ilCorniglianese Aprile 2013

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Assemblea pubblica

Anno II Numero 4 Mensile

>> poster centrale

Giampiero Ventura in esclusiva

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< o Cornigiòtto>

Copia gratuita

Arrivano i vigili, sospesa la rimozione dei pannelli

Da qui all’eternit(à)

Come si presenta oggi il tetto dell’edificio di proprietà della comunità islamica in via Coronata 2. Il vecchio capannone industriale acquistato nel 2001 sarà trasformato nella più grande sala di preghiera di Genova. Due operatori che avevano iniziato a smuovere i pannelli di amianto sono stati fermati da un esposto

Aprile 2013

Sul tetto che scotta di Enrico Cirone

Sgombriamo il campo da banali speculazioni. Nella foto di un lettore è facile per chi è di Cornigliano individuare l’edificio ad uso industriale che sorge all’inizio di via Coronata e di proprietà della comunità islamica. Ecco perché scriveremmo quello che pensiamo anche se l’edificio appartenesse alla comunità evangelica, valdese, avventista, mormone, quacchera. Ad inquietare è stato, con tutto il rispetto, il maldestro intervento di due sconosciuti operatori che, un sabato di aprile, saliti sul tetto hanno iniziato a svitare i bulloni che ancora fissano la copertura di eternit. Tutti conosciamo la triste storia dell’asbesto, minerale fibroso, e del terribile effetto, se inalato. Tra le case, dietro l’anonimo signore, an-­ che le finestre della scuola Volta. L’intervento di un cittadino ha interrotto le operazioni che non sono più riprese. Anche i musulmani come i cristiani credono nella trascendenza. Non vorremmo fosse l’eternit a consegnarci all’Eternità.


ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Aprile 2013 >>> 2

Depuratori, tra il vecchio e il nuovo “dell’area centrale” Cornigliano respirerà la stessa aria per altri 10 anni tualmente infestano la zona, salvo mettere in funzione appropriate contromisure tecniche. L’assessore comunale all’ambiente, Valeria Garotta, ha dichiarato: “Abbiamo le aree e adesso via con la progettazione” e ciò lascia ben spera-­ re, anche se i tempi tecnici ipotizzati sono di 5 anni tra progettazione esecutiva ed esecuzione, sperando sempre che questa tempistica non venga ulteriormente allungata, come è ormai quasi consolidato nella realizzazione di opere Secondo l’amministrazione il nuovo depuratore “dell’area centrale” sorgerà lontano dalle pubbliche sia per questioni abitazioni. Sostituirà il vecchio impianto di Cornigliano (foto) e il fangodotto della tecniche che per esaurimento Volpara. Cedute dal Porto aree logistiche per una superficie di 15 mila metri quadrati di finanziamenti. Intanto la buona notizia: il tanto è noto che nel depuratore L’impianto esistente dovrà Comitato Portuale nella riunio- esistente è stato convogliato, in comunque restare attivo, fino a ne del 27 febbraio ha approva- tempi recenti, il percolato pro- quando il “nuovo” entrerà a to l’accordo tra Autorità Portu-­ veniente dalla discarica di pieno regime sia nel ciclo tratale e Società per Cornigliano Scarpino - che logica avrebbe tamento fanghi che in quello di (Regione 45%, Comune 22,5%, voluto far defluire verso Sestri depurazione acqua. Provincia 22,5%, Ministero del -, ma che per motivi tecnici è Rileviamo inoltre che il nuovo Tesoro 10%) per l’assegnazione stato convogliato a Corniglia- d e p u r a t o r e d e n o m i n a t o al Comune di un’area di circa no, con un aggravamento note- “Dell’area centrale genovese”, 15.000 mq. dove verrà realiz-­ vole nel ciclo di depurazione e vedrebbe confluire, tramite zato il nuovo depuratore che conseguente peggioramento una rete di nuovi fangodotti, le sostituirà quello esistente e dei miasmi emessi. defluenze di Valbisagno, di che, pare, sarà indennizzata da C’è quindi il timore che, anche Punta Vagno, del Centro StoriTursi (Comune) con un milio- a spostamento avvenuto, il co e di Sestri Ponente e quindi ne e mezzo di euro, oltre al vecchio impianto debba rima- si tratterebbe di un’opera vera-­ costo dell’impianto che era nere dov’è anche se solo come mente importante e tecnicastato valutato a suo tempo in raccordo delle defluenze attuali mente molto complessa. 105 milioni di euro circa. verso il nuovo impianto a ma- Dalle autorità attendiamo: Fin qui, a parte la disponibilità re, rimanendo quindi inaltera- 1) Tempistica per la assegnaeconomica, tutto bene ma ini- to il gravissimo problema delle zione della progettazione di ziano a sorgere dei dubbi. In- emissioni dei miasmi che at- massima ed esecutiva del nuo-

vo impianto. 2) Tempistica per le procedure di appalto dei lavori, comprensivi sia dell’impianto che della viabilità di accesso allo stesso. 3) Programma (conseguente) circa l’inizio, la durata e l’ultimazione dei lavori. 4) Data di presunta messa in funzione dell’impianto, con conseguente dismissione completa del depuratore esistente. 5) Programma di copertura finanziaria dei costi complessivi. 6) Futura destinazione dell’area d i s m e s s a dall’attuale im-­ pianto, con garanzia per il quartiere che essa sarà elemento preminente per la realizzazione di strutture ad uso e servizio del quartiere stesso. E mentre dalla ultima assemblea pubblica arriva la prima risposta sui “tempi certi” in cui parla di almeno dieci anni per il completamento del depuratore a mare, la delegazione, che nel tempo si è espressa con grandi proteste

contro un inquinamento dell’aria non più sostenibile, cui hanno seguito promesse mai mantenute, ora vuole essere informata e partecipe di tutto ciò che si sta muovendo per la risoluzione del problema, non volendo più essere elemento passivo di decisioni altrui, prese magari anche in suo nome. Roberto Veneziani

Containers, vince Spinelli La “muraglia” rimane fino al 2018

Con un contratto siglato nel 2006, i containers di Spinelli dagli Erzelli sono “scesi” all’ex area a caldo

Area Pesi Sala Corsi

Nell’ultimo accordo tra Autorità Portuale e Società per Cornigliano (vedi articolo sopra), dopo travagliate trattative tra queste e l’imprenditore Spinelli, assistiti dai loro rappre-­ sentanti legali, è stato siglato un accordo da ratificare in sede legale per cui si ridisegna l’ex area a caldo dell’Ilva. Dei 110 mila metri quadrati che andranno al porto, la conces-­ sione di poco più della metà, un’area di circa 67.000 metri quadrati - che era stata assegnata per il deposito dei containers vuoti di Spinelli con un contratto del 2006 ottenuto tra molte polemiche dall’allora giunta Pericu e contestato al TAR da tre aziende dello stesso settore e comunque mantenuta - è stata prolungata fino al 2018. In cambio la Società per Cornigliano (con circa 30.000 metri quadrati sottratti a Spinelli), ha imposto un canone d’affitto più alto, quattro euro a metro quadrato anziché tre e un’eventuale penale da pagare di 10 mila euro al giorno per un giorno in più di ritardo che diventano 30 mila al giorno dopo tre mesi. Così i corniglianesi anziché vedersi profilare l’orizzonte del mare, potranno trascorrere il tempo a contare in quella muraglia di mattoncini colorati della Lego quanti ne mancano per arrivare al 2018. R.V.

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ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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Centrale elettrica Enel, accesa dal 1928 Si spegne sotto la Lanterna, si riaccende a Cornigliano? La vecchia centrale termoelettrica del porto di Genova, costruita nel 1928, funzionante a carbone e costituita da tre unità produttive per una potenza totale di circa 300 megawatt, è in fase di dismissione e totale spegnimento graduale dei gruppi, con funzionamento a ritmo ridotto fino al 2017, con chiusura definitiva dell’impianto anticipata rispet-­ to alla previsione iniziale del 2020. Questa prospettiva è senz’altro positiva per l’ambiente poiché sia il funzionamento dei gruppi termici, che il rifornimento e lo stoccaggio del carbone (circa 80.000 tonnellate, con una capacità di movimentazione dei nastri trasportatori di circa 850 tonnellate/ora), con l’impianto quasi inserito nel

contesto della città, hanno provocato nel tempo un sensibile inquinamento ambientale, dovuto alla diffusione nell’aria di polveri sottili di carbone sotto l’azione dei venti, anche se attenuate dall’ENEL che ha sempre provveduto alla bagnatura del combustibile depositato, comunque limitata per non peggiorarne la qualità. Quindi: dal 2017 tutto bene, ma poi? Occorrerà risolvere il problema del personale ENEL (circa 100 addetti), del Terminal Rinfuse e della “Pietro Chiesa” per un totale, indotto compreso, di circa 200 addetti ma anche la questione principale: come sarà prodotta l’energia elettrica in alternativa alla centrale dismessa? Nel tempo, già a partire dal 2008/2009, le autorità preposte quali Authority portu-

Porto di Genova, centrale termoelettrica Enel. Le vasche di stoccaggio hanno una capacità di 80.000 tonnellate circa di carbone con una movimentazione di 850 t. l’ora

ale, Regione e Comune si erano poste il problema del dove collocare una nuova centrale sostitutiva di quella dismessa di adeguata potenzialità elettrica che, presumibilmente a partire dal 2017/2020, dovrebbe produrre energia per il porto e la città. E qui purtroppo diciamo che Cornigliano inizia a preoccuparsi. Le varie iniziali ipotesi di massima analizzate dai tecnici erano in alternativa le seguenti. 1. Realizzazione di una nuova centrale termoelettrica nell’area ILVA a Cornigliano, sempre funzionante a carbone, che, a detta degli esperti, avrebbe un impatto ambientale molto contenuto anche inferiore a quello previsto dalle normative vigenti, garantendo al tempo stesso oltre che produzione di energia anche occupazione. Sembrerebbe però così di ritornare, come in un tragico flash back, alle tematiche che si pensavano risolte: quelle dell’altoforno e dell’acciaieria, che tanto danno alla salute e all’ambiente hanno provocato per decenni. 2. Realizzazione di due centrali termoelettriche a gas una delle quali da collocare in un’area da definirsi in porto, zona Sampierdarena, della potenza di circa 50 megawatt ed un’altra sempre funzionante a gas nell’area ILVA a Cornigliano

Costruita nel 1928 davanti alla Lanterna di Genova, la centrale termoelettrica dell’Enel dovrebbe chiudere definitivamente e “spegnere” l’attività nel 2017. Per andare dove?

con una potenzialità di 400 megawatt e, quindi, la nostra delegazione anche in questa seconda ipotesi sarebbe pesantemente interessata. 3. Dal 2010/2011 si è anche proposta l'idea innovativa di una centrale galleggiante funzionante a “biofuel”, potenza 56 megawatt denominata “Tritone” progettata dal Grup-­ po Europam (vedi Ship to Store n° 37 del 31/10/2011). Si tratta di una centrale elettrica galleggiante inseribile in ambito portuale il cui impianto di generazione verrebbe installato all’interno di una struttura navale autoportante, con una presunta collocazione di ormeggio alla diga foranea a levante del cosiddetto dente di ingresso al canale di calata Bettolo.

Bombrini o Erzelli: per l’ospedale di vallata una decisione entro fine anno A detta del sindaco di Genova, Doria, e del presidente della Regione, Burlando, le aree di Villa Bombrini e la “badìa” degli Erzelli, poste a poco più di un chilometro in linea d’aria l'una dall'altra, avrebbero le caratteristiche per ospitare il tanto atteso nosocomio di vallata da 500/800 posti letto. Su quale delle due andrà l'attenzione degli amministratori lo

sapremo entro la fine dell'anno quando la società di studio delle caratteristiche di accessibilità appositamente istituita si esprimerà. Nessuno ce l'ha chiesto ma come corniglianesi abbiamo iniziato ad immaginare i pro e i contro a carico delle due eventuali sedi. Partiamo da Bombrini: il sito individuato è quello compreso tra la via Muratori, il torrente

Polcevera e la ferrovia GenovaVentimiglia ad est di Palazzo Bombrini per cui è molto probabile che la sede di Film Commission debba essere demolita mentre il sedime, attualmente esondabile, dovrà necessariamente essere oggetto di una più accurata bonifica. Sarebbe auspicabile, vista la vicinanza alla foce del torrente Polcevera, prevedere un accesso navigabile per eventuali operazioni di soccorso in mare. L'accesso dalla viabilità a scorrimento veloce è immediato e l'ospedale sarebbe baricentrico ai caselli autostradali di Sampierdarena e aeroporto (raggiungibili in solo un minuto) e alla Valpolcevera attraverso le strade di sponda. Passiamo ad Erzelli: il sito è in collina e sono pertanto necessarie opere strutturaEntro il 2013 uno studio si esprimerà sulla fattibilità dell’ospedale agli Erzelli o a Bombrini (in foto)

Nel merito di questa soluzione non siamo in grado di esprimere alcun giudizio tecnico e di reale fattibilità ma semplicemente elencarla come una delle soluzioni delle quali si è ipotizzato. E’ quindi necessario ed opportuno che nostra delegazione sia convocata, informata ed abbia opportunità di esprimere proprie opinioni in tutte le sedi (Regione, Comune, Autorità portuale) nelle quali il problema venga trattato e discusso, al fine di evitare che Cornigliano subisca ancora una volta decisioni non compatibili con la propria integrità ambientale. Si pensava di aver risolto il problema “depuratore”: restia-­ mo in vigile attesa. Roberto Veneziani

Ingegneria, Burlando conferma: “In arrivo 15 mln per Erzelli”

li di contenimento. E' prossimo al casello autostradale dell'aeroporto (occorrerà costruire un raccordo) e prossimo alla viabilità ordinaria alla quale andrà collegato. L'aeroporto dista circa 500 metri e potrebbe essere raggiungibile anche attraverso navette o con la cabinovia prevista per gli Erzelli che potrebbe effettuare una tappa intermedia. I costi di costruzione a parità di cubatura, per la natura stessa dei luoghi, potrebbero essere inferiori nel caso di Bombrini in quanto il sito è pianeggiante. Dal punto di vista turistico, e quindi dell'accoglienza e del commercio, entrambe le soluzioni porterebbero probabilmente benefici al nostro quartiere che dovrà necessariamente attrezzarsi per quello oggi che viene chiamato -passateci il termine apparentemente di cattivo gusto - il “turismo o-­ spedaliero”. oerre

Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando ha a v u t o c o n f e r m a dell’assegnazione di 15 milioni per i laboratori della nuova facoltà di Ingegneria agli Erzelli. In una riunione a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza dei rappresentati di Invitalia SpA, Burlando ha avuto certezza “che è stato definito il percorso per l’assegnazione alla Liguria di 15 milioni di euro da investire nei laboratori della nuova Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova presso il Polo scientifico e tecnologico di Erzelli” come si legge in una nota della Regione. “Con questa assegnazione – ha detto Burlando – si completerà il quadro finanziario per rendere possibile il trasferimento della Facoltà di Ingegneria. Ora dovranno essere definiti gli ultimi aspetti giuridici e amministrativi per giungere poi al nuovo accordo di programma con i soggetti interessati”.


