IlCorniglianese Febbraio 2017

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Depuratore, l’esposto al pm >2

Anno VI

Numero 2

A che serve quella corsia gialla? >5

Mensile

Piazza Savio senza la pensilina >5

Copia gratuita

Seguite la mappa Alla scoperta delle ville di Cornigliano

«o Cornigiòtto»

Febbraio 2017

L’uomo forte di Enrico Cirone

Donald Trump, il populista, è affetto da problemi mentali? Soffre di di narcisismo patologico? Dopo essere diventata argomento di discussione su media digitali come Huffington Post, Quartz e The Hill, ora la domanda è arrivata sulle pagine del più autorevole New York Times, mentre diversi parlamentari democratici accusano il presidente di essere instabile: inadatto al ruolo di commander-in-chief. Tra il New York Times e l’Huffington Post anche ilCorniglianese vuole cogliere lo spunto per analizzare il dibattito che si è aperto nel nostro fantastico Paese. Il bisogno dell’uomo forte. Ma davvero, domando, abbiamo bisogno dell’uomo forte? Conoscendo un poco gli italiani non credo che questa sia la necessità. Penso piuttosto che, dopo tanti leader che hanno ridotto a uno straccio il nostro Paese, parlando solo con la testa, l’italiano abbia ora bisogno di chicchessia, purché, però, gli parli anche con il cuore.


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dalla delegazione

Lettera al giornale “Perché questi tempi biblici per risolvere la viabilità del quartiere?” “Gentile Giornale. Al di là delle proteste per i ritardi nel completamento della viabilità nel nostro quartiere, mi chiedo se non fosse possibile per voi, fare il punto sulla situazione ed informare la cittadinanza. Penso che un vostro articolo sullo stato dell’unione, ‘pardon’, dei lavori viari, sarebbe molto gradito da tutti i vostri lettori.

rativo, ma ancora chiuso perché non hanno ancora asfaltato il tratto che va, da sotto il ponte di Cornigliano, alla rotonda della via Guido Rossa. 3) Il telegiornale regionale sembra ci abbia dimenticati. Ha annunciato l’apertura del nuovo ingresso, di ponente, in Sopraelevata, l’entrata in funzione del nuovo parcheggio, a pagamento, con annessa passeggiata, di via Buozzi a Dinegro, ma della nostra situazione pare non si interessi. Magari il Corniglianese potrebbe anche venire a sapere il motivo dei tempi biblici nel ripristino della viabilità in via Manara a Sestri Ponente. Certo riguarda i nostri ‘cugini’ del Medio Ponente, ma anche a me capita spesso, d’essere obbligato a contribuire dell’ingolfamento del punto semaforico di via Hermada e di via Puccini per accedere all’unica possibilità di transito verso levante. Via Manara è chiusa da oltre due anni, ritengo per lavori connessi alla messa in sicurezza del Nel dettaglio: Chiaravagna, ma non penso debbano costruire 1) Il collegamento diretto, da e per il casello ae- una piramide a mani nude. Anche qui nessuna roporto con la nuova strada a mare. Gli attuali notizia. Su tutti questi argomenti, nel corso deintasamenti che si riverberano sino anche alla gli anni, ho provato ad inviare mail al Municipio rotonda di via Siffredi sono una vera piaga. Mi 6, ma ho ricevuto soltanto qualche generico inrisulta che i lavori dovessero iniziare, al più tar- vito, per la nostra delegazione, a rivolgermi alla di, a gennaio 2017, ma non ce n’è traccia alcuna. Società per Cornigliano da cui poi non ho avuto Inoltre, l’attuale entrata da via Cornigliano ririsposte. Per via Manara, neanche quello. Precimarrà? Mi sembra che non dia fastidio a nessu- so, a scanso di equivoci, che non si può costanno e sarebbe molto utile. temente parlare di un qualcosa che è di là da 2) I collegamenti delle strade di sponda del Pol- venire, ma un periodico accenno allo stato di cevera, sempre con la strada a mare, a che pun- avanzamento dei lavori ed al motivo dei ritardi, to sono? Quello lato Sampierdarena (via Giorgio forse potrebbe servire a ‘lubrificare’ quello che Perlasca) è ancora nella nebbia più fitta. Non spesso e per strane e sconosciute ragioni, si hanno ancora spostato i binari ferroviari del ‘ingrippa’. Piano Orizzontale, ma le previsioni? Stridente Grazie ed auguri per la nostra pubblicazione invece la situazione sul lato Cornigliano. La mensile”. strada è pronta e da molto tempo. Il bivio con Marco Pittaluga relativo sottopasso, da via Tea Benedetti è ope-

Se Paola scrive all’anagrafe: “Sono inca..ata nera” E il Municipio risponde Gentile Direttore, con riferimento all’articolo apparso sul numero di gennaio 2017 del Corniglianese intitolato “Se Paola scrive (dell’anagrafe): ‘Sono inc…ata nera: sono andata a Sestri ma mi hanno rimandato indietro’”, da verifiche effettuate a programma informatico mi risulta che successivamente al 1° gennaio 2017 e fino ad oggi il servizio sia stato regolarmente svolto, in presenza di pubblico, sino alle ore 13.00 ed in taluni casi anche oltre. L’erogazione della prenotazione di servizio non è mai stata interrotta prima delle 12.00 e ovviamente solo in casi di evidente necessità per grande afflusso di pubblico, proprio per non fare aspettare inutilmente il cittadino. Le sarò grato se vorrà comunicare alla Signora Paola Marenco di contattarci presso i nostri uffici Anagrafe di Via Sestri 34 al n. 0105579301 o all’indirizzo mail municipio6anagrafe@comune.genova.it per chiarire quello che sicuramente ritengo sia stato frutto di un increscioso equivoco. Cordiali saluti. Genova, 2 febbraio 2017

Nuovo depuratore a mare L’esposto è nelle mani della magistratura

Con i tempi biblici della giustizia va avanti l'esposto promosso dal nostro giornale, dal Civ e condiviso dal VI Municipio che porta la firma di centinaia di residenti. È nelle mani della Magistratura e affidato ad un pm che probabilmente unificherà il ricorso con altro precedente presentato da Arpal. È assolutamente necessario liberare quella parte di quartiere, già gravata dal traffico pesante e dall'assenza di attrattori sociali, dai miasmi dell'impianto in attesa che venga costruito il nuovo depuratore a mare. I "campesinos" hanno trasferito alla nostra generazione una grande esperienza di vita nonostante l'estremo disagio in cui sono costretti oggi a vivere dimostrano ancora molta pazienza e non il Segretario generale del Municipio meritano di venire abbandonati. Tantomeno Pierpaolo Cha dalla Giustizia. oerre

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Mi manda Cirone Le storie (im)possibili

Ma che bel Porcellum In vista delle prossime elezioni amministrative che indirizzeranno politicamente il nostro capoluogo e i suoi nove municipi (ricordo che per noi del giornale rappresentano una pietra miliare. IlCorniglianese, infatti, vide la luce proprio cinque anni fa, tra l’aprile e il maggio che videro il trionfo del sindaco Doria) proviamo ad analizzare sul campo nazionale i diversi sistemi elettorali per capire se la rappresentatività della cittadinanza sia effettivamente rispettata. Intanto elenchiamo ben vent’anni di latinorum elettorale. Dalla riforma del 1993 al Porcellum di Calderoli, senza dimenticare il Consultellum. Al rito politologico non si sottraggono neppure i grillini, che in passato hanno proposto il Democratellum, anche detto Toninellum (per i critici Complicatellum Porcellum), poi il Bersanellum, l’Italicum, il Mattarellum. Madre di tutte le battaglie (democratiche, s’intende) fu il Mattarellum, presentato da Sergio Mattarella 23 anni fa. Il 75% dei seggi veniva assegnato con un maggioritario uninominale, il restante 25% con il proporzionale. Due anni più tardi, il deputato di An, Pinuccio Tatarella, presentò la legge elettorale le Regioni: diventò il Tatarellum. Nel 2005 fu il centrodestra, giunto bollito a fine legislatura, a mettere mano al sistema di voto. In fretta e furia si partorì una riforma destinata a passare alla storia. Liste bloccate, premio di maggioranza attribuito su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato. Alla prima prova delle urne fu il leghista Roberto Calderoli - notate bene, l’ideatore della norma - a definire la sua creatura una “porcata”. È giocoforza ecco spuntare l’intuizione che ci regalò il Porcellum. L’ultimo decennio è stato un fiorire di latinismi elettorali. Quando nel 2013 la Corte Costituzionale bocciò il Porcellum, dalle ceneri della legge Calderoli nasce il Consultellum. Di fatto, un proporzionale puro. Una legge virtuale, sostituita in corsa dal sistema di

voto attualmente in vigore. Fortemente voluto dall’ex premier Renzi, è ribattezzato con fervore nazional popolare Italicum. Un sistema a doppio turno, con un premio di maggioranza e 100 collegi plurinominali con capolista bloccati. Non sono mancate le alternative. Scende in campo il Movimento Cinque Stelle che propone un sistema proporzionale caratterizzato da una novità: l’introduzione delle preferenze “negative”. Utili agli elettori per bocciare candidati impresentabili. Il nome? Toninellum, dal deputato grillino che ne ha curato la stesura, Danilo Toninelli. Per non farci mancare nulla, tra un’annunciata scissione e una paventata fissione (del Pd), ecco spuntare un nuovo ingresso in perfetto latinorum. È il Bersanellum, l’impianto proposto dalla minoranza del Pd per correggere in corsa l’Italicum renziano. Trattasi di riforma elaborata dal senatore dem Federico Fornaro, che prevede, tra le altre cose, l’abolizione del ballottaggio. Stop ai capolista bloccati: gran parte dei deputati saranno eletti in collegi uninominali. Ci sarà un premio di maggioranza per il vincitore e uno più ridotto per la seconda lista o coalizione. Sarà garantito uno spazio in Parlamento anche alle liste minori. E così il percorso è completo: o forse no, manca il Sanremum: che ne dite di una giuria popolare (di poveri cristi) e di esperti (di onestà) presieduta da un generale della Guardia di finanza scelto col televoto?


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dalla delegazione

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Fumata bianca: il papa a Genova il 27 maggio In agenda l’incontro con gli operai dell’Ilva È ufficiale. La visita di papa Francesco a fine maggio inizierà a Cornigliano con un incontro faccia a faccia con il mondo del lavoro genovese, all’Ilva. Da lì Bergoglio raggiungerà il Porto antico su una motovedetta della Capitaneria. I dettagli della visita del prossimo 27 maggio si vanno delineando. La prima certezza: il papa non pernotterà a Genova ma, nelle dieci ore di permanenza in città, la sua agenda sarà fittissima e poco istituzionale. Il pontefice ha infatti voluto fortemente tre momenti di incontro con i lavoratori all’Ilva alle 8.30, con i religiosi e le religiose in cattedrale, alle 12.15 alla Madonna della Guardia, e con i poveri e i detenuti a pranzo; alle 15.45 visita all’ospedale Gaslini, 17.30 messa finale nell’area della Fiera del mare, con accesso regolato da pass. A meno che, una (prevedibile) pressione di domande non obblighi alla fine a ripiegare sull’unico spazio alternativo possibile di maggiori dimensioni: piazza della Vittoria. La visita di papa Francesco segue quelle di Giovanni Paolo II nel 1985 e nel 1991. E quella di papa Ratzinger del maggio 2008. Già Wojtyla aveva voluto incontrare i lavoratori genovesi, ed era stato un incontro destinato a entrare nella storia, più di trent’anni fa, quando l’acciaio era ancora di Stato, la fabbrica era l’Italsider (già in piena crisi) e la visita era stata accolta come un segno di speranza. Alle 19.30 il papa tornerà a Roma. La redazione

Bonifica e riqualificazione Il punto con il Gruppo di lavoro

Si è svolta il 13 febbraio presso il Centro Civico di Villa Spinola Narisano la riunione del Gruppo di Lavoro che segue gli interventi di bonifica e riqualificazione del nostro quartiere. Erano presenti i rappresentanti delle associazioni che compongono il Gruppo: Lucani a Genova, Arci Rizzolio, Arci Uguaglianza, Croce Bianca, Comitato Campi, Civ, Auser, Anpi, Pro Loco Cornigliano, Masci, Alpini, Per Cornigliano, Filarmonica e naturalmente non poteva mancare Il Corniglianese. Presenti anche il presidente del Municipio, Spatola, il vicesindaco Bernini e l'assessore Bommara. Paolo Collu ha coordinato

l'incontro. L'ordine del giorno, ampliatosi successivamente a causa della numerosa carne al fuoco, doveva riguardare solo la questione ex mercato e lo spostamento della polizia municipale nella nuova palazzina di piazza Moisello. Nulla di nuovo in merito di quanto da noi già ampliamente scritto nel numero scorso del giornale. Il vicesindaco Bernini nonché componente del Cda di Società per Cornigliano e il presidente Spatola confermano gli impegni presi. I soldi per il mercato ci sono (Bernini) mentre per il bando di assegnazione il Municipio ci sta lavorando. A bozza pronta, tempo due settimane, verrà sottoposta agli assessorati competenti per poi procedere al bando pubblico nelle modalità da noi a suo tempo consigliate ed auspicate. Si andrebbe quindi verso un utilizzo pubblico e multifunzionale dell'impianto. Inevitabilmente il confronto non poteva ignorare il previsto intervento di restyling di via Cornigliano per il quale apprendiamo, dal Municipio e dal vicesindaco, che i ritardi della sua realizzazione sono dovuti a soluzioni ritardanti poste dalla stessa Pubblica amministrazione attraverso sui gestori pubblici (Amt e Amiu). I problemi sarebbero se inserire o meno una rotonda (disegnata) e che tipologia di cassonetti di rifiuti

installare. Mentre si discute su queste amenità sono passati oltre due anni dalla presentazione del primo progetto e i tempi dell'amministrazione continuano a non rispettare le reali esigenze del commercio e dei cittadini; come giustamente afferma il presidente del Civ. La "bella notizia" è che i lavori su via Cornigliano verranno eseguiti a lotti a prescindere dal completamento dell'innesto con il casello autostradale (lavoro appaltato) e delle strade di sponda. Su queste ultime i progetti sono in fase di ultimazione per un successivo passaggio al Ministero e quindi poi in gara d'appalto. Nulla si sa del destino di Villa Serra e dell'ampliamento del parco di Bombrini. Se, come qualcuno ha affermato, mancano progetti e proposte, ci pensano i corniglianesi: gratuitamente ne producono a decine. Avrei voluto ancora chiedere dove sono finiti i lavoratori Ilva socialmente utili pagati con i nostri soldi e poi ancora dell'emissione dei bandi relativi all'assegnazione dell'ex circolo Bollano, del Circolo Campi, dell'Area verde di Campi e degli spazi lasciati vuoti dal Job Centre ma, come si sa, il tempo è tiranno (ma anche galantuomo) per cui sarà per la prossima volta. oerre


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Tra via Chiaravagna e Borzoli: il raccordo che mette tutti d’accordo

Si è inaugurato il 16 febbraio con le presenze istituzionali del vicesindaco Stefano Bernini, del vicepresidente del Municipio Fabrizio Gelli, dell'assessore Anna Maria Dagnino, delle maestranze e tanto di benedizione liturgica, l'atteso raccordo tra le vie Chiaravagna e Borzoli con il raccordo autostradale dell'aeroporto. L'opera, propedeutica a quelle per il Terzo Valico, è grandiosa ed è un vero toccasana per gli abitanti delle vie Giotto, Borzoli, Chiaravagna e limitrofe, in quanto oltre a togliere il traffico pesante dalle suddette vie consente agli abitanti delle alture di Sestri di raggiungere il raccordo autostradale senza transitare per l'abitato della delegazione. L'opera però, a nostro parere, ha un "temporaneo" difetto. Il traffico pesante proveniente da nord verso il casello autostradale (cave, inerti, container, ecc..), abbiamo potuto constatare già dal pomeriggio stesso dell'inaugurazione, giunto all'altezza del casello non prende l'autostrada ma bensì va in gran parte ulteriormente a gravare sullo svincolo e l'innesto con via Siffredi. Questo almeno fino a quando non sarà ultimato il fantomatico lotto 10. Cioè tra una anno e mezzo circa. Risolto il problema di Sestri Ponente aspettiamoci quindi ancora giornate di passione per Cornigliano. oerre

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“Tassi zero, vale la pena investire?” Cosa sono i Pir e come funzionano

