IlCorniglianese Settembre 2017

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Depuratore, affollata assemblea pubblica > 5

Anno VI

Numero 9

Mensile

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Copia gratuita

Via Cornigliano, via Rossa, via Siffredi, svincolo A10 Ecco come finirà (con la rampa) l’incubo degli automobilisti

La foto della copertina riproduce la grafica tridimensionale di quella che sarà, a lavori finiti, l’intersezione tra lo svincolo autostradale Ge-Aeroporto con la viabilità ordinaria e con Cornigliano. La stessa immagine appare sul cartello installato in prossimità del cantiere in cui sono in corso i lavori propedeutici alla nuova rampa. Tutta l’operazione gestita da Società per Cornigliano nasce a seguito dell’Accordo di programma dell’8 ottobre 2005. Foto Razzore

«o Cornigiòtto»

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Se il Tour fa tappa a Cornigliano di Enrico Cirone Si conosceranno a dicembre i lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e degrado di città e periferie, che dal 10 al 12 settembre ha “attenzionato” alcuni quartieri della città. Ben otto onorevoli deputati (uno solo genovese) si sono sforzati di salire a Genova per scoprire Begato, Cep, Valbisagno, Sampierdarena, Campasso e Cornigliano. Dopo la prima tappa nel centro storico, la carovana del Tour ha tagliato allo sprint il traguardo di Cornigliano tra due ali di tifosi. Al termine della faticosa tappa il presidente della commissione, Andrea Causin, asciugandosi il sudore, ha rilevato che “ci sono forti problematiche sul piano della sicurezza, sul piano del patrimonio pubblico e dei servizi. Non solo: la crisi e le condizioni economiche recessive hanno contribuito ad acuire la marginalità in cui sono cadute intere categorie sociali”. Ma va? Con tutto il rispetto: dovevano salire da Roma capitale otto onorevoli per certificare quello che vediamo ogni giorno e raccontiamo col giornale da cinque anni? Vi prego. Rimanete pure a Roma. Anzi, lasciate l’indirizzo in redazione. Vi spediremo il nostro mensile. È pure gratis.


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dalla delegazione

La Liguria stende nuovi tappeti rossi nel Guinness dei primati Questa è stata l'estate dei Red carpet. Trentadue tappeti rossi sparsi lungo i centri turistici della Liguria per una lunghezza di circa 50 chilometri, si sono immolati per accogliere come star i turisti che hanno scelto la nostra regione come meta delle loro vacanze. La novità ha convinto molti sindaci delle cittadine liguri che hanno partecipato all'iniziativa targata Regione Liguria, come fosse un simbolo per valorizzare i tratti più belli e suggestivi della regione, rendendo fiammeggianti i centri turistici costieri e dell’entroterra. La novità ha colpito gli animi più sensibili che non hanno di certo disdegnato una bella passeggiata su un morbido e vivace tappeto rosso fuoco anche se molti si domandavano se avrebbe resistito a lungo sotto il continuo calpestio dei passanti e, soprattutto, alla sporcizia che poteva incamerare nel corso della stagione, ma un po’ di fortuna è stata regalata anche dal tempo che ha resistito ai violenti temporali che spesso si riversano sui nostri borghi. La Liguria con il suo Red carpet lungo quasi otto km e mezzo che collega senza interruzioni il castello di Rapallo fino a raggiungere la storica piazzetta di Portofino, ritrovo di tutti i vip, attraversando anche Santa Margherita, oltre ad offrire un impareggiabile panorama mozzafiato, risulta essere anche il più lungo al mondo, entrando così di diritto nei Guinness dei primati. Sulla scia del successo ottenuto nel levante, l’entusiasmo ha colpito molti altri centri turistici anche se, per contenere i costi, alcuni si sono dovuti accontentare di tragitti più brevi, mentre il ponente savonese con una lunga passerella sul lungomare, ha unito Alassio a Laigueglia, due località rinomate ed apprezzate della nostra Riviera. Sfoderando fra le palme della passeggiata la sua passerella rosso fuoco, ha collaborato anche Pegli facendo così risaltare ancora di più il colore acceso in contrasto con l’azzurro sottostante del suo mare. Certo, alcuni inconvenienti ci saranno anche stati. C’è chi lamentava i chiodi di fissaggio che hanno rovinato qualche selciato storico, chi pensava che il nostro paesaggio sia già bello di suo e che quei soldi si sarebbero potuti utilizzare meglio facendo qualche opera di ripristino necessaria. Ma io penso che come ogni individuo ogni tanto sente la necessità di sfoggiare un vestito all’ultima moda, qualche maglietta speciale o un paio di scarpe griffate, qualcosa di nuovo che gli permetta di pavoneggiarsi e godersi qualche attimo di gloria e felicità, anche le nostre perle liguri, desiderino presentarsi al grande pubblico con una visibilità più vivace e di classe che le renda uniche, anche se uniche lo sono già. Un estate un po’ diversa dal solito, con più brio, raccontano molti visitatori locali e turisti che hanno sicuramente incamerato un allegro ricordo nei loro cuori, specie in quelli femminili più sensibili. Ma accontentare tutti è proprio impossibile, a volte anche la rivalità di idee politiche porta a critiche di diversa natura tanto più se si tratta di una terra che necessiterebbe sempre di una seria valorizzazione. Ma soldi sprecati in opere eseguite nel corso degli anni o addirittura mai concluse, in giro se ne vedono tante e non credo che siano proprio i Red carpet, i peggiori dei nostri mali. Sta ad ognuno di noi interpretare personalmente questa iniziativa in modo positivo o negativo come dettato dai nostri sentimenti, ma rimane il fatto che la Liguria ce l’ha messa tutta per dare maggiore visibilità alle eccellenze storiche e culturali dei paesi costieri e dell’entroterra, come meritano. Ah, dimenticavo: Cornigliano è matura per il Red carpet o la sua bellezza è tale che non ne abbiamo bisogno? Rosanna Robiglio

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Mi manda Cirone Le storie (im)possibili

La guerra di Carlo (Guerra) Carlo va in cerca di notizie ogni giorno come farebbe un bravo esploratore che si muove su scenari (pacifici) di guerra o su continenti sconosciuti. Quando “sente” la notizia, Carlo si arma di taccuino, macchina fotografica (ne ha di meravigliose: è il suo hobby preferito) e registratore, e parte in quinta. Ma chi è Carlo? Carlo è il “nostro” Carlo Guerra, un collaboratore del giornale che, entrato come tutti, in punta di piedi nella redazione, è riuscito a ritagliarsi uno spazio ampio e libero in cui sviluppare i temi che gli stanno più a cuore. Chi è ancora Carlo? Carlo è un pensionato (beato lui!), staordinariamente attivo nel mondo povero, privo di insegne e di accrediti, del volontariato; diciamo: un caterpillar, per la forza e la determinazione con cui porta avanti i suoi princìpi etici in un mondo sempre più complicato. Quali sono i pregi di Carlo (Guerra)? Da direttore dico subito: l'entusiasmo, poi la voglia di comprendere (lui che è un cittadino per bene, onesto e incensurato), poi il desiderio di scoprire, ma poi, soprattutto, la dote che caratterizza il suo approccio con i soggetti da intervistare è: l'empatia. Cos'è l'empatia? È la capacità di porsi nello stato d'animo di un'altra persona, nella gioia come nel dolore, e di raccontarcelo. E proprio perché il giornalismo è un'arte pubblica e, per certi versi, complicata, per non destare inutili sospetti, Carlo cosa fa? Cosa si è inventato? Lo dichiara subito, lo fa sempre all'inizio dei suoi articoli, sia che si tratti del ciabattino di via Rolla o del pollivendolo di via Pellizzari. Sia che ci racconti del parroco che accoglie centinaia di migranti, sia che si tratti, per dire, del papa. Due numeri fa, non pochi lettori si sono commossi scoprendo, attraverso due articoli di Carlo, la figura di un'anziana partigiana o dopo la narrazione che riassumeva la visita nelle camere della morte della Casa dello studente di Genova in cui, dopo l'armistizio, gli aguzzini nazifascisti assassinavano chi resisteva per la (nostra) libertà di adesso. Ribadisco: il suo stato d’animo lo dichiara subito, e lo fa con tutti, per iscritto. Prima di leggere l'intervista al ciabattino, pescatore, fornaio, pizzaiolo, elettrauto, papa (tutti umili lavori per noi), Carlo riassume i sentimenti che ha riportato durante il dialogo con l'ospite. Lo fa a carte scoperte. Firmando giustamente alla fine l'articolo. Tutto qui, mi direte? Solo pregi e nessun difetto? Direttore, suvvia. Be', un difetto, Carlo lo ha avuto, per lo meno, se seguo il pensiero di due indignati amministratori pubblici della città di area Pd, i quali mi hanno fatto notare che, intervistando ad un mese dall'elezione il nuovo sindaco di Genova, Carlo sarebbe “salito immediatamente sul carro del vincitore” e avrebbe mostrato così piaggeria verso il suo potente interlocutore. Quella che un giornalista non deve mai avere. Sapete la storia del “giornalista cane da guardia del potere”? (Nel caso l’aveste dimenticata chiedetene subito ragione ai colleghi dei Tg di Stato abilissimi come nessuno a schivare i potenti di turno e le veline delle segreterie). Così, nella pagina che segue troverete puntualmente le precise accuse arrivate e firmate per iscritto alla mia attenzione. Sono andato a rileggere l'incipit di Carlo nell'intervista a Marco Bucci. Carlo, in effetti, scrive: B. ha risposto a tutte le domande con terminologie e concetti che mi sono sembrati appropriati e concreti. Be', certo Carlo l'ha fatta grossa.

Del resto siamo molto lontani da incipit neutrali, privi di opinioni personali. Siamo lontanissimi, da altri esempi di giornalismo anglosassone (quelli famosi per essere senza appartenenza e ideologicamente liberi) nei quali, correva l'anno di grazia 2007, la pagina regionale di un quotidiano nazionale ci annunciava che "appena eletta, Marta Vincenzi faceva il suo ingresso a Palazzo Tursi raggiante come una sposa". E chissà se qualcuno scrisse indignato a Repubblica? Sì, in effetti, siamo ancora molto lontani: nella nostra pagina l’illustratore Sanna ha ritratto Bucci non come un novello sposo ma con la divisa del boy scout. Poi, non contento, e al culmine del presunto servilismo, Carlo si lascia prendere la mano (con tutto il rispetto: anche a Montanelli e alla Fallaci capitava) e aggiunge, al limite dell’apologia: "B. mi ha stupito per l'immediatezza della convocazione". Eccerto, cari lettori, che l’immediatezza ha stupito Carlo. E pure me. Anch'io cari lettori, mi sono stupito quando, per ben due volte, negli ultimi suoi due anni di mandato, ho chiesto attraverso due sms un appuntamento come giornalista di Telegenova all'addetto stampa dell'ex sindaco Doria per fissare un'intervista con il primo cittadino, e non ho mai ricevuto uno straccio di risposta. Chessò: una faccina, uno smile, un like. Non è complicato (per la procura di Napoli - che è specialista - suggerisco di verificare i tabulati). Non solo. Personalmente non comprendo da chi capisce e sa perfettamente che il nostro giornale è una navicella che non sa se galleggerà il mese successivo, da chi sa che in cinque anni e mezzo (!) nessuno ha fatto niente, mosso un dito (il mignolino che è il più piccino), per degnarci di uno straccio di sede, una stanza con la luce elettrica, per portare avanti la nostra libera attività. La politica lo sa che di mese in mese siamo ospiti del parroco (siamo servi dei democristiani?) oppure dell'Anpi (servi dei comunisti?) oppure dell'ex Bollano (tranquilli, sono interista)? Dov'erano i politici di ieri e di oggi che ora ci spiegano come dovremmo fare il nostro mestiere quando chiedevamo e chiediamo una sede per la redazione? Niente e nessuno ha sentito il dovere di donare, non a noi, ma alla cittadinanza una casa per realizzare l'oggetto più bello e prezioso che una democrazia deve avere a disposizione: un foglio di carta redatto da volontari, cittadini onesti, che hanno solo la voglia di partecipare alla crescita di una delegazione in grossa difficoltà. Finisco. Ringraziando Carlo Guerra che si è sentito colpito ingiustamente da parole scritte che hanno messo in dubbio la sua onestà intellettuale di uomo libero, termino con una personalissima considerazione. Curiosamente l'appunto all’esploratore Carlo trae spunto da un articolo uscito nello stesso numero in cui, chi scrive, a pagina 2, nel consueto "Mi manda Cirone" racconta delle vicissitudini del Pd per scegliere il proprio capogruppo in Comune. Spiegavo che se la scelta fosse avvenuta su Cristina Lodi, sarebbe stata (come poi è avvenuto) cosa buona e giusta per l'anima inquieta del partito del segretario fiorentino. Addirittura, rileggendo, scopro di essermi spinto in una considerazione personale (e quindi assolutamente censurabile, dal punto di vista del famoso giornalismo anglosassone). Lasciandomi virilmente andare, ad un tratto, ho pure scritto che Cristina "è anche una bella ragazza". Ci fosse stato qualcuno che m’avesse scritto: "vergogna, macho renziano!".


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Delusi dalle dichiarazioni di Bucci sul Corniglianese Bernini e Bommara: “Solo politichese nazionalpopolare” Nota della redazione: a seguito dell’uscita del numero scorso di luglio-agosto del Corniglianese, riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente scritto arrivato per mail. A pag. 2 una riflessione del direttore del giornale.

Da: Ferruccio Bommara <ferrucciobommara@gmail.com> A: GUERRA Carlo, ACLI S.Ambrogio <alcorsax@libero.it>, otto <riccardo.ottonelli@fastwebnet.it> Data: mercoledì 13 settembre 2017, 12:49 +0200 Oggetto: <Nessun oggetto>

Leggendo l'intervista al Sindaco di Genova pubblicata nel mese di agosto, ci è sembrato doveroso puntualizzare alcuni argomenti trattati, sperando risulti utile ad una corretta ed equilibrata informazione. Cari saluti Ferruccio Bommara “L’aforisma “gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori” è. Solitamente attribuita al noto sceneggiatore Ennio Flaiano anche se lui l’ha tratta (peraltro dichiarandolo esplicitamente) da un testo del compositore e saggista Bruno Barilli. L’intervista al nuovo Sindaco Bucci, pubblicata a pagina tre del numero luglio/agosto de il Corniglianese, è dimostrazione plateale di quanto questa definizione, chiunque per primo l’abbia espressa, sia in molti casi veritiera. Il vostro collaboratore Carlo Guerra apre l’articolo con un’affermazione lapidaria: “ha risposto a tutte le domande con terminologie e concetti che mi sono sembrati appropriati e concreti”. Il lettore è legittimato ad attendersi, avanzando nell’esame del testo, una visione chiara delle proposte della nuova amministrazione e progetti realizzabili. Resterà deluso: solo politichese nazional-popolare e tanta ignoranza. Non ci stupisce per nulla che un Sindaco di recente elezione, che non possiede competenze amministrative e soprattutto non ha mai avuto modo di conoscere il Ponente cittadino, si esprima come un opinionista del Bar dello Sport. Ci indigna che il Direttore responsabile del Corniglianese non abbia ritenuto opportuno un confronto tra le risposte ottenute e quanto recentemente riportato dalla stampa cittadina e dal Corniglianese stesso su alcuni temi “caldi” del territorio. Il lettore credo abbia diritto a un’informazione più trasparente e meno servilmente faziosa. E’ un giudizio che cercheremo di argomentare entrando, sia pur sinteticamente, nel merito delle questioni. Strada a mare: E’ un’infrastruttura di interesse sovra cittadino. In altre parti della regione opere simili hanno preso il nome di “variante Aurelia” e ottenuto finanziamenti statali. Ciò è avvenuto anche per la tangenziale di ponente, cofinanziata da ANAS. Per

questo motivo progetti ed eventuali varianti devono sottostare al vaglio approvativo del Ministero delle Infrastrutture. Il collegamento con Via Tea Benedetti (quella che Bucci chiama la strada che viene da Bolzaneto) così come quello con Via Perlasca potranno essere messi a gara quando il Ministero esprimerà il suo parere favorevole. Non dovrebbe essere una lunga attesa, perché da tempo è stato consegnato il progetto esecutivo. Solo il collegamento tra strada a mare e Via Muratori è ancora in fase di progettazione esecutiva. I cantieri per realizzare i collegamenti con Via Sampierdarena e con il casello autostradale di Cornigliano sono attivi da tempo. Il nuovo Sindaco si prenda pure i meriti che dovrebbero onestamente essere accreditati alle precedenti amministrazioni, ma si informi sulle corrette procedure che devono essere seguite per apportare varianti all’opera (come nuove entrate/uscite) e sui limiti che il codice della strada stabilisce per le intersezioni delle strade a scorrimento veloce. Eviterà di scivolare su falsi annunci. Depuratore: Il luogo dove trasferire il depuratore di Cornigliano è stato individuato da tempo e Iren ha acquisito il diritto di superficie da Società per Cornigliano. La progettazione del nuovo impianto ha tempi inspiegabilmente lunghi e c’è stata una certa ritrosità nel rendere pubbliche le fasi del lavoro. Ciò alimenta in noi il timore che le esigenze di spazio siano state sottostimate e sarebbe opportuno estendere l’impianto in aree oggi occupate da contenitori vuoti. Sarebbe più fruttuoso, al fine di accelerare la realizzazione dell’impianto, che il Sindaco si mettese al lavoro per ottenere da Spinelli (uno dei finanziatori della campagna elettorale del centro destra) un veloce sgombero dell’area e l’estensione della superficie disponibile, per ottenere il depuratore migliore allo stato della tecnologia, Pulizia urbana: La nuova amministrazione comunale ha deciso di non procedere sulla strada indicata dalla precedente giunta di un accordo industriale tra Iren ed Amiu, che avrebbe consentito a quest’ultima di avere maggiori risorse economiche. La decisione è stata accompagnata da una direttiva che impone ad Amiu un taglio dei costi. Queste scelte sono incompatibili con nuove assunzioni di personale necessarie per potenziare il servizio di pulitoria. A meno che non si voglia mettere le mani nelle tasche dei genovesi aumentando la tariffa TARI. Mercato comunale: Il Municipio ha già pronto un bando pubblico, rivolto alle associazioni corniglianesi, per un uso sociale degli spazi che ospitavano il mercato. Proporre di collocarvi attività di natura commerciale significa buttar via il lavoro svolto ed affrontare un nuovo iter burocratico con l’inevitabile allungamento dei tempi. Qualche anziano indica ancora Piazza Monteverdi con l’appellativo di Piazza dei tacchini, perché nella Cornigliano prebellica della sua infanzia le

