ilCorniglianese Giugno 2017

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Ansaldo Energia, l’inaugurazione >5

Anno VI

Numero 6

Mensile

Viva l’estate a Villa Bombrini> 14

Copia gratuita

Il programma di Bucci per Cornigliano: Human Tecnopol e nuovo ospedale del Ponente agli Erzelli

«o Cornigiòtto»

Giugno 2017

Sindaco, la maggioranza non vota di Enrico Cirone

Foto da Genova Quotidiana

È ancora più allarmante che neppure l’elezione del sindaco richiami gli italiani alle urne, anche in città come Genova dove lo spirito civico e l’attaccamento all’identità locale è sempre stato forte. Se poi la sinistra perde l’unica grande città — oltre alla Spezia — dove dal 1993 in poi ha sempre vinto, il contraccolpo c’è. I renziani danno la colpa al candidato, i bersaniani a Renzi. Crivello al Pd nazionale. E così ne escono tutti sconfitti. La destra festeggia una vittoria storica; ma una partecipazione al di sotto del 50% (42,67% di votanti) dovrebbe preoccupare anche i vincitori (centrodestra con Bucci sindaco) in chiave futura. Non occorre riesumare l’appello di De Mita che alle elezioni del 1987 esortò - con successo l’elettorato al suffragio politico nazionale: votò infatti l’88,8%, lo 0,8% in più rispetto alle politiche precedenti. Occorre solo che il nuovo corso appassioni la mente e magari il cuore dei genovesi tutti.


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dalla delegazione

Giugno 2017

Genova, lo storico ribaltone Dopo 25 anni addio al centrosinistra Con il cambiamento arriverà la svolta? Eccoci giunti al gran finale della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Genova. Dei nove partecipanti che si contendevano lo scranno più alto di palazzo Tursi, l’ha spuntata Marco Bucci, centrodestra, manager e amministratore di una società pubblica, sull’assessore uscente ai lavori pubblici e alla protezione civile comunale, Gianni Crivello. Eliminare i rivali per loro non è stato difficile, i concorrenti simili a studenti alle prese con la licenza di scuola media in cerca di una semplice promozione, hanno svolto il loro compito con poca brillantezza, scarse idee e quasi nessuna innovazione dando la sensazione di esibire una fotocopia del passato. Cose dette e ripetute nelle precedenti campagne elettorali e quasi mai messe poi in atto. Genova, questa grande barca avviata alla deriva, avrebbe bisogno di una sferzata innovativa, una efficace svolta per rendere l'amministrazione più credibile e far riacquistare ai genovesi fiducia nella politica, cosa ormai quasi completamente spenta come ha dimostrato la scarsa affluenza alle urne. Ora, rivedendo con il senno post ballottaggio i due programmi arrivati in finale vedremo se Bucci saprà dare un concreto segno di vitalità a questa città in agonia, una buona dose di ossigeno per poter uscire dall’immobilismo in cui si è precipitati in tutti questi anni. I problemi sono veramente tanti, fatti lievitare nel tempo e, oltre a saper mantenere veri posti di lavoro, occorre crearne e agevolarne dei nuovi, risistemare il verde abbandonato a se stesso, agire e prevenire il più possibile sul dissesto idrogeologico che ad ogni abbondante pioggia immancabilmente dimostra i suoi punti deboli, riparare i marciapiedi rotti possibilmente con materiali non troppo sbriciolabili, creare sicurezza senza dover restare barricati in casa nella speranza di sentirsi un po’ più protetti, ripulire la città lasciata per troppo tempo senza controllo soprattutto dove il degrado è più forte, creare nuove soluzioni per porre ordine nelle partecipate senza dover risolvere i problemi ricorrendo, come ormai consuetudine, ad esagerati costi per i contribuenti e solo per arginare i soliti errori di amministrazioni incapaci di cui nessuno fa cenno. In queste ultime interviste di entrambi e nelle prime del vincitore, si è tutti d’accordo sulla fondamentale presenza delle saracinesche aperte in città che significano occupazione, vita e riqualificazione dei quartieri tenendo in considerazione qualità e tipologia di esercizi, e noi ricordiamo anche che un’esagerata presenza di supermercati non incentiva di sicuro questi tipi di attività. Un'altra affermazione è quella di velocizzare i lavori delle giunte sveltendo di più le decisioni da intraprendere e, a questo punto, mi

vien da chiedere perché non sia mai stato fatto prima, ma i misteri della politica sono infiniti e non incoraggiano di certo chi ci vorrebbe ancora credere. Dallo scranno del vincitore, Bucci, dicono indicato da Edoardo Rixi, e tramite il dinamico presidente Toti, ha promesso di rivolgersi direttamente ai genovesi per conoscere questioni e problemi urgenti da affrontare nel territorio. Come obiettivo, sul patto trasparenza ci sarà quindi una sala aperta al pubblico a disposizione di tutti, dove sarà possibile seguire il procedere delle attività della giunta, del consiglio e delle commissioni consiliari e la possibilità di consultare documenti online, tecniche forse fin troppo moderne per chi non vi era abituato, ma da tenere in massima considerazione. Oltre ai problemi correnti da affrontare, in prima fila ci sono le acciaierie con i soliti esuberi e la sua sorte industriale che, dopo due anni di gestione commissariale, dimenticato l’accordo di programma del 2005, il presidente del consiglio, si impegna a convocare le parti sindacali, ma solo... a fine campagna elettorale. E come si risolverà il problema della Ericsson, anche quella in bilico da diverso tempo? Un punto positivo è stata invece l’inaugurazione dei capannoni di Ansaldo Energia che fanno sperare in un nuovo lancio occupazionale (vedi anche servizio a pag. 5). Un ambizioso obiettivo per il presidente Toti è diretto all’Istituto italiano di tecnologia a Erzelli e lo sviluppo di Liguria Digitale dove si cerca di garantire soluzioni e infrastrutture tecnologiche, una strategia digitale della Regione Liguria e degli enti soci, veloce e facilmente accessibile per rendere la Liguria una regione di eccellenza dove sarà sempre più bello vivere, lavorare e trascorrere il proprio tempo libero, un rinnovamento a quel sonnolento sistema che ormai manca da anni e avvertito maggiormente nell'immobilismo di queste ultime amministrazioni uscenti. Ma il peggior decadimento si riscontra nel consistente numero di giovani genovesi laureati e diplomati costretti ad andare altrove in cerca di fortuna perché nella loro città non vi sono quasi più aziende e studi professionali che li possano far desistere dal forzato espatrio. Ora si spera nell’ambizioso progetto dello sviluppo di questo auspicato Iit e la nuova tecnologia degli Erzelli che però sembrano ancora lontani. Spetterà a Marco Bucci, dopo una intensa campagna elettorale, trovare gli antidoti per arginare queste dannose fughe mettendo in atto grande volontà, nuove idee e iniziative che sappiano rendere Genova e le sue delegazioni, una vera attrattiva per tutti facendo diventare di nuovo un po’ grande la nostra città. Rosanna Robiglio

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Mi manda Cirone Le storie (im)possibili

Se crollano le roccaforti rosse Cinque anni fa il titolo era certamente diverso. Non ricordo con esattezza le parole ma so benissimo che decidemmo di presentare il nuovo sindaco Doria, vittorioso a seguito di una diatriba che divise la sinistra (strano…) fra l’ex sindaca Marta Vincenzi e una Roberta Pinotti che voleva scendere in campo senza presagire che poco più tardi si sarebbe saziata una bella gratificazione ministeriale, in un riquadro composto da nove quadretti (3x3), simbolo dei nove municipi cittadini. Il volto (nuovo) del sindaco era effigiato in ognuno dei nove francobolli, solo in quello di Cornigliano -Sestri cambiava il colore della didascalia con il suo nome: la evidenziammo con un bel colore rosso. Cinque anni fa. Giusto gli anni con cui ci siamo tenuti compagnia con questo giornale. Un bilancio? Preferisco guardare avanti, preferisco non pensare che da cinque anni (sono pochi? Sono tanti?) il quartiere è asfissiato dalla cappa sulfurea di vapori che genera il depuratore, preferisco non pensare che il normale automobilista che arriva sull’Aurelia da ponente, lascia intorno a sé le aiuole fiorite di Pra’, marciapiedi freschi di ciottoli incastonati nel cemento, mattoni rossi a vista e si avventura in una via Cornigliano spogliata di qualsiasi accoglienza, incresciosamente nuda, dove le uniche macchie vive di colore sono i frutti esposti nelle cassettine davanti a innumerevoli rivendite di commestibili. Cinque anni sono pochi? Per noi sono tanti anche perché si accumulano a lustri di totale indifferenza. Ma cinque anni dopo ecco un risultato storico per Genova che sarà governata per la prima volta dopo 25 anni dal centrodestra. Bucci arriva a palazzo Tursi forte di una alleanza che vede riunito, per il momento senza spaccature tanto care alla sinistra, tutto il centrodestra da Forza Italia, Lega, Fdi, i fittiani e la versione locale di Alternativa popolare. Un modello che è già stato sperimentato con successo per la Regione,

strappata al centrosinistra nel 2015. Il voto del 25 giugno salda simbolicamente un cerchio per il centrodestra che incassa il bonus della Regione (ricordiamo che l'anno scorso aveva conquistato anche Savona con la sindaca Caprioglio). Il modello del governatore Giovanni Toti ora è in attesa di esportazione su scala nazionale, mentre il Pd e il centrosinistra in Liguria dovranno fare i conti con una lunga scia di sconfitte, in una roccaforte, parola tanto cara a Marta Vincenzi, che ha deciso di abbandonare la sua tradizionale affezione rossa preferendo il centrodestra a trazione leghista e contando anche i voti di una buona parte del del M5s, nella città del suo fondatore, che mai avrebbe votato Pd. Ricordiamo che in campagna elettorale, se sono stati molti e ripetutamente i leader di centrodestra nazionali a scomodarsi da Roma per salire a Genova a supportare la candidatura di Marco Bucci, poco o nulla si è visto dall’altra parte. Neanche un riesumato Prodi… Si chiude così un'epoca storica per Genova ma anche per il sindaco uscente Marco Doria che si è congedato dal suo mandato con una nota amara nella quale afferma di voler continuare a sognare malgrado "personaggi squallidi e opportunisti" sul suo cammino. Amletico Doria, che dire di lui? Bravissima e degnissima persona ma è riuscito ad appassionare i cittadini?, a scaldare il loro e il nostro cuore? Se la città ora aspetta il nuovo corso, le nuove scelte (ammesso che ‘nuovo’ sia sinonimo di un termine positivo), la nostra delegazione, il Municipio VI Medio Ponente attende il riscatto: Crivello non è stato capace di proporre una sua visione che non fosse quella che i genovesi hanno già davanti: immigrazione, industria in grossa crisi, infrastrutture bloccate, servizi inefficienti e tariffe Amt, le più alte d’Italia. Pensare che, per saperlo, bastava leggere il nostro giornale.


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Giugno 2017

2 giugno, Cornigliano in festa L’idea vincente di Civ e Pro Loco

L'idea venne alla Pro Loco che la rese pubblica circa due anni fa attraverso il Corniglianese. Nel frattempo si ricostituiva il Civ (Centro integrato di via) rivitalizzatosi grazie alla sapiente guida del suo nuovo presidente, Andrea Pavan, e di altri operatori commerciali che si mettevano a disposizione del quartiere dopo una fallimentare precedente esperienza. L'accoppiata Civ/Pro Loco si è da subito rivelata la carta vincente e fu così che nacque, per la prima volta nella storia di Cornigliano, una manifestazione fieristica che prevedeva la chiusura totale al traffico della sua via principale. Questo naturalmente si è reso possibile grazie alla nuova tangenziale a mare e alla fattiva collaborazione della macchina comunale (Pm, Amt, Amiu, Sportello Civ, ecc...) che, dobbiamo dirlo, visti i risultati eccellenti della prima edizione, si è prodigata facilitandoci in tutto. Oltre 180 banchi di attività extralimentari e alimentari, quasi il doppio di quelli presenti alla prima edizione, hanno piacevolmente occupato via Cornigliano e alcune traverse per dar luogo a quella che, ultima nata, è destinata a diventare una delle più partecipate manifestazioni fieristiche mercatali cittadine. Alla tradizionale fiera vengono affiancati spettacoli di diverso genere a cura di artisti di strada ed associazioni del territorio e il divertimento,

per grandi e piccoli, è assicurato e gratuito. Nel tardo pomeriggio il profano ed il sacro diventano tutt'uno per la concomitanza con l'annuale processione dedicata dai Lucani alla Madonna d'Anglona che attraversa l'intero percorso fieristico. A pochi giorni dalla prima tornata elettorale non poteva naturalmente mancare la visita di candidati dei diversi schieramenti e noi, nello stand appositamente montato per diffondere il nostro giornale, distribuire brochure turistiche e far conoscere il progetto definitivo del restyling di via Cornigliano, li abbiamo accolti tutti allo stesso modo. "CIVediamo a Cornigliano", così viene battezzata dal Civ la fiera, si aggiunge a quello che è l'evento indoor organizzato dalla Pro Loco più partecipato del ponente metropolitano, "Ciocofantasy", giunto quest'anno alla sua ottava edizione privilegiandosi del patrocino di Slowe Food di Genova e Liguria. E sì! Gente "strana" i corniglianesi che un giorno paiono rassegnati ad una riqualificazione che tarda e che il successivo s'inventano eventi come questi perché, in fondo, la voglia di rinascita è più forte di qualunque altra cosa. Noi ci siamo, e lo dimostriamo ogni giorno, ma Cornigliano attende ancora servizi e interventi essenziali. Oerre Foto Carlo Guerra

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Emergenza migrantes, l’ex ospedale San Raffaele di Coronata passa in comodato d’uso dal Comune alla Curia per 20 anni Si è svolta venerdì 9 giugno presso l’associazione sportiva Enzo Peri, a Coronata, un’assemblea pubblica, promotrice il Comitato ViviAmo per Cornigliano, responsabili Maria Curcio e Gabriella della Mutta. Tra gli invitati: monsignor Giacomo Martino, il consigliere regionale Edoardo Rixi, il consigliere municipale Maurizio Amorfini, l’assessore Ferruccio Bommara e Mario Bianchi, candidato al Municipio Sesto Medio Ponente (poi eletto presidente il 25). L’assemblea aveva all’ordine del giorno la situazione attuale del San Raffaele e del Campus a cui partecipano i migranti coordinati dalla cooperativa Un’altra Storia. ViviAmo per Cornigliano nasce circa due anni fa: ha lo scopo di combattere il degrado e sostenere il rilancio del quartiere, vigilare sul mantenimento dei servizi essenziali per i cittadini, informare gli abitanti tramite incontri pubblici su qualsiasi iniziativa intrapresa degli enti locali o dal comitato stesso a beneficio del quartiere, fungere da tramite tra i cittadini e le istituzioni, infine il comitato si dice aperto ad ogni proposta proveniente dal quartiere e non ha alcun orientamento o scopo politico. L’assemblea pubblica indetta dal comitato va proprio in questa direzione: i cittadini di Coronata sono preoccupati dalla presenza di innumerevoli migranti nell’ex ospedale e, prima che succeda, come con l’accordo tra Comune e Curia, sottoscritti proprio senza consultare la cittadinanza, si preoccupano di capire come stanno le cose. Per questo sono stati invitati monsignor Martino e alcuni politici proprio per capirne di più. Così ci ha spiegato il motivo dell’assemblea pubblica, Maria Curcio, e di seguito riportiamo integralmente il testo virgolettato del comodato d’uso a cura dell'Ufficio stampa del Comune di Genova ‘È stato firmato a Palazzo Tursi dal sindaco uscente di Genova, Marco Doria, e l’arcivescovo Angelo Bagnasco, l’accordo tra Comune e Curia arcivescovile che sancisce il passaggio in comodato d’uso per venti anni dell’edificio di via Coronata – ex ospedale San Raffaele. Presenti l’assessore allo sviluppo economico Emanuele Piazza e il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della Migrantes, Giacomo Martino. Il complesso – 12.900 mq di proprietà del Comune – è stato destinato a questo progetto per consolidare un percorso, già avviato d’intesa con la Prefettura e la Curia, per fronteggiare le emergenze territoriali non soltanto in materia di migrazione, ma anche sul fronte del welfare e della vivibilità. A Coronata saranno realizzate attività e progetti sociali destinati a tutto il quartiere.

