Il Corniglianese Settembre 2019

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Salgono le pile del viadotto Polcevera> 7

Anno VIII

Numero 09

Mensile

Il fantasma di Villa Asplanati> 8

Copia gratuita

Depuratore di Cornigliano (Dac) Al via lavori per 61 milioni

Proseguono i lavori di bonifica in un’area ex Ilva, vicina alla foce del torrente Polcevera, dove sarà realizzato il Dac (depuratore area centrale) che sostituirà l’attuale impianto di depurazione di via Rolla. Ampio fotoservizio a pag. 5 Foto: Razzore

«o Cornigiòtto»

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Grati a Greta di Enrico Cirone Nei suoi sogni pensa di poter cambiare il mondo. Come tanti adolescenti ha una passione, potenzialmente amplificata dalla sindrome che l’affligge. Greta ha tutto il diritto di farlo. Greta è un simbolo universale, mi sembra evidente. Il simbolo di un risveglio necessario. Una sorta di coscienza adolescente del pianeta che grida al summit sul Clima dell’Onu, a New York: io vi accuso, mi avete rubato i sogni, mi avete rubato l’infanzia. Già, la sua infanzia. Senz’altro è stata impoverita da un mondo che sta scivolando - come l’ex ghiacciaio di Courmayeur in un baratro senza ritorno. È Greta, che affronta i Grandi con quel musetto imbronciato di chi ha saltato la tappa dell’adolescenza. Greta che, temiamo, può correre il rischio di diventare ostaggio inconsapevole nelle mani di chi ne può fare uno strumento per raccogliere ricche donazioni a livello planetario. Infine è Greta, alla quale auguriamo di apostrofare ogni giorno il potente di turno ma di andare a dormire la sera rimboccando le coperte ad una piccola Barbie (di plastica).


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Poltrone&Sofà Politici di qualità?

Mi manda Cirone Le storie (im) possibili

di Rosanna Robiglio E mentre nell’afosa prima fase di agosto, ci impegnavamo a scrutare il cielo alla ricerca di stelle cadenti per affidare loro i nostri desideri, come un colpo di fulmine a ciel sereno, invece delle stelle a cadere è stato proprio il nuovo governo gialloverde che ha voluto celebrare, a modo suo, l’anniversario di un’altra caduta, quella del ponte Morandi. A quel governo del cambiamento, quello che sarebbe durato cinque anni, quello che durante il suo mandato avrebbe fatto miracoli modernizzando il Paese, sono bastati 15 mesi per disintegrarsi, e proprio sotto il caldo agostano. Viste le ormai consolidate scaramucce giornaliere che accompagnavano quel precario dominio italiano, proprio così repentina quella caduta non è stata, si prevedeva già che ben presto qualche sorpresa sarebbe arrivata. Forse quel capitombolo è da attribuire anche alla fiorente industria dei sondaggi che hanno saputo innescare, in una parte di quel fragile governo fatto di sì e no e da avversari diametralmente opposti, ma entrambi uniti da sete di potere, tante, troppe illusioni. Ma ecco, subito pronti per la spartizione delle poltrone, spuntare dalla penombra, in soccorso a quelli rimasti in bilico, quei leader di precedenti poteri già accantonati dalla sovranità popolare cui, forse di sovrano, gli è rimasto ben poco. Ricordando però che il ferro va battuto quando è caldo, in mezzo al marasma tra caduti e risorti, c’era chi fiducioso in una riuscita sovranista, invocava il voto subito e chi invece, forse non ancora pronto a lanciarsi nelle solite promesse da sempre inevase, ha deciso di risolvere prima il problema della finanziaria autunnale: così, uniti in uno stretto abbraccio, si sono adattati ad un nuovo miscuglio con coloro che fino a poco prima erano considerati indegni di una alleanza. Il più preoccupato però era sembrato capitan Salvini che dopo un serio ripensamento sulla sua istintiva decisione, facendo un passo indietro, ha provato a rilanciare l’amo verso quegli spaesati alleati che erano riusciti a digerire anche quell’indegno nemico. Intanto il professor Conte,

Lavori in corso in via Cornigliano

forte dell’esperienza del primo mandato e ormai pronto ad occuparsi del secondo, avvalendosi di questa moderna epoca del riciclo, eccolo a rimestare animatamente nel grande contenitore di quei quasi dimenticati personaggi, riciclando quelli più adatti per rimediare al suicidio politico prodotto da Salvini. Dopo aver superato la fiducia di Camera e Senato, il neonato governo giallorosso targato Conte-bis è pronto, mentre a Salvini, fallita anche questa iniziativa, tenendo sempre alta la sua popolarità sulle piazze italiane, non resta che l’attesa di un prossimo inciampo, un’usanza radicata in questo strano Paese. Fra i tanti progetti che i 5 stelle si sono trascinati dietro, Luigi Di Maio presenta agli alleati le inderogabili leggi del suo programma e punta a sfoltire quell’esercito di parlamentari che alimentano la più vasta ed unica industria di poltronificio esclusivamente italiano. Fra le tante voci circolanti c’è anche il rischio di voler modificare la Quota 100 tanto voluta da Salvini, fino a far sembrare che questo governo sia nato più per sconfiggere il nemico che per il bene dell’Italia. Uno spettacolo estivo che preannuncia già un autunno caldo con grandi invasioni di piazze contro la restaurazione giallorossa. Quanto durerà il governo è difficile prevederlo perché questa moderna politica praticata da disinvolti e spregiudicati attori, ci sta abituando a tutto e al contrario di tutto e noi, pazienti spettatori (o tifosi), restiamo in attesa dei futuri sviluppi. All’Italia serve un governo affidabile e capace di legiferare, fare cose importanti come ridurre la burocrazia, varare un’equa riforma fiscale a tutti i ceti e dare un aspetto più veloce ad una vera giustizia, giusta per tutti. Un governo in grado di cambiare queste anomalie tutte italiane, ma tra un’attesa e l’altra, speriamo di non doverci convincere ancora una volta del menefreghismo e incapacità di personaggi poco affidabili che si alternano e sempre convinti di farci credere che saranno loro i salvatori della Patria.

in corso sulla via Cornigliano. Telefonando al numero verde 800742027 dal lunedì al venerdì dalle ore 10/12 e 15/17 o inviando una email a info@prolococornigliano.it oppure recandovi di persona presso la sede dove è ben visibile su un grande tabellone l’intero progetto, potrete esprimere le vostre proposte e/o i vostri dubbi sull’intera opera che cambierà faccia al nostro quartiere. Domande e risposte verranno rese pubbliche, ovviamente in maniera anonima, sul sito Da poco più di un mese è attivo presso www.viacornigliano.info e sulla pagina la locale sede della Pro Loco nei Giar- Facebook di Società Per Cornigliano. dini Melis un infopoint informativo Dallo stesso sito potrete accedere in dello stato di avanzamento dei lavori tempo reale ad una webcam su via

Per saperne di più la Pro Loco è attiva con infopoint, sito

numero verde, mail webcam

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Addio alle armi Ci sono italiani appassionati di politica e altri che la seguono con distacco. I primi non sono tutti buoni e i secondi non sono tutti cattivi, ovviamente. Una cosa li accomuna, però. Gli italiani, a prescindere dal tifo, dall'impegno e dalle opinioni, sono convinti che la politica sia uno strumento per arrivare a un risultato: una società organizzata, confortevole, al passo i tempi, giusta e possibilmente serena. Magari con lo Stato al servizio del cittadino. Lo ha capito Giuseppe Conte, che ha annunciato la fine delle ostilità permanenti: non voglio un governo contro, ha spiegato. La santificazione interessata del presidente incaricato ha risvolti comici, certo. Ma il professore, allievo prediletto del genovese Guido Alpa, illustre docente di Diritto civile all’Università Sapienza di Roma, è maturato: il governo gli ha fatto bene (meno bene ha fatto forse a Matteo Salvini). Quando apparve ricordo d'aver letto il commento sul più importante quotidiano italiano molto vicino (a mio parere) al vecchio regime, secondo il quale piazzarlo a Palazzo Chigi era rischioso come mettere un boy-scout al comando di una portaerei. Va bene imbarcare il Pd ma ora, persino il Corriere si è ricreduto e deve riconoscere che il boy-scout ha imparato a leggere le carte nautiche. Oggi non ci sono due vicepremier ma due colonie politiche molto forti che

devono coesistere e che già pensano alle alleanze per le regionali del prossimo anno. La sorte ha detto bene a Zingaretti che, dal giorno alla notte, si è trovato tra i ripescati eccellenti e i fuoriusciti illustri (Renzi), roba che neanche a XFactor. Per giunta sdoganato dal suo nemico assoluto. Un presidente di Regione che, fino a ieri, un giorno sì e l’altro pure, teneva nel mirino con dichiarazioni di fuoco la sindaca Raggi e che oggi, come d’incanto, dialoga con lei ed è forse intimamente convinto che Roma non meritava l’ennesima Olimpiade, terreno di coltura dei più avidi speculatori del mattone. Anche gli elettori segnalano un desiderio di normale amministrazione, dopo quattordici mesi di doping. Se Luigi Di Maio sa leggere i numeri avrà notato il balzo del Movimento dal 17 al 24 per cento. Un Movimento che ha ritrovato nel Conte-bis, un paracadute. La politica è un mestiere. E si può imparare, ma non si deve improvvisare. Lo stesso vale per l'amministrazione pubblica. Conoscenza e competenza creano fiducia in se stessi, e la fiducia evita reazioni scomposte e improvvisazioni pericolose: anche nei momenti difficili, anche quando le opinioni sono diverse. Ecco: un governo senza illusionisti, dilettanti e piantagrane potrebbe affrontare problemi complessi, e magari risolverne alcuni.

10/09/2019. La redazione del Corniglianese durante la prima riunione del mese nella sede della Pro Loco di Cornigliano (foto Pilotta)

Cornigliano installata presso la Pro Loco con fotogrammi che si aggiornano automaticamente ogni minuto dove sarà possibile avere un riscontro immediato del traffico in corso sull’importante arteria. Ricordiamo che la sede della Pro Loco è anche sede della redazione di questo giornale (ilCorniglianese) che da oltre otto anni riporta quanto avviene sul nostro territorio. Chi ha piacere di collaborare con la redazione e/o contribuire attraverso la Pro Loco al rilancio turistico e culturale del nostro quartiere proponendo e organizzando eventi troverà qui la porta sempre aperta. Pro Loco Cornigliano

Le Pro Loco sono associazioni democratiche di volontariato senza alcun fine di lucro, il cui scopo principale è quello di promuovere e tutelare la località in cui si trova e per la quale opera. Questo si desume anche dal nome: Pro, infatti sta per "per", e Loco per "luogo". Lavorano per promuovere la località in cui hanno sede in diversi settori: turismo, eventi a carattere sociale, culturale, musicale e sportivo. Una Pro Loco si occupa di tutte le peculiarità sotto l'aspetto culturale e turistico. Promuove diverse tipologie di iniziative (sempre a carattere locale) e realizza manifestazioni che valorizzino e facciano conoscere il paesaggio, la realtà urbana e quella ambientale del luogo.


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RIQUALIFICAZIONE

Ex mercato civico Villa Serra Giardini Melis Quale futuro dopo un presente di degrado? Torniamo sull’ex mercato di piazza Monteverdi e su Villa Serra e sul loro ancora incerto destino. Mentre ci rifacciamo occhi e orecchie su progetti faraonici che riguardano altri mercati cittadini ancora non è chiaro il destino del nostro. Nonostante la buona volontà (a parole) dei soggetti in gioco (Comune, Municipio, Società Per Cornigliano e associazioni disposte a gestirlo una volta ristrutturato), tutto sembra fermo al palo come troppo spesso accade su ciò che si deve fare nel nostro quartiere. Su proposta del presidente Bianchi, con delibera 01 del 20 marzo, si decideva di assegnarlo alle associazioni del territorio, tramite pubblico bando come polo di aggregazione civica, culturale, sociale, ricreativa e sportiva aperto a tutte le realtà del territorio. Va detto che questa delibera si sovrappone ad altra precedente risalente a circa due anni or sono (giunta Spatola) che diceva praticamente le stesse cose. Società Per Cornigliano, da sempre, si è detta disponibile a finanziare economicamente il progetto ma serve un progetto esecutivo esistendo solo al momento elaborazioni grafiche su un disegno di massima che, di fatto, lo divide in tre. Una parte destinata a sede associativa, una centrale con tribune laterali amovibili per iniziative polivalenti ed una terza anch’essa multifunzionale. La condizione attuale dell’ex mercato è nota. Occupato provvisoriamente dalla Celano boxe da decenni in cerca di una sua collocazione definitiva, è ambito anche da altre associazioni come quella dei

Lucani che presto saranno in mezzo ad una strada in conseguenza di un avviso di sfratto esecutivo. Ragionevolmente, se il progetto attuale diventerà esecutivo, difficilmente potrà soddisfare le esigenze della Celano Boxe che sarà costretta a cercarsi casa altrove. Comunque vada questa esasperante lentezza nella riqualificazione di quella parte così degradata del quartiere (sono almeno dieci anni che il mercato è vuoto), sconforta ed umilia quelle associazioni che molto fanno e hanno fatto per tenere in vita questo quartiere. Spostiamo adesso l’attenzione su Villa Serra (sec. XVIII) e annessi giardini Melis che la circondano. Ristrutturata con i soldi di Società Per Cornigliano con una spesa di circa 2 milioni di euro (circa 4 miliardi di vecchie lire) l’edificio giace in un totale stato di incuria amministrativa e vittima dell’inciviltà di balordi impuniti che ne hanno fatto la loro dimora. Cintata da una cancellata facilmente violabile in più punti ospita ogni notte “festini” e tutto quanto di illecito si possa immaginare. Sporcizia e lezzo di urina umana ovunque. Consumo di alcol in “no alcol area” a qualunque ora del giorno e della notte; spaccio e gioco d’azzardo alla luce del sole comodamente seduti sulle panchine, cani mordaci sciolti in mezzo ai bambini e aiuole diventate il loro gabinetto. Questa è Villa Serra oggi. Eppure i soggetti coinvolti che la dovrebbero manutenere e salvaguardare sono molti a partire da Aster, Amiu, Verde pubblico, socialmente utili ex Ilva, Polizia municipale, Polizia

di Stato e Carabinieri e, perché no?, anche chi, in cerca di un lavoro, usufruisce in base alla legge del nuovo Reddito di cittadinanza. L’immobile settecentesco, da pochi anni ristrutturato, presenta evidenti e progressivi segni di ammaloramento dei prospetti, della loggia, del ninfeo dei pavimenti e delle scale. L’assenza assoluta di sorveglianza, di un presidio e di una programmazione degli interventi manutentivi sia ordinari che straordinari fa sì che si ogni intervento avvenga solo ed esclusivamente in emergenza e dopo le reiterate proteste di cittadini. Anche in questo caso, in base ad una delibera municipale (03 del 16 maggio) si auspicava la necessità di insediare un quel luogo un presidio socio culturale che fosse presente l’intero arco della giornata aumentando di fatto la civile presenza dei luoghi e quindi la loro sicurezza. Da qui la proposta di destinare Villa Serra all’Istituto Nino Bergese come sede scolastica e centro eventi turistici ed enogastronomici. All’avvio dell’iter progettuale si è favorevolmente espressa, per voce della sua presidente Cristina Repetto, Società Per Cornigliano che ne dava mandato a Sviluppo Genova. Insomma anche in questo caso, come per il mercato, pur esistendo tutte le condizioni, non si capisce come mai le cose non procedano. Spero sinceramente che il problema sia solo tecnico e non politico perché giocare sulla pelle dei corniglianesi per becere ripicche sarebbe perverso. oerre

Foto Razzore

Cornigliano, area ex Ilva. Proseguono i lavori bonifica del territorio davanti al complesso del Videoporto sotto il coordinamento di Società per Cornigliano a cui è affidata il risanamento e la riqualificazione complessiva delle aree dismesse e di Cornigliano nel suo insieme.


