IlCorniglianese Gennaio 2017

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Nuova fermata FS in via D’Acri >3

Anno VI

Numero 1

Mensile

Bernini su Cornigliano >3

Copia gratuita

Ecco la Carta dei servizi Municipio VI Medio Ponente 2017 Sestri pigliatutto, a Cornigliano rimane solo... il cimitero SERVIZI DEMOGRAFICI Anagrafe - Certificazioni - Servizi Elettorali Via Sestri 34 Telefono 010/5579328 - 301 Fax 0105579342 municipio6anagrafe@comune.genova.it - municipio6comge@postecert.it

Stato Civile Via Sestri 34 Telefono 010/5579304 Fax 0105579348 municipio6statocivile@comune.genova.it - municipio6comge@postecert.it

Servizi Cimiteriali Via Sestri 34 Telefono 010/5579302 -303 - 306 Fax 0105579300 municipio6cimiteri@comune.genova.it - municipio6comge@postecert.it

L´Anagrafe della popolazione residente ha la funzione di registrare nominativamente gli abitanti residenti nel Comune, sia come singoli sia come componenti di una famiglia o di una convivenza, nonché le successive variazioni che si verificano nella popolazione stessa. Il Servizio Elettorale ha lo scopo di garantire il diritto di voto a tutti i cittadini italiani e comunitari (residenti in Italia) che hanno raggiunto la maggiore età. Su richiesta del cittadino, rilascia il duplicato della scheda elettorale smarrita o completata. Il Servizio “Carte identità” rilascia il documento di riconoscimento che contiene i dati identificativi relativi alla persona e provvede ai successivi rinnovi. Lo Stato Civile ha la funzione di consentire l’individuazione dello status della persona (cittadinanza, nascita, matrimonio e morte) nonché la funzione amministrativa volta ad accertare e dare pubblicità ai fatti giuridici che costituiscono, modificano o estinguono le connesse condizioni e situazioni personali, mediante atti di stato civile. I Servizi Cimiteriali sono riferiti ai cimiteri BORZOLI, PINI STORTI, SAN GIOVANNI BATTISTA a Sestri Ponente e CORONATA a Cornigliano. Abbiamo voluto dedicare la copertina del numero che apre il 2017 con un documento fresco di stampa: si tratta del primo di 15 fogli della Carta dei servizi messi a disposizione dei cittadini dal Municipio VI Medio Ponente: si va dall’anagrafe ai servizi elettorali, allo stato civile. Scoprirete che tutti i sono stati accentrati a Sestri e che a Cornigliano ne resta uno solo per noi: il servizio cimiteriale di Coronata.

«o Cornigiòtto»

Gennaio 2017

Giornali e ‘figli di’ di Enrico Cirone

Cari lettori, che meraviglia se mi dicessero: "Il suo giornale ha preso mezzo milione di contributi pubblici". Ma state tranquilli, non è così. Dopo le incaute affermazioni del ministro del Lavoro Poletti sulle fughe all’estero dei giovani italiani, alcuni quotidiani si sono interessati alle vicende lavorative di uno dei due figli del ministrone, Manuel. Veniamo a sapere che il bravo Manuel, dopo gli esordi all'Unità, fa il grande salto nel mondo delle coop (rosse), guidando alcuni settimanali controllati da cooperative associate a Legacoop, l'associazione che proprio suo padre ha presieduto dal 2002 al 2014. Oggi Manuel è presidente di Media Romagna soc. coop., che fa parte di LegaCoop Romagna. La coop del figlio del ministro edita un giornale di cui è direttore lui stesso, SetteSereQui. Il giornale ha ottenuto i contributi pubblici: 191 mila euro nel 2015, 197 mila nel 2014, e 133 mila nel 2013. Circa mezzo milione di euro. Vorrei ora tranquillizzarvi: non avendo padri così importanti ed essendo equidistante da tutte le Coop, anche quest’anno nulla sarà dovuto a noi dal contribuente e continueremo a stampare ilCorniglianese con i soldini degli sponsor. Finché ci saranno. Auguri.


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dalla delegazione

Ultima ora Da Società per Cornigliano 2 milioni per riqualificare l’ex mercato ortofrutticolo

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Mi manda Cirone Le storie (im)possibili

Candidamente, candidato sindaco

Buone notizie per l'antico Borgo della Marina e il nostro centro storico Finalmente ad una svolta il destino dell'ex mercato ortofrutticolo di piazza Monteverdi. Ad un incontro svoltosi a Palazzo Tursi il 23 gennaio al quale erano presenti il sindaco Marco Doria, il vicesindaco Stefano Bernini, gli assessori Emanuele Piazza e Gianni Crivello, la consigliera comunale e presidente della commissione Welfare, Cristina Lodi, e per il VI Municipio, il presidente Giuseppe Spatola, gli assessori Fabrizio Gelli e Ferruccio Bommara e il consigliere Bianchi. Società per Cornigliano si è presa l'impegno di uno stanziamento di due milioni di euro per la sua riqualificazione. Il Municipio procederà adesso in tempi brevi all'emissione di un bando pubblico nei termini da noi da tempo suggeriti e auspicati. Ossia: i partecipanti al bando, nel rispetto delle linee guida presen-

ti sullo stesso, presenteranno un loro progetto preliminare. Il progetto dichiarato vincitore, presentato da una o più associazioni eventualmente consorziatesi, passerà ad una seconda fase che prevede l'elaborazione di un progetto esecutivo da parte di Società per Cornigliano. Possiamo ritenere così conclusa una kafkiana vicenda che vedeva tutti d'accordo ma che sembrava infinita. Nello stesso giorno, in un incontro tra l'assessore Piazza e la polizia municipale si è finalmente deciso per il trasferimento di quest'ultimi presso la nuova palazzina Arte di via Bertolotti da molto tempo pronta ad accogliere la sezione di Cornigliano attualmente in Villa Serra. Il Comune di Genova stanzierà i 60 mila euro necessari all'acquisto degli arredi. Due qualificanti presidi civili finalmente si insedieranno in quella parte dimenticata del nostro quartiere. oerre

Se Paola scrive (dell’anagrafe): “Sono inca..ata nera: sono andata a Sestri ma mi hanno rimandato indietro“

Nei giorni scorsi mi sono trovata nella necessità di dovermi recare all'ufficio dell'anagrafe. Come sapete, nel nostro quartiere, il servizio è stato soppresso e quindi bisogna rivolgersi allo sportello anagrafico di Sestri Ponente che è nei pressi di piazza Baracca. Quel giorno faceva molto freddo, la temperatura

era di circa 1/2 gradi e un forte vento contribuiva a rendere la permanenza fuori assolutamente sgradevole. Sono andata a Sestri in auto, trovare parcheggio... impresa eroica. Ho immaginato che una persona anziana, oppure una mamma con qualche bambino piccolo, costretta come me a questo viaggio non piacevole, vi si recasse in autobus e la prima cosa da sottolineare è che la sede dell'anagrafe si trova in un luogo scomodo da raggiungere coi mezzi pubblici... ma la cosa che più mi ha fatto incazzare è che una volta arrivata lì, mi hanno rimandato indietro poiché non vi erano più posti disponibili. Ovvero i numeri a disposizione per quella giornata erano... esauriti. Ed erano le 9.45 di mattina!!! Lasciando perdere me ma... la nonnina o la mamma che col gelo parte da Cornigliano, prende i mezzi pubblici (pagando almeno un biglietto), una barcata di freddo per arrivare a piedi dalla fermata del bus agli uffici e poi si sente dire di tornarsene a casa... è accettabile? No, è assolutamente “vergognoso”. Paola Marenco

Senza particolari capacità divinatorie provo ad immaginare come e quale sarà la campagna elettorale del futuro candidato sindaco del Comune di Genova. Non solo, cercherò anche di pronosticare quali saranno i suoi primi passi una volta eletto. Ci provo in tutta serenità, quello che penserò sarà qui scritto a futura memoria e, spero, confutazione dei posteri. Intanto, per sgombrare il campo da equivoci, dirò che, solo per brevità, immagino il candidato al maschile, in attesa ovviamente di scoprire con gioia una sindaca (superdonna, ma ancor meglio, normale) affacciarsi all’orizzonte del Comune di Genova. Da candidato, il mio ‘soggetto’ lo immagino già adesso in campagna elettorale girare per i quartieri, soprattutto tra le bancarelle dei mercati comunali a stringere mani di cittadini intirizziti dal freddo, sorridere e promettere immediate migliorie al quartiere. Lo immagino, casualmente qui a Cornigliano, scortato dai maggiorenti della delegazione (normalmente ex operai dell’Italsider) ad analizzare attraverso le prime vie aeree i contenuti organolettici dei miasmi del ‘nostro’ depuratore. Una volta memorizzata e distinta la componente sulfurea da quella ammoniacale, lo vedo prendere mentalmente nota del da farsi una volta eletto sindaco. E con atteggiamento serioso del volto ecco che ai maggiorenti che lo circondano, con un secco movimento delle labbra, fa capire che: sì, ce la faremo, abbatteremo la puzza. E poi via di nuovo, verso un altro buco nero da risolvere. La scena cambia. Interpellato da Telegenova, lo stesso candidato si precipita da solo in studio, senza addetto stampa, per una bella intervista a viso aperto. Tra l’altro, raggiungendo gli studi della tv, accanto a Villa Bombrini, il candidato prende visione del campo rom abusivo e nel corso dell’intervista sottolinea umanamente quanto sarà importante l’integrazione degli occupanti con la popolazione della città. Interrotto per telefono da un telespettatore di Sestri Ponente, il candidato sindaco rassicura che nessun rom sarà dirottato verso la bella Sestri. Il candidato elenca poi gli altri, soliti, problemini della città: Amt, per esempio, poi il porto, il Blueprint di Piano, l’ospedale agli Erzelli, Scarpino, lo stadio comunale, l’immigrazione, lo

spostamento dei cantieri navali, la metro a San Martino, e promette che ha una soluzione per tutto. Ma anche le problematiche più quotidiane lo appassionano e non lo colgono impreparato. Invitato di nuovo negli studi di Telegenova, vi arriva subito, sorridente, senza addetto stampa: saluta tutta la redazione e poi si lascia andare ad un bel faccia-a-faccia, un confronto in diretta con il pubblico. Ad un telespettatore di Sestri Ponente che chiede il suo pensiero sull’immigrazione, il candidato sindaco risponde che non possiamo non aiutare chi scappa dalle guerre e dalla fame e promette che, comunque, nessun altro migrante sarà ospitato a Sestri Ponente. Come finisce questa storia? Bene perché il candidato ce la fa, diventa sindaco e dichiara subito di essere il ‘sindaco di tutti i cittadini’, anche di chi non lo ha votato. Poi, per prima cosa, come promesso in campagna elettorale, mette mano ad Amt e propone ai dirigenti di lavorare un minuto di più alla settimana per risanare l’azienda. Pronta la risposta del sindacato: ottanta giorni di sciopero, cravatte dei manager bruciate in piazza, autobus in sosta col motore acceso h.24. In sindaco torna sui suoi passi e mette gli occhi su Amiu. Progetta di realizzare una discarica in pianura per eliminare l’assurdità di Scarpino, non a caso la discarica più alta d’Europa. Ma gli autisti dei camion che giornalmente conferivano la spazzatura per i tornanti di Scarpino si oppongono perché in tal modo non potrebbero ottenere dalla Federazione motoristica mondiale il patentino per correre nei rally australiani e rispondono con novanta giorni di sciopero, insabbiamento delle caditoie e recupero del vetro ma solo per le bottiglie di prosecco italiano. Il sindaco decide di lasciar perdere e, nella confusione generale, sposta San Martino allo stadio, lo stadio agli Erzelli, i cantieri navali a San Desiderio, e uno stretto parente nel consiglio d’amministrazione della Carige. Telegenova cerca di raggiungerlo per un’intervista ma al telefono risponde il nuovo capo ufficio stampa che fa sapere che il sindaco è molto occupato e dice di rimandare. Peccato per quell’ascoltatore di Sestri Ponente che voleva chiedere al sindaco lo spostamento di una panchina davanti al Teatro Verdi.


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Bernini (vicesindaco): “Via Cornigliano? Inizio lavori 2018 Ospedale agli Erzelli e parco con impianto sportivo davanti a Bombrini”

Sollecitati dai tanti lettori che lamentano ritardi nella riqualificazione del nostro territorio, avevamo chiesto, al Comune di Genova, al Municipio e a Società per Cornigliano, quale punto fosse il processo di riqualificazione in atto particolarmente riferito a due questioni: il restyling di via Cornigliano e il destino dell'ex mercato ortofrutticolo. Il vicesindaco Stefano Bernini, che è anche assessore alle Infrastrutture e vicepresidente di Società per Cornigliano, così ci ha risposto. "Il progetto definitivo che porterà via Cornigliano a due sole corsie, una per senso di marcia, ampliando i marciapiedi e arricchendoli con arredi e verde, è oggi sottoposto all'esame della Conferenza dei Servizi del Comune di Genova che, raccolti tutti i pareri necessari autorizzerà il passaggio al progetto esecutivo, necessario, secondo le nuove norme che regolano gli appalti di opere pubbliche, per bandire la gara. La predisposizione di tale progetto deve, a mio parere, passare attraverso un nuovo momento di partecipazione, perché dovrà fissare con operatori e residenti anche tempi e modi della suddivisione in lotti dei lavori, in modo da minimizzare i disagi. È ragionevole prevedere che progettazione e procedure di affidamento dell'appalto richiedano qualche mese e si concludano nel 2017. L'inizio lavori potrebbe potrebbe essere dato nei primi mesi del 2018, per una durata prevista di 24 mesi. Va comunque ricordato che la drastica riduzione del traffico di attraversamento in via Cornigliano è legata alla realizzazione dei collegamenti tra via Guido Rossa e le due viabilità di sponda Polcevera. Il costo stimato dell'opera è di 5,5 milioni, interamente erogati da Società per Cornigliano che ha già accantonato i fondi necessari. Per quanto riguarda l'ex mercato Società per Cornigliano prevede di ristrutturare l'edificio, la cui copertura è sottoposta vincolo dalla Soprintendenza, per renderlo adeguato all'uso da parte del fessurato associativo del territorio. L'impegno di spesa è stimato intorno ai 2 milioni ma i tempi di realizzazione sono condizionati da due fattori: 1) individuazione da parte del municipio della destinazione d'uso, dal momento che la certezza sul tipo di attività svolta dalle associazioni ospitate e connesse esigenze strut-

turali e impiantistiche è condizione necessaria per avviare una progettazione esecutiva; 2) definizione del costo complessivo della bonifica dell'area Sot, perché l'intervento si avvarrà finanziariamente dei risparmi conseguiti". Ricordo al vicesindaco che esiste una proposta per un suo utilizzo pubblico multifunzionale e che ci preoccupa il fatto che il recupero sia subordinato a risparmi non quantificabili. Comunque abbiamo il tempo per affrontare altre importanti questioni per cui chiedo ancora notizie sul futuro ampliamento del parco di Villa Bombrini, sul sovrappasso della nuova strada in corrispondenza della vecchia stazione FS, della nuova stazione ferroviaria di via d'Acri (vedi render sopra l’articolo) e dell'area ex Dufour. "Per quanto riguarda l'area che si estende per circa 46.000 mq (risponde Bernini, ndr) sarà in parte (7.800 mq) utilizzata per la viabilità di sponda destra. Gli spazi residui saranno oggetto di due distinti interventi. Nella porzione prospiciente la villa sarà realizzato un parco pubblico (11.200 mq circa) il cui progetto di massima è già disegnato e, dove un tempo insisteva la cabina di trasformazione a ridosso della ferrovia, un impianto sportivo polifunzionale (basket, pallavolo, pugilato, ginnastica artistica e ritmica) che risponda alle esigenze espresse dalle realtà sportive corniglianesi. Nella parte a levante, a valle del Cineporto, che misura circa 16.000 mq, non sono state ancora ipotizzate le future destinazioni, anche perché sino a qualche tempo fa costituiva uno dei siti per l'insediamento del nuovo ospedale del Ponente, ipotesi non più praticabile dopo il parere negativo di Enac (si è deciso per Erzelli, ndr). Tutta l'area è però attualmente soggetta ai limiti di edificazione posti dalla Regione in quanto individuata come esondabile nel Piano di bacino del Polcevera. Gli interventi per la realizzazione dei collegamenti con le viabilità di sponda comprendono la realizzazione di nuovi argini che preserveranno l'area dalle esondazioni e consentiranno la modifica della pianificazione di bacino. Sarà allora possibile l'avvio dei lavori per cui sono previsti e accantonati 10 milioni di euro. Il sovrappasso di piazza Savio, in fase di progettazione, costituirà in una passerella pedonale per il collegamento tra piazza Savio e la stazione

ferroviaria che eliminerà l'attuale attraversamento semaforizzato. Il costo stimato è di 100.000 euro". Prosegue Bernini: "Il percorso per la realizzazione della nuova stazione di via San Giovanni d'Acri ha compiuto recentemente un nuovo passo avanti significativo. Il progetto preliminare e quello definitivo hanno ottenuto un cofinanziamento della Comunità europea nell'ambito del progetto Gate, che si è aggiunto alle risorse di Comune, Regione e Aeroporto. Rfi aveva inserito l'opera nel piano degli investimenti ma non era finanziato il progetto esecutivo. Poco prima di Natale, il Cipe ha stanziato 800.000 euro come indicato nel Patto per Genova sottoscritto con il Governo. Inoltre Italferr mi ha appena confermato di aver già provveduto ad assegnare il lavoro allo stesso pool che aveva precedentemente redatto il progetto definitivo" Proseguo. E per l'area ex Dufour è previsto un intervento? Risposta: "L'area che appartiene al Comune di Genova è gestita dal consorzio Nuova Cornigliano che ha presentato un progetto di massima per interventi di ampliamento delle strutture sportive e ricreative che ricomprende anche porzioni di Valletta Rio San Pietro oggi non utilizzate. Nel corso dell’anno si procederà alla progettazione per avviare i lavori a inizio 2018. Il costo previsto è di 1 milione di euro" Auspico al vicesindaco l'unificazione dei due circoli Arci e la creazione in quel luogo di un riferimento sportivo, culturale e ludico eccellente rivolto a tutto il ponente metropolitano. Infine l'inaspettata notizia che anche per le vie De Cavero e Minghetti si prevedono interventi di riqualificazione del tipo delle vie Vetrano e Verona che inizieranno nel 2018, terminate le procedure di gara per un importo complessivo di circa 750 mila euro. Non c'è dubbio che molta è la "carne al fuoco". Noi sinceramente vogliamo ancora crederci anche se, purtroppo, i tempi della riqualificazione non rispettano quelli delle reali necessità del commercio e dell'associazionismo che sempre con più grande fatica riescono a mantenere vivo e vitale questo quartiere Riccardo Ottonelli Direttore editoriale