famiglie erano solite allevare un tacchino, destinato ad arricchire il cenone natalizio, sotto il lavello e pare fosse frequente incontrare qualche esemplare razzolare nella piazza che solo successivamente ha ospitato la struttura mercatale. Alcuni immobili pubblici sono soggetti a particolari vincoli della Sovrintendenza, tra questi anche il mercato di Cornigliano. Comunque la si pensi sull’adeguatezza di tali vincoli, proporre la demolizione di un bene protetto significa prepararsi ad un confronto con il Ministero dei Beni culturali che richiede tempi lunghi anche per chi avesse argomenti solidi. Abbiamo sempre ritenuto che un buon politico debba conoscere i problemi e gli strumenti che può utilizzare per risolverli prima di avventurarsi in proposte pubbliche. Sembra che oggi una parte della cittadinanza premi altri criteri: saper raccontare le favole. Società per Cornigliano: Le risorse che l’Accordo di programma ha messo a disposizione di questa società possono essere impiegate solo per la bonifica delle aree ex siderurgiche e per la riqualificazione di un’area il cui perimetro è prestabilito. Lo sanno bene i cittadini che non hanno ottenuto il contributo per la manutenzione straordinaria delle facciate perché il loro immobile era situato fuori da tali confini. Per la realizzazione di alcune opere infrastrutturali, più sopra citate, la Società funge solo da soggetto anticipatore perché, come già detto, è ANAS a finanziare i lavori con risorse aggiuntive. E’ noto che l’utilizzo delle risorse della Società per aumentare le retribuzioni dei cassintegrati ILVA ha visto la mia opposizione in Giunta comunale e nel CdA della Società. C’è stato bisogno di un provvedimento legislativo del Parlamento che, anche grazie alle pressioni delle associazioni corniglianesi, ha previsto il reintegro delle somme anticipate. Uffici dell’Anagrafe La mancanza di personale da impiegare nel settore dei servizi civici è presente in tutti i municipi. In passato furono proposti all’allora Assessore al personale alcuni nominativi di impiegati già formati che avrebbero gradito un trasferimento nel Medio Ponente. Il tentativo non ha avuto successo, ma non ci risulta che le promesse che il Sindaco ha elargito nell’intervista si siano a tutt’oggi trasformate in indicazioni vincolanti per Assessore e Dirigente. Su un muro di Sampierdarena campeggiava la scritta “per fare la rivoluzione bisogna prima sognarla”. Pensiamo che valga anche per la trasformazione di una grande città. Passare dal sogno alla costruzione richiede però solide competenze. Se non si posseggono bisogna acquisirle con lo studio, che richiede determinazione e un po’ d’umiltà. Altrimenti resta solo affabulazione onirica. Compito di chi vuol fare buona informazione è anche affinare le capacità critiche per monitorare il passaggio da sogno a realtà”. Stefano Bernini Ferruccio Bommara


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Nella prima intervista a Mario Bianchi, presidente del VI Municipio, i temi forti sono: depuratore, restyling, mercato, Erzelli È un impegno personale quello che il presidente del VI Municipio, Mario Bianchi, si è preso nei confronti di Cornigliano e dei corniglianesi tenendo per sé le deleghe che riguardano il nostro territorio e la sua riqualificazione. Ce lo conferma durante un'intervista avvenuta il 9 agosto all'interno della quale molti sono gli argomenti trattati con puntualità. La prima domanda è sui ritardi con i quali vanno avanti i processi di riqualificazione, in particolare riferiti al restyling di via Cornigliano e dell'ex mercato. Per quanto riguarda via Cornigliano, Bianchi afferma di aver preso contatti con i progettisti e che chiederà un incontro con Società per Cornigliano confidando di arrivare alla gara di appalto entro l'anno. Sulla questione “mercato” è pronto il bando per la sua assegnazione ma non esiste ancora un formale impegno finanziario di Società per Cornigliano che, ricordiamo, solo attraverso la voce del suo vicepresidente, Stefano Bernini, si era impegnata a stanziare 2 milioni di euro per il recupero. Altra annosa questione il depuratore. “Va fatto al più presto”, dice Bianchi, e a settembre ci sarà un incontro pubblico a Cornigliano alla presenza dell'assessore all'ambiente e rifiuti, Matteo Campora (vedi articolo successivo). Alla nostra proposta di un formale impegno sin da oggi da parte del Municipio, del Comune e della Regione perché nelle future aree dismesse del depuratore di Campi venga ampliato il polo sportivo già presente con la presenza di ampi

spazi verdi attrezzati per il quartiere, il presidente si è detto assolutamente favorevole. Altra questione è Erzelli per la quale occorre capire, a giudizio di Bianchi, quali siano le reali intenzioni di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti. Erzelli, che a regime potrà contare su diverse migliaia di qualificate presenze, non potrà essere considerata qualche cosa a sé stante e non potrà quindi prescindere dal tipo di accoglienza che potrà offrire il territorio che la circonda e che dovrà conseguentemente essere all'altezza. Parliamo di migranti e accoglienza e ricordo al presidente la triste vicenda del S. Raffaele. “Sbagliato non consultare preventivamente i cittadini di Coronata”, è la sua risposta, e questo vale per ogni importante questione. Buoni comunque sono i rapporti con la Curia che si è impegnata a finanziare e svolgere in quel sito opere a favore dei residenti e preventivamente discusse con questi ultimi. Ricordiamo alcune proposte e ne chiediamo il suo parere personale. Riguardano la costruzione di un'area attrezzata per camperisti/diportisti alla foce del Polcevera e la costituzione di un gruppo di guardie ecologiche volontarie (Gev) previsto da una legge regionale e per entrambe le idee. Bianchi si è detto assolutamente favorevole. Per quanto riguarda la riapertura dell'anagrafe a Cornigliano sarà invece possibile solo in conseguenza di nuove assunzioni. Apprendiamo dal presidente che, per consentire opere di ristrutturazione di Palazzo Pessagno, l'inte-

ro Municipio si è trasferito presso Villa Spinola Narisano a Cornigliano già a partire da questo settembre per un periodo che va tra i sei mesi e un anno. “Chissà che non si trovino bene e restino a Cornigliano”, dico ricordando una nostra proposta di trasferire Municipio e Servizi demografici in quel di Villa Serra. Scherzi a parte avremo la possibilità di farci meglio sentire in un periodo così delicato per il nostro quartiere. Piace, infine, a entrambi questa visione di complementarità tra i quartieri di Cornigliano e Sestri Ponente visti non come eterni rivali ma uniti fisicamente, perché no?, da una pista ciclabile, ciascuno con il proprio patrimonio storico, architettonico, commerciale, paesaggistico, ampiamente condiviso. C'è però ancora molto da fare a Cornigliano e noi persone normali, cittadini militanti e non vogliamo essere partecipi, protagonisti, e quindi facilitatori delle scelte che questa amministrazione intende prendere. Diversamente si creano incomprensioni, malcontento e conseguenti proteste che aggiungono ulteriore ritardo a quello già cronico della pubblica amministrazione al quale siamo oramai, purtroppo, abituati. Grazie, quindi, al presidente Bianchi per la sua disponibilità. oerre

Degrado e abbandono. Se due lettere spedite alla redazione possono diventare due articoli per il giornale

“Il degrado si elimina passando per una profonda riqualificazione del quartiere che dia nuovo slancio alle attività commerciali che oggi sono in ginocchio con continue chiusure, che dia nuovi spazi alle persone per socializzare, camminare e fare acquisti. In questo contesto si riacquisterebbe la percezione del bello e del piacere di vivere un quartiere a "colori" e non nel grigiume più totale, ovviamente insieme a interventi di tutela della sicurezza. Questo

intervento di profonda riqualificazione incentiverebbe un processo virtuoso con aperture di nuovi punti vendita che oggi si guardano bene dal fare investimenti. Tutto questo si può fare! Non è utopia. I progetti sono pronti. Dopo tanti anni di inquinamento, degrado e poca considerazione da parte delle istituzioni è ora di dire “basta”. A partire dal Consiglio di Municipio dai rappresentanti comunali, assessori e, in primis, il sindaco Marco Bucci, sindaco di tutti e di tutta la città (noi compresi): tutti devono farsene carico e fare in modo che i soldi stanziati per la riqualificazione del quartiere vengano spesi. In cassa a Società per Cornigliano i soldi ci sono e servono per ridare dignità a 16.000 abitanti da sempre dimenticati. Cornigliano non è la discarica del ponente genovese. Gli esempi che le cose si possono fare sono sotto gli occhi di tutti, basta volgere lo sguardo verso Sestri Ponente o Pra’. Cornigliano non può più aspettare”.

“Caro direttore , ecco la nostra Cornigliano sabato 15 luglio , in pieno pomeriggio: bottiglie e giovani ubriachi. I giovani sono in via Vetrano, sotto il civico 6 a, mentre quella serie di bottiglie in terra le ho fotografate nel parcheggio nuovo in via Bertolotti. Saluti alla redazione”.

Roberto Di Francesco

A. G.

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Assemblea pubblica e megadepuratore: l’impianto sarà pronto nel 2021 A novembre la nuova condotta a mare ma i miasmi si sentiranno per altri 6 mesi

Promessa mantenuta quella del presidente Bianchi. Nella prima seduta pubblica del Consiglio si discute sul depuratore di Cornigliano, del malfunzionamento di quello esistente e del tanto discusso megadepuratore a mare. Presenti consiglieri e assessori municipali sono presenti l'assessore all'Ambiente, Matteo Campora, e l'ingegner Giovanni Gnocchi di Ireti, in un’assemblea molto partecipata di corniglianesi stufi di respirare da anni ammorbanti miasmi. Campora spiega ai presenti l'attuale situazione e conferma la volontà dell'amministrazione di dismettere al più presto l'attuale impianto responsabile delle note problematiche. Ireti, asserisce Campora, si è impegnata a fare in breve tempo anche i necessari investimenti sul depuratore attuale. Entro novembre sarà ultimata la condotta a mare che consente di convogliare quanto attualmente viene riversato nel Polcevera, i liquami, e conseguenza degli attuali miasmi. Questo mentre prosegue la progettazione del nuovo depuratore a mare (costerà 50 milioni) e la posa delle tubazioni confluenti. Importante il fatto che si sia ottenuta una fase unica degli

interventi previsti in un primo tempo in due distinte fasi. Ragionevolmente si parla adesso di un completamento delle opere nel 2021. Data che, seppur remota, è sempre più vicina di quella palesata due anni fa che faceva riferimento al 2025. Tutti i relatori sono d'accordo che nei quattro anni che restano alla messa in funzione del nuovo impianto, su quello attuale dovranno essere fatti immediatamente tutti gli interventi necessari. Comprendiamo, dalla chiara esposizione del tecnico Ireti, le difficoltà riscontrate nella gestione di un depuratore che, già al momento della sua costruzione, risultava obsoleto. Gli innumerevoli interventi eseguiti negli anni sono stati, di fatto, soluzioni palliative mentre l'impianto, evidentemente sottodimensionato, veniva caricato nel tempo di ulteriori utenze come quella del percolato di una discarica, Scarpino, giunta al capolinea. Sul percolato, dal prossimo anno, rassicura Ireti, la sua depurazione avverrà a monte per cui non ci saranno più problemi. Questa lentezza nell'esecuzione di opere essenziali e i tempi dilatati hanno esasperato gli animi dei corniglianesi che non sanno più a chi credere e raccomandarsi (nel senso migliore del termine), sempre sotto il peso continuo di pesanti servitù e il venir meno di servizi essenziali in attesa di una totale riqualificazione che tarda. Posto ai voti sulla questione, un documento precedentemente sottoscritto da tutti i gruppi consiliari che impegna i soggetti presenti, viene approvato a grande maggioranza, con una sola astensione. Tutti sono concordi che occorra andare avanti a condizione che ogni opera svolta, sia sul vecchio che sul nuovo depura-

tore, venga costantemente monitorata dai cittadini attraverso un loro organismo di sorveglianza. A questo proposito ricordo che già esiste un Gruppo di Lavoro costituito da rappresentanti di associazioni e istituzioni territoriali nato appositamente per monitorare il destino delle aree dismesse dalla siderurgia. Si tratterebbe di dare loro l'autorità, la competenza e il potere di accedere e vigilare sui siti. Questo gruppo può avvalersi della collaborazione di tecnici ambientali e medici. Potrei infine non personalmente esprimermi sulla delicata e sofferta scelta di Cornigliano anziché di altro luogo ma credo sinceramente che la scelta del sedime, adeguatamente defilato, sia unica e ottimale. Comprendo le preoccupazioni espresse da molti e la responsabile posizione assunta dall'opposizione consiliare fatta nella consapevolezza che questo depuratore "s’ha da fare" e poco deve importare quanti tubi e di quale diametro li faranno. Punto. L'importante è che sia adeguatamente dimensionato e che funzioni nel rispetto dell'ambiente. oerre

Scarpino, la discarica dalla storia infinita E intanto al Comune arriva una multa da 300 mila euro... Era il 1968 quando Scarpino apriva i battenti per gestire la mole sempre crescente di rifiuti prodotti da una città abitata da quasi 800 mila abitanti. La discarica nata sulle alture di Sestri Ponente, a circa 700 metri di altezza dal livello del mare, era stata costruita direttamente su un terreno senza impermeabilizzazione con le falde sotterrane che scorrevano (e scorrono) proprio sotto l’invaso della discarica. Il percolato, fermentazione dei rifiuti, si è riversato nei rigagnoli sottostanti e quelle acque inquinate sono poi sfociate nel rio Cassinelle e nel Chiaravagna di Sestri provocando una nauseabonda fragranza di ammoniaca con danni molto rilevanti sia all'ambiente che agli abitanti. Ora sia la prima Scarpino, poi sostituita dalla ormai insufficiente seconda, unico polmone di Genova per smaltire i rifiuti, dal 2014, è chiusa, ma quella montagna che a causa di una disinvolta gestione, ha assorbito tutto finendo anche nel mirino dei magistrati, non ha mai smesso di trasudare veleni. Intanto a causa degli errori altrui, i rifiuti, in questi ultimi tre anni, continuano ad essere trasportati dall’Amiu verso gli impianti di Piemonte e Lombardia (come vedremo anche più avanti analizzandone i costi per la comunità). Camion dopo camion, notte dopo notte, la nostra rumenta, costituita in buona parte da imballaggi, continua a viaggiare mentre i costi che lievitano sempre di più, vengono pagati, chissà perché?, non dai colpevoli, ma sempre dai soliti cittadini attraverso la Tari. Per agevolare il trasporto e migliorare la qualità della vita degli abitanti di Borzoli che non dovranno più subire i disagi derivanti dall’attraversamento del quartiere da parte dei mezzi Amiu diretti alla discarica, è stata realizzata la nuova strada che da via Borzoli conduce a Scarpino.

