ilCorniglianese Agosto 2013

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Il depuratore, d’estate impossibile la convivenza >>> 2

Anno II

Numero 8

Mensile

“Correva l’anno ‘66: tutti al Palasport”> 22

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IL PREMIER A GENOVA IL 30 AGOSTO VISITERA’ I LUOGHI SIMBOLO DELLA CITTA’

Letta: “Erzelli, eccellenza per il rilancio del Paese”

Sull’altura degli Erzelli, Genova tenta il suo rilancio grazie alle parole d’ordine: ricerca, industria, innovazione (Foto Agostino Razzore)

< o Cornigiòtto> Agosto 2013

Agosto, Cornigliano ti conosco di Enrico Cirone Nella pausa, o tregua, estiva anche le emergenze si fanno un po’ più lontane, certo anche per merito -o colpa- nostra. E’ che, pensiamo, ognuno di noi, almeno per il breve periodo del riposo, vorrebbe allontanare quelli che sono stati i problemi o le emergenze che ci sono piovute (a proposito di pioggia: ricordate il temporale che spazzò Cornigliano la vigilia di Ferragosto?) addosso. Anche in questo numero torneremo a parlare di depuratore, di nomadi, di strade da rifare, di progetti futuri che rimangono ancora però misteriosi. Ma in questo piccolo spazio, aiutati appunto, dal periodo “feriale” vogliamo solo immaginare come sta cambiando e come cambierà la nostra delegazione e come sarà dopo il più vasto “cantiere aperto” del nord Ita-­ lia con l’ospedale, la strada a mare, via Cornigliano e gli Erzelli. Tutto questo sarà nostro, sarà di chi, con intelligenza, ha lottato per il cambiamento. Auguri, corniglianesi.


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I cittadini e il depuratore: convivenza impossibile Soprattutto d’estate

A distanza di poche decine di metri dalle case sorge il depuratore di Cornigliano Solerti e dinamici i nostri dirigenti genovesi in brevissimo tempo avevano individuato, proprio in mezzo alle abitazioni, l’area adatta - chissà poi perché proprio a Cornigliano - per sistemarci in bella vista un insostituibile depuratore, trovando tutti di comune accordo, solo per il bene dei cittadini e stavolta addirittura per il quartiere. Gli abitanti intorno, in questa stagione, affacciandosi alle finestre, hanno la soddisfazione di una fantastica veduta: questo depuratore alcuni anni fa era stato impreziosito da fantastici alberelli, tanti gemelli che, a debita distanza uno dall’altro, abbracciano in girotondo questa gloriosa opera. Ora, reduci da un’anomala primavera, armati di buona volontà, si sono vestiti a festa mettendoci il massimo impegno, adornandosi le chiome con candidi fiorellini bianchi: una vera meraviglia che ricorda tante romantiche nuvolette, piene di sogni e di illusioni. Nel vederli, tutti allineati come fossero tanti bimbi pronti ad una grande festa, invogliano a fare una passeggiata nei dintorni, convinti di poterci avvolgere nel loro profumo che tentano di espandere nell’aria con tanto impegno, e che sicura-­ mente sarebbero stati in grado di fare se fossero stati collocati al posto giusto, anziché essere forzati da qualche testa illustre a vivere una triste esistenza da impotenti come lo sono gli abitanti di questa zona, sempre costretti a subire l’implacabile mano di uomini pagati apposta per distruggere. Forse sono stati messi a dimora lì per condividere coi corniglianesi i loro disagi. Tentano di rallegrare quegli animi continuamente immersi in disgustosi olezzi, sempre in attesa degli imminenti aumenti delle bollette della spazzatura, battezzata ogni anno in modo diverso, usando sofisticate sigle che confondono le idee, sperando di addolcire le sempre più esose richieste con tanti zeri per un servizio che, nonostante la buona volontà, quei succubi cittadini, illusi da qualche sconto, collaborano convinti alla raccolta differenziata ma trovano la sola soddisfazione di pagare il doppio un servizio, sempre più scarso. Anche l’IMU conquista il suo posto d’onore perché il depuratore non è mica dappertutto, quindi le case intorno dovrebbero aver acquistato più valore e si sa che il bello si paga caro. Dopo l’anomala primavera è arrivata, prepotente, l’inevitabile afosa estate: i corniglianesi dei dintorni devono armarsi di coraggio e starsene chiusi in casa per evitare che l’invasione dei miasmi emessi dal nostro personale amico non costrin-­ ga molte persone a vivere un’altra estate da incubo: se si permettono di aprire le finestre, non impregnano solo gli ambienti abitativi ma dovranno anche assapo-

rare quello sgradevole e continuo fetore che si unisce al gusto di un bel piatto di fumanti spaghetti, facendo passare l’appetito. Più avanti quei meravigliosi fiorellini che mascherano il paesaggio non ci saranno più, anche loro cambieranno abito e ce li troveremo verdeggianti di tenere foglioline ma sempre con l’inutile intento di farci dimenticare quel nauseabondo odore di fogna. Dovremmo rivolgere di più la nostra attenzione a quegli amministratori, sempre gli stessi da tanto tempo, che incolpano i precedenti ma che ci hanno liberati dai fumi e olezzi dell’Italsider dandoci la possibilità di goderci una sola qualità di fetore ben distinguibile, avendo così la certezza della sua esclusiva provenienza. Ogni tanto si parla del trasporto verso mare di questo mastodontico aggeggio ma si sa che costruire nel bel centro del quartiere è sempre facile, rimediare, quasi impossibile; bisogna meditare bene e non commettere errori, forse è meglio lasciare tutto così com’è. Anche a Quarto hanno il loro bel depuratore ma non gli stessi disagi, chissà perché e, salvo confusioni mentali, anche gli amministratori dovrebbero essere gli stessi. Le lamentele a ponente sono sempre tante e uguali ma puntualmente inascoltate. I municipi locali sono cresciuti esageratamente quasi fossero amministratori di condominio, con tanto di presidente e consiglieri al seguito e nemmeno gratis. Allora ci domandiamo a che cosa servono: pensavamo fossero stati creati per risolvere i problemi locali, essendo Palazzo Tursi forse troppo carico di impegni, forse a corto di idee o forse le poltrone diventate dei potenti collanti a cui occorre trovare rimedio con qualche altrettanto potente solvente adatto alla circostanza, ma alla scoperta di questo antidoto, per ora, siamo ancora in alto mare. Ricordo sempre l’alacre lavoro eseguito esclusivamente di notte per evitare disagi al traffico ma che accompagnava i corniglianesi con trapananti rumori per interrare quelle condutture che ora alimentano il nostro inseparabile depuratore; mentre gli abitanti, assuefatti al dono dell’insonnia, potevano provare a cullare i loro sonni con quella appassionante musica. Spesso ci troviamo a porci delle domande senza risposta: cambiano i personaggi ma i guai restano e, sempre a ponente, soprattutto a Cornigliano. Ma perché la collina degli Erzelli, a picco sull’uscita dell’ aeroporto, è di Sestri Ponente a cui è anche collegata con navetta, l’aeroporto stesso con l’uscita al ca-­ sello di Cornigliano, la Marina, il municipio? Tutto è di Sestri ma il depuratore e le cose negative sono esclusive di Cornigliano. Neanche più la stazione fa il suo mestiere, il sottopasso si deve attraversare con mascherina antigas e un occhio ben puntato in terra per evitare indesiderabili sorprese con l’altro sempre vigile a tentare di evitare pericolosi incontri con chissà quali conseguenze, come degradati sono anche i vari sottopassi della trafficata omonima via, spesso utilizzati come latrine. E il sevizio pubblico? Anche i bus ci abbandonano, solo le tasse e i loro continui aumenti di ogni genere, ci accompagnano nel nostro percorso di vita locale. L’aumento delle spese e le colpe del degrado sono sempre di un altro, a subirle, sempre gli stessi. Rosanna Robiglio Alberelli delimitano ad est e a sud il depuratore

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Benvenuti agli Erzelli Parole d’ordine: ricerca, industria, innovazione A fine agosto toccherà al pre-­ sidente del consiglio, Enrico Letta, visitare il centro del progetto, sulla collina genovese degli Erzelli, dopo la presenza di Giorgio Napolitano. Un segno forte, un modo per dire che, nel mondo della ricerca, è spuntata questa nuova realtà con la quale l’Italia che tra-­ guarda il futuro dovrà fare i conti. Dalla badia alla Silicon Valley il passo è già breve eppure l’Italia che punta sull’high tech ci prova a Erzelli, dove Genova tenta il suo rilancio grazie alle parole d’ordine: ricerca, industria, innovazione. L’altura che domina il paesag-­ gio post industriale di Cornigliano e l’aeroporto Cristoforo Colombo ha lanciato il suo guanto di sfida: un progetto per attrarre i centri di ricerca delle multinazionali, una Casa della Scienza che darebbe lavoro a più di 15mila persone, una nuova sede per la facoltà di Ingegneria di Genova. Si tratta di 440mila metri quadrati di sviluppo, con più della metà destinati al verde. Un lago, una pista ciclabile lunga 10 km, palestre, campi sportivi, risto-

ranti multietnici, asili nido, negozi, librerie: ci sarà posto per tutto nella Silicon Valley italiana. Ma nei confronti della dorata California i tempi sono stati, all’italiana, lunghissimi: reperire la certezza della stabilità economica e la liquidità immediata per trasformare il progetto in un work in progress attivo da subito, è paragonabile a chi si muove con un bilanciere su un cavo d’acciaio. Ma, anche se lenta-­ mente, le cose sembrano avanzare inesorabili. l progetto parte da lontano grazie ad un mix generazionale over 70 unito alla spregiudicatezza di una classe trentenne “in una città che ha perso più di 200mila abitanti negli ultimi trenta’anni noi ne riportiamo almeno 15mila, facendoli venire dal mondo intero” – racconta Giuseppe Raseri, direttore del Parco Scientifico e Tecnologico di Genova High Tech. E infatti c’è già chi ha creduto nel progetto: la Ericcson e la Siemens hanno trasferito proprio in questa zona quasi duemila ricercatori nei nuovi laboratori. Anche se la prima ha portato

con sé anche problematiche occupazionali tutte da risolvere e, comunque, costantemente al vaglio dei sindacati genovesi. Ben presto arriverà anche Esaote, gioiello multinazionale di Carlo Castellano, specializzata in elettronica per apparecchi biomedicali. Per accogliere così tanti studenti dovranno migliorare anche le condizioni dei trasporti: è del numero scorso del nostro giornale, la pubblicazione del progetto della nuova funivia-cabinovia che colleIl nuovo insediamento degli Erzelli ancora in costruzione visto da ponente gherà gli Erzelli direttamente con l’aeroporto Cristoforo Co-­ tore di idee, investimenti, oc- l’accordo con l’Università per il lombo. Un connubio tra pub- cupazione qualificata. E’ pro-­ trasferimento della facoltà di blico e privato che in questo prio questa fertilizzazione in- Ingegneria. I soci, tutti privati, caso sembra la risposta ade- crociata, tra pubblico e privato, del progetto hanno già investiguata, almeno per il mondo tra ricerca pura e applicazioni to più di un miliardo e mezzo della ricerca e dell’Università: produttive, quella che finora di euro. E, mentre rimane “Con 84mila metri quadrati tanti giovani italiani erano aperto il dibattito pubblico e destinati tutti all’insegnamento costretti a cercare all’estero.” politico sulla destinazione del e alla ricerca l’Università di-­ Inoltre Genova High Tech sti- nuovo ospedale di Ponente (chi venterà parte di un ecosistema pulerà accordi con le migliori lo vorrebbe davanti a Palazzo capace di stimolare la creativi- start up dei giovani, offrendo Bombrini, chi lo ipotizza protà e l’innovazione attraverso loro anche partnership inter- prio alle pendici degli Erzelli) l’incontro diretto tra scienziati, nazionali. Si parla di un enor- anche le istituzioni sembrano tecnologi, studenti, manager, me incubatore in grado di dare fare la loro parte. Cornigliano imprenditori – racconta Maria un’offerta qualitativa rilevante. ha sempre aspettato. E’ ora che Silva, responsabile dello sviIl progetto Genova High Tech raccolga il suo credito con luppo di Genova High Tech. è nato esattamente dieci anni l’intera città. E. C. Nascerà un gigantesco incuba- fa: nel 2007 è stato firmato

Letta agli Erzelli, Burlando: “Visita decisiva per il futuro” del 30 agosto in occasione dell’intervento del premier alla festa nazionale del Pd che comincerà proprio quel giorno. Ad annunciarlo il presidente della Regione Liguria, Claudio Il premier Letta sarà agli Erzelli il 30 agosto Burlando. Il presidente del Consi- «Sarà l’occasione per verificare glio, Enrico Letta, compirà una come le eccellenze di Genova visita a Genova, in alcuni luo- possono contribuire al rilancio ghi simbolo della città come il del Paese». porto, l’Istituto italiano di tec-­ Burlando ha incontrato Letta nologia e gli Erzelli. La visita ai primi di agosto, «ed ho avuavverrà nel primo pomeriggio to la conferma - ha spiegato il

presidente della Regione - che il 30 agosto, prima del suo intervento alla festa nazionale del partito, visiterà alcuni luoghi della nostra città, luoghi che rappresentano la trasformazione del capoluogo e della nuova industrializzazione che punta sull’altissima tecnologia e specializzazione». Il presidente del Consiglio vedrà il porto dal mare, a partir e da Sestr i P onent e. «Nell’occasione - ha detto Burlando - gli illustrerò il tema del ribaltamento a mare dello stabilimento di Fincantieri e conoscerà il progetto della nuova diga foranea più a largo dell’attuale e decisiva per il porto del futuro».

Successivamente Letta v i s i t e rà l’Istituto ita-­ liano di tecnologia. «Faremo il punto sulla crescita dell’Iit, sulla sua espansione verso la Fiumara per i rapporti con Burlando: “Faremo il punto sulle nuove tecnologie” Finmeccanica e agli Erzelli dove saranno implementati gli a- to in trent’anni la propria pel-­ spetti della robotica, quelli le». La partecipazione di Letta medicali e delle neuroscienze. alla festa nazionale del Pd, Insomma, si parlerà del rap- prevede che il presidente del porto industria-tecnologia in Consiglio intervenga per le 18 una città che, con grande fatica dello stesso pomeriggio. ed enormi sacrifici, ha cambiaE. C.

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Un nuovo mercato nasce a Genova Peccato che...