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2016. Il bilancio di un anno difficile Ma non mancano (timidi) segnali di riscatto Parco-lungo con molto verde, riqualificazione dell’Aurelia con nuove rotonde, allargamento dei marciapiedi sul lato a monte e grande mortaio con pestello in granito bocciardato per ricordare la terra del basilico di Pra'. Un sogno o uno scherzo? No, una realtà ma non corniglianese, purtroppo. La nostra delegazione si inceppa alla stazione di Cornigliano. Una coda biblica, specie nelle ore di punta, affligge quella viabilità che speravamo venisse alleggerita con l’apertura della strada a mare. In attesa di superare quegli ostacoli, tanti individui appollaiati sui gradini della stazione, restano in attesa, non però di un treno che se avesse viaggiato in perfetto orario, con quei cinque semafori da superare, l’avrebbero comunque perso, ma dell’apertura del punto di ristoro Sole-Luna. Questo solerte 2016, per rimediare ai mugugni della popolazione, è prontamente intervenuto alleggerendo il quartiere di tutti quei servizi pubblici, anagrafe compresa, che oltre ad occupare spazio, creava anche lunghe attese in coda agli sportelli. Per il momento però, si è dimenticato dell’ultimo ufficio postale presente, ma non è detto che provveda poi il suo successore, basta solo aspettare. Cornigliano però sa offrire anche molto di più. Marciapiedi dissestati ovunque, persino in Villa Serra dove la stradina che attraversa i giardini Melis, spesso frequentata da malintenzionati notturni che prendono di mira persino la polizia municipale, se dopo aver fatto il pieno di ossigeno fra la vegetazione non si vuole finire rovinosamente a terra, occorre tenere in seria considerazione anche quelle buche decoratrici presenti lungo il percorso. Anche l’ex mercato comunale di piazza Monteverdi, uno dei tanti luoghi che potrebbe essere utilizzato per il quartiere, è stato dimenticato ed ora giace nell’incuria generale, sommerso dai rifiuti. Per chi invece, arrivando da ponente, vuole dirigersi verso il centro commerciale di Campi, gli basta usufruire della guida personale dell’olfatto, svoltare a sinistra e, superato il punto di riferimento del depuratore che da anni occupa quel posto d’onore, si ritrova in quella vasta piana pronto a fare acquisti di ogni genere. Ma per chi invece intendesse visitare Villa Bombrini, vista e olfatto indirizzano a destra dove primeggia un affollato accampamento rom posizionato lì, in pianta stabile. Si vocifera, in questi giorni, che entro il fine mandato della Giunta Doria, sono previsti due sgomberi di campi nomadi abusivi ed il primo è proprio questo di via Muratori che occupa un terreno privato. Non è stato però specificato dove saranno sistemate queste persone che sicuramente non dovranno subire repentini mutamenti per non sconvolgere troppo le loro abitudini giornaliere. Quale sarà la soluzione non si sa ancora, ma qualcuno già pensa alle proprietà comunali e c’è quasi da crederci e forse, chissà, sempre a Cornigliano. Vedremo. Persino quell’ambizioso progetto della metropolitana finanziata interamente dal gruppo Ferrovie che con quattro binari e un treno ogni sei minuti previsto per fine 2016, avrebbe dovuto collegare Voltri a Brignole decongestionando un bel po’ la viabilità del ponente, è riuscito a dileguarsi nel nulla. Quante inutili illusioni si sono fatti i corniglianesi sulla riqualificazione e chissà quanto tempo dovranno ancora attendere per poter dire, come fanno i praesi, o meglio i praini, come gli stessi abitanti tengono a denominarsi, che anche Cornigliano potrebbe finalmente sentirsi figlia della Grande Genova. Però qualcosa di concreto esiste. Dopo la benevola e veloce "benedizione" del sindaco Doria e della sua giunta, quella moschea a cui nessun quartiere genovese sembrava ambire, è quasi pronta. Attivi operai che con tanto zelo sfidano freddo e intemperie, proseguono senza sosta il rapido avanzare dei lavori in cui risalta il recente giallo ocra delle pareti esterne, la robusta ringhiera appena terminata, posta a protezione del vasto terrazzo grigio tenue, piastrellato a più strati e le tantissime bianche finestre per dare luce naturale a questo edificio che sa contraddistinguersi da tutti gli altri. Presto i fedeli musulmani potranno avvalersi anche di un comodo e vasto parcheggio nei fondi adibiti all’uso, mentre gli abitanti della collina sovrastante (cattolici, copti, mormoni e anche no), continueranno ad andare a zonzo per il quartiere ad accumulare raffiche di sanzioni per divieto di sosta. Un grave ostacolo ignorato è l’ubicazione giustamente lamentata per anni dai tanti abitanti costretti ad avvalersi per recarsi al lavoro e sbarcare il lunario, di quest’unica infelice arteria che collega la collina col fondo valle. Per affrontare questa ripida strada tutta curve e controcurve, i sensi di cui si dispone, servono proprio tutti, sia per recepire le sirene dei mezzi di soccorso sia per schivare moto, auto e pullman che viaggiano in senso opposto, ma anche per evitare di stirare i pedoni che non possono usufruire di marciapiedi perché inesistenti. A questo popolato rione si è aggiunta anche una numerosa e variopinta popolazione di baldi giovani immigrati che hanno trovato proprio lassù, a due passi dal paradiso, degna sistemazione. Stranamente però, in que-

sto periodo, tace anche lo spettro del biodigestore che starà sicuramente in agguato, pronto ad intervenire subito dopo le imminenti elezioni della nuova o vecchia giunta, quella che da anni ha stabilito che l’unico posto adatto per sistemarvi tutto quello che gli altri respingono, è proprio Cornigliano. Noi, ansiosi, aspettiamo l’inaugurazione del luogo di culto per avere l’onore di far conoscere, e forse per la prima volta, al sindaco e al suo seguito, questa viabilità, affinché prima di prendere future decisioni, si accertino delle reali condizioni di zona, per evitare di creare disagi sempre ai soliti cittadini. Ma il nuovo 2017 cosa ci propone? Toti, iperattivo presidente della regione, nel suo discorso di fine anno rivolto in modo particolare ai genovesi, ha incoraggiato e sollecitato ad avere fiducia nell’imminente futuro risveglio del villaggio tecnologico degli Erzelli, un qualcosa che quasi pensavamo fosse finito nel solito dimenticatoio. Forse no, forse, almeno per questo inizio anno, alcune speranze le dobbiamo proprio avere perché di solito a ridosso delle elezioni, qualche miracolo si può anche avverare. Secondo il presidente, proprio in questi giorni, hanno finalmente firmato gli accordi necessari per far nascere il più importante centro tecnologico, almeno del Mediterraneo. Noi ancora una volta proviamo a crederci tenendo però monitorati quegli sviluppi, nuovo avvenire dei nostri giovani italiani che, per poter soddisfare le loro legittime aspirazioni, sono spesso costretti ad allontanarsi (soluzione però che, per sua esplicita dichiarazione, farebbe invece felice il ministro del Lavoro, Poletti, che ora cerca di rimediare scusandosi). Intanto dando un po’ uno sguardo al fondo valle, fra tanti esercenti vinti dalla delusione e sopraffatti dalle tasse che avevano chiuso i battenti, qualche vetrina in questo ultimo periodo, si è illuminata, forse come sfida e speranza in un anno migliore. Lasciando in disparte quel pessimismo che ci ha perseguitato per anni, possiamo vivere l’effetto del LillaPois, nome accattivante e vincenti anche i colori che coi suoi accessori per l’igiene della casa e della persona, quasi sempre rivolti al genere femminile, non ha dimenticato il LillaLui, spazio specifico anche per l’uomo, la nuova Ortopedia che ha sostituito l’antica sala igienica trasferitasi altrove, Arcaplanet, negozio per animali, un artigiano calzolaio, un centro lavori di Idraulica e il Punto Simply, un supermercato di alimentari in piazza Massena ed altri tra cui bar e parrucchieri, mentre sembrano rivivere un po’ le vetrine del decaduto negozio di abbigliamento Aurora, di cui attendiamo novità (e mi scuso se ne dimentico alcuni), che sono già un raggio di luce contro quello che sembrava diventare un deprimente panorama dalle serrande grigie. In cambio però ci ritroviamo locali vuoti a Villa Serra, viale Narizano e anche la sede del Sampdoria Club Bollano dove ai suoi piedi cresce rigogliosa la vegetazione. Che ne sarà di loro? Forse il sindaco e gli addetti avranno già in mente una sistemazione e chissà se riusciranno anche a trovare un angoletto per sistemarvi il povero errante Corniglianese che riesce ad impietosire facendosi ospitare a turno da anime buone che lui, riconoscente, ringrazia di cuore. Mah, chissà. Se una sistemazione l’hanno trovata anche per tanti immigrati, questo nuovo anno, un angoletto lo potrebbero trovare anche per lui... Cornigliano spera sempre. Vuole credere che il giovane 2017, questa volta a ridosso del proliferare dei prossimi comizi elettorali, riesca ad imprimere qualche bagliore di luce per illuminare quei candidati che, oltre al voto da conquistare, riescano a pensare anche alle esigenze del quartiere, senza far cadere, come sempre, le nuove proposte nel calderone delle incompiute. La voglia di riscatto per diventare sempre più vivibile, la sta dimostrando con i graditi eventi organizzati a Villa Bombrini, la valorizzazione delle sue ville e strade storiche, la felicissima sorpresa dell’allestimento di quelle quasi invidiabili luminarie natalizie, il mercato del 2 giugno e quello natalizio lungo le sue vie trasversali, le attività di piazza per grandi e piccini e tante altre iniziative di incoraggiamento per far conoscere a tutta la città il grande desiderio di proiettarsi in una rapida ripresa. Attività promosse dall’attivo Civ, Proloco e Biblioteca civica, tutti meritevoli della nostra riconoscenza, per far riscoprire il valore sociale e urbano di un commercio tradizionale più famigliare, come ha voluto esprimere il anche il presepe storicoartistico architettato dalla parrocchia dei santi Andrea e Ambrogio. L'importante è crederci perché solo così si trova la forza e la capacità di realizzare una nostra realtà e programmare anche un dignitoso futuro. Una grande speranza accesa da una seppur timida ripresa che speriamo si appresti ad animarsi sempre più quando via Cornigliano sarà pronta a dimostrare a tutti e con orgoglio il suo grande momento di rivincita. Rosanna Robiglio

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Campi, tra miasmi, traffico e incuria... Rimane un circolo chiuso E i cittadini aspettano ancora il rilancio

Vedi Napoli e poi muori. Vedi Cornigliano e poi… Campi (male). Sono trascorsi due anni dall'ultima delle numerose istanze rivolte al municipio dai cittadini di Campi. Un evidente e dilagante degrado rappresentato da una chiusura dei ritrovi storici del quartiere (Circolo Campi e Area verde), assenza di arredi urbani e della più piccola manutenzione a quel poco esistente, sosta selvaggia, traffico pesante oltre ogni limite. "Ogni giorno si esce di casa e si rischia la vita" riferiscono i cittadini che non pretendono "la soluzione a tutti i loro problemi" ma “un minimo di attenzione sarebbe cosa gradita". Nello stesso mese di due anni fa il municipio così rispondeva: "… in merito alle questioni che il municipio sta seguendo e su cui può, almeno indirettamente, provare ad intervenire: 1) i locali del circolo ex Arci di via Rolla saranno prossimamente messi a bando e riassegnati all’associazione che risulterà vincitrice; 2) l’esecuzione della delibera del 2009 è ferma perché è nato un contenzioso con i proprietari dell’area

e la questione è in mano all’Avvocatura del Comune; il municipio sta comunque seguendo la vicenda e continua a sollecitarne la soluzione; 3) Siamo consapevoli della situazione di crisi in cui versa l’Area verde di Campi ed abbiamo in progetto di incontrare i volontari del Comitato per studiare con loro le modalità di un possibile rilancio." Per chi non ne fosse a conoscenza la delibera citata riguarda lo sbocco di via Rolla nella via Bagnasco che avrebbe parzialmente risolto il problema del traffico nella via N.S. di Lourdes. Son passati due (lunghi) anni e la situazione è la stessa. Anzi, addirittura peggiorata con la definitiva chiusura dell'Area verde. Su quest'ultima vorrei porre l'attenzione dei nostri lettori in quanto ancor oggi sento narrazioni non vere alle quali è necessario dare una risposta. Correva l'anno 2013 e il Comitato che gestiva l'Area stava restituendo le chiavi dell'impianto in quanto, a detta loro, erano venuti meno i volontari. Venuti a conoscenza di questo, essendo il giornale e la Pro Loco senza alcuna sede (condizione che tuttora persiste) ci siamo offerti di gestire l'area in questione insieme a loro in forma sinergica. La nostra proposta viene accettata di buon grado e entrambi i sodalizi stipulano un accordo sottoscritto. Troviamo l'area in condizioni al limite dell'accessibilità e, a nostre totali spese, provvediamo a: rendere agibili i servizi igienici con riparazioni e imbiancatura; arredare una cucina rendendola funzionale; riparare e censire una caldaia del riscaldamento che

non aveva mai funzionato; censire l'impianto estinguente con relativa manutenzione di legge; una pulizia generale dell'area e altro ancora. Dopo poco più di un anno accade che il Comitato ci invita inspiegabilmente ad abbandonare l'area. “Facevamo troppo”, la giustificazione. Resta il fatto che nel periodo in cui anche noi ‘gestivamo’ il presidio, l'Area verde era pulita ed agibile e molti sono stati gli eventi svolti (Giornata della donna, carnevale e altri) e realizzati nel sito. Adesso l'area ospita la Croce Bianca ed è chiusa al pubblico. Al 31 dicembre 2016 è scaduta la convenzione e si attende nuovo bando pubblico per una sua nuova assegnazione. Intanto il municipio "consapevole della situazione di crisi dell'area" sta ancora "studiando le possibilità di un rilancio" cercando quella soluzione che noi avevamo già trovato più di due anni fa. I cittadini di Campi, tra miasmi, traffico ed incuria, attendono ancora di essere considerati tali. oerre


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La Croce Bianca di Cornigliano... anche segugio Aiuta la polizia e scoprono il volontario-ladro. Denunciato Sono andate avanti per giorni le indagini della squadra investigativa del commissariato di polizia di Cornigliano. Scaturite da una segnalazione effettuata dalla Pubblica assistenza Croce Bianca, il cui personale ha fornito immediata e ampia collaborazione agli investigatori, le indagini hanno consentito di raccogliere elementi di reato sufficienti al momento ad attribuire al denunciato la responsabilità di almeno dieci furti. Nell’armadietto personale il giovane nascondeva ben nove portafogli con all’interno documenti e carte di pagamento elettroniche.