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fermo in mezzo alla strada e scendo dall'auto, perché erano in procinto di andarsene dopo aver depositato l'ingombrante sul marciapiede (sarebbe rimasto lì per mesi), quindi dico loro: ‘Ma non la lascerete mica lì?’. Lei mi risponde: ‘Perché? Guarda se la vuoi è ancora funzionante’ con un sorriso beffardo. Lui mi guarda: ‘Tutti fanno così, non si può?’ Eh no, signori: non si può. Sono atti che vanno oltre l'indecenza, purtroppo ci sono ancora persone con spiccate ignoranza e pochezza morale che decidono di abbandonare rifiuti nell’ambiente. Un atto vile e criminale. La nostra amministrazione comunale sta facendo il possibile per contrastare la stupidità e l’imbecillità di alcuni, ma tant’è… Lo invito a riportarsela in casa e ne nasce una discussione, i toni si alzano, nel frattempo mezza via Dufour alle finestre e sui balconi assiste alla discussione e cominciano ad arrivare le urla dei cittadini esasperati, ‘Vergogna! Vergogna! Chiamo i carabinieri! Siete la vergogna del quartiere!’. Altre urla non si possono scrivere, intanto le auto in coda dietro di me spengono i motori e si assiste increduli alla scena. L'uomo a questo punto spinto da un senso di vergogna, riprende la lavatrice e la ri-

porta in casa, dopo torna indietro e mi chiede scusa, io gli fornisco il numero da chiamare per il ritiro ingombranti 010 8980 800 con la promessa che non lo farà più. Speriamo. Tutto finisce con una stretta di mano. Il quartiere è lo specchio delle nostre azioni, se vedi gesti incivili è giusto intervenire, il nostro quartiere è la tua casa! Girarsi sempre dall'altra parte fa vivere male te e l'intera comunità.” Un cittadino residente nella via

Quando si comprano mobili nuovi e grandi elettrodomestici spesso sorge il dubbio, e il timore, di dover pagare qualcosa anche per lo smaltimento dei vecchi ingombranti che verranno sostituiti. A Genova Amiu offre un servizio gratuito mirato ai mobilieri, serramentisti, artigiani del settore montaggio/smontaggio e i mercatini dell'usato che

permette loro di poter conferire gratuitamente ingombranti ed elettrodomestici presso il Centro Amiu di Genova Campi, in corso Perrone. Il servizio funziona previa iscrizione (modulo scaricabile sul sito www.amiu.genova.it) da parte del professionista, che per 5 anni (rinnovabili) potrà usufruire del Centro. Questo significa che il cittadi-

no non dovrà coprire alcun costo per dare indietro ai mobilieri i vecchi arredi e/o elettrodomestici. In questo servizio Amiu ha anticipato i tempi della normativa nazionale che solo recentemente ha fatto adottare anche ad altre regioni d'Italia le linee guida che da più di 10 anni a Genova favoriscono il conferimento dei ritiri domiciliari di mobili da parte dei rivenditori nel centro di Campi. Il Centro di raccolta si trova in corso Ferdinando Maria Perrone 124 (nell'area tra via Borzoli e via Fratelli di Coronata) ed è aperto al conferimento dal lunedì al sabato dalle 7 alle 19.15 in orario continuato. Tutti i rivenditori di mobili, i serramentisti, gli artigiani e i mercatini dell'usato, così come le rispettive associazioni di categoria a cui fanno riferimento, possono trovare sul sito www.amiu.genova.it (cliccare sezione “Azienda”, poi “Impianti”, infine la categoria “Centro raccolta per artigiani”) i riferimenti e le modalità per usufruire gratis del servizio Amiu.

Europa. Il voto verde

colte 600 mila preferenze da un partito, i Verdi,che non ha mai veramente rappresentato il movimento. I giovani non sono andati a votare, sono rimasti ancora una volta a casa impegnati ad inviare messaggini o a giocherellare con la tastiera del proprio lap top, 47% di astensionismo e solo un misero 36% di elettori tra i 45 e i 54 anni. I giovani italiani, quei pochi che hanno esercitato il diritto al voto, hanno indirizzato la preferenza ai partiti politici tradizionali, una occasione sprecata se si tiene conto di ciò che hanno fatto i loro omologhi del Nord Europa. Il corpo elettorale è composto da poco meno di 4 milioni di aventi diritto al voto tra i 18 e 24 anni che diventano 7 milioni se intercettiamo tutti gli altri aventi diritto sino ai 30 anni. Questa grossa fascia di elettorato sta aspettando un partito che li sappia rappresentare poiché sono proprio loro che più di altri pagheranno le conseguenze dei cambiamenti climatici. Il partito che più di altri dovrebbe rappresentare gli ambientalisti non è stato capace nel tempo di aggregare attorno al proprio simbolo una militanza giovane,informata e motivata. Un partito in forte deficit di credibilità che non ha mai proposto azioni incisive e credibili. Le altre ragioni di questo misero risultato sono da ricercare innanzitutto nella scarsa conoscenza dei problemi ambientali che incombono a cui non viene dato sufficiente spazio nei media mentre la scuola appare poco incline a sollevare questioni ambientali a causa della impreparazione dei docenti. La scuola in quanto ad offerta didattica si è rivelata piuttosto scarsa e non motivata. Poiché proprio gli scolari di oggi saranno coloro che pagheranno il prezzo più

alto di tanta disattenzione dovrebbe essere posta tra le prossime priorità quella di informare i giovani affinché inizino a regolare il loro comportamento sociale in funzione di questi allarmi. Il miglior rifiuto è quello non acquistato all’origine. Dobbiamo diventare tutti più parsimoniosi, consumiamo e sprechiamo troppo cibo, troppa acqua, troppo suolo ed inoltre bruciando i combustibili fossili creiamo troppa Co2 che disperdendosi in atmosfera aumenta l‘effetto serra. Ogni nostro piccolo gesto moltiplicato per milioni di gesti simili può fare la differenza e rallentare il processo di depauperamento del nostro ambiente. Nei prossimi mesi avremo modo di esaminare ogni singolo aspetto di questo grande e drammatico problema che incombe su tutti i cittadini del mondo. Walter Pilloni, imprenditore green

Cornigliano: dite la vostra mail info@prolococornigliano.it tel. e fax 010.9913053 della Pro Loco Riceviamo e volentieri pubblichiamo Un'intera via si scalda e si ribella, per l'abbandono di rifiuti ingombranti da parte di persone incivili. La lettera: “Cara redazione del Corniglianese, qualche giorno fa intorno alle 22:30 faccio un giro per il quartiere, transito da via Dufour e non credo ai miei occhi: due cittadini (non italiani) escono da un portone, lui con una lavatrice sulla schiena e la compagna al seguito a fare da palo. Prontamente mi

Ingombranti ed elettrodomestici: il servizio gratuito di Amiu per i mobilieri

Ai giovani lasceremo una pesante eredità

Sta a loro decidere come gestirla Le due marce mondiali sul clima, Strike for Climate, del 9 novembre 2018 e del 14 marzo 2019 hanno visto l’ adesione massiccia di decine di migliaia di giovani nel nostro paese e di milioni di altrettanti giovani in tutto il mondo, tutti quanti uniti dal desiderio di manifestare il loro disappunto in relazione all’inerzia della politica nei confronti dei temi ambientali. Il fenomeno Greta Thumberg ha velocemente contagiato i teenagers ma anche la fascia dei millennials più maturi e scolarizzati. Nel Nord Europa questo sentimento di malumore, in occasione delle elezioni europee del 26 maggio, si è trasformato in una dichiarazione di voto molto netta e chiara. In Germania il partito dei Verdi ha compiuto un balzo importante diventando la seconda forza politica della nazione grazie ai giovani ambientalisti che gli hanno assegnato il 27% di preferenze, in Finlandia i Verdi replicano il successo dei tedeschi, mentre in Francia diventano la terza forza politica, tutto questo sconvolgimento porta i verdi ad essere la quarta forza politica al Parlamento europeo con 74 seggi. Stranamente In Italia non vi è stata nessuna ripercussione elettorale. Gli stessi giovani che manifestavano nelle piazze italiane hanno espresso una percentuale di preferenze pari al 2.3% … irrilevante ai fini di una vera rappresentatività politica. In totale sono state rac-


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Dac Depuratore area centrale AL SERVIZIO DI METÀ CITTÀ Fotoservizio di Agostino Razzore

Dovrebbe iniziare a funzionare a partire dal 2021 (salvo il rispetto dei tempi), in un’area di circa 15mila metri quadrati sulla sponda destra del Polcevera il Dac, depuratore di area centrale. L’impianto, di fatto industriale, potrà trattare le acque di circa 180.000 abitanti e i fanghi pari a 250mila: si tratterà delle acque reflue del bacino della Valpolcevera e dei fanghi prodotti anche dagli attuali depuratori di Punta Vagno (Foce), darse-

na (Porto antico) e Sestri Ponente. Un'opera del valore superiore ai 61,6 milioni, di cui 750mila euro per la progettazione, 58,7 milioni per l’esecuzione delle opere, 300mila euro per il supporto tecnico opzionale per un anno e 1,8 milioni di costi per la sicurezza. Il depuratore dovrà trattare le acque reflue del bacino della Valpolcevera e i fanghi prodotti anche dagli attuali depuratori di Punta Vagno, darsena e Sestri Ponente.

Volpara accumula rifiuti per circa 800 tonnellate di capacità, all’interno del quale conferiscono, attraverso otto appositi varchi (portoni di accesso), gli automezzi che eseguono la raccolta nelle aree del Centro e Levante della città. Alle spalle della stazione di trasferimento c’è anche il fangodotto di Iren, l’impianto di trattamento dei fanghi per la depurazione delle acque che, con l’entrata in funzione del nuovo depuratore di area centrale (Dac)

attualmente in costruzione a Cornigliano, verrà dismesso. L’assessore all’Ambiente del Comune di Genova, Matteo Campora, ha risposto in particolare agli interrogativi sollevati dal Movimento 5 Stelle, assicurando che non c’è l’intenzione di allacciare alla rete del Dac le reti di Pegli, Quinto e Sturla, mentre Punta Vagno dovrebbe scorporarsi una volta partito Cornigliano. Previste anche assunzioni da parte di Iren.


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Esame di Stato: ci sentiamo davvero così “maturi? Sono passati relativamente pochi anni da quando ho conseguito il diploma al liceo Classico, era il 2014 e avevo 19 anni appena compiuti. Posso dire di aver ricevuto una buona istruzione, l’indirizzo da me scelto era impegnativo ma anche molto soddisfacente. Nell’ambiente scolastico ero in grado di articolare pensieri piuttosto complessi: sostenere una tesi riguardo una certa opera, fare collegamenti tra la filosofia e la cronaca di attualità, riuscire a comprendere un movimento culturale e a inserirlo nel suo quadro storico. Tutte le mie certezze si sono sgretolate il pri-

Speciale

Scuola 2019/2020

mo anno di Università. Ero in grado di affrontare gli esami senza troppi problemi, ma sentivo che mi mancava qualcosa. Mi trovavo spesso in difficoltà quando mi si richiedeva di formulare un mio personale pensiero critico: che fosse durante una conversazione con gli amici o durante un colloquio, spesso ripetevo alcuni concetti per sentito dire, ma non perché ne fossi realmente convinta. Da queste situazioni è nata la voglia di capire di più del mondo che mi circonda, dalla politica alla letteratura, dai fatti di cronaca quotidiana alle manifestazioni culturali. Perché questa difficoltà nel farsi un’idea precisa? Perché provare imbarazzo nell’affermare: “non so cosa dire”? In un mondo in cui tutti sono sempre così diretti nei loro giudizi, diventa davvero difficile capire il proprio pensiero. Siamo costantemente bombardati da slogan, da titoli di giornale fuorvianti, da notizie false su internet. Come si può chiedere a un ragazzo di 19 anni, considerato ormai adulto e maturo, di districarsi in questo gigantesco blob di informazioni e di farsi un’idea propria, in cui credere fermamente? Appena diplomata, lo dico sinceramente, non ne ero in grado. Questo non perché non avessi ricevuto gli strumenti adatti per formulare un mio pensiero, ma anche perché la realtà che ci circonda è essenzialmente contraddittoria, gli adulti con i quali ti confronti hanno spesso a loro volta convinzioni poco chiare. Dopo la Maturità moltissimi studenti non sanno che cosa fare, non sanno se vogliono iniziare a lavorare, se vogliono continuare a studiare e, in entrambi i casi, spesso sono indecisi sull’ambito. Ci sentiamo come paralizzati di fronte al peso improvviso di tante responsabilità sulle spalle, alle quali non eravamo assolutamente pronti. Non a caso i problemi psicologici tra gli adolescenti e i giovani adulti sono in costante aumento, i casi di depressione che qualche decennio fa colpivano la popolazione di mezza età oggi colpiscono i ragazzi, che hanno difficoltà a scegliere, a innamorarsi di qualcosa, a instaurare rapporti profondi. Che cosa può fare la scuola per indirizzare gli stu-