Non solo l’8 marzo Ma tutti i giorni di tutti gli anni

Si è svolto presso l’Hotel Best Western di Sestri Ponente, un incontro tra Arca Sgr, Banca Carige e la clientela, sul tema “Tassi zero vale ancora la pena investire”. In mercati sempre più volatili e rischiosi, impiegare i propri risparmi richiede l’accesso ad informazioni, competenze e professionalità fortemente specializzate. Per approfondire le opportunità offerte dal mondo dei fondi Arca erano presenti Gianni Dal Maschio, responsabile Rete di Banca Carige, Gianluca Caniato, direttore Finanza di Banca Carige, e Simone Bini Smaghi, vicedirettore generale di Arca Sgr. Presenti anche noi del Corniglianese, abbiamo intervistato Simone Bini Smaghi. Ci vuole parlare dell’iniziativa? Il progetto del giardino finanziario nasce con lo scopo di invitare i clienti della filiale 21 per rivisitare il proprio portafoglio, per verificare se gli investimenti sono adeguati al contesto economico finanziario e quindi di venire in filiale per un suggerimento dei nostri consulenti. Nella vostra locandina compare il nome Arca. Arca è un nostro partner che darà consigli dei nostri prodotti che nel 2016 hanno avuto un ottimo andamento e proporre la grande novità dei Pir “piani individuali di risparmio”, novità introdotta nella legge di stabilità dicembre 2016, che prevede un’agevolazione fiscale per chi investe 30.000 euro anno fino ad un massimo di 150.000 euro in 5 anni. Cosa sono i Pir e come funzionano? I Pir secondo quanto previsto dalla legge di Stabilità 2017 sono dei contenitori che possono ospitare varie tipologie di strumenti finanziari: azioni, obbligazioni, quote di fondi, derivati e anche liquidità. I Pir sono rivolti esclusivamente alle persone fisiche e sono individuali e non sono ripetibili. Ciò significa che un singolo Pir non può essere sottoscritto da un’azienda, non è cointestabile e ne può essere sottoscritto solo uno a testa nella vita. I Pir non hanno una durata minima e massima, possono essere anche per tutta la vita. La legge però prevede un vincolo temporale minimo di 5 anni per offrire agevolazioni fiscali. I Pir offrono un vantaggio fiscale sugli utili: in pratica, non si devono pagare le imposte su capital gain e rendimenti (12,5% sulle cedole e utili relativi a titoli di Stato e 26% su azioni e obbligazioni). Se al termine dei 5 anni dell’investimento non ci saranno utili, ma perdite, il risparmiatore dovrà rispettare le regole generali dei fondi per il credito di imposta. I Pir sono esenti dall’imposta di successione. La cifra può diventare importante nell’asse ereditario di un investitore privato. Ipotizzando un rendimento annuo del 2% su un investimento di 30 mila euro per 5 anni (150 mila alla fine del quinquennio) dopo 10 anni, l’utile atteso è di 25.818 euro con un risparmio di 6.713 euro di tasse (pari a circa il 4%) sul capitale versato. I Pir prevedono un investimento minimo di 500 euro e un investimento massimo di 30 mila euro l’anno. Il limite in 5 anni è fissato a 150 mila euro. I versamenti possono essere rateizzati come in un Piano di accumulo (Pac).

E meno male che una volta all’anno gli uomini si ricordano anche di quelle donne, come giustamente disse il presidente Mattarella, che sanno inserirsi e svolgere abilmente quelle mansioni un tempo considerate tipicamente maschili. Professioniste, dipendenti, docenti, imprenditrici, ma anche casalinghe madri e improvvisate infermiere che, instancabili, svolgono i loro ruoli sempre con responsabilità. Donne un tempo considerate di second’ordine e senza diritti, succubi delle decisioni maschili, marchio di dipendenza portato avanti negli anni, fino a quando una coraggiosa statunitense, Corinne Brown, ferma sostenitrice dei diritti femminili, affrontò l’argomento sullo sfruttamento e la discriminazione a cui venivano sottoposte le donne operaie. Da allora anche gli altri Stati seguirono il suo esempio e questi avvenimenti sparsi ormai su tutto il territorio internazionale, furono promossi dalle Nazioni Unite che invitarono i paesi membri a celebrare annualmente la ricorrenza della Festa internazionale della Donna. In Italia fu l’Udi, Unione donne italiane che prese questa iniziativa per ricordare il primo passo verso il diritto e l’uguaglianza fra uomini e donne, conquiste sociali che oggi sembrano normali regole di vita civile. Questa ricorrenza è ricordata l’8 marzo di ogni anno ed è rappresentata dalla mimosa, un fiore semplice e generoso, delicato e poco costoso preludio di una imminente primavera che in questo periodo presenta la sua maggior vitalità. Mazzi luminosi o teneri ramoscelli stretti fra le mani di uomini premurosi che passano con gratitudine in quelle di amiche o compagne, vogliono dimostrare la loro riconoscenza per quanto giornalmente la donna si attiva per la famiglia e per la società, mentre lei in cuor suo, desidererebbe essere ricordata anche senza clamori, in ogni giorno del calendario. Un dolce pensiero misto a dolore, corre verso tutte quelle donne che, purtroppo, spesso diventano anche vittime di quei compagni, che egoisticamente le considerano solo oggetti di loro proprietà e si spera che questa ricorrenza illumini quelle menti facendole riflettere per evitare che accadano ancora altre dolorose e dannose tragedie. Rosanna Robiglio

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ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Soddisfare i bisogni? Genova ci prova. Con un wc

Una storia vera. Truffatori in agguato I carabinieri: “Non aprite quella porta” Quel giorno, l’otto di questo mese, alle 12, 30, avrei dovuto essere in casa. Avevo però accompagnato mia figlia in un’autocarrozzeria di Borzoli a ritirare la sua vettura; non avevo impiegato molto tempo e avevo pure avuto la fortuna di trovare alla svelta un posteggio, nei paraggi dell’Arci; un’occhiata all’orologio del cruscotto prima di disinserire le chiavi seguita da una breve riflessione per constatare che sarei arrivato a pranzo, con soli 5 minuti di ritardo. Giungo davanti al civico 1 di via Dufour, dove abito, non faccio caso al tipo che, cellulare all’orecchio sta guardando all’interno del portone, premo il pulsante del citofono, mia moglie tarda ad aprire quindi riprovo con insistenza e finalmente si schiude. Entro, però non sento lo scatto dello stesso che avrebbe dovuto chiudersi, mi giro e il vedo il tizio che fuori stava telefonando, che è entrato e si rivolge a me che sono arrivato alla porta dell’ascensore, dicendomi: «Sono un tecnico dei rumori, sono stato contattato perché hanno riferito che in questo caseggiato si odono rumori molesti. Sa dirmi qualcosa lei?» Rispondo di no, anche perché quel tipo non ha proprio l’aria di un tecnico, anzi: pancia prominente che dilata una polo blu, jeans strappati su cosce e ginocchia, barba brizzolata e incolta, così come la capigliatura. Mi chiede come mi chiamo, glielo dico e nel frattempo, appoggiandosi con un fianco alla porta dell’ascensore, mi domanda a che piano abito, non gli rispondo, strattono la porta e salgo e ho la sorpresa di vedere la porta di casa semiaperta e mia moglie con un sacchetto di plastica che contiene qualcosa in mano, mi dice: «È venuta un’incaricata dell’Iren, ha con-

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trollato l’acqua in bagno e in cucina, mi ha detto di non aprirla che di lì a poco sarebbero venuti gli operai a fare un più accurato accertamento, nel frattempo di mettere soldi ed eventuali altri oggetti di valore in un sacchetto della spesa e di nasconderlo nel freezer, perché non si può sapere che tipi siano le persone che stanno per intervenire.» Chiudo la porta di casa, corro sul poggiolino, guardo in strada ma non vedo il fantomatico tecnico dei rumori e tantomeno la giovane donna, pseudo incaricata Iren. Telefono ai carabinieri, spiego l’accaduto e il militare col quale parlo mi dice che a breve sarei stato richiamato dalla caserma dell’Arma di stanza all’aeroporto, cosa che avviene in breve tempo e gentilmente sono invitato, insieme a mia moglie, a recarci presso di loro per sporgere la denuncia. Lo facciamo il pomeriggio stesso e come avevamo già immaginato, il tizio che telefonava fuori del portone faceva da “palo” alla compare che stava truffandoci, e che, avvisata dal complice, avrà senz’altro sceso le scale mentre io salivo in ascensore. Rivolgo un riconoscente grazie all’appuntato Andrea Campora, che con professionale comprensione ha raccolto la nostra denuncia, facendoci pure vedere sullo schermo del pc molte foto segnaletiche che hanno dato esito infruttuoso. Lui stesso ci ha infine raccomandato la prudenza nel permettere l’accesso nelle nostre abitazioni, informandoci che nessun appartenente ai Corpi, delegati alla protezione dei cittadini, si presenta privo di divisa e che le utenze fornitrici di servizi, non mandano personale a domicilio dei clienti.

Qualche malpensante potrebbe aver elaborato che il servizio igienico prefabbricato sistemato in questi giorni sotto il viadotto della strada a mare Guido Rossa potrà servire a soddisfare finalmente i bisogni fisiologici della comunità nomade ma stanziale accanto a Villa Bombrini, (in fase di trasferimento). Ma non è così. Non accolta la nostra richiesta di accogliere in quel sito camperisti e bus turistici con una qualificata e attrezzata accoglienza turistica, il Comune si accontenta di parcheggiare solo bus diretti all'Acquario che ovviamente scaricheranno prima i turisti altrove. Il wc servirà quindi ai bisogni di qualche autista e l'area non sarà presidiata. Guardare un po' più in la del proprio naso, no? Saremo sempre una città di serie B.

Guido Pallotti

oerre

Via Cornigliano, corsia preferenziale e piazza Savio Cosa chiedono i cittadini all’assessore

Sollecitati da alcuni cittadini abbiamo girato alla Mobilità e Traffico del Comune di Genova (assessore Anna Maria Dagnino e al VI Municipio) la nuova segnalazione. Con l'apertura della nuova strada a mare il traffico nelle prime ore del mattino in direzione centro nella via Cornigliano è molto modesto e scorrevole. Tuttavia in orario dalle 6.30 alle 9.30 persiste il divieto di transito e di sosta in un tratto di corsia preferenziale di circa 300 metri dove è anche presente una telecamera. Nonostante la larghezza della strada lo consenta i residenti non possono quindi parcheggiare in quel tratto di strada in quanto vengono puntualmente sanzionati dalla Pm e da Amt. I richiedenti ritengono che la corsia preferenziale in quel breve tratto sia assolutamente

inutile e serva solo (riferisco testualmente) a "far cassa" per cui chiedono che, come in altre zone, venga consentita la sosta alternata tra merci e auto private in attesa di una regolamentazione diversa a riqualificazione avvenuta. Gli stessi cittadini fanno notare come venga altresì ignorato il passaggio impunito del quotidiano traffico pesante nella via Cornigliano nei due sensi in orari in cui sarebbe vietato. Suggeriscono allora di consentire alla telecamera di rilevare quest'ultima ben più grave e quotidiana trasgressione. La prima foto in alto fa capire quanto la corsia preferenziale sia inutile in quel tratto di strada. Riferiremo di eventuali risposte da parte dell'assessore. Così come pubblichiamo la seguente.

Premessa. Abbiamo infatti provveduto ad inoltrare un’altra segnalazione agli stessi uffici (medesimo assessore), Anna Maria Dagnino, circa l'assenza di un riparo per gli utenti Amt nella piazza Savio in un luogo particolarmente esposto alle intemperie. Riteniamo che la collaborazione tra cittadini non militanti, o organizzati in una associazione come può essere la Pro Loco attraverso il suo giornale, e la Pubblica amministrazione sia la carta vincente che la politica non può ignorare. Risponde l’assessore Dagnino "Gentile direttore, gli eventuali acquisti delle salette d'attesa fanno capo all'assessore Miceli, al quale invio la sua richiesta." oerre


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Lo strano destino di Valletta Rio San Pietro, il più grande parco boschivo della città lasciato al più grande stato di abbandono

Il parco urbano di Valletta Rio S.Pietro. Ne ricordiamo la storia e denunciamo le attuali condizioni. L’area dove ora sorge il parco, circa 11 ettari, era originariamente destinata a funzioni residenziali e solo negli anni ‘90-’91, anche a seguito della protesta degli abitanti venne destinata alla realizzazione del parco. L’area oggetto di intervento si presentava in uno stato di forte degrado a seguito di un abbandono sin dalla fine del secondo conflitto mondiale. La proprietà dell’area è stata acquisita dai Dufour con trattativa bonaria da parte del Comune di Genova. All’interno del programma europeo "Urban" è stato finanziato il recupero a parco urbano di Valletta S. Pietro, a Cornigliano, i cui lavori, iniziati nel 1998, sono stati ultimati nell'anno 2000. L’opera ha trasformato l'area secondo tre diverse funzioni: la porzione più elevata di essa destinata ad orti assegnati ai residenti; nel settore intermedio, mantenendo l’assetto orografico esistente, sono stati realizzati percorsi pedonali e ginnici con una piccola arena per spettacoli estivi. Nella parte inferiore ha trovato posto un'area d'incontro con la presenza di giochi per bimbi e di un circolo ricreativo molto frequentato. L’impostazione progettuale della zona centrale e alta della valletta è stata volta al mantenimento del paesaggio originario tipico delle residenze delle ville cinquecentesche genovesi. Questo il progetto e il sogno iniziale perché ben diverse sono le attuali condizioni documentate dalle

foto. Il parco, che è il più grande boschivo naturale dell'intera città, è stato lasciato per anni (ed è tutt'ora) in uno stato di totale abbandono dove la manutenzione è stata rimessa alla volontà dei cittadini che curano gli oltre 40 orti situati nella parte alta e all'opera una tantum dei lavoratori Ilva socialmente utili di cui non riscontriamo oggi alcun beneficio. La palazzina di passo Spech, occupata da abusivi fino a tempo fa, soffre della mancanza di un presidio civile. A causa della frana sul rivo S. Pietro di oltre 3 anni fa nella parte bassa della valle sono state fatte alcune opere di pulizia dell'alveo ma nessuna sui contenimenti franati, che insistono tutt'ora sull'alveo restringendolo, limitandosi solo a cintare in malo modo le zone franate che risultano oggi facilmente e pericolosamente accessibili mentre l'alveo è nuovamente ostruito da piante e arbusti. Il mancato intervento e l'assenza di alcuna manutenzione del rivo a pochi metri dalla sua copertura mettono probabilmente a rischio l'intera area ex Dufour in caso di una sua possibile tracimazione (rio Fereggiano insegna). Tutti gli impianti antincendio e di illuminazione vandalizzati da diversi anni giacciono abbandonati ed inefficienti. La pavimentazione del tipo "vesuviana", difficilmente percorribile anche a piedi, non consente l'accesso a biciclette e passeggini e il parco viene usato dai più come gabinetto per cani dove nessuno raccoglie le loro deiezioni. Quella che doveva essere una pista di pattinaggio non è

mai stata usata come tale ed è anch'essa in uno stato di totale abbandono. Insomma. Quelle che erano le nostre preoccupazioni di allora, espresse anche in una intervista con l'assessore al territorio Ferruccio Bommara, si sono rivelate giustificate. Nessuno pulisce, nessuno interviene per mettere in sicurezza il territorio. Allora si era chiesto perché non affidare ad una associazione che poteva trovare sede nella palazzina di passo Spech abbandonata, anziché elargire annualmente ad Aster decine di migliaia di euro per una manutenzione che non fa, l'intera manutenzione delle parti comuni del parco? Ad oggi non c'è stata alcuna risposta. Chi scrive è consapevole delle difficoltà ma quello che mi è difficile comprendere è perché si fanno le cose, e questa amministrazione bisogna dire che ne ha fatte, per poi non terminarle o abbandonarle a se stesse? Oggi ci sono i migranti organizzati perché non affidare la gestione dell'intero parco ad una associazione locale o neonata ad hoc che potrebbe trovare sede nella palazzina abbandonata di passo Spech e garantire così un presidio civile continuo? Altra soluzione sarebbe invitare i privati gestori degli orti a consorziarsi e obbligarli a manutenere tutto il parco in cambio dell'ospitalità completamente gratuita. Forse si sentirebbero un po' più responsabilizzati. Ma è così difficile risparmiare decine di migliaia di euro e accontentare cittadini e associazioni salvaguardando il proprio territorio? oerre