Allo stato dell’indagine è certo che il volontario-infedele abbia utilizzato indebitamente una delle carte effettuando prelievi fraudolenti presso vari bancomat, trafugando la somma di 1.200 euro. È in corso di definizione l’ammontare totale del denaro contante sottratto dai portafogli delle sue vittime, tutte persone bisognose di assistenza. Non solo. Secondo un’accurata ricostruzione effettuata con la piena collaborazione di tutto il personale della Croce Bianca, il volontario ha persino trafugato denaro offerto dai corniglianesi alla Pubblica assistenza impos-

sessandosi fraudolentemente delle chiavi di una piccola cassaforte e approfittando dei turni di notte da lui effettuati. Di fatto si era introdotto nella stanza dove è posta la cassaforte e aveva prelevato parte del denaro custodito. Il prelievo parziale costituiva uno stratagemma per insinuare, nei colleghi e nel personale addetto alla custodia, il dubbio che si trattasse di errori di conteggio e non di furti. Sono in corso ulteriori accertamenti volti all’individuazione di altre vittime e l’acquisizione di fonti di prova aggiuntive. La redazione

“Pronto, chi è?” “Sono il papa” Quella volta che il Santo padre chiamò in diretta RaiUno

Una telefonata di papa Francesco, poco dopo le 9 del 22 dicembre 2016, e in diretta tv. È questa l’incredibile sorpresa che il pontefice ha riservato ai due conduttori di Uno Mattina, Francesca Fialdini e Franco Di Mare, per fare gli auguri alla trasmissione che ha compiuto 30 anni. Nella telefonata in diretta, il Santo padre ha augurato a tutti un buon Natale, esattamente un «Natale cristiano», non soggetto al denaro. Lo staff della trasmissione ha voluto omaggiare il saluto del Papa con un video sul suo pontificato e con gli auguri per i suoi 80 anni, compiuti da pochi giorni. Visibilmente emozionati i conduttori: di certo non capita tutti i giorni che in trasmissione telefoni Sua santità, anche se papa Francesco ha più volte colto di sorpresa le persone con telefonate e visite ai negozi, vuoi per comprare gli occhiali o, come accaduto solo l’altro giorno, un paio di scarpe. Era successo solo nel 1998, quando l’allora papa Giovanni Paolo II

telefonò in diretta a Porta a porta, il programma di Bruno Vespa. Stava andando in onda una puntata dedicata al ventennale del pontificato di Karol Wojtyla. Il caso è rimasto unico nella storia del giornalismo internazionale… fino a ieri. “Mi hanno detto che oggi per voi di Uno Mattina è una data importante: compite 30 anni di trasmissione… Io vi auguro un Natale cristiano, come è stato fatto il primo, quando Dio ha voluto capovolgere i valori del mondo: si è fatto piccolo in una stalla, con i piccoli, con i poveri, con gli emarginati… La piccolezza: in questo mondo dove si adora tanto il dio denaro, che il Natale ci aiuti a guardare la piccolezza di questo Dio che ha capovolto i valori mondani. Volevo complimentarmi con voi – ha proseguito il papa – con gli autori del programma, i conduttori, i giornalisti, i registi, i tecnici, gli impiegati… insomma, con tutti coloro che cooperano alla realizzazione di questa trasmissione molto popolare. So che oggi sono presenti anche i direttori di Tg1 e di Rai1: un saluto a loro e buon lavoro”. La telefonata mattutina del papa al primo canale Rai ricorda la sorpresa che Giovanni Paolo II fece in diretta a Bruno Vespa il 13 ottobre del 1998 in occasione dei vent’anni di Porta a Porta. “Vorrei ringraziare lei e tutti i partecipanti salutandoli cordialmente” disse Wojtyla emozionando il conduttore che una volta salutato il pontefice polacco si scusò con i telespettatori per la sua commozione: “Scusatemi – disse – anche i giornalisti hanno un’anima”. La seconda volta di un papa intervenuto in diretta su Rai1 cade quando Benedetto XVI nell’aprile del 2011 è stato intervistato dal giornalista

Rosario Carello per A sua immagine con domande sulla fede scritte da alcuni spettatori. Adesso “posso concludere qui la mia carriera”. Con queste parole Franco Di Mare ha commentato la telefonata con il papa. Francesca Fialdini, invece, rimasta senza parole dall’emozione ha espresso la sua commozione ringraziando più volte Bergoglio che ha spento le candeline al programma voluto dall’allora direttore generale della Rai Biagio Agnes il 22 dicembre del 1986. Non è la prima volta che telefonate di Francesco vengono trasmesse in diretta da radio e televisioni, ma non erano chiamate dirette a un programma televisivo, quanto ai partecipanti a iniziative seguite in diretta, ad esempio: raduni scout o veglie di preghiera. Papa Bergoglio guarda la moltitudine crescente di chi ha sempre di meno ed è ignorato da chi ha sempre di più. Nella basilica di San Pietro tuona il suo sdegno per tanta ingiustizia: «È un sintomo di sclerosi spirituale quando l’interesse si concentra sulle cose da produrre invece che sulle persone da amare. Così nasce la tragica contraddizione dei nostri tempi: quanto più aumentano il progresso e le possibilità, il che è un bene, tanto più vi sono coloro che non possono accedervi. È una grande ingiustizia che deve preoccuparci, molto più di sapere quando e come sarà la fine del mondo. Perché non si può stare tranquilli in casa mentre Lazzaro giace alla porta; non c’è pace in casa di chi sta bene, quando manca giustizia nella casa di tutti». Carlo Guerra

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L’OrtoCollettivo a Linea Verde Una giornata insieme alla troupe di Rai1

Anche la Rai, e precisamente Linea Verde, la nota trasmissione di Rai1, si occupa dell’OrtoCollettivo di Campi sulla collina di Coronata, dove Andrea Pescino, fondatore, e Valentina Grasso Floris, presidente, portano avanti il prestigioso progetto finanziato dall’Ue. Non poteva mancare la nostra presenza a documentare l’evento e il 28 gennaio al termine delle riprese ho chiesto a Valentina di raccontare cos’è l’OrtoCollettivo. “L'OrtoCollettivo (tutto attaccato!) nasce ai piedi di un pendio, forse è proprio questa la caratteristica che permette a migranti e non di sentirsi a loro agio in questo luogo. Quale ambito naturale, se non un monte, restituisce agli esseri umani un senso di protezione? Gli spazi, anticamente, venivano rispettati e nulla veniva costruito a caso, in ogni antica cultura c'erano persone che erano in grado di riconoscere quali caratteristiche trasmettesse un luogo fino a capire come interagire con esso; dalla rabdomanzia (pratica che permette la scoperta delle sorgenti di acqua) al feng shui (filosofia orientale richiesta dai reali per verificare dove fosse meglio costruire importanti palazzi nel regno), troviamo moltissime arti che ci permettevano di interpretare i segnali della natura con l’obiettivo di interagire senza mancarle di rispetto.

Un monte, grazie alla sua antica e lenta evoluzione, trasmette un'aurea di forza e di fascino e la relazione con essa può portare sentimenti di sfida nei suoi confronti o di protezione nei nostri. I migranti la vivono nello stesso modo, sono fieri del lavoro che svolgono su di essa perché da una parte vincono il combattimento modellandola e dall’altra ne ricevono la protezione. Hanno una meravigliosa relazione con il territorio, comunicano con la natura e i suoi elementi con la stessa naturalità di un bambino a contatto con l’acqua; è un elemento che è loro parte integrante, non ne hanno perso il contatto come noi occidentali, sanno ancora come giocare con la Natura, ne conoscono i tempi e la vivono come una compagna di avventure. L'immagine di questo ‘piccolo mondo’ parallelo alla città, arrampicato sulla collina di Coronata, permette loro di essere ciò che si sentono, lontani da parole negative, momenti difficili o forme di razzismo. La maggior parte dei migranti vengono da aree di campagna e la loro vita passata a contatto con molte difficoltà, li rende oggi, nel nostro territorio, ragazzi pieni di capacità; imparano presto a capire, con la pratica, come si possa gestire l'acqua sul territorio tanto da poter creare, con la guida del fondatore dell’Orto, un terrazzamento. Percepiscono la sensazione di grandezza nel trasformare un terreno invalicabile in un terreno dove poter camminare, dove poter godere del fresco vento da nord e guardare intorno un paesaggio antropizzato all’interno di una cornice naturale. Sono ragazzi molto giovani, spesso alla ricerca di una guida, molti di loro, hanno una grande voglia di mettersi in gioco e trovare il modo di crearsi una forma di normalità in relazione alla loro cultura. Alla base di un’importante collina, quella di Coronata, OrtoCollettivo s’impegna quotidianamente a creare un ambiente piacevole per diversi tipi di persone, dove ognuno possa contribuire facendo ciò che meglio gli viene”. Ma come è andato l’incontro con Linea Verde? “’Annamo, ahò, siete pronti?’ Inizia così la grande giornata delle riprese. Sono le 9.30 e da corso Perrone salgo-

no all'Orto tre van Mercedes con il logo Rai dappertutto… Siamo tutti in posizione: i migranti al lavoro nel punto più panoramico dell'area, 45 metri di altezza con una vista mozzafiato su tutta la piana e la collina in fronte dove spicca con la sua imponenza il grande Forte Tenaglie. E mentre Andrea, il fondatore, aggiusta le ultime cose per fare ‘bella figura’, io vado ad accogliere la troupe. Eccoli scendere dalle vetture: regista, autore, segretaria, cameraman… (ma quanti so’... Anvedi?): i romani di mamma-Rai si muovono davvero in tanti. Ci saranno circa 20 persone in giro per l'Orto per capire come iniziare, da dove partire, chi intervistare e dove calare il conduttore con la corda… Il conduttore con la corda? Oh mio Dio! Quello non è italiano e non ha l'agilità di un africano, cadrà di sicuro... E invece, no! Naturalmente si fa ironia perché con i romani si lavora così, tra una battuta e una barzelletta si imposta la scena e... Ciak, si gira! Alle 12 è tutto fatto, tutto ripreso e la troupe con tutto l'ambaradam di cose e persone vola verso il centro di Genova, verso una nuova ripresa… forse una tripperia per un viaggio nelle novità, i sapori e le tradizioni, per raccontare una terra, una lingua di terra, unica al mondo”. Carlo Guerra


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Rotonda di via D’Acri e area attrezzata di sosta per camper e bus turistici Quando un’idea è una buona idea… perché non viene realizzata?

Render fornito da Arcangelo Merella (insieme con i render di pagina1 e 3)

Nella grande foto la rotonda di via D'Acri, in corrispondenza del viadotto della nuova strada a mare Guido Rossa. Avevamo suggerito agli assessorati competenti, a ponente ed a levante della rotonda (sinistra e destra di chi legge), di insediare in quella zona così defilata e non presidiata del quartiere un'area attrezzata per camperisti ed un parcheggio di bus turistici in visita alla nostra città salvaguardandola così da indesiderate, abusive occupazioni, o dal diventare cimitero di relitti metropolitani. La zona è decisamente strategica. È infatti rapidamente raggiungibile da chi proviene da autostrade, viabilità normale e dai traghetti. L'insediamento in quel luogo della nuova stazione FS, un terminal

bike sharing con accesso diretto alla pista ciclabile ed un eventuale capolinea di bus-navetta sulla rotonda in alta stagione consentirebbe ai turisti di raggiungere in pochi minuti il centro città e l'Acquario. Ma avremmo pensato anche a qualche cosa di più. Immaginate se in quel luogo fosse insediato una sorta di Informazione turistica (uno Iat) gestito da qualificati giovani (disoccupati) multilingue che fornissero ai turisti tutte le informazioni a loro necessarie con vendita di biglietti, bus, treno, acquario, musei, ecc... Ciliegina sulla torta (ma, forse, è chiedere troppo), creare le condizioni in quel luogo per l'attracco della navebus alla foce del Polcevera. Fantastico vero? Non sarebbe bello, utile e qualifi-

cante per la nostra città? Pensate poi ai ritrovi, ai negozi, ai ristoratori posti in prossimità e si può immaginare che ne avrebbe un grande beneficio il commercio locale che ‘sopravvive’ in storica (e stoica) sofferenza. E poi, chissà?, in una via Cornigliano finalmente restaurata ci si potrebbe anche fare una passeggiata e mangiare un bel gelato italiano. O no? La nostra idea, proposta più di un anno fa a Società per Cornigliano ed agli assessori Sibilla e Dagnino è piaciuta molto ma nulla di più. Intanto Genova continua a non poter accogliere degnamente i turisti sempre più numerosi. oerre

Grande pubblico a Villa Bombrini “in memoria di Roberto Spanu” Gli amici musicisti lo hanno ricordato con Bach, Mozart, Rossini e Verdi Si è svolto a Villa Bombrini giovedì 5 gennaio il concerto in memoria di Roberto Spanu, voluto dagli amici musicisti, che si è tenuto in due tempi con due diverse formazioni. Nella prima parte la Filarmonica di Cornigliano, diretta dal maestro Paolo Pezzi, ha eseguito brani di Rossini, Verdi, Edward Elgar, Shubert e Huggens. Mentre nella seconda l’orchestra da camera ha proposto musiche di Bach, Mozart, Franck, Piazzolla. I solisti di questa seconda formazione sono stati: Roberto Mazzola, Marco Mascia (violini), Maura Gandolfo (clarinetto), Alessandro e Maurizio Raffa (tenori), Giovanni Chiaramonte (contrabbasso), Davide Fiorentini (oboe), Natalino Ricciardo (corno). Per la cronaca, la serata ha avuto un livello qualitativo della musica a dir poco eccezionale, prima la Filarmonica di Cornigliano del maestro Pezzi, che ospitava al suo interno anche musicisti della Filarmonica sestrese che non hanno voluto mancare all’evento commemorativo, poi con un’orchestra da camera

improvvisata per l’evento tutti i solisti sopra citati hanno dato vita a uno spettacolo di alto livello musicale alla presenza della famiglia Spanu al completo e particolarmente emozionata, soprattutto nell’ultimo brano, “ninna nanna”, scritto da Roberto per suo figlio, poco prima del suo decesso, suonata magistralmente da Comberiati al trombone e l’orchestra da camera diretta da Paolo Pezzi. Segnalo la prestigiosa presenza del primo corno del teatro Regio di Torino, Natalino Ricciardo (accanto a chi scrive nella foto d’apertura). Carlo Guerra


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dal Municipio VI Medio Ponente

Nuovo anno, nuovi e antichi negozi Dolci, libri e giocattoli per inaugurare in bellezza il 2017

Via Sestri è considerata la via dello shopping e del passeggio. Ma non tutti sanno che è stata battezzata dall'Unicef “la via amica dei bambini”, come mostra la targa posta all'inizio della via, lato Pegli (nella foto sotto), per la sua disponibilità di spazi e per il basso indice di peri-

colosità. Elemento fondamentale dell'antica “stradda de carrosse”, poi via Garibaldi, sono tuttavia i negozi, molti dei quali “storici” come Bagnara e Dagnino. A proposito di quest'ultimo, una dolceria raffinata, che sorge al centro del tratto orientale di via Sestri, vogliamo ricordarne la storia, considerato che abbiamo da poco festeggiato la Befana, ambasciatrice di dolciumi. Cominciamo dal cognome, diffuso a Sestri, dove i Dagnino vantano un'ascendenza speciale: la parentela con lo scrittore Giuseppe Prezzolini. Nato a Perugia nel 1882 da famiglia toscana, Prezzolini ebbe a confessare che la sua nonna materna era di Sestri Ponente. La notizia venne pubblicata in un articolo apparso sul Secolo XIX il 14 luglio 1982, giorno della morte del poliedrico personaggio. L'ava in questione era una Dagnino, riparata a Siena con la famiglia all'arrivo a Genova delle truppe napoleoniche. A Sestri i diversi rami dei Dagnino sono per lo più negozianti. In via Sestri ce ne sono due: uno di ferramenta nella parte occidentale; l'altro, originariamente in piazza Baracca, all'angolo con la via principale, era la Pasticceria Dagnino, famosa per i deliziosi <cavolini> e per la gentilezza della scià Olga, negli anni '50 cassiera e moglie del proprietario. Ora il negozio si è trasferito nel cuore di via Sestri, convertendosi in <boutique> di dolciaria specialistica. Non è più gestito dai Dagnino, bensì da Giacomo Orezzi, figlio di uno dei pasticcieri dell'antico negozio che lo aveva rilevato con un socio a fine

anni '50, tenendolo sino al 1999. La dolceria conserva l'antica insegna (nella foto d’apertura) per volere dell'originario fondatore, Giuseppe Dagnino, detto “o sciò Pippo”. Questi la pose nella pasticceria di piazza Baracca a fine '800, ma non ebbe eredi, per cui i proprietari che gli succedettero portarono cognomi diversi. Oggi, al posto dell'antica pasticceria, sorge il Panificio Battaglia. Ma, se il nome resta in via Sestri, la Pasticceria Dagnino è ora emigrata verso altri lidi. Pare che un parente dell'originario titolare, tale Nicolò Dagnino, si sia trasferito a fine '800 da Genova a Palermo, dove nel 1896 impiantò una lussuosa pasticceria in via Ruggiero Settimo. Negli anni '50 ne fu aperta un'altra a Roma, tuttora attiva nella Galleria Esedra. Punto di riferimento per golosi e turisti, i due prestigiosi esercizi portano in alto il nome dei Dagnino, pasticcieri di Sestri. Da un vecchio ad un nuovo negozio. Sempre in via Sestri, direzione Cornigliano, è stata inaugurata poco prima di Natale una rivendita di giochi educativi e libri per bambini, Maratonda 2, già presente a Genova in via San Vincenzo. Le auguriamo una vita lunga e felice, dato che negozi di questo tipo sono preziosi per salvaguardare la creatività dei nostri ragazzi, minacciata dall'eccessivo uso di giochi elettronici e cellulari di ultima generazione. Dolci e giocattoli: come meravigliarci che via Sestri sia stata battezzata “La via dei bambini”? Rita Nello Marchetti Immagini e foto di Giulio Marchetti

Terminato l’anno goviano Diversi gli omaggi al Verdi ed uno speciale alla Corte

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Il 2016, cinquantenario della morte di Gilberto Govi, è stato segnato da diverse iniziative in memoria del grande attore genovese, tra cui alcuni spettacoli al Verdi di Sestri, dove il 13 novembre la Compagnia I Villezzanti ha messo in scena un classico del teatro goviano, “Pignasecca e Pignaverde”. La regia di Anna Nicora, titolare a Sestri del

Laboratorio di recitazione del Cup, ha dato vita ad una vivace commedia, cucita sul protagonista, quello Steva, cavallo di battaglia di Govi, divenuto emblema del genovese tipo per la sua avarizia. Altre commedie dialettali si succederanno al Verdi. In particolare, segnaliamo, il 26 marzo prossimo, “Colpi di timone”, una delle più celebri commedie del repertorio goviano. In attesa dell'evento sestrese, ricordiamo che l'anno goviano è stato ufficialmente chiuso alla Corte di Genova con “I manezzi pe majâ 'na figgia”, forse la più nota delle commedie recitate da Govi e dalla moglie Rina, che trat-

teggia il menage di una matura coppia a caccia di un marito per l'unica figlia. Splendida la messa in scena, contrassegnata il 27 dicembre da una prima frizzante e proseguita fino al 5 gennaio. Notevole la regia di Jurij Ferrini, protagonista dello spettacolo, coadiuvato dalla brava Orietta Notari. Diamo atto al Verdi di Sestri dell'importante ruolo che svolge nella zona tra Cornigliano e Pra', orfana di analoghe istituzioni. Eppure il Ponente ha dato in passato attori di fama: per Sestri e Pegli, ricordiamo Alberto Lupo, mentre per Cornigliano citiamo un attore dialettale come Laerte Ottonelli, presente in molte commedie trasmesse alla radio negli anni Cinquanta. Rita Nello Marchetti