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Arriva Cirone: l’idea di Anastasi decolla con Pilotta Questo mese il compleanno del nostro giornale Dott. Cirone buonasera, sono Pilotta e ci siamo conosciuti nella riunione fatta nel locale della biglietteria del campo Italo Ferrando a Cornigliano, riunione per far nascere il giornale "ilCorniglianese". In quella occasione aveva dato delle idee che spero di essere riuscito a trasferire nelle varie pagine del giornale e che quindi le trasmetto in allegato (assolutamente ancora in bozza). Venerdì p.v. c'è un'altra riunione, ma penso che Anastasi Gianfranco l'abbia già invitata. Arrivederci. Salvatore Pilotta. Era il 29 febbraio 2012 ore 22.19

chiedere di più. E pensare che tutto era nato, in una fredda sera di gennaio in cui suonò il telefono in casa mia. “Buonasera sera- disse titubante la voce-, signor Cirone abbiam pensato a lei per dirigere il nuovo giornale di Cornigliano, che ne dice?” Pensai subito ai miei anni di liceo, i più belli, trascorsi al Calasanzio. Decisi di dire di sì. “Ma lei chi è, come si chiama?”. “Io sono Anastasi, Gianfranco Ana-­ stasi”. Cominciò esattamente così. Il resto è cronaca. Cronaca del nostro giornale. Enrico Cirone

Carissimo Pilotta, buon pomeriggio. Ho visto -un po' velocemente- le sue bozze ma direi bene così. Cercherei il primo titolo di farlo su una riga sola, bello forte con eventualmente un occhiello sopra o sotto. Valuterei anche l'inserimento di foto (per le quali raccomando la massima attenzione: sarebbe meglio se le scattassimo noi per evitare i copyright di internet) Grazie e a domani. Ec Era il 1 marzo 2012 ore 14.22 Iniziò così un anno fa, con questo distinto carteggio che seguiva la prima riunione ufficiale in cui cominciammo ad abbozzare il nostro giornale, la storia de ilCorniglianese che festeggia, oggi, il compleanno. Scoprimmo che era necessario dare voce e parola scritta ad una delegazione sulla quale erano stati scaricati centenari oneri pesantissimi in un momento in cui le scelte più importanti dello sviluppo della Genova capoluogo sarebbero passate di nuovo qui e non altrove. Dai cittadini la voglia, il desiderio di confrontarsi su un giornale dove le parole e le immagini rimangono per sempre e non hanno l’effimera visibilità di altre fonti. Tutti insie-­ me concordammo che il giornale uscisse in occasione delle elezioni amministrative dello scorso anno per dare un segnale: ai blocchi di partenza della nuova GenoA distanza di un anno dalla fondazione, parte della redazione nella la nuova sede de ilCorniglianese. va, allo sparo dello starter, volevamo esserci anche noi. Dal mio punto di vista, al (In piedi da sinistra) Bruno d’Astice, Adriano Sanna, Romano Oltracqua, Cristiano Calderone, Guido Pallotti, di là dell’impegno professionale, ritengo di aver avuto la grande fortuna di colla-­ Andrea Anzalone e Astri Lidia Frascio. (Seduti, da sinistra) Riccardo Ottonelli, Carlo Guerra, Salvatore Pilotta, borare con persone di straordinario profilo umano e spessore civile. Non potrei Enrico Cirone, Agostino Razzore, Maurizio Imperiale, Leda Buti e Auria Martelli (foto di Francesca Comparato)

“Apriamo i cassetti della memoria” Identità e storia nelle foto di tutti

ilCorniglianese

Il Circolo Uguaglianza, nella ricorrenza del 110° anniversario di fondazione sta organizzando, in collaborazione con ANPI, CGIL, Fondazione Ansaldo e civica Biblioteca Guerrazzi, una mostra fotografica sull’identità e la storia del quartiere. Il comitato organizzatore della mostra chiede ai cittadini ed alle associazioni di mettere a disposizione le loro fotografie sulla vita sociale e culturale del quartiere: serviranno a comporre la “storia collettiva”, assieme agli articoli giornalistici ed ai documenti ufficiali riguardanti la vita di Cornigliano. Le fotografie si ricevono presso il Centro Civico, in viale Narisano 14, telefono 010.557.8205 - mail cccornigliano@comune.genova.it -, e verranno restituite dopo la scelta effettuata per la creazione della mostra che sarà inaugurata indicativamente nei mesi di novembre/dicembre 2013. Il comitato organizzatore ringrazia fin d’ora tutti coloro che vor-­ ranno accogliere questo invito. S.P.

Cartolina collezione Bellini e, in alto a destra, bollo da 20 cent. emesso dal municipio di Cornigliano Ligure intorno all’anno 1880/1926


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Aprile 2013 >>> 5

A casa vostra/5 La famiglia Michelini Tre generazioni alle prese con i problemi di oggi Questo mese ritorniamo tra i cittadini di “casa nostra” (forse una minoranza?) e andiamo a visitare la famiglia Michelini che abita a Cornigliano, in via Agosti. D. Sabato 13 aprile la Pro loco di Cornigliano ha indetto un’assemblea Mi riceve Cristina Gianotti, moglie e mamma, 33 anni, di Genova, e subito dopo pubblica sui problemi del territorio (nuova strada a mare, depuratore, arriva Danilo, il capofamiglia, 42 anni, anche lui genovese. Poco più indietro la ospedale di ponente, ex mercato comunale, rom, moschea e/o sala di piccola- e per niente intimidita - Martina, 7 anni. A completare la famiglia, Rosa- preghiera). Su queste problematiche cosa ne pensate? ria, mamma di Cristina e suocera di Danilo. Lui e lei lavorano, sia pure in aziende Danilo: “Sì, lo sapevamo ma purtroppo non abbiamo potuto partecipare. Andando diverse, nel settore delle bombole “di vario genere” e a tempo indeterminato. per ordine: sul depuratore, nonostante il nostro alloggio sia fisicamente distante, Martina invece frequenta la prima elementare alla scuola Ferrero. Rosaria fa la in determinate condizioni climatiche l’odore si sente molto forte, speriamo possa-­ nonna a tempo pieno. no risolvere a tempi brevi il problema. Per quanto riguarda la strada a mare se i La casa è calda e accogliente. tempi sono quelli del realizzo della bretella che sbocca sul ponte in via CornigliaD. Considerata la situazione economica e sociale in un periodo di re- no, stiamo freschi: speriamo che oltre ai tempi si facciano per bene i lavori. cessione drammatica, la famiglia Michelini come si comporta? Sull’ospedale siamo decisamente d’accordo: è un’opportunità sia per la nostra Cristina: “In questa situazione economica disastrata cerchiamo prima di tutto di salute ma anche per l’economia del territorio e ne beneficerebbero i nostri nego-­ non sprecare: fortunatamente lavoriamo tutti e due, il mio stipendio serve a paga- zianti. Per l’ex mercato noi sogniamo un’area adibita a parco giochi per i più pic-­ re il mutuo e le spese di trasporto (benzina, assicurazione e costi dei mezzi pubbli- coli, sui rom le istituzioni e i politici devono trovare un’ubicazione condivisa con i ci che sono molto alti) e con lo cittadini visto che anche loro hanstipendio di Danilo riusciamo ad no diritto di vivere ma anche dei arrivare a fine mese in modo didoveri, primo fra tutti quello di gnitoso, tenendo conto che le sperispettare regole e leggi del nostro se (IMU, amministrazione e riscalPaese. Sulla moschea noi come la damento) sono abbastanza contemaggior parte dei corniglianesi nute essendo, la nostra, una ex siamo per la libertà religiosa, altra casa popolare. Unica nota stonata cosa sarebbe usare le ex officine è la TARSU, a nostro avviso sproPassalacqua - di proprietà islamiporzionata rispetto al servizio ofca - site a due passi da piazza ferto. Contenute sono anche le Massena, intasando di fatto il trafspese scolastiche per Martina. Per fico a Cornigliano (il sito individurisparmiare comperiamo esclusiato dall’allora sindaco Marta Vinvamente nei mercati e supermercenzi al Lagaccio era ed è, per me, cati. A completare il quadro vorrei la proposta più ragionevole)”. sottolineare l’aiuto determinante D. Al termine del nostro indi mia mamma Rosaria: se non ci contro cosa vorreste suggerifosse lei a fare la nonna a tempo re al presidente del municipio pieno saremmo veramente nei VI medio ponente, Spatola, guai (a questa affermazione conper una Cornigliano migliocorda anche Danilo, ndr)”. re? D. Come usate il tempo libeCristina: “Prima di tutto una città ro, cosa leggete e cosa guarpiù pulita e meno degradata, date in tv? l’aumento della sorveglianza in Cristina: “Dopo una giornata di particolare la presenza della poliziA Cornigliano vive la famiglia Michelini. Nella foto tutti componenti al completo: nonna Rosaria, mamma Cristina e papà lavoro, la sera arriviamo a casa a e/o carabinieri di quartiere saDanilo, al centro la piccola Martina. Tra i problemi evidenziati dai Michelini, la sicurezza e il traffico stanchi e, tenendo conto che Marrebbe un deterrente indispensabile tina si alza presto, subito dopo per la sicurezza cittadina, in particena cerco di stare insieme a lei colare nei giardini pubblici dove il per raccontarle qualche favola prima di addormentarsi. In genere poi vediamo controllo è più richiesto, poi tenere sgombra via Pellizzari dalle macchine in dopprogrammi televisivi su reti locali tipo Telenord e Primocanale, Danilo invece pia fila e installare in prossimità della scuola Ferrero dei dossi per limitare la segue di più le notizie giornalistiche su Rai3”. velocità delle macchine. A supportare questa proposta interviene nonna Rosaria Danilo: “Il giornale, il Secolo XIX, lo leggo solo al sabato e alla domenica. E sem-­ dicendo che quando va a prendere Martina a scuola vede cose da far rabbrividire, pre al fine settimana dedichiamo il nostro tempo alla conduzione del Sampdoria in particolare all’uscita dall’istituto Calasanzio dove le macchine non rispettano la club Bollano in cui sono presidente. Il nostro club è, come tutte le associazioni segnaletica stradale. culturali e sportive, in difficoltà: abbiamo circa cento soci e le risorse sono scarse; Ringrazio la famiglia Michelini, Danilo, Cristina, Martina e nonna Rosaria, per la per sopravvivere ci autofinanziamo con cene sociali cercando di mantenere in vita disponibilità, l’ospitalità e la cortesia con cui ci hanno raccontato un’altra storia di uno dei club più vecchi della Genova blucerchiata. vita quotidiana. Carlo Guerra

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Aprile 2013 >>> 6

Voci dal Volta: “Zaini più leggeri con l’e-book e via quelle scritte dai bagni”

Libertà e partecipazione, resistono ancora i valori delle canzoni di Gaber?

Nuove tecnologie, insegnanti di sostegno per chi ha bisogno, attività sportive e supporto per i ragazzi che hanno problemi familiari o genitori che lavorano. Sono queste le richieste che i nostri ragazzi avanzano nei confronti della scuola pubblica.

C’è un uomo che passa le sue giornate seduto sul ramo di un albero. Un albero alto, robusto, che ispira solidità. Un albero verde. Un albero che in primavera, in estate, in autunnno e in inverno è verde sempre, di un verde acceso, di un verde acceso sempre che sia estate, autunno, primavera o inverno. Ecco, esiste quest'uomo su quest'albero che guarda in alto. Vede le nuvole, gli uccelli, gli aerei e gli aquiloni. Quando piove, quest'uomo dai rami guarda la pioggia e si dice che Dio è in questa e si fa bagnare, felice. E' libero. Si sente libero. Sente di possedere il diritto di poter sognare e di poter sognare in pace, senza nessuno che gli urli cosa deve e cosa non deve fare. In cuor suo crede di essere Dio perché lui potrebbe anche esserlo, “se no non vedo chi”. Un giorno, l'uomo sull'albero vede un altro uomo, più giovane, vestito bene, che si avvicina fischiettando. Poi alza lo sguardo e incontra quello distaccato e sognante dell’uomo sull'albero. “Libertà è partecipazione” gli urla l'uomo che fischiettava. Chi è l'uomo libero? Quello seduto sul ramo di un albero, quello che sogna, quello che pensa a se stesso credendo di assaporare la libertà come benessere personale o quello che partecipa al bene comune per far sì, quindi, che anche lo star bene degli altri ne venga giovato? Difficile scegliere una posizione senza nemmeno prendere in considerazione “quando” questi due uomini si incontrano e, tanto meno, senza prenderne in con-­ siderazione l'età. Il Signor G di Giorgio Gaber cantava “La libertà non è stare sopra un albero, la libertà è partecipazione”, ma oggi si può sostenere tale affermazione? Noi giovani non ci possiamo sedere. La libertà è partecipazione, anche se oggi potrebbe valere la legge del “mi ritiro nel mio cantuccio, gli altri faranno anche per me”. Se tutti iniziassimo a pensare che altre persone faranno anche il nostro bene, qui nessuno più farà niente, senza contare che non ci sono abbastanza alberi per tutti, come in tutte le cose. Qualcuno sarà sempre costretto a stendere il proprio asciugamano sulla sabbia e bruciarsi i piedi mentre altri saranno comodamenti adagiati sui loro lettini. Vero è che sempre più stufa è la gente e che oggi, forse come mai, si tende a pensare che non ne valga più la pena di lottare, tanto le cose non cambiano, no? La libertà deve tenerci uniti, non dev'essere sintomo di un’autonomia individuale e menefreghista nei confronti degli altri: “La libertà non è il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero”. Bene, detto questo, quasi quasi vado a farmi uno shampoo, vista la brutta giornata.