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delegazione denti? Per rispondere a questa domanda potremmo affidarci a Massimo Recalcati, che nel suo libro Elogio del fallimento afferma che la vita di tutti noi è il risultato degli incontri che facciamo e che i buoni incontri sono quelli che allargano i nostri orizzonti. L’incontro con un insegnante deve sempre essere un buon incontro e l’insegnante, se abbastanza abile, deve riuscire a far diventare il sapere un “corpo erotico”, ovvero deve accendere l’interesse e la passione nello studente. Si tratta quindi di non limitarsi a chiedere la lezione, ma di appassionare chi sta ascoltando, si tratta di rendere il sapere qualcosa di desiderabile, di accendere la curiosità. I ragazzi interessati e appassionati saranno più propensi a non fermarsi alla prima informazione che ricevono ma vorranno approfondire, farsi una propria idea, capire meglio. Possiamo quindi citare, in conclusione, l’incoraggiamento agli studenti della professoressa Irene Chiozza: “Informatevi, discutete, schieratevi e siate consapevoli agenti di cambiamento”. Beatrice Caligaris bea.caligaris.bc@gmail.com Cara Beatrice, Ho letto con vero interesse le tue riflessioni sulla condizione degli studenti al termine del corso superiore, alle soglie dell’università. Hai ben descritto la condizione dei tanti studenti diligenti e preparati sul programma, che si sentono pesci fuor d’acqua di fronte al Blob contradditorio di fatti, informazioni, pareri e opinioni che frastornano tutti noi. Ti rassicuro e assicuro che hai comunque descritto una situazione positiva, perché supportata dalla conoscenza e dalla consapevolezza che tu chiami “mancanza di qualcosa”. Facciamo un passo indietro e ci accorgiamo che nel panorama scolastico italiano molti ragazzi si tengono faticosamente a galla e attraversano gli anni della scuola studiando pochissimo o niente per loro incapacità, per l’inadeguatezza dell’ambiente da cui provengono o per ripetuti fallimenti del sistema scolastico che hanno frequentato. Insomma occorre riconoscere che chi arriva all’esame di Maturità spesso non sa “capire di più del mondo che li circonda, dalla politica alla letteratura, dai fatti di cronaca quotidiana alle manifestazioni culturali” come tu dici. La tua perciò è una condizione fortunata e più facilmente rintracciabile nei licei di vario indirizzo. Eppure mi dici che anche in questi casi lo studente si sente inadeguato e sta male e “ha difficoltà a scegliere, a innamorarsi di qualcosa, a instaurare rapporti profondi“ fino a soffrire il disagio psicologico. Figurati come sono deboli e in balia di mode, concezioni e persone malfidate gli studenti con scarsi risultati scolastici. Concordo con te: in entrambi i casi gli individui mancano di spirito critico perché la scuola e gli adulti di riferimento non sono riusciti ad aprire la strada dell’analisi autonoma dei fatti, basandola su considerazioni logiche. La scuola ha insegnato nozioni e tecniche da apprendere, ma non ha trasmesso metodo per capire. Bellissimi i tuoi richiami allo psicanalista Recalcati e alla passione. Vorrei ritornare a parlarne più avanti. So che stai per laurearti e ti chiedo di essere così orgogliosa del traguardo da esibirlo come una bandiera e da sfruttarlo in ogni settore e momento futuri. Mi piace pensare che Guido (Pallotti, collaboratore del giornale. NdR.) mi abbia

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fatto un regalo chiedendoti di rispondere alle mie riflessioni. L’affetto e la tenerezza che nutro per i giovani mi inducono a considerare preziosa ogni occasione di incontro e confronto con loro. E qui sto al gioco di Guido… Proviamo a continuare? Vediamo dove andremo a finire… Chiacchiere scolastiche e non di Beatrice e Irene. irene.chiozza@alice.it Prima della prima racconto di Rita Nello Marchetti Non sto più nella pelle. Attendo con ansia il giorno del mio debutto. Inutile dirlo, ho grandi aspettative sulla mia esibizione. Mi sono preparato spiritualmente ed ho esercitato a lungo le mani su quel piano tutto bianco, con piccole presenze nere. Lo so che non è sufficiente la buona volontà: devo concentrarmi al massimo, seguendo coscienziosamente le direttive del maestro in pedana. Per una volta eviterò di esibirmi in certe “toccate” e “fughe” che sono la mia specialità. Non penso siano gradite né ai compagni, né al direttore che se ne sta sempre sull'attenti a controllare le mosse di chi vuole uscire dall'anonima costruzione disegnata intorno al gruppo. Gli piace orchestrare ogni minimo particolare, contando su elementi molto precisi e servendosi degli strumenti più consoni a sua disposizione. A volte bacchetta chi arriva in ritardo ma non lo fa per eccesso di severità. Gli piace creare ordine e armonia fra tutti i componenti del gruppo. Mi è stato raccomandato di vestirmi di nero: fa più chic, dicono. Solo un piccolo tocco bianco ad illuminare il volto ed un papillon colorato che (sarà l'agitazione) sembra volermi strangolare. Ma cosa non si fa per la gloria? Piano, vecchio mio, cerca di non stonare. Solchiamo docilmente il varco della prima. Ecco, è giunto il momento di entrare in scena. La sala è gremita in tutti gli ordini di posti: facce ora liete, ora corrucciate. Riuscirò a farle sorridere con le mie note battute? Me lo auguro. Nell'attesa, un rumore di fondo mi scuote dalle mie elucubrazioni: ognuno tira fuori i suoi strumenti. Riuscirò al meglio in questo debutto di stagione? O sarà un sonoro fiasco? Siamo a metà settembre, il mese che annuncia l'autunno e dà il via alle turbolenze, purtroppo. Ad ogni modo, avrò ancora cinque anni di tempo per perfezionarmi ed offrire il meglio di me… Ad un tratto il silenzio avvolge la sala: entra il maestro. Meno male, ha il volto disteso, i gesti misurati. Userà oggi la sua bacchetta? Pare di no: ci indica i movimenti con le mani e con un piccolo strumento bianco. Non è un diapason, però. Con quello esegue strane evoluzioni e intanto riempie un buco nero che si è materializzato al centro della sala. Meraviglia! È un gesso, e produce suoni simili a fischi. Un sonoro insuccesso ancor prima di entrare nel vivo? Resto letteralmente di gesso. Ma subito dopo parte un applauso d'incoraggiamento che mi rincuora. Occupo furtivo il posto assegnato e, con la supervisione del maestro, inizio a muovere le dita sul mio strumento: un quaderno a quadretti, su cui vola veloce una matita appuntita come una corda di violino. Finalmente sono in prima. Mamma mia, mi sento grande ormai. Oggi ho varcato la soglia della scuola primaria! Con questo brano rivolgiamo un augurio a tutti i bambini che a settembre hanno fatto il loro primo ingresso nelle aule scolastiche.

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28 giugno. Il ponte Morandi che, il 14 agosto 2018 aveva subito il crollo di 200 metri di carreggiata, causando la morte di 43 persone, viene interamente abbattuto nell’arco di 5 secondi tramite un’esplosione controllata. Con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier Giuseppe Conte, le massime autorità nazionali, regionali e cittadine. Mattarella si è intrattenuto con i familiari delle vittime. Al Corniglianese, tra tante testimonianze, ne sono arrivate due che pubblichiamo. La prima è di un ragazzo che frequenta le scuole medie e che ha chiesto di mantenere l’anonimato. La seconda è di una ex maestra che ci ha trasmesso quelli che sono stati i suoi pensieri nel momento dell’esplosione. In alto a destra, attraverso il murale realizzato nell’occasione del primo anniversario del crollo del 14 agosto, vogliamo ricordare il giovane Marius Djerri, corniglianese, vittima incolpevole della cieca incapacità degli uomini. “Mi sono stati tutti vicini, dai compagni di squadra della Corniglianese al presidente Mattarella” ci ha detto il papà di Marius.

Io ricordo Quel giorno gli stralli puntavano come sempre verso l’alto ma, improvvisamente, l’imponente cattedrale, come un angelo dalle ali spezzate, cadde sul campo di guerra seminando morte, disperazione e traumi psicologici. Il silenzio che ne seguì fu un silenzio di morte! I due monconi, simbolo della negligenza umana, erano là a ricordarci le quarantatré vittime; di notte la sua sagoma incombeva sinistra come frutto di sortilegi satanici. Alle 11,30 del giorno fatale i miei nonni paterni passarono su quel ponte cinque minuti prima della disgrazia, ma di questo io sono venuto a conoscenza dopo. Si parlò di responsabilità ma non

di colpevolezza, furono spese parole, parole e parole ma nessuno riuscì a ridare la vita ai morti e intanto che si parlava, Genova era nel caos più totale senza la sua arteria principale. Tutti si sono preparati ai cambiamenti della città; a Sestri Ponente c’erano lavori dappertutto e molto traffico, ma poi ci si è fatta l’abitudine e alla fine dei lavori il caos si è calmato. Venerdì 28 giugno, il simbolo della negligenza umana è stato abbattuto. E adesso la Superba Genova attende il suo nuovo ponte! Riccardo (2^ media) Genova, luglio 2019

Resta ancora per qualche istante davanti ai nostri occhi, ponte dalla triste fama in questa terra di Liguria, poi la tua sagoma sparirà per sempre e rimarrà scolpita soltanto nei nostri cuori. Intanto si è proceduto a demolire le case di via Porro, attaccate più volte da quel famelico mostro verde che se ne è saziato e compiaciuto. La tua storia finisce qui, la tua immagine si scompone in questo momento e porta via con sé tante storie dolorose, fatte di affetti, di amicizia, di ricordi. Vorrei poter gridare: Piccon, dagghe cianin, sun tutti corpi Daeti in scio’ mae chêu. Le cariche esplosive che ti dilaniano sono improvvise e fulminee e forse non ti danno il tempo di avvertire il dolore. Si creano giochi d’acqua che se possedessero la magia dei colori, ricorderebbero gli effetti luminosi di Disneyland. Ma nei getti

d’acqua che si innalzano come suonati dal vento, secondo le note di una sinfonia triste e muta, il colore dominante è il grigio che si compenetra con il bianco degli spruzzi e delinea l’amara visione di un anfiteatro di distruzione. Ma il momento più straordinario si manifesta dopo le esplosioni. Sembra che un mago dai poteri straordinari abbia fatto calare un silenzio che sa di morte. Ecco riecheggia quel “mio Dio” di chi, quel giorno terribile, è stato spettatore consapevole di una scena da brivido, da incubo. Riprenderà la vita, ci saranno ancora progetti sul domani? Ecco le rondini, dapprima un po' confuse senza i punti di riferimento che offriva loro il ponte, che riprendono a garrire intrecciando con i loro voli, messaggi di speranza e battiti di futuro. Tina Galuppi 28 giugno 2019


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Spiriti rumorosi a Cornigliano Cornigliano è dominata da un antico palazzo di villa, la cui torre è il punto più alto della delegazione. La terrazza è infatti a circa 200 metri sul livello del mare: il panorama è stupendo, dato che in un giorno limpido è possibile abbracciare l’intero arco della Liguria, e le regioni vicine, anche da quote più basse. In alcune terse mattinate è possibile vedere la Corsica. Da una larga e ripida crêuza privata, che si stacca da via al Forte di Monte Guano, si sale verso il portale, molto danneggiato dal tempo e dagli uomini, ma ancora maestoso; su alte punte di ferro sono infisse due sfere di marmo apuano. Superato il portale, la crêuza gira subito a destra e ci sorprende con un’ancora ordinata fuga di pilastri intonacati e sulla cima di ognuno di essi è cementata una punta di ferro, ma qui serve a fissare travi di legno su cui si avvinghiavano le viti del pergolato. Accolti da Monica e Liliana arriviamo finalmente a Villa Asplanati Moisello (o Morsello come scrive Balestreri-ndr) il Castello come lo definisce chi ci abita. La villa è nata nel Cinquecento, con un’insolita disposizione a corte centrale, per proteggere i residenti dai venti invernali. La bella lastronatura geometrica ottagonale del cortile, in pietra e mattoni, converge

nel punto in cui c’era una vera da pozzo, da tempo scomparsa. Anche in questo caso la cisterna, grande presumibilmente quanto l’intera corte, è al centro dell’edificio. È una giornata stupenda e con Monica e Liliana ci sediamo nella corte per un caffè con focaccia. Non capita tutti i giorni di fare colazione nella corte di una villa cinquecentesca. Prima di iniziare la nostra visita alla villa, non nascondendo una certa emozione, ci raccontano del “fantasma”. Si narra infatti di apparizioni in piena notte di una giovane e bellissima donna, con i capelli scuri sciolti e una lunga camicia bianca. In apparenza corporea, non evanescente, che gira in silenzio per la casa, con una bugia contenente una candela accesa, per poi scendere dal piano nobile verso terra. Pare che in passato qualcuno si fosse fatto coraggio e l’avesse seguita fino ad una piccola e ripida scala stretta tra muri che conduce ad un grande ambiente pieno d’acqua, probabilmente la cisterna. La donna aveva continuato a scendere gli stretti gradini per immergersi e sparire completamente nell’acqua. A questo punto la luce era svanita e il testimone era tornato di corsa negli ambienti abitati. Una giovane suicida per amore? Altre persone in passato hanno raccontato episodi poltergeist. In una camera del palazzo di villa Asplanati c’era un grande letto in cui dormivano più ragazzi. Ai piedi del letto c’era, come si usava, una cassapanca senza schienale in cui riporre lenzuola, coperte e vestiti. Capitava che la notte il coperchio si alzasse e si chiudesse più volte: un vero fastidio! Un’amica, Ivana, che ha traslocato in questi giorni altrove, mi ha raccontato di rumori sinistri e di porte lasciate aperte e trovate chiuse e viceversa. Con Monica e Liliana percorriamo la scala che porta alla parete esterna della cisterna dove si dice il fantasma scomparisse nell’acqua. Gli aneddoti non sono di per sé credibili ma a tutte le case antiche sono associati ricordi, tradizioni, superstizioni... un vero patrimonio culturale che dobbiamo tramandare, perché aumenta l’interesse per il quartiere in cui viviamo. Questo emozionante incontro

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vuole stimolare la conservazione e la valorizzazione di quanto ancora esiste sul nostro territorio: palazzi, giardini, vigne, rustici, borghi, chiese, conventi, oratori, edicole, antichi edifici industriali, boschi e singoli alberi, brani di paesaggio e così via. Cornigliano ne è piena. Un muro di pietre e mattoni, una strada lastronata, una crêuza a mattoni e ciottoli non sono meno degni di conservazione di un edificio, perché formano legami indispensabili per comprendere la struttura del territorio. E ciò che è scomparso può essere, a volte, ripristinato. Tale fine può essere raggiunto solo con una convergenza fra le forze sociali e politiche così ampia e forte da sconfiggere ogni speculazione. Basta poco per cancellare la memoria: una demolizione, una ristrutturazione irrispettosa, un restauro sbagliato. Ma soprattutto facciamo in modo che la nostra ignoranza non ci permetta di vedere il bello laddove ancora si trova, magari “grazie” ad una acciaieria che paradossalmente ha impedito, con il suo inquinamento, una maggior speculazione edilizia come avvenuto in tante altre delegazioni. Grazie a Monica e Liliana per averci riportati indietro nel tempo e per l’ottimo caffè. oerre Liberamente tratto da scritti di Riccardo Balestreri e di Italia Nostra (che ringraziamo) Foto di Carlo Guerra

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Medio Ponente

I nostri inserzionisti

Bianchi: «Secondo il piano di bacino, il Chiaravagna sarà il primo torrente a norma nel Comune Renzi? Il futuro dirà chi ha ragione» Da poco più di due anni presidente del Municipio VI Medio Ponente, l’ingegner Mario Bianchi, ci riceve per fare il tagliando alla viabilità del nostro Ponente.

interventi sui tre fronti principali?