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I nostri inserzionisti

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arte

O zenéize, di Guido Pallotti

Occhio al quadro, di Liliana Gatto Longhi

“Da-o Paradiso… all’Inferno” testo dialettale di P. Senno

“L’adorazione dei Magi” di Raffaello Sanzio

I dexe comandamenti

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I dieci comandamenti

«Ti, ti me rivediæ solo de ræo: «Tu mi rivedrai non troppo spesso/ aöua che t’ê schivòu, tanti açidenti, desso che hai schivato tanti accidenti/ piggia ‘na ciappa e ‘n ciöu e scrîvi ciæo prendi una lastra e un chiodo/ e scrivi che te dettiö i mæ comandamenti. chiaro/ che ti detterò i miei comandaMi son o teu Segnô, tegnilo a mente: menti./ Io sono il tuo Dio, tienilo a men«Primmo: no gh’è âtro Dîo ch’o te cote:/«Primo non c’è nessun altro Dio che mande. ti comandi./ «Secondo: non cercarmi «Segondo: no çercame inutilmente, inutilmente,/ che chi vuole faccia, chi che chi veu fasse, chi no veu domande. non vuole chieda./ «Terzo: rispetta le «Terso: rispetta e feste con cosciensa. feste con coscienza./ «Quarto che tu «Quarto: che t’aggi e braghe oppure a abbia i calzoni oppure la gonna,/ onora gònna, il padre e la madre. C’è già chi pensa,/ a ònora o poæ e-a moæ. Gh’è za chi pensa dirti figlio di una brava donna./ a dîte figgio de ‘na brava dònna! «Quinto non ammazzare per conto tuo,/ «Quinto: No stâ a-amasâ pe conto teu, ma se per caso il capo te lo chiede,/ ma se pe caxo o cappo o t’òu domanda, tranquillo uccidi pure chi lui vuole:/ tranquillo amassa pure chi lê o veu: all’inferno il Signore non ti ci manda./ a l’inferno o Segnô o no te ghe manda. «Sesto: non commettere atti impuri/ «Sesto: no stâ a comette atti inpûri quando guardi dal buco della serratura./ quande t’amîi da-o beuggio da ciaveuia. «Settimo: non rubare. «Settimo: no röbâ. (Ti t’òu figuri (Ti figuri come si può resistere a questo comme se fa a rexiste a questa anandazzo?)/ deuia?) «Ottavo non dire mai una bugia, ma se «Òttavo: no stâ a dî mai ‘na böxia, sei commerciante, si può vedere,/ io ma se t’ê ’n commerciante, se peu vedchiuderò un occhio, fallo senza paura, de, intanto se sei sincero, non ti crede nesmi seriö ’n euggio, fallo sensa poia, suno./ «Nono: lascia quietare la donna tanto se t’ê sincero chi te credde_ degli altri/ specialmente se è moglie di «Nöno: lascia coetâ a dònna d’âtri un pugile./ specie sa l’è a mogê de ’n pogilista. «Decimo: non far la gola alla roba degli «Decimo: no fâ a goa a-a röba d’âtri, altri/ che intanto non te la danno in che intanto no tâ-a dan manco pe-a vinessun modo.»/ sta». Allora Mosè, rivolto ai suoi protretti/ Alôa Mosè, rivòlto a-i seu protetti, convinto che hanno capito solo a meconvinto ch’an capio solo a meitæ tà:»Prima eravate pecore e adesso siete «Primma êi pegoe e òua sei cravetti, capretti/ è cambiato tutto. l’è cangiòu tutto. Eviva a libertæ!» Evviva la Libertà!» O Còrno de sett’ôe.

Il corno delle sette

Se ei ciù de çinquant’anni e no sei de oegia dûa, no poei no aregòrdave o còrno de sett’ôe. Træ vòtte o sunava, miga unn-a: a manca vinti pe fâte adesciâ, a manca dexe pe fâte aregòrdâ che a-o tærso, a settôe, ti te doveivi isâ. Mæ nònno o me portava o cafè ‘n letto, fæto de bratta, giande e cicòria, ‘na bòtta a-a faccia e pöi via… incontro a-a glòria. Tiâ di cavi inti stabilimenti goæi glòria pôi a no l’ea, ma g’anâmo, ascì s’êmo scontenti, sperando che se fesse fîto seia. Da mæ zoentù òrmai pasâ, tante cöse me piaxe aregordâ: l’amô, i amixi e tante cöse bèlle: o travaggio, o sordatto e maracælle. I zoveni d’ancheu, a vòtte me fan rîe, pan rattipenughi, sciòrtan a l’ôa de strie, e se tî-i ciammi fîto inta matin pan bescheutti pociæ inte ‘n capuçin. Anche noiâtri, e ipòcrita no-o son, no êmo miga tanto de pei fin. scì, rientramo de vòtte tardei a-a seia, ma no mai tròppo fîto a-o matin. Ascì a niâtri ne gustava e domôe, ma con moderascion perché tutte e matin sunava… o còrno de sett’ôe! <>

Se avete più di cinquant’anni/ e non siete di orecchio duro/ non potete non ricordarvi/ il corno delle sette./ Tre volte suonava, mica una:/ a manca venti per farti svegliare,/ a manca dieci per farti ricordare/ che al terzo0 suono/ alle sette, dovevi alzarti./ Mio nonno mi portava il caffè a letto,/ fatto di fondi, ghiande e cicoria,/ una botta alla faccia e poi via…/ incontro alla gloria./ Tirare cavi dentro gli stabilimenti/ propio gloria non era,/ ma ci andavamo, anche se eravamo scontenti,/ sperando che venisse presto sera./ Della mia gioventù ormai passata,/ tante cose mi piace ricordare: l’amore, gli amici e le cose belle,/ il lavoro, il militare, le marachelle./ I giovani d’oggi, a volte mi fanno ridere,/ sembrano pipistrelli, escono all’ora delle streghe,/ e se li chiami presto il mattino/ sembrano biscotti intinti nel capuccino./ Anche noi, e ipocrita non sono,/ non eravamo mica tanto di pelo fino,/ sì rientravamo tardi alla sera, ma non al mattino presto./ Anche a noi piacevano i divertimenti,/ ma con moderazione/ perché al mattino c’era…/ il corno delle sette. I testi son scrîti in “grafia ofiçiâ”. Chi foise ineresòu a saveine de ciù in sce sto mòddo de scrive o zeneize o peu vegnî, tutti i lunedì depoidisnâ a træ ôe, a-a Auser de Cornigen, in viale Narisano.

L’Epifania (dal greco “epiphàneia”, apparizione, rivelazione) nella religione cristiana celebra la prima manifestazione di Gesù avvenuta nella grotta di Betlemme alla presenza dei re Magi (Adorazione dei Magi) ed è festeggiata dodici giorni dopo il Natale: il sei di gennaio per le Chiese occidentali e per quelle orientali che seguono il calendario gregoriano, e il 19 gennaio per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano. È uno dei temi cari alla pittura italiana e quella che vedete nella foto sopra è “L’adorazione dei Magi” dipinta da Raffaello Sanzio e conservata a Roma nei Musei Vaticani. Il dipinto fa parte della più vasta opera del Raffaello “Incoronazione della Vergine“ detta “Pala Oddi” (foto sotto) dipinta nei primi anni del Cinquecento, nella cui parte superiore (l’opera misura cm. 272x165) il Cristo incorona la Vergine mentre nella parte inferiore gli apostoli sono intorno alla tomba della Vergine, ma è nella predella dell’opera che ritroviamo tre scene dipinte con tutta la grazia e la luce che il Raffaello sa imprimere alla tela. Nella predella il pittore sceglie tre episodi di particolare rilevanza della vita di Gesù: l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio. Raffaello Santi (poi si firmerà Sanzio) nasce nella seconda metà del Quattrocento ad Urbino dove trascorre la sua giovinezza e dove riceve i primi insegnamenti di disegno e pittura in ambito familiare. È il padre Giovanni che ha una rinomata “bottega” che lo porta con lui a Palazzo Ducale dove sono visibili opere di grande ingegno di Luciano Laurana, Piero della Francesca, Melozzo da Forlì e altri insigni pittori iniziando, di fatto, a formare il senso artistico del figlio. Nonostante la morte del padre, Raffaello porta avanti l’attività di bottega avuta in eredità riuscendo a far parte della bottega del Perugino e di cui proprio “L’adorazione dei Magi” rappresenta un’armonia di colori e gesti spontanei dove le singole figure sono calibrate e inserite alla perfezione nel più ampio spazio dell’intera tela. L’impasto dei colori, sempre puliti nella loro tonalità, offre al nostro sguardo quella sensazione di freschezza e naturalità che rendono uniche le sue opere. Attivo in molte città, tra cui Firenze, Siena, Roma, Raffaello muore giovane a soli trentasette anni, il 6 aprile del 1520 . Il Vasari ci testimonia della sua morte avvenuta dopo due settimane di malattia che inizia con una febbre “continua e acuta” dovuta, sempre secondo il Vasari, ad “eccessi amorosi” e inutilmente curata. Nonostante la sua breve vita terrena, Raffaello ci lascia in eredità una serie di dipinti rappresentanti la Madonna di squisita bellezza e intensità. Liliana Gatto Longhi


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Gialle,Romanziere rosa e noir. Le sfumature dellaclick beneficenza con un nella quarta edizione del Donalibro

“Maggio dei libri” col… Trucco

Ed eccoci arrivati a gennaio, il mese dei saldi, degli acquisti fatti senza la fregola natalizia e con un’occhiata attenta al cartellino dei prezzi e se sono saldi “veri” si posso fare dei buoni affari. A proposito di buoni affari e di libri, la nostra biblioteca di Cornigliano è stata veramente prodiga di buona volontà nell’allestimento della quarta edizione del Donalibro. Quest’anno la raccolta fondi, che si è svolta nel sottoportico di via Pellizzari nei giorni 13, 15 e 16 dicembre, è proseguitaIl capitano sino al Bertolotti 13 gennaio nei locali della biblioteca vicino morì nel ‘15 alla sala allestisui montirenne venetie l’albero di Nata con presepe, tale, gentile dono delle maestre della scuola Ferrero. Il Donalibro, evento a scopo benefico realizzato con il patrocinio del Municipio VI Medio Ponente, prende il via dalla raccolta di libri usati, ma ancora

in buon ordine, che i bibliotecari della nostra Guerrazzi portano avanti durante l’anno, ed è diventato un appuntamento cui i corniglianesi rispondono, come sempre, con generosità d’animo. Grazie alla preziosa collaborazione degli AmicidellabibliotecA, Centro civico Cornigliano e Ferramenta Grosso (un particolare grazie a quest’ultimo per il servizio di “logistica” per gli oggetti utili al mercatino) con la formula 1x1 - un libro in cambio di un euro come base “d’asta di generosità” - ci si poteva portare a casa “un buon saldo”. Tutti i fondi andranno devoluti al “Caffè Alzheimer“ - (presente a Cornigliano da diversi anni e gestito da bravi volontari che lo animano il martedì e il venerdì pomeriggio) che ha trasformato le vecchie serre della Villa Bickley in un centro di ritrovo e di sol-

La storia delle nostre vie Le vie della nostra storia

capoluogo degli Orfella, sempre seguito dalla consorte che, ben conscia dei pericoli che la situazione bellica avrebbe potuto provocare, decise di restare al suo fianco come assistente della truppa. La comitiva prima raggiunse Tripoli, poi Tarhuna e nel maggio del 1915, il nemico che vigilava poco lontano, assalì furiosamente la colonna e ponendo sotto assedio la città, impedì alle truppe del presidio, ogni possibilità di rifornimenti. Ma la situazione di quell’assedio si aggravò ancora di più e, vista l’impossibilità di procurarsi viveri, medicinali e munizioni, dopo un mese di resistenza, ormai allo stremo delle forze, il comando decise di forzare il blocco nemico e attraversando l’altopiano libico del Gebel, una strada impervia situata nella Cirenaica settentrionale, ripiegò verso Tripoli. Giunti nel vallone Ras Msid, sempre seguiti da un convoglio di non combattenti su cui viaggiava anche la moglie, furono nuovamente attaccati dai ribelli in agguato e l’eroica Maria, che per seguire il marito rifiutò sempre di porsi in salvo, sebbene leggermente ferita, ma sempre instancabile, continuò a condividere le sorti delle truppe impegnando tutte le sue forze nella benefica opera di soccorso ma, colpita da proiettili nemici, morì eroicamente in mezzo ai combat-

Via Costantino e Maria Brighenti, ex via dei Bagni

Un monumento ai martiri caduti per la Libertà sistemato nelle varie piazze d’Italia, una targa evocativa all’inizio di una via con impresso il nome di eroici soldati che, senza esitazioni e con tanto coraggio, hanno combattuto sui fronti mettendo la loro vita a disposizione della Patria, fa riflettere su quanto siano state devastanti le guerre e restando in religioso silenzio, si rivolge un pensiero a chi non c’è più. Nell’aprile del 1915, Costantino Brighenti, ufficiale del Regio esercito distaccato in Libia, dopo aver coronato il suo sogno sposando Maria Boni, una ragazza romana di ottima famiglia, assunse con il battaglione libico, il comando del presidio di Beni Ulid,

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lievo per tutti quelli che, malati o parenti stretti, si trovano a fronteggiare tutti i giorni i disagi di un’invalidante malattia quale l’Alzheimer. A giudicare da quanto era esposto sui banchi del Donalibro qualche fortunato sotto l’albero di Natale si sarà letto il bel libro sui cantautori genovesi delle edizioni Carige – io l’ho adocchiato ma non ho fatto in tempo a ripassare per acquistarlo - un interessante libro sui giardini e sulle ville genovesi, mentre i più piccoli corniglianesi avranno trovato nelle strenne natalizie uno dei tanti bei libri a loro dedicati che in quei giorni ho visto esposti. Libri per bimbi, ma non solo. Con una bella rappresentanza di libri ‘rosa’ e di buoni gialli chi ha avuto buon occhio, a solo un euro, si è portato a casa anche i gialli della serie Noir del Mondo di La Repubblica-Espresso, o i gialli Edizioni Mondadori che, con alcuni titoli, se non sono rari sono quasi introvabili. Non mancavano libri di cucina, guide turistiche ma chi ha fatto la parte del leone è stata la narrativa. Qualche titolo: Isabel Allende (Il gioco di Ripper), Jostein Garder (Il mondo di Sofia)

autori italiani - Silone, Pavese, Cassola - da me sfogliati in fretta ma altrettanto in fretta venduti, così “Il senso di Smilla per la neve” di Peter Hoeg è stato il mio acquisto per il Natale ma anche in gennaio qualche bel titolo sono riuscita a trovarlo. A giudicare da

tenti. Il marito, maggiore Costantino, fatto prigioniero, dopo un anno di

1917, Maria Boni Brighenti, prima donna in Italia ad ottenere questa onorificenza, venne insignita di medaglia d’oro al valor militare e Cornigliano, riconoscendo l’alto valore di questi sfortunati eroi, dedicò loro la parte a mare della antica via Gentile, ex via dei Bagni per la sua vicinanza alle sue ormai lontane spiagge dorate, mentre la parte a nord, separata dalla precedente via (principale) Cornigliano, venne intitolata ad un altro illustre personaggio della storia, Romolo Gessi, uno dei più romantici avventurieri del Risorgimento italiano, importante periodo storico che portò l’indipendenza e l’unità della nostra Nazione.

detenzione, preso dallo sconforto per la morte della moglie e per la sua forzata inattività, incapace di reagire, il 16 maggio 1916 si tolse la vita. Con decreto legge dell’11 febbraio del

CENTRO SERVIZI UIL: TRA LE PERSONE, TRA LA GENTE www.uilliguria.it Centro: piazza Colombo 4/6, 4/7, 4/9 Tel. 010/585865 Fax 010/532043 e-mail: urliguria@uil.it Sampierdarena: via Carzino 2/c Tel. 010/6466848 e-mail: sampierdarena@pec.italuil.it Sestri Ponente: vico Schiaffino 1/1° Tel. 010/6531222 e-mail: sestriponente@pec.italuil.it

PATRONATO ITAL UIL: Pensioni di anzianità, Invalidità civile, Pensioni di vecchiaia, Indennità di accompagnamento, Pensioni di invalidità, Cause di servizio e indennizzo, Malattie professionali, Permessi di soggiorno e immigrazione, Infortuni sul lavoro, Disoccupazione e mobilità, Assegni familiari, Assistenza legale medico-legale CAF UIL: pratiche 730, Unico, RED, ICI, ISEE, ISEU, Successioni, Regolarizzazione colf e badanti e altri adempimenti fiscali UIL IMMIGRATI e SOLIDARIETA’: assistenza e consulenza per la permanenza e il lavoro dei migranti; ADA UIL: Associazione per la tutela e i diritti degli anziani; ADOC UIL: consumatori.; UIL TEMP: lavoro atipico; UNIAT UIL: Assistenza e stipula dei contratti di locazione; CONSULENZA LEGALE: gratuita

quanto raccolto in totale – ben più di cinquecento euro – saremo in tanti a iniziare questo 2017 con una lettura in… saldo ma non per questo meno piacevole. Buon anno a tutti i lettori. lillybrilly@gmail.com