Benissimo, solo che… la discarica non funziona più. Città metropolitana (ex Provincia), Comune e Amiu, si sono riuniti per tentare di risolvere in tempi brevi questo annoso problema dando il via alla terza fase della grande discarica. “I lavori per costruire un impianto di separazione secco-umido sono in corso e col crescere della raccolta differenziata, la spazzatura sarà sempre meno consistente” spiega Enrico Pignone, consigliere delegato all'ambiente della Città metropolitana. Ogni tanto però, sebbene si accenni a tempi lunghi, riemerge la discutibile idea di un biodigestore o gassificatore, spesso proposto in alternativa ai moderni inceneritori, che dovrebbe trattare tutto l’organico da cui si ricavano combustibili gassosi impiegabili per la produzione di energia. Ma l’attesa di fine lavori della nuova discarica prevista per agosto, dopo la riunione con gli enti coinvolti nella vicenda (ex Provincia, Regione, Comune, Arpal e Asl) slitta a ripetizione e forse (visti i precedenti risultati, il forse è d’obbligo), slitterà fino a marzo 2018 e speriamo non oltre. Lo scorso mese l' assessore regionale ai Rifiuti, Giacomo Giampedrone, ha firmato due documenti: il primo conferma alla Liguria il conferimento dei rifiuti in Piemonte e Toscana per altri cinque mesi, fino a dicembre, come accade dal 2014 quando la discarica chiuse: il conto complessivo a fine 2017 sarà intorno ai 109 milioni di euro (bruciati). Il secondo è un atto dovuto: la multa al Comune di Genova da 300.000 euro per non aver raggiunto l'obiettivo sulla differenziata. «E da gennaio - aggiunge Giampedrone - Genova deve dire dove farà gli impianti: biodigestori e separatore. Se in media tutti i Comuni liguri hanno aumentato la differenziata del 5%, arrivando abbondantemente a superare l'obiettivo del 45%, Genova

aveva un traguardo più comodo: il 40%, ma non solo non lo abbiamo raggiunto, abbiamo fatto un passo indietro». Sul piano regionale la priorità è una sola: gli impianti. Biodigestori e impianti di separazione, come abbiamo detto. Soprattutto a Genova. Entro dicembre, le Province dovrebbero concludere l'iter della Vas, la valutazione d'impatto ambientale strategico. Sul tema, Giampedrone precisa: «Ho chiesto di poter partecipare anche a questa fase di Vas, per scongiurare ogni piccolo ritardo. Ho già visionato i piani provinciali, siamo intervenuti dove confliggevano con la normativa regionale: entro dicembre la Vas sarà conclusa. Da gennaio 2018 voglio avere, da tutti i Comuni, le aree dove realizzare gli impianti, il primo da cui aspettiamo la risposta è il sindaco di Genova, Marco Bucci. Da lì partiamo a realizzarli. Per costruire un biodigestore occorre un anno. Sbrighiamoci». Poi si potrà lavorare sugli impianti. Fino a dicembre, quindi, la Liguria porterà i suoi (nostri) rifiuti in Piemonte e Toscana: l'emorragia di denaro pubblico finirà quando ci saranno gli impianti. Ad oggi la media dei costi è di 200 euro a tonnellata. Voliamo bassi. E se, comunque, torniamo al territorio, alla quotidianità, concludiamo ricordando che in un capannone di Campi, in via Greto di Cornigliano, dove l’Amiu trasporta i rifiuti ingombranti della città, mobili e oggetti vari, raccolti a domicilio destinati alla distruzione, è nata la Fabbrica del riciclo gestita dalla Comunità di San Benedetto al Porto, un progetto teso a sviluppare il recupero di queste risorse attraverso il restauro di materiali usati che vengono preparati per la rivendita, dandogli così la possibilità di rivivere una loro seconda esistenza. Rosanna Robiglio


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Da Cornigliano una sfida all’Italia del “no” Tanti (ottimi) motivi per diventare la nuova Silicon Valley Per rendere possibile un progetto di "verde strategico" sulla salute, prevenzione, difesa della persona, dell'ambiente e dello sport in un quartiere come il nostro che potrebbe diventare futuristico se lo si vuole; ragionando sui grandi temi, sui quelli più piccoli e sull’innovazione, nasce l'idea di implementare un luogo all’interno di Cornigliano come una grande palestra pubblica all'aperto e non solo. Sto pensando al progetto Green Economy (di sviluppo sostenibile, come a Copenaghen) per quanto riguarda il nostro parco San Pietro nella valle che porta lo stesso nome, ma che al momento ospita solo gatti e zanzare (rinvigorite dalla calda estate), anziché essere umani. Ecco, su questo: è stato speso un pensiero? È stato rivolto un pensiero per dedicare un luogo ai nostri anziani che hanno nulla (e non chiedono nulla) in un quartiere purtroppo martoriato e dimenticato dai politici (se escludiamo gli otto deputati giunti a settembre da Roma capitale per verificare di persona lo stato di degrado della nostra delegazione)? Chissà se a qualcuno di competenza della trascorsa amministrazione genovese interessò questo nostro articolo del Corniglianese (era il marzo del 2015) dal titolo "Cornigliano, modello verde come le grande città del mondo"? Già, perché nel testo si lanciava anche una proposta: "perché non creare a Cornigliano una città delle opportunità?", il cui obiettivo, per chi non lo ricordasse, rimane sempre una richiesta concreta e argomento sempre attuale, in una parola: moderna. Dunque fu un appello/ richiamo perché Genova siamo anche noi; un richiamo ad attivare modelli lungimiranti di crescita per questa città e non solo per tutta Italia. Ma ecco perché, a nostro avviso, Cornigliano potrebbe essere la Silicon Valley italiana. Ecco qui le nostre ragioni ad uso di chi non conosce Cornigliano o l'ha visitata... solo in tempo di campagna elettorale. Di seguito qui qualche lume. Cornigliano si trova ubicata a livello geografico in un punto strategico di Genova, possiede già un invidiabile parco tecnologico, gli Erzelli. Ha una grande vallata che attende di essere convertita in un parco di rispetto come quelli che si trovano nelle grandi città del mondo come il Central Park di New York. Possiede enormi spazi, che nessun altro in città possiede, e che attendono progetti importanti e non solo cemento. Cornigliano è un quartiere di integrazione perché qui è concentrato il melting pot di tutto il mondo da più di tre decadi,

tra italiani, immigrati dal Sud e cittadini di tutti i continenti. Possiede un aeroporto (Cristoforo Colombo), una stazione ferroviaria, una strada a mare, una enorme via ricca d'arte e architettura (via Cornigliano), per non parlare delle ville storiche e di enormi magazzini e centri commerciali, tanti negozi di nicchia, campi da tennis e un vastissimo plesso scolastico. A Cornigliano inoltre si parlava di un nuovo modello di agire, cioè dove si rispetti il merito, con spazio alla mobilità sociale, ai giovani, al cambio di una nuova politica, che non sia brava solo a giustificarsi dietro la crisi e ai discorsi demagoghi; un nuovo modello capace di allontanare modelli obsoleti, pregiudizi e paura. Un modello che sfida un'Italia dei no, un'Italia dell'immobilismo, che non cammina; come non manchiamo mai di sottolineare in ogni numero del nostro giornale. Penso che per partire con il piede giusto dobbiamo imparare dalla

natura che per milioni di anni non ha mai fallito, con il suo sistema e modello simbiotico, e ha creato un’economia di benessere per se stessa, alla faccia dell’uomo, giustamente là, dove l'uomo non è arrivato con il suo atteggiamento depredatore. Sappiamo che le cose semplici sono le migliori, perciò ancora un invito ad essere umili e a ragionare per accettare che, se un modello obsoleto per 20 anni non ha funzionato, non ha dato progresso e ha prodotto solo povertà, non poteva ancora andare avanti e avere in mano il futuro dei bambini e dei giovani, perché purtroppo le vecchie generazioni hanno già esaurito (giustamente) il loro potenziale e adesso bisogna pensare a correggere cosa non va e cosa fare per lasciare un’eredità alle nuove generazioni. Gli altri problemi grossi dell'Italia che non le consentono di progredire sono ancora la corruzione, la mafia, l’evasione fiscale, la lentezza della giustizia

per arrivare a sentenza, lo scarso senso della cosa pubblica e, per ultimo, una tassazione esagerata e inspiegabile per certi servizi che vengono erogati. Fino a che non si capirà che i Paesi che hanno tasse più basse per le imprese sono davvero i più ricchi e quelli che stanno meglio perché generano lavoro e potere di acquisto, qui non ci saranno dei grossi cambiamenti strutturali per progredire. I problemi di Genova sono tanti e i problemi di Cornigliano altrettanto. Ma andiamo ora dall’universale al particolare. A prescindere dal ritorno temporaneo da Sestri nella nostra delegazione dell’ufficio/sportello dell’anagrafe, sappiamo che la chiusura del servizio è stato un atto vissuto come un trauma dai nostri cittadini: sedicimila corniglianesi, i quali ora si devono recare a Sestri Ponente, quartiere di quarantaseimila abitanti. Ubi maior? Abbiamo personalmente verificato che come conseguenza della legge "causa-effetto" è facile capire che tipo di servizio può offrire un ufficio con solo due persone allo sportello e con più di 60 utenti in coda? E che quando arriva mezzogiorno, ancora la metà dei cittadini in attesa deve essere servita? Sì, ci sono dei volontari che indicano dove si trova la macchinetta che distribuisce i numeri ma forse non sono necessari visto che sull'erogatore stesso c’è scritto che numero prendere. Poi vi è un'altra persona all'arrivo del turno, che ti apre la porta e ti indica a quale sportello devi andare. Ma questo non basta per soddisfare i cittadini e togliere il disagio che si prova dopo tre ore di coda e, a volte, quando sei costretto a ritornare indietro senza il documento desiderato. A parte il tempo perso, significa banalmente un altro biglietto del bus… Le leggi e la burocrazia sono quelle e si rispettano ma sta alla maggioranza dei cittadini dire se va bene così. Giustamente, perché i funzionari, dirigenti, direttori, non mancano mai mentre chi svolge lavori più umili, spesso è in carenza di organico? Tuttavia un invito a riflettere se tutto è ok, magari per chi non ha nulla da fare e può andare ogni giorno a fare la coda, ci può stare, ma per chi ha il concetto dell'orologio, cioè del tempo che gli scorre, tempo per il quale i Paesi anglosassoni sono vincenti, è troppo importante in termini di lavoro e di progresso, mentre qui il concetto di tempo sembrerebbe un fatto banale, senza offendere nessuno. Ci mancherebbe. By Jazmin Rodriguez Sociologa delle Relazioni internazionali

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“Buona scuola”? No, grazie E a Cornigliano tre cattedre del Plesso Volta sono ancora scoperte

Solo in Liguria mancano in cattedra 666 docenti. A parte le facili ironie sulle connotazioni demoniache del nuovo sistema di reclutamento, già fallimentare lo scorso anno, e la pseudo riforma impropriamente chiamata “Buona scuola”, sarebbe sufficiente questa cifra a testimoniare le difficoltà con cui comincia questo nuovo anno scolastico. Le dichiarazioni della ministra Fedeli su un avvio tranquillo, con tutte le cattedre coperte e il precariato azzerato, aumentano solo lo sconforto per una gestione della scuola francamente sconcertante, lontana della realtà. Per la scuola il governo Renzi ha speso molto, molto meno dei venti miliardi di euro che otto anni di contratto bloccato per i lavoratori della scuola (e tutti gli statali): il problema è che ha speso male, malissimo e che la scuola di tutto aveva bisogno tranne che di un reclutamento fumoso e cervellotico, con esodi di professori dal Sud al Nord che, se trent’anni fa potevano essere sostenuti economicamente oggi

non lo sono più o dell’introduzione di altrettanto fumosi criteri di gestione del merito che finiscono per scontentare tutti e demotivare una classe di lavoratori già umiliata e offesa da tempo, senza dimenticare la totale scomparsa del personale Ata, essenziale per il funzionamento della scuola e ormai cronicamente molto al di sotto dell’organico necessario. Aggiungiamo i paletti inseriti da quest’anno riguardo le bocciature, per altro nulla di nuovo sotto il sole, ma se non si boccia ci deve pur essere un meccanismo che invogli adolescenti sempre più confusi e problematici a trovare nello studio una via per migliorarsi, oppure l’uscita sull’uso dei cellulari in classe, che tanti problemi già creano al momento. Il governo continua a occuparsi del contorno, delle decorazioni della torta scuola, senza curarsi degli ingredienti, del contenuto: il futuro dei nostri ragazzi, il nostro futuro. Parliamo di Cornigliano: vanno sottolineati i ritardi nei lavori di ristrutturazione del Plesso Sbarbaro e quelli per il ripristino dell’ultimo piano del Plesso Volta. Solo l’alta professionalità (e la pazienza) di docenti e personale Ata riescono a gestire il disagio provocato dall’assenza di un piano, che si traduce in perdita di sei aule e dei servizi igienici, laboratori usati come aule, ecc. Mancano molti insegnanti di sostegno in tutto l’I. C., con i disagi che si possono intuire. Al Plesso Volta tre cattedre sono ancora scoperte, e anche qui potete immaginare cosa questo comporti. Certamente sono situazioni che si risolveranno nei prossimi mesi ma il problema è che si parte sempre col fiato corto, perdendo tempo prezioso. Ma la scuola è cominciata, i nuovi ragazzi sono stati

accolti, e si lavora con professionalità e spirito di servizio da parte di tutti, come è nostra abitudine. Silenziosamente, senza lamentarsi, con la consapevolezza di lavorare in un quartiere dove la scuola deve essere un punto di riferimento imprescindibile per le famiglie. Facciamo tante cose a Cornigliano, in tutti i plessi, ma per le cose belle e importanti che facciamo ogni anno, noi della Volta e le maestre delle Ferrero, Sbarbaro e Don Bosco, non finiamo mai sui giornali, come altre scuole del ponente o del centro, che invece ci finiscono regolarmente. È un dato curioso, ma non ce ne crucciamo e continuiamo a pensare ai nostri ragazzi, quello è il nostro lavoro e ci teniamo a farlo bene. Buona scuola quindi, ai ragazzi, alle famiglie, ai colleghi e al personale Ata. Buona scuola, nonostante la “Buona scuola”. Pietro Bertino, professore


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Usa, la guerra delle statue Decapitato a New York il busto di Colombo Nel 1451 la Repubblica di Genova dette i natali al cittadino e futuro capitano e navigatore Cristoforo Colombo, divenuto poi suddito del Regno di Castiglia. Figlio di Domenico, un tessitore di lana, e di Susanna Fontanarossa, da giovane il futuro navigatore non era interessato ad apprendere i segreti paterni di quest'arte ma volgeva la sua attenzione al mare e in particolare alle conformazioni geografiche del mondo allora conosciuto. Tuttavia fino a vent'anni seguì, per non contrastare i desideri del padre, il mestiere paterno. In seguito iniziò a viaggiare per mare al servizio di varie compagnie commerciali. Sappiamo che non frequentò scuole regolari e che tutte le cognizioni scolastiche in suo possesso gli derivarono dalla sapiente e paziente opera del padre, il quale gli insegnò anche e disegnare carte geografiche. Affascinato dalla vita di mare, durante la sua formazione di mercante ed esploratore, visitò diverse località tra cui l'Islanda e l'isola di Madera e col proseguire della carriera, profondamente incuriosito dalle zone di mare aperto e ancora inesplorate, iniziò a documentarsi su molte carte geografiche. Nel 1484 presentò i suoi progetti al re del Portogallo, Giovanni II, che di fronte a una spedizione tanto avventata, rifiutò di fornirgli il necessario. Seppur sconfitto, non rinunciò alla sua decisione e si rivolse alla regina Isabella di Castiglia, che lo sostenne nelle sue iniziative. Il 3 agosto 1492, Colombo riuscì a salpare dal piccolo porto di Palos con tre caravelle, la Niña, la Pinta e la Santa Maria, verso lidi lontani e dopo alcuni inconvenienti, il 6 settembre iniziò la grande avventura in mezzo all'oceano. I marinai con un morale ormai dei più cupi, navigarono a lungo senza scorgere alcuna terra, ma finalmente il 12 ottobre 1492, dopo 36 giorni di traversata, le tre navi sbarcarono su un isola delle Bahamas che Colombo ribattezzò San Salvador. Orgoglioso della sua scoperta e sicuro delle proprie convinzioni, tornò in Spagna con il progetto di altri quattro viaggi e dopo le sue insistenze, anche la Corona spagnola gli concesse altre navi ed un numeroso equipaggio che lo portarono a Cuba e negli arci-

pelaghi circostanti. Il terzo viaggio lo portò alle isole di Trinidad e nel 1502, raggiunse la costa dell'America Centrale, viaggi considerati però dal governo spagnolo fallimentari per non essere riuscito a trovare in quei luoghi le ricchezze in cui tutti speravano. Al suo ritorno in Europa, accusato dalla corte di Castiglia di rovina e discredito, venne dimenticato da tutti e morì in solitudine a Valladolid, in Spagna, il 20 maggio 1506. I suoi viaggi invece hanno rappresentato gli eventi più significativi della storia dell'uomo e la sua scoperta permise alle potenze marinare europee dell'epoca, di impostare un sistema di commercio con il Nuovo Mondo, dando così l’avvio alla colonizzazione europea di nuove terre. Un fenomeno storico regolato da disposizioni economiche e politiche create coi regolamentati del Trattato di Tordesillas del 1494, siglato dall'Impero spagnolo e da quello portoghese che, con nuove tecniche di navigazione, portarono le grandi potenze marittime di diversi stati europei tra i quali Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Francia e Inghilterra alla conquista e all'occupazione del continente americano. Recentemente però per opera degli statunitensi, a New York e a Los Angeles, sono avvenuti alcuni attacchi contro i monumenti di Colombo. I detrattori , durante un‘assemblea, ritennero la colonizzazione

europea delle Americhe responsabile del genocidio delle popolazioni indigene. Contro questa decisione si fa promotore la più antica Camera di Commercio internazionale al mondo nata nel 1887 denominata dal comitato “Giù le mani da Colombo”, promosso dalla Italy America Chamber of Commerce di New York, da sempre vero ponte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Questo comitato sta vivendo le prove di devastazione alla figura dei monumenti di Cristoforo Colombo, seguiti anche dalla decisione di cancellare il Columbus Day dai loro programmi, come un attacco alla storia e alla cultura dell’Italia che ha contribuito in maniera importante a rendere grandi gli Stati Uniti d’America. Indignati da queste sfide statunitensi, a difesa del capitano delle tre caravelle, sono intervenuti anche il vicesindaco di Genova, Stefano Balleari, a cui si è associata anche Ilaria Caprioglio, sindaco di Savona, città dove il navigatore visse per un certo periodo della sua vita. Concordi, affermano che Cristoforo Colombo, figura di straordinaria importanza per la storia dell'Italia e del mondo, è un patrimonio dell'umanità che non va combattuto e cancellato, ma va ricordato e studiato, e Genova e Savona sono al lavoro per celebrare degnamente, il prossimo 12 ottobre, questo importante anniversario della scoperta dell'America. Rosanna Robiglio