Vetrano, Verona, Bertolotti Vie... in via di pedonalizzazione

“Il Mercato rinasce con una nuova veste non più solo spazio commerciale, ma anche luogo di aggregazione, che sarà gestito da un nuovo Consorzio del Mercato. La riapertura è prevista per la fine di settembre, mentre i lavori di riqualificazione sono iniziati lunedì 22 Il mercato comunale di Cornigliano come si presenta oggi luglio. Il nuovo La sua destinazione d’uso è tuttora in discussione mercato diventerà così un polo di attrazione che mette al centro l'eccellenza della produzione enogastronomica ligure, sulla base della filosofia del Buono, Pulito e Giusto. Al suo interno, infatti, si potranno trovare solo prodotti a km zero: dalla carne di Propata al pescato fresco, dalla frutta di stagione alle verdure del contadino. Anche i punti di ristorazione, che saranno presenti nel mercato, utilizzeranno i prodotti venduti nei banchi. Inoltre, per eliminare gli sprechi e garantire prodotti freschi ogni giorno, la sera è prevista un'asta per smerciare l'invenduto. Nuovi anche gli orari di apertura: dalle 8 alle 18 per la vendita, e fino a mezzanotte per la ristorazione e gli eventi. «Sarà un luogo molto innovativo - dice l'assessore comunale allo sviluppo economico, Francesco Oddone - che cambia pelle durante la giornata: la mattina mercato tradizionale e la sera luogo di aggregazione dove organizzare degli eventi. La riapertura del mercato - prosegue - è un ulteriore passo verso la riscoperta dei mercati rionali non solo a favore dei quartieri limitrofi, ma anche in funzione del turismo. Sarà quindi cura del Comune inserire questa struttura all'interno di percorsi turistico-culturali, in modo da farlo diventare, al pari del Mercato Orientale, un punto di interesse per i genovesi e non solo». «Chi viene in visita Genova – aggiunge l’assessore alla Cultura e al Turismo Carla Sibilla - non lo fa solo per l'Acquario e le grandi mostre di Palazzo Ducale, ma per avere una visione d'insieme della città passeggiando tra le sue strade. E nell'ambito di questa esperienza complessiva, il recupero di spazi come questo è fondamentale, perché arricchisce l'offerta turistica genovese. L'amministrazione intende includere il Mercato in itinerari di visita specifici, lavorando sulla cartellonistica e anche in accordo con MSC Crociere per quanto riguarda i flussi dei crocieristi», conclude. Tutto all'interno del mercato ruoterà attorno all'idea del consumo sostenibile e sarà un attrattore per i cittadini e i turisti che vorranno comprare e gustare solamente prodotti selezionati sulla base del buono e del conveniente, inoltre l'approccio a filiera corta lo farà diventare il mercato della Liguria. Il progetto è stato realizzato dal Gruppo informale, 15 giovani architetti che hanno pensato a questo spazio, non come un luogo a se stante, ma come parte integrante della piazza capace di interagire con il quartiere. L'idea è stata quella di allestire uno spazio centrale con i banchi attorno, tutte le strutture saranno in legno di castagno ligure lavorato da artigiani locali e l'illuminazione rigorosamente a basso consumo”. Bello, eh? Adesso però smettete di sognare perché il mercato di cui si parla è quello genovese del Carmine e non di Cornigliano. Oerre Liberamente tratto da mentelocale.it

Durante i lavori non sarà possibile "liberare" via Cornigliano il cui restyling, dunque, viene rimandato al momento in cui entrerà in funzione la nuova viabilità. «Ma per cominciare a dare un segnale concreto – spiegava l’allora assessore Mario Margini - nei prossimi mesi verranno pedonalizzate via Verona, via Vetrano e un tratto di via Bertolotti. Già oggi insieme al presidente di Ascom, Paolo Odone, cominceremo a ragionare su queste pedonalizzazioni con i commercianti di Cornigliano: vogliamo dare un primo segno di rilancio perché il rischio è di una crisi mentre va avanti la bonifica». Che dire se non che correva l’anno 2008 e, precisamente, il 2 di agosto. Esattamente 5 anni fa. Se i tempi sono questi per un intervento così semplice non possiamo fare a meno di pensare a via Cornigliano e siamo realmente preoccupati. Prendiamo atto delle doti di veggenza dell’ex asses-­ sore Margini—oggi presidente del porto di Arenzano—perché la crisi nel frattempo è arrivata ed il restyling delle vie Verona, Vetrano e Bertolotti è rimasto nella penna di qualcuno. Oerre

Ritiro rifiuti: se non ora, quando?

Mentre svolgiamo un servizio fotografico nel Borgo della Marina, piazza Battelli, riscontriamo la giustificata lamentela di alcuni residenti per il mancato ritiro dei rifiuti differenziati. E’ lunedì 12 agosto ed il consueto mercato rionale si è svolto il venerdì precedente. A questa protesta si sommano numerose altre segnalazioni giunte al nostro giornale di reiterati ritardi nello svuotamento dei contenitori della carta e della plastica. Alfonso Palo

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Via Coronata, lavori in corso alla moschea Ma qual è il vero progetto?

L’edificio di via Coronata di proprietà della comunità islamica

Addetti alla rimozione sollevano pannelli di amianto in sicurezza

Nel nostro numero di aprile 2013 abbiamo fatto notare attraverso documentazione fotografica la superficialità con cui veniva affrontata la manutenzione straordinaria dell’edificio in via Coro-­ nata che sarà adibito— noi sosteniamo— a luogo di culto per la comunità islamica. Allora ci venne detto da parte dei nostri amministratori pubblici che i lavori procedevano nella norma, che non c’erano pericoli di sorta e che si trattava di meri interventi utili alla conservazione dell’edificio. In ultimo che “non era stato richiesto il cambio di destinazione d’uso” (Bernini, vicesin-­ daco, ndr). Documentammo anche le preoccupazioni di alcuni cittadini di Cornigliano sul pericolo rimozione amianto (in allora si diceva addirittura che non ce n’era come documenta un appunto scritto a mano—fonte Asl— che riproduciamo parzialmente qui a fianco). Riprendiamo il di-

scorso consapevoli di aver visto giusto sui rischi che una manutenzione approssimativa poteva procurare alla salute della gente. Ora possiamo documentare come si doveva fare per rimuovere l’amianto che in effetti c’era. Ma viene da fare un altro ragionamento sulle modifiche che si stanno effettuando sull’immobile che, ripetiamo, dovrebbe essere come da SCIA presentata, solo Rimozione dell’amianto: fase di incapsulamento “mantenuto”. Il tetto è in fase di rifacimento, le finestre esistenti sono state modificate e create altre aperture che, se andiamo a vedere i vecchi progetti approvati anche dal nostro Consiglio di Circoscrizione nel 2004, hanno una qualche somiglianza con queste. Non solo, da un documento scritto dal dirigente dott. Paolo Berio, responsabile della Direzione Sviluppo Urbanistico e Grandi Progetti, vengono realizzati nuovi servizi igienici e spogliatoi che lo stesso non configura come strettamente conservativi. Viene da pensare ad una trasformazione dell’immobile che qualcuno continua ostinatamente a dire che rimarrà destinato ad attività produttive/artigianali. Non sarebbe giusto ed opportuno che l’amministrazione met-­ tesse a disposizione dei cittadini il vero progetto che viene realizzato in via Coronata? O ha ragione chi dice che si sta tramando il grande inganno a danno dei corniglianesi? S. P.


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C’era una volta il falegname Romano, il partigiano, e la passione per l’ebano

I giovanissimi e le elezioni Votare a sedici anni: perché no, perché sì?

Per la rubrica sui mestieri in via di estinzione, incontriamo un falegname e, precisamente, un ebanista, in pratica l’ultimo a Cornigliano e, con molte probabilità, a Genova. Si tratta di Romano De Marco, nato a Fanna, in provincia di Udine nel 1924. Trovarlo è facile, fuori dal lavoro lo si può incontrare alla mattina al circolo Arci Rizzoglio. Scopriamo subito una fonte inesauribile di informazioni, notizie e ricordi. Prima di parlare del Romano ebanista val la pena ricordare il Romano partigiano. Emigrato a Genova nel 1943, contribuisce alla realizzazione delle gallerie adibite a rifugi usati dalla popolazione durante i bombardamenti, in seguito antifascista convinto entra nella brigata Garibaldi col soprannome di Libero, catturato durante un rastrellamento riesce a fuggire. L’attività partigiana gli è valsa la croce al merito di guerra che custodisce gelosamente nella sua piccola falegnameria in via Col di Lana. Nel dopoguerra riesce a trovare rifugio temporale presso Villa Rossi, a Sestri Ponente, in seguito trova lavoro presso la falegnameria “Giuse” in via Vado. In pochi anni, grazie all’estrosità e la capacità di apprendimento apre una sua fale-­ gnameria dove costruisce mobili di ogni genere su ordinazione e impara a restaurare mobili in ebano costruendo ricambi all’epoca introvabili. D. Dove reperiva il legno? R. Durante il fascismo Mussolini aveva fatto costruire tre banchine in porto: ponte Etiopia, Somalia ed Eritrea. Qui attraccavano le navi che importavano dall’Africa mogano, noce, ebano, palissandro, tek. L’importazione del legno negli anni ‘60 era molto prolifera;; oggi invece è quasi ridotta a zero. Il più difficoltoso da lavorare era l’ebano, legno molto duro e pesante: pensate che è l’unico legno che immerso nell’acqua affonda ed era l’unico legno importato in lastre quindi già tagliato all’origine anche perché in Italia non avevamo macchinari in grado di tagliarlo. L’ebano inoltre è molto costoso, è usato per la costruzione di strumenti musicali come clarinetti e pianoforti. D. Com’è stata la sua storia? R. Nel dopoguerra le falegnamerie erano moltissime e si guadagnava anche bene nonostante la concorrenza: chi aveva bisogno di cucine, camere, soggiorni, sale, si rivolgeva da noi che costruivamo i mobili a mano, poi con l’avvento delle grosse fabbriche dove i mobili venivano costruiti in serie, tutte o quasi le falegnamerie hanno dovuto chiudere i battenti. Nonostante l’età faccio ancora qualche lavoretto più che altro per passare il tempo. Prima di concludere notiamo e vediamo - nella foto sotto - nel suo piccolo laboratorio i molti attrezzi autocostruiti grazie all’abilità e l’inventiva. Merita ricordare che, tra i lavoranti accreditati nella sua attività, spicca il nome di Alfonso Palo (collaboratore de “il Corniglianese” e vicepresidente della Pro Loco di Corniglia-­ no) che ricorda il suo primo lavoro proprio da Romano e, con emozione, il suo p r i m o s t i p e nd i o , 1 . 0 0 0 l i r e . L’impressione che ci ha lasciato Roma-­ no De Marco è quella di aver incontrato un uomo con grandi qualità soprattutto umane, usando un aggettivo molto caro a noi genovesi: un “galantuomo”. Grazie quindi per la cortesia e la disponibilità. Carlo Guerra

Il Movimento 5 Stelle ha espresso, per quanto riguarda il referendum sulle riforme costituzionali, il suo desiderio di concedere il diritto di voto anche ai sedicenni. Giusto o sbagliato? Gran parte della mia generazione non si preoccupa di politica e per questo non può di certo acquisire un'ideologia e un pensiero che sia a lei fine, questo anche perché è sempre più difficile seguire e comprendere ciò che gli occupanti delle poltrone vogliono fare, cambiare, aggiungere, riorganizzare. Partendo da questo presupposto e anche dal fatto che negli ultimi anni è sempre più difficile integrarsi e, forse, cercare di capire ciò che succede, credo che dare il diritto di voto ai sedicenni non sia la soluzione migliore. E’ anche vero che vi sono molti giovani che si interessano di politica e che, quin-­ di, hanno già maturato un loro punto di vista al riguardo ma il diritto di voto, pur essendo esteso a tutti i soggetti mobilitati ad esso per legge, a mio parere rimane molto soggettivo: non è infatti possibile affermare che data la maggiore età tutti abbiano i requisiti giusti per poter dare il proprio contributo con interesse e un'idea precisa, come, d'altro canto, non sarebbe giusto dichiarare che tutti i giovani con età inferiore non abbiano ancora nessuna idea o opinione. Mi auguro che tutti i giovani possano finalmente interessarsi della politica che è sinonimo del loro futuro ma che, soprattutto, qualcuno faccia in modo di farli entrare a far parte di quel mondo che tanto ci sembra difficile e lontano ma che invece ci tocca più di molti altri. Marta Fasulo A proposito di politica, qualcun altro può.... votare? Il quesito posto da Totò nel film “Gli onorevoli” torna di moda in questo periodo in cui si sta riflettendo se concedere o meno il voto ai ragazzi che hanno 16 anni. La proposta del Movimento Cinque Stelle di abbassare il diritto di accedere alle urne due anni prima del previsto, indispensabile secondo Grillo ai fini di un urgente revisione del sistema elettorale, ha scatenato un'accesa discussione tra la popolazione e i partiti, un dibattito che riporta al 1975 quando il diritto di voto passò dai 21 ai 18 anni. Punto chiave della questione riguarda l'emancipazione elettorale dei ragazzi, considerati “inesperti” rispetto a trent'anni fa quando la distinzione tra destra e sinistra era più marcata e i valori che contraddistinguevano le due ideologie chiari e delineati. Oggi la preoccupazione è quella che la capacità giuridica del voto cozzi con l'effettiva capacità di agire, ovvero che la giovane età di voto contrasti con la scarsa maturità e con lo scarso interesse che un adolescente può avere nei confronti della politica. E' vero che le nuove generazioni crescono più velocemente rispetto a quelle precedenti ma probabilmente questi vantaggi potrebbero assumere le caratteristiche di un'arma a doppio taglio; infatti il bombardamento mediatico potrebbe indurre il giovane lettore a una scelta superficiale del candidato basata quasi esclusivamente sulla sua capacità di apparire e di porsi spostando l'attenzione dalla politica al mero cabaret. Permettere all'inesperienza di votare potrebbe essere un'astuta macchinazione di quei politici che puntano sul web a discapito di una formazione “pratica e tangi-­ bile”. Non dimentichiamo che il ragazzino è inserito nel nucleo famigliare e que-­ sto potrebbe influenzare la sua capacità di scelta perché un possibile voto contrario all'idea dei genitori potrebbe essere vissuta come un tradimento o un offesa. Avventurarsi nei sentieri della politica non è impresa facile e le insidie che si possono incontrare lungo la strada sono molteplici e inaspettate; come Cappuccetto rosso i ragazzi possono passeggiarci con il loro cestino della merenda da portare alla nonna ma attenzione: non sempre il cacciatore potrebbe essere nei paraggi e salvarli dal lupo o meglio.... dai lupi! Riccardo Cabona

Dal 1972 al vostro servizio

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A casa vostra/6 La famiglia Marchese “Siamo qui dal 1797, quando il porticciolo era più bello di Portofino” Giovanna Marchese, o meglio, la sua dinastia, vive ininterrottamente a Cornigliano dal 1797, un record di longevità non solo nel nostro municipio. La signora Giovanna ci riceve a villa Marchese, il cui ingresso è di fronte alla chiesa di San Giacomo. Insieme a lei anche suo figlio Matteo, avvocato, che collabora dal primo numero del nostro giornale con la rubrica specifica per i dubbi legali dei lettori. La padrona di casa, la signora Giovanna, ha 80 anni molto ben portati: è colta, curiosa, altruista, e quel che più conta, è una “corniglianese doc”. Prima ancora di par-­ lare di lei mi racconta di suo padre Carlo e qui capisco il suo profondo amore e rispetto per il genitore. “Ho amato profondamente mio padre, racconta Giovanna, per la sua squisitezza e la sua umiltà tipica delle persone colte. Ha insegnato all’accademia delle belle arti e al liceo artistico di Genova con il titolo di studio di Professore di scultura, una sorta di architetto se paragonato ai giorni nostri. Amava profondamente Cornigliano fino al punto di scoraggiare i pescatori a vendere le proprietà che avrebbero dato il via alla costruzione di tutta l’area industriale. Ri-­ cordo con molta tristezza e commozione quando assistemmo alla demolizione del Castello Raggio. Mio padre per il lavoro che faceva era molto conosciuto sia in Italia che all’estero e aveva rapporti con le maggiori personalità artistiche e politi-­ che della città. Tra i suoi lavori più importanti spicca la realizzazione del monu-

Carlo Marchese (a sinistra, in primo piano) con il duca di Bergamo il giorno dell’inaugurazione del monumento ai caduti davanti a Villa Serra, a Cornigliano D. Con che occhi vede oggi Cornigliano? “Premetto che ho sempre amato Cornigliano anche se oggi è completamente cam-­ biata. Ricordo le bellissime ville, il Castello Raggio, la spiaggia con le pietroline rosa, il porticciolo più bello di Portofino, poi l’industria, l’immigrazione, l’invasione dei rom, il degrado, ma il mio amore viscerale per questa città mi ha fatto superare tutto e come vede sono ancora qua e ci resterò fin che ne avrò forza”. Viene spontanea una riflessione: la signora Giovanna coerentemente con la sua discendenza, e in particolare con suo padre, ha dimostrato che si può ostinatamente vivere in un qualsiasi posto della terra per molte generazioni a patto di mantenere intatti valori senza scendere a compromessi: questo vuol dire amore per la propria terra. Un grazie anche da parte della redazione. Carlo Guerra

Giovanna Marchese racconta: “Ho sempre amato l’arte, mio padre era professore all’Accademia” mento ai caduti fatto costruire davanti a Villa Serra negli attuali giardini Melis, (vedi foto in alto, a destra) e parzialmente demolito: oggi è presente solo il basa-­ mento, il resto era stato utilizzato da Mussolini per fini bellici. Anche, ma non solo per questo, non vi erano buoni rapporti con il regime fascista al punto tale da essere emarginato. Ricordo che al raduno del sabato fascista mi consigliava di presentarmi con abiti normali e non con la divisa tipica del regime. Il racconto della signora Giovanna passa all’albero genealogico. “I Marchese, spiega, sono posses-­ sori della villa dal 1797 prima di proprietà degli Spinola, di fatto residenti dal 1863 da un’eredità divisa nel parentado. Il primo residente fu Nicolò Marchese; seguirono in ordine Luigi, Luigi Cesare, Pietro, Carlo, mio padre, e la sottoscritta. Per quanto riguarda la mia persona, fino da adolescente a tutt’oggi, ho sempre amato l’arte. Ricordo intere giornate a parlare d’arte con mio padre, purtroppo però lui ha sempre osteggiato la mia volontà di intraprendere gli studi attribuendo a questo tipo scuola una banale considerazione, mi sono quindi diplomata alle Magistrali seguendo in pratica i suoi consigli. Mi sono sposata con Sergio Savio con cui ho avuto Villa Serra, com’era il Matteo, il primogenito, e Paolo. Questa in sintesi la mia stomonumento ai caduti ria.

