IlCorniglianese Febbraio 2014

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

SPI-CGIL, assemblea congressuale > 4

Anno III

Numero 2

Mensile

La nuova strada a mare attraversa il fiume Polcevera >3

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NON SOLO SCARPINO NEL MIRINO DELLA MAGISTRATURA, DA ALTRI CENTRI DEL NORD PROVERREBBERO ANCORA RIFIUTI VERSO LA DISCARICA GENOVESE

A Scarpino i veleni d’Italia

Nel 1968 si apriva la discarica Scarpino 1, per gestire i rifiuti prodotti 800 mila abitanti. Fino al 1995 raccolse quasi 12 milioni di metri cubi Venne sostituita dalla gemella Scarpino 2, che viaggia verso i 6 milioni di metri cubi, a un ritmo di c irca 400-500 mila nuovi metri cubi l’anno (foto Razzore)

< o Cornigiòtto> Febbraio 2014

Nessuno, ti giuro, nessuno di

Enrico Cirone

Ma, secondo voi, è possibile vivere in un quartiere limitato a sud da una zolla di terra inzuppata di benzene e, a nord, da due discariche che da due mesi han preso a tracimare liquami non trattati che, per necessità, vengono pure riversati in rivi, una volta trasparenti e puri? E‘ normale vivere accerchiati da un depuratore ad est mentre, ad ovest, prima dell‘aeroporto, un muro di container ci divide dal resto dei cieli d‘Europa? E‘ normale che una popolazione, nel terzo millennio, in una nazione normalmente sviluppata, viva in queste condizioni? Non vogliamo scomodare la politica per cercare il facile applauso, non ci interessa. Ci domandiamo solo: possibile che nel 1960 nessuno si preoccupò di costruire una discarica nel rispetto di una minima sensibilità ambientale? E che nessuno, nel 1970, pensò che non fosse bello sversare benzene lungo un fiume? E che nessuno, nel 1980, pensò che quel depuratore non sarebbe stato in grado di smaltire tanti liquami quanti gli venivano


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Scarpino, continuano gli sversamenti di percolato Il depuratore di Cornigliano è al collasso

Rio Cassinelle, sversamento di percolato PROSEGUONO LE INDAGINI della procura di Genova per stabilire le cause dello sversamento di percolato dalle vasche di decantazione di Scarpino 1 e sulla gestione della discarica stessa. E' dall'11 gennaio scorso che il percolato continua a fuoriuscire dalle vasche della discarica di Scarpino sovraccariche a

causa delle piogge intense e dall'ingresso di falde d‘acqua sotterranee che provocano i continui sversamenti. A metà febbraio nel mirino degli investigatori sono finiti anche i centri di trattamento di altre città del nord Italia da cui arriverebbero rifiuti nel capoluogo ligure. Guardia di finanza e uomini dell‘Arpal hanno eseguito alcuni controlli a campione in diverse città per controllare che quanto scritto sui documenti, circa le modalità di trattamento della spazzatura, corrisponda alla realtà. Sulla vicenda è tornata ad attaccare Legambiente. «Si apprende - si legge in comunicato dell‘associazione - che dal settembre 2011 la Provincia di Genova e l‘Arpal erano preoccupate per le evidenti fragilità del sistema di raccolta e trattamento del percolato‖. ―Ad oggi l'unica cosa che è cambiata è l'arrabbiatura di chi vive vicino al rio Cassinelle‖ fa sapere il Comitato dell‘Alta Val Chiaravagna. Gli sversamenti di percolato proveniente dalla discarica di Scarpino nel Rio Cassinelle sono diventati un‘emergenza per i cittadini che, spiegano, sono costretti a vivere con le finestre chiuse per le esalazioni che si vengono a creare nella zona. E il Comune di Genova ha risposto con un‘assemblea pubblica e

Scarpino, alcune vasche di decantazione

un confronto, il 17 febbraio, tra cittadini della zona del rio Cassinelle e del Chiaravagna, con il presidente di Amiu, Castagna, il vicesindaco Bernini e il presidente del Municipio VI medio ponente, Spatola. Le prime rassicurazioni sono arrivate dal presidente di Amiu, Castagna, che ha spiegato la situazione e gli interventi che l‘azienda ha messo in campo come le diciottomila tonnellate di argilla acquistate per ricoprire la superficie della vecchia discarica di Scarpino 1, prima indiziata nelle indagini che stanno cercando di individuare se le cause degli sversamenti siano solo di natura idrologica. Amiu ha speso 162 mila euro per acquistare, tramite la centrale unica degli acquisti del Comune, un quantitativo ingente di ―limo argilloso‖, un materiale che viene utilizzato per impermeabilizzare il terreno non permettendo così all‘acqua piovana di penetrare e arricchire i volumi del percolato. A partire dalle prossime settimane, dunque, si inizierà ad affiancare ai teloni già applicati sulla superficie della vecchia discarica chiusa nel 1995 la sistemazione di questo materiale ‖. Intanto Pietro D'Alema, amministratore delegato dell'Amiu, è indagato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Genova sullo sversamento, nei rii Cassinelle e Chiaravagna, di percolato stoccato nella discarica di Scarpino. Oltre all'ad, sono iscritti nel registro degli indagati altri due dirigenti dell'Amiu, Carlo Sacco e Paolo Cinquetti. Il pm Walter Cotugno ha indagato anche l'azienda, nella persona del legale rappresentate, Marco Castagna, come responsabilità amministrativa dell'ente derivante da reato. Sono dieci le ipotesi di reato contestate. Si va dal perdurante sversamento di percolato allo smaltimento di rifiuti liquidi pericolosi nelle aree a valle, fino alle inosservanze di provvedimenti autorizzativi. Il periodo preso in considerazione

Mi manda Cirone Le interviste impossibili

Anno 2024, ilCorniglianese festeggia il tredicesimo dalla sua fondazione. Cornigliano ha superato tanti problemi e tante emergenze, è tornato finalmente il lavoro, le fabbriche si sono riconvertite all‘alta tecnologia. La strada a mare funziona perfettamente: addirittura si può arrivare da Voltri a Nervi su sei corsie. Sulla collina degli Erzelli è in funzione da più di dieci anni un nuovo ospedale che fa registrare lunghe code di pazienti, soprattutto della Lombardia, che scappano dalle cliniche private milanesi per farsi operare dagli specialisti genovesi. Villa Bombrini è diventata sede del Municipio il cui presidente è un nomade sinti che si è distinto per aver portato il bilancio dell‘Amt, la grande azienda di trasporto pubblico, al pareggio. In città, la maggioranza musulmana convive armoniosamente con la minoranza cattolica, tanto che, quest‘ultima è riuscita a costruire, cambiando la destinazione d‘uso che ne voleva fare un box per l‘imam, un tempietto dedicato a San Giovanni Battista. In una calda serata di giugno il nostro direttore decide di raggiungere la zona delle nuove vasche di decantazione delle discariche di Scarpino 3, 4 e 5 per godere del panorama imperdibile della città al crepuscolo. ―Buon uomo - domanda Cirone ad un valligiano - sono queste le famose vasche la cui acqua si può anche bere?‖. ―Certo risponde l‘uomo - come vede sto facendo rifornimento‖. ―E non ha paura sul sentiero del ritorno nella notte?‖ chiede Cirone. ―Perché dovrei aver paura del buio?‖

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La nuova strada a mare com’è oggi Pellerano (Lista Biasotti): “Il viadotto troppo basso penalizza i treni” ovvero fare in modo che più merce possibile viaggi sui binari per limitare il flusso dei mezzi pesanti sulle autostrade e per le vie cittadine‖. Pellerano ha domandato: ―Non si poteva progettare di alzare il viadotto che passa sopra al Polcevera? Lì sotto passa il tratto ferroviario che conduce in porto, e si poteva tenerne conto per evitare di complicare la vita allo scalo. Attorno al porto ruotano migliaia di posti di lavoro e rendere questa realtà meno competitiva non è affatto Gli imponenti lavori in corso per la Strada a mare e gli svincoli (foto Razzore) un bene. Ho sentito che il vicesindaco di Genova ha ―QUALCHE SETTIMANA fa ho movimentazione dei treni e sostenuto che per risolvere il letto la denuncia della famiglia renderebbero il trasporto su problema basterebbe usare Messina riguardante l'errata rotaia meno competitivo locomotori più potenti e questa progettazione del viadotto della rispetto a quello su gomma‖. risposta è inaccettabile e mette nuova Strada a Mare. Secondo i Così Lorenzo Pellerano, in luce la distanza Messina, per ovviare al difetto consigliere regionale della Lista dell‘amministrazione dalle di altezza, per la ferrovia è stata Biasotti, a ilCorniglianese, a esigenze del porto e degli progettata una discesa e poi riguardo dell'interrogazione operatori‖. Non manca una una salita e tutto ciò urgente presentata da lui in precisazione: ―Sono comporterebbe limitazioni al Regione per chiedere assolutamente favorevole alla passaggio dei treni. Come si delucidazioni in merito alle Strada a Mare, la considero può risolvere il problema? pendenze del raccordo un'opera fondamentale perché Utilizzando un locomotore più ferroviario destinato alla consentirebbe di spostare il potente oppure due locomotori, movimentazione dei treni traffico del ponente verso il uno attaccato all'altro, capaci di merci. ―La pendenza rende mare. Ma questo errore nella tirare il treno con maggior meno competitivo l'utilizzo progettazione rischia di avere potenza. Ma questi fattori della ferrovia e questo un effetto controproducente in comportano costi salati nella contraddice l'auspicio di tutti, quanto se un tratto importante

venisse costruito male farebbe solo aumentare il flusso dei camion in città‖. Riccardo Cabona

Strada a mare: la rampa in discesa all’altezza della Fiumara (a sinistra)

Un’ampia veduta del nuovo ponte sul Polcevera da levante verso ponente

Nuovo depuratore in aree ex Ilva: dieci anni per un passo avanti

Gioco consapevole, ludopatia: la Toscana insegna

―CON L'ACQUISIZIONE delle aree mettiamo il primo tassello per consentire la progettazione e la realizzazione del nuovo depuratore di Cornigliano‖. A dirlo, l'assessore all'Ambiente, Valeria Garotta, nel corso delle commissioni Territorio e Sviluppo economico convocate il 12 febbraio. ―La realizzazione del nuovo impianto ‗centrale‘, ha spiegato l'assessore, non solo permetterebbe la dismissione del depuratore in via Rolla, ma consentirebbe anche la dismissione dell‘attuale impianto di Volpara che, dalla fine degli anni ‘70, tratta i fanghi prodotti dal depuratore di Punta Vagno, e di incrementare la capacità di trattamento di percolato proveniente dalla discarica di rifiuti solidi urbani di Scarpino, rispetto alla quantità di 3 mila metri cubi trattata dall'attuale sistema di depurazione. La realizzazione di questo impianto, ha concluso l'assessore, permetterà di risolvere alcuni annosi problemi, legati alla convivenza di queste strutture industriali con le residenze e le attività commerciali. Nati molti anni fa, anche se dal punto di vista delle norme rientrano nei valori fissati dalla legge, per la loro vetustà e per il fatto che sono stretto contatto con gli abitanti, questi impianti creano dei problemi con i cittadini legati agli odori‖. Il quarto punto di forza di questo progetto potrebbe essere la depurazione delle utenze portuali che sino ad oggi non sono trattate. Le aree sulle quali sorgerà il depuratore sono aree dismesse Ilva. Si tratta di un diritto di superficie su 15 mila metri quadrati che Società per Cornigliano dà per 60 anni al Comune di Genova che, a sua volta, costituisce a favore di Mediterranea delle Acque. Due le fasi. Nella prima la dismissione del fangodotto della Volpara e il trattamento del percolato, nella seconda la linea di trattamento delle acque con contestuale dismissione dell'impianto di via Rolla. Per i tempi di realizzazione resta fisso il cronometro sulla decina d‘anni.

LA TOSCANA ha la sua legge per il gioco consapevole e la prevenzione della ludopatia: la proposta di legge sulla ludopatia è stata approvata dall‘aula con 38 voti favorevoli (su 39 votanti) e uno contrario, quello di Marco Taradash (Pdl). La Regione concederà contributi agli esercizi commerciali e ai circoli che rimuoveranno dai locali gli apparecchi per il gioco, mentre chi li manterrà dovrà pagare un‘Irap maggiorata. Nell‘atto si stabilisce il divieto di pubblicità dei giochi con vincite in denaro e i gestori delle sale saranno tenuti ad esporre avvisi con i rischi connessi alla dipendenza da gioco (come già avevamo proposto noi in un precedente articolo su "ilCorniglianese"). Le Asl, d‘accordo con i Comuni, dovranno organizzare corsi di formazione per personale delle sale ed esercenti finalizzati alla prevenzione e riduzione degli eccessi del gioco patologico. Infine, sarà costituito un Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco, che dovrà monitorare e promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione. Tutto ciò accade nella vicina Toscana. Quando, anche da noi, si inizierà ad affrontare veramente il problema che riguarda ormai migliaia di famiglie? Oerre


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Stato sociale, prima occupazione e pensioni Le preoccupazioni delle assemblee del territorio LUNEDÌ 3 FEBBRAIO nei locali dell'Associazione Lucani di via Minghetti si è svolta l'Assemblea congressuale a cura dello Spi-Cgil del Medio Ponente, aperta a tutti i cittadini sul tema di pensioni e stato sociale. Questo evento che si rinnova ogni quattro anni consente nelle varie assemblee territoriali di eleggere e di rinnovare il gruppo dirigente, ma è anche un'occasione di incontrare gli iscritti per analizzare e discutere tutte le proposte avanzate in tema di pensioni. La riunione è stata presieduta dal segretario regionale Cgil per la Liguria, Bruno Sciaccaluga, da Rino Lecce e dal segretario dello Spi-Cgil, Luciano Tagliatti. Nel primo intervento ha preso la parola il segretario Sciaccaluga, sottolineando come il Paese stia attraversando uno dei momenti più difficili della storia, dove persino le pensioni sono diventate a rischio, da qui l'esortazione a capire che sarà il lavoro a decidere il futuro dei giovani, degli anziani e dei pensionati. Un pensionato deve, dopo aver raggiunto i giusti limiti di età lavorativa e contributiva, godere di una pensione dignitosa, quindi bisogna assolutamente spezzare quel meccanismo assurdo attualmente in atto, favorire il ricambio generazionale con l'apertura al lavoro dei giovani rivedendo le inadeguate normative che allungano l'età lavorativa a discapito di chi non ha mai avuto l'opportunità della prima occupazione e permettere alla prossima generazione di avere a sua volta una giusta pensione. Il segretario Tagliatti ha ribadito nel proprio intervento come il sindacato pensionati italiani unito possa essere più forte in un momento come questo in cui i governi continuano con ―false politiche di austerità, a fuorviare l'interesse del problema, a favore delle multinazionali, della finanza e delle banche, mentre noi diventiamo sempre più poveri ogni giorno che passa. Dilagano condizioni di sfruttamento che fino a poco tempo fa erano impensabili. Si chiudono le fabbriche e si licenzia, sono seimilioni le persone disoccupate, la più alta cifra del dopoguerra. I pensionati hanno progressivamente perso fino a un terzo del proprio reddito e potere d'acquisto, i giovani vengono derubati del loro futuro e qui occorre dire che anche i Sindacati ne sono responsabili, poiché hanno favorito la precarietà‖. La soluzione per risolvere questi problemi, esiste e parte dalla saggezza di un anziano pensionato ex Italsider secondo cui occorrono estreme misure di emergenza e interventi a lunga portata che abbiano come risultato immediato l'aumento dell'occupazione. Ci vuole un piano di lavoro fondato sull'intervento pubblico, sulla lotta allo sfruttamento e alla precarietà,

lavorare meno e lavorare tutti. Lo Stato deve sostenere le aziende, le ditte che attraversano momenti di seria difficoltà produttiva, aiutandole nella ripresa perché non venga perso nessun posto di lavoro. Il salario minimo garantito non è la soluzione più logica per dare la giusta risposta all'occupazione. Il presidente dell'Associazione dei lucani, Mauro De Salvo, nel suo intervento ha ribadito come negli ultimi venti anni ogni governo, sia di centrodestra che di centrosinistra o dir si voglia di larghe intese, ha sempre attaccato la riforma pensionistica alzandone sempre di più l'età, senza pensare che così facendo si ha favorito l'inarrestabile meccanismo della disoccupazione gettando nella disperazione migliaia di lavoratori e lavoratrici, condannando gli esodati a rimanere senza pensione e senza lavoro, mentre i privilegiati delle cosiddette pensioni d'oro non vengono mai toccati, le caste e gli sperperi incontrollati della brutta politica fanno il resto. Bisogna prendere atto che l'impoverimento del Paese si è trasferito ormai al ceto medio, favorendo l'arricchimento della nostra classe dirigente a discapito dei più deboli, gli anziani, i pensionati, ma soprattutto i disoccupati. Ricordiamo che le assemblee per il Medio Ponente, con relative votazioni si sono tenute nelle sedi del Comitato Campi (area verde) corso Perrone, Circolo dei Lucani via Minghetti, Circolo Peri

