IlCorniglianese Ottobre 2017

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Depuratore, affollata assemblea pubblica > 5

Ciocofantasy è Ciocofish>17

«o Cornigiòtto»

Ottobre 2017

E Ciocofantasy diventa... Ciocofish

Dolcetto o puzzetta? di Enrico Cirone Sarebbe banale cadere platealmente nel conflitto d’interessi se scrivessi di quanto sia bello e straordinario il nuovo appuntamento con Ciocofantasy (vedi copertina qui a lato). Cadrei sulla classica buccia di banana ben sapendo che l’ottava Festa del cioccolato (in tutte le sue forme) è stata ideata, voluta e realizzata anche quest’anno dalla Pro Loco di Cornigliano che, guarda caso, è anche l’editore di questo stesso giornale. Un po’ come se La Stampa parlasse bene delle macchine targate Marchionne o, meglio, della Juventus. Infatti non accade mai. Scrivo solo qui ora, invece, per ricordare a tutti quale sia il valore aggiunto che un piccolo gruppo di persone per bene, nel distretto più fortemente malsano, sulfureo, fetido, spesso irrespirabile della città, vuole dare alla gente regalando con Ciocofantasy la gioia e il piacere, soprattutto olfattivo, dell’inebriante, eccitante, euforizzante profumo del cacao. E che, per una volta almeno, la moneta buona (di cioccolato, ovviamente) scacci quella cattiva.


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dalla delegazione

Cosa deve essere la politica Fra delusioni e risentimenti il primo passo è ascoltare i cittadini Come lettrice del Corniglianese mi sono soffermata più volte sull’articolo firmato da Stefano Bernini e Ferruccio Bommara, due noti personaggi della scorsa legislatura con compiti di rilievo per Genova e Cornigliano. In essa appare evidente un esplicito risentimento nei confronti dei corniglianesi che, per la prima volta dopo tanti anni, stanchi di essere dimenticati, hanno deciso di cambiare il loro voto. Capisco perfettamente la loro delusione, la stessa che è stata sperimentata nel corso di tanti anni anche da questi cittadini. Con la nuova giunta l’intervista al sindaco si è fatta di rilevante importanza per capire quali fossero le sue intenzioni verso la nostra città. Quella visita, accettata subito con entusiasmo, ci ha dimostrato quanto ci tenesse a colloquiare coi suoi cittadini ammettendo che, per conoscere i problemi dei vari quartieri non c’è metodo migliore che ascoltare tutti coloro che vorranno esporre o proporre soluzioni poiché vivendoli giornalmente, li conoscono più di quanto li possano conoscere gli addetti alle scrivanie. Essere ascoltati vuol dire voler collaborare con la popolazione, accettare e vagliare idee che potrebbero anche rivelarsi un valido rimedio e non sempre troppo costoso, per migliorare le diverse realtà che emergono nei vari quartieri. Amministrare è sicuramente difficile, richiede umiltà, coraggio, fermezza ma anche cordialità e rispetto per chi paga le imposte come stabilito dall’alto con diritto di essere ascoltato e questa giunta si è dimostrata attenta a questo aspetto di vita civile lasciando un po’ in disparte il fatto che chi comanda può fare quello che vuole e chi vuol farsi ascoltare, spesso anche senza risultati, si ritrova costretto a partire in massa contro il nemico. Non ci attendiamo di certo i miracoli con la bacchetta magica, sappiamo che i problemi accantonati da anni sono davvero tanti, troppi, ma si deve iniziare da subito, senza aspettare lo scadere della legislatura e questa nuova amministrazione sembra (speriamo) pronta a metterci finalmente un po’ di entusiasmo. Ce lo auguriamo, sperando di non dover dire che, raggiunto il loro scopo, “si comportano tutti allo stesso modo”. Questa delegazione è stata per troppo tempo sottovalutata, relegata a Cenerentola della città e privata anche dei servizi essenziali. Ad essa è stato dedicato un nauseabondo depuratore costruito in mezzo a quelle case su cui gravano gli stessi tributi di chi vive in altre delegazioni più fortunate, una moschea che nessuno voleva accettare, costruita, pur di accontentare una parte di popolazione a discapito dell’altra, senza valutare i disagi già presenti in questa zona (marciapiedi dissestati ovunque) e se qualche toppa è stata fatta, con la prima pioggia, tutto è ritornato come prima. Verde abbandonato a se stesso e vie secondarie con erbacce che la fanno da padrone. Persino il cimitero comunale, nuova residenza di chi purtroppo non è più tra noi, ma che col loro dignitoso e non sempre facile lavoro, aveva collaborato fino alla fine a mantenere vivo questo quartiere, come riconoscenza, si ritrova l’ultima dimora abbandonata all'incuria totale. Viali pieni di erbacce, in gran parte sradicate come si può dai visitatori, muretti cadenti, stradine per equilibristi e l’eterna impalcatura a sostegno dei muri perimetrali, bisognosa a sua volta di sostegno, e meno male che c’è un marmista che si presta ad aprire e

chiudere i cancelli. Forse basterebbe responsabilizzare e utilizzare quei disoccupati o ilari inoccupati indirizzandoli a questi indispensabili servizi, per ottenere un decente risultato. E che dire della famosa e inutilizzabile discarica di Scarpino che per incapacità di allegre e incontrollate gestioni si è ridotta a trasportare i rifiuti altrove con conseguente aumento della Tari, fino ad essere una delle più care d’Italia? Però, per rimediare al via vai dei mezzi di trasporto dell’immondizia che pesavano sugli abitanti di fondo valle, è stata costruita una apposita strada, oggi inutilizzata. Forse, ma forse, servirà un domani, quando sarà di nuovo da ripristinare per il totale abbandono di questi periodi. Cornigliano possiede tantissimi spazi pubblici inutilizzati e forse anche sconosciuti a coloro che hanno amministrato a lungo questa parte di Genova. Vagliare idee e progetti studiati da persone e associazioni disposte a contribuire con slancio ed entusiasmo al rilancio turistico ed economico di questo quartiere, sarebbe una buona idea. Molte strutture fatiscenti che potrebbero essere gestite con responsabilità, ma mai prese in considerazione preferendo lasciare ogni cosa in un totale stato di abbandono, si sono trasformate in un paradiso per topi e discariche di vari materiali. Ma a ridosso delle passate elezioni, però qualcosa è stato fatto. Una parte di ripristino dei giardini Melis, che dopo i bagordi notturni, si trasforma in un ricettacolo di lattine, bottiglie, cartacce ed altro, tutto abbandonato a terra. Stessa sorte è toccata ad alcune vie del centro ripristinate con tanto di alberelli in vaso utilizzati da porta rifiuti. Ma una piccola sorpresa in questi giorni è emersa. Una scavatrice alle prese con l’area a monte dei giardini Melis, fa ben sperare, ed io attendo di vedere che cosa emergerà. Vista la difficile frequentazione di certi personaggi raggruppati in questa delegazione, abituati ad andazzi poco consoni con il voler migliorare questo quartiere, un po’ di controlli, soprattutto notturni, sarebbero più necessari che altrove. È vero che non si può controllare tutto, specie se si ha scarsità di personale a disposizione, ma se si lascia campo libero ad ammassamenti di persone bisognose di una rigorosa guida per essere inseriti, e non solo a parole, in una società civile, si eviterebbe di costringere chi non fa parte di quella categoria, a doversi trincerare in casa come detenuti. Forse se si fosse più sicuri di poter circolare serenamente, anche certi locali, e non solo fruttivendoli di cui è saturo il mercato, aprirebbero anche di sera incentivando il passeggio, quello previsto quando sarà modernizzata la principale via della nostra delegazione. Tutte queste inefficienze che possono sembrare di minima importanza, in tutti questi anni hanno deluso e indignato davvero tutta quella cittadinanza onesta e volenterosa che si è sentita umiliata ed esclusa dalla vita di una grande città chiamata Genova. I genovesi non si aspettano favole ma risultati concreti che giudicheranno con fermezza perché anche noi siamo cittadini, elettori e contribuenti con gli stessi doveri, ma anche con gli stessi diritti di tutti gli altri che popolano questa grande metropoli. Rosanna Robiglio

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Mi manda Cirone Le storie (im)possibili

Centralizzato o autonomo? Il referendum di Lombardia e Veneto ha certificato che esistono due Italie. Lo sappiamo da sempre, anche se facciamo finta di niente. Già qualcuno, in tempi non sospetti, intuiva che l’Italia, così com’era, era troppo lunga Senza scomodare derive populiste, basta prendere la calcolatrice (anche giapponese, va benissimo. Se poi avete un’Olivetti, meglio...): sappiamo da sempre che la Lombardia ha un residuo fiscale imponente, e cioè: il saldo fra quanto versa e quanto riceve è negativo per 54 miliardi di euro l’anno (dati Eupolis). Il saldo negativo del Veneto è di poco inferiore: 15 miliardi, ma ci sono anche Emilia (18 miliardi) e Piemonte (8). Va avanti così da decenni. La Baviera che, con tutto il rispetto, è la Baviera, ha un saldo negativo di ‘appena’ 5 miliardi. La Sicilia, meravigliosa terra dei miei avi, riceve invece 10 miliardi più di quanto versa. Anche per Sardegna, Campania e Calabria, vale lo stesso saldo positivo: 5 miliardi abbondanti. Non solo: Ogni lombardo devolve oltre cinquemila euro l’anno alla centrale romana, mentre nello stesso tempo, ogni calabrese e ogni sardo ne riceve tremila. Tutto questo sarebbe logico e solidale se valesse il principio meraviglioso della mutualità (chi più ha più dà) e anche se le regioni del Sud avessero risolto qualche problema, anziché aggravarlo. Hanno esse una sanità migliore? A spanne, direi di no. Una scuola migliore? Mmmh… Se non la scuola, almeno l’Università… Magari quella dove il barone ha piazzato il suo fedele aiuto? No, dài, quello succede anche al Nord (ma probabilmente costa meno). Ecco, allora: il Sud ha le strade migliori? Be’, se ricordo la provinciale Torre Faro-Messina, biglietto da visita per chi, dal Continente mette quattro gomme in Trinacria, no. Crescita economica? Sì, dai, sviluppo all’ennesima potenza. Liberismo, scambi commerciali esenti da burocrazia… Come? Ah, c’è ancora la mafia… Cioè: i corleonesi, i pizzini, le scarpe di cemento, gli esattori… Be’, ma quelli ci sono ovunque, non solo al Sud. Ogni Paese ha la sua mafia. Giappone, Russia, Messico (con tutto il rispetto non cito il resto del mondo). Allora facciamo un passetto indietro, non è per caso, che la

tanto desiderata, amata, odiata, Cassa del Mezzogiorno, fu distributrice sì, di ricchezze, per avvicinare il Sud al Nord ma fu anche cieca sperperatrice, dissolutrice di denaro pubblico, il denaro dei nostri nonni e dei nostri padri, elargito in misura monumentale per ingrassare e scialare capibastone nascosti nelle masserie tra la Valle dei Templi e Corleone? Se ne discute da almeno una quarantina d’anni e il referendum certifica che qualche milione di italiani, qui al Nord, s’è rotto le scatole di vedere i soldi finire nell’assistenzialismo becero o nel tombino, e a tutto questo, per rinnovare mai sopiti sensi di colpa, si dà un titolo: egoismo. Anzi, al plurale, egoismi, che è più sociologico, molto televisivo. Quanti professoroni, psicologi, eminenze televisive presenti nei programmi del pomeriggio, imbellettati con il trucco (roba che Freud si rivolterebbe…) sono lì pronti ad accusarci, appunto, di ‘egoismo’? A questi monumenti dell’ovvio, del già sentito, del già detto, ricordiamo che sfugge loro l’altruismo, l’altruismo di chi ha dato, sempre, tutto, e ha ricevuto sempre, tutto di meno. Secondo il collega Feltri della Stampa, ci sarebbero due possibilità per evitare un lento sviluppo catalano: restituire più soldi al Nord oppure diventare impietosi con gli sprechi del Sud. Secondo me, invece, c’è qualcosa di nuovo (ma di già visto) per cui ricorderemo questi anni tormentati, di subbuglio sociale. Le autonomie, la loro voglia di esplodere, non rappresentano più fenomeni locali, da etichettare snobbandole, come populismi, fascismi, razzismi. C’è qualcosa di diverso, che non so ancora descrivere socialmente (se mai ci riuscirò) ma che metto a fuoco con un’immagine netta, chiarissima che, più di altre, può dare l’idea di questo passaggio epocale, senza cadere in drammi sociologici. È questa: ricordate quando negli anni Sessanta, i condomìni di nuova costruzione, rottamate le vecchie stufe a carbone, decisero per l’ecumenico, socializzante, riscaldamento centralizzato? Be’, stufi di dividere lo spreco del vicino che riscaldava la casa dimenticando le finestre aperte, oggi si scopre che è più logico l’autonomo. Ma solo per spendere meglio.


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Sempre più eccitante: CiocoFantasy diventa CiocoFish E alzi la mano chi non è goloso di cioccolato

E chi sa dire no al cioccolato? Ed eccoci anche quest’anno con il nuovissimo tema di CiocoFish, tutti pronti al via per l'ottava edizione di CiocoFantasy. Un grande appuntamento di fine autunno dedicato alla degustazione, vendita, incontri e laboratori a cura di Slow Food, sia per adulti che per bambini, un evento di qualità tutto corniglianese riservato a tutti quei golosi e non (che saranno pochissimi, c’è da immaginare), a cui questa delegazione, orgogliosa del successo ottenuto nelle precedenti edizioni, si dedica con sempre più entusiasmo a questo ormai collaudato evento che si rinnova nella splendida e storica cornice di Villa Bombrini. Questa manifestazione, unica in Liguria, organizzata dalla Pro Loco e Slow Food Liguria, Slow Food Genova Giovanni Rebora, patrocinata da Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova, Municipio VI Medio Ponente e Società per Cornigliano e dallo sponsor ufficilae Novi, si svolgerà nel weekend di sabato 28 e domenica 29 ottobre. Due giornate dedicate a questa golosità a cui pochi sanno rinunciare, dove il cioccolato, elaborato dalle abili mani e dalla fervida fantasia dei maestri cioccolatieri, veri e propri artisti che, manipolando e

plasmando questa deliziosa e dolce materia, creano originali e pregiate opere d’arte. Sin dai tempi più remoti il cioccolato, alimento derivante dai semi dell'albero del cacao, veniva consumato nelle antiche civiltà dell’America del Sud come bevanda speziata ed amara. Successivamente questa usanza si è diffusa in tutto il centro America e durante i viaggi di Cristoforo Colombo, la bevanda attraversò l’Atlantico per raggiungere anche l’Europa. Nel primo Novecento grandi pionieri europei iniziarono ad elaborare questo alimento portandolo allo stato solido e questa invenzione fece da apripista a scuole sempre più specializzate che nel tempo hanno promosso tantissimi pasticcieri dotati di fantasia e spirito di rinnovamento. Tutti animati dalla stessa passione perfezionarono la loro creatività fino a raggiungere i risultati odierni. Pensate solo alla grande diffusione dell’arte cioccolatiera grazie ad ore ed ore di programmi televisivi con chef stellati diventati famosi più degli attori di Hollywood. Un grande merito va alla Svizzera con i suoi geniali inventori, Rodolphe Lindt, seguito da Henry Nestlè che con la realizzazione del latte condensato (che dà ai prodotti una consistenza più cremosa), si sono potute realizzare svariate produzioni a base di cioccolato, tra cui gelati, torte ed altri dolci rendendoli sempre più gustosi e attraenti, in grado di conquistare anche i palati più difficili. Immersi in un’armonia di profumi e sapori disseminati dall’artistica trasformazione del cioccolato, Cornigliano invita a trascorrere questo lieto fine settimana con intrattenimenti musicali e spettacoli folkloristici a ripetizione che si svolgeranno sia al piano terra che nella sala Solimena di Villa Durazzo Bombrini. Questo splendido e, per l’epoca, innovativo edificio, esempio di architettura residenziale del XVIII secolo, fu costruito a partire dal 1752, su progetto di Pierre Paul De Cotte per il marchese di Gabiano, Giacomo Filippo II Durazzo. Una villa tipica delle dimore aristocratiche francesi, formata da un corpo di fabbrica centrale e due ali laterali attorno ad una vasta corte che conciliavano sia le esigenze di grande rappresentanza che quelle di una moderna e famigliare accoglienza. Una struttura piuttosto inconsueta per il contesto genovese, ancora fortemente legato alle diffusissime architetture di tipo cinquecentesco. Lo scalone completamente a sbalzo aereo che collega i due piani è in marmo di Carrara ed è incorniciato dai ricami della ringhiera di ferro dipinto. Degni di nota sono le decorazioni dei saloni di rappresentanza e quello del piano terra che accoglie due grandi tele, opera del pittore napoletano Francesco Solimena di cui una raffigurante gli episodi biblici di Debora e Barach e l’altra con Giuditta che mostra la testa di Oloferne. La storia di questo palazzo ha registrato diversi passaggi di proprietà. Nel 1865 divenne di proprietà della Casa reale di

Savoia e fu utilizzata come residenza estiva dal principe Oddone, quartogenito figlio del primo re d'Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia. Dopo la sua prematura morte, la villa passò al cavalier Patrone e alla fine del XIX secolo venne acquisita dalla famiglia Bombrini. Nel XX secolo ospitò gli uffici aziendali di Ansaldo e Italsider e dal 2008 questo edificio passò alla Società per Cornigliano che lo ha adibito a sede di mostre, eventi musicali, spettacoli e conferenze. Villa Bombrini, un tempo coronata da rigogliosi giardini, pergolati, alberi e siepi che arrivavano a lambire quel mare che purtroppo oggi non c’è più, è meravigliosa anche così e in questo lussuoso contesto, questa festa vuole donare vitalità e dolcezza a tutti quegli ospiti che sicuramente saranno numerosissimi anche quest’anno. Tra l’altro, sembra che anche il meteo sia dalla nostra parte, annunciando giornate dai valori ancora primaverili. Carlo Guerra Programma. Appuntamento alle 14 di sabato per l’apertura dedicata alla degustazione e vendita di cioccolato di qualità. Chiusura degli stand alle 24. Domenica (h. 10-19) laboratori, trucca bimbi, pentolaccia, degustazione cibi e birre. Ore 21: “Magia di note” con Manuel Illusione e mago Gentile, baritono Calastra e pianista Prato. Ingresso, spettacoli e parcheggio gratuiti.