BAR CAFFETTERIA

La famiglia Marchese vive ininterrottamente a Cornigliano dal 1797 presso Villa Marchese, già proprietà della storica famiglia degli Spinola

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Agosto 2013 

arte

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Corpi estranei di

Guido Pallotti

Riassunto: il cadavere trovato agli Erzelli è quello di Rosaria, una donna che il commissario Duedenari conosceva. Lei e il suo compagno Folco, chirurgo, l’ultimo giorno del secondo millennio, erano spariti a Mosca, dove avevano accompagnato la bella Zdena perché si operasse in una clinica clandestina. Una luminosa mattina di fine d’agosto del ’93, un cavallo bardato a festa, condot-­ to per le redini da un uomo, con i mustacchi arricciati e la frusta infiocchettata, si era fermato sul sagrato della chiesetta. Seduta di traverso sulla sella c’era la ra-­ diosa Zdena, con i capelli biondi che le s’adagiavano morbidi sulle spalle candi-­ de. Didier, lo sposo, reggendola in braccio, l’aveva condotta all’altare, passando fra noi invitati, rapiti dai loro visi che irradiavano quell’espressione gioiosa che soltanto l’amore sa dare. La cerimonia era stata completata con la prima comu-­ nione del loro figlio Luke, strappato due anni prima dal padre a dei trafficanti dell’est Europa che l’avevano rapito e costretto a mendicare. Era stato lo stesso giovane che aveva aiutato me e Lucenti, un funzionario della polizia russa, a ritrovare il luogo dov’era stato tenuto prigioniero: gli stessi due container dentro i quali, a distanza di quasi tre lustri, era stato scoperto il cadavere di Rosaria. Mi ripromisi di non avere premura, le vicissitudini di tutte le persone presenti al banchetto, da dove presumevo fosse partito il progetto di fare operare clandestinamente a Mosca, la bella slovacca, le dovevo esaminare con calma. Solo provando a cercare qualche appiglio nelle loro vicende personali, forse avrei trovato delle attinenze con lo strano caso di suicidio che, a quel punto, non mi convinceva proprio. Durante la cerimonia mi ero sistemato in fondo per potere osservare tutto e tutti: sull’inginocchiatoio c’erano padre e figlio, entrambi in blue jeans e maglietta bianca, fra di loro, seduta sulla carrozzella, Zdena. Benché paraplegica, aveva l’aspetto di una stupenda principessa di fiaba, in attesa di sposare il suo principe nero. Scacciai a fatica il perseguitante ricordo e mi costrinsi a rivisitare con la mente il borgo di Bergassana, un paesino dell’alta Valdivara, dove il rinfresco era stato imbandito nel vasto prato delimitato da alti cerri, prospiciente una graziosa villetta. L’agosto morente aveva voluto donarci una giornata stupenda. Padre Giacomo era venuto appositamente da Cornigliano per essere lui a officiare il matrimonio dei genitori di quel ragazzo che in meno di un mese aveva imparato alla perfezione il catechismo. Oltre agli sposi, Luke, Padre Giacomo, Thomas Lucenti ed io, c’erano Folco Bassetti e Rosaria, la coppia dei proprietari della villetta, Katia la sorella dell’uomo e altri ospiti, fra i quali, sedute a un tavolino, tre attempate signore, dall’aria disinvolta. Katia premurosamente era andata a occuparsi di loro: «Magari avreste preferito che al mio posto fosse venuto un bell’uomo;; però qui in giro di maschi liberi vedo solo il prete». Aveva detto scherzosamente, presentandosi. Le aveva risposto Romilda, la più intraprendente, guardandola amichevolmente con stupendi occhi di colore diverso l’uno dall’altro, mentre la bionda e timida Liliana che pendeva dalle sue labbra e l’elegantissima Olga, le sorridevano. «Bella scignoa, noatre de ommi n’emmo avuo tanti da fâne indigestion; fâmo tutte træ e bagasce, semmo sempre niatre e primme a dîlo, coscì no se trovemmo co-o cû scoverto, quande a gente a o vegne a savei». Katia le aveva accarezzate con un sorriso. Poi si era limitata a dire: «Siete simpaticissime spero che ritornerete a trovarmi». «Vieni tu a trovarci a Genova». «A Genova non ci ritorno di sicuro». E le tre donne per discrezione, non le avevano posto domande al riguardo; erano troppo navigate e sapevano per esperienza che, se lei avesse voluto raccontarsi, l’avrebbe fatto spontanea-­ mente. Da sotto il patio dove stavamo gustando un bianchino del luogo, Jimmy lo Schitta, il minuscolo negretto, mio amico dai tempi delle medie all’istituto Calasanzio, mi aveva indicato sorridendo sua madre Liliana e Romilda, con la quale convivevano e che in pratica gli aveva fatto da padre: «Guardale un po’, parlano del lavo-­ ro che hanno svolto, come se fosse la cosa più naturale del mondo». «Del bene ne hanno fatto anche loro e non solo facendo felici gli uomini a letto». Gli avevo risposto allora. Adesso, a distanza di dodici anni, ricordai ciò che Romilda mi aveva raccontato la sera di quel giorno, mentre ritornavamo a Genova;; di come all’inizio dell’estate del ’58, con molto anticipo sul 20 di settembre, data della chiusura definitiva delle case di tolleranza, lei e Liliana, abbastanza ricche da poter vivere di rendita, s’erano ritirate dall’attività. Olga, la loro collega, l’aveva fatto qualche anno dopo, quando il figlio Folco, medico chirurgo, si era ben sistemato. Quando Rosaria era diventata cliente dello stesso stabilimento balneare, si erano empaticamente scelte. Guardai gli ultimi tre pesci, che avevo lasciato e, dispiaciuto per l’imminente fine di quel banchetto, li divorai. Quindi prosciugai il pirone, intanto pensavo: «Che ci fa qui il cadavere di Rosaria comparso dal nulla»? Poi con apprensione riflettei che all’appello mancavano ancora Folco e Zdena e in cuor mio pregai di non dover trovare anche i loro cadaveri. Scacciai quell’idea molesta: Olga, Didier e Luke, speravano ancora, quindi io, dovevo continuare a farlo con loro. Fine terza puntata -Continua-

di

Alvaro Filippo Michelon

La Bocca blaterava cose assurde e i due bimbi seduti ai suoi lati la ascoltavano affascinati, con i nasini all’insù e le testoline bionde un po’ reclinate. All’altro ca-­ po del tavolo, carico di ogni ben di Dio, Davide la fissava ipnotizzato mentre continuava a muoversi ritmicamente senza sosta, espellendo parole, aborti di idee misti a concetti astrusi solo a lei chiari. Mentre osservava le labbra della Bocca cariche di rossetto, aprirsi e chiudersi senza sosta, ricordava che un tempo, neppure troppo lontano, lui quella Bocca l’aveva desiderata, baciata, amata, forse perché stava attaccata a un viso bellissimo, con gli zigomi alti tipici della sua origine slava. Probabilmente però, la sua personale tragedia si era consumata, non tanto perché il suo spirito si era perso in quegli occhi azzurro cielo quanto per il fatto che una parte del suo corpo, quella dalla cintola in giù, era stata ipnotizzata da ciò che stava unito al di sotto di quel volto angelico: un fisico perfetto con lunghe gambe sinuose, seni sodi e il classico culo a mandolino. Lui aveva 22 anni e stava per laurearsi, lei ne aveva 29 e aveva già deciso di sposarlo anche se Davide ancora non lo sapeva. Il suo sguardo si posò sui figli: non li sentiva suoi. Erano un prodotto dell’altra e sarebbero cresciuti come suoi cloni, con la sua stessa ferocia e avidità. Come lei sarebbero diventati sprezzanti nei suoi confronti, lo avrebbero isolato nella famiglia come un corpo estraneo, relegato solo al ruolo di osservatore e naturalmente di procacciatore di denaro, quello sì: aveva sempre dovuto ammazzarsi di lavoro perché i soldi in casa non bastavano mai. La Bocca aveva anche proposto che sarebbe stato bello passare il Capodanno in montagna: Davide sapeva che non gli sarebbe riuscito di sottrarsi a quell’ideona buttata lì con legge-­ rezza, senza subirne le terribili conseguenze nei mesi successivi e cioè una vita d’inferno, dato che la Bocca lo avrebbe denigrato, schernito, inglobandolo nel vomito che incessantemente sarebbe uscito dall’apertura di quella suadente cloa-­ ca. La sua autostima, già a livelli minimi, non lo avrebbe sopportato: per questo si era sobbarcato il viaggio fino al confine tra la Polonia e la Repubblica Ceca. Una settimana in un albergo esclusivo, compreso il cenone di fine anno, alla modica spesa di 2.000 euro, 500 a testa, bambini inclusi. Non se lo potevano permettere ma quella Bocca, continuava a dire che non era emigrata dalla Polonia per fare la fame. Millantare ricchezza in patria la faceva stare bene. La Bocca, purtroppo, aveva anche delle mani, bucate, che spendevano in continuazione comprando le cose più inutili e disparate, naturalmente per le sue creature. Per sé e il suo svago si riservava “solo” un giorno alla settimana al Palabingo dove puntualmente per-­ deva. Anzi, come diceva lei: non vinceva. La nonna materna che lo aveva allevato glielo aveva detto senza mezzi termini e in modi bruschi, come era solita esprimersi da donna d’altri tempi qual’era: quella non sarebbe stata la donna adatta a lui. Si ricordava che era accaduto in occasione della prima volta in cui l’aveva portata a casa sua per farle conoscere i suoi e che, dopo i convenevoli della circostanza, si erano seduti a tavola. Quel giorno, a pranzo, come seconda portata c’era il pollo arrosto, cucinato come al solito dalla nonna che, durante il pasto, aveva continuato a osservare anche lei quella Bocca che con voracità spolpava accuratamente le ossa del pennuto nel suo piatto, ripulendole e rendendole lisce e candide come reperti fossili in un museo. “Come ha spolpato quel pollo, così ridurrà te - gli aveva bisbigliato all’orecchio - non ti legare a lei, ti renderà infelice”. “Amen” fu il pensiero di Davide al ricordo di quell’episodio accaduto tanti anni prima, come a conclusione di una liturgia pa-­ gana e ovviamente non le aveva dato retta, anzi, si era incredibilmente arrabbiato con quella vecchia donna che aveva osato interferire con i suoi arcaici modi di dire, appartenenti a vetuste saggezze che non esistevano più. Dopo la sua morte, avvenuta nel ’95 , la nonna lasciò al resto dell’ esistenza di Davide il privilegio di piangere ogni qual volta gli fosse tornato in mente, col senno di poi, quell’episodio. La vodka stava ormai raggiungendo il suo ingannevole effetto: seduto, con la testa e un braccio abbandonati sul tavolo, gli occhi socchiusi e un sorriso ebete stampato sul volto, permetteva alle sue sinapsi, appena anestetizzate, di traghettarlo attraverso l’oblio alienandolo così dal dolore della sua persona-­ le tragedia. Mentre sprofondava nei fumi dell’alcol insieme alla eco lontana del count-down degli ultimi dieci secondi di quell’orribile anno, un guizzo pervase la parte ancora cosciente della sua mente. Le labbra si tirarono in un ghigno sardonico mentre pensava a come, anche questa, volta era riuscito a lasciare il messaggio. Eh, sì, il famoso messaggio. Esso consisteva in poche righe, quasi un epitaffio, scritto a penna, dietro agli specchi, ai quadri e agli armadi della camera d’albergo che lo ospitava: - Non sposate le donne che si accaniscono sulle ossa del pollosentenziava il monito, sempre seguito dalla versione inglese, francese, tedesca e dalla data corrente. Era quello che faceva negli ultimi dieci anni, in tutte le camere d’albergo di mezza Europa che aveva avuto la disavventura di condividere con la Bocca. Lo faceva per emendarsi, per purificarsi come in un atto salvifico in cui l’olocausto era rappresentato da se stesso, dal suo errore e dalle sue nefaste ed ineluttabili conseguenze ma soprattutto perché altri non fossero inghiottiti da Bocche altrettanto fameliche. Prima di scivolare nel pesante sonno etilico, nell’esatto istante in cui un nuovo anno si insediava prepotentemente nella sua esistenza, Davide ebbe come la consapevolezza del suo gesto puerile che rappresentava, però, l’estrema rivolta, l’ultimo grido contro il destino per urlare al mondo che, nonostante tutto era an-­ cora vivo e che presto o tardi avrebbe messo la palla a centro campo per la sua personale rivincita con la Vita.


sporco. A questo punto le foglie vengono asciugate delicatamente o meglio centrifugate, facendo attenzione a non romperle e diventar e amare. Per lo stesso motivo non vanno tagliate con il coltello ma strappate con le mani ed eliminata la parte centrale della foglia se spessa. Il radicchio viene di solito immerso in acqua fredda per attenuare il tipico gusto amaro; se è stato tagliato col coltello il sapore risulterà triplicato. Le regole generali impongono che: tutto ciò che verrà tagliato, deve essere lavato, prima e dopo l’eventuale sbuc-­ ciatura come ad esempio carote, ravanelli, s e d a n o . Il coltello deve essere sempre tenuto pulito e a s c i u t t o . Esistono diversi formati per il taglio, di seguito riporto i principali e le tecnica per ottenerli: gli ortaggi vengono resi di for-

ma regolare, ovvero le carote rettangolari, il sedano viene privato dei filamenti, le cipolle vengono tagliate a metà nel senso della lunghezza. Le parti restanti vengono utilizzate per tagli fini o per realizzare brodi. Dalle carote divenute bastoncini rettangolari lunghe come in origine, tagliandole in parallelepipedi si ottiene il taglio macedonia, più piccoli per la dadolata. Dalle parti lunghe tagliandole fini e della grandezza di un fiammifero si ottiene il taglio julienne, con la lunghezza a piacere. Il taglio julienne, impostato più finemente diventa un trito. Dalla cipolla invece,

In breve da

il bugiardino 2013

tagliata sulla lunghezza e ricavandone delle fettine a semicerchio, si ottiene il taglio a filanger; incidendole precedentemente con tagli paralleli si ottiene il trito. Così procedendo, si ottengono tagli con una presentazione regolare ma soprattutto si rispettano al massimo le regole dell’igiene alimentare, ancora più importanti d’estate: con il caldo i batteri si moltiplicano molto velocemente. Per condire, chiaramente olio extra vergine di oliva di Liguria Dop, delicato e non aggressivo. Il sale nella quantità giusta, perché potrebbe coprire i sapori. Per l’aceto l’uso è soggettivo ma deve essere centellinato: in eccesso aumenterebbe l’acidità dei pomodori ad esempio o cuocerebbe le verdure a foglia levando totalmente gusti e profumi oltre che la croccantezza alle foglie che sono una caratteristica fondamentale. Spero di avervi incuriosito e stimolato la fantasia. Ora potrete presentare i vostri contorni o i piatti estivi anche con un “taglio” artistico.