Metti una sera d’estate con Mogol a Villa Bombrini “Tu chiamale, se vuoi, emozioni” Una serata straordinaria tra musica e racconti con un ospite d'eccezione, Giulio Rapetti, in arte Mogol, si è tenuta domenica 6 agosto nel giardino retrostante Villa Bombrini, a Cornigliano. Il paroliere di tanti grandi miti della musica leggera italiana come Mina, Lucio Battisti, Adriano Celentano, Pino Mango e Gianni Bella, ha deliziato un pubblico folto ed entusiasta con un racconto degli incontri e delle sue liaison artistiche. In particolar modo Lucio Battisti con il quale ha condiviso non soltanto la vita professionale ma anche molti momenti personali. La serata ha alternato il filo dei ricordi e degli aneddoti con l'esecuzione dei brani affidati al musicista genovese Luca Borriello e alla sua band "EraOra" che ha offerto alla platea una piacevole serata cantando e suonando successi intramontabili a firma del paroliere milanese. È salito pure sul palco il figlio di Rapetti che si è presentato con il gesso al braccio dovuto ad un infortunio sportivo. Ad un certo punto Mogol, seduto su un divano bianco insieme al giornalista e conduttore della serata, si è alzato in piedi e ha voluto ricordare la lettera da lui scritta all'amico Lucio, che non vedeva ormai da

tempo, negli ultimi istanti della sua vita quando era ricoverato all'ospedale e di come questa lettera fu letta al cantautore dalla sua infermiera suscitando una forte commozione in lui per quella che fu un'amicizia straordinaria e un incontro fortunato per la musica italiana. Lucio Battisti, si spense prematuramente per un tumore al pancreas, a Milano, il 9 settembre 1998. Era nato il 5 marzo 1943. Sì è soffermato poi sulla genesi del brano "L'arcobaleno" composto insieme a Gianni Bella e cantato da Adriano Celentano, trascrizione musicale di un sogno avuto dallo stesso Rapetti in cui il cantautore dedica dei consigli all'amico paroliere: "ascolta sempre solo musica vera e cerca sempre se puoi di capire"... Le emozioni in questa calda serata di agosto certo non sono mancate e comunque lo stupore e la gioia di vedere transitare nella nostra Cornigliano un grandissimo autore, genio assoluto, che, come lui ha ricordato, ha scritto oltre 2.000 canzoni affidate ai più grandi interpreti della musica popolare Italiana, ha regalato al pubblico straordinarie sensazioni. Un ricordo affettuoso e bello lo ha avuto per Pino Mango, cantante sensibile e geniale per cui Mogol ha scritto la celebre canzone "Oro", quando ha ri-

cordato che il cantante proprio mentre aveva il malore che lo avrebbe condotto alla morte, sul palco come ultima frase pronunciata, si è scusato con il pubblico per quella sua improvvisa e non voluta interruzione del concerto. Alla fine della serata c'è stato spazio anche per il presentatore che, accompagnato dal gruppo degli EraOra, ha cantato “L'immensità” di Don Backy sorprendendo il pubblico. Adriano Sanna


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dal Municipio VI Medio Ponente

Settembre 2017

Ritorno a scuola. Il Bergese a Taranto chiamato a rappresentare la Liguria davanti alle massime cariche dello Stato per l’inaugurazione del nuovo anno scolastico italiano

Con una delegazione di studenti guidata dal dirigente Angelo Capizzi, l’Istituto alberghiero Nino Bergese di Sestri Ponente ha preso parte il 18 settembre alla cerimonia d’apertura del nuovo anno scolastico italiano, tenutasi nel cortile della scuola primaria “Giovanni Falcone” dell’istituto “Luigi Pirandello” di Taranto. L’istituto genovese è stato invitato per rappresentare la Scuola secondaria di secondo grado di tutta la Liguria, scelto in considerazione del valore educativo del proprio operato e dei progetti realizzati nel corso del precedente anno. Al festoso evento, i-

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I nostri inserzionisti

naugurato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, hanno partecipato studenti provenienti da tutt’Italia e personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della società civile. “La convocazione - commenta il preside Capizzi - ci rende orgogliosi perché conferma la bontà dell’impegno educativo portato avanti in questi anni ed esprime attenzione verso la scuola professionale quale prospettiva futura per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. Sabrina Burlando

Musicisti… di strada Chi era Donizetti, a 220 anni dalla nascita Avviso ai nostri inserzionisti e lettori

Proseguendo il tema dei musicisti cui sono intitolate le vie di Sestri, ci dedichiamo ora a Gaetano Donizetti, di cui ricorre quest'anno il 220° della nascita. Una centrale via sestrese, dove sorgono numerosi esercizi commerciali, porta appunto il suo nome. Qui, infatti, e in tutto il territorio del Medio Ponente il musicista ha trovato estimatori convinti. Ma la fama del compositore ha varcato i confini nazionali, grazie ad opere come L'elisir d'amore, la Lucia di Lammermoor, il Don Pasquale ed altre, rappresentate tuttora con grande successo nei teatri di tutto il mondo. Nato a Bergamo il 29 novembre 1797 da famiglia umile, così come il fratello Giuseppe, anch'egli compositore, fu ammesso a frequentare le "lezioni caritatevoli" di musica dalle quali deriva l'attuale Istituto superiore di Studi musicali "Gaetano Donizetti", conservatorio di Bergamo, dimostrando un eccezionale talento. Conobbe Vincenzo Bellini e ne scrisse la Messa di requiem,

eseguita nel 1870 nella basilica di Santa Maria Maggiore. A Bologna, dove perfezionò gli studi musicali, scrisse la prima opera teatrale, Il Pigmalione, rappresentata postuma, oltre a interessanti composizioni strumentali e sacre. Qui, fra i numerosi amici, annoverò il patriota e musicista Piero Maroncelli. Il 1830 segna il suo primo successo internazionale: l’Anna Bolena, composta per il Teatro Carcano di Milano. Nel 1832 il pubblico milanese applaudì ancora L'elisir d'amore, su libretto di Felice Romani, e l'anno seguente la Lucrezia Borgia. Al San Carlo di Napoli, di cui fu direttore artistico dal 1822 al 1838, presentò 17 opere in prima esecuzione, fra cui il suo capolavoro, la Lucia di Lammermoor. Al culmine del successo, nel 1838 fu chiamato a Parigi, dove le sue opere furono rappresentate, sia in traduzione sia in lingua originale, presso il Théâtre des Italiens. Qui scrisse La fille du régiment, che

esordì all'Opéra comique nel febbraio 1840. L'anno seguente scrisse La favorita e ricevette la nomina a cavaliere dell'ordine di san Silvestro da papa Gregorio XVI, che si aggiunse ad altri onori ottenuti in Italia e all'estero. Fu anche a Vienna, invitato a presentare l'opera Linda di Chamonix. Si giunge così al 1843, anno di composizione del Don Pasquale, che rappresenta l'ultimo sorriso del musicista. Il libretto, scritto da Giovanni Ruffini (fratello di Jacopo), fu pesantemente rimaneggiato da Donizetti, al punto che l'autore ritirò la firma. Comincia qui la parabola discendente dell'uomo, che lo porterà alla pazzia, provocata forse dalla sifilide. Fu rinchiuso nel manicomio d'Ivry-sur-Seine, da cui uscì qualche mese prima della morte, avvenuta l'8 aprile 1848. Riportato a Bergamo, venne più tardi sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore, dove tuttora si può visitare la tomba. Musicista insigne, Donizetti incontrò i favori del pubblico ma suscitò l'invidia di alcuni colleghi suoi contemporanei, uno dei quali lo battezzò ingiustamente “Dozzinetti”. Lo stesso Bellini si mostrò ingrato verso di lui, non ricambiandone la sincera amicizia. Gioie e dolori (tra l'altro fu funestato da numerosi lutti familiari) si alternano nella vita del compositore, che, pur molto amato sulle scene, avrebbe forse meritato maggior fortuna in vita ed un congedo senz'altro più dignitoso. Rita Nello Marchetti

Chi è interessato a rinnovare, modificare ed acquisire spazi su questo giornale può rivolgersi ai nostri soci collaboratori Liliana Gatto e Alfonso Palo adver@prolococornigliano.it


ilCorniglianese/cultura,

arte

Settembre 2017

O zenéize

Occhio al quadro

Ma que bonita es esta vida (con la traduzione in genovese)

Arcimboldo, il pittore milanese che ritraeva... frutta e verdura

di Guido Pallotti

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di Liliana Gatto Longhi

Digitando su internet il testo sotto digitato in rosso si può ascoltare la canzone in lingua originale - nella foto un quadro di Picasso Ma que bonita es esta vida Me gusta el olor que tiene la mañana/ me gusta el primer traguito de café/ sentir como el sol se asoma a mi ventana/ y me llena la mirada de un hermoso amanecer/ me gusta escuchar la paz de las montañas/ mirar los colores del atardecer/ sentir en mis pies la arena de la playa/ y lo dulce de su boca cuando beso a mi mujer/ ay! que bonita es esta vida/ aunque a veces duela tanto/ y a pesar de los pesares/ siempre hay alguien que nos quiere/ siempre hay alguien que nos cuida/ ay! que bonita es esta vida/ y aunque no sea para siempre/ si la vivo con mi gente/ es bonita hasta la muerte/ con los amigos a mi vecino./ Seee! se se que el tiempo lleva prisa/ pa' borrarme de la lista/ pero yo le digo que:/ ay! que bonita es esta vida/ aunque a veces duela tanto… Ma che bella è questa vita Mi piace l’odore che ha il mattino/ mi piace ilo primo sorso di caffè/ vedere come il sole entra dalla mia finestra/ e mi riempie lo sguardo con un’alba meravigliosa/ mi piace ascoltar la pace della montagna/ guardare i colori del tramonto/ sentire sotto i piedi l’arena della spiaggia/ e il dolce della sua bocca quando bacio mia moglie/ ahi! Che bella è la vita/ anche se a volte fa tanto male / però poi succede sempre/ che c’è qualcuno che ci vuole bene/ sempre c’è qualcuno che ci cura./ Ahi! Che bella è la vita/ anche se non è per sempre,/ se la vivo con la mia gente/ sarebbe bella anche la morte/ con gli amici lì vicino/ Sì! So che il tempo ha premura/ di cancellarmi dalla lista/ però io gli dico che:/ Ahi! che bella è la vita anche se a volte fa tanto male… Ma che bèlla a l’è sta vitta Me gusta l’ödô che gh’è quande m’adescio me gusta a primma goâ dæta a-o cafè vedde o sô ch’o baxa o mæ barcon ch’o me inpe i euggi co-a luxe do matin, me gusta gödime a paxe di mæ monti miâ o çê co-i coi ch’o ghe dà o sô sentî sotta i pê l’ænn-a de ‘na spiâgia e o dôse da seu bocca quande baxo mæ mogê. : Ahi! Ma che bella a l’é sta vitta ascì che a votte a dà di doî, però pòi sucede senpre che gh’è quarchedun ch’o ne veu ben quarchedun ch’o ne dà a mente. Ahi! Ma che bella a l’é sta vitta anche se a no dûa pe senpre ma se a vivo co-a mæ gente saieiva bèlla finn-a a mòrte co-i amixi li d’ârente Sciii, so che o tenpo o và de sprescia pe levâme da-a seu lista, però mi ghe diggo che: Ahi! Ma che bella a l’é sta vitta ascì che a votte a dà di doî...

Arcimboldo. Teste composte. Composizioni che rimandano alla natura e alla trasformazione del senso delle cose. Frutta e vegetali che diventano ritratti. Milanese, vissuto nel Cinquecento, Giuseppe Arcimboldo, o Arcimboldi, è figlio del pittore Biagio e discendente da un’aristocratica famiglia. Il padre – pittore stimato della Veneranda Fabbrica del Duomo – lo tiene a bottega iniziandolo ai cartoni necessari all’elaborazione delle vetrate del Duomo di Milano, e gli saranno attribuiti anche i cartoni preparatori per le storie di Santa Caterina d’Alessandria. L’attività creativa d’Arcimboldo si sposta da Milano a Monza dove realizza un affresco e successivamente un cartone per arazzo per la cattedrale di Como. Ma è nel periodo milanese che, anche se le notizie sulla sua vita sono scarne, si può pensare che abbia sviluppato quella sua particolare dote di “«...pittore raro, e in molte altre virtù studioso, e eccellente; e dopo l'aver dato saggio di lui, e del suo valore, così nella pittura come in diverse bizzarrie, non solo nella patria, ma ancor fuori, acquistasse gran lode...», come lo definisce uno storico, suo amico. Chi dice “Arcimboldo” non può far altro che pensare alla sue famose “teste” composte, ritratti in cui la combinazione di elementi non antropomorfi riesce a impressionare per l’originalità e la curiosa disposizione degli elementi diventa figura umana. Famose le sue allegorie; su otto tavole Giuseppe Arcimboldo raffigura la Primavera, Estate, Autunno e Inverno e i quattro elementi primari come l’aria, il fuoco, la terra e l’acqua; un lavoro pittorico creato per una residenza imperiale. Poliedrico non solo nel dipingere quadri che se appesi sotto sopra conservano un loro perché (provate a girare il cesto di fiori qui sopra, a destra, e vedrete la faccia di un uomo) l’Arcimboldo partecipò a mascherate e giochi organizzandone gli aspetti più giocosi e fantasiosi. Ma a non tutti piacciono i suoi dipinti. Brulicanti di tanti oggetti che spesso richiamano il disordine e il caos, ad alcuni osservatori essi appaiono “mostruosi”. I gusti non si discutono per fortuna in fatto di pittura il panorama italiano è ricco di scelta.


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Romanziere conBiblioteca un clickGuerrazzi: cosa leggiamo adesso? Anzitutto l’orario invernale “Maggio dei libri” col… Trucco Chiusi l’ombrellone e la sdraio da spiaggia? Lavati anche i teli mare? Bene, pronti allora a restituire i libri del prestito estivo della nostra biblioteca di quartiere. Per gli amanti della lettura e, in generale, per chi usufruisce dei servizi della Guerrazzi, da settembre è in vigore l’orario invernale. Carta e penna e prendete nota che il lunedì e il venerdì l’orario al pubblico è dalla 14 alle 19, Il capitano Bertolotti martedì, mercoledì, giovedì orario morì nel ‘15 continuato dalle 9 alle 19. sui monti veneti Già che avete carta e penna a portata di mano annotate anche che quest’anno dalla metà di ottobre la Guerrazzi sarà chiusa per inventario. Vi lascio qui a lato alcune belle foto delle biblio, dalla torre d’avvistamento in alto, al centro, alla foto dei sotterranei. Chissà se i bibliotecari faranno anche l’inventario dei fantasmi del passato? Appuntamento al 30 di ottobre per scoprire nuove letture e contare i fantasmi! Buone letture a tutti. lillybrilly@gmail.com