Concorso “Giorno per la memoria” Gli studenti liguri nei luoghi simbolo della Shoah CON LA VISITA AL CIMITERO ebraico e al ghetto di Cracovia, in Polonia, ha preso avvio il 24 febbraio, l‘annuale pellegrinaggio degli studenti liguri, organizzato dal Consiglio regionale della Liguria. L‘iniziativa prevede la visita dei giovani 34 vincitori della settima edizione del concorso ―27 gennaio: Giorno per la Memoria‖, indirizzato agli allievi degli istituti di scuola media superiore della Liguria e finanziato attraverso la legge 9 del 16 aprile 2004 del Consiglio regionale, in alcuni dei luoghi simbolo dello sterminio che fu perpetrato dai nazisti inizialmente contro disabili e omosessuali, poi contro milioni di ebrei e slavi, migliaia di testimoni di Geova e di prigionieri di guerra e politici. Al pellegrinaggio partecipa anche il rabbino capo di Genova e della Liguria, Giuseppe Momigliano. Alla partenza da Genova i giovani sono stati salutati da Gilberto Salmoni, uno dei pochi sopravvissuti genovesi al grande sterminio. Salmoni ha raccontato la propria drammatica esperienza nei lager e ha brevemente ricordato agli studenti alcune delle tragiche vicende che hanno

caratterizzato l‘Olocausto e la sua ―scientifica‖ organizzazione, messa in atto dalle SS. Il viaggio è continuato con la visita al campo di sterminio di Auschwitz, il più noto fra i tanti lager realizzati da Hitler e dai paesi alleati all‘esercito tedesco, e diventato luogo

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“Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia: mantenere la Memoria” XIII edizione del Concorso regionale: Martina, nel suo tema, scopre le foibe Caro diario, questa giornata è stata molto lunga, sembrava non finisse più, ma anche altrettanto importante, perché sono venuta a conoscenza di un fatto di cui gli uomini non dovrebbero dimenticarsi. Quando ieri pomeriggio la direttrice del giornale mi aveva incaricato di andare a intervistare una signora anziana, una certa Licia Cossetto, ero un po‘ seccata, ho pensato sarà una di quelle signore che compiono il centenario dalla nascita o le nozze d‘oro, oppure sono bisnonne di molti pronipoti: tutte cose interessanti per un certo pubblico, sicuramente non per me, abituata a ben altri fatti. Quando poi ho saputo che si trattava di una sopravvissuta, testimone dell‘eccidio degli italiani nelle foibe, allora ho cambiato subito idea, ero molto emozionata e agitata, poiché confesso che non ero a conoscenza di questa operazione di ―pulizia etnica‖. Molto presto questa mattina ho raggiunto casa Cossetto; entrata, ho notato subito un‘abitazione molto semplice e modesta. Ad aprirmi proprio lei, Licia, con lo sguardo provato da diverse sofferenze, ma con il sorriso di chi non ha perso la speranza. Con disinvoltura, davanti a una tazza di the, ha iniziato a raccontarmi la storia di cui è stata protagonista con la sorella Norma: ―Siamo nate in un piccolo paese dell‘entroterra istriano, da genitori molto umili, Giuseppe e Margherita; facendo molti sacrifici sono riusciti a farci studiare e a farci seguire le nostri passioni, i nostri sogni‖ e così raccontando mi passa un album con le fotografie, in cui lei e la sorella andavano in bicicletta, giocavano a palle di neve, festeggiavano il Natale in famiglia. Continuò: ―Mia sorella Norma era una giovane ragazza come tutte le altre, con la passione per il pianoforte e per le lingue, riuscì ad avere la cattedra di lettere come supplente in una scuola magistrale, e per questo io e la mia famiglia eravamo felicissimi. Ma un giorno mentre eravamo tutti a casa, intenti nei nostri affari quotidiani, giunsero alla porta delle guardie: erano i partigiani di Tito. Da qui ebbe per noi inizio la tragedia. Mia sorella e mio papà furono arrestati e condotti in una caserma. Io e mia mamma, la mattina seguente, cercammo di parlare con una guardia per avere qualche spiegazione‖. Si ferma nel racconto, e i suoi occhi diventano lucidi. A fatica, prosegue: ―Ci rassicurarono dicendo che li avrebbero liberati il giorno seguente, giusto il tempo per qualche controllo. Tornammo a casa, ma non ero

tranquilla affatto, ripensando alle parole di quell‘uomo… sentivo che non erano sincere, per questo indossai le prime cose che mi capitarono tra le mani e, senza pensarci su, con il cuore che batteva forte, uscii di casa e mi recai nella caserma laddove Norma era stata condotta. Giunta sul posto vidi che due guardie stavano portando mia sorella in un‘altra palazzina, la trascinavano, perché opponeva resistenza. Notai che sulla parete c‘era una piccola finestra inferriata, e mi sforzai di raggiungerla per guardare dentro. Vidi che all‘interno c‘erano solo un tavolo e una sedia alla quale era legata Norma. Provai a farmi notare da Norma, ma il suo sguardo era perso nel vuoto, come chi sa già di essere condannato. Entrarono altri uomini almeno una decina: sentivo la loro puzza per quanto erano sporchi. Circondarono mia sorella… e vidi ciò che mai avrei voluto vedere‖. Gli occhi le si riempirono di lacrime, pianse per qualche minuto, restando in silenzio. Ma volle proseguire l‘intervista, nonostante io le avessi proposto di interrompere: ― Avevo intuito quali fossero le loro intenzioni e anche Norma era cosciente di quanto le sarebbe accaduto. Ad un tratto dinanzi ai miei occhi comparve il buio, mi sentivo impotente non potevo fare nulla, vidi la sua vita scorrere, tutti i suoi sogni svanire come un soffio, ma soprattutto la sua giovane età svanire nel nulla. Era legata con un filo spinato e quella pelle bianca, delicata, come vellutata, sembrava quasi non le appartenesse più; venne gettata in una fossa, proprio come vengono buttati gli oggetti rotti che non funzionano più. La vidi lì ammassata su altri corpi. La mia vita è finita quel giorno di ottobre del 1943 insieme a lei, con lo sguardo inchiodato su quella fossa. Vivo con questo senso di angoscia che non mi abbandona mai di giorno e di notte. Come mia sorella, migliaia di vittime sprofondate nel silenzio: i sopravvissuti furono costretti a fuggire, a lasciare le loro case e i sacrifici di una vita. E quello che più mi ha fatto male è stato il silenzio della stampa, dei telegiornali, anche a guerra finita. L‘oblio è forse peggiore della morte. Quello che hanno iniziato i titini è stato portato a compimento dal silenzio dell‘Europa e del Mondo su quanto accaduto. Ma io non mi sono arresa: anche se sui libri di storia non si parlava della strage delle foibe, ho deciso di andare a bussare alle porte delle scuole per incontrare i giovani. La speranza che non siano dimenticati i miei ―fratelli‖ mi dà forza per andare avanti‖. Rimasta senza parole, abbraccio forte quella vecchietta, così esile fisicamente, ma tanto tenace. Spengo il mio registratore e torno a casa per lavorare all‘articolo, portandomi nel cuore quello sguardo che mai dimenticherò. Prometto che tutti gli anni, in occasione del giorno del Ricordo, non mancherà mai un mio intervento sui giornali per i giulianodalmati.


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Prodotti biologici e filiera corta Il segreto on line del “Cammello della spesa” Ci occupiamo di una nuova attività per Cornigliano: ―Il Cammello della Spesa‖, negozio on -line dove si acquistano via Internet tratta prodotti biologici di varia natura e che si trova in via Agosti dove ha la sede ed il punto di stoccaggio. La presidente, Elena Corbo, spiega: ―Questo tipo di vendita è la prima a Cornigliano. Ha lo scopo di diffondere la cultura dell‘alimentazione cercando di raggiungere il maggior numero di persone‖. Come funziona con i clienti? ―Con due possibilità: la prima è quella di formare almeno tre soggetti o nuclei familiari, indicando dove poter ricevere la merce (per es.: un condominio o la casa di una delle famiglie), l‘altra è per i soggetti che non riescono a formare gruppi: in questo caso saremo noi a indicare i gruppi più vicini dove la persona può inserirsi‖. Che tipologia di prodotti proponete? ―Frutta secca, oli, condimenti, pasta, piatti pronti, salse, sughi, sapori, farine, cereali di varie tipologie, prevalentemente biologici certificati ma anche non certificati di cui garantiamo provenienza e coltivazione senza uso di pesticidi e/o prodotti chimici per una filiera chiara e trasparente‖. I vostri fornitori-produttori sono prevalentemente liguri? ―Sì, per una scelta ambientale e a sostegno dell‘economia locale ma anche per ridurre i costi, ma abbiamo ovviamente anche produttori di altre regioni‖. Questo sistema fa risparmiare? ―Certo, a parità di qualità e quantità la gestione on-line è molto più snella e ha un costo minore, aggiungo che la nostra finalità non è solo il risparmio ma anche di consegnare un prodotto sano e sicuro, inoltre proponiamo diverse proposte di risparmio come ad esempio la borsa verdura bio-mista: 4 kg di verdura a € 10,5‖. Com’è composta la vostra azienda? ―Siamo in cinque più alcuni volontari che ci aiutano. Poi ci sono un paio di collaboratori che si occupano della gestione in generale‖. Vi definite un’associazione senza scopo di lucro. ―Sì, perché dopo aver pagato i nostri collaboratori e aver coperto i costi, abbiamo stimato uno stipendio equo procapite sufficiente per vivere:, la nostra finalità è quella di promuovere prodotti sani e genuini, diritto fondamentale dei cittadini‖. Le persone non possono comperare direttamente in via Agosti? ―Per il momento no, ma abbiamo allo studio la possibilità di aprire al pubblico due giorni alla settimana e lo comunicheremo a presto sul nostro sito‖. Le persone per diventare vostri clienti cosa devono fare? ―Andare sul sito, inviarci una e-mail con nome cognome indirizzo, codice fiscale o partita iva. Noi invieremo istruzioni e credenziali per accedere al portale‖. Carlo Guerra

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I ragazzi della Tv Se al telegiornale preferiscono i talent

Si dice che noi ragazzi siamo i masticatori più accaniti della televisione. Quanto questo sia vero e quanto possa essere positivo o negativo, sta ad ognuno di noi deciderlo. Abitudini, passioni, passatempi, piaceri: è tutto soggettivo. Certo è che la scelta dei programmi da seguire dallo schermo è fondamentale per quella che sarà poi la formazione del nostro modo di essere e di vedere e, soprattutto, per poter giudicare ciò che ci sta attorno. Questa grande scatola nera, la black box che riceve input e che, di conseguenza, mostra gli output, senza mostrare realmente ciò che succede al suo interno, spesso prende il posto del nostro cervello. Film, soap opere, telefilm, show, talent show, telegiornali, pubblicità, serie, cartoni: esiste una varietà inquantificabile di materiale televisivo che attiva una serie altrettanto illimitata di meccanismi che spesso, per non dire sempre, rimangono all'oscuro di fronte a nostri occhi. Si parla talvolta di manipolazione, di messaggi subliminali, di persuasione, soprattutto se il discorso si ritrova focalizzato sui continui cicli pubblicitari a cui siamo costantemente sottoposti. Si parla di distrazione dai problemi della vita per godersi il meritato relax quotidiano, ma siamo sicuri sul vero significato della parola ―distrazione‖? Dal vocabolario: ―Allontanamento del pensiero dalla realtà, come fatto episodico o come dato della personalità‖. Oddio, detto in questi termini mette quasi spavento, ma non a caso noi usiamo dire che ―guardando la televisione‖ ci distraiamo dai pensieri. Ora mi chiedo, quindi: è un bene o un male? Credo che per un ogni cosa, che sia positiva o meno, bisogni trovare la giusta dose e il giusto equilibrio, ma sembra che troppo spesso di questo oggetto tecnologico se ne finisce per abusarne. Noi giovani cosa guardiamo più spesso? Difficile dirlo: ci sono persone che preferiscono la serietà di un telegiornale o di un documentario, altre che invece amano divertirsi davanti a un programma di cabaret, altre ancora che non si perdono manco a morire una giornata sportiva. Negli ultimi tempi si sta facendo largo spazio nella nostra vita il fenomeno della telenovela, sia tra gli adulti sia, soprattutto, tra i più giovani, abbandonando così i programmi di informazione che, probabilmente, pur essendo più impegnativi, porterebbero alcuni benefici in più. Dipende tutto dall'uso che si vuole fare dello strumento: può essere usato per svago o come principale mezzo di comunicazione, come fonte di divertimento o di informazione. Il mondo della televisione cambia anche il nostro modo di parlare: nuovi termini, nuovi modi di dire generalmente diretti ai giovani; anche per quanto riguarda la moda e i sogni che riponiamo nel cassetto del futuro che tutti noi abbiamo. La televisione segna i tempi, probabilmente è anche un fattore che li determina. Non bisogna scordare di pensare e di giudicare con la nostra mente, evitando, anche se sicuramente più semplice, di far pensare qualcun'altro al posto nostro.