Parole crociate a schema libero (il guitto) Orizzontali: 1 Direttore editoriale de “ilCorniglianese” . - 11 Anno Domini.— 12 Julio cantante.— 13 Evita code ai caselli autostradali.— 15 Abbreviazione di Saint.— 16 Altro nome di Troia.— 17 Società Italiana Otorinolaringoiatria.— 18 Terni.— 19 Marca di elettrodomestici.— 20 Conto Corrente.— 21 Oriental Institute.— 22 In provincia di Chieti.— 24 Codice fiscale.— 25 Rieti— 26 Registro Italiano Alfa Romeo.— 28 Fotografo e articolista de “ilCorniglianese”.- 32 Occhio in inglese.- 33 Come 8 verticale.— 34 Terms Of Service.- 35 Uomini blasonati.— 38 Latina.— 39 Organisation Armée Secrète. - 40 Preposizione articolata.—41 Il sottoscritto.— 42 Capoluogo del Piemonte.- 45 Nome femminile composto. Verticali: 1 Redattrice de “ilCorniglianese”.— 2 Nome di donna.— 3 Trasporti Internazionali Europei.— 4 Associazione Grafologi Professionisti.— 5 Così i suoi fan chiamano Vasco Rossi.— 6 Il paese di Roberto Mancini.— 7 Ridurre a uno solo.— 8 National Instruments.— 9 Puro, affabile.— 10 Uno dei nomi ed il cognome di una redattrice de “ilCorniglianese”.— 14 Disordine del linguaggio.— 20 Catania.— 23 Hotel di Jesolo a 4 stelle.— 27 Coperti di peli duri e dritti.— 29 Il nome del grande Senna. — 30 Può essere di mare e d’urto.— 31 Imparziale, equa.— 36 Nome femminile.—37— La Mata celebre spia. 40 Ancona— 43 Oristano.— 44 Intelligenza Artificiale.-

Settembre LAVORI- Nelle valli interne raccogli le patate. In luna crescente innesta a occhio l’albicocco, il mandorlo e il pesco su albicocco, mandorlo, pesco e susino; il ciliegio sul ciliegio; il susino su albicocco o mandorlo. Raccogli fichi e mele. Nelle valli interne porta all’asciutto la legna tagliata per l’inverno. Dall’1 all’11 metti le uova nella calce: dureranno a lungo. NELL’ULIVETO - Quando le olive incominciano a cambiare colore (invaiatura), fai i trattamenti, almeno uno, contro la mosca. NELLA VIGNA - Durante la prima metà del mese vendemmia in riviera; a partire da santa Eufemia (16), vendemmia nelle valli interne. NELL’APIARIO - Fiorisce l’erica;; le api fanno provviste per l’inverno: controlla che ci sia una buona scorta di polline, smiela, disinfetta i telaini e riponili all’asciutto. NEL BOSCO - Tempo di funghi: non prenderli troppo giovani, lascia stare quelli che non consci bene e per raccogliere usa cesti di vimini; dalla fine del mese fino a san Martino nascono i pevèn: se non li sai distinguere perfettamente dai farinacci, non li raccogliere. Il 30 termina il divieto di produrre carbonella. Raccogli le noci il giorno della Croce (14). IN CANTINA - Travasa e imbottiglia i rossi poco invecchiati. Dopo la vendemmia, dal 30 in poi, inizia la fermentazione.

Orizzontali: 1 cartabianca — 11 ad — 12 iglesias — 13 telepass— 15 st—16 ilo—17 sio—18 tr—19 aeg—20 cc— 21 oi— 22 ortona— 24 cf— 25 ri— 26 riar— 28 carloguerra—32 eye— 33 ni — 34 tos — 35 granduchi — 39 lt — 39 oas - 41 io - 42 torino — 45 annamaria

Riccardo Collu

Insalate e ortaggi sulla tavola dell’estate Ma prima diamoci un taglio

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Verticali: 1 catiadeceglia—2 adele—3 tie—4 agp—5 blasco—6 iesi—7 assolare—8 ni—9 castocaro—10 astrifrascio—14 logorrea— 20 ct— 23 ril— 27 irti— 29 ayrton— 30 onda— 31 giusta— 36 nora— 37 hari— 40 an— 43 or - 44 ia

La stagione, i colori dell’orto, i profumi delle erbe aromatiche invogliano a creare questi classici stagionali che, nella loro semplicità, hanno delle regole ben precise, dalle operazioni preliminari al taglio. Per realizzare questi piatti si usano verdure a foglia, erbe aromatiche, radici come le carote e le cipolle, tuberi, ortaggi in genere. E’ chiaro che il metodo di ap-­ proccio e di lavorazione alla materia prima è diverso: le verdure a foglia, come le insalate, la lattuga, il radicchio, il prezzemolo e il basilico devono essere sfogliate e pulite con l’immersione in acqua. I bagni normalmente sono tre, a distanza di circa cinque minuti o fino a quando sul fondo della vasca non vi sono più tracce di

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SOLUZIONI

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Quell’11 settembre 1892 entrato nella storia di Cornigliano E una lapide (da restaurare) ricordò re Umberto I un anno dopo la sua morte Chissà quanti si saranno chiesti cosa c'era scritto nella grande lapide bianca posta su di un prospetto del civico 8 di piazza Monteverdi, già piazza Umberto I°, nell'antico Borgo della Marina. Ebbene grazie ad Antonio Zuncheddu, nostro lettore ed appassionato della storia della nostra Cornigliano Ligure, ne siamo venuti a conoscenza e molto volentieri ne riportiamo il testo che cita:

"In memoria di Umberto I Venuto in questo lido il giorno 11 settembre MDCCCXCII Lietamente recando nel Castello dei Raggio Nobil suggello alle feste Colombiane di Genova Il popolo ed il Comune di Cornigliano Ligure Al Re Cavaliere in suo vivente devoti Posero questo segno di lor fede immutabile Nel primo anniversario del tristissimo evento Che ancora commuove di alta pietà Quanti son cuori generosi in Italia" XXIX Luglio MDCCCCI Chissà che qualche "benefattore" non si prenda a cuore il restauro dell'antica lapide. Ringraziamo Antonio Zuncheddu per la "chicca" storica e lo invitiamo ad inviarci ancora cenni storiografici che riguardano il nostro quartiere.

Oerre

Chi era re Umberto I. Nato a Torino il 14 marzo 1844, fu re d'Italia dal1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia e di Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, regina del Regno di Sardegna. Il suo regno fu contrassegnato da diversi eventi che produssero opinioni e sentimenti opposti. Il monarca viene ricordato positivamente da alcuni per l’atteggiamento dimostrato nel fronteggiare sciagure quali l'epidemia di colera a Napoli del 1884, prodigandosi personalmente nei soccorsi (perciò fu soprannominato il "Re Buono"), e per la promulgazione del codice Zanardelli che apportò alcune innovazioni nel codice penale, come l'abolizione della pena di morte. Da altri fu aspramente avversato per il suo duro conservatorismo, il suo indiretto coinvolgimento nello scandalo della Banca Romana, l'avallo alle repressioni dei moti popolari del 1898 e l'onorificenza concessa al generale Fiorenzo Bava Beccaris dopo la sanguinosa azione di soffocamento delle manifestazioni del maggio dello stesso anno a Milano, azioni e condotte politiche che gli costarono almeno tre attentati nell'arco di 22 anni, fino a quello che a Monza, il 29 luglio 1900, per mano dell'anarchico Gaetano Bresci, gli sarà fatale. Quel giorno il re doveva presenziare ad un saggio ginnico davanti a 500 atleti. Aveva ordinato una carrozza scoperta per il gran caldo e aveva rinunciato alla maglia d’acciaio da portare sotto il gilet proprio per proteggerlo da altri eventuali attentati. Alle 21.30 il cocchio entrò in campo. In mezzo a grandi applausi, il re scese per prendere posto sul palco mentre la banda intonava la marcia reale. I 500 atleti ripresero i loro giochi. Bresci era a dieci passi da lui. Fu durante la premiazione, poco dopo le 22, che il re sporgendosi per salutare una quadriglia che si allontanava, veniva centrato dai tre colpi di rivoltella sparatigli da Bresci. Ci fu nella folla un attimo di smarrimento ma i carabinieri dovettero intervenire per sottrarre l’anarchico al linciaggio. Un mese dopo il regicidio si aprì il processo. Bresci venne condannato all’ergastolo. Dal carcere di San Vit-­ tore passò al penitenziario di S. Stefano di Pantelleria dove, pochi mesi dopo, venne trovato morto. Si era impiccato. E. C.


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Camponizzi, poeta a “Cona” (Coronata) Ha cantato in versi la trasformazione di Cornigliano

A procescion a Cona Quande passa a procescion co-a Madònna e o seu Bambin, tutti a-i bòrdi da contrâ i fedeli stan a-amiâ. Gh’è i portoei co-o Cristo in crûxe e-i stramuei lì derê pâ che devan senpre cazze, intanto son de longo in pê! Tutta pinn-a de fervô ‘na vegetta co-e moen zonte a se sghrann-a o seu rozaio e a se mette zenogion. I barcoin son tutti ‘n fiore pin de drappi coloræ missi lì con devoscion pe saluâ chi mpòrta ‘n lumme, pe saluâ chi gh’à o cheu bon. Là davanti a banda a seunna, a l’intonn-a n’inno sâcro: “Noi voglian Dio” a dîxe a canson! Ma davanti a sta vixon me segno co-o magon, e mentre amîo o Cristo, me diggo n’òraçion.

Domenico Camponizzi nasce a Sampierdarena il 2 settembre 1930 ed abita a ‘‘Na cartolinn-a” Cornigliano dal 1931, attualmente vive a Coronata. Da sempre coltiva la passione (aregòrdo de Castello Raggio) per la poesia, particolarmente in vernacolo genovese. Nella sua carriera di poeta ‘Na cartolinn-a m’è restòu ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi come un racconto “Essere opera-­ l’urtimo aregòrdo de ‘n tenpo lontan, io”, segnalato con menzione d’onore e pubblicazione sul mensile “Il punto” del de tanti anni fa. Dopolavoro Ansaldo di Genova nel 1977;; 1° premio medaglia d’oro Organizza-­ Se vedde ‘n castello, doe barche ‘n pescòu, zione Circolo Molinari e Croce d’oro Sampierdarena nel 1978 con “E poi… silen-­ quarche ræ in sce l’ænn-a. zio”;; abbinato a un dipinto di Carlo Robotti, menzione speciale e pubblicazione Ogni tanto l’amio in antologia per la galleria d ’arte il Cro-­ e me vêgne o magon. “A Madonna de Cona” cicchio di Campomorone nel 1978 con De vòtte e strasiæ pe çercâ de scordâme ‘Na rondine a recamma “Dui scimboli”. Camponizzi crea le sue quello tenpo feliçe, tra i din don de ‘na canpann-a ma pòi ghe ripenso mentre se perde in mêzo de ‘na creuza poesie anche in lingua italiana e si possono ritrovare nella raccolta “Briciole di e-a rimetto inta cantia, o seunno di teu pasci un sogno”, edizione Lo Faro, R oma. Dal tanto ronpiæ do papê. che s’aranpegan cianin. Pensandoghe ben però, Quande t’ariviæ lasciù a-o Santoaio 1978 è Accademico della Unione inter-­ nazionale Accademici e Laureati di Roporiæ anche fâlo o Paciugo co-a Paciuga ma. Non c’è solo la poesia nella vita di perché sta vedûta te faian ‘n gran sorizo Camponizzi ma anche lo sport vissuto che gh’ò chi in scio cheu e de corpo te pariâ da allenatore di atletica leggera iscritto a l’é ‘na cartolinn-a ch’a fadîga do camin apena fæto alla Fidal di cui è stato vicepresidente che distruzze no se peu. a se segge scancelâ! del comitato provinciale di Genova negli T’amiæ l’artâ anni ’80. Socio-fondatore dal 1968 del là, co-o seu banbin ‘n brasso, Circolo Enzo Peri, ha prestato la sua gh’è a Madònna Incoronâ. attività come allenatore di atletica leggeAlôa ti sentiæ drento a-o teu cheu “A Cona” ra raggiungendo risultati a livello nazioin resvegin, no ghe pensâ… Ti t’arubatti zù pe-e rive nale (e di questo ne parleremo più apinzenugite e metite a pregâ. fin donde n’òtta ghe franzeiva o mâ. profonditamente in un prossimo numeE terasse donde se mesciâva ro). Per la sua attività sportiva ha riceo profummo de reuze co-o baxeicò vuto la “Quercia d’oro” come benemerito della Federazione. òrmai son sôlo cemento! S. P. Quante corse lasciù da-a Reuza da-o Mattelin e pòi de tanto ‘n tanto ‘na corsa da-o Paciugo e da-a Paciuga, e via de neuvo pe i proei fra e teu vigne che paia ‘n diadema in scia testa a ’na reginn-a. Òrmai mæ câa Cônâ no t’ê ciù tì, dîxan ch’o l’è o progrèsso: Paradîzo, Èrzelli, tutto l’è cangiòu. Fòrse o Paciugo o cianze vedendote coscì! Segûo che con tutto sto cemento, con tutto sto færo ti ascì mæ câa Cônâ t’ê invegiâ primma do tenpo. E donca demose pâxe, tutti doi da boin vegetti voriâ dî che vivemmo de aregòrdi, ma doman e neuve generaçioin, de quæ aregòrdi vivian? Genova, 1972. Di profilo, quarto da sinistra, Camponizzi al via di una gara


ABBAZIA CISTERCENSE DI S. ANDREA (sec. XI)

nella grafica di Pasquale Cambiaso

2013: L’ABBAZIA DI S. ANDREA

IL DEPOSITO DELLE POLVERI NEL FORTE DI S. ANDREA TRA CORNIGLIANO E SESTRI

Questo delicato acquerello fa parte del noto Album intitolato "Ricordi di luoghi intieramente distrutti o modificati in parte ... " realizzato dal Cambiaso in doppio originale durante i suoi viaggi con l'amico cavalier Bertollo. Esso rappresenta l'originario piccolo cenobio sull'isolotto della Gabbaia, dove venne in realtà fondata l'Abbazia di S. Andrea, nel VII secolo o forse ancora prima, ai tempi di S. Benedetto. Le prime notizie certe sono comunque dell'anno 1100. Questo edificio venne abbandonato intorno al XII-XIII secolo; quindi nei secoli successivi - venne adibito a fortezza della Repubblica di Genova, ed infine, agli inizi dell' '800, a polveriera. Ed è in tale condizione che venne rilevato dal Cambiaso in questa veduta. Questo isolotto venne acquistato con tutta la coltura soprastante della Colombara dal marchese Edilio Raggio il 17 Luglio 1893: subito dopo, questi fece erigere sui ruderi della fortezza il notissimo "Castello Raggio", ad imitazione del castello del Miramare di Trieste.Il "Castello Raggio", già danneggiato dalla guerra, fu abbattuto definitivamente nel 1948 per la preparazione dell'area del futuro impianto siderurgico di Cornigliano. Nello stesso periodo, la badia venne abbandonata definitivamente a se stessa.

