IlCorniglianese Maggio 2015

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Expo 2015, scopriamo la Liguria

Anno IV

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Mensile

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30/31 maggio “Ville storiche” aperte al pubblico

Copia gratuita

Stazione G. Cornigliano Ma che vuol dire quella “G”?

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«o Cornigiòtto»

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Il signor G di Enrico Cirone Nel 1979, Giorgio Gaber, grande e indimenticato, dà una sterzata alla propria vita d’artista, al “solito” repertorio sul quale poteva correre il rischio di addormentarsi, pur non dimenticando di essere un ottimo chitarrista di rock’n’roll, e riparte da zero inventandosi una figura: il signor G. Facile, immaginare chi fosse “il signor G”. Se l’autore si chiama Giorgio di nome, e poi Gaber (Gaberscik) di cognome, è una pura formalità. La complessità, per l’uomo moderno del terzo millennio, arriva quasi mezzo secolo dopo, quando s’imbatte in quella G scolpita sul muro tra le parole “Stazione” e “Cornigliano”. Che vorrà dire? Che significa? E perché solo Cornigliano e non le altre stazioni ferroviarie vicine (vedi foto)? Forse un omaggio (postumo) a Gaber? Mah, oppure bisogna cercare in altre direzioni. G come Gian, Giuseppe, Giovanni, Gilberto, Gustavo… Non so, non sono certo ma bisognerà prima o poi fare il punto. Sì, il punto G.


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25 aprile per pochi intimi e cerimonia tra lavori in corso Occorreva anche il permesso per pregare davanti al monumento Parlare di commemorazione "sobria" è anche, francamente, molto riduttivo se dobbiamo raccontare quella avvenuta il 25 aprile a Cornigliano, 70 anni tondi dopo la liberazione dell'Italia dai nazifascisti. Ci ritroviamo presso la sede Anpi alle 10.30 del mattino, solo una trentina di persone in quanto molti hanno scelto di partecipare alla manifestazione ufficiale a Genova dove erano presenti amministratori e politici (della prima e della seconda ora). Lo scopo è nobile e doveroso ma lo spettacolo è, a nostro giudizio, francamente sconfortante. Non è infatti presente, alla manifestazione di Cornigliano, neanche uno dei nostri rappresentanti istituzionali né tantomeno la polizia municipale per cui il "servizio d'ordine" dello sparuto corteo è rimesso alla buona volontà del Gruppo Alpini di Cornigliano presenti in buon numero. La Filarmonica di Cornigliano è, come sempre, anch'essa presente, ed anima la manifestazione. Per rendere omaggio ai nostri caduti della prima e della seconda guerra mondiale si è dovuto chiedere il permesso all'impresa che da tempo immemorabile svolge i lavori di riqualificazione dei giardini Melis; lavori che, per la cronaca documentabile dal cartello esplicativo, avrebbero dovuto essere ultimati a gennaio scorso. L'area è infatti ancora di cantiere e, per motivazioni evidentemente di sicurezza, non ci è consentito avvicinarci ai due monumenti ancora parzialmente coperti da detriti e attrezzature poste alla rinfusa. Per fortuna di qualcuno i nostri caduti non possono lamentarsi di questo e far sentire la loro "voce". La presenza di don Andrea Robotti dà il consueto religioso conforto ai defunti e ai pochi viventi presenti. Ma è pur vero che non fare nulla sarebbe

stato peggio per cui il nostro ringraziamento va comunque all'Anpi di Cornigliano, alla Filarmonica, al Gruppo Alpini, a don Robotti e ai nuovi partigiani che, nel ricordo diretto o trasmesso della guerra di Liberazione, lontani dai salotti con-

tinuano a combattere ogni giorno tra la gente la loro civile battaglia contro ingiustizia, povertà, intolleranza, disuguaglianze e razzismo, nella consapevolezza che ieri come oggi occorre sempre resistere per esistere. oerre

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Mi manda Cirone Le storie impossibili

“Expo 2015, Padiglione Cornigliano” “Vénghino, siore e siori, vénghino. Ecco a voi l’Expo universale e, all’interno dell’area della Fiera, il magnifico Padiglione Cornigliano. Guàrdino, siore e siore, guàrdino il decumàno di Cornigliano (fa anche rima). Guàrdino con attenzione come si è evoluto il padiglione Cornigliano dai tempi delle acciaierie, l’età del ferro, ad oggi, l’età del farro, della soia e dei legumi. Nutrire il pianeta, appunto. Vénghino, ora, vénghino. Vénghino e guàrdino... il vecchio mercato comunale… così com’era! Voilà. Non è magnifico? L’Expo è dedicata infatti a “nutrire il pianeta”. Giusto? Bene, noi con il vecchio mercato civico chiuso da anni vi facciamo vedere come “nutrivamo” il p i a n e t a ! P en s a t e c h e l’amministrazione non vedeva l’ora di aprirlo al pubblico (era già tutto pronto) e, invece, i nostri architetti internazionali hanno detto: “Alt! Non si tocca! Facciamo vedere come si nutriva il pianeta a Cornigliano!”. Guai a toccare quelle porte chiuse, quelle serrande ormai saldate dalla ruggine e dalle incrostazioni. Venite a vedere dentro: quelli sono i vecchi banchetti della frutta, risalgono agli anni Settanta. Guardate quel torsolo di mela, quel rimasuglio di peperone, quella buccia di banana muffita. Non è meravigliosa? Sembra un fossile! Del resto: non è così che sfamavamo il mondo 40 anni fa? Che meraviglioso scenario dell’età industriale! E adesso, siore e siori, vénghino a vedere il moderno ospedale degli Erzelli. Mi direte: che c’entra con la nutrizione? C’entra, eccome. Perché con la lotteria della sua destina-

zione (Erzelli o Bombrini?) abbiamo nutrito migliaia di consigli comunali. Mi direte: se ne parla da vent’anni e ancora non è stato costruito. Ma sapete perché? Perché al giorno d’oggi la scienza fa dei balzi in avanti così prodigiosi che, se lo costruissimo, rischierebbe di essere vecchio già dal primo giorno della sua inaugurazione! Quindi: non lo costruiamo. Non è “creativo” tutto ciò? Pensateci: in questo modo non sarà mai vecchio, non invecchierà mai! Non è fantastico? Tutto merito dei creativi, dallo strategic planner che ha individuato il target della hospital mission, allo chef executive che ha finalizzato l’evento, fino al medical director, all’executive manager, al doctor producer e al doctor House… Ma sapete, siori e siore, dove Cornigliano è davanti agli altri, davanti al mondo? Lasciatemelo dire. Lo spiego subito. Infatti se l’Expo è dedicata a “nutrire il pianeta”, Cornigliano, con il suo padiglione, già collaudato da anni, si dedica alla “digestione del pianeta”. Ecco perché siamo avanti. Il pianeta si nutre? E Cornigliano digerisce. Ecco, siore e siori, il biodigestore, la biodiscarica di Scarpino e il biofangodotto. In una splendida cornice gli architetti hanno avuto carta… bianca. E ecco nel nostro padiglione questo meraviglioso groviglio di tubazioni, vasche di decantazione, fanghi che erano velenosi ma che, dopo il trattamento, ti ci puoi immergere come a Montecatini Terme. E poi c’è l’asso nella manica: il depuratore. A monte e a mare. Guardate che meraviglia, annusate. Annusate forte. Più che l’Expo sembra l’Ex-popò”.


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Tante idee per Villa Serra Terminati i lavori ai giardini Melis ecco le ipotesi che riguardano il suo futuro In tempi come si suol dire "non sospetti", a pochi giorni dalle elezioni i corniglianesi vogliono essere certi di poter contare su amministratori chiamati a governare la nostra regione che, indipendentemente dal loro colore politico, dimostrino sin da subito il proprio impegno contro la corruzione e il malaffare e portino a compimento in tempi rapidi il processo di riqualificazione del nostro quartiere. I fatti tristemente noti che hanno coinvolto l'attuale giunta non devono più ripetersi. Ogni risorsa economica deve venire oculatamente e onestamente impegnata per il benessere della collettività e non per soddisfare appetiti di singoli o di qualche gruppo consiliare. A parte l'intervento sulla viabilità, monco dei raccordi con l'autostrada e con le strade di sponda, poco o nulla è stato fatto a Cornigliano per la rivitalizzazione del commercio e per gli attrattori sociali così come era previsto dall'accordo di programma. Mentre attendiamo che vengano ultimati i restyling dei giardini Melis e di via Verona, interventi sicuramente riqualificanti ma marginali, attendiamo il restyling di via Cornigliano, unico intervento che può ridare dignità e lustro all'intero quartiere, dopo che ce ne siamo "fatti gli occhi" alla presentazione del progetto iniziale. Del destino dell'ex mercato e di altri interventi ne abbiamo già parlato e ne parleremo ancora; quello su cui vorremmo ragionare adesso è la sorte degli interni di Villa Serra. Da tempo prestigiosa sede istituzionale oggi giace in un totale stato di abbandono.

Gli stessi prospetti, da poco rifatti, si stanno ammalorando in più punti. I lavori di sistemazione dei giardini, come già detto, sono in corso e pare che la loro inaugurazione si terrà verso la fine di giugno. Lo spostamento del monumento ai caduti della grande guerra, a parte qualche polemica iniziale, ha ridato luce e fruibilità alla piazza e visibilità alla villa. Notiamo però qualche vistosa lacuna nella recinzione che parrebbe costruita all'insegna del risparmio con architettura ben lontana da quella della recinzione originaria. La villa inoltre è facilmente "aggredibile", nonostante la recinzione, sia dal lato di via Cervetto che da via Baffigo. A parte questi aspetti, cosa fare dunque di Villa Serra? Ci è venuta così un'idea. Perché non trasformare questo luogo istituzionale, da sempre vedetta vigile di un processo prima di splendore, poi di degrado e infine di rinascita del nostro quartiere, in un luogo dove possano trovare posto le eccellenze in tema di ambiente, storia e salvaguardia del territorio? Un riconoscimento per un tributo pagato dai corniglianesi all'industrializzazione del Paese, che ha lasciato un segno pesante nella contaminazione dei luoghi, dell'aria, dei suoli, dei rivi e del tratto di mare antistante le aree più prossime come l'abitato di Cornigliano e una aumentata mortalità a seguito di un maggior carico di malattie di natura ambientale che miete le sue vittime ancora oggi. Abbiamo pensato in primis ad un sito pubblico che potesse ospitare quanto di meglio

oggi è rappresentato da associazioni ambientaliste riconosciute e ci è venuto in mente Villa Serra per ospitare un Centro per l'ambiente (Cpa) presidiato da associazioni come (ad esempio): Wwf, Italia Nostra, Green Peace, Legambiente, Lipu, Enpa, Cai, Protezione civile, ecc. ecc. I soggetti istituzionali da coinvolgere, oltre al Comune di Genova proprietario dell'immobile, dovrebbero essere: Regione Liguria; Arpal e Datasiel per rendere l'intera zona wi-fi fruibile; gli assessorati e i ministeri competenti; il VI Municipio; la Società per Cornigliano; l'Amiu; l'Istituto comprensivo e il Polo culturale di Cornigliano e l'Università di Genova. Scopo del Cpa. è diventare riferimento pubblico della salvaguardia del territorio e del patrimonio storico architettonico particolarmente riferito al ponente cittadino

ed alla Valpolcevera. La presenza di oasi faunistiche lungo il Polcevera fino alla sua foce e nel parco della valletta rio S. Pietro giustificherebbe la presenza di associazioni naturalistiche e di protezione della fauna. La presenza della Protezione civile sarebbe inoltre un baricentrico e rassicurante presidio per l'intera città. L'installazione di una stazione meteo "didattica", oltre a offrire dati in tempo reale, potrebbe interessare gli amanti dello studio della meteorologia. Il salone, reso multimediale, potrebbe ospitare ciclicamente le scuole cittadine per corsi di aggiornamento su protezione civile, rispetto e salvaguardia dell'ambiente. Ogni soggetto potrebbe occasionalmente offrirsi come "docente" nei confronti degli ospiti. Nella vecchia sede del consiglio di circoscrizione, attualmente occupata dalla polizia muni-

cipale, potrebbe trovare posto, come proposto a suo tempo dal VI Municipio, un museo multimediale del lavoro e della resistenza in Liguria e, particolarmente, in Valpolcevera. Genova, medaglia d'oro della resistenza, non ne ha uno. Indispensabile sarebbe in questo caso il coinvolgimento di soggetti come Anpi e Fondazione Ansaldo. Sarà forse un sogno ma pensate al grande messaggio di civiltà che verrebbe lanciato da un quartiere come il nostro che fino in tempi recenti ha patito indicibili sofferenze a causa di un elevato inquinamento atmosferico e un dissesto idrogeologico dei quali continuiamo a subire ancor oggi le nefaste conseguenze. Cornigliano capitale nazionale del rispetto ambientale e non più del degrado urbano. Oerre Foto Agostino Razzore


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Cornigliano, passerella di politici La testimonianza. Claudia Koll: Ma i cittadini vogliono i fatti “Vi racconto la mia conversione” Il commercio, le associazioni e i cittadini sono "rock". E la pubblica amministrazione? È "lenta". Inizierei così ricordando il leitmotiv di un famoso programma televisivo di Celentano andato in onda qualche anno fa sulla tv di stato. È ormai una situazione insostenibile quella del commercio e delle associazioni nel quartiere di Cornigliano. I commercianti sono stanchi di attendere i tempi della politica e della burocrazia. Il malcontento cresce giorno dopo giorno, misto anche a una rassegnazione che ormai sembra aver intaccato la speranza dei cittadini. Proposte di progetti più o meno faraonici di nuove importanti servitù, che per inconvenienti di varia natura non vengono realizzati né tantomeno spiegati ai corniglianesi, come ad esempio i casi del biodigestore e del nuovo depuratore, rimangono parcheggiati in una sorta di limbo che inquieta i corniglianesi che non sanno ancora se vale la pena di rimanere ed investire a Cornigliano. Non si può continuare a sentirsi cittadini di serie C, così come si definiscono gli abitanti del quartiere. L'amministrazione deve porre maggiormente attenzione proprio su coloro che

chiedono aiuto nei bisogni e nei diritti immediati e a chi svolge quotidianamente ruoli sociali che spetterebbero agli stessi amministratori. Nel nostro quartiere continuano inesorabilmente a chiudere negozi e ritrovi storici, non esiste una palestra degna di questo nome e le associazioni, gestite da volontari, sono spesso vessate a loro volta dalla burocrazia e da spese gestionali che fanno realmente passare la voglia. Gli abitanti del quartiere assistono passivi e impotenti a scelte che non li coinvolgono e il timore di un, anche parziale ritorno al passato, li preoccupa molto. Certo: qualche cosa è stato fatto ma è ancora molto poco mentre è addirittura nulla la spinta per gli attrattori sociali ed il rilancio economico, così come era previsto dall'accordo di programma. La stessa strada a mare rischia di creare un irreversibile diverso degrado se non si procede subito al restyling di via Cornigliano. Veder circolare per le strade del quartiere in tempi sospetti qualche amministratore di vetusta, recente o di futura nomina, non ci rassicura più, anzi, spesso ci infastidisce. Vogliamo una pubblica amministrazione "rock" ogni giorno e non solo in campagna elettorale. oerre

Soldati in guerra, l’esercito marciava “con tanti auguri” 24 maggio, cent'anni dell'inizio della Grande Guerra. Vi “spedisco” una cartolina patriottica fatta stampare a Cornigliano per sostenere la guerra. Nel territorio comunale all'epoca si fabbricavano le corazze, i cannoni, i bossoli... E, dunque, la guerra mondiale 1915-1918, (nella triste logica del tempo) è stata un'occasione di crescita economica per Cornigliano. Luc.