Il Progetto sociale Coronata prevede spazi di aggregazione per i giovani, corsi di lingue e professionali, utilizzo degli spazi verdi del complesso per attività didattiche e la realizzazione di un auditorium da utilizzare per attività culturali, teatrali e musicali aperte a tutta la cittadinanza, oltre a servizi per i richiedenti protezione internazionale, per i residenti (giovani, adulti e anziani), per associazioni sportive e culturali del territorio e di accoglienza. In particolare, verranno realizzati un centro diurno che accoglierà anziani e persone diversamente abili e un ambulatorio medico con servizi gratuiti a disposizione della cittadinanza’. “Un’operazione proprio bella – ha commentato il sindaco Doria –. Abbiamo dato ufficialità ad un’intesa già concordata per la messa a disposizione di spazi del Comune a favore di un progetto di acco-

glienza ai migranti che apre la struttura dell’ex ospedale di Coronata, prima inutilizzata, al territorio. Si fa accoglienza, integrazione, e si offrono servizi ai cittadini, riqualificando edifici pubblici del Comune”. Il cardinale Bagnasco ha sottolineato come questo atto indichi “una prospettiva intelligente e molto concreta. Coronata è già oggi la prova che è possibile un percorso di integrazione delle persone che cercano un futuro migliore inserendosi nel territorio in modo semplice, cordiale, pacifico, arricchente per tutti e anche attraverso percorsi lavorativi, perché senza lavoro non è possibile nessuna integrazione”. Al di là dei bollettini ufficiali, per quanto concerne la cronaca, la serata. è stata aperta dalla stessa Curcio. Trascrivo le sue parole: “Premesso che questa non è una protesta ma è un incontro per capire cosa sta succedendo nel nostro quartiere. Noi come comitato non vogliamo manda-

re via nessuno ma abbiamo timore dei numeri”. Risponde monsignor Martino: “Ho diversi incarichi nella diocesi, uno di questi è quello di seguire l’accoglienza dei richiedenti asilo, queste persone arrivano ai centri di primo soccorso. A incontrarli una task force della Asl 3 che ne controlla le condizioni di salute per poi inviarle alle cooperative. Nel nostro caso a Un’altra Storia, quella che sta operando ora al San Raffaele. A seguire questi ragazzi circa 60 persone, al momento abbiamo 310 persone, così distribuite: 16 a Camogli, le donne in tre case: una in via del Campo, una a Struppa, una al Convento di San Francesco da Paola, 50 persone sono qui a Cornigliano mentre, al San Raffaele, 80 e non di più. Inoltre per farli muovere con i mezzi pubblici abbiamo dato circa 100.000 euro all’Amt”. Il dibattito si è aperto con una serie di interventi dei presenti che, in sostanza, hanno chiesto che questi numeri non devono aumentare e hanno chiesto a Martino di intervenire, visto la somma data all’Amt, per aumentare le corse dei mezzi pubblici, onde evitare che la popolazione residente sia penalizzata dall’intasamento di persone sui bus, inoltre i cittadini presenti hanno chiesto, sempre a Martino di sensibilizzare ulteriormente i migranti, di avere un buon comportamento, sia sui bus che fuori dalle strutture dell’ex ospedale. Rixi (Lega Nord) ha chiesto di evitare che ci siano tensioni tra la popolazione residente e il centro. “Prendo comunque atto - ha detto degli 80 e non vorrei ci fossero infiltrazioni che potrebbero far degenerare la situazione. Sono contrario che le prefetture possano decidere loro l’inserimento delle persone”. È seguito l’intervento dell’assessore al Municipio, Bommara. “Accertato che il comodato è stato fatto senza la condivisione della popolazione, adesso dobbiamo entrare e lavorare sul progetto. A chi chiede garanzie rispondiamo che il numero non sarà modificato, dobbiamo capire se la questione dei detenuti potrà essere stralciata, se qualcuno tra i cittadini vuole ripartire da zero vuol dire che non vuole il progetto. Queste persone lo dicano subito”. In conclusione monsignor Martino ha garantito che il numero di migranti all’interno del centro non sarà modificato, i soggetti che non rispetteranno gli orari o non rientreranno di notte saranno denunciati e si tornerà a parlare con l’Amt per incrementare le corse mentre sul progetto si è impegnato a condividere le scelte discutendo con la popolazione con incontri programmati. Il Corniglianese continuerà a seguire la problematica del San Raffaele. Carlo Guerra

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Ansaldo Energia inaugura il nuovo stabilimento. Con vista mare Zampini: importante punto d’arrivo e di partenza

Inaugurato il 16 giugno il nuovo stabilimento Ansaldo Energia di Genova Cornigliano con sbocco al mare destinato all'assemblaggio delle turbine a gas e, in particolare, alla maxi turbina da 570 tonnellate di ultima generazione, che potranno essere imbarcate direttamente via mare. Il capannone sorge sulle aree ex Ilva e ha un’estensione di 3.500 metri quadrati. L'investimento complessivo per produrre le nuove maxi turbine è di 65 milioni di euro, di cui 11 per il nuovo sito. All’inaugurazione presenti gli azionisti di Ansaldo Energia, Claudio Costamagna, presidente di Cdp, Guido Rivolta, ad di Cdp Equity e Huang Dinan, presidente di Shanghai Electric Group, partner industriale di Ansaldo Energia dal 2014, il presidente di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini, e l'ad Filippo Abbà. Non sono mancate le autorità più legate al territorio: il sindaco uscente Doria, il governatore Toti, il ministro della Difesa Pinotti, il sottosegretario del Mise, Scalfarotto, l'assessore regionale allo Sviluppo, Rixi. Al taglio del nastro i rappresentati di due importanti clienti: Shenergy e Shanghai Electric Power. "È un importante punto di arrivo e contemporaneamente un punto di partenza per il futuro - ha detto il presidente di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini -. Finalmente abbiamo uno sbocco diretto al mare, un risultato fondamentale per avere un completo processo di produzione a Genova". Per il presidente di Ansaldo Energia questo è il nodo fondamentale. Zampini ha concluso: "Dopo una lite durata 15 anni, in un anno abbiamo trovato la soluzione con istituzioni e Ilva". Tutto questo alla luce di tre nuovi accordi di cooperazione firmati fra Ansaldo Energia e l'azionista Shanghai Electric group che detiene il 40% dell'azienda, da una parte, e gli enti elettrici cinesi dall’altra, Shenergy Electric group e Shanghai Electric Power. I primi due prevedono la realizzazione di due nuovi impianti di generazione di energia (due turbine a gas di grandissima taglia) nell'area di Shanghai utilizzando la tecnologia più avanzata del portafogli di Ansaldo Energia, cioè le maxi turbine a gas Gt 36, interamente realizzate in Italia e assemblate proprio nel nuovo stabilimento di Cornigliano. Il terzo accordo è un One belt & One road agreement (accordo gradito) finalizzato a sviluppare un progetto in Pakistan, al quale Shanghai Electric

Power partecipa in veste di investitore e Shanghai Electric insieme con Ansaldo Energia come fornitore dei macchinari e dei principali componenti per l'impianto, “aree in cui siamo sempre molto attivi, così come tutta la zona del Mediterraneo, il Medio Oriente, e ultimamente anche Centro e Sud Africa, America Latina e Asia, in particolare l’Indonesia” ha spiegato il direttore generale di Ansaldo Energia, Claudio Nucci. Gli accordi consentono ad Ansaldo Energia di penetrare nel mercato cinese con la nuova tecnologia delle maxi turbine e consolidano la partnership strategica con Shanghai Electric group che ha consentito alle due società di conquistare una quota importante, superiore al 30% del mercato cinese di generazione di energia. Nel dettaglio gli accordi sono stati firmati da Wu Jianxiong, direttore generale di Shenergy, Wang Yundan, presidente di Shanghai electric power, Huang Dinan, presidente di Shanghai Electric Group dal 2014 e Giuseppe Zampini, presidente di Ansaldo Energia, e Han Zheng segretario del partito comunista di Shanghai, la più alta carica politica di Shanghai, e il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna. A Cornigliano saranno assemblate le turbine Gt36, peseranno 570 tonnellate ciascuna, saranno le più grandi realizzate in Europa, “tanto è vero che le abbiamo chiamate Monte Bianco", ha affermato Zampini. Prima del capoluogo ligure, inizialmente Ansaldo assemblava le turbine Gt 26 e Gt 36 a Massa Carrara, utilizzando 10 mila metri quadrati di ex aree Ilva più annessa banchina. «Una operazione importante - ha affermato Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria -, che salutiamo con soddisfazione e che colloca Ansaldo anche come azienda terminalista, ma che per Genova arriva in ritardo rispetto alle necessità di mantenere e creare nuova occupazione per favorire la crescita e lo sviluppo della nostra città». «L'inaugurazione del nuovo stabilimento - ha proseguito Vella - non ci deve distrarre dalle forti preoccupazioni rispetto all'incertezza legata al futuro dell'Ilva: per questo motivo riteniamo impellente l'incontro richiesto al Governo. Serve necessariamente avviare tavoli di confronto di merito con la nuova proprietà sul piano industriale che oltre a rigettare gli esuberi, possa avviare una discussione

seria sui reali e necessari investimenti per proiettare Genova come punto di eccellenza per la siderurgia italiana sui laminati piani. Partendo da queste premesse si possono recuperare quote di mercato aumentando produttività e occupazione». Nel corso dell'inaugurazione del capannone, si sono fatti sentire i lavoratori dell'Ilva con un presidio fuori dai cancelli. «Di questa messa in opera - dichiarano le Rsu di Ilva - noi siamo molto soddisfatti poiché garantisce un futuro più certo ai lavoratori dell'Ansaldo e arricchisce il futuro industriale della città di Genova. Non dimentichiamoci però che ciò è stato possibile grazie allo sforzo congiunto di tutti i soggetti che firmarono l'accordo di programma nel 2005 e al sacrificio di centinaia di posti di lavoro». «La settimana scorsa - è la conclusione dei sindacati - le istituzioni marciarono in corteo con noi lavoratori per chiedere al governo un incontro urgente per capire il destino dei lavoratori siderurgici genovesi alla luce della vendita dell'Ilva con l'annuncio di migliaia di esuberi. Alla richiesta congiunta fatta dalla prefettura, dal presidente della Regione Liguria, dal sindaco di Genova, dall'autorità portuale e dalle organizzazioni sindacali, a oggi non vi sono risposte». Costruito a tempi di record il nuovo stabilimento per l'assemblaggio di turbine è una scommessa vinta perché solo nel 2012 Ansaldo Energia rischiava di essere venduta o, addirittura, svenduta, quando sembrava che l'industria pesante non dovesse esser più centrale per il Paese e per la nostra città. Se c’è stato il rilancio il merito del lavoro di squadra va individuato e diviso tra azienda, Governo, lavoratori, istituzioni, sindacati, parlamentari, curia genovese e di una formidabile partnership industriale con Shanghai Electric. È qualcosa che non riguarda solo la città e la Ansaldo: è un segnale in controtendenza che può essere d'esempio per tutto il Paese: il lavoro su un progetto credibile. Le maxi turbine GT 36 da 570 tonnellate, componenti di ultima generazione che potranno essere direttamente imbarcate, grazie allo sbocco sul mare saranno prodotte in una ventina di pezzi all’anno: si partirà ai primi di questo mese di luglio e la prima macchina potrebbe essere spedita già a fine anno. E. C.