Ci può illustrare la situazione della viabilità a Sestri, in relazione ai recenti

Si avviano alla conclusione i lavori in viale Canepa, che sono di nostra stretta competenza, in quanto in capo alla Municipalità. Sono stati rispettati i tempi previsti e si prevede di terminare l'opera entro il novembre prossimo, nonostante siano sorti piccoli problemi tra Aster ed alcuni privati. Proprio oggi (19 settembre, Ndr.) è stato ripristinato nei due sensi il tratto tra via Casati e il viale stesso (vedi foto), misura molto attesa dai cittadini. Per quanto riguarda gli alberi, i precedenti sono stati abbattuti in quanto insistevano sulle sottoutenze, intralciando con le radici le operazioni di controllo e di riparazione. La scelta della nuova alberatura è caduta su due tipi di piante, assai meno invasive delle precedenti, di cui uno autoctono che fiorirà in primavera; il secondo, di provenienza orientale, sboccerà invece in autunno. Si tratta comunque di specie arboree che non fanno frutti, quindi non presentano problemi di caduta e di conseguente necessaria pulizia del suolo. Mi risultano molto apprezzate le panchine, comode e più riposanti, in quanto non rivolte verso la viabilità. Completata la ristrutturazione del viale ci si dedicherà al cosiddetto “ponte obliquo” sul Chiaravagna, già finanziato ed appaltato, che prevede la temporanea chiusura al traffico di via Chiaravagna nel tratto finale che sbocca in via Giotto. Tale chiusura sarà avviata per fine anno, fatto salvo il periodo natalizio, per non interferire sugli acquisti ed evitare ulteriori crisi ai negozianti sestresi. A completamento dell'opera, il Chiaravagna sarà il primo torrente a norma secondo il piano di bacino, a Genova. In via Giotto abbiamo in programma di allargare il marciapiede di fronte all'edificio ex Ancifap, molto frequentato da studenti di diverse scuole e indirizzi, mentre abbiamo già ridotto da tre a due le corsie del traffico.

Sul terzo fronte, riguardo al ponte sul Molinassi, è stato indetto un recente incontro in Municipio, anche se l'opera, come del resto la ristrutturazione del Chiaravagna, è di competenza comunale. La demolizione del ponte è quasi terminata. Entro il 20 novembre avverrà la posa dell'impalcato in ferro, mentre entro fine anno saranno allacciate le nuove sottoutenze ancorate al ponte stesso, per terminare i lavori a fine febbraio. Nel frattempo è stata predisposta una passerella pedonale fissa che permette l'attraversamento del torrente negli orari in cui non si svolgono i lavori, di notte e durante le festività. Può tracciare un primo bilancio sul suo mandato come presidente?

Il bilancio è, tutto sommato, positivo, anche se il lavoro da fare è ancora molto. Siamo particolarmente lieti della sistemazione di Villa Rossi che completa la vivibilità di Sestri, attraverso opere che escludono ostacoli o barriere architettoniche. Tra l'altro, il parco ha ospitato, il 14 settembre, la Festa delle Società centenarie di Sestri Ponente, conclusa con il concerto della Filarmonica sestrese, una delle società coinvolte, insieme a Unione sportiva Sestri Ponente, Fratellanza sestrese, Virtus Sestri, Università popolare sestrese e Società operaia cattolica di San Giovanni Battista. Guardiamo con fiducia al futuro. Ultima domanda: cosa pensa del governo nazionale, appena inaugurato, e della defezione di Renzi dal Pd?

Il giudizio sull'insediamento del nuovo governo è positivo, in quanto permette di superare la logica sovranista che ha caratterizzato il precedente. Le premesse sembrano buone: giudicheremo dai fatti. Per quanto riguarda la decisione di Renzi, non vorrei entrare nel merito. Forse è nata dall'intento di rafforzare l'opposizione ai venti di estrema destra. Pur essendo appartenuto alla corrente renziana, penso che, fra tante cose buone, Renzi, come premier, abbia compiuto anche diversi errori. Il futuro ci dirà chi ha ragione. Rita Nello Marchetti Foto di Giulio Marchetti

Caos “differenziata” in zona Canepa La foto, scattata alle undici e trenta del 24 settembre scorso in via del Carretto, documenta lo stato della raccolta differenziata nella zona di viale Canepa. In particolare non vengono prelevate con la dovuta solerzia carta e,

soprattutto, plastica, che restano abbandonate sul marciapiedi con disagi per i passanti, poiché i relativi cassonetti stracolmi. Abbiamo raccolto le lamentale di diverse signore residenti in zona che ci hanno assicu-

rato che la situazione di degrado nella via è abituale. Una di esse ci ha comunicato che, a cadenza settimanale, segnala da tempo il problema ai vigili, con risultati del tutto insoddisfacenti. Rmn

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O zenéize di Guido Pallotti

Occhio al museo

O Paciûgo co-a Paciûga

In piazza Fontane Marose scopriamo uno scrigno ricco di opere d’arte: Palazzo Interiano Pallavicini

Cari amici del genovese, di seguito la seconda puntata dedicata a Pacciugo e Pacciuga. Se qualcuno non riuscisse a comprenderla bene, basta che mi scriva (guidopallotti39@gmail.com) e gli farò avere la parte in italiano. Seconda e ultima parte A stöia a continua con l’urtima fraze do primmo tòcco publicòu: Ma inte quelli sette giorni,/ e donasse de via Pre’, gh’aivan contòu de boxardate /sensa fin, contra a mogê…. E-o Paciûgo, meschinetto/da-o demònio inveninòu/d’amassala, pövia dònnafinalmente o s’è zuòu./Ven o sabbo e de matin/«Vegni» - o dîxe a-a seu meitæ,/pròpro comme zà Cain/o l’à fæto con seu fræ -/«Vegni in barca a Cornigen/ariviêmo e là sbarchiêmo/coscì a pûa da longa stradda/da Lanterna, risparmiêmo»./Ma arivæ ‘n pö feua do pòrto/o dîxe l’òmmo a seu mogê: «Mascarsonn-a, mi so tutto,/ ti e paghiæ… Öua ti gh’ê./M’an contòu, m’an dîto tutto,/inti doz’anni che son stæto,/meschinetto in scciavitû,/tutto quello che t’an fæto»./«Câo Paciûgo – a dîxe a dònna- son calunnie e non de ræo o Segnô ch’o vedde tutto/o sà vedde se l’è vêo»./Meschinetta, pövia dònna, quante a poêiva a se scuzava/mentre intanto, co-o cheu/a Madònna a supplicâva./Ma o no sente ciù raxoin o Paciûgo/o l’à i euggi feua da testa o l’acciappa seu mogê/ e co ‘n longo cotelasso/o ghe dà ‘na cotellâ, o ghe mette a-o còllo ‘n sascio/e o te a caccia zù into mâ./Pöi veugando vèrso tæra/o l’apròda a Sanpedænn-a/e o se mette a passegiâ/camminnando longo a mænn-a./Agitòu da-o gran rimòrso/pe-o delitto consumòu/o temeiva d’êse scoværto,/e da-a Giustisia castigòu./Ma a Madònna tanto bonn-a/a gh’à dæto ‘n ispiaçion,/ de corrî finn-a a Cônâ/e çercâ a seu protescion./O caminn-a, o l’intra in Gexa/e cianzendo da-o gran dô/«Câa Madònna - e o cianze – ecco ‘n grande peccatô./Â l’ò fæta pròpio gròssa!/O demònio o m’à acecòu; ò commisso ‘n ingiustisia/ò commisso ‘n gran peccòu./O riconoscio òua mi ascì/pövia dònna a l’êa innocente,/brutte lengoe inviperie,/no doveiva dâve amente./Ö moæ câa, mi son pærso!/Son ‘n anima danâ./Ma se poei pregâ pe mì/ o Segnô o me perdoniâ./A-a giustisia de sto mondo/veddo ben che no scappiö/ma pasiensa a l’è mæ corpa;/ m’aquetiö, me rassegnö». E alôa lagrime e sospîi/e scingulti sensa fin:/«Pövia dònna a l’êa ‘n Abele mi son stæto ‘n vêo Cain!»./Ö portento, portentôzo!/Rinnovæme l’attençion diggo ‘na cösa ch’a fa andâ/pe-a mâveggia in strabælon!/O Paciûgo o gîa i euggi/da ‘na parte dell’artâ,/donde o vedde ‘na personn-a/donde o sente remesciâ./O l’amia, a ghe o pâ e a no ghe pâ:/«Ma ch’a segge proprio lê a Paciûga, seu mogê?/Comme mai comme t’ê chì?»/O ghe dîxe mâvegiòu:/«Câo Paciûgo – a ghe risponde – A Madònna a m’à sarvòu. Invixibili dôe moen,/cheita apena drento a-o mâ,/ trasportandome pe l’âia m’an pösòu zù a Cornigen…»./O ghe dîxe o maio:«E a cottelâ?». Ö non son stæta ferîa/- a Paciûga a rispondeiva/ – a Madònna a m’à goaria». Fæto sta che sann-a e sarva/a Paciûga a s’è atrovâ/co-o Paciûgo, asæ pentio inta gexa de Cônâ./D’alôa ‘n pöi d’amô e d’accordio/i Paciûghi son visciûi finn-a a-a mòrte/ e drento Zena e in Ponçeivia conosciûi. Tutti i sabbi se vedeivan/inta gexa de Cônâ/o Paciûgo co-a Paciûga a Madònna a ringrasiâ./E into mæximo Santoaio/gh’an pöi dæto seportua; e in aregòrdo do miracoo/ghe l’an missi ascì ‘n figua.

di Liliana Gatto Longhi

Genova si è presentata all’equinozio d’autunno (23 settembre) con un giardino a tetto firmato da Pietro Pellegrini. Allestito nell’Ottocento, si trova a copertura dello splendido Palazzo Interiano Pallavicini di piazza Fontane Marose, una delle dimore storiche genovesi. Già inserito nei Rolli – ora patrimonio dell’Umanità – da alcuni mesi il Palazzo ha trovato una nuova dimensione come sede della Fondazione Pallavicini. Inaugurata da Vittorio Sgarbi lo scorso luglio – ne curerà la direzione artistica – alla presenza del principe Domenico Pallavicini, la fondazione (tra quasi trecento opere non mancano Cambiaso, Guercino, Rubens, Giulio Romano, Van Dyck) si ripropone di valorizzare le opere d’arte presenti nel seicentesco palazzo grazie a visite aperte al pubblico proprio da quest’autunno. Oltre al patrimonio di opere, sono gli interni ad offrire ai visitatori una visione d’insieme, intatta e originale, in un riuscito connubio tra arredamenti e pezzi d’arte. Del tutto originale anche la facciata del Palazzo Interiano Pallavicini di cui s’intravedono le magnificenze nonostante l’effetto dell’esposizione secolare all’intensa luce del giorno. Non resta che mettersi in lista di attesa per le prossime visite per vedere con i propri occhi le bellezze di questo pezzo di Genova la Superba.


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Promossi a settembre Libri (e cultura) per tutte le tasche Se avete sforato il plafond per le vacanze e siete alle prese con la quadratura del bilancio di settembre, avete tempo sino a ottobre per approfittare delle promozioni dell’editoria. La casa editoriale Economica Laterza popone uno sconto del 25% su tutta la collana in catalogo, catalogo che propone temi, dalla storia, alla scienza, alla filosofia e all'economia. “Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale” Ediz. Illustrata di Bruno Munari è uno dei titoli presenti e scontati, un libro capace di farci scoprire che saper progettare non è una dote innata per pochi. Se l’argomento vi conquista, non avrete che l’imbarazzo della scelta. Bruno Munari (qui di seguito vi evidenzio come l’enciclopedia Treccani lo presenta: Considerato uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del 20° secolo, ha mantenuto inalterata la sua estrosa creatività a sostegno dell'indagine costruttiva della forma attraverso sperimentazioni visive e tattili e, insieme, la sua grande capacità di comunicarla attraverso parole, oggetti, giocattoli. Inizialmente vicino al futurismo, se ne allontanò poi gradualmente dedicando la sua ricerca all'approfondimento di forme e colori e all'autonomia estetica degli

oggetti. Tra le realizzazioni più emblematiche le «macchine inutili» (dal 1933), congegni meccanici presentati come modelli sperimentali che indagano sulle possibilità percettive, che fecero di M. un precursore dell'optical art) è autore di diversi saggi, tra cui l’intrigante “Fantasia. Invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive”. “Guerre di rete” edizioni Economia Laterza, autore Carola Frediani, si rivolge a tutti noi, semplici (e

Altra promozione è quella lanciata da Newton Compton edizioni, dove per euro 9,90 si possono avere due libri. Qui i titoli sono dei classici: “Dante tutte le opere”, utile per chi a scuola s’avvicina ai padri della letteratura italiana; “D’Annunzio, i grandi romanzi”, troverete in versione integrale: “Il piacere”, “L’immorale”, “Trionfo della morte”, “Il fuoco”. “Darwin” per chi vuole conoscere la teoria del naturalista inglese circa la selezione naturale degli organismi viventi; “Tolstoj, Guerra e Pace”. Avete tempo sino al 5 di ottobre per lo sconto del 25% su tutto il catalogo di Campagna Fazi Editore. Nelle pagine de “Il manoscritto“ di Franck Thilliez, siamo in Francia, e la protagonista da tempo non abitava più nella villa solitaria sul mare nel Nord, dove deve, suo malgrado, fare ritorno. A cornice di quest’ambientazione, la storia si dipana tra colpi di scena costruiti al millimetro tra l’iniziale rapiforse ingenui) utilizzatori di piattaforme in rete, mento della figlia della protagonista sino alla perdichat e messaggistiche varie comprese. E la vendita ta di memoria del marito e il ritrovamento di un dei dati on line? I nostri dati! L’utilizzo delle nostre cadavere nel …, mi fermo qui prima di anticipare tastiere sforna giornalmente notizie su di noi, i no- troppo di questo thriller d’oltreconfine, catalogato stri gusti, il nostro modo di essere che abilmente già da Le Figaro come «Il fenomeno Thilliez è sorestrapolati, manipolati, diventano “armi della rete”. prendente». Mi fermo qui anche alla mia tastiera, Pagine interessanti per una lettura che ci renderà arrivederci a ottobre. più consapevoli quando ci sediamo al computer. lillybrilly@gmail.com

Il nome di vico Asilo, questo breve tratto che unisce via Federico Gattorno con via Capo d’Istria, parte bassa di Cornigliano, deriva da un antico asilo infantile, un esempio di gestione comunitaria a beneficio di una istituzione pre-scolastica. Il 2 marzo 1864, circa 3 anni dopo la proclamazione del regno d’Italia, il consiglio di Cornigliano Ligure con a capo l’allora sindaco ingegner Lorenzo Dufour, considerata l’utilità di avere un asilo infantile per aiutare quelle madri lavoratrici impegnate nelle tante fabbriche comprese quelle di tessitura e tintura, lavori prevalentemente svolti da personale femminile, decise di dare la possibilità ai bimbi di ambo i sessi di frequentare sia l’asilo che i primi due anni di scuola elementare per fornirgli una formazione educativa e di alfabetizzazione della lingua nazionale. Questa iniziativa fu realizzata con l’approvazione del municipio, la cooperazione della Camperia del