Il 9 maggio è approdata a Campi la statua della Madonna di Fatima, con le reliquie di san Giovanni Paolo II. A “paracadutarla” sul prato verde dell’Italo Ferrando un elicottero per i festeggiamenti programmati per l’evento che è terminato il 23 maggio. Tra le varie iniziative la serata-incontro con l’attrice Claudia Koll (50) nella chiesa dei santi Andrea e Ambrogio. L’incontro tra la Koll e i fedeli è nato allo scopo di portare la testimonianza della sua conversione. La prima impressione, al suo arrivo, è stata quella di trovarmi di fronte a un’armonica fusione di eleganza, semplicità e dolcezza, in altre parole: in grazia di Dio, impressione che si è confermata durante il suo intervento in cui ha raccontato la sua infanzia accanto alla nonna non vedente, i primi approcci con il Signore, l’allontanamento dallo stesso a seguito del lavoro di attrice che l’aveva vista protagonista di film diversi dai racconti quotidiani fino all’approccio con Dio, quando nel 2000, varcò, accompagnando per caso un’amica, la Porta santa, a San Pietro. Da lì la svolta, ma prima di arrivare a come è oggi, la Koll ha dovuto combattere l’attacco del demonio ed è qui che il Signore è intervenuto — ha spiegato — per salvarla, non solo dal demonio, respingendolo, ma aiutandola a vedere la vita per quello che deve essere cioè al servizio dei poveri, degli emarginati, come spiega incessantemente papa Francesco. A conclusione ha ribadito il suo impegno anche dove la sofferenza la fa da padrona, in particolare nel Burundi ed in Etiopia. Naturalmente la pas-

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sione per la recitazione è sempre nel suo cuore ed è per quello che ha aperto una scuola di recitazione a Roma dove insegna per inserire i giovani nel mondo dello spettacolo, naturalmente rispettando valori come verità, gioia, bellezza. Signora Koll, ho avuto l’impressione che al termine della sua testimonianza, i fedeli presenti non si attendevano queste affermazioni dette con una semplicità disarmante: è così?

Sì, è sempre così, in queste occasioni che i fedeli restano... senza parole.

Uno spettatore le ha ricordato i suoi trascorsi, riferendosi al suoi film che non sono in sintonia con la sua conversione, cosa ne pensa?

Io devo guardare avanti, Dio solo è in grado di giudicarmi, quello che so è che mi ha soccorso, a lui devo tutto.

dove può arrivare?

Questo papa che piace molto e non solo ai cristiani,

Lontano molto lontano: bisogna continuare l’incessante, coraggioso invocare la pace e l’amor di Dio. Cosa ne pensa della persecuzione dei cristiani?

Se ne parla poco, se non ci fosse il papa che dà testimonianza autentica su questo dramma, le cose sarebbero ancora peggiori: ci sono persecuzioni, vedi in Medio Oriente, ci sono martiri nascosti, anche qui tra di noi, e quando la testimonianza è autentica, ripeto, ecco che la persecuzione riprende. Come ha visto, il nostro è un giornale di quartiere. Che messaggio vuole lasciare ai nostri lettori?

Certamente, oltre a salutarli, spero che come me, possano cercare e trovare Dio. Carlo Guerra


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Non lasciò la parrocchia per non abbandonare la “sua” gente Cornigliano ricorda padre Giacomo a tre anni dalla scomparsa

«Io sono di Cornigliano e mi piange il cuore andar via, perché voglio un bene immenso alla gente di questo quartiere che ormai fa parte della mia vita». Queste parole mi disse padre Giacomo con le lacrime agli occhi quando, nel 2003, per decisione dei superiori, avrebbe dovuto abbandonare la sua parrocchia per un’altra diocesi. Ricordo ancora lo sdegno seguito da tanta

animazione da parte di tutta la delegazione al completo, parrocchiani, fedeli o semplicemente amici, mobilitati in massa per bloccare questo spostamento, raggiunto poi con un ottimo risultato: 5000 firme raccolte in brevissimo tempo per non perdere quella presenza così importante per noi. E ancora la sua commozione di fronte a tanto sincero affetto e stima, e altrettanta gioia da parte nostra per aver raggiunto quell’obiettivo: lui, impareggiabile figura sempre disponibile per tutti, lo meritava in pieno. La sua amarezza era proprio il dover lasciare quella che lui considerava la sua vera famiglia, quei corniglianesi che si erano affidati a lui, padre spirituale, confidente e amico sincero, colui che sapeva dare gioia nelle feste e consolare nei momenti più bui che la vita spesso riserva. Lo rivedo seduto nel suo ufficio, cercando di organizzare la giornata, la sua agenda era sempre piena di impegni e lui sempre pronto ad accogliere ogni richiesta. Attento ai problemi del suo quartiere, non perdeva mai l’occasione di farsi raccontare notizie recenti e antiche dalle famiglie vissute qui e ascoltava assorto, qualsiasi episodio o notizia curiosa che lo portasse a conoscere sempre meglio la nostra storia, mentre il suo viso esprimeva meraviglia nell’assimilare quei ricordi di cui si sentiva pienamente partecipe. Fra le tante cose belle che mi son rimaste impresse, è quando parlava al telefono con le persone: sempre gentile, attento, affabile, alla fine della telefonata salutava, sorridendo, il suo interlocutore con un: «Ciao tesoro!», eh sì, perché per lui ogni persona era davvero un tesoro: un grande tesoro donato da Dio. La sua memoria era straordinaria. Quando gli chiedevo dove abitava una certa persona mi diceva subito la via e il numero civico, e se gli chiedevo chi abitava al numero di quel palazzo, ci pensava un po’ su, poi mi nominava tutti i componenti dalla famiglia. Raramente dimenticava qualcosa e, se questo succedeva, era dovuto dai tanti impegni. Certamente non tutti avranno dimenticato

la sua presenza per le vie del quartiere, le chiacchierate con le persone che incontrava casualmente, commentando i problemi della delegazione che prendeva a cuore con gran responsabilità. Aveva una sensibilità unica e lo dimostrava quando, chi malato, non poteva andare in parrocchia, lui stesso si recava in visita portandogli non solo parole di conforto ma anche il suo senso umoristico per sdrammatizzare le preoccupazioni che l’affliggevano. Era un grande. Sì, per il quartiere era un’istituzione, un punto di riferimento, uomo di Dio ma dedito completamente al servizio della sua comunità. Negli ultimi anni della sua vita era attento ai cambiamenti che dovevano avvenire in Cornigliano, e immagino il suo dispiacere, se fosse ancora qui dove ha condiviso trent’anni della sua esistenza, ad assistere alla decadenza di questo territorio, al declino di quelle attività che avevano fatto grande il quartiere, costrette a chiudere i battenti per problemi economici. Molte persone che lo hanno conosciuto non ci sono più a testimoniare il suo operato (e ora alcuni non sanno neanche chi sia), ma chi è rimasto tra quelli che lo hanno conosciuto e lo ricordano ancora, vorrebbe che quelli a venire si chiedessero chi fosse questa persona che ha dato tanto alla sua gente, con la sua presenza, il suo conforto e il suo sostegno. Si stanno aprendo nuove strade a Cornigliano e sarebbe bello se una nuova via portasse il suo nome per tenerlo presente nella nostra memoria e partecipe, anche se non fisicamente, di questi cambiamenti. Una proposta è stata di dedicargli un pezzetto di strada davanti alla parrocchia. No, padre Giacomo viveva sì, in parte, nel-

la parrocchia, ma la sua mente e il suo cuore vagavano tra le famiglie, nelle case, nelle strade, nel quartiere tutto, e spesso anche fuori dove abitavano persone da lui conosciute. Certo lui merita molto di più. Sicuramente ora è in un bellissimo posto,

adatto alle persone buone come lui, e vedendo ognuno di noi con le proprie difficoltà da affrontare, immagino che con un soffio ci bisbigli all'orecchio: «State tranquilli: va tutto bene!». Queste le sue parole per incoraggiarci. Parole che spesso mi ripeteva. Il 24 giugno ricorre il terzo anniversario del suo trapasso a nuova vita Rita Moccia


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Urne, il mio primo voto. La politica L’Istituto Comprensivo Volta “urlata” non aiuta i nuovi elettori e il Codice Etico di Libera Per chi ha compiuto la maggiore età quest’anno, le elezioni regionali imminenti sono la prima occasione per poter esercitare il, da poco acquisito, diritto di voto. Non è sicuramente facile, però, poter dire che siamo tutti realmente pronti a fare una scelta che di certo non è di poca importanza. Sembra quasi che, infatti, la politica, la quale, non dimentichiamo, comporta anche la realizzazione del nostro futuro, non abbia più un proprio spazio nel nostro quotidiano. Il futuro non ci coinvolge. Parte di questa mancanza è dovuta certamente da un nostro atteggiamento di indifferenza ma è sempre più difficile restare al passo di quelle che ormai sono solo continue liti e confronti urlati e confusionari che ci regalano ogni giorno le trasmissioni televisive. Nessuno sembra più capace di comunicare. Il linguaggio è un dato fondamentale per rendere possibile uno scambio di opinioni e di farle, soprattutto, comprendere a chi ci ascolta, ma pare che si stia perdendo la capacità di parlare volta a farsi capire, forse perché è molto più semplice, così facendo, togliere l’attenzione sulle questioni sociali davvero importanti, creando confusione e una sorta di “stanchezza” nei diretti interessati. Perché spesso dimentichiamo che chi si siede su quelle poltrone decide per noi, personaggi ormai muti del loro spettacolo. Tu magari provi a capire, perché sai che devi sapere, devi conoscere per poter scegliere, ma fai fatica, non è facile, perché? Perché forse non vogliono farti capire? Essere maggiorenni ha cambiato significato. Oggi ti senti maggiorenne se prendi la patente, poco importa raggiungere davvero una consapevolezza personale. Seguire la massa è decisamente molto più semplice che pensare, è vero. Ma qualcuno ti spinge realmente a farlo? Oggi se tu pensi e sai scegliere, sei il virus che compromette il progressivo espandersi del conformismo. È fondamentale che i giovani possano entrare a far parte di quel mondo vasto e spesso di difficile comprensione che è la politica ed è di uguale importanza conoscere quelli che sono i nostri diritti e doveri nei suoi confronti. Per quanto probabilmente di voto abbia spaventosamente perso un po’ quel valore che era riuscito ad ottenere negli anni precedenti, anni in cui la gente ha lottato per difendere la libertà e la democrazia in cui, dicono, siamo ancora immersi; per quanto manchi sempre più di importanza e per quanto non sia uno dei punti più significativi per simboleggiare la crescita di una persona, rimane pur sempre un nostro diritto di parola e pensiero. Il diritto di voto è la più alta espressione di democrazia e proprio per questo abbiamo il dovere di difenderlo. Essere consapevoli è un dato essenziale per non pensare “quello che pensa la gente”, bensì formare una propria identità. Impariamo ad essere più curiosi e spinti a voler capire quello che, benché non sembri, ci tocca più da vicino: il nostro futuro, perché è da questo difficile incontro con quel mondo complicato e noioso, forse, che dipende il nostro domani. Marta Fasulo

Con la consegna della prima vetrofania all’Istituto Comprensivo Volta di Cornigliano è iniziata la campagna nazionale per la sottoscrizione del Codice Etico nelle scuole di Genova. L’assegnazione è avvenuta all’istituto che, per primo, attraverso il suo Consiglio ha sottoscritto il Codice Etico presentato da Libera Genova. Il Codice Etico impegna gli insegnanti delle scuole dell’obbligo a rafforzare il ruolo della scuola ed il loro quali protagonisti nella formazione delle nuove generazioni perché la scuola “deve tornare ad essere un presidio di democrazia, legalità e valori: punto di riferimento necessario per i ragazzi e per le loro famiglie". La campagna per il Codice etico, che mette al centro dell’insegnamento la formazione della persona e il rapporto alunno-docente, parte da Cornigliano e si auspica che questa pratica venga condivisa e portata avanti dagli altri istituti comprensivi della città. Il sindaco di Genova, Marco Doria, ha indirizzato una lettera di ringraziamento e sostegno agli studenti e ai professori dell’I.C. Volta. All’iniziativa hanno partecipato l’assessore comunale alla legalità Elena Fiorini, l’assessore comunale alla scuola e politiche giovanili Pino Boero, il presidente del municipio VI Giuseppe Spatola e il parroco di S. Andrea e S. Ambrogio, don Andrea Robotti. La redazione

In direzione ostinata e contraria Certo mai avremmo voluto scomodare il povero De André scrivendo di segnaletica stradale ma niente abbiamo trovato di meglio per dare un titolo all’immagine. Infatti non solo il cartello è a terra ostinatamente da mesi ma, addirittura, indica la direzione contraria per recarsi al santuario di Coronata. Ndr.

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Milano, Expo 2015 Alimentazione e identità culturale

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penetrare la luce solare, ha qualcosa di speciale perché ospita un ristorante da dieci tavoli sedendosi ai quali è possibile fare un pranzo virtuale. Il cibo, infatti, appare sul piano del tavolo con una spiegazione sensoriale delle sue caratteristiche. Parlare di cibo in e con l’America è curioso e divertente. Per gli Usa il tema è: American Food 2.0. Il padiglione è giovane e globale con la presentazione delle tecnologie più moderne e gli strumenti di comunicazione più all’avanguardia. Inoltre, alla ricerca di veri e propri ambasciatori regionali, circoleranno dei “camion-ristorante” (food trucks) all’interno dell’area espositiva e per le strade di Milano durante la manifestazione il cui scopo è far conoscere la storia dell’agricoltura e dell’alimentazione “Made in Usa”. Nepal. Tema: "La sicurezza alimentare e la sostenibilità per lo sviluppo”. Una delle cause della povertà del territorio è la mancanza di un’irrigazione adeguata dei campi agricoli, così come è limitata la produzione di energia. Da qui la decisione di partecipare a Expo Milano 2015. Il Nepal vanta un alto tasso di biodiversità grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla disponibilità di acqua corrente, proveniente dai ghiacciai della catena montuosa dell’Himalaya. Tra piatti tipici e attrazioni, il Mandala, o diagramma, che richiama il cerchio della vita e gli antichi insediamenti delle valli di Kathmandu. E siamo alla Cina, la seconda economia mondiale, che mostra nei dettagli la sua politica agricola, dalla storia alle innovazioni del futuro. Con tre temi “Terra di speranza, cibo per la vita” , “Il dono della natura” , “Tecnologia e futuro”. Con gratitudine, rispetto e cooperazione del popolo, la terra nutre l’uomo dalle origini. La speranza è la prospettiva di un futuro in cui il cibo consenta la vita di tutti. Lo scopo della filosofia cinese si basa sul fatto che “l’uomo è parte integrante della natura”. Il filo conduttore è la ricerca di un equilibrio tra gli esseri umani e l’ambiente, tra l’umanità e la natura. Come il contadino cura e protegge la sua terra, così il popolo deve custodire il pianeta. Non rimane altro che scoprire in un unico viaggio altre culture, a Milano Expo: più di 140 stati e le loro meraviglie in tema di nutrizione e attrazioni culturali.