Associazione liberi amministratori condominiali Piazza G. Verdi 4/1 - 16121 Genova

Paolo Pisana—Amministrazioni condominiali Via S. G. D’Acri, 8/10A - 16152 Genova Via Urbano Rela, 1/10 - 16149 Genova Uff. 010 466426 - cell. 346 3444683 paolopisana@ymail.com - slpgamministrazioni@gmail.com


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Cordoglio per la scomparsa di Gianni Marzola, il parrucchiere

Tre anni fa ci lasciava Maurizio Imperiale Fu tra i primi fondatori del giornale

Il doveroso e sentito ricordo di Gianni Marzola, mancato negli ultimi giorni di gennaio. Sentite condoglianze alla moglie e ai famigliari. Riporto uno scambio di messaggi postati su Face Book la domenica in cui avevo saputo che Gianni era mancato. Guido Pallotti: Ho letto il manifesto che è mancato all'età di 81 anni Gianni Marzola che insieme a Pino Amato hanno sempre fatto, prima nel salone di Vincenzo Occhi poi per proprio conto, i parrucchieri in via Cornigliano. Per chi fosse volesse tributargli il suo cordoglio i funerali si svolgeranno domattina lunedì 23 cm nell'oratorio di Coronata. Marina A. Oh!!!! Mi spiace. Ivana B. ci andava mio marito e. mio figlio da piccolo era anche gentilissimo quando lo incontravo . Nina G. Si lo conosco. Rita R. Lo conoscevo mi dispiace. Lidia O. Lo ricordo già da quando era da Vincenzo. Ubaldo S. Si Guido, mi tagliava i capelli, con Pino, che avevo 5 anni e per farlo mi metteva un po' di cuscini sotto il sedere per farmi arrivare allo specchio. Un altro mito che se ne va. Marina A. Lo faceva anche con mio figlio. Guido Pallotti Conoscevo i suoi genitori che avevano la portineria al n° 6 di via Vesuvio quando facevo il postino, suo padre mi aspettava per bere assieme il grappino che poi io ricambiavo a fine zona nel bar. Era il 1963... Ubaldo S. Mia mamma lo ha visto pochi giorni fa… Guido Pallotti Pure io l'ho salutato che non è molto, in via Dufour che stava per andar via in moto. Gianni Marzola, storico membro della Confraternita del Gonfalone di Coronata, amico sincero e devoto al culto dell'Assunta. Nella sua semplicità è stato umile servitore del patrimonio culturale della sua comunità. La Confraternita lo ricorda con stima e riconoscenza. Il Priore ed i Confratelli tutti. Domenica 5 marzo alle 10, 15 nella parrocchia di Coronata, messa in suffragio.

Quando il tempo mette in fila più giorni e più anni dall’evento più triste che possa capitare, la scomparsa di una persona cara, al profondo dolore succedono (per fortuna) altri sentimenti. Il 27 febbraio del 2014 Maurizio Imperiale ci lasciò per sempre. A ricordarlo ora, sul “suo”, sul “nostro”, giornale, non possiamo non riscoprire i sentimenti di amicizia che ci unirono nei due anni in cui lavorammo insieme. Maurizio fu da subito nel primo nucleo di cittadini che volle fortemente dare voce a tutta la delegazione fondando questo giornale. E con un entusiasmo pari a quello di tutti noi che ci buttammo in questa meravigliosa avventura, Maurizio era quello che svolgeva, per passione, per volontariato, il compito reso più ostico dalla crisi economica: girare tra i negozi, le attività commerciali e produttive del comprensorio per vendere la pubblicità, fondamentale per un giornale che non ha mai percepito un euro di soldi pubblici (evito di sottolineare quanto sia incomparabile per una società la funzione di un foglio libero come il nostro). Sopravviene il pensiero al caro Maurizio, al suo modo di porsi con noi della redazione e al suo personalissimo modo di affrontare i potenziali clienti. Affabile, portato al sorriso, alla battuta dettata dall’intelligenza (ma in tempi di populismo diremmo che parlava anche al cuore delle persone), Maurizio con capacità e dedizione ha tirato su i primi sponsor grazie ai quali il giornale ha decollato. Penso sia utile ricordare il suo altissimo profilo professionale che lo vide comandante di superpetroliere per tutti i mari del mondo. La foto sopra, che lo ritrae poco prima dell’infausto verdetto clinico, lo riprende in una delle tante sedi in cui la redazione ha dovuto dimorare, un luogo cui siamo stati sempre a nostro agio. Vorrei far sorridere Maurizio, adesso. Chi glielo dice che, a distanza di tre anni dalla sua scomparsa, siamo ancora dei redattori pellegrini in una città che non riesce ad offrire ad una trentina di onestissime persone una stanza con un computer per portare avanti anche il suo sogno? Sorridi, caro Maurizio. E grazie da tutti noi.

Guido Pallotti

E.C


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La riscoperta delle ville di Cornigliano e il progetto di valorizzazione di questi anni Palazzi di villa e palazzi di città. Un importante collegamento da scoprire Cornigliano è oggi un quartiere periferico della città di Genova, ma fino a cento anni fa la struttura del territorio era profondamente diversa. Le mura cittadine costruite nel Seicento si fermavano al colle di San Benigno, a monte della Lanterna, che da sempre costituiva una barriera naturale che divideva il golfo di Genova dal ponente. Al di qua, lungo il mare, si trovava una grande piana fertile ai piedi di dolci colline, interrotta nel mezzo dal torrente Polcevera. Nella parte più vicina a Genova si trovava Sampierdarena; in quella a ponente Cornigliano. La facilità di raggiungere questo territorio lo rese appetibile fin dai tempi più antichi della Repubblica genovese e le famiglie che ne avevano le possibilità avevano acquisito piacevoli proprietà per trascorrere i mesi estivi. Nei secoli successivi Cornigliano e Sampierdarena ebbero sviluppi simili, ma differenziati. A Sampierdarena, più vicina alla città e soprattutto priva del problema di attraversare il Polcevera, vennero costruite dimore di rappresentanza sempre più grandiose, a costituire quasi una seconda città fuori dalle mura. Cornigliano, a parte una zona centrale con edifici più rappresentativi, mantenne un tono più dimesso e più legato a una piacevole villeggiatura. Qui anno dopo anno le stesse famiglie tornavano per trascorrere la bella stagione . E vi erano tanto affezionati che di generazione in generazione continuavano a tornare qui, con un rituale incessante. Essere vicini di casa a Cornigliano comportava relazioni consolidate, che si mantenevano anche nella vita di città. Gli studi fatti in questi anni hanno permesso di capire che anche in città le stesse famiglie che venivano in villeggiatura in questa località vivevano per lo più vicine o erano in diversi modi collegate. L’apertura delle ville di Cornigliano a fine marzo 2017 avrà proprio questo tema: sarà dedicata a cominciare a capire meglio chi erano le persone che venivano in villeggiatura a Cornigliano, che costruivano e che abbellivano qui i propri palazzi, che si occupavano di adornare la chiesa di san Giacomo, che gestivano la Camperia del Ponte per far sì che il Polcevera potesse essere attraversato in modo sicuro. Persone che possedevano in città altri magnifici palazzi, alcuni dei quali tanto importanti da essere inseriti nei Rolli, liste sorteggiate e pubblicate periodicamente che elencavano di dimore più prestigiose che venivano utilizzate dalla Repubblica per i personaggi di riguardo che dovevano essere ospitati durante il soggiorno in città. Il collegamento tra palazzo di città e palazzo di villa ci darà un punto di vista del tutto nuovo, aiutandoci a vedere in un’altra luce i monumentali edifici che una ricca storia plurisecolare ha regalato a Cornigliano. Nella prima foto in basso: Palazzo Reale–Villa Bombrini: le residenze scelte dal Re d’Italia a Genova Nella seconda foto, al centro: Villa Serra Municipio– ex via Garibaldi 12, dimora cittadina di Domenico Serra

Come è possibile scoprire una casa delle dimensioni di un palazzo? Chi poteva averla nascosta così bene? Eppure, gli studi fatti nei decenni passati ne avevano identificate alcune nella pubblicazione del 1965 per arrivare a un elenco più completo nel 1984. Dimenticandone però alcune. Cornigliano il sistema delle ville è conservato straordinariamente bene ma molte di esse hanno subito trasformazioni profonde che ne hanno cancellato le caratteristiche. La prima cosa a scomparire sono stati i giardini, interessati da una intensa lottizzazione per costruire serie di condomini. Poi le decorazioni esterne: la maggior parte dei palazzi aveva i prospetti colorati, con vivaci affreschi che ricoprivano tutte le superfici. Alla fine dell’Ottocento i colori erano sbiaditi, ma tutto sommato ancora leggibili. Nell’ultimo secolo le facciate sono state rifatte o ridipinte, cancellando tutte le tracce di straordinarie opere pittoriche. Quelle rimaste intatte, d’altra parte, si sono sbiadite ormai all’estremo, pur essendo ancora recuperabili. La trasformazione di molti palazzi in condomini ha comportato mutamenti ancora più radicali. Le altezze degli antichi saloni mal si prestavano alle esigenze abitative normali e molti piani sono stati divisi in altezza con la conseguente modifica delle finestre che sono divenute più piccole e irregolari (decorazione correggeva irregolarità delle bucature). Quello che però ha più di tutto nascosto alla vista palazzi simili è stata la perdita della storia e della loro memoria. Ville straordinarie, ricche di elementi antichi e originari come ad esempio Villa Spinola Canepa sono oggi praticamente sconosciute agli stessi corniglianesi. Il processo inverso è però possibile. Anche un edificio che ha perso quasi tutte le proprie caratteristiche estetiche può tornare ad essere significativo se ad esso si restituisce un senso. Emblematico è il caso di Villa Lomellini, assolutamente irriconoscibile a prima vista. Un grande casermone non diverso da molti anonimi condomini. Un inventario risalente al 1717 riporta minuziosamente gli arredi della casa, con le due consolle del salone su cui erano posati due grandi conche ornamentali di metallo, le 13 sedie con braccioli e 6 grandi quadri con cornice dorata. Nel salotto verso il mare un buffet di sandalo, due quadri con cornice intagliata all’antica e 14 sgabelli alla moderna. Così come descrive la biancheria negli armadi e gli utensili da cucina. Con questi elementi e con un poco di fantasia è possibile immaginare all’interno del grande edificio lo svolgersi di una vivace giornata domestica di villeggiatura, magari durante un ricevimento con i numerosi invitati che chiacchierano vivacemente seduti sugli sgabelli del salotto affacciato sul mare mentre una carrozza si ferma davanti al portone per far scendere qualche ritardatario. Rivestiti del loro significato storico anche gli edifici più irriconoscibili riacquistano un senso. E così se insieme a Villa Lomellini si rimettessero in luce ville come Spinola Grillo, Piaggio, Gio Pietro Serra, Doria Dufour, Cevasco Dufour insieme a tutte le altre ville già più o meno note si avrebbe la percezione di quanto questo territorio fosse gradevolmente unico e la ricchezza architettonica che ancora rimane potrebbe poL’importanza delle ville minori Uno degli aspetti più interessanti nella ricerca sulle sitivamente contribuire alla vivibilità del quartiere. ville di Cornigliano è stato il fattore scoperta. Non soltanto di piccoli e preziosi dettagli, ma di ville intere. La riscoperta delle ville di Cornigliano e il pro-

Palazzo Bombrini

Villa Serra Municipio – ex via Garibaldi 12 dimora cittadina di Domenico Serra

getto di valorizzazione di questi anni. L’avventura dell’apertura delle ville di Cornigliano nasce nel 2014, quando un piccolo gruppo di appassionati incomincia uno studio sistematico dell’antico patrimonio architettonico presente in questa parte di Genova. Con sorpresa ci si rende conto che, nonostante il passato industriale che ha trasformato radicalmente la località, il sistema delle antiche ville patrizie esiste ancora e che nel complesso sopravvive: è ancora leggibile e in parte ben conservato. Le ricerche portano all’edizione di ben due libri: il primo approfondisce le radicali trasformazioni urbanistiche otto-novecentesche che mutano un paesaggio agricolo in una affollata città; il secondo si inoltra in un passato più remoto in cui i palazzi nobiliari dominavano il paesaggio diviso in grandi appezzamenti coltivati a orto e a vigneto. La collaborazione con la Pro Loco permette anche la realizzazione e la pubblicazione di una mappa delle ville che comprende anche l’area collinare di Coronata e parte di quella di Campi, lungo il Polcevera. Contemporaneamente si coglie la possibilità di rendere fruibile al pubblico il patrimonio storico artistico che viene via via messo in luce. È così che tre associazioni, Italia Nostra, Associazione Dimore storiche italiane e Associazione per la tutela e la valorizzazione delle ville di Cornigliano si adoperano per rendere possibile la realizzazione di un evento. In contemporanea con l’apertura dei palazzi dei Rolli nel centro storico di Genova, vengono aperte le ville del Levante e del Ponente. Ville per la maggior parte famose e conosciute, con l’assoluta novità di un gruppo affiatato di ville, quelle di Cornigliano. Con una felice collaborazione tra pubblico, privato, associazioni, che concorrono ad aprire palazzi oggi molto diversi tra loro, utilizzati in modi differenti, ma legati dalla voglia di farsi conoscere dal pubblico. La prima edizione è un grande successo, con ondate di visitatori che inondano le strette vie a monte di via Cornigliano alla scoperta degli antichi palazzi. La seconda più funestata dal meteo avverso, riserva molte novità, tra cui la possibilità di visitare due delle antiche torri. Il bilancio di questi anni di lavoro è certamente positivo. Oggi la realtà delle ville di Cornigliano non è più un qualcosa di sconosciuto, perso nella leggenda e nei racconti di chi tantissimi anni fa aveva visto il nostro quartiere negli ultimi momenti del suo splendore. Le ville sono state individuate, riconosciute e studiate e la pubblicità fatta con le visite al pubblico hanno fatto sì che la loro importanza sia riconosciuta nei principali ambienti culturali genovesi. L’edizione di quest’anno riprende il lavoro fatto gli anni passati. Si prevede di aprire al pubblico alcune delle prestigiose dimore cinquecentesche del nucleo antico, con la valorizzazione degli esterni della grandiosa residenza settecentesca di Domenico Serra, già Municipio di Cornigliano. E finalmente, dopo anni di attesa, anche la villa Durazzo che fu poi dei Bombrini, costruita a metà del Settecento come magnifica evoluzione dell’edificato di villa, con soluzioni grandiose simili a quelle di una reggia. F. T.