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Vecchio depuratore, alt ai miasmi Ma l’incubo è davvero finito? Anni, mesi, ora si contano solo i giorni in più che separano i cittadini di Cornigliano dal primo traguardo utile che può segnare il punto di svolta della delegazione: la garanzia da parte di Ireti al Comune di Genova di un piano di interventi atto ad azzerare i miasmi del depuratore. Lo ha spiegato l'assessore comunale all'Ambiente, Matteo Campora (Lista Bucci), a metà mese, a Palazzo Tursi, in consiglio comunale rispondendo a un'interrogazione del consigliere Maurizio Amorfini della Lega Nord. Il piano prevede il cambio delle tecnologie per il trattamento dell'aria e la completa sostituzione dei pannelli sopra il sedimentatore. Cosa succederà. «Il 18 settembre – ha spiegato Ireti – è stata installata la nuova stazione di pompaggio che è già entrata a regime. Questo consente lo scarico del 100% del refluo nella condotta a mare oltre il miglio come previsto dalla normativa». Il presidente del Municipio VI, Mario Bianchi, ricorda quali saranno i passaggi che porteranno al nuovo depuratore: «Entro il 2021 l'impianto di trattamento fanghi ed entro il 2025 quello di trattamento acqua che sostituisce il vecchio depuratore. L'azienda avrebbe voluto procedere terminando la fase 1 e poi iniziare la 2, ma abbiamo ottenuto che le opere vadano realizzate di pari passo». Ulteriori opere riguarderanno il rifacimento delle superfici perimetrali del sedimentatore finale entro il 6 novembre, la pulizia straordinaria delle canalizzazioni entro il 30 novembre e il rifacimento delle griglie per i trattamenti dell'aria, entro il 15 dicembre. Entro il 31 marzo sarà sostituita la torcia di combustione del biogas, saranno potenziate le turbine di areazione delle vasche biologiche e l'impianto di ricircolo fanghi. Entro la stessa data Ireti installerà deodorizzatori a secco a servizio delle zone del depuratore che trattano fanghi, digestione anaerobica, ricircolo fanghi in ossidazione biologica, grigliatura e sedimentatori. Stop alla puzza? L'incubo è finito? È presto per dirlo. Perché se è vero che è entrata in funzione la condotta che scarica in mare, a un chilometro dalla costa, i fanghi con relativi miasmi del depuratore che gravano nell'aria, è anche vero che nei giorni immediatamente precedenti l'uscita di questo numero del giornale, l'aria era pesantissima e nei tardi pomeriggi raggiungeva soglie stagnanti di pessimo odore. In sintesi il piano di interventi prevede il cambio delle tecnologie per il trattamento dell'aria e la completa sostituzione dei pannelli sopra il sedimentatore. Nella stessa seduta è stata votata all'unanimità anche una mozione di Pd e Lista Crivello sulle "tempistiche e modalità di realizzazione del nuovo depuratore di area centrale e di dismissione dell'impianto di Cornigliano e delle aree occupate e a partecipare a un tavolo di lavoro coordinato dal Municipio Medio Ponente per valutare gli interventi di ripristino delle aree oggi impegnate dall’impianto

che, una volta messo in funzione il depuratore di area centrale, verranno dismesse. Un impegno a condividere con la delegazione la compatibilità del futuro impianto di trattamento dei fanghi". Per Mario Bianchi, presidente del Municipio Medio Ponente, è «un importante passo avanti, l'impianto è vecchio e ad elevato impatto ambientale, la capacità depurativa del tratto terminale del Polcevera non è sufficiente e da anni vengono traslati i tempi per un nuovo depuratore. Non si possono neppure tenere le finestre aperte, le proprietà a causa di questa situazione hanno subito un deprezzamento del valore. «Questo tavolo di lavoro coordinato dal Municipio servirà anche a valutare cosa fare delle aree una volta dismesse», ha spiegato Cristina Lodi, capogruppo Pd in consiglio comunale. Stefano Bernini (Pd) insinua un dubbio sulle effettive potenzialità dell'impianto. «Il problema è la fase di progettazione, che ci deve dire che questi problemi non capiteranno più. Spero che i 15 mila metri quadrati che il Comune ha venduto a Ireti siano

sufficienti per costruire l'area. Ce ne sono centomila a disposizione, l'importante è che la fase di progettazione definitiva tenga conto di arrivare alla tecnologia corretta». Serviranno ancora quattro anni per vedere i "primi mattoni" ma la conduttura è una importante svolta. Il nuovo depuratore di Cornigliano pronto nella metà del tempo, già nel 2021. Infine, il futuro di quello spazio. Perché col nuovo impianto spostato nelle aree ex Ilva, il vecchio depuratore andrà in pensione. E si pensa già a come restituire la zona ai cittadini dopo la dismissione e la bonifica. "Al momento non ne abbiamo ancora discusso - spiega Bianchi - ma presto apriremo un tavolo con l'amministrazione e i cittadini". Un altro tavolo con Comune, Municipio e abitanti sarà invece istituito per monitorare l'andamento dei lavori, il rispetto dei tempi e le problematiche ambientali. Poi: “Un giorno, sulla vecchia area dismessa vorremmo costruire un impianto sportivo". Un sogno?

PinAuto di Irrera Giuseppe

ASD Dojo Samurai Giardini Melis 8 Orario18:00/20:00 Lun. Merc. Ven.

Via Cornigliano, 282 R Tel. 010 0019890 Cell. 347 1408922 P.I.: 01963370992 E-mail: pinautodipino@libero.it

La redazione


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Depositi chimici costieri, cade l’ipotesi Cornigliano Carmagnani: mai pensato a una soluzione del genere

“Ipotesi Cornigliano per i depositi di Genova della Carmagnani”, questo uno dei tanti comunicati che diversi organi di stampa hanno pubblicato (anche Rai Regione se ne è occupata), quanto basta e avanza per allarmare i corniglianesi che non riescono a capire perché quando c’è un problema a Genova si pensa che Cornigliano sia la soluzione per tutto e per tutti: la panacea di tutti i mali. Si sapeva che la Carmagnani di Multedo cerca da tempo un’area dove delocalizzare i suoi depositi, e Cornigliano era una delle tante ipotesi. Riteniamo che in questi casi sia necessario chiarire come stanno le cose e l’unico modo è quello di sentire proprio l’azienda Carmagnani. Ho quindi contattato l’ufficio che si occupa della comunicazione, cui ho posto la semplice domanda: cosa c’è di vero su queste voci?, e ho aggiunto che il nostro giornale se ne sta occupando e che è necessario dare una risposta ai cittadini che, sicuramente, non resteranno inermi alle voci, anche nell’interesse della stessa Carmagnani, soprattutto per tranquillizzare i corniglianesi. L’ufficio ha subito capito che la situazione necessitava di una risposta sincera e immediata che è arrivata proprio il giorno stesso in cui Maurizio Amorfini, consigliere comunale della Lega Nord, convocava comitati cittadini ai Giardini Melis proprio su questo problema. Lo stesso ufficio mi ha inoltre rivelato l’esclusiva del comunicato (datato 19 ottobre) proprio alla nostra testata. Ovviamente, questo oltre a gratificarci, la dice lunga sull’attendibilità del giornale che, da più di cinque anni, viene puntualmente letto e discusso da tutti i cittadini. Vi proponiamo quindi integralmente il comunicato della Carmagnani: “Posizione su delocalizzazione depositi chimici costieri Attilio Carmagnani “AC” SpA e Superba Srl. Genova, 19 ottobre 2017 Attilio Carmagnani “AC” SpA e Superba srl (Gruppo Pir) – le due società che storicamente svolgono per lo scalo di Genova le attività di stoccaggio di prodotti chimici – ribadiscono che, al momento, l’unica ipotesi in considerazione per la delocalizzazione dei propri depositi costieri è l’area Enel, sull’ex Ponte Idroscalo, nel porto di Genova.

Il progetto di trasferimento nell’area Enel - valutato, condiviso e approfondito con Comune di Genova, Autorità di Sistema portuale e Autorità tecniche a partire dalla fine del 2013 – risulta al momento l’unico attuabile in tempi certi. L’area in questione è infatti ad oggi l’unica contemporaneamente compatibile e disponibile, oltre che già dotata di una infrastruttura ferroviaria per sviluppare il trasporto intermodale. La realizzazione del nuovo deposito comporterà 40 milioni di euro di investimenti, interamente privati, e consentirà la salvaguardia dell’occupazione diretta e indiretta. Complessivamente nei due depositi operano oggi 60 dipendenti e stabilmente altre 20 persone indirette. Al progetto sono interessati anche diversi operatori genovesi del trasporto. Poiché i piani regolatori proibiscono le manutenzioni straordinarie ai depositi di Multedo, gli stessi stanno perdendo efficienza economica e la delocalizzazione diventa un’opzione non più rimandabile. Carmagnani e Superba confermano quindi la volontà di trasferirsi, prevedendo considerevoli investimenti in nuovi impianti tecnologicamente avanzati e continuando a svolgere per lo scalo di Genova un ruolo fondamentale nella catena logistica, nonché per il tessuto industriale del Nord Ovest e del Centro Europa. Le Aziende ribadiscono inoltre il proprio impegno a gestire la movimentazione e lo stoccaggio dei prodotti chimici, garantendo la sicurezza e la salvaguardia della salute e dell’ambiente, nell’ambito delle normative vigenti e nella piena collaborazione con gli Enti preposti. A beneficio del dibattito pubblico, si desidera infine ribadire che le società Carmagnani e Superba NON si possono, né si devono, definire un petrolchimico (termine che identifica grandi impianti di lavorazione industriale che insistono su immense aree). In primis perché l’attività non è di produzione e trasformazione industriale ma di semplice deposito costiero al pari di qualsiasi altro terminal portuale; in secondo luogo per il fatto che l’attività delle due aziende si svolge su una superficie complessiva di poco più di 60 mila metri quadrati, dimensione appunto da terminal portuale.

Firmato: Ufficio stampa Carmagnani” Questa la posizione espressa dalla azienda che, finché non sarà smentita, rende la situazione più chiara, per lo meno, per i corniglianesi. Nello stesso pomeriggio del 19 ottobre, Maurizio Amorfini, ha convocato ai Giardini Melis un’assemblea pubblica proprio per dibattere questa problematica con i cittadini (foto di Razzore). Gli ho chiesto di spiegarci la sua iniziativa: “Ho deciso di convocare comitati, cittadini, commercianti, e tutte le forze politiche a Cornigliano perché dopo le notizie che sono uscite sulla stampa circa la collocazione dei depositi di stoccaggio a Cornigliano, mi hanno subito chiamato allarmati e preoccupati. Così in pochissimo tempo ho preso questa decisone: ho voluto ribadire che il sindaco Bucci non si era mai espresso e non aveva mai detto che i depositi dovessero essere collocati a Cornigliano. Ho quindi chiesto a tutti di partecipare, al di là delle appartenenze politiche, e sono molto soddisfatto perché all'appello hanno risposto tutti, dal presidente del municipio VI Medio Ponente Mario Bianchi, al consigliere comunale dei 5 stelle, Fabio Ceraudo, insieme con Poerio di Forza Italia. Mi sono posto l’obiettivo di creare una comunità con tante anime e tutte unite per dire no ad una eventuale collocazione a Cornigliano. Voglio che passi questo messaggio: il sottoscritto, consigliere comunale della Lega Nord, ora in maggioranza nella giunta di Palazzo Tursi, è in quel ruolo per il bene della gente che mi ha votato e che mi ha dato fiducia. Non sono lì certo per schiacciare dei bottoni: posso anche dire dei no, se necessario. Tornando ad oggi sono felice che qui fossimo tutti uniti. Aspettiamo con ansia che Autorità portuale e sindaco si esprimano in merito alla collocazione dei depositi e solo dopo valuteremo tutti insieme le iniziative da prendere”. Questa, cari lettori, la situazione oggi. Registriamo che la stessa Carmagnani ci conferma che, sulle nostre sponde, ex Italsider, nulla verrà edificato per realizzare la dimora degli impianti di stoccaggio di materie liquide chimiche. Noi comunque, come facciamo sempre, vigileremo giorno per giorno sull’evoluzione dei fatti. Carlo Guerra


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Coronata, splende nell’Oratorio di Nostra Signora Assunta il Crocifisso bianco del Maragliano

Domenica primo ottobre in occasione delle feste patronali, a Coronata è stato benedetto il Crocifisso bianco del Maragliano, da monsignor Marco Doldi, vicario generale. La scultura è stata restaurata dalla ditta Antonio Silvestri, con il patrocinio della Compagnia San Paolo di Torino per una quota, e la rimanente parte a carico della Confraternita del Gonfalone. Naturalmente segnalo la presenza del maestro Marco Zambelli con altri due musicisti che hanno accompagnato la messa. Dopo i doverosi cenni storici della Confraternita, vi proporrò l’intervista ad Anna Maria Caminato, storica, che ci aiuterà a capire l’iter del restauro. Il nome antico del sito era: Oratorio di S. Maria incoronata. La denominazione attuale di Oratorio di Nostra Signora Assunta comincia a comparire in alcuni documenti della seconda metà del Settecento. Un oratorio, inteso come luogo di preghiera e di riunione dei confratelli, ci fu a Coronata da quando, nel Quattrocento, nacque qui la Confraternita chiamata di Santa Maria delle vesti bianche. Nella seconda metà del Cinquecento l’oratorio era ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa. Nel 1609 la Confraternita, dopo essersi aggregata alla prestigiosa Arciconfraternita del Gonfalone di Roma, assunse il nome di Confraternita del Gonfalone dell’Oratorio di S. Maria Incoronata (Societas Confalonis Oratorii S. M. Incoronatae). Nella prima metà del Seicento, la Confraternita riedificò completamente l’oratorio, ingrandendo la prece-

dente costruzione cinquecentesca. Un documento del 1643 - un compromesso stipulato fra il marchese Raffaele De Ferrari e i confratelli - assicura che, in quell’anno, i lavori si stavano concludendo, almeno per la parte architettonica, che, nelle sue strutture fondamentali, è quella attuale. Nella seconda metà del Seicento e per i primi tre decenni del Settecento, continuarono i lavori all’interno: Gio Raffaele Badaracco dipinse le tele dell’aula e del presbiterio, Giuseppe Palmieri affrescò la volta, fu realizzata la sfarzosa decorazione di stucchi delle pareti. Nel 1747, quando le truppe austriache misero a ferro e fuoco tutta la Valpolcevera, anche l’oratorio, come il Santuario di Coronata, fu devastato. Furono trafugati arredi e suppellettili e, soprattutto, le tele del Badaracco, che i confratelli, riuscirono poi a ricuperare e a far restaurare, a costo di grandi sacrifici economici. Nell’epoca napoleonica, l’oratorio, sottoposto ad uno stretto controllo da parte dell’autorità civile, venne ripetutamente adibito ad usi civili. Dopo la soppressione delle Confraternite (1811), per tutto l’Ottocento, la vita dell’oratorio continuò in tono minore. I confratelli, tuttavia, continuarono ad avere cura dell’edificio e si impegnarono per ottenere aiuti, che permisero di realizzare interventi per salvaguardare le strutture (tetto) e i “lavori d'arte che esistono nella volta e nei muri del suddetto oratorio”. Nel 1921 venne riconosciuta all'oratorio la qualità di monumento di importante interesse artistico. Il 9 novembre 1943, un bombardamento aereo colpì il Santuario mariano di Coronata; da questo momento e fino al 1955, tutte le attività liturgiche e pastorali della parrocchia si svolsero in oratorio. Il 4 giugno 1944 una bomba colpì anche l’oratorio; le sue strutture, seppure gravemente danneggiate, fortunatamente resistettero. Dal 1963 al 1971, l’oratorio fu, una seconda volta, la sede della parrocchia, quando la chiesa parrocchiale fu resa inagibile a causa dei danni provocati dalla costruzione della galleria autostradale, che passa sotto la collina di Coronata. Dopo i restauri immediatamente successivi ai danni bellici, non era stato più effettuato alcun intervento sull’edificio sacro, le cui condizioni diventavano, via via, sempre più precarie. Nel 1978 il degrado era così grave, che il parroco e la Confraternita, di comune accordo, decisero la chiusura dell’oratorio. Da allora cominciò la lunga storia del restauro che, fra periodi di lavoro e pause, interessò tutte le parti dell’edificio, dalle strutture architettoniche agli infissi (1979-1987), dalle decorazioni ai dipinti e agli arredi dell’interno (1993-2002). E veniamo ad Anna Maria Caminato, la storica della Confraternita, facente parte del consiglio ed ex segretaria. “Oggi abbiamo passato il bastone del comando ai giovani, mi riferisco a Max Fichera e a sua moglie, Valeria Bevegni. Il Cristo bianco è stato commissionato nel 1700 al Maragliano dalla Confraternita che ne è proprietaria e custode. Questo oratorio è uno splendido esempio del barocco genovese. Il restauro del Cristo bianco è partito da un input datoci da Gianluca Zanella, della sovrintendenza del beni storici e artistici del Comune di Genova, allora funzionario della Sovrintendenza, oggi direttore

della galleria di Palazzo Spinola. Zanella ci ha suggerito di partecipare al bando della Compagnia di San Paolo, il gruppo che persegue finalità di utilità sociale, allo scopo di favorire lo sviluppo culturale, civile ed economico, con i redditi del proprio patrimonio che ha sede a Torino. La compagnia è intervenuta con il 50% della spesa totale, l’altra parte l’abbiamo messa noi: stiamo parlando di una spesa totale di circa 14.000 euro. Il restauro è stato affidato ad Antonio Silvestri, prestigioso artigiano genovese che, tra l’altro, ha compiuto diversi interventi su tele esposte nell’oratorio, restauro complesso dovuto a vecchi lavori eseguiti non proprio correttamente. Oggi oltre la bravura del Silvestri vi sono a disposizione mezzi tecnici di avanguardia, 4 anni comunque il tempo necessario per il restauro”. Ho chiesto al vicario Marco Doldi delle emozioni e sentimenti che si provano a benedire un così importante oggetto di culto “Sentimento di gratitudine per coloro che lo hanno fatto in passato e per coloro che oggi lo hanno restaurato, questi oggetti sono uno splendore perché manifestano la fede ligure, quando vedo un Cristo in processione, vedo un trasporto di amore verso il Signore e gratitudine per chi lo porta. Sono davvero coinvolto in modo personale,in questa manifestazione di fede e religiosità, perché non viene portata solo l’immagine di un santo ma il vertice della vita cristiana. C. G.