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Via Cornigliano 153 r Genova

che mangiamo”, quindi la cucina come elemento identitario (meglio ancora se a questo si somma una bellissima caratteristica degli uomini italiani, cioè che la maggioranza di loro sa cucinare... ) La cultura ponte di conoscenza in fatto di alimentazione, oltre i confini personali perché quello che è considerato alimento per alcuni non lo è e per altri: immaginiamo la “normalità” secondo alcune cucine di mangiare gli insetti. Oppure, se permettete, mangiare carne di cavallo (equina) in Italia è normale mentre è impossibile per gli inglesi. Poi in fatto di religione, mai così importante come in questi tempi, ricordiamo il divieto di mangiare carne di maiale per i musulmani. Tanto per capire come l’alimentazione sia un fattore d’identità culturale tanto inconsciamente acquisito quanto profondamente ancorato. Vediamo i temi dell’Expo internazionale più vicini alla cultura di chi scrive. Nel padiglione ecuadoriano, costato 8,5 milioni di dollari, troveremo 600 specie di uccelli, circa mille alberi e più di centomila insetti. Sono i numeri stabiliti dallo Yasunì National Park, una vera e propria culla della biodiversità che si trova in Amazzonia. La più vasta foresta tropicale del pianeta è una delle quattro aree dell’Ecuador, insieme alla Costa, alle Ande e alle Galapagos, con le quali il paese sudamericano si presenta al mondo. Tra i piatti importanti non poteva mancare, lo squisito e famoso ceviche, a base di pesce e gamberi, e altre bontà preparate dai migliori chef ecuadoriani. Inoltre è presente il cioccolato biologico Picari, il più buono e famoso prodotto dell’Ecuador conosciuto nel mondo. Nello spaziomuseo fluttuano ologrammi 3D di cacao, rose, quinoa (cereale andino) e altri elementi, con un sistema tecnologico che ne riproduce i profumi. Nel padiglione inglese, manco a dirlo, ecco il miele a colazione, e si possono trovare prodotti tipici da degustare. Inoltre è presente un menu esclusivo della cucina inglese. Da vedere anche una esposizione fotografica dedicata alla flora e fauna selvatiche. Spazio anche alla promozione dei talenti scientifici del futuro con selezioni tramite il concorso Fame Lab promosso dal British Council. Le nuove produzioni tecnologiche trovano spazio ovunque. Ci concentriamo sul Giappone. Il loro padiglione, composto da 17 mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo di far

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Più di 140 Stati presenti a Milano con temi differenti secondo il ruolo, e quattro organizzazioni internazionali come l’Onu col tema “Sfida fame zero”, la Commissione europea, la Comunità caraibica e il Forum delle Isole del Pacifico. Anche questa è l’Expo. Conosciamo da vicino gli elementi cardine di questa importante manifestazione che vanno, per esempio, dalle visioni rilevanti sulla presenza di sette miliardi di persone alle preoccupazioni per l’aumento dei rischi sulla quantità globale di cibo disponibile in virtù dello sfruttamento intensivo e non sostenibile delle risorse naturali del pianeta. Tra storia, cultura, tradizione e scienza, le conferenze sui temi centrali vertono sul diritto ad una nutrizione sana, sicura e sufficiente per tutti, sul cibo come motore di sussistenza, e poi: consapevolezza e responsabilità comune per salvaguardare i nostri alimenti e, compito d’oggi, informarci e denunciare ogni azione che va contro un’alimentazione sana. Possiamo (e dobbiamo?) imparare a dire no ai transgenici perché, alla lunga, sono nocivi per la salute dato che i semi/ grano sono manipolati e trasformati nei laboratori dove un pomodoro diventa altro, e cosi via per altri alimenti, che avranno l’aspetto originale, ma non sono quello che vediamo. L’obiettivo sembra essere quello di avere un assoluto controllo della produzione alimentare su grande scala, sui brevetti, con la conseguenza di far sparire i piccoli agricoltori che rimangono senza lavoro davanti ai colossi della produzione ogm. L’unico modo di fermarli è partire dalla nostra consapevolezza con l’educazione all’alimentazione e acquistando sempre più dagli agricoltori prodotti naturali. Sebbene protezione e consapevolezza non significhi essere contro le nuove tecnologie e le innovazioni delle grandi aziende − e ben vengano le scoperte degli scienziati, se ci sono −, tuttavia queste produzioni devono essere messe a disposizione dell’umanità con obiettivi virtuosi come, per esempio, prevenire la grave mancanza di alimenti che aiutino con l’agronomia a vivere meglio, inoltre che contribuiscano a crear uno sviluppo economico, ambientale e sociale sostenibile, basato nel rispetto della salute, della terra e, soprattutto, della qualità e natura degli alimenti stessi. Scopriamo ora qualche caratteristica particolare di alcuni espositori. Iniziando dalla terra di Leonardo da Vinci, l’Italia, stato anfitrione. Il Paese mostra le sue principali bellezze artistiche, culturali, le scoperte geografiche e le opere dell’ingegno collezionate nei secoli. L’infinita varietà gastronomica regionale, apprezzata in tutto il mondo, dove la passione e la dedizione degli chef italiani che hanno imparato le ricette e rubato i “segreti” della mamma e la nonna, la dice lunga. Dalla cultura della tavola, dagli antipasti ai primi piatti: paste (spaghetti, tagliatelle, bucatini, pasta corta), carni, pesci, insaccati… e poi i prodotti della tradizione: noi liguri privilegiamo la pasta al pesto, la farinata, la focaccia col formaggio. Ma se andiamo al prodotto più famoso nel mondo, ecco la pizza italiana conosciuta ovunque anche se l’autentica si può gustare solo in Italia. Gli ottimi vini delle migliori vigne italiane, il Brunello di Montalcino, il Chianti toscano, il Barolo... Diceva qualcuno: “siamo quello

Jazmin Rodriguez


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Al tempo in cui... Sfondi di bottiglia

letture di Guido Pallotti

di Alvaro Michelon

«Io sarò arrestato, mentre tu, con la protezione di Paulina te la caverai. Appena giunto nella capitale, organizzerò l’espatrio per te e Joya, state pronte a raggiungermi, non appena vi chiamerò», disse Rodrigo alla moglie. L’appuntamento con Rodrigo era nei pressi dell’ambasciata italiana a Santiago, dove l’ambasciatore Tomaso De Vergottini e sua moglie Anna Sofia, si prodigavano per aiutare i perseguitati politici. Avrebbe consegnato alla carità di quella coppia benemerita, la moglie e la figlioletta. Quando le due donne e la bimba giunsero all’appuntamento, Rodrigo andò loro incontro e poiché Maria si era rifiutata di abbandonarlo, prese per mano Joya, che aveva gli abiti e la cartella scolastica imbottiti di dollari americani e si avviarono con apparente disinvoltura. Poche decine di metri li separavano dalla meta, quando erano comparsi due militari. «Scappa Joya, non fermarti, corri, corri!» Le aveva urlato mentre lui fuggiva dalla parte opposta. I soldati avevano indugiato un attimo concedendo, forse volontariamente, un vantaggio alla piccola, poi avevano inseguito l’uomo. Joya, pur udendo l’agghiacciante rumore della raffica non s’era fermata; nell’istante stesso in cui superava il portone, era diventata orfana del papà. Forse pure quello era stato un atto d’umanità da parte dei due soldati, per evitargli le atroci torture alle quali sarebbe stato sottoposto. Paulina trattenne Maria, tappandole la bocca e avvinghiandola forte, per impedirle di lanciarsi in soccorso di Rodrigo, il quale aveva fatto in tempo a vedere il portone dell’ambasciata rinchiudersi, prima di morire. Paulina disse a Maria, che aveva obbligato a guidare per ritornare a casa. «Voi, señora, dovrete assolutamente obbedirmi, so che mi odiate per avervi impedito di correre da vostro marito, ma credetemi, ho dovuto farlo per Joya, dunque sarebbe rimasta sola al mondo. Adesso però reagite e affidatevi a me». A Viña del Mar, Maria continuò a viversi addosso apaticamente, con il pensiero rivolto al marito trucidato, alla figlioletta, della quale non poteva avere notizie, così come dei genitori. Di loro, purtroppo, Ersilio le notizie le aveva avute e tragiche: il señor Gonzales era morto assieme a Salvator Allende, Armida invece, con altri malcapitati, era finita nelle mani di Contreras, il capo delle squadre della morte. L’aereo speciale, munito di toboga sul quale era stata caricata con altri dissidenti, era atterrato vuoto. Per i voraci pesci del Pacifico, quelli erano i giorni dell’abbondanza. Paulina sempre all’erta, vide arrivare tre soldati, allora preparò la messa in scena che aveva programmato. Mise ben in vista una bottiglia di tequila, poi si strofinò il viso e il collo col liquore, assumendo l’aspetto di ubriaca, quindi legò i polsi a Maria, la cordicella delle tende che assicurò al bastone; terminò la tragica commedia facendo a Maria un taglietto fra le scapole, poi con il sangue le disegnò delle striature sulla schiena, da un omero al gluteo opposto. «Adesso vi farò male ma sarà assai meno di quello che vi farebbero loro. Mi raccomando urlate come se vi scannassi». Dicendolo si era avvolta attorno alla mano una funicella e appena udì il rumore della porta d’ingresso che sbatteva, sferrò la frustata. Maria non fu costretta a fingere: il dolore era stato atroce. I tre militari giunsero di corsa e videro l’ossessa Paulina e la sofferente Maria, imbrattate di sangue, che trasmettevano loro un prepotente impulso erotico. «Ora hai finito di comandare lurida puttana. Adesso sono io la padrona!» Sbraitava Paulina, che sembrava realmente uscita di senno. I tre uomini già brilli, appena videro la bottiglia si servirono a sazietà, non staccando gli occhi dalla scena, incuranti dei lamenti di Maria. Due erano semplici soldati, il terzo un caporale. Questo bastò alla scaltra Paulina, che non portò oltre la farsa. «Sono la moglie del sergente Ersilio Morales, se lui non saprà niente di questa storia, io non gli dirò che siete arrivati ubriachi, che avete frustato la mia padrona, e che, dopo averci violentate, avete svaligiato la casa» disse loro, non appena si accorse che erano inferiori di grado a suo marito. «Non è vero», provò a dire il caporale. «E allora, a chi pensate che crederebbero? Pigliate la bottiglia e andate via, a lei penso io, non sa niente di politica è una sudicia troia e basta. Adesso la padrona di casa sono diventata io, e lei mi farà da serva. Tenete la bocca chiusa, ogni tanto passate da qui, e apritela soltanto per versarci dentro la tequila che per voi ci sarà sempre». Mentre la slegava Paulina apostrofò Maria, dandole per la prima volta il tu. «Adesso ti dai una regolata e la smetti di piangerti addosso, dunque qui va a finire che mettiamo nei guai anche mio marito. Ersilio, non appena saprà dov’è Joya, cercherà d’aiutarti ad espatriare. Maria, con l’assiduo incoraggiamento di Paulina, era riuscita a trovare dentro se stessa, le risorse per reagire. continua

Campagne francesi. Nord ovest di Parigi. Settembre 2004. So dove mi trovo ma non riesco a scriverlo. So che mi sono fermato (a destra, sempre a destra) e un tizio mi ha detto che lì andava bene, che non davo fastidio che potevo morirci, lì. “ Merci beacoup!” - ho risposto. I lavoratori onesti padri di famiglia escono da una fabbrica. Fuori li attende un autobus per riportarli a casa con un tavolo già pronto e i figli davanti alla televisione. Io, invece, sono solo tra il sole e le stelle tra la torre Eiffel e Dio vicino a una strada che porta a Roma (così dicono). Non so cosa fare così mi sono messo a bere: un bicchiere, poi un altro, un altro, un altro, un altro e un altro. Dio, sono accanto a Te: mi senti? Guarda il tuo maledetto figlio di n.n. che ti cerca! Sono qui. Agonizzante. Non vivo. Non morto. Come un relitto pieno di scheletri vestiti che vorrebbero andarsene ma che invece resteranno (avete mai visto uno scheletro nuotare?) E, sapete una cosa? La tigre è di nuovo qua! Non c'è verso a sfuggirle! E' nervosa, inquieta, e mi guarda. La faccio salire. Mi annusa. Si struscia contro di me e mi lecca il braccio destro (la sua lingua come una lima). Poi s'accuccia e chiude gli occhi. Ma ogni tanto li riapre come per guardare cosa sto facendo. Io sono stravolto dal vino. Vedo la musica. Sento la luce. Luce che si scompone in mille volti sofferenti. Il profilo del santo pugliese si fa guardare. Chiedo un miracolo e aspetto: un minuto, dieci minuti, cento minuti. Non succede nulla. Tutto è come prima. Fuori è buio. Le stelle urlano. In un campo accanto dodici mucche si dirigono lentamente alla stalla. Tonnellate di bistecche in movimento. Il telefono tace. La radio spara cazzate. Mentre io torbidamente per l'ennesima volta chiedo conforto alla bottiglia.

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Romanziere con un click “Maggio dei libri” col… Trucco L’ultimo fine settimana del mese ci troverà al nastro di partenza pronti a conoscere le ville che s’affacciano sulla “Strada a Monte” e che il 30 e 31 maggio saranno aperte a tutti. Ed è davvero un’occasione attesa da tempo da Corn i gli an o per riscoprire Il capitano Bertolotti la sua più morì nel ‘15 sui monti veneti bella vetrina: quella degli affreschi, degli stucchi e decori ancora presenti nelle stanze delle ville dai nomi intrecciati tra Spinola e Dufour. Ma non visiterete solo gli interni. Saranno a vostra disposizione i giardini Serra Richini, Marchese e Doria Dufour mentre la Villa Gentile Bickley - che in questa apertura straordinaria dei “Rolli Days” è inserita tra le dodici ville e venticinque palazzi censiti in Genova Centro, Levante e Ponente - vi accoglierà nei suoi curati interni, nella sua ben conservata torre d’avvistamento e nei suoi spazi verdi. Coperto da rete wi-fi, munito d’una zona relax allestita dal “Caffè Alzheimer” il giardino Bickley vede la chioma della plurisecolare canfora fare le presentazioni di casa.