Villa Gentile Bickley


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dal Municipio VI Medio Ponente

Cento anni di scoutismo nel nome del maestro Mazza Fondò la Gioiosa e il suo entusiasmo contagiò i sestresi

Ricorre quest'anno un anniversario importante per Sestri: i 100 anni della locale associazione Scout. Un secolo di iniziative che hanno segnato il tessuto culturale della delegazione. Iniziato l'8 dicembre 1917 con la fondazione del Gruppo Sestri Ponente, lo scoutismo sestrese è cresciuto negli anni, coinvolgendo centinaia di ragazzi nel rispetto dei valori di amicizia, solidarietà, aiuto fraterno, amore per la natura, propri di questo movimento, creato nel 1908 dall'inglese Robert Baden Powell. A Sestri lo scoutismo nasce nel nome del maestro Mario Mazza, fondatore de “La Gioiosa”, il cui entusiasmo contagiò tre sestresi: Giuseppe Conte (Pippetto), Enrico Blondet ed Attilio Marcenaro che nel 1916 diedero vita all'Asci e l'anno seguente al Riparto “Sestri P. 1° Gioiosa Silvio Pellico”, seguito nel 1920 dal Riparto “San Giovanni Battista” e nel 1921 dal “Sestri P. 2° San Francesco”. Nel 1922 nascono i Riparti “Borzoli 1°” e “Borzoli 2°”. Con l'avvento del Fascismo, si verificano in tutta Italia aggressioni, distruzioni di sedi, violenze d'ogni genere perpetrate da squadracce

che temevano la concorrenza dell'Associazione Scout con l'Opera Naz. Balilla e mal tolleravano i princìpi di libertà insiti nello scoutismo. Tra questi episodi poco onorevoli, segnaliamo l'uccisione a bastonate dell'allora trentottenne don Minzoni, ad opera di due squadristi. Si giunge così alla soppressione dello scoutismo decretata da Mussolini nel 1928. Iniziava il periodo di clandestinità che durò sino alla Liberazione, quando lo scoutismo torna alla luce del sole e nasce l'Associazione Guide italiane (gruppo cattolico femminile). Ricostituiti i tre Riparti di Sestri e il Borzoli 2, nascono i Rovers e nel 1949 il Primo Clan. Nel 1957 i vari gruppi si fondono nel “Genova 54”, adottando il fazzoletto blu con striscia gialla. Nel 1974 l'associazione femminile si fonde con quella maschile, grazie alla creazione dell'Agesci. Il notevole aumento di numero rende necessaria nel 1984 la costituzione di un secondo gruppo, il “Ge 45”, che opera nelle parrocchie di San Nicola e della Natività, mentre il primo è ospitato presso l'Assunta e la Sacra Famiglia. Nell'ottobre 1998 nasce il Gruppo Ge 27 nella parrocchia di Virgo Potens. Tra gli episodi significativi che hanno segnato lo scoutismo sestrese, citiamo l'organizzazione di vari

campi, attività di servizio e volontariato, spettacoli vari, molti dei quali allestiti a Sestri, nei teatri Verdi e San Giovanni Battista, altri presso il Calasanzio di Cornigliano. Il Masci di Sestri, nato nel 1954 e comprendente scout adulti, è intitolato a Pippetto Conte. Tra le opere realizzate, ricordiamo, negli anni '80, l'artistica pavimentazione del sagrato del santuario del Gazzo, in collaborazione con l'Agesci, grazie anche alle centinaia di sassi raccolti dai lupetti di allora sulla spiagge vicine. Varie le iniziative attuate in collaborazione con il Consiglio di circoscrizione, tra cui l'adesione al Comitato per la salvaguardia del Monte Gazzo e il censimento delle edicole votive mariane di Sestri. Per chi volesse saperne più sullo scoutismo a Sestri, può consultare il libro Metti un'antilope nella notte dei cent'anni scritto da Daniele Grillo, giornalista del Secolo XIX, sestrese. Gli scout cattolici di Sestri stanno preparando, in collaborazione con l'omologo gruppo laico, il Cngei, diverse iniziative per questo anniversario. Tra l'altro, è prevista una mostra fotografica per la quale chiedono la collaborazione di cittadini che siano in possesso di foto e documenti relativi all'attività dell'associazione. In attesa, auguriamo agli scout sestresi un felicissimo centenario. Siamo certi che anche in quest'occasione sapranno dare “il loro meglio”, come recita lo slogan dei loro giovani associati. Rita Nello Marchetti Nella foto: festa di gruppo 2015

8 marzo: Giornata della Donna Un marchio commerciale (quasi) tutto al femminile

C’è a Sestri un ben avviato negozio di merceria: la titolare, la signora Rosa Canepa, esercita in via Vigna di fronte alle ex prigioni, mantenendo il marchio di famiglia: Le

Battistine. Il nome deriva dalla nonna Maria Battistina, nata a Sestri nel 1885, donna attiva e tenace. Aveva iniziato l'attività di merciaia nel 1910, con l'aiuto dei tre figli: Francesco, Maria e Felicina. Il primo negozio in via Chiappori, il secondo in via Ciro Menotti ed ancora nel 1928 in via Caterina Rossi. Seguirono anni di duro lavoro: prima la crisi, poi la guerra, con la paura dei bombardamenti, dei rastrellamenti, delle rappresaglie tedesche. Il dopoguerra segnò tanta voglia di rinascita e di pace. Battistina mancò nel 1962, con

grande dispiacere degli affezionati clienti. Il negozio passò alle figlie, che con viva cordialità, hanno sempre accontentato una vasta clientela, con prezzi convenienti e introvabili altrove. Maria ebbe una figlia, Rosa, l’attuale titolare, che porta avanti il marchio della nonna, dopo aver aperto nel 1987 la nuova merceria di via Vigna (nella foto), nei vasti locali di una famosa tripperia. Questo è ancora per tanti appassionati il negozio delle Battistine. Una tradizione proseguita dalla nipote Francesca che, sempre presente con la mamma Rosa ed alcune commesse, rappresenta oggi la quarta generazione di donne sestresi attive e tenaci. Margherita Molinari

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O zenéize, di Guido Pallotti

Occhio al quadro, di Liliana Gatto Longhi

“Quadretto de famiggia” di Franco Barbieri, poeta contemporaneo

Single o in coppia? Fate festa con san Faustino e san Valentino

Cöse de câza mæ, cöse da rie cöse de n’âtro mondo, òrmai finie. Veddo mæ moæ ch’a và a destende i drappi, mæ poæ o ven da laoâ, giachê in scia spalla, mæ fræ picin co tia co-o sccieuppo a tappi, e sento mogognâ de là mæ lalla. Gh’è a gatta rossa ch’a m’amia e a fâ miao, sbircio che no trabocche a casseròlla e sciouscio in to ronfò co-a banderolla, pe agiutâ a zimme a infiâse sciù pe o diâo. Sento mæ poæ co crîa:« Dagghe ‘na bòtta, vanni a pigiâ ‘n p’ö d’ægoa in ta vaschetta e anche doi “carnera” da o fainòtto e no ascordâte o giasso da-a Carlotta». I drappi son desteixi in faccia a-o mâ, in ta gagetta s’è sciatòu löxello, a l’è mæ moe ch’a picca co-o pestello e o baxeicö o ven pesto in to mortâ. Zu gh’è i mæ amixi e lê a me dixe asspêta, agoeito amagonòu sotta e tendinn-e zeugan a-a lippa, a-a ziardoa, a-e figurinn-e, sa me va ben poriö sciortî mez’òeta. Intanto arvo o barcon pe scorî e mosche, sbatendo o macramè desturbo a gatta, ch’a scontra a vascelèa, cazze ‘na xatta… … e no lè dîto che staseia no bosche.

Avete festeggiato San Valentino o avete scelto San Faustino? In tutte e due i casi spero abbiate passato una bella giornata in compagnia di chi più vi sta a cuore. San Faustino (una ricorrenza senz’altro giovane in confronto al collaudato 14 febbraio, festa degli innamorati) si celebra il 15 febbraio ed è il santo patrono dei single, motivo per cui, per ragioni d’immagine, ha dovuto lasciare da parte san Giovita con cui ha condiviso il martirio e il calendario dei santi. D’origini latine, il nome Faustino, come del resto Fausto, significa “propizio”, favorevole, proprio di buon auspicio per i cuori solitari che sperano di trovare l’anima gemella. Proveniente da una famiglia pagana Faustino (e così anche Giovita) intraprese la carriera militare diventando cavaliere prima di convertirsi al cristianesimo. I due santi sono rappresentati in veste militare romana, spesso con la spada in un pugno e la palma del martirio nell'altra, altre volte in vesti religiose: san Faustino da presbitero e san Giovita da diacono. Narra la leggenda che i due santi – prima di incontrare la morte per decapitazione il 15 di febbraio - furono sottoposti ad altri martiri: rinchiusi in una gabbia con delle tigri ne uscirono indenni; condannati ad esser scorticati vivi e messi al rogo furono risparmiati dalle fiamme che non li sfiorarono. San Valentino si celebra il 14 febbraio ed è molto probabile che la “festa degli innamorati” abbia avuto origine nel VI secolo per sostituire la festa pagana dei lupercali (antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Lupesco) che prevedeva festeggiamenti sfrenati e scostumati, in netto contrasto con la morale cristiana che si andava consolidando. Per trasformare il rito pagano in “festa dell’amore” il papa Gelasio I nel 496 d.C. decise di fissare nel 14 febbraio il giorno dei festeggiamenti (anticipando di un giorno i lupercali che si tenevano il 15 febbraio) eleggendo così san Valentino a protettore degli innamorati. Valentino era un giovane di famiglia agiata che, convertitosi al cristianesimo, a soli ventuno anni divenne vescovo di Terni dove era nato nel 176. Visse ben 97 anni e alcune sue reliquie sono conservate nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Savona. Su di lui ci sono diverse leggende tra cui una che lo vede compiere un miracolo ridando la vista alla figlia del suo carceriere. Poco prima di essere decapitato salutò la giovane con uno scritto firmandosi “dal tuo Valentino”, proprio come ora nel ventunesimo secolo gli innamorati di tutto il mondo firmano i loro biglietti d’amore.

Quadretto di famiglia Cose di casa mia, cose da ridere,/cose di un altro mondo, ormai finite./Vedo mia madre che va a distendere i panni,/mio padre viene da lavorare, giacca sulla spalla,/mio fratello piccolo tira col fucile a tappi,/ e sento brontolare di la mia zia./C’è la gatta rossa che mi guarda e fa miao,/ sbircio che non trabocchi la casseruola/e soffio nel fornello con la banderuola,/ per aiutare le faville a infilarsi su per il diavolo./Sento mio padre che grida:«Dacci una botta!»,/vai a prendere un po’ d’acqua dalla vaschetta/e anche due “carnera” dal commestibili/e non dimenticarti il ghiaccio dalla Carlotta./I panni sono stesi di fronte al mare,/nella gabbietta si è spaventato l’uccellino,/è mia madre che picchia col pestello/e il basilico diventa pesto nel mortaio./Giù ci sono i miei amici e lei mi dice “aspetta”,/sbircio col magone sotto le tendine/ giocano alla lippa alla ziardoa e alle figurine,/se mi va bene potrò uscire mezzoretta./Intanto apro la finestra per scacciare le mosche, sbattendo l’asciugamani, disturbo la gatta,/che scontra lo scolapiatti, ne cade uno…/… e non è detto che stasera non le busco (botte). Note. Diavolo: imbuto tirafumo. Carnera: grosse forme di pane bianco di pasta dura. Ziardoa: trottola di legno con perno in ferro. Consegetti pe scrîve o zenéize in grafia ofiçiâ Se scrive “O” e se lêze “U” (bolacco – cocollo.) A “O” pe lêzila tale a gh’à bezeugno de l’acento grave sa l’è corta (pòrto – tòcco – sòcau), da dieresi sa l’è aværta (cösa – böxia – göscio) Se scrive “U” e se lêze “U” (budego – curva – uga). Se scrive “æ” e se lêze comme ‘na “a” aværta (moæ – poæ – fræ - scæn). Se scrive “eu” e se lêze comme ‘na “o” lunga e aværta (beu – cheu – feugo). Se scrive “X” e into lêze a se fa scugiâ (baxo – gexa – paxe.) Tutte e vocale a parte a “ö” che se ghe mette a dieresi (giöxia), pe prononçiale longhe an beseugno de l’acento circonflesso ( mangiâ – mogê – dormî – mû)


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Siete già passati in biblioteca a vedere i nuovi arrivi? No? Beh sono davvero tanti i titoli di nuova acquisizione e, visto che non saprei da dove incominciare, mi dedico alla classifica dei libri più venduti di recente. Pronti? Via! Il primo posto se lo aggiudica “Animali fantastici e dove trovarli” di J. K. Rowling, un libro che non può mancare nella libreria degli appassionati di Harry Potter. Non molto corposo, ha la bella idea di riportare in margine alle pagine -come fosse un diario- le annotazioni diIl Harry, un vero e proprio libro di capitano Bertolotti testo di magie Hogwarts. morìdi nel ‘15 suiposto montièveneti Il secondo assegnato a “L’arte di essere fragili – come Leopardi può salvarti la vita“ di Alessandro D’Avenia. L’autore affronta le domande di tutti i giorni, domande comuni che ognuno di noi almeno una volta si è posto (“Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di vi-

vere giorno per giorno in modo da farne addirittura un’arte della gioia quotidiana?”) e di cui spesso cerchiamo freneticamente una risposta. Con un argomento più leggero, al terzo posto “Nessuno come noi” di Luca Bianchini ci porta sui banchi di scuola in una Torino sul finire degli anni ’80 dove s’incontrano i figli dei ricchi della collina torinese e i figli della periferia torinese. “Il passaggio” di Michael Connelly è il quarto posto di questa classifica stilata dal Corriere della Sera con una copertina in cui troneggia una pistola per l’ultima avventura dell’investigatore Harry Bosch che passa dall’ aggiustare una vecchia Harley–Davidson alla voglia di scoprire chi ha ucciso una funzionaria della municipalità di Los Angeles. Valter Longo con “La dieta della longevità” è stazionario al quinto posto. Definita da alcuni come una delle più

importanti scoperte scientifiche per quanto riguarda l’alimentazione umana, questa dieta messa a punto dal biochimico e neurobiologo Longo si basa su ben venticinque anni di studi sulla relazione che intercorre tra il cibo e l’invecchiamento. Ed ecco che arriva, al sesto posto, il thriller: “Torto marcio” di Alessandro Ribecchi. Milano, tre storie che si intrecciano in centro città di “più di seimila appartamenti, famiglie, inquilini legali barricati in casa, abusivi, occupanti regolari, occupanti selvaggi”; tutto questo per farci capire quanto la trama si addentri nei contrasti di una Milano che passa da un luccicante studio televisivo ai disagi di un’emarginazione di un quartiere di cui ci si occupa solo per ragioni di sicurezza. E ci scappa il morto, un “ricco morto” ucciso a colpi di pistola. Ombre, luci e mistero per “Fallen” romanzo di Lauren Kate che troviamo al settimo posto. La Kate ci narra di Lucinda e del collegio/riformatorio in cui viene rinchiusa dopo un incidente tragico e misterioso. Carlo Lucarelli in “Intrigo italiano” dà vita all’investigatore De

La storia delle nostre vie Le vie della nostra storia

sulfuree, all’Acquasola, alle Fontane marose alternate ad altre con nomi di piante, fiori, animali, pennuti, sapori, specie nel centro storico e oggetti di uso comune come via delle Gavette e molti altri più o meno romantici tra cui vico dell’Amor perfetto. C’è davvero una vasta scelta, ma Genova ha dimostrato anche una grande considerazione per le professioni e arti che mantenevano alacremente viva la città. Ne sono testimoni tutte quelle strade dedicate a mestieri ormai scomparsi come artigiani, lavandaie, macellai, operai, pescatori, tessitori, indoratori e tintori. Non mancano nemmeno i metalli nella toponomastica genovese, ed ecco vico del ferro, del piombo, dell’acciaio e tanti altri senza dimenticare anche via degli Orefici, tutta storia di un passato che vive ancora nel presente per ricordare un florido trascorso spesso tramandato da padre in figlio. Anche Cornigliano ha la sua storia di artigiani ed una di queste è proprio vico Saponiera. Di saponifici presenti nel borgo se ne trovavano sin dai primi anni del 1800, ma verso la metà del secolo, questa produzione prese un aspetto molto significativo. Su antichi documenti storici di quel periodo, in tutto il borgo risultavano ben 25 fabbriche di sapone, quasi tutte ad andamento famigliare e questa attività venne considerata persino un monopolio ligure. La lavorazione del sapone si allacciava a quella dell’olio d’oliva per-

ché si avvaleva di tutti i derivati estratti dalle grane oleose a cui veniva aggiunta soda caustica importata dall’Inghilterra perché molto più conveniente, un elemento essenziale per una buona riuscita del prodotto finito. Anche la produzione di candele aveva la sua importanza, e per rendere più competitivi questi prodotti, le produzioni originali, vennero modificate con l’aggiunta di talco ed altre sostanze profumate adatte a questo scopo. Fra le tante ditte presenti sul territorio emerse in particolare la ditta di Oneto Agostino & C. confermata anche dal Giornale di Genova del 29 agosto 1935. L’ingegnere Agostino fu, nel 1882 anche consigliere comunale e la sua carta da lettere intestata, riportava sia il disegno di un veliero, sua grande passione, che la figura di un pezzo di sapone, sua principale e orgogliosa attività lavorativa. Anche Luigi Oneto, membro della famiglia e proprietario del grande e floridissimo saponificio, anche lui amante della vela, aprì sulla spiaggia della delegazione, un piccolo cantiere per barche destinate soprattutto all’hobby delle regate che in quel periodo stava nascendo anche in Italia, unendo così, in quella amena località tutta affacciata sul mare, oltre al mestiere di industriale, anche la passione della nautica. Proprio la fabbricazione del sapone divenne un importante prodotto italiano in grado di produrne grandi quantità e di ottima qualità capaci di

Tanti libri di autori italiani Romanziere con un click fra i più venduti della settimana “Maggio dei libri” col… Trucco