“La scuola è fondamentale per il nostro futuro, non solo per trovare lavoro ma anche per conoscere molte cose. E’ anche un luogo dove possiamo incontrare nuo-­ vi amici e socializzare. Vorremmo avere degli e-book al posto dei libri e delle lavagne elettroniche in ogni classe che rendano le lezioni meno noiose”. (Alessandro e Samuele). Lejoy vorrebbe degli armadietti per i quaderni e il materiale tecnico e una palestra più spaziosa. Per Sabrina e Lilla “la scuola è molto istruttiva anche se a volte si deve studiare tanto, è anche un punto d‘incontro per fare nuove amicizie. Si va a scuola per imparare e per trovare un lavoro da grandi. Nella nostra scuola siamo fortunati perché ci sono dei bravi professori e questo è molto importante”. Osvaldo e Alessandro vorrebbero ”che a scuola ci fosse un giardino e una bi-­ blioteca dove poter studiare tranquillamente”. Simona, Chiara e Rebecca scrivono: ”La scuola anche se è noiosa è istruttiva e ci apre le porte per il mondo del lavoro. I libri dovrebbero essere sostituiti dagli ebook e dovrebbero scomparire le scritte sui muri dei bagni. Qui ci insegnano a stare con gli altri e a rispettare gli insegnanti e i compagni. I professori sono molto disponibili e ci ascoltano se abbiamo dei problemi. Vorremmo che tutti gli alunni non pasticciassero i muri e non rompessero cose che sono di tutti”.

Hanno le idee chiare i ragazzi come sempre: un po’ di tecnologia, senza esagerare, giusto per eliminare il peso degli zaini, alcune soluzioni per rendere la scuola più confortevole, una maggiore correttezza da parte degli alunni stessi. Richieste semplici, in gran parte attuabili, se esistesse la volontà politica di creare una scuola moderna, a misura dei ragazzi, più efficiente, strutturata sui loro bisogni e sulle loro aspettative. Traspare anche, dagli interventi, la consapevolezza della scuola come centro di aggregazione sociale, luogo d’incontro con gli altri anche e soprat-­ tutto se gli altri, come spesso accade da noi, hanno un colore diverso e parlano un’altra lingua. Se ci fosse la volontà politica, i nostri ragazzi potrebbero stare molto meglio (e avere un rendimento molto più alto) senza investimenti stratosferici, con un po’ di raziocinio e di preveggenza. Purtroppo, negli ultimi dieci anni, i 28 miliardi prelevati dalla scuola tagliando cattedre e insegnanti, la costante riduzione dei finanziamenti, la mancata riscossione dei crediti dallo Stato di cui nessuno parla (sì, non esistono solo le imprese, anche le scuole sono creditrici) ci hanno messo in ginocchio. Se oggi i ragazzi riconoscono ancora la scuola come un valore è solo per il merito e lo spirito di servizio di tutti quelli che vi lavorano. Nessuno parla di scuola in questo momento e tutti parlano di economia: bene, dietro quei numeri aridi, dietro il valzer di cifre, c’è il futuro dei nostri ragazzi, ci sono i nostri ragazzi: non scordiamolo mai.

Autori: Osvaldo, Alessandro, Simona, Chiara, Rebecca, Sabrina, Lilla, Lejoy, Alessandro e Samuele, classe I B Istituto Comprensivo Cornigliano Plesso Volta Marta Fasulo Coordinamento, professor Pietro Bertino

Giorgio Gaber (1939-2003), milanese, ideatore del teatro-canzone, è illustrato da Cristiano Calderone

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ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Aprile 2013 >>> 7

Primo maggio, il riposo diventa festa I giovani e la memoria del lavoro

Dopo la Resistenza un Paese libero e una vita tutta da costruire

Il Primo maggio del 1889 quelli della Seconda Internazionale, riuniti a Parigi, propongono: “Una grande manifestazione sarà organizzata in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore” Viene scelto il primo di maggio poiché in quello stesso giorno del 1886, a Chicago, una manifestazione operaia era stata repressa nel sangue. Nel 1891 si decide che il Primo maggio sarà "festa dei lavoratori di tutti i paesi". La ricorrenza del 1898 coincide con la fase più acuta dei "moti per il pane" che investono tutta Italia e hanno il loro tragico epilogo a Milano. Nei primi anni del Novecento il Primo maggio vede la protesta contro l’invasione della Libia e negli anni a venire, contro la partecipazione dell'Italia alla guerra mondiale. Nel 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori possono festeggiare il conseguimento dell'obiettivo originario: le otto ore. Con l’evento del fascismo, Mussolini ne vieta la celebrazione. All'indomani della Liberazione, il Primo maggio 1945, partigiani e lavoratori, anziani, più dei giovani che non hanno memoria della festa del lavoro, si ritrovano insieme nelle piazze d'Italia in un clima di entusiasmo. Due anni dopo la data è segnata dalla strage di Portella della Ginestra dove gli uomini del bandito Giuliano fanno fuoco contro i lavoratori che assistono al comizio. Le trasformazioni sociali hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione dell’evento. Il mega concerto rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani a Roma, sembra aderire perfettamente allo spirito della festa come lo aveva colto nel lontano 1903 Ettore Ciccotti: "Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l'interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa: che un'accolta di gente, chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell'avvenire, naturalmente è portata a quell'esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa"

E come ogni anno arriva puntuale aprile, con il risveglio della natura, con il suo tempo imprevedibile e le sue memorie di storie resistenti sempre più lontane nel tempo ma che portano con sé i principi e i valori su cui è fondato il nostro vivere e agire quotidiano, racconti di vita sempre attuali, racconti di vita che non invecchiano mai. Ed è così che in un pomeriggio di aprile al Centro diurno nasce spontanea una chiacchierata con Gianni, classe 1923; non è un uomo di molte parole ma qualcosa da dire ce l’ha: racconta di un periodo della sua vita, se vogliamo relativamente breve, che avrebbe visto giovani partire verso i monti, organizzarsi in brigate e cambiare per sempre la storia del nostro paese. La mia generazione la Resistenza la studia sui libri di storia e incontrando qualcuno che dice “io c’ero” non si rimane di certo indifferenti: nasce proprio l’esigenza di conoscerne i parti-­ colari; i libri non ti narrano di certo i sentimenti, i dettagli, le emozioni. Gianni lo può fare e con le sue parole mi conduce in questo viaggio nel tempo facendomi respirare quell’aria così intensa che sa di montagna e di libertà. Queste righe non saranno, quindi, dedicate alla narrazione degli eventi storici ma ai racconti di quei particolari che piano piano e non senza fatica vengono fuori da una memoria che torna indietro di 70 anni per continuare a testimoniare, perché non si deve dimenticare. E inizia così. “Ero giovane, senza soldi, non avevo un lavoro. Un pomeriggio ero in un bar, un tizio si avvicina e mi dice “c’è da fare una cosa buona per la Patria, te la senti?”. E lui se l’è sentita: da quel momento parte e si unisce alla “Brigata Balilla”, girando e combattendo sulle nostre montagne per circa due anni e un po’. Si ricorda del comandante Battista, “un gran cacciatore, una mira perfetta”, si ricorda di “Mucca”, il partigiano greco che, una volta finita la guerra è tornato di corsa alla sua terra senza neanche un soldo in tasca, si ricorda di quando hanno deciso il suo nome di battaglia “tu ti chiami Giovanni Alfre-­ do? Bene, da oggi sei Johnson”, e si ricorda anche di chi a un certo punto non se l’è sentita più, ha avuto paura ed è tornato a casa, perché la posta in gioco era alta, perché un errore poteva essere fatale per te e per la vita dei tuoi compagni, perché non bastava essere muniti di armi ma serviva coraggio e una grande forza d’animo. La vita di certo non era facile, il partigiano Johnson girava con due re-­ volver, soldi non mancavano ma era difficile reperire qualcosa da mangiare, si cucinavano tante patate soprattutto e la notte era sempre un terno al lotto: si dormiva nelle cascine, se trovavi la paglia stavi bene, se c’erano foglie umide era dura. Qualche azione militare me la racconta: agguati alle truppe tedesche, qualche cavallo conquistato ai nemici, “i loro cavalli erano perfetti”, ma quando mi parla dei caduti l’emozione sale e la voce si fa più cupa. Si ricorda di sette compagni che non ce l’hanno fatta, soprattutto mi racconta di una ragazza di appena 14 anni che faceva la staffetta, una bella ragazza, coraggiosa, forse troppo. La Brigata era in continuo movimento, “non stavamo mai fermi”, le canzoni partigiane accompagnavano le giornate ed erano cantate da tutti, e non manca una puntualizzazione nei confronti di chi si professava partigiano e passava la giornata fermo in un posto, “mentre noi giravamo sempre”. Non mancano nemmeno i ricordi del ritorno a casa: la commozione dei genitori, le lacrime di una madre, la grande festa, “oggi si mangiano ravioli”, il rientro a una vita tutta da costruire e inventare ma finalmente in un paese nuovo e libero. Negli anni, i compagni della Brigata Balilla si sono tenuti in contatto e hanno fatto un importante lavoro di testimonianza alle nuove generazioni. Per non dimenticare che è dalla forza e dall’orgoglio che hanno spinto questi ra-­ gazzi a combattere che ne è nata la nostra Costituzione con i principi e i diritti che dovremmo avere come bussola e che non dovremmo calpestare mai. Aprile è la primavera, è la natura che esce dal torpore invernale e si risveglia. Ascoltare Gianni e provare a vivere dentro i suoi racconti è risvegliare la coscienza e comprendere che siamo tutti chiamati a impegnarci per il bene comune, nessuno escluso. E io non posso che ringraziarlo, per oggi e per settant’anni fa.

Guido Pallotti

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ilCorniglianese/cultura, arte

Aprile 2013 >>> 8

E la guerra non c’è più ormai, la guerra è finita di

Guido Pallotti

Cercando di scoprire come commemorare la nostra storia negli ultimi giorni della Resistenza a Genova, mi sono imbattuto in un attempato signore che mi ha raccontato, a patto che rispettassi il suo anonimato, questo suo ricordo. E’ l’estate del ‘62 e sto facendo il supplente portalettere nell’ufficio postale di Genova Rivarolo. Inizio da passo Torbella e mi faccio guidare dalla corrispondenza messa accuratamente in ordine. Sto recapitandola in via Castelluccio, una strada interna, parallela a via Canepari, quando: “Ragazzo, c’è posta per me? Mi chia-­ mo…”. La garbata voce appartiene ad una cortese signora, dal viso gentile, con i capelli candidi e ordinati. Passo in rassegna gli effetti e le rispondo altrettanto con la stessa cordialità. “Signora, non ho nulla, mi dispiace”. “Figurati, postino. Intanto chi vuoi che mi scriva? Entra, ti offro da bere”. Abita a piano terra di una palazzina monofamiliare e, mentre versa la birra, inizia a raccontarmi. Allora comprendo il motivo di tanta affabilità nei miei confronti. “Sono la mamma di Teresio Canepari. Era il ventiquattro aprile, il giorno dopo sarebbe finita la guerra. Io stavo stendendo la biancheria su in terrazza e lui era con me. I tedeschi in fuga gli hanno sparato proprio davanti ai miei occhi. Teresio era in abiti borghesi e disarmato. Non piange la donna: senz’altro nel corso dei ventisette anni trascorsi ha esaurito tutte le lacrime. Mi chiede: “Quanti anni hai, postino?” “Ventitré, signora”. “Teresio ne aveva uno di meno”. Da quel primo giorno, la signora m’aspettava tutte le mattine sull’uscio di casa, per porgermi una bottiglietta di birra già stappata che sorseggiavo e mentre la ringraziavo mi accarezzava delicatamente il capo. Quando le avevo comunicato che era l’ultimo giorno che prestavo servizio a Certosa, mi abbracciò. “Verrai a trovarmi, postino?” “Senz’altro, signora. Abito vicino, nella zona del Campasso”. Il narratore in preda alla commozione ha iniziato a esprimersi in lingua genovese: “No son stæto de paròlla: alôa apreuvo a-a demôa, o balon, a galante, m’êo ascordòu da-a promissa fæta a quella câa scignoa. L’è pe questo che ancon an-­ cheu che l’é pasòu ciù de mêzo secolo, sento o bezeugno de aregòrdâ sta stöia, bèlla sôlo pe quelle due seiman-ne. Do rèsto me vergheugno ancon pe a mæ ariditæ d’aloa. Spêro tanto ch’a m’agge perdonòu quella dôçe scignôa. Me consöla o fæto de savei ch’a no l’à ciù da bezeugno de elemoxinâ a conprenscion de ‘n zoêno distræto comme êo mi alôa, òua che finalmente a l’é insemme a-o seu câo figeu”.

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Tra sette giorni. L’uomo guardò attraverso le sbarre: il mare in lontananza sembrava un’infinita coperta azzurra stropicciata dal vento sulla quale un bambino disordinato aveva dimenticato due barche a vela di diverso colore. Chiuse gli occhi e serrò le palpebre fino a lacrimare. Gli venne in mente che anche lui, molti anni prima, correva lungo il fianco di quella coperta sempre alla mattina, prima dell’alba. Di solito iniziava con una camminata veloce lasciando che i piedi sprofondassero nella sabbia e poi via via, sempre più in fretta, fino a correre a perdifiato lasciando che la respirazione si stabilizzasse mentre la muscolatura, lentamente, si adeguava al ritmo. Amava sciogliersi nella piacevole sensazione olfattiva dell’aria mista alla salsedine che gli levigava le fosse nasali. La sua corsa era sempre fluida e veloce e il suo sguardo incollato alla scogliera a est della città, come in una sorta di riferimento geografico. D’un tratto allentò la pressione sulle palpebre per lasciare che il bulbo oculare iniziasse la sua danza concentrica seguendo furiosamente l’occhio della mente che era arrivato ai piedi della scogliera. Gli pareva ancora di sentire le onde frangersi su quegli scogli ammassati l’uno accanto all’altro e di vedere i gabbiani volteggiare nella affannosa e continua ricer-­ ca di cibo. Era un caldo martedì di aprile e una giornata splendida. Il suo orologio da polso, preposto anche per il controllo del battito cardiaco, segnava le dieci e sette quando tutto precipitò troppo velocemente. Davanti a lui un uomo e una donna che litigano. Lui la schiaffeggia, lei inciampa, cade in un anfratto tra due scogli mentre lui la raggiunge e le sferra dei calci urlando brutte cose. Le palpebre dell’uomo si serrano nuovamente con le mani che stringono con forza le sbarre della cella. Avrebbe dovuto lasciar perdere. Al massimo, avrebbe potuto solo farsi notare nella speranza che l’altro smettesse. Invece no. Iniziò a correre nella loro direzione senza accorgersi che il suo orologio da polso gli segnalava un’attività cardiaca esagerata per il tratto di strada percorso, consigliandogli di fermarsi onde evitare il peggio. Che puntualmente arrivò. Quando fu davanti all’altro uomo non fu difficile per uno della sua stazza e con il suo allenamento, sferrare un pugno nel viso dell’altro. In quel momento era l’unica cosa da fare. Lo aveva imparato nelle decine di occa-­ sioni in cui la vita, nelle sue centinaia di palestre sparse tra i vicoli e i quartieri della città, lo aveva messo alla prova. Le prime volte te ne tornavi a casa con il corpo dolorante, le labbra rotte e gli occhi gonfi ma poi, facendo tesoro di quelle sofferenze, non commettevi più gli stessi errori. La regola era: colpire per primo senza mai distogliere lo sguardo dall’obiettivo. Il più delle volte lo scontro si chiu-­ deva subito perché l’avversario scappava o rimaneva a terra piegato in due a urla-­ re dal dolore. Solo qualcuno si rialzava per continuare e tu sapevi che sarebbe stata dura così, mentre aspettavi che si rialzasse, qualcosa nel più profondo del tuo essere, ti faceva sperare che non accadesse. Che rimanesse a terra. Sconfitto. Umiliato. Era quello il pensiero di quel martedì di aprile anche se stranamente, la voce proveniente dal più profondo del suo essere, sperava che in quel giorno accadesse il contrario. Che si alzasse per continuare. Ma la scena di quel piccolo cortometraggio sarebbe stata muta se le urla della ragazza da cui era corso per soccorrere avessero smesso di pronunciare la stessa, ripetuta parola: assassino. L’uomo aprì gli occhi. Erano passati 25 anni da quel momento. Tra una settimana sarebbe uscito. Sapeva di non essere un assassino. Sapeva anche che a volte, nella vita, le cose vanno come non dovrebbero andare e ci si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma il ragazzo, ormai uomo, aveva pagato il suo debito in silenzio, come quando da bambino, tornando a casa tutto pieno di lividi, cercava di fare tesoro dagli errori che avevano causato il suo stato. Non riusciva a pensare ad altro se non al fatto che da lì a una settimana non sarebbe più stato in quel luogo. Lanciò un’altra occhiata all’enorme e infinita coperta azzurra che stava davanti a lui proprio mentre i suoi muscoli inferiori si contrassero più volte. Sorrise. Conosceva bene quella sensazione: era il desiderio di correre. Tra sette giorni lo avrebbe fatto di nuovo. Finalmente libero.