Albero d’origine asiatica, a giudicare dalle dimensioni si direbbe abbia tratto giovamento dal nostro clima mediterraneo, senz’altro sarebbe stata una bella base d’osservazione per Il barone rampante uscito dalla creativa penna di Italo Calvino. Conoscerete senza dubbio le imprese di questo strampalato personaggio che avendo scommesso di non scender più a terra passò tutta la sua vita arrampicato sugli alberi, peraltro a noi vicini, visto che la fervida fantasia di Calvino ambienta nel ponente ligure di fine ‘700 la vita del barone Cosimo Piovasco di Rondò. Se la nostra canfora non ha avuto la visita del barone non è certo rimasta sola visto i calorosi abbracci di cui le fanno dono i ragazzi delle elementari che frequentano le attività della biblioteca. Attività particolarmente frequenti in questo periodo, e per tutte le età, quelle organizzate dalla Guerrazzi nell’ambito del “Maggio dei Libri”: uno degli scorsi mercoledì ci è venuto a trovare lo scrittore Stefano Trucco , cinquantenne genovese. Impiegato comunale, Trucco ha partecipato a Masterpiece, talent show andato in onda su Rai3 la domenica in tarda serata dopo - come dice lui “aver terminato il suo romanzo Fight Night e averlo spedito ad una dozzina di case editrici, il tutto nell’assenza del sia pur minino riscontro”. E la svolta arriva grazie ad un click e

Strade e piazze di Cornigliano, variazione dei toponimi

invio del file del romanzo per ritrovarsi poi in redazione, a Torino, a registrare le puntate. In Fight Night, Stefano Trucco ci presenta due kickboxers alle loro prime esperienze in uno sport che offre dai combattimenti (fuori provincia nel basso Piemonte) ad incontri clandestini (siamo nei dintorni di Genova) per poi approdare al Palasport del capoluogo ligure e quest’ultimo è prima di tutto uno scontro tra stili di vita. Una lettura congeniale agli “sportivi” ma che data l’originalità del tema vale la pena, per

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dai suoi genitori”, così ci ha detto - per poi accompagnarci nella periferia della Spezia nel bar del rione. Siamo così approdati al Bar Pavone dove si snodano le vite dei suoi abituali frequentatori che ci porteranno in un viaggio che se può prescindere dalla geografia (gps permettendo) è senz’altro un viaggio nell’animo umano, con le sue malinconie, ricordi e cose divertenti. E di cose divertenti spero che ne possiate trovare anche voi nel prossimo fine settimana. Liliana Gatto

"La Liguria nella Grande guerra"

tutti, di scoprire. Ed è valsa senz’altro la pena anche di ascoltare nella fascinosa cornice di villa Bombrini la presentazione del primo romanzo di Dario Vergassola che lunedì undici maggio ci ha intrattenuti nel salone del primo piano. Comico dall’infaticabile verve, intervistatore tivù spassoso e arguto, Vergassola non si è risparmiato e, raccontandoci come ha costruito la trama del suo libro La ballata delle acciughe, ci ha fatto partecipi di aneddoti della sua famiglia – lui è “figlio unico adorato

del Borgo Superiore (1881), già Chemin du Foubourg (1812). Cornigliano (via), già via Garibaldi (1877), già via Provinciale (1871) vedi cartolina della collezione Bellini.

Questa volta ai lettori chiediamo di collaborare con la ricerca storica che l'architetto Rinaldo Luccardini sta elaborando sull’evoluzione urbanistica di Cornigliano Ligure. In pratica si tratta di verificare il seguente elenco per segnalare eventuali errori o dimenticanze. Ringraziamo per le segnalazioni che dovranno essere comunicate alla nostra redazione o per telefono o per email utilizzando questi recapiti: redazione@prolococornigliano.it - 329 3443197. Bertolotti Umberto (via), già Strada Provinciale (1847), già via della Marina (1881), già via IV Novembre (1922). Brighenti Costantino Maria (via), già via dei Bagni Coronata (via), già via Brignole Deferrari (1893). Casanova (viale), immutato. De Cavero Paolo (via), già Silvio Pellico (1902). Cervetto Nino (via) già via della Chiesa (1911), già via Dufour Lorenzo (parte superiore della via), immutata.

Il 23 maggio è stato presentato davanti ad un attento pubblico presso il Circolo Ufficiali di Genova il libro "La Liguria nella Grande Guerra", a cura del Lions Club Pegli. La pubblicazione, con una pregevole veste grafica, uscita in occasione del centenario della Prima guerra mondiale, è stata curata dal giornalista Diego Rusolen con il coordinamento storico di Vincenzo Nasini, presidente Lions Pegli. Hanno collaborato Luciano Repetto, Antonio Marani, Mauro Vacca e la nostra redattrice Rita Nello Marchetti, presente con un brano dal titolo "Sestri Ponente e la Grande Guerra: storie non comuni di gente comune". La redazione

Gattorno Federico (via), già via Regina Margherita. Granara Raffaele (salita), già salita del Ponte (1893). Massaia Guglielmo (via), già via Colombara (1906). Melen Enrico (via), già salita Erzelli. Metastasio Pietro (piazza), già piazza Principe Amedeo. Minghetti Marco (via), già via Dufour Lorenzo (1885). Monte Guano (via), già via Militare (1893). Monteverdi Claudio (piazza), già piazza Umberto I (1906), già piazza della Stazione (1885). Muratori Lodovico Antonio (via), già via Principe Oddone (1913). Piana Mario (via), già via Carducci (1909). Rolla Francesco (via), già via Mazzini, già via Campi Saponiera (via), immutata. San Giovanni d'Acri (via), già vico della Torre (1901 nella parte iniziale). Siffredi Angelo (via), già via Colombara (1899). Tonale (via), già via alla Chiesa (1904), già via Colombara (1911), già via De Amicis (1913). Verona (via), già via della Libertà (1906). Vetrano Leone (via), già via Pellegrini (1915). Luc.

CENTRO SERVIZI UIL: TRA LE PERSONE, TRA LA GENTE www.uilliguria.it Centro: piazza Colombo 4/6, 4/7, 4/9 Tel. 010/585865 Fax 010/532043 e-mail: urliguria@uil.it Sampierdarena: via Carzino 2/c Tel. 010/6466848 e-mail: sampierdarena@pec.italuil.it Sestri Ponente: vico Schiaffino 1/1° Tel. 010/6531222 e-mail: sestriponente@pec.italuil.it

PATRONATO ITAL UIL: Pensioni di anzianità, Invalidità civile, Pensioni di vecchiaia, Indennità di accompagnamento, Pensioni di invalidità, Cause di servizio e indennizzo, Malattie professionali, Permessi di soggiorno e immigrazione, Infortuni sul lavoro, Disoccupazione e mobilità, Assegni familiari, Assistenza legale medico-legale CAF UIL: pratiche 730, Unico, RED, ICI, ISEE, ISEU, Successioni, Regolarizzazione colf e badanti e altri adempimenti fiscali UIL IMMIGRATI e SOLIDARIETA’: assistenza e consulenza per la permanenza e il lavoro dei migranti; ADA UIL: Associazione per la tutela e i diritti degli anziani; ADOC UIL: consumatori.; UIL TEMP: lavoro atipico; UNIAT UIL: Assistenza e stipula dei contratti di locazione; CONSULENZA LEGALE: gratuita


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Il tempo che ha fatto

Mozzarella quotata in Borsa. Il vero valore del Sud

APRILE 2015 dati rilevati a Cornigliano

Riccardo Collu Con la stagione calda, uno dei prodotti che viene maggiormente consumato è la mozzarella, classificato come formaggio fresco, è certamente il più conosciuto prodotto a pasta filata del territorio nazionale. Sono principalmente due le tipologie e vengono divise dal tipo di latte usato ovvero vaccino o bufalino. La più interessante è senza dubbio la mozzarella di bufala Dop. La sua storia è parallela a quella delle bufale che pare siano state introdotte nel territorio italiano dal barbaro Agigulfo nel 596 d.C. e siano di razza autoctona del Mediterraneo. Essendo nei secoli successivi venuto meno l’utilizzo degli animali per i lavori agricoli, la maggiore densità di capi risulta concentrata nel sud Italia e fornisce il latte per le lavorazioni. Questa “perla di latte” ha profondi legami con questa parte della

penisola, in particolare con la Campania, difatti alla borsa di Napoli intorno al 1600, assieme ad oro e grano, veniva anche quotata la mozzarella. Ma oltre all’aspetto economico, questo formaggio è un alimento fondamentale del territorio e da sempre ambasciatore di accoglienza, difatti già dal XII secolo i monaci di Capua accoglievano i pellegrini offrendo loro una mozza di formaggio. Attualmente l’area di produzione comprende le province di Salerno e Caserta, alcuni comuni di Napoli, Benevento, e parte delle province di Roma, Frosinone e Latina. I riconoscimenti di tipicità sono arrivati nel 1979 e la D o p i l 12.06.1996. La tecnica di lavorazione è comune per entrambe le tipologie di latte vaccino o bufalino. Le fasi sono eseguite con cura magistrale, il latte dopo l’eventuale termizzazione, viene addizionato di siero innesto e caglio liquido di vitello che lo fa coagulare in circa 30’. La cagliata quindi viene rotta alle dimensioni di una noce, dalla calda-

ia si estrae metà del siero e l’impasto resta a riposare per circa quattro ore. Dopo questo periodo, quando il casaro ritiene che l’acidità della pasta sia ideale, si procede alla filatura mediante l’aggiunta di acqua calda. Questa parte della lavorazione è la più importante e caratteristica: il mastro casaro con abili movimenti e aiutandosi con un bastone la tira e fila fino a renderla plasmabile. La pasta filata viene modellata delle dimensioni volute e mozzata fra le dita indice e medio, quindi immersa in “acqua di

pozzo”, così tecnicamente chiamata per la sua temperatura. Da quest’ultima fase, la mozzatura, deriva appunto il nome del formaggio, mozzarella. Il formaggio resta in salamoia dalle due alle quattordici ore, secondo i mercati

di destinazione e il tempo di consumo previsto. Giunta sui banchi di vendita, la mozzarella si presenta con forma tonda irregolare e il colore bianco perla. Dopo il taglio fuoriesce siero biancastro, all’interno si notano degli strati superficiali simili ad una pelle indistinguibili poi verso il centro, i profumi sono lattici, a volte ricordano lo yogurt e nel prodotto di bufala vi è un leggero richiamo di muschio. Il sapore è acidulo, piacevolmente sapido, delicato. Il consumo deve essere eseguito a temperatura ambiente, quindi si consiglia di estrarla dal frigorifero circa 40 minuti prima e conservarla nel siero fino al momento di servirla. Oltre ad essere un prodotto di piacevole consumo, è indispensabile nella preparazione di moltissimi piatti non solo regionali. Piacevoli sensazioni gustative si possono ottenere dall’abbinamento con vini bianchi tra i quali l’Asprigno di Aversa, il Greco di Tufo, un Vermentino ligure giovane o una birra bianca. Accompagnato da pane rustico delicato e pomodoro fresco, condito solo con poco sale e origano può costituire un piatto unico, abbastanza leggero e fresco, ideale per il periodo estivo.

Il principio è quello del vecchio paroliere. Come si gioca? Vi propongo quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato (4 per lato). Le regole principali per formare le parole sono: si può passare una sola volta su ogni lettera; in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili su un dizionario (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola valida viene trovata più di una volta nella scacchiera, essa sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

paroliamo

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Giorni di pioggia : 9 Giorni di sereno : 14 Temperatura minima di marzo : 10,8 °C Temperatura massima di marzo : 16,9 °C

Estate 2015 Che tempo farà? Sarà migliore di quello dell'estate scorsa? Vediamo le tendenze climatiche più aggiornate, considerando che si tratta di previsioni meteo a grandi linee visto che manca un mese all'estate. Secondo le più recenti proiezioni e in accordo con il National Oceanic and Atmospheric Adm., il 2015 sarà un anno particolarmente caldo a livello globale. In Italia il clima dovrebbe rivelarsi piuttosto stabile con situazioni di caldo moderato e persistente. Potranno verificarsi dei fenomeni temporaleschi locali (soprattutto pomeridiani). Ma siamo sicuri? Naturalmente è presto per considerare queste previsioni meteo per l'estate attendibili, tuttavia il pessimo clima del 2014 è dovuto ad un fenomeno piuttosto raro che ha visto l'anticiclone delle Azzorre - molto importante per la stabilità climatica estiva - espandersi verso la Scandinavia invece che verso l'Europa centrale e meridionale. Un evento che, prima del 2014, si era verificato nel 1976, nel 1989 e nel 2002. Un clima piovoso e instabile come quello dell'estate scorsa è atteso, dunque, intorno al 2025: possiamo stare tranquilli per una decina d'anni. Almeno secondo le statistiche. Meteo giugno Per l'estate l'Italia dovrebbe beneficiare dell'alta pressione dell'anticiclone delle Azzorre. Già nella seconda metà di giugno il Bel Paese sarà anche luogo di bel tempo, con un clima sereno, talvolta ventilato, e temperature alte. In attesa delle previsioni a breve termine, possiamo cominciare a pregustare un giugno soleggiato e a caccia di tintarella. A cura di Nicolò Scibetta www.meteoligure.it


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Custode di una piccola oasi naturale Lello, l’albero dei gatti ovvero “the tree of the cats” Buongiorno, buona giornata e che sia veramente per tutti fortunata, densa di avvenimenti piacevoli, cari amici del Corniglianese. È appena l’alba e io mi godo lo spettacolo di un cielo tutto da dipingere( l’alba viene descritta nei poemi omerici come la dea dalle rosee dita), si vede ancora uno spicchio di luna, diafana come l’opaline, il grande disco del sole che lentamente sorge a levante e qualche sfumatura rosa ed indaco verso la Lanterna. Sono proprio fortunato ad abitare qui ( c’è da dire che, anche se me ne volessi andare, non potrei, perché, tranne che nello spot televisivo di una pregiata mela, noi alberi non possiamo camminare stiracchiando e muovendo le radici), infatti sono un arbusto, anzi un alberello (raggiungo circa 4 metri di altezza) e mi chiamo Lello, non ho molti anni, solo venti, prima ero un insignificante cespuglietto, ma ora sono prestante. Appartengo a un genere spontaneo, piuttosto diffuso nella macchia mediterranea, soprattutto qui in Liguria, mi riproduco con un’ infiorescenza di piccoli fiori bianchi , dal profumo un po’ dolciastro, produco frutti piccoli, meno di mezzo centimetro di diametro, tondi e nero violaceo di cui i passeri e i piccoli uccelli sono ghiotti, anche se poi li fanno caccare con larghe chiazze viola, le mie foglie sono ovali di media grandezza, di un verde intenso e lucido. Volete venirmi a trovare? Non posso offrivi il caffè: non posseggo l’attrezzatura, ma un pochino d’ombra nelle assolate giornate di fine primavera, sì. Abito in salita Padre Umile, a circa trenta metri dall’inizio della creusa, proprio di fronte al cancelletto sulla sinistra, entrata secondaria di un’antica villa, contornato da una rigogliosa e pregiata specie di edera secolare dalle larghe foglie a cuore, proprio dove la ripida sali-

ta si allarga e fa un’ansa piuttosto pianeggiante, per poi riprendere ad inerpicarsi fino ad una modesta scalinata. Secondo me in questo piccolo spiazzo ci starebbe bene una panchinetta, per permettere al viandante di godersi il paesaggio e riposarsi, perché, anche se un imponente edificio moderno di costruzione piuttosto recente ne ostruisce un po’ la visuale, si

possono scorgere tra i miei rami a sinistra alcune colline circostanti fino al Belvedere di Sampierdarena e a destra corso Perrone, vari edifici della Fiumara e dell’Ansaldo e infine anche la Lanterna, simbolo di Genova. Affondo le mie radici in un lembo di terra scosceso circondato da muri, muretti e reti, qui trovano accudimento alcuni bellissimi gattoni che transitano nelle casette di legno autorizzate dal Comune, per rifocillarsi con il cibo offerto a proprie spese da solleciti gattare e gattari, che si alternano regolar-