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Giugno 2017

Dopo le elezioni. Il nuovo volto del Municipio VI Medio Ponente La prima volta del Consiglio (che incassa il premio di maggioranza)

Si è riunito martedì 27 giugno per la prima volta il nuovo Consiglio del Municipio VI Genova Medio Ponente: all’ordine del giorno la convalida dei consiglieri eletti, la nomina del presidente del Municipio e l’elezione del vicepresidente del Consiglio municipale. Il Municipio Medio Ponente è l'unico assieme al Ponente ad avere ottenuto il premio di maggioranza e, quindi, ad avere da subito i numeri per amministrare in autonomia sul proprio territorio. Nel breve sarà presentata la composizione della nuova Giunta e saranno formate le commissioni municipali permanenti in modo da essere in grado di essere operativi e lavorare il prima possibile. Il nostro giornale era presente e dalle dichiarazioni ascoltate, le intenzioni espresse sono soprattutto di spirito di servizio nei confronti del nostro territorio e dei cittadini. Abbiamo chiesto al neoeletto presidente Mario Bianchi, Pd (foto grande, a destra), quali saranno le priorità dei prossimi giorni e lui così ha risposto: "Sarà importante per noi riprendere e portare a termine rapidamente i progetti avviati sul Medio Ponente e programmare in maniera efficace quelli nuovi, a partire da una visione di insie-

me che è necessario avere per stabilire delle priorità, sia strutturali, che sociali, ambientali e di vivibilità generale. Su tutto questo è necessario prevedere una terapia d’urto sul territorio di Cornigliano ed alimentare un percorso sinergico tra Cornigliano, Sestri e la collina degli Erzelli da un lato, abbassare il livello di dettaglio e concentrarsi soprattutto sulle manutenzioni diffuse e sul miglioramento dei livelli di decoro urbano dall’altro". Abbiamo molte domande da rivolgere al presidente su riqualificazione, autoparco, depuratore, attrattori sociali, commercio... e, al momento, otteniamo da lui la disponibilità ad uno specifico incontro di cui vi daremo notizia in seguito. Per la cronaca il consigliere della Lega Nord, Maurizio Amorfini, eletto anche in Comune, rassegna le sue dimissioni e lascia il suo posto al primo dei non eletti, Gabriele De Simone. Nei prossimi giorni la nomina della giunta. Al presidente Bianchi e a tutto il Consiglio vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro. "il Corniglianese", unica interfaccia indipendente tra cittadini e pubblica amministrazione, è a vostra disposizione. Da sempre. oerre

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Se a Genova Bucci non esclude la moschea, per la Lega non è una priorità Intanto a Cornigliano i piccoli (e grandi) luoghi di culto crescono... Con il forte sostegno della Lega Nord Marco Bucci è il nuovo sindaco di Genova, ma proprio sul programma c’è già qualcosa da sistemare. In campagna elettorale la moschea, ad esempio, è sembrata dividere le parti quando, al momento della presentazione nei Municipi, Bucci aveva aperto alla realizzazione di una moschea che sarebbe la prima nel capoluogo. L’idea è che una moschea sia meglio del disordine delle numerose sale di preghiera sparse sul territorio in spazi spesso inadeguati. «Spero di poter parlare con le associazioni rappresentative del mondo islamico - aveva annunciato Bucci -. Non sono al corrente di nessun progetto ma non escludo mai niente. Tutti hanno diritto di parlare con un sindaco perché sono il sindaco di tutti». Però dalla Lega Nord arriva un deciso no: «La costruzione di una moschea non è tra le priorità di Genova. Lavoro, sicurezza, decoro e rilancio del tessuto economico sono in cima alla lista delle urgenze» ha dichiarato Stefano Garassino, segretario provinciale della Lega Nord, a Genova. A cinque anni di distanza pensiamo di aver fatto la scelta giusta: Genova è una città portuale e pertanto molto più esposta rispetto ad altre all’infiltrazione di fondamentalismi nei luoghi di culto islamico». Rincara la dose Edoardo Rixi: «Il popolo della Lega, cinque anni fa, aveva già vinto una storica battaglia contro il progetto della moschea al Lagaccio. Ora conviviamo con l’emergenza attentati, il porto e l’aeroporto di Genova sono sottoposti ai controlli dell’antiterrorismo e la città risulta un crocevia internazionale molto più esposto al fondamentalismo nei luoghi di culto islamico». Tutto questo mentre a Cornigliano i lavori per terminare la moschea di via Coronata sembrano giunti

al termine. L’obiettivo, quindi, non è più, se lo è mai stato, il Lagaccio, ma la nostra delegazione. Il nuovo sindaco sa se il cambio di destinazione d’uso in luogo di culto è avvenuto? Le opere di urbanizzazione sono terminate? O dobbiamo prevedere un minareto? Chi ha pagato? La nuova amministrazione è al corrente che sui pavimenti della costruzione appaiono e scompaiono i tradizionali tappeti sui quali inginocchiarsi per pregare rivolti alla Mecca? E cosa rispondere a quei cittadini che si sono sentiti apostrofare dai credenti islamici in preghiera solo perché, chiacchierando tra un balcone e l’altro dello stabile adiacente alla moschea, avrebbero disturbato il raccoglimento religioso? A proposito di inadeguatezza: che dire del nuovo, minuscolo come un garage, luogo di culto islamico (lo si capisce da un cartello appeso scritto in arabo) sorto lungo via Cornigliano, lato mare, nei fondi del civico 54 al quale si accede da un cancello targato 360 rosso? È la sua corretta destinazione d’uso? Ne riparleremo, intanto tutto questo il nostro giornale lo deve raccontare e il nuovo sindaco lo deve sapere. La redazione


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14 luglio 1948 Quando Togliatti fermò la rivolta di Genova “Ricordo quel giorno: a Cornigliano rividi i partigiani in divisa” di Luciano Garibaldi

Il 26 gennaio 1893 nasceva a Genova, in una famiglia medioborghese, l’uomo destinato a diventare il massimo leader comunista italiano: Palmiro Togliatti. Fin dalla prima giovinezza militante del Partito socialista (che si era formato proprio a Genova sul finire dell’Ottocento). non ne condivise, tuttavia, l’atteggiamento neutraLuciano Garibaldi lista allo scoppio della Grande Guerra e fece il suo dovere in difesa della patria. Negli anni bollenti del conflitto civile tra fascisti e socialcomunisti, tra il ’19 e il ’22, fu per la linea dura del Psi e promosse la «scissione di Livorno» del 1921 con la fondazione del Pcd’I (Partito comunista d’Italia), poi Pci, assieme ad Antonio Gramsci, Umberto Terracini e Amadeo Bordiga. Con la presa del potere da parte di Mussolini nel ’22, ebbe inizio una sistematica repressione nei confronti dei comunisti, che culminò, dopo il fallito attentato al Duce del ’26 a Bologna, con lo scioglimento del partito, la sua messa fuori legge e l’espulsione dall’Italia di tutta la dirigenza. La struttura portante del Pci, sempre collegata con Mosca, dove ormai dominava Stalin, trovò casa prima a Lugano poi a Losanna, finché non furono tutti espulsi anche dalla Svizzera e cercarono rifugio a Parigi, per poi, nel 1934, trasferirsi definitivamente a Mosca. Ormai il ruolo di Gramsci, rimasto in Italia gravemente ammalato, e perseguitato dal regime, era passato a Togliatti, da sempre fedelissimo di Stalin, che lo volle al vertice del Comintern, l’Internazionale comunista, e gli affidò la guida politica della campagna militare di Spagna contro i nazionalisti del generale Francisco Franco appoggiati dall’Italia fascista. E qui si verificò la tragica resa dei conti tra gli anarchici di Barcellona, ribelli agli ordini di Togliatti, e le truppe repubblicane, con lo sterminio dei dissidenti nel maggio 1937: oltre 500 morti, tra cui il leader anarchico italiano Camillo Berneri (il massacro ispirerà il celebre libro «Omaggio alla Catalogna» di George Orwell). Togliatti rientra a Mosca, scoppia la Seconda guerra mondiale, gli italiani invadono la Russia ma vengono duramente sconfitti. Dopo l’8 settembre 1943 e la spaccatura dell’Italia tra Regno del Sud e Repubblica di Salò, Togliatti rientra in Italia dove è protagonista della cosiddetta «svolta di Salerno», la città dove sì è formato il primo governo democratico. La svolta consiste nella rinuncia ad abbattere la monarchia e nell’inserimento dei comunisti a pieno titolo nel governo del Re, che deve battere Mussolini e il fascismo. È la guerra civile. Togliatti è vicepremier nel ’44-’45 nel governo Bonomi, poi ministro della Giustizia nel successivo governo Parri, ruolo dal quale promuove l’amnistia del 1946, propagandata come atto di pacificazione in quanto proscioglieva tutti i responsabili di reati politici (comprese le uccisioni alle spalle) «commessi dopo l’8 settembre 1943». Senonché la «copertura» non cessava con il 25 aprile 1945 (data della definitiva sconfitta e scomparsa dei «repubblichini») ma veniva estesa ai mesi seguenti, dove i reati politici non erano più i fascisti e i comunisti a commetterli, bensì soltanto i comunisti. L’amnistia fu dunque un colpo al cerchio e uno alla botte. La corsa di Togliatti per la conquista della maggioranza si arrestò con la vittoria democristiana alle

elezioni del 18 aprile 1948, vittoria dovuta soprattutto al Decreto di scomunica del Vaticano per chi avesse votato «Falce e Martello». Togliatti, che aveva rifiutato l’offerta di Stalin di trasferirsi a Mosca per assumere la guida del neonato Cominform (l’organizzazione comunista mondiale) preferendo dedicarsi all’Italia, una volta compreso che sarebbe stato impossibile conquistare il potere con il voto, decise di conquistarlo dal basso, per mezzo della cultura, inserendo i fedelissimi nelle strutture portanti dell’organizzazione civile: dalla scuola all’editoria, dalla stampa alla TV, dal cinema all’arte. Una strategia che ha segnato profondamente la storia italiana arrivando fino al Pd e ai giorni nostri. Pochi mesi dopo la sconfitta elettorale del 18 aprile ’48, e precisamente alle ore 11,30 del 14 luglio di quell’anno, Togliatti fu raggiunto da tre colpi di pistola sparatigli mentre usciva da Montecitorio con a fianco la giovane e bella deputata Nilde Jotti, allora ventottenne, per amore della quale aveva lasciato la

moglie Rita Montagnana. L’attentatore, Antonio Pallante, era un fanatico anticomunista che continuava a pensare che, prima o poi, il Pci avrebbe portato l’Italia nella sfera dell’Unione Sovietica. Le ferite erano gravissime e il leader comunista rischiò davvero di morire. La reazione, in tutto il Paese, fu immediata. Non appena la radio diffuse la notizia, in alcune grandi città, a cominciare da Genova, Livorno e Taranto, i militanti del Pci scesero in piazza armati sfidando apertamente le forze dell’ordine. La rivolta fu particolarmente dura a Genova, la città natale del capo comunista. Caddero nelle mani degli insorti che avevano risfoderato le divise partigiane e i fazzoletti rossi con la falce e il martello – la Questura e la Prefettura. Ricordo perfettamente quel giorno perché mi trovavo in visita a mio zio, monsignor Francesco Salvatore, cappellano dell’Istituto per gli anziani di Coronata (avevo 12 anni e avevo da poco terminato di frequentare le scuole medie dei Padri Scolopi presso l’Istituto Calasanzio di Cornigliano). Ebbi modo di scendere a piedi da Coronata a Cornigliano per alcuni acquisti e mi colpirono i gruppi di partigiani in divisa che sorvegliavano le strade e controllavano i mezzi pubblici. Non di rado cantando in gruppo: «Avanti o popolo / alla riscossa / bandiera rossa / bandiera rossa». Di polizia e carabinieri, neppure l’ombra. È un fatto che, nella sola Genova, al termine di quella giornata, si contarono 14 morti e centinaia di feriti. Il rischio di sprofondare in una nuova guerra civile fu effettivo anche perché il ministro degli Interni, Mario Scelba, aveva diramato in serata a tutte le questure, l’ordine di resistere con le armi ad ogni assalto. Ma, non appena ripresi i sensi, dopo l’intervento chirurgico necessario per eliminare i proiettili che gli si erano conficcati nel torace, Togliatti non esitò ad ordinare a Secchia e Longo, i numeri due del partito, di fermare la rivolta.

Aveva intuito che, alle spalle della ferrea decisione di Scelba, c’era l’ombra dell’America, preoccupata per la sicurezza delle diecine di basi militari installate sul nostro territorio a partire dal 1944. È dunque ormai storicamente accertato che quell’ordine di Togliatti salvò l’Italia, e in primis Genova, da una nuova e devastante guerra civile. Se quella coraggiosa decisione va iscritta tra i meriti di Togliatti, assieme al varo dell’amnistia di cui abbiamo parlato, tra i demeriti va invece ricordato un documento che fu reso noto dallo studioso Federico Argentieri, nel suo «Ungheria 1956. La rivoluzione calunniata» (Marsilio Editore). Si tratta della lettera con la quale Togliatti aveva invocato l’intervento della Russia per stroncare il desiderio di libertà degli ungheresi, scrivendo personalmente a Nikita Krusciov e dando poi l’assenso alla condanna a morte di Imre Nagy, l’ex dissidente comunista ungherese portato al potere dalla rivolta antisovietica del settembre 1956. Ciò non impedirà a Togliatti, pochi anni dopo, e precisamente nel 1964, di associarsi ai «frondisti» del Cremino pronti a far fuori Krusciov, giudicato troppo morbido verso l’Occidente, per favorire il duro e neostalinista Leonid Breznev. Quell’anno, per curare i suoi malanni, il «Migliore» si era recato a Yalta: un ricovero destinato ad essergli fatale. Qui giunto, scrisse un memoriale che venne reso pubblico dopo la sua morte, e pubblicato anche in Urss, sulla «Pravda», proprio nei giorni in cui Breznev stava prendendo il sopravvento su Krusciov. Il che non fa che riaccendere i dubbi sulla strana morte del leader comunista italiano in quel proscenio russo dove era di prammatica che i boss del partito si ammazzassero tra loro. Quando morì, Togliatti aveva da poco compiuto i 71 anni. Gli succedette Enrico Berlinguer, che portò a compimento, con tenacia e coraggio, il definitivo affrancamento dei comunisti italiani dalla supervisione di Mosca. Chi è Luciano Garibaldi

Giornalista professionista dal 1957, dal 1958 al 1968 è stato collaboratore del settimanale Tempo e redattore al Corriere Mercantile di Genova, curando anche la corrispondenza per il Roma di Napoli. Nel 1964 ha pubblicato a puntate, su diversi periodici nazionali, una ricostruzione storica del fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, realizzata intervistando i superstiti di quell'evento.

Nel 1968 ha seguito gli eventi accaduti in Cecoslovacchia in seguito all'invasione sovietica. Dal 1969 è stato inviato speciale del settimanale Gente. Nel 1974 è stato assunto dal Giornale diretto da Indro Montanelli. Divenuto caporedattore centrale di Gente nel 1976, nel 1984 ha ricoperto lo stesso ruolo nel quotidiano La Notte. Dal 1986 al 1994 ha collaborato alla terza pagina di Avvenire; tra il 1992 e il 1995 è stato editorialista de L'Indipendente e poi del Giornale. L’articolo che compare in questa pagina è stato scritto in esclusiva per il nostro giornale.