Ponte e di altri generosi oblatori fra cui il principe Oddone di Savoia. La prima sede fu collocata al piano terra del municipio di allora che Dufour chiamava ”antico palazzo delle scuole presso il ponte”, un edificio di proprietà dell’Opera Camperia del ponte, unica scuola esistente situata dove oggi sorge l’Alessandro Volta. L’asilo, che non fu più considerato come un luogo dove custodire i bimbi più poveri, ma un centro educativo e didattico aperto a tutti, fu affidato alle suore della Congregazione della Presentazione di Maria Vergine al Tempio, dette Pietrine con sede a Sampierdarena. Nel 1864 le Pietrine accolsero i piccoli ospiti corniglianesi nei locali del principe Oddone di Savoia e da allora quella strada prese il nome di vico Asilo. Al termine dell’anno scolastico 1975/76, l’opera pia “asilo infantile” di Cornigliano, per mancanza di fondi, concludeva la sua centenaria attività, cedendo il posto all’attuale

La storia delle nostre strade Vico Asilo

scuola dell’infanzia comunale Guido Rossa con prima sede a Villa Serra, poi trasferita in quello stesso palazzo ristrutturato con entrata da via Gattorno, una scuola che ha conglobato anche Castello Raggio, unico indispensabile asilo nido per madri lavoratrici esistente sul territorio. Rosanna Robiglio


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Cabannina, fiera di essere una vacca Riccardo Collu/Esploratore del gusto

Proprio in questi giorni a Bra si è concluso Cheese, salone internazionale dei formaggi organizzato da Slow Food. La Liguria anche in questa edizione era presente nel mercato italiano e nello spazio organizzato da Regione e Camere di commercio con alcuni piccoli produttori. Inevitabilmente il mio pensiero è tornato indietro alle precedenti edizioni e ai miei primi approcci col mondo caseario. Il corso con l’Organizzazione nazionale Assaggiatori formaggi lo conclusi nell’inverno del 1987 ed iniziai ad approfondire la materia. Fu appunto durante questi studi che venni a conoscenza di una razza autoctona ligure: la vacca cabannina. Ebbene sì, vacca! “… Dire mucca è come chiamare micio il gatto”. Erano queste le parole di Roberta, biologa e ricercatrice al Cnr di Milano, durante le lezioni di microbiologia lattiero – casearia e se ben riflettiamo, definiamo abitualmente il latte come vaccino e non mucchino. Quando sentiamo parlare di bruna, pezzata, fassona, chianina e simmenthal svizzera, ci si riferisce alle razze delle vacche, anche se il pensiero ci collega a bistecche o carne in scatola. A Genova ad inizio 1900 vi erano circa 40.000 capi di cabannina ma una legge del 1963 ne obbligò la sostituzione con razze più produttive. La caparbietà e

l’esperienza dei contadini locali capì che questa razza rustica locale sfruttava i pascoli in pendenza del nostro territorio. Tramite le mie ricerche contattai l’Associazione provinciale allevatori. Giampaolo e Marco, veterinari di grande competenza e passione, mi accompagnarono in Val d’Aveto e conobbi questa bellissima realtà. Sono stato accolto a braccia aperte da allevatori come la compianta Alba che proprio negli anni Sessanta nascose gli animali per salvarli. Ho conosciuto diverse famiglie, orgogliose del loro lavoro e della loro cultura che mi raccontavano aneddoti del passato. Qualche mese dopo iniziai ad assaggiare i formaggi prodotti solo sui ricordi degli anziani. Qualche anno dopo nel 2003 la prima degustazione dei formaggi della memoria e nel 2004 il mio pezzo su un periodico di settore a diffusione nazionale. Da allora molte cose sono cambiate e ragazze come Antonella o Rosanna dopo gli studi hanno scelto di continuare la tradizione di famiglia. Una prima tutela locale è arrivata con il marchio “U cabanin” per la formaggetta da latte crudo. Recentemente altri giovani hanno deciso di scommettere su territorio e biodiversità e sono nate nuove aziende. Prodotti del territorio come la prescinsêua o nuo-

Acrostico d’autore L’acrostico (dal greco akróstichon, composto di ákros, «estremo» e stíchos, «verso») è un componimento poetico all’interno del quale le sillabe o le lettere iniziali di ciascun verso formano in verticale una parola, una frase, un nome. I più antichi esempi in greco risalgono ad Arato di Soli e a Nicandro. Nella letteratura latina Cicerone testimonia che Ennio fu autore di acrostici; gli argomenti in versi delle commedie di Plauto, presentano in acrostici il titolo delle commedie stesse. Nel Medioevo molto famoso è l'acrostico con cui il Boccaccio dedicò l'opera a Maria d'Aquino. In questo numero, il nostro Alfonso Palo ha voluto dedicare gli acrostici a due amici con i quali ha condiviso e continua a condividere progetti e ‘battaglie’ sul territorio di Cornigliano per conseguire risultati utili per tutta la comunità.

Ricercatore Intelligente Conquista Con Arguzia Risultati Di grande Orgoglio

vi come lo stracchino o il dolce di latte sono di ottima qualità e per la mia gioia anche i formaggi hanno ricevuto alcuni premi. Da diversi anni Slow Food ha creato il presidio della razza cabannina tutelando così non solo l’animale, ma anche la sua doppia valenza di fornitrice di carne e latte compresa tutta la filiera dei derivati. Anche grazie a questa tutela, i produttori hanno acquisito consapevolezza delle potenzialità di questa razza rustica montana e si sono uniti nell’Aparc, Associazione produttori allevatori razza cabannina. Si è creata una rete, una richiesta costante e non più solo curiosità. Sul territorio sono presenti macellerie che vendono carne e salumi di cabannina, ristoranti che la usano e propongono i formaggi, gelaterie che usano il latte, anche se si contano ancora sulle dita di una mano. Dopo anni, anche per me vedere alcuni dei produttori a Cheese, nello spazio della nostra regione è stato un grosso passo, un’occasione per essere presenti, assieme ad altre aziende che rappresentano realtà casearie e agricole della Liguria per mostrare le proprie eccellenze in questa vetrina internazionale. Non un punto di arrivo, tutto questo interesse contribuisce ad allontanare il rischio di estinzione della razza ma crederla salva sarebbe un errore. I prossimi passi saranno l’affermazione, la diffusione sul territorio e la presenza al salone del gusto di Torino nel 2020.

Avvolto Nel Dolce Respiro di un Eterno Amore

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Il tempo che ha fatto AGOSTO 2019 Dati rilevati a Cornigliano

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Giorni pioggia: 5 Temporali: 2 Temp. Min.: 22,8°C Max.: 26,9° Autunno Sbalzi termici, piogge e temporali alternati ad ondate di caldo, ci hanno fatto vivere un avvio d'autunno dalle due facce, la prima parte di settembre è stata dinamica e bizzarra, caratterizzata da alcuni estremi: dalle piogge alla tardiva estate settembrina. Ma l'autunno corre ed ingrana la marcia. Sembrerebbe che la porta atlantica (quella delle perturbazioni per intenderci) si aprirà con più vigore facendoci vivere condizioni spiccatamente instabili per l'arrivo delle prime perturbazioni autunnali organizzate. Ottobre potrebbe presentarsi con vesti prettamente autunnali. Il Mediterraneo sarà spesso obiettivo di una serie di perturbazioni atlantiche. La preoccupazione più grande, tuttavia, è quella relativa allo sviluppo di blocchi pressori ad est responsabili anche in un recente passato di eventi alluvionali. Anche la Liguria sarà al centro dello scontro tra le masse di aria più fresca atlantica e l’aria ancora calda e mite presente sul bacino del mediterraneo: saranno pertanto possibili fenomeni anche violenti e nel caso di alta pressione ad est questi potrebbero anche diventare stazionari portando le precipitazioni piovose a livelli critici. Nicolò Scibetta www.meteoligure.it

“Ricordo dell’estate” di Adriano Sanna


ilCorniglianese/Personaggi, curiosità, Carissimi lettrici e lettori, spero che abbiate superato indenni il gran caldo afoso di questa estate e siate pronti per ripartire alla grande verso le consuete attività di studio e di lavoro, dopo aver passato splendide vacanze da incorniciare tra i vostri ricordi più belli. Io le ho trascorse come un ippopotamo in una pozza d’acqua nel centro dell’Africa. Consumavo in modo compulsivo gelati e bibite gasate (cosa da non fare, secondo gli esperti nutrizionisti), ho sguazzato in riva al mare inquinato o nella vasca da bagno di casa con cubetti di ghiaccio che si scioglievano immediatamente, ho anche messo la testa sotto al rubinetto per cercare di rinfrescare almeno le idee. Mi ripetevo continuamente: “l’importante è finire”, come in una famosa canzone di Mina. E finalmente ecco l’autunno! Siamo a settembre, dal latino September, settimo mese dell’antico calendario romano, dedicato dalla chiesa cattolica a Maria addolorata. Il 23 settembre alle ore 9,50 ha luogo l’equinozio autunnale: è un momento di equilibrio tra la luce e l’oscurità, poiché la notte ha la stessa durata del giorno, poi si assiste al progressivo diminuire delle ore di luce che alla fine del mese è di 1 h e 20’. Nell’ultimo scorcio d’estate ed inizio stagione autunnale siamo allietati da sagre, feste, mostre ed eventi culturali e sono tutte buone occasioni per incontrare gli amici un po’ trascurati durante le ferie, magari sorseggiando un ottimo bicchiere di vino o una bella birra. La birra è una bevanda alcolica fermentata, composta da acqua, malto, luppolo e lievito. È un’antichissima preparazione che risale all’epoca dei Sumeri, presso i Romani era sacra a Ceres, dea della fertilità e delle messi. Il suo nome deriva dalla parola germanica bier. C’è il detto: “Chi beve birra, campa cent’anni”, pare infatti che un uso moderato favorisca la buona salute, per i suoi ingredienti: è ricca di vitamine del gruppo B, sali minerali, fibre e lieviti utili per la flora intestinale. La birra può essere bionda, rossa o scura in base alla tostatura del malto; esistono in commercio anche birre analcoliche. Se non siete andati all’Oktoberfest in piazza della Vittoria, potete sempre rifarvi con una pizza e birra tra amici, magari in versione casalinga. In questo mese, in cui iniziamo a tirar

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fuori i golfini, le piacevoli passeggiate nei boschi dai colori particolarmente accesi e pittorici, possono essere finalizzate alla ricerca delle castagne e dei funghi: squisitezze gastronomiche del periodo, nel rispetto dell’ambiente e delle normative locali, ma attenzione al passaggio cinghiali, che pare quest’anno siano scesi sempre più a valle e nei centri abitati. Tra le buone regole del buon fungaiolo è obbligatorio usare cestini rigidi possibilmente di vimini, i funghi non commestibili vanno lasciati intatti perché hanno la loro funzione nell’ecosistema, bisogna rimuovere con delicatezza lo strato di foglie del sottobosco e prelevare i funghi alla base senza strappare le radici, soprattutto essere sicuri della loro edibilità per non intossicarsi. Le nostre gite negli habitat naturali non devono essere devastanti e rapinose. È necessario far attenzione all’aspetto ecologico del nostro pianeta e all’allarme rifiuti. Pare che per smaltire una bottiglia di plastica abbandonata in mare siano necessari 300 o 500 anni e molto dannose agli organismi marini sono anche le microplastiche, presenti in alcuni prodotti e derivate dalla disgregazione di contenitori. A proposito di escursioni vandaliche, Il Secolo XIX del 18 agosto riporta un articolo di Nicola Pinna in cui leggo che alcuni turisti sono stati scoperti a depredare le splendide spiagge della Sardegna di sabbia, pietre, conchiglie anche rare e perfino un teschio di delfino, peggio di Attila del quale si diceva che dopo il suo passaggio non crescesse più l’erba. Sul medesimo quotidiano, in un altro

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Settembre, equinozio d’autunno Si riparte a tutta birra di Astri Lidia Frascio articolo datato 25 agosto di Patrizia Spora, leggo che alle Cinque Terre è stato affisso un cartello per i camminatori, in cui si invita a non cogliere l’uva dei famosi vigneti, perché si metterebbe a rischio la prossima vendemmia. Nel territorio tra Riomaggiore e Monterosso i visitatori sono migliaia al giorno e se ognuno ne mangiasse solo un acino, poca ne rimarrebbe ai coltivatori, che svolgono un faticosissimo lavoro. Bisogna cambiare le cattive abitudini. La più originale e poetica lezione di ecologia, quest’anno mi è stata impartita da un bel bambino biondo di circa 5 anni, con un sorriso meraviglioso senza denti davanti. Passeggiavo al mare sulla battigia, in cerca di vetrini colorati (quelli sono permessi?), quando il piccolo mi si è avvicinato e mi ha mostrato un pugnetto di fondi di bottiglia verdi, offrendomeli e chiedendo: “Cerchi questi?”. “Beh, li cerco blu, perché sono più rari” ho risposto. Il dialogo è proseguito: “Vedi le pietre come questa tutta iridescente?” mi ha mostrato un bellissimo sasso screziato e marmoreo piuttosto grande e ha continuato: “Non si possono prendere, perché il mare si arrabbia”. “Davvero?”.