La storia delle nostre vie Via Nostra Signora di Lourdes Campi, frazione di Cornigliano posta ai piedi della collina di Coronata, fino all'Ottocento era una zona prevalentemente agricola da cui ne deriva anche il nome. Per molti anni questa pregiata località ha ospitato anche residenze estive di famiglie patrizie genovesi, fra cui Doria, Centurione, Imperiale e Piuma, ma dai primi del 900, è diventata sede di grandi industrie siderurgiche come la Siac, Società italiana acciaierie Cornigliano. La chiesa di questo quartiere, da cui ha preso il nome la via, oltre ad essere un luogo di culto, è stata una dei pochi centri di aggregazione sociale della delegazione. Poiché anche la popolazione di Campi stava diventando più numerosa, monsignor Edoardo Pulciano decise di far costruire un luogo di culto a ricordo del cinquantenario della apparizione della Madonna nella grotta di Massabielle, a Lourdes. La chiesa è accompagnata da un campanile che svettava tra quelle industrie siderurgiche che negli anni No-

vanta hanno ceduto il posto ai centri commerciali. Costruita su un terreno della famiglia Dufour, fu progettata dall'architetto Maurizio Bruzzo ad imitazione dello stile romanico. I lavori iniziarono dalla canonica sotto la quale vi fu realizzata una cappella che sostituiva quella ancora nascente. Arredi sacri, paramenti, lampade e candelabri furono donati dai fedeli, mentre l’altare marmoreo in stile romanico lo offrì una benefattrice. Il pittore Giainotti modellò una grotta sullo stile di quella di Lourdes che faceva da sfondo all’altare dove fu collocata la statua della Madonna. La nuova chiesa a navata unica, fu inaugurata nel 1914 e nel 1916 divenne parrocchia autonoma. L'altare maggiore, in marmo e bronzo è opera di Antonio Ricchino, noto per aver scolpito anche l’edicola in marmo della Madonna della Guardia, mentre la statua dell'Immacolata che si trova sull'altare maggiore, è stata scolpita da Giacinto Pasciuti. Le pregiate vetrate del coro che raffigurano momenti della vita di Cristo e della Vergine, sono invece opera del vetraio francese Louis Balmet, di Grenoble. Il periodo più drammatico della storia di questa parrocchia avvenne durante la Seconda guerra mondiale con l’allora parro-

co, don Giuseppe Pugliese, che, a causa dei vari bombardamenti, tentò di salvare i beni della chiesa tra cui le vetrate, e durante quel periodo officiò la messa nei sottofondi della canonica che servivano anche come rifugio per gli abitanti. A don Pugliese gli succedette don Chiesa che trovando una sola campana sistemata sul terrazzo sovrastante la canonica, decise di completare il campanile rendendolo in grado di accogliere i suoi fedeli con un concerto di campane. Rivolse la sua richiesta al fabbricante Achille Mazzola, del Novarese, che provvide a inviargliele tramite ferrovia fino a Sampierdarena. A trasportarle in sede venne utilizzato un carro trainato da cavalli bardati a gala e, accolte da una festeggiante popolazione, furono benedette con una solenne cerimonia. Questo ambiente operaio era fornito di un negozio con ogni genere di merce, qualche bar, una farmaci-

a, un medico, il dottor Pier Luigi Bagnasco, un circolo dove si proiettavano film e un teatro amatoriale offerti dalla parrocchia. In via Napoli, così chiamata per il grande afflusso di persone provenienti dalla Campania, vi era collocato anche un asilo e la scuola elementare Alessandro Manzoni, poi demolita per fare spazio alle nuove industrie, mentre i bambini furono indirizzati a Cornigliano nella scuola elementare Vittorio Emanuele III, ora Domenico Ferrero. Di tutti quegli esercizi che vivevano grazie agli operai, ha resistito solo la trattoria “da Marino” con l’attrattiva dei suoi tipici piatti. In occasione del centenario della sua fondazione, il volenteroso don Andrea Robotti, attuale parroco, onorò questa ricorrenza con una serie di importanti eventi, seguito sempre dai suoi fedeli parrocchiani. Rosanna Robiglio

CENTRO ESTETICO LILIANA DIBI - MILANO


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Il tempo che ha fatto LUGLIO 2017

Dite: “Cheese”! E il latte crudo… sorride La Liguria spegne le candeline di Cheese. Sono orRiccardo Collu mai pass a t i vent’anni dalla prima edizione di Cheese e, da allora, molto è cambiato. La manifestazione è cresciuta in maniera esponenziale, oggi è probabilmente la prima fiera mondiale sui formaggi a latte crudo, ovvero ricavati senza pastorizzazione. Questa edizione ha inoltre puntato i riflettori alle lavorazioni senza l’uso di fermenti, per una tipicità più marcata e contro la standardizzazione dei sapori. Usando il latte crudo e senza aggiunta di fermenti, il prodotto è indissolubilmente legato al territorio che offre l’alimentazione naturale e alle specie animali che forniscono il latte. La differenza stagionale fra la pianura e l’alpeggio crea una differenziazione del prodotto, dei suoi profumi e dei suoi sapori. La qualità dei prodotti a latte crudo è riconoscibile dal gusto, come recita il manifesto dell’Organizzazione nazionale Assaggiatori formaggi. I prodotti tradizionali dovrebbero sempre rispondere a questi requisiti di qualità ma purtroppo nella maggior parte dei casi l’industria con l’appiattimento dei sapori, ma non sempre dei prezzi, è pronta ad invadere il mercato. Ma a Cheese ciò non accade, i nomi commerciali quando sono presenti

paroliamo

fanno solo da cornice, messi in disparte menti la coda delle persone in attesa ha dai pastori e dai casari che non pensano superato i trenta metri. Le persone in all’apparire ma a tramandare la ricetta di attesa conoscevano la bontà del prodotto famiglia. In questo, l’Italia è stata la pro- ed erano disposte ad aspettare che fosse tagonista indiscussa dell’evento con i sfornata al momento. Fra gli altri prosuoi prodotti tradiziodotti liguri un interesnali, le Dop e i presidi. sante laboratorio si è Una finestra sul mondo svolto con i prodotti del caseario, pastori e casabovino di razza Cabanri da tutto il mondo si nina organizzato ritrovano a Bra nei dall’associazione provinquattro giorni di questa ciale allevatori razza biennale dedicata ai Cabannina e da alcuni formaggi. Fra le particoallievi dell’università di larità che da sempre ci scienze gastronomiche attendono alla manifeche ha sede a Pollenzo. stazione, un occhio Dopo una breve spiegaquest’anno è andato agli zione sulla razza e il reaffinatori, ovvero coloro cupero che è iniziato ed che con la stagionatura è in atto, si è potuto dein particolari ambienti, gustare i prodotti del con l’uso di spezie e del- Formaggio San Ste’ in stagionatura bovino a tutto campo. la loro esperienza traLa versatilità si è potuta sformano le forme in tastare con delle tartine prodotti irripetibili. Come in tutte le edi- di prescinsêua e acciughe salate e con il zioni c’è stato grande interesse verso i dolcemu, un dolce ottenuto dalla concenprodotti territoriali e quest’anno la Ligu- trazione del latte di Cabannina. L’olio, la ria era fra le regioni con un paniere im- carne, le birre e, in questa occasione, i portante. Per i formaggi una novità è formaggi hanno dimostrato che la Ligustato l’assaggio del famosissimo San Ste’ ria è una regione di primo piano con i affinato nelle fosse o nelle foglie di noce. suoi prodotti di qualità. I migliori ricoNella piazza delle birre, diversi produtto- noscimenti, oltre che dalla critica sono ri della regione erano presenti, ricordia- arrivati dal pubblico e dai dibattiti che mo il Birrificio La superba e l’ormai noto hanno eletto i prodotti enogastronomici Maltus Faber di Fegino con le sue birre liguri i più adatti per una corretta dieta in stile belga. La parte del leone come mediterranea, oggi riconosciuta a livello sempre l’ha fatta lo stand della focaccia mondiale come una delle alimentazioni col formaggio di Recco, in alcuni mo- più sane per l’uomo.

Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

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Nicolò Scibetta www.meteoligure.it


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Settembre, il mese dell’equilibrio e delle belle domande Per esempio: che cosa non sanno gli uomini delle donne? di Astri Lidia Frascio Buoni propositi settembrini. Carissimi lettrici e lettori, è un mese che non vi scrivo e forse vi sono mancata. Siamo giunti a settembre, dal latino september, settimo mese dell'antico calendario romano. Penso che siate ormai tornati dalle ferie e finalmente è anche piovuto. Sarete sicuramente tutti trepidanti e contenti di riprendere la vostra vita di lavoro, studio o la monotonia del quotidiano. Spero che vi siate divertiti pazzamente senza essere sfiancati dal caldo e le vostre notti sotto le stelle siano state intense ed esaltanti. Voi gentilmente vi chiederete cosa ho fatto io. Risposta: “Sono fatti miei (scusate qualche volta sono brusca), cancelliamo, ho sognato: è la mia attività preferita”, d'altra parte secondo il filosofo Miguel Unamuno (che fa riferimento a Calderón de la Barca) la vita è sogno, quindi ho vissuto alla grande. Ora è settembre e dobbiamo prepararci all'autunno anche se continuo imperterrita ad andare su spiagge battute dal vento. Questo mese il sole l'1 è a 8° 45' Vergine. Entra in Bilancia il 22 alle 20:03. come di consueto auguri a tutti coloro che compiono gli anni in tale segno; sono descritti come equilibrati, armoniosi, solitamente di bell'aspetto e curati nella persona. Il 22 settembre è una data importante, infatti segna la fine dell'estate. Con l'equinozio d'autunno la durata del giorno e della notte sono esattamente uguali, ma giorno dopo giorno le ore di luce diminuiscono. Con l'entrata nel segno della Bilancia c'è il riequilibrio delle forze della natura dopo l'esplosione dell'energia estiva. I colori della campagna assumono le sfumature dell'ocra e del marrone, si intensifica l'attività dei campi, nelle vigne e nei frutteti per la raccolta delle messi e dei frutti dell'autunno. È un momento importante, infatti fin dall'antichità da esso dipendeva la sopravvivenza nei lunghi mesi invernali. Nella vita urbana, dopo la pausa estiva, si tende a riprendere contatti e a riorganizzarsi, cercando di inaugurare buone abitudini. Mentre sto scrivendo sono al mare ed osservo una splendida mareggiata, che dà veramente l'idea della forza della natura. Mi riempio i polmoni di iodio,

stando attenta a non farmi travolgere dalle ondate che si infrangono in fantastici spruzzi schiumosi. In lontananza ammiro una bellissima barca a vela che oscilla e beccheggia e mi sembra simbolo di libertà ed avventura verso spazi aperti. Se guardo sulla passeggiata a mare, vedo passare coppie, alcune giovani e scherzose, altre meno. Qualcuno sembra felice, altri appaiono rassegnati. C'è chi si allaccia alla vita, altri si tengono teneramente per mano, in alcuni casi lui marcia impettito davanti, lei al seguito un mezzo metro indietro, ma anche viceversa. Allora mi chiedo se non sia possibile, visto che questo è un periodo di bilanci e progetti verso i prossimi freddi, trovare un modus vivendi più gratificante, in quanto sono veramente tante le cose che gli uomini non sanno delle donne e quelle che le donne vorrebbero dai loro uomini, forse esagerando. Tanto per cominciare bisogna superare il mito del principe azzurro, ma anche la sindrome di Cenerentola, anche se tutta una cinematografia melensa cerca di convincerci del contrario. Solitamente poi il personaggio femminile viene rappresentato o buono: l'ingenua fanciulla sedotta (Il Rigoletto), la moglie e madre esemplare che si sacrifica per amore o cattivo: la femmina fatale, perfida, manipolatrice ed interessata (che spesso finisce anche peggio, come la Carmen di Bizet di cui c'è una meravigliosa versione cinematografica). Non ci sono solo questi stereotipi, siamo più sfaccettate, si può essere buone compagne con una puntina di malizia e perfidia, così tanto per insaporire: i troppo buoni piacciono solo ai cattivi che se ne approfittano. Smettiamola poi con atteggiamenti

tipo: io ti salverò, titolo di un bellissimo film con Ingrid Bergman e Gregory Peck, è inutile, non siamo così affascinanti e poi come dice il proverbio: i buoni si salvano da soli. Per semplificare ed anche un po' esagerare, ho stilato un elenco molto sommario ed incompleto di ciò che le donne devono e gli uomini possono secondo i pregiudizi più retrogradi e beceri. Le donne devono essere belle, giovani, gentili, dolci, non dire parolacce (pena la squalifica), non ruttare a tavola tracannando birra, non fumare pipa o sigari, essere accondiscendenti ai vari stravaganti desiderata dei partner (se volete istruzioni, esiste tutta una serie di manuali prodighi di consigli su come catturare un uomo, capirlo, accudirlo, ecc. La parola scapolo significa letteralmente senza cappio, mentre zitella è solitamente accompagnata dall'aggettivo acida). Si deve saper aspettare il proprio uomo che se la spassa, prendendo esempio da Penelope, esemplificazione di muliebre virtù, facendo e disfacendo la tela, pur avendo una serie di giovinastri a disposizione. Bisogna essere ordinate e parsimoniose. È importante chiudere un occhio, anzi due, meglio se orbe totali: cosa saranno mai un paio di scapìn sporchi sul tavolo di cucina, suvvia, un po' di elasticità. Gli uomini possono essere non necessariamente belli, vanno bene anche se non giovani: 60, 70, 80 anni ed oltre sono pur sempre validi e desiderabili, anzi, il capello bianco (quando c'è), la pancetta, l'andatura un po' strascicata aumentano il fascino, per non parlare poi dell'esperienza acquisita. Possono non essere troppo gentili, anzi un tantino strafottenti e bugiardi,

sono più intriganti: gli uomini mascalzoni piacciono tanto. Possono leggere nulla su ciò che piace o non piace alle donne, tanto loro sanno già tutto e poi è meglio non mettersi mai in discussione. Possono dire parolacce e ruttare per dimostrare che hanno gradito il pranzo, gratificandoci. Possono avere qualche evasione sentimentale: poverini, sempre la stessa minestra annoia, è consentito guardare altre donne se giovani e belle (i più smaliziati, quando sono con la compagna, danno solo una sbirciatina, gli altri lo fanno sfrontatamente). Possono fare la pipì sui muretti di campagna, ma taluni la fanno spesso anche sui muri del condominio dove abito, lasciando un odore nauseabondo. Con tutto ciò uomini e donne continuano ad incontrarsi e scontrarsi sulla faccia della terra, come riescano a funzionare non si sa: deve esserci qualche strana alchimia. Vediamo di stendere buoni propositi anche su questo argomento (peccato che, come dice il proverbio: di buoni propositi è lastricato l'inferno). Intanto vi consiglio di fare una scorpacciata di nocciole. Tra i frutti più squisiti dell'autunno vi sono anche questi: vi daranno la giusta carica. Crescono spontaneamente nei boschi in Piemonte, ma anche altrove, hanno un grande valore energetico, si accompagnano bene al cacao (ottimo il Nocciolato Novi) e vengono impiegati nella preparazione di gelati e golose torte, nonché di un delizioso ratafia' di cui tengo segreta la ricetta: è afrodisiaco e un valido rimedio se vi coglie la malinconia autunnale. Baci snocciolati alla rinfusa. Astri

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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Emozioni, festa, musica, incontri, gastronomia Tutta la Liguria in Trentino con la Pro Loco Cornigliano "A nome del Comitato Castelfolk, dopo un mese dall'evento, siamo a ringraziarVi di cuore per la partecipazione alla nostra manifestazione, per aver portato la vostra allegria umana e gastronomica a Castellano. Anche dal mio punto di vista

siamo mai nascosti le nostre preoccupazioni di non farcela e di non essere all'altezza. Perché proprio noi? Perché la Pro Loco di Cornigliano, e nessun altra delle 169 Pro Loco liguri viene scelta a rappresentare l'intera Regione Liguria in un importante

ta ai nostri amministratori locali che hanno giudicato l'iniziativa "meritevole di accoglimento" ma non finanziabile. Non posso fare a meno di pensare a "spese pazze" e quant'altro e questo mi sconforta; ma questa è un'altra storia. È comunque andata ed

istituzionale, credo che questi scambi culturali, gastronomici, folkloristici, siano un valore aggiunto alle nostre comunità e alle varie associazioni di volontariato che le compongono. Il tessuto sociale che si viene a creare è unico e indeformabile. Grazie e viva a tutto il volontariato". Quale migliore ricompensa per noi delle parole dell'assessore al Turismo del Comune di Villa Lagarina che ci ha ospitato, Andrea Miorandi, che esattamente coincidono con il nostro pensiero e i nostri fini statutari? Parole che fanno capire che il nostro scopo è stato raggiunto e che la strada intrapresa dalla Pro Loco Cornigliano è quella giusta. Quasi tre mesi di preparazione e il coinvolgimento di quasi trenta persone per preparare una festa che ha lasciato il segno soprattutto nei nostri cuori e nel quale periodo non ci

evento in Trentino? Questa domanda ce la siamo posta un po' tutti. Chiesti e ottenuti a suo tempo i patrocini istituzionali di Regione Liguria, Comune di Genova e VI Municipio, nessuna nostra richiesta di un contributo a economico a sostegno dell'iniziativa veniva però accolta. Il mancato accoglimento aveva messo seriamente in forse la nostra partecipazione in quanto ogni onere di spesa per trasferimento e soggiorno in quel luogo sarebbe stato a totale carico della Pro Loco Cornigliano. Fortunatamente per noi la grande partecipazione di persone agli eventi di luglio a Bombrini ci ha consentito di raccogliere i fondi necessari a coprire ogni spesa e così è andata. La lungimiranza e la sensibilità a comprendere quel "valore aggiunto alle nostre comunità", che ha unito per quasi tre giorni persone con tradizioni così diverse, è evidentemente manca-

è andata molto bene. L'onore ed il prestigio della nostra bella regione e della nostra Genova sono salvi e a costo zero per l'amministrazione. Questo grazie a tutti i volontari della Pro Loco Cornigliano e di Sestri Ponente; all'OrtoCollettivo di Campi; al Pastificio Danielli per la provvista gratuita delle trofie; a Il Pesto di Pra’ di Bruzzone e Ferrari per la provvista gratuita del pesto; Picasso Formaggi; Il Mulino di Pegli; Vini Allara; Coop Liguria; Il Gruppo Folcloristico Città di Genova e i Canterini della Val Bisagno. Un ringraziamento particolare va al sindaco ed alla Pro Loco di Villa Lagarina per la fraterna accoglienza. Avanti adesso con l'organizzazione di altri eventi come l'VIII edizione di Ciocofantasy ad ottobre a Bombrini che da quest'anno diventa evento Slow Food. E scusate se è poco. oerre