Rosanna Robiglio


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ilCorniglianese/pergpnaggi, curiosità, giochi

Il tempo che ha fatto Dicembre 2016

Dall’antica cucina di strettissimo magro: il formaggio... senza formaggio

Riccardo Collu Sulla ristampa della Cucina Genovese, “Cucina di Strettissimo Magro”, edito per la prima volta nel 1880, ho notato nell’indice la presenza di una ricetta chiamata Formaggio Magro pur essendo specificato che i piatti riportati nel testo erano realizzati senza carne, uova e latticini. Leggendola è stato per me immediato e spontaneo, giungere alla personale conclusione che anche nelle più svariate forme dell’arte culinaria il formaggio è un ingrediente quasi indispensabile e qualora non si voglia o possa usare per qualsiasi motivazione, da sempre si ricercano più o meno validi sostituti che insaporiscano le nostre pietanze. Al tempo dell’edizione del libro non vi erano le conoscenze di alimentazione odierne e neppure la possibilità delle scelte merceologiche attuali. Allora, la cucina di strettissimo magro

paroliamo

era adottata per motivi religiosi, salutari ma anche di economia domestica. Guardando oggi gli ingredienti del formaggio magro, possiamo sicuramente escludere il risparmio. Rispetto ad allora il costo dei pinoli e delle mandole è aumentato in maniera esponenziale. Realizzare il prodotto della ricetta avrebbe costi superiori che l’acquisto di un kg di Parmigiano reggiano Dop con stagionatura di 24 mesi. Se poi consideriamo il risultato il paragone non è proprio accettabile. Dal punto di vista nutrizionale e nutraceutico nutro alcune perplessità che la frutta oleosa come pinoli e mandorle, a parità di quantità, sia da considerare più salutare di una scaglia di grana. Ma questo aspetto lo lascio decidere come sempre agli esperti di nutrizione. Per concludere, riporto la ricetta nel linguaggio dell’epoca. Chi avesse voglia di sperimentarla, riporterà l’orologio ai gusti di allora. Sarà da considerare che il libro era stato scritto dai Padri Minimi di S. Francesco da Paola per la loro mensa, quindi legato al tenore di vita delle classi meno abbienti. Le edi-

Dati rilevati a Cornigliano Ligure

Prendete 300 grammi di Pignoli, e dopo d’averli lasciati per sei ore a molle in acqua fresca, pestateli a tutta finezza ; come pure egualmente pesterete 300 grammi di mandorle disbucciate, e lavate. Poscia pestato gli uni, e le altre separatamente, spruzzate questa pasta con acqua ben salata, e passatela allo staccio ; ripestando, e ripassando quella, che non abbia potuto passare. Pestate 600 grammi di buone patate, gia allessate, e ancor ben calde ; e dopo averle passate allo staccio, unitele all’altro battuto, coll’aggiunta d’altro sale. Poscia ripestate nuovamente tutto insieme per venti minuti, e finalmente unte le mani d’olio, di questa pasta fatene una palla, schiacciatela alquanto, ungetela d’olio, e mettetela a disseccare all’ombra sopra delle foglie secche di alloro. Lasciatela indurire, ungetela d’olio di quando in quando; indi lorchè vogliate servirvene, grattugiatela.

Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

a i a r m t u t

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zioni successive del libro sono datate 1931 e 1950, a cavallo e dopo i due conflitti mondiali, periodo in cui la “Cucina di strettissimo magro” era tornata obbligatoriamente in auge per motivi di sopravvivenza e reperibilità degli alimenti, ragioni forse poco comprensibili nel 2004 data dell’ultima ristampa di questo classico della gastronomia genovese e probabilmente ancor meno oggi nel 2017. La ricetta.

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Giorni di pioggia: 8/Temporali: 0 Giorni di sereno: 11 Temperatura minima: 7,8°C Temperatura max: 13,9°C Febbraio Sono in atto manovre nella stratosfera polare tendenti verso un riscaldamento vistoso che dovrebbe compiersi sul settore artico siberiano. Nella prima decade di febbraio è verosimile un aumento della pressione sull’Europa e Mediterraneo centro orientale e qualche fastidio instabile oceanico sull'Ovest Europa e Nord Italia. Nel corso della seconda decade l’azione umida e instabile atlantica potrebbe penetrare con maggiore efficacia sul Mediterraneo occidentale e portare un’instabilità diffusa soprattutto al Centro-Nord Italia. Per la terza decade di febbraio potrebbero tornare azioni artiche o anche continentali soprattutto verso il Mediterraneo centro orientale e sul Centro Sud Italia. Liguria Possibili episodi nevosi fino sul mare in particolar modo nella zona compresa tra Genoa e Savona, mentre gli Appennini e l’entroterra finalmente appariranno di colore bianco come dovrebbe essere sempre durante i mesi invernali . A cura di Nicolò Scibetta www.meteoligure.it

Soluzione a pag. 23


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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi

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2017. Segno per segno le pre “visioni” di Astri Carissimi amiche ed amici del Corniglianese, siamo giunti a gennaio, nel cuore del freddo inverno, personalmente sono semiibernata nel mio maniero, quasi privo di riscaldamento, visto il costo proibitivo delle bollette che lasciano in bolletta. Mi sono già beccata due o tre influenze e ho trascorso splendide feste a letto, sotto tre piumotti e in compagnia di… vari tipi di raffreddore e catarro, uno più gagliardo dell’altro. Il mio gatto mi ha sfrattato dalla

poltrona comoda, attrezzata da copertine a scacchi e, se cerco di riprenderne possesso, mi fa la zampetta e non si sposta, perché è l’unico angolo tiepido della casa. Oggi, mentre scrivo, è il giorno 11: speriamo che le temperature si rialzino, alla faccia del paventato riscaldamento globale. A gennaio il sole l’1 è a 10°,45’ Capricorno, il 19 alle 21,15 entra in Acquario. I nati del segno vengono descritti come affascinanti, creativi ed amanti dei viaggi e della libertà. Auguri a tutti loro. Se ben ricordate, l’anno passato, Agar, la nostra amatissima stregaccia, che forniva oroscopi, è andata in pensione, quindi è impossibile contattarla, perché in vacanza nei caldi mari del Sud,

in paradisi fiscali, dove il suo magro introito mensile vale il doppio. Ci ha mandato qualche foto con lo smartphone In vero è in splendida forma per i suoi 450 anni passati: indossa un ridotto bikini leopardato ed è appoggiata ad una palma. La scritta di commento dice: “Se devo vivere ancora qualche migliaia di anni, lo voglio fare alla grande” Come darle torto? Il fatto è che la redazione mi ha interpellata così: “Agar è passata decisamente a miglior vita, ma bisogna fare gli oroscopi per il 2017 e quel qualcuno a caso sei tu: l’anno scorso hai recuperato il materiale necessario, hai il nome giusto e poi fai ridere…” “Troppo buoni, troppo buoni grazie” ho risposto. Così mi sono messa al lavoro. Ho ancora in dispensa libri, libroni, telescopio e sfera recuperati dalla villa ormai disabitata di Agar. In caso di consulenze rapide, posso rivolgermi a tre dei suoi corvi neri che hanno deciso di fare il nido sul tetto di casa mia perché erano stati sfrattati e in cerca di alloggio: sono esperti in materia e parenti stretti di Gennarino il corvo di Amelia, la strega di Paperino. Ho provato a fare del mio meglio, compilando responsi segno per segno. Ariete (21 marzo20 aprile) Amore: turbinio di passioni ed emozioni. I single si avviano verso felici convivenze. Lavoro: Urano vi favorisce, non vi resta che cogliere al volo le occasioni verso il successo. Salute: bisogna prendersi cura di sé e non disperdere energie. Amuleto consigliato: un bel cornetto di corallo rosso al collo. Toro (21 aprile-20 maggio) Amore: grande condivisione con chi amate. Lealtà e limpidezza aiuteranno la piena armonia. Lavoro: nuove iniziative col favore della luna. Al top i contatti e le attività creative. Salute: selezionate gli impegni. Contro lo stress tisane, essenze e zenzero. Amuleto consigliato: una bella pianta di rose rosse da coltivare con amore. Gemelli (21 maggio-21 giugno) Amore: la prima parte dell’anno sarà propizia per incontrare l’amore. Rinnovamenti positivi. Lavoro: con favore del Sole, soprattutto nel solstizio, si preannuncia una luminosa carriera. Salute: rinforzare il sistema immunitario con meditazioni ed olio essenziale di lavanda.

Amuleto consigliato: un bel sole d’oro su una medaglia da portare sempre con voi. Cancro (22 giugno-22 luglio) Amore: colpi di fulmine per i single. Solidità e condivisione per le coppie ben affiatate. Lavoro: Nettuno e Plutone favoriscono cambiamenti positivi da affrontare con determinazione e consapevolezza. Salute: Nettuno e Plutone favoriscono cambiamenti positivi da affrontare con determinazione e consapevolezza. Amuleto consigliato: un cristallo di rocca o un’acquamarina da portare in tasca. Leone (23 luglio- 23 agosto) Amore: la passione sarà intensa. Giove in Bilancia fino al 10 ottobre propizierà incontri sentimentali. Lavoro: Cerere transiterà nel segno da maggio 2017 e donerà abbondanza e prosperità. Salute: mesi pieni di vitalità. Gioveranno lunghe nuotate e passeggiate. Rinforzatevi con vitamina C e zafferano. Amuleto consigliato: una piccola pepita d’oro da portare al collo. Vergine (24 agosto-22 settembre) Amore: concreti e determinati, avrete un autunno straordinario dal punto di vista sentimentale. Lavoro: nuovi sbocchi che richiederanno revisioni e organizzazione. Salute: mesi impegnativi in cui non sprecare energie. Si consiglia di praticare tecniche yoga. Amuleto consigliato: un piccolo cuore di turchese o d’oro bianco, da portare sempre con sé. Bilancia (23 settembre-22 ottobre) Amore: esprimete i vostri desideri e sarete accontentati. Molte occasioni per realizzare i vostri sogni. Lavoro: Plutone e Giove vi regaleranno grandi energie. Anno decisamente fortunato in campo lavorativo. Salute: forma splendida con massaggi aromatici al sandalo e alla lavanda. Amuleto consigliato: una piccola stadera incisa su un ciondolo di rame. Scorpione (23 ottobre-22 novembre)

Amore: decisioni importanti e svolte. I rapporti sentimentali saranno intensi ed avvolgenti. Lavoro: favorite le attività a contatto con il pubblico. Ottime occasioni di crescita ed espansione. Salute: buona. Depurare l’organismo con succo di aloe. Amuleto consigliato: un piccolo diamante blu per propiziare serenità e ricchezza. Sagittario (23 novembre-21 dicembre) Amore: belle occasioni in campo sentimentale. Attraenti ed energici, anche le relazioni datate potranno rifiorire. Lavoro: Mercurio vi infonderà ottimismo e vitalità, infondendovi intraprendenza. Salute: buona. Seguire un regime alimentare sano e fare lunghe passeggiate. Amuleto consigliato: una piccola freccia di ossidiana per fare centro nella vita. Capricorno (22 dicembre-20 gennaio) Amore: anno positivo, potrete vivere atmosfere romantiche. Lavoro: anno prospero di guadagni grazie a Giove. Salute: si consiglia di mantenere la forma fisica con tanta attività motoria. Amuleto consigliato: un ciondolo di giada a forma di serpente. Acquario (21 gennaio-19 febbraio) Amore: avventure folgoranti per i single. Le coppie godranno di complicità ed intesa. Lavoro: ottime prospettive grazie a Giove. Favorite le attività artistiche e a contatto con il pubblico. Salute: buona, curando l’alimentazione e facendo movimento. Amuleto consigliato: una candela blu da accendere per alimentare la speranza. Pesci (20 febbraio-20 marzo) Amore: attraenti e carismatici, vi realizzerete in campo sentimentale. Lavoro: Nettuno e Chirone in transito vi faranno emergere. Avrete molte soddisfazioni. Salute: buona. Si consiglia relax: praticate spesso pediluvi distensivi. Amuleto consigliato: due bei pesciolini di madreperla da appendere sopra la porta d’ingresso. Concludendo: datevi da fare, perché, pur tra i marosi, non bisogna mai smettere di nuotare. Bacioni astrologici e costipati. vostra Astri

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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“L’isola che non c’è” all’ex scuola Fogazzaro

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Volontari cercasi Per ville… aperte

Un poeta legato a Cornigliano, Alessandro Varaldo

I poeti liguri, anche per fattori geografici, intrattennero forti legami con la cultura francese, in particolare col Simbolismo, una corrente che investì non solo la letteratura, ma le arti in genere. Il movimento sorse in Francia intorno al 1850 e si diffuse in Italia, specie nell'area genovese. Testimonianza importante del Simbolismo letterario ligure sono, da una parte, “Il libro dei trittici" scritto a

tre mani da Varaldo, Giribaldi e Malfettani, (ricordiamo una nota via di Sampierdarena intitolata a quest'ultimo); dall'altra, la rivista Endymion (1897), che si stampava a Genova. In realtà il Simbolismo di Alessandro Varaldo (Ventimiglia, 1876-Roma, 1953) è un pretesto, in quanto la sua poesia appare piuttosto tardo-romantica, con venature colloquiali. Figlio di Giuseppe Varaldo, di origine savonese e di Eugenia Rolando di antica famiglia ventimigliese, nacque il 25 gennaio nella villa materna delle Asse e vi trascorse la giovinezza frequentando il locale ginnasio sotto la guida di Dante Cattani, già allievo del Carducci, e grazie ai dotti consigli di Girolamo Rossi, frequentò poi il liceo Cassini di San Remo, dove ebbe come maestro il professor Luigi Gualtieri. Si trasferì successivamente con la famiglia a Genova, dove iniziò giovanissimo l’attività letteraria, tenendo fitti contatti con l’ambiente culturale torinese. Fra le prime opere scrisse nel 1898, La Principessa lontana, a cui seguirono, con crescente affermazione in tutti i campi letterari, volumi di poesia, di teatro, di critica, di saggi, ma soprattutto di romanzi e novelle, unitamente ad una vasta collaborazione a riviste e giornali, quali la Gazzetta del Popolo della domenica ed il famoso Caffaro, che lo resero uno degli autori italiani di maggior successo nella prima metà del Novecento. Fu anche direttore di Comoedia. Il tema del ricordo prevale nel suo libro Marine liguri, ispirato al paesaggismo. Nel sonetto che segue è citata una villetta fra Sestri e Cornigliano, molto cara al poeta, che vi abitò a lungo, in particolare negli anni giovanili. Nella poesia, che alterna elementi di novità a stilemi tradizionali, il Varaldo, trasferitosi a Roma, si rivolge ad un amico in viaggio lungo la costa ligure, chie-

dendogli se esista ancora la <casetta bianca> della sua adolescenza. Si accenna anche ad una collina (probabilmente gli Erzelli) con un viale ed una fanciulla che, dalla finestra, spiava il poeta. Un amore platonico, venato di nostalgia, sbocciato a Cornigliano? Così parrebbe dall'insistenza del poeta sui toni del “bianco”.