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di Astri Lidia Frascio

mente mattino e sera, mantenendo in ordine il sito. Conosco proprio tutti e saluto chi passa muovendo un poco le foglie. Sui miei rami ormai abbastanza robusti si avventurano i gatti più arditi e non troppo grassi, cercando di predare qualche uccellino, non per fame, ma solo per mantenersi in esercizio. Io avverto i pennuti scuotendo un po’ le fronde. Alla mattina presto vedo passare gli studenti, che vanno a scuola scherzando e correndo giù velocemente malgrado i pesanti zainetti. C’è poi chi va a lavorare più o meno di buon umore, chi è regolarmente in ritardo, chi si accontenta e sorride un poco al venerdì, perché seguono due giorni di pausa. Chi il lavoro ce l’ha e chi lo cerca, c’è il botanico che si ferma ad osservare la bellissima fioritura, sul muraglione che delimita la villa di fronte alla creusa, di minuscole piantine, chiamate popolarmente “ombelico di Venere” , che producono fiorellini violetti. I più gagliardi, specialmente nei giorni festivi, salgono e scendono in tenuta ginnica, mettendo in mostra polpacci da ciclista. Io aspetto tutti i passanti abituali, preoccupandomi se non vedo qualcuno ed elargisco un arboreo sorriso. Nelle ore di minor transito, qualche coppietta si sbaciucchia dove si muri formano un angolo retto sotto le mie fronde. Qualcuno di sera tardi alterca o beve birra. Qualche tempo fa mi hanno strappato un grosso ramo che fuoriusciva dalla rete di recinzione, messa lì parecchi anni fa, perché qualche incivile non usasse lo spazio verde quale deposito di immondizia (questo è già successo), in quell’occasione la mia linfa è fuoriuscita dolorosamente ed io ho bisbigliato: “Perché mi schiante?...Perché mi scerpi?” (di Dante Alighieri Inf. c XIII vv 32…35), infatti anche noi alberelli abbiamo un’anima e soffriamo come tutte le creature mortali, cosa provereste voi se vi strappassero le dita o anche solo i capelli? Ho tanti parenti vegetali molto più imponenti di me, ma anch’io ho un ruolo ben definito e sono di decoro per la salita, oltre a proteggere un poco dalla pioggia i miei amici gatti ed uccellini. L’altro giorno sono

venute in visita una coppia di tortorelle, che emettono uno strano suono musicale scuotendo le ali e ultimamente un gabbiano dal petto candido si è posato sulla cima del muro ma gli ho cortesemente intimato di andarsene sul mare perché con quel grosso becco mi è parso insidioso per le creature più indifese. Io sono quasi il custode di questa piccola oasi, dove talvolta transita anche qualche riccio. Mi dispiace però una cosa: la creusa è alquanto dissestata e mi è successo di vedere più di una signora cadere a volo d’angelo, forse anche a causa di scarpe poco adeguati e delle numerose scivolose deiezioni canine diffuse ad ordine sparso. Di questo parlavo la notte scorsa, particolarmente stellata e tiepida, con le piante di rose rosse e rosa della villa accanto (se devo essere sincero mi sono preso una cotta di loro, ma il mio è per ora un amore platonico), che si danno un gran da fare per profumare l’aria con i loro bellissimi fiori, aiutate anche dai limitrofi cespugli di pitosforo, poiché spesso quando c’è maccaja arrivano fin qui i miasmi infernali del non troppo lontano depuratore ed è un vero peccato, perché appesta i palazzi vicini, togliendo la voglia di aprire le finestre anche d’estate. Voglio rivolgere un saluto particolarmente affettuoso a un signore di circa 99 anni ben portati, che percorrendo spedito, di buon passo, la discesa, ogni tanto sostiene che le sue gambe non sono più quelle di una volta e poiché anche quest’anno è tornata la bella stagione, auguro a tutti di saper fruire delle piccole e grandi opportunità della vita, perché, se è vero che esiste il brutto, il bello bisogna saperlo vedere. Ciao ciao Vostro Lello

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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Maggio 2015 

ilCorniglianese/rubriche Condominio I contribuenti fanno i conti

Nel nome della legge Caro Avvocato, Ho recentemente venduto una panetteria. Alcuni giorni or sono mi è stato notificato un decreto ingiuntivo con cui mi viene richiesto il pagamento di un debito da me contratto due anni fa, quando ancora ero titolare della panetteria, per un intervento di rifacimento, messa in sicurezza e conformità a Legge del forno. Io ero a conoscenza di detto debito e ne avevo reso edotto l’acquirente, devo inoltre significarLe che detto debito risulta nei libri contabili obbligatori che ho trasmesso all’acquirente. Sono comunque tenuto a pagare il debito dell’azienda che ho venduto? Posso rivalermi nei confronti di chi ha acquistato la panetteria? R.M. Caro Signore, Il caso che Lei mi sottopone è disciplinato dall’articolo 2560 del codice civile. La disposizione stabilisce che l’alienante non è liberato dai debiti, inerenti all’esercizio dell’azienda ceduta, anteriori al trasferimento, se non risulta che i creditori vi hanno consentito e che nel trasferimento di un’azienda commerciale, qual è la panetteria da Lei venduta, risponde dei debiti suddetti anche l’acquirente dell’azienda, se essi risultano dai libri contabili obbligatori. Il secondo comma della norma, che pone il debito anche a carico dell’acquirente se risulta dai libri contabili obbligatori, deroga al principio, di carattere generale, secondo cui ciascuno risponde solo delle obbligazioni da lui assunte. In altri termini, anche se manchi un patto di accollo espresso, Lei risponde in solido con chi ha comprato l’azienda, nei confronti dei creditori il cui credito risulti, come Lei mi conferma, dai libri contabili obbligatori. Secondo la Giurisprudenza della Corte di Cassazione, il caso enucleato dal secondo comma della norma, configura non un obbligo ma una responsabilità senza debito dell’acquirente (il debito è solo suo, che lo ha contratto quando era titolare della panetteria e non di chi ha successivamente acquista la panetteria) che va ricondotta ad un accollo cumulativo ex lege e da luogo ad una solidarietà in forza di Legge tra Lei e l’acquirente dell’azienda commerciale, solidarietà tuttavia sui generis che non implica il suo diritto di chiedere, pro quota, la restituzione all’acquirente di quanto versato al terzo creditore, perché –diversamente da quanto accade nei casi di solidarietà ordinaria– Lei, che è alienante e debitore, ha adempiuto una obbligazione discendente esclusivamente da fatto proprio, sia essa contrattuale o extracontrattuale. Da quanto detto consegue che, in assenza di consenso del creditore e di patto o uso contrario tra Lei e l’acquirente (che ha comunque efficacia meramente interna tra di Voi e non è opponibile al creditore precedente), Lei, che pure ha alienato prima d’ora la panetteria, è comunque tenuto al pagamento assieme all’acquirente, atteso che detto debito risulta dai libri contabili obbligatori. Pur trattandosi di debito aziendale, se Lei paga l’intero non può richiedere il rimborso della metà all’acquirente, se per converso fosse l’acquirente a pagare in Sua vece, Questi, in assenza come detto di patto contrario, ha diritto di chiederLe il rimborso.

A giugno i contribuenti dovranno nuovamente tornare a fare i conti con l’Imu e la Tasi. Accantonato almeno per quest’anno il progetto di introdurre la tassa unica, la cosiddetta local tax, anche per il 2015 si pagheranno Imu e Tasi in due tranche, la prima entro il 16 giugno e la seconda entro il 16 dicembre. A pagare l’acconto dell’Imu sono i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale ma solo se rientrano nelle categorie catastali A1, A8 e A9. (nel 2014 aliquota 0,59%). In sostanza l’Imu per il 2015 si paga, come per il 2014, sulla prima casa solo se questa è di lusso o di pregio. Nessuna distinzione in base alla classificazione catastale invece per quanto riguarda le seconde case su cui si paga comunque l’Imu. (nel 2014 aliquota ordinaria 1,06%). Il pagamento avviene in due rate, la prima con scadenza il 16 giugno 2015 che deve essere calcolata con le aliquote deliberate dal comune per il 2014, mentre il saldo andrà versato entro il 16 dicembre con le aliquote valevoli per il 2015, sempre che il comune approvi e pubblichi le relative delibere entro e non oltre il 28 ottobre 2015, altrimenti anche per il saldo si applicano le aliquote Imu del 2014. Novità per quanto riguarda i terreni agricoli e l’esenzione, per il 2015, per quelli ubicati nei comuni montani, nei comuni delle isole minori e nei comuni parzialmente montani ma solo se posseduti e condotti da coltivatori diretti o da imprenditori agricoli. Anno nuovo, regole vecchie anche per la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili comunali quali la manutenzione delle strade, del verde pubblico, ecc. A pagare la Tasi 2015 è sempre il proprietario o titolare di altro diritto di godimento sull’immobile e, se previsto dal comune, dall’inquilino se l’immobile viene locato. Anche per la Tasi le scadenze sono il 16 giugno 2015 per il versamento dell’acconto e il 16 dicembre 2015 per il saldo ma il consiglio è verificare se il proprio comune di residenza abbia eventualmente previsto scadenze diverse. Come per l’Imu, anche per la Tasi il calcolo deve essere eseguito tenendo in considerazione le aliquote comunali. Così per l’acconto del 16 giugno 2015 della Tasi si usano le aliquote 2014 (aliquota abitazione principale 0,33%), mentre per il saldo le nuove che devono essere approvate e pubblicate dai comuni entro il 28 ottobre 2015, altrimenti valgono le aliquote 2014. Andrea Scibetta Agente immobiliare Amministratore condominiale

Matteo Savio, avvocato

Il pesce f resco del golfo ligure G en ova Corni glian o Via t el. Via t el.

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Depressione, la mia peggiore amica In Italia ne soffre un buon milione e mezzo di persone e nel 2020 sarà la seconda causa di malattia dopo quella legata alla circolazione. Chiamata anche il male oscuro, la depressione somiglia alla sensazione di indossare sempre occhiali nerissimi. Di sentirsi afferrare per le caviglie da una forza oscura che tira verso il basso e paralizza il movimento . È una malattia diffusa e spesso grave, ma talvolta viene trattata come un capriccio, sottovalutandola. Per diagnosticarla ci sono dei campanelli di allarme tra cui: perdita di interesse verso attività che procuravano piacere, insonnia, difficoltà di concentrazione, desiderio di dormire sempre, sensazione di inutilità, perdita di energie , pensieri di morte. Da cosa è causata? Da tante ragioni insieme e mai da una sola. Ci sono temperamenti più predisposti, altri che lo sono meno. Ma il temperamento, da solo, non è la causa... Sono necessarie altre concause relazionali, sociali e personali, per esempio la perdita del lavoro, un lutto, una separazione. Tutto questo determina un mal funzionamento di alcuni neuro trasmettitori cerebrali. Ognuno di noi ha fin dalla nascita una quantità di energia psichica variabile, ma nessuno ne ha una quantità illimitata, è necessario tenere conto del bilancio tra le energie in uscita, cioè le richieste esterne a noi, e le energie in entrata, cioè tutte le cose che ci procurano gioia. Però se per un tempo molto lungo le energie spese per fare fronte ai problemi esterni sono tante, si va in deficit e si cade in depressione. Se si è davanti ad una forma lieve si può uscirne anche presto e da soli ma in tutti gli altri casi bisogna chiedere aiuto al medico che, con la cura farmacologica, toglie gli effetti della malattia e possibilmente anche allo psicologo che aiuta ad individuare le cause scatenanti. Quindi, ai primi sintomi, cerchiamo di parlarne subito con il nostro medico senza nessuna reticenza e affrontiamo subito e con chiarezza il problema per evitare che peggiori. Jose Cuffaro, farmacista Illustrazione di Keith Haring


Maggio 2015 

ilCorniglianese/rubriche La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) La primavera in tavola Risotto con i carciofi Tagliate a spicchi sottili tre o quattro carciofi e teneteli in bagno nell’acqua e l i m o n e . Soffriggete nella casseruola con l’olio, cipolla, uno spicchio d’aglio schiacciato e del prezzemolo, aggiungete i carciofi e fateli cuocere dolcemente, bagnandoli ogni tanto con qualche cucchiaiata d’acqua affinché cuociano senza abbrustolirsi. Aggiungete una cucchiaiata di salsa di pomodoro e una decina di grammi di funghi secchi (puliti). Quando i carciofi saranno quasi cotti, aggiungete mezzo chilo di riso che condirete con sale e pepe, che porterete a giusta cottura, diluendo gradatamente con acqua bollente, aggiungete qualche cucchiaiata di formaggio grattugiato. Insalata aromatica di fagiolini Si tratta di un’insalata di stagione piuttosto rustica ma gustosissima. Mettete in un’insalatiera un bicchiere scarso di aceto e un trito molto fine di maggiorana, basilico e prezzemolo. Tritate assai fina una cipolla piccola, raccoglietela in un Aprile… “dolce” mangiare lembo di salvietta, immergete per un momento la salvietta nell’acqua e poi strizzate fortemente la cipolla che aggiungerete all’aceto, insieme con uno spicchio d’aglio schiacciato. Tritate cento grammi di pancetta (magra) e 100 g tonno sott’olio e aggiungeteli al resto. Lessate un chilo di fagiolini, scolateli e così bollenti metteteli nell’insalatiera. Mescolate bene e finalmente completate con cinque/sei acciughe tagliate a filetti. Coprite l’insalatiera e lasciate insaporire i fagiolini per almeno 4 ore, mescolandoli a lunghi intervalli. Al momento di mandare in tavola condite con poco olio, un pizzico di pepe e sale. Frittata di zucchine Grattugiate delle zucchine e dopo averle ben spremute (per estrarre l’acqua) aggiungete sale sufficiente, un po’ di pane grattato inzuppato abbondantemente nel latte, un po’ di parmigiano, un pizzico di zucchero e la buccia grattugiata di mezzo limone. Mescolate bene tutto e quindi aggiungete le uova (cinque per quattro persone)sbattute a parte, unite bene ogni cosa. Ungete un tegame, spolverizzatelo con un po’ di pane grattato e mettetelo in forno a 160° fino che la frittata sia dorata.