2 ottobre, la Festa dei nonni inizia con una poesia Per la festa dei nonni pubblichiamo la poesia scritta da una nonna e indirizzata al nipotino di due anni che, giocando con la lavagnetta, le chiede di disegnargli ogni volta una figura diversa. Figure che si riferiscono al cielo, perché i bambini hanno sete di cose alte. E l'affetto dei nonni le può offrire. I bambini volano alto (al piccolo Alessandro) Metti via la lavagnetta, è l'ora della nanna. "Nonna, disegnami prima un aeroplano: voleremo nel buio, lassù fra gli aquiloni..." Sì, amor mio, bisbiglieremo agli angeli i segreti che custodiscono nonni e nipotini, le complici frasi che ci uniscono su magici sentieri di galassie senza fine. "Nonna Rita, disegnami una nuvola che giochi a nascondino lì sopra al davanzale..." La vedi, Ale? È una nuvola chiara ma porta la tempesta se un nonnulla la sfiora. Sarà grandine allora e vento poi

su di noi. Ma tenera è la notte se lo vuoi. "Nonna Rita, disegnami la luna, giostra d'argento in mezzo al firmamento". Eccoti la luna. Dicono che nessuno la può dare, ma il cuore di una nonna quasi tutto sai può fare. "Sembra una torta con tante candeline!" Sono le stelle. Solo l'alba spegnerà quelle fiammelle. Dormi! Ti lascio un bacio: diverrà un bel sogno. "Non posso dormire, nonna Rita, voglio vedere spegnersi le stelle. Quando l'alba festeggia il compleanno soffierà su quelle luci ad una ad una. È vecchia l'alba, più vec… chia di te". Viene il sonno con ali di velluto, ogni traccia cancella. I propositi dei bimbi son chimere ma i baci della nonna sono bolle di sapone: presto in lacrime di ricordi muteranno. O sarà vero che diventano sogni? Rita Nello Marchetti


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Dionigi, Eugenia, Maria: tre addii che hanno commosso la delegazione

Il 5 agosto è venuto a mancare in Milano il cardinale Dionigi Tettamanzi, per sette anni (dal 1995 al 2007) amato arcivescovo di Genova. Da tempo malato, aveva lasciato la diocesi milanese, dove aveva operato con intelligenza e spirito di servizio. Stesse doti aveva rivelato a Genova, città con cui si trovò in perfetta sintonia. Dei genovesi amava soprattutto la disponibilità all'accoglienza e la pacatezza nei giudizi, oltre all'alta vocazione sociale. Quest'ultima caratteristica apprezzò in particolare nei Sestresi, tanto che volle essere presente il 14 settembre 2002 presso il Circolo Ricreativo Ansaldo, in occasione del 75° di fondazione. A Sestri fu in altre occasioni (processioni, visite a chiese, benedizioni) ma, prima di congedarsi da Genova, volle rivolgersi proprio al mondo del lavoro, allora molto vivo in tutto il Ponente genovese. Sugli storici campi da bocce di Villa Maria ebbe parole di ammirazione per l'Associazione e per i sestresi. Lascia un

diffuso cordoglio a Genova e nel territorio del Medio Ponente. “il Corniglianese” si associa al lutto per la scomparsa del pastore di anime ma, soprattutto, dell'uomo di pace. r.n.m. Eugenia Roggero, esercitava da moltissimi anni la professione di parrucchiera in via Dufour, prima insieme alla sua datrice di lavoro, Rosanna, della quale era in seguito diventata socia per rilevarne l’attività che ultimamente proseguiva coadiuvata dal figlio Fabrizio, al quale va il mio personale, paterno abbraccio. Eugenia è stata una carissima amica della mia famiglia e, credo, di tante altre persone, così come Fabrizio lo è dei miei figli. Sono certo che come a noi, Eugenia mancherà a tanti, sue clienti e no. Ciao Eugenia, ricordi che bella compagnia formavamo più di vent’anni orsono, sulla spiaggia di Multedo? Forse perché eri amante del sole, hai preferito andartene prima che la pioggia e il freddo tornassero ad intristirti.

Maria Bennetti, nella nostra delegazione era assai conosciuta, avendo lavorato per oltre quarant’anni presso la farmacia Balbis di via Cornigliano. Avevamo stretto amicizia da quando nel gennaio scorso, da poco rimasta vedova dell’amato sposo, aveva iniziato a frequentare uno dei corsi di computer che tenevo all’Auser. Aveva voluto pure conoscere mia moglie e avevamo in programma di andarla a trovare ad Andora, dove trascorreva buona parte dell’estate. Un tardo pomeriggio aveva voluto fare ancora un bagno ma la videro galleggiare inerte, col viso immerso nell’acqua, colpita da un malore, che se fosse avvenuto a terra le avrebbe le lasciato buone possibilità di guarigione. Purtroppo è mancata all’ospedale di Voltri, dopo molti giorni di totale incoscienza. Ciao Maria, dolce e altruista, mancherai molto a noi e tutti coloro che ti hanno conosciuto e voluto bene. Guido Pallotti


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Tutti a Coronata dal 24 al 29 settembre e dall’1 all’8 ottobre per le feste patronali di S. Michele e di N. S. del Rosario

A Coronata 24-29 settembre; 1–8 ottobre nella parrocchia due settimane di festeggiamenti in onore del patrono S. Michele arcangelo (24–29 settembre) e della Vergine del S. Rosario (1–8 ottobre). Il ricco programma preparato dalla parrocchia comprende le celebrazioni religiose e la festa sul panoramico piazzale e nelle aree verdi del santuario. Un triduo con celebrazioni e catechesi sul tema “Essere chiesa” precederà la solennità di S. Michele e un’intera settimana mariana ci preparerà alla festa in onore della Vergine del Rosario (vedi programma). Domenica 1 ottobre, durante la messa celebrata in oratorio e presieduta da monsignor Marco Doldi, sarà benedetto il “Cristo Bianco” della scuola del Maragliano, appena restaurato a cura della Confraternita del Gonfalone e con il contributo della Compagnia di San Paolo di Torino. A conclusione dei festeggiamenti, domenica 8 ottobre, sfilerà la solenne processione Casaccia lungo la panoramica via Monte Guano, con i Cristi della Confraternita del Gonfalone di Coronata e di altre Confraternite ospiti, fra le quali quella della SS. Trinità di Fegino, che sale al nostro santuario ogni anno per sciogliere un voto fatto a N. S. Incoronata nel 1815 dalla comunità di Fegino. Sul piazzale del santuario troveremo: friscêu de San Miché e giancö de Cönâ al banco della Confraternita, il banco delle verdure locali, le crêpes calde, i ricchi premi della pesca di beneficenza, i tanti oggetti offerti dal mercatino delle pulci, ruzzu e buzzu,

i ricordi del santuario. E poi: minitorneo di calcio S. Michele, esibizione di tiro con l’arco, giochi per i bambini, esibizione di percussioni dei ragazzi migranti. E poi c’è il plastico ferroviario, con 20 convogli viaggianti su una superficie di 30 mq. E, infine, da non dimenticare assolutamente una visita al gioiello di Coronata, l’oratorio di N. S. Assunta, splendido esempio del barocchetto genovese (sec. XVII). Arrivederci a tutti a Coronata soprattutto dopo aver scoperto, nel dettaglio, il programma delle feste patronali. La comunità si incontra per pregare domenica 24 settembre alle ore 8.30 e 10.15: sante messe. Ore 17: santo rosario, segue messa. 26-27-28 settembre, in santuario, ore 17.30:messa con catechesi sul tema “Essere chiesa”. Venerdì 29 settembre, festa liturgica di S. Michele. Ore 17.30: vespri propri di S. Michele, ore 18: messa della comunità. Ore 10: messa presso l’ Istituto S. Raffaele. Domenica 1 ottobre, ore 10.15: messa in oratorio presieduta da monsignor Marco Doldi, vicario generale dell’Arcidiocesi di Genova – Benedizione del “Cristo Bianco” del Maragliano restaurato. Ore 15: affidamento dei bambini a Maria e all’angelo custode. Settimana Mariana (2-7 ottobre in santuario). Lunedì 2, Giornata della Pace, ore 20.30: preghiera per la Pace con la partecipazione dei profughi ospitati presso l’Istituto S. Raffaele. Giovedì 5, Giornata della Vocazione, dell’Adorazione e delle Confessioni. Ci saranno sacerdoti a disposizione per le confessioni. L’Eucarestia al centro della comunità, ore 20.30: adorazione eucaristica e preghiera per le vocazioni. Sabato 7, Giornata della Laude a Maria: ore 20.30 “Cantata a Maria”, con liturgia di canti in onore di Maria. In ognuna delle tre serate sono invitate le parrocchie del vicariato. Domenica 8 ottobre, solennità di N. S. del Rosario, ore 10.15: messa. Ore 16: messa solenne concelebrata, presieduta da monsignor Marino Poggi. Segue processione casac-

cia lungo via Monte Guano con la partecipazione della Confraternita del Gonfalone di Coronata, di altre Confraternite ospiti con i loro crocifissi e della Filarmonica di Cornigliano. Al termine benedizione solenne sul piazzale del Santuario. Domenica 15 ottobre, ore 10.15: messa in suffragio dei defunti della parrocchia del 2016-2017. Festa sul piazzale del santuario - Sagra di S. Michele. Domenica 24 settembre: sagra sul piazzale con le verdure e le specialità locali, friscêu de San Miché e giancö de Cönâ, mercatino ruzzu e buzzu, morsi & sorsi, pesca di beneficenza. I ricordi del santuario. Al pomeriggio sul piazzale: gara di torte. Nel campetto: tiro con l’arco con gli istruttori della Compagnia Arcieri della Rocca dei corvi. Venerdì 29 settembre: festa liturgica di S. Michele. Pesca di beneficenza, friscêu, mercatino delle pulci. Sabato 30 settembre: ore 19.30: 22a edizione della serata delle trenette col pesto di Coronata (prenotarsi). Domenica 1 ottobre: continua la sagra sul piazzale. Nel pomeriggio: giochi per bambini. Esibizione di percussioni dei ragazzi migranti, minitorneo di calcio S. Michele. Domenica 8 ottobre ultimi momenti della festa sul piazzale per tutta la durata della sagra (pomeriggio delle domeniche). Da visitare il banchetto dei giocattoli per Haiti.

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Ciocofantasy va a pesca e diventa “Ciocofish”

Manca un mese al più grande evento indoor del ponente genovese organizzato dalla Pro Loco Cornigliano da quest'anno in collaborazione con Slow Food di Genova & Liguria. Cioccolato e Street food di alta qualità, birre artigianali, laboratori dolciari e molto altro ancora vi attendono nella splendida cornice settecentesca di Palazzo Bombrini. Spettacoli gratuiti musicali e di magia per grandi e bambini. Ingresso e ampio parcheggio liberi e gratuiti. A breve il programma completo dell'evento che ha di fatto sancito la rinascita turistica del nostro territorio. oerre

“Tra le crêuze di Coronata” Pronti? Via alla marcia ecologica non competitiva Giunta alla diciottesima edizione, organizzata dalla Polisportiva Cornigliano '79 e dall'associazione Progetto Coronata, si è tenuta domenica 24 settembre la tradizionale “Marcia ecologica non competitiva - Tra le crêuze di Coronata”. Nella splendida cornice delle colline che vegliano sulla delegazione, una sessantina di atleti si sono sfidati a completare nel minor tempo possibile l'ormai classico circuito di 6,5 km, distribuito tra piazza dell'oratorio di Coronata, via Purgatorio, via Monte Guano e le stradine delle Rocche. Primo classificato nella categoria uomini, Roberto Porro, della società CambiasoRisso, con il tempo di 25' 40'' giunto in parata con il secondo classificato, Fabio Scognamillo, della Podistica Peralto, a chiudere il podio, Diego Scabbio, del gruppo Atletica Novese che ha fermato il cronometro a 26' 55''. Per le donne trionfo di Este Gaggero dei Podisti Valpolcevera che ha chiuso con un 34' 44'', seguita da Luisa Meirana con un 35' 10'', terza classificata Paola Bellini che ha completo il percorso in 39' 40''. A margine della manifestazione principale, un percorso breve di 3 km aperto alle famiglie ha totalizzato una decina di iscritti, primeggiati dalla giovanissima Luisa Della Costa, che ha tagliato il traguardo dopo solo 18' 15''. Molto gradita la partecipazione dell'assessore del Municipio VI - Medio Ponente, Francesca La Mantia. Festa per gli appassionati di podismo di tutta Genova, ma anche dei residenti in zona (una percentuale non trascurabile degli iscritti complessivi), l'evento si è concluso con un ricco ristoro a base di focaccia e buon vino che ha anticipato l'usuale rito finale delle premiazioni. Per tutti quelli che c'erano e per chi avrebbe voluto esserci, appuntamento al 2018 per la XIX edizione. Andrea Anzalone

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Settembre 2017

Fiaip, a Verona il XIV Congresso nazionale Al Governo: ridurre la pressione fiscale sugli immobili La proprietà immobiliare ha da sempre un ruolo fondamentale nell’economia italiana e tutt’oggi rappresenta oltre il 60% della ricchezza netta delle famiglie e di questa una percentuale che sfiora l’80% è rappresentata dalle prime case. Ma l’incidenza della ricchezza immobiliare nel contesto italiano ha generato una massiccia tassazione sui beni immobili (specie ad uso abitativo e produttivo), che ha reso l’Italia il paese dell’area europea con il maggiore prelievo fiscale sulla proprietà immobiliare, con un gettito derivante dalle imposte sulla proprietà, sui trasferimenti e sulle locazioni attestatosi, superiore i 40 miliardi di euro, pertanto ostacolando ancor più, oltre la situazione di crisi economica iniziata dal 2008, il mercato immobiliare. "Se riparte l'immobiliare riparte l'Italia", così dichiaravano i vertici della Fiaip Federazione italiana agenti immobiliari professionali sin da qualche anno fa, la stessa Fiaip che il 23 settembre si è riunita nel Congresso di Verona, dove sono cambiati i vertici dirigenziali e dove tutti i professionisti del settore, tra cui notai e cariche politiche, si sono trovati d'accordo sul fatto che il Governo debba intervenire a ridurre la pressione

fiscale sugli immobili. Il XIV° Congresso nazionale della Fiaip è stato un’occasione di confronto per elaborare le strategie riguardo al futuro professionale della categoria e le linee guida con cui la Fiaip intende raggiungere i propri obiettivi nei prossimi anni continuando ad intraprendere azioni per la tutela dell'immobiliare, di tutto il comparto, richiedendo ai nostri governanti delle politiche adeguate per una ripresa del mercato immobiliare. Nonostante il lieve aumento delle compravendite, i prezzi degli immobili rimango su livelli molto bassi e, soprattutto nelle zone operaie, i valori immobiliari hanno subito un decremento di oltre il 50%, pertanto impoverendo il singolo cittadino ritrovatosi ad essere proprietario di qualcosa pagata molto di più; è anche vero che oggi acquistare casa è conveniente rispetto ad un tempo, ma è altrettanto vero che la situazione lavorativa di molti giovani, coloro che dovrebbero più di tutti investire nella casa, non è così positiva. L'immobile è sempre un qualcosa di sicuro, nonostante il valore che possa avere, ed è per questo che si ritiene venga "tutelato", e non solo "martoriato" da tasse di varia natura e rinominate ogni tot di anni (vedi Tasi, Tari,ecc.) prelevando ogni mese parecchi denari al piccolo proprietario già in difficoltà per la situazione lavorativa. Andrea Scibetta Agente immobiliare Fiaip Amministratore condominiale

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Mal di schiena, origini e manifestazioni La fine dell'estate, del caldo e del sole, porta con sé lo spettro delle malattie da raffreddamento che puntualmente arrivano con l'autunno. È inevitabile. Quindi molto meglio cominciare a pensare di irrobustire il nostro corpo aumentando le difese immunitarie per potere rispondere con efficacia agli attacchi esterni. Innanzitutto impariamo a conoscere le sindromi influenzali. Raffreddore e influenza sono malattie di natura virale, quindi non batterica, che colpiscono l'apparato respiratorio. Di conseguenza è assolutamente inutile l'uso dell'antibiotico che è un antibatterico, se non in casi particolari e per evitare complicazioni in soggetti a rischio, e comunque su consiglio del medico. Detto ciò il primo passo per scongiurare l'influenza è la prevenzione e questo è assolutamente il momento giusto. La prevenzione va fatta con i vaccini classici che la Asl mette a disposizione e che si trovano anche in farmacia. I vaccini arrivano a fine ottobre ma, nel frattempo, è utile cominciare la prevenzione con prodotti meno chimici, più naturali e assolutamente senza effetti collaterali. Specialmente nei bambini e ragazzi che adesso con l'inizio della scuola si trovano a convivere in ambienti chiusi e ristretti dove il contagio è inevitabile. I medicinali omeopatici possono essere una risorsa importante per la prevenzione delle sindromi influenzali causate da oltre 200 virus differenti. Dalla natura arrivano anche prodotti preziosi come la pappa reale, l'echinacea, il polline, la vitamina C, il colostro. Aumentare opportunamente le difese permette inoltre di ridurre il contagio nell'ambito delle famiglie con conseguente perdita di giorni di lavoro, di scuola, di asilo. Quindi in famiglia la prevenzione va fatta a tutti adulti e bambini… nonni compresi. Ad ogni modo è bene riconoscere i primi sintomi, le avvisaglie, che possono essere: sensazione di malessere, stanchezza improvvisa, mal di testa, brividi estemporanei. Nei bambini i primi sintomi sono più generici: calo di vivacità, inappetenza, irritabilità. Un intervento in questa fase è determinante perché aiuta ad arginare l'infezione già in atto ed evitare che la sintomatologia peggiori con febbre e tosse e che si prolunghi per più giorni. Chiedere il consiglio del farmacista o del medico sarà utile per avere tutte le informazioni necessarie. Jose Cuffaro, farmacista

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) Porta in tavola i sapori dell’autunno

Maccheroncini, verza e renetta Per 2 persone: 200 g maccheroncini, 200 g verza, 40 g pancetta a cubetti, 25 g parmigiano, 40 ml panna liquida, 30 g burro, sale, pepe, due foglie di salvia, noce moscata, mezza mela renetta tagliata a dadini. Preparazione: tagliate la verza in quattro spicchi, lavateli ed immergeteli in acqua bollente salata. Coprite e cuocete per 15 minuti, sciogliete il burro in un tegame capace, unite la pancetta e soffriggete qualche istante con la salvia. Scolate la verza, tagliatela a pezzi e unitela al soffritto, fate cuocere ancora 15/20 minuti, pepate e spolverate con un po’ di noce moscata. Aggiungete la panna, aggiustate di sale e fate bollire leggermente, quindi aggiungete la renetta, lasciate ancora sul fuoco per 7 minuti, cuocete al dente i maccheroncini, scolateli e mantecateli nel tegame con il parmigiano.