In breve

Nella ratatouille tutti i profumi e i colori della primavera sono di facile reperibilità ma oggi non oso più catalogarlo fra i piatti poveri, visto il loro costo. Chi volesse realizzarlo proceda come di seguito. Procuratevi il necessario per fare un trito aromatico fine con tre parti di cipolla bionda, due di carota fresca e una di sedano tenero. Fatelo rosolare lentamente in olio extra vergine di oliva ligure. Nel frattempo iniziate a portare a metà cottura con ebollizione 250 gr di fagioli lummè appena sgranati. Separatamente, sbollentate appena dei fagiolini verdi. Preparate una melanzana a fette spesse che diverranno cubetti e fatela spurgare con sale marino di tipo grosso. Dopo averle lavate e tagliate uguali in dadolata grossa, aggiungete nel soffritto un peperone giallo, uno rosso, i fagioli, la melanzana sciacquata e tagliata in dadi. Fate appassire un minuto, poi aggiungete sale e pepe (sulle verdure preferisco usare la spezia bianca. Non d’obbligo, sfumare con

vino bianco e fare evaporare. Unite un barattolo di pomodori pelati, o cinque san Marzano sbollentati e spellati da voi. In entrambi i casi usate il passaverdure con disco fine o un setaccio: non devono esserci semi. Aggiungete dopo un attimo delle foglie di basilico e dopo un paio di minuti i fagiolini appena sbollentati. Verificate la cottura, scrollate la pentola e girate con il cucchiaio il meno possibile per non rovinare le verdure. In base alla consistenza degli zucchini, aggiungeteli dopo venti/trenta minuti, anch’essi in cubi. La cottura totale dovrebbe durare circa un’ora, le verdure dovranno comunque restare compatte e leggermente al dente, non stracotte.

da

il bugiardino 2013

All’occorrenza, aggiungete acqua calda. La densità finale dovrà risultare leggermente inferiore a quella di uno yogurt classico. Questo piatto, così realizzato, consentirà di apprezzare i profumi della stagione non facendo perdere personalità ad ogni singolo ingrediente. Può essere servito come secondo piatto o come contorno di carne alla piastra. L’abbinamento ideale del con-­ torno è un vino pigato molto strutturato o, se usato come contorno di carne, un rossese di pianura o un ciliegiolo del Levante Ligure.

Maggio

Nelle valli interne diserba le patate e rincalzale più che puoi, in montagna semina le patate e trapianta le ortive del semenzaio. All’Ascensione (9) non si lavora e non si fa il formaggio. Ricorda che il maggio piovoso porta la peronospora. L’1 e dal 27 al 30 semina il mais per la polenta. NELL’ULIVETO Compaiono le infiorescenze: inizia a trattare contro l’occhio del pavone;; sfalcia o diserba; elimina le infestanti, il 9 è un giorno per gli innesti. NELLA VIGNA In riviera si vedono i primi grappolini; inizia a trattare contro la peronospora e oidio, rimuovi i germogli sterili e i polloni. NELL’APIARIO Fiorisce l’acacia, in riviera è tempo di prima smielatura: togli i telaini solo quando le cellette sono colme di miele e bene opercolate, sostituisci le regine vecchie e fai attenzione alle sciamature. NEL BOSCO Il 15 si chiude il Parole crociate a schema libero taglio per il ceduo e per il ca(il guitto) stagneto sopra i 200 m. Dal 3 all’8 taglia il legno che userai ORIZZONTALI: 1 Redattore de “ilCorniglianese”. 10 Serve per costruire attrezzi e utensili e i pali per la vigna. In un moper volare. 11 Segue Is nel contestato stadio del Cagliari. 12 mento tra il 19 e il 20 gli alberi La Buti de “ilCorniglianese”. 13 Affinché in latino. 14 Pronome personale. 15 Circondare di stima, detto poeticamente. 18 nei boschi si mettono a cantaAssociazione Nazionale Archeologi. 19 Hanno gli occhi a man- re; il legno tagliato in questo dorla. 20 Texas Occupational Therapy Association. 22 Artico- tempo è adatto per costruire strumenti musicali, come sapelo determinativo. 23 Noto santuario piemontese. 24 Attacva anche il liutaio Stradivari. cante della Fiorentina. 26 Poco frequenti. 27 Il Fehr attore IN CANTINA Ultimo imbottiisraeliano. 28 Fulmini. 30 Perugia. 32 Grande scimmia. 33 gliamento per i vini fermi: lo Ricoperta di peli duri e spessi. 35 Il sottoscritto. 36 La città americana del gioco d’azzardo. 40 Congiunzione eufonica. 41 puoi fare il 19 e dal 21 al 23. Liste. 42 Torino. 43 Con Tease Me in un single di Chiquito. 44 Trento. 45 Era salito sul sicomoro per vedere Gesù. 47 Artificial Intelligence. 48 Africa Orientale. 49 Teramo. VERTICALI: 1 Uno dei due ideatori de “ilCorniglianese”. 2 Il nome della Duse. 3 Serve a raffreddare il motore. 4 Affermazione tedesca. 5 Cittadina sarda. 6 Fanno esplodere fulmineamente la carica. 7 Ancona. 8 Iniziali dello stilista Armani. 9 I due nomi della prof. Frascio de “ilCorniglianese”. 15 Antica lingua 16 Nota musicale. 17 Col bue nel presepe. 21 Succhia il polline. 25 Ballano per il sultano. 28 Sondrio. 29 Adunata notturna di streghe e demoni. 31 Più faticosi da salire dei gradini. 32 L’usava il soldato al fronte. 34 Trieste. 37 Il più grande profeta biblico. 38 Si nomina col catodo. 39 Puntata minima a poker. 46 Olbia-Tempio.

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SOLUZIONI

ORIZZONTALI: 1 Sergio Daga. 10 ala. 11 arenas. 12 Leda. 13 ut. 14 voi. 15 onorar. 18 ana. 19 cinesi. 20 tota. 22 il. 23 Oropa. 24 Toni. 26 rare. 27 oded. 28 strali. 30 pg. 32 gorilla. 33 irta. 35 io. 36 Las Vegas. 40 od. 41 elenchi. 42 to. 43 Tinoh. 44 Tn. 45 Taddeo. 46 ai. 47 Ao. 48 Te.

Le verdure, i colori della primavera. Questa è la stagione del risveglio della natura, delle fioriture e dei prodotti dell’orto. Verdure e frutta cre-­ ano un arcobaleno capace di far sbizzarrire chiunque nella creazione di pietanze. Piatti semplici e di facile realizzazione mi hanno fatto ricordare il cartone “Ratatouille” dove un topino era lo chef. Nella storia tutti possono cucinare e per stupire il più famoso critico gastronomico fu usato un piatto povero: la ratatouille. Nelle ricette storiche genovesi c’è la ratatuia. Il termine, dal francese, pare derivi dal precursore di ravatto in genovese antico; sottintendendo che era un piatto della cucina di recupero. Gli ingredienti usati

Aprile 2013 >>> 9

VERTICALI: 1 Salvatore Pilotta. 2 Eleonora. 3 radiatore. 4 ia. 5 Oruni. 6 detonatore. 7 An. 8 ga. 9 Astri Lidia. 15 oc. 16 re. 17 asinello. 21 ape. 25 odalische. 28 So. 29 tregenda. 31 gradoni. 34 ts. 37 Elia. 38 anodo. 39 cip. 46 Ot

Riccardo Collu

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi


Aprile 2013 >>> 10

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Aprile 2013 >>> 11

“Vi racconto il Mostro, il dilemma lavoro e ambiente e l’ombra tragica del terrorismo” La prima volta che ho visto il Mostro sputare fuoco e fiamme ero in casa della Nelly, una delle donne di Cornigliano, così le chiamavano a partire dalla metà degli anni Ottanta, alludendo al quel gruppo femminile che si radunava al Mercato del pesce e le cui leader erano già Leila Maiocco, bellissima con la sua treccia bianca lunga, anzi lunghisssima e gli occhi di brace e Patrizia Avagnina, nera che sembrava un fiammifero pronto a prendere fuoco. Il Mostro stava davanti alla finestra della Nelly ed era un muro di acciaio, una montagna di ferro, mattoni, ciminiere, tubi anneriti. La Nelly aveva una casa pulita, ordinata, con i centrini sui tavoli al loro Franco Manzitti, autore dell’articolo, è giornalista e posto e le finestre sigillate. Finestre che scrittore. E’ stato direttore del quotidiano Il lavoro, non si aprivano mai, se no quel fumo che caporedattore del Secolo XIX, caporedattore di l'altoforno sputava e le fiamme e le scintilRepubblica e direttore di AGL per il gruppo le che partivano dalle ciminiere sarebbero editoriale L’Espresso entrati in casa e noi chissà cosa avremmo aspirato di quel cielo scuro che era Cornigliano intorno al Grande Stabilimento. Andavamo, noi giovani cronisti, in quelle case, in quelle strade, in quelle piazze a ridosso del Mostro, come si va su una frontiera. Di là c'è il nemico ma tu non puoi sfidarlo direttamente, invadendo il suo campo. Tu combatti dall'altra parte, cercando di spegnerlo, di azzittirlo. Noi andavamo a raccontare quella battaglia tra le donne, i fumi, la fabbrica con i suoi posti di lavoro. Ma non era facile quella battaglia, non era facile e si poteva capire subito perché, se uscendo da casa della Nelly o delle altre agguerrite signore, donne, ragazze del Movimento, beccavi l'ora di uscita degli operai dalla fabbrica, allora capivi che cosa si stava giocando a Cornigliano. La salute degli abitanti o il lavoro degli operai che uscivano a migliaia nel grigio di quella delegazione così aspramente violentata per piazzare lì il Mostro? Ma piena di lavoro, vissuta da generazioni intere che vi avevano trovato la casa, l'occupazione, la vita. Una volta, mentre da giornalista un po' più maturo rispetto a quella prima visita alla Nelly, stavo moderando un dibattito a Cornigliano, in una sala tumultuosa piena di donne, di sindacalisti, di operai, di politici silenziosi, con quelle facce di gente presa in mezzo, a un certo punto si alzò un vecchio militante del Pci, allora partito al fulgore della sua geometrica potenza politica e mi urlò con le mani aperte a megafono: “Belìn, giornalista, ma sei capace o no di fare la sintesi

Un’altra veduta aerea dello stabilimento siderurgico nei pressi della stazione ferroviaria e a pochi metri da via Bertolotti e via Cornigliano. Rimane tuttora attiva l’area a freddo del laminatoio

fabbrica, il Mostro, i terroristi, gli operai e i carabinieri a terra nel sangue. Rimbalzavi dalla sede dell'Ilva, in via Corsica, quando ancora si chiamava Italsider, dove i superdirigenti ti farcivano la testa di dati e prospettive siderurgiche, alla delegazione scippata ai genovesi a incominciare dagli Anni Trenta per via di quella grande fabbrica costruita sul mare riempito e venivi come investito da ondate contrapposte di diversi pareri e opinioni. Quello era il cuore del Ponente genovese, dove ne avevano combinate di tutti i colori, e Cornigliano ne era l'epicentro inequivocabile, perché l'Acciaieria stava lì, sopra il mare coperto da una delle operazioni più colossali di riempimento che la

Una parte fondamentale nella dismissione dell’area a caldo dell’Ilva l’hanno giocata le donne di Cornigliano riunitesi spontaneamente nel comitato “Salute e ambiente”

Nella foto aerea risalente agli anni ‘80, a ridosso della case di piazza Metastasio, l’altoforno dell’Ilva alimentato dalla cokeria. Nel 2002 sono state chiuse le cokerie per il loro impatto sulla salute

tra quelli che vogliono spegnere la fabbrica e mandarci tutti a casa e quegli altri che nella fabbrica ci vogliono investire altri miliardi e posti di lavoro?” Ecco, Cor-­ nigliano per noi era quel dilemma frontale che squassava le coscienze politiche e metteva in crisi ogni convinzione. Figurarsi quelle certezze di noi ragazzi-cronisti, che andavamo là per raccontare ciò che vedevamo, per ascoltare e riferire! Potevano sbatterti sul muso il match ambiente-lavoro, senza che tu trovassi una “acca” di risposta in un dibattito pubblico, ma anche nei cortei, nelle manifesta-­ zioni che prendevano in mezzo la Cornigliano che stavi scoprendo, nei comizi, nella politica di quegli anni così tesi, anche così drammatici, in mezzo al terrorismo delle Brigate Rosse, ben annidate anche dentro alla fabbrica, nascoste all'ombra del Mostro. Come dimenticare quella mattina tragica nella quale spararono in un bar, tra Sampierdarena e Cornigliano, ai carabinieri Tosa e Battaglini, che si erano fermati a bere un caffè? Eravamo lì, a tre passi dall'Italsider e che terribile incrocio: la

civiltà moderna avesse visto fino a quel punto. Ti raccontavano di come “era pri-­ ma”, ma stentavi a capire che una volta c'era il Castello Raggio, specchiato sul mare e la spiaggia e le barche e il profumo del salmastro e dei pesci. Ora c'erano le facciate dei palazzi anneriti ovunque e quella muraglia del Mostro, i cancelli della fabbrica che si perdevano verso Ponente, verso la stazione ferroviaria e poi avanti, verso l'aeroporto, verso Sestri, verso Multedo, verso Pra’, Voltri, una sfilata di muraglie e il mare tanto lontano che per raggiungerlo neppure ci saresti arrivato sparando una canna da pesca con un missile che avrebbe dovuto scavalcare le muraglie stesse, il Mostro, cataste di coils di acciaio, le banchine portuali delle navi, prima di tuffarsi in un mare livido. Un'altra volta che ero partito dalla redazione per Cornigliano, un vecchio e grande sindacalista mai sufficientemente rimpianto, Franco Sartori, che era l'anima del Ponente e che non avremmo mai più dimenticato, mi aveva fatto da guida e mi aveva portato in un'altura un po' dietro l'aeroporto, oltre l'acciaieria. Da lì si vedeva bene quel Ponente genovese devastato ovunque. “Vedi Manzitti mi aveva apostrofato, indicandomi con un gesto circolare tutta la costa dalla foce del Polcevera fino alle banchine del porto di Voltri - quando a Genova c'è un problema, cosa fanno e cosa hanno sempre fatto: lo imbelinano a Ponente”. Ho sem-­ pre pensato che Cornigliano abbia pagato un po' troppo quelle decisioni di scaricare a Ponente i problemi della città e che il suo destino sia stato irrimediabilmente segnato. Per questo la “mia” Cornigliano è una parte di Genova cui si deve an-­ cora un risarcimento che forse nessuno è più in grado di pagare.