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Beauty, cetriolo non fa rima con colesterolo

Amici animali, il criceto

I cetrioli non sono semplicemente ortaggi estivi totalmente freschissimi e gustosi ma donano anche stupefacenti benefici alla salute. Hanno un contenuto molto elevato d’acqua, la percentuale è quasi del 96%. Idratano e rivitalizzano donando un aspetto radioso alla pelle. Hanno un contenuto molto basso di calorie e, come qualsiasi prodotto vegetale, sono privi di colesterolo. Per tale ragione sono consigliati nella maggior parte delle diete dimagranti. Sono un generoso serbatoio di minerali che si concentrano principalmente nella buccia e nei semi. È controindicato, quindi, sbucciare il cetriolo, perché insieme alla buccia si perdono le preziosissime sostanze che questo alimento può offrire. Ricco di potassio, ferro, silicio, magnesio, fosforo e fonte di vitamine che si concentrano principalmente nella buccia: C, A, gruppo B, 5 enzimi. È indicato per tutti ma le sue doti curative lo rendono perfetto per chi ha bisogno di provvedimenti per alleviare diverse patologie. Grazie al suo alto contenuto di acqua e sali minerali, è un alimento diuretico. Circa 500-700 g al giorno di cetrioli diventano un ottimo coadiuvante nelle infezioni del tratto urinario, prevengono i calcoli renali, eliminano la ritenzione di liquidi nel corpo stimolando la funzione renale, hanno un potente ruolo disintossicante. Gli enzimi e le fibre contenute nella buccia favoriscono la corretta digestione e i processi metabolici del fegato. I cibi pesanti, ricchi di proteine e grassi, possono essere associati con insalate di cetrioli affinché vengano scongiurati disturbi durante la fase digestiva. È dimostrato che il cetriolo può ridurre gli effetti tossici che coinvolgono l’apparato digerente e annullare l’effetto di alcuni composti cancerogeni come i nitrati e nitriti dei salumi, che promuovono il cancro del colon. I cetrioli combattono anche gli effetti cancerogeni delle sostanze contenute negli oli fritti diventando, così, ottimi alleati contro il cancro. È bene consumarli quotidianamente in estate nelle insalate. La dose di 500-700 g di cetrioli crudi con buccia ha un effetto adiuvante per le persone che soffrono di diabete, poiché i principi contenuti nella buccia stimolano le funzioni del pancreas e regolano la glicemia. Questa cura allevia o elimina anche altre malattie legate al pancreas come la pancreatite (sia attraverso l’effetto diretto delle sostanze attive contenute nel

I criceti sono dei fantastici animali domestici. Amano tantissimo ricevere attenzioni da parte dei loro proprietari e di interagire allo stesso tempo con loro. Sono carini, divertenti e sono dei piccoli roditori molto attivi, soprattutto di notte quando arriva il buio. Nel mondo ci sono oltre 25 specie di criceti e provengono tutti da una grande razza europea di criceti nani. Anche se per la prima volta sono stati scoperti in Siria, sono infatti, nativi di molti altri paesi del mondo. Ecco alcune curiosità più interessanti sui criceti. I siriani piacciono proprio perché sono creature solitarie e molto territoriali. Hanno bisogno del proprio spazio. Se messi insieme con altri criceti possono diventare aggressivi e potrebbero anche uccidersi tra di loro. Non hanno una buona vista. Sono quasi miopi, quindi fanno affidamento sul loro senso dell’olfatto per trovare la strada. Usano le loro ghiandole odorifere,che si trovano sui loro corpi, per strofinarsi sulle rocce e altri oggetti, per crearsi una propria scia d’odori, così da ritrovare la strada di ritorno. Sono daltonici. Se sono sorpresi, il loro primo istinto è quello di mordere. Se non li si spaventa restano comunque degli esserini delicati ed amorevoli e amano interagire con il loro proprietari. Possono essere facilmente addestrati a fare ogni sorta di gioco, anche di rispondere ai loro nomi quando sono chiamati. Normalmente vivono tra i due e tre anni, tuttavia, un anno umano equivale a circa 25 anni per un criceto. Come precedentemente accennato, la razza più popolare di criceti,allevati come un animale domestico, è il criceto dorato che è nativo della Siria. Ecco alcuni dati interessanti sui criceti dorati: questa razza è nativa della Siria e si può trovare nelle regioni desertiche e asciutte del paese. Possono essere lunghi da 4 a 7 pollici di lunghezza. Le femmine sono più grandi dei maschi. Sono chiamati anche Teddy Bear o Angora. Questa razza ha bisogno del proprio spazio e non tollera la condivisione del loro ambiente con altri criceti. Possono vivere da due a tre anni, anche oltre se sono ben accuditi. Il cibo perfetto è lo yogurt e le verdure fresche, naturalmente senza fargli mancare acqua pulita. I maschi di criceto tendono a vivere più a lungo delle femmine. I criceti dorati hanno quattro dita sulle zampe anteriori e cinque su quelle posteriori. Si stima che i criceti dorati possono avere ben 40 colorazioni diverse. La più grande cucciolata registrata è stata di oltre 20 unità. Il periodo di gestazione di una femmina è brevissimo. Da 16 a 18 giorni, rendendola la più breve del mondo di qualsiasi mammifero a placenta. Tutti i criceti dorati domestici discendono da una femmina selvaggia di criceto siriano che ha avuto una cucciolata di 12 cuccioli nel 1930. Sono intelligenti e possano ricordarsi dei loro parenti. I criceti dorati selvatici sono oggi molto rari e si trovano solo in poche zone della Siria. Questo significa che in natura questi piccoli roditori sono considerati tra le specie di estinzione più minacciate nel mondo. Essi sono stati elencati come "vulnerabili" dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. In conclusione, prendersi cura di un criceto domestico significa creare il giusto tipo di ambiente per lui. È molto importante passare del tempo con loro, di insegnargli a giocare per non sentirsi soli. Un ottimo modo di assicurarsi che un criceto non soffra di solitudine, è quello di mettere la loro gabbia dove le persone tendono a raggrupparsi in casa. Da ricordare che se si sta pensando di adottare un criceto, è che sono grandi artisti della fuga e possono percorre lunghe distanze fuori dalla gabbia: in una sola notte, un criceto può percorrere fino a 10 chilometri sulla sua ruota di esercizio! R.M.

cetriolo che indirettamente facilitando la digestione).Possono essere utilizzati con successo dalle persone che soffrono di gotta. Il succo di cetrioli, mescolato con succo di carota, nell’arco di qualche settimana, aiuta ad eliminare gli urati attraverso la urine, riducendo l’infiammazione e il dolore alle articolazioni. Sono adiuvanti in caso di malattie cardiache come le aritmie e l’ipertensione grazie al ricco contenuto di minerali come il potassio e il magnesio (sono essenziali per l’attività cardiaca). È possibile notare i benefici dopo qualche settimana di assunzione di circa 500 g di cetrioli ogni giorno. Rimedio per gli occhi gonfi: Applicare due fettine sugli occhi è il tocco finale di ogni maschera per il viso che si rispetti. Ciò non viene consigliato senza motivo. Il cetriolo viene scelto poiché aiuta veramente a ridurre il gonfiore degli occhi e delle aree circostanti provocando una contrazione dei capillari interessati. Perché abbia effetto, applicate sugli occhi due fette di cetriolo piuttosto spesse per 10-15 minuti. Per il viso il cetriolo ci viene in aiuto per realizzare un tonico rinfrescante e lenitivo. Per prepararlo vi serviranno: un cetriolo tagliato a cubetti, alcune foglie di salvia sminuzzate, 4 cucchiai di acqua distillata. Mettete tutti gli ingredienti all’interno di un mixer e frullateli. Filtrate il tutto attraverso un colino molto fitto e raccogliete il liquido ottenuto in un bicchiere per poi trasferirlo in una bottiglietta di vetro con tappo. Il tonico così ottenuto si conserva in frigorifero per alcune settimane. Rita Moccia

Liberamente tratto da http://www.salute-e-benessere.org/nutrizione/cetrioli-proprieta-7-beneficiincredibili/

Liberamente tratto da http://blog.petyoo.it/piccoli-animali/curiosita-criceti.html


Maggio 2015 

ilCorniglianese/associazionismo ed aziende

“Ho scommesso su Cornigliano” La sfida di Sogno Immobiliare

Più che un’intervista è una chiacchierata tra “vicini”, fra il sottoscritto, corniglianese d’adozione, che abita da più di cinquant’anni in via Dufour, e una giovane sposa e madre di un bimbo, Alessio di 10 anni, che inaugura la sua nuova attività: “Sogno Immobiliare”, situata nella stessa via Dufour

al numero 46 rosso. Lilia Spataro precede le domande dicendomi che lei ama Cornigliano dove è nata ed ha sempre vissuto: asilo Jean Piaget, elementari Ferrero e medie al Volta, e che crede fermamente nella rivalutazione della nostra delegazione al punto da lanciare una sfida a se stessa e invitando altri giovani coraggiosi a fare altrettanto. M’informa che al momento c’è molta più richiesta di affitti che di vendite, e allora inizio l’intervista. Che tipo di casa va di più? Appartamenti piccoli Considerando il momento attuale, conviene affittare o vendere? Se non si ha bisogno di vendere conviene affittare per avere una rendita mensile garantita. Sulle locazioni o sulle vendite si sente l’influsso del polo degli Erzelli? A Cornigliano ancora poco, purtroppo, di più, invece, a Sestri Ponente. Le richieste vengono più da

“Abbiamo scommesso su Cornigliano”. Le altre sfide

In diverse città d’Italia scompaiono negozi e botteghe. Tasse alte, adempimenti asfissianti, affitti che strozzano e concorrenza dei centri commerciali. A Genova i cinesi sostituiscono le vetrine storiche della città. Senza le insegne illuminate, senza le vetrine che ci distraggono e ci accompagnano, si spengono le luci e anche la vita delle strade. Che diventano semplici luoghi di passaggio. Non solo: i negozi sono un presidio che assicura la cura e la pulizia delle vie, un fondamentale luogo di incontro, una compagnia per chi vive in solitudine. Anche Cornigliano non è immune al fenomeno, anche se

per ragioni diverse, dobbiamo registrare una chiusura che avverrà a fine anno e un’altra relativa a locali adibiti ad esposizione. Nell’ordine. “Grillo porcellane e cristallerie” in via Cornigliano. Abbiamo chiesto a Giuseppina Grillo, la titolare, di spiegare la sua decisione. “Chiuderò a fine anno, il motivo è che non sono più giovane e soprattutto le mie figlie non intendono proseguire quello che io ho iniziato, per motivi diversi”. La chiusura è da attribuire alla crisi nel nostro Paese? “Sicuramente la crisi esiste, ma nel mio caso l’età anagrafica penalizza molto la mia decisione, se avessi 15 anni di meno avrei continuato, tenendo conto che non ho grosse spese, ad iniziare dai locali che sono i miei, la mia intenzione è di andare in pensione come fanno molte altre persone. Dopo 60 anni di attività mi piacerebbe insieme a mio marito, se il Signore lo vorrà, godermi la meritata pensione, magari facendo qualche viaggetto”. Lei chiude

L’idea è quella di assicurare uno Sportello del Cittadino in materia condominiale ed immobiliare a cura dell’A.L.A.C. Il servizio riguarda la consulenza condominiale (legale, contabile ed amministrativa) fiscale e tecnica, immobiliare in genere compresa locazione, legale in genere sia a favore degli amministratori di condominio che dei cittadini. La consulenza, gratuita, sarà fornita su appuntamento, chiamando direttamente il professionista. Per informazioni di carattere generale potete scrivere alla seguente mail: consulenze@prolococornigliano.it

studenti o da lavoratori? Soprattutto lavoratori. Che tipologia di casa da affittare è più richiesta? Appartamenti già arredati con almeno due camere. Riguardo agli acquisti, i mutui sono in ripresa? Saranno rivalutate le case su via Cornigliano o altre zone? Qualcosa inizia a muoversi. Si spera che con i lavori di riqualificazione Cornigliano torni a splendere. Personalmente credo nel quartiere dove sono nata ed ho sempre vissuto, al punto da lasciare il mio lavoro di “dipendente” e correre il rischio un negozio che possiamo definire storico, ci può raccontare la storia? “Sono in questo negozio dal 1982 ma la stessa attività risale al 1871, titolare Lorenzo Dalla Bona, a tale titolo come negozio storico ci hanno inseriti nei negozi storici gi Genova, come può vedere dall’attestato (foto sotto il titolo), la tipologia merceologica era la stessa, con aggiunta vetreria. Colgo l’occasione per informare i miei clienti che ho già iniziato la vendita scontata dei prodotti che avrà il suo culmine negli ultimi due mesi, in pratica novembre e dicembre”. L’altra attività che ha ridotto l’esposizione è il mobilificio Crosetti. A rispondere alla stessa domanda, Roberto uno dei due fratelli titolari. “Abbiamo chiuso l’esposizione in via Vetrano per motivi tecnici. Noi non siamo una grande distribuzione, abbiamo prodotti di qualità, facciamo lavori di falegnameria, tramite internet, i nostri partner che lavorano per noi, sono facilmente consultabili ed il cliente non fa altro che scegliere il prodotto e ordinarlo direttamente presso il nostro negozio. Lei sa che per mantenere un’esposizione aggiornata occorrono molti più spazi, quindi quello che avevamo non

di mettermi in proprio. La compravendita di negozi come va? Più che vendere negozi, c’è molta richiesta per gli affitti commerciali. Aumentano o diminuiscono le richieste di compravendita? Dati i prezzi in calo, c’è moltissima richiesta di persone che vogliono comprare ad uso investimento, per poi magari rivendere in tempi migliori. Guido Pallotti Foto di Agostino Razzore

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ilCorniglianese/eventi e tempo libero

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A passeggio con la storia lungo la via Aurea fortificata Sabato 30, domenica 31 maggio: ville aperte a tutti a Cornigliano

Lungo la strada antica che segue le pendici del colle di Coronata sono conservati, in stretta successione, palazzi padronali e torri di avvistamento e di difesa. Irrimediabilmente perduto l'originario rapporto col contesto paesistico, rimane la straordinaria continuità di palazzi e di torri che costituisce tuttora una via Aurea fortificata, esempio unico nella nostra storia urbana. Si tratta di palazzi sopratutto cinque/secenteschi, con prevalente tipologia a blocco, scale monumentali e grandissimi saloni. Ma anche palazzi più antichi, con maggiore varietà compositiva e motivi

protorinascimentali, come volte a ombrello e logge angolari. A volte conservano tracce di edifici preesistenti, o anche singoli elementi architettonici riutilizzati nelle nuove costruzioni. I palazzi sono costruiti per nobili genovesi, soprattutto della famiglia Spinola, in particolare quelli del nucleo centrale attorno alla chiesa, tanto da costituire un vero e proprio compound famigliare. I nobili genovesi chiamano a costruire e decorare i loro palazzi artisti che lavorano contemporaneamente a Strada Nuova: architetti come Giovanni Ponzello per il palazzo di Paolo Spinola, pittori come Ottavio Semino ancora per Paolo Spinola, e Andrea Ansaldo per Andrea Spinola e Cesare Gentile. Soprattutto dalla metà dell' Ottocento la perdita dell'originaria destinazione d'uso (abitazione padronale temporanea), insieme al cambiamento del contesto ambientale, aveva portato a un utilizzo speculativo di molti palazzi (divisione degli spazi monumentali, chiusura delle logge, ecc.) per adattarli alle più svariate attività, fino alla radicale trasformazioni in appartamenti. Della storia di Cornigliano si era persa anche la memoria. Fortunatamente assistiamo in questi ultimi decenni a qualche recupero, grazie all'acquisto da parte del Comune e alla destinazione pubblica di edifici sul punto di essere perduti, e ad una rinnovata attenzione da parte di alcuni proprietari. Eventi collaterali. Sabato 30, dalle 9,45 alle 19, visite guidate ogni ora. Piazza Melis, giardini, partenza per le visite guidate. Inaugurazione con la Banda di Cornigliano. Villa Spinola Dufour di Levante via Tonale 47, ore 16. Concerto vocale a cura del Conservatorio Paganini: Daniela

A Villa Bombrini animazione, giochi e palloncini Scout Genova 52 e Genova 56: la fratellanza che lega tutti “Sabato 18 aprile alla marisi è svolto presso una delle più belle ville di tutta Genova, Villa Bombrini, l’evento per il quartiere organizzato dai gruppi Scout Genova 52 e Genova 56. Nell’occasione si possono ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile l’evento: la Società per Cornigliano che ha permesso di utilizzare la villa, questo giornale che ha dedicato uno spazio e ultimi, ma non ultimi, tutti coloro che hanno partecipato. Il sabato è andato via festoso con il trucca bimbi, il passaggio

nara e tutti gli altri giochini che sono stati organizzati. La festa si è poi conclusa con il lancio in aria dei palloncini, il cui colore rappresentava l’insieme dei gruppi che compongono la Val Polcevera, a simboleggiare la fratellanza scout che lega tutti! Grazie ancora di cuore a tutti e… alla prossima!” Per info sul Mondo scout: Marta 333/9355431