Dal 1972 al vostro servizio


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A CASA VOSTRA/1 Mustapha e Somaja, una coppia “normale” In equilibrio tra Italia e Marocco Questo mese per ―A casa vostra‖ siamo andati a visitare la famiglia Mouzdahir che abita in corso Perrone, a Cornigliano. Per la cronaca, per arrivare presso la loro abitazione ho dovuto infilarmi in posti a me sconosciuti. Ad accogliermi il padrone di casa, Mustapha, 42 anni, e la giovane moglie, Ben Abov Somaja, 27. La casa è grande ed accogliente, arredata tipicamente in stile marocchino, infatti Mustapha è nato a Fkih Ben Salah, a nord del Marocco; al centro, tra Casablanca e Marrakech, invece è nata Somaja, per la precisione a Guelmin, una città di circa 60.000 abitanti posizionata all’ingresso del deserto per questo chiamata ―la porta del deserto‖. Da quanto tempo siete a Genova e per quale motivo siete in Italia? Somaja: ―Sono in Italia da circa quattro anni, prima di qui ero a Bologna, ospite di mia zia Un bel ritratto di Somaja, 27 anni, che mi aveva convinta a venire in Italia in con gli abiti del matrimonio cerca di lavoro che, in effetti, ho subito trovato come cameriera ai piani‖. Moustapha: ―Sono in Italia da 15 anni. Dopo un breve periodo di tempo (nove mesi) trascorso in Russia a studiare, sono ritornato in Marocco a studiare Economia politica, quindi sono venuto in Italia‖. Dove lavora? Moustapha: ―Lavoravo come saldatore in una ditta in appalto alla Fincantieri, purtroppo mi hanno licenziato per motivi legati all‘azienda e per i problemi che tutti noi conosciamo. In attesa di tempi migliori mi do da fare con piccoli traslochi oppure svuoto cantine e appartamenti e, ovviamente, non smetto di cercare lavoro che mi dia più sicurezza economica‖. Voi siete musulmani, come vi trovate in Italia, in un paese cattolico? Moustapha: ―Molto bene; noi non abbiamo nessun pregiudizio verso altre religioni, pensi che ho un carissimo amico israeliano e ci dissociamo da tutte quelle persone che usano la religione a scopi terroristici, naturalmente preghiamo in casa non avendo moschee nelle vicinanze. Vorrei dirle il nostro pensiero sulla moschea di cui si parla molto a Cornigliano. È evidente che se ci fosse un posto dove poter pregare saremmo felici, ma ci rendiamo conto che, dal punto di vista della viabilità, costruire un luogo di culto in una zona sprovvista di parcheggi è un po‘ azzardato. Speriamo che tutto si risolva al meglio‖. Vi siete sposati a Torino. Mi raccontate il vostro matrimonio? Somaja: ―Sì, ci siamo conosciuti a Bologna e sposati circa un anno fa, a Torino, perché il Consolato del Marocco è lì, poi, però siamo ritornati in Marocco per i festeggiamenti tradizionali. Dovete sapere che le cerimonie per i nostri matrimoni sono coinvolgenti e con molti invitati. Bisogna rispettare alcuni riti tradizionali, come quello che la sposa deve indossare diversi costumi tipici del Marocco, penso all‘abito berbero, all‘abito del Deserto, all‘abito caftan per poi concludersi con l‘abito tradizionale europeo bianco. Ovviamente tutti questi costumi li abbiamo dovuti affittare poiché sono molto costosi da acquistare. Invece l‘abito tipico arabo per uomo è il ―Jalaba‖ che ha indossato Moustapha‖. Come ve la cavate dal punto di vista economico? Moustapha: ―Purtroppo non molto bene, come dicevo faccio piccoli lavori e anche Somaja sta cercando lavoro, come badante o come commessa o come colf ―. A questo punto, Somaja mi interrompe, vuole precisare che molti pensano che i mariti musulmani siano contrari alla ―moglie che lavora‖, o meglio, Moustapha non le ha mai proibito di cercare lavoro, anzi, è lui stesso ad incoraggiarla a cercare nuove opportunità per realizzarsi. Cosa vi piace di Genova? Somaja: ―Direi un po‘ tutto: la cucina, penso alle lasagne al pesto, i programmi

BAR CAFFETTERIA

televisivi, naturalmente tramite il sistema satellitare seguiamo la tv anche in lingua araba‖. In futuro, intendete ritornare in Marocco? Mustapha: ―Sicuramente sì, non sappiamo quando e comunque a tempi lunghi. Cercheremo di risparmiare il denaro sufficiente a vivere degnamente nel nostro Paese e non sarà neanche un problema, se Dio vorrà, donarci dei figli: saranno liberi di scegliere di rimanere in Italia o venire insieme a noi in Marocco‖. Ringrazio la famiglia Mouzdahir per l‘ospitalità e la cortesia, a nome mio e di tutta la redazione de ―il Corniglianese‖. Carlo Guerra

La famiglia Mouzdahir nel salotto della casa in cui vivono, in corso Perrone, a Cornigliano

IL MATRIMONIO IN MAROCCO è celebrato seguendo una cerimonia che attinge le sue fonti in tradizioni ancestrali. L'organizzazione delle nozze varia in funzione delle regioni e mette in rilievo le diversità culturale che si manifestano, in particolare, con vari riti, costumi, musica, tradizioni culinarie. Il tutto inizia il giorno prima della cerimonia nuziale, con un bagno purificatore della sposa, bagno fatto assieme ad altre donne a lei vicine come parenti o amiche. Il giorno del matrimonio si svolge la "berza", grande cerimonia di presentazione della sposa. Vestita da un “tachcita” tradizionale che si può cambiare fino a dieci volte, a seconda la posizione sociale della sposa, essa è seduta in modo da essere vista ed ammirata da tutti gli invitati, in un ambiente di festa ricco in suoni ed in colori. In Marocco, più che altrove, il matrimonio è percepito, sul doppio piano, sociale e religioso, come un atto di grande importanza. A livello organizzativo le Negafates si prendono gelosamente in carico la sposa nel corso del giorno delle nozze. Queste donne (in generale due o tre), molto puntigliose su qualsiasi piccolo dettaglio, vegliano all'abbigliamento della sposa, alla sua composizione, alla sua pettinatura ed anche al suo passo. La famiglia dello sposo si manifesta a sua volta portando alla sposa, in una processione musicale ricca in colori, presenti offerti dal suo coniuge. È la cerimonia ''della hdia'', momento forte della celebrazione dell'unione. C.G.

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Donne allo specchio di Guido

Pallotti

Riepilogo: Iano, Fina e la loro figlioletta Crocefissa, come loro stessi dicono, hanno ricevuto in dono dal Signore una creaturina, un neonato nero che subito chiamano Luca, munito di corredino e della somma di 500 mila lire. Ma chi sono Iano, la sua compagna Fina e la figlia Crocefissa? La famiglia Ragusa, nona puntata

Iano Ragusa a diciotto anni, pensava solo a racimolare i picciuli per sposare Fina. Era un garruso fidato; bastava dargli il giusto e lui accettava qualsiasi lavoro come quello datogli da una persona alla quale niente si poteva rifiutare, di portare una lettera a Salvatore Giuliano, in uno dei suoi covi fra le montagne. «Se avissi bisognu di tia, fussitu dispunibbili»? Gli aveva chiesto Turi, porgendogli una stecca di Pall Mall. Il nucleo della banda era piuttosto ristretto, così per le operazioni più impegnative ricorreva all‘aiuto di picciotti puliti, non appartenenti alla banda. Stava per rispondere: «Ca vossia cumanna e ju ubbidisciu». Però, per amore della sua femmina, era rimasto zitto. La madre di Fina, chiamata Farineddra per la pelle scura che tradiva origini tunisine, si era inventata maga e campava facendo strampalate profezie. Nessun uomo se l‘era sposata, perciò aveva giustificato la gravidanza dicendo che, nella notte di San Lorenzo, gli spiritelli suoi ispiratori, l‘avevano sdraiata nuda sull‘aia, poi mentre le ballavano attorno, in un concerto di zufoli, la scia di una stella cadente si era inserita nel suo grembo, dandole delle sensazioni talmente intense da farle perdere i sensi. L‘alba l‘aveva trovata sdraiata sul suo giaciglio, già incinta di due mesi e con una moneta d‘oro, che esibiva a conferma del prodigio, incastrata nel sesso. In verità il padre di Fina, era stato u Strazzamutandi, brigante e stupratore, che in una notte di fine primavera, l‘aveva trovata allungata nuda e smaniante sul pagliericcio della sua capanna e in quell‘occasione non aveva dovuto proprio strappare nessuna mutanda; così, dopo molti giorni d‘intensi amplessi, al momento del commiato, la fattucchiera gli aveva detto: «Mi pussidisti, perciò ha dari „na ricumpenza e spiriteddri me pruttitura; sinu, ti siccarannu i baddi». Così lui, per scaramanzia, le aveva regalato la moneta. Tutti gli abitanti del paese e delle campagne erano a conoscenza della verità, però nessuno aveva il coraggio di parlarne. Qualche marito l‘aveva bisbigliata nell‘intimità coniugale, ma le mogli erano state leste a tappargli la bocca con una mano, mentre con l‘altra andavano a esplorare che non gli si fossero davvero rinsecchiti i testicoli. Jano era giunto a Genova nei primi anni Cinquanta e Fina l‘aveva raggiunto molto tempo dopo, portando in dote la moneta d‘oro; vivevano in una casupola proprio dove il viadotto autostradale Morandi, che scavalca il torrente Polcevera, s‘incastra nella collina di Coronata. L‘unico conforto di Fina era rimasto Luca, poiché Crocefissa, viveva stabilmente in casa del cugino e della sua convivente Sonia, anche se ogni pomeriggio andava a trovare il fratellino per fargli da maestra ed era stata davvero brava perché Luca all‘età di cinque anni, sapeva quanto lei aveva assimilato in otto anni di scuola. Ne aveva dieci quando Crocefissa si era diplomata all‘Istituto Tecnico per il Turismo, con lo striminzito punteggio di 36/60mi, ottenuto soltanto grazie al costante sprone e aiuto di Luca. La ragazza, che aveva innalzato la bella Sonia a modello, non si era scandalizzata quando all‘età di quindici anni aveva subito le sue attenzioni, anzi l‘aveva accettate come una piacevole variante al suo autoerotismo; si era però ricreduta, quando Antonio, non si sa quanto casualmente, le aveva sorprese in intimità e aveva preteso di unirsi a loro. Da quel momento a svagarsi erano stati soltanto i due adulti. Crocefissa aveva iniziato a detestarsi, allora si era dedicata a Luca, trovando in lui, l‘oasi incontaminata dove rifugiarsi. I due amanti però l‘avevano iniziata alle droghe, così che, nell‘ultimo trimestre dell‘anno della maturità, si faceva quotidianamente di eroina. Dopo aver compiuto diciotto anni, dipendente dalle sostanze com‘era diventata, avevano preteso che contribuisse alle spese per comprarle. Le erano stati procurati i primi clienti e, immediatamente dopo il diploma, l‘avevano insediata in un basso nei vicoli, vicino a quello, dove già si prostituiva Sonia. Era così diventata Connie. Crocefissa, aveva detto ai genitori che come standista di fiere avrebbe girato l‘Italia e l‘Europa, rendendoli orgogliosi di quella brava figlia che appena diplomata già si era trovato un buon lavoro. Era

di

Alvaro Filippo Michelon

― Sai… una volta laureati si è inclini a tirare un sospiro di sollievo, si pensa che il peggio sia passato, ma poi inizia il tirocinio e ti rendi conto che il difficile deve ancora arrivare. Il primo giorno hai la testa piena di buoni propositi, di teorie e di esercizi teorici ma dopo una settimana restano solo i buoni propositi seguiti dalle incertezze e da una domanda atroce: ‗sono davvero capace di aiutare le altre persone, io?‘. Ricordo ancora la prima paziente di cui ho seguito il caso: aveva solo un anno più di me. Eravamo molto simili per certi aspetti, uscivamo con gli amici, avevamo problemi con il fidanzato, litigavamo con i genitori insomma eravamo due ventenni con gli stessi problemi delle altre ventenni. Lei però era logorata dall‘ansia, aveva difficoltà con la sua immagine riflessa allo specchio e piangeva spesso senza un apparente motivo. Dopo i primi quattro incontri ero distrutta, non riuscivo a capire da dove venisse il problema, ogni volta che scoppiava a piangere davanti a me mi sentivo inutile, avrei voluto abbracciarla e basta. Tutte quelle belle parole, tutti quegli esercizi miracolosi che presentavano i miei libri erano inutili. Adesso c‘eravamo solo io e lei. Dicono che il primo caso segua una legge simile a quella del contrappasso dantesco: io, così precisa e organizzata, avevo meritato una persona totalmente disorganizzata, confusa e fragile. Quando si vive un‘esperienza simile si pensa solo a non commettere errori, si insinua dentro di te la paura, la paura di peggiorare le cose. Per fortuna non siamo mai soli, c‘è sempre qualcuno che ne sa più di te e che con poche parole riesce a metterti sulla giusta via. Il mio supervisore mi disse di non mollare, di procedere per gradi e di non avere paura di sbagliare poiché anche dagli sbagli si possono trarre benefici. E fu così che imparai la prima vera lezione sul mio lavoro: sono un essere umano e in quanto tale posso sbagliare ma abbandonare una persona che ha fiducia in te solo per paura di non farcela è il più grande errore che si possa commettere. Quando si fa un lavoro come il mio bisogna prima di tutto imparare ad ascoltare senza avere fretta di dare risposte, senza giudicare, senza tecniche e teorie: bisogna spalancare gli occhi e aprire tutte le porte di ricezione. Ascoltare è difficile. E‘ automatico che ad una domanda segua una risposta, ma non è così. La prima risposta è l‘ascolto. Non un ascolto qualsiasi ma rispettoso, attraverso il quale farsi condurre dalla persona alla scoperta di cosa voglia dire essere quello che è. Ascoltando un paziente ascolto me stessa, i sentimenti che provo, le fantasie che nascono dalla mia mente. Ascoltando e riascoltando si ha come l‘impressione di perdere del tempo prezioso e quindi si è tentati di portare sollievo il più presto possibile cercando soluzioni durature e veloci ma il tempo, ahimè, non è più lo stesso. Il tempo in certi momenti assurge ad un valore diverso da quello del mero scorrimento dei minuti. A volte ne occorre davvero tanto per raggiungere anche il più piccolo degli obiettivi; ora dopo ora, colloquio dopo colloquio comprendi che nulla va sprecato, nessun silenzio è inutile. Il tempo trascorso nel racconto, nel dialogo, nella ricerca di sé non è tempo sottratto alla vita bensì la lotta per la vita stessa. Quando volevo fare la psicologa non ero preparata a tutto questo. Non avrei mai immaginato quanti labirinti possono trovarsi nella nostra mente. Non avrei mai pensato di intraprendere un viaggio così lungo e difficile così ho adottato una strategia: cerco di non perdere niente per strada, prendo nota degli sguardi, delle storie e di tutti gli occhi che cercano i miei mentre viaggiamo insieme nella stessa


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“Sopra di me... cosa ho visto passare” Tina, la panchina di piazza Massena, si confessa