Vico Saponiera (dal dialetto, Saunea) nel centro antico di Cornigliano dal tratto chiuso che parte da via Bertolotti. Con l'espansione dei centri abitati, in tempi ormai remoti, dettate dal fabbiso-

gno generale di una popolazione sempre più in crescita, nei borghi si insediarono molte botteghe e artigiani specializzati con piccole imprese ad andamento famigliare. Poiché a quei tempi le targhe comunali riportanti il nome delle vie era riservato solo alle strade più importanti, quelle secondarie venivano nominate dalla popolazione in base alle attività che si svolgevano in quei luoghi. La fantasia a quei tempi non aveva limiti e tanti nomi suggestivi che suscitano curiosità e strappano ancora oggi qualche sorriso, ci riportano piacevolmente indietro nel tempo. Capita spesso di imbattersi in strade dedicate alle Sorgenti

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Luca in una Bologna sotto le feste natalizie. Una donna è stata trovata annegata nella vasca da bagno e per trovare il colpevole ci vuole l’esperienza di un cane da tartufi come De Luca (“Io non sono un cane bastardo. Sono un cane da caccia. Sono un poliziotto.”) Restiamo nelle sfumature del giallo e al nono posto troviamo Georges Simenon e “La casa dei Krull” dove all’emarginazione geografica – la casa dei Krull si trova quasi fuori paese – s’unisce l’emarginazione di una famiglia dal cognome tedesco in una campagna francese con canali, chiatte, e marinai. Quando viene ripescato il cadavere di una giovane donna l’emarginazione diventa sospetto, ricerca di un capro espiatorio. Decimo Roberto Saviano con “La paranza dei bambini”: dieci ragazzini in scooter, nelle vie di Napoli, quindicenni che sanno di non avere futuro e sanno che si devono giocare il tutto per tutto quale unica possibilità per andare avanti. Chissà se uno di questi titoli non sia anche a scaffale tra le novità della nostra biblioteca.

soddisfare ogni esigenza sia per uso industriale che domestico. Una produ-

lillybrilly@gmail.com

zione che risultò, dopo la meccanica e quella dello zucchero, al terzo posto nella graduatoria per il commercio conquistando non solo il mercato nazionale, ma anche quello europeo. Tutte queste attività che un tempo erano l’anima dei borghi, ora sono solo un lontano ricordo perché soppiantate dalle grandi industrie sparse in ogni parte del mondo, lasciando ai vicoli a loro intestate, solo un lontano ricordo. Rosanna Robiglio


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Il tempo che ha fatto GENNAIO 2017

Da Campoligure una filigrana di latte Da gustare con il buon bianco di Coronata

Riccardo Collu Da parecchi anni ormai seguo l’enogastronomia e più di una volta mi è capitato di incontrare validi artigiani che producevano dei piccoli gioielli. Recentemente ero in Valle Stura, per aggiornarmi sulla produzione del latte dai fatti di alcuni mesi fa. Ho incontrato diversi casari fra i quali l’amico Patrick che seguo dai suoi esordi. Parlando ho notato un prodotto dalle caratteristiche inusuali, ovvero una “provola pallida” ed ho chiesto il motivo. Con mio stupore, il prodotto aveva una percentuale di latte caprino di circa il 60%. Ciò significava che ero davanti ad un prodotto unico. Realizzare un formaggio a pasta filata è un processo complicato, a questa categoria appartengono formaggi come mozzarella, provolone e caciocavalli. La particolarità consiste nel fatto che la cagliata viene mo-

paroliamo

dellata a mano e non inserita nelle forme, difatti tagliando una mozzarella fresca o un provolone stagionato si nota che la pasta è composta da strati concentrici, questa è la filatura della pasta. Per ottenere dal latte queste caratteristiche, dopo la cagliatura, la massa deve acidificarsi e poi essere introdotta in acqua bollente e lavorata finché non diventa plasmabile come un chewing– gum. A questo punto solo l’abile mano del casaro riesce a dare forma alla materia e trasformarla in una mozzarella di pronto consumo o in un provolone da stagionare anche parecchi mesi. Normalmente questi prodotti sono realizzati con latte vaccino od ovino. Personalmente non avevo mai visto la filatura di un latte delicato come quello di capra. Le caratteristiche del latte dipendono sia dal metabolismo dell’animale ma soprattutto dalla sua alimenta-

zione. Questo prodotto è l’ennesima prova che il latte della Valle Stura è di primissima qualità, gli animali lì allevati si trovano in un territorio vocato e se poi la materia prima trova un valido artista in grado di modellarla si ricava un prodotto unico. La provola in questione è stagionata circa 30 gg. si presenta di colore giallo paglierino

tenue, qualche traccia di muffa bianca dovuta alla temperatura non forzata. La pasta presenta i segni tipici della filatura, la trama è come un intarsio. Il sapore è

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Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

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2 12 22 delicato, di burro, sapido, di fieno e i profumi ricordano il 3 13 23 latte di capra. Una vera sorpresa. 4 14 24 Come gustarla, al naturale con pane bianco si apprezza la pulizia dei suoi sapori. Taglia5 15 25 ta a rondelle e passata alla piastra si esalta il lato rustico 6 16 26 fornito dal latte di capra. Accompagnata con miele 7 17 27 d’acacia si esalta la sua sapidità. Come abbina8 18 28 menti un bianco di Coronata se si 9 19 29 gusta al naturale o col miele. 31 20 Se sulla piastra 10 con pepe bianco Giorni di pioggia: 5/Temporali: 0 e pane tostato un Giorni di sereno: 11 ormeasco sciacTemperatura minima: 3,8°C chetrà del poTemperatura massima: 9,9°C nente ligure. PASSAGGIO DI CONSEGNE Vi invito a gustaMarzo rappresenta il primo mese re questo splen- della Primavera. La stagione, da un dido prodotto punto di vista meteorologico inizia il 1° del mese. della nostra terPREVISIONI MARZO ra, realizzato a Si attende un mese tipico di transizioCampoligure già noto per la ne, caratterizzato da un tempo con filigrana d’argento. improvvisi cambi di umore. I periodi anticiclonici alla base di Qui, un artigiano con la nobiltemperature miti saranno sopiti tà del latte di Amaltea ha rea- dall'arrivo di perturbazioni ed anneslizzato una vera e propria fili- sa massa d'aria più fredda che portegrana di latte. ranno repentini cali delle temperatu-

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re. La piovosità maggiore è attesa al Nord. Sarà un mese termicamente nelle medie tipiche del periodo. MARZO IN LIGURIA Il mese si prospetta come mediamente perturbato con il passaggio di numerose perturbazioni di stampo atlantico, il clima sarà piuttosto mite e la neve di fine stagione cadrà sopra i 1500 m. Il passaggio stagionale è previsto per l’ultima decade di marzo quando le temperature a Genova potranno localmente superare i 20 gradi. Dal punto di vista precipitativo dopo gennaio e febbraio sotto media si prevede un marzo piuttosto piovoso in grado di fare recuperare il deficit di pioggia che si è creato nei primi due mesi del nuovo anno e quindi dare modo agli invasi di tornare a più consoni livelli di immagazzinaggio . A cura di Nicolò Scibetta www.meteoligure.it


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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi

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Febbraio, febbraietto, cosa bolle nella... pentolaccia?

Ehilà, belle ragazze e ragazzi di tutte le stagioni (anche quelli un po' stagionati come me: sono i migliori come certi cibi e bevande, vedi parmigiano reggiano e barolo), siamo giunti a febbraio, il Sole l'1 è a 12° e 18'. Acquario, il 18 alle 11,32 entra in Pesci e quindi auguri a tutti i nati sotto il segno dei Pesci. Chi è nato sotto questo segno viene descritto come sensibile ed intuitivo, con spirito umanitario. Febbraio non gode di buona fama, infatti è noto il detto: "Febbraio, febbraietto, corto, corto e maledetto"; fortunatamente quest'anno non è bisesto ("anno bisesto, anno funesto"), perché sarebbe un bel guaio essendo l'anno 2017, noi però non siamo assolutamente superstiziosi: la superstizione è parente stretta dell'ignoranza, ecc. ecc., passiamo sotto le scale e ci

lasciamo attraversare la strada dai gatti neri senza muovere un ciglio, se così non fosse, come farei io che ho in casa un gatto nero, che sfreccia avanti ed indietro facendomi inciampare? Mentre scrivo è già passato il 2 febbraio: giorno della Candelora ("quando vien la Candelora, De l'inverno siamo fora; ma se piove o tira vento, De l'inverno semo drento") e la neve imbianca le alture. Vediamo un po' gli aspetti piacevoli: anche febbraio ha le sue festicciole, forse perché qualcuno ha nostalgia di quelle da poco più di un mese trascorse. San Valentino: festa degli innamorati (14 febbraio) impostata per vendere cioccolatini e cuoricini; Carnevale per fare qualche scherzetto a chi è simpatico e qualche dispetto a chi non lo è, con la scusa che a Carnevale ogni scherzo vale (non è vero, poi lo spiego più avanti). Ora andiamo nel dettaglio: per San Valentino, se volete un consiglio da una vecchia amica saggia, non andate a cercare l'amore dove non c'è, ma tenetevi quello che avete a portata di mano da sempre, perché chi cerca non sempre trova o magari trova guai ("chi lascia la vecchia via per la nuova, sa quello che perde, ma non sa quello che

trova"), tutto sommato meglio un'infelicità certa che una felicità aleatoria. Anche un abito vecchio e sciupato, se lo si tira fuori dalla cassapanca, lo si aggiusta, lo si lava e lo si stira, può assolvere egregiamente la sua funzione e, se vi era piaciuto prima, può piacervi ancora. Quindi rispolverate il vecchio partner, buttandolo magari nel bagnoschiuma, ma non nella centrifuga, perché l'asciugatura potrebbe essere fatale. Per la serie: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si ricicla ("chi si accontenta gode"). Il Carnevale è un'occasione di divertimento e spensieratezza e risulta piacevole soprattutto per i bambini, che per un giorno possono vestirsi come i loro personaggi preferiti reali o fantastici, dando libera espressione alla fantasia. I costumi si possono preparare insieme con pochi elementi aggiunti acquistati, come mascherine, cappelli, ecc. Con un po' di abilità manuale e creatività è possibile confezionare ciò che serve, basta avere tempo a disposizione, cartone, colla, nastri, colori e qualche stoffa o vecchio abito adeguato. Solitamente i costumi inventati sono i più apprezzati ed originali e la loro esecuzione può costituire un momento di grande coinvolgimento. Per non parlare del trucco che è una fase molto divertente. Nella delegazione di Cornigliano si svolgono vari intrattenimenti presso i circoli e a villa Bombrini (il 26 febbraio), con programmi accattivanti per grandi e piccoli, ma anche le festicciole in casa con torte, bugie e frittelle sono gradevoli e un modo per riunire amichetti e compagni di scuola dei bambini. Poi a marzo ci sarà la pentolaccia con caramelle e giochi per tutti.

A Carnevale si fanno anche scherzetti, ma non tutto è proprio lecito. Ci sono scherzi spiritosi che fanno sorridere sia chi li fa, sia chi li riceve; scherzi un po' cretini e di cattivo gusto che fanno ridere solo chi li fa, poco chi li riceve; scherzi fastidiosi e sgradevoli, al limite del mobbing, che non fanno onore a chi li fa e risultano inopportuni per chi ne è fatto oggetto. Gli ultimi due tipi sarebbero da evitare, per buon gusto e per non andare incontro a nostra volta a scherzi villani, per la famosa legge: "chi la fa l'aspetti", alias "pan per focaccia", per non parlare poi della regola fisica per cui ogni azione provoca una reazione uguale e contraria. Quindi non è vero che a Carnevale ogni scherzo vale, ma come sempre conta la buona e la giusta misura ("in medio stat virtus"). A febbraio nei giardini è già tutto un tripudio di gialla mimosa, che sembra anticipare la primavera e in riviera si celebrano sagre. Se si cerca tra il fogliame, nei boschi si può già trovare qualche profumatissima viola. Anche questo mese quindi, a scapito della sua cattiva fama, porta piacevolezze. Saluti e baci scherzosi Astri

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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ilCorniglianese/eventi, tempo libero e curiosità

Sabato 25 marzo Assemblea annuale della Pro Loco

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Volontari cercasi Per ville… aperte

Anna Maria Maggialetti - Elsa Scuzzarello in mostra al Centro Civico

Il Comune di Genova, il Centro civico Cornigliano con il patrocinio del Municipio VI Genova Medio Ponente presentano la mostra di pittura ‘Passione nel colore’, opere di Anna Maria Maggialetti ed Elsa Scuzzarello, dal 9 febbraio al 3 marzo, presso il Centro civico Cornigliano, viale Narisano, 14. L’inaugurazione si è tenuta il 9 febbraio. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, sabato dalle 9 alle 13, chiuso domenica e festivi “Dopo una lunga attività lavorativa ho scoperto solo recentemente il mondo della pittura. Nel 2013 ho iniziato a frequentare il Circolo culturale Arci Prisma di Genova Pra’, dove ho sviluppato

questa passione grazie alla didattica della pittrice Franca Zummo. I miei lavori sono eseguiti con tecnica ad olio utilizzando in un primo tempo esclusivamente i pennelli e successivamente ho usato anche la spatola. Mi piace molto lavorare a spatola perché credo di riuscire a rendere più vivo il colore aumentando gli strati di pittura, andando poi a sfumare ed alternare ovviamente chiari e scuri. Dopo aver dipinto soggetti che mi facevano pensare a qualcosa o a qualcuno a me caro per riprodurre le mie emozioni, ho proseguito con i luoghi delle mie vacanze, utilizzando fotografie scattate personalmente per immortalare i colori che mi erano rimasti impressi nella mente e negli occhi. Oltre a paesaggi di mare ho dipinto luoghi di campagna e nature morte “mescolando i colori” in modo da riuscire ad esprimere solarità nelle mie opere e anche, su richiesta, soggetti in stile moderno destinati a essere esposti in ambienti moderni. Il mio percorso espositivo ha avuto inizio con collettive nel 2013, la prima presso la Cappellina di San Bartolomeo Genova Pra’ e in seguito anche nel 2014 e nel 2016. Nel 2015 e 2016 ho esposto presso la Coop Genova Pegli e nel 2016 presso la Coop Terminal Traghetti e presso la Saletta Montale a Sestri Ponente”. (Anna Maria Maggialetti)

“Elsa Scuzzarello è stata ammessa al primo premio internazionale di Arte contemporanea Arte Salerno 2016: la sua arte è risultata meritevole di attenzione critica per la capacità di esprimere dei valori significativi e non previsti introducendo ad una visione del mondo con occhi nuovi. La sua capacità di meravigliare e trasmettere emozioni la colloca come uno dei migliori interpreti della bellezza della vita che risulta essere non solo l’espressione creativa di un sentimento ma il risultato di un’intelligenza viva.” Veronica Nicoli Presidente ArtetrA e Art Curator Arte Salerno 2016


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Il deficit dell’udito Incontro alla Berio

Se un papa… gioca al Super Bowl

Non finiamo mai di stupirci delle riflessioni di papa Bergoglio, in questo mese ne sottolineiamo due. La prima su un videomessaggio lanciato nella finale del Super Bowl americano e l’altra sulla domanda di un’infermiera dell’ospedale Bambin Gesù di Roma (e non mi meraviglierei che in futuro Francesco desse qualche consiglio ai tecnici e ingegneri della Nasa su come fare a raggiungere Marte...). Ma vediamo in particolare le sue riflessioni. Papa Francesco ha registrato un videomessaggio per il Super Bowl, la finale del campionato di football che si è giocata a Houston. Non era mai accaduto prima che un papa desse la sua benedizione a quello che è l’evento televisivo più seguito dell’anno negli Stati Uniti e uno dei più diffusi in tutto il mondo. «I grandi eventi sportivi come il Super Bowl sono alta-

mente simbolici dimostrando che è possibile costruire una cultura di incontro e un mondo di pace», dice Bergoglio nel filmato registrato in spagnolo. «Prendere parte ad attività sportive ci fa andare oltre la nostra visione della vita - e in modo sano - ci fa imparare il significato del sacrificio, crescere nel rispetto e fedeltà alle regole. Possa il Super Bowl di quest’anno essere un segno di pace, amicizia e solidarietà per il mondo». Ma andiamo avanti. “Non c'è una risposta alla morte dei bambini?”. “Io non ho una risposta, credo sia bene che questa domanda rimanga aperta” ha detto il papa, rispondendo alla domanda di Valentina, infermiera al Bambin Gesù, che gli ha chiesto “perché i bambini muoiono”. “Nemmeno Gesù ha dato una risposta a parole”, ha ricordato Francesco, parlando a braccio, come ha fatto per quasi tutto il botta e risposta con i rappresentanti dei circa 6 mila infermieri presenti oggi in aula Paolo VI: “Di fronte ad alcuni casi, capitati allora, di innocenti che avevano sofferto in circostanze tragiche, Gesù non fece una predica, un discorso teorico. Si può certamente fare, ma Lui non lo ha fatto.