Testi di Carlo Mastrobuono Realizzazione e impaginazione di Romano Oltracqua


La Badia che compare nel primo piano di questa litografia del Cambiaso fu detta "di Sestri" (e non "di Cornigliano " , come viene oggi comunemente definita), perché il Capitanato di quella zona comprendeva anche il territorio nel quale era posto l'insediamento monastico della "Colombara". In effetti quanto è qui rappresentato (di cui una parte esistente ancora oggi) non è la costruzione originale ma una più recente, realizzata nel XII ecolo. Il cenobio originario era sorto infatti forse nell'VII secolo VEDUTA DELL’ABBAZIA DI S. ANDREA DALLA nel sottostante scoglio della Gabbaia, o isolotto di S. COLLINA DI ERZELLI VERSO PONENTE Andrea in Sestri, in seguito abbandonato per la ristrettezza del luogo che non poteva ospitare certo molti monaci. Il trasferimento potrebbe essere avvenuto nel 1132, proprio in occasione della visita a Genova di S. Bernardo, l'anno successivo al cambio di osservanza, per cui il monastero venne compreso nella Congregazione Cistercense. La Badia ebbe annesso anche un piccolo ospedale, noto specialmente per aver ospitato Papa Innocenzo IV (appena liberato dalle persecuzioni di Federico II), tra il 7 Luglio 1244 e il 5 ottobre successivo. Il Papa infatti, di passaggio a Genova nell'estate di quell'anno, si ammalò in maniera piuttosto preoccupante, e venne consigliato vivamente dai medici di riposarsi alla Badia di S. Andrea in Sestri; ne ripartì in autunno completamente ristabilito, riprendendo il suo viaggio verso Lione per presenziare al Concilio. Tra i monaci di questo convento si ricordano importanti personaggi come l'eremita Sant' Alberto e frate Oliverio, amministratore del Molo Vecchio e della fabbrica del Palazzo di S. Giorgio a Genova. Nel 1797, con la soppressione di tutti i monasteri, anche i monaci di S. Andrea furono scacciati e l'edificio fu ceduto a Giuseppe Noli dal Governo Provvisorio. Nel 1804, fu venduto dagli eredi Noli al duca Pietro Vivaldi Pasqua che effettuò grandi opere di trasformazione del luogo e degli edifici preesistenti. Nel 1893 tutto il complesso passò in proprietà a Edilio Carlo Raggio, che continuò l'opera di modifica architettonica, portando così l'insieme all' attuale complessa architettura, frutto della complicata serie di trasformazioni e riadattamenti corrispondenti ai vari cambi di proprietà e di destinazione. La litografia è siglata, in basso a destra col monogramma "DC" intrecciato.

VEDUTA DELLA COLLINA DI ERZELLI, E PARTE DELL’ISOLOTTO DI S. ANDREA

della veduta - si nota la punta del Monte Gazzo, col Santuario omonimo. La località così esattamente descritta in questa litografia costituiva il più antico dei quartieri marittimi di Cornigliano, ancora vivi nel primo '900, e precisamente quello della "Colombara" (gli altri, più a levante, erano "la Chiesa", "la Marina" e "il Borgo"). Sulla sommità della collinetta, la Badia di Sant' Andrea, con le varie pertinenze. La litografia è siglata, in basso a destra, col monogramma del Cambiaso.

(Tutto quanto sopra, compresa la mappa del VINZONI, litografie e testo è stato tratto da “LA LIGURIA DI PONENTE DELL’OTTOCENTO DALLE VEDUTE DI P. D. CAMBIASO” – Autori PIETRO N. PATRONE e GIANLUIGI BLENGINO – Ed. ECIG – 1984)

Questa rara litografia del Cambiaso mostra in primo piano la piccola collina di Erzelli, a ponente di Cornigliano, che costeggiava (e costeggia tutt'ora) la strada carrozzabile che a sua volta corre, in questo punto, parallelamente alla ferrovia Genova-Ventimiglia. Sulla sinistra, in primissimo piano, è visibile la bella spiaggetta collegata con sottopassi all'impianto residenziale sito a monte, e - all'estremo limite della veduta - il ponticello di collegamento con l'isolotto detto "di S. Andrea", o scoglio della Gabbaia, sul quale sorgerà, verso il 1895, il famoso "Castello Raggio", poi demolito per far posto all'impianto siderurgico dell' Italsider e all'aeroporto. Sullo sfondo si può individuare chiaramente l'abitato di Sestri Ponente. In particolare, sul crinale di fondo - al centro


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Filarmonica, 135° anno Due concerti per un anniversario Nell’ambito dei festeggiamenti per il 135° anniversario della sua fondazione, la Filarmonica di Cornigliano organizza in settembre due concerti, entrambi nella prestigiosa sala Solimena del Palazzo Bombrini. Il primo, venerdi 13 settembre alle ore 21, è dedicato alla musica jazz. Interpreti tre musicisti molto noti nel monLa filarmonica di Cornigliano durante un’esibizione do musicale genovese: la cantante Betty Ilariucci, vincitrice di festival e concorsi internazionali abbina all’attività di insegnamento presso scuole di musica e scuole statali una intensa attività concertistica; Paolo Pezzi, sassofonista e direttore ha suonato e diretto diverse Big band, partecipato come direttore alla registrazione di colonne sonore e, come membro della “Columbus Orchestra”, ha suonato in diversi teatri italiani ed esteri, partecipa-­ to ad incisioni discografiche e trasmissioni televisive; al pianoforte Cesare Grossi, compositore ed arrangiatore che si esibisce in diversi gruppi jazz. Alterna l’attività concertistica e compositiva con quella di insegnate e di autore di musica per il teatro. Il secondo, domenica 15 settembre alle ore 21, è dedicato invece alla musica lirica. La soprano Elisa Gajewski e il tenore Davide Piaggio interpreteranno le più note arie del repertorio lirico. Elisa e Davide pur essendo giovanissimi sono già stati protagonisti di importanti manifestazioni ed eventi musicali. Saranno accompagnati al pianoforte dal professore Mauro Castellano che ha suonato per alcune fra le più prestigiose istituzioni musicali italiani ed estere. Insegna presso il conservatorio Niccolò Paganini di Genova ed è maestro sostituto presso il teatro dell’Opera Giocosa di Savona. La Filarmonica confida che il suo impegno organizzativo e finanziario venga premiato con la partecipazione dei cittadini. Mauro Gandolfo

Fiocco rosa in casa Cirone A Parma è nata Viola Martedì 20 agosto, alle 18.50, presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Maggiore di Parma, è nata Viola, la prima figlia di Francesca Cirone, prima figlia di Enrico, il direttore del nostro giornale “ilCorniglianese”. La piccola e la madre godono di ottima salute e i primi giorni della neonata trascorrono, beatamente, tra lunghe poppate e lunghi riposini. Alla nascita pesava 3. 570 grammi. La famiglia si trova attualmente a Parma per ragioni di lavoro poiché sia il papà che la mamma sono impegnati nelle rispettive attività professionali nella bella cittadina emiliana e hanno così potuto affidarsi con serenità all’eccellenza del polo ospedaliero di Parma. Alla piccola Viola, alla mamma Francesca ed al papà Erion gli auguri di tutta la nostra redazione. S. Pilotta

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Settimo raduno del Ponente Gli Alpini a Cornigliano

Il 28 e 29 settembre il Gruppo diera, inaugurazione del Alpini di CorniIl cortile della sede degli Alpini a Cornigliano monumento ai caduti gliano ospiterà il Alpini e della piccola 7° raduno del Settore Ponente che com-­ cappella dedicata al Beato Don Carlo prende i gruppi di Cornigliano, Sestri, Gnocchi, cappellano degli Alpini duranVoltri, Arenzano, Cogoleto, Masone, te la Seconda Guerra Mondiale in AlbaCampoligure e Rossiglione, nonché il nia e Russia, medaglia d’argento al Valor raduno della Sezione di Genova. La maMilitare e, dopo la guerra, “apostolo” dei nifestazione si articola sui giorni di saba- mutilatini con la creazione della Fondato e domenica. Il sabato ci sarà la distrizione Don Gnocchi Pro Juventute. Dubuzione di farinata e focaccette in piazza rante la cerimonia verrà consegnata alla Rizzolio a cura dei gruppi di Cogoleto e associazione la tessera dell’ANPI per Masone. Alla sera cori alpini presso la ricordare la medaglia d’oro Giuseppe parrocchia SS. Andrea e Ambrogio alle Salvarezza. Al termine, in corteo per le ore 21. La domenica il clou della manifevie di Cornigliano, si raggiungerà la parstazione che inizierà con la deposizione rocchia dei SS. Andrea e Ambrogio per di corone al monumento dei caduti e a la Santa Messa. quello dei partigiani alla presenza delle Seguirà il rancio alpino nella palestra autorità. A seguire, i partecipanti ragdella chiesa. giungeranno la sede del gruppo: alzabanFranco Travo

“Canta che ti passa” La kermesse canora raddoppia Sabato 14 settembre organizzata dal Circolo ARCI Rizzolio e patrocinata dal VI Municipio Medio Ponente, a partire dalle 19, nello spazio pedonalizzato prospiciente il Circolo ed il Centro civico Villa Spinola di viale Narisano, avrà luogo la seconda edizione della kermesse musicale “Canta che ti passa” ovvero “L’appetito vien cantando”, manifestazione canora di karaoke a premi alla quale tutti possono partecipare iscrivendosi presso i circoli ARCI Rizzolio ed Uguaglianza. Conduce l’evento Mino Paoletti. Al mixer Giuseppe Andaloro. Durante la serata sarà possibile degustare carni alla brace con contorno di patatine, panini, e birra. Se dovesse piovere la manifestazione si svolgerà comunque all’interno dei locali del circolo. (Nella foto il vincitore dell’edizione dello scorso anno) Oerre


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Aikido e Yoga nei giardini di Villa Bombrini Tre ore per saperne di più Domenica 8 settembre dalle 9.30 alle 12.30, a Cornigliano, nei giardini di Villa Bombrini, si svolgerà una pratica gratuita di Yoga e di Aikido. Per chi volesse partecipare è consigliato un abbigliamento comodo. L’attività si praticherà sul prato oppure, per la lezione di Yoga, su un proprio stuoi-­ no. In caso di maltempo, l’iniziativa si svolgerà presso la Polisportiva Cornigliano Futura, in via Cornigliano 43 (sopra il Conad).

Cos’è lo Yoga

Lo Yoga - al di là degli aspetti più utilitaristici (terapie del benessere) e commerciali - è prima di tutto una via di ricerca interiore. Una via prevalentemente pratica, in quanto non dimentica mai il corpo-menterespiro, quale veicolo per giungere a sempre maggiori Cos’è l’Aikido livelli di consapevoLetteralmente significa “via dell'energia e dell'armonia” da Ai (armonia) ki lezza e di intuizione. (energia cosmica) do (via). A prima vista l'Aikido si presenta come un elegante Il suo “ambizioso” metodo di autodifesa finalizzato alla neutralizzazione di uno o più aggressori, diobiettivo è pervenire sarmati o armati, attraverso una serie di movimenti, bloccaggi, leve articolari e ad un’accettazione proiezioni, basati fondamentalmente sul principio della rotazione sferica. piena della vita, ad Al di là della visione più immediata e spettacolare, l’Aikido si propone, però, in uno sguardo univerprimo luogo come via di autoconoscenza e di mutuo rispetto, escludendo tutte le sale che non separa forme di competitività o di gare. noi stessi da ciò che Scopo dell’Aikido non è la creazione di un uomo invincibile, bensì di un uomo che, ci circonda. Lo Yoga attraverso la pratica, riconosca e accetti i propri limiti e impari a vivere serenaè quindi - come altre mente e armoniosadiscipline nate in mente con se stesso e oriente - una prassi con la realtà sociale e esperienziale di conaturale che lo circon- noscenza e di inteda. Per la sua stessa grazione tra l’uomo natura, quindi, l'Aikido e tutto ciò che esiste può essere praticato da (dentro di sé e fuori tutti a qualunque età. di sé). A noi moderPer informazioni: ni tutto ciò sembra l’insegnante di Aikido è quasi irraggiungibiFrancesco Lo Nano le. E tuttavia lo Yoga 4° dan Aikikai. nella sua profondità, www.aikikai.it sa anche essere tecnicamente molto semplice. Dunque l’importante è provarci;; info: 3358409870 – come ha scritto Lao Tze: “Di 10.000 passi, il più difficile è spesso il primo”. Per 0104550242 – informazioni: l’insegnante di Yoga è Carlo Lepore, associato Yani. flink@libero.it www.insegnantiyoga.it info: 3204022468 Oerre


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Se cento anni non sono bastati: addio, Corniglianese Centro Danza “Asd Il circolo della salsa” Eutanasia di una squadra di calcio Una stagione ricca di novità In un assordante silenzio istituzionale, dopo quasi cent'anni di onorata presenza nel quartiere, “muore" la Corniglianese Calcio e nasce l'A.S.D. Genova Calcio a seguito di una fusione con la Culmv Polis e la VirtuSestri. La nuova Società sportiva vedrà presidente Marco Vacca, vicepresidenti Salvatore Cappadona e Giuseppe Mango, presidente onorario Luigi Tassone, segretario Salvatore Pilotta, direttore generale Michele Parodi, coordinatore tecnico responsabile del settore giovanile Giuseppe Maisano. "Il progetto - spiega il neo presidente Marco Vacca - nasce da un momento di difficoltà economica, con istituzioni sempre più assenti e sponsor carenti vista l'epoca in cui stiamo vivendo. Purtroppo è un mondo dove prevalgono gli interessi personali e il rischio per chi si è preso la responsabilità di portare avanti determinati discorsi societari è sempre maggiore. E così ci siamo ritrovati attorno a un tavolo con le altre componenti, VirtuSestri e Corniglianese, fino ad arrivare alla nascita dell'A.S.D. Genova Calcio. Con Parodi e Cappadona avevamo intrapreso un discorso di intesa lo scorso anno, e le idee erano chiare: il Il vecchio stadio Littorio, poi Bacigalupo, problema era logistico, le strutcampo della Corniglianese fino al 1962 ture non erano adeguate a deter(Cartolina collezione Bellini) minate considerazioni futuristiche. Dato che anche la Corniglianese era in preda a problematiche di natura economica, abbiamo ampliato il progetto e trovato la possibilità di avere un'ulteriore struttura su cui puntare. C'è il rammarico per la scomparsa dei rispettivi nomi, per la perdita di storie che hanno segnato il nome di Genova a livello dilettantistico: da tre criticità però, è partito un progetto ambizioso con una struttura solida. Gli obiettivi sono quelli di far nascere una società forte, che non abbia problemi economici e che si mantenga da sola con un valido e ampio settore giovanile per la città di Genova". A noi corniglianesi resta però il dubbio. Perché non si sono fatte partecipi delle difficoltà economiche della società le associazioni di Cornigliano, magari in pubblica assemblea, per fare almeno un tentativo di salvataggio? Forse non avrebbe cambiato il corso degli eventi ma almeno sarebbe stato un gesto di rispetto verso i propri tifosi e quegli anziani cittadini orgogliosi della loro Società e di quel nome "Corniglianese". Pro Loco Cornigliano