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dalla delegazione

Visitata dai ladri la sede Alpini colpiti negli affetti: rubate dai vandali le medaglie dei reduci In una notte di un fine settimana di settembre, tra il sabato e la domenica, uno o più balordi (definiamoli soltanto così, ma se avete alternative, fate pure) si è/ sono introdotti nella sede degli alpini di Cornigliano in via Agosti, utilizzando una piccola finestra della cucina che, dal giardino dà all’interno della modesta struttura, forse nella speranza di trovare chissà che cosa, quali sostanze, quanti averi… Il danno in sé non è stato particolarmente grave dal punto di vista economico, anche se, per l’associazione, abbastanza importante: i ladri si sono impadroniti del fondocassa per le piccole spese, non solo: l'ufficio segreteria è stato devastato con i contenuti di alcuni cassetti gettati per terra, sottratte anche un paio di medaglie ricordo d'oro e una piccola penna alpina in filigrana d'argento, dono del Gruppo di Campoligure. Ma è negli affetti che siamo stati duramente colpiti perché le due medaglie sottratte ci erano state affidate dal nipote di un reduce della Grande Guerra, la Prima guerra mondiale 1915-1918, con queste parole incise: "Le lascio a Voi Alpini sicuro che ne avrete cura". Per colpa di alcuni balordi che non hanno e non hanno avuto alcun rispetto per gli altrui ricordi e per ciò che questi rappresentano, le sofferenze e il sacrificio di tanti dei nostri nonni e bisnonni, non abbiamo potuto mantenere la parola data e questo ci ferisce dolorosamente nel profondo del cuore e ci lascia tanta, tanta amarezza! Gruppo Alpini di Cornigliano

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Locali malsani e carenza di materiale didattico: Scioperano gli studenti del Bergese

Sciopero spontaneo degli studenti dell'Istituto alberghiero Nino Bergese il 18 ottobre. Riuniti di fronte alla scuola di via Giotto hanno protestato per il trasferimento di alcune classi, avvenuto all'inizio dell'anno scolastico, al quarto piano dell'edificio, in locali che ospitavano uffici, locali, a loro giudizio, inadatti allo svolgimento di una seria attività didattica. In particolare, gli studenti hanno lamentato l'insalubrità delle aule, le cui finestre non si possono aprire e dove i pavimenti risultano pericolosi. Lo sciopero non ha riguardato solo gli studenti del quarto piano, ma tutto l'istituto, in quanto si evidenziano ulteriori problemi generali, relativi all'insufficienza del mate-

riale didattico e alla non completa attivazione dei laboratori. Il vicepreside Giovannino Falcone respinge la protesta e così risponde: “Le finestre non si aprono perché il davanzale è basso e non si può correre il rischio che gli studenti cadano giù”. Risposta insoddisfacente, dicono i ragazzi, in quanto in un'aula scolastica tutto, in particolare le finestre, debbono comunque essere a norma e non pare questo il caso. Nel frattempo le classi del quarto piano dovrebbero già essere state spostate, in vista dei lavori di adeguamento, ormai prossimi. Ci chiediamo: “Non si poteva provvedere prima?” La cosiddetta “buona scuola” sembra arrancare, e non solo a Ponente. Rita Nello Marchetti


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Ville storiche di Cornigliano, un 2017 più che positivo Un bilancio straordinario in attesa dei prossimi eventi Riprendiamo, anche se a distanza di tempo dall’evento primaverile ma a soli 15 giorni di distacco dal week end dei Rolli Day (14-15 ottobre) per fare il punto sull’apertura delle ville storiche a Cornigliano. Per questo abbiamo sentito Roberto Ferrara, uno tra gli organizzatori. Ferrara, quali sono i dati e le considerazioni finali dell’evento? “Considerando i numeri, ma soprattutto la grande soddisfazione di volontari e turisti, l’apertura al pubblico delle ville storiche di marzo è andata molto bene, coinvolgendo quasi 1.000 visitatori. Siamo giunti ormai alla terza edizione e di anno in anno come Ascovil – Associazione delle ville di Cornigliano – cerchiamo di migliorarci ampliando e diversificando il programma. Quest’anno ad esempio la novità è stata l’apertura di Villa Durazzo Bombrini, già molto conosciuta per i tanti eventi che ospita, ma inclusa nel nostro programma per la prima volta. Ha riscosso molto successo anche il tema “Nobiltà e borghesia in villeggiatura a Cornigliano”, che ha permesso di dare una panoramica ad ampio raggio di quella che era la vita in villa dei personaggi che le abitavano. Palazzi e giardini si sono animati e, oltre alle spiegazioni dei volontari, ad accompagnare i visitatori ci hanno pensato balli e sfilate in abiti d’epoca, concerti, conferenze, rappresentazioni teatrali e mostre. Inoltre svolgendo l’evento la settimana appena precedente i Rolli Days, abbiamo pensato di evidenziare lo stretto legame fra le ville di Cornigliano ed i celebri palazzi del centro storico, molti dei quali visitabili la settimana successiva, potendo così indicare ai visitatori dove abitava chi veniva in villeggiatura a Cornigliano. Da corniglianese sono contento di aver visto le persone del quartiere ammirare con occhi diversi ciò che nel quotidiano guardiamo distrattamente, ma ancor di più che la partecipazione da fuori sia stata molto numerosa: questa è stata l’occasione per mo-

strare che, nascosto poco più a monte delle facciate dei palazzi della via Cornigliano, che tutti percorrono distrattamente, c’è un patrimonio da scoprire e valorizzare, una “via aurea fortificata” così come è stata soprannominata, fatta di palazzi nobiliari e torri di difesa. Dopo le aperture delle ville del 2015 e del 2016 realizzate grazie alla preziosa collaborazione con Italia Nostra e all'Associazione Dimore storiche italiane, nel 2017 l'Ascovil, e in particolare il suo comitato scientifico, si è occupata di gestire in autonomia tutto ciò che è dietro all'evento: la ricerca storica; i contatti con istituzioni, proprietari e gestori delle ville; il reclutamento e la formazione dei volontari; la promozione dell’evento; l’allestimento dei siti visitabili e molto altro, ma sono davvero tante le realtà che hanno reso possibile la manifestazione. Quest’anno è stato fondamentale il supporto della Fondazione Spinola, che ha contribuito in tutte le fasi dell’evento e di Società per Cornigliano per l’apertura di Villa Bombrini. Per gli eventi abbiamo coinvolto numerose associazioni che hanno consen-

tito di realizzare un calendario ricco e diversificato. Per quanto riguarda la promozione la Pro Loco di Cornigliano ha supportato e pubblicizzato l’evento, con diversi articoli sul Corniglianese, mentre il Comune e la Fondazione Ducale, organizzatori dei Rolli Days, l’hanno inserito nel loro programma, ampliandone la risonanza a livello cittadino e non solo. Quindi si ringraziano tutti coloro, singoli, enti ed associazioni, che hanno contribuito in vario modo a rendere aperte, visitabili ed accoglienti le ville, e gli istituti superiori che hanno collaborato (Marsano, Calvino, Mazzini, Firpo e Calasanzio). Infine un ringraziamento speciale va ai volontari, vero motore della manifestazione, che con passione e competenza si sono messi in gioco accompagnando i turisti nelle visite, consentendo a tutti di conoscere lo straordinario patrimonio che Cornigliano nasconde. Tuttavia le attività di Ascovil non si limitano all’apertura delle ville in primavera. A maggio si è tenuta l’ormai consueta festa per tutti i volontari dell’ultima manifestazione, e successivamente vi è stata una nuova apertura al pubblico di Villa Spinola Dufour di Levante, in occasione della giornata nazionale dell’Associazione Dimore storiche italiane. Recentemente inoltre si è svolta una visita guidata a cura della Confraternita del Gonfalone per i soci Ascovil presso il bellissimo oratorio di N. S. Assunta di Coronata, perché per raccontare il territorio bisogna conoscerlo. Molto ancora però bolle in pentola in questo autunno. In particolare con il nuovo anno scolastico partirà un progetto con le scuole elementari del quartiere che coinvolgerà diverse classi in lezioni molto speciali tutte dedicate alle ville, con un racconto in aula e a seguire una passeggiata alla loro scoperta”. Naturalmente il nostro auspicio è quello di poter rivedere questa manifestazione,nuovamente a Cornigliano. C. G.

Alternanza scuola-lavoro nella città dello shipping. L’esempio del Nautico San Giorgio Le finalità del Nautico di Genova e l'arte del navigare. Ho letto dal Corriere della Sera di mercoledi 4 questo stuzzicante editoriale di Massimo Gramellini dal titolo “Siamo fritti” che riporto per chi non lo avesse letto: Tra vari progetti di alternanza scuola-lavoro a disposizione, dieci studenti di un liceo scientifico di Ravenna hanno scelto di servire ai tavoli di McDonald’s per sei ore al giorno. Non ho nulla contro la nobile mansione del cameriere... e riesco persino a digerire, con l’ausilio di tre flaconi di Alka-Seltzer, l’idea che il lavoro di un apprendista non venga retribuito. Mi sfugge il nesso tra gli studi scientifici e la cottura di un hamburger, però non mi permetterei mai di sindacarlo. Probabilmente la storia è piena di matematici che a sedici anni friggevano patatine per portare a casa un po’ di soldi (anche se qui non portano a casa un bel niente) e per imparare un mestiere. Ma è proprio questo il punto di rottura. Se quei dieci potenziali ingegneri lavorassero gratis presso un falegname, un cuoco o un barbiere, penserei che stanno impiegando il loro tempo libero per apprendere i segreti dell’artigianato italiano. Saperli invece entusiasti di regalare le loro energie a una multinazionale che, date le sue dimensioni planetarie, non può che offrire dei lavori standardizzati e considerare i dipendenti dei numeri intercambiabili, mi fa capire che quei ragazzi ragionano in modo diverso. Che certi onnipotenti marchi globali, verso i quali nutro una spontanea diffidenza, a loro, che ci sono cresciuti insieme, danno al contrario molta sicurezza.

Considerano più gratificante servire ai tavoli di un ristorante seriale di McDonald’s piuttosto che a quelli della trattoria a conduzione familiare sotto casa. Sono pragmatici, loro. O forse sono vecchio io. “ Gramellini ha voluto soprattutto sottolineare quanto le nuove generazioni siano diverse dalle vecchie al punto tale di nutrire simpatia e fiducia nei confronti di questi “mostri multinazionali” ma questo suo editoriale porta anche a ragionare sul fare alternanza scuola-lavoro. La scuola italiana, buon ultima rispetto al panorama europeo, aveva infatti la necessità di un radicale cambiamento per non essere più “isola felice” che ci faceva arrivare a vent’anni e oltre (per gli universitari) senza ancora sapere cosa fosse il mondo del lavoro. Nessuno può negare però che non sono pochi gli istituti superiori che si dannano per trovare, anzi inventare, possibilità di stages per raggiungere i famigerati “crediti” ora parte integrante della “pagella”di fine anno. E allora il caso dei ragazzi di Ravenna ai tavoli di un McDonald non è un episodio unico, come pure nella nostra città studenti di un istituto scientifico genovese sono stati mandati a fare pacchi natalizi in un grande magazzino, per non parlare poi di presenze registrate presso alcune aziende compiacenti senza la reale presenza dei ragazzi. Come a Gramellini sicuramente a tanti genitori “sfugge il nesso tra gli studi scientifici e la cottura di un hamburger o la confezione di un pacco regalo”. Insomma un modo di fare alternanza scuola-lavoro all’italiana che ricorda tanto quel famoso presunto regolamento della

Real Marina del Regno delle Due Sicilie noto come “Facite ammuina” piuttosto che un serio programma di studio e lavoro. In una Scuola superiore, che la si vuole sempre più breve, dove spariscono materie formative come la Geografia o Arte marinaresca per i Nautici e il livello culturale è sempre più superficiale, ci manca ora anche un’alternanza scuola-lavoro fasulla a “rubare” il già poco tempo concesso dai programmi ministeriali per insegnare. Se di tutta l’erba non bisogna farne un fascio, mi è allora doveroso citare in questo senso il Nautico San Giorgio di Genova dove l’alternanza scuola-lavoro è una realtà e i ragazzi svolgono tirocini in settori di attività industriali coerenti con le competenze acquisite durante il percorso scolastico. Paradossalmente mi sembra che in questa scuola il problema sia eventualmente armonizzare il sempre minor tempo concesso dal calendario scolastico con le tante attività collaterali organizzate. Un successo né casuale né fortuito ma l’emanazione dei legami storici instaurati tra questa istituzione centenaria e il mondo del mare, l’armamento, la logistica portuale o la cantieristica. E anche del grande buon lavoro di connessione e promozione con queste realtà portato avanti dagli insegnanti e la direzione scolastica dell’Istituto. Alla fine niente di nuovo sotto il sole, perché ancor prima dell’avvento dell’istruzione nautica statale l’arte del navigare era costituita da periodi di avvicendamento a bordo e periodi di studio presso circoli d’istruzione privati. Domenico Travo


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dal Municipio VI Medio Ponente

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Indagine. La viabilità a Ponente Sono tanti i segnali... di pericolo Viaggio tra le vie più a rischio a Genova

“Il pericolo è il mio mestiere”. Così potrebbe esprimersi un qualsiasi utente delle vie di Sestri e del Ponente in generale. Ed avrebbe ragione. Da un'indagine recentemente svolta tra i lettori del Secolo XIX, le vie sestresi appaiono particolarmente a rischio. Nella classifica della pericolosità dei quartieri genovesi, la delegazione risulta addirittura al quarto posto. Le più incriminate sono le vie del centro-ovest di Sestri, anche se un po' tutto il Ponente viene coinvolto dalle segnalazioni, in particolare Sampierdarena e il lungomare di Pegli. Senza dimenticare via Cornigliano. Per tornare a Sestri, maggiormente a rischio sono la confluenza tra via Soliman e via Cerruti e l'innesto tra via Merano e piazza Poch. La prima segnalazione porta la firma del comico sestrese Carlo Denei, che affer-

I nostri inserzionisti

ma: “Molti, provenienti da ponente e diretti a levante, imboccano via Cerruti, manovra non consentita” e lamenta un incidente mortale avvenuto all'inizio dell'estate. Per quanto riguarda il secondo problema, Alessio Pauri rileva il mancato rispetto della segnaletica tra via Merano e piazza Poch, dove gli automobilisti fanno inversione a U in mezzo alla strada per cambiare direzione. Ci permettiamo di aggiungere alla lista nera, per restare al ponente di Sestri, le difficoltà di chi, proveniente da Pegli, si immette in piazza Clavarino e poi in via San Tommaso d'Aquino, dove un semaforo sarebbe quantomeno opportuno, data la pericolosità dell'incrocio di ben 5 strade e la presenza dell'ingresso della scuola media Dante Alighieri (v. foto). La non onorevole classifica dei quartieri genovesi vedeva al primo posto, a fine settembre, via Corsica, seguita da via Diaz e da via Cantore. Speriamo che queste segnalazioni servano a mettere sull'avviso gli automobilisti e le forze dell'ordine, soprattutto i vigili genovesi, invitati ad una particolare attenzione nelle zone incriminate. Ci rivolgiamo al Comune di Genova e al neo-eletto sindaco, che “il Corniglianese” ha incontrato in occasione del suo insediamento, e dal quale attendiamo ulteriori risposte sulla viabilità (e conseguente vivibilità) dei nostri quartieri. R. N. M.