"Là giù tra Sestri e Cornigliano appare su la collina la casetta bianca che il raggio mite de la luna imbianca tutta e rispecchia ne l'argenteo mare? V'è sempre (e dorme) la fanciulla bianca che mi soleva incognita guardare da la persiana che l'albor lunare irradiava d'una luce bianca? V'è sempre (e dorme) il magico viale dove ò pensato i più bei versi miei ascoltando una voce musicale che mi leggeva di Mignon? Dal mare la casa bianca de li affetti miei là giù tra Sestri e Cornigliano appare?". A. Varaldo, da “Marine liguri” Rita Nello Marchetti


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Guido Rossa, il 24 gennaio il ricordo dell’operaio-sindacalista assassinato dalle Brigate rosse Trentotto anni fa, il 24 gennaio, moriva a Genova, trucidato dalle Brigate rosse, Guido Rossa, operaio meccanico, sindacalista della Fiom-Cgil, iscritto al Partito comunista italiano. Rossa aveva avuto il coraggio di denunciare un suo compagno di lavoro, Francesco Berardi) sorpreso mentre abbandonava in fabbrica (l’Italsider) volantini con la ‘firma’ delle Br. Era il 1978, uno degli anni più duri tra i cosiddetti anni di piombo: l'anno prima le forze politiche vicine al Pci avevano subito forti contestazioni da parte del movimento del '77, mentre l'attività delle Br e dei suoi fiancheggiatori aveva subito un'accelerazione culminata con il sequestro e l'uccisione a Roma del segretario della Democrazia cristiana, Aldo Moro. Come risposta il Pci e il sindacato presero definitivamente le distanze dalla lotta politica extraparlamentare ed invitarono gli iscritti a vigilare contro il terrorismo togliendo ogni possibile copertura ideologica e invitando a denunciare i sospetti di terrorismo attivi nelle fabbriche. È opportuno ricordare che le Brigate rosse furono un'organizzazione terroristica di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per opera di Renato Curcio, Mara Cagol e Alberto Franceschini, per propagandare e attuare la lotta armata rivoluzionaria ‘per il comunismo’ di matrice marxista-leninista. Le Br furono il più numeroso e longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistente in Europa occidentale. Torniamo a 38 anni fa. Il 24 gennaio, alle 6 e 35 del mattino, Guido Rossa esce dalla sua casa in via Ischia 4, a Genova, per recarsi in fabbrica con la sua Fiat 850. Ad attenderlo su un furgone Fiat 238 parcheggiato vicino c'è un com-

mando composto da Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi. I brigatisti gli sparano contro uccidendolo. È la prima volta che le Brigate Rosse decidono di colpire un sindacalista organico alla sinistra italiana: l'omicidio sarà seguito da una forte reazione di partiti e sindacati e della società civile, in particolare quella legata al partito comunista. Il 25 gennaio Il Secolo XIX titolerà a tutta pagina: «Operaio dell’Italsider assassinato dalle Br. Aveva denunciato un complice dei brigatisti» «Un gesto di coraggio civile – dirà Luciano Lama, segretario nazionale della Cgil, durante le esequie – forse rimasto troppo isolato». Anche se la frase pronunciata non piacque a molti perché poteva prestarsi ad insidiose interpretazioni. Ma quel giorno, a Genova, insieme al segretario del Pci, Enrico Berlinguer, e al presidente della Repubblica, il savonese Sandro Pertini, migliaia e migliaia di persone parteciparono alle esequie. Quel giorno, in una fredda e desolata giornata di pioggia, nel corteo, tra le bandiere e gli striscioni dei compagni di Guido Rossa, cominciò a sbriciolarsi il consenso e la simpatia di cui le Brigate rosse godevano presso certe frange massimaliste, proletarie, del movimen-

to operaio. Quella testimonianza costò a Rossa la vita, ma fu un baluardo, una pietra di paragone per un Paese che annaspava, quasi preso in ostaggio, dalle bande armate. Rossa, con il suo fortissimo gesto civile, difese la democrazia e l’ordine costituzionale. Costruì, lui operaio e sindacalista, una frontiera precisa fra l’eversione di sinistra con la deriva armata delle Brigate rosse e la storia del movimento al quale Rossa apparteneva. Guido Rossa è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile. iC


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ilCorniglianese/associazionismo ed aziende

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Non solo fiori ma… arti marziali 20 anni di mestiere e di passioni per Orietta dei Fiori di Orry

La nostra amica e sostenitrice della prima ora, Orietta, dei "Fiori di Orry" è arrivata a Cornigliano nel lontano 1997 e festeggia oggi i suoi... primi vent'anni di attività nel nostro quartiere. Ricorda sempre il suo primo incasso di ben 257 mila lire. Come noi, nonostante tutto, si è innamorata di Cor-

nigliano e grazie alla sua caparbietà e alle arti marziali, sport che Orietta pratica quando non fa la fiorista (a proposito, sconsigliamo malintenzionati), è riuscita a restare "a cavallo", apprezzata e stimata dalla clientela per la sua simpatia e la sua professionalità. Un grande ‘grazie’ a Orietta ed

un augurio di poter continuare per altri decenni la sua attività in un quartiere finalmente, urbanamente, commercialmente e culturalmente, riqualificato (il suo bel negozio si confronta giornalmente e combatte il degrado intorno all’ex mercato comunale…) per il suo contributo dato alla rinascita

commerciale del quartiere e... al nostro giornale. Le persone come Orietta rappresentano la maggior parte di quei corniglianesi che meriterebbero molto ma molto di più. E non solo per le tasse che onestamente pagano. Alfonso Palo

La scelta estrema di Guido, l’ultimo desiderio prima dell’eutanasia: una nuova ambulanza per la Croce Bianca di Cornigliano ”Prima di andarmene voglio che resti qualcosa di me. Per gli altri”. Dopo queste parole rivolte al responsabile di una struttura oncologica privata di Cornigliano dove era in cura da mesi per un tumore in fase terminale, Guido, 90 anni, ha intrapreso il viaggio verso Lugano, in una struttura dove ha chiesto e ottenuto di esser sottoposto al trattamento di fine vita, l’eutanasia. Una storia più unica che rara, da raccontare, quella che ha avuto nella Croce Bianca di Cornigliano un riferimento straordinario: la donazione da parte dell’anziano pensionato genovese di 90 mila euro con i quali la pubblica assistenza ha potuto immediatamente acquistare un nuovo mezzo. L’ultimo desiderio ha il tratto semplice di una singola firma su un assegno non trasferibile, la firma di Guido Grappa, ex lavoratore dell’Italsider, discendente di una facoltosa famiglia di Sestri Levante. Quel momento era stato preparato da mesi: un ultimo, generoso gesto formalizzato prima di un altro ultimo, estremo: la scelta di lasciare di qua il dolore che ti toglie il respiro e di andarsene per sempre attraverso l’eutanasia. La vita de Guido era già stata contrassegnata da indicibili lutti personali, sin da quando il cancro aveva stroncato la sua compagna da vent’anni, lasciandolo da solo a combattere un tumore in fase terminale. La prova è durissima, le speranze di guarigione si affievoliscono

con il passare del tempo. Guido è solo, senza affetti familiari. Ma, nel corso dei tre anni passati nella clinica di Cornigliano, durante la routine segnata da controlli ed esami eseguiti tra Villa Scassi e il San Martino, a bordo della stessa ambulanza della Croce Bianca di Cornigliano, si accende la fiammella di un nuovo legame umano attraverso la vicinanza dei volontari della pubblica assistenza. La condivisione di quei momenti difficili ma preziosi che riscaldano la vita, o quel che ne resta, è il segnale. Il legame si fa più forte nel tempo mentre matura anche il progetto di lasciare Genova per l’ultimo viaggio verso la Svizzera. Le settimane trascorrono in attesa della ‘chiamata’, con la presenza ormai familiare dei militi della Croce Bianca che continuano la loro assistenza accudendo Guido anche nelle cose più normali della vita quotidiana, come la preparazione dei pasti, mentre cresce l’attesa per essere trasferito in Svizzera, al terzo piano della clinica specializzata dove, a cose avvenute, la vista sul lago non serve più. La spesa per l’ultimo viaggio si aggira tra i 15 mila e i 30 mila euro e occorre firmare per essere accompagnati all’ultimo capitolo della vita. Il mezzo è un’iniezione, oppure un liquido da ingerire. Il tempo per andarsene per sempre è di dieci minuti. Guido lo sa, si è preparato e ha deciso di porre fine alla propria sofferenza e di lasciare qui il suo dolore.

Poi, la chiamata dalla Svizzera, posticipata per due volte, arriva lo scorso ottobre. “Prima di andarmene voglio però che resti qualcosa di me. Per gli altri. Quei ragazzi sono sempre stati gentili con me e so che hanno bisogno di un’ambulanza. Gliela darò io, ho ancora qualcosa da parte che non userò più”. L’ultima volontà trasforma Guido, per assurdo: lo rende impaziente, desideroso di partire e di lasciare quello che ‘non si può portare di là’ perché si trasformi in un automezzo al servizio di chi ne avrà bisogno. Ora l’ambulanza è pronta con un allestimento di prim’ordine nei garage della Croce Bianca di Cornigliano pronta a partire per salvare nuove vite. Sulla fiancata è inciso il nome del donatore. Finalmente libero dal dolore, Guido sorriderebbe a vederlo. La redazione


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L’idea è quella di assicurare uno Sportello del Cittadino in materia condominiale ed immobiliare a cura dell’A.L.A.C. Il servizio riguarda la consulenza condominiale (legale, contabile ed amministrativa) fiscale e tecnica, immobiliare in genere compresa locazione, legale in genere sia a favore degli amministratori di condominio che dei cittadini. La consulenza, gratuita, sarà fornita su appuntamento, chiamando direttamente il professionista. Per informazioni di carattere generale potete scrivere alla seguente mail: consulenze@prolococornigliano.it

Franca Battaglino e Maurizio Alì (Il tuo serramento): “La strada a mare ha penalizzato il commercio La nuova via Cornigliano dovrebbe rivitalizzarlo” Spesso la nostra redazione si occupa degli esercizi commerciali che in modo concreto ci aiutano nel proseguimento delle nostre pubblicazioni, inserzionando la propria attività tra le nostre pagine. In altre parole ci permettono di continuare il nostro lavoro di informazione in modo autonomo proponendo un mensile, riteniamo, di qualità. Questo mese siamo andati a visitare “Il tuo serramento”, in via Cornigliano 188r, che si occupa di porte blindate e in legno, finestre in alluminio, pvc e parquet in legno. I titolari sono Franca Battaglino e Maurizio Alì, e proprio alla signora Franca ho rivolto la prima domanda. Da quanto tempo avete questo negozio e di cosa vi occupate? Sono circa trent’anni che gestiamo questa attività e precisamente dal 1988. Ci occupiamo di serramenti, porte, finestre, parquet, ovviamente tutto su misura e con particolare riguardo alla qualità dei materiali e all’accurato montaggio. Come è cambiata Cornigliano in trent’anni? Molto, moltissimo. La prima cosa che mi viene in mente è l’onestà. Ricordo che tenevamo aperto fino a tardi e la porta d’ingresso era sempre aperta. Oggi, come vede, per poter entrare si deve suonare il campanello, motivo molto semplice: non ci si può più fidare; poi la semplicità del rapporto con il cliente che oggi è molto più complessa ed articolata per ‘colpa’ dei colossi commerciali, Leroy Merlin, per esempio, quello più vicino a Cornigliano… hanno di fatto distrutto tutte le piccole attività e non è proprio vero che si risparmia, perché noi puntiamo molto alla qualità al servizio e all’assistenza che ci permette di avere una buona clientela. Per ultimo, la strada a mare ci ha penalizzato molto: moltissimi nostri clienti del centro e levante di Genova, prima costretti a passare da Cor-

nigliano, oggi, purtroppo non li vediamo più, e proprio per un fatto di viabilità, questo ci ha danneggiato molto. Non tutti i commercianti di Cornigliano inserzionano sul nostro giornale. Voi, invece sì, perché? Nella sua domanda c’è anche la risposta. Se tutti facessero pubblicità sul giornale, non solo ne avreste un beneficio, ma avremmo anche una Cornigliano commercialmente più unita e quindi con una qualità del servizio migliore. Come trovate il nostro giornale? Direi un buon prodotto, un’ottima informazione, se però devo fare una critica costruttiva, la farei sulle negatività che mettete in risalto, e che purtroppo ci sono. Mi piacerebbe se al fatto negativo posto in evidenza ne seguisse una proposta di soluzione. Che rapporto avete con il Municipio e il Comune? Generalmente un buon rapporto, ma se dovessi dare un consiglio per migliorare le attività commerciali, lo farei proponendo ad esempio una tassazione più modesta sulla metra-

tura dei locali, se dicessimo che tutti i locali, pari o inferiori a 30 mq pagassero una tassazione non superiore al 15% agevoleremmo fiscalmente, non solo il locatario ma anche il locatore, quindi la possibilità a chi decide di aprire un’attività, di condurre una vita più serena, soprattutto dal punto di vista finanziario.

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Amministratore condominiale Compiti e doveri di un professionista La nomina di un amministratore di condominio non è sempre obbligatoria. La legge, infatti, impone di dotarsi di un amministratore soltanto quando i condomini sono più di 8. Sotto questa soglia è comunque sempre possibile scegliere liberamente di nominare un amministratore, rispettando però alcuni requisiti. La nomina dell’amministratore è effettuata dall’assemblea. Per la validità della nomina è sempre necessaria la maggioranza dei condomini presenti all’assemblea stessa che rappresentino almeno la metà del valore dell’edificio. Compiti e doveri dell’amministratore a) La rappresentanza dei condomini: in primo luogo all’amministratore compete la rappresentanza del condominio. Ciò significa che nell’ambito dei suoi poteri e doveri egli rappresenta i condomini e può promuovere azioni giudiziali nell’interesse del condominio, sia contro i terzi sia contro i condomini. Si pensi al caso in cui debba recuperare da un condomino moroso le spese di riscaldamento. Allo stesso modo chi intende promuovere una causa contro il condominio (o anche solo inviare solleciti o comunicazioni) deve notificare presso l’amministratore tutti gli atti. b) Gli obblighi dell’amministratore: l’amministratore è tenuto: -all’atto della nomina (e ad ogni rinnovo dell’incarico) a comunicare i propri dati anagrafici e professionali e il luogo dove vengono tenuti i registri dell’anagrafe condominiale, dei verbali e delle revoche nonché della contabilità specificando giorni e ore in cui gli interessati possono prenderne visione gratuitamente -a stipulare una polizza che lo copra in caso di errore pro-

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Rischi cardiovascolari Teniamo d’occhio il diabete

fessionale, se ciò viene richiesto dai condomini come condizione per la nomina - ad affiggere sul luogo di accesso al condominio un documento dal quale risultino le sue generalità e i suoi recapiti, anche telefonici - ad aprire uno specifico conto corrente dedicato al condominio - alla cessazione dell’incarico, a consegnare tutta la documentazione in suo possesso riguardante il condominio e i singoli condomini e ad eseguire tutte le attività urgenti per evitare danni per gli interessi comuni - ad agire per il recupero forzoso delle somme dovute al condominio entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio salvo che l’assemblea lo dispensi espressamente. c) I doveri dell’amministratore: l’amministratore deve in ogni caso eseguire le deliberazioni dell'assemblea, curare l’osservanza del regolamento di condominio disciplinare l’uso delle cose comuni e l’utilizzo dei servizi in modo tale che tutti possano goderne nel migliore dei modi - riscuotere i contributi - erogare le spese necessarie per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell'edificio e per l'esercizio dei servizi comuni - compiere tutti gli atti per conservare le parti comuni dell’edificio - curare gli adempimenti fiscali - tenere il registro dell’anagrafe condominiale - curare la tenuta del registro dei verbali delle assemblee - curare la tenuta del reg ist ro di n om i na e di r ev oca dell’amministratore - curare la tenuta del registro di contabilità - predisporre il rendiconto condominiale annuale della gestione e convocare l’assemblea per la relativa approvazione entro 180 giorni. Andrea Scibetta Agente immobiliare Fiaip Amministratore condominiale

Continuiamo sul tema “rischi cardiovascolari, conoscerli per evitarli”. Abbiamo accennato nell'articolo del mese scorso al fumo come uno dei fattori di rischio più importanti. Adesso affrontiamo il diabete: è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati valori di glucosio nel sangue (iperglicemia). Se non viene tempestivamente e correttamente curato, il diabete favorisce l’indurimento delle arterie (arterosclerosi), l’ipertensione e l'ipercolesterolemia e riduce il livello del colesterolo Hdl, incrementando il rischio cardiovascolare. Il diabete di tipo 2, noto anche come diabete dell'età adulta, è la forma più diffusa della malattia. Compare di norma oltre i 35-40 anni, si manifesta spesso in persone della stessa famiglia. Ma altre cause non genetiche favoriscono l'insorgere del diabete: l'obesità o il sovrappeso, soprattutto a carico del grasso addominale, la sedentarietà ed una alimentazione troppo ricca in grassi e povera in fibre naturali . Anche quando l'iperglicemia è presente, generalmente le persone non avvertono importanti sintomi fisici e può quindi capitare che il diabete non venga diagnosticato. Non conoscere la diagnosi, e quindi non sottoporsi alle cure necessarie, vuol dire andare incontro a gravi conseguenze per la salute, in particolare a livello del cuore e di tutto il sistema circolatorio, del cervello, degli occhi e dei reni. Fare prevenzione nei confronti del diabete di tipo 2 significa riuscire ad individuare i soggetti che hanno maggiore probabilità di sviluppare questa malattia quando ancora hanno la glicemia normale ma presentano stili di vita e abitudini alimentari scorrette su cui è possibile intervenire per ridurre il rischio di andare incontro al diabete. In alcune farmacie è possibile misurare il valore della glicemia con prelievo si sangue a digiuno e misurare anche un altro valore fondamentale per fare una corretta diagnosi, l'emoglobina glicata. Le feste sono passate e un controllo sarebbe opportuno per tutti. Jose Cuffaro, farmacista

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) Gennaio a tavola Pasticcio bianco di pasta Per 4 persone: preparate una pasta all’uovo con 400 g di farina, 4 uova intere e un pizzico di sale. Ritagliate delle fettuccine larghe, cuocetele al dente in abbondante acqua, scolatele e condite con burro sciolto dove avrete sciolto 4 acciughe salate (pulite), avrete grattugiato 50 g di formaggio grana e 50 g di gruviera. Con metà condite le fettuccine, prendete un tegame capace (meglio di porcellana) a bordi bassi, imburratelo leggermente e accomodatevi una metà abbondante delle fettuccine condite, su questa metà disponete 100 g di provola, mozzarella o fontina (a voi la scelta), 3 o 4 acciughe salate (già pulite) a filettini, un pizzico di pepe bianco e ricopritele con le altre fettuccine rimaste, poi sopra ad esse seminate la gruviera o il parmigiano, tenuti in disparte, disponete ancora qua e là qualche pezzetto di burro e passate il pasticcio in forno caldo per una decina di minuti affinché possa gratinarsi, infine servitelo caldissimo. In quanto le acciughe sono già molto saporite, la pasta sarebbe meglio cuocerla senza salare l’acqua.

pomodoro, 200 ml di acqua, un dado gelatinoso di pesce, una mela renetta, sale, pepe, peperoncino a piacere. Asportate la pelle e le lische dallo stoccafisso, spezzettatelo, mettete in un tegame il porro tagliato fine con l’olio e fatelo soffriggere. Dopo che avrà soffritto aggiungete lo stoccafisso e fatelo cuocere per 15 minuti, unite il pomodoro, salatelo e pepatelo (rigirarlo di tanto in tanto), dopo 10 minuti aggiungete l’acqua e il dado, mischiate a fuoco medio per 20 minuti, aggiungete la mela a pezzettini piccoli, controllate se è salato al punto giusto ed infine aggiungete il peperoncino a vostro piacimento. Se preferite potete usare il baccalà al posto dello stoccafisso.