“Sì”. L’ho sollevato e tenuto in mano per vederlo da vicino, ma un’onda spumeggiante mi ha sferzato i piedi. Il bimbo: “Devi rimetterlo giù, altrimenti il mare ti schiaffeggia”. L’ho gettato a caso in acqua, subito il mare si è ingrossato, probabilmente perché in lontananza passava una nave da crociera e un flutto spumeggiate mi ha destabilizzato. Il bimbo: “Vedi, è ancora più adirato, perché devi metterlo esattamente al suo posto dove era prima, ma non è così facile.”Ho cercato la fossetta dove mi era sembrato si trovasse precedentemente e con molta circospezione l’ho individuata e lì l’ho collocato. Ho guardato il mio maestro e improvvisamente, forse perché la nave era ormai entrata in porto, il mare si è calmato. Ho detto: “Grazie, sei molto saggio, non farò più un simile errore.” Mi sono chiesta per giorni chi gli potesse aver insegnato tale visione olistica e rispettosa del mondo, ma non è importante: è stato un incontro speciale, quasi magico, certi bambini nascono “già imparati” e varrebbe la pena di ascoltarli di più. Baci birrosi ed abbracci ecologici. Astri

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Incontri, conferenze, feste, mostre, appuntamenti da ottobre fino al 24 novembre

Grazie alla collaborazione con Esaote il presidio medico del Great Campus degli Erzelli a Cornigliano sarà dotato di un ecografo. Pertanto verranno organizzate giornate di screening con supporto ecografico. La prima, che inaugurerà questa importante collaborazione, sarà dedicata alla prevenzio-

ne in ambito ginecologico. Potete recarvi il 7 ottobre dalle 9 alle 12, per una visita ginecologica di screening ad un prezzo convenzionato. Per maggiori dettagli contattare lo 010.6567111. Genova High Tech è il promotore di Great Campus, il Parco Scientifico e Tecnologico di Genova – Erzelli. Ght nasce all’inizio dello scorso decennio e vede nelle attività high-tech e nella relazione

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San Michele Arcangelo Festa a Cornigliano e Coronata

Le festività di san Michele arcangelo anche quest'anno accompagneranno per tre fine settimana la comunità di Coronata e Cornigliano. Con l'auspicio che tale occasione di festa a cui sono invitati tutti i residenti e non sono, sia anche l'occasione per far partire nuovi progetti di occupazione e fede sul territorio. Rosario Alberto Bevegni, priore

Settembre 2019  Durante la sagra di S. Michele a Coronata la comunità si incontra per far festa. Domenica 6 ottobre la festa continua con la sagra sul piazzale e una favolosa pesca di beneficenza. E poi il Mercatino delle pulci: "Ruzzu & Buzzu", i frisceu de San Miche Morsi & Sorsi, i ricordi del Santuario, il banchetto "Un libro per Haiti". Il ricavato a favore della missionaria Madda. Sa-

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bato 12 ottobre edizione della serata delle trenette col pesto di Coronata. Domenica 13 ottobre i frisceu de S. Miche. Banco delle verdure locali e favolosa pesca di beneficenza. I ricordi del santuario, mercatino delle pulci: "Ruzzu & Buzzu", crepes calde Sorsi & Morsi. Per tutta la durata della sagra da visitare i luoghi della manifestazione. La redazione


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Affittare (bene) casa per il mercato turistico E Cornigliano ha tutte le carte in regola Il mercato sta vivendo tre particolarissime condizioni che rendono l’acquisto di un immobile e la conseguente rendita da affitto molto conveniente: i prezzi sono bassi: fatta eccezione per le grandi città (e neanche per tutti i quartieri), i prezzi degli immobili non si sono ancora ripresi dalla crisi e dalla bolla immobiliare; il mercato pieno di ottime occasioni, a prescindere da dove tu abbia deciso di comprare; gli affitti sono in aumento: dato anche il fatto che gli acquisti sono stati fermi per un po’, i prezzi degli affitti sono in aumento. Le rendite sono particolarmente buone e continueranno ad esserlo almeno per il futuro prossimo; nulla lascia pensare che nel breve e medio periodo si smetta andare a vivere in affitto, soprattutto se permarrà una situazione economica dove n pochi possono comprare; i tassi di interesse sono al minimo storico. Possiamo anche considerare il nostro capoluogo come una città dalla impronta sempre più turistica. I dati sono in crescita e possono essere molto attraenti per una delegazione come la nostra dotata di tutti i servizi logistici per raggiungere il centro. Vediamo nel particolare. Per il mercato turistico esistono dei criteri per la valutazione di un alloggio che differiscono da quelli del mercato immobiliare classico: appartamenti tradizionalmente difficili da vendere o affitta-

re a un pubblico residenziale possono essere invece molto attraenti per viaggiatori e turisti. È il caso innanzitutto degli appartamenti in prossimità delle stazioni, che sono spesso anche il luogo di raccolta dei servizi logistici da e verso gli aeroporti. Il Cristoforo Colombo è a un passo... Mentre i residenti preferiscono zone più raccolte e meno di transito, il turismo cittadino è un turismo di passaggio; talvolta la città è una semplice tappa di un viaggio più lungo, quindi una sistemazione comoda per gli spostamenti è un notevole vantaggio da sfruttare in sede di tariffazione. Anche gli appartamenti a piano terra o nei seminterrati sono un’opportunità da cogliere per chi cerca investimenti alternativi: per quanto abbiano meno attrattiva rispetto a sistemazioni più spettacolari, rappresentano un’ottima scelta per chi cerca una sistemazione pratica da cui poter visitare la città. Infine, appartamenti decentrati accanto a business centre, università e zone di interesse professionale (Erzelli) come ospedali e poli ingegneristici, sono una buona opportunità per lavorare con i business traveller, viaggiatori che soggiornano in città per ragioni di lavoro, che mettono la prossimità al luogo di lavoro al primo posto nella scelta di un alloggio.

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Lo zaffiro, miracolo (blu) della Natura Ben ritrovati dopo la pausa estiva. Come promesso l'articolo di questo mese dedicato agli zaffiri naturali e sintetici troverà seguito attraverso un incontro a Villa Bickley, sede della Biblioteca civica Guerrazzi di Cornigliano, dove vi parlerò di corretta terminologia e di caratteristiche fisiche ed ottiche dello zaffiro che, vi ricordo, è una varietà di corindone, un ossido di alluminio e il suo splendido colore è generato da titanio e ferro, da sempre tra le gemme più preziose e desiderate. Tanti gli zaffiri celebri che per la loro caratura e il loro colore unico sono appartenuti a regine, duchi, parte del tesoro degli zar di Russia, passati nei secoli alla Corona di Francia e ancora amati e desiderati, vengono oggi custoditi nei più prestigiosi musei del Mondo. Pensiamo al fascino della Natura, milioni e milioni di anni per formare le gemme; l'intensità del blu dello zaffiro, le zonature di colore quasi visibili ad occhio nudo, la gemma nella sua espressione unica. Il miracolo della Natura, che l'uomo nei primi anni del 1900 ha voluto ricreare

in laboratorio, trionfo della tecnologia, sperimentazione scientifica che in poche settimane, pochi mesi, realizza cristalli sintetici, boulles dalle forme allungate con sfumature e tonalità determinate "a tavolino" in attesa delle varie fasi di lavorazione, per poi essere racchiuse nell'arte orafa. Gioielli realizzati con prodotti di sintesi invadono il mercato, li troviamo negli anelli delle nostre nonne, l'oro accompagna il colore che assume il ruolo di ornamento, nulla di più, e così, per anni il "colore" diventa decorativo, parte della composizione orafa, perdendo la sua unicità. Ad oggi, grazie all'informazione e alla più attenta scelta del mercato, la naturalità ha importanza determinante come in quel passato di re e regine che tanto ci ha affascinato! Nel rinnovarvi l'appuntamento in Villa richiamo un'ultima volta la vostra attenzione sulle immagini che ho scelto: uno zaffiro naturale (foto a sinistra) che mostra le zonature di crescita e uno zaffiro sintetico (foto a destra)! Stefania Ferrari, gemmologa

Andrea Scibetta Amministratore condominiale

Spaghetti alle verdure in salsa di acciughe Dosi per 8 persone. Pulisci, lava e trita una costa di sedano, riduci a dadini un avocado, scalda 2/3 cucchiai di olio in una padella antiaderente, rosola una cipolla tagliata a fettine sottili poi aggiungi il sedano, l’avocado con il sale. Mescola e cuoci (con coperchio) per 15 minuti. Pulisci e trita un ramo di finocchietto, sciacqua 3 acciughe sotto sale in acqua corrente, asporta la lisca ed eventuali spine, lasciale a bagno in acqua e aceto per 5 minuti, asciugale e tagliale ha pezzetti. Scalda 3 cucchiai d’olio in un tegame, aggiungi le acciughe e stempera fino a che ottieni una salsina fluida. Lessa al dente 350g di spaghetti, scolali e uniscili alle verdure, aggiungi la salsa di acciughe, mescola e falli saltare a fiamma media per qualche istante, metti la pasta nella pirofila cospargendola di finocchietto e servila. P.S.: al posto dell’avocado, per chi volesse, questa ricetta si può realizzare anche con la zucca.

Filetti di platessa gratinati agli aromi Per 4 persone: elimina le parti verdi di un cipollotto, lavalo e asciugalo, spella uno spicchio d’aglio, lascia a bagno un cucchiaio di capperi sotto sale per qualche minuto, poi sciacquali. Lava un ciuffo di prezzemolo e un rametto di timo e asciugalo, trita finemente il cipollotto, l’aglio, i capperi e il prezzemolo insieme al timo, grattugia ½ limone e mescola con il trito. Versa il tutto in una ciotola aggiungendo 2 fette di pan carré tritate senza la crosta, condisci con 4/5 cucchiai d’olio, sale, pepe e mescola bene. Spennella 800 g di filetto di platessa con poco olio e passali uno per uno negli aromi, sistemali su una placca foderata con carta da forno, condisci con un filo d’olio, insaporisci con una manciata di pepe e sale quanto basta. Metti il tutto in forno già caldo ad 180° e cuoci sotto il grill per circa 10/15 minuti per parte.

Le ricette di Nonna Papera (Leda Buti) Crostata sprint di pere Per 8/10 persone: 350 g di pasta frolla, 2 grosse pere mature, 100 g di zucchero e 1 cucchiaino di cannella in polvere. Preriscalda il forno a 180°, imburra uno stampo a cerniera da 25 cm. Stendi ¾ della pasta su un piano leggermente infarinato, con uno spessore di 1 cm, rivesti lo stampo, taglia le pere a cubetti e cospargilo di zucchero e cannella. Distribuisci poi le pere sulla pasta nello stampo, taglia a striscioline la pasta rimanente e stendila in diagonale sulla superficie del dolce. Fai cuocere per 25 minuti finché la pasta sarà dorata.


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Cerco - Offro

Limone, il frutto della salute e della vitalità ri e a contrastare l’ossidazione del colesterolo nelle arterie, processo alla base dell’arteriosclerosi. Il consumo di succo di limone durante i pasti è in grado di migliorare la digestione in quanto stimola la produzione dei succhi gastrici responsabili del processo digestivo. Il frutto ha proprietà depurative e disintossicanti ed è in grado di favorire l’eliminazione di scorie e tossine accumulate nell’organismo, attivando meglio gli organi per la giornata e stimolando l’eliminazione dei liquidi in eccesso. La carenza di ferro è una delle più diffuse nei paesi sviluppati ed è la principale causa di anemia: per questo abbinare di cibi ricchi di vitamina C, come il limone, con quelli ricchi di ferro ne massimizza l’assorbimento da parte dell’organismo. Grazie alla presenza di acido citrico, il frutto è in grado di contrastare la formazione dei calcoli ai reni e di favorirne l’eliminazione. Tramite i suoi componenti svolge un’azione disinfettante e può essere usato in caso di infezioni alla gola o delle vie urinarie, accelerando il processo di guarigione. Abbassa i livelli di colesterolo e consumarlo regolarmente rafforza il sistema immunitario grazie all’elevato contenuto di vitamina C che aiuta a contrastare raffreddore, influenza e scorbuto. Sempre grazie alla presenza di acido ascorbico, il limone è in grado di prevenire l’insorgenza di gotta perché è in grado di abbassare la quantità di acido urico presente nel corpo. Le proprietà antibatteriche e antimicrobiche tornano utili anche per disinfettare e curare le affezioni della pelle. L’olio essenziale risulta molto utile per contrastare i brufoli, le impurità della pelle e per rinforzare i capillari. Aggiungi un cucchiaino di miele al succo di mezzo limone, mescola e applica la maschera sul viso direttamente sui punti incriminati. Dopo 15 minuti risciacqua la zona e noterai subito i benefici. Per un’azione più “drastica” taglia un limone e strofina delicatamente una fetta sui punti da trattare. In caso di eritemi, macchie della pelle ed efelidi, puoi fare degli impacchi, ti basterà inumidire dei dischetti di cotone con la tua tisana al limone e lasciarli in posa sul viso per lenire e schiarire la cute. Per purificare la pelle prepara sempre una tisana, lasciala raffreddare e detergi il viso con l’infuso tiepido. Puoi usare la stessa tisana anche per risciacquare i capelli dopo lo shampoo e renderli più morbidi, lucidi, forti e contrastarne la caduta stagionale. Rossana Cattide www.balocchi-e-profumi.it

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La fine della stagione estiva per me segna sempre l’inizio del nuovo anno perché si riprendono i ritmi lavorativi e si pianificano impegni ed obiettivi. Per affrontare al meglio questo periodo parto creandomi delle situazioni di ordine sia interiore che negli spazi che vivo ed in tutto questo gioca un ruolo fondamentale anche l’alimentazione. Per questo motivo ho deciso di parlarti del limone, il frutto omonimo della pianta che oltre a svolgere un’ottima azione rinfrescante, aiuta a tutelare e a prevenire i primi sintomi da raffreddamento tipici del cambio di stagione. Il Citrus Limon appartiene alla famiglia delle Rutaceae e si ipotizza che i primi luoghi in cui sia cresciuto siano la Cina, la regione indiana dell’Assam ed il nord della Birmania. In verità i Romani conoscevano già i limoni e l'ipotesi è supportata dalle raffigurazioni di questi frutti in alcuni mosaici a Cartagine ed affreschi a Pompei. La pianta di limone può crescere fino a 6 metri di altezza e fiorisce circa 2 volte l’anno, con la fioritura che può durare anche 2 mesi. Quella primaverile produce i frutti migliori, la cui raccolta dura poi tutto l'inverno, mentre la seconda, a volte forzata nelle piantagioni commerciali, avviene in estate ed i frutti si possono raccogliere subito dopo quelli invernali. In condizioni favorevoli un albero adulto può dare da 600 a 800 frutti all'anno. Il limone ha la buccia gialla, che può essere liscia o ruvida, ricca di oli essenziali che vengono estratti per uso alimentare o destinati alla profumeria. La polpa è suddivisa in spicchi e al suo interno possono essere presenti o meno i semi. Esistono diverse varietà di limone ma tutti con le medesime proprietà nutrizionali. La pianta viene coltivata in tutto il mondo, in particolare in zone dal clima caldo quindi soprattutto nei paesi della fascia subtropicale. In Italia si coltivano in Sicilia, Calabria e Campania, ne sono un esempio quelli di Sorrento e della Costiera Amalfitana. Il limone contiene prevalentemente acqua, vitamina C, flavonoidi, antiossidanti e fitosteroli. Le proprietà e i benefici di questo frutto lo rendono adatto a un’infinità di utilizzi: terapeutici, ricette dolci e salate e, grazie al suo potere sgrassante e lucidante, addirittura per la pulizia della casa. Il succo viene usato come ingrediente di vari alimenti, bevande e nell'industria conserviera. Inoltre ci si produce la limonata oppure il famoso liquore limoncello. L’alto contenuto di vitamina C presente in esso aiuta a prevenire l’invecchiamento cellulare contrastando i danni ossidativi provocati dai radicali libe-