E dopo il Podio dell’Isola del 26 maggio dove si è svolta la 3^ tappa di Coppa Italia Danze Caraibiche al Palazzetto dello sport del Geovillage di Olbia, dove hanno visto ancora una volta le coppie dell’Asd Il Circolo della Salsa sul podio con 2 primi e 2 secondi posti ottenuti dalle coppie Giordano Riccardi & Luana Lazzaro e Alessandro Cignarale & Noemi Chiossone, e dopo il meritato riposo estivo nelle competizioni, si riprende ad ottobre in Abruzzo con la quarta ed ultima tappa Gran Prix di Coppa Italia, per poi finire a novembre la stagione con il Campionato Italiano. Il Centro Danza “Asd Ilcircolo della Salsa” propone a tutti coloro, sia grandi che piccoli, che vogliono cimentarsi con le attività proposte con un settembre all’insegna della Danza. Settembre gratis, corsi di danza 2013 – 2014 Il Centro Danza “A.s.d. Il Circolo della Salsa” per la nuova stagione vi propone i corsi di danze orientali, zumba fitness, zumba tonic, salsa e bachata kizomba. E per i più piccoli hip hop, video dance e danza classica. Le lezioni sono tenute solo da tecnici preparati e diplomati. - 17 set ore21, corso principianti salsa e bachata - 18 set ore 17 , corso video dance - 18 set ore 18, corso danza classica - 18 set ore 20,30, corso intermedio danze caraibiche - 18 set ore 21,30, corso avanzato danze caraibiche - 19 set ore 20, corso zumba - 19 set ore 21, corso principianti kizomba - 20 set ore 17, corso hip hop - 23 set ore 17, corso hip hop - 23 set ore 20,30, corso danze orientali - 24 set ore 21 , corso principianti danze caraibiche Tutti invitati alla Giornata dello sport - 25 set ore 17, corso video dance Non sarà una competizione nel vero senso della parola ma un evento per condi- - 25 set ore 18 , corso danza videre una giornata di sport dove protagonisti saranno i più piccoli. La mani- classica festazione si terrà nella struttura del ricreatorio parrocchiale San Giacomo e sarà - 25 set ore 20,30, corso inorganizzata dale associazioni che ne prenderanno parte. Alla “Giornata dello term,edio danze caraibiche - 26 set ore 20, corso zumba sport” sono invitate a partecipare - 26 set ore 21, corso principiantutte le società sportive di ti kizomba Cornigliano con le loro disci- 27 set ore 17, corso hip hop pline. Gli esercizi commerciali di - 30 set ore 17, corso hip hop Cornigliano possono contribuire - 30 set ore 20,30, corso danze con iniziative e idee alla Giornata orientali. dedicata ai più piccoli. Venite a trovarci presso la Palestra di via Cornigliano 43r (area supermercato CONAD), oltre Per informazioni: alla professionalità ed alla corSalvatore Micelli dialità troverete anche un amtel. 335.64.10.452 pio parcheggio gratuito e risere-mail: micelli.salvato@libero.it vato ai soci. M. T.

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Sampdoria “stecca” l’esordio Ma gioca alla pari con la Juve

Il Genoa segue la tradizione Liverani guarda avanti

Sampdoria–Juventus finisce con la vittoria della squadra torinese che, detto per inciso, non ha rubato il risultato di 0-1; ciò non toglie che la Sampdoria avrebbe potuto pareggiare l’incontro. Che la Juventus sia una squadra cinica che con le cosiddette “piccole” vince pressoché sempre (e non facciamoci confondere dal fatto che negli ultimi undici incontri fra la Samp e la Juve, quest’ultima abbia vinto soltanto in un’occasione, nel 2009, oppure non basiamoci sull’eclatante risultato di 1–2, con il quale la Sampdoria ha espugnato lo Juventus Stadium di Torino, giocando in inferiorità numerica ed in svantaggio di una rete, per più di 60 minuti) è una realtà. Quella fu una partita mitica, identica a quella dell’inizio campionato 1982-’83, vinta dalla squadra blucerchiata, appena risalita nella mas-­ sima serie con il gol di Mauro Ferroni, sotto la gradinata sud. Nell’esordio la Sam-­ pdoria ha giocato alla pari con la “Vecchia signora”, vincitrice degli ultimi due scudetti e potenziata dall’arrivo dell’argentino Tevez, ex Manchester City, suben-­ do una controllata supremazia territoriale per tutto il primo tempo, difendendosi con ordine, per poi ripartire e mettere paura, in un paio d’occasioni alla pluritito-­ lata avversaria. Da parte bianconera nel primo tempo, un tiro di Pirlo da fuori area, potente ma centrale, smanacciato in calcio d’angolo dall’attento Da Costa, che non ha fatto assolutamente rimpiangere Romero, e un colpo di testa di Asamoah sul quale il portiere sampdoriano si è ripetuto. Un tunnel di Gabbiadini ai danni di Chiellini che ha dovuto trattenerlo fallosamente: fuori o dentro l’area? Il giudice di porta, ben posizionato, ha consigliato l’arbitro Banti, buona la sua dire-­ zione, a concedere la semplice punizione dal limite, sulla linea di fondo. Poco dopo una palla insidiosa ha attraversato l’area juventina, con la punta sampdoria-­ na, in scivolata, che non è riuscita a deviarla in rete. Nel primo quarto d’ora del secondo tempo la Juve è passata in vantaggio, addirittura con un’azione di ripar-­ tenza, finalizzata da Pogba, forse il migliore in campo, con un passaggio-gol a Tevez arrivato a rimorchio, che ha spinto la palla in rete. La Samp ha avuto una buona reazione riuscendo a pareggiare con gol di Costa non concesso, sorpreso in millimetrico fuorigioco. Poi una staffilata di Obiang uscita di pochissimo a lato sulla destra di Buffon e un paio di mischie in area bianconera che avrebbero potuto portare al pareggio i blucerchiati. Da non dimenticare un colpo di testa di Lichtsteiner, uscito di pochissimo fuori alla destra di Da Costa, che avrebbe fruttato la seconda rete ai bianconeri. Poi la Juve, gliene si dia merito, ha saputo giocare come fosse una squadra provinciale, mantenendo il possesso palla, portando così a termine vittoriosamente l’incontro. Ininfluente il cartellino rosso subito da Ca-­ stellini nei minuti finali. Le sconfitte non piacciono e non fanno classifica, guai a trovare scuse; tuttavia la Sampdoria deve credere nelle sue potenzialità, aggiungendoci la convinzione di potersela giocare con tutte le altre diciannove squadre. Rossi è un abile condottiero e la rosa è composta da validi giocatori che nulla hanno da invidiare ai componenti delle dieci-dodici squadre che hanno le stesse aspettative dei blucerchiati. A nostro parere, tutti i giocatori scesi in campo hanno meritato la piena sufficienza, compreso il debuttante Eramo che ha corso e contrastato, per tutto il tempo in cui è rimasto in campo, al punto di farsi ammonire; qualcosa in più per Da Costa, Obiang e Gabbiadini. Guido Pallotti Fine gara. La stretta di mano fra Rossi e Conte

Non ha una grande tradizione il Genoa a Milano. La prima creatura di A di Liverani è un 4-3-2-1 (Perin, Antonelli, Manfredini, Portanova, Vrsaljko, Kucka, Lodi, Cofie, Santana, Bertolacci, Gilardino)in cui la figura migliore la fanno i centrali difensivi, protetti dagli altri otto in campo. Lodi prova qualche lancio, ma non ha più Barrientos e Papu Gomez a corrergli sulle corsie (Bertolacci e Santana non sono la stessa cosa). Gilardino la vede poco, Vrsaljko mostra di saper crossare ma solo nei primi minuti. L’impressione è che fin qui la squadra abbia studiato esclu-­ sivamente la fase difensiva. Serve qualcuno che connetta Lodi e Gilardino per non far cadere in depressione i tifosi rossoblù. Liverani è la scommessa di Preziosi: ha steccato in coppa Italia (Spezia) e si presenta alla prima di campionato con una squadra rinforzata dalla regia di Lodi e dai gol di Gilardino: l anno scorso Gila, al Bologna, ha segnato più di qualsiasi giocatore dell Inter (13 gol contro i 12 di Palacio). L’altro nuovo innesto rossoblù in una squadra già rivoluzionata lo scorso gennaio sarà (con Marchese squalificato), il giovane croato Sime Vrsaljko, terzino destro e esponente di quella nuova generazione d oro della Dinamo Zagabria che ha già esportato in nerazzurro Mateo Kovacic. La prima chance per l'Inter arriva con un colpo di testa di Ranocchia a lato di poco. Occasioni da gol se ne vedono poche. I nerazzurri giocano molto sulle fasce con cross che però non trovano mai la testa di PalaInter - Genoa 2-0. Nagatomo ‘75, Palacio (nella foto) ‘92 cio. Jonathan prova un tiro in diagonale alla mezz'ora: pericoloso ma impreciso, Guarin regala tanta intensità ma non riesce a trovare spazi per i suoi tiri dalla distanza. Il primo tempo si chiude sullo 0-0. Nella ripresa Mazzarri prova a rinforzare l'attacco con l'inserimento di Icardi al posto del deludente Kuzmanovic. I padroni di casa continuano a spingere con la solita veemenza ma il Genoa non trema praticamente mai. Dall'altro lato Gilardino fa reparto da solo e prova a regalare spazi per il tiro dei compagni ma per due volte Bertolacci si fa trovare impreparato sbagliando le conclusioni verso l'inoperoso Handanovic. La partita scorre via senza particolari emozioni fino al 29' quando l'Inter passa in vantaggio. L'azione si sviluppa sulla corsia di destra con Guarin che innesca Jonathan pronto al cross, sporcato da un avversario: sul pallone si avventa Nagatomo che sulla linea di porta tocca di testa in rete. Il vantaggio carica i nerazzurri che sfiorano il raddoppio con Icardi al 37' ma il pallone colpito di testa termina sulla traversa. Ranocchia e il convincente Jonathan mettono i brividi a Perin, poi chiude il discorso Palacio in pieno recupero: assist di Guarin in verticale per l'attaccante argentino che a tu per tu con il portiere avversario non sbaglia. E' il 92'. Riccardo Cabona

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L’avvocato risponde Caro Avvocato, Mio zio è recentemente deceduto lasciando tutti i suoi beni allo scrivente, unico erede legittimo. Con testamento olografo ha disposto dell’usufrutto dell’appartamento in cui viveva in favore della governante, la quale potrà anche vendere l’immobile in caso di bisogno. Come va interpretata detta disposizione? E’ valida? G.R. Caro Signore, La disposizione testamentaria che Lei mi sottopone è valida ma pone seri problemi di qualificazione giuridica. E’ pacifico infatti che il titolare di un diritto reale limitato, qua-­ le è l’usufruttuario, non potrebbe disporre di altro che non fos-­ se il diritto di cui è titolare: per l’appunto il diritto di usufrutto sull’immobile e non anche il diritto di proprietà dello stesso. Nel caso in esame il testatore ha tuttavia inteso consentire all’usufruttuario di alienare la piena proprietà dell’immobile, seppur subordinatamente allo stato di bisogno. Le disposizioni parrebbero, quindi, incompatibili. Devo tuttavia evidenziarLe che in materia testamentaria i principi ermeneutici sono peculiari, essendo ispirati da un chiaro favore volto a salvaguardare al massimo il contenuto e l’efficacia della scheda testamentaria, ciò perché chi predispone un testamento, atto a causa di morte destinato ad acquisire efficacia solo dopo l’apertura della successione, non è in grado di integrare, emendare o sanare eventuali vizi di cui fosse affetta la disposizione. In detta prospettiva, va privilegiata quindi una interpretazione che salvaguardi al massimo il contenuto e l’efficacia della disposizione. In astratto, la disposizione dello zio potrebbe essere interpretata in vari modi: I) un valido legato del solo usufrutto essendo nulla per il resto, non potendo l’usufruttuario, come detto, di-­ sporre del diritto di proprietà di cui non è titolare; II) una attribuzione, che ben potrebbe anche non essere a titolo particolare, a dispetto del termine usato dal testatore, non dell’usufrutto ma della proprietà dell’immobile: è infatti solo il proprietario che può alienare il diritto di proprietà dell’immobile;; III) due legati, uno del solo usufrutto ed un secondo legato, condizionato alla sussistenza dello stato di bisogno, della piena proprietà dell’immobile;; IV) due legati, uno del solo usufrutto ed un se-­ condo legato, obbligatorio, di natura alimentare, per il caso in cui l’usufruttuario versi in stato di bisogno. Mi pare che tutte le interpretazioni che Le ho enunciato, siano argomentabili e sostenibili in un eventuale giudizio sull’interpretazione del testamento che la vedesse coinvolto;; personalmente, in ciò confortato anche dalla giurisprudenza che si è occupata di un caso simile al Suo, propenderei per la qualificazione sub 3, vale a dire: due legati, uno, puro, dell’usufrutto, immediatamente efficace ed un secondo, condi-­ zionato, della proprietà. Matteo Savio, avvocato

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La cucina di nonna Papera (Leda Buti) Storia delle ricette che hanno fatto la storia Ludwig Van Beethoven, rappresenta l’anima del roman-­ ticismo musicale. A rendere immortale la sua arte è la potenza emotiva della musica, evocatrice di tutti gli intensi sentimenti che agitano il movimento romantico: l’amore, la gioia, il senso della morte, gli atti eroici. Tutte le sue opere ( i concerti, le nove sinfonie, le messe) sono caratterizzate da un perfetto equilibrio formale di matrice classica unito ad una travolgente carica emotiva. Nella sua tormentata Ludwig Van Beethoven vita non conobbe alcuna (Bonn, 1770-Vienna, 1827) gioia: il carattere scontroso, la progressiva sordità, la trasandatezza gli procurarono cocenti delusioni amorose e solitudine. La principessa Lichnowsky, estimatrice del grande musicista, tentò, con scarsi risultati, di insegnare a Ludwig le buone maniere necessarie per essere accolti ed accettati dalla nobiltà viennese, conservatrice e prevenuta. Beethoven fu un forte bevitore, non particolarmente attratto dai piaceri della tavola. Gradiva tuttavia, i maccheroni con formaggio grana, consumati insieme ai rari amici.

Maccheroni alla Beethoven Per quattro persone. Ingredienti: 400g di maccheroni, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, 4 cucchiai d’olio, un cucchiaino di noce moscata, sale pepe. Preparazione: è un piatto molto frugale, dalla semplicissima esecuzione. Si fanno cuocere i maccheroni in abbondante acqua salata, si scolano e si passano saltati in padella, con l’olio, il parmi-­ giano, la spruzzata di pepe e un cucchiaino di noce moscata. Se volete degustare uno dei sapori, sembra preferiti da Beethoven, aggiungete un cucchiaio di burro fuso.