Nuovo Centro Alzheimer Inaugurato a settembre presso l'ospedale Padre Antero

"La nostra regione è la più vecchia d'Italia e d'Europa, con il 28% di anziani sopra i 65 anni (la media italiana è del 21,7%). Per questo, a fronte di una maggiore incidenza di patologie legate all'invecchiamento, nel Piano regionale demenze varato nel gennaio scorso, abbiamo previsto, in collaborazione con l'associazionismo, la riorganizzazione della rete clinico assistenziale per le demenze e l'attivazione di Centri specializzati e multidisciplinari, dove, grazie a percorsi omogenei per l'individuazione della patologia, gli specialisti sono in grado di garantire la diagnosi, la presa in carico tempestiva e la continuità assistenziale. Inoltre abbiamo previsto la figura del co-

ordinatore assistenziale, fondamentale riferimento non solo per il paziente ma anche per i suoi familiari, a partire dalla diagnosi e in ogni stadio della malattia". Così si è espressa l'assessore alla Sanità Sonia Viale, che, alla vigilia della XXIV Giornata mondiale dell'Alzheimer, istituita nel 1994 dall'Organizzazione mondiale della Sanità e dall'Alzheimer's Disease International, ha presentato, insieme ad Alisa, i primi due Centri per i disturbi cognitivi e le demenze (Cdcd) attivati dalla Asl3 presso gli ospedali Galliera, con sede periferica in via Assarotti, e Padre Antero Micone di Sestri Ponente, con sedi periferiche ad Arenzano, GenovaFiumara ed al Gallino di Pontede-

cimo). A fine anno sorgerà il terzo centro nel levante cittadino, presso l'ospedale San Martino, mentre entro il 2018 le altre Asl dovranno attivare propri Cdcd con le relative sedi periferiche. La conferenza-stampa relativa all’ospedale Padre Antero si è svolta il 20 settembre in occasione della presentazione del nuovo Centro per i disturbi cognitivi e le demenze, attivato nei locali dell'ospedale stesso. Erano presenti inoltre il commissario straordinario di Alisa, Walter Locatelli, il direttore generale di Asl3, Luigi Carlo Bottaro, il direttore del Dipartimento TestaCollo e direttore della S. C. Neurologia di Asl 3, Paolo Tanganelli, e il responsabile del Coordinamento attività geriatriche di Asl 3, Lorenzo Sampietro. Nel corso dell'incontro si è fatto il punto sull’incidenza di queste patologie in Liguria e sull’evoluzione della rete delle Unità di valutazione Alzheimer, con la prevista attivazione di nuovi Cdcd, in attuazione del piano ligure delle demenze. L'ospedale sestrese si fregia ora di un nuovo fiore all'occhiello, un centro che si rivelerà utile per tutto il Ponente genovese nella cura e nell'assistenza ai malati di demenza senile e di patologie correlate, sollevando in parte le famiglie dai loro gravosi compiti. Rita Nello Marchetti

Nella foto: Associazione Famiglie Malati di Alzheimer

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O zenéize

Occhio al quadro

Da-o dentista O riçevimento

Tanta voglia di pubblicità Con i manifesti della Belle époque

di Guido Pallotti

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di Liliana Gatto Longhi

Êo asetâ, pe o primmo apontamento, inta sala d’ateisa d’en dentista l’aivo pigiòu a câxo, in t’en momento in sce internet, donde ghe ‘n êa ‘na bèlla lista. In scia miagia e ben apeiso drîto con in gòtico o seu nomme stampòu gh’éa o diplòmma, a-o stesso mòddo scrîto e’n t’en barlumme a tutto ò ripensòu. O l’aiva aloa i cavelli longhi insimma a-e spalle quand’êmo in tâ mèxima classe a-o liceo in bèllo mòu, in fîgo, atro che balle, ma co foise davei lê, següa no éo. Che câde eugiæ da nascoza ghe tiâvo e ‘n pâ de vötte gh’éo ascì sciortia, ma ciù in là de quarche baxo no andavo pe questo a nòstra stòia a l’éa finia a-a spedia. Quande però, drento o m’à ciamòu, êo lì, lì pe dâme quæxi a-a fûga: ma quæ cavelli longhi, o l’éa peiòu, e co-o môro ch’o l’êa tutto ‘na rûga. O l’éa asê vegio p’êse pròprio lê, però a corioxitæ a m’éa restâ coscì, quand’êo drento e ancon in pê, a smanzaxon ma son vosciua levâ. E pe caciâla lì gh’ò domandòu: se i seu anni de scheua o se ramentava e in te quæ istituto o l’aia studiòu e se quarcösa ancon o se aregordava. “L’anno do so diplomma, scia o me o porieiva dî”? Me pâ che foiximo in to meximo licéo." E lê: “No gh’ò niscciun problema, in to setantedoi”. E mi: “Liceo classico Giordan Brun, l’è o véo”? O m’à goeciòu pensandoghe ben ben, brutto, vêgio e peiòu, n’a vea schifessa, o m’à pòi dîto, sto gran figgio de puten: “Cöse scia l’insegnava ciù? Professoressa”!

Dal dentista Ero seduta per il primo appuntamento, nella sala d’attesa di un dentista: l’avevo preso a caso, in un momento su internet, dove ce n’era una bella lista. Sul muro e bene appeso dritto con in gotico il suo nome stampato c’era il diploma, allo stesso modo scritto e in un barlume a tutto ho ripensato. Aveva allora i capelli lunghi sopra le spalle quando eravamo nella stessa classe al liceo: un bel moro, un fico, altro che palle, ma che fosse davvero lui sicura non ero. Che occhiate di nascosto gli tiravo e un paio di volte c’ero pure uscita, ma oltre qualche bacio non andavo per questo la nostra storia era finita presto. Quando però dentro mi ha chiamato, ero lì per darmi quasi alla fuga: ma quali capelli lunghi, era pelato, e con la faccia che era tutta una ruga. Era molto vecchio per essere proprio lui, però la curiosità mi era rimasta: così quand’ero dentro e ancora in piedi, il prurito mi son voluta togliere. E per buttarla lì gli ho domandato se i suoi anni di scuola si ricordava e in quale istituto aveva studiato e se qualcosa ancora rammentava. “L’anno del suo diploma me lo potrebbe dire? Mi sembra che fossimo nello stesso liceo.” E lui: ”Non ho nessun problema, nel Settantadue.” Ed io: ”Liceo classico Giordano Bruno, è vero?” Mi ha scrutato pensandoci ben bene, brutto, vecchio, pelato, una vera schifezza, e m’ha poi detto, ‘sto gran figlio di buona donna: “Lei cosa insegnava più, professoressa?”

O Cichin, l'âtra seia o m’à mandòu in t‘en riçevimento a fâ o camê, gh'ea 'n muggio de pèrsonn-e ærtolocæ e vestio tutto de rosso ascì 'n prelato, co-i amixi, co-i parenti e con a moæ. O porporòu o m’è vegnuo vexin e o m’à dîto, segnando co-o dio, che seu nessa a l’avieiva gradio de spelinsegâ de tutto, in pitinin, e o m’à fæto vedde, ‘n po’ ciù in là in tâ stansa, donde in sce’n’òtomana ean asetæ, dôe bèlle figge, co-e ganbe acavalæ, quexi angosciæ, che finzeivan noncuransa. E fâdinn-e êan squexi inesistenti no nascondeivan pròpio ‘n bèllo ninte restavan in pöza, con i sgoardi asenti, tanto da fâ pensâ che foisan finte. Amiavo con i euggi da incantòu, o ben de dio ch'o m’ea apario de bòtto, tanto che spasientio, o porporòu o m’à dîto: ”Sciù, sciù che me pagei adormio, câo zovenotto!“ “Sciâ a l’à raxon, ma mi vòriæ capî, e voscià, sciâ me scuse l’inprudensa, quæ a l’è seu nessa, scia-a m’òu pòrieiva dî… A l’è quella con e miande o quella sensa?” Il ricevimento, spunto preso da una poesia di Trilussa Franceschino l’altra sera mi ha mandato a un ricevimento a fare il cameriere, c’erano un mucchio di persone altolocate e vestito tutto di rosso anche un prelato con gli amici, coi parenti e con la madre. Il porporato mi è venuto vicino e mi ha detto segnando con il dito, che sua nipote avrebbe gradito di assaggiare di tutto, un pochino, e mi ha fatto vedere un po’ più in là, dove su un sofà erano sedute due belle ragazze con le gambe accavallate, quasi annoiate, che fingevano noncuranza. Le gonne erano quasi inesistenti non nascondevano proprio un bel niente, restavano in posa, con gli sguardi assenti, tanto da far pensare che fossero finte. Guardavo con gli occhi da incantato il ben di Dio che mi era apparso di botto, tanto che spazientito, il porporato mi ha detto: “Su, su, che mi sembrate addormentato, caro giovanotto!” “Lei ha ragione, ma io vorrei capire, e lei mi scusi l’imprudenza, qual è sua nipote, me lo potrebbe dire? È quella con le mutande o quella senza?”

Pubblicità e propaganda. Ecco cosa vedevano i nostri nonni camminando per strada, seduti sui filobus, nei locali pubblici. Cartonati di grandi dimensioni che ora possiamo trovare nei musei come il Liquore Strega, il Cordial Campari, la Fiat 1500, il Thermoplaid Lanerossi. Gli appassionati di arti grafiche non si lasceranno scappare l’esposizione di Treviso che raccoglie manifesti grafici tra le mura del Museo nazionale Collezione Salce, intitolato a colui il quale donò allo Stato italiano tutta la sua collezione. La mostra propone una sezione (non poteva certo mancare) sulla Belle epoque con pezzi che sono datati fine ‘800. Immagini colorate, popolari, che divennero in breve tempo una vera tappezzeria all’aria aperta – specialmente a Parigi – e una connotazione immancabile dei Cafè chantant. Altri cartelloni segnano per il nostro Paese lo spazio temporale tra le due guerre dove sui manifesti Nizzoli, Carboni, Boccasile, Sironi, Codognano, Munari, Seneca, disegnano figure e ambienti. In ultimo per arrivare agli anni Sessanta una sessione di cartelloni che arriveranno nelle sale museali nel 2018 (“Dal secondo Dopoguerra al 1962”) e che sino a giugno saranno visibili. Per gli appassionati del genere e che desiderano una visione d’insieme, anche se virtuale, si segnala il sito www.collezione-salce.beniculturali.it da annotare anche da parte di chi non ha tempo per raggiungere Treviso.


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Romanziere click Bookcon Pride,un prima edizione alla Fiera dell’Editoria indipendente Come perdersi tra le pagine di un libro “Maggio dei libri” col… Trucco Visto e considerato che la biblioteca Guerrazzi è rimasta chiusa al pubblico per inventario per diversi giorni - qui a lato potete vedere aperta la cappella privata di Villa Gentile Bickley dedicata a Nostra Signora delle Grazie - mi è venuta proprio voglia di andare a dare una sbirciata alla prima edizione del Book Pride, la Fiera dell’Editoria indipendente, che si è tenuta a Genova dal 20 al 22 ottobre, a Palazzo Ducale. Il capitano Molti gli editori Bertolotti presenti, distribuiti al morì nel ‘15 piano terra del Ducale, che hanno porsui monti veneti tato nella nostra città una massiccia presenza di carta stampata per tutte le età e per tutti i gusti. Dai libri per bambini a libri su carta pregiata, uno stand tira l’altro, è stata proprio un’immersione nel mondo della lettura, intramezzato, per i più attenti e curiosi, dalla possibilità di partecipare alle varie conferenze organizzate dal venerdì – giorno dell’inaugurazione – sino alla domenica, giorno di chiusura. Sala Minor Consiglio ha aperto le danze con una conferenza su “Sessanta anni di storie europee: isole, mari, nazioni, movimenti”, non male come tema per una città di porto come la Superba; mentre le altre sale (Liguria,

Camino, Ducale, Maggior Consiglio) hanno ospitato presentazioni di libri, approfondimenti su tempi di letteratura e editoria. Io ho fatto un assaggio di tutto un po’ per poi perdermi tra le copertine dei libri esposti. E giusto a proposito “di perdersi” tra le pagine di un libro ho trovato un foglio accuratamente ripiegato e, a quanto pare, dedicato a una persona speciale come altrettanto speciale è la sensibilità della persona che lo ha scritto. Desidero condividerlo con voi, anche se non tutto, perché sono parole che scaldano il cuore: “Per Te: all’inizio sei un miraggio; ti abbiamo cercata con ostinazione, caparbietà, sofferenza, con dolore. Ma poi ti abbiamo sognata e cominciato a cercarti con forza, passione, con amore. Alla fine il miraggio è sparito e sei arrivata tu, una splendida realtà che ha completato la nostra vita ed ha cementato un amore in maniera indissolubile. Per ore ti abbiamo ammirata nel tuo sonno, nella tua serenità, nella tua dolcezza ed ogni volta abbiamo ritrovato in te un miracolo d’amore, un

sogno che si era concretizzato in un delizioso batuffolo tutta “ciccia” e “boccoli”. Poi sei cresciuta ed ogni passo della tua vita è stato per noi un regalo enorme che ci ha fatto ancor più comprendere quanta forza risieda nell'amore quando, specialmente, si riesce a donarlo ad altri in maniera incondizionata. La vita poi presenta delle prove e ti chiede: “vediamo quanto è forte questo amore, e tu non comprendi cadendo così in un baratro di dolore, di buio, di tristezza e di nostalgia”. Ma poi dici: “voglio vivere per me per quello che è stato e per quanto posso insegnare agli altri della mia sofferenza”. Ed è allora che si intravede una piccola luce, un barlume di speranza, un soffio di brezza fresca che ti ristora e ti fa riprendere piano piano a respirare”. E chissà se anche a qualcuno di voi non sia capitato di ritrovare un foglio, una lettera, una cartolina tra le pagine di un libro. Ricordi messi su carta e conservati tra righe stampate.

La storia delle nostre vie Via Tommaso Marino

e praterie per raggiungere le località dell'entroterra montano dirette verso le città padane dove aveva luogo scambio e commercio, attività che avvenivano sin da tempi remoti fino a quando questo traffico venne travolto da grandi arterie autostradali e ferroviarie, di cui il nostro entroterra conserva ancora tracce di quelle antiche strade. Marino fu banchiere di principi e privati e anche della Santa Sede. Acquistò vaste tenute nell'Italia meridionale e anche il Ducato di Terranova oltre a palazzi sia a Roma che a Milano. Nel 1558 commissionò al celebre architetto perugino Galeazzo Alessi la costruzione del

Palazzo Marino a Milano che diventò celebre per la sua fastosità e per il pregio della sua architettura e ne fece la sua residenza nobiliare. In questo elegante palazzo vide la luce anche la nipote, suor Virginia de Leyva, che divenne la famosa Monaca di Monza dei Promessi Sposi di Manzoni. Il declino della famiglia Marino iniziò a causa dei tanti prestiti non rimborsati e alle troppe spese affrontate per la costruzione del palazzo milanese che fu poi pignorato e acquistato dallo Stato nel 1781. Questi avvenimenti si riversarono sul figlio Nicolò, assassino della moglie,

Una breve strada che collega la parrocchia di San Giacomo con via Oneto è stata intitolata a Tommaso Marino, un grande banchiere italiano nato a Genova nel 1475. Nel 1520 Marino si trasferì a Milano col fratello Giovanni e si dedicò con grande impegno al commercio tra cui l’impresa del sale divenendo presto il più ricco mercante dei suoi tempi. Traeva il sale da Venezia, dalle saline ferraresi, dall'Egitto, e rifornì i dominî imperiali d'Italia, la repubblica di Genova e il ducato di Ferrara. Le carovane dei mulattieri che partivano dal porto di Genova, attraversavano vie di sassi, fasce terrazzate, boschi

lillybrilly@gmail.com

Luisa De lugo de Herreia, un fatto che indignò molto l’opinione pubblica. Con l’unità d’Italia Palazzo Marino divenne sede centrale del Comune e nel 1892, su progetto dell’architetto Luca Beltrami vennero demoliti dei vecchi stabili esistenti vicino al palazzo non meritevoli di rappresentare la nuova amministrazione comunale. In quegli spazi venne costruita la nuova piazza della Scala impreziosita poi dal monumento intitolato a Leonardo da Vinci. Tommaso Marino morì il 9 maggio 1572 a 97 anni, lasciando della sua ex immensa fortuna soltanto il palazzo affacciato sull’attuale via Marino e piazza della Scala. Rosanna Robiglio