Padellata di patate e scalogni Per 4 persone: 800 g patate a pasta gialla, 6 scalogni di media grandezza, 80 g burro, olio extravergine, 30 g di nocciole, 50 g parmigiano, sale, pepe. Lessate le patate con la buccia. Cuocete 26 minuti circa, a partire dall’ebollizione, scolatele e fatele raffreddare completamente, sbucciate le patate e tagliatele a pezzi regolari, spellate gli scalogni e tagliateli a spicchi. Scaldate il burro e un filo d’olio nella padella antiaderente. Unite le patate e gli scalogni, lasciateli rosolare per qualche minuto in modo che formino una crosticina dorata e croccante, mescolate di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, condite le patate con un pizzico di sale e pepe . Macinate le nocciole col parmigiano versandolo sopra. Sarà un ottimo contorno per accompagnare un piatto di carne lessa.

Frollini alla farina di castagne Ingredienti per preparare 45 biscotti: setacciate sulla spianatoia 200 g farina di castagne, 100 g farina di riso e 50 g di farina 00, unite 80 g mandorle in polvere, 150 g zucchero e la scorza grattugiata di un limone, 1 bustina di vaniglina, un pizzico di sale e 200 g burro a pezzetti. Lavorate velocemente gli ingredienti con la punta delle dita per ottenere un composto sbriciolato, formate una conca al centro e aggiungete 2 tuorli e un uovo. Impastate il tutto, formate una palla, avvolgetela in pellicola e fatela riposare in frigo per 30 minuti. Stendete la pasta sulla spianatoia infarinata allo spessore di ½ cm. Quindi ricavate i biscotti della forma che preferite (fiore, ciambella, cuore, ecc.). Disponete i biscotti sulla placca del forno foderata da carta da forno e cuocete a 180° per circa 12 minuti.


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Settembre 2017 I nostri inserzionisti

I fichi, buoni e salutari. Ecco perché sono tutti da gustare corpo 249 calorie ogni 100 grammi di prodotto, l’aver tolto l’acqua infatti fa sì che i nutrienti presenti siano più concentrati. Ricchi di zuccheri, vitamine e sali minerali, i fichi possono essere considerati una buona fonte di energia, deliziosa e naturale, da consumare ogni volta che si ha bisogno di un po’ di sprint in più evitando di ripiegare invece su dolci o caffè. I fichi sono ricchi di calcio e di altri minerali, per questo un consumo regolare, associato ad una sana alimentazione e a un po’ di attività fisica, assicura una buona salute delle ossa, così come anche quella dei denti. Ricchi di polifenoli, antiossidanti naturali, i fichi contribuiscono a mantenere giovani le cellule del nostro corpo e aiutano a prevenire diversi tipi di tumori tra cui seno, colon e prostata. Naturalmente sempre se associati ad un'alimentazione generalmente equilibrata e a stili di vita sani. Le diete ad alto contenuto di sodio possono portare a sviluppare ipertensione, al contrario cibi che combinano insieme potassio, calcio e magnesio e sono invece poveri di sodio possono contribuire a prevenire la pressione alta. Tra questi ci sono proprio i fichi e dato che sono pieni di vitamine, minerali e antiossidanti, aiutano il sistema immunitario a svolgere le sue funzioni e quindi a proteggere meglio il nostro organismo dagli agenti esterni. Anche se sono zuccherini, la presenza nei fichi di sali minerali come potassio e magnesio contribuisce a tenere sotto controllo la glicemia. Ma sarebbero in particolare le foglie di questi frutti che, secondo uno studio, sarebbero in grado di controllare la glicemia alta dopo i pasti. Le vitamine e i minerali contenuti nella polpa sono estremamente benefici se applicati sulla cute. Emolliente, ricco di antiossidanti, detergente, il fico si può applicare su mani e viso sotto forma di maschera di bellezza. Prendi dei frutti maturi e schiacciali con una forchetta (anche la buccia). Per ottenere un prodotto emolliente e per nutrire la pelle mescola la polpa ad un cucchiaio di olio di mandorle dolci o di oliva. Applica su viso o mani e tieni in posa una decina di minuti, quindi sciacqua. Questa maschera è ottima se la pelle tende a seccare ed arrossarsi con i primi freddi e stimola la rigenerazione cellulare. Rossana Cattide, www.balocchi-e-profumi.it

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La stagione autunnale è iniziata da pochi giorni ma io non vedevo l’ora di poter riassaggiare un buon fico maturo. Il ficus carica, conosciuto con il termine “fico”, è un albero da frutto originario dell’Asia e trapiantato ormai da moltissimi anni in tutte le regioni del bacino Mediterraneo, specialmente nelle regioni meridionali. Questa pianta fa parte della famiglia delle Moraceae e resiste abbastanza bene alla siccità, ma non sopporta le basse temperature né la grandine. I frutti prodotti da quest’albero (anch’essi chiamati fichi) sono dei piccoli frutti molto dolci e dalle numerose proprietà nutrizionali. Si distinguono i fichi primaticci dai fichi veri: i primi si formano in autunno e giungono a maturazione in primavera. I secondi si formano in primavera e possono poi essere gustati in estate. Esistono diverse varietà di fichi, che si distinguono tra loro anche per il colore della buccia, che può essere bianca o verde oppure nera o viola. In cucina vengono largamente utilizzati per la preparazione di marmellate e dolci: un esempio è il salame di fico, un dolce tipico delle Marche. I semi, le mucillagini, le sostanze zuccherine contenute nel frutto, fresco o secco, esercitano delicate proprietà lassative, utili; per esempio, ai bambini, in quanto stimolano la funzione intestinale. Nei fichi freschi sono contenuti enzimi digestivi che facilitano l'assimilazione dei cibi. I fichi sono ricchissimi di fibre, ecco perché spesso sono consigliati a chi soffre di stitichezza o ha problemi intestinali. I fichi contengono prebiotici, ovvero quelle sostanze di cui si nutrono i batteri buoni che normalmente vivono nel nostro intestino. Quando la flora batterica è equilibrata ne beneficia non solo la nostra digestione ma tutto il nostro corpo. Sono considerati a tutti gli effetti dei lassativi naturali e al pari di prugne e kiwi sono davvero molto efficaci, soprattutto a stomaco vuoto. L’effetto lassativo di questi frutti, tra l’altro, può aiutare il corpo a smaltire le tossine accumulate. I fichi svolgono un'azione caustica e proteolitica a difesa della pelle, viene usato come impacco sugli ascessi e i gonfiori infiammati, contro i foruncoli e possiede la dote di curare infiammazioni urinarie e polmonari, febbre e gastriti. I fichi freschi forniscono al nostro organismo circa 50 calorie ogni 100 grammi mentre quelli secchi apportano al nostro

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Dopo gli allenamenti a Cesenatico, rientro a casa ricco di motivazioni per le ginnaste del Gsd Cornigliano. E per chi vuol provare… due lezioni gratis Agosto, tempo di mare e non solo: dal 19 al 26 agosto cinque ginnaste del Gsd Cornigliano del gruppo di acrogym si sono allenate per una settimana presso l'Accademia acrobatica di Cesenatico. Seguite da un'insegnante bulgara, e accompagnate dalle istruttrici Serenella Luigini e Giulia Camedda, le cinque atlete - Alona Perez, Camilla Esposito, Giulia Ottonello, Michela Avagnina e Irene Dominici - si sono sottoposte ad un intenso allenamento (5 ore al giorno suddivise tra mattina e pomeriggio) e hanno imparato figure nuove. Ma non è certo mancato lo svago, avendo a disposizione (oltre l'orario di allenamento) un bel trampolino e tutti gli attrezzi della palestra. La sera il divertimento era d'obbligo così, tra piadine, gelati, trenino, il bilancio della settimana è stato molto positivo. Piscina e allenamento compresi… Si rientra in palestra qui a Cornigliano arricchite sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista della crescita personale. Buon allenamento a loro e a tutte quelle bambine che vorranno venire ad allenarsi al Gsd Cornigliano. Serenella (338.6311500) e Mauro (347.2571826) ricordano che le prime due lezioni di prova sono gratuite per tutti. Liliana Gatto

Asd Il Circolo della Salsa, si riparte con… decine di corsi Dalla danza propedeutica alla specialità agonistico-sportiva

“Dopo un anno di successi eccoci pronti a ripartire, ai nastri di partenza con tutti i nostri corsi. Si ricomincia, quindi, con la danza propedeutica per i più piccoli dai 3 ai 6 anni; la danza moderna, disco e show dance per bimbe/i e ragazzi; gestualità fem-

minile caraibico per ragazze; gestualità femminile cuban style, adulti e ragazze; kizomba - per adulti; salsa e bachata - principianti - intermedioavanzato; danza del ventre per adulte e ragazze; fitness – tonificazione e non solo. Le nostre attività si svolgono in due strutture diverse dislocate nel quartiere di Cornigliano, quali la palestra di via Cornigliano, 43 – sopra il supermercato Conad, e la struttura Villa Canepa, posta nei giardini Melis sempre a Cornigliano. La nostra attività è rivolta a tutti coloro che vogliono praticare danza a livello agonistico-sportivo, attraverso la preparazione di insegnanti professionali ovvero l’approccio con la danza a livello amatoriale e sociale. Vi aspettiamo ricordandovi che potete provare la disciplina che più vi interessa gratuitamente. Non esitare a contattarci”.

Tel. Segreteria: 3289661026. Associazione sportiva dilettantesca Il Circolo della Salsa, via Bordone 21/7, 16152 Genova. M. T.


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Allo stadio Ferrando… un calcio alla disabilità Come diventare (davvero) Insuperabili È con immenso piacere che siamo venuti a conoscenza della presenza sul nostro territorio di una scuola di calcio per ragazzi e ragazze con disabilità fisica e motoria, ma vedremo meglio nell’intervista di cosa si tratta: sono gli Insuperabili che, oltre ad essere un aggettivo qualificativo è anche il nome di questa scuola e più precisamente: Insuperabili Reset Academy. I ragazzi operano, o meglio: si allenano, presso il nostro stadio Italo Ferrando. Naturalmente siamo andati a capirne di più intervistando un allenatore, Stefano Fazzalari, che ricopre diversi incarichi. Prima però vi do un cenno di cosa tratta questa associazione. Nel 2011 nasce l’idea di creare una scuola calcio per ragazzi e ragazze con disabilità fisica e motoria, cognitiv-relazionale, affettivo-emotiva e comportamentale, di cui Giorgio Chiellini ne è il testimonial nazionale. Attraverso il calcio si mira a garantire la crescita e l’integrazione di ragazzi con disabilità all’interno della società. Individuando nello sport uno strumento di socializzazione e integrazione che con il divertimento e l’allenamento può portare miglioramenti al livello di salute psico-fisica, alla soddisfazione personale e più in generale alla qualità della vita del singolo atleta. La filosofia si fonda sulla voglia di mettersi in gioco e migliorarsi giorno dopo giorno, seguendo i princìpi etici di lealtà, sportività e correttezza per trasmettere passione ed emozione agli atleti e a chi li circonda. Il progetto Insuperabili è contraddistinto da due obiettivi globali interdipendenti: favorire la crescita sportiva degli atleti e, attraverso d i e s s a , l’integrazione di giovani con disabilità all’interno della società e promuovere il modello di lavoro sul territorio nazionale attraverso la creazione di una rete di Scuole calcio che sostengano la diffusione del movimento For Disabled. La sede principale è a Torino ma sono già operative altre sedi in Lombardia (Milano), Liguria (Genova), Lazio (Roma e Rieti) e Sicilia (Siracusa). Il progetto Insuperabili non si vuole fermare e prevede nella stagione 2015/16 l’apertura di altre 7 Academy in altrettante regioni italiane. Il team che segue i ragazzi è multidisciplinare e affianca competenze tecnico-sportive, psico-educative e manageriali che interagiscono e si confrontano nel corso della stagione. Nello specifico si sta costruendo uno staff diviso in due aree, quella medico psicologia e quella tecnica, coinvolgendo i seguenti professionisti: educatore professionale, tecnico/allenatore, psicologa, fisioterapista, dietologa, tirocinante, volontario. Il progetto degli Insuperabili Reset Academy Genova è partito nella stagione 2014/2015. Per i primi due anni è stato possibile anche grazie all'apporto dell'Asd Fegino che ha messo a disposizione campi, spazi e la professionalità e l'umanità di alcuni tesserati con il presidente in testa. Durante questi due anni si sono costituite due squadre a sette giocatori che partecipano ad un campionato embrionale nazionale e, al momento, i tesserati adulti toccano i 25 giocatori. È stato sviluppato un settore riguardante disabilità più gravi con il quale, sempre attraverso il gioco del calcio, si è dato modo ad un'altra decina di ragazzi di fare sport. Al momento il settore bambini vanta una decina di

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Avviso ai nostri inserzionisti e lettori

iscritti. Un numero ridotto per la richiesta del territorio che ci si auspica di aumentare da quest'anno con l'ampliamento degli spazi a disposizione per gli allenamenti. Il team di Genova vanta 14 professionisti al momento con competenze diverse ed integrate vicendevolmente: tutto il team è supervisionato da Torino e dai loro formatori. Stefano Fazzalari, ci vuole spiegare di cosa si tratta e come funziona la vostra realtà?

“Questa è un’idea che nasce circa sette anni fa, un’idea un po’ utopistica: quella di aprire scuole di calcio con soggetti con disabilità motorie e fisiche, in un range d’età tra i cinque e quarant’anni, gestita da professionisti, allenatori, preparatori atletici e tutta una serie di figure professionali che servono proprio a questi tipi di atleti, da noi ci sono, tra piccoli e adulti, una quarantina di ragazzi seguiti da operatori in rapporto di un operatore ogni tre atleti. Immagini che abbiamo figure con diverse patologie: fisiche, cognitive, da postumi da incidente e congenite, siamo in costante contatto con i medici di riferimento, abbiamo tre tipi di categorie di ragazzi che non sono riferiti alla disabilità ma semplicemente ad un fatto tecnico, insomma: per ognuno c’è una diversa categoria. Naturalmente, oltre all’agonismo curiamo il fatto aggregativo dei ragazzi e insegniamo loro la disciplina e il giocare per divertirsi, facciamo due allenamenti la settimana, martedì e giovedì, molti ragazzi sono seguiti dai genitori altri vengono da soli, altri ancora necessitano obbligatoriamente dei genitori, tutti comunque pagano una quota, fino ai dodici anni, di 200 euro, gli altri 100. Ad inizio anno unica quota, agli operatori viene dato un rimborso spese mensile. Per quanto riguarda la nostra gestione economica abbiamo introiti dal Comune e da altri soggetti terzi che ci aiutano, oltre naturalmente le quote associative. Prossimo impegno agonistico un quadrangolare alla Sciorba, con squadre provenienti da Savona, Torino, Mantova e Novara”. Daniele Civardi (foto a sinistra). “Sono di Sampierdarena, ho una disabilità all’arto inferiore destro per una forma congenita. Ho 41 anni e sono sposato, con due figli, e lavoro all’Asl della Fiumara. Da quattro anni frequento l’Academy, gioco nel campionato dei disabili e partecipo spesso ai tornei. Questa attività mi ha migliorato moltissimo dal punto di vista atletico, grazie ai miei allenatori e, soprattutto, mentalmente. Stare con altri compagni, uscire, vivere lo spogliatoio mi ha aiutato a migliorare dal punto di vista psicologico. Questo vale anche per i miei compagni che, nel tempo, hanno acquisito sicurezza in loro stessi”. Luca Bovone. “Ho un handicap cerebrale accadutomi nel 1994. Sono all’Academy da 4 anni. Ho 34 anni e vengo da Novi Ligure. Anche per me questa esperienza mi ha migliorato moltissimo sotto tutti punti di vista. Da dicembre, poi, farò parte della Nazionale essendo stato scelto dagli osservatori di Torino”. Grazie a Stefano, Daniele, Luca, e a tutti gli altri, ragazze e ragazzi, dell’Academy. Un suggerimento ai lettori: veniteli a scoprire e sostenere presso l’impianto Italo Ferrando. Agli atleti auguro un grande in bocca al lupo. Carlo Guerra

Chi è interessato a rinnovare, modificare ed acquisire spazi su questo giornale può rivolgersi ai nostri soci collaboratori Liliana Gatto e Alfonso Palo adver@prolococornigliano.it