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Vivendo in mezzo a noi, non ci ha spiegato perché si soffre. Gesù, invece, ci ha mostrato la via per dare senso anche a questa esperienza umana: non ha spiegato perché si soffre, ma sopportando con amore la sofferenza ci ha mostrato per chi si offre. Non perché, ma per chi”. “Anche questo è teorico”, ha commentato. “Perché i bambini soffrono? Non c’è risposta a questo”, ha ripetuto: “Soltanto guardare il Crocifisso, lasciare che sia lui a dare la risposta. ‘Ma padre, Lei non ha studiato teologia, non ha letto libri?’ “Sì, ma guarda il Crocifisso: soffre, piange, questa è la nostra vita. Non voglio vendere ricette che non servono, questa è la realtà”. “Accompagnare un bambino che soffre è tanto difficile: soltanto carezze, vicinanza, il pianto, piangere con lui, con lei, soltanto questo”, la risposta del papa ad “una delle domande aperte della nostra esistenza”. “Dio è ingiusto?” “Sì, è stato ingiusto con suo figlio, l’ha mandato in croce. Ma è la nostra esistenza umana, la nostra carne che soffre in quel bambino, e quando si soffre non si parla: si piange e si prega in silenzio”. Carlo Guerra

“Il rumore del silenzio imposto: sordità come malattia o problema culturale?” è il titolo della Conferenza che la Cooperativa sociale ABAcadabra organizzerà il 25 marzo alle 14 presso la Sala dei Chierici della Biblioteca Berio e a cui siete tutti invitati. Un dibattito sopra il deficit dell’udito in cui i relatori racconteranno uno spaccato della quotidianità della comunità sorda ponendo l’accento sulle differenze linguistico-culturali piuttosto che le diversità di tipo medicoscientifico. Presente in sala il servizio d’interpretariato Lis-Italiano. Per l’occasione sarà proiettato il documentario Il rumore della vittoria, sei storie di sordità di giovani atleti azzurri con sordità, ideato e realizzato da Ilaria Galbusera e Antonino Guzzardi vincitore alla sesta edizione della Matera Sport Film Festival come miglior documentario e al Basilicata Cinema International Film Festival come Best Sport Documentary. La redazione


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Posta Express, realtà nazionale con gestione privata A disposizione per gli utenti tutto il giorno

“Basta più code in posta venite da noi Posta Express in via Cornigliano 3r”. Queste le parole di Sara Vallarino, quando sono entrato nel nuovo ufficio postale aperto il 23 gennaio. Come al solito noi della redazione, quando nascono nuove realtà siamo sempre presenti, per capire di cosa si tratta e darne sintesi ai cittadini. Sara Vallarino è la titolare di questo ufficio postale, nuovo di zecca e devo dire che entrando, ho avuto una buona impressione, sotto tutti i punti di vista, dopo le presentazioni di rito, ho subito chiesto cosa è Posta Express, chi sono i titolari, cosa propone, perché a Cornigliano.

“Sono la titolare, dice Sara Vallarino, coadiuvata dal mio socio Giuseppe Amara. Ci occupiamo di due rami, questo di Posta Express e di prodotti marittimi, ecco perche la nostra ragione sociale si titola Posta Express Gsa Shipping &Dilivery. Qui perché è un punto strategico, è un crocevia tra Cornigliano, Coronata e persone che transitano per la Valpolcevera, poi non secondario l’orario delle poste tradizionali, che funzionano solo al mattino, noi siamo a disposizione tutto il giorno, anche l’alta concentrazione di persone a cui è possibile fornire questi servizi, che ricordo, sono esattamente uguali a quelli delle poste tradizionali. Posta Express è una realtà nazionale, con gestione privata, in altre parole la liberalizzazione del mercato postale, regolato dalle legge 58 del 2011, qui da noi non troveranno code, parleranno con persone fisiche e non con call center, cortesia e anche un sorriso che non guasta mai, ed avere gli stessi servizi delle poste tradizionali, gliene elenco alcuni per categoria ma ne abbiamo molti altri (raccomandate, posta prioritaria, assi-

curate, pacchi di ogni genere, pubblicità indirizzata e non, ecc) (anagrafe/comune, tutti i certificati), conservatoria (visure copie atti notarili), agenzia entrate (attribuzione codice fiscale ecc.) camera commercio (visura camerale ecc.), Pra automobilistico con tutti i suoi documenti, tribunale (diritti civili, carichi pendenti, casellario giudiziario, ecc.), Inps (cud, estratti contributivi). Facciamo anche un servizio posta e pacchi per i cittadini sudamericani, in caso di bisogno si possono rivolgere a noi. Ultima cosa non meno importante, anzi , e qui ci rivolgiamo a enti pubblici e privati, amministratori condominiali, professionisti di tutte le categorie, scuole pubbliche e private, a tutti questi soggetti rilasciamo regolare fattura con la possibilità di scaricarsi l’Iva. Direi che non è poco visto che se vanno in posta tradizionale questo

non è possibile, altro servizio che oggi va molto è la possibilità per chi compera online, penso a ebay piuttosto che Amazon ed altri , di r itir are l’acquisto qui da noi, direi che quello che proponiamo non è niente male. Il secondo ramo di cui ci occupiamo riguarda il settore marittimo. Ci occupiamo di tutte le pratiche navali, tipo tassa di ancoraggio, memorandum, imbarco e sbarco merci, insomma tutto quello che sono le documentazioni e procedure al settore marittimo. Veniteci a trovare, l’invito è rivolto a tutti i cittadini, magari prima per capire cosa proponiamo per poi iniziare una vera collaborazione operativa. Vorrei ringraziare il vostro giornale per l’opportunità di poter parlare a tutta Cornigliano tramite il vostro mensile che, sappiamo, è molto seguito. Carlo Guerra

E tutto d’un tratto… Il Coro Castello Raggio Ponente in collaborazione con la Civica Biblioteca Guerrazzi. Già dai primi incontri e prove emergono, tra gli "anziani" del coro, proposte per un'attività che potesse coniugare il canto corale alla cultura e alle loro esperienze di vita. Con l'ascolto di brani dei loro tempi sono affiorati ricordi di comuni periodi storici che hanno creato maggior aggregazione fra gli stessi componenti che così, grazie alla musica, persone di diverse regioni, esperienze e di culture, hanno trovato un linguaggio comune: la musica appunto. Nasce così, grazie all'appassionata collaborazione del maestro Franco Zambelli, il coro Castello Raggio. Diverse negli anni le esibizioni del coro nel Centro Civico di Cornigliano, all'Istituto S. Raffaele di Coronata, al Porto Antico, ecc... Tutto ciò ha stimolato fino ad oggi i componenti ed è stato motivo di grande gratificazione per loro spingendoli a proseguire l'attività ampliando il numero dei coristi e dei brani coinvolgendo anche persone di altri quartieri. Oggi, il coro Castello Raggio, la cui attività è organicamente entrata a far parte della programmazione annuale del Centro Sociale di Cornigliano, continua a contare sulla vivace partecipazione degli "anziani" più volte invitati ad esibirsi nell'arco dell'anno. A proposito, il coro Castello Raggio cerca un nuovo "direttore del Un po' di storia del coro Castello Raggio. Il primo progetto di un coro a Corni- coro". La paga è buona ed è quanto ciascun componente percepisce ora. Cioè: gliano nasce nel settembre 2011 dagli operatori sociali del Distretto VI Medio zero. oerre


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Sul modello dei FabLab nasce Genova Makers’ Village Al Bic l’officina delle nuove tecnologie

Si è insediato da pochi mesi al Bic di Cornigliano il Genova Makers’ Village, un laboratorio di creatività tecnologica che, sul modello dei più noti FabLab, mette a disposizione di giovani e meno giovani: un’officina attrezzata dove poter costruire prototipi e fare pratica di nuove tecnologie, a partire dalla stampa 3d con l’assistenza di esperti; un luogo di confronto sui temi dell’elettronica e delle sue evoluzioni più recenti tra appassionati; uno spazio per la formazione e l’addestramento al lavoro tecnico per i giovani, dall’alternanza scuola-lavoro a stage e esperienze per chi ha terminato gli studi; una vetrina di nuove tecnologie di manifattura additiva (quella che definiamo la quarta rivoluzione industriale); un incubatore per la nascita di

nuove imprese ad alta tecnologia. Il Makers’ Village è ospitato da Filse/ Bic e gestito da un’associazione di volontari giovani e meno giovani - i “pensionati con le mani d’oro” - che hanno molto da insegnare ai ragazzi, e hanno anche da imparare dalla nuova generazione che con l’informatica e l’elettronica ci è cresciuta. Il movimento dei Makers’ - gli artigiani digitali - sta crescendo in tutto il mondo nella nuova economia dove sempre più si produce da sé e si riusa, con un cambiamento straordinario rispetto alla società consumistica dell’usa e getta. La scelta di venire a Cornigliano non è casuale, ma vuole rappresentare un’opportunità in più per un quartiere che merita iniziative di

qualità, a risarcimento dei sacrifici che ha fatto per il benessere della città. Chi è interessato a saperne di più o a venirci a trovare si può iscrivere al Gruppo Fb: Genova Makers’ Village o seguirne la pagina dallo stesso nome. L’Associazione è aperta a tutti, per maggiori informazioni visitate i sito. Ci si può anche iscrivere direttamente versando una quota: www.makersvillage.it Venite e fate proposte, il Makers’ Village, lo dice la parola, è una comunità che si vuole allargare” Manuela Arata Presidente dell’Associazione Genova Makers Village, già fondatrice del Festival della Scienza

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L’idea è quella di assicurare uno Sportello del Cittadino in materia condominiale ed immobiliare a cura dell’A.L.A.C. Il servizio riguarda la consulenza condominiale (legale, contabile ed amministrativa) fiscale e tecnica, immobiliare in genere compresa locazione, legale in genere sia a favore degli amministratori di condominio che dei cittadini. La consulenza, gratuita, sarà fornita su appuntamento, chiamando direttamente il professionista. Per informazioni di carattere generale potete scrivere alla seguente mail: consulenze@prolococornigliano.it Consulenza legale immobiliare

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Febbraio 2017 

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Bruciore di stomaco? Acidità? Attenzione al reflusso gastroesofageo

Detrazioni fiscali anno 2017 Le spese pagate per lavori realizzati sulle parti comuni di un condominio sono suscettibili, così come quelle effettuate per alloggi di proprietà individuale, di alcune detrazioni Irpef. Le parti comuni di un edificio sono definite all’articolo 1117 del Codice Civile, e tra queste rientrano: il suolo su cui sorge l’edificio, le fondazioni, le strutture portanti, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni d’ingresso, gli atri, i cortili, i portici, i locali per la portineria e l’alloggio del portiere, gli ascensori, le fognature, ecc... Nello specifico, le detrazioni previste sono le seguenti: detrazione 50%per interventi sulle parti comuni di edifici esistenti ecobonus per interventi di efficientamento energetico sulle parti comuni di edifici esistenti; sismabonus per interventi di adeguamento antisismico; bonus mobiliper l’arredo di parti comuni; detrazione 50% per l’acquisto di box auto di proprietà comune. La detrazione del 50% e l’ecobonus non sono tra loro cumulabili, per cui se in un intervento di ristrutturazione sono realizzati lavori agevolabili nell’una e nell’altra categoria, è opportuno differenziare la contabilità, in modo da rendere più semplice l’individuazione delle aliquote di sconto da applicare. La Legge di Stabilità ha prorogato le detrazioni, per cui le spese agevolabili sono quelle sostenute entro il 31 dicembre 2017 per la detrazione 50% e il bonus mobili entro il 31 dicembre 2021 per l’ecobonus. Dopo tali scadenze si tornerà ad applicare l’aliquota del 36%. Spese detraibili per lavori condominiali Lo sconto Irpef è ripartito: in 10 rate annuali di pari importo per la detrazione 50% e il bonus mobili in 5 rate annuali per l’ecobonus. La spesa detraibile è differente a seconda delle agevolazioni considera-

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te. Per la detrazione 50% il tetto massimo di spesa su cui si può applicare la detrazione è di 96.000 euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari che compongono il condominio. Per l’ecobonus, invece, non si considera la spesa massima su cui applicare la detrazione, ma importi massimi detraibili per ciascuna categoria di intervento: 100.000 euro per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti; 60.000 euro per gli interventi sugli involucri; 60.000 euro per l’installazione di pannelli solari; 30.000 euro per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. In particolare, per l’intervento di riqualificazione complessiva l’importo massimo detraibile di 100.000 euro si intende per l’intero edificio, mentre per tutte le altre tipologie di intervento gli importi si intendono per unità immobiliare. Sono detraibili le spese pagate per: l’esecuzione dei lavori; gli onorari professionali; l’acquisto dei materiali; l’Iva, i diritti di segreteria e di istruttoria, le spese di bollo, gli oneri di urbanizzazione e tutte le spese necessarie per dare avvio ai lavori; le certificazioni degli impianti. Andrea Scibetta Agente immobiliare Fiaip Amministratore condominiale

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto diffuso caratterizzato da sintomi come il bruciore di stomaco, l’acidità e il rigurgito. È causato fondamentalmente da una risalita involontaria del contenuto gastrico lungo l’esofago. Se tale risalita è particolarmente intensa e frequente si può parlare a tutti gli effetti di malattia da reflusso gastroesofageo.Uno stile alimentare sobrio è importante sia per prevenire che per curare questa malattia. Prima regola: mangiare lentamente La prima digestione, si sa, avviene in bocca. Mangiare un panino frettolosamente ingurgitando interi bocconi favorisce il reflusso in quanto allunga il tempo di permanenza del cibo nello stomaco. Per questo motivo è essenziale che la masticazione sia molto lenta e che la dieta preveda 4/5 piccoli pasti anziché una o due grosse abbuffate giornaliere. Seconda regola: evitare gli alimenti che ritardano lo svuotamento dello stomaco aumentando la possibilità che si verifichi una risalita di succhi acidi: cibi ricchi di grassi come i formaggi stagionati, cioccolato, insaccati e fritture. Le bibite gassate e l'abitudine di masticare chewing-gum aumentano la quantità di aria presente nella sacca gastrica, aumenta la pressione all'interno dello stomaco favorendo la risalita verso l'alto del contenuto gastrico. Altri alimenti da evitare sono quelli irritanti... Vino, aceto, superalcolici, succo di pomodoro o di agrumi, the, caffè, cacao, menta. Evitare di coricarsi subito dopo avere mangiato. Smettere di fumare. Non abusare di alcuni farmaci antinfiammatori come aspirina, ibuprofene. E di notte... Il bruciore di stomaco è particolarmente fastidioso dato che tende a durare a lungo. C'è una risalita degli acidi nell’esofago dove rimangono a lungo irritando le mucose. Esistono anche varie categorie di farmaci da poter utilizzare per alleviare o anche guarire da questi disturbi che se sono di lieve entità possono essere curati anche con un consiglio appropriato del vostro farmacista ma se sono disturbi molto intensi e persistenti è bene rivolgersi al proprio medico. Jose Cuffaro, farmacista

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) Febbraio a tavola taleggio, un po’ di champignon, chiudere i tortelli. Quando saranno cotti si potranno condire solo con pomodoro o burro e salvia. Mini hamburger vegetali Ingredienti: 300 g pecorino romano, 230 g fagioli cannellini (anche in barattolo), 150 g piselli surgelati, un uovo, sale e pepe, pangrattato, 50 g parmigiano, un bicchiere di vino bianco, 3 cipolle, foglie d’alloro, olio extravergine, pepe in grani, (salsa di soia a Tortelli ai funghi piacere). Ingredienti: 300 g funghi champi- Procedimento: lessa i piselli in acgnon tagliati a fette e passati in padel- qua salata, scolali e lasciali freddare, la con olio e prezzemolo e aglio triti, sgocciola i cannellini e passali al mixer due cucchiai di funghi secchi ammollati e strizzati triti, 500 g farina 00, 150 g farina di ceci, un cucchiaino noce moscata, 5 uova, sale, 200 g taleggio. Procedimento: rovesciate sulla spianatoia le due farine, al centro le uova con un po’ di sale e noce moscata, i funghi secchi puliti e triti, impastate molto (deve risultare un impasto morbido ed elastico), tirate la sfoglia e fate dei tortelli con dentro un pezzettino di

con il pecorino, metti in una ciotola, incorpora un uovo sbattuto, al composto, aggiungi i piselli, il parmigiano e un cucchiaio di pane grattato, condisci con sale e pepe, impasta bene, metti un po’ di pane grattato in un piatto, fai delle ballotte e schiacciale come hamburger, passale nel pane e scrolla quello in eccesso, sistemale una ad una sulla placca del forno, unta d’olio già caldo a 180° per 20 minuti rigirandole ogni tanto, in una padella rosola le cipolle a fettine con olio e alloro e pepe in grani, quando sono rosolate, bagna con il vino bianco e lascia evaporare, cuoci coperto per 10 minuti mescolando di tanto in tanto (se è il caso). Se si asciugano aggiungi acqua bollente, spegni e insaporisci con salsa di soia, trasferisci gli hamburger in un piatto da portata accompagnati con cipolle stufate. Torta di cocco al cacao Ingredienti: 35 g di farina di cocco, 200 g zucchero, 76 g cacao amaro, 50 g burro morbido, 5 uova, 100 g marsala, 50 g mandorle pelate, 200 g latte, 1

bustina vanillina, 1 bustina lievito vanigliato, sale. Procedimento: tritate le mandorle, inseritele in una ciotola con le uova, burro morbido, latte, zucchero, sale, marsala, cacao. Sbattete bene con una frusta elettrica per 10 minuti, quindi aggiungete vanillina, lievito e inserite (sempre sbattendo) gradatamente il cocco; mescolate bene, versate in un tegame imburrato ed infarinato livellato per bene quindi cuocete in forno caldo per 40 minuti a 200°. Lasciate naturalmente raffreddare quindi spolverate con zucchero a velo.