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dal Municipio VI Medio Ponente

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I nostri inserzionisti

“L'aquilone prende il volo solo con il vento contrario” Ricordo di padre Modesto: fu per anni a Sestri Il 31 maggio è venuto a mancare all'ospedale Villa Scassi, padre Modesto Paris, dell'Ordine degli Agostiniani Scalzi, dal 2015 malato di sla. Per anni ha operato attivamente nella parrocchia di San Nicola in Sestri, lasciando un fervore d'iniziative e un vivido ricordo. Nato a Rumo, in Val di Non, nel 1957, fu ordinato sacerdote nel 1983. Dal Santuario della Madonnetta, venne trasferito a Sestri, dove fondò il Gruppo Movimento Rangers, rivolto ai giovani, e in seguito l'associazione Millemani, dedicata alle famiglie. Molti ricordano l'imponente presepe vivente dell'Epifania, da lui inaugurato per le vie principali di Sestri. Anch'io ne ho memoria personale, avendolo intervistato per il Corriere di Sestri. Trovai in lui doti di comunicativa e spirito di collaborazione fraterna. Le esequie si sono svolte con grande commozione alla Madonnetta il 1° giugno. Sua la frase “L'aquilone prende il volo solo col vento contrario” riportata nel titolo, che sottolinea lo spirito con cui ha affrontato il dolore della lunga malattia. Ora il suo aquilone è volato in Cielo. Senza bisogno di vento. Buon volo, padre Modesto. Rita Nello Marchetti

Musicisti nella toponomastica Al centro della delegazione una via intitolata ad Alfredo Catalani Da qualche anno il Corniglianese ospita un'interessante serie di articoli dedicati alle vie di Cornigliano. Pensiamo far cosa gradita ai lettori proponendo una rubrica sulla toponomastica della vicina Sestri, che si è sempre distinta per la passione musicale. Nel suo teatro, non a caso intitolato a Giuseppe Verdi, sono state rappresentate in passato importanti opere liriche e ancora se ne svolgono in collegamento con i più famosi teatri italiani. Le vie di Sestri, specie quelle del centro, rispecchiano questa passione. Molte sono dedicate a celebri compositori, a iniziare da una via recentemente indicata dal locale Municipio per ospitare il mercato rionale, ora piuttosto decentrato. La cosa non ha avuto buon esito ma questo non ci esime dal

parlare di via Catalani, intitolata all'autore della Wally, opera di notevole successo, rappresentata per la prima volta nel 1892 alla Scala di Milano. Alfredo Catalani, nato a Lucca nel 1854 e morto a Milano nel 1893, fu compositore d'ispirazione romantica e di solida formazione. Esponente della Scapigliatura milanese, movimento volto a sprovincializzare la cultura italiana, frequentò nel 1866 il Conservatorio di Parigi e poi quello di Milano. Qui divenne amico dell'altra gloria lucchese, Giacomo Puccini, di quattro anni più giovane, e qui esordì con La Falce (1875), egloga araba per due voci e coro, di cui Arrigo Boito, amico e pure lui esponente della Scapigliatura, aveva scritto i versi. La prima opera, Elda, fu rappresentata al Regio di Torino nel 1880. Alla Scala apparvero in sequenza: la Deianice (1883), l'Edmea (1886) e Loreley, uscita nel 1890, anno in cui l'autore ottenne la cattedra di composizione al Conservatorio di Milano, lasciata vacante da Ponchielli e offerta più tardi a Puccini, che rifiutò per i numerosi impegni. Riconoscimento tardivo, tenuto conto della larga fama di cui Catalani godette fra i contemporanei. La Wally fu la sua ultima opera, anche se l'artista continuò a comporre musica da camera. Ammalato di tisi, morì non ancora quarantenne. Precoce e innovativo talento, ebbe tra '800 e '900 una considerevole fortuna, che oggi conosce nuova linfa. Da oltre mezzo secolo il musicista è ricordato nella toponomastica, accanto a Puccini, Leoncavallo, Mascagni e ad altri che costituiscono il Gotha della musica operistica italiana.

I cassonetti di piazza Tazzoli: chi li ha (più) visti? Alcuni lettori ci hanno fatto notare che da qualche tempo sono spariti i cassonetti della spazzatura dall’area appositamente attrezzata ai margini di piazza Tazzoli, come documenta la foto scattata l’8 giugno scorso. Attendiamo lumi dalla nuova municipalità, in quanto sino ad ora non siamo riusciti ad avere notizie in merito. Vi informeremo col prossimo numero. g.m.

R. N. M.

Avviso ai nostri inserzionisti e lettori

Chi è interessato a rinnovare, modificare ed acquisire spazi su questo giornale può rivolgersi ai nostri soci collaboratori Liliana Gatto e Alfonso Palo adver@prolococornigliano.it


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O zenéize

Occhio al quadro

Comme l’é nasciuo o quartê de Cornigen: a stöia de seu ville

Sinibaldo Scorza, da Voltaggio ai maggiori musei di tutto il mondo

Inte l’antigo Cornigen o l’ea ‘n pòsto de ’na belessa straordinaia e za da-o 1200, e famiggie de zeneixi ghe vegnivan a vilezâ, dato che da Zena se gh’arivâva comodamente. I palassi ciù antighi, di quæ l’é restòu quarcösa, remontan però a-o 1400, quande e ville an comensòu a ese ingrandie e abelie. Za a quell’epoca i Spìnoa, i Pravexin, i Gentî aivan numeroze caze a Cornigen, scistemæ in sciâ stradda ch’a portava a-a gexa de San Giacomo. Do çinqueçento a-i zeneixi i afari andavan davei ben l’é aloa che s’asciste a l’esploxon da costruçion de villa. I mæximi architetti e pitoî che travaggian in stradda Neuva (a stradda Garibaldi d’ancheu), vegnan ciamæ anche a Cornigen pe ’n rinovamento do quartê, se peu ancon ancheu, gödî da vista di tanti palassi monumentali, de grande valô architetònico. A strutua do teritöio, ch’a piggia forma inte sto periodo chi, a parte dai tòcchi de teren de varie ville, e lotizaçioin de l’800 e do ‘900, van derê a l’inpostaçion dæta aloa: i cazamenti moderni son tutti dispòsti a gruppi che òcupan quello che inti tenpi pasæ o l’ea stætol’òrto de ’na villa, comme se in cangio de coltivâ da verdua, quarchedun o l’avesse decizo de semenâ di palassi. Do ‘600 e do ‘700 gh’é de neuve e inportanti realizaçioin: a villa do Gio Domenego Spìnoa (l’Instituto Calasanzio d’ancheu) tiâ sciù da-o Bertomê Gianco ch’o lòua in stradda Balbi, a scenografica Villa Særa Richin, l’inponente villa do Domenego Særa, progetâ da-o Tagiafighi. Grandioza a l’é l’òpia realizâ da-o Giacomo Feipo Durasso che, da meitæ do ‘700 in sce macerie de caze devastæ da-i Òustriachi, o fâ tiâ sciù ‘n sfarsozo palaçio ch’o se reciamma a-e regge françeixi de quell’epoca. Tra e ville acatæ da-o Durasso gh’ea anche quella di Gentî Peivie: Beneito Gentî Peivie a meitæ do ‘500 o fa costroî o primmo ponte in pria in sciâ Ponçeivia e o liga a-a seu villa o mantegnimento da Capella do ponte. Co-i pasaggi de propriêtæ che gh’é stæto dòppo, dai Durasso a ciave da Cappella a passa a-i Ala-Ponson, pöi a-o Rè d’Italia che o a cede a-i Patron; da liatri a passa a-i Bonbrin; s’é ne perso a memöia di pasaggi vegnui dòppo, ma semmo de seguo che a ciave a l’é ben custodia da præ Dria. Dòppo a fin da Republica de Zena, Cornigen o conosce ancon in secolo de vitta feliçe, a-e grende ville antighe se n’azonzede atre ciù picinette e moderne e a-a fin ’800, Dilio Raggio, propiêtaio da villa tiâ sciù in quella che l’ea stæta l’abaçia de Sant’Andria, o fa costroî in sciô scheuggio a mâ, in scenografico castello dove, pe quarche dêxenn-a d’anni, se ghe tegne splendidi riçevimenti privæ. Co-a sconparsa do castello comensa a trasformaçion industriale, e atre ville però gh’en ancon e speremmo che seggian o scinbolo di trasformaçioin poxitive, che pòssan portâ a-o rilancio de Cornigen.

Sinibaldo Scorza nasce nel 1589 a Voltaggio, quando questa località fa ancora parte delle Repubblica di Genova e grazie alle sue nobili origini riceve un’educazione umanistica ma la sua passione per il disegno e la pittura lo portano nella bottega di Giovanni Battista Paggi a Genova. Da qui la sua bravura lo avvicina a Torino dove, nel 1619, diventa pittore di corte del Duca di Savoia e vi rimane sino allo scoppio della guerra tra la Repubblica genovese e il Regno sabaudo. Questa la tappa più significativa della vita del pittore a cui è dedicata una bella mostra a Palazzo della Meridiana e che si è conclusa pochi giorni fa. Conosciuto ed apprezzato a livello internazionale (diverse sue opere sono presenti nelle raccolte dei maggiori musei del mondo, da Austin in Texas alla National Gallery di Edimburgo) questa mostra ce ne ha fatto scoprire le sue doti di pittore seicentesco e non solo; nelle stanze espositive a lui dedicate una vetrina con uno splendido presepe realizzato da Scorza con sagome miniate su carta a tempera e acquerello ce lo fa apprezzare come incisore e disegnatore. Considerato il Durer genovese, la mostra accoglie dipinti, disegni, miniature ed è stata allestita in sezioni a tema: “Gli esordi di un pittore aristocratico”, “ Dal vero al sacro”, “ Favole e miti”, “ La scena di genere fiammingo-genovese”, “Paesi incantati”. Qui sotto potete vedere “La caccia di Didone” che fa parte dei dipinti dello Scorza con soggetti mitologici, tema a lui caro, esposta insieme a tele raffiguranti il mondo animale, altra passione dello Scorza: capolavori come “Orfeo incanta gli animali”, “Cuccioli di cinghiali”, “Paesaggio innevato con figure nei pressi di un borgo” hanno allietato la vista dei visitatori della mostra “Favole e natura all’alba del Barocco”.

di Guido Pallotti

Sta stöia scrita in italian da o Feipo Tassara e traduta in zeneize da-o Franco Bampi, l’ò lezua mi, in ocaxon da Messa celebrâ con de parti in zeneize, domenega 29 de sto meize inta gexa de Sant’Anbreuxo.

La torre difensiva di Villa Spinola Dufour di levante

di Liliana Gatto Longhi


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arte

In otto sotto un ombrellone? Sì, certo e ci stiamo anche comodi. Merito del cofanetto. Del cofanetto direte voi, sì, certo dico io o meglio, merito dei cofanetti che ne contengono quattro per volta. Di chi sto parlando? Di cosa sto parlando? Troppo caldo per mantenere segreti e vi svelo subito l’arcano. Sto parlando di “Scrittori di classe” le storie a fumetti, raccolte in comodi cofaIl capitano Bertolotti netti da quattro libri, morì nel ‘15 che potete trovare – sui monti veneti se non le avete già prese con i bollini Conad – anche nella nostra biblioteca, sempre grazie all’omaggio fatto dalla Conad di Cornigliano. Otto storie a fumetti con protagonista il mondo Disney, per intrattenere i nostri bimbi all’ombra nelle ore più calde della giornata sia al mare sia in città: Paperino e la buona colazione, Paperinik e lo spuntino saporito, Zio Paperone e il pranzo a sorpresa, Topolino e la merenda equilibrata, Minni e la cena vincente, Indiana Pipps e la piramide della

saggezza, Nonna Papera e gli ingredienti della festa e infine a far compagnia ai nostri ragazzi troviamo Pippo e il carburante dello sportivo. Nell’introduzione della collana potete leggere come nasce questa iniziativa: “la creatività entra a scuola. Si tratta di un programma importante e prio-

fumetti sulla buona e corretta alimentazione è stata realizzata da Giunti Editore in collaborazione con The Walt Disney Company all’interno del programma ”Divertiamoci a stare bene”. Dal concorso, cui hanno partecipato migliaia di classi da tutta Italia, sono nate le otto storie a fumetti, create con il supporto degli sceneggiatori e dei disegnatori della Disney pubblicate in questa collana di libri da collezione in esclusiva per i supermercati Conad. Un’occasione per divertirsi con i personaggi più amati da tutti e, allo stesso tempo, di sviluppa-

ritario che Conad sviluppa da diversi anni grazie a un’intensa attività di collaborazione con il mondo della scuola. Nell’edizione 2016/2017 il progetto didattico ha avuto come obiettivo il tema della scrittura di una storia a fumetti, legata alla buona e corretta alimentazione. La collana di libri a

re competenze in un settore fondamentale come quello dell’alimentazione per apprendere e praticare uno stile di vita sano.” Realizzati con copertina plastificata non temono spruzzi d’acqua marina o qualche ardito tuffo in piscina, e sono stampati su buona carta con colori

La storia delle nostre vie Salita Raffaele Granara

unico che corre in senso opposto alla gemella Pellegrino Matteucci e accoglie, attraverso un sotto ponte, il traffico proveniente dalla zona di Campi e diretto verso il ponte di Cornigliano. Questo trafficato tratto è stato intitolato a Raffaele Granara disegnatore, incisore e intagliatore, nato a Genova nel 1807. Allievo del Morghen, fu anche professore d’intaglio all'Accademia Ligustica di belle arti, appellativo derivante dal nome della regione Liguria. Fondata nel 1751, l’accademia che riunisce le

funzioni di scuola di formazione e di museo, è situata nella centrale piazza De Ferrari ed è circondata da un ombroso porticato che si prolunga fino al teatro Carlo Felice. Una scuola voluta dall’aristocrazia genovese sensibile alle nuove idee illuministiche che circolavano in Europa. Granara si dedicò quasi esclusivamente ad incisioni di riproduzioni e tra le sue stampe migliori c’è la Madonna della seggiola, spunto preso da un dipinto ad olio di Raffaello esposto alla galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze, che rappresenta la Madonna, Gesù e S. Giovannino. Di

Se fumetto fa rimacon con un cofanetto Romanziere click Sotto l’ombrellone ti porti il mondo Disney “Maggio dei libri” col… Trucco

Salita Raffaele Granara, breve tratto di strada, dalle carte risultanti negli anni 1842, venne chiamata ‘creusa comunale del Ponte’. Il suo percorso partiva dall’attuale via Bombrini, seguiva un tratto di via Operai, uno di via Ansaldo e sbucava nella strada provinciale del ponte, all’altezza di via Pieragostini. Lungo il suo tragitto, lato mare, nel 1846, Taylor e Prandi fecero edificare un’officina che poi divenne Ansaldo e seguendo i vari mutamenti industriali e viari, questa via, ormai ridimensionata, da salita del Ponte, diventò salita Raffaele Granara, una strada a senso

