scoraggiare gli estranei (la sua altezza e larghezza non superano il metro) ma bensì esprime il concetto opposto, quello della soglia, un chiaro invito ad entrare, un benvenuto. Sembra quasi assurdo perché stando al di qua del cancello nulla ti impedisce di vedere quello che c'è dietro ma, una volta superato il confine, ti sembra di essere in un altro posto, lasci dietro l'asfalto e cominci a camminare sulla terra… Siamo tornati all'Orto collettivo dopo una lunga pausa estiva e ci sorprende un nuovo paesaggio, fatto non solo di piante in crescita, ma anche di un forno costruito con un vecchio barile di latta e di un setaccio antico appeso che Andrea, ci spiega, serviva per la raccolta delle castagne (una rete di fil di ferro intrecciata a mano, a maglia larga per impedire che i ricci si incastrassero). Evidentemente l'afa e il sole di questa calda estate hanno contribuito alla crescita rigogliosa dei germogli. Il sistema di irrigazione è ancora in fase embrionale e si ragiona sulla raccolta dell'acqua piovana; per ora l'unica soluzione è usare delle taniche e portare l'acqua a mano: nulla di così faticoso, però, perché siamo per fortuna ai primi terrazzamenti. Mi incuriosisce una pianta dall'aspetto filiforme, presente sia all'ingresso che sparsa un po' in tutto il terreno, mi incuriosisce perché non vedo fiori e perché non capisco da quelle lunghe foglie di un verde acceso cosa si possa ricavare: chiedo ancora una volta al "maestro" e scopro che si tratta di Vetiver. Io penso subito all'olio essenziale e alle sue proprietà rilassanti e rigeneratrici ma Andrea mi spiega che la scelta di piantare questa graminacea nasce dalla necessità di aumentare il sostegno per i terrazzamenti. Facendo alcune ricerche scopro che tale pianta è inserita nel gruppo delle cosiddette "piante ingegnere", cioè piante in grado di contenere il dissesto idrologico e di rafforzare il terreno grazie alle loro lunghe e fitte radici che risultano essere resistenti 1/6 di un acciaio di media qualità. Considerata la sua forte pendenza, si intuisce immediatamente il motivo per cui anche il terreno di Campi necessiti di questo tipo di piante. Andrea continua a raccontare dei nuovi progetti e degli appunti da lui raccolti durante la semina per capire e catalogare ciò che cresce a seconda delle varie tipologie di terreno e del suo trattamento, ovviamente tutto naturale: ci spiega che il bosco era un terreno agricolo successivamente abbandonato e che ha subito nei vari anni l'impatto della nuova urbanizzazione, delle piogge ecc, per cui è necessario capire quali siano oggi il suo valore nutritivo e le sue qualità. Andrea conclude la giornata con un sorriso e, molto soddisfatto, ci informa anche dell'ottimo rapporto e della collaborazione che si è creata con le aziende circostanti che contribuiscono donando materiale in disuso ma utilmente impiegabile nell'orto. Ecco: come una pianta, l'Orto collettivo sta mettendo radici solide e si sta (ri)appropriando del terreno! Sara Carbone, illustrazione Adriano Sanna, foto Hopelab Photo

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Carta dei diritti del bambino nello sport 10. Diritto di praticare il proprio sport nel pieno rispetto delle norme di sicurezza: abbiamo potuto constatare troppo spesso che incidenti evitabili o lesioni da sovraccarico di lavoro accadono in allenamento a causa di negligenze dell’adulto. Bisogna tuttavia riconoscere che in questi ultimi anni molto si è fatto in questo ambito (adattamento delle infrastrutture, consigli medici, stretching).


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