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I nostri inserzionisti

Carnevale? Una “maschera” col kiwi riosa. Ha un’azione rinfrescante, dissetante e diuretica, potenzia le difese immunitarie e protegge la parete vascolare. Il kiwi, grazie all’elevata concentrazione di vitamina C, aiuta a combattere i danni della pelle causati dall’esposizione solare e dall’inquinamento, distende e purifica la pelle, attenua le rughe e migliora la struttura generale della pelle. Inoltre, sempre la vitamina C, svolge un ruolo essenziale nella formazione del collagene, il principale sistema di supporto della pelle. Per via di queste sue proprietà il kiwi è alla base di molte ricette di bellezza, tra cui maschere e pomate. Inoltre fa bene ai capelli perché stimola la cheratina e li rende lucidi. Ti suggerisco alcune ricette per creare alcune maschere casalinghe adatte ad ogni tipo di esigenza. Mescolando kiwi frullato con qualche cucchiaio di yogurt ed olio di mandorle dolci puoi ottenere un impacco idratante per il viso. Devi applicare il composto sulla pelle del viso pulita e tenerlo in posa almeno 15 minuti prima di sciacquare. A questa base idratante, se aggiungi del limone puoi ottenere una maschera adatta per pelli grasse che aiuta a minimizzare i pori, a contrastare i brufoli, e a ridurre al minimo le imperfezioni. Per le pelli secche invece ti consiglio di addizionare la polpa di una banana schiacciata che contribuisce ad ammorbidirla. Oppure per un effetto rivitalizzante aggiungi i semini del kiwi e delle fragole che ti permetteranno di effettuare uno scrub delicato prima di lasciar agire la maschera che favoriscono un miglior ricambio cellulare e levigano ulteriormente la cute. Il kiwi può esser usato anche per fare una maschera per i capelli mescolandone uno, schiacciato con una forchetta, ad uno yogurt e miele in quantità uguali. Distribuisci il tutto sui capelli dalla radice alle punte, avvolgi la testa con pellicola trasparente e lascia in posa 20 minuti. I kiwi possono essere utilizzati per la preparazione di confetture e gelatine, da soli o in abbinamento ad altri frutti. Puoi aggiungere qualche kiwi alle tue macedonie o come ingrediente di spiedini di frutta, questo è uno stratagemma che permetterà anche ai bimbi di apprezzare questo frutto. Ti consiglio però di assumerlo con moderazione perché il kiwi non è tollerato da tutte le persone e molti lamentano dopo averli ingeriti, per soddisfare il fabbisogno giornaliero basta consumare uno al giorno.

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Durante il mese di febbraio, all’interno dei Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova, si è svolta la quinta edizione di Zen-A Fiera del benessere, un evento dedicato totalmente al mondo naturale che visito sempre molto volentieri. Tra gli espositori ho potuto trovare di tutto: dagli alimenti e cosmetici biologici, al benessere della mente, alle attività e prodotti per il tempo libero fino alle soluzioni ecologiche per la casa. Nel corso della mia visita ho scovato molte cose interessanti tra cui alcune aziende cosmetiche del territorio ligure che creano i loro prodotti sfruttando le proprietà di materie prime facilmente reperibili in natura. La mia attenzione si è rivolta ad alcuni preparati a base di polpa di kiwi, frutto ricco di vitamina C e minerali. Il kiwi, in verità, è una bacca commestibile prodotta da una liana della famiglia delle Actinidiaceae. La pianta è originaria della Cina meridionale dove il frutto è sempre stato utilizzato come ornamento ed è una squisitezza per gli imperatori. All'inizio dell'Ottocento, arrivò in Inghilterra e, nel Novecento, si diffuse in Nuova Zelanda attraverso coltivazioni intensive dove prese il nome dal suo uccello simbolo. Alla fine del Novecento, si diffuse anche in Europa e soprattutto in Italia, che ben presto divenne il secondo produttore al mondo di questo frutto. Esistono due principali qualità di kiwi: la verde e la gold. La prima è più diffusa, ha la buccia marrone scuro con pilucchi e la polpa verde brillante, semi piccoli e neri disposti a raggiera intorno al centro del frutto, forma simile ad un uovo o ad una piccola patata. La varietà gold ha forma più allungata, la polpa è gialla e non ha pilucchi sulla buccia. Esistono anche altre varietà, ma sono poco diffuse, come ad esempio il kiwi con la polpa rossa e la buccia color mattone. Viene raccolto tra settembre e ottobre ed è commercializzabile da novembre ad aprile. Per coltivarlo, ha bisogno di abbondante acqua ma ha bisogno di un ambiente fresco ed asciutto per essere conservato. Se vuoi accelerare la maturazione del kiwi, devi riporre il frutto di fianco a delle mele, o a delle banane o a delle pere. Il kiwi, come ti dicevo, possiede un contenuto molto alto di vitamina C, superiore addirittura al limone, all’arancia e al peperone. È ricco di potassio, vitamina E, rame, ferro, che combinati insieme alla vitamina C, gli conferiscono caratteristiche antisettiche e antianemiche. Notevole è anche la presenza di minerali e proprio questa particolarità rimineralizzante, è in grado di regolare la funzionalità cardiaca e la pressione arte-

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Avviso ai nostri inserzionisti e lettori

Chi è interessato a rinnovare, modificare ed acquisire spazi su questo giornale può rivolgersi ai nostri soci collaboratori Liliana Gatto e Alfonso Palo adver@prolococornigliano.it


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ilCorniglianese/sport

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“You will never walk alone” Correndo insieme per crescere Iniziato come un semplice e sporadico aiuto umanitario, questo meraviglioso progetto, ad oggi associazione Emergenza&Amore Onlus, non smette più di crescere e di dare soddisfazioni: nuovi ragazzi, nuove sfide, nuove emozioni. Un progetto iniziato con una manciata di rifugiati e un paio di mani che li accoglievano e li sfamavano, oramai vede sul suo panorama ben 68 ospiti, curati e seguiti da più operatori che ogni giorno si prodigano al massimo per rendere sempre migliore il loro forzoso soggiorno nel nostro Paese. Per rendere tutto ciò possibile, il primo passo è stato riunire tutti i ragazzi e le ragazze in un unico luogo, affittando diversi appartamenti siti a Cornigliano, per rendere più semplice il loro reciproco sostegno ed aiuto, coadiuvato anche dall’apertura del nuovo ufficio associativo nel quartiere. Proprio su questa scia si è cercato, successivamente, di programmare e di realizzare progetti ed attività che riuscissero a promuovere e migliorare il loro insediamento e la loro convivenza con la nuova società: dalle lezioni di italiano , necessarie per la co-

municazione , alle attività ludico ricreative, importantissime per la socializzazione e la conoscenza del territorio. Proprio da quest'ultima sfera si è realizzato, per i nostri ragazzi, la possibilità di usufruire settimanalmente di un campetto di calcio sito nel quartiere dove soggiornano; attraverso lo stesso i ragazzi sono riusciti non solo ad organizzare partite tra di loro ma anche a confrontarsi sul campo da gioco con altre realtà del posto, come la squadra dei ragazzi sordomuti che hanno voluto sfidarli, e a fine partita omaggiarli con le loro divise da gioco, e anche vivere serate di festa nel medesimo centro sportivo. Tanti altri sogni e tanti altri progetti affollano le menti degli amministratori di questa che ormai più che un associazione è diventata una vera e propria famiglia dove ruoli e posizioni non contano, ma dove l’unica cosa che conta è l’amore e il rispetto reciproco che dal primo giorno sono stati i baluardi che hanno costruito e generato quello che oggi possiamo definire una bellissima realtà per ragazzi che speriamo, almeno in parte, siano riusciti a realizza-

re qualcuno dei sogni che li hanno spinti ad intraprendere questo terribile viaggio lontano dalla loro terra. Possiamo solo concludere chiedendo aiuto a tutti coloro che vorranno dare una mano per portare sempre più in alto questo progetto ma soprattutto per distribuire sempre più amore a questa emergenza, e non solo a questa. Emanuele Robustelli Segreteria Emergenza&Amore Onlus

Tradizionale festa della Pentolaccia con l’associazione dei Lucani e il Gso Corniglianese se hanno festeggiato sabato 18, nel Grande Salone di via Minghetti la festa della pentolaccia con il terzo torneo per i ragazzi della Scuola calcio. Alla manifestazione sportiva hanno preso parte la Polis e la Sestrese che con la loro partecipazione hanno reso il torneo un vero evento dove soprattutto la correttezza ha prevalso sull'agonismo sportivo, persino sui tanti gol segnati dai ragazzi. Al termine del torneo, dove non era prevista nessuna classifica e dove tutti sono risultati vincitori, grande festa e abbracci per tutti i partecipanti corsi subito negli spogliatoi a deporre le divise sportive per indossare quelle di carnevale. Ad allietare la serata, oltre ai tanti bambini e genitori intervenuti visto il successo Come ogni anno, ormai diventata tradizione, l'Asso- della scorsa edizione, per l'occasione hanno gentil- ziato quanti con la loro presenza hanno contribuito ciazione dei Lucani, unitamente al Gso Cornigliane- mente collaborato un gruppo di truccatrici che han- alla buona riuscita della manifestazione. S.D. no dipinto sui visi dei bambini le loro maschere preferite. E poi... la Festa, dove i bambini, accompagnati dai genitori, si sono succeduti ad abbattere a colpi di bastone il grande contenitore pieno di caramelle, fino a raggiungere lo scopo della rottura per poi lasciarsi andare a recuperare velocemente i vari dolciumi, sotto gli attenti e divertiti sguardi degli intervenuti. Serva ricordare che questo evento, come tanti altri per il sociale, rientrano nella programmazione che l'Associazione dei Lucani ogni anno allestisce per gli abitanti del quartiere. Il presidente dell'Associazione, unitamente al GrupGianluca Mancuso e Giuseppe Giacomazzo Damian Mendoza, K1 po Sportivo Oratoriale Corniglianese, hanno ringra-


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Genoa, Mandorlini dice sì Sampdoria, Giampaolo: non mi muovo da qui È iniziata alle 15 di martedì 21 febbraio l’avventura di Andrea Mandorlini in rossoblù. Non molti i tifosi presenti al Signorini per il nuovo allenatore a cui Preziosi si è affidata per uscire da una crisi che è costata il posto a Ivan Juric. Non solo, ad affiancare Mandorlini il suo nuovo vice Maseri con il resto del vecchio staff tecnico. All’appello anche Fabrizio Preziosi e Mario Donatelli, lontani dalla tribuna. Dopo i primi minuti le prima urla verso i giocatori divisi in tre gruppi. Corse intervallate da esercizi tecnici col pallone. I tifosi, una trentina, vogliono conoscere da vicino Mandorlini e capire se riuscirà a raddrizzare la barca che a Pescara ha toccato il fondo. L’allenatore ex Verona andrà incontro alle richieste del presidente Preziosi: cambierà modulo e potrebbe andare in quella direzione ma pensa pure al più classico 4-3-3. Preziosi e Mandorlini dopo la firma della disastrosa domenica si sono così rivisti a Pegli.

Per un tecnico che arriva uno che rimane. “La Fiorentina ha contattato Marco Giampaolo”. È l’indiscrezione che ha scosso una mattinata di lavoro in casa viola e blucerchiata all’indomani della sconfitta della Fiorentina a San Siro contro il Milan. La situazione è risaputa: il rapporto tra i viola e Paulo Sousa si è fortemente incrinato e il club fiorentino non sembra intenzionato ad esercitare la clausola di rinnovo a proprio favore. Allora ecco che spunta il profilo di Giampaolo, al quale sarebbe stato già offerto un contratto biennale con opzione sul terzo, raggiungendo già un accordo di massima. La risposta di Giampaolo e della società blucerchiata non si è fatta attendere, affidata ad un comunicato ufficiale e ai profili social del club in cui smentisce le voci circolate. In sintesi: sto bene alla Sampdoria, ho un contratto che mi lega fino al 30 giugno 2018 e la mia prospettiva è migliorare il rapporto di lavoro con il mio club. R. C.

Asd Il Circolo della Salsa in Coppa Italia Ottime prove a Biella e Foligno

Sabato 4 febbraio il Circolo della Salsa ha partecipato alla seconda tappa di Coppa Italia, disputata presso il Palazzetto dello Sport di Biella. Molto bene nella nuova classe d’ingresso B2, categoria 12/13 anni, i più giovani Pietro Chiossone e Sara De Caro (foto sopra), che si sono piazzati al 5° posto, nella combinata quattro balli (Salsa cubana, Bachata, Merengue e Salsa portoricana). Domenica 5 presso il Palasport "Giuseppe Paternesi" Foligno (Pg) si è svolta la prima gara di Coppa Italia, alla manifestazione hanno parte-

cipato: Noemi Trifogli ottenendo un 2° posto - Show dance solo 8-11 anni classe C, coreografia “Flinstones” ed un 3° posto per Melissa Storace, Show dance solo 8-11 anni classe C, coreografia “La Marinara”; mentre nel Show dance duo 8-11 anni classe C, coreografia “Plesentville” Noemi Trifogli e Melissa Storace (foto sopra) si sono piazzate al 2° posto. n ringraziamento particolare agli insegnanti per la cura con la quale stanno facendo crescere i nostri piccoli campioni. M. T.