Stefano Bernini Vicesindaco Comune Genova Ass. Urbanistica, Pres. Società per Cornigliano

Cornigliano presenta numerosi problemi e non tutti si possono risolvere costruendo cose. Alcuni di questi, come ad esempio il razzismo, dipendono dalla gente e solo la gente, usando la testa, può risolverli. Altri, invece, dipendono da chi ci coLettera aperta dei ragazzi manda. della classe II B Istituto Ad esempio la cattiva condizione delle strade e i continui Comprensivo Cornigliano lavori in corso, il traffico di via Cornigliano che costringe i professori a tenere chiuse le finestre delle classi che danno sulla strada anche in estate. Un altro problema è costituito dal depuratore che rende l’aria irrespirabile. Abbiamo sentito che vorreb-­ bero aprire nuovi centri commerciali nelle aree dell’ex Italsider ma noi siamo contrari perché questo farebbe chiudere altri piccoli negozi, quelli da cui ci serviamo ogni giorno, toglierebbe lavoro alle persone che sono gentili con noi e che ci conoscono. Vorremmo più soldi e più insegnanti per nostra scuola, soprattutto insegnanti di sostegno e vorremmo un centro di psicologi nel quartiere, a disposizione di noi ragazzi, per poter parlare dei nostri problemi. Vorremmo più spazi per giocare e incontrarci nel tempo libero, una biblioteca multimediale, un centro per i ragazzi che hanno i genitori che lavorano e al pomeriggio restano soli a casa. Noi siamo favorevoli alla costruzione della moschea perché ogni giorno viviamo fianco a fianco con i nostri compagni stranieri e abbiamo imparato che sono uguali a noi e pensiamo che debbano avere i nostri stessi diritti. Vorremo anche più autobus, in particolare il 62 e il 166. Speriamo che queste non restino solo parole e che almeno qualcuna delle cose che chiediamo si realizzi.

Enrico Da Molo Direttore Società per Cornigliano

Giuseppe Spatola Presidente Municipio VI Medio Ponente

Fabrizio Gelli Vicepresidente Municipio VI Medio Ponente

Ferruccio Bommara Ass. Lavori pubblici Municipio VI Medio Ponente

Molto animata e partecipata l'assemblea pubblica convocata dalla Pro Loco di Cornigliano a palazzo Spinola Narisano. Numerosi gli interventi e altissimo l’interesse anche se, per alcuni degli interrogativi posti in anticipo dal giornale agli amministratori, non c’è stato il tempo di risposte in quanto altre argomentazioni hanno prevalso. La prima “bella” notizia è arrivata da Stefano Bernini, vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Genova e presidente di Società per Cornigliano. Ha detto che ”la data di luglio 2014 (in anticipo di 6 mesi sul ritardo previsto di un anno, ndr.) verrà rispettata”. Altra news da Enrico Da Molo, direttore di Società per Cornigliano secondo cui “si sono finalmente conclusi gli studi sui flussi di traffico nella via Cornigliano lungo la quale oltre 26mila veicoli transitano mediamente ogni giorno e la stragrande maggioranza di questi è solo di transito”. Questo ci fa pensare che il surplus si riverserà automaticamente sulla nuova viabilità a mare consentendo una maggior pedonalizzazione della via. Sulla ubicazione dell’ospedale (Bernini) rimanda ogni decisione a fine anno quando, la società incaricata, si esprimerà sulla sua fattibilità a Bombrini o a Erzelli. Per il restyling delle vie Verona, Vetrano e Bertolotti le risposte le conosciamo già: “i lavori inizieranno a breve”. Aspettiamo speranzosi. Sull’ex mercato comunale risponde il presidente del municipio, Giuseppe Spatola, che ne assicura un utilizzo sociale assegnandolo, con pubblico bando, ad una o più associazioni consorziate in grado di gestire quello che dovrebbe diventare un centro pubblico multifunzionale che rivalorizzi questa parte degradata del quartiere. “Lo spostamento a mare del depuratore si fa-­ rà” (Bernini) ma Spatola non nasconde la lunghezza dei tempi stimabili in dieci anni (per l'esattezza “due lustri”, ndr.). Speriamo che questa data sia almeno quella della fine dei lavori e non del loro inizio. Alcuni cittadini hanno posto il problema della presenza di nomadi che occupano pubblici spazi con roulotte in assenza di ogni minimo requisito sanitario. Hanno risposto sull’annosa questione Bernini e Spatola. “Sono cittadini comunitari che vengo-­ no frequentemente controllati dalla forze dell’ordine e sanzionati quando necessario” (Bernini). “Difficile se non impossibile la soluzione al problema fino a quando non saremo in grado di creare campi di accoglienza” (Spatola). Infine il tema/problema moschea. I cittadini hanno fatto notare che sono in corso lavori di ristrutturazione all’edificio di via Coronata - di proprietà della comunità islamica - e che gli interventi di bonifica sull’amianto, a loro giudizio, pare non rispettino le normative di legge data anche la vicinanza ad abitazioni e alla scuola Volta. Alcuni hanno prodotto anche foto (una di queste è sulla copertina del giornale). Spatola si è impegnato ad avvisare gli uffici preposti ai controlli del caso mentre Bernini, in qualità di assessore all’urbanistica, ha informato che fino a quel momento per quell’immobile non è stato richiesto alcun cambio di destinazione d’uso. Fermi sull'impegno preso con i lettori, “il Corniglianese” darà sempre voce ai cittadini e spazio sulle pagine del giornale per far sapere che ci siamo e che siamo a disposizione della comunità nella sua interezza e nelle sue diverse opinioni. oerre

Cornigliano in Assem


L’edificio delle ex officine Passalacqua in via Coronata acquistato nel 2001 dalla comunità islamica Organizzata dalla Pro loco di Cornigliano si è svolta sabato 13 aprile presso il centro civico di viale Narisano, u n ’ a s s e m b l e a pubblica tra i cittadini e le autorità. Sul piatto i temi più caldi della delegazione raccolti anche attraverso la nostra testata. Al termine dell’incontro i temi più discussi sono stati: strada a mare, depuratore, mercato civico, ospedale, moschea provvisoria e nomadi.

Fotoservizio di Agostino Razzore, Carlo Guerra, Bruno D’Astice, Francesca Comparato

Cornigliano In Assemblea Cornigli

mblea

Strada a mare Restyling via Cornigliano, via Bertolotti, Verona e Vetrano Parco villa Bombrini, Ex mercato comunale, Villa Serra, Palestra villa Bombrini Spostamento depuratore, spostamento rimessa Amt Quanti soldi restano per la riqualificazione urbana


ilCorniglianese/eventi e tempo libero 25 aprile, come la politica può riscattare l’inerzia del passato Giorni fa, al rientro da una delle mie consuete visite al Cimitero di Coronata, mi sono soffermato nel piazzale che, dall’alto, domina una buona fetta della Valpolcevera. Ho spaziato in una veduta panoramica, sotto di me Ikea, Leroy Merlin, Decathlon, Sogegross, Unieuro e tante altre realtà commerciali e artigianali che nel volgere di poco tempo hanno soppiantato quanto di storico e radicato nel tessuto sociale ed industriale il ponente cittadino aveva espresso. Campi, queste quattro case che hanno dato al paese decine di uomini e donne la cui attività ha onorato l’Italia non ha più la sua cornice di ciminiere, capan-­ noni, grandi officine e quant’altro ne ha fatto la punta di diamante del polo industriale genovese. Almeno due generazioni di cittadini hanno lavorato nella SIAC, lottando, in tempi non remoti, contro i soprusi del regime. Continuo a guardare il panorama e col pensiero vado a ritroso nel tempo raccontandomi, mentalmente, quanto mi era stato detto dai vecchi “campesinjos”, grandi pro-­ tagonisti di uno storico passato. ”Era venerdì 16 giugno, poco dopo mezzogior-­ no, in corso Perrone scesero da una fila di autocarri soldati tedeschi e repubblichini, circondarono lo stabilimento e iniziarono a frugare in tutti i reparti facendo affluire le maestranze nel piazzale principale. Chi si era rifugiato in alto, non resistendo alla tentazione di guardare cosa succedeva sotto fu visto e catturato. Questi criminali in divisa smistarono con rigida calma 40 operai per ogni carro ferroviario. Una maledetta operazione che durò poco più di un’ora, dopo di che, il treno debitamente sigillato con catene e filo spinato ai finestrini fu pronto per essere avviato al confine”. Dall’alto della mia postazione cercavo di ricostruire, con l’immaginazione, la crudeltà di quei terribili momenti. Le urla, il dolore, la disperazione di uomini che avevano l’unico torto di essere lavoratori onesti, facenti parte di quella, sempre più numerosa, maggioranza silenziosa che mai si era espressa a favore di un regime repressivo, corrotto e immorale. Sono passati Adriano Sanna ha illustrato l’articolo di Quirico Mentasti tanti anni, ormai, molte cose sono cambiate ed anche se l’Italia non è ancora quella Patria che i Caduti della SIAC e di Campi avevano sognato, spinti da quanto ci è stato raccontato di quegli anni duri, dobbiamo continuare ad operare per il meglio. E’ necessario che questo nostro Paese affidi il suo futuro a persone consapevoli di quanti sacrifici hanno dovuto sopportare uomini ben più meritevoli di noi, di quanto hanno dovuto sopportare per rendere il nostro cammino più agevole. La politica si è trasformata in un arido esercizio di potere, fazioso, puramente burocratico e finalizzato ad aridi calcoli di convenienza. E’ necessario ricondurla alla sua reale essenza, cioè, l’espressione dell’impegno morale di chi liberamente è scelto e preposto ad espletare il suo compito di rappresentanza in piena onestà e nel rispetto del mandato ricevuto. La ricorrenza del prossimo 25 aprile deve sempre servire da monito ma, soprattutto, deve essere un momento di serena riflessione. Nessuno, posto innanzi all’attuale situazione di instabilità, deve farsi prendere dall’abulico disinteresse o, ancor peggio, scoraggiamento. Ram-­ mentiamo quanto scrisse Giacomo Ulivi fucilato il 10 novembre 1944, a soli 19 anni, a Modena dai fascisti: “Non dite di essere scoraggiati, Di non volerne sapere, Pensate che tutto ciò è successo Perché non ne avete più voluto sapere!”

Aprile 2013 >>> 14 Contro tutte le guerre, “N’azzardaeve” Il tragico simbolismo di Giulio Battifora No, anche se non cianzemmu ciù anche se a nostra primaveja poco a l’è duà, non se semmo scordae. Provaeve a tià sciù a testa, ne troviei turna tutti: antifascisti e partigen ommi de gexa, butteghè e artigen, sordatti de leva e reciammè ch’ei mandou a moui lontan da-e so moae. Quanti nommi me sovvegne! Nommi de ommi, de donne, figge e zueni, sposaè, fantin, povei e ricchi, nommi de compagni e de amixi, ghe saiemo tutti: morti e vivi. O Darin, chinz’anni, o cianzemmo ancon oua doppo tanti anni. O Luigin ne l’ei ammassou doppu appena dexe giorni de montagna, e quando semmo andàeti a ripigiaselo ean i giorni tremendi e belli de l’insurrezion, giorni de gioia streita ma pin d’emozion. O Motta, un ommo tutto dedito a famiggia, l’ei deportou e dai vostri campi maledetti o no l’è ciù tournou. O Edunchi: a leggenda da nostra zuventù. Braoù comme o pan, o l’ea sciortio pe andà a travaggià e a casa non l’han ciù visto ritournà.

O Onda de case popolari, un figgieu d’òu, l’ei mandou a combatte distante, distante. No s’è saciu ciù ninte. I tedeschi prixionè l’han pigiou. Mai o so corpo l’è staeto ritrovou. O Rossi, poae do Cesarin de Campi, antifascista puro comme tanti, a seu vitta pe-i atri o l’ha donou. Vou voemmo ricordà, o saià lì anche le, pronto a ricominça. O Pierin ch’ei assascinou do ‘23 o saià davanti a tutti pe ricordave ch’ei di gran farabutti. Ve troviei davanti E nostre compagne, tutti i figgi, i nevi e noé. E, a noiatri de Campi che semmo scampè, ne restou o dolore, çerto ma non se semmo scordae. Quindi staève attenti perché non voemmo ciù penà. E non voemmo cianze ciù! Comunque, se ne vedesci, se ne vedesci cianze, staé attenti: l’è pe poeise asciugà e lagrime, e vedigghe megiu. Quindi n’azzardaeve.