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brillanti. Una buona estetica per queste storie nate dalla fantasia delle classi di Modica, Bari, Napoli, Cagli, Pietrasanta, Modena, Campagnano e Comerio. Buone letture non solo per i ragazzi ma anche ricette da provare in cucina per le loro mamme: perché non provare le barchette di verdure – già che siamo in estate – a pagine 132 delle storia di Indiana Pipps? Una ricetta facile facile, da fare in cinque mosse e che non richiede più di venti minuti. A questo punto la curiosità è d’obbligo e via tutti a sfogliare le altre storie alla ricerca delle ricette “perdute”. Proprio un bel connubio tra letture e l’educazione al cibo senza dimenticare il divertimento; se sfogliate l’indice troverete oltre ai protagonisti e gli artisti che hanno collaborato anche le rubriche “ Equilibrio a tavola”, “Cibi e culture”, “Mangiare con gusto”, “Ricetta”, “G ioc h i ”, “S u p er Quiz”, “Curiosità“ e non poteva mancare “Soluzione dei giochi”. A questo punto ragazzi sapete cosa leggere mentre aspettate la merenda e se non avete le storie a casa, consultate l’orario estivo della biblioteca e sapete dove trovarle. Liliana Gatto

grande pregio anche un ritratto di Bernardino Luini, pittore di scuola rinascimentale lombarda riferibile ai Leonardeschi, pittori attivi dall'inizio del XVI secolo e seguaci dello stile di Leonardo da Vinci. Granara incise anche opere del Cambiaso, Procaccini ed altri maestri e collaborò con la Regia Galleria di Torino e dell’Azelio e con la Galleria Pitti, illustrata da Luigi Bardi. Raffaele Granara morì a Genova nel 1884, a 77 anni. Rosanna Robiglio

CENTRO ESTETICO LILIANA DIBI - MILANO


ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi

Il tempo che ha fatto MAGGIO 2017

La Ue: “Il latte è un prodotto animale” (Grazie Ue, ma noi lo sapevamo già)

paroliamo

ininterrotta di una femmina lattiera sana, ben nutrita e non affaticata. Esso deve essere raccolto con accuratezza e pulizia e non deve contenere colostro. La semplice indicazione latte indica solamente il latte di vacca. La pulizia del materiale e degli utensili deve essere fatta in modo che la composizione del latte non possa essere modificata”. Basterebbe questo per capire che alcune etichette non sono completamente chiare e per avere le idee precise. Balza agli occhi la dicitura “vacca” e non mucca. Il latte è vaccino: una mia compianta insegnante diceva che dire mucca è come dire micio, la parola non ha alcun riconoscimento scientifico o legislativo. E non servivano sentenze Ue a fare chiarezza perché la legge italiana, ben specifica che la dicitura latte indica solamente quello vaccino. È chiaro che sono quindi esclusi tutti i surrogati del latte di origine vegetale. Quindi è sottinteso che tutti i derivati di questi surrogati del latte non possano essere denominati formaggio, yogurt e altro. Se avessimo dubbi è sufficiente leggere ad esempio la definizione

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I O C I G A T S

E L A R E M R E

C A D N U E O R A S U O N I T U

G L O T

N A R F

D N O T

O P U L

L A B E

T A N 0

I H C U

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C.F. 01951360997 “ilCorniglianese” ed i corniglianesi ringraziano

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2 12 22 del formaggio che tecnicamente è un derivato della lavorazione del latte: “il for3 13 23 maggio è il prodotto ottenuto dalla coagulazione acida o presamica del latte 4 14 24 intero, parzialmente o totalmente scremato oppure della crema di latte facen5 15 25 do anche uso di fermenti e sale da cuci6 16 26 na”. È fuori dubbio che 7 17 27 indicando chiaramente latte ogni 8 18 28 dubbio è superato, ed ugualmente lo è 9 19 29 per tutti gli altri prodotti che sono 10 20 30/ indicati come deri31 vati della sua lavorazione. Giorni di pioggia: 10/ Temporali: 2 Parliamo appunto di Giorni di sereno: 7 Temp. min.: 13,8°C Max. : 19,9°C panna, mascarpone, Tendenza meteo Estate burro, ricotta, gelati, yogurt, fermenti La caratteristica della stagione in lattici e tantissimi altri. Europa sarebbe il graduale consolidaSi deduce che la sentenza Ue è sicura- mento del promontorio anticiclonico mente importante per altri Paesi comu- sub tropicale ad ovest della Penisola e code di perturbazioni che, nel loro nitari eventualmente sprovvisti di una movimento verso i Balcani lambirebprecisa legislatura e per disincentivare la bero l'Italia. Per questo motivo farebconfusione nel consumatore. be più caldo al Nord e sulle Tirreniche mentre le regioni meridionali e del Fortunatamente in Italia abbiamo leggi efficaci e sappiamo che il latte è un pro- medio Adriatico godrebbero di periomeno caldi e più ventilati. Le precidotto di derivazione animale, vaccino per dipitazioni, a prevalente ciclo diurno, definizione ma può essere anche ovino, sarebbero più probabili localmente sulla fascia prealpina. caprino, bufalino, equino, ecc. CALDO E SECCO TRA UK, Come sempre l’abito non fa il monaco, FRANCIA non è sufficiente essere impacchettato E PAESI BASSI per essere definito latte ma questa per Questi Paesi sarebbero sempre più interessati dall'alta pressione. La noi è come la scoperta dell’umidità nei Spanish Plume, la massa d'aria secca pozzi.

Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

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dal Nord Africa, da una parte contribuirebbe alle giornate molto calde su queste Nazioni, dall'altra alimenterebbe fasi temporalesche anche intense tra Spagna centrale Bretagna ed Aquitania. Caldo in aumento tra Baleari e Sud Est della Spagna. ACQUAZZONI E TEMPORALI Fenomeni localmente intensi tra, Slovenia, Croazia Bulgaria, Macedonia e Nord Grecia per via dell'interazione tra la massa d'aria più fresca e quella calda ed umida in risalita dal Mediterraneo. IN LIGURIA Si prevede una estate mediamente calda, saranno possibili locali temporali rinfrescanti solo sulle Alpi Marittime, a Genova e sulla costa invece si preannuncia una estate lunga con umidità percepita e indice di calore elevati. Nicolò Scibetta www.meteoligure.it

Soluzione a pag. 23

Alcuni giorni fa, una sent e n z a d e l l a Corte di Giustizia Riccardo Collu della Ue ha sancito che i formaggi si fanno solo dal latte e che questo è di origine animale. Ciò che stupisce non è la sentenza ma perché si è resa necessaria. Le conclusioni di questo iter giudiziario hanno decretato che «i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come “latte”, “crema di latte” o “panna”, “burro”, “formaggio” e “yogurt”, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale». Ed ha ulteriormente precisato che: «Ciò vale anche nel caso in cui tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive, che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione». Tutto ciò dovrebbe essere scontato per gli addetti ai lavori, potrebbe non esserlo per un consumatore ma pare che non lo sia anche per qualche improvvisato scrittore di enogastronomia. Come ho affermato altre volte la legge italiana tutela molto l’agroalimentare e i suoi prodotti, quindi è sufficiente conoscerla ed applicarla. La definizione di latte, ad esempio, è molto chiara: “Il latte è il prodotto integrale ottenuto dalla mungitura totale ed

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Giugno: chi al mare,dichi alle fiere e chi per erbette Astri Lidia Frascio Miei cari, eccoci quasi arrivati anche quest'anno al prossimo solstizio d'estate. Le stagioni si susseguono come la ruota del tempo che gira, gira, non tenendo conto di ciò che vorremmo fermare e di quello che ci piacerebbe saltare con un solo piede o a due piedi, come nel gioco antico del pampano che facevamo noi bimbe di Cornigliano ai giardini presso il monumento ai Caduti, seguendo il tracciato eseguito con un mozzicone di gesso, preso a scuola. Il sole l'1 giugno è a 10°42' Gemelli. Entra in Cancro il 21 alle 4:25. I nati in questo segno d'acqua vengono descritti dai manuali di astrologia come sensibili, amanti della famiglia, dolci e piuttosto golosi. In effetti in questo mese avranno più di un'occasione per soddisfare il loro desiderio di ghiottonerie a cominciare dalla frutta estiva coloratissima e succulenta, come ciliegie, albicocche, pesche e per finire sono all'ordine del giorno grandi scorpacciate di gelati e sorbetti, che, visto il clima già molto caldo, vengono consumati in abbondanza rallegrando pranzi, cene e gioiose merende. Recita un antico proverbio contadino: “Di maggio ciliegie per assaggio, di giugno ciliegie a pugno”. Cosa succede o è già successo a giugno? Intanto va ricordato che il 2 Cornigliano in festa, con la via principale chiusa al traffico, è stato un evento di enorme successo, dato il gran numero di banchi con le merci più interessanti e la notevole affluenza di visitatori da tutte le parti della città. Cornigliano ha offerto una bella immagine di vita e di intraprendenza. In questo mese dubbi amletici ci tormentano, togliendoci la tranquillità. Il giorno in cui sto scrivendo è l'8 giugno e sono tra quelli che si arrovellano su a chi dare la preferenza: ho le tasche piene di santini e santoni. Molte persone si candidano cogliendomi un po' di sorpresa, le immaginette hanno sorrisi accattivanti e le promesse sono molto allettanti e futuribili. Non c'è che il grande imbarazzo della scelta: per ideologia, per simpatia, per conoscenza, per sfinimento, per far contento qualcuno, per dare un segnale di vita. Per noi donne c'è poi un tormentone estivo assai più futile, ma piuttosto sentito anche dalle persone più seriose: indossare, per le prossime escursioni marine il bikini o il costume intero? E qui un'ideuzza posso lanciarla: non

guardatevi con occhio critico e spietato allo specchio di sotto, di sopra e da ogni angolazione, prima, dopo e durante l'ispezione. Sorridetevi, sorridete e l'estate vi sorriderà. Addentiamoci spensierate questi ottimi hot dog con bicchierozzi di birra artigianale, gustiamoci pizze, barbecue e gelati che riunioni all'aperto e buona compagnia scaccia pensieri propongono: questi sono i piccoli piaceri di cui non fare a meno, salute permettendo. E poi è bene ricordare che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, quindi ce n'è per tutti i gusti e il mondo è bello, come dice il mio amico Gigi, perché avariato. In alternativa al bikini c'è pur sempre il burkini (inventato a scopi commerciali da un'australiana), che copre elegantemente la maggior parte del corpo con stoffe leggere e sinuose aderenze. Alla fin fine mettetevi un po' quel che vi pare e piace, senza timori di ostentare rotondità fuori ordinanza, l'importante è sentirsi a proprio agio, prima ancora che negli abiti, nel proprio corpo, autentico compagno di vita. Non è il caso di dare troppo importanza al giudizio estetico degli altri, sempre troppo, esasperatamente attento al fisico femminile, altrimenti si rischia di non accettare le inevitabili trasformazioni del passare degli anni ed inseguire un'immagine virtuale. Sartre sosteneva: “Il nostro inferno so-

no gli altri.”, ma credo solo se si dà troppo spazio a pregiudizi e si cerca a tutti i costi l'approvazione su come si appare. Il 21 giugno alle 6:25 del mattino avverrà il solstizio, il sole nel segno del Cancro raggiungerà lo zenit, punto più alto sull'orizzonte. Il solstizio d'estate è il giorno più lungo dell'anno, invece quello d'inverno il più corto. Il 24 giugno, immediatamente dopo il solstizio d'estate, il calendario cristiano festeggia la nascita di S. Giovanni Battista, unico santo di cui si celebra la nascita e non la morte. Questa festa d'estate, anche se l'energia del sole è destinata a diminuire, dopo aver raggiunto il culmine al solstizio, rappresenta la pienezza della vita. È usanza popolare raccogliere erbe come l'erba di S. Giovanni (iperico) per rimedi naturali, ma anche noci per fare il nocino. Riporto, trafugandola da un librone segreto, la ricetta del nocino di S. Giovanni. Ingredienti: 30 noci verdi raccolte il giorno di S. Giovanni, un litro di alcol 95°, 10 chiodi di garofano, 700 g di zucchero, mezzo litro d'acqua, 3 scorze di limone non trattato (solo la parte gialla), un cucchiaino di cannella. Esecuzione: le noci con il mallo vanno tagliate a spicchi e messe in un vaso con l'alcol per un giorno. Al successivo si aggiungono gli altri ingredienti tranne l'acqua e lo zucchero. Bisogna lasciare macerare per dieci giorno, agitando

spesso il composto. Quindi filtrare ed aggiungere uno sciroppo preparato con l'acqua calda (ma non bollente) e lo zucchero. Lasciare raffreddare, imbottigliare e consumare dopo almeno tre mesi. A giugno si raccoglie anche la pervinca che si trova spontanea nei boschi e nelle radure. Il suo nome sembra derivare dal latino vincire, che vuol dire legare, avvincere, perché la piantina è strisciante e nel medioevo era usata per filtri amorosi. In questo mese presenta la più alta concentrazione di principi attivi. Il fiore ha sfumature dal violetto al blu, colori che rivelano la presenza di tannini, benefici per la circolazione. Si utilizzano le foglie fresche o essiccate per scopi officinali. La pervinca pare abbia proprietà antidiabetica, astringente, cicatrizzante, digestiva, ipotensiva e contribuisce a rallentare il processo di invecchiamento. In ultimo, a fine giugno, il 29, c'è la ricorrenza dei SS. Pietro e Paolo che, in zona Foce e vie limitrofe fino a Corso Italia, viene festeggiata con una grande fiera, anticipata al 25 giugno per un solo giorno. La tradizione sconsiglia però di andare al mare in tale ricorrenza perché troppo rischioso, meglio sbizzarrirsi tra fiumi di merci di ogni tipo anche mangerecce, che invadono la zona fino a sera. Tra una maglietta variopinta e una frittella zuccherata, bacetti e bacioni Astri

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3 giugno-5 agosto Viva l’estate a Villa Bombrini Dal Beer Festival alla VII Festa popolare della Pro Loco (tutto il programma)

A Villa Bombrini si comincia il 7-8-9 luglio con il Genova Beer Festival Summer & Grill. L’apertura degli stand sarà dalle 18 all’una. La domenica a partire dalle 12. Il 14-15-16 luglio ecco ritornare la VII Festa popolare della Pro Loco di Cornigliano. L’apertura degli stand sarà alle 19.