Duzu de castagne (dolce di castagne, Alta Valle Argentina) Ingredienti: 750 ml di latte, 500 g di mele, 250 g di farina di castagne, 100 g di uvetta sultanina, 50 g zucchero, 50 g di pinoli, 50 ml di olio d’oliva, zucchero a velo e sale. Stemperate la farina di castagne nel latte e lasciate riposare il composto per 4 ore (o meglio, per una notte intera): si otterrà così che la farina si imbibisca a dovere. Ripresa la farina stemperata miscelatevi l’olio e condite con il sale e zucchero, battete energicamente con una frusta. Sbucciate le mele escludendo il torsolo e tagliatele a fettine sottili, ungete un tegame da forno e versatevi la pastella di latte, unite l’uvetta rinvenuta e i pinoli, disponete quindi le fettine di mela a raggiera a ricoStoccafisso con porri e mele prire tutta la superficie. Ingredienti per 4 persone: 700 g Spolverate con zucchero a velo e ponete in stoccafisso ammollato, 200 g porri, forno a 200 gradi finché il composto non si 40 g olio d’oliva, 100 g passata di sia rappreso.


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I nostri inserzionisti

Rimettiti in forma con il carciofo

l’anno. Sul mercato esistono diverse qualità di carciofi, tondeggianti o allungati, con spine o senza, in diverse tonalità di verde e con sfumature violacee. Le varietà di carciofo coltivate nel mondo sono circa 90. La grande richiesta di carciofi sul mercato induce i grandi produttori all’impiego di sostanze non propriamente benefiche, per non dire tossiche. È necessario quindi, anche a scapito di un costo maggiore, l’acquisto di prodotti di sicura provenienza biologica. Il segreto delle sue virtù risiede nella cinarina, la sostanza aromatica che gli conferisce il caratteristico sapore amaro e molte delle sue proprietà benefiche e terapeutiche. I carciofi rappresentano una vera e propria miniera di principi attivi e vantano particolari virtù terapeutiche. Hanno pochissime calorie, sono molto gustosi ed hanno molte fibre, oltre ad una buona quantità di calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Sono dotati di proprietà regolatrici dell’appetito,

vantano un effetto diuretico e sono consigliati per risolvere problemi di colesterolo, diabete, ipertensione, sovrappeso e cellulite. Sono anche molto apprezzati per le caratteristiche toniche e disintossicanti, per la capacità di stimolare il fegato, calmare la tosse e contribuire alla purificazione del sangue, fortificare il cuore, dissolvere i calcoli. Da non sottovalutare è anche la funzione epatoprotettiva e antitossica e ciò si evidenzia maggiormente su diverse sostanze tossiche, in particolare sull’alcol, la cui presenza nel sangue viene ridotta per l’effetto diuretico. I carciofi contengono molto ferro grazie a due sostanze: la coloretina e la cinarina, presente in concentrazione massima durante la formazione del capolino, che è poi la parte della pianta che viene usata in cucina. Queste sostanze sono in grado di provocare un aumento del flusso biliare e della diuresi e in particolare la cinarina, svolge un ruolo importante poiché riesce ad abbassare il livello del colesterolo. Per ottenere un vero beneficio, occorrerebbe consumare il carciofo nella misura di 300 g. al giorno per un periodo piuttosto lungo. I principi attivi vengono assimilati al meglio se il carciofo viene mangiato crudo condito con un po’ di limone per attutirne il gusto amaro o anche con olio, sale ed aglio. Se ti piace, il suo sapore si abbina benissimo anche alla bottarga. Ciò nonostante, dato che non sempre questo è contemplabile e possibile, si può consumare anche bollito o stufato. Un consiglio che ti dò è quello di non gettare via l’acqua di cottura del carciofo, in quanto in essa si riversano tutte le proprietà che si perdono durante la preparazione, ma utilizzala per dare vita a dei piatti gustosi a base di brodo o che prevedano il suo utilizzo, ad esempio un risotto, o per berla a stomaco vuoto favorendo un’azione depurativa a vantaggio di fegato e reni. È sconsigliato consumare carciofi alle mamme che allattano o che sono in procinto di farlo in quanto riducono la produzione di latte. Quando i carciofi sono molto freschi ed hanno il gambo lungo è possibile conservarli immersi nell’acqua, proprio come i fiori freschi. Per conservarli in frigo, invece, occorre togliere le foglie esterne più dure e il gambo, lavarli, asciugarli e metterli in un sacchetto di plastica o un contenitore a chiusura ermetica: si conserveranno per almeno 5-6 giorni. È possibile congelarli dopo averli puliti e sbollentati in acqua con succo di limone, lasciati raffreddare e riposti in contenitori rigidi. La qualità “bardana” del carciofo, particolarmente apprezzata, ha un effetto depurativo soprattutto per quanto riguarda la pelle, specialmente quella molto grassa, ma anche in caso di acne e foruncoli in genere. Tali benefici sono dovuti all’azione della vitamina A, a quelle del gruppo B, alla vitamina C e alla vitamina PP che, per l’appunto, favoriscono la corretta rigenerazione dell’epidermide e migliorano la salute di unghie e capelli, rafforzandoli. A questo proposito ti consiglio di provare questa maschera fai-da-te ad effetto energizzante: è necessario mettere in ammollo un carciofo in acqua e succo di un limone per 20 minuti per poi frullarlo insieme ad uno yogurt bianco fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Spalmalo su viso e collo evitando il contorno occhi e labbra e lascia agire per una decina di minuti, dopodiché rimuovi con acqua tiepida e concludi con un risciacquo freddo per far chiudere i pori. Rossana Cattide www.balocchi-e-profumi.it

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Siamo già a metà gennaio, il periodo festivo è stato molto intenso ed ora ci vorrebbe una bella dieta detox per iniziare l’anno con la giusta grinta. Venerdì, mentre facevo scorta di verdura tra i banchi del mercato rionale di Cornigliano, ho visto tante cassette di carciofi freschi così ho pensato di darti due dritte per rimetterti in forma. Il carciofo è una pianta di origine mediterranea, molto nota fin dall'antichità per i pregi del capolino che viene utilizzato in cucina come ortaggio. In Italia è molto diffuso, soprattutto nell’area mediterranea, le coltivazioni più estese si trovano in Liguria, Toscana, Sardegna, Lazio e Puglia ed il nostro Paese, attualmente, è il maggior produttore a livello mondiale di carciofi. È una pianta erbacea poliennale, appartenente alla famiglia delle Composite (o Asteracee). Il fusto circolare con striature longitudinali è eretto e porta in posizione terminale le teste fiorali. Ha un’altezza che varia dai 50 ai 150 cm, ma può raggiungere anche i 2 metri. Le foglie sono grandi, composte, di colore verde grigio e sono la parte della pianta utilizzata in fitoterapia. I fiori, ermafroditi inframmezzati da numerose setole bianche e traslucide, sono inserti sul ricettacolo a formare un capolino. Fiori e setole nei primi stadi di sviluppo sono volgarmente indicati con il nome di "peluria". Sul ricettacolo carnoso si inseriscono anche le brattee; ricettacolo e bratee, colti prima della fioritura, sono la parte utilizzata a scopo alimentare. Il frutto grigio-bruno ha forma allungata, di sezione quadrangolare, di colore grigiastro bruno e screziato. Il carciofo viene raccolto da ottobre a giugno e molte specie fioriscono più volte durante

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Chi è interessato a rinnovare, modificare ed acquisire spazi su questo giornale può rivolgersi ai nostri soci collaboratori Liliana Gatto e Alfonso Palo adver@prolococornigliano.it


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Gso Corniglianese e Us Polis: vincono i valori dello sport nel torneo di fine anno nel segno dell'Amicizia

Si è disputato il 29 dicembre nel campo S. Andrea di via Minghetti l'ultimo Torneo dell'anno sotto il segno dell'Amicizia fra il Gruppo sportivo oratoriale Corniglianese e l'Us Polis. Niente di più speciale che festeggiare e rafforzare l'amicizia e la piena collaborazione che ormai da tempo regna fra queste due società. Valore aggiunto dal clima natalizio e festivo che hanno dato a questo torneo quello spirito giusto che i ragazzi hanno profuso sul campo durante le gare. Parlare del risultato delle partite ci sembra riduttivo, vale quindi la pena di sottolineare il senso di amicizia e rispetto dimostrato sia dai ragazzi, e questo era dato per scontato, ma soprattutto come i

genitori hanno accompagnato con calore e soddisfazione l'impegno di tutti i partecipanti al di là dei propri colori sociali. Va detto che sia la Polis che il Gso Corniglianese ormai da tempo hanno aperto una giusta campagna di solidarietà sportiva finalizzata all'educazione dei ragazzi non solo sotto il profilo sportivo ma anche morale alla quale anche i genitori sono invitati a farne parte per aiutare i propri ragazzi alla loro crescita. Inutile ripetere che non serve a nulla la spasmodica ricerca del risultato ad ogni costo perché non serve e non aiuta il ragazzo alla sua crescita, come non serve ai genitori la ricerca di quelle “grandi società”

dove mandare i propri figli perché diventino dei campioni. Non sempre vincono i migliori come non sempre sono i più deboli a perdere, i ragazzi non hanno bisogno di un grande allenatore ma di un educatore che sappia rispettare i loro sogni, pensiero questo già ampiamente rimarcato in un articolo dal professor Ricci nel numero precedente de ilCorniglianese. Come consuetudine, al termine del Torneo, grande festa di auguri e premiazione finale dove ancora una volta gli applausi dei genitori hanno dato il giusto senso al divertimento dei loro ragazzi. S. D.

Challenge-La sfida, a segno la Warriors Team con due vittorie Sabato 21 gennaio si è svolta presso il Tower Genova Aeroporto, la prima edizione del ChallengeLa sfida, grande evento di sport da ring con atleti di Russia, Francia e Nord Africa. La Warriors Team di Cornigliano, capitanata dal maestro Gianluca Mancuso, ha preso parte al grande evento con Adam Olivares, atleta di Shindokai tre atleti, aggiudicandosi due vittorie nel K1, la prima con Damian Mendoza, round con molta determinazione fa congiovane promessa della Warriors Team, cludere l’incontro con micidiale ko; nello disputando un match molto difficile con Shindokai l’atleta Adam Olivares perde per un avversario di ben 7 kg superiore vincen- colpo non consentito. La Warriors Team di do con grande vantaggio; la seconda vitto- Cornigliano, capitanata dal pluricampione ria è arrivata con Giuseppe Giacomazzo del mondo Mancuso, svolge le proprie contro un forte avversario nordafricano, attività, a Cornigliano presso i Giardini dimostrato tutta la sua superiorità fin dal Melis n.8, con orari dalle ore 18 alle ore primo round, facendogli subire un conteg- 20 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerGianluca Mancuso e Giuseppe Giacomazzo gio, poi un jumping crossing ed al 3° dì. Domenico Turco

Damian Mendoza, K1


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Gennaio 2017 >>> I nostri inserzionisti

Fabio Concas riaccende la luce e ritorna a giocare ai grandi livelli

Via Cornigliano 153 r Genova

la prolungata assenza non aveva lasciato in lui deleteri strascichi. Bentornato Fabio, ciò che si è fatto in passato, nel bene e nel male, rimane; il futuro non è ipotizzabile, allora ritorna a vivere serenamente il presente come facevi da ragazzino, quando inseguendo i tuoi sogni, salivi ogni pomeriggio sui treni diretti a Savona, per il quotidiano allenamento. Guido Pallotti paguro39@live.it

L’intervista completa e a firma del sottoscritto, al calciatore corniglianese Fabio Concas, allora militante nel Carpi, compagine in vetta alla classifica di serie B, è leggibile online su ilCorniglianese di dicembre 2014. Era una sera di fine settembre del 2014 quando l’amico Fabio Concas, forse stufo delle continue richieste che gli facevo, aveva trovato il tempo di concedermi l’intervista telefonica: tra poco più di mezz’ora sarebbe iniziato il derby Genoa– Sampdoria e lui ed io, entrambi sampdoriani, eravamo in trepidante attesa. Era la terza giornata di campionato, la Samp vinse 0–1 con gol di Lopez e avrebbe, così come il Genoa, disputato un campionato tranquillo, mentre il Carpi con Fabio gran protagonista, iniziava una stupenda cavalcata conclusa con la squadra emiliana in serie A… purtroppo senza di lui. Tra le altre cose gli avevo chiesto: «In coppia con Ebagua ti ho visto fare uno splendido campionato a Varese, adesso hai come compagno di squadra Nbakogu, pensi mai di venire alla Samp per completare il trio dei bomber dalla pelle scura, con Okaka?» La sua risposta era

stata: «Sono contento che tu mi faccia questa domanda perché ho già vestito quella maglia dai colori meravigliosi e unici e mi è rimasta incollata addosso: ho chiuso in un cassetto il sogno di rivestirla, spero che verrà il giorno che potrò riaprire quel tiretto.» Nel mese di dicembre di quello stesso anno Fabio subì un trauma fisico a un ginocchio e un altro psicologico, ben più devastante, che gli costò la momentanea interruzione della carriera con relativo allontanamento per due anni, dal calcio professionistico… Pomeriggio di un normale sabato dello scorso dicembre, come di solito, seguivo su Sky la diretta gol della serie B, dove purtroppo il Carpi, dopo un unico dignitoso campionato di serie A, era ritornato. Mi balzò agli occhi la figura di un giocatore in maglia bianca, del quale non avevo dimenticato le caratteristiche della corsa e il modo generoso di giocare: Fabio era tornato! Lo vidi correre sulla consueta fascia destra inseguendo a ritroso un avversario, per raggiungerlo e fermarlo con un fallo, proprio al limite dell’aria di rigore, si prese la sacrosanta ammonizione e, da come protestò con l’arbitro, capii che

Gli inserzionisti de ilCorniglianese porgono a tutti i lettori e alla propria clientela i migliori auguri di felice anno nuovo

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P. S., tratto da Internet. Fabio, che può riprendere il suo percorso da professionista del pallone e in questa giornata (13 dicembre) alla fine di due lunghissimi anni lontano dallo stadio, ha deciso di affidare ai social network, un messaggio per tutti i suoi tifosi: “Oggi è un giorno un po’ diverso: è finito un incubo… volevo ringraziare tutta la mia famiglia che mi è stata vicino in questi anni difficili… e anche un ringraziamento ai miei più cari amici che mi hanno fatto sentire la loro presenza anche quando non vedevo la fine di questo incubo… ciao“.

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27 gennaio. Nel giorno della Memoria per non dimenticare chi si oppose al nazifascismo Massimo Bisca (Anpi) racconta l’eccidio di via De Cavero

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mo vivendo una fase delicata nella vita del Paese.Serve una nuova avanzata della democrazia. Da qui l’importanza e l’urgenza della Memoria. Le ragioni sono semplici. La prima è di matrice storica, se un giovane non conosce che cosa lo ha preceduto nella storia del Paese, difficilmente imparerà e saprà bene utilizzare la sua coscienza civile, poiché non saprà da che punto inizia il suo percorso come cittadino di questa nazione. La seconda è invece di matrice morale che occorre ritrovare in ogni persona perché deve nuovamente scattare la capacità di indignarsi per le cose che non funzionano e deve riemergere il coraggio di denunciarle. Per questo occorre tenere vivi i ricordi dei “frutti amari” del passato per evitare di assaporarne di nuovi nell’avvenire, va fatta perciò molta attenzione quando il livello di odi e rancori sale nella società. Nel '45 si lavorava per isolare e battere l’avversario principale, si diceva:“Essere per tutto ciò che unisce, contro tutto ciò che divide”.Sono stati i ribelli di allora a capirlo per primi, superando diffidenze, attriti e settarismi, dando alle lotte di quegli anni un carattere fondamentale: quello dell’unità. È una lezione che è servita nel dopoguerra contro provocazioni, tentativi reazionari e destabilizzanti, contro il terrorismo e anche oggi è più che mai attuale visto l’evolversi della situazione. Serve un punto di riferimento chiaro al quale ogni forza politica che ha a cuore il futuro del Paese possa guardare; partendo da quei valori, per i quali i nostri padri non hanno potuto vivere la loro giovinezza e molti dei loro compagni hanno sacrificato la vita, come Ricciotti, Coli e Merlino, per questo bisogna guardare alla carta costituzionale, vedendo la Costituzione non solo con la memoria, ma come programma per il futuro. Troppi sono i deboli di memoria, o i finti sprovveduti;perché la cattiva e scorretta gestione che purtroppo è stata fatta della democrazia, anziché stimolare maggior rigore morale da parte dei gestori della cosa pubblica, ha provocato rigurgiti preoccupanti nella società e tentazioni autoritarie, delle quali credevamo di essere immuni. Dobbiamo riscoprire il significato pieno dell’antifascismo trasmettendolo agli altri, specie i giovani, che ancora oggi la Costituzione rappresenta un’arma formidabile. Ci sono, nel solco della sua prima parte, dei nuovi diritti da affermare, ma più che altro serve applicare fino in fondo quegli articoli che, dopo tanti anni, non trovano ancora applicazione nelle leggi. Oggi gli uomini della lotta di liberazione cedono naturalmente al tempo, se ne vanno coi loro ricordi, coscienti dei loro errori, anche, ma con le loro delusioni, non era certo questa l’Italia che volevano. Quell’Italia è ancora da fare Ci ricordano che i loro compagni sono stati uccisi per aver creduto in un mondo libero per tutti, che bisognava resistere per affermare, con la propria dignità, la dignità di tutti. Per questo continueremo a lottare e a ricordare. Continueremo a ricordare, anno dopo anno, per rinnovare il patto scritto con tante privazioni e lutti oltre 60 anni fa per portare avanti quei Valori che si sono ricevuti dai partigiani, valori che bisogna difendere e rafforzare per l’avvenire della democrazia nel nostro Paese.