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Le Ossa di morto, i biscotti golosi del 2 novembre N e l l a nostra penisola per ogni ricorrenza si producevano Riccardo Collu pani e dolci seguendo le usanze tradizionali. In ricordo dei morti questi si mettevano sui tavoli imbanditi nella notte fra l’1 e il 2 novembre per accogliere i nostri cari che sarebbero tornati a trovarci. Sarebbero poi stati consumati dalla famiglia il giorno successivo. In molti luoghi, fortunatamente, queste tradizioni continuano ancora, fra i dolci più diffusi vi sono i biscotti e i più particolari sono le “ossa di morto”. La forma di quelli che ultimamente sono commerciati in sacchetti trasparenti non lascia dubbi, nulla che possa ricondurre a trofei macabri, ricordano piuttosto i disegni dei bimbi o le crocchette per il cagnolino di casa, ricoperte di glassa bianca. Fra le versioni tradizionali più conosciute nel nord Italia vi sono le “Òss dë mòrt” piemontesi, nate nel 1869 a Borgomanero (No), nella prestigiosa “Offelleria Viganotti”. Grazie ad esse ed ai famosissimi “brutti ma buoni”, ad inizio ‘900 vennero conferiti al laboratorio un diploma di onorificenza e una medaglia d’oro, a Parigi. Sono realizzati con farina, albume d’uovo, zucchero, nocciole e mandorle intere. Il risultato sono biscotti da credenza duri e croccanti di forma irregola-

paroliamo

re di facile conservazione. A Volterra hanno una forma simile alle falangi delle dita di una mano. Si ottengono aggiungendo gli ingredienti all’albume d’uovo montato a neve ottenendo così una pasta più alveolata all’interno. Il colore ambrato è ottenuto dall’aggiunta della polvere di nocciole tostate. A Montalcino, già noto per il vino Brunello Docg, i biscotti “ossa di morto” venivano prodotti tutto l’anno. Nella tradizione contadina si cuocevano nel forno a legna dopo il pane e i dolci di pasta frolla assieme alle merin-

ghe. Sono biscotti con le mandorle simili ai cantucci. Per le festività di novembre si prepara ancora una pagnotta lievitata con noci uvetta e pepe nero la cui forma può ricordare il pandolce genovese. I pasticceri milanesi utilizzando il briciolame delle infornate dei dolci settimanali rinfrescati con aggiunta di uvetta, fichi secchi, mandorle, realizzava il “pân di mòrt”. Oggi chi porta avanti la tradizione, nella maggior parte dei casi, arricchisce il prodotto con nocciole tostate, pinoli, canditi, cacao in polvere o anche in gocce, perdendo una buona parte

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2 12 22 dell’originalità della ricetta. In Sardegna il pane era di tipo tradizionale a lievita3 13 23 zione lenta, ricavato con miscele di semola. Veniva impastato diverse volte, 4 14 24 lavorato ed inciso, veniva infornato la mattina presto ed esposto per l’ora della 5 15 25 messa. La tradizione, seppur limitata, continua ancora oggi. Alcuni esemplari si 6 16 26 possono ammirare nel museo del pane tradizionale di Borore, a Nuoro. I dolci 7 17 27 più curiosi ed interessanti provengono dalla tradizione siciliana, sono biscotti 8 18 28 secchi speziati all’aroma di cannella e chiodi di garofano. La preparazione dura 9 19 29 parecchi giorni ed inizia con una asciugatura a bassa temperatura o temperatu31 20 ra ambiente. La fase finale è la cottura in 10 forno dove lo sciroppo di zucchero conteGiorni di pioggia: 10 nuto nell’impasto trasuda e crea una Temporali: 2 glassa delle dimensioni di un secondo Giorni di sereno: 7 biscotto sovrapposto e la consistenza di Temp. Min.: 16,8°C Max.: 22,3°C una meringa. Ma la curiosità è che volenProiezioni meteo autunno do trovare un unico vino che possa esse- C'era una volta l'ottobre piovoso… re compatibile con tutti questi dolci, sen- L'attuale scenario meteorologico za ostentare la perfezione, il caso vuole vede la presenza di un vasto promontorio di alta pressione che che sia indicato un vin santo. In Toscana impedirà alle perturbazioni atlanve ne sono di ottimi ed i prodotti sono tiche di entrare nel Bel Paese, semfacilmente reperibili. Ci abbineremo così pre più assetato e bisognoso di anche il periodo delle festività, il mo- pioggia. La fase stabile proseguirà mento di portare i fiori e recarci ai sepolcon temperature massime ben cri dai nostri cari, come diceva il Foscolo. oltre le medie. In estate la carenza Continuiamo a fare o consumare nelle di pioggia ha raggiunto punte localmente superiori al 90% delle nostre case i biscotti, i pani delle feste attese. Tenendo conto dell'intero ché sono un importante tassello della periodo ottobre 2016-agosto 2017, nostra cultura e delle nostre usanze, un risultano in eccezionale sofferenza unione fra sacro e profano atta ad esorpluviometrica tutte le zone della cizzare la morte che unisce e rinforza le regione. C'è bisogno di pioggia per persone in vita.

Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

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ristabilire il deficit idrico. Ottobre emulerà settembre? I primi 10 giorni del mese sono stati molto asciutti e con scarse precipitazioni, peraltro le indicazioni anche sul medio e lungo termine mostrano la prosecuzione di un mese ben poco piovoso con netta prevalenza di alta pressione. Non è da escludere che qualche occasionale episodio piovoso si presenti, ma nel complesso si attende piovosità assai scarsa. Temperature Saranno miti ed al di sopra della norma, in particolare i valori massimi diurni, mentre le nottate più lunghe potranno favorire valori minimi un poco più bassi, nelle zone interne. Nicolò Scibetta www.meteoligure.it

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Dolce ottobre con piccoli brividi... di paura di Astri Lidia Frascio Carissimi lettori e lettrici, eccoci arrivati in piena stagione autunnale, nel mese di ottobre, dal latino october, ottavo mese dell'antico calendario romano. In verità il clima per ora si presenta mite con giornate soleggiate. A fine mese ci sarà però la fine dell'ora legale, per cui la durata della luce sembrerà diminuire ancor di più. Il sole l'1 è a 8°00' Bilancia. Entra in Scorpione il 23 alle 5:28. Auguri a tutti i nativi in questo segno, i quali vengono descritti come acuti, passionali, intuitivi e creativi. Per quanto mi riguarda cerco di sfruttare al meglio questo periodo che precede i rigori invernali, sistemando le mie scartoffie e mettendo in ordine gli armadi ingombri di ciarpame fino all'inverosimile, al punto da non riuscire a chiudere le ante. Quando fa caldo non ne ho voglia e quando fa freddo sono troppo impegnata a scaldarmi. Vorrei poter andare in letargo come alcuni animaletti. Ho una vera simpatia per i ghiri che si nutrono di noci, semi, frutta ed insetti, diventano molto grassi in autunno (anch'io non faccio che mangiare frutta secca) e vanno in letargo da ottobre ad aprile. Gli antichi Romani li ingrassavano e se li mangiavano. Abbandonata la spiaggia, perché l'acqua del mare è fredda e spesso c'è un venticello poco invitante anche quando splende il sole, ho provato ad inoltrarmi sui monti, visto che è stagione di funghi e castagne. Invero non ho trovato né gli uni né le altre, ma forse non mi sono recata nei luoghi giusti. Sulle alture tra abeti e pinete ho però potuto ammirare distese di erica con fiori di uno splendido rosa-violetto, riuniti in grappoli. Il nome di erica deriva dallo scandinavo Erik, che al femminile diventa Erika. Le radici contorte sono usate per fabbricare pipe, con i rami delle piante anticamente si facevano scope di brugo, per ramazzare giardini. Con le foglie si aromatizza la birra, un bagno con i fiori di erica pare alleviare i dolori reumatici. Scendendo più in basso mi sono avventurata in boschi di castagno ed infine, procedendo verso la costa, ho trovato delle belle piante di corbezzolo, diffuso in tutta la Liguria

fino a 200 m. Questo arbusto può raggiungere i 10 m di altezza, ha rami rossastri e foglie coriacee e seghettate, i fiori, disposti a grappolo sono di colore bianco, compaiono in autunno inoltrato e si sviluppano in bacche rotonde e rosse. In alcuni giardini, anche a Cornigliano, viene usato come pianta ornamentale, perché fiorisce dall'autunno fino all'inizio dell'inverno e i frutti spesso sono presenti insieme ai fiori. Con le bacche mature, di cui sono ghiotta, si preparano un vino a bassa gradazione alcolica, liquori, sciroppi e marmellate. Il miele amaro di corbezzolo, prodotto in Sardegna e in Corsica, è ottimo per esaltare il sapore del formaggio pecorino. Le foglie e i frutti hanno inoltre varie proprietà medicamentose: antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, diuretiche etc. Allontanandomi dal sentiero, devo dire che ho avuto un brivido di paura, essendomi distaccata dal piccolo gruppo di escursionisti di cui facevo parte. Mi è venuto in mente che, pochi anni fa, la mia amica Rita è stata morsa da un cane lasciato in libertà e per parecchio tempo ha portato i segni su un polpaccio. Mi sono sentita come Cappuccetto rosso e per non correre il rischio di incontrare il lupo cattivo (Jack Nicholson, nel film Le streghe di Eastwick, bofonchiava: "Chi ha paura del lupo cattivo?"), anche se in realtà io adoro i lupi, non mi sono più attardata nelle mie contemplazioni naturalistiche ed ho lanciato richiami per riunirmi a chi (forse di proposito) mi aveva portata a perdere come Pollicino, tra l'altro il telefonino non prendeva. Le fiabe che ci narravano da bambini sono piene di ammonimenti e di inviti alla prudenza: non parlare con gli sconosciuti, non aprire quella porta e non inoltrarti nel bosco o in luoghi

pericolosi, esempio la c a s a dell'orco o della strega (Hansel e Gretel). I cattivi hanno la v o c e flautata e spesso si presentano sotto mentite spoglie, inoltre non bisogna accettare caramelle e doni da persone sospette (dai Greci non accettare doni: timeo Danaos et dona ferentes), ma quante volte ci ricordiamo di questi saggi consigli? Non solo i bambini sono imprudenti, ma anche gli adulti e gli anziani. Sulla paura si sono scritti fiumi di inchiostro ed è stata argomento di proverbi. Aristotele diceva che chi è coraggioso non è chi non ha paura, ma chi sa incanalarla ed affrontarla. La paura può bloccare lanciando messaggi ai predatori, infatti nel mondo animale, quando si è presi dal panico, si emette un particolare odore con la sudorazione che esalta il malintenzionato; non sempre però è negativa, se ben incanalata: non vedere il pericolo può essere ingenuità, essere in grado di ragionare con lucidità conduce ad elaborare veloci strategie d'azione. Oltre alla paura in situazioni estreme esterne, esiste tuttavia una paura interna che può impedire di vivere pienamente la nostra vita. Tra i libri più interessanti sull'argomento c'è: Krishnananda - Uscire dalla paura - Feltrinelli. Tra le paure più subdole e striscianti c'è quella di non essere adeguati, cito: "L'assuefazione sta nell'essere focalizzati sul futuro, nell'ossessione di raggiungere qualcosa. Questo, per me, va insieme ad un'altra assuefazione: l'essere attivi e veloci. Finché mi muovo veloce e sono indaffarato ho il controllo e posso evitare di sentire la paura e il dolore dentro di me. È un'attitudine compulsiva". Questo atteggiamento porta a non godere più delle belle cose della vita, po-

nend osi obiettivi alienanti, con una sensazione di fallimento e vergogna. La paura può ess e r c i amica se acquisiamo consapevolezza. Lissa Raukin, nel best seller Il potere di guarigione della paura, ci invita a ribaltare il nostro rapporto con la paura. Essa è un campanello d'allarme, un sentimento primordiale: all'epoca delle caverne era fondamentale per la sopravvivenza. Ora difficilmente corriamo il rischio di essere divorati da una belva o morire di fame e, pur essendoci altri pericoli da non sottovalutare, la maggior parte delle paure sono immaginarie. Lissa Raukin non suggerisce di liberarcene, ma di riconsiderare il nostro rapporto con la paura, in modo che possa curarci. Essa potrebbe essere un messaggio di ciò che nella nostra vita è in attesa di guarigione. Ad esempio se qualcuno, pur godendo di un discreto benessere economico, continua ad accumulare compulsivamente, probabilmente ha un rapporto di insicurezza con il denaro: "Pecunia si uti scis ancilla est, si nescis domina", il denaro se lo sai usare è al tuo servizio, altrimenti diventa padrone. Se abbiamo paura di essere indifesi e di aprirci ai sentimenti e all'amore, probabilmente la paura ci sta mandando il messaggio che un grande dolore del passato ci ha bloccato e deve essere curato. Si avvicina Halloween: notte di paura, tregende e streghe, quindi vi invito a meditare con la bava alla bocca. Baci spaventosi Astri P. s.: sto infornando per voi i famosi dolcetti ossa dei morti, per distribuirveli ed evitare che mi facciate brutti scherzi.

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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2 ottobre, Festa dei nonni 1.Emozioni per il decennale di Villa Immacolata 2.Nonni e nipoti insieme al Centro civico

Il 2 ottobre abbiamo festeggiato il decennale di Villa Immacolata con ospiti, parenti, amici e operatori. È stata una grande festa piena di allegria ed emozionante per tutti i nostri ospiti che hanno potuto gioire della presenza di Silvano e moglie, membri del coro del Castello Raggio di Genova Cornigliano. La dottoressa Ilaria Scaliti ringrazia tutti i partecipanti e in particolare la comunità di Coronata per l’affetto

dimostrato in questi anni. Ma come nasce la Festa dei nonni? La ricorrenza è celebrata nel nostro paese dal 2005: fu sancita con una legge secondo la quale in questa giornata si celebra: “l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”. Ma perché si festeggia il 2 ottobre? Questa data fu scelta in concomitanza con il giorno in

cui la Chiesa cattolica festeggia gli “angeli custodi”. La festa degli angeli custodi nacque a Valencia nel 1411 in omaggio al protettore della città. Poi per la prima volta venne istituita dalla Chiesa nel 1570 con Papa Pio V; poi nel 1608 Papa Paolo V dovette ristabilirla perché fu soppressa in passato fino ad arrivare al 1670 quando Papa Clemente X la rese obbligatoria per tutta la Chiesa. Oreste Paganelli

“Tu chiamale se vuoi emozioni” Frazzetto e Palumbo in mostra al Centro civico

Il Municipio VI Medio Ponente e il Centro civico Cornigliano presentano la mostra di pittura “Chiamale se vuoi emozioni”, opere di Enza Frazzetto e Laura Palumbo, dal 20 ottobre al 10 novembre presso il Salone del Centro civico, in viale Narisano, 14. L’evento è patrocinato dal Municipio VI Medio Ponente. “Amando l'arte, il mio unico modo per esprimerla è la pittura: passione che ho coltivato fin da piccola ma che ho realmente scoperto solo qualche anno fa, frequentando il Circolo culturale Arci Prisma di Genova Pra’ con l'aiuto dell'insegnante Franca Zummo. Inizialmente ho cominciato a dipingere sulle tele con i colori acrilici ma col tempo ho scoperto la vi-

vacità dei colori ad olio rendendo unico e quasi reale ogni mio quadro. I soggetti che preferisco sono i fiori; grazie a essi riesco ad immergermi in un mondo vivace ed estrapolare ogni loro singola sfumatura. Oltre a questi, i temi che mi appassionano sono i ritratti di donna, cercando di rendere espressivi i loro volti abbelliti da cappelli eleganti ma anche i paesaggi marini grazie alle loro infinite tonalità di blu. Questa sarà la mia prima mostra importante che spero darà inizio ad un mio percorso espositivo”, dice Enza Frazzetto. Laura Palumbo, invece, nasce in Toscana. Scopre la sua passione per il disegno e i colori frequentando l’Istituto Magistrale dove i gessetti colo-

rati svolgevano un ruolo importante per catturare l’interesse dei bimbi. Passa alla tecnica ad olio eseguendo copie dei quadri di pittori impressionisti e non. A Genova poi frequenta circoli d’arte approdando finalmente all’Arci Prisma di Pra’, anche lei con l’insegnante Franca Zummo. “L'atmosfera è quella giusta: allegra, confortevole e ricca di stimoli”, assicura Laura Palumbo. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Sabato dalle 9 alle 12; chiuso domenica e festivi Ingresso gratuito. Info: 010.557.8205 http://municipiovi.prossimafermatagenova.it/ riquadro/centro-civico-cornigliano. S. P.