Santos Moreno, soprano, e Nicola Cappellini, chitarra. Ore 17. Conferenza. Emmina De Negri: Palazzi del Cinquecento a Cornigliano: una “Strada Aurea” fortificata. 31 maggio, dalle 10 alle 19, visite guidate ogni ora. Villa Spinola Dufour di Levante via Tonale. Ore 16. Concerto vocale da camera a cura del Conservatorio Paganini Daniela Santos Moreno, soprano, e Nicola Cappellini, chitarra. Ore 17. Conferenza Agnese Avena: Mezzari e “indiane”: il fascino delle tele stampate a Genova. Eventi collaterali, Palazzo Spinola Canepa ingresso Giardini Melis: esposizione dei progetti vincitori del Concorso su via Cornigliano. Palazzo Spinola Narisano, viale Narisano - Centro Civico: mostra di mezzari antichi a cura di Agnese Avena. Villa Spinola Dufour di Levante, via Tonale: esposizione di mezzari moderni a cura di Giglio Bagnara in collaborazione con il Museo Luzzati. Villa Spinola Dufour di Ponente via Tonale 43 - 45. Assaggiare Cornigliano: degustazione del vino de Il Fondaco di Coronata, focaccia dell’Ass. Panificatori di Genova e Provincia, salame Cabella di Sant’Olcese, dolci della pasticceria Le rose, il tempio del cioccolato. Villa Pavese Dufour, via Tonale 37 - 39. Ore 16. Esposizione del mezzaro realizzato dai ragazzi a cura dell’Associazione Fa.Di.Vi e Oltre. La redazione Illustrazione in prima pagina di A. Sanna

La festa della Madonna dell’Anglona Prima di introdurre i rituali di questa grande Festa della Madonna dell'Anglona occorre ricordare che si svolge per l'undicesimo anno nella nostra comunità e che sono circa 6.000 i Lucani residenti a Genova. Va ricordato il prezioso aiuto del compianto padre Giacomo Pala e, grazie a lui, da 11 anni unitamente al contributo organizzativo dell'Associazione dei Lucani a Genova, Comune di Genova, Pro loco di Tursi (Matera) e Comune di Tursi, si è riusciti ad avere e custodire nella Cappella della Marina una copia originale della Madonna dell'Anglona che ogni anno con grande devozione viene portata in processione. I festeggiamenti avranno inizio giovedì 29 maggio e si concluderanno lunedì 2 giugno con il seguente programma. Venerdì 29/5 - ore 21 Premiazione quadrangolare di calcetto 4° Memorial R. Magno, a seguire esibizione del gruppo musicale Acoustic Freedom Sabato 30/5 ore 17 – Esibizione “LT' Dance Cornigliano. Sabato 30/5 - ore 21 - Serata musicale con l'artista Stefano D. Domenica 31/5 - ore 17 – Esibizione GSD Cornigliano Domenica 31/5 - ore 21 – Serata musical con Antico Rione Lunedì 1/6 - ore 17 – Esibizione Le Maschere Lunedì 1/6 - ore 21 – Serata caraibica alla consolle Dj Solange Martedì 2/6 - ore 10.30 - Saluti alle personalità lucane e liguri con la partecipazione del rettore resp. della Basilica minore del Santuario dell'Anglona, don Saverio Zorzi e una rappresentanza del comitato festa M. d'Anglona di Tursi . Ore 12 - Rinfresco ai presenti. Ore 18 – Celebrazione santa messa nella parrocchia di S. Giacomo ,a seguire solenne processione con la Filarmonica di Cornigliano e il Gruppo storico Sestrese. Ore 20.30 - Cerimoniale conclusivo e serata musicale con i Mokambo, intermezzo musicale esibizione caraibica Clave Salsera diretta da Giovanna Pellizzi. Sergio Daga

Aperto nuovo punto prelievi Piazza Rizzolio GE-Cornigliano (accanto alle Poste)

Corso di genovese


Maggio 2015 

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Il 3 maggio si è svolto presso il Palazzetto dello sport di Lago Figoi il campionato regionale Fids Liguria. Entusiasmante la prova dei ballerini dell’Asd Il Circolo della salsa che hanno portato a casa dieci titoli di campione Fids. Disco dance solo classe C. Ylenia Corasaniti-1° posto, classe 8/11 anni-Luce Chiossone-4° posto, classe 12/15 anni. Show dance solo classe C. Matilde Inf dra ccolo- 1° posto, 12/15 anniLuce Chiossone2° posto, 12/15 anni. Laura Tozai1° posto, under 15 -Francesca Pesci2° posto, under 15 -Noa Takobs-3° posto, under 15. Show dance solo divulgativo— under 9. Pamela Mahali-1° posto, Aurora Di Natale2° posto, Noemi Trifogli-3° posto, Rossella Tozai-4° posto, Giulia Michela De Carolis5° posto, Yuma Takobs-1° posto under 11. Show dance duo divulgativo Aurora Di Natale-Giulia Michela De Carolis-1° posto, under 9. Show dance piccolo gruppo divulgativo-Aurora Di Natale-Giulia Michela De Carolis-Noemi Trifogli-1° posto, under 9. Duo show oriental dance 16/34 Classe C-Luana Lazzaro-Federica Turco-1° posto, classe 19/27. Combinata caraibica 19/27 Classe B2-Alessandro Cignarale-Noemi Chiossone-1° posto. Combinata cubana 8/11 Classe C-Pietro Chiossone- Sara De Caro-2° posto. Salsa shine 8/11 Classe C-Pietro Chiossone-1° posto. Il Centro Danza ringrazia tutti i ballerini, i genitori per i sacrifici che sopportano nell’accompagnarli e soprattutto gli insegnanti per la serietà e professionalità: Veronica Coppola, Liliana Ferrando, Gloria Foglia e Marco Chiossone. Grazie al Circolo Acli S.Ambrogio che ospita gli atleti per gli allenamenti presso la struttura di Villa Canepa, Giardini Melis. Domenico Turco

È partito dalla Liguria lo spettacolo del Giro Che bello... (ma solo a Cornigliano) vedere i ciclisti in tv

È stata la Regione Liguria a lanciare il Giro d’Italia 2015 nell’edizione numero 98. La corsa rosa, in programma dal 9 al 31 maggio, ha previsto ben tre tappe nel nostro territorio con una cronosquadre di apertura da San Lorenzo al Mare a Sanremo e due tappe in linea, la prima da Albenga a Genova e la seconda da Chiavari a La Spezia. Questa del 2015 è stata anche la quinta grande partenza della corsa “rosa” dalla Liguria. I precedenti: 1980 Genova, 1987 Sanremo, 1992 Genova, 2004 Genova. Nella crono di sabato 9 la gara si è sviluppata interamente sulla “ciclabile”. La pista della Riviera dei Fiori, disegnata sul percorso dismesso della ferrovia, si è snodata lungo la costa in posizione panoramica. E ovunque, su ogni metro intorno alla pista, migliaia e migliaia di persone entusiaste e festanti per vedere ed incitare da vicinissimo tutti i protago-

nisti del Giro. In effetti, il valore aggiunto del ciclismo è che, diversamente da altri grandi sport, sono i protagonisti a correre lungo le strade sulle quali normalmente viaggiano i loro sostenitori. Un po’ come se Cristiano Ronaldo e Messi venissero a giocare il campionato nel cortile di casa nostra. E così è stato anche per la seconda tappa in linea, domenica 10: da Albenga a Genova, tra due ali folla distese

per 150 chilometri. O quasi. Perché, dopo aver viaggiato per i primi 120 km tra la gente in festa, ecco che, proprio all’inizio di via Cornigliano, il gruppo dei corridori veniva “dirottato” sulla prestigiosa nuova pista della strada a mare, nella solitudine lunare più totale (vedi foto di Guerra) ma, soprattutto, lontano da quei marciapiedi sui quali tante e tante volte i cittadini hanno potuto salutarli. E così gli appassionati di Cornigliano, e solo loro nell’arco magico di tutta la Liguria, hanno “dovuto” ricorrere alla cara, vecchia tv per vedere quello che stava passando a pochi metri dai loro occhi. Hanno dovuto rinunciare ai colori, alle emozioni e al tifo dal vivo che la carovana richiede senza neanche sentire l’eco della corsa. Già, perché purtroppo il nuovissimo manto d’asfalto della strada a mare è fonoassorbente. E. Cirone

Torneo dei Lucani a Cornigliano 4° Memorial Rocco Magno A n c h e quest'anno in concomitanza con la festività della Madonna dell'Anglona, non poteva mancare il t rad i z i ona le appuntamento calcistico La squadra dei Lucani intitolato alla memoria di Rocco Magno che si disputerà nel campo di S. Andrea in via Minghetti, con il contributo del Gruppo Sportivo Oratoriale Corniglianese. Il quadrangolare prende il via con le

Via N. Cervetto, 40 calasanziogenova@libero.it

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Asd Il Circolo della Salsa Entusiasmano i ragazzi al Campionato regionale

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squadre del quartiere, i Lucani, La Fermata, Quelli Che e Asfalti Cocozza, che sicuramente come nelle scorse edizioni disp ut e ra nn o La squadra de La Fermata un Memorial all'insegna della vera amicizia che da sempre distingue le origini dei Lucani a Genova. Sergio Daga


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Genoa e Samp: (dal 1991) mai così in alto le due genovesi Dopo un campionato esaltante, i fuochi d’artificio del mercato estivo

Si conclude la corsa delle due squadre genovesi per un posto in Europa. Una sfida appassionante che ha permesso ai due club cittadini di occupare le pagine nazionali per tutto l'arco di questo campionato. A spuntarla è stato il Genoa di Gasperini che è riuscito a superare una Sampdoria che sem-

brava irraggiungibile. Il grifone ha fatto della freschezza atletica la propria arma vincente e domenica dopo domenica ha rosicchiato punti ai blucerchiati prima di superarli aritmeticamente dopo la spettacolare vittoria sull'Inter degli ex blucerchiati Mancini e Icardi. "Questa squadra la sento più mia rispetto a quella di Milito e Thiago Motta" ha dichiarato il Gasp e queste parole mettono in chiaro l'eccellente lavoro fatto con una squadra low cost, costruita attraverso un attento lavoro

di scouting da parte della società più che sui milioni di euro che da un paio d'anni a questa parte scarseggiano. Applausi e fair play sono arrivati anche da Mhjailovic che in seguito al pareggio di Empoli ha applaudito i cugini consegnando loro lo scettro del primato cittadino: "Sono un uomo di campo. Il Genoa ha quattro punti di vantaggio, meritano loro di andare in Europa ed è giusto che vadano, poi se non dovessero andare ci andremo noi". Una stagione straordinaria per entrambe le formazioni che hanno incantato l'Italia in un'annata che difficilmente verrà scordata dall'ambiente rossoblucerchiato. I due allenatori sono gli artefici di questa cavalcata ed entrambi sono riusciti a riscattarsi imponendo la loro idea di calcio. Non solo i risultati sotto la lente di ingrandimento: per quanto riguarda il mondo sampdoriano c'è da registrare l'arrivo di Massimo Ferrero alla guida del club di Corte Lambruschini, personaggio stravagante e pirotecnico che ha portato i colori blucerchiati sulle cronache sportive nazionali per via del suo carattere eccentrico e per i botti in sede di mercato, infatti sotto la Lanterna è arrivato un campione del calibro di Eto'o. Sponda Genoa invece i risultati ottenuti sono stati offuscati dalla questione licenza Uefa che sembra, almeno per il momento, negare al grifone l'ingresso nelle coppe europee conquistato sul rettangolo verde. La stagione è ormai conclusa e non resta

altro che fare i complimenti alle due squadre per quanto hanno fatto vedere. Alle porte vi è una nuova stagione e in attesa di vedere risolte alcune incognite sportive, come i contratti dei due mister, non resta che tracciare un bilancio più che positivo. Il calciomercato non è ancora iniziato, eppure sotto la Lanterna sono in arrivo giocatori importanti (per il Genoa Pandev, Gakpè e Lazovic; Barreto e Moisander in casa Samp) e questo è il segnale migliore che le due società potevano dare ai propri tifosi: attenzione al futuro e continuità di progetto. Le pagelle Chi sono stati i migliori di questa stagione? In un ipotetico podio questi sono i protagonisti che hanno reso possibile i due percorsi . Genoa Gasperini 8: il tecnico di Grugliasco si è confermato l'eroe di Bagnoli e attraverso le sue idee di calcio ha ricompattato l'ambiente rossoblù. Oltre a rigenerare Perotti ha consacrato Bertolacci, futuro uomo chiave del centrocampo azzurro. Perotti e Falque 8: pari merito per la coppia di attaccanti che hanno riportato il Genoa in Europa (in attesa del verdetto del Coni sulla licenza Uefa). Giocate geniali e tecnica sopraffina. I tifosi sperano di rivedere almeno uno dei due nel prossimo campionato con la maglia più antica d'Italia. Rincon 7: i muscoli del Genoa. Semplicemente "El General". Sampdoria Ferrero 8: la scena è tutta sua. Presidente vulcanico e mediaticamente tra-

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volgente che oltre riempire gli schermi televisivi sta dimostrando di essere in grado di poter far parte del mondo del

calcio. Mhjailovic 7: ha portato la Samp in alto grazie al suo carisma. Grande motivatore, peccato per il finale di stagione che ha offuscato quanto fatto durante l'anno. Eder 8: si è confermato l'uomo chiave del Doria. Senza di lui i risultati hanno tardato ad arrivare. Fondamentale. Riccardo Cabona


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ilCorniglianese/come eravamo, come siamo

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Miss Olga Delfina Bickley Ritratto di signora con villa. A Cornigliano

GENOVA CORNIGLIANO Ufficio: V. Capo d ’ Istria,10R Tel. Fax 010 65 20 103 Officina: V. Capo d ’ Istria,7R/32-40R Tel. Fax 010 65 20 029 Www.carrozzeriastigliano.com Cell.: 349 57 15 831

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Nel 2000 la biblioteca Guerrazzi, in attesa della nuova sistemazione in Villa Gentile-Bickley, iniziò un lungo e complesso lavoro di ricerca che coinvolse utenti della biblioteca, uffici pubblici e privati, il Liceo Doria, la English Church, il Museo Borgogna di Vercelli, il Winchester College e St. Hugh’s College di Oxford, vari notai e persino il medico di famiglia. Si riuscì ad individuare nella figura di Lodovico Sella, vice presidente del Gruppo Banca Sella, l’esecutore testamentario, nonché cugino, di Miss Bickley. Seguirono numerosi contatti telefonici e reciproche manifestazioni di stima fra la biblioteca e il dottor Sella, che portarono alla visita della Fondazione Sella, nel biellese, dove si visionò il “Fondo Bickley” e, in una luminosa giornata primaverile, guardando foto di famiglia e ascoltando aneddoti, si riuscì, finalmente, ad “incontrare” Miss Bickley. Olga: bambina in posa con il cerchio a quattro anni, il giorno della prima comunione, adolescente in maschera da zingara, con tocco e mantello appena laureata, davanti a Castello Raggio con i lunghi capelli mossi dal vento, su un tipico gozzo cornigiotto, alla guida dell’Austin Seven… La Biblioteca Guerrazzi che abita la casa di Miss Bickley dal primo dicembre 2001, è custode attenta della sua memoria e, in parte, dei suoi documenti nel rispetto del legame fortissimo che ella ebbe con il territorio di Cornigliano. Scelse infatti di riposare nel cimitero di Coronata, preferendolo alla tomba di famiglia a Vercelli. Scrisse nel testamento: “Desidero che il Palazzo venga venduto avendo riguardo al fatto che si tratta di un edificio storico di considerevole valore artistico, soggetto al vincolo di Monumento nazionale e che è uno dei pochissimi pregevoli palazzi di Cornigliano ancora esistenti in buono stato, perché mantenuto dai miei genitori e da me con sacrifici non lievi, specie per i danni subiti in seguito al bombardamento aereo del 1944. Per queste ragioni sarebbe mio desiderio che il Pa-