“N’azzardaeve”, ammonisce Giulio Battifora. Quando arrivi all’ultimo verso, un sen-­ timento di lacerazione e di indignazione invade l’essenza più intima dell’animo. Ha il sapore immondo dell’onta perpetrata nei confronti della dignità umana. Li ricorda tutti, Giulio, i suoi compagni ed amici di Campi e Cornigliano, quelli che subirono soprusi dagli aguzzini fascisti, quelli torturati dalle SS, quelli caduti sotto il piombo dell’invasore. Giovani e vecchi. Non solo per commemorarli. Come un dardo affilato, Giulio scaglia un avvertimento nei confronti di certo revisionismo in doppiopetto che di tanto in tanto rialza la testa nel tentativo di cancellare la memoria storica. La storia non si discute né si riscrive: nessuno potrà impedirle di fare giustizia. Non solo. La poetica di Giulio Battifora è intrisa di un magico simbolismo. Ogni singolo personaggio che l’autore rievoca raffigura l’olocausto delle vittime di ogni guerra e di ogni dittatura, qualunque ne sia la latitudine ovvero la posizione delle lancette sull’orologio della storia. Edunchi, uscito per andare a lavorare e a casa mai più tor-­ nato, evoca la tragica fine dei “desaparecidos” nelle prigioni dei dittatori sudamerica-­ ni. Motta, mai più tornato “dai vostri campi maledetti”, rappresenta l’olocausto di milioni di ebrei ed antifascisti sterminati nei lager nazisti. Darin, trucidato a quindici anni perché non volle tradire i compagni; Luigin, ammazzato dopo appena dieci giorni di montagna;; Onda, mandato a combattere “distante, distante”;; tutti insieme riportano alla mente lo sterminio di tante vittime inermi sotto le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, come nelle gelide steppe russe, come nel vile attentato alle Torri Gemelle. Ora il vento del terrore si è placato, conclude Giulio Battifora. “Ma non ci siamo dimenticati: provate a rialzare la testa e ci ritroverete tutti, con le nostre compagne i figli i nipoti e le nuore: i vivi e i morti”. E, infine, come un fremito che erompe dalle pieghe più recondite dell’animo, il severo monito: “State attenti, se ci vedeste piangere: è per potersi asciugare le lacrime e vederci meglio”. “N’azzardaeve”. Pubblicata per la prima volta nell’aprile 1996, all’interno del volume di poesie a cento mani “Campi Mon Amour 2”, immagini e parole nel cassetto, “N’azzardaeve” ha ricevuto attestati pubblici e premiazioni in vari concorsi di poesia. Flavio Battifora


ilCorniglianese/eventi e tempo libero

Fave e salame in compagnia Grande festa al circolo S. Giacomo Il comitato “Amici commercianti di Cornigliano” organizza per domenica 5 maggio dalle 15,30, presso il circolo parrocchiale San Giacomo di via Tonale la manifestazione “Fave e salame… in compagnia” fantastico intrat-­ tenimento con musica, balli e karaoke (in caso di maltempo la manifestazione sarà annullata). Il comitato è anche presente all’interno dell’iniziativa “Il Mare in vetrina” legata all'evento Slow Fish organizzata insieme alla Biblioteca F.D. Guerrazzi.

“Dolce delizia”, la scelta di Cinzia e Giovanna “Dentro il ring o fuori: non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra». La frase di Muhammad Ali sembra scritta per Cinzia e Giovanna, giovani gestrici della nuova caffetteria “Dolce delizia” inau-­ gurata ad aprile in via De Cavero, la vecchia strada un tempo cuore commerciale del quartiere e oggi esposizione di serrande abbassate. In questo periodo di grandi incertezze, chi ci prova non è solo un eroe della sua città. Non è facile la scelta quando spesso ci si sente abbandonati dalla politica, dalle istituzioni, dagli enti e lasciati soli a combattere. A Cinzia e Giovanna i doverosi auguri di buona fortuna da tutta la comunità. oerre

Aprile 2013 >>> 15

Slowfish: 23 aprile - 17 maggio Cornigliano, tradizioni e memorie di mare Mostra fotografica e bibliografica Pane e pesci In collaborazione con Auser Cornigliano, pasticceria Le Rose, comitato Amici commercianti Cornigliano, Associazione dilettantistica pesca Cornigliano e privati cittadini 3-17 maggio Vie del quartiere

Il mare in vetrina 1° concorso per il miglior allestimento di vetrine a tema. Iniziativa a cura del comitato “Amici commercianti Cornigliano”

7 maggio ore 17.00 Centro civico Villa Spinola viale Narisano, 14

Storie di mare Proiezione del video “T/N Leonardo da Vinci” di Ugo Nuzzo e Claudio Serra. Attraverso ricordi e testimonianze, la storia di un grande transatlantico. Saranno presenti gli autori in collaborazione con gli “Amicidellabiblioteca”

8 maggio ore 16.30 Biblioteca Guerrazzi

I mercoledì della Olga Dialogo a più voci sulla salatura delle acciughe, le tecniche di pesca e i problemi del nostro mare in collaborazione con associazioni del territorio e privati cittadini A seguire momento conviviale con piccoli assaggi

15 maggio ore 14.30 Biblioteca Guerrazzi

Premiazione ufficiale dei vincitori del concorso “Il Mare in vetrina” alla presenza della giuria Reading collettivo a cura degli “Amicidellabiblioteca” A seguire, piccolo rinfresco

Dal 23 aprile al 17 maggio Biblioteca Guerrazzi

Un tuffo nel blu Laboratori marini per le scuole dell’infanzia ed elementare. Letture ad alta voce, disegni, ricette e consigli per una buona… pesca


ilCorniglianese/sport

Aprile 2013 >>> 16

“Stare nel mezzo” di una grande Società Pappi spiega ai Pulcini il motto di Ozanam

Successo del terzo Memorial “Falangola” Un lungo applauso per salutare Francesco

Il calcio per definizione è di per se sempre lo stesso, quello che fa la differenza è sostanzialmente chi lo segue da vicino, chi lo insegna, portando con rispetto l'appellativo di “mister”. Questo per conoscere meglio Antonio Pappi, nato a Ferrara per trasferirsi poi negli anni '60 a Genova. Sportivo fin da ragazzo, pratica il suo ultimo approccio con il calcio giocato con la S. S. Casabona, gloriosa “vecchia” Società sportiva di Cornigliano degli anni '70. Inizia ad allenare con gli allievi della A.S. Corniglianese per tre anni, per poi trovare la Società che per lui rappresenta un punto d'arrivo inamovibile, il Circolo F. Ozanam di via Tonale, fino a definirla la sua seconda casa. “In pochi forse sanno - dice Pappi- che i bambini praticano sempre meno gli sport in generale, stanno più volentieri a casa a giocare al computer o a guardare la televisione e questo succede perché non ci sono più insegnanti di educazione fisica nelle fasce scolastiche più basse come avveniva ai miei tempi”. Ricordando il bicentenario della nascita del beato Federico Antonio Ozanam, giornalista Nato a Ferrara, Pappi allena i Pulcini 2004 presso il Circolo F. Ozanam laico educatore e grande esempio di fede e carità, col suo motto “stare nel mezzo”, Pappi aggiunge: ricordo il compianto Padre Giacomo durante un suo incontro con tutti noi, disse “per essere dei buoni educatori anche sportivi, occorre arrivare al cuore dei ragazzi regalando consigli che possano aiutarli alla crescita durante il loro cammino”. Vederlo al lavoro con la sua leva, attualmente allena i Pulcini 2004, si capisce subito quanto entusiasmo manifesta loro spiegando con pazienza, movimenti e tattiche di gioco. “Con i piccoli conclude Pappi - non è molto importante insegnare tattica ma ciò che devono fare quando sono in possesso della palla. Esempio: posizione in campo, per evitare che tutti corrano appresso alla palla, guidare la stessa con piccoli tocchi esterno/ interno sia con piede destro che con il sinistro, ma soprattutto rispetto educazione e correttezza fuori e dentro il campo. Devo ringraziare questa Società per tutta la disponibilità che mi viene riposta, presidente in testa ma anche tutto lo staff dirigenziale per l'armonia con cui si riesce a seguire tutti i ragazzi, con l'unico scopo di mantenere alto il nome di questa gloriosa Società. Sergio Daga

Al campo Italo Ferrando di Cornigliano si è disputato il 25 aprile il Memorial Francesco Falangola, giunto alla sua terza edizione. Questa manifestazione sportiva merita di essere annoverata come uno dei tornei più prestigiosi e rappresentativi nel palmarès del calcio giovanile. Il Memorial si è svolto con la formula di tre quadrangolari per le leve della Scuola Calcio 2001/2004/2006. Hanno partecipato al Memorial, oltre alla società organizzatrice, la A.S.D. Corniglianese, l'U.C. Sampdoria, la S.C.D. Ligorna, l'A.S.D. Coronata S. Michele, il G.S.D. Olimpic Pra’ Palmaro, l'A.S.D. Fegino, e l'U.S. Don Bosco. Pronti, via. Nei tre campi divisi per categorie, fa gli onori di casa la Corniglianese affrontando le rispettive formazioni di Ligorna 2005, 2003 e l'Olimpic Pra’ per la leva 2001. Il bilancio della prima fase di qualificazione è stato più che soddisfacente per la Corniglianese che riuscirà a chiudere il torneo disputando due delle tre finali per il primo e secondo posto e una per il terzo e quarto, affrontando senza timore reverenziale la più quotata compagine della Sampdoria per la leva 2005 per poi arrendersi ai calci di rigore. Stesso discorso per la leva 2003 dove si è fatta sentire l'assenza di qualche elemento nella formazione titolare, meritando in finale il terzo posto battendo il Fegino. La leva del 2001, vincitrice della scorsa edizione, ha dato vita ad un testa-atesta con il Ligorna, perdendo la finale di stretta misura se pur con qualche rammarico di sfortunata natura. Merito quindi alla società del Ligorna che ha fatto man bassa di trofei battendo ai calci di rigore la Sampdoria con la leva 2003. Ottima, come sempre, la partecipazione della U.C. Sampdoria alla quale va riconosciuto il merito di avere delle squadre ben guidate da un ottimo staff tecnico. Hanno inoltre ben figurato anche il Fegino, sempre presente anche nelle precedenti edizioni, presentando la squadra più giovane per la leva 2003. Stesso discorso per il Don Bosco classificatosi al terzo posto battendo nettamente il Ligorna. L'A.S.D. Coronata S. Michele ha mantenuto alta la sua tradizione da ottima squadra finalista battendo l'Olimpic Pra’ per 4 a 2 conquistando il terzo posto con la leva 2001. Ha chiuso il Memorial l'incontro Corniglianese-Sampdoria per la leva 2000, vinta dai blucerchiati per 2 a 0. Con dovuto rispetto al giusto merito di vincitori e vinti, va riconosciuto il senso sportivo nel quale le squadre si sono affrontate rendendo il Memorial molto entusiasmante, coinvolgendo gara dopo gara il pubblico che gremiva gli spalti del Ferrando con continui applausi. Molto commovente la cerimonia di premiazione, quando il presidente della Corniglianese, Pino Mango, ha offerto ai genitori di Francesco Falangola, una targa del Memorial in ricordo del loro ragazzo, tutto il pubblico ha attribuito una standing ovation alzandosi in piedi ed applaudendo con rispetto. I dirigenti organizzatori del Memorial, unitamente a tutto lo staff che ha collaborato, ringraziano vivamente le Società partecipanti e la famiglia Falangola, dando appuntamento per il prossimo anno, ben lieti di ospitare nei loro impianti la quarta edizione. Sergio Daga

Ginnastica Calasanzio, nuovi successi A tutta dritta verso la Coppa delle Regioni Il 6 e 7 aprile si è svolto il campionato regionale ENDAS di ginnastica artistica per la qualificazione ai Campionati Nazionali GAM-GAF che si terranno a Pisa dal 30 maggio al 2 giugno. Ginnastica Calasanzio si è imposta come la società col maggior numero di partecipanti, in tutto 90 iscritti nelle 4 categorie. I ginnasti hanno conseguito importanti successi individuali con 15 campioni regionali, 18 medaglie d'argento e 9 medaglie di bronzo. Il totale dei qualificati è di 39 elementi e, visto l'alto numero, Ginnastica Calasanzio tenterà di aggiudicarsi il trofeo di società nei campionati di serie A, B e C, lottando, anche, per qualche titolo nazionale individuale. Insieme ad altre società liguri tenterà di mettere le mani sulla Coppa delle Regioni che si ottiene sommando i migliori punteggi dei partecipanti. Così, dopo le qualificazioni alle gare nazionali di Federazione, un altro importante traguardo è stato raggiunto a conferma del lavoro e dell'impegno di tecnici e atleti.

Al termine del torneo intitolato a Francesco Falangola, i genitori ricevono dal presidente della Corniglianese, Pino Mango (a destra nella foto), la targa ricordo della manifestazione sportiva (foto Bruno D’Astice)