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Gli scherzi di Strega Barucca Fiaba di Rita Nello Marchetti

Si avvicinava la festa di Halloween e Strega Barucca era preoccupata. Si era spremuta le meningi per studiare uno scherzo che impaurisse i bambini. “I ragazzi di oggi non sono più quelli di una volta”, si rammaricava. “E' difficile spaventarli, abituati come sono ai giochi più paurosi e rivoltanti!”. “E' vero”, rincarava Pipistrello Rattopennugo, suo solerte aiutante. “Oggi giocano con creature terrificanti come robot, angry birds, gormiti, schizzi di vomito artificiale. Vedono film polizieschi e fanno indigestione di guerre stellari dove i morti ammazzati si contano a dozzine. Ovunque spruzzi di sangue, armi letali e amenità del genere”. “Senza contare i notiziari televisivi e le trasmissioni d'intrattenimento che raccontano i particolari di un omicidio o di un delitto raccapricciante, mettendo in pericolo la digestione e il sonno di tanti ragazzi”. “Così era un tempo, mia cara. Oggi i bambini stanno così a lungo davanti al televisore che sono diventati refrattari alla paura”. “Che fare?”, si chiedeva Barucca grattandosi la parrucca. “Sarebbe bello intrufolarsi in qualche festa mascherata, scherzare con tutti e far sobbalzare almeno un bambino!”. “Proviamoci!”, propose Rattopennugo. Attese che scendessero le tenebre per approdare nella stanza di un ragazzino. Cominciò a svolazzare intorno al letto emettendo versi striduli e vocalizzi privi di senso. Thomas aprì gli occhi e lo squadrò con commiserazione: “Non sei Batman, vecchio mio. Cosa ti sei messo in testa, Chirottero da strapazzo? Credi di spaventarmi sfiorandomi con le tue ali? Mi fai solo fresco!”. Colpito nel suo orgoglio, il Pipistrello si rifugiò in un vecchio mulino, dal quale per la vergogna non uscì più. Per la crona-

ca, sta ancora lì a macinare la sua sconfitta. Non vedendolo tornare, Strega Barucca pensò di inviare tale “Inchiostro di China”, un rospo nero e viscido, che avrebbe spaventato a morte le bambine, notoriamente schizzinose! Lo calò sulla scrivania di una bimba bionda. Ma, invece di spaventarsi, Sveva fu felicissima della sorpresa piovuta dal cielo. Prese il Rospo sul palmo della mano e cominciò a baciarlo, con sommo dispetto della bestia che non gradiva simili smancerie. “Tu sembri un Rospo, ma in realtà sei il Principe della Fiaba! Vedrai che, a forza di baci e coccole, ti trasformerò di nuovo in un bellissimo principe. E allora ci sposeremo in pompa magna: le nostre saranno le nozze del secolo!”. Il Rospo si rassegnò e ancor oggi è in spasmodica attesa della metamorfosi. Nel frattempo è divenuto il cavalier servente di Sveva che, ormai adolescente, gli impartisce gli ordini più impensati. Lo ha fatto persino partecipare al Grande Fratello... Ci risulta in lista per l'”Isola dei Famosi”, dove approderà sicuramente da Principe! Non vedendo tornare neppure il Rospo, la Strega convocò il fantasma Tremarella, che si rifiutò categoricamente. A questo punto la Strega Barucca, demoralizzata, si fece piccola piccola e si rifugiò... in una zucca. Di lì poteva osservare, attraverso le fessure praticate per gli occhi e per la bocca, i travestimenti dei bambini nelle feste di Halloween. Notò con raccapriccio che non aveva più l'esclusiva del personaggio: di anno in anno le streghe (e pure scheletri e boia) si moltiplicavano a dismisura, mentre fate, damine, cavalieri e principesse venivano progressivamente emarginati persino a Carnevale. Umilianti cadute di gusto, vere pagliacciate... A

parte la rabbia che ogni anno l'assaliva, Barucca si sentiva protetta dentro quella zucca bitorzoluta e vi si installò definitivamente. Se a fine ottobre, assaggiando una zucca, non la trovate dolce come vorreste, scrutate al suo interno: al posto dei semi, potreste trovarvi rannicchiata la Strega Barucca che, espropriata del suo ruolo, piange lacrime amare in attesa del rinsavimento di tanti bambini. La zucca regina di Halloween In questo periodo, negli orti e nelle friggitorie genovesi imperversano le zucche, prezioso ortaggio che si presta, oltre a gustose ricette, tra cui la famosa farinata di zucca, tipica di Sestri, anche ai divertimenti un po' pazzi di Halloween. Pubblichiamo la ricetta di un dolce particolarmente adatto ad accompagnare questi festeggiamenti: la torta di zucca. Buon Halloween a tutti! Torta di zucca Dosi: g. 500 di polpa di zucca - g. 350 di farina gialla 2 cucchiai di latte - 2 cucchiai di zucchero - scorza di limone - uvetta. Liberate da corteccia e semi una fetta di zucca gialla, della quale terrete da parte la polpa. Tagliatela a pezzi e fatela bollire in poca acqua appena salata, fino a che sia facile spappolarla completamente e passarla al setaccio. Mescolatela bene con la farina gialla, il latte e lo zucchero. Profumate il composto con la scorza grattugiata del limone o di un'arancia. Imburrate leggermente una tortiera, versatevi il composto, cospargetelo di uvetta e infornate. (dal libro “Caterina e l’Angelo” di Rita Nello Marchetti – Erga Edizioni).


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UNA NUOVA ASSOCIAZIONE DELLA PROPRIETA’ ANCHE A TUTELA DEL TERRITORIO “GENOVA CASA NOSTRA” A CORNIGLIANO IN VIA VETRANO 7R Si chiama Genova Casa Nostra - GECN -, ed è una nuova associazione a tutela dei proprietari delle case, ma non solo. Come dice il nome tesso, quello che si vuole evidenziare è che la nuova istituzione non si limita alla tutela della proprietà quale bene economico, ma vuole estendersi al di fuori della casa di proprietà per fare sentire il cittadino a casa sua nella sua città. Lo chiediamo al segretario di GECN, Paolo Pisana: cos’ha di diverso Genova Casa Nostra nei confronti delle altre associazioni di proprietari? “Le finalità sono quelle che abbiamo evidenziato nel nostro manifesto); la casa ha passato diversi periodi infausti nel passato ma, allora, era possibile individuare la fonte dei problemi; prima l’equo canone che impediva la redditività del bene poi l’ICI e l’IMU, che costituivano imposte patrimoniali a danno della sola proprietà, ma oggi, diversamente dal passato, non c’è più un “nemico” da combattere e, per questo motivo, le altre associazioni sono rimaste impreparate, sono diventate delle mere entità di servizi, noi non siamo solo quello” Cosa intende dire? “Intendo che, oggi, chi ha una casa, oltre quella che abita, non riesce ad affittarla, non riesce a venderla perché i prezzi sono crollati, ma anche chi ha solo la casa dove abita sta assistendo ad una continua decadenza dei quartieri, soprattutto di quelli del ponente, come Cornigliano.” In concreto quali saranno le vostre attività? “Oltre alle attività tipiche di appoggio ai proprietari (consulenze, assistenza dei contratti) il primo passo sarà quello di coordinarci con gli ammini-

stratori A.L.A.C., onde creare, nei condomini, dei punti di riferimento, per poi passare alle strade, con accordi con altre associazioni di negozianti, imprenditori, ecc, ; tutto per render più vivibili i quartieri e le delegazioni, per far tornare i proprietari padroni a casa loro, parliamo di ordine, pulizia, trasporti, ecc. E’ in programma (e rientra nelle previsioni statutarie) la creazione di una confederazione “Italia Casa Nostra”, ma si tratta di tante associazioni locali, che possano conoscere i problemi locali, mentre la confederazione si occuperà delle questioni a livello nazionale.” Esiste una sede a Cornigliano? “Sì, esiste una sede, in via Leone Vetrano, 7R, per chi volesse più informazioni sulla nostra associazione può chiamare allo 010 86000504 o mandare una e mail all’indirizzo info@gecn.it” Al presidente, Virgilio Cimaschi, di Genova Casa Nostra, abbiamo chiesto: siete un‘associazione apolitica? “Le associazioni non sono mai apolitiche; normalmente, escludendo quelle affiliate ai sindacati, quelle della proprietà sono apartitiche, poi, tante volte, i dirigenti sono vicini a movimenti politici, nel nostro caso nessuno dei dirigenti è inserito in strutture partitiche o similari, per cui siamo com-

pletamenti apartitici,” A Paolo Gatto, presidente dell’Associazione Liberi Amministratori Condominiali e, in questa sede, presidente onorario di GECN, chiediamo: amministratori e proprietari uniti, a parte i motivi, frequenti di incomprensioni? ”Tante volte si tende ad ingigantire i problemi, nella stragrande maggioranza dei casi c’è rispetto tra condomini e amministratori; i motivi di dissidio coinvolgono casi circoscritti, in ogni modo, sul vivere bene penso non ci siano motivi di contrasto, mentre ci sono buoni motivi per collaborare.” La redazione

Tecnocasa si rinnova a Cornigliano. Migliaccio: i risultati ci danno ragione Tecnocasa si rinnova e inaugura sabato 21 ottobre. Il titolare, Leonardo Migliaccio, ci illustra quali sono le novità sul rinnovo dell’agenzia. “Il marchio Tecnocasa nasce nel 1979 quando il fondatore Oreste Pasquali inizia un piano di sviluppo di agenzie di intermediazione immobiliare nell’hinterland milanese. L’idea di costruire una rete di uffici su strada, dando trasparenza al servizio di intermediazione immobiliare al quale avvicinare i clienti in modo diretto, risulta innovativa nel settore, la nostra agenzia è presente sul territorio da oltre 15 anni, serietà e professionalità sono alla base del nostro lavoro volto a soddisfare le esigenze abitative di chi voglia acquistare, vendere o affittare il proprio immobile, abbiamo portato avanti un lavoro fatto negli ultimi anni, ci stiamo rinnovando, cercando di puntare sul territorio sotto ogni punto di vista: rilevare un’attività e ristrutturarla non è cosa da poco, è il

quartiere il nostro obiettivo, ci crediamo. Cornigliano ha bisogno di una spinta importante, proprio nel passato recente abbiamo registrato un più sulle vendite, precisamente sette, numeri importanti. Dobbiamo continuare su questa strada, il mercato immobiliare qui è molto importante: il 70% di compravendite è di persone residenti, indubbiamente cercheremo di alzare questi numeri grazie anche al nostro consulente finanziario che ci dà una grossa mano, il valore degli immobili, purtroppo, tende sempre a diminuire, la nostra è una consulenza a 360 gradi: diamo un tipo di servizio che spesso altre agenzie non riescono a offrire, che va al di là della parte economica, che non sia finalizzato solo alla vendita dell’immobile. Il cliente da noi entra e non deve più pensare ad altro, al mutuo e quant’altro: ci pensiamo noi, anche per questo il nostro sito risulta il più visitato”. Carlo Guerra


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Da Eugenia a Giada Forbici e phon passano di mano ma la professionalità rimane

Si chiama Split Ends Hair Salon, stiamo parlando della nuova gestione di parrucchiera per signora, in via Verona 38, prima gestita da Eugenia Mulinetto. Siamo andati subito a dare il benvenuto al nuovo corso anche per capire i motivi di questo passaggio di proprietà, per questo abbiamo chiesto ad Eugenia di dirci qualcosa di più. “Dopo tanti anni di lavoro, mi sembrava giusto godermi il giusto riposo, o la pensione se così la possiamo chiamare. Ho iniziato questo lavoro a sedici anni nel 1964, sono 34 anni che sono in questa via. Iniziai nel 1976, proprio di fronte a dove sono adesso, come dipendente, con Benni, che sicuramente le corniglianesi ricorderanno e nel 1984 ne ho rilevato l’attività. Nel 2000 mi sono trasferita qui, naturalmente mi fermo con piacere, la mia cessione è dovuta ai raggiunti limiti di anni di lavoro. La decisione è supportata dalla fortuna di aver trovato Giada, la ragazza che prenderà il mio posto. Giada ha tutte le caratteristiche per sostituirmi. Naturalmente ho pensato di dare continuità al lavoro e Giada ha tutte le caratteristiche per sostituirmi, quindi lascio l’attività in buone mani. Per questo sono molto felice: aggiungo che le clienti sono contente e quindi daranno anche continuità come clientela”. “Ho 30 anni, interviene Giada Podda, e una qualifica di abilitazione dopo una stage di 300 ore. Sono lusingata di sostituire Eugenia e le sono grata per la fiducia. Devo dire che in realtà la proprietà del salone è di Nadir Biglioli, io sono la responsabile operativa: mi occuperò di tutta la gestione, la mia forza è la qualità del servizio. In questo lavoro è fondamentale instaurare con il cliente un rapporto di fiducia proprio come quando si va dal

dottore. La cliente quando si siede deve avere la tranquillità che è in buone mani. Oltre ai clienti di Eugenia vengono da me anche persone che già conoscevo, direi che sono partita col piede giusto. È fondamentale la qualità dei prodotti che uso. Ho già con me la nuova collaboratrice che sostituirà Eugenia: Alessia La Marca, anche lei ha frequentato la scuola come me. Aggiungo due cose: la prima. Noi siamo parrucchieri unisex, possono venire da noi anche uomini, proponiamo per loro servizio barba, tagli corti, rasature, sfumature e tutti quei tagli che i ragazzi richiedono, naturalmente anche i bambini. La seconda: mi piace sottolineare la qualità dei prodotti che usiamo, sto parlando della Biosthetique, il marchio che in breve si è imposto per qualità e trasparenza sul mercato internazionale della tricologia e della cosmesi. L’innovazione nel settore veniva dalla genialità del biochimico, fondatore del brand, Marcel Contier che diede così inizio alla lunga storia del nome. Oggi Biosthetique vuol dire laboratori ultramoderni che creano prodotti all’avanguardia e sicuri, ci tengo per tranquillizzare la mia clientela. Il consiglio è quello di non comperare prodotti che contengono troppi ammorbidenti e troppi emollienti che non fanno sicuramente bene alla pelle, inoltre per miei clienti abbiamo un servizio di caffè, the e tisane, proprio come se fossero in famiglia. Consiglio alla clientela di prendere appuntamento per venire da noi e voglio tranquillizzare che da noi non ci sono lunghe attese perché possiamo lavorare contemporaneamente su cinque persone. Con l’occasione saluto tutti i corniglianesi e vi invito a venirci a trovare, anche solo per dare un’occhiata ai locali”. Carlo Guerra

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Ottobre 2017

Equitalia, il governo approva la rottamazione bis delle cartelle Il decreto fiscale, approvato il 20 ottobre, ha dato il via libera alla rottamazione bis delle cartelle Equitalia. Il contribuente che aderisce alla rottamazione può pagare solo le somme iscritte a ruolo a titolo di capitale, di interessi legali e di aggio della riscossione. Non sono dovuti le sanzioni tributarie, gli interessi di mora, le sanzioni e somme aggiuntive che gravano su crediti previdenziali. La rottamazione riguarda anche i ruoli relativi alle multe per violazioni amministrative al Codice della strada. Sono esclusi dalla definizione agevolata i carichi relativi a risorse proprie tradizionali Ue; somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato; crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti; multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna. Con l’adesione alla rottamazione, l’agente della riscossione non può avviare nuove azioni esecutive o iscrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche (tranne quelli già iscritti alla data della presentazione della domanda) e non può proseguire le procedure di recupero coattivo precedentemente avviate, purché non si sia ancora tenuto il primo incanto con esito positivo o non sia stata presentata istanza di assegnazione o non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati. Può rientrare nella sanatoria chi ha già aderito alla prima rottamazione delle cartelle ma non è riuscito a saldare o ha versato in modo incompleto le prime due rate in sca-

denza il 31 luglio e 2 ottobre. Il contribuente dovrà pagare quanto effettivamente dovuto con le prime due rate entro il 30 novembre 2017. Chi ha scelto di rateizzare la rottamazione in cinque tranche si troverà alla scadenza del 30 novembre a recuperare le rate non pagate e a versare la terza rata. Può cercare di aderire nuovamente chi ha presentato domanda per la prima rottamazione e non è stato ammesso perché, pur avendo dei piani di dilazioni in corso con l’ex Equitalia al 24 ottobre 2016, non era in regola con i pagamenti al 31 dicembre dello scorso anno. Gli interessai dovranno presentare entro il 2 gennaio 2018 (la scadenza è la domenica del 31 dicembre e il 1° gennaio è un festivo) una domanda di riammissione alla definizione agevolata con il modello che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione metterà a disposizione entro fine ottobre. Per essere riammessi bisogna pagare in un’unica soluzione entro il 31 maggio le rate non versate del vecchio piano di dilazione delle quali entro il 31 marzo (ma la data cade di sabato) l’agente della riscossione avrà comunicato l’importo. I versamenti per le cinque rate scadranno il 31 luglio 2018 (prima o unica rata), 30 settembre 2018 (seconda rata, ma il termine di versamento dovrebbe slittare al 1° ottobre 2018 perché il 30 settembre cade di domenica), 31 ottobre (terza rata), 30 novembre (quarta rata), 28 febbraio 2019 (quinta). L’accesso alla definizione dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1º gennaio al 30 settembre 2017 potrà avvenire senza che debbano essere versate le rate dei piani di dilazione in essere relativi a questi carichi. Andrea Scibetta Agente immobiliare Fiaip Amministratore condominiale

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Raffreddore e influenza, facciamo prevenzione La fine dell'estate, del caldo e del sole, porta con sé lo spettro delle malattie da raffreddamento che puntualmente arrivano con l'autunno. È inevitabile. Quindi molto meglio cominciare a pensare di irrobustire il nostro corpo aumentando le difese immunitarie per potere rispondere con efficacia agli attacchi esterni. Innanzitutto impariamo a conoscere le sindromi influenzali. Raffreddore e influenza sono malattie di natura virale, quindi non batterica, che colpiscono l'apparato respiratorio. Di conseguenza è assolutamente inutile l'uso dell'antibiotico che è un antibatterico, se non in casi particolari e per evitare complicazioni in soggetti a rischio, e comunque su consiglio del medico. Detto ciò il primo passo per scongiurare l'influenza è la prevenzione e questo è assolutamente il momento giusto. La prevenzione va fatta con i vaccini classici che la Asl mette a disposizione e che si trovano anche in farmacia. I vaccini arrivano a fine ottobre ma, nel frattempo, è utile cominciare la prevenzione con prodotti meno chimici, più naturali e assolutamente senza effetti collaterali. Specialmente nei bambini e ragazzi che adesso, con l'inizio della scuola, si trovano a convivere in ambienti chiusi e ristretti dove il contagio è inevitabile. I medicinali omeopatici possono essere una risorsa importante per la prevenzione delle sindromi influenzali causate da oltre 200 virus differenti. Dalla natura arrivano anche prodotti preziosi come la pappa reale, l'echinacea, il polline, la vitamina C, il colostro. Aumentare opportunamente le difese permette inoltre di ridurre il contagio nell'ambito delle famiglie con conseguente perdita di giorni di lavoro, di scuola, di asilo. Quindi in famiglia la prevenzione va fatta a tutti, adulti e bambini… nonni compresi. Ad ogni modo è bene riconoscere i primi sintomi, le avvisaglie, che possono essere: sensazione di malessere, stanchezza improvvisa, mal di testa, brividi estemporanei. Nei bambini i primi sintomi sono più generici: calo di vivacità, inappetenza, irritabilità. Un intervento in questa fase è determinante perché aiuta ad arginare l'infezione già in atto ed evitare che la sintomatologia peggiori con febbre e tosse e che si prolunghi per più giorni. Chiedere il consiglio del farmacista o del medico sarà utile per avere tutte le informazioni necessarie. Jose Cuffaro, farmacista