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Corniglianese 1919, al via gli eventi per il centenario I neroverdi scendono in campo con un nuovo logo, un sito e un museo Un torneo di vecchie glorie e giovani campioni nel programma dei festeggiamenti La Pro Loco di Cornigliano promuove e sostiene il ritorno sulle scene calcistiche della gloriosa Asd Corniglianese 1919 che, di fatto, era sparita con la fusione del luglio 2013 con la Virtusestri 1917 e VirtusCulmvPolisestri. Con l’iscrizione al campionato di seconda categoria della Fgci 2019/2020, girone D, proprio nell’anno del centenario della nascita, i neroverdi proseguono un cammino che era stato interrotto. A cinque anni dalla sua “scomparsa” sportiva, l’associazione calcistica è ripartita alla grande, come ha scritto anche Il Secolo XIX di lunedì 16 settembre, dopo che la squadra ha battuto in Coppa Liguria il Lido Square per 50. Per i cabalisti la vittoria ha un sapore particolare perché il rotondo 5 a 0 è avvenuto esattamente a cinque anni dalla fusione che vide il suo nome scomparire. La storia si è ripetuta perché vogliamo ricordare che in un lontano passato la Corniglianese 1919 era scomparsa dalle scene ben due volte. La prima nel 1938 quando fu costretta a cessare l’attività sportiva per fondersi con la Sampierdarenese e la Rivarolese, per dare vita al Liguria. La seconda volta fu nel 1955 quando si tramutò in AC Andrea Doria 1955 che optò infine, nel 1959, per la fusione con la Sestrese dando vita ad un ambizioso progetto Sestrese -Doria. Oggi la Pro Loco, sensibile a tutto ciò che accade sul territorio, nella riunione di consiglio del 19 settembre ha stabilito di festeggiare il centenario dando già delle indicazioni degli eventi che intende

stessa con proprie risorse interne. L’intendimento del sito è quello di ricostruire i 100 anni di storia attraverso le opportune ricerche presso la Fgci, gli almanacchi, i ricordi e le documentazioni personali. Il sito terrà sempre aggiornate le future stagioni sportive. Un altro è già stato avviato con la ricerca sul territorio di documenti, oggetti, reperti che possano riguardare l’associazione per realizzare un museo dedicato alla Corniglianese 1919. Tra le altre idee sono emerse indicazioni per la realizzazione di una grande reunion di tutti gli ex corniglianesi, siano stati giocatori, dirigenti, addetti alla squadra. Si darà vita ad un momento per celebrare gli attuali giocatori, un torneo giovanile di calcio con esibizione di vecchie glorie e la realizzazione di una felpa del centenario. Questi ultimi eventi saranno realizzati a cura del Gruppo sportivo oratoriale corniglianese del presidente Sergio Daga e dall’attuale Corniglianese 1919 del presidente Augusto Pintus. Intanto la società ha già realizzato il nuovo distintivo sociale che rappresenta in chiave più moderna rispetto al passato, il gruppo sportivo neroverde. Nel logo (foto in alto) alla bandiera di San Giorgio, vessillo della città di Genova, unisce il realizzare in città. Tra questi, alcuni sono già avviati tricolore a ricordare un passato glorioso che l’ha come l’acquisto del dominio “Corniglianese 1919” vista protagonista nelle serie maggiori quando nel per realizzare il sito internet, che rimarrà di pro1936/1937 militava in serie C. prietà della Pro Loco, e che sarà mantenuto dalla La redazione

BOXE CELANO E I SUOI CAMPIONI Ervis e Andrea, Giulia e Vincenzo. Tutti “studi e guantoni, scuola e ring”

Ervis Lala pugile della Celano boxe Genova, classe 1995, ha all’attivo più di 60 incontri da dilettante. È prossimo al professionismo: da gennaio 2020 disputerà per l’ultima volta i campionati italiani a dicembre. Andrea Fasan la nuova promessa della boxe frequenta la palestra da tre anni. Anche se è giovane si è già fatto conoscere a livello internazionale arrivando in finale al torneo Mura perdendo a seguito di un verdetto molto discusso, dopo un finale in

parità, 3 a 3. Ervis ed Andrea hanno molte cose in comune, oltre ad essere due fenomeni della boxe. Andrea adesso andrà alle superiori ed ha scelto di frequentare l’istituto alberghiero Nino Bergese, istituto frequentato anche dal campione Ervis. È stato lui a consigliare ad Andrea questa scelta. Ervis è sicuro che Andrea farà bene sia nella boxe che negli studi perché è un ragazzo molto intelligente e molto disponibile con tutti ed è un esempio anche per gli altri ragazzi che frequentano la palestra e fanno

parte della squadra giovanile ligure. Vincenzo Cafarelli e Giulia Carolis. Vincenzo e Giulia sono altre due promesse del settore giovanile ben seguiti dal maestro Enzo Celano e dal responsabile del settore giovanile, Vincenzo Cafarelli. Enzo e Paolo Celano sono sicuri che i ragazzi che stanno per far crescere nel quartiere di Cornigliano molto presto si faranno conoscere a livello internazionale. La redazione


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Settembre 2019 >>> nella fattispecie rossoblù genoano, che, imperterrito, nella sua più totale cecità, continua a dare fiducia alla sua squadra, che vinceva sì scudetti e coppe, ma agli inizi del novecento, epoca in cui i nostri bisnonni erano bambini o i nonni non erano ancora nati. Tutto questo per dire che è di nuovo tempo di abbonamenti, e, nonostante le ripetute minacce di disertare lo stadio, tutto procede come da copione e, alla fine, le sottoscrizioni si aggirano intorno a 18500 abbonamenti, cifra di poco inferiore ai dati del Genoa di Milito e Thiago Motta. Quest'anno, come di consueto, sono andato a rinnovare la tessera presso il club di Sestri Ponente, intitolato a Emilio Parodi in mesua risposta quando gli hanno moria del tifoso genoano sestrese chiesto se si fosse convinto che lo "Milio" che lo ha presieduto per schieramento tattico odierno: 3 – 4 oltre cinquant'anni, una persona – 1 -2, che andava contro il suo speciale, un riferimento per tutti, canonico: 4 – 3 – 3, fosse il miun grande organizzatore. gliore, ha detto che le disposizioni Il club ha spostato la sede da via tattiche vanno bene quando sono i Biancheri a un locale a piano terra giocatori stessi a crederci e a lotta- in via Vigna, in prossimità delle re collettivamente per ottenere ri- vecchie prigioni di Sestri e di piazsultati utili… speriamo l’abbiano za Baracca e riesce a sopravvivere capito. Sorrido pensando alla buo- grazie alla buona volontà dei soci. nanima di mia madre, che non di- A dar man forte agli entusiasmi, si stingueva un campo di calcio da è aggiunto, quasi come un arcobauno di bazànn-e (fave) che quando leno dopo un temporale, l'acquisto sentiva accese discussioni sulle del centrocampista Schone dall'Apartite di calcio diceva: “L’è inutile jax di Amsterdam, giocatore di discutte de balon, politica e religrandissima esperienza internaziogion, intanto nisciun o cangia mai nale, accolto all'aeroporto come il idea”. salvatore della Patria. Altri arrivi Perle di saggezza. importanti sono Pinamonti, Zapata, Barreca, Ghiglione, Ankersen e guidopallotti39@gmail.com la conferma dei prestiti di Radu e

Sampdoria Il mea culpa di Di Francesco Mi sarei accontentato del pareggio nella partita finita da poco del Doria 1 – Torino 0, avendo ancora nelle retine, le tre inguardabili ma purtroppo viste, prestazioni della Samp contro la Lazio, il Sassuolo e il Napoli, finite con 9 gol subiti e uno solo segnato; invece sono arrivati 3 punti indispensabili per ben sperare. Dopo la débacle di Firenze ci aiuti la dea Eupalla in casa con la squadra schiacciasassi che è l’attuale Inter, prima in classifica. Continuo a sostenere che Ferrero ci ha guidati dignitosamente nel periodo della sua presidenza, tenendo la squadra nella parte sinistra della classifica, a parte il disastroso campionato col cambio d’allenatore Zenga–Montella. Mi diverto spesso a sognare questa formazione, se per motivi di bilancio non avesse dovuto vendere i pezzi migliori e qualora fosse successo sarebbe rimasto mister Giampaolo col suo 4– 3–1–2. Romero - Mustafi, Andersen, Skriniar, Murru – Fernando, Torreira, Praet – Correa – Shik, Quagliarella. E chi volesse sbizzarrirsi potrebbe inserire Eder, Soriano, Muriel. Purtroppo, non è più il tempo dei mecenati: Agnelli, Moratti, Berlusconi, Mantovani, e bisogna fare i conti col fair play finanziario, quindi fino al campionato scorso la conduzione Ferrero meritava la piena sufficienza, ma non l’attuale tira-molla sulla cessione della società, con l’obiettivo di ricavare troppo, fingendo d’ignorare che la Sampdoria gli è stata regalata. Ancora prima che fosse chiamato Di Francesco ad allenare il Doria, intanto che si facevano varie ipotesi, io speravo che la scelta cadesse sul tecnico abruzzese, perciò non mi rimangio ciò che avevo sperato e scritto, anche se, in base ai risultati delle prime 3 partite ma specialmente dal catastrofico gioco, specialmente quello difensivo, mai nei tre anni di conduzione di Giampaolo avevo visto tanti avversari presentarsi soli e indisturbati davanti ai nostri portieri, basta ricordare che Berardi del Sassuolo ci ha segnato nel primo tempo 3 gol in 16 minuti, due dei quali, solo e indisturbato nei pressi del dischetto del rigore, imitato nei primi minuti della ripresa da Traorè, solo e ignorato di fronte ad Audero. Ciò che più mi preoccupava era la fragilità caratteriale dei calciatori di volta in volta schierati e mi sembrava pure che in confusione fosse il mister che cambiava continuamente formazione e schemi. Oggi tuttavia, ascoltandolo a fine partita ai microfoni Sky, mi a colpito la

Genoa Corsa agli abbonamenti

"Più mi tradisci e più ti amo" è uno dei pensieri di maggior effetto che possano essere concepiti da chi vive una passione intensa e totale verso qualcuno. Lo stesso immenso Fabrizio De André fa considerazioni simili in uno dei suoi capolavori quando canta che in via del Campo, luogo malfamato frequentato dalla propria innamorata, ci va un illuso a pregarla di sposarlo. Spesso però accade che, dopo una luna di miele più o meno lunga, a seguito di qualche traversia e situazioni di incomprensione, non necessariamente tradimento, si pervenga perentoriamente a separazione e conseguente divorzio. Non è il caso del tifoso di calcio,

Romero. Oltre a loro sono stati confermati capitan Criscito, Kouamè, Pandev, Radovanovic, Lerager, Sturaro. Il bilancio delle prime 4 partite è di assoluti chiaroscuri, che fanno pensare a una stagione ancora da decifrare visto che è tuttora da formare una formazione titolare. I primi 2 incontri con Roma e Fiorentina avevano forse illuso perché si erano visti gol e bel gioco, ma gli ultimi incontri con Atalanta e Cagliari hanno evidenziato fragilità caratteriale e scarsa determinazione a portare a termine gare pressoché finite in parità. Mentre con la Dea si poteva recriminare per la prodezza al 95' minuto di Zapata, a Cagliari, raggiunto il pari al minuto 83', abbiamo subìto il gol al minuto 84' e pure su autorete. Comunque sia, si guarda avanti, dopo il punticino casalingo con il Bologna di Sinisa Mihajlovic a cui vanno tutti i nostri migliori auguri di pronta guarigione. roberto.bruzzone@alice.it

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eravamo, come siamo

Il tempio dell’amicizia Sul filo dei ricordi Fra Cornigliano e Bergassana di guidopallotti39@gmail.com Con Erasmo ci siamo conosciuti in piazza Palmetta, dove lui abitava e che io ho frequentato fino all’età di 16 anni. Era l’estate del 1945, lui aveva 4 anni, io sei. Otto anni dopo si è unito Giuliano col quale c’è stata immediata Empatia. Durante gli inverni non ci vedevamo però l’estate del 1955 fu mitica: in autunno nessuno di noi sarebbe tornato a scuola e tutti noi ci trovammo un lavoro: impegni provvisori e mal retribuiti che però ci hanno insegnato che qualsiasi occupazione va presa con puntuale serietà. Giuliano (Giulli) andò a lavorare in una piccola officina di moto, in via Parodi, una traversa chiusa di via Fillak, zona Campasso, dove c’era un bar trattoria che diventò così il nostro punto di ritrovo. Fu in quel locale che si unì a noi Walter, trasferitosi in quella via, provenendo da Teglia. La compagnia si allargò, però Erasmo, Giuliano, Walter ed io diventammo indivisibili e ci separammo solo allo spuntar dei primi amori, diversamente uscivamo sempre assieme. Giulli si fece la Vespa ed io diventai il suo passeggero fisso, mentre il compagno di Walter, sulla sua Iso moto fu Erasmo. Mettevamo a disposizioni i pochi soldi che avevano per la benzina e se ne rimanevano andavamo in qualche cinema varietà, oppure a bighellonare nei caruggi, posti dove allora si poteva camminare senza correre pericolo alcuno. La famiglia di Erasmo si trasferì a Marassi, però la domenica si univa a noi, mangiava in casa mia Walter che, la sera, lo riaccompagnava a Marassi. Successe qualche anno dopo a me, che nel frattempo ero stato assunto dalle Poste, di avere una supplenza come portalettere, in via Tortona, il lunedì. Al mio passaggio la madre di Erasmo era ad attendermi alla finestra e per due settimane, dal lunedì al sabato, mangiai a casa loro. Nessuno di noi aveva la fidanzata, il primo a capitolare fu Giuliano. Eravamo insieme

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svelta la cena, per poter avere il tempo di giocare a carte (a bestia). L’antitesi del tempio dell’amicizia: abitare a Cornigliano ai tempi della piena attività dell’Italsider, non era certo come stare in Val d’Aosta, fu per questo che comunicai agli amici che stavo cercando una casa in un luogo di campagna, dove mandare, Bergassana (Sp). L’autore del racconto è il primo da sinistra insieme a mia madre, i quando conoscemmo lei e una sua miei figli. Nel frattempo era nata ancugina, due ragazze di Cornigliano. che Lisella, a ripulirsi i teneri polmoni, Entrambe attratte da Giulli, avevano nel corso delle vacanze scolastiche deciso di rimettersi alla scelta del mio estive. Fu Iolanda a proporre di affitamico e, nel frattempo, uscivamo tutti tare, con un canone irrisorio la casa di quattro assieme e, quando Giulli pre- sua madre a Bergassana, paese che ferì Bianca, mi accorsi della delusione Bianca, Giuliano, Lina ed io, neppure della cugina e mi defilai con dignità. sapevamo che esistesse e tanto meno Rimanemmo tre amici al bar. Una che esistesse la Val di Vara. Ci piacsera Walter tornò dopo essere stato a que, ci adattammo, l’unica cosa che ballare, Erasmo ed io eravamo andati ciascuno di noi aveva per conto proaltrove e quando ci ritrovammo nel prio era la camera da letto: per il resto bar–trattoria, Walter aveva gli occhi per otto anni, la spesa e il cibo erano fatti a cuore: aveva incontrato Iolanda. collettivi e a Lina ed io, che avevamo Dal punto di vista lavorativo, ci erava- una figlia in più, mai fu chiesto di pamo tutti sistemati: io alle Poste, Giu- gare la differenza. La cosa eccezionale liano alla Siac, Walter carrozziere ed era che i figli erano accuditi dalle maErasmo lavorava presso un grande dri di noi uomini, che sempre andaronegozio di ferramenta in via Pre’. no d’accordo, aiutandosi l’una con Mi fidanzai anch’io, con Lina, pure l’altra. Nel periodo delle nostre ferie a lei di Cornigliano e la stessa cosa fece turno riportavamo le nonne a casa per Erasmo con Dina, una ragazza che poi ricondurle su al paese, quando lavorava insieme a lui. Walter partì finivano i nostri giorni di riposo. per il militare e momentaneamente ci Avevamo intanto coinvolto altri separammo e quando tornò la prima volonterosi del paese. Fondammo una cosa che fece fu quella di sposare Io- società sportiva e cominciai a tempelanda: era l’aprile del 1964. Con Era- stare il Comune di Sesta Godano di smo fummo i testimoni mentre lui e lettere perché ci spianasse un terreno Walter lo furono di me e Lina. Giulia- dove costruirci un campetto da calcio. no e Bianca seguirono il nostro esem- Fu un lavoro collettivo per impiantare pio un anno dopo e, passati dodici me- porte, spogliatoi, recintarlo. Dopo di si, convolarono a nozze Erasmo e Di- che organizzammo ogni anno un torna. Nel ’65 da Walter e Iolanda nacque neo con la partecipazione delle squaTiziana e, in ordine cronologico, nel dre dei vari paesi del circondario. Nel ’66 Roberto, figlio di Lina e mio, nel frattempo Walter, un perfezionista, ’67 Marina da Giulli e Bianca, nel ’68 aveva comprato una tastiera professioFabrizio di Erasmo e Dina. Nel frat- nale, la suonava a meraviglia e le sere tempo Erasmo aveva intrapreso il la- delle premiazioni del torneo, il sindavoro di rappresentante, stava molto co stesso ci onorava della sua presenza tempo in giro e in più avevano preso e ballavamo fino oltre la mezzanotte. casa ad Arenzano, quindi ci vedevamo Nello stesso campo ogni sera alle cinraramente. Le tre coppie rimaste di- que disputavamo accanite partite fra ventarono inseparabili, si erano uniti a di noi con interminabili bisticci non noi Gianni e Wanda, furono amici as- solo per un gol valido o meno ma ansidui, le domeniche ci radunavamo per che per un dubbio corner. cena in casa degli uni e degli altri, nei Il tempio dell’amicizia: comprampomeriggi in cui noi uomini andavamo mo poi un terreno, in località Treggio, allo stadio a vedere la Sampdoria, le situato circa mezzo chilometro dal mogli rimanevano nella casa di turno paese sul quale costruimmo una casa a a darsi man forte per preparare alla piano unico, composta di tre apparta-