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1927–1946 Dalla Dominante alla Sampdoria Origine e storia della casacca blucerchiata Da qui la voglia di ricerca che mi ha portato impegnandomi piacevolmente a scoprire che nel 1943– 1944, i campionati furono ridimensionati e la Serie A nel 1943-1944 si disputò col nome di Campionato Alta Italia (Divisione nazionale) nelle regioni dell'Italia settentrionale. I calciatori giocarono per le squadre delle città dove abitavano o si trovavano al

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Dominante, Sampierdarenese, Atalanta, Liguria. Aurrelio Marchese (Rivarolo, 23 settembre 1915), Liguria, Genova 1983, Bologna. Giovan Battista Martini, (Arma di Taggia, 9 novembre 1922), Sanremese, Savona, Liguria, Genoa. Giovanni Moroni (Rivarolo Ligure, 10 dicembre 1916): Andrea Doria, Novara, Mantova, Liguria. Mario Ventimiglia (Sanremo, 7 marzo 1921), Juventus Cisalia, Liguria, Sampierdarenese, Sanremese, Savona. Alessandro Von Mayer (Sanremo, 22 giugno 1923): Juventus, Liguria, Juventus, Palermo. Adriano Zecca (Genova, 11 aprile 1923), Liguria, Genova 1893, Torino, Modena, Venezia, Roma, Verona, Bari. Aldo Parena (Asti, 15 luglio 1919), Liguria, Sampierdarenese, Vicenza. Francesco Tortarolo (Ovada, 28 settembre 1916): Sampierdarenese, Liguria, Juventus, Alessandria, Genoa. Pietro Tabor (Torino, 13 marzo 1919) Juventus, Lucchese, Livorno, Bari, Liguria. Angiolo Bonistalli, (San Miniato, 8 febbraio 1918), Lucchese, Liguria, Novara, Como, Genoa, Piacenza. Pietro Castignani (Roma, 21 marzo 1924) Liguria, Sampierdarenese, Spezia, Venezia, Taranto. Ernani D'Alconzo (Taranto, 13 dicembre 1919), Inter, Taranto, Liguria, Sampierdarenese, Sampdoria, Napoli. Cecilio Pisano (Montevideo, 21 novembre 1917– Genova, 25 aprile 1945), uruguaiano; tragica fu la morte di questo calciatore proveniente dal Peñarol che strinse amicizia con un colonnello delle Ss e venne nominato console dell’Uruguay a Genova; poco dopo il proclama della avvenuta Liberazione, per le sue idee filonaziste, morì all’età di 27 anni in circostanze mai chiarite, sembra per mano degli antifascisti, scaraventato giù da una finestra del grattacielo di piazza della Vittoria. Il Campionato Alta Italia 1945-1946 lo vinse il Torino, per il campionato successivo Sampierdarenese e Andrea Doria si fusero seriamente e definitivamente, dando vita alla Sampdoria.

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momento. Nell’Alta Italia, occupata dalle truppe tedesche l’Ac Liguria, che tra gli altri annoverava i 4 giocatori della foto, fu collocata nel Campionato Ia Zona Piemonte-Liguria: si piazzò 4a davanti al Genova1983, pure lei costretta a fascistizzare il glorioso nome. L’Ac Liguria era composta per 10/diciassettesimi da giocatori liguri, tra i quali 4 corniglianesi, più Tortarolo e Parena che lo sarebbero diventati d’adozione. Angelo Bollano (Cornigliano, 6 luglio 1918): Sampierdarenese, Liguria, Milan, Fiorentina, Olimpique Marsiglia, Real Murcia. Giuseppe Carissimi (Cornigliano, 10 settembre 1920): Liguria, Andrea Doria Sampdoria. Ernesto Sandroni (Cornigliano, 27 febbraio 1920) Liguria, Sampierdarenese, Rennes. Edgardo Ciancamerla (Cornigliano, 17 marzo 1912),

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Era da troppo tempo che volevo capirci qualcosa riguardo agli sfottò che subivo dagli amici genoani, che, forti dell’unico nome “Genoa“ che la loro squadra mantiene dal lontano 1983, deridevano noi sampdoriani per le molte denominazioni che avevano preceduto il definitivo nome “Sampdoria”; mi concedo tuttavia una doverosa rivincita facendo notare che la casacca blucerchiata, che i genoani definivano maglia da ciclisti, è stata giudicata la più bella maglia del panorama calcistico mondiale. Tuttavia, ravattando su internet, sono costretto a dar loro ragione, perché il percorso per arrivare all’odierna denominazione è stato costellato dalle brutte figure che il regime fascista costrinse i tifosi dell’Andrea Doria e della Sampierdarenese a subire, quando il 27 di luglio del 1927 le obbligò a fondersi, facendo loro assumere il nome di Associazione calcio La Dominante che inanellò tre anni d’insuccessi che testualmente riporto: 1927-1928 - 10ª nel girone B di Divisione nazionale, retrocessa e ripescata. Unici nomi di rilievo: Ercole Garzino , capitano e sampierdarenese, e Gipo Poggi, genovese. 1928-1929 - 10ª nel girone A di Divisione nazionale. Retrocessa in Serie B, ai due sopracitati si aggiunse Giuseppe Grabbi con precedenti juventini e novaresi. 1929-1930 - 3ª in Serie B, fece il suo debutto il diciassettenne corniglianese Edgardo Ciancamerla, che a lungo tenne la sua attività commerciale in via Cornigliano. Finalmente, nel 1930, la società viene fusa con la Corniglianese per dare vita al Fbc Liguria, con maglia a strisce verticali rossonere. Fu vedendo questa foto che raffigura i calciatori, scrivendo un articolo con la speranza purtroppo vana di evitare la chiusura del Sampdoria Club Angelo Bollano, che ho scoperto: Angelo Bollano, Ernesto Sandroni e Giuseppe Carissimi, tutti tre corniglianesi, con dietro di loro, seduto su l’erba, l’ovadese Francesco Tortarolo, che m’incuriosì perché ben ricordavo che nel 1945, le figurine, raffiguravano Bollano con la maglia viola della Fiorentina, Carissimi con quella dell’Andrea Doria e Tortarolo con i colori bianconeri della Juve.

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ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione VIA D’ASTE, IL MURALE DELLA DISCORDIA NON RISPETTA IL BOZZETTO ORIGINALE Per la Sovrintendenza va cancellato

do platealmente l'opera alle proprie ideologie politiche associative e personali. Basta infatti guardare il murale per notare due personaggi che, non solo non erano presenti nel bozzetto approvato, ma a Caro Enrico, tutto somigliano meno che a sappiamo tutti che la politica due figure tipicamente genoè presente dappertutto anche vesi. tra associazioni dichiarataInoltre nessuno si è preso la mente apolitiche, ma che su- briga di chiedere l'autorizzabiscono quanto meno l'influ- zione alla Soprintendenza alle enza delle tendenze politiche Belle arti, cui il muro è sottodi quanti le compongono, con posto, infischiandosene plateproblemi e risvolti facilmente almente di leggi e norme viimmaginabili. genti in materia. Come si eFin qui tutto potrebbe anche vince dall'articolo del Secolo andare bene se le finalità fossero sempre e comunque quelle di migliorare davvero l'immagine, la sicurezza, e la vivibilità dei nostri quartieri con scelte che non debbano per forza compiacere qualcuno. A tale scopo le istituzioni hanno stabilito regole che devono essere rispettate e non possono essere aggirate a piacimento da nessuno, altrimenti sarebbe la conferma che chiunque può fare quello XIX del 1° agosto 2017, ora si cerca il consenso del popolo che vuole nella convinzione (ovviamente di sinistra) non che alla fine tutto può essere legittimato e che gli organismi solo per lasciare il murale così com'è ma cercando di crimiistituzionali preposti al controllo non hanno alcuna voce nalizzare quanti pretendono giustamente il rispetto delle in capitolo. L'apprezzare o meno un'immagine è soggetti- leggi e delle normative vigenti vo, non è quindi assolutamen- in materia. È estremamente pericoloso e immorale, sote in discussione il talento prattutto da parte di chi ha degli artisti che realizzano un'opera, ma è in discussione ricoperto e ricopre tuttora il rispetto delle procedure che cariche politiche nel Consiglio municipale di Sampierdarena consentono la realizzazione dell'opera stessa in conformi- (riconoscibili nella foto del Secolo) strumentalizzare i tà al progetto inizialmente cittadini per rendere legale ciò presentato e approvato dal consiglio municipale o qualsi- che legale non è. Personalmente ho inviato al asi altro organismo competente e dall'ente proprietario Secolo una lettera con le dovute precisazioni ma da un dei muri. In questo caso, il giornale ormai evidentemente mancato rispetto di queste fondamentali regole, si è pun- schierato temo non verrà pubtualmente verificato. Sul mu- blicata. Saluti. Matilde Gazzo rale di via D'Aste sono a disposizione documenti e prove che dimostrano senza ombra di dubbio le ragioni di quanti SOS PULIZIA lo hanno contestato e tra que- E SICUREZZA sti documenti addirittura una Anche Sampierdarena lettera del Ministero dei Beni chiede aiuto culturali. I fatti: il 26 luglio Buon pomeriggio sig. Cirone, 2016 era stato approvato sono Elena le scrivo per il all'unanimità dal Consiglio quartiere di Sampierdarena, zona Crociera. Ho visto che il vostro giornale arriva anche qui da noi. Volevo segnalarLe la situazione di degrado che versa il suddetto quartiere: hanno posizionato circa tre anni fa i cassonetti della spazzatura, proprio di lato al ns caseggiato, penso lei immagini cosa vuole dire... vagabondi vengono a municipale Centro Ovest uno fare spesa tra i cassonetti e splendido bozzetto (foto sobuttano ciò che non serve per pra) che, se realizzato, non terra, poi ci sono quei signori avrebbe creato problemi a o signore carini, che defecano nessuno. Gli artisti in corso tra i bidoni, e naturalmente vi d'opera si sono arrogati il di- urinano, tutti anche chi non è ritto di stravolgerlo adeguan- residente scarica la propria

Settembre 2017 immondizia e, perché no?, anche ingombrante... e la notte la scorribanda dei toponi... Sì, toponi perché sono pantegane. Può solo immaginare lo schifo, la puzza che siamo tenuti a sopportare, nonostante il pagamento della tassa rifiuti non certo leggera, siamo in troppi a voler utilizzare codesti bidoni che sono stati posizionati togliendo spazio ai posti auto. Quanto alla piscina Crociera, invece di riversare la loro immondizia sempre nei suddetti bidoni, potrebbe fare richiesta di farsi mettere dei bidoni a proprio uso all'interno dei suoi cancelli. A nulla valgono le ns proteste, abbiamo già scritto all'Amiu, ma... E che dire di via Spataro, un'arteria che serve a collegarci con la zona di Certosa? Il voltino fa paura e molti di noi, me compresa, sono obbligati a farlo per recarsi al lavoro a Certosa. I marciapiedi servono, almeno quello alla sinistra andando verso il voltino, a curare la crescita dell'erba... e da sabato vi è parcheggiata una roulotte e di fianco materassi e poltrona. Via Degola? Dopo l'acquazzone è sporca e vi è una puzza insopportabile. Ma è possibile vivere così? Piace a tutti stare così? A chi dobbiamo rivolgerci per poter vivere in un minimo di decoro? Scusi lo sfogo ma parlo anche a nome di altri: siamo stufi e nauseati, vogliamo la pulizia dei quartieri in tutti i sensi: era o no “Genova la superba”? Grazie e cordiali saluti e complimenti per il suo programma in tv che, quando posso, non me lo perdo. Elena (Sampierdarena) SE UN ARTICOLO DEL CORNIGLIANESE PARLA DI SCIENZA Lo studio dei vaccini Caro giornale, rimasto (favorevolmente) stupito dopo aver letto l’articolo vostro straordinario su Onofrio Scassi, il vaccinatore, ho voluto informarmi da par mio. E ho scoperto che tornando ai 192 vaccinati fra i 40 giorni e i sei mesi, se teniamo conto di una legge posteriore di un secolo all’iniziativa romana, notiamo subito che la prima inoculazione andava eseguita al terzo mese per la prima dose di polio trivalente + prima dose di antidifterica-antitetanica. Alle soglie del terzo millennio, però, si introduce la prevenzione attiva, per così dire, dell’epatite B, piazzandola nel primo mese dalla nascita, per poi ripeterla al terzo, al quinto e all’11mo mese. La cosa lascia supporre che il criterio otto-

centesco di inoculare in un arco temporale compreso tra i 40 dì e i 6 mesi non sia stato vano, ponendo le basi per una strategia da riproporre a distanza di secoli. Se così fosse, varrebbe forse la pena di tenere conto di una considerazione apparsa non fra le ingiallite pagine del saggio tedeschiano, bensì in quelle molto meno stantie di un testo degli anni 80: ”la profilassi immunitaria si realizza con la sieroprofilassi che ha il vantaggio della rapidità d’azione ma lo svantaggio della breve durata, o con la vaccinoprofilassi, che ha lo svantaggio della fase negativa iniziale ma l’enorme vantaggio della durata, anche per anni.” (S. Frezza, Igiene epidemiologia e sanità pubblica, Roma 1984, pag.27). La vaccinoprofilassi comporta dunque, per chi non se ne fosse accorto finora, un’imprecisata fase negativa che l’autore si guarda bene da esplicitare, ma che non aggiunge nulla di buono alle caratteristiche della pratica in oggetto. grazie dell'attenzione e buondì. Angelo. S.

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Le figurine di Anzalone www.ilvignettificio.org

A SAMPIERDARENA CI SONO I PREDICATORI DI STRADA Ci credete? Non ci crederete ma a Sampierdarena, dove leggo, anzi: divoro, il vostro giornale, ci sono i predicatori in strada. Cosa fanno? Semplice: di solito urlano al venerdì sera in piazza Masnata, lato via Paolo Reti, e in piazza Montano, nel palazzo con i portici di fronte alla stazione. Li vedi e li senti subito perché sono provvisti di impianti audio e microfoni, distribuiscono volantini e predicano urlando come pazzi e quasi sempre nessuno si ferma ad ascoltarli. A prescindere dallo spettacolo (qualche buonista potrebbe paragonarli ai cari zampognari d’Abruzzo, tra poco siamo anche in stagione), quello che mi infastidisce è la velata minaccia che, “se non credi” potrebbe anche capitarti qualche disgrazia. Facciamo le corna. G. M. SALUTI DAL MAR ROSSO

Marina e Simone non si mettono mai in viaggio senza ilCorniglianese. Foto dal Mar Rosso di Hurghada.

Il francobollo di Anzalone www.ilvignettificio.org

Soluzione del rebus di Sanna a pagina 12 “Armadio a muro”


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a. sanna

Una novità che stupisce: i migranti che via via terminano il corso di formazione "creatori di paesaggio", chiedono di restare con noi per contribuire alle coltivazioni. L'esame di questa proposta ha fatto nascere un'idea originale che provavamo a realizzare da tempo. Molte persone hanno il desiderio di "raccogliere" i prodotti orticoli naturali ma non hanno tempo o possibilità di coltivarli. I migranti hanno raggiunto le competenze utili a farlo ed hanno necessità di ottenere un profitto dal lavoro, cedendo verdure ed altro (legna da ardere, piante aromatiche, ecc.). Le due condizioni si uniscono positivamente con un metodo assai semplice. Le famiglie interessate agli ortaggi possono versare un canone mensile di 50,00 euro e ritirare un giorno alla settimana quanto coltivato, per loro, dai mi-

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granti. È di tutta evidenza che il "valore" commerciale dei prodotti ritirati è superiore ai 50,00 euro mensili. L'interesse ad avere ortaggi freschi e coltivati a km "zero" è stato manifestato anche da un certo numero di ristoranti/enoteche/bar. Anche in questo caso, calibrando il contributo mensile, è possibile soddisfare le richieste. Gli importi versati dalle famiglie o dalle imprese di somministrazione andranno direttamente ai migranti "contadini" e/o anche a tutti gli altri associati che volessero far parte di questa procedura. È una meravigliosa operazione di scambio tra chi necessita di avere un reddito e chi desidera portare in tavola la "qualità" naturale. I terreni disponibili alla coltivazione, dopo una ovvia messa in condizione utile (terrazzamenti, eliminazione infestanti, controllo e accumulo delle acque piovane, ecc.) sono talmente tanti che non si rileva alcun problema di volume di forniture e di numero di persone coinvolte. I contadini e i fruitori del "bene naturale" avranno un risultato certamente utile. Si parte il giorno 1 novembre 2017. E se avete interesse prenotatevi scrivendo una mail a: ortocollettivogenova@gmail.com Link Video: https://www.youtube.com/ watch?v=D3U7lAQHLCc OrtoCollettivo Genova https://www.facebook.com/ ortocollettivogenova/?fref=ts

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Carta europea dei diritti del malato Parte terza: diritti di cittadinanza attiva 3. Diritto di partecipare al policy making nell’area della salute. I cittadini hanno il diritto di partecipare alla definizione, implementazione e valutazione delle politiche pubbliche correlate alla protezione dei diritti nel campo della salute, sulla base dei seguenti principi: A) Il principio della comunicazione bilaterale nella formazione dell’agenda, o, in altre parole, il continuo scambio di informazioni tra cittadini e istituzioni nella definizione dell’agenda. - segue -

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