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Aprile 2013 >>> 17

Ventura, uno di noi

“Un abbraccione a te e a loro. Ho girato tutta l’Italia ed ho conosciuto molte persone però gli amici d’infanzia sono quelli che, pur stando anni senza incontrarli, quando ci si rivede, è come se il tempo si fosse fermato” Avevo più volte contattato telefonicamente il corniglianese Giampiero Ventura, allenatore del Torino, perché mi concedesse un’intervista, non ottenendo però alcuna risposta. n ottenendo però alcuna risposta. Gli avevo allora inviato presso la sede della società piemontese un plico contenente le domande che intendevo rivolgerli, una pendrive con le stesse domande, il mio numero telefonico e una busta già affrancata, con la quale avrebbe potuto inviarmi quanto gli avevo chiesto. Passati alcuni giorni rimango col dubbio d’essere stato invadente. Una sera provo con un sms: «Mister, posso telefonarle?» Mi giunge la risposta:«Chi sei?» “Sono Guido Pallotti de ilCorniglianese”. Arriva la telefonata:«Scusami ma mi hanno svaligiato la casa: un caos indescrivibile in mezzo al quale chissà dove sarà finito il materiale che mi hai inviato. Se però mi telefoni domani alle 22, facciamo l’intervista». É propone di darci il tu. La mia chiamata della sera dopo gli giunge fuori casa, a cena. Mi dice che mi avrebbe telefonato, appena rientrato, però non succede. Il mattino dopo, sabato, ricevo la sua telefonata con la quale si scusa per avere disatteso l’appuntamento della sera e mi dice di telefonargli quello stesso pomeriggio alle quattordici e trenta quando sarebbe stato in ritiro con la squadra. All’ora fissata lo trovo disponibile e affabile. D. Raccontami della tua vita a Cornigliano. V: “Ho frequentato asilo e elementari, poi ho proseguito al Calasanzio. Calcistica-­ mente, invece, ho fatto tutta la trafila nelle giovanili della Sampdoria, dagli esordienti alla primavera e nel ’77 ho iniziato ad allenare quale secondo di Giorgio Canali. Di Cornigliano ho magnifici ricordi, gli amici di allora e, pur non abitando più a Genova, appena posso, faccio un giro in macchina per la delegazione per rinverdire i ricordi piacevoli e -come potrebbe essere altrimenti?- di gioventù”. D. Hai ricordi del mare di Cornigliano che ci hanno scippato? Leggendo che 17 squadre da te allenate sono… sul mare, sembra che a livello inconscio, tu lo abbia sempre cercato. V: “Proprio così: il mare di Cornigliano non l’ho mai visto ma ne ho sentito così tanto e bene parlare che pure io mi sono sempre sentito derubato di qualcosa di prezioso ed a parità di prospettive ho sempre scelto di allenare squadre appartenenti a città che vi si affacciano”. D: Come ilCorniglianese abbiamo intervistato Mike, l’autore del gol che permise alla squadra dell’Uguaglianza di Cornigliano, nella secon-­ da metà degli anni ’60, di vincere il 2° torneo al Palasport. Ricordi quell’evento? V: “Eccome se lo ricordo. Noi corniglianesi eravamo sugli spalti a fare un tifo in-­ diavolato, poi i caroselli con le moto e le macchine in giro per la delegazione. Mi

sarebbe piaciuto far parte di quella squadra ma ero tesserato per la Sampdoria e il regolamento del torneo e della società stessa impedivano ai vincolati di una società professionistica di parteciparvi”. D. Qual è stato il giocatore più completo che hai allenato? E chi potenzialmente avrebbe potuto esserlo? V: “Il nazionale uruguayano Fabian O’Neill, l’ho allenato a Cagliari, giocatore po-­ tente e di classe, non gli mancava niente per essere un top ten;; l’aveva pure acqui-­ stato la Juve per 35 miliardi. Non riuscì a confermarsi come le sue enormi doti gli avrebbero permesso di fare per via dei suoi difetti caratteriali che lo portarono a fare una vita non adatta ad un atleta”. D. Di Chiorri che mi dici? Quando la Samp nelle coppe giocava a Cremona, per via del rifacimento del Ferraris, si vedeva uno striscione lungo tutta una gradinata: “Alviero is magic”. V: “Alviero era nato per giocare al calcio: era stato baciato da Dio (testuale);; ricor-­ do che in una partita d’allenamento sostituì Garella in porta e parò altrettanto bene. Senza dare colpe a nessuno, non era stato aiutato nella crescita e quando Paolo Mantovani assunse la presidenza, era troppo tardi; si era ormai cucito addosso il suo personaggio. Bersellini lo voleva portare con sé all’Inter ma gli preferì Beccalossi”. D. Ho sentito alla radio che Prandelli, dopo l’europeo, aveva avuto in-­ tenzione di lasciare l’incarico della Nazionale;; sono convinto che sare-­ sti stato l’alternativa perfetta, per istruzione, professionalità, carisma e profonda conoscenza del mondo del calcio e della mentalità dei calciatori. Ci hai mai fatto un pensiero? V: “Lippi mi disse che aveva fatto il mio nome quale suo successore;; quelle però sono strade percorribili da chi sa proporsi in un dato modo. Lo stesso vale per le grandi squadre di club; mi è stato spesso chiesto perché non ne ho mai allenato una;; il motivo è identico a quello che ho appena detto”. D. Un tuo grande merito, oltre che a portare innovazioni negli schemi, è quello di saper sfruttare al massimo le potenzialità dei giocatori che hai a disposizione, impostandoli pure in ruoli diversi da quelli per i quali erano stati acquistati. Ricordo che nella Sampdoria ‘99/2000, avevi messo Ficini, un centrocampista di regia, come difensore centrale, come sta facendo adesso Rossi con Palombo, Sannino e, prima di lui, Gasperini nel Palermo con Donati e, a volte, Conte con Marrone. V: “Solo per fare un esempio, la difesa a tre che tanto va di moda adesso, l’avevo già adottata e con profitto nel ’95, a Cagliari. Per quanto riguarda i calciatori: Piz-­ zarro l’ho trasformato nel grande centromediano metodista che è adesso;; Ranoc-­ chia e Bonucci, due debuttanti in serie A e Alvarez, uno sconosciuto, con me a Bari hanno raggiunto le rispettive nazionali. Adesso nel Toro, Cerci e Basha hanno ottenuto lo stesso ambìto risultato e ce ne sono stati molti altri”. D. Per quale motivo dopo essere stato il mister della Samp in B hai detto che mai più avresti allenato una squadra della tua città? V: “Perché nella tua città sarai sempre la persona della porta accanto e mai potrai imporre completamente le tue idee, non tanto ai giocatori quanto a tutto l’ambiente che circonda la squadra. Mi è stato proposto di allenare un paio di vol-­ te il Genoa, non ho accettato proprio per questo motivo. D. Vedo spesso Carletto Gatto, Biscia e Barone, li saluterò da parte tua. V: “Un abbraccione a te e a loro. Ho girato tutta l’Italia ed ho conosciuto molte persone, però gli amici d’infanzia sono quelli, che pur stando anni senza incon-­ trarli, quando ci si rivede, è come se il tempo si fosse fermato”. Grazie, Mister, per la disponibilità e, quando potrai e se vorrai, saremmo onorati se venissi a trovarci nella sede del giornale a Campi. Ci contiamo.

ilCorniglianese

COLORI VERNICI E GENERI VARI Via Cornigliano 108 R 16152 Genova

Tel. 010.6533316


ilCorniglianese/rubriche L’avvocato risponde Caro Avvocato, sono proprietaria di un fondo urbano al quale si accede attraverso una strada privata, di proprietà di un condominio, confinante con la mia proprietà. La servitù di passaggio in favore della mia proprietà venne costituita circa cinquant’anni or sono, all’epoca della costruzione del condominio, mio vicino. In base al titolo, io ho diritto di transito sia pedonale che carraio sulla detta strada di proprietà del condominio. Devo tuttavia evidenziarle che il cancello che dà accesso al mio fondo è solo pedonale e che sia i miei genitori, prima di me, sia io successivamente siamo sempre transitati pedonalmente. Posso allargare il varco della mia proprietà al fine di accedervi con la mia auto o il diritto di passo carraio si è oramai estinto? G.S. Cara Signora, ai sensi dell’articolo 1075 del Codice Civile ‘la servitù eserci-­ tata in modo da trarne un’utilità minore di quella indicata nel titolo si conserva per l’intero’. Questa disposizione è riferibile all’ipotesi in cui l’utilità si modifica solo quantitativamente rimanendo inalterata invece dal punto di vista quali-

tativo, come è nel suo caso. Secondo la giurisprudenza (Cass. 2216/79) le innovazioni al fondo dominante non eccedenti il limite previsto dall’art. 1067 c.c., da cui conseguirebbe una maggiore gravosità per il fondo servente rispetto a quanto era prevedibile al momento della costituzione del diritto, possono essere apportate senza alcun limite temporale rispetto all’epoca del sorgere della servi-­ tù, tenuto conto che, sulla base dell’art. 1075 c.c., la maggior utilità tratta dalla servitù per effetto dell’innovazione deve considerarsi già potenzialmente compresa nel titolo costitutivo della stessa (Cass. 5385/96). Lei mi conferma che, da cinquant’anni, i suoi danti cau-­ sa prima e lei successivamente, avete esercitato sempre la servitù, seppur solo pedonalmente. In base alla norma che le ho ora indicato, il diritto di passo, anche carraio, quindi non si è estinto ed il fatto che lei sino ad ora abbia transitato solo a piedi non osta a che lei possa oggi allargare il cancello al fine di accedere alla sua proprietà con la sua vettura. Detta innovazione era già potenzialmente compresa nel titolo costitutivo della servitù che attribuisce al suo fondo il diritto di passo pedonale e carraio sulla strada del condominio. Avvocato Matteo Savio

Aprile 2013 >>> 18 La Cucina di nonna Papera (Leda Buti)

Storia delle ricette che hanno fatto la storia Cristoforo Colombo Genova 1451-Valladolid 1506

Cristoforo Colombo, il più grande navigatore di tutti i tempi, cominciò a viaggiare in età giovanissima, per conto di una compagnia commerciale. Stabilitosi a Lisbona, sposò nel 1480 Felipa Moniz Perestrello, figlia di Bartolomeo, marinaio e gentiluomo italiano, emigrato in Portogallo e probabilmente fu proprio in casa del suocero che assaggiò il coniglio alla portoghese. In questi anni Colombo, attraverso attenti studi nautici e geografici, si convinse che fosse possibile trovare, navigando verso ovest, una via più breve per le Indie e dopo molte ricerche anche attraverso fonti antiche, presentò il suo progetto ad Alfonso, re del Portogallo. Il re non accolse la proposta dell’audace navigatore che, profondamente deluso, si rivolse ai sovrani di Spagna,

Ferdinando e Isabella, disponibili a finanziare la coraggiosa impresa. Il resto è storia nota a tutti ed è con il 1492 che, convenzionalmente gli storici, fanno iniziare l’età moder-­ na cioè l’epoca delle grandi scoperte geografiche, di nuove terre e piante, quali, per esempio, la patata, il pomodoro, il mais e la melanzana, destinate ad essere grandi protagoniste nelle cucine di tutto il mondo.

Numeri utili

Pronti interventi

I resti di Cristoforo Colombo riposano dal 1898 in un elaborato catafalco esposto nella cattedrale spagnola di Siviglia

Coniglio alla portoghese Ingredienti: un coniglio medio, 1 cipolla, spezie in polvere (carvi, zafferano, pepe, zenzero) 30g burro, ½ bicchiere di aceto fette di pane, sale. Procedimento: cuocere nel burro una cipolla tritata finemente, aggiungere l’aceto e le spezie, mettere il coniglio tagliato a pezzi e completare la cottura. Servire sopra a fette di pane un poco tostato. I carvi sono frutti normalmente usati interi. Hanno un sapore pungente simile all’anice. Vengono adoperati come spezie nei paesi del Nord Europa per aromatizzare il pane, in particolare quello di segale, simile al cumino. Un piatto senza spezie è come un giardino senza fiori.

Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570 Cornigliano Comune 0106500068 Croce Bianca 010651276 0106512817 Illuminazione pubblica 800523188 A.C.I. 803116 Taxi 0105966 ASL Guardia medica 010354022 CUP prenotazioni 0105383400 AMT Linee e orari 0105582414 Trenitalia Orario treni 92021 Aeroporto C. Colombo Informazioni 01060151


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Aprile 2013 >>> 19

Mercato immobiliare, le ragioni di una crisi Prezzi in ribasso e opportunità di acquisto Dall’analisi del mercato immobiliare genovese, monitorato dagli Agenti immobiliari appartenenti alla Fiaip, si è evidenziata una contrazione dei prezzi, sia nel comparto residenziale che in quello commerciale, ed un crollo del volume delle compravendite. Continua ad essere caratterizzato dalla persistente debolezza della domanda in tutti i comparti. Le criticità della situazione economica generale e delle prospettive del settore, associate alle difficoltà di accesso al credito per famiglie ed imprese, rendono il settore nel complesso in forte contrazione sebbene con dinamiche differenti. La logica conseguenza dell’attuale fragilità è rap-­ presentata dall’inevitabile allungamento dei tempi medi di compravendita che, in tutti i comparti, si attesta su livelli record: 9/10 mesi. Il divario tra prezzo richiesto e prezzo di realizzo è minore nella zona costiera di levante, ovvero tra Albaro e Nervi, mentre maggiore è la differenza in tutta l’area di ponente e nelle periferie. In centro, Carignano, Castelletto e Pegli si registra una flessione dei valori seppur contenuta. Così come nei quartieri popolosi di Sestri Ponente, Marassi, San Fruttuoso e Foce. Flessione che si accentua a Sampierdarena, Cornigliano, Rivarolo e Bolzaneto. Anche in Centro storico assistiamo ad una flessione dei prezzi ma in maniera molto diversificata e territoriale in base alle molteplici e differenti caratteristiche

delle unità immobiliari che di mutuo da potenziali e ridurre l’incertezza che caratterizzano la città vec- acquirenti di età inferiore tanto incide su una decichia. Discorso a parte per ai trent’anni. Ma la preca-­ sione di acquisto imporl’hinterland genovese dove rietà lavorativa in cui si tante come quella della oltre a importanti proble- trovano queste persone e casa. matiche di accesso al cre- le precarie condizioni eco- Occorre tuttavia precisare dito ci sono anche difficol- nomiche rendono difficile che in questo scenario si tà legate al collocamento ottenere un finanziamen- aprono delle opportunità di abitazioni di nuova co- to. di acquisto: il ribasso dei struzione. Le tipologie I l 2013, s e c o n d o prezzi che si è avuto nel nuove potranno subire un l’Osservatorio Immobilia-­ 2012 consentirà a coloro ribasso dei valori per esse- re Fiaip, non avrà un an- che hanno il capitale o che re collocate sul mercato, di damento molto diverso potranno ottenere un conseguenza anche le uni- dal 2012: difficile ipotizza- mutuo di acquistare a tà immobiliari usate se- re una svolta del mercato prezzi molto vantaggiosi. gnaleranno una contrazio- immobiliare se lo scenario ne dei valori massimi. Nel- economico non dovesse Andrea Scibetta le grandi aree della riviera, dare segnali di ripresa in Agente Immobiliare Rapallo e Chiavari in parti- grado di restituire fiducia FIAIP colare, ci aspettiamo un ribasso dei prezzi seppur più contenuto rispetto a Genova. Anche i canoni di locazione sono in ribasso a causa della minor capacità di spesa, e di risparmio, dei potenziali inquilini. Il comparto dei negozi evidenzia una maggior tenuta delle unità immobiliari posizionate in zone di passaggio, tuttavia, anche in questo settore, i canoni sono in diminuzione. Nelle agenzie immobiliari Fiaip continuano ad arrivare richieste Nel ponente genovese il divario tra prezzo richiesto e prezzo di realizzo di un immobile è maggiore rispetto alla media cittadina (nella foto: zona Campi e Coronata)