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mentini di 45 mq ciascuno e, una volta che furono abitabili, con un minisorteggio, diventammo proprietari ognuno del proprio: era l’anno 1978. I nostri figli, Tiziana 13 anni, 12 Roberto, 11 Marina, Lisella 8, si erano integrati fin da piccoli con quelli del paese e con gli altri che come loro venivano a Bergassana a trascorrere il periodo estivo. Avevamo comprato un ping pong da gare, il calcio balilla, e dalle radio le musicassette sparavano Ricominciamo di Pappalardo e Ti amo di Umberto Tozzi... Il portico ed il prato prospiciente della nostra casa di Treggio erano diventati il luogo di raduno dei giovani, avevamo inoltre l’abitudine di scendere al mare di Bonassola, indimenticabili vacanze. A Sesta Godano c’era la piscina dei Frulli alla quale s’era aggiunta la discoteca. I figli, ulteriormente cresciuti scendevano in paese e le serate le trascorrevamo a giocare a carte: Walter, Iolanda, Lina, io, Giuliano e Bianca, quest’ultimi, essendosi la loro figlia sposata con un ragazzo di Sesta Godano, una volta in pensione, si erano trasferiti definitivamente nel loro appartamentino di Treggio, diventando i custodi del Tempio dell’amicizia. Da tempo i nostri figli ci hanno fatti diventare nonni: Beatrice venticinquenne, Ludovica, Giorgia e Nicole, ventunenni, che come già le loro madri crebbero insieme fra la campagna e il mare, quando ancor ora scendiamo a Bonassola, fra ombrelloni, sdraio, asciugamani e sedie, borse-frigo, creiamo un piccolo accampamento, individuabile dagli habitué di quella spiaggia che conosciamo dal 1972. Tutte le quattro coppie abbiamo festeggiato le nozze d’oro, Walter, Iolanda, Lina ed io già i 55 anni di matrimonio; Giuliano, Bianca ed Erasmo e Dina li compiranno nei prossimi due anni e tutte e tutti nessun escluso abbiamo subito le ingiurie degli anni, particolarmente chi scrive: ho trascorso da luglio 2018 a giugno 2019, quasi un anno in condizioni di salute tremende, dopo di che, parzialmente guarito, ho passato questa estate a Treggio, il 18 agosto ho compiuto 80 anni circondato dall’affetto degli amici di sempre. Mi sono rinfrancato nel corpo e nello spirito, grazie alle potenzialità taumaturgiche del Tempio dell’amicizia e a Giuliano e Bianca che hanno fatto quasi da badanti a Lina e me. Eterna riconoscenza a tutti coloro che mi hanno onorato donandomi un’incondizionata amicizia, che spero d’aver ripagato con uguale trasporto.

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lettere alla redazione

AUTOSTRADE E BENETTON 14 mesi per sentire la parola “scusate”

chi doveva controllare, chi doveva decidere dove effettuare gli investimenti e quali strade chiudere? Non vorrei che il sacrificio di qualche Posso scrivere di Benetton e manager dei Benetton (con della maledizione di Autostra- liquidazioni da capogiro tasde? Il 2018 è stato un anno sate al 43%) mettesse a tacere funesto per questa famiglia le colpe più ampie di chi non numerosa e nota ha fatto il proprio dovere d’imprenditori della provincia all’interno della nostra veneta. Neppure le realtà più "malandata burocrazia". solide sono immuni da imTina Peri provvise avversità. Un miracolo di intuizione e dedizione L’EUROPA E I MIGRANTI aveva portato i quattro fratelli Basterà rivedere della operosa provincia italia- il Trattato di Dublino? na, ad un successo planetario, di cui tutta l’Italia si vantava. Il governo giallo-rosso (rosa?) Ai tempi della Formula 1 di parte con i migliori propositi, Schumacher tutti erano incu- terminando, bontà loro, la riositi e ammirati per questa stagione dell’odio. Un straordinaria azienda di ma“volemose bene” sotto l’egida glioncini, inventata dal nulla, dei ripescati come se il camfuori dagli schemi. Poi è venu- biamento d’umore potesse to il tempo della diversificacancellare contraddizioni, zione, con vicende alterne di inerzie, incompetenze e gli scommesse perse e di puntate interessi contrapposti degli vincenti. Autostrade rappresponsor politici. Per prima sentava l’emblema di queste cosa si mira ad affrontare i ultime. In Italia era preistoria problemi delle diseguaglianze e nessuno a quel tempo voleva attraverso la redistribuzione occuparsi di concessioni, così della ricchezza. Prospettiva i Benetton si sono fatti avanti ammirevole se non si dimensotto traccia, ispirati da priva- ticasse che la ricchezza va pritizzazioni osservate all’estero. ma prodotta e che servono Con l’azzerarsi dell’inflazione, basi stabili e regole chiare per hanno monetizzato per intero continuare a produrla, affingli effetti delle automazioni ai ché ciascuno s’impegni per caselli e della maggiore effiun’intera vita, con inevitabile cienza nelle manutenzioni, sacrificio, investendo a rischio senza spingere su impopolari le proprie risorse in un Paese aumenti dei pedaggi. dove, finora, dove lo Stato ha All’improvviso, il disastro: vissuto di rendita sulle spalle l’imperdonabile crollo del dei lavoratori più onesti. Con ponte Morandi, preceduto e un’audience sempre più sogaccompagnato da lutti famigetta ad un’indolenza da apegliari, con la scomparsa, per ricena, diffusa via social, ora ultimo, di una figura cardine l’utopia catto-comunista ha della dinastia. Ora finalmente preso a cuore uno dei temi più (dopo 14 mesi…) c’è una rea- spinosi, divisivi e controversi zione lucida da parte di questa della quotidianità: il problema famiglia che deve salvare se dei migranti. Ecco quindi il stessa e anche la speranza di salto di qualità dell’apparato tutti noi di veder pagare chi con l’illuminazione di una ha sbagliato. Le autostrade redistribuzione estesa sono un bene comune e la all’Europa, consentendo sicurezza va tutelata prima di l’accesso a tutti coloro che tutto. Mi chiedo quindi quali desiderano migliorare le prosiano le responsabilità dei prie condizioni di vita. Il che è Ministeri a questo proposito: sempre auspicabile. Il ragio-

namento ci sta tutto ma serve qualcuno che paghi il conto (e magari guadagnarci qualcosa per il tempo profuso). Parola d’ordine: superare il trattato di Dublino. Chiediamo all’Europa di ridistribuire equamente il flusso di migranti che giungerà in Italia senza distinzione tra profughi o semplici migranti economici. Peccato non averci pensato prima. Beh, buona fortuna. Sandro Locatelli LA SCISSIONE DI RENZI Palla al centro con la nuova Dc "Scissione a freddo", definisco l'uscita di Matteo Renzi dal Partito democratico. La storia non insegna nulla: la sinistra, punto di riferimento di un bell’ideale politico, continua a perseverare, e sempre lo farà, nell'errore abituale, facente parte della propria indole, di insofferenza verso il premier ufficiale. La cosiddetta "via del socialismo" è costellata di mille rivoli di pensiero. Se Calenda minacciava, Matteo ha scisso: Renzi nulla ha capito della lezione di conservazione del potere che la Democrazia cristiana ha incarnato per decenni; ricordiamo bene la sua strategia: essere articolata in dieci, venti correnti differenti, ognuna con una o due personalità bene in vista; scontri durissimi, accuse reciproche, ideologia nel nome di Gesù che spaziava da un'irricevibile destra alla Tambroni, Scelba e Gava ad una sinistra fuori misura di Donat Cattin e De Mita o moderata di Zaccagnini (arrivata troppo tardi). Ma la forza paradossale e grottesca della Dc erano due correnti fortemente minoritarie: quelle del povero Aldo Moro e Giulio Andreotti: avevano un polo di attrazione altissimo, per via della loro notorietà. Difatti, nel marasma generale che avveniva nei congressi, tra invettive ed insulti (Flaminio Piccoli appari-

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va sempre infuriato come una belva) si elevava l'idea della "conservazione": uno si inventava un preambolo (Forlani), e d'incanto si individuava una sorta di accordo che accontentasse i guerrieri in campo. Non deve sorprendere Andreotti con la sua corrente siciliana sempre al vertice del comando: aggregava tutti o le fortune di esponenti veneti come Bisaglia e Rumor. Sentendosi minacciata, la Dc si chiudeva a riccio e rifiutava processi esterni. Anche il Pci di Berlinguer ha avuto problemi: a sinistra la nascita del Psiup, col Manifesto di Rossanda, Pintor e Magri, a destra il trasloco verso Craxi di non pochi esponenti. Dica chiaramente Renzi cosa vuole fare da grande: allearsi con chi cerca adepti del "centro"? Per quanto possa intendere, ignora l'animus degli italiani. Da noi non esiste un partito paragonabile alla Cdu tedesca. Le idee difformi dalla linea guida dei segretari si effettuano all'interno, non fuoriuscendo da esso. Il famigerato Fronte dell'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, o peggio ancora Finocchiaro Aprile in Sicilia, sono in agguato compresa la loro ingloriosa fine. Saluti. Beniamino Giusti IL MONDO ATTENDE IL VERO DI MAIO Dalle bibite al San Paolo ai vertici continentali Così gli unici due a cadere sotto il quotidiano tiro al bersaglio di stampa, tv ed opinione pubblica non allineate sulle posizioni del governo gialloverde sono stati il “capitano” ed il povero Toninelli (che per il ponte a Genova si è sempre fatto trovare puntuale). Il primo a causa una imperdonabile ingenuità (per sua stessa ammissione) anche se, in verità, sosteneva posizioni indifendibili tanto da essere stato sconfessato persino dal capo della polizia. Il secondo, il ministro delle Infrastrutture, combattuto tra la propria vocazione movimentista ed il ruolo governativo. La esortazione di Beppe Grillo alla nomina di personaggi più autorevoli ha riconosciuto al prof. Conte la metamorfosi, soprattutto a livello internazionale, da Arlecchino servitore di due padroni a figura di statista, d’altra parte l’esperienza è da sempre un valore aggiunto, e le qualità personali non sono mai state in discussione. E Di Maio? Resta davvero un fenomeno inspiegabile, agli Esteri: non lo preoccupano i potenziali confronti con la amministrazione Usa o con le vecchie volpi del Foreign Office o del Kgb. Aldo Rosa

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Settembre 2019 

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“Occhio a dove mettete i piedi mentre salite, il terreno qui ha il 70% di pendenza e non c’è un gradino uguale all’altro». Andrea risale il pendio con la nonchalance di chi fa questa salita dieci, venti volte al giorno. Alle sue spalle container colorati sembrano le tessere di un mosaico su un mare grigio di capannoni. Siamo a OrtoCollettivo, l’orto urbano più grande d’Europa, nella periferia industriale di Genova, a due passi da quel che fu il Ponte Morandi (prima foto in basso). Qui, i volontari di 4 valli – il comitato fondatore dell’orto – hanno recuperato 7 ettari di collina precedentemente abbandonati per raggiungere due grandi obiettivi: rigenerare il territorio e sensibilizzare la cittadinanza in tema di produzione e consumo consapevoli. Seguendo i principi della circolarità, il comitato ha terrazzato il versante utilizzando i tronchi delle acacie che occupavano l’altura, mettendola in sicurezza da frane e smottamenti: il materiale infestante è diventato così l’ossatura dell’orto, che adesso è coltivabile anche in posizione eretta (seconda foto in basso). Per rendersi conto delle dimensioni di OrtoCollettivo bisogna raggiungere il suo punto più alto: da qui si vede tutta l’area coltivata, suddivisa nelle grandi “trincee” rettangolari, dove fra erbette e ortaggi si alternano vitigni e alberi da frutto. «Quando siamo arrivati qui la prima volta, i rovi erano alti fino a 4 metri –

spiega Andrea Pescino, ingegnere in pensione e ideatore di OrtoCollettivo (primo, a destra, nella terza foto) – Ci siamo fatti spazio col machete per arrivare in cima alla collina, e ancora non l’abbiamo liberata del tutto». Andrea racconta che alla sommità li attendeva una sorpresa: una pianta di Bianchetta – vitigno autoctono ligure – si era arrampicata su per un grosso arbusto per resistere all’incuria e alle erbacce. «Era una superstite del vigneto che sorgeva qui. Abbiamo ripiantato la vite e adesso nell’orto ce ne sono 500». A OrtoCollettivo la parola d’ordine è autosufficienza. Tutto il materiale utilizzato è di recupero o regalato dagli utenti, e l’orto è pensato per reggersi il più possibile sulle proprie gambe. L’acqua piovana per l’irrigazione viene raccolta in vasche impermeabilizzate da vecchi teloni pubblicitari, persino i pollai sono stati costruiti in alto in maniera tale che le deiezioni, mischiandosi alla pioggia, scivolino giù per i terrazzamenti diventando fertilizzante naturale. Questo concetto di autonomia vale anche per le piante: per resistere al vento, vengono fatte crescere prostrate al terreno o usando gli arbusti come sostegno. Qui si seguono infatti i principi di equilibrio della permacultura: ogni specie viene lasciata crescere là dove il vento trasporta i suoi semi, in una disposizione casuale opposta alle pratiche della monocoltura”.

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