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Scuola Domenico Ferrero, sede dell'Istituto Comprensivo Dall’insegnamento ai “figli dei lavoratori” alle attuali sfide per il futuro

GENOVA CORNIGLIANO Ufficio: V. Capo d ’ Istria,10R Tel. Fax 010 65 20 103 Officina: V. Capo d ’ Istria,7R/32-40R Tel. Fax 010 65 20 029 www.carrozzeriastigliano.com Cell.: 349 57 15 831

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progetto formativo triennale 2016/2019 di queste scuole, ha come titolo: “Non disboschiamo giungle, ma irrighiamo deserti” e riflette le esigenze del contesto culturale e sociale di questa delegazione. L’itinerario scolastico che va dai tre ai quattordici anni, tenendo conto delle diverse età degli alunni, è progressivo e continuativo. La continuità didattica è uno dei pilastri del processo educativo che nasce dalla necessità di garantire a tutti gli alunni un percorso formativo sereno, improntato sulla coerenza e sulla continuità, un filo conduttore che unisce i diversi ordini di scuola e collega il graduale progredire e svilupparsi dello studente. Per favorire maggiormente l’integrazione fra le culture delle diverse etnie presenti nella nostra delegazione e sviluppare le loro capacità cognitive, linguistiche e sociali, sono stati creati appositi laboratori, perché è proprio nei laboratori che si sperimentano opportunità formative per nuove conoscenze, operatività, dialogo e riflessione partendo dalla personale esperienza vissuta. Fra i vari laboratori, di grande importanza è la scrittura spontanea adatta ai bambini in età prescolare che facilita il Metodo Naturale di apprendimento della lettura e della scrittura. Per una buona scuola, occorre dare spazio alla creatività, alla socializzazione e alla comunicazione, affinché attraverso il dialogo imparino a relazionarsi e confrontarsi rispettando però sempre le varie diversità. Un modo pratico che serve per concretizzare vere e proprie forme di civile convivenza che li aiutino a capire e conoscere quanto è grande e diverso l’universo. Imparare sin dalla più tenera età a rispettare il prossimo vuol dire anche ricevere rispetto, e la collaborazione fra di loro li renderà un domani uomini e donne capaci di convivere e cooperare serenamente con le tante diversità esistenti nel mondo.

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Già nel 1860, al pian terreno del palazzo municipale chiamato Antico Palazzo delle Scuole, come dimostra una tabella del Regio Ispettorato, fu istituita una classe riservata all’educazione dei figli dei lavoratori gestita dalle suore Pietrine. All'epoca il comune era situato in uno spazio di proprietà dell'Opera Camperia del Ponte, a monte della strada provinciale. Con l’aumentare della popolazione, aumentarono anche le sezioni scolastiche e le missionarie del Sacro Cuore aprirono in viale Narizano, palazzo Spinola-Narizano, una casa per educande che dopo due anni fu trasformata in istituto scolastico. Nel palazzo Dufour di via Bordone, sulla collina dei Sessanta, edificio poi donato al Comune, venne istituito dapprima un orfanotrofio, poi una scuola media ed una primaria, la Camillo Sbarbaro, tuttora presente. Anche la grande tenuta di Villa De Ferrari, che da via alla Chiesa si inerpicava sulla collina di Coronata, venne frazionata e una parte fu venduta ai padri Scolopi che nel 1897 dettero origine all'istituto Calasanzio, una struttura nata come convitto e collegio che ancora oggi accoglie studenti che accompagna fino al liceo. Dal 1904, anche la scuola subì importanti mutamenti divenendo più accessibile a molti cittadini. La legge Orlando prolungò l'obbligo scolastico fino al dodicesimo anno di età ed elargì fondi ai Comuni per assistere gli alunni più poveri. Seguì la riforma n. 487 del 1911 di Daneo-Credaro votata dal ministro Giolitti che trasformò la scuola elementare, fino ad allora gestita dai comuni, in un servizio statale e con la riforma del 1923 emanata dal filosofo Gentile, il diritto allo studio si prolungò fino a 14 anni di età. Con la fine della Seconda Guerra mondiale e la nascita della Repubblica, l’istruzione divenne pubblica e gratuita. Direttore

didattico delle scuole di Cornigliano Ligure, le allora Antonio Fogazzaro, fu Domenico Ferrero, sostenitore, in epoca fascista, di utili iniziative per l’istruzione popolare. Lo ricorda una importante targa esposta nell’atrio della scuola raffigurante una testa di bronzo con una imponente scritta datata 8 novembre 1936 che cita: “Prof. Dott. Domenico Ferrero - Direttore delle scuole elementari di Cornigliano dal 1910 al 1930. Propugnatore di utili iniziative per la scuola e l’istruzione popolare - il corpo insegnante di Cornigliano ne perpetua la memoria in questa nuova e degna sede scolastica fatta sorgere con comprensione dalla civica amministrazione di Genova. Domenico Ferrero consacrò alla scuola tutte le energie della sua esistenza.” Lì, 8/11/ 1939 MCMXXXVI. L’area della attuale Domenico Ferrero, un tempo Antonio Fogazzaro, è confinante con Villa Spinola Canepa, una costruzione patrizia genovese completamente immersa nel verde e un po’ isolata rispetto alla strada. Vi si accedeva attraverso una piccola salita con arco e nicchia, detta della Madonna, demoliti nei primi decenni del Novecento per far spazio alla realizzazione della vicina area scolastica, come descritto dal Dufour nel 1938. Nel frattempo le riforme si susseguirono e nel 1968 venne istituita la scuola materna statale e nel 1969 ne furono emanati gli orientamenti. Cornigliano la dedicò a Jean Piaget, psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero che si era dedicato allo studio sperimentale dei processi cognitivi e della psicologia dello sviluppo infantile. Secondo la documentazione in possesso degli archivi dei beni culturali, la Direzione didattica Ge 25 di Cornigliano risulta essere stata già attiva sin dalla prima metà del XX secolo e il catasto di Genova aggiornato, conferma che l’edificio è stato costruito, per esclusivo uso scolastico, nell’anno 1934 e fa parte di quella fascia compresa tra il 1921 e il 1945. L’edificio che risulta in buono stato di conservazione, è articolato su 6 piani ed è dotato di ampie e luminose aule, spaziosi corridoi, palestra e laboratori attrezzati. Si affaccia da un lato sui giardini Melis di Villa Serra e dall'altro su via Nino Cervetto proprio di fronte a Villa Bikley, oggi sede della biblioteca Guerrazzi con cui questo istituto collabora attivamente. Sin dal 2009 alla scuola Domenico Ferrero fanno capo altri tre plessi, la Scuola dell'Infanzia Jean Piaget, la Don Bosco di via Coronata, la Camillo Sbarbaro di via Bordone a cui si aggiunge anche la scuola media Alessandro Volta-Gramsci. Il

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ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione Pra’ vogliono togliere anche il gasometro e dove vogliono metterlo?Naturalmente a Campi… Mi chiedo: ma il nostro presidente di circoscrizioCara redazione, vi scrivo in ne… vale meno di quello di merito ad una questione che Pra’ oppure noi non siamo in mi sta molto a cuore: Valletta grado di ribellarci. Loro hanRio San Pietro. Quando fu no fatto un corteo… e qualche inaugurata finalmente Corni- giorno dopo gli zingari li hangliano aveva recuperato una no fatti sloggiare per finire zona completamente abbannemmeno a dirlo qui. Anche donata e guadagnato uno sfo- noi abbiamo fatto lo stesso e go naturale con tanto di orti quello che il comune ha fatto pubblici a chi ne avesse fatto li hanno spostati in un’area… richiesta. Tutto magnifico! privata… bel risultato… quinPurtroppo però i cittadini si di dobbiamo solo tacere oppusono resi subito conto che la re vogliamo fare qualcosa. strada che attraversa tutta la Le donne di Cornigliano ci valle e collega Cornigliano a hanno insegnato che per otteCoronata è un selciato fatto di nere qualcosa bisogna impepietre irregolari sporgenti e gnarsi e noi cosa vogliamo taglienti che rendono proble- fare… scusate la polemica. matica l’andatura. È faticoso Auria Martelli salire su e a scendere si rischia di inciampare. SopratSE A CAMPI ARRIVANO tutto per le persone non più MILIONI DI PERSONE giovani non è l’ideale paviRiflessioni sui numeri mentazione. Vi chiedo se è possibile rimediare a ciò, per Gentile redazione, esempio asfaltare la strada. non ricordo quando e come, Ci sono esempi di altri parchi comunque non più di un mese come Villa Duchessa di Gallie- fa, ma ho sentito da fonte cerra a Voltri o Villa Serra Grota che a Campi, intorno ai pallo a Nervi dove le stradine grandissimi centri commerasfaltate rendono agevole la ciali, per tutti Ikea e Leroy camminata e gradevoli da vi- Merlin, gravitano quasi 18 sitare le bellezze dei parchi. milioni di persone l’anno. AAlfredo Lo Monaco vete capito bene. 18 milioni di persone, cittadini, clienti in PRA’-CORNIGLIANO qualche modo. Poco meno di Un confronto impietoso un terzo dell’intera popolazio(per noi) ne italiana (immagino u na sessantina di milioni). A preCornigliano, perché? scindere da tanti significati, Ieri sono passata con fra tutti l’accoglienza. Che l’autobus a Pra’ e ho visto esempio diamo a 18 milioni quanti lavori di abbellimento persone quando li accogliamo il comune sta facendo e ho in corso Perrone, fra materaschiesto ad un praino che mi si fetidi e differenziata a cielo ha risposto: è come un risarci- aperto? Ma lasciamo perdere. mento perché ci hanno preso Se ogni cittadino lascia dieci il mare… a questo punto mi euro in un qualsiasi centro chiedo: ma noi di Cornigliano commerciale, a fine anno i tasse le paghiamo come gli milioni che entrano nel comaltri oppure ci sono abbuona- prensorio sono 180. Roba da te? No, siamo solo considerati una manovra finanziaria. Poi cittadini di serie ZZ. Ora da questi cittadini berranno un caffè, faranno benzina alla macchina, com-

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preranno un panino… La bolla finale diventa gigantesca, E le ricadute sul territorio? Boh, a ben vedere si direbbe che neanche un centesimo ricada sul nostro territorio. Dovremmo vivere in una Disneyland e invece… Grazie per l’attenzione. Giuseppe Pennino

giornale stai pronto a raccontare nei prossimi 24 mesi l'Apocalypse now del traffico del ponente, da San Benigno a Sestri, ci aspettano ancora mesi d'inferno, che si faccia presto con tutti i cantieri aperti e non, e con i dannati svincoli di sponda dx e sx del Polcevera, si tolga presto questa maledizione. Tex Willer, INFRASTRUTTURE TOUR basta riflettori e pantomime In viaggio affabulatrici di fronte alle telecamere da pietosa campaIeri ho golosamente percorso gna elettorale, al lavoro, caxle nuove gallerie di servizio al xo! terzo valico che dal casello Ge Enrico Vigo -Aeroporto arrivano a Borzoli, impressione molto positiva. LA PREGHIERA DI UN Questo ci fa capire quanto NON VEDENTE Agli amici vedenti Genova sia rimasta per oltre un secolo arretrata, senza idee e senza adeguati bypass a vin- Al cardinal Newman dobbiacere una orografia difficile, e no una toccante e brevissima preghiera che, a differenza ora d'incanto una soluzione intelligente. Finalmente aper- delle formule tradizionali imte le gallerie, così finalmente prontate alle classiche figure della divinità, coglie c'è speranza che le code di quest’ultima nella dimensione camion verso il deposito Derrick all'aeroporto possano della Luce, senza la quale non diventare presto un ricordo e sarebbe stata possibile la vita sulla Terra. Se la vita sulla che Borzoli venga liberata dall'assedio dei mezzi pesanti. Terra non fosse stata possibile, sarebbe stato molto meIeri alle 18 non c'erano code da via Siffredi (Medio Ponen- glio, sotto un certo profilo. te) verso l'aeroporto e nel tra- nella speranza che una concezione troppo negativa, quasi gitto fino all'aerostazione, buon segno. In compenso in- blasfema, non debba offuscare lo splendore di questa liritasata via Siffredi direzione Genova e gli svincoli del casel- ca. Ve la sottopongo nella supposizione che essa venga lo autostradale, una piaga endemica da anni. Mi preoc- oltremodo gradita dai miei cupa la tortuosità del percorso amici non vedenti. in uscita dalle gallerie per im- ”Guidami, dolce Luce, guidamettersi in autostrada, c'è uno mi tu sempre più avanti. Non sempre ti pregai perché spigolo di guard-rail goffatu mi conducessi sempre più mente lasciato al suo posto avanti. Amavo scegliere la che infastidisce la manovra mia strada, ma ora guidami degli autoarticolati, meglio rimuoverlo. Ora Erzelli ha un tu, sempre più avanti. guidanuovo collegamento significa- mi, dolce Luce, guidami tu sempre più avanti.” tivo. Quante altre zone della Cardinal J.H.Newman città avrebbero necessità di by Angelo S. -pass e invece Genova da un secolo è quasi immobile. S'è Soluzione del rebus perso troppo tempo e ora non a pag. 12 (FRASE: 8, 9) bisogna fermarsi. Lungomare Rispetto reciproco Canepa con le sue demolizioni in corso e montagne di detriti alla vista non mi ha fatto una bella impressione, qualcuno tasti il polso al ruolino di marcia, non vorrei che si sforassero ancora i tempi del cronoprogramma. Insomma caro

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a. sanna

“Le montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi.” Grazie a Walter Bonatti, una delle figure più eminenti dell'alpinismo mondiale, possiamo utilizzare la citazione per raccontare la grandezza del progetto Orto Collettivo di Genova. Una montagna abbandonata, anonima, e piena di rifiuti si sta trasformando in uno spazio di collettività dove persone provenienti da diverse zone del mondo contribuiscono alla crescita del progetto mettendo a disposizione le proprie capacità, talvolta "nascoste". Sempre più in alto, sempre più marcato, il progetto è visibile da corso Perrone, dall’autostrada Genova-Voltri, dal Forte Tenaglie e probabilmente anche dalla Luna! Ma a chi dobbiamo dire grazie per questa incredibile opera? Sicuram ente a tutti i volontari che nell’ultimo anno hanno collaborato, ma soprattutto ai migranti. Grazie al loro grande equilibrio e all’ancora viva relazione con la natura i lavori sono andati velocissimi e tra una battuta e una risata sono stati terrazzati 12.000 mq! Ma tutti si chiederanno come si fa a comunicare all’Ocg? Oltre ai corsi di formazione per la messa in sicurezza del territorio, sempre aperti a tutti e gratuiti, viene svolto anche un corso di lingua italiana pratica, rivolto ai migranti. Grazie all’impegno della volontaria, Giovanna Bianchi, architetto progettista, i ragazzi si esercitano due ore alla settimana praticando la lingua ma come sempre ci piace distinguerci, e così lo insegniamo a modo nostro. La complessità della lingua italiana, valore aggiunto per l’utilizzo profondo, compromette e complica il dialogo di base; le forme verbali e i molti vocaboli che necessitano tempo nell’apprendimento, una

buona memoria e una continua applicazione. I ragazzi migranti difficilmente si trovano in situazioni di necessità o hanno la possibilità di comunicare con persone di madrelingua italiana, dialogando spesso solo tra loro, così l'uso della lingua diventa difficile e inusuale, nelle attività di formazione i vocaboli da utilizzare devono essere pochi, semplici e quando possibile intuitivi. Nelle campagne o nei cantieri, nella storia del mondo, si è sempre comunicato in condizioni di “quasi” emergenza; verbi spesso coniugati nel modo errato, vocabolario minimo e ripetitivo, l'indispensabile per comprendersi. All’Ocg si è scelto di concentrarsi su questi elementi, quindi i verbi studiati sono i principali di moto, o d'azione, tendenzialmente utilizzati all’infinito, accompagnandoli con elementi gestuali... Da un mese c’è un’incredibile novità, le lezioni non sono svolte solamente all’OrtoCollettivo, ma anche al Leroy Merlin di Campi; l'ampio spazio disponibile ha concesso di svolgere la lezione all’interno della struttura; non esiste posto migliore per imparare i nomi degli attrezzi, necessari alle attività lavorative, sono tutti esposti ed etichettati con i loro nomi. Giovanna organizza per ogni settimana una serie di esercizi interattivi dove i ragazzi, incuriositi, si muovono tra gli scaffali alla ricerca di oggetti, nomi, elementi richiesti. I risultati sono positivi e s'impara sperimentando attraverso sistemi alternativi. Il corso prosegue molto bene, tanto da incuriosire anche Repubblica che ha raccontato l’esperienza dei ragazzi attraverso un video online http://video.repubblica.it/edizione/ genova/migranti-a-scuola-di-italiano-dal ferramenta/267832?video

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Carta europea dei diritti del malato 14. Diritto al risarcimento Ogni individuo ha il diritto di ricevere un sufficiente risarcimento in un tempo ragionevolmente breve ogni qual volta abbia sofferto un danno fisico ovvero morale e psicologico causato da un trattamento di un servizio sanitario. I servizi sanitari devono garantire un risarcimento, qualunque sia la gravità del danno e la sua causa (da un’attesa eccessiva a un caso di malpractice), anche quando la responsabilità ultima non può essere determinata con assoluta certezza.

Valentina Grasso Floris, presidente Ocg

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