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On the road, viaggio nel tempo Racconti di strade/4 , i Giardini Melis

di Astri Lidia Frascio

di Rosanna Robiglio

Ciao, carissimi corniglianesi, mi presento: sono Tina, la panchina posta in piazza Massena, precisamente quella vicino alla cabina telefonica, non c'è da confondersi perché io sono l'unica che ha lo schienale col retro verso via Cornigliano, mentre le altre due colleghe ce l'hanno verso corso Perrone e, per dirla tutta, non parliamo molto tra noi: quando c'è traffico si sente poco e la notte è fatta per dormire. Sospetto anche che siano invidiose di me, infatti sono la più ambita, offrendo una panoramica migliore. Dal mio punto di osservazione, quante ne ho viste: risse, incidenti, investimenti e passaggi con il semaforo rosso. C'era poi un periodo in cui, dalla sera tardi fino circa alle tre passate del mattino, sostavano alcune ragazze allegre, con musica a tutto volume, lanciando inviti e richiami a signori giovani ed anziani, che fermavano le macchine e davano loro passaggi (certamente non erano di Cornigliano...). Quale sarà stata l'attività delle fanciulle? Io sono una panchina seria e non mi curo di queste faccende, però non mi lasciavano fruire del meritato riposo, dopo una giornata di lavoro. Sono un po' scrostata, ma non ancora legno da ardere, anch'io ho un cuore tra le assi e ho visto alcune scene che mi hanno commossa, tipo la signora anziana e distinta che, prima di andare a fare la spesa, sosta e conta le monetine nel palmo della mano per sapere cosa potrà comprare e tutte le cose a cui dovrà rinunciare. Tante persone trascorrono su di me parte delle giornate estive, parecchi pensionati vengono per sedersi e scambiarsi due ciæti: da qui si controlla l'inizio di corso Perrone, via Cornigliano, il semaforo di via Coronata, la piazza e chi va e viene dal sottopasso. Il biglietto dell'autobus per andare su una spiaggia affollata ed inquinata costa e una breve vacanza economica qualcuno non può permettersela. Gente che ha lavorato tutta una vita e forse ha tirato su una famiglia, credendo in valori reali, persone veramente eccezionali. Di alcuni ormai è rimasta storia e traccia solo in chi li ha amati e, come me, conosciuti. Io, mi vanto, ho vissuto al servizio del prossimo e se posso esprimere un desiderio, in primavera, ormai alle porte, vorrei una bella mano di vernice, anche per nascondere le rughe e le incisioni che le intemperie e qualche ragazzaccio mi hanno inferto. Vorrei inoltre che la piazza fosse sempre in ordine e pulita, senza deiezioni canine non raccolte e venisse aggiunta qualche altra panchina, magari vicino a me un gagliardo panchetto (sono stanca di essere single!), così che la gente dei palazzi vicini potesse qui incontrarsi e chiacchierare senza andare chissà dove. È vero che questa è una zona di transito, ma ci sono persone che fanno fatica a camminare e qualche volta sembra di veder giocare ai quattro cantoni per la gara ad accaparrarsi un posto. Mi piacerebbe che, come mi raccontano i platani, anziani e saggi, ci fosse un piccolo chiosco per bibite e gelati, aperto d'estate fino alle dieci di sera, proprio come tanto tempo fa. Un grazie ai volontari che mantengono nel decoro le due aiuole, spesso piene di fiori in primavera. Per favore, non raccoglieteli, come qualche volta ho visto fare! Ciao, a presto. Con affetto la vostra Tina.

Gruppi di volontari di cui moltissimi giovani e giovanissimi di ogni estrazione sociale, ma accomunati da tanto entusiasmo e spirito patriottico, diventarono squadre di azione antifascista e coinvolsero sia il popolo italiano che straniero. Animati da profondi sentimenti di amor patrio, si trovarono in prima linea a combattere, sin dall‘arrivo del fascismo, battaglie ideologiche che assunsero importanza diversa in ogni Paese, ponendo sempre in primo piano la liberazione della Patria, a costo della stessa vita. Fra i tanti giovani, Luciano Melis, corniglianese, ragazzo quasi bambino, ma con animo semplice, generoso e maturo, si immortalò in favore di quella agognata libertà. Nato a Cornigliano il 27 giugno 1930, appena terminate le scuole medie, desideroso di intraprendere la professione di disegnatore meccanico presso l‘Ansaldo, si iscrisse alla scuola di avviamento professionale apprendisti di Calcinara. Come ogni ragazzo della sua età, amava lo sport, la pesca, il calcio e anche i libri di avventura, ma a soli quattordici anni, viste le situazioni di occupazione nemiche in suolo corniglianese, prese parte alla brigata SAP, squadra di azione patriottica Giacinto Rizzolio‖, altro valoroso e coraggioso corniglianese del 1919, che partecipò al Movimento di Liberazione Nazionale operante nella nostra delegazione, poi caduto a Genova, a forte San Giuliano, il 29 luglio del 1944. Nei giorni dell‘insurrezione, un folto gruppo di Sapisti, tra cui Luciano Melis, allora quattordicenne, stava dirigendosi verso castello Raggio dove erano asserragliate forze naziste, tentando di avanzare in quella direzione ma, attaccati dal fuoco nemico, furono costretti a disperdersi cercando riparo nelle limitrofe vie Bertolotti, Cornigliano, piazza Ninfeo, ora Savio, e lungo via Siffredi. Tutti risposero coraggiosamente con le armi a quelle violenti scariche, ma durante la sparatoria, Luciano Melis venne colpito e ritrovato senza vita dai compagni, presso il primo portone di via Bertolotti. Nell‘aprile del 1945 il suo nome venne incluso nei caduti per la libertà e alla sua eroica memoria furono dedicati i giardini più importanti del quartiere che, posti a girotondo intorno alla quasi restaurata Villa Serra, accolgono i bambini delle vicine scuole e persone di ogni età, compresi i quattordicenni di oggi che, quasi fossero sotto la sua protezione, possono godere liberamente di questa piccola oasi in una delegazione un po‘ caotica per il troppo traffico giornaliero. Su una lapide con incisi i nomi di tutti i caduti per la Resistenza, spicca anche quello di quel piccolo, ma grande eroe che con tanto coraggio diede la sua vita in cambio di quella libertà di cui ora può godere, questa generazione e in via Muratori vi è infissa la targa ricordo posata dall‘ANPI e dai lavoratori dell‘ Italsider.

Illustrazioni di Astri Lidia Frascio

(Dati ricavati dalla sezione ANPI di Cornigliano. La foto in basso è di Sergio Marini)

Cornigliano, i Giardini Melis: su una lapide sono incisi i nomi dei caduti per la Resistenza

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Febbraio 2014  Il tempo che ha fatto

La cucina della tradizione

Carnevale e menù di magro

GENNAIO 2014

tipicissima torta pasqualina, rigorosamente con lo strato di prescinsèua sopra le bietole e le uova dentro. Questa delizia dalle 24 bellezze, così denominata da Giovanni Ansaldo nel 1930, è assolutamente da non confondersi con l‘altrettanto tipica ―torta cappuccina‖ dove la quagliata è mescolata con gli altri ingredienti. Per terminare, nel giorno di Pasquetta, ovvero il lunedì dell‘Angelo, la tradizione impone la scampagnata con il pranzo sui prati. Ovviamente, la parsimonia genovese impone il consumo della rimanenza del pasto festivo, assieme a cima ripiena, fave con salame e formaggio fresco di Sardegna e vino del fiasco. Nel caso si passasse in casa anche questa giornata, pasto informale con le immancabili costine d‘agnello fritte e fricassea.

Parole crociate a schema fisso (il guitto) ORIZZONTALI: 1 Cravattari – 6 Be… jazz anni ‘40 – 9 La scrittrice Radcliffe – 10 Cibo degli dei – 13 Gruppo di professionisti – 15 Jhon autore di ―Paradiso perduto‖ – 16 Fiume infernale ghiacciato – 18 Amore passeggero – 19 Gustav, pittore austriaco – 21 Aspri – 22 Il Nettunio – 24 Obblighi gravosi – 26 Il bronzo dei latini – 27 Tra ven e dom – 29 In provincia di Gorizia – 31 Asti – 32 L‘attrice Sastre – 34 Ricoveri per greggi – 36 Mal d‘orecchi – 38 Narra la guerra di Troia – 40 Pablo poeta cileno – 42 il nome di Capirossi – 43 Istruirsi a dovere – 45 Due in spagnolo – 46 Fu amato da Cibele – 47 Frase pubblicitaria. VERTICALI: 1 Cola nella leccarda – 2 Piccolo spuntino – 3 Sport sulle rapide – 4 Poco ampio – 5 Un‘azienda informatica – 6 Di sapone e d‘accompagnamento – 7 Difficile da affrontare – 8 Può attaccare le gengive – 9 Scalata in parete – 11 Regione del Marocco – 12 Lo è un rimedio che rilassa – 14 Refe – 17 Il cantore cieco – 20 Sostengono il tetto – 23 Un‘agile belva – 25 Tenera relazione amorosa – 28 Capitale del Libano – 30 Prodotto di spremitura – 33 Locali per professionisti – 35 Misura lineare inglese – 37 L’attrice Angelillo – 39 Celine cantante canadese – 41 É poetica quella di Orazio – 44 Il cuore di Leslie.

Orizzontali: 1 usurai – 6 bop – 9 ann – 10 ambrosia – 13 staff – 15 milton – 16 cocito – 18 flirt – 19 klimt – 21 acri – 22 np – 24 oneri – 26 aes – 27 sab – 29 grado – 31 at – 32 ines – 34 ovili – 36 otite – 38 iliade – 40 neruda – 42 loris – 43 erudirsi – 45 dos – 46 ati – 47 slogan.

L‘origine del Carnevale si perde nella notte dei tempi, le notizie di una festa paragonabile sono anteriori all‘epoca dei Romani. Il significato deriva da carnem levare, ovvero levare la carne, inteso nel sottoporsi a regime alimentare di magro. Il giorno di martedì grasso era così chiamato perché si partecipava a sontuosi banchetti prima del periodo quaresimale. Dopo tale giorno era abitudine eseguire la “Cucina quaresimale” ed essere fedeli alle Quattro tempora e a tre giorni di strettissimo magro durante la Settimana santa. Nella nostra tradizione della cucina genovese il magro era

e le bugie a gassetta. Per san Giuseppe, che ricorre il 19 marzo, il significato a Genova è doppio: oltre che la festa del papà si ricorda il bombardamento navale su Genova del 1684 da parte della flotta del Re Sole, Luigi XIV di Francia. La tradizione impone la preparazione di frisceu e cuculli salati e dolci, frittelle con le mele, frittelle con pinoli e uvetta. In questo periodo, il dolce tipico erano i Quaresimali, dolci magri della tradizione, ma ormai dietro tale nome quasi sempre si nascondono paste paciose e caloriche. Terminata la Quaresima, per il giorno di Pasqua il menù si colora, pasta ripiena o lattughe ripiene in brodo. Per secondo piatto dalla cultura cristiana ―l‘agnello di Dio‖ e la

Verticali: 1 unto – 2 snack – 3 rafting – 4 am – 5 ibm – 6 bolla – 7 ostica – 8 piorrea – 9 ascensione – 11 rif – 12 antistress – 14 filo – 17 omero – 20 travi – 23 pantera – 25 idillio – 28 beirut – 30 olio – 33 studi – 35 iarda – 37 edi – 39 dion – 41 ars 47 sl.

Riccardo Collu

facilmente rispettabile: i piatti quotidiani erano ―poveri‖, ovvero senza presenza di carni rosse, le bianche come il coniglio o gli avicoli erano generalmente riservati alla domenica. Quotidianamente, si consumavano minestre, pesce, pasta, prodotti degli orti. Il condimento essenziale era l‘olio extra vergine di oliva, il burro rarissimo. Ma dopo i giorni di magro, la tradizione cristiana, e non solo quella, ripristinava le abitudini e la cucina delle feste aveva il ruolo di protagonista. Nella tradizione ligure i piatti tradizionali pre e dopo Quaresima si sono tramandati fino ai giorni nostri e sono proposti in alcune festività: l‘ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso, ravioli di carne con û tùccü, braciole di maiale

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SOLUZIONI

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P ER LA STORIA CASA E VILLA DEL B OSCHETTO V ILLA C ATTANEO DELL ’O LMO , OGGI SEDE DELLA F ONDAZIONE A NSALDO macerie della guerra, all‘affermarsi, nel mondo, del saper fare industriale italiano, al suo stesso dall‘Ansaldo Impianti, società ruolo nelle scelte tecnologiche e dell‘allora Gruppo IRInelle strategie commerciali Finmeccanica. della sua amata Ansaldo. Gio Batta Clavarino nasce a LA FONDAZIONE ANSALDO ha Genova nel 1927 da una presentato martedì 18 febbraio famiglia operaia di tradizione villa le colline di Borzoli e di alle 17, presso i magnifici Ansaldo e si laurea nel 1951 in Coronata, e dall‘altra parte del locali di Villa Cattaneo ingegneria elettrica. Nel 1952 grande fiume Polcevera il dell‘Olmo, in corso Perrone, il centro abitato di Rivarolo che volume attirava il traffico dal mare ―Gio Batta… chi?‖. verso il valico dei Giovi. Anche Sono intervenuti Federico Di altre famiglie nobili genovesi Roberto, ambasciatore, Luigi scelsero questo angolo Giraldi, presidente Fondazione tranquillo di Cornigliano Ansaldo, Alberto Rosania, Ligure per collocare le presidente Inmove Italia SpA, residenze di villeggiatura come Giuseppe Zampini, presidente Davanti alle colline di Borzoli e Coronata sorge Villa Cattaneo dell’Olmo gli Spinola, i Cattaneo, i Confindustria Genova. Grimaldi. La villa sale agli Ha concluso l‘autore Gio Batta LA VILLA CATTANEO intorno al XIV secolo, ma può onori della cronaca quando nel Clavarino, cavaliere del lavoro. DELL’OLMO è certamente da anche essere che appartenesse 1505 ospita il re di Francia Una lunga, intensa e feconda collegare alle sue origini al ai Grimaldi, che già alla fine Luigi XII ed il suo seguito, vita professionale al vertice di monastero benedettino di San del Quattrocento erano dando inizio ad un‘abitudine di grandi complessi industriali Nicolò del Boschetto, poco proprietari nella zona di terre e ospitalità che sarà prerogativa che, nel volume ―Gio Batta… distante, edificato abitazioni. La proprietà veniva di questa zona. Dal 1672 al chi?‖ viene raccontata con probabilmente sotto il definita come ―casa e villa del 1756 fu utilizzata dai Signori semplicità ma efficacia, patronato della famiglia Doria Boschetto‖. Alle spalle della della Missione, che provvidero attraverso servizi giornalistici, ad un restauro conservativo, documenti, fotografie e per ritornare alla fine del ‘700 testimonianze. alla famiglia Cattaneo alla Frammenti di luoghi, di eventi quale sono dovuti i e di temi tra loro distanti che meravigliosi affreschi che la si ricompongono per decorano ancor oggi. Nel 1801 restituirci, nel loro insieme, la verrà acquistata da Francesco figura e la storia di un uomo M. Brignole e pochi anni dopo fuori dal comune per capacità viene dai Padri Somaschi, che la e umanità. Non ci sono soste e assunto alla Microlambda rimetteranno in sesto e confini con Gio Batta (Finmeccanica) per passare allo ospiteranno fra gli altri anche Clavarino e tante vicende, stabilimento elettrotecnico di Giuseppe Mazzini e Giovanni obbligatoriamente solo Campi dell‘Ansaldo San Giorgio Ruffini. Nel 1840 la proprietà accennate in questa spa successivamente della Villa passò alla famiglia pubblicazione, meriterebbero trasformata in Ansaldo, società Dellepiane fino alla metà degli più spazio, un ricordo più dove ha ricoperto le cariche di anni ‘70 del secolo scorso ampio. Pensiamo alla sua direttore generale, quando fu acquistata Genova che rinasce dalle amministratore delegato e, dal


Emergenza ambiental

IIcittadini cittadinidi diCornigliano Corniglianorispondono rispondonotra traan a LIVIA DE BONIS Penso che siano venute a galla le inadempienze di molti anni, ma le istituzioni continuano a non far niente per migliorare la situazione. Il problema del depuratore è una vergogna per chi abita a Genova. Sono molto preoccupata per i bambini in quanto non vedo cambiamenti a livello politico, ma solo la volontà di alcuni cittadini di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa. Però tra i cittadini c'è comunque poca aggregazione, dovremmo essere più uniti contro ROBERTO FUSI È un problema grosso, tutto questo inquinamento è salute che se ne va e questo mi preoccupa molto. Le istituzioni hanno preso tutto sotto gamba e non hanno fatto niente per risolvere la situazione. Bisognerebbe pensare a prevenire i problemi prima di risolverli. Bisogna manifestare per scrollare le istituzioni sia a livello locale che a livello più alto.