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) Porta in tavola i sapori dell’autunno

Fagottini di crespelle agli champignon Ing. per 8 persone. 175 g farina, 2 uova, 1 tuorlo, 400 ml latte, 500 g champignon, 2 scalogni, 2 spicchi d’aglio,150 g formaggio fresco spalmabile, grana grattugiato, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 mazzetto erba cipollina, 40 g burro, olio evo, cucchiaino di cannella, sale, pepe. In una ciotola setacciate la farina, unite il sale, le uova più il tuorlo, il latte a filo e la cannella, mescolando, con una frusta per ottenere una pastella liscia. Fate fondere il burro e unitelo, coprite con una pellicola e riponete in frigo un’ora. Pulite i funghi, sciacquateli e tagliateli a fettine sottili. Sbucciate gli scalogni e tritateli finemente. Pelate e schiacciate gli spicchi d’aglio, scaldate un filo d’olio in una casseruola con scalogno e aglio a fuoco medio per 2 minuti, aggiungete i funghi e rosolateli per 3 minuti. Salate e pepate, unite il prezzemolo tritato, trasferite in una ciotola, fate raffreddare e incorporate il formaggio fresco e il grana. Rimescolate la pastella, scaldate un padellino antiaderente e versate un mestolino di pastella. Cuocete le crespelle 1 minuto per lato e così tutte le altre. Farcite con un cucchiaio di ripieno e richiudete con l’erba cipollina poi disponetele su una placca con carta da forno. Portate il

forno a 120° e scaldate i fagottini per 15 minuti. Serviti con una rucola fresca. Minestrone di riso e verza Per 6 p.: 120 g riso vialone nano, 300 g verza, 2 costole di sedano, 2 carote, 2 cipolle, 2 patate, 3 zucchine (150 g zucca), 150 g piselli sgranati o surgelati, 150 g borlotti sgranati o surgelati, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 2 pomodori, uno spicchio d’aglio, 2 mazzetti piccoli di prezzemolo, un ciuffo di salvia e un rametto piccolo di rosmarino, 6 cucchiai olio d’oliva, sale, pepe. Mettete il trito di salvia, rosmarino, prezzemolo, aglio, in una ciotola e marina con olio d’oliva. Lavate e asciugate tutte le verdure. Spellate le cipolle, eliminate i filamenti del sedano. Spuntate le zucchine. Sbucciate le patate, tagliate a metà in senso orizzontale i pomodori. Tagliate tutto a tocchetti. Sfogliate la verza e pulitela dalle foglie esterne, lavatela asciugatela e tagliatela a listarelle. Riempite con 2 litri di acqua fredda una grande pentola. Aggiungete tutte le verdure e i fagioli, tranne la verza e i piselli, portate a ebollizione. Regolate di sale e pepe cuocete il minestrone a fuoco medio per un’ora, unendo, se occorre, altra acqua o brodo vegetale bollente. Aggiungete la verza e i piselli

e il concentrato, dopo 20 minuti unite il riso e portatelo a cottura. Spegnete il fuoco e lasciate riposare il minestrone per 5 minuti poi insaporitelo con del parmigiano e al momento di servire versate un cucchiaio d’olio aromatizzato per ogni piatto. Cheese cake Per la crosta: ¾ tazza di noci, ¾ tazza di biscotti, cracker polverizzati, 3 cucchiai burro fuso. Ripieno: 500 g mascarpone, 500 g Filadelfia, 4 uova, un cucchiaio succo di limone, 2 cucchiai vaniglia. Copertura: 2 tazze yogurt, ¼ di zucchero, 1 cucchiaio da the di vaniglia. Procedimento: scaldate il forno a 160°, imburrate una teglia (possibilmente con cerniera). Per la crosta mescolate cracker, noci, burro, e comprimetela bene nella teglia, sul fondo. Sbattete bene il formaggio finché diventi morbido, aggiungete le uova, zucchero e succo di limone, vaniglia e mescolate bene, stendete sulla crosta, cuocete per 40-45 minuti, estraete dal forno e lasciate riposare per 15 minuti. Mantenete il forno a 160°. Per la copertura: mescolate yogurt, zucchero, vaniglia, spalmate sopra il dolce e rimettete in forno a cuocere ancora per 5 minuti. Infine lasciate freddare e riponete tutto in frigo per 24 ore.


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Ottobre 2017 I nostri inserzionisti

Castagna, superstar di una stagione d’oro gna è stata utilizzata per molto tempo in rimedi terapeutici molto diffusi. Sempre nel Medioevo si utilizzavano le castagne per combattere emicrania e gotta. L'acqua di lessatura delle foglie e delle bucce delle castagne veniva consigliata a chi soffriva di dolori cardiaci. A chi soffriva di problemi alla milza si suggerivano le caldarroste, mentre le castagne lessate venivano somministrate ai malati di fegato. Con l'aggiunta di liquirizia e felce dolce le castagne diventavano un rimedio per chi soffriva di disturbi di stomaco. La farina di castagne veniva utilizzata in caso di flusso mestruale abbondante, per i dolori renali in gravidanza e per prevenire il rischio di aborto. In caso di tosse la castagna veniva utilizzata per il suo effetto espettorante e antispasmodico. Anche le foglie del castagno possono essere utilizzate con buoni risultati contro le malattie da raffreddamento: ti basta semplicemente metterle a bagno in acqua bollente per ottenere un decotto da sorseggiare alla sera. Gli infusi con l’aggiunta di miele invece te li consiglio come rimedio alla tosse da bronchite, oppure sotto forma di impacchi contro i reumatismi. Ti segnalo anche le proprietà cosmetiche della castagna: con la sua polpa, infatti, puoi realizzare una tintura fai da te che, applicata sui capelli asciutti, li schiarirà in modo naturale. Invece un impacco formato da bucce appena cotte, applicate dopo lo shampoo, potrà conferire ai tuoi capelli una rinnovata lucentezza. La polpa della castagna ha notevoli proprietà astringenti e ti consiglio di utilizzarla nella preparazione di una maschera per il viso da applicare saltuariamente come trattamento urto o abitualmente nel caso tu avessi una pelle grassa. Un altro consiglio che ti suggerisco è di macinare a mano alcune castagne e di mescolarle ad acqua o fango termale, otterrai un’ottima base per preparare trattamenti corpo esfolianti, lo scrub alla farina di castagne è molto comune nei centri benessere. Se invece le mescoli al miele ricaverai un trattamento illuminante molto efficace in caso di pelle spenta e opaca. L’olio di ippocastano invece è largamente impiegato nei massaggi e nelle manipolazioni. Infine, ti segnalo che anche i semi delle castagne sono virtuosi: il loro estratto viene utilizzato per bagni e pediluvi perché favorisce la microcircolazione sanguigna delle gambe, rinvigoriscearti e caviglie affaticate, tonificano la pelle. Rossana Cattide, www.balocchi-e-profumi.it

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La scorsa domenica ho fatto una piacevole passeggiata immersa nella natura delle alture liguri alla ricerca di castagne e, mentre camminavo, ho pensato che avrei dovuto parlartene approfonditamente. La castagna è il frutto del Castagno o Castanea Sativa, un albero originario dell’Europa meridionale che puoi trovare facilmente in Nord Africa e Asia occidentale e naturalmente anche in Italia, specialmente in Campania, Sicilia, Lazio, Piemonte e Toscana. Il castagno appartiene alla famiglia delle Fagaceae, una pianta piuttosto longeva, che può essere alta fino a 25 metri, con tronchi a circonferenza larga, rami estesi e ramificati e foglie verdi con forma allungata. La sua fioritura necessita di 4 mesi di bella stagione in assenza di siccità ed avviene in piena estate, il suo frutto è chiamato castagna e si differenzia dalla castagna dell'ippocastano, che invece è un seme. Dall’inizio del terzo millennio la castanicoltura, che nei decenni precedenti aveva subìto una preoccupante flessione, ha registrato un’importante ripresa. I ‘vecchi’ castagni selvatici sono stati sottoposti ad un vero e proprio restyling, tramite potature e trattamenti e oggi i prodotti dell’albero coltivato (i marroni), godono di un mercato molto remunerativo. Le castagne nel Medioevo erano considerate un alimento afrodisiaco, soprattutto quando venivano lasciate macerare nel vino, oppure lessate nel vino stesso. Dal punto di vista nutrizionale le castagne hanno una composizione simile a quella dei cereali. Per questo per molto tempo le castagne sono state soprannominate ‘cereali che crescono sugli alberi’. Le castagne sono molto digeribili se sono ben cotte. Pur essendo simili a cereali come orzo o frumento a livello nutrizionale, le castagne non contengono glutine. Vengono consigliate in caso di anemia e sono una fonte di acido folico infatti te le raccomando in particolar modo se sei una donna in gravidanza. Contengono fosforo, che le rende un alimento utile per il sistema nervoso. Sono utili in convalescenza, ad esempio per anziani e bambini dopo un'influenza. Le castagne riducono il colesterolo, riequilibrano la flora batterica. Tra le vitamine contenute nelle castagne troviamo: vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, B9, B12, C e D. Tra gli aminoacidi presenti nelle castagne ti cito l'acido aspartico, l'acido glutammico, arginina, serina e treonina. Le castagne sono rimineralizzanti perché contengono potassio, fosforo, zolfo, sodio, magnesio,calcio e cloro. Nella tradizione popolare la casta-

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Gso Corniglianese, non solo calcio ma anche festa Va in panchina padre Pio e arriva sant’Andrea

Il 21 ottobre è una data da ricordare non solo per il Gso Corniglianese ma per quanti intervenuti dal quartiere di Cornigliano hanno potuto assistere alla piccola ma significativa cerimonia della benedizione e posa della nuova statua di S. Andrea del quale il campetto oratoriale porta il nome. Alla cerimonia ha dato il proprio contributo la partecipazione della banda cittadina, la Filarmonica di

Cornigliano, sempre presente a questo genere di manifestazioni, che con la propria musica ha allietato i vari passaggi della manifestazione. Il parroco don Andrea Robotti, dopo la benedizione, ha voluto ringraziare l'Associazione dei Lucani restituendo una vecchia statuetta di padre Pio che per 15 anni ha preso posto nella storica edicola del campo, ha poi consegnato ad un educatore la statua di

S. Andrea perché protegga non solo gli sportivi ma tutto il quartiere. Al completo lo staff sportivo del Gruppo sportivo oratoriale, con il presidente in testa, che ha voluto ringraziare tutti gli intervenuti e i ragazzi della scuola calcio che, disposti in maniera ordinata, hanno fatto da cornice alla cerimonia con tanto di bandiera ufficiale portata dai ragazzi. S. D.

Campionati liguri giovanili di pugilato Il team Celano Boxe lascia ancora il segno Si sono svolti presso la palestra Celano Boxe di Genova Cornigliano le semifinali e finali dei campionati liguri giovanili di pugilato del Memorial Matteo Perazzo, ex atleta della Celano Boxe, scomparso prematuramente. Soddisfazione per i maestri Enzo e Paolo Celano che hanno visto vincere 5 degli 8 atleti in gara (3 pari): Ivan Pilone, élite kg.52 superava il piacentino Roberto Betancourt ai punti, Otmane Khaldoun superava ai punti Iuxin Hitaj, anche lui atleta di Piacenza. L’atleta di casa, Andrea Locatelli affrontava il sanremese Alger Albedini - pugile molto aggressivo e, con schivate e rientri di classe, ha sfoggiato tutta la sua tecnica vincendo il match alla terza ripresa. Hanno vinto ai punti: Andrea Canessa contro il chiavarese Lorenzo Mattoli, Gioele Castrignano contro Camillo Mangiante (Tito Copello Chiavari). Hanno pareggiato: Christian Aruanno contro Vincenzo Omar Jamil (Rossetto boxe),

Rocco Vassallo contro Valerio Millemaggi, Alessandro Decaro contro Andrea Fedele Malvaso (Bruno Arcari). Grande la partecipazione di pubblico presso l’ex bocciofila di piazza Rizzolio, nei locali della palestra Celano dove si svolge l’attività pugilistica rivolta ai bimbi dai 6 anni fino a 12 nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 18, dai 13 anni in poi -senza limite d’età tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 20. E’ prevista dalle 18 alle 19 ginnastica e preparazione aerobica per tutte le età e, a seguire, tecnica e tattica per l’apprendimento al pugilato senza contatto per i non agonisti. Ricordiamo che i pugili della Celano Boxe che parteciperanno ai campionati italiani a Mondovì che si svolgeranno dal 25 al 29 ottobre sono: categoria kg. 50 scholl boys (età 13/14) Dimitri Jemeljanov e categoria kg. 69 Andrea Locatelli (Asd Società Celano Boxe Genova). Ellegi


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Ottobre 2017 >>> I nostri inserzionisti

Gso Corniglianese, al via la nuova stagione Si riparte con tante novità Si riaprono i cancelli, ma di fatto non sono mai stati chiusi anche durante la pausa estiva, per il Gso Corniglianese (foto di repertorio) che, archiviata una stagione sportiva assolutamente positiva si appresta ad affrontare con rinnovata ambizione la prossima stagione per il quarto anno della propria attività oratoriale e sportiva. Molte le novità a partire dal cambio degli allenatori, necessario come già scritto in un precedente articolo, hanno deciso per vari motivi di lasciare la società per seguire nuovi programmi, a Timossi, Pintori e Di Salvo vanno i ringraziamenti da parte di tutto lo staff dirigenziale. Gianni D'alessandro sarà il nuovo direttore tecnico, a lui il compito di affiancare gli allenatori durante gli allenamenti e condividerne i programmi, da questo punto di vista i suoi input e la sua esperienza saranno molto utili a tutti. La leva 2005/2006 sarà affidata a Luciano Bavosi che verrà affiancato da Aldo Capone nella doppia veste anche di dirigente. Anche quest'anno disputeranno un campionato a nove giocatori. La leva 2007/2008 vedrà la riconferma del tandem Luca Giavarra e Carlo Gargano affiancati dall'esperienza di Roberto Parodi che prosegue il suo lavoro con i ragazzi del 2008 che ben conosce per averli allenati con ottimi risultati lo scorso campionato. L'ultima novità sarà il fatto che la

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società, visti i numeri, iscriverà per il prossimo campionato due squadre, una a sette giocatori e una a cinque, questo per favorire l'impiego di tutti i ragazzi con più continuità. La leva 2009/2010 sarà guidata da Mimmo Pistoia con il super lavoro tecnico da parte dei due fratelli Pietro e Giovanni Cordasco, anche qui la società quasi certamente, visto il numero degli iscritti, provvederà ad iscrivere due squadre. La leva 2011/2012 sarà guidata da Rino Bagalà coadiuvato da Andrea Pagnotta. Gli allenatori dei portieri saranno Mauro Martinel e Nicholas Capone. Va ricordato che per il Gso Corniglianese è stata immaginata una scuola calcio oratoriale che sapesse rispondere ai reali bisogni dei genitori che affidano i propri figli alle società di calcio con la convinzione che la scelta garantisca la crescita non solo sportiva del proprio bambino. Il gruppo sportivo oratoriale si prepara ad affrontare per il quarto anno la propria attività, senza stravolgere nulla del lavoro fin qui svolto a partire dalla quota di iscrizione (€ 190, abbigliamento compreso per il primo anno e 110 € per i prossimi). Le leve interessate: 2005/2006/2007/2008/2009/2010/2011/2012. Per informazioni chiamare il numero 3474852878. S. D.