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La prima cosa che vide fu il mare. Poco dopo, le parve di scorgere un castello e poi una lunga spiaggia. La bambina si chiese se fosse finalmente giunta a destinazione, in quel nuovo paese, Cornigliano Ligure, dove, già da tempo, si era stabilito il suo papà. Solo quando lo vide, con un grande sorriso malcelato sotto i baffi, capì che il viaggio era terminato. Si guardò intorno con curiosità. Quella sarebbe stata la sua nuova casa: un grande giardino, una vasca rotonda con pesci rossi, un albero di canfora maestoso, un palazzo con tante finestre spalancate. Nell’aria un profumo: un odore salmastro che non aveva mai sentito prima. Un’aria di vento, sole e mare che le piacque molto. Quella bambina si chiamava Olga Delfina Bickley. La madre, la signora Ester, non aveva avuto dubbi. “Si chiamerà Olga”, aveva sentenziato appena ripresasi dal parto. Certo, erano nomi inusuali ed importanti. Appassionata di letteratura russa, non volle sentire ragioni e la chiamò come l’eroina dei romanzi che prediligeva. Delfina era invece un nome di famiglia

che si tramandava da generazioni. Fu il padre, Sir Henry, ingegnere londinese trapiantato per lavoro a Cornigliano, ad intuire che i lineamenti delicati della bambina, celavano una volontà ferrea, una sete di conoscenza mai sazia, una curiosità vivace ed un temperamento indomito e fiero. Nonostante avesse ereditato dal padre un sano pragmatismo, Olga amò la musica, la poesia e la lettura, passioni che coltivò per tutta la vita. Dopo un percorso scolastico di tutto rispetto e una laurea in lettere, conseguita a pieni voti presso l’ateneo genovese, iniziò la carriera accademica. Insegnò, soprattutto in Inghilterra, dove fondò il primo college aperto alle ragazze. Perché mai, si chiese infatti, le femmine, non dovevano avere le stesse opportunità dei maschi? Questa semplice domanda, che oggi può far sorridere, collocata nei primi decenni del Novecento, riassume totalmente l’anima e la lungimiranza di Miss Bickley, rivelando una donna incredibilmente moderna. Cornigliano la accolse con la riservatezza un po’ ruvida dei liguri; una signorina di buona famiglia, un tantino eccentrica, che viaggiava molto. Viaggi di piacere e di avventura? Niente di più sbagliato. In Canada, dove si recò nel 1964, fu professore emerito presso l’Università di Toronto. Nello stesso periodo tenne conferenze sulla letteratura italiana in alcune prestigiose università degli Stati Uniti. L’anno seguente ripeté la stessa esperienza volando in Giappone e facendo lezione alla Doshisha University di Kyoto e alla Nara University. Figlia di due culture, fu cittadina del mondo. Solo negli ultimi anni, dopo una vita intera dedicata all’insegnamento, si stabilì definitivamente nella grande casa di via Cervetto. Gli acciacchi dell’età andarono di pari passo con le “magagne” della villa. Morì nel luglio 1979, nella sua camera da letto, sotto gli affreschi seicenteschi di Andrea Ansaldo. Aveva 83 anni. Di lei, per anni, ci si dimenticò.

lazzo fosse acquistato dalla Città o dal Comune di Genova per essere convenientemente restaurato e poi adibito ad istituto culturale, biblioteca o museo, o scuola, ma non dato in mano a speculatori privati…” Come già ampiamente annunciato, Villa GentileBickley, sede della biblioteca civica, aprirà, oltre al consueto orario settimanale e in via del tutto eccezionale, sabato 30 e domenica 31 maggio, nell’ambito dell’evento Rolli days 2015. Sarà un appuntamento importante e di grande risonanza per il quartiere. Si potranno guardare con occhi diversi strade e palazzi a cui, abitualmente, non si fa caso. Sarà l’occasione per scoprire e valorizzare la storia degli edifici della vecchia strada aurea. E Villa Gentile-Bickley, riconosciuta come palazzo dei Rolli, avrà porte spalancate per accogliere tutti quelli che vorranno salutare, seppur in modo virtuale, una corniglianese illustre che rischiava di essere dimenticata. Laura Lena

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ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione STAZIONE DI CORNIGLIANO Incuria e sporcizia

Sono una corniglianese che avrebbe bisogno di una informazione: a chi ci si deve rivolgere per sapere quando hanno intenzione di ripulire la stazione di Cornigliano e

mantenerla in ordine? Stiamo cercando di migliorare la nostra delegazione e dobbiamo assistere a questo scandalo? Personalmente non ho occasione di prendere il treno ma parecchie persone mi dicono che è in un totale degrado e che preferiscono andare a prenderlo in altre stazioni! Ma è possibile? So benissimo che c'è parecchia gente incivile ma lo sporco che c'è è dovuto a totale incuria! Sono già abituata a mettermi in contatto con l'Amiu per sollecitare la pulizia delle strade e piazze ma per la stazione non so con chi parlare. Grazie per l'attenzione. Porgo cordiali saluti e buon lavoro (sperando che la mia mail serva a qualcosa)! “zie carpi” IL TAR E I CONTAINER DI SPINELLI Per il tribunale serve una gara Caro giornale,

Ho letto che secondo il Tar

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della Liguria ci voleva una gara per assegnare al gruppo di Aldo Spinelli le aree di Cornigliano, come compensazione per quelle liberate a Erzelli. Così si aggiunge un altro tassello al pasticcio del villaggio hi tech genovese. Secondo i giudici del Tar, l'iniziale destinazione “temporanea” delle nostre aree corniglianesi è stata superata dal successivo prolungamento del contratto, facendola in sostanza diventare definitiva. E per questo motivo si sarebbe dovuto procedere ad un bando aperto anche ai concorrenti di Spinelli. Infatti, un concorrente (Auta Marocchi) ha chiesto una nuova gara di assegnazione. Non m’indigno per questo, staremo a vedere, ci mancherebbe. Però non mi consolo pensando che quei container, o di Spinelli o di Auta Marocchi o di Msc (o di chi volete voi!) non riusciremo più a toglierceli da là davanti. Cioè: abbiamo un bel panorama... con tutti quei contenitori con cui dovremo convivere per sempre. E mi dispiace, sembra un assurdo, ma ora, con l’apertura della strada a mare, si vedono ancor di più. Per carità, non per fare il solito genovese rompiballe, però è vero. Ci sta che la viabilità sia stata realizzata in funzione del porto ma per chi vive là davanti è uno scenario desolante. Dimenticavo: perché non andiamo a mettere un muro di container davanti alla casa di…? Meglio non dirlo: siamo in campagna elettorale! Cari saluti

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VIA PELLIZZARI Auto in sosta selvaggia

Spettabile redazione, riprendo il tema delle auto in sosta “selvaggia” nella centralissima via Pellizzari. Ricordo per chi non conosce Cornigliano

servano anche se temo che l’ignoranza tenga lontani dalla carta stampata molti che, magari, in questo momento sono impegnati in una gara di Formula 1 alla play station. Che bravi, tutti campioni! Roberto Calcagno

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OSPEDALE A CORNIGLIANO La candidatura di Villa Bombrini

Gentile redazione, mi scuso se ritorno su un argomento di cui si dibatte da vecchia che la via in questione rapdata e cioè l’ospedale nuovo presenta uno sbocco fondada costruirsi a Cornigliano. mentale su via Cornigliano. Scrivo perché ho avuto modo L’afflusso (o deflusso) su via di sentire a Telegenova nel Cornigliano è regolato da un corso di un’intervista con un semaforo che fa scattare il candidato a consigliere regioverde per molto poco tempo nale di una delle sette liste rispetto al rosso con cui bloc- che si presenteranno il 31 ca i veicoli in via Pellizzari. È maggio per amministrare la ovvio, o meglio: sarebbe ovLiguria (e di cui non faccio il vio, che a causa di questa sinome per non influenzare il tuazione che tutti conoscono, voto!) che il suo gruppo agli automobilisti disattenti vrebbe preferito la realizzanon occupassero la carreggia- zione del nuovo ospedale ta riducendola ad un’unica davanti a Villa Bombrini, corsia per chi vuole uscire nell’area antistante. Ora mi sulla strada principale. Ma chiedo: a parte che personaltant’è… non c’è nulla da fare. mente la scelta mi piace… ma Possibile che la sensibilità di se ne parla ancora? Non era un popolo che si infiamma stato deciso per gli Erzelli? E per i motori, per la tecnologia, quanto dobbiamo ancora non capisca che una situazio- parlarne? Oppure era solo ne, come fa vedere la foto che propaganda per agitare le mi sono permesso di inviarvi folle? Il candidato sosteneva (vedi sopra, ndr.), sia costante di tutti i giorni, di (quasi) tutte le ore? Non capisco come NON si possa capire. Ridurre lo spazio di via Pellizzari ad una sola corsia è un fatto di ignoranza automobilistica colossale, dimostra scarsissima sensibilità verso chi ti è che le ambulanze con le evicino, verso le regole normali mergenze non possono risalidella convivenza. E poi, scure i tornanti degli Erzelli se Ettore Zani sate: basterebbe sostare 10 non arrivarci… con la funicometri prima per non creare lare. Sono punti di vista plauproblemi a chi deve muoversi, sibili ma io mi domando: se spostarsi, transitare in tempi ne parla ancora? Non era normali. Avete mai provato la stato tutto deciso? La Regiorabbia che vi viene quando, ne non aveva scelto per gli bloccati in un imbuto dalle Erzelli con il famoso progetto auto in sosta, magari con le di Renzo Piano: 300 posti quattro frecce lampeggianti, letto nel verde, palazzina a dovete aspettare altri tre midue piani, ecc. ecc.? Ed ora se nuti in attesa che il semaforo ne discute di nuovo? Non rosso diventi di nuovo verde? ditemi che è propaganda, per Speriamo che le mie parole favore. Carlo Salino

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ilCorniglianese/note della redazione È il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure senza scopo di lucro

Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca presidente@prolococornigliano.it Direttore responsabile Enrico Cirone direttore@prolococornigliano.it Vicedirettore Simona Tarzia tarzia@prolococornigliano.it Amministrazione Domenico Turco turco@prolococornigliano.it Segreteria Riccardo Ottonelli segretario@prolococornigliano.it Caporedattore Riccardo Cabona Redazione Leda Buti butileda@prolococornigliano.it Riccardo Collu Sergio Daga Jose Cuffaro

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Festa della liberazione, festa del lavoro. Anniversari di grande valore che ricordano importanti conquiste a scapito di ingenti vittime umane, ma quella del 2 giugno che ha coinvolto e rivoluzionato l’Italia, ha permesso alle donne di esercitare i propri diritti di cittadine contribuendo con responsabilità alla scelta del governo. Quest’anno la Festa della Repubblica commemora il 69° anniversario dell’istituzione del referendum avvenuto nel 1946: i 556 deputati eletti dall'Assemblea Costituente assunsero il compito di redigere la nuova Carta costituzionale e, con quella legge, l’Italia fu liberata sia dal regime fascista che dalla monarchia. Il re d'Italia, Umberto II di Savoia, definito il re di maggio per aver governato dal 10 maggio al 13 giugno del 1946, fu costretto ad abbandonare con la famiglia il nostro Paese per l’esilio, portando con sé il divieto di ingresso in Italia anche per i discendenti maschi (divieto che durò fino al 15 marzo del 2003, dopo 57 anni di esilio). La festa della Repubblica venne celebrata per la prima volta il 2 giugno del 1948, ma trent’anni dopo, nel 1978, a causa della crisi economica e dell’elevato numero di festività che incidevano sulla produttività delle aziende, si stabilì di celebrarla la prima domenica di giugno. Il valore di questa ricorrenza ricorda come il coraggio e il sacrificio di tanti italiani permisero di rendere un'Italia libera e democratica basata su valori di lavoro, dignità, giustizia e solidarietà. Dal 2 giugno del 2002, è di nuovo collegata al cerimoniale ufficiale che prevede la collocazione di una corona d’alloro deposta dal presidente della Repubblica sull’Altare della Patria, a Roma, in omaggio al Milite ignoto. Alla cerimonia partecipano le forze militari, polizia, vigili del fuoco e Croce rossa italiana, gruppi istituzionali che sfilano lungo i Fori imperiali. Una commemorazione che vuole essere ricordata soprattutto dalle nuove generazioni affinché non dimentichino il valore di quel passato. Questo evento, a Cornigliano, coincide con quello della Madonna dell’Anglona e la nostra delegazione si anima per la doppia festa organizzata dall’associazione dei Lucani, una comunità numerosa che opera sul territorio con attività turistiche, culturali, sociali e sportive in piena autonomia. Questa popolazione, ora corniglianese a tutti gli effetti, proveniva da Tursi, in provincia di Matera, uno dei più antichi centri della Basilicata, caratterizzato da oliveti calanchi, boschi, e da una zona pianeggiante dove è molto sviluppata la coltura delle arance. Dopo la distruzione della vicina Anglona, intorno al V secolo, la popolazione si rifugiò in questo antichissimo villaggio portando con sé la statua della Madonna a cui erano molto devoti. Nel 1594, il feudo di Tursi divenne di Carlo Doria, il quale, in onore della città di cui era feudatario, volle che la sua dimora di Genova si chiamasse Palazzo Tursi e oggi quel magnifico palazzo è sede del Comune. Col trascorrere degli anni, Tursi fu colpita da gravi vicissitudini, tra cui la peste, e la città subì un massiccio fenomeno migratorio diretto verso le Americhe e, nel secondo dopoguerra, anche verso Genova. Ogni anno, il 2 giugno, Cornigliano attende l’effigie sacra della Madonna dell’Anglona che testimonia il forte legame con la città con una caratteristica processione che, dalla parrocchia di San Giacomo, attraversa il quartiere per raggiungere la piccola cappella della Marina. Le serate festive in suo onore, si concluderanno con balli, musica, ristorazione e degustazione di piatti tipici lucani. Rosanna Robiglio

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2 giugno, dal feudo di Tursi alla festa della Repubblica

Illustrazione di Adriano Sanna

P.A. CROCE BIANCA GENOVA-CORNIGLIANO Tel. 010 6512760

Carta dei diritti del bambino nello sport 2. Diritto di divertirsi e di giocare Si tratta di rispettare il modo in cui si gioca a questa età, dove si inventano magari regole personali di gioco, tanto per cambiare, dove i ritmi di lavoro sono diversi, dove si è spesso alla ricerca dell’aspetto ludico. Sovente quando un ragazzo abbandona lo sport a 12-13 anni lo attribuisce alla troppa serietà dell’ambiente sportivo e alla noia che prova durante gli allenamenti. Ed è bene qui ricordare che nell’origine stessa della parola "sp o rt " (d al f ran c e se an t i co "desportes") c’è la nozione di divertimento. 3. Diritto di beneficiare di un ambiente sano Oggi, nello sport di competizione, la lotta al doping e la promozione del fair play sono obiettivi comuni alla grande maggioranza delle federazioni sportive. Questi sono comportamenti che si imparano da giovani e che un ambiente sportivo "sano" deve insegnare. Purtroppo non è sempre il caso, basti pensare a dichiarazioni e azioni di allenatori delle squadre giovanili nei confronti degli arbitri.


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