CARMEN OLMEDO Anche se sono originaria dell'Ecuador vivo a Cornigliano da ormai 12 anni e sono molto preoccupata per questa faccenda. La cosa che mi allarma di più è il depuratore che ci impedisce di respirare e mi fa temere per la salute dei bambini: bisognerebbe spostarlo in un' altra zona. Secondo me per risolvere la situazione bisognerebbe protestare tutti insieme andando a parlare con i responsabili del comune.

GIORGIO ANSALDO Penso che il depuratore andrebbe tolto: tutto finisce in mare senza che niente venga pulito e depurato. Chi si dovrebbe occupare della bonifica non sta facendo nulla. Una delle domande principali da porsi è: chi ha guadagnato con la spazzatura di Napoli finita a Scarpino? I nostri politici hanno la colpa di tutto ciò e noi a Cornigliano continuiamo a mettere a repentaglio la nostra salute.

FRANCESCA ANANIA È una vera schifezza, l'aria è irrespirabile e io sono molto preoccupata per mio figlio. Spero però, che quando sarà grande, la situazione sia cambiata per il meglio. Ritengo che il Comune non stia facendo nulla per trovare una soluzione, ma che invece altri, come le parrocchie, si stiano impegnando per creare aree pulite per i bambini. È‘ stata la gente di Cornigliano che ha fatto chiudere l'Italsider e reagendo potrebbe farsi nuovamente sentire e cambiare l'attuale stato delle cose.

Comune di Genova Municipio VI Medio ponente: Valutazione della giunta municipale, seduta del 29 gennaio 2014 Presenti: presidente Giuseppe Spatola, vicepresidente Fabrizio Gelli, assessore Ferruccio Bommara, assessora Martina Godani. ―LA GIUNTA DEL MUNICIPIO Medio ponente ha analizzato la situazione che si è recentemente e notoriamente determinata nella discarica Amiu di Scarpino. In particolare ci si è soffermati sulle tracimazioni di percolato (proveniente dalle discariche di ―Scarpino 1‖ e ―Scarpino 2‖) che, a quanto ci consta, hanno cominciato a verificarsi a partire da venerdì 10/1 . Tali sversamenti, che dalle vasche di stoccaggio del percolato si dirigono ai danni del rio Cassinelle, per la loro pressoché ininterrotta sussistenza, quasi del tutto indipendente da eventi meteorici, lasciano presumere che si sia di fronte a circostanze non più ascrivibili alla fortuità e/o all‘eccezionalità, ma dipendenti da cause di tipo strutturali, vuoi di tipo naturale-idrogeologico, vuoi di ordine tecnico. La riflessione sui recenti fatti citati, non può peraltro andar disgiunta dalla considerazione delle ripetute segnalazioni, anche risalenti ad epoche precedenti, provenienti dagli abitanti dell‘Alta Val Chiaravagna. Tali segnalazioni avevano ed hanno ad oggetto: a) i presumibili, anche pregressi, sversamenti di percolato, evincibili dalle evidenze cromatiche di volta in volta assunte dal torrente; b) la progressiva scomparsa della fauna ittica, che pure pareva essersi ricostituita dopo l‘attivazione del sistema di captazione del percolato; c) gli occasionali malori accusati dai cittadini più esposti alle esalazioni. In relazione a quanto sopra ricordato, nonché alle recenti notizie relative alle determinazioni assunte dal Consiglio di Amministrazione AMIU, esprimiamo le seguenti osservazioni.

In

Fotoservizio di Agostino Razzore

MARIAROSA FAGGION Le istituzioni devono fare assolutamente qualcosa, questa è una situazione molto grave che va risolta. La nostra salute è stata a rischio per molti anni a causa dell'Italsider, ma neanche adesso il comune sta facendo qualcosa per sistemare le cose. Anche se a volte ci sentiamo impotenti bisognerebbe reagire andando a protestare direttamente a Roma.

GIUSEPPE SPANIO Questa situazione è un vero scandalo. Io continuo a protestare ma nel nostro quartiere continuano a fare quello che vogliono. Sono molto preoccupato per i problemi di salute che tutto ciò potrebbe causare ai corniglianesi. Ma nonostante questo pericolo la politica non fa niente per Cornigliano. Bisogna reagire, organizzare manifestazioni serie per tentare di modificare questa situazione.

MAURA PAGLIALONGA A mio parere è tutto un gran macello e ciò mi preoccupa molto anche per la salute. Chi dovrebbe risolvere la situazione non sta facendo niente: è uno scaricabarile continuo da parte delle istituzioni e il sindaco dovrebbe intervenire ed occuparsene. Bisogna reagire e cercare di essere più uniti contro questi problemi.

ANTONIO PAOLETTI Reputo che tutte queste situazioni siano negative per il nostro quartiere. La soluzione rimane comunque un'utopia in quanto non si sente la presenza delle istituzioni che fanno blocco tra di loro e non risolvono mai niente. Una mia grande preoccupazione è la salute dei cittadini che subiscono le conseguenze di tutto ciò. Bisogna reagire con una forma di manifestazione decisa ma democratica.

MARIO TROMBETTA Credo che sarebbe meglio se non esistesse nessuno di questi problemi e che il depuratore non fosse presente nel nostro quartiere. Tutto ciò è molto preoccupante per la salute. Ancora più preoccupante è il fatto che il comune non stia facendo nulla per risolvere la situazione. I cittadini di Cornigliano dovrebbero tutti quanti unirsi per far chiudere il depuratore.


le: Scarpino fa paura?

ansie, nsie, timori timorieeaspettative aspettativedi Lorenzo di LorenzoSchiavon Schiavon - AUSPICHIAMO che nell’elaborazione delle strategie atte a far fronte all‘emergenza in corso prevalga un approccio di merito, di tipo tecnico-ambientale volto ad evidenziare e valutare comparativamente i costi e i benefici di qualsiasi azione sotto il profilo dell‘impatto ambientale e si rifugga da approcci di tipo formalistico volti solo ad evitare l‘incorrere in responsabilità di tipo giuridico. L‘eccezionalità della situazione richiede, se necessario, eccezionalità di soluzioni che, in quanto eccezionali, possono non ritrovarsi tra le previsioni normative espresse o possono, addirittura, apparire ―contra legem‖. Si allude, in particolare ed in assenza di altre soluzioni più efficaci, alla possibilità di autorizzare lo sversamento delle (sole) vasche di ―scarpino 1‖, laddove si constatasse che i fattori inquinanti contenuti nel percolato proveniente da esse fossero inferiori a quelli presenti nelle vasche in cui si raccoglie anche il percolato di ―scarpino 2‖. Tale volontario sversamento, astrattamente qualificabile come criminoso, laddove portasse, di fatto, ad un minor impatto ambientale, sarebbe tuttavia preferibile e moralmente ineccepibile (se non encomiabile) rispetto al ―naturale ed inevitabile‖ sversamento delle vasche di ―scarpino 2‖. Al di là di questa misura, ovviamente estrema e condizionata al verificarsi delle summenzionate ipotesi di minor danno ambientale, si chiede che non venga tralasciata alcun‘altra soluzione (ovviamente previa sottoposizione alla suddetta analisi comparativa dei costi e benefici di tipo ambientale) quali ad esempio: a) la reiterazione, senza soluzione di continuità, dell‘ordinanza che autorizza lo smaltimento nel rio Secco del percolato; b) il dirottamento verso il depuratore di Sestri Ponente; c) ovviamente la pronta riparazione (ricorrendo se necessario e se già non vi si ricorre al lavoro notturno) di eventuali guasti alla linea che consente lo smaltimento verso il depuratore di Cornigliano; d) altro che allo stato delle nostre conoscenze non si è in grado di suggerire; il tutto al fine di ridurre e annullare nel minor tempo possibile lo sversamento nel Cassinelle. - CHIEDIAMO, se già non si è provveduto in tal senso, che si addivenga al blocco immediato di ogni conferimento di rifiuti provenienti da fuori Genova (misura che lo scrivente Municipio auspica venga adottata anche a fase emergenziale conclusa). A tal proposito si chiede ad Amiu ed alla CA di fornire informazioni allo scrivente Municipio. - CHIEDIAMO se esiste un piano d‘emergenza relativo alla stabilità della discarica (sia ―Scarpino 1‖ che ―Scarpino 2‖) che sappiamo essere costantemente monitorata sotto questo profilo, ma non ci è chiaro quali possano essere gli interventi previsti laddove si dovessero registrare movimenti della stessa. Gli eventi recentemente verificatisi, che lasciano intuire un riassetto idrogeologico della zona, devono indurre a rappresentarci prudenzialmente scenari che fino a ieri parevano assolutamente imprevedibili. - Infine, apprendiamo che, tra gli interventi atti a ridurre l‘afflusso di percolato, Amiu sta prendendo in considerazione la possibilità di intercettare le falde prima

che l‘acqua pervenga a contatto con la discarica storica e si trasformi in percolato. Pur confidando nella serietà e nella professionalità dei tecnici di Amiu e dei suoi consulenti esterni, ci permettiamo, per quanto superfluo, di richiamare l‘attenzione sui rischi di pervasiva contaminazione che si correrebbero se tali tentativi di captazione generassero fenomeni idrodepressivi e favorissero l‘irradiazione del percolato verso ignote destinazioni. In relazione alla situazione della discarica a regime: 1) APPRENDIAMO che il CdA Amiu ha deliberato di adottare le misure atte ad ovviare alle ―criticità ostative all‘ampliamento della discarica prospettate da Arpal‖. Chiediamo a tal proposito di meglio conoscere i dettagli dell‘operazione e ci riserviamo pertanto di esprimere una valutazione di merito più compiuta, ma sin d‘ora esprimiamo, in linea di principio, tutta la nostra convinta e decisa contrarietà ad ipotesi di ampliamento strutturale della discarica. Lo scrivente Municipio auspica e pretende che il conferimento in discarica tenda progressivamente a zero ed anzi si proceda ad una bonifica che porti, in prospettiva, al riuso di quanto storicamente conferito e ripristini lo stato naturale dei luoghi. A tal proposito si chiede che si tenga conto di tale esigenza di lungo periodo nell‘elaborando piano industriale Amiu. 2) SI APPROFITTA dell‘occasione per ricordare e ribadire quanto questo Municipio, con ininterrotta linearità e progressiva determinazione, afferma da lustri, ossia la propria assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi di conclusione del ciclo dei rifiuti (diversa ed ulteriore rispetto al conferimento in discarica, di cui già prima si è detto) che abbia effetti impattanti sull‘ambiente. Ben salutiamo, a questo proposito, il fatto che sembrano esser venute meno, nelle intenzioni della CA, le nefaste ipotesi, prospettate negli anni addietro, di affidare al termovalorizzatore la conclusione del ciclo suddetto. 3) APPRENDIAMO con soddisfazione, perché risponde a quanto questo Municipio ha da sempre auspicato, che si intendono adottare con decisione strategie volte ad incrementare la quota di differenziata ed al trattamento dell‘umido. 4) INFINE RITENIAMO che, non solo l‘attuale danno ambientale che il nostro territorio e i nostri cittadini stanno subendo, ma soprattutto l‘enorme danno ambientale che perdura da quasi mezzo secolo e le cui ricadute future sono imprevedibili, merita una cospicua ed efficace opera risarcitoria. A tal proposito chiediamo con forza che, da subito e a maggior ragione ad emergenza conclusa, gli oneri derivanti dalla discarica e percepiti dal Comune di Genova vengano prevalentemente utilizzati per interventi compensativi e di riqualificazione del territorio direttamente interessato dalla servitù in questione. A tal proposito (ed oltre a quanto sopra detto), apprendiamo con soddisfazione che Amiu ha già autonomamente deciso di intraprendere un percorso di tal genere, concordando con il Municipio e i cittadini interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei luoghi che auspichiamo non si limiti, in prospettiva, ai soli aspetti di ordine ambientale (pure imprescindibili e prioritari), ma abbracci anche Illustrazioni di Andrea Anzalone Impaginazione di Romano Oltracqua


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Avo, al via i nuovi corsi Volontari che cercano volontari Quanti sono gli anziani ricoverati nelle residenze sanitarie (RSA), non sempre e per ragioni diverse, seguiti dai familiari e quindi soli ad affrontare quella brutta malattia incurabile che Il gruppo AVO di Genova si chiama vecchiaia. Noi di AVO, associazione volontari ospedalieri, siamo presenti non solo negli ospedali ma anche nelle case di riposo dove ci sforziamo di portare un sorriso anche a chi non ha più voglia o motivo di sorridere. Loro, gli anziani, ci aspettano, riempiamo qualcuna delle lunghe ore passate nella loro stanza o nella sala comune della struttura in cui sono ricoverati. Portiamo loro un po' di novità, siamo il mondo che entra da loro, prestiamo loro quell'attenzione che chiedono con molto rispetto e tanta tenerezza. Quando riusciamo a farli sorridere o solo a rasserenarli è per noi una grande gioia. Purtroppo però siamo troppo pochi, le RSA sono tante dato l'aumento massiccio della popolazione anziana sola o non autosufficiente. Per questo abbiamo organizzato un nuovo corso-base per volontari da destinarsi nelle RSA del Ponente genovese dove c'è maggiormente bisogno d'aiuto (RSA Coronata; RSA Sestri; RSA Pegli; RSA Brignole Rivarolo; RSA Celesia Rivarolo; RSA Bolzaneto) Venite ad iscrivervi, potete farlo on line (centroformazione@avogenova.it) oppure telefonicamente Centro formazione Ermini 010 5634980 (lunedì-mercoledìvenerdì ore 15-18) entro venerdì 21 marzo. Il corso si terrà i giorni 29 marzo , 5 e 12 aprile dalle ore 9 alle 12 presso il Municipio VI, via Sestri 7, Ge-Sestri. In quelle stessa sede potrete contattarci ed iscrivervi nei giorni lunedì 17, mercoledì 19, venerdì 21 marzo, dalle ore 15 alle ore 18.