Non solo: nei week end del 7-8-9 luglio e 14-15-16 luglio, con inizio alle 21, si succederanno serate di solidarietà per la Lega contro la Fibrosi Cistica con i comici di Zelig e Colorado, serate di musica country e celtica, di ballo popolare, esibizione di combattimento con armature medioevali, esibizione di gruppi emergenti, con bar, focacceria, braceria e birre

L’Anpi sulle tracce di Francesco Moisello

artigianali. Tutto ciò a cura di Pro Loco Cornigliano, in collaborazione con l’Associazione Papille Clandestine Ingresso e ampio parcheggio gratuiti e disponibili per tutti. La redazione

San Giovanni in Laterano. Il Papa alla messa con il pastorale regalato dagli operai dell’Ilva di Genova

Il POLO CULTURALE DI CORNIGLIANO Biblioteca civica Guerrazzi e Centro Civico presentano

UNO DEI TANTI Incontro a due voci sulle tracce di Francesco Moisello partigiano

Parteciperà Luca Borzani, Presidente della Fondazione Palazzo Ducale

21 giugno ore 17,00 nella tua biblioteca Via Cervetto 35

In occasione della messa del Corpus Domini, domenica 18 giugno, Papa Francesco in San Giovanni in Laterano ha impugnato il pastorale d’acciaio che gli era stato regalato dagli operai dell’Ilva di Genova, in occasione della sua visita nella nostra città lo scorso 27 maggio. Come aveva promesso all’Angelus, Papa Francesco si è recato in piazza San Giovanni per celebrare la messa sul sagrato della Basilica, per la prima volta di domenica. Nell’omelia per la solennità del Corpus Domini il Papa ha detto: nella frenesia che caratterizza la vita di tutti i giorni il rischio è che fatti e persone ci scivolino addosso e invece: «Ricordati». Alla fine della processione, il Pontefice ha impartito la benedizione finale della celebrazione del Corpus Domini dalla basilica di Santa Maria Maggiore, dove è stato portato in processione il Santissimo Sacramento da quella di San Giovanni in Laterano. Carlo Guerra


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Conclusi i corsi Cup Letture e spettacoli di fine anno per i Laboratori di Sestri Ad agosto

Acerba estate L'estate è agli esordi: ci attendono esperienze esaltanti, nuovi progetti, come quelli espressi nella poesia di Lucia Berruti, corsista dell'Atélier di Scrittura di Sestri. Sarà estate, prima o poi Saranno risate e batticuori sassi roventi su spiagge assolate giochi infiniti, amicizie ritrovate Nascondigli segreti fragranza di fiori notturni Succose ciliegie, profumo d'erba nidi scoperti tra le fronde stridìo di rondini nel roseo cielo Gustosi gelati, morsi di anguria concerti di rane nel buio E l'onda fresca sulla pelle. Prima o poi... Nella foto: Claude Monet, Casetta di pescatori sugli scogli, Varengeville, 1882

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Anna ricorda il marito Silvano Partigiano, pittore, scultore e poeta

Per ricordare un nostro concittadino, Silvano Ferretti, mancato il 6 gennaio, siamo andati ad incontrare la moglie, Anna Bonafé, oggi ricoverata nell’Rsa di Coronata. Silvano ha abitato più di trent’anni in viale Narisano ed è stata Anna a sollecitare che il nostro giornale si occupasse di suo marito ricordandolo come corniglianese ma anche come partigiano, quindi non potevamo ignorare l’appello di Anna che mi ha accolto seduta nella sua sedia a rotelle al San Raffaele. Anna, nata nel 1928 a Pegli, è donna brillante e molto lucida nonostante gli anni, ci dice: vorrei che il suo giornale ricordasse Silvano. “Sono qui dall’inizio dell’anno, subito dopo la sua scomparsa per un tumore. Ho lavorato e vissuto per molti anni a Cornigliano, lavoravo nella farmacia San Giaco-

mo. Silvano era partigiano nella Brigata Liguria, lo chiamavano Pisello perché era il più piccolo. In seguito ha lavorato all’Ansaldo come meccanico. Noi ci siamo sposati appena finita la guerra. Ma Silvano era anche un artista: dipingeva, componeva poesie ed era anche scultore. Dopo le mareggiate andava sulla spiaggia e se il mare portava dei tronchi li raccoglieva e ne faceva delle figure. Parlando invece di me, ho studiato a Pavia e, al tempo del fascio, ero costretta a marciare in divisa da piccola italiana ma devo dire che non lo facevo volentieri. Poi ho lavorato nella Farmacia internazionale, a Sampierdarena, e come dicevo prima, nella San Giacomo, a Cornigliano. Adesso mi sono adattata ma i primi mesi nell’istituto sono stati difficoltosi. Sto scrivendo un libro autobiografico, mi farebbe

piacere pubblicaste la foto della croce al valor militare che ha ricevuto Silvano. Vi ringrazio del vostro interessamento e mi permetto di salutare tutti i corniglianesi che si ricordano di me ma, soprattutto, del caro Silvano”. Mi permetto di chiudere l’articolo con una poesia di Silvano dell’aprile 1978: 25 Aprile No, No, forse non vogliamo cambiare niente. Diciamo al ladro: ruba qualcosa meno. Diciamo ai padroni: siate un po’ meno padroni. Ma non possiamo dire, ricordandoli, a quanti sono morti per far cambiare qualche cosa: Forse avete esagerato donando la vita

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Carlo Guerra


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I colori dell’incontro, opere di artisti disabili e bambini della Scuola della Pace della Comunità di Sant’Egidio

L’esposizione si è svolta da lunedì 5 giugno a sabato 10, a Villa Serra, Giardini Melis, al piano nobile della villa. Abbiamo chiesto a Fabio Tringali, uno dei responsabile dell’evento,di che cosa si è trattato e cosa ha ispirato i lavori di artisti disabili e bambini. “La Comunità di Sant’Egidio ha riaperto alla cittadinanza la storica Villa Serra, grazie anche al patrocinio del Municipio VI e alla collaborazione dei vigili urbani, oltre che al lavoro di tantissimi volontari, tra cui si sono distinti diversi giovani richiedenti asilo residenti al Campus di Coronata. La prima esposizione, che nasce dai laboratori d’arte della Comunità di Sant’Egidio, è stata dedicata quest’anno al grande tema degli anziani. Le opere, realizzate con tecniche diverse (dipinti, installazioni, testi) affrontano temi quali l’alleanza tra le generazioni e il valore della memoria (con un focus sulla memoria della deportazione degli ebrei, grazie alla testimonianza di Annamaria Repetto, sorella di monsignor Repetto, “Giusto tra le nazioni”); paesaggi e mestieri di una volta, le paure, la vita in istituto, il desiderio di restare a casa propria. Gli artisti propongono alternative all’istituzionalizzazione degli anziani e suggeriscono di guardare alla fragilità (degli anni ma non soltanto, in senso più ampio) come ad un

valore prezioso da difendere. Alcuni degli artisti presenti hanno incontrato ed intervistato, durante quest’ultimo anno, diversi anziani genovesi, e dai loro racconti hanno tratto l’ispirazione per i loro quadri, alcuni realizzati insieme agli anziani stessi, con i quali è nata una sincera amicizia. La seconda esposizione nasce dalla riflessione dei bambini sul tema della Pace, sviluppata attraverso incontri diretti con testimoni di situazioni di conflitto, e attraverso la partecipazione ad iniziative di solidarietà e di approfondimento. Nella prima sala le opere riguardano il grande bisogno di pace del nostro mondo e della nostra città (i muri, le divisioni, i pregiudizi, i confini, l’inaccoglienza verso chi è straniero, lo sgombero del campo rom) mentre nella seconda sala, detta “della Pace”, gli artisti propongono alcune possibili vie di pacificazione, mostrando che una risposta alla grande domanda di Pace è possibile (l’accoglienza, i corridoi umanitari, la marcia per la Pace, l’amicizia, il lavoro delle maestre di Cornigliano con i bambini, la solidarietà espres-

sa in varie forme). L’impegno di Sant’Egidio con le persone con disabilità è cominciato a Roma più di quaranta anni fa e si è esteso progressivamente a Genova ed in molte altre città d’Italia e d’Europa. Il Laboratorio artistico Gli Amici, ha sede in via Gattorno da 4 anni, ed è frequentato settimanalmente da un gruppo di 30 disabili mentali, a titolo assolutamente gratuito. Nei laboratori d’arte, gli Amici disabili studiano, comunicano e creano: utilizzando tecniche e materiali diversi, cercano e trovano canali comunicativi non abituali giungendo, con la creazione di opere pittoriche ed installazioni, ad una sintesi iconografica del proprio pensiero. La Scuola della Pace, completamente gratuita, è presente nel quartiere di Cornigliano da oltre 30 anni ed ha la propria sede a Villa Canepa Giardini Melis. Si qualifica come un ambito educativo che accompagna il bambino e l'adolescente nel percorso scolastico, proponendo un modello educativo aperto agli altri, solidale verso i più sfortunati, capace di superare barriere e le discriminazioni. Le attività della Scuola della Pace si svolgono quattro pomeriggi alla settimana e raccolgono, complessivamente, oltre 100 minori tra bambini delle elementari e ragazzi della scuola media”.

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Comprare una seconda casa: quali vantaggi? Hai messo da parte un piccolo gruzzoletto, sei proprietario di una bella casa in centro, eppure, sei ancora dinnanzi a quel famoso bivio dove parecchia gente è dovuta passare: investo in un immobile o conservo i miei risparmi investendoli in un titolo, in un fondo oppure in un libretto di risparmio? Se si tratta della seconda casa, la vedo come un vero salvadanaio di cemento. Pensaci bene: potresti comprare quella casa sul promontorio, che sogni da quando eri più giovane, e che ammiravi durante le tue vacanze al mare. I soldi che useresti per pagare il mutuo, una volta che quest'ultimo sarà estinto, saranno i tuoi risparmi. La casa, per qualsiasi necessità, potrai sempre venderla, o affittarla e ricavarne un reddito passivo. A proposito di affitto, ti parlo subito del secondo reale vantaggio: la destinazione d'uso. Sì, in effetti, non suona come un vantaggio, ma può diventarlo se valuti bene l'utilizzo della tua seconda casa. Dimenticati della casa al mare e concentrati su un ampio quattrovani in una zona presa di mira dai centri commerciali. Acquistare una seconda casa in una zona ben servita può significare affittarla facilmente. Probabilmente farai un affare (il valore di

acquisto delle case è sensibilmente più basso rispetto a qualche anno fa) e pagherai le rate del mutuo con la quota d'affitto. Oppure una casa al centro da trasformare in casa dello studente? Per non parlare della possibilità di aprire un B&B e differenziare il tuo business. Dovrai essere consapevole delle tue possibilità economiche e valutare ogni aspetto, ivi compreso il risparmio quotidiano sulle spese correnti, i proventi da altre vendite, i tempi necessari per avere la disponibilità di questi altri fondi, oltre a stabilire prima di accendere il mutuo anche una quota per “varie ed eventuali”, in più oltre a quella necessaria per l'acquisto della seconda casa. Questa quota sarà funzionale a coprire quelle spese impreviste con altrettanta tranquillità, spese che possono presentarsi quando meno te l'aspetti, specie se nella casa che hai acquistato sarà necessario fare dei lavori di ristrutturazione. Non lasciarti confondere né intimorire dalla burocrazia, da imposte e percentuali di dubbia comprensione. Piuttosto, affiancati a un professionista e trova la soluzione più adatta a te. Sarai più tranquillo e risolverai senza fatica alcune problematiche che agli occhi di un esperto sono pane quotidiano. Andrea Scibetta Agente immobiliare Fiaip Amministratore condominiale

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Pancia gonfia? Ecco perché Certamente è il periodo più propizio per parlare di cibo e di diete ma queste informazioni sono utili sempre. Perché la nostra pancia a volte lievita? La presenza eccessiva di gas nel nostro intestino può essere il segno di un problema nell'elaborazione del cibo. Ecco cosa avviene quando mangiamo. Il cibo viene disgregato e ridotto a nutrienti essenziali che saranno poi assimilati separandoli da ciò che invece sono gli scarti. Durante questo processo che si chiama digestione il nostro organismo è impegnato a decomporre con la forza bruciante degli acidi gastrici e poi con il lavoro dei batteri intestinali. Tutto avviene con produzione di calore, di un piccolo fuoco, nell’intestino tenue. Poi c'è l'intestino crasso dove le sostanze vengono assimilate o eliminate. Quindi per digerire un alimento il nostro corpo ha bisogno essenzialmente di due cose: gli enzimi che distruggono i cibi separando le varie componenti, e i batteri. Nel nostro organismo ce ne sono di varie specie. La loro azione per noi è preziosa basti pensare che alcune delle vitamine del gruppo B sono prodotte anche dalla loro attività. Alcuni di questi batteri hanno un'azione fermentativa che serve a rendere possibile il metabolismo dei carboidrati e degli zuccheri. Altri hanno un'azione proteolitica cioè ci fanno digerire le proteine e la carne. Quando la loro attività non è più regolare, non si autoregola, e questo avviene a causa della nostra cattiva alimentazione, ecco che i batteri cominciano a moltiplicarsi e a produrre con il loro metabolismo, più gas: da qui gonfiori e meteorismo. Ma attenzione perché quando questo fenomeno è frequente è causa sempre più gonfiore, la presenza dei batteri aumenta e si accumulano rendendo difficile l'eliminazione delle scorie e riducendo inoltre il movimento dell'intestino portando alla stipsi. Tutto ciò favorisce l'infiammazione delle pareti dell'intestino che se si cronicizza può tramutare le cellule sane in cellule cancerogene. Quindi molto attenti se si soffre di diverticolosi, perché una alimentazione inadeguata può provocare gravi conseguenze. Jose Cuffaro, farmacista

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) La moltiplicazione dei pesci

Pennette e triglie Ingredienti per 4: 500 g triglie, 320 g pennette, 50 g buccia limone, 8 g polvere di caffè, un bicchiere di vino bianco secco, olio extravergine, sale. Pulite bene il pesce, sfilettate e spinate, ponete i filetti in frigo. Versate teste e lische in una pentola, riempitela di acqua fredda, portate a ebollizione e fate cuocere per un’ora. Filtrate il brodo con un colino fine, rimettetelo sul fuoco e lasciatelo restringere per oltre la metà. Tritate i filetti di triglia e fateli rosolare per 2 minuti in una padella con un filo d’olio; bagnate con un cucchiaio di brodo, cuocete per altri 3 minuti e sfumate con il vino. Evaporato l’alcol correggete di sale. Cuocete la pasta nel restante brodo, scolatela 2 minuti prima che sia cotta ma conservate l’acqua di cottura. Saltate a fuoco vivace la padella con le triglie, aggiungete la pasta e bagnate di tanto in tanto con l’acqua di cottura che avete tenuto da parte. Grazie all’amido rilasciato della pasta il composto risulterà cremoso, come un risotto. Spegnete, fate riposare 1 minuto e poi aggiungete la buccia del limone tagliata a

pezzettini. Servite su un piatto piano e decorate sia la pasta che il piatto con il caffè. Orata all’uvetta Per 6 persone sarà sufficiente un’orata del peso di un chilo. Pulite e asciugate il pesce e ponetelo in un recipiente della sua misura. Ricopritelo di vino bianco secco (ne occorrerà circa un litro), aggiungete una grossa carota tagliuzzata sottilmente, un ciuffo di prezzemolo e due foglie di lauro, uno spicchio d’aglio e una cipolla di media grossezza, il tutto tagliato in piccoli pezzi. Condite con un po’ di sale e lasciate cuocere il pesce lentamente per circa tre quarti d’ora. Quando il pesce sarà cotto sollevatelo dal bagno aromatico, ponetelo nel piatto di servizio, ricopritelo e tenetelo in caldo, dividete il vino in due casseruole, in una mettete tutte le erbe di cottura, che farete finir di cuocere e passerete poi al setaccio, nell’altra ponete mezz’etto di uvetta sultanina precedentemente lavata. Fate bollire vino e uvetta fino a che il liquido non sarà ridotto. Trascorso questo tempo unite i due intingoli, aggiungete una noce di burro, fate scaldare bene il

tutto, poi versate la saporita e profumata salsa sul pesce. Canestrelli di Torriglia Dosi. 1 kg di farina, 600 g burro, 300 g zucchero, 4 tuorli, scorza di limone grattugiata, un albume d’uovo. Preparazione: impastate tutti i componenti della ricetta sino ad ottenere un composto sodo e compatto. Lasciate riposare per un’ora e mezza in luogo fresco. Ripreso l’impasto tiratelo con il mattarello sul tavolo da lavoro infarinato allo spessore di un centimetro. Con un tagliapasta smerlato formate dei dischi di 7-8 cm di diametro, dal centro dei quali si toglierà un piccolo dischetto di due cm. Naturalmente riprendete i ritagli, rimpastate e ricavate altri canestrelli. Spennellate la superficie con l’albume d’uovo, infornate a 180° e cuocete per una buona doratura. Errata corrige. Nel numero scorso, nella ricetta della crostata leccornìa non risultava per la pasta, il burro. Ce ne vuole 150 g. Ci scusiamo dell’omissione.