18/19 novembre: oltre 100 atleti in gara nella X edizione del Trofeo Zita Peratti Non mancate il 18 e il 19 novembre alla X edizione del Trofeo Zita Peratti Special Olympics organizzato dal Gsd Cornigliano, dall’Asd Tegliese e dallo Special Team Genova. Serenella Luigini, Rosanna Remaggi e Cinzia Agostazzi, le organizzatrici dell’evento sono particolarmente orgogliose di questo traguardo che ha visto salire la partecipazione degli atleti - 35 per il primo anno – sino ai 105 della passata edizione a gratificazione dell’impegno profuso dall’organizzazione composta da volontarie. Il Trofeo in memoria di Zita Peratti, colei che ha dato vita al movimento Special Olympics in Liguria, è un meeting nazionale di ginnastica artistica femminile e maschile, ginnastica ritmica e ginnastica unificata secondo il programma Special Olympics, programma internazionale d’allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva. La pratica d’attività sportive, insieme a chi possiede pari abilità, consente agli atleti Speciali di migliorare la qualità della vita, mettendoli in condizione di rag-

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giungere il massimo d’autonomia possibile, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventando un efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione. Sabato 18 novembre, alle 14.30, inizieranno le gare di ginnastica artistica e ritmica al Paladiamante di via Maritano, 36, a Genova Bolzaneto, nella serata alle 20.30 la cerimonia di apertura con arrivo della fiaccola scortata dalla Polizia e premiazione dei team nell’accogliente Villa Bombrini (nella foto in una precedente edizione), in via Muratori, 5, a Genova Cornigliano. Domenica 19 novembre alle 9, al Paladiamante di Bolzaneto si concluderanno le gare di ginnastica artistica e ritmica e unificato (percorso motorio ed esercizio a corpo libero atleta più partner), ed assegnazione del Trofeo. Vi aspettiamo numerosi a tifare per i nostri atleti e per chi volesse sostenere economicamente l’evento anche con omaggi per gli atleti può contattare Serenella allo 3386311500. Ellegi

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ilCorniglianese/come eravamo, come siamo

Ottobre 2017

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1949. Tutto il calcio... anno per anno Quel derby che non scorderò mai più di Guido Pallotti

GENOVA CORNIGLIANO Ufficio: V. Capo d ’ Istria,10R Tel. Fax 010 65 20 103 Officina: V. Capo d ’ Istria,7R/32-40R Tel. Fax 010 65 20 029 www.carrozzeriastigliano.com Cell.: 349 57 15 831

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l’ala del Genoa, Dalla Torre, notando la mia espressione mogia mi portarono con loro. Ci sistemammo in tribuna e mi pare che la partita fosse iniziata in ritardo poiché il taxi che conduceva allo stadio alcuni giocatori del Genoa, fra i quali il portiere Piani, aveva avuto un incidente contro un pullman. Ricordo perfettamente le formazioni. Genoa: Piani, Pellicari Beccattini; Castelli, Cattani, Bergamo; Boyé, Dante, Abalay Formentin, Magni. Sampdoria: Bonetti, Gratton, Arrighini; Manocci, Bertani, Gei; Rebuzzi, Bassetto, Baldini, Lorenzo, Sabbatella. Bassetto colpì il palo alla sinistra di Piani su calcio di rigore, però si riscattò segnando il gol decisivo dell’uno a zero. Quasi alla fine era stato concesso un rigore pure al Genoa ma fu bravo Bonetti a parare il tiro di Boyé. Remo e Luciana mentre andavamo a prendere il tram bevvero il caffè in un bar di via del Piano e offrirono l’aranciata, metà per uno, a Marco e a me. Una curiosità: poco tempo dopo, l’ala del Genoa, Boyé, nella trasferta di Roma convinse i dirigenti rossoblù a consegnargli il passaporto da fare vidimare all’ambasciata: s’imbarcò con la moglie su un aereo per Buenos Aires e nessuno più lo vide. Era un calcio d’altri tempi dove erano in voga ancora i termini inglesi, un esempio i mediani li chiamavano half e noi ragazzini nelle partitelle in piazza, dove usavamo palloni rabberciati, storpiavamo i nomi, chiamando i calci di rigore penarchi, il fallo di mano ensi e le rimesse dal fondo meali. Nelle foto: 1949, Bassetto e Baldini, detto Pinella. Sampdoria formazione stagione 1949/1950. Nella figurina al centro: Mario Emilio Heriberto Boyé, el Atòmico, con la maglia del Boca Junior, prima di approdare al Genoa.

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Un pomeriggio d’inizio maggio del 1949, il sole brillava facendo ancor più pesare le ore di scuola a noi alunni di quarta elementare; non ricordo come ci giunse la tragica notizia, rammento solo che di colpo venimmo a conoscenza che l’aereo sul quale viaggiavano i mitici calciatori del Torino, di ritorno da Lisbona, si era schiantato contro il muraglione dietro la basilica di Superga: Bacigalupo, Ballarin Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Non esisteva ragazzo in Italia che non conoscesse a memoria la formazione del Torino che s’apprestava a vincere il terzo campionato consecutivo, composta da undici nazionali; poco più di un mese prima, sette di loro avevano formato l’ossatura dell’Italia che a Genova aveva battuto per quattro a uno il Portogallo. Centrattacco in quella partita giocò Pinella Baldini, primo sampdoriano a vestire la maglia azzurra. Le ultime partite il Torino le disputò schierando la squadra giovanile, contro le compagini di pari età, tra le quali la Sampdoria che perse a Torino per tre a due e al centro della mediana blucerchiata giocava il corniglianese, Paravagna, ala sinistra Lucentini, che aveva già giocato 13 partite con la prima squadra. Passò l’estate durante la quale Fausto Coppi ci entusiasmò vincendo il Tour de France; tornammo a scuola a campionato appena iniziato, e la domenica 9 ottobre di quello stesso anno, successe qualcosa che andò ben oltre le mie più rosee speranze. Vivevamo due famiglie insieme nella stessa abitazione, Remo, il fidanzato di mia cugina Luciana, entrambi genoani, mentre si apprestavano ad andare al derby d’andata, portando con loro Marco, il fratello di lei, sampdoriano rinnegato, passato alla sponda rossoblù, dopo che sulla spiaggia di Fiumetto i suoi cugini livornesi gli avevano fatto conoscere

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Derby d'andata 1949: la prima partita che vidi per intero. Quali genitori al giorno d’oggi permetterebbero ai propri figli, neppure decenni, d’andare a zonzo in una grande città come Genova? Ebbene, dal 1947, chi scrive, bambino di otto anni, da solo, oppure con qualche amichetto più o meno della mia stessa età, a domeniche alterne, partivamo dalla Crocera e percorrendo tutta Sampierdarena, Di Negro, Principe, piazza Annunziata, le due gallerie, Corvetto, via Serra, Brignole, Borgo Incrociati, via del Piano (attuale via De Prà), giungevamo allo stadio, dove venivano aperti i cancelli della Gradinata Sud, in tempo per far assistere ai tifosi fuori in attesa, l’ultimo quarto d’ora della partita che Genoa o Sampdoria disputavano al Ferraris. Delle cinquanta lire che mi dava mamma, ne mettevo via trenta per il biglietto del tram al ritorno, e con le altre venti potevo comprare ghiottonerie assortite da scegliere tra pescetti o tacchetti di liquirizia, semi di zucca, un cartoccio di pistacchi, bastoncini o gnocchi di zucchero variegati alla menta o all’amarena, ciungai (chewing gum), che masticavi fino a sera e se lo mettevi in un bicchiere con dell’acqua fresca, ne avevi pure per il giorno dopo. Eravamo tifosi anche se non seguivamo le classifiche, le nostre conoscenze dei risultati servivano per gli sfottò agli amici e compagni di scuola genoani; allora non c’erano juventini, milanisti, interisti, e molti immigrati meridionali, nostri coetanei, imparavano alla svelta “o zeneize” e tifavano Sampdoria o Genoa (storicamente più la prima della seconda. Il motivo sociale è abbastanza chiaro: l’immigrato tendeva ad immedesimarsi nella squadra che non portasse il nome della città da cui “non” proveniva… Ndr.).

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ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione I COSTI DELLA POLITICA grado, Trumpiano e certaQuanto siamo cari mente amico di Putin (che ha compiuto gli anni: auguri). Gentile giornale, Pensi che il Corano si presti a chiedo scusa se il tema non è letture diverse e, in qualche “Cornigliano e dintorni” ma modo, contraddittorie fra di credo che interessi comunque loro? Allora sei amico di Shatutti noi, così come tutti i cit- ron e dei kibbutz, seguace di tadini italiani. Ratzinger: dovrebbero esiliarSapevate che il Parlamento ti a Ratisbona. Viva Arafat, (in cui ho letto che più di 500 buonanima. persone hanno cambiato caInsomma, per farla breve: sacca…) costa 24,14 euro per sarebbe bello poter discutere italiano rispetto ai 14 della con argomentazioni logiche Francia, i 6,25 del Regno Uni- senza indossare casacche da to e i 7,2 degli USA. Ma che tifosi ultras (o di qua o di là) e sarà mai? In fondo sono spic- apostrofare in maniera spiccioli rispetto alla voragine ciola chi si crede che non la dell’evasione. pensi come noi. Nelle scuole Mario Benetti inglesi, prima del Brexit (ora non so), si fa "debating", che 1/IL CARRO serve proprio a sviluppare DEI VINCITORI capacità critiche e coerenza Ma Bernini e Bommara… espositiva. In Italia riuscirono non erano loro -prima a dare del fascista a Montasul carro? nelli e a Lucio Battisti, e siamo lì a fare leggi (buongiorno, Gentile giornale, mi sono per- Fiano) sull'apologia del fascisino divertito a leggere il nu- smo-comunismo. mero scorso con la diatriba Trovo più divertente i derby: tra l’ex vicesindaco del Comu- Vespa-Lambretta, Dyanene di Genova (+Bommara) e il Renault 4, Fred Perryvostro giornale, semplicemen- Lacoste. Grazie per tutto. te perché avete pubblicato Massimo Sala un’intervista al nuovo sindaco (che non nomino perché non 2/IL LATO BBB vorrei essere querelato dagli BERNINI, BOMMARA, ex) nella quale il vostro gior- BUCCI nalista esprimeva un giudizio Un po’ di pepe positivo sulla tempestività non guasta dell’incontro con il primo cittadino. Gentile redazione, mi sono Mi sono detto: come può scat- divertito molto a leggere la tare immediatamente una diatriba (e gli sviluppi) fra lettura così distorta dalla con- l’ex gruppo dirigente e il votroparte (che ha perso)? Ber- stro giornale a proposito nini è certo persona intellidell’intervista al sindaco gente, abile e corretta: anche Bucci. Non entro nel merito lui è stato intervistato da voi, politico. Dico solo che mi ha eppure perché quel dare adfatto molto piacere ritrovare dosso agli avversari? Tutto all’inizio della piccata lettera per una dichiarazione, dicia- dei primi due B. una citaziomo: tecnica, del vostro Guer- ne di Ennio Flaiano (salire ra? E subito si è ‘bollati’ di sul carro del vincitore). Proqualcosa. prio lui, un autore che amo Faccio un esempio: è bastata tantissimo. E vi dirò che ho una bella performance eletto- sobbalzato, divertito, perché rale di AfD in Germania e su- i primi due B. hanno sdogabito sono ricomparsi i titoli e i nato a loro favore il pensiero commenti carichi di aggettivi di un intellettuale che non si spregiativi tipo può dire sia stato mai uno di “qualunquista”, “populista”. sinistra. Anzi, negli anni bui Bello sarebbe discutere di te- del fascio, si iscrisse alla mi difficili, complicati, come scuola ufficiali e partecipò la politica, senza essere etialla Guerra d’Africa. Lui chettati, con quel mix di sno- stesso si definiva anticapitabismo e razzismo soft, da chi lista e antimarxista. Quindi sostiene che il proprio pensie- grazie ai primi due B. che ro sia politicamente corretto. hanno portato non il solito Per esempio, se sei contro esempio trito e ritrito della l'aborto? Automaticamente retorica di sinistra (Pasolini, sei bacchettone, servo del Va- Moravia, Benigni) ma la fraticano. Se sei a favore di se di un grande, indimentiun’immigrazione controllata e cabile, democristiano! pensi che lo ius soli sia, ora Auguri a tutti. Giuliano P. come ora, prematuro, sei, a prescindere, qualunquista, 3/MA LA LIBERA razzista, colonialista in Abissi- INFORMAZIONE LOCAnia, negriero del Congo belga, LE FA COSI’ PAURA? schiavista con le braghe bian- Cosa suggerisco che. Pensi che l'Europa così a certi politici com'è non funzioni bene e operi con diverse velocità? Carissima redazione, condiviAllora sei contro l’euro, retro- do pienamente il profilo di

Ottobre 2017 Carlo Guerra, uomo di eccezionale onestà intellettuale, sempre disponibile a porsi al servizio di tanta gente onesta i cui problemi, aspettative e speranze, vengono svelate e discusse negli incontri con Carlo e che "il Corniglianese" pubblica con coraggio dando voce a coloro che mai hanno potuto averla. Ebbene succede che l'intervista di Carlo al sindaco Bucci ha destato la "delusione" o meglio dire ha "indispettito" i signori Bernini e Bommara (personaggi di peso nella politica della città) per cui hanno sentito l'impellente necessità di scrivere, a due mani, al giornale una pesante critica all'intervista pubblicata. Il loro scritto non si limita, come lecito, a controbattere tesi esposte al giornalista dal sindaco ma sconfina purtroppo in pesanti apprezzamenti che sfiorano l'offesa personale diretta sia al giornalista che all'intervistato e conseguentemente al giornale stesso. Alcune frasi: "...solo politichese nazional-popolare e tanta ignoranza..." - "...un sindaco che non possiede competenze amministrative… che non ha mai avuto modo di conoscere il ponente cittadino… si esprime come un opinionista da bar dello sport" e ancora "altrimenti resta solo affabulazione (?) onirica". Poi gli autori elencano i problemi decennali del quartiere sempre pesantemente attuali e mai risolti, nemmeno da loro, quali: depuratore, variante Aurelia, pulizia urbana, ordine pubblico, mercato comunale, Società per Cornigliano, ufficio anagrafe, ai quali aggiungo: ospedale, moschea ecc. Ma con le loro solide competenze ed i loro programmi verbali, più volte espressi, hanno risolto proprio tutto? Possibile che nel tempo non si siano risolti i miasmi del "cosiddetto" depuratore, anzi, aggravando la situazione immettendo nell'impianto già inadeguato il percolato proveniente da Scarpino? Allora si ha il coraggio di sentirsi delusi o irritati o colpiti da un'intervista del Corniglianese, dopo anni di amministrazione della quale sono stati parte in causa? Una certa autocritica sarebbe molto opportuna ed il loro credere di essere sempre e comunque nel giusto, forse ne ha danneggiato la credibilità. Un ultimo modesto consiglio ai signori Bernini e Bommara: per quanto vi è possibile cercate di evitare paroloni come "aforisma" o "affabulazione onirica" magari capite benissimo dagli intellettuali, ma meno da noi comuni mortali. Spero che "il Corniglianese" continui ad essere, pur con i grandi sacrifici personali ed i grandi meri-

ti di tutti i suoi collaboratori, la voce alta, corretta ed equilibrata del quartiere, magari infastidendo o deludendo "qualcuno", ma questo è e sarà il costo della sua "libertà". Grazie al “Corniglianese" di esserci e per l'ospitalità. R. V.

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Le figurine di Anzalone www.ilvignettificio.org

INVERNATE “EPOCALI”? Facciamo chiarezza, scrive un collaboratore Cari lettori, "Meteo" è tra le parole più ricercate sul web. E molti siti, per acchiappare click, stanno già pubblicando articoli o linee di tendenze sull'inverno che verrà. E c'è anche chi ha parlato di gelo. Facciamo chiarezza un po' di chiarezza… Purtroppo quello dei siti “acchiappa click” che pronosticano invernate “epocali” (accade tutti gli anni) rappresenta uno dei mali maggiori della “web meteorologia” e, pur essendo regolarmente smentiti ad ogni autunno, ritornano con gli squilli di tromba. Quindi diffidate di queste fantasmagoriche proiezioni che sono stilate solo per incuriosire e “caricare” i meteo-appassionati, dal momento che dietro a queste non ci sono le conoscenze e le competenze sufficientemente approfondite per poterle articolare. Nicolò Scibetta

Il francobollo di Anzalone www.ilvignettificio.org

ALLA FIUMARA: SANITA’ E TERZA ETA’ Le lungaggini non fanno bene agli anziani Spett. le giornale, a seguito del suggerimento del medico di base di recarmi alla Fiumara per il programma Afa, ossia ginnastica riabilitativa per la terza età, il filtro mi dice di prendere il numero della Urp, dove mi viene rilasciata una pagina con casella di pertinenza del medico di famiglia. Quindi torno da quest’ultimo che riempie la casella coi miei dati e con una diagnosi. Tornato alla Fiumara, riprendo il numero della Urp a cui consegno ciò e vengo messo in lista d’attesa. Ora, trattandosi di una pratica riguardante la terza età i cui richiedenti non scoppiano di salute, forse volendo si potrebbe accorciare una parte dell’iter burocratico fornendo gli studi medici degli appositi stampati o mandando loro via mail gli estremi del foglio da riempire, senza costringere la gente a code inutili e altrettanti inutili spostamenti da un punto all’altro della città. Grazie dell'attenzione e cortesi omaggi. A. S.

Soluzione del rebus di Sanna a pagina 12 “Scritto-re di Roma-nzi”


ilCorniglianese/note della redazione È il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure senza scopo di lucro

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Liliana Gatto Auria Martelli Rita Nello Marchetti Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Jazmin Rodriguez Matteo Savio savio@prolococornigliano.it Lorenzo Schiavon Andrea Scibetta Nicolò Scibetta Roberto Veneziani Caporedattore Sport Riccardo Cabona Fotografia Agostino Razzore razzore@prolococornigliano.it Francesca Comparato Carlo Guerra Grafici illustratori Andrea Anzalone Adriano Sanna Impaginazione Rita Moccia Salvatore Pilotta redazione@prolococornigliano.it Tel. 338.7761431 Pubblicità Liliana Gatto Alfonso Palo palo@prolococornigliano.it Tipografia

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B) Il principio della consultazione nelle due fasi della progettazione e della decisione delle politiche, con l’obbligo da parte delle istituzioni di ascoltare le proposte delle organizzazioni dei cittadini, di dare un feedback su di esse, di consultare tali organizzazioni prima di prendere ogni decisione e di giustificare le loro decisioni se esse differiscono dalle opinioni espresse;

Collaboratori Italo Ebolo Carlo Mastrobuono Giovanni Murchio

Il mensile è stampato su carta ecologica in 6.000 copie Avviso ai nostri inserzionisti e lettori

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Ottobre 2017

-continua-

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