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Numeri utili Pronti interventi Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570 Cornigliano Carabinieri 0106469983 Comune 0106500068 Croce Bianca 010651276 0106512817 Illuminazione pubblica 800523188 Polizia 010648001 Polizia municipale 0105577195 A.C.I. 803116 Taxi 0105966 ASL Guardia medica 010354022 CUP prenotazioni 0105383400 AMT Linee e orari 0105582414 Trenitalia Orario treni 92021 Aeroporto Informazioni 01060151


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Condomini “aperti” agli animali domestici Aumentano le liti? Cosa rischiano i proprietari La disposizione che ha “liberalizzato” l’apertura dei condomini agli animali domesti-­ ci è una delle novità della riforma che è entrata in vigore il 18 giugno scorso. Dietro la nuova norma, però, si nasconde il pericolo di un’amplificazione della litigiosità tra i proprietari. L’articolo 1138 del Codice civile prevede che le norme del regolamento condominiale non possano vietare il possesso o la detenzione di animali domestici. Di recente, i giudici di legittimità hanno sancito “un vero e proprio diritto soggettivo all’animale da compagnia nell’ambito dell’attuale ordinamento giuridico” legittimando un’interpretazione evoluti-­ va e indirizzata dalle norme vigenti, che “impone di ritenere che l’animale non possa essere più col-­ locato nell’area semantica concettuale delle cose” ma vada riconosciuto altresì come un “essere senziente“. Il principio lo ha affermato la Cassazione con il decreto nel quale si dispone che “il gatto, come anche il cane” vada valutato, ai fini di legge, come membro della famiglia e dunque vada “collocato presso il coniuge separato con regolamento di spese analogo a quello del figlio minore“. Nel primo testo di riforma, la pertinenza del divieto toccava gli “animali da compagnia“. Nella stesu-­ ra definitiva del nuovo testo della riforma, con riferimento all’articolo 1138 del Codice, però, suben-­ tra la definizione animali “domestici”. Una dissomiglianza, questa, che potrebbe sollevare non pochi equivoci ed obiezioni nelle aule di giustizia. Mentre, infatti, risulta chiaramente deducibile la possibilità, sempre garantita, d’interdire la presenza condomi-­ niale di animali esotici (come i serpenti), non è altrettanto limpido l’assetto che disciplina gli animali d’affezione, i quali non sempre possono considerarsi “domestici” come nel caso di criceti, furetti o conigli. Per le altre direttive, l’accesso degli animali non diventa completamente immu-­ ne da ogni regolamentazione. E’ buona norma rispettare le disposizioni contenute nell’ordinanza del ministero della Salute, previdente tra l’altro l’obbligo, nei confronti dei proprietari dell’animale, di mantenere ordine e pulizia nell’area di passaggio, di usufruire del guinzaglio in ogni luogo e, qualora si fosse in possesso di animali con indole aggressiva, di applicare la museruola. Rimane poi vigente la responsabilità civile a carico dei proprietari, in caso scaturiscano danni o lesioni a persone, animali o cose, nonché l’obbligo di stipulare, in caso di animali pericolosi, una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni causati dal proprio cane contro terzi. Alcune prescrizioni per chi detiene animali domestici in sede condominiale: gli animali non sono tenuti ad essere lasciati liberi di circolare negli spazi comuni in mancanza delle idonee cautele; i proprietari devono tenere un comportamento congruo al dovere che impone loro di non nuocere alla quiete e all’igiene degli altri conviventi dello stabile. Andrea Scibetta agente immobiliare Affiliato Fiaip

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Articolazioni in salute La salute delle articolazioni interessa diverse categorie: giovani, sportivi, obesi, ecc... Le principali terapie agiscono sull'infiammazione o sul dolore. Se si tratta di patologie croniche, la terapia con antinfiammatori e antalgici porta ad effetti collaterali anche gravi. Per questo è stata posta l'attenzione sull'utilizzo di terapie alternative e sulla prevenzione mediante sostanze mirate al benessere delle articolazioni. Ma che cosa è un'articolazione? È una giunzione tra capi ossei connessi tra di loro dal tessuto connettivo. Possono essere di tipo mobile, semi -mobile o fisso. Possono essere presenti anche legamenti. L'articolazione può essere avvolta in una capsula articolare che contiene la membrana sinoviale in cui vi sono vasi, nervi e il liquido sinoviale. Le patologie possono nascere da più parti e rivestire più aspetti di natura acuta o cronica. Tra le patologie croniche più diffuse, specie negli anziani, abbiamo l'artrosi: un’infiammazione progressiva della cartilagine che riveste l'ar-­ ticolazione. Comuni sono anche le tendiniti a carico sopratutto dei tendini di Achille, di ginocchia, gomiti e spalla. Sono infiammazioni del tessuto fibroso che connette i muscoli all'osso e che si manifestano con dolore nei movimenti. Come curarle? La maggior parte della terapie hanno il compito di ridurre infiammazione e dolore con antinfiammatori a base di "fans". Esistono in compresse, buste, fiale, supposte, creme, gel e cerotti localizzati. È’ chiaro che questi farmaci devono essere usa-­ ti con cautela per gli effetti collaterali sull'apparato digerente, durante la gravidanza e nei soggetti con difetti nella coagulazione del sangue. Data la cronicità delle principali patologie articolari, risulta particolarmente importante affiancare alle cure tradizionali che devono essere limitate nel tempo, delle sostanze naturali a base di cartilagine di squalo, glucosamina, collagene, condroitina, acido ialuronico, vitamina D, acidi grassi insaturi, antiossidanti. Spesso molte di queste sostanze vengono somministrate in associazione per potenziare la loro azione e agire così su più fronti. In commercio ne esistono più tipi di formulazioni, vendibili senza prescrizione medica. Il farmacista vi può consigliare il più appropriato. Dottoressa Jose Cuffaro, farmacista

Energia e gas, opportunità da cogliere Il mercato dell’ E-­ nergia - risponde Elio Teodoro, Responsabile territoriale di Liguria Energia Cari concittadini, in questo numero diamo nuovamente spazio alle numerose domanda che abbiamo ricevuto allo sportello. Siamo inoltre lieti di annunciarvi, che avremo modo di dare ampio spazio ai vostri quesiti nel corso delle assemblee che stiamo organizzando in collaborazione con Arci Associazione dei Lucani, Auser e Circolo Uguaglianza per il mese di settembre a alle quali abbiamo piacere di invitarvi sin da ora. Un caro saluto, Elio Teodoro. Caro Elio, sono cliente di una importante società che opera nel mercato del gas. Sono alcuni mesi che non ricevo nessuna bolletta e sono preoccupata di trovare al ritorno delle vacanze una spiacevole sorpresa. Ogni quanto tempo il mio fornitore è obbligato ad inviarmi una bolletta? G.C. Gentile signore, molti dei nostri concorrenti inviano ai propri clienti 4 bollette l’anno, il limite minimo stabilito dall’Autorità dell’Energia in caso di consumi superiori ai 500 smc. Per intenderci, si tratta del consumo di una famiglia di 2 persone che utilizza il gas per cucinare e riscaldare un appartamento di 50 metri quadri, dunque la maggior parte delle famiglie supera questo limite. Purtroppo questa prassi non consente al cliente una pianificazione oculata della spesa, causando picchi improvvisi nei consumi e importi che variano considerevolmente nel corso dell’anno. Noi di Liguria Energia dopo attenti studi, abbiamo deciso di fatturare 8 bollette all’anno, in modo tale da ridurre quanto più possibile gli importi in relazione ai consumi, e offrire la possibilità ai nostri

clienti di controllare i propri consumi più volte. In questo modo i nostri clienti si sentono protetti perché, dal momento che l’importo delle nostre bollette tenderà ad essere il più omogeneo possibile nei diversi mesi dell’anno proprio per evitare importi troppo elevati nelle singole bol-­ lette, hanno la possibilità di pianificare una spesa che li accompagna per tutta la vita. Caro Elio, molti fornitori di gas offrono tariffe molto scontate, promettendo persino risparmi del 20% in bolletta. Dobbiamo aspettarci che queste offerte abbiano una durata limitata? Cosa capita allo scadere della promozione? M.P. Gentile Signora, molti operatori parlano di offerte strabilianti, promettendo scontistiche estremamente allettanti per un periodo di tempo limitato. Il mio consiglio è quello di prestare la massima attenzione a chi vi presenta offerte che garantiscono un risparmio eccessivo, supponiamo del 20%. Vi spiego brevemente perché. Come avrà sicuramente avuto modo di notare la bolletta è composta da parecchie voci, alcune relative ai cosìdetti costi di rete ed altri correlati alle attività di vendita. Buona parte di questi costi (il 40% circa se si considera un consumo medio di circa 1000 smq) non possono essere determinati dal rivenditore, perché sono appunto pagati al distributore – ad esempio “l’affitto” dei tubi e i costi per il tra-­ sporto. Si tratta di “costi passanti”: sono incassati del venditore ed interamente girati ad altri soggetti. Altri importi invece, pur spettando al venditore – ad esempio quelli per la gestione amministrativa della pratica – sono predeterminati dall’Autorità. Infine vi sono, come sempre, imposte ed accise incassate dallo Sta-­ to. Il fornitore dunque ha facoltà di variare unicamente il prezzo della materia prima, che conta per il 60% della bolletta su un consumo medio. Ne consegue che, al massimo, si potrà parlare di uno sconto del 20% sul costo della materia prima, del gas, cioè di una sola delle componenti che il consumatore paga in bolletta. Queste offerte, alle volte estremamente vantaggiose in apparenza, prevedono però una validità limitata di sei mesi o un anno, dopo la quale i costi lievitano alle stelle, all’insaputa del consumatore. Liguria Energia le offre una tariffa agevolata, bloccata a dodici mesi, allo scadere dei quali, con un anticipo di tre mesi, la contatterà per proporle un appuntamento nei nostri sportelli per discutere insieme e concordare la tariffa più adeguata alle sue esigenze. Infatti non è possibile stabilire con largo anticipo quanto costerà il gas sui mercati internazionali, quindi è nell’interesse del cliente poter rivedere la tariffa ogni anno per cogliere meglio le opportunità di quel periodo. In questa occasione, con la consueta cura ed attenzione, la informeremo delle scelte disponibili sul mercato per andare incontro alle sue esigenze ed aiutandola a pianificare con cura la sua spesa.


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Riportiamo quanto letto sul Secolo XIX del 7 agosto u.s. (vedi foto) e siamo veramente dispiaciuti che, nonostante ogni accorgimento tecnico intrapreso da Società Per Cornigliano con un monitoraggio continuo delle emissioni sonore, dalla Pro Loco Cornigliano e dalle altre associazioni che hanno svolto iniziative a Bombrini coinvolgendo decine di migliaia di persone in quindici serate svolte tra giugno e luglio u.s. contribuendo al rilancio turistico e culturale del nostro quartiere, si sia comunque arrecato disturbo e danno a qualcuno (cittadini, operatori commerciali, trattorie, alberghi, ecc..). Fortunatamente restano in un anno altri 350 giorni di “silenzio” nei quali occuparsi di altre problematiche che riguardano il nostro quartiere (depuratore, riqualificazione, traffico, zingari, moschea, ecc..) e, perchè nò, magari proporsi come volontario (noi lo siamo tutti) nell’organizzazione di eventi più “silenziosi” come uno spettacolo di mimi. Oerre

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Alla fine dell'anno 2013 decade il Consiglio Direttivo della Pro Loco Cornigliano e si andrà ad eleggere il nuovo gruppo dirigente del quale ciascun socio, se eletto, può entrare a farne parte. Diventare socio della tua Pro Loco quindi serve per almeno 5 buone motivazioni: 1. Se hai a cuore la tutela e il miglioramento delle condizioni sociali, culturali e di rivalorizzazione turistica del tuo quartiere 2. Se ti interessano le iniziative e le manifestazioni che valorizzano la storia, la cultura, l’arte e le tradizioni del nostro territorio 3. Se ritieni che la difesa dell’ambiente sia fondamentale per qualsiasi azione di sviluppo futuro 4. Se hai voglia di impegnarti in attività sociali di volontariato, giornalistiche e di solidarietà. 5. Se vuoi dare il tuo concreto contributo ai cambiamenti in atto nel nostro quartiere. ISCRIVITI E COLLABORA CON LA TUA PRO LOCO E IL TUO GIORNALE "IL CORNIGLIANESE", UNA VOCE INDIPENDENTE AL SERVIZIO DEL QUARTIERE. info@prolococornigliano.it redazione@prolococornigliano.it segretario@prolococornigliano.it


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G.S.D. Cornigliano Trentacinque anni di sport e ruolo sociale Un po' di storia. tornarono i problemi di sem- Ferrando - a quei 40 soci Correva l’anno 1977, mesi otto-­ pre perché a Cornigliano non fondatori che hanno forbre – novembre. Un gruppo di vi erano le strutture adeguate. mato il primo Consiglio genitori che formavano il Con- Nel 1986 veniva nominato direttivo; grazie a tutti siglio di Istituto della scuola presidente Carlo Canestrelli. quei ragazzi e ragazze media Alessandro Volta porta- "Trentacinque anni di sport che hanno contribuito con rono avanti l’idea che anche a nel G.S.D. Cornigliano sono la loro attività ed il loro Cornigliano i ragazzi avessero un fatto", dice l'attuale presi- impegno a portare in diritto ad avere la possibilità di dente della Società, Giuseppe giro per l'Italia il nome di fare sport, senza dover andare Ferrando, al nostro giornale , Cornigliano; grazie alle ad “emigrare” a Sestri Ponente "e descriverne la storia non è istruttrici ed agli istruttoo a Sampierdarena. Dall’idea ai facile. Io personalmente sono ri per la loro dedizione fatti, si forma il primo consi- succeduto a Carlo Canestrelli, all'insegnamento dimoglio provvisorio del Gruppo il presidente dei presidenti strata in questi anni; Sportivo Dilettantistico Corni- nella nostra Società; colui che grazie ai genitori che gliano, dal quale viene eletto la storia del G.S.D. Corniglia- hanno creduto in noi; primo presidente Carlo Cane- no l'ha fatta in tutti i sensi. Ne grazie infine a tutti colostrelli. Vengono formati due ho ricevuto le consegne nel ro che non posso elencare settori di discipline come palla- 2005 dopo otto anni di ap- perché farei un torto a Carlo Canestrelli, il “presidentissimo” del GSD Cornigliano in una foto d’epoca canestro e ginnastica artistica, partenenza al gruppo diretti- quelli dei quali potrei durante una premiazione ufficiale. Il suo primo insediamento risale al 1977, verrà le varie iscrizioni alle federa- vo. Voglio oggi ringraziare dimenticarmi ma che zioni competenti e si parte. coloro che 35 anni fa hanno hanno contribuito a far si rieletto nel 1986 quando il Gruppo Sportivo Cornigliano aveva già nove anni di vita Nell’anno sportivo 1978/79 il deciso di formare, da un con- che questo Gruppo sportinumero di aderenti alle due siglio di classe, un Gruppo vo arrivasse al suo 35esimo attività raggiunge i 300 iscritti: sportivo che, proiettato nel compleanno. Ora l'obiettivo è questa era la dimostrazione arrivare alle nozze d'oro", che quei genitori avevano ci dice concludendo Ferranragione e che nel quartiere do, "con gli identici scopi vi era la necessità di avere anche se i tempi son camdello sport. Le difficoltà non biati. Dare ai giovani e ai erano poche perché i siti giovanissimi la possibilità dove svolgere queste attività di socializzare, imparando non esistevano ed allora, la disciplina dello sport con l’aiuto delle scuole e di senza ritmi stressanti, senuna struttura dei padri Scoza "bruciare" nessuno vinlopi in via Minghetti, la socendo e perdendo come cietà sempre a suo rischio nella vita". ha iniziato a costruire il I corsi svolti dal G.S.D. Corcampo di pallacanestro in nigliano sono: ginnastica mateco all’aperto, mentre la artistica e ritmico-sportiva, ginnastica veniva fatta nelle fitness, aerobica, acrogym, scuole o in scantinati. Dal step coreografico, tonifica1980 al 1986 i presidenti zione, giochi d’infanzia, sono Leveratto e, per una corsi per diversamente abiparentesi, Gatti. Da questo li, ginnastica per adulti ed si arriva con la promozione Giuseppe Ferrando è l’attuale presidente del un settore tennis per adulti della squadra di pallacane- G.S.D. Cornigliano. “Il nostro obiettivo, dice, e con corsi di avviamento stro in serie D nell’anno per bambini a partire dai 5 è arrivare a celebrare le nozze d’oro” 1984. anni. Naturalmente dopo La sede del G.S.D. Cornil’entusiasmo, la realtà e cioè futuro, facesse sì che giovani gliano è in via Nino Cervetto, che non si poteva mantenere e giovanissimi si impegnasse- 8, a Genova Cornigliano (ex con i costi una squadra in quel- ro nello sport con amore, di- area Dufour). la serie, e da lì lo scioglimento vertendosi e socializzando tra Puoi avere informazioni sulle della squadra di basket. Inizia- loro. attività del gruppo telefonanva nel 1985/’86 il settore della Socializzare sembra oggi una do al numero 010.6511643 dal ginnastica ritmica che da lì a parola antica in un mondo lunedì al venerdì dalle ore 15 poco dava dei risultati molto dove l'insegnamento dall'alto alle ore 19. buoni, ma quando si trattò di ha spesso valori tutt'altro che avviare l’attività agonistica etici. Grazie quindi - continua Oerre