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Giugno 2017 I nostri inserzionisti

Ciliegie, regine rosse dell’estate di energia e di sostanze nutritive utili. Il loro consumo è dunque particolarmente indicato in caso di stress e spossatezza. Per depurare e disintossicare al meglio l'organismo, ti consiglio di mangiare 25 ciliegie al giorno, meglio se al mattino, dopo il digiuno notturno, e di accompagnarle bevendo molta acqua. Ora che sono di stagione, mangiare ciliegie al mattino potrebbe diventare una buona abitudine per iniziare al meglio la giornata. Secondo gli studi più recenti, le ciliegie sono un alimento particolarmente adatto per chi pratica sport. E, soprattutto se sei sempre in movimento, il succo di ciliegia sarebbe davvero un toccasana. Si tratta infatti di una bevanda energetica, utile contro le infiammazioni e per mantenere il cuore in salute, soprattutto grazie alla ricchezza di antiossidanti. Le ciliegie, in quanto fonte eccellente di potassio, aiutano ad abbassare la pressione del sangue contribuendo a bilanciare l'eccesso di sodio nell'organismo. Il loro utilizzo alimentare più comune riguarda la preparazione di marmellate, conserve, sciroppi, liquori, frutta sciroppata, gelati, yogurt e dolci di vario genere. Naturalmente, sono ottime anche gustate da sole o nelle macedonie. Ma gli utilizzi delle ciliegie vanno oltre l'alimentazione. Le ciliegie infatti non sono solo delle grandi alleate della salute, ma anche della bellezza e, in particolar modo, sono fondamentali per la cura della pelle. Grazie ai caroteni e ai sali minerali, aiutano a proteggerla dal sole e a ottenere un’abbronzatura naturale e omogenea. Fanno bene alle gambe, grazie ai loro notevoli poteri diuretici, e contrastano i problemi di circolazione, di cellulite e di fragilità capillare. In questo caso, per sconfiggere la buccia d’arancia ti consiglio un decotto a base di gambi o peduncoli. Ne bastano 20 per circa un litro d’acqua. Falli bollire per qualche minuto e successivamente bevi la tisana fredda. Questo frutto dolce e succoso viene utilizzato spesso come ingrediente per la preparazione di maschere e negli impacchi rigeneranti o come scrub naturale per il corpo, grazie ai suoi poteri esfolianti. Se metti una manciata di ciliegie secche in un thermos con acqua bollente, chiudi e lasci riposare per 5 ore circa otterrai un’ottima acqua aromatizzata per lavare e rinfrescare il viso da utilizzare mattina e sera. Rossana Cattide www.balocchi-e-profumi.it

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Lo scorso fine settimana sono stata nell’entroterra genovese per fare una bella passeggiata in mezzo alla natura ed ho avuto la fortuna di imbattermi in alcuni ciliegi con i frutti maturi e si sa, una tira l’altra! La ciliegia è un piccolo frutto dal colore variabile, tra il giallo e il rosso scurissimo, quasi nero. Ha un sapore dolce con retrogusto acidulo, una consistenza tra il morbido e il croccante, ha la tipica forma sferica con un solo nocciolo all’interno. Il ciliegio è probabilmente originario dell’Asia, in Italia è arrivato dalla Grecia, tra il secondo e il terzo secolo avanti Cristo: ne danno testimonianza sia Varrone che Plinio il Vecchio. In Estremo Oriente, soprattutto in Giappone, l’albero di ciliegio è diffusissimo e il periodo della fioritura della pianta, in giapponese Sakura, è uno dei più affascinanti dell’anno, tanto da richiamare i turisti che vengono da ogni parte del mondo appositamente per il cosiddetto hanami, il “guardare i fiori”. Esistono tantissime varietà di ciliegie, in Italia sono particolarmente note le ciliegie Ferrovia, molto diffuse in Puglia dalla caratteristica polpa succosa, la ciliegia Durone molto pregiata e polposa caratterizzata dalla polpa scura e dalle grosse dimensioni, e la ciliegia Anella di colore rosso acceso. Le ciliegie di norma si raccolgono tra maggio e giugno, se hai il privilegio di raccoglierle direttamente dall'albero, magari in campagna, ritieniti davvero fortunato. Le ciliegie sono un frutto ricco di vitamine del gruppo A, B e C. Sono una fonte da non sottovalutare di sali minerali, come ferro, calcio, magnesio, potassio e zolfo. Contengono oligoelementi importanti, melatonina naturale ovvero una sostanza che favorisce il sonno, e sono una fonte di antiossidanti che aiutano il nostro organismo a contrastare l'invecchiamento provocato dai radicali liberi. Gli antiossidanti principali contenuti nelle ciliegie prendono il nome di antocianine. Sono presenti soprattutto nella visciola, una varietà di ciliegia selvatica. Le ciliegie hanno importanti proprietà depurative, remineralizzanti ed energetiche. Aiutano a depurare il fegato e a regolare la sua attività. Sono un frutto diuretico e leggermente lassativo. Il consumo di ciliegie è considerato particolarmente utile in caso di stipsi. Il loro contenuto equilibrato di sali minerali e vitamine aiuta a ricaricare l'organismo

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Gso Corniglianese: festa di chiusura dell’anno sociale all’insegna dei veri valori dello sport Festa grande per il Gruppo sportivo oratoriale Corniglianese che chiude per il terzo anno la propria stagione con una grande cena conviviale alla quale hanno preso parte bambini, genitori e nonni che, con la loro presenza, hanno aggiunto quel valore di aggregazione diventato ormai un vanto per la società. Nei locali dell'oratorio della parrocchia dei Ss. Andrea e Ambrogio le parole di don Andrea Robotti, sempre presente agli appuntamenti importanti, sono state piene di ringraziamento per bambini, genitori e per tutto lo staff che grazie al loro volontariato favoriscono alla crescita del gruppo sportivo oratoriale. Va ricordato che per il Gso Corniglianese è stata immaginata una scuola calcio oratoriale che sapesse rispondere ai reali bisogni dei genitori che affidano i propri figli alle società di calcio con la convinzione che la scelta garantisca la crescita non solo sportiva del proprio bambino.

ad ogni costo oppure quella di inseguire una classifica per dimostrarne il proprio valore. I veri concetti sono quelli del rispetto per l'avversario, l'arbitro soprattutto quando sbaglia, i compagni di squadra, la società. Il gruppo sportivo oratoriale si prepara ad affrontare per il quarto anno la propria attività senza stravolgere nulla del lavoro fin qui svolto a partire dalla quota di iscrizione (€ 190, abbigliamento compreso per il primo anno e 110 € per i prossimi). Le leve interessate sono: 2005/2006/2007/2008/2009/2010/2011/2012. Per informazioni chiamare il numero 347.4852878. Il campo rimarrà aperto a giorni alterni anche nel mese di luglio.

L'attività sportiva seguita dagli educatori del Gso Nella foto: il presidente premia con una targa attraverso il costante lavoro sul campo favorisce e mister Marco Timossi con i ragazzi della sua forma la crescita del bambino aiutandolo a ricono- leva. Sergio Daga scere i valori che non sono l'ossessione del vincere

Biliardo, l’Arci Rizzolio conquista il titolo provinciale Battuti i rapallesi vince per il secondo anno il Superpalio di B

Nella foto, da sinistra: Fabio De Paola, Andrea Pavan, Elio Teodoro, Ivano Gadaleta, Franco Calvano, Claudio Capra, Patrizio e Luigi Serra, Giovanni Santimone L’Arci Rizzolio di biliardo ha conquistato (“a sorpresa” ha scritto qualcuno) il titolo provinciale a squadre nel Superpalio di B organizzato dalla Federazione italiana Biliardo sportivo e disputatosi nella Sala Chiamata del Circolo ricreativo aziendale Luigi Rum-Culmv Paride Batini. Insieme con la squadra corniglianese dell’Arci Rizzolio hanno conquistato i titoli provinciali le squadre del Bar Sodi (Superpalio

di A), il Circolo Santa Zita (Superpalio di C) e il Circolo San Fruttuoso Marassi nella categoria “amatori”. Così, per il secondo anno consecutivo (ecco perché il fattore-sorpresa viene meno) lo scudetto provinciale rimane a Cornigliano lasciando a bocca asciutta i rapallesi del Bar Rodo 1. La vittoria è stata ottenuta dal collettivo grazie alle prestazioni di Patrizio Serra, singolo vittorioso su Alessandro Tirelli, e delle coppie Andrea Pavan-

Fabio de Paola e Luigi Serra-Gianni Santimone che hanno avuto la meglio su Berretti-Caotti e CamisaCosta. In tutto, in 17 giorni di gare appassionanti, sono stati assegnati uno scudetto tricolore, 7 titoli regionale e 14 provinciali, coordinati dal Comitato genovese della Federazione italiana Biliardo sportivo con la supervisione del pool arbitrale composto da Santo Bellia (nazionale) e Paolo Piromalli, Mario Poccaterra, Antonio Randazzo, Maurizio Rivi, Antonio Ronchetto e Renato Zanardi. La redazione


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Giugno 2017 >>> I nostri inserzionisti

Firmato il decreto: defibrillatore obbligatorio per le associazioni sportive dilettantistiche Questa volta la proroga non c’è, dal 1 luglio 2017 obbligo di defibrillatori negli impianti sportivi e formazione degli addetti e dei dirigenti direttamente coinvolti. Dopo circa 4 anni dalla legge che rendeva obbligatorio l’utilizzo del defibrillatore nelle società sportive (decreto del ministro della Salute del 24 aprile 2013), le norme rendono obbligatorio l’utilizzo negli impianti sportivi. “Mantenere un impegno, soprattutto nell’ambito delle istituzioni non è solo una questione di principio, è una questione di sostanza” ha dichiarato il ministro per lo Sport, Luca Lotti, in merito al decreto congiunto tra Ministero della Salute e quello per lo Sport grazie al quale entra in vigore l’obbligo della dotazione ed impiego di defibrillatori per le società e le associazioni dilettantistiche. Ma chi deve dotarsi del defibrillatore? Abbiamo parlato diffusamente in questi mesi sul nostro giornale dell’obbligo del defibrillatore nelle società sportive, anche con riferimento alle responsabilità dirette del legale rappresentante o degli altri dirigenti. In un precedente articolo, infatti, oltre alle responsabilità avevamo parlato anche di dove deve essere installato e della sua reperibilità in caso di urgenza. La nota del Ministero dello Sport ribadisce che siano altresì escluse dai menzionati obblighi le società o associazioni sportive dilettantistiche che praticano sport a ridotto impegno cardiocircolatorio, il cui elen-

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co è contenuto nell’allegato A del decreto (a titolo esemplificativo: bowling, bocce, dama e freccette, tanto per citarne alcuni). Escluse dall’obbligo le società sportive che praticano sport fuori dagli impianti. Sono escluse dall’obbligo di dotazione del defibrillatore e dalla presenza obbligatoria del personale formato durante le gare le società o associazioni sportive dilettantistiche che praticano la propria attività al di fuori di un impianto sportivo. Cos’è il defibrillatore? È un apparecchio salvavita in grado di rilevare le alterazioni del ritmo della frequenza cardiaca e di erogare una scarica elettrica al cuore qualora sia necessario. L’erogazione di uno shock elettrico serve per azzerare il battito cardiaco e, successivamente, ristabilirne il ritmo. Generalmente, un defibrillatore è composto da due elettrodi che devono essere posizionati sul torace del paziente (uno a destra e uno a sinistra del cuore ) e da una parte centrale dedicata all’analisi dei dati da essi trasmessi. Esistono quattro principali tipologie di defibrillatori: i l d e f i b r i l l a t o r e m a n u a l e , il defibrillatore semiautomatico esterno, il defibrillatore automatico esterno e il defibrillatore impiantabile o interno. La redazione

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Che “spiagge eccezionali traSampierdarena e Pegli” Benvenuti ai bagni Vittoria di Cornigliano. E siamo solo nel 1886

GENOVA CORNIGLIANO Ufficio: V. Capo d ’ Istria,10R Tel. Fax 010 65 20 103 Officina: V. Capo d ’ Istria,7R/32-40R Tel. Fax 010 65 20 029 www.carrozzeriastigliano.com Cell.: 349 57 15 831

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un brodo, un bicchierino di rosolio, un bicchiere di vino di Bordeaux o di Malaga con biscotti.” Nei suoi Annali, il vescovo Agostino Giustiniani scriveva, per dissuadere i fanciulli dal fare il bagno in mare che “nell'agosto 1504, a mezzogiorno un grosso pesce, di specie canina, in un momento divorò ed inghiottì uno di questi bambini, un moretto schiavo di tal Aloisio Giberto.” Monito che a distanza di quasi mezzo millennio, ricevevamo noi ragazzini quando, con la lancia affittata andavamo a fare il bagno fuori dalla diga foranea e i pescatori, appostati sulla stessa e infastiditi perché allontanavamo le loro probabili prede, ci dicevano: “Ballette, leveve d’inte l ’ æ g o a ch’emmo visto giâ di verdoin!” Guido Pallotti