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La pentolaccia fra maschere e vecchie tradizioni Domenica 16 febbraio nei locali

La pentolaccia presso l’Associazione dei Lucani dell'Associazione dei Lucani di via Minghetti, si è svolta la tradizionale Festa della Pentolaccia. La manifestazione ha visto una gioiosa partecipazione di bimbi e adulti, nell'ampio salone, dove per l'evento era stato appeso il grosso contenitore ripieno di caramelle e altri dolciumi. I bambini, mascherati per l‘occasione, si sono succeduti ad abbattere la pentolaccia sotto gli attenti e divertiti sguardi di genitori e altri intervenuti. Serva ricordare che questo evento, come tanti altri per il sociale, rientrano nella programmazione che l'Associazione dei Lucani ogni anno allestisce per gli abitanti del quartiere. Il presidente Mauro De Salvo, a nome di tutta l'Associazione, ringrazia quanti

Otto marzo, a Villa Bombrini mimose per le donne della Resistenza

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Notizie in breve ―Porto all‘attenzione dei cittadini e alle istituzioni di Cornigliano l‘urgente necessità di acquisire un locale per l‘associazione Soleluna, allo scopo di dare continuità alla distribuzione di vestiario a persone indigenti, comunitarie, extracomunitarie e italiane. La distribuzione tuttora funzionante sarà soppressa, al suo posto sarà ampliato lo studio medico internista e odontoiatrico‖. Carlo Guerra vicepresidente Associazione Soleluna Mail alcorsax@libero.it Cell.3402781445

Torneo di calcio giovanile a sette giocatori “Oratori in rete” ASD Genova calcio organizza il giorno sabato 17 maggio dalle 9.30 presso il campo sportivo Italo Ferrando di Genova Cornigliano il torneo di calcio giovanile ―Oratori in … rete‖. Il torneo è organizzato per bambini delle leve 2005 – 2004 – 2003; sono ammessi 2 fuori quota della leva 2002. Si

La redazione itinerante vi dà appuntamento a... Prosegue con spirito libero e indipendente l‘incontro mensile itinerante della redazione per la preparazione del numero del mese successivo. A febbraio la riunione si è svolta presso il Ricreatorio parrocchiale di via Tonale a cui va un ―grazie‖ per la cordiale accoglienza. A marzo la riunione itinerante si terrà presso Villa Duchessa di Galliera per sentire e discutere i temi con gli ospiti della struttura corniglianese. Oerre

Il Municipio VI medio ponente con il contributo operativo delle donne dell‘Anpi di Cornigliano, organizza e invita tutti alla Giornata internazionale della donna, sabato 8 marzo, dedicata alle donne della Resistenza. Il programma prevede, alle 15, a Villa Bombrini, mazzetti di mimosa a tutte le partecipanti, il saluto agli intervenuti da parte della Sezione Anpi, l‘incontro con una personalità del mondo civile e politico. L‘intrattenimento musicale sarà a cura del gruppo ―Silvano e i grixi‖. Il rinfresco sarà offerto dall‘Anpi, dalle pasticcerie e dai Circoli Arci di Cornigliano. Di seguito l‘estrazione dei premi offerti dai commercianti di Cornigliano e Coop Municipio VI Genova medio ponente.

disputeranno partite a 7 giocatori. Il torneo ha esclusiva finalità di aggregazione ed integrazione sociale. Al termine della manifestazione è prevista la premiazione per tutti i giocatori. Il pranzo sarà organizzato presso la struttura sportiva. Per ogni informazione contattare Fabio


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Febbraio 2014 

Centro Danza alla ribalta Dal palco alla tv

Ambiente: firmato il protocollo di intesa con Viscolube Anche Amiu sceglie l’olio lubrificante rigenerato

Lo scorso mese di febbraio il Centro Danza ICdS di Genova Cornigliano, per il secondo anno consecutivo, è stato protagonista sul palco del Teatro Modena di Sampierdarena di un‘esibizione con tutti gli allievi accompagnati da genitori, amici e dallo staff della scuola stessa. Il Centro Danza ICdS ha partecipato a Stella Danzante con le discipline: video dance, hip hop, danze orientali, danze caraibiche, zumba fitness e toning, kizomba e tango argentino. Esperienza unica per tutti gli allievi ma soprattutto per i più piccoli. Stella Danzante è da molti etichettato come il più grande evento di danza a livello ligure e nazionale. Tale evento televisivo viene trasmesso su Primocanale Sport ed è giunto alla ottava edizione. Il Centro Danza ICdS Genova Cornigliano svolge la sua attività presso la palestra della Polisportiva Cornigliano Futura con sede in via Cornigliano 43 rosso.

E‘ stato siglato a Genova un protocollo d‘intesa tra Amiu e Viscolube, azienda leader in Europa nella riraffinazione degli olii usati; l‘accordo firmato risponde alla Direttiva europea sugli ‗Acquisti Verdi‘ che mira all‘integrazione di criteri ambientali all‘interno dei processi di acquisto delle Pubbliche amministrazioni. La sperimentazione partita nel giugno del 2012 ha avuto esito positivo: l‘olio per circuiti idraulici formulato con basi riraffinate ha caratteristiche equivalenti all‘olio ottenuto da cicli produttivi di prima raffinazione. Pertanto Amiu promuoverà l‘utilizzo di olio rigenerato all‘interno dei propri bandi di gara. Il protocollo di Genova segue gli accordi siglati con il Comune di Mantova e con Gruppo Hera, quello tra ANCI e Gail/Federchimica e le positive sperimentazioni promosse da Viscolube sui mezzi del Comune di Savona e di Perugia. A Genova la sperimentazione partita il 21 giugno 2012 ha messo a confronto, su due presse elettroidrauliche per il trasferimento e la compattazione della frazione triturata di rifiuti indifferenziati, le prestazioni di un generico olio per circuiti idraulici e di un olio per circuiti idraulici formulato con basi riraffinate Viscolube. Il test ha confermato che l‘olio rigenerato ha caratteristiche equivalenti a quelle ottenute da cicli produttivi di prima raffinazione e, pertanto, garantisce ai circuiti idraulici prestazioni analoghe, consentendo nel contempo all‘amministrazione di conseguire chiari vantaggi sia ambientali sia economici. L‘impatto ambientale dell‘olio lubrificante formulato con basi rigenerate è significativamente inferiore a quello prodotto dall‘olio lubrificante di prima raffinazione quanto a emissione di particelle sottili e di CO2, consumo di energia, riscaldamento atmosferico ed effetto serra, emissione di sostanze carcenogeniche e importazione di risorse provenienti da giacimenti fossili, come il petrolio. ―Grazie ad un costante impegno e ad investimenti continui per migliorare processi e prodotti – ha commentato Marco Codognola, direttore commerciale e Business

Il Centro Danza ICdS in un momento di Stella Danzante

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development di Viscolube – riusciamo a produrre basi lubrificanti rigenerate di alta qualità che in questi anni hanno raggiunto livelli di eccellenza e hanno dimostrato di essere in grado di competere, per qualità e prestazioni, con le basi vergini provenienti dal greggio. Questa equiparabilità inoltre – ha concluso – è stata ulteriormente confermata dalle sperimentazioni che abbiamo effettuato con alcune Pubbliche amministrazioni di cui Amiu ne è un esempio concreto‖. ―L‘intesa che Amiu ha sottoscritto con Viscolube per l‘utilizzo di olii a base riraffinata – ha dichiarato Valeria Garotta, assessore all‘Ambiente del Comune di Genova — è in linea con le attività che il Comune di Genova sta conducendo per promuovere al suo interno e nelle aziende partecipate gli acquisti verdi. I contenuti di questo accordo costituiscono un nuovo passo avanti nelle azioni volte alla riduzione dei consumi energetici ed all‘aumento delle condizioni di sostenibilità ambientale‖. ―La sperimentazione condotta sugli impianti fissi Amiu ha dato risultati che hanno lasciato soddisfatta azienda – ha concluso Mauro Cerulli, responsabile manutenzione impianti Amiu - è indubbia la notevole importanza che ha per noi riuscire a combinare l'utilità del prodotti usati nel campo manutentivo con un approccio consapevole


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Febbraio 2014  In archivio il 30° Torneo Ravano Si riparte con “La liberazione”

DOPO IL GRANDE SUCCESSO della prima edizione nell‘ottobre del 2013, tutte le società sportive di Cornigliano sono invitate di nuovo a partecipare con le loro discipline alla seconda Giornata dello Sport. La manifestazione si terrà nella struttura del Ricreatorio parrocchiale San Giacomo. L‘evento sarà organizzato dalle associazioni che ne prenderanno parte. L‘evento non sarà una competizione ma un mezzo per condividere una giornata di Sport dove i protagonisti saranno i più piccoli. Alla prima edizione hanno partecipato sei società sportive: il Gsd Cornigliano, Polisportiva Cornigliano 79, Ginnastica Calasanzio, Celano Boxe, Ozanam Scuola calcio, Centro Danza ICdS Genova Cornigliano, con le discipline: ginnastica artistica maschile e femminile, acrosport, ritmica, fitness, karate e podismo, boxe, hip hop, danze caraibiche con salsa e bachata. Nell‘occasione gli esercizi commerciali di Cornigliano sono invitati a contribuire con iniziative ed idee alla riuscita Giornata dello Sport, la prima edizione Gran successo di partecipanti e spettatori al ricreatorio della manifestazione. Per informazioni: San Giacomo di Cornigliano

L’esperienza del KIA Camp La parola agli allenatori

calasanziogenova@libero.it

ilCorniglianese

Abbiamo chiesto agli allenatori dell' ASD Genova Calcio che hanno contribuito con entusiasmo alla buona riuscita della prima edizione del KIA camp un parere sull'andamento dei lavori. Gianluca Piccaretta: ― Mi ha fatto un particolare piacere vedere con entusiasmo la partecipazione attiva dei ragazzi durante gli incontri, dove sono state affrontate diverse Francesco Guarnieri, Francesco Venturino, tematiche non solo attraverso le Danilo D'amico, Alessandro Zangari lezioni teoriche ma anche con la e Gianluca Piccaretta partecipazione attiva agli esercizi pratici sul campo‖. Franco Venturino: ―Credo che sia molto importante l'ambiente che si crea intorno al ragazzo per accrescerne i rapporti collaborativi, motivarne la capacità motoria per ottenere anche con lezioni teoriche i risultati che lo portano ad esprimersi in campo in maniera propositiva‖. Alessandro Zangari: ―Il programma di lavoro che l'istruttore porta avanti conferisce ai ragazzi un'ottima base di formazione motoria necessaria poi all'insegnamento del gioco del calcio‖. Danilo D'Amico: ―L'insegnamento teorico è di fondamentale importanza, resto del parere che durante gli allenamenti tali nozioni finalizzate poi ai movimenti sul campo abbiano il significato di proporre il calcio in maniera positiva e trovare gioia di partecipazione nel gioco‖. Francesco Guarnieri: ―Nel programma di lavoro annuale bisogna porsi degli obiettivi finalizzati all'insegnamento del calcio adottando questi nuovi metodi, teoria e pratica, per motivare il ragazzo e far scattare in lui la disponibilità fare tutto ciò che gli viene da noi proposto‖.

Le squadre delle scuole Ferrero e Sbarbaro che hanno partecipato al 30° torneo Ravano accompagnate dagli allenatori Pino Sparacello e Carlo Gargano SI CHIUDE IL SIPARIO sulla 30^ edizione del Torneo Ravano, il più prestigioso e importante torneo giovanile scolastico a livello europeo, nato dall'ispirazione del compianto presidente dell'UC Sampdoria, Paolo Mantovani. Tracciamo un bilancio sull'andamento, come ogni anno, poiché l'evento vede la partecipazione dei ragazzi di quarta e quinta elementare degli istituti scolastici Ferrero, Sbarbaro e, quest'anno, anche del don Bosco di Coronata. La gioia e il coinvolgimento dei partecipanti, con protagonista assoluto il pallone, inteso come divertimento ludico-sportivo per mantenere alti i valori sportivi che restano la base principale nell'educazione dei ragazzi. Le due squadre iscritte hanno ben figurato distinguendosi nei due relativi gironi. Forte come spessore tecnico quello della ―squadra B‖, eliminata senza aver perso nelle due gare con due pareggi e quattro goal all'attivo. Viceversa più discreto il girone della ―squadra A‖: con una rosa meno competitiva, ma dotata di forte spirito sportivo, ha concluso le sue gare perdendo la prima e pareggiando la seconda. La dirigente scolastica, Monica Piccardo, unitamente ai collaboratori esterni, ringraziano i ragazzi per l'impegno profuso dando appuntamento al prossimo Torneo ―La Liberazione‖ che inizierà a fine mese, ricordando ai ragazzi che gli allenamenti, come previsto, continueranno regolarmente, tutti i mercoledì alle ore 15,30. Sergio Daga

L’allenatore Pino Sparacello spiega ai ragazzi uno schema di gioco

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GIORNATA DELLO SPORT, seconda edizione L’evento al Ricreatorio di San Giacomo

Via N. Cervetto, 40

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Ezio Pescheria Il pesce fresco del golfo ligure Genova Cornigliano Via Cornigliano 160 r tel. 010.6505787 Via Bertolotti, 51 r tel. 010.6512212


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Educare i ragazzi con i principi dello sport Kia Camp sceglie Cornigliano SABATO 8 E DOMENICA 9 FEBBRAIO al campo sportivo Ferrando di Cornigliano, a cura della ASD Genova Calcio, col patrocinio dellAIC, si è svolta la quinta edizione del KIA Camp, una grande opportunità per i bambini delle scuole calcio di unire il divertimento del gioco del calcio non solo sulla pratica del campo, ma anche nelle aule per lezioni di teoria, avvalendosi del personale messo a disposizione dall' Associazione Italiana Calciatori, coadiuvati dagli educatori della stessa società ospitante. Nella giornata di inaugurazione il presidente della ASD Genova Calcio, Marco Vacca ha ringraziato il Responsabile del progetto Stefano Ghisleri e i suoi collaboratori, condividendo questa nuova innovazione aula-campo, proponendo di adottarla come metodo di formazione sportiva a partire dal prossimo anno.

Boxe, arti marziali e danza protagonisti a Cornigliano

Un gruppo di partecipanti con (da sinistra) Gianluca Piccareta, tecnico dell’ASD Genova calcio, l’assessore regionale allo Sport, Matteo Rossi, e Stefano Ghirardello (a destra, nella foto)

Anche arti marziali sul ring Gli allievi del Kia Camp in aula a lezione di fairle play La presenza del nuovo assessore regionale allo Sport, Matteo Rossi, per sottolineare il fatto di essere molto sensibile agli eventi sportivi di questo genere: ―Ho un passato da calciatore dilettante prima, e da dirigente in una società sportiva dopo, quindi questo genere di iniziative mi stanno particolarmente a cuore, poiché riescono a dare un'importanza particolare allo sport fra i giovani‖. Cosa si può fare per aiutare le società sportive che attraversano palesi difficoltà economiche? Occorre fare delle serie proposte per accedere ai finanziamenti europei per adeguare le nostre strutture sportive e renderle più accessibili alla vita di una comunità a disposizione dei giovani e non solo. Presenti alla manifestazione due ex calciatori, Simone Braglia e Maurizio Pertusi, i quali hanno voluto sottolineare l'importanza del rapporto Scuola-Sport-Famiglia, dimostrando come anche dopo la carriera si possa fare molto per trasmettere il vero spirito sportivo, perché chi Damiano Tommasi presidente della ha avuto la fortuna di imparare attraverso il Associazione italiana calciatori calcio, possa adoperarsi per mettere la loro

esperienza a disposizione dei ragazzi. Nell'ultima giornata ha preso parte ai lavori didattici, il Presidente del Settore Giovanile Massimo Blondet ribadendo come l'unico modo per giocare al calcio sia quello di allenarsi divertendosi usando il fair -play come forma di integrazione e lotta al razzismo, plaudendo il fatto avvenuto durante lo svolgimento di una gara che ha visto protagonisti i ragazzi intervenuti a sedare una lite fra genitori, dando esempio del miglior modo per crescere e diventare campioni dentro e fuori dal campo. In tale quadro, l'importanza di questo KIA Camp risulta essere il gioco attraverso l'educazione fisico-sportiva come strumento di educazione del corpo, queste le parole di Luca Milocco, responsabile di tutti gli eventi Camp in generale che l'AIC mette a disposizione nel suo calendario ogni anno. Ma serva ricordare a tutti i partecipanti che lo sport è uno dei principali punti su cui si basa l'educazione dei ragazzi. Un particolare ringraziamento va al Comitato genitori e anziani di Campi (area verde) per aver messo a disposizione i loro locali, contribuendo alla buona riuscita della quinta

Da sinistra: Matteo Rossi, assessore allo Sport Regione Liguria, con Luca Milocco, responsabile di tutti i Camp dell’Associazione italiana calciatori.