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eravamo, come siamo

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Domenica 7 agosto 1966, tutti al Palasport Corniglianese contro Fulgorcavi: chi vincerà? Nato a Cornigliano, Michele Sciacovelli cresce calcisticamente nel circolo di via Minghetti: indossa la maglia azzurra col giglio della squadra Dufour. Genoano da sempre, ricorda con piacere quando andava al Ferraris a vedere le gesta di Carapellese, Bea, Abbadie, Firmani. E nel 1956 assiste alla sua prima partita in serie A: Genoa—Inter. Finisce 3-1 per i rossoblù, buon segno. Nei campi di tutti i giorni, Sciacovelli gioca da terzino sinistro, quello che una volta portava il numero “3”. Il tempo di compiere 16 anni, Michele dalla Dufour passa alla Sestrese. Gioca in quarta serie, la serie D interregionale. A 18 anni lo troviamo all’Edera Pra’. “Ci allenavamo al Morte-­ o” ricorda. “Gli allenatori ci preparava-­

in promozione. E lì inizia l’esperienza del calcio “a sette”. Siamo nel ‘63/’64 al Rottigni-Marchisotti si gioca presso il Don Bosco di Sampierdarena: il torneo estivo più importante di Genova. Giocavo a destra e a sinistra. Partecipavano soprattutto bar. C’era Mainetto delle giovanili del Genoa ed il portiere Venanzi: entrambi grandi personaggi nel calcio a sette. Troviamo anche Landini, attaccante, Bucalo e Polignano. Il terreno era piccolissimo, pericoloso e in terra battuta. Era un campo da sei ma si giocava in sette. Ai lati un cinema, una segheria, di fianco il porticato, il quarto lato era per il pubblico. Nel primo torneo del ‘66 la squadra di Cornigliano si chiamava Bar Stadio. Giocavamo con le scarpe

Dai giornali dell’epoca la formazione della Fulgorcavi con Sommariva, Budicin, Rusca, Rolando, Vigo, Zingariello, Gallione nel girone, vanno avanti contro il Santagostino. Vincono e disputano la semifinale contro la Fulgorcavi (formata da giocatori della Sestrese). Vince la Fulgorcavi che noi incontriamo in finale. Arriva la finalissima davanti a 12.000 spettatori. Quel torneo era diventato un fenomeno di massa. Il Palasport ribolle, Cornigliano è deserta. Domenica 7 agosto. Alle 21 l’arbitro della federazione fischia l’inizio di una partita da 2 tempi da 30 minuti l’uno. Si parte con l’uno a zero per la Fulgor. Subito dopo Landini pareggia e successivamente segna anche il goal del

vantaggio. Chiude la partita il mio gol, a due minuti dalla fine, mentre la Fulgor cerca il pareggio. Fu una bordata di sinistro all’incrocio dei pali. Ho visto il portiere che volava, volava, ma ricadde senza intercettare il pallone. Era l’anno d’oro per il calcio a sette. Pensate — ricorda ancora Sciacovelli — che nei vari tornei c’erano a disposizione anche premi importanti come motocicli e medaglie d’oro. Infine, nel 1967 il bar Mike vinse anche il torneo Coppa Baselica”. E. C.

La squadra del Bar Stadio di Cornigliano in un torneo del giugno 1966 Ultimo a destra, in basso, Michele Sciacovelli no atleticamente ma senza nessuna tattica. La prima partita fu il derby contro l’Edera Pegli. Il presidente aveva promesso 5.000 lire ad ogni giocatore per la vittoria. Perdemmo. Contemporaneamente lavoravo presso il bar dei miei genitori in via Cornigliano. Subito dopo, passo al Masone in Promozione. Mi allenavo lassù: facevo il Turchino avanti e indietro. Fu un periodo curioso: i presidenti vantavano aziende, mobilifici ma a noi, soldi... zero. Ci usciva qualche mangiata. Finisco a Rossiglione

Superga di tela. In squadra c’era (foto sopra): il portiere Roberto, Cellerino, Manzoni; in ginocchio: Landini, Agostini, Pagano ed io. Ed eccoci a luglio del 1966 al Palasport di Genova Foce. Per il secondo anno si disputa la seconda edizione torneo. Due squadre sono di Cornigliano: Bar Mike e Corniglianese Club Uguaglianza, tutte e due molto ben preparate. Amici che non avevano mai giocato insieme ma che si scoprirono fortissimi. Loro vincono la prima partita contro il Don Bosco Sampdoria club. Primi

Dai giornali dell’epoca la formazione della Corniglianese: Maura, Sciacovelli, Derchi, Pagano, Baiardo, Landini, Dechau. Arbitrò la partita il signor De Luca

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LA FILARMONICA E IL QUARTIERE Cosa può fare la Pro Loco di Cornigliano “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?" Così diceva Nanni Moretti in un suo noto film. Beh, devo dire che nel nostro caso siamo stati più notati a causa della nostra assenza. Scherzi a parte rispondo molto volentieri alla lettera dell'amico Mauro Gandolfo, presidente della Filarmonica Corniglianese, apparsa nel precedente numero di luglio dove lo stesso giustamente lamentava l'assenza di una nostra rappresentanza ad una loro importante manifestazione. Che dire? Ritengo l'appunto di Mauro corretto anche se umanamente la Pro Loco non può presenziare a tutto e ritengo il fatto che si sia notata la nostra assenza più di quella di altri paradossalmente qualificante e positivo per la nostra associazione. Alla Filarmonica ed al Suo presidente vanno le nostre scuse e, quando lo desiderano, uno spazio nel nostro giornale. Grazie per quanto fate per il nostro quartiere. Riccardo Ottonelli (segretario Pro Loco)

PERICOLO CANNA FUMARIA I cittadini denunciano Ci segnalano alcuni condomini del civ. 27 di via Tonale (proprietà Arte), che intendo-­ no rimanere anonimi, la criticità statica della canna fumaria che si vede nella foto. Più volte comunicata ad "Arte" la possibilità di un crollo immi-

e lettere alla redazione

nente del manufatto che andrebbe a danneggiare l'edificio sottostante con palesi rischi di pubblica incolumità, pare che a oggi non sia stato dato alcun riscontro alla denuncia dei cittadini giustamente preoccupati .

LA MUSICA E’ FINITA: ARRIVA L’ESPOSTO Una risposta per l’esposto Per anni siamo stati “assediati” dai gasometri, “avvelenati” dal benzene, “inquinati” dai conti-­ nui rumori siderurgici. Dopo la dismissione siamo ormai circondati da eterni cantieri, da colonne di tir, da un maleodorante depuratore e ultimamente anche dai campi nomadi. Il tutto è condito da una viabilità precaria e dall’indecisione politica su quella che sarà la destinazione finale delle aree dismesse. Ma tutto ciò sembra che per alcuni non costituisca un problema anzi direi che ai più, ahimé, passi nell’assoluta in-­ differenza. Nonostante tutto ciò alcune persone credono, sperano e desiderano fortemente una nuova vita per Cornigliano e per tutti i suoi abitanti. Ed è in funzione di ciò che organizzano momenti culturali, feste popolari, eventi di solidarietà e programmi di comunicazione cittadina quali il nostro giornale locale: Il Corniglianese. Ma tutto ciò non serve a “zittire” pseudo comitati i cui aderenti ritengono che qualche ora di musica e forse per qualche decibel in più di essere privati della più desiderata ed agognata libertà: IL SILENZIO. Alfonso Palo Caro Alfonso, abbiamo riportato l’articolo del Secolo XIX sulla protesta di alcuni cittadini a pagina 20, nello spazio dedicato alla bacheca della Pro Loco. In merito, ogni parere verrà pubblicato. NdR

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CORNIGLIANESE: IL PERCHE’ DI UNA CRISI Ma dov’era chi ora critica? Spettabile redazione de ilCorniglianese, nel numero scorso è apparso nelle pagina delle lettere alla redazione uno scritto a firma Luciano Tagliatti in cui si esprimeva rammarico per la la “scomparsa” della storica e gloriosa Corniglianese chiamando il popolo delle associazioni a compattarsi per far rinascere i mitici striscioni neroverdi. Non pago di tutto ciò sprona altresì la comunità a riconquistare la gestione di un impianto sportivo ora in mano, a suo dire, ad una società estranea al nostro quartiere. Nobile intento quello del Tagliatti di voler far rinascere un calcio fatto di sociale, aggregazione e bla.. bla… bla... Pur-­ troppo sono parole dette da chi ha sempre osteggiato la Corniglianese. Chi scrive e firma questa lettera è conosciuto da tutti a Cornigliano vuoi per l’attività che svolgevo nel quar-­ tiere, il calzolaio, ma soprattutto per la passione sportiva che mi ha portato nel tempo ad essere presidente della Corniglianese benemerito con medaglia d’oro della federazione Italiana Gioco Calcio e presidente onorario della stessa fino alla stagione sportiva 2012/2013. Quindi scrivo con cognizione di causa. Nel 1992/1993, a seguito della riqualificazione di Campi, il Comune chiese come opere di urbanizzazione la costruzione dell’attuale impianto sportivo Italo Ferrando. Gli amministratori di allora lo chiesero perché scippati nel tempo del vecchio Bacigalupo e del campo dell’aeroporto. Il 29 luglio 1994 tramite delibera del Consiglio comunale venne assegnata la gestione alla Corniglianese, forse unica società a rappresentare una delegazione a non avere un campo sportivo. Questo è il fatto. Quello che forse tanti hanno dimenticato, e il caro Tagliatti evidentemen-

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Agosto 2013  te è fra questi, è che fu proprio lui ad allontanarsi dalla Sala rossa nel momento della votazione perché non voleva che fosse assegnata la gestione dell’impianto alla Cornigliane-­ se (evidentemente, diciamo per qualche motivo oscuro perché invece, secondo lui, la società non ne era degna). Altro fatto. L’anno successivo fondò insie-­ me ad altri una squadra di calcio, il Campi, che dopo ogni vittoria gridava, nel campo della corniglianese: “Cornigliano siamo noi” a di-­ mostrazione che la Corniglianese, sempre secondo lui, non rappresentava la delegazione. Mi fermo qui per non correre il rischio di andare a toccare questioni politiche ma mi corre l’obbligo di ringraziare i due politici corniglianesi che fecero fuoco e fiamme per far assegnare il campo alla Corniglianese: Mauro De Giorgio e Salvatore Lecce. Ora, evidentemente qualcuno, per vie politiche, vuole per sé la gestione del Ferrando. Cordiali saluti. Luigi Tassone

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Le figurine di Anzalone

SOTTOPASSO DI PIAZZA RIZZOLIO (Sotto) Terra di nessuno? Caro Direttore vorrei far presente quelle che sono le condizioni in cui versa il sottopassaggio di piazza Rizzolio. Usato da pochi per le pessime condizioni igienico sanitarie è oggi utilizzato come vespasiano da molti degli avventori di locali posti in prossimità. Tra circa un anno, a seguito dell’entrata in servizio della strada a mare, probabilmente non servirà più. Allora perché non tenerlo chiuso o addirittura “tombarlo” come quello di via Minghetti piuttosto che lasciarlo in queste condizioni? Stefano Pastorino

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ilCorniglianese E’ il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure senza scopo di lucro

Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Cinzia Palomba Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Matteo Savio savio@prolococornigliano.it

Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca presidente@prolococornigliano.it

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Quelli della redazione Don Andrea Robotti Ho 35 anni e sono parroco dei SS. Andrea e Ambrogio di Cornigliano e di N. S. di Lourdes e S. Bernardette in Campi. Nato a Genova, da bambino e da ragazzo, ho partecipato alle attività della parrocchia dell'Immacolata. Dopo il liceo scientifico "Da Vinci", a 19 anni sono entrato nel Seminario e l'8 giugno del 2003 vengo ordinato sacerdote dall'allora arcivescovo mons. Bertone. Ex vice-parroco di S. Caterina e di S. Sabina, nel 2010 arrivo a Cornigliano. Ho imparato a conoscere il quartiere negli ultimi tre anni e ho trovato tanta collaborazione e voglia di fare. La strada che ho intrapreso è una risposta alla chiamata di Dio (che in qualche modo riesce sempre a farsi capire) che mi chiedeva di non pensare solo a me stesso ma di guardare oltre e di essere a servizio Suo e degli altri. Papa Francesco ripete spesso di non lasciarci "rubare la speranza" e penso che questa sua frase sia un messaggio anche per tutti gli abitanti di Cornigliano!

Don Giuseppe Saporiti Sono nato il 1° febbraio del 1936 a Montepastore in provincia di Bologna. Appartengo all'Ordine dei Canonici Lateranensi, la cui regola si ispira a S. Agostino e per la quale viviamo la nostra vocazione facendo vita comune fra diversi sacerdoti. Dopo essere stato in alcune parrocchie sparse nel Centro e nel Nord Italia, nel 2003 divento parroco di S. Michele Arcangelo di Coronata dove rimango fino all'ottobre del 2012. In questi anni ho cercato di essere a disposizione delle persone del quartiere, ascoltandole e, quando era possibile, aiutandole. Ora da quasi un anno sono a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, ma continuo a seguire (anche con un po' di nostalgia) le vicende del nostro quartiere e del nostro giornale.

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Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo Articolo 14 1. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni. 2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ri-­ cercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite. Articolo 15 1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. 2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

Il giornale non ha finanziamenti pubblici E’ stampato con carta ecologica in 15.000 copie

di Andrea e Nicolò Scibetta Piazza Massena 5R—Genova Cornigliano

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