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16 brigate che simultaneamente rispondono con tutte le armi disponibili ai nazifascisti che si sentono braccati. Un’azione frutto di una fitta rete di collegamenti fondamentali per la riuscita dell’operazione. È la dimostrazione della capacità organizzativa, logistica e militare dei ribelli. Vengono issate diverse bandiere rosse in alcuni edifici pubblici e una anche alla casa del fascio di Sestri. Qua e là nella notte, ci sono scontri a fuoco tra le forze partigiane e i brigatisti neri che vengono messi in fuga. Merlino partecipa come mitragliere della Brigata Alpron all’occupazione di Sestri, in piazza Aprosio presidia con la sua mitraglia l’entrata di via Sestri. Svolge altre azioni nelle settimane successive, poi a seguito di una delazione è arrestato anche lui e portato alla caserma delle brigate nere di Sampierdarena. Sono trascinati all’alba di una piovosa mattina in via De Cavero e sono assassinati. Alcuni corniglianesi e le donne in particolare, coprono pietosamente i loro corpi con dei vecchi giornali e più di una volta i fascisti li tolgono, perché i corpi esposti siano di monito. Solo dopo cinque giorni saranno seppelliti a Staglieno, il 4 dicembre 1944, come ignoti, nel campo 30, fila 23, fossa 13. In molte di queste vicende tal volta da riscoprire c'è il condensato dell'atteggiamento dei lavoratori nella Resistenza, il concetto che li ha sempre guidati. Un dato contraddistingue la Resistenza a Genova e la rende peculiare ed è l’intreccio straordinario tra lotta sociale e lotta armata. La partecipazione alla lotta armata, è stata prima di tutto una scelta ideale e politica, sostenuta e resa possibile dallo stretto rapporto tra i lavoratori delle fabbriche e i quartieri popolari che li sostengono nelle lotte. Per questo occorre la memoria, per non smarrire il senso della storia, la lezione che ne deriva. Il contributo del mondo del lavoro fu decisivo, contribuì ad accelerare la caduta del fascismo, a rendere più rapida la fine della guerra, a salvare il patrimonio industriale da cui sarebbe ripartita la ricostruzione e la rinascita del Paese. I lavoratori non hanno smobilitato dopo il 25 aprile. Si sono rimboccati le maniche e da subito, prima dell'arrivo degli alleati, hanno ripreso a far funzionare le macchine negli stabilimenti e il porto e poi hanno ricostruito il Paese. Per questo nel ricordare chi è morto in quella lotta, dobbiamo avere la consapevolezza che anche qui vi è un pezzo della storia della storia della nostra Repubblica e qui affondano le radici della nostra libertà. Dobbiamo avere coscienza che oggi vi è chi in Italia vuole tagliare quelle radici e riscrivere la storia e pone sul medesimo piano etico dittatura e libertà, totalitarismo e democrazia. C’è una verità storica inoppugnabile: in Italia c’è chi si è battuto per ridare libertà e dignità alla nazione − i partigiani, i 600.000 militari deportati nei campi di concentramento nazisti e le truppe anglo-americane − e chi per riaffermare un dominio assoluto e criminale,è ricorso anche a stragi di civili innocenti e deportazioni, cui parteciparono attivamente i militari della Repubblica di Salò. Ricordare tutto questo non vuol dire rievocare una storia lontana. Guardare e intendere con chiarezza ciò che è stato, serve a comprendere bene il presente e pensare al futuro. Stia-

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Li hanno fucilati, il 29 novembre del ’44, prelevati dalla casa del fascio di Sampierdarena, dopo giorni di torture che li avevano resi quasi irriconoscibili ai loro stessi compagni di cella. Nessuno di loro aveva ceduto, prima alle lusinghe e poi alle violenze. Grazie al loro comportamento nessuno dei loro compagni venne individuato e poterono continuare ad operare nell’azione continua contro i nazifascisti. Erano 3 lavoratori: Alfredo Ricciotti “Oscar”22 anni nato a Casola Lunigiana, in Garfagnana era venuto a Genova col padre in cerca di lavoro, abitavano a Begato in val Polcevera. Iniziò la sua attività da subito nei Gap, poi passò alla brigata sap Balilla, una spia infiltrata nel suo gruppo lo denunciò. Venne arrestato e condotto al comando delle brigate nere di Sampierdarena. È lì che durante la detenzione è torturato in modo bestiale, sino al punto che i suoi compagni di cella quasi non lo riconoscono. Nonostante le torture non ha parlato, non ha fatto nomi. Adriano Coli ”Sergio” di 29 anni, nato a Sestri Ponente, il più vecchio; di famiglia antifascista, impegnato da subito nel luglio del ’43 contro il fascismo. Insieme al fratello svolse una rischiosa opera di informazione politicomilitare, utilissima per la lotta di liberazione. Purtroppo la loro attività non passò inosservata e Adriano venne arrestato e portato alla casa del fascio di Sampierdarena. Filippo Merlino “Geo” 20 anni, nato a Voltri, operaio dell’Ansaldo Fossati. A soli 18 anni faceva parte dei Gap di Sestri, conosceva benissimo le armi tanto da diventare istruttore dei suoi compagni. Già l’11 settembre del ’43, in viale Canepa, è protagonista, dietro una mitraglia, di uno scontro a fuoco violento contro i tedeschi per il possesso di un camion carico di armi che poi venne fatto saltare dai partigiani. Dai Gap passa alla 3^ Brg Liguria come componente di un leggendario distaccamento detto dei “leggeroni” che agì sia nell’Appennino ligure-piemontese che nelle Langhe. Nell’ottobre del ’44 la situazione in città era decisamente difficile, c’era molta fame (100 g. al giorno era la razione di pane) e visti i continui scioperi che nascevano in molte fabbriche sotto la guida dei comitati di agitazione, i nazifascisti pensarono di fiaccare questo movimento così imponente che molte volte trovava riscontro e continuità nell’agitazione attraverso la mobilitazione nelle zone popolari. Imposero alle direzioni aziendali di affiggere manifesti dove si minacciavano di licenziamento e di lavoro coatto in Germania chi avesse continuato a protestare. In particolare le donne proprio in quei giorni organizzarono vere e proprie manifestazioni contro la guerra, la fame, e per la pace. Anche a Cornigliano esplose la rivolta delle patate, organizzandone, contro il volere dei fascisti, la distribuzione tra la popolazione; stessa cosa avvenne a Sampierdarena, nel Ponente e in Val Polcevera, dirottando i camion, nonostante la minaccia delle armi, per distribuire derrate alimentari. Il 25 ottobre lo sciopero si allarga a tutta la città in tutti i suoi comparti. Nella notte interi quartieri del ponente sono occupati militarmente. Sono

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Gennaio 2017 

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Buongiorno, segnalo che via Elsa, dal civico 12 in giù, nella discesa fino alla curva dove ha inizio via Col di lana, è totalmente sprovvista di illuminazione stradale pubblica, rendendo pericolosa la circolazione a piedi nelle ore di buio, sia per il passaggio di auto, sia per la ben poca visibilità (affidata ora ad una debole luce privata orientata verso delle scalette). Richiedo gentilmente all’amministrazione una verifica della situazione nelle ore di buio e di provvedere appena possibile all'installazione dei necessari punti di illuminazione. Grazie. Cordiali saluti Marco Sacchetto QUELL’AUTOMOBILE SENZA IL DISCO ORARIO Un assurdo caso di accanimento terapeutico

Gentile giornale, Vi seguo con molta attenzione ma, forse per la prima volta, su queste pagine si parla di un piccolo ma eclatante caso di miopia burocratica (se così si può dire) o di ‘cattiveria’ pari al più feroce accanimento terapeutico. Ho notato (da un anno? Due?) che una piccola utilitaria è evidentemente abbandonata nello spazio destinato alla sosta lungo il lato lungo del campo di calcio Ferrando, lato est, su via Rolla. L’ampia area di sosta diciamo che non è molto frequentata ma è regolata da un permesso di due ore da marcare con il caro vecchio disco orario che ogni conducente mette ben in vista all’interno della propria auto, sul cruscotto, a disposizione del controllo del vigile. Bene, passando e ripassando noto

che una automobile è sempre lì, nello stesso punto, ma soprattutto, sotto ai suoi tergicristalli si sono accumulati verbali uno sull’altro. Addirittura i primi, i più vecchi, sono stati consumati dal sole e dalle piogge e sono diventati letteralmente poltiglia. Mi domando: che senso ha questo accanimento terapeutico? Perché punire in questo modo un poveraccio (l’auto non è una Lamborghini) che senz’altro ha perso di vista per chissà quale ragione, il suo umile mezzo? Certo, mi direte: non puoi giustificare una negligenza. Per carità, rispondo. Per me, per certi reati, ci vorrebbe la galera ma, in questo caso, la pena (pecuniaria che si sta accumulando) mi sembra superiore ad ogni ragionevole constatazione. La macchina in questione è un vecchio modello privo di valore ed è evidente che è stata abbandonata lì per chissà quale oscura ragione. Ipotizzo: il proprietario è forse morto nel frattempo? È in galera? Giace malato? L’auto è stata rubata? Non sarebbe meglio verificare invece di sparare letteralmente sulla Croce rossa? Oltretutto, se capita come è successo a me (mi rubarono la macchina e la lasciarono in divieto di sosta a Sesto San Giovanni e non dovetti quindi pagare nessuna multa) siamo davanti ad un inutile spreco di verbali di carta che non pagherà mai nessuno. Non sarebbe il caso di usare l’intelligenza o il buon senso e attivarsi per rintracciare il proprietario su cui graveranno già migliaia di euro di multe e, se è ancora vivo, dirgli di venire a spostare una macchina che, peraltro, non ruba spazi a nessuno visto che il parcheggio è poco frequentato? Cordiali saluti Enzo Maida

CENTRO ESTETICO LILIANA DIBI - MILANO

AVANTI COI MIGRANTI Solo qui a Cornigliano?

Caro giornale, Credo che nel numero scorso qualcuno abbia avanzato alcuni interrogativi sull’arrivo di tanti migranti nella nostra delegazione. Dirò di più: qualcuno ha notato che la percentuale rigidamente fissata dal governo (3x1.000, giusto?) è decisamente più a vantaggio di Sestri Ponente che di Cornigliano (che, ricordo, ha 15.000 abitanti) e, quindi, dovremmo ospitarne, se la matematica che ho imparato al Cassini è sempre la stessa, non più di 45 (risultato di 3x15). Ora non voglio fare la solita tiritera su Sestri-Cornigliano, non è un derby, non è una gara, e francamente non m’interessa, ma non trovate che questa disparità possa dare forza e voce ai corniglianesi che si sentono sempre messi in disparte rispetto alla rappresentanza sul territorio? Un’amministrazione non miope dovrebbe, a mio avviso, fare attenzione anche a questi che, proprio particolari, non sono. Evito altri ritornelli in automatico come tutti quelli che sento in televisione quando si affronta questo tema, tipo: ma allora volete che muoiano in mare (ma chi mai, poveretti?) oppure: sono loro che ci pagheranno la pensione (be’, per pagare la pensione di un onorevole italiano, dovrebbe stabilirsi qui l’intera popolazione del Corno d’Africa e non basterebbe)… e qui finisco. Concetti ribaditi sabato 21 gennaio dal sindaco Doria in una dichiarazione su una tv locale. Mah, personalmente con 23 persone ancora disperse in un albergo sprofondato nella neve nel Centro Italia e con decine di migliaia di persone (italiani e non!) che non hanno una casa dopo il terremoto… avrei altri pensieri, altre priorità, però… va bene così, dai! Grazie e auguri per il nuovo anno. Simonetta Grosso

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VIA ELSA AL BUIO Pericoloso circolare in auto e a piedi

DA AREA DI SERVIZIO AD AREA DI PARCHGGIO (SELVAGGIO) Lettera all’Eni

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Le figurine di Anzalone www.ilvignettificio.org

Genova 21 gennaio 2017 Spettabile Eni Station, Cortesemente vi informo che il vostro punto vendita sito in piazza Mario Conti, a Genova Cornigliano, ubicato in pieno centro urbano, è da diverso tempo inattivo e di conseguenza l’area si è trasformata in un ricettacolo di immondizie di ogni genere e in un posteggio selvaggio di auto, come dimostra la foto sopra. La situazione attuale sta diventando insostenibile in quanto il continuo ed improvviso via vai di auto in cerca di un posteggio, diventa un pericolo per numerosi pedoni in transito verso la vicina fermata Amt. In attesa di un vostro cortese riscontro invio cordiali saluti. Geometra Antonino Di Santo LA MOSCHEA DI VIA CORONATA Perché non se ne parla più?

Gentile giornale, noto con curiosità che non si parla più della moschea. Come mai? Vedo ogni giorno, scendendo da via Coronata che i lavori vanno avanti ma il fatto di non parlarne più che cosa significa? Il nuovo luogo di culto, la moschea, rispetto al dibattito odierno, è stato accettato da tutti? Senza problemi di sorta? E la sicurezza, insieme con la viabilità… sono stati già superati? E come? Gradirei una risposta da parte della pubblica amministrazione. Mario T. Soluzione del rebus a pag. 12 (FRASE: 3, 8,7) Una sorpresa gradita

Il francobollo di Anzalone www.ilvignettificio.org


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ilCorniglianese/note della redazione È il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure senza scopo di lucro

Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Riccardo Ottonelli segretario@prolococornigliano.it Direttore responsabile Enrico Cirone direttore@prolococornigliano.it Vicedirettore Salvatore Pilotta Segreteria Riccardo Ottonelli segretario@prolococornigliano.it Redazione Leda Buti butileda@prolococornigliano.it Rossana Cattide Riccardo Collu Jose Cuffaro Sergio Daga Marta Fasulo Astri Lidia Frascio

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a. sanna

Gennaio 2017, freddo intenso, vento costante da ormai 4 mesi (!!!), pioggia (tanto invocata), che non ritiene di darci il suo supporto e, come sarebbe logico, “mugugno” in abbondanza ma, qui all'orto, a differenza delle tradizioni genovesi, nessuno mugugna (proibito al primo accenno) e si procede ad una velocità mai vista prima! Il freddo, il vento e la mancanza di piogge, se assunti come “positivi” (quindi senza mugugnare), hanno il non irrilevante vantaggio di produrre azione e tanto movimento (per scaldarsi). È quindi grazie a queste condizioni meteo che lo sviluppo dei terrazzamenti ha avuto un’accelerazione straordinaria visibile a tutti i partecipanti, primi tra tutti i migranti che seguono il corso formativo, così da rendere disponibili alle coltivazioni spazi ormai definibili “assai significativi” che daranno raccolti molto generosi per i prossimi anni. L'OrtoCollettivo, come sanno in molti, non ha padroni, essendo disponibile a chiunque voglia destinare una parte anche piccola del suo tempo “liberato” dagli impegni in generale. Proprio pochi giorni fa, dovendo spiegare ancora una volta “come funziona” ad un giornalista milanese, abbiamo adoperato l'esempio ormai classico che si sintetizza in una spiegazione breve e funzionale: <<Se tu hai voglia di invitare a cena degli ospiti e ritieni che ti farebbe piacere utilizzare ortaggi “freschissimi e naturali”, non hai che da trovare il tempo per venire in c.so Perrone 38/46 e “fare qualcosa” (tra le 100 azioni disponibili) così da ripagarti con ciò che ti serve tagliando e riponendo in

un cestino le verdure e gli ortaggi che ti servono>>. Dunque chi ha interesse a nutrirsi “naturale” può fare visita, anche sporadicamente, all'OrtoCollettivo dove è assai facile “fare qualche cosa” scambiando il “fare” con il cibo. Quali sono le azioni del “fare”? Strappare erbe infestanti, riposizionare “carasse” e sostegni (dato che c'è vento), trapiantare, seminare, irrigare (dato che non piove), sistemare i gradini in terra e pietra, e, persino, partecipare al difficile ma affascinante lavoro di terrazzare” mettendo in posizione tronchi, rami e fogliame. Ah, dimenticavamo, partecipare alla preparazione del pranzo collettivo che alle 12, 30 è sempre pronto grazie, in particolare, al cuoco di 1^ classe:Elio. Se poi a qualcuno interessasse ricevere informazioni e istruzioni di base sull'attività dell'OrtoCollettivo, abbiamo iniziato un percorso di incontri e discussioni, aperti a tutti, nella splendida sede della Casa Ambientale di via Maritano 102 a Begato, così che chi non naviga in rete e non usa Facebook https:// w w w . f a c e b o o k . c o m / ortocollettivogenova/?fref=ts, possa essere pienamente in grado di decidere se partecipare o no. Chi non naviga in rete e vuole conoscere le date degli incontri alla Casa Ambientale, può mandare un sms al 3939881262–3711475269, oppure telefonare dopo le 17. “Speremmu che ciêuve” OrtoCollettivo Genova https:verdepubblicoverdecomune.wordpress.co m/2016/10/01/lorto-collettivo-di-campi-ilprivato-comune/

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Carta europea dei diritti del malato 13. Diritto al reclamo Ogni individuo ha il diritto di reclamare ogni qual volta abbia sofferto un danno e ha il diritto a ricevere una risposta o un altro tipo di reazione. I servizi sanitari devono garantire l’esercizio di questo diritto, assicurando (con l’aiuto di terze parti) ai pazienti informazioni circa i loro diritti, mettendoli in condizioni di riconoscere le violazioni e formalizzare il loro reclamo. I reclami devono essere fatti tramite procedure standard e facilitati da istituzioni indipendenti e/o da organizzazioni dei cittadini e non possono pregiudicare il diritto dei pazienti ad avviare un’azione legale o a perseguire procedure di conciliazione.

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