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Nel nome della legge Caro Avvocato, Sono proprietario di un terreno nell‘entroterra che ho ricevuto in eredità da mio padre e che ho recentemente piantumato con circa cento alberi di ulivo. Il terreno è attraversato da una strada che conduce ad una casa che mio padre ha lasciato in eredità a mio fratello il quale è recentemente deceduto. Mia cognata, vedova di mio fratello, ha venduto la casa ed i nuovi proprietari dell‘immobile hanno deciso di ristrutturarlo completamente, demolendolo e ricostruendolo. Per far ciò, i nuovi proprietari mi hanno chiesto di spostare il tracciato della strada, che attraversa il mio terreno, al solo fine di consentire un più agevole transito agli automezzi dell‘impresa. Ora, io non sono a priori contrario a spostare il tracciato della strada se i relativi costi saranno sopportati dai vicini, ma ciò comporterebbe necessariamente l‘esigenza di abbattere alcuni dei miei alberi di ulivo. Posso oppormi alle richieste che mi sono state fatte e comunque, posso farmi corrispondere una somma a titolo di risarcimento? L.R. Caro Signore, Ai sensi del terzo comma dell‘art. 1068 c.c. il cambiamento di luogo per l‘esercizio della servitù si può concedere su istanza del proprietario del fondo dominante, se questi prova che il cambiamento riesce per lui di notevole vantaggio e non reca danno al fondo servente. Si sottolinea che l‘unico presupposto richiesto espressamente per il trasferimento della servitù è quello che l‘esercizio della servitù riesca ugualmente agevole per il proprietario del fondo dominante; è invece discusso se sia altresì richiesta la circostanza che l‘originario esercizio sia divenuto più gravoso o se impedisce di fare lavori, riparazioni o miglioramenti. La Suprema Corte (Cass. 1663/88) ha affermato che il cambiamento di luogo per l‘esercizio della servitù richiede cumulativamente la prova che il cambiamento riesca per il proprietario del fondo dominante di notevole vantaggio e che lo stesso non rechi danno al fondo servente. In ordine a questo secondo profilo non è consentita alcuna valutazione comparativa con i vantaggi con il fondo dominante, dovendosi escludere ogni aggravamento della situazione del fondo servente. In conclusione: Lei può opporsi allo spostamento del luogo fisico di esercizio della servitù, atteso che detto spostamento le causa un danno dipendente dall‘esigenza di tagliare alcuni alberi produttivi e può accordarsi con la controparte assentendo allo spostamento dell‘esercizio della servitù previa corresponsione di idonea indennità in Suo favore. Le rammento che è opportuno andare a disciplinare adeguatamente le nuove modalità di esercizio, con atto notarile, o, in caso di contenzioso che approdi in Tribunale, con verbale giudiziale di conciliazione, entrambi atti da trascriversi

La cucina di “Nonna Papera” (Leda Buti) A Carnevale ogni dolce vale

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Amici animali

Coppia di bugie al forno

Ingredienti: 300g farina, due uova, un bicchierino di grappa, un cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale e di lievito, 50g burro, un cucchiaio di cacao, un cucchiaino di zafferano, colori alimentari (verde e rosso), carta da forno, zucchero a velo. Procedimento: mischiare gli ingredienti (farina, burro, zucchero, uova, grappa, sale lievito), impastate bene; quando è pronto l‘impasto dividerlo in quattro pezzi, uno lo si lascia naturale mentre gli altri si colorano. Iniziate a tirare la sfoglia, come per le tagliatelle, e ogni sfoglia, accoppiatela insieme ad un colore diverso poi passate nuovamente le coppie nella macchina per fare la pasta (sempre dello spessore delle tagliatelle). Quando avrete fatto questo, con la rotella dentellata ritagliate dei rombi grandi, posateli sulla placca (foderata con carta da forno) del forno e metterli a 180°. Dopo 10 minuti controllate (non vanno abbrustoliti) infine cospargeteli di zucchero a velo.

Lui per Lei, per l’otto marzo Frittata soffiata al forno con mele e pere Ingredienti per 4 persone: una mela, una pera, 4 uova, 30g zucchero, 200g latte, 150g farina 00, 30g uvetta, un limone (non trattato), 3 cucchiai zucchero a velo, 150g confettura di frutti di bosco, sale. Procedimento: fai ammorbidire l‘uvetta, lava e asciuga il limone, grattugia la scorza, spremi il succo e filtralo, lava la mela e la pera sbucciale e leva il torsolo, tagliale a rondelle sottili e irrorale con il succo di limone. In una scodella versa la farina, con lo zucchero, incorpora il latte poco alla volta, mescolando in continuazione, fino a ottenere un composto liscio; sguscia le uova, separa i tuorli dagli albumi, incorpora i tuorli uno alla volta alla pastella, aggiungi l‘uvetta sgocciolata e strizzata. Monta gli albumi a neve con un pizzico di sale, incorporali al composto, mescola delicatamente, versa metà composto nello stampo foderato con carta da forno, bagnata e strizzata. Distribuisci le mele e le pere completa con il composto rimasto. Metti in forno già caldo a 180° e cuoci per circa 20 minuti, finché la superficie risulterà dorata e il tutto sarà rappreso, togli la frittata dal forno e lasciala raffreddare. In un pentolino fai sciogliere la confettura, spolverizza la frittata con lo zucchero a velo, taglia la frittata a quadretti, sistemala su un piatto da portata e servila con la confettura tiepida a parte. Naturalmente metti un fiore nel piatto.

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Curiosità sul gatto Il gatto ha 244 ossa mentre l'uomo 198. Salta 2 metri e mezzo , cioè 5 volte la sua altezza. Velocità media Gatto: 40 Km/h (sui 100 metri il gatto impiega 9" netti) Uomo: 36,51 Km/h Campo visivo Gatto: 287°, uomo: 210° Terminazioni olfattive Gatto: 20 milioni Uomo: 5 milioni Cosa sono le fusa? Vengono considerate un suono prodotto dal sistema circolatorio e servono al gatto in più occasioni: solitamente indicano contentezza e benessere ma in soggetti stressati possono segnalare bisogno di aiuto. I gatti vedono al buio? La visione del gatto nel buio è almeno sei volte superiore a quella dell'uomo. Perché ha un ottimo equilibrio? Quando il gatto cade, per atterrare sulle zampe, sfrutta il suo equilibrio, la funzione dell'orecchio interno, l'agilità e la coda per girare velocemente il corpo e cadere in posizione dritta. Perché si strofina contro le nostre gambe? Il gatto è dotato di ghiandole odorifere vicino alle labbra, alle tempie ed alla base della coda. Strofinandosi trasmette così il suo odore ed assume a sua volta l'odore dell'uomo per essere maggiormente a proprio agio.


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Casa, se non tornano i conti con la crisi Lo sfratto per morosità Lo sfratto per morosità è il provvedimento attraverso il quale il giudice impone al conduttore (inquilino) di rilasciare e riconsegnare l‘appartamento, in seguito al mancato pagamento del canone di affitto. In base a quanto dispone l'art. 658 c.p.c.: "Il locatore può intimare al conduttore lo sfratto in caso di mancato pagamento del canone di affitto alle scadenze, e chiedere nello stesso atto l'ingiunzione di pagamento per i canoni scaduti". L‘inquilino che riceve l'intimazione di sfratto per morosità, in presenza di problemi economici accertati, ha la facoltà di richiedere al giudice un nuovo termine per pagare i canoni scaduti: tale termine, però, non può essere accordato dal magistrato per un periodo superiore a 90 giorni. Il giudice, nel momento in cui emette il provvedimento che impone al conduttore di rilasciare l‘appartamento, indica anche la data in cui il rilascio deve avvenire. In caso di mancato rilascio per la data indicata il locatore potrà procedere esecutivamente coadiuvato dall‘ufficiale giudiziario e, se necessario, dalla forza pubblica. In genere, quando il conduttore è in mora, il locatore invia una raccomandata con ricevuta di ritorno per sollecitare il pagamento e se la raccomandata non sortisce effetti agisce con l'intimazione di sfratto per morosità. Si inizia quindi con la notifica dell‘intimazione di sfratto e la contestuale citazione per la convalida. Presentandosi all‘udienza, l‘inquilino può fare richiesta del cosiddetto termine di grazia, vale a dire un periodo (concesso solo per le locazioni ad uso abitativo, e non per le locazioni commerciali), entro cui può saldare la sua morosità. Se, invece, l‘inquilino non si oppone o non si presenta, il giudice convalida lo sfratto e stabilisce la data in cui l‘immobile deve essere rilasciato. Andrea Scibetta,

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Curare in sicurezza i bambini con i farmaci omeopatici Somministrare farmaci ai bambini specie se neonati, può suscitare qualche timore e preoccupazione soprattutto la prima volta che il piccolo si ammala. Per ciò sempre di più si tende a preferire un rimedio omeopatico considerato più "dolce" e privo di effetti collaterali. Inoltre c'è una crescente insoddisfazione nei confronti delle medicine tradizionali, per esempio gli antibiotici, che ultimamente vengono assunti in modo indiscriminato, creando resistenze. Al contrario, l'omeopatia è un valido alleato per ripristinare lo stato di salute perché aiuta l'organismo a rinforzare le proprie difese immunitarie, senza tuttavia gravare sul fegato e sui reni del bambino. È bene tranquillizzare le mamme anche sulla sicurezza dei prodotti omeopatici, che sono provenienti dal mondo animale, vegetale e minerale e vengono fabbricati seguendo le norme di buona preparazione imposte dall' Aifa. I farmaci omeopatici sono sicuri sia in gravidanza che in pediatria non solo per le urgenze ma anche per le malattie croniche e nella fase preventiva delle patologie più svariate, stimolando le difese immunitarie. I campi di applicazione dei rimedi omeopatici sono molto vasti e spaziano dalle patologie influenzali, raffreddori, faringiti, tonsilliti, otiti, laringiti e apologie allergiche stagionali come riniti e congiuntiviti, fino a disturbi gastrointestinali e coliche gassose nel lattante, ai disturbi associati alla dentizione o alle patologie cutanee come gli eczemi. I rimedi omeopatici si presentano prevalentemente in granuli o globuli ma anche sotto forma di pomate, gel, sciroppi, compresse, colliri, gocce o supposte e fiale. È comunque necessario rivolgersi al consiglio del pediatra a cui è affidata la cura del bambino. Dottoressa


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Gran gala di magia Avviso ai cittadini sabato 29 marzo 2014 ore 10 presso l'area verde di Campi via Renata Bianchi, 3 cancello avrà luogo l'assemblea annuale ordinaria della Pro Loco Cornigliano per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: 1) appr. rendiconto economico consuntivo 2013 2) appr. rendiconto economico preventivo 2014 3) elezione consiglio direttivo 4) elezione collegio revisori dei conti 5) elezione collegio probiviri Come da statuto potranno partecipare al voto e/o candidarsi solo i soci in regola con l'iscrizione alla Pro Loco sottoscritta almeno un mese prima dalla data dell'assemblea. www.prolococornigliano.it Il CD uscente

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L’uomo e l’impresa al centro della conoscenza Fondazione Ansaldo, studio e cultura del sapere moderno

FONDATA NEL FEBBRAIO 2000 (erede dell'Archivio Storico Ansaldo) da Finmeccanica Spa, Comune di Genova, Provincia di Genova e Regione Liguria, la Fondazione è istituzione dedicata ai temi della cultura economica, d‘impresa e del lavoro. Nel convincimento che progresso civile e sviluppo economico possano generare un rapporto sinergico capace di accrescere la competitività delle imprese e, insieme, la qualità della vita delle comunità, la Fondazione si colloca idealmente tra il mondo della cultura e il mondo dell‘impresa; un ruolo che può essere assunto e sviluppato solo se fondato sulla partnership, sul consenso e sul coinvolgimento delle componenti sociali. Istituzione senza fine di lucro e dotata di personalità giuridica, la Fondazione promuove studi e ricerche, iniziative ed eventi culturali, attività di alta formazione ed è impegnata nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio archivistico prodotto dalle imprese e da altri attori economici. La Fondazione Ansaldo, nella ridefinizione strategica avviata nel 2007 da Finmeccanica e grazie al coinvolgimento delle forze sociali e delle istituzioni del territorio, si presenta oggi

come una delle più originali e vivaci istituzioni europee dedicate alla cultura d‘impresa. La Fondazione si pone come sede permanente e qualificata di riflessione sull'innovazione, favorisce l‘incontro tra le figure professionali che hanno l‘impresa come interlocutore o come centro della propria azione, favorisce la convergenza delle varie discipline che analizzano scientificamente i saperi originati dall‘azione imprenditoriale, promuove lo scambio e la partnership tra imprese e soggetti diversi. Una missione che, nella prestigiosa e ben strumentata sede di Villa Cattaneo dell‘Olmo, permetterà in prospettiva, e grazie all‘apporto di saperi e di capacità di Finmeccanica e delle sue aziende, di fare della Fondazione una di quelle aree dove l‘uomo moderno può riconoscere la propria immagine. Come cita testualmente l'art. 2 dello Statuto della Fondazione che ne descrive le finalità: ―la Fondazione non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale nei campi della promozione culturale e artistica, dei servizi culturali e dell‘alta formazione manageriale e professionale‖. A titolo esemplificativo e non

esaustivo la Fondazione svolgerà attività finalizzate al recupero, la tutela, la conservazione, la valorizzazione, lo studio, la ricerca e la promozione del patrimonio storico-culturale rappresentato dai fondi archivistici e dalla memoria e cultura storiche, tecniche, imprenditoriali e organizzative delle società del gruppo Finmeccanica, dell'industria ligure nonché, più in generale, degli enti, imprese, organizzazioni e persone, fisiche e giuridiche, a queste legati. Tale patrimonio storico culturale si intende in riferimento a documenti, pubblicazioni, manufatti, macchinari e utensili industriali, immobili e quanto altro possa essere considerato testimonianza dell'evoluzione tecnologicoorganizzativa e della cultura delle imprese e delle loro relazioni con il territorio

circostante e con la società; lo studio e la ricerca sui temi della storia e della cultura dell'impresa, dei caratteri strutturali e delle trasformazioni dei sistemi e delle politiche industriali e dei mercati. Ubicata presso Villa Cattaneo dell‘Olmo, a Cornigliano, nel ponente cittadino, la Fondazione Ansaldo è facilmente raggiungibile sia in automobile sia con gli autobus AMT della linea 63 partendo dal capolinea di via Avio, a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Sampierdarena e scendendo

alla fermata prospiciente l‘area detta del ―Boschetto‖. Le uscite autostradali più vicine alla Fondazione sono quelle di Genova Ovest e di Genova Aeroporto. Le stazioni ferroviarie più vicine sono la stazione di Sampierdarena e la stazione di Rivarolo, ambedue collegate tramite servizio ferroviario metropolitano con le stazioni principali di Genova Principe e Genova Brignole. Per gli utenti della Fondazione Ansaldo è disponibile un‘area di parcheggio auto. La Fondazione Ansaldo è aperta al