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pomeriggi festivi vi eseguisce scelti pezzi musicali la banda locale, composta da egregi dilettanti. Il caffè ristorante è ricco in ogni maniera di bibite, vini, liquori, gelati…. Mi piace ricostruire con la fantasia la bellezza e i fasti della nostra amata delegazione, si pensi che ancora non era stato edificato il Castello Raggio. Faccio mio e modifico un verso di una poesia del Carducci “Erra nel nostro mare il pensier mio/ sognando l’ombre d’un tempo che fu.” Immagino le cabine distanziate per la separazione dei sessi, ben diverse da quelle di legno della mia fanciullezza nei bagni Grifone a Calcinara, promiscue e piene di buchi artatamente fatti. I costumi da bagno erano improntati al massimo della morigeratezza: signore e signorine si coprivano con sottanina sopra i mutandoni, seni e schiena doverosamente coperti ma non da tessuti che bagnati avrebbero esaltato le forme femminili. Gli uomini utilizzavano invece una calzamaglia, spesso a strisce orizzontali che dal collo scendeva sino al ginocchio. Infinite erano le raccomandazioni, oltre a quella ancora in auge, di non fare il bagno in mare nei giorni della commemorazione di questi due santi: “San Pê o n’eu un da-a testa e un dai pê” e “San Giovanni Battista o n’eu un pe a seu pelissa”, era consigliabile “prima del bagno, un massaggio allo stomaco con olio d'oliva e di mandorle dolci e dopo il bagno per superare il senso di freddo,

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Il 25 aprile del 1886 nasceva a Genova il Secolo XIX, il 27 giugno sullo stesso giornale compariva l’articolo “Che spiagge eccezionali da Sampierdarena a Pegli”. Ecco cosa fu scritto su Cornigliano. “Il nuovo stabilimento Victoria a Cornigliano a cui si accede a mezzo di una comodissima strada aperta di recente, di fronte alla deliziosa Villa Rachel, è una utilissima ed elegante stazione marina, di cui è indubitabile, profittano i numerosi forastieri (sic) che tutti gli anni ospita Cornigliano. In questo stabilimento trovansi chioschi per riposo, gabinetti di lettura, comodi camerini, lancie (sic) da diporto, e cinque robusti bagnini. Vi è pure un’elegante sala per concerti serali e per danze. Nei

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ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione NEW ILVA E PATTO D’ACCIAIO Dobbiamo stare sereni?

L’Ilva è stata assegnata alla cordata Arcelot-Mittal (85%) con Marcegaglia Carbon Steel (15%). “Nessun dipendente perderà il lavoro”, “Gli interessi italiani saranno difesi da Marcegaglia”. Secondo me la “Marcegaglia Carbon Steel”, con i debiti che ha, non vede l’ora di... scappare. Anche se così non fosse, l’ArcelotMittal, colosso da 55 miliardi di fatturato e 1000 tonnellate d’acciaio l’anno, con l’85%, può fare quel che vuole, anche con patti parasociali “di ferro”. Per i ministri che si sono alternati alla guida del dicastero di via Veneto, basta che nella cordata resti un nome italiano, per “star sereni”. È dunque facile capire come l’Italia abbia perso oltre il 25% della sua capacità produttiva e, di questo passo, ne perderà ancora. “I siti produttivi resteranno in Italia”, così diceva Marchionne “scippandoci” la Fiat, e con essa tutta l’industria automobilistica che in passato (con molti soldi dei contribuenti) aveva primeggiato. “La Panda in Polonia"! In Italia si costruiranno le auto di lusso, di nicchia”. Sereni? Serenissimi! Il Ministero del Tesoro ha la golden share con cui controlla le industrie strategiche. Quelle per la difesa in particolare. Ciò non ha impedito a Finmeccanica di vendere la motoristica per aviazione alla statunitense General-Electric. In caso di guerra e senza il permesso Usa per l’utilizzo dei motori, occorre che i nostri piloti imparino a volare agitando vorticosamente le braccia. La strategia industriale è importante. È alla base dello sviluppo di un Paese. Si valutano i punti di forza e di debolezza. Si decide, si sceglie e, su scelte oculate, si persevera. Per l’Italia la materia è ostica e quindi s’improvvisa. Tra capitani coraggiosi e cortei contro gli immancabili quanto prevedibili tagli di personale nelle aziende vendute, si continua a pestare acqua nel mortaio. Cordialmente Pippo De Luca

menti pensosi, dati su quanti siamo e quanto pochi saremo senza il benefico apporto dell’immigrazione. Nulla, al contrario, su altre questioni sul tappeto. Capire, ad esempio, l'utilità degli immigrati appollaiati sulle panchine o dediti alla questua fuori dai centri commerciali o dai supermarket? O sulla necessità di ricevere tanti immigrati (180.000) quando ogni anno circa 150.000 italiani emigrano per mancanza di lavoro? Ma la pecca più grave negli elaborati ragionamenti degli esperti, è che appaiono costruiti su modelli passati, mentre risultano per nulla attinenti al mutamento che si va costruendo sotto i nostri occhi occidentali. Piaccia o meno, l'intelligenza artificiale e la robotica (vedi la realtà genovese/mondiale della Iit, Istituto italiano di tecnologia) sono già una realtà, e il non tenerne conto è anacronistico e fallimentare. Dove 100 anni fa occorrevano decine di contadini per mietere un campo o 100 operai nelle officine dell’Ansaldo per costruire un locomotore, oggi ne troviamo uno soltanto con la mietitrebbia e domani? Scomparirà anche quello perché la macchina agirà da sola e le locomotive le salderanno i robot. Situazioni più o meno analoghe si profilano in ogni altro settore lavorativo. Dunque, importare nuove braccia è davvero lungimirante? Oppure: quanto ci vorrà perché queste nuove presenze prendano il posto di chi li sponsorizza? Quanto ci vorrà perché un immigrato prenda il posto del direttore del Tg1? Del Corriere della sera? Della Stampa? Così come, notizia odierna, serve davvero in prospettiva "creare" 50.000 nuovi italiani ogni anno con la legge dello ius soli in discussione? Per accrescere la quota annua di italiani emigrati? Non sembra un gran risultato. Giovanna S.

Giugno 2017 Sarà pur vero che l'Europa qualcosa all'Italia versa per sostenere le spese dell'immigrazione selvaggia (1.000 euro/mese cad.) ma è anche vero che i miliardi stanziati e spesi per questa ragione vengono tolti dalle tasche del nostro allegro Stato e, di conseguenza, ce ne sono di meno per tutti i servizi che vanno ai cittadini. Ogni giorno arrivano nuovi immigrati e ne arriveranno altri per ‘x’ anni. Quelli già residenti e che lavorano sono sempre gli stessi e sarà una fortuna (per tutti) se non diminuiranno con il perdurare della crisi che in Italia sembra eterna. Paradossalmente spero che non rientrino i nostri emigrati altrimenti sarebbe un bel problema: cosa gli facciamo fare? Dove li mettiamo? E sì che i nostri giovani emigrati per guadagnare 2.000 euro di un lavoro che qui gliene frutterebbe solo 300 (!) a partita Iva, sono disposti ad andare a Londra e a morire bruciati in un grattacielo mal costruito e ristrutturato peggio… Federico Scolari

stufato”. Non sto dando il mio personale giudizio; ritengo che questo pensiero sia molto diffuso tra l’elettorato. A torto o a ragione, Renzi ha inizialmente raccolto incredibili entusiasmi e notevole credibilità. Peccato. E non riesco a capire francamente perché il mio Paese non riesca ad esprimere gente competente, seria come accade altrove. Non credo che i giornali esteri, nelle loro cronache locali, riportino ogni giorno di corruzione selvaggia, accomodamenti, turbative d’asta, collusioni, come da noi. Peccato. Gianluca Vecchi

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Le figurine di Anzalone www.ilvignettificio.org

REPORT REGIONALE SULLO STATO DI SALUTE DEI LIGURI Poco spazio alla disabilità

Gentili lettori, ho notato che il volume regionale sullo stato di salute dei liguri, uscito nel 2010 e ben nutrito di tabelle statistiche, dedica alla disabilità solo 3 pagine, mentre all’Aids ne dedica 8. Eppure la prima incide sulla popolazione ligure intorno al 6%, mentre la seconda si attesta a 174 su AMMINISTRATIVE 100.000 ab., per cui la diffeANALISI DEL VOTO renza abissale sulla quantità è Guai ai vinti macroscopica e impossibile da Prendo spunto (e comunque è occultare. Non avendo ancora vero che io e moltissimi come affrontato l’edizione successime) ci aspettavamo da tempo va a quella del 2010, non mi l'inizio della fine della parabo- sento di entrare in polemica con i compilatori del prezioso la M5s. A Genova una simile trattato. Mi limito pertanto a accozzaglia di personaggi inetti e sconosciuti, guidati da esprimere una delusione che presumo sarà anche di tutti un soggetto (il cittadino di Sant’Ilario) che aveva la pre- coloro che si riconoscono in tesa di reinventare da solo ed uno stato di permanente svantaggio. ex novo le regole di gestione della democrazia digitale tra- Ringraziando dell’attenzione, mite un banalotto sistema di porgo i miei cortesi omaggi. Angelo Stefanelli "partecipazione diretta" via internet, non poteva che terminare così. Se sono contento LEGGE ELETTORALE Maggioritario è meglio di questo? Affatto, e non lo dovrebbe essere nessuno, a mio modesto parere, per due Nessuna legge elettorale in motivi. Il primo è che effetti- discussione (tanto meno il vamente l'Italia, vista la situa- proporzionale tedesco che qui zione, avrebbe bisogno di un non può funzionare perché avremo a che fare con tre terzo polo, uno o più movimenti nuovi, sani, onesti, fatti grandi insiemi, centrodestra, EMIGRAZIONE/ centrosinistra, cinquestelle, IMMIGRAZIONE di persone carismatiche e Chi va e chi viene in competenti. L'esatto opposto anziché due soli come in Gerquesto balletto infinito di questa accozzaglia di popu- mania) sembra in grado di garantire una maggioranza di listi. Ricordate le primarie Caro giornale, vedo che pentastellate per il sindaco di governo. Poiché questo è lo scopo del voto, il Parlamento spesso/sempre ospitate testi- Genova? monianze di chi è vicino e Il secondo è che, nel frattem- dovrebbe adottare la efficace e aiuta con la solidarietà e il OCCIDENTALIS KARMA po, l’eco della sconfitta del Pd poco faticosa legge che, domenica 25, molti milioni di italiavolontariato le nuove realtà Il solito ritornello alle Comunali è arrivata fino sull’immigrazione immigrative. Ma dire che il alle mie finestre di Corniglia- ni hanno utilizzato nei ballotsaldo tra le entrate dovute al no. Senza voler fare troppo il taggi per la scelta dei sindaci. Sistema maggioritario a dopCome da copione gli ultimi versamento di tasse e contri- politologo raffinato, facendo pio turno. Ma non passerà, dati Istat sull'andamento della buti degli immigrati che in disamine su casi singoli ed popolazione italiana hanno Italia lavorano regolarmente eccezioni rimarchevoli, potrei perché produce vincitori e vinti. Davanti alla possibilità dato il via sui canali televisivi e, spero, continuino e le uscite riassumere l’analisi politica di una sconfitta, molti parlaal consueto spot sull'impordovute al sostentamento della aggregata in modo molto mentari italiani inorridiscono. tanza dei migranti per una moltitudine umana che sta comprensibile più di certe società come la nostra afflitta entrando e continuerà ad en- analisi televisive effettuate da Preferiscono fare melina e continuare a giocare (male). dal persistente invecchiamen- trare nel nostro Paese, proprofessionisti sprofondati in to. E giù litanie, approfondiPierluigi Cima prio non mi convince. poltrona: “Matteo Renzi ha

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Soluzione del rebus di Sanna a pagina 12 “Ricordare vecchi esami”


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Liliana Gatto Auria Martelli Rita Nello Marchetti Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Jazmin Rodriguez Matteo Savio savio@prolococornigliano.it Lorenzo Schiavon Andrea Scibetta Nicolò Scibetta Roberto Veneziani Caporedattore Sport Riccardo Cabona Fotografia Agostino Razzore razzore@prolococornigliano.it Francesca Comparato Carlo Guerra Grafici illustratori Andrea Anzalone Adriano Sanna Impaginazione Rita Moccia Salvatore Pilotta redazione@prolococornigliano.it Tel. 338.7761431 Pubblicità Liliana Gatto Alfonso Palo palo@prolococornigliano.it Tipografia

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a. sanna

Duecentoventi giorni senza pioggia non sono certamente un'abitudine. I servizi meteo di varia provenienza ci informano quasi quotidianamente di alterazioni possibili e di piogge disponibili ma, in realtà, non accade mai che le foglie degli ortaggi e degli alberi siano umide! Neppure la rugiada fa più notare la sua presenza, e allora? Occorre dunque crescere le piante abituandole ad avere una elevata "resilienza", ovvero ad essere capaci di sopravvivere con "qualche goccia" d'acqua e non chiedere di più. Le piante, diversamente a quanto si crede di solito, sono capacissime ad adattarsi alla siccità; producono frutti più piccoli e più compatti, riducono la produzione e la massa fogliare per ridurre la traspirazione e vanno a seme producendo "memorie" (i semi) che riportano i dati delle stagioni siccitose, diventando più forti di anno in anno. Così non è per l'essere umano che reagisce all'aggressione delle alte temperature e dell'aria irrespirabile acquistando sempre più condizionatori

e contribuendo, così, all'aumento continuo della temperatura dell'aria. Questa diversa reazione, delle piante e dell'uomo, mostra l'indiscutibile superiorità delle prime rispetto al secondo e racconta, ancora una volta, come noi (esseri umani) abbiamo tanto da imparare dal mondo vegetale. Quando con fatica (ma con tanta gioia) riusciamo a regalare un po' d'acqua agli alberi da frutta appena piantati, ma già ricchi di profumatissimi "regali", ci accorgiamo che stanno rispondendo al nostro gesto con un profumo aggiunto al solito: "il profumo della vita"! Grazie, piante, e grazie al vostro mondo che ci insegna ad "accontentarci" e a vivere con poco senza dover correre ansiosi e preoccupati verso quei comportamenti disequilibrati e compulsivi derivati dal bombardamento massmediatico che ci vuole impauriti e fragili. La "lezione dell'orto" è anche questa. Visita la nostra pag. OrtoCollettivo.

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(continua)

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