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eravamo, come siamo

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Benedetto XV, il papa genovese che odiava la guerra Come lo ricordavano, 100 anni fa, gli amici delle Vigne degno Pontefice. ‟N zeneize da-a ciù bèlla ægoa, n‟autentico Pappa, comme no socedeiva ciù da „n tòcco. Sacrosanta veitæ!”. Il Della Chiesa, nato in via Luccoli, il 21 novembre, giorno della Madonna delle Vigne, fu battezzato in quella Collegiata e fu sempre devotissimo di quella Madonna. ―E vigne ghe gustavan tanto ascì quelle de Cônâ; ancon da prævin o l‟andâva a Cornigen pe pregâ inte quello Santoaio e ò savuo che o Mir ac oò u da Paciugo e da-a Paciuga o-o contava de lungo quande o l‟andâva in gîo comme diplomatico”. Giusto: fu professore di diritto Papa Benedetto XV (in latino: Benedictus PP. XV, nato Giacomo Paolo d i p l o m a t i c o Giovanni Battista della Chiesa Pegli di Genova, 21 novembre 1854 – Roma, 22 gennaio 1922) è stato il all‘Accademia dei 258º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 257º successore Nobili credo, ed è di Pietro). Pacifista convinto, Benedetto XV fu eletto papa poche settimane a n c o r a avvocato. ―Seguo o l‟à pigiòu a ―Appena venuta la notizia della laurea al‟Universitæ de Zena: „n seu elezione del cardinale Giacomo Della compagno de studdi, „n seu intimo Chiesa, ricordandoci della cordiale amigo afesionòu o l‟é l‟avocâto Pietro amicizia che legava da molti anni il Ansaldo”. nostro Pontefice con monsignor Poi il nostro interlocutore riprese: ―E‘ Giuseppe Boccoleri, ex prevosto di giovane come Papa: avrà sessant‘anni a Nostra Signora delle Vigne, abbiamo novembre; ma ne dimostra ancor rivolto i passi all‘abitazione del meno. Magro, pallido, co‘ capelli ancor simpatico monsignore in scalinata neri, il viso scarno, gli occhi Lercari. vivacissimi, acuti dietro le grandi lenti Monsignor Giuseppe Boccoleri ci che gli danno un‘aria ascetica. Quale a c c o l s e l i e t o e c o m m o s s o , meraviglioso lavoratore!‖. Sarà un sottolineando i punti salienti del suo Leone o un Pio? ―L‘uno e l‘altro: è racconto e parlandoci in dialetto. ―Sono uomo di grande mente e di vita molti anni, monsignore, che conosce esemplare. Viveva a Roma come il chi è oggi Benedetto XV?‖. ―Da quando monaco più austero: di mirabile ero prevosto alle Vigne: mi onorò poi fermezza, di imperturbabile calma, sempre della sua amicizia trattandomi reggerà con mano ferma le sorti della con quella affabilità, semplicità e Chiesa‖. Vivono i suoi parenti a cortesia che sono caratteristiche della Genova? ―Suo fratello Giulio sta a sua nobile natura. Genova dev‘essere P e g l i : u n a lt r o su o f r a t e llo , orgogliosa d‘aver dato alla Chiesa un sì contrammiraglio a riposo, ha sposato

una Cubini e sta Pegli il 21 novembre 1854, morì a Roma. I Della inaspettatamente, a sessantasette anni, Chiesa sono di il 22 gennaio 1922, a causa di nobilissima un‘influenza degenerata in polmonite. stirpe genovese: non ricchissimi, Guido Pallotti ma illustri di g l o r i o s e tradizioni. La mamma di Benedetto XV è morta anni o r s o n o , quand‘egli fu n o m i n a t o arcivescovo di Bologna‖. E‘ molto che il Cardinale fu a G e n o v a ? Roma, gennaio 1922: un rarissimo fotogramma riproduce un momento ―Creddo ch‟o no dei funerali di papa Benedetto XV, il papa genovese segge ciù vegnuo da l‟anno pasòu, da -o 21 d‟agosto do-o 1913. Nelle feste centenarie di Santa Caterina pronunciò un panegirico in Duomo. E‘ oratore sobrio, semplice, efficace, evangelico. A Rapallo si recò sette anni orsono per la presa di possesso dell‘arciprete monsignor Cesari Boccoleri, suo nipote. Era molto amico del compianto monsignor Fortunato Vinelli, vescovo di Chiavari. Godono pure della sua antica amicizia il parroco di Montesignano, il parroco di Rivarolo, monsignor Pomati di Pegli. Sarà un Pontefice di carattere dolce e fermo ad un tempo – conclude il nostro cortese interlocutore. – Da lui la Chiesa non può che acquistare un maggior prestigio‖. E Genova? ―Zena? – rispose monsignor Boccoleri, riprendendo il dialetto per rimarcare ciò che ci avrebbe confidato a l‟è senpre stæta câa a-o cheu do-o neuvo Pappa, ch‟o l‟è òrgogliozo d‟êse zeneize e ghe gusta parlâ a nòstra Nella galleria degli ex-voto del Santuario di NS Incoronata, uno dei più antichi santuari bèlla lengoa con tutti niatri seu conçitadin; ascì ch‟o l‟agge visciuo ben mariani della Liguria, in una teca di vetro, sono pòco chi in Liguria. A seu sinpatia pe-i esposte due statue lignee, chiamate Pacciûgo e zeneixi o l‟à ascì dimostrâ, pigiandose Pacciûga, raffiguranti una coppia di sposi con i tipici costumi genovesi del Settecento. Ai due comme s egretaio „n zeneize, monsignô personaggi è legata una leggenda popolare Giuseppe Migone”. ambientata intorno all'XI secolo Benedetto XV, il papa genovese nato a

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IL CENTRO CULTURALE ISLAMICO E QUELLA LETTERA DEL CIRCOLO PD A proposito di... cambio di destinazione d'uso Gentilissima redazione , intanto complimenti per il

giornale che trovo molto interessante, ricco di notizie ed anche molto equilibrato. Chi vi scrive, ritenendosi un attento lettore, chiede, perché proprio non l‘ha capito, a chi si rivolgeva il signor Carlo Santucci, segretario del circolo PD di Cornigliano, con la sua lettera pubblicata nel numero di gennaio. Ho fatto delle ipotesi ed una è che si rivolgesse al giornale per qualche articolo non in linea con il pensiero del signor Santucci. Mi permetto di osservare, questa è ovviamente una mia opinione, che il giornale ha sempre trattato la questione moschea con molto tatto, cercando le verità, a volte nascoste, nel rispetto dei diritti di tutti. Ma scarto questa ipotesi ed entro nel merito della lettera di gennaio. Non capisco a questo punto le

parole del signor Santucci quando dice […] la realizzazione del Centro culturale islamico di Coronata

e lettere alla redazione

possa essere una preziosa opportunità di arricchimento culturale reciproco. Inoltre non confligge con il tessuto locale ma, anzi, ne aumenta le potenzialità sociali, economiche e culturali, contribuendo così ad arginare eventuali derive sociali pericolose. Perché, se sono indirizzate ai corniglianesi, mi pare di poter dire che questi sono solo slogan politici in quanto già il presidente del nostro Municipio, professor Spatola, ha dichiarato pubblicamente che non ha mai trovato in vita sua una comunità come quella di Cornigliano votata all‘accoglienza, non facendo distinzioni di sorta. Invece di slogan, il signor Santucci spieghi alla gente in che modo concretamente si realizza tutto ciò che afferma quando per

cinque anni, nella passata amministrazione, il sindaco Marta Vincenzi, del suo stesso partito, dichiarava che via Coronata non era il posto ideale per costruirvi né moschee né luoghi di culto semplicemente perché locazione infelice e pericolosa. Infatti trovò il sito alternativo del Lagaccio. Comunque, visto che il signor Santucci ha la possibilità di parlare con l‘imam e, probabilmente ha anche la possibilità di far conoscere il progetto definitivo alla popolazione di Cornigliano, lo invito a mettere a disposizione del giornale i disegni del progetto (mi risulta che ilCorniglianese abbia sempre chiesto alle istituzioni e mai avuto). In questo modo si

SANREMO 2014 Finito il Festival rimane la nostalgia del passato Cara redazione, premettendo che non sono un‘accanita videodipendente, è giunta l‘ora di tirare le somme dopo l‘evento che ogni anno tiene incollati allo schermo

milioni di italiani per una settimana: il Festival di San Remo. Quest‘anno il conduttore Fabio Fazio (di Che tempo che fa), è riuscito anche con la sua compostezza a tenere a freno l‘esuberante Luciana Littizzetto. Partendo da un inizio un po‘ rocambolesco, con qualche colpo di scena (vedi sipario bloccato e gli operai rimasti senza lavoro) sono stati ricordati episodi di recente cronaca, come quello del treno deragliato ad Andora nel mese di gennaio. Poi l‘omaggio da parte di Ligabue al grande cantautore genovase Fabrizio De Andrè. Nel corso delle altre serate sono intervenuti personaggi altrettanto famosi come Raffaella Carrà, le gemelle Kessler, Enrico Brignano, Claudio Baglioni, solo per citarne alcuni, e Maurizio Crozza che, dopo le critiche e i fischi dell‘anno scorso, è tornato sul palco nell‘ultima serata. Anche per quanto riguarda la moda, prima si vedeva il festival per vedere cosa indossavano di elegante i cantanti, mentre sia uomini che donne sono apparsi con vestiti molto semplici, Arisa con una longuette di raso RR.II. ai sensi dell‘art. 2643 n.4 c.c. Matteo Savio, avvocato

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Febbraio 2014  nera e dei tacchi altissimi, Renga con giacca e pantaloni blu e una camicia molto aperta, Noemi con un abito senza spalline e un anello che le copriva tutto il dito a forma di cigno, gli altri cantanti tutti abbastanza sobri solo per l‘ultima serata hanno avuto un look particolarmente elegante. Inoltre gli ascolti sono stati inferiori alle aspettative, forse perché i cantanti non erano molto conosciuti, per le continue interruzioni pubblicitarie, ma soprattutto perché forse nessuna di questa canzoni riuscirà a restare nel cuore; i contenuti di questa musica contemporanea raccontano la società, come quella vincitrice di Arisa, che è riuscita a battere Raphael Guarazzi e Renzo Rubino, con la canzone ―Controvento‖. Ma sono sempre meno orecchiabili, infatti le canzoni

di maggior successo sono e resteranno per sempre quelle degli anni sessanta e settanta, intramontabili, conosciute da tutti come ―Volare‖ di Domenico ―Mimmo‖ Modugno, ―L‘italiano‖ di Toto Cotugno. Martina M. TERRA SANTA Sulle strade dello Spirito Il nostro collaboratore Carlo Guerra in visita a Nazareth (Israele) nella basilica dell‘Annunciazione. Alle sue

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Febbraio 2014 

ilCorniglianese/redazione È il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure senza scopo di lucro

Marta Fasulo Astri Lidia Frascio Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Cinzia Palomba Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Editore Matteo Savio Pro Loco Cornigliano savio@prolococornigliano.it Autorizzazione del Tribunale di Lorenzo Schiavon Genova n. 9/2012 del Andrea Scibetta 18.04.2012 Roberto Veneziani Il giornale è anche online sul sito Fotografia della Pro Loco Cornigliano Agostino Razzore www.prolococornigliano.it razzore@prolococornigliano.it Direttore editoriale Francesca Comparato Fabrizio Cartabianca Bruno D’Astice presidente@prolococornigliano.it Carlo Guerra Direttore responsabile Grafici illustratori Enrico Cirone Andrea Anzalone direttore@prolococornigliano.it Adriano Sanna Vicedirettore Impaginazione Simona Tarzia Auria Martelli tarzia@prolococornigliano.it Rita Moccia Amministrazione Romano Oltracqua Domenico Turco Salvatore Pilotta turco@prolococornigliano.it redazione@prolococornigliano.it Segreteria Tel. 346.8837338 Riccardo Ottonelli Pubblicità segretario@prolococornigliano.it Alfonso Palo Caporedattore palo@prolococornigliano.it Riccardo Cabona Tipografia Redazione San Biagio Stampa Spa Leda Buti via al Santuario di N.S. della butileda@prolococornigliano.it Guardia, 43 16162 Genova Riccardo Collu Collaboratori Sergio Daga Italo Ebolo Catia Di Ceglia Carlo Mastrobuono Jose Cuffaro Giovanni Murchio

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Otto marzo, Festa della donna L‘otto marzo sarà la Festa della donna: quando nasce la ricorrenza? Due le date principali: la celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909 e in Italia nel 1922. Nel nostro Paese, per iniziativa del Partito comunista d‘Italia, inizialmente coincise con il 12 marzo, giornata in cui cadeva la prima domenica dopo l‘8 marzo. Da allora si ricordano le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze che le riguardano ancora. Qual è stato l‘avvenimento che ha dato il via alla festa? Le origini risalirebbero al 1908, quando un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperarono per protestare contro le condizioni in cui lavoravano. Dopo alcuni giorni di conflitto con le maestranze, l‘8 marzo il proprietario, per ritorsione, bloccò tutte le porte di uscita dello stabilimento. Quel giorno scoppiò un incendio che uccise 129 di loro. Successivamente questa data fu proposta da Rosa Luxemburg come

Doe gösciæ de rïe Doî meghi Doi mêghi de ciù de ‘na sciusciantenn-a d‘anni d‘etæ s‘incontran a ‘n congresso, un co-a mogê atenpâ e l‘âtro co-ina mogê de ciù ò meno vintiçinqu‘anni: ‘na figgia de ‘na belessa indescrivibile, ch‘a l‘amia o maio co-i euggi amôzi. Quande restan soli quello ch‘o a mogê vegia o domanda a l‘atro comme se fa a fâ inamoâ inte quello mòddo ‘na dònna zoêna e pe de ciù coscì ben picosâ. «Ti veddi, bezeugna savei donde a veu ese baxâ. A lê prezenpio ghe piaxe ese baxâ a Londra, Los Angeles, Bangkok, New York, Pariggi e inti alberghi a çinque stelle.» Due medici. Due medici di oltre sessant‟anni d‟età si incontrano a un congresso, uno con la moglie attempata e l‟altro con una moglie di venticinque anni, più o meno: una ragazza di una bellezza indescrivibile, che guarda il marito con gli occhi affettuosi. Quando restano soli, quello con la moglie vecchia domanda all‟altro: come si fa a fare innamorare in quel modo una donna giovane e per di più così ben messa. «Vedi, bisogna sapere dove vuol essere baciata. A lei per esempio piace essere baciata a Londra, Los Angeles, Bangkok, New York, Parigi e negli alberghi a cinque stelle.»

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Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo Articolo 23 1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell‘ impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro e alla protezione contro la disoccupazione. 2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro. 3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale. 4. Ogni individuo ha diritto di

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di Andrea e Nicolò Scibetta Piazza Massena 5R—Genova Cornigliano

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