Dal 1972 al vostro servizio

La salute Occhio alle allergie Arriva la primavera, il tepore e le belle giornate ma, ahimè, si ripresentano puntualmente le allergie. Chi ne soffre conosce la congiuntivite: prurito agli occhi, bruciore, lacrimazione si manifestano nel 95% di chi soffre di rinite allergica. Ma cosa avviene nell'occhio quando un allergene entra in contatto con la congiuntiva? Dopo circa 15 min compare un arrossamento che raggiunge il picco nel giro di un'ora, per poi regredire nelle successive 24. Durante la stagione di pollinazione, l'occhio è sottoposto allo stimolo da parte di allergeni e quindi si verifica una continua infiammazione. Le congiuntiviti allergiche sono provocate dai pollini di graminacee, parietaria e altre piante arboree. Quelle perenni sono legate all’ipersensibilità nei confronti degli acari della polvere o del pelo degli animali domestici o delle muffe. Una congiuntivite è allergica quando per più di un'ora al giorno compaiono rinite, prurito oculare, lacrimazione e arrossamento. Questi sintomi devono essere bilaterali. L'oculista deve individuare una cura per alleviarla (il sintomo principale da gestire è il prurito). In commercio esistono differenti principi attivi: steroidi, antistaminici e decongestionanti associati agli antistaminici. I cortisonici pur efficaci hanno effetti collaterali e, nel lungo periodo, possono determinare un aumento della pressione oculare con comparsa di glaucomi. I colliri con antistaminici associati a decongestionanti sono da usare con cautela e per tempi brevi poiché il decongestionante può causare un peggioramento dopo la sospensione del farmaco. I colliri a base di antistaminici garantiscono un’azione immediata e non tossica per la struttura dell'occhio. Tanti colliri da banco sono efficaci e sicuri e possono essere consigliati dal farmacista con ottimi risultati. Lo stesso valuterà se indirizzare il paziente dallo specialista o al pronto soccorso soprattutto quando la patologia è frequente e quando il farmaco di automedicazione non ha risolto il problema. Dottoressa Jose Cuffaro, farmacista


ilCorniglianese/la bacheca

Aprile 2013 >>> 20

ilCornigliamesexmese

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Dagli altri municipi

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La sezione di Genova dell’Anag anche quest’anno è riuscita ad organizzare un corso di 1° livello per Aspiranti Assaggiatori di Grappa. Grazie alla collaborazione e la sinergia fra Anag e l’Istituto per i servizi alberghieri e ristorativi “Marco Polo” sare-­ mo ospiti nella prestigiosa struttura per lo svolgimento dello stesso. Il corso è strutturato in cinque lezioni serali a frequenza settimanale. I giorni di svolgimento saranno i lunedì 6 – 13 – 20 – 27 maggio e lunedì 3 giugno 2013 dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Il costo del corso è di 180 euro e comprende materiale didattico, valigetta con bicchieri da degustazione, iscrizione sociale per l’anno 2013 comprensiva dell’abbonamento a due riviste del settore. La sede come sopra accennato è l’Istituto Marco Polo di via Sciaccaluga 9, dotato di parcheggio. Le preiscrizioni si possono fare all’indirizzo e-mail: genova@onaf.it, il corso si svolgerà con un numero minimo di 20 partecipanti. Attendiamo le vostre adesioni. Per l’Anag Liguria e Genova Riccardo Collu e Antonio Del Giacco

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Genova Quarto

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Rendicontazione dei servizi prestati dall’Associazione SOLELUNA nel mese di marzo 2013

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IL CERCHIO DELLA DANZA Incontri tra culture a Corniglia-

Cerchiamo insegnante di fitness per zona Cornigliano. Inviare curriculum: danzaingenova@virgilio.it

no a passo di danza, con musica e racconti a cura di: Gruppo Storico Sestrese, Associazione Futuro Primitivo, Lengua Madre Amiga, Associazione Luanda, Associazione Passi e Ri… passi, Coordinamento ligure Donne Latinoamericane, Associazione Nuovi Profili, Centro Civico di Cornigliano. L’iniziativa alla sua terza edizione ripropone la condivisione tra culture e tradizioni. L’idea è di ripercorrere legami, miti in comune delle danze tradi-­ zionali partendo da alcune modalità determinate dall’evoluzione nel tempo. Tre serate a tema: “il cerchio, la catena, la quadriglia e la coppia aperta”. La festa finale del progetto, promosso dal Centro Civico di Cornigliano, con le associazioni danze popolari, si terrà il 5 maggio ore 16, 30 a Villa Bombrini in via Muratori 5

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ilCorniglianese/associazionismo

Aprile 2013 >>> 21

Energia pulita, coltivazioni biologiche e parco acrobatico Visita guidata con la natura a portata di mano volto anche a famiglie e scuole allo scopo che le nuove generazioni possano diventare consapevolmente adulte. Lungo il percorso didattico, che si arricchirà presto di una nuova aula, è possibile camminare sugli antichi sentieri che collegavano il quartiere di Cornigliano a Borzoli e che venivano percorsi a Sandro Ottonello ideatore dell’azienda agroenergetica piedi. Lungo questi antichi sentieri è posE' molto orgoglioso del suo sibile ripercorrere la storia lavoro e del suo ruolo sociale, locale e comprendere le usanSandro Ottonello, quando ci ze e le abitudini delle persone racconta della sua azienda. In che hanno popolato questa una comunità che richiede zona nei secoli scorsi fino ai quantità sempre crescenti di giorni nostri. La vasta estenenergia per soddisfare le pro- sione terriera risulta diversifiprie esigenze in un quadro cata nei suoi utilizzi. Un'area è ambientale che ha visto, negli dedicata alla coltivazione bioultimi decenni, l'incremento logica di ortaggi e alberi da della temperatura media mon- frutto circondata da una vasta diale dovuta all'immissione in estensione boschiva particoatmosfera dei gas serra, le no- larmente importante dal punstre abitudini quotidiane stan- to di vista faunistico mentre no provocando un generale una piccola porzione è stata peggioramento delle condizio- destinata ad insediamento ni ambientali per cui risulta artigianale per la costruzione evidente come sia necessario dell'impiantistica meccanica un cambiamento ad iniziare di quanto realizzato. Il parco è dal modo di produrre energia. anche un parco acrobatico su La protezione dell'ambiente a fune dove si può, in completa livello globale necessita quindi sicurezza, mettere alla prova l'inserimento di nuove energie le vostre energie in un percorcapaci di ridurre le emissioni so di circa un chilometro dalle di gas serra, in particolare tipologie diverse: 1) visita guidell'anidride carbonica, pro- data di base della durata di dotti dall'attività umana. L'a- circa 2 ore che comprende la zienda A g r o e n e r g e t i c a visita agli impianti solari ed P.E.S.E.A. Liguria di Sandro eolici del parco ed una breve Ottonello, situata in località escursione naturalistica. Testa di Cavallo sul confine tra 2) visita guidata approfondita Cornigliano e Borzoli, è un della durata di circa 3 ore nel esempio virtuoso di produzio- percorso di cui sopra ma con ne di energia da fonti rinnova- dettagliati approfondimenti bili perfettamente integrata in tecnici sugli impianti solari ed un contesto rurale a pochi pas- eolici esistenti nel parco. Quesi dal centro cittadino e facil- sta visita è particolarmente mente raggiungibile con i mez- adatta a studenti degli istituti zi pubblici (AMT, linea 62). tecnici che nei loro programEssa è fruibile attraverso un mi trattano questi argomenti. progetto didattico di sensibiliz- 3) visita guidata + laboratorio zazione sull'energia pulita ri- della durata di una mattinata

Nell’azienda, situata sulle alture fra Cornigliano e Borzoli, c’è spazio anche per un parco acrobatico attrezzato

in cui si potranno apprendere che è possibile cucinare col sole costruendo una cucina solare, costruire un anemometro con semplici materiali come plastilina, penne, bicchieri, ecc.., inventare l'eco casa proponendo soluzioni per progettare una casa a risparmio energetico e non inqui-

nante. Le guide che operano all'interno del parco appartengono all’A.D.M., Associazione didattica museale, di Genova che da anni opera nel settore dell'educazione ambientale. Si possono avere informazione e prenotare visite contattando i numeri 0185/358313 3929717158 oppure scrivendo

una e-mail a francesca.balletti@diagnosienergetic he.it. In conclusione il parco rappresenta una assoluta novità nel panorama della didattica ambientale in Liguria per cui è possibile immaginare sviluppi positivi di questo progetto nato a pochi passi da noi. oerre

Patrizia con il marito e presidente Rocco Pilato

Una pala eolica e un’altra più grande da installare (vedi foto) assicurano all’azienda la produzione di energia da fonti rinnovalbili

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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ilCorniglianese/come eravamo/come siamo

Aprile 2013 >>> 22

“Cittadini e fedeli si tassarono per comprare la terra E lì costruirono una chiesa e un campo da calcio” di Olga Corsi Seconda puntata Ogni tanto c’è un sogno ricorrente che mi riporta a quei decenni lontani. Riavverto con emozione le stesse sensazioni di allora. A ponente, quando l’autostrada era di là da venire, nella valle sotto la Badìa di sant’Andrea, poco più a nord della stazione elettrica, c’erano enormi prati con altissimi nu-­ merosi ciliegi. Il sole tra le fronde colorava di smeraldo la folta erba. L’acqua pura di un ruscello scorreva, levigando magistralmente le pietre delle rive, formando una spettacolare cascatella ed una pozza limpidissima. Un po’ freddina pure d’estate ma non si desi-­ steva dal fare allegri bagni, ogni volta che, provvisti di merenda a pane, burro e sale (o zucchero), ci si avventurava, dalla strada, giù per la china, tra arbusti, rovi e pietraie che nei ruzzoloni sbucciavano le gambe. Dopo un po’, per le soventi escursioni, si formò un bel sentiero, niente più sassi e spine. La goduria di quelle gitarelle, valeva bene il fiatone della risalita. Quando sorse il terzo palazzo fu costruita una scalinata, di oltre duecento scalini in pietra, che arriva sino alla crosa san Giacomo. Raggiungere la chiesa e poi il tram per andare a scuola in meno di dieci minuti per i ragazzi fu uno scherzo. Anche agli adulti pareva di sognare. Non si lamentava nessuno, neppure al ritorno, sebbene un po’ più faticoso. Con la costruzione del quarto, ci fu un evento strepitoso: l’Amt (che allora si chiamava UITE) inserì una nuova linea su per la collina: un piccolo mezzo negli orari utili per studenti ed operai. La strada, senza sbocco veicolare, prolungata a congiungersi con la crosa, non consentiva il passaggio di mezzi grandi. Quella che ancora oggi chiamiamo corrierina era sufficiente per restare in paradiso ma non più fuori dal mondo. Accanto al capolinea si formò un ampio spazio, i nonni volonterosi lo recintarono con una rete per accogliere senza pericoli le carrozzine dei nuovi nati

ed i piccolissimi che avevano appena smesso di gattonare. Pur se oggi è diventato un parcheggio, c’è qualche anziano che, come allora, continua a chiamarlo “il pollaio”. Che sballo la corrierina per i ragazzi delle superiori. I vari autisti che si succedevano nei turni (altro che “non parlare al condu-­ cente”) sopportavano, sorridendo, tut-­ to il fracasso, partecipavano agli ingenui discorsi, agli scherzetti, ma anche ai piccoli dispiaceri degli studenti. Co-

mangono comunque, un po’ presun-­ tuosamente, “per conto loro”. Manca solo la chiesa. Con entusiasmo tutti gli abitanti del piccolo nucleo si tassarono per regalare alla parrocchia, retta dai frati domenicani, il denaro necessario per acquistare il terreno a levante sotto di essi, affinché fosse costruita una nuova grande cappella. A quell’epoca i fedeli praticanti erano tantissimi. In attesa dell’auspicata realizzazione del progetto che avrebbe richiesto parecchi

Panorama di Cornigliano visto da via dei Sessanta -- Cartolina Collezione Bellini noscevano i ragazzi uno ad uno. Incredibili, ma vere, la pazienza e la disponibilità: se qualcuno non era quel giorno nel gruppo, si informavano dai compagni. Erano andati tutti a scuola? Poteva succedere che qualche tram di linea facesse perdere la coincidenza per l’ultima corsa allora rimandavano la partenza anche di parecchi minuti per aspettare il ritardatario. Certo, a piedi, con la scalinata e le gambe buone, non sarebbe stato un dramma ma nei giorni di freddo e pioggia e con la fame... mica c’erano i motorini. Pian piano i primi palazzi lassù, diventano sei e molti altri delimitano tutta la ripida strada che si riempie di tanti negozi. Insomma, un piccolo paese nel paese. Come nella “via Gluck”, il cemento ha divorato i prati. I “magnifici sei” ri-­

anni di lavoro, per evitare ai molti anziani il disagio di recarsi alla chiesa parrocchiale, pensarono di alienare un magazzino adibito a deposito di enormi mucchi di reste di aglio e, dopo averlo ben bene imbiancato e bonificato dall’orribile odore che vi si era inse-­ diato, donarono alla parrocchia anche questo locale da trasformare in una cappelletta. Un frate vi celebrava ben due frequentatissime Messe domenicali ed una catechista vi teneva gli incontri per i bambini di lassù. Siamo giunti quasi alla fine degli anni settanta. Quei ragazzi, ora trentenni, a loro volta genitori della terza generazione, guardano verso il sorgere del sole, dalle finestre, il fazzoletto di terra, ultimo baluardo delle erbe di campo, un vero peccato capitale non utilizzare l’invidiabile

polmone verde. Nonni e genitori, dandosi la voce, si armano di zappe, pale, rastrelli e vanghe; la domenica piegano la schiena verso la bassa terra, estirpano le erbacce, concimano le piante buone, sarchiano, livellano, memori di remoti semplici appaganti svaghi. I nuovi bambini guardano stupiti ed incuriositi. Quale sorpresa stanno preparando nonni, mamme e papà? Ben presto nasce il pomposamente battezzato campetto. Lo si attrezza con due porte fatte di tubi “Innocenti” per il gioco del pallone (non certo regolamentare, ma a chi poteva importare?) e con un gioco da bocce del tutto casalingo. Nel frattempo i padri scolopi hanno sostituito i domenicani e le due messe vengono celebrate nella cappelletta dal giovane ed entusiasta padre Pier Giorgio Olivieri che, con vero senso artistico, impegnandosi materialmente di persona, anno dopo anno, sino alla sua morte, con il contributo delle generose elemosine continuerà ad abbellirla, trasformando la semplice stanza imbiancata in vera e propria chiesetta: un bel portone col Crocifisso, splendide piccole coloratissime vetrate, mimetizzato nella perlinatura un armadio a muro che all’occorrenza può trasformarsi in confessionale, piastrelle del pavimento in cotto, l’altare su un gradone con dietro, alla parete, un grande dipinto raffigurante il Calvario. Non mancano neppure le quattordici stazioni della Via Crucis, realizzate in terracotta e donate dalla signorina Carola Dufour. Non sto a dire quanta gente e quanti amici di altre zone partecipassero alla messa di mezzanotte a Natale e alla Domenica delle Palme: molti erano coloro che dovevano seguire le funzioni da fuori nella strada. Così succedeva, ed ancora succede, per i rosari in suffragio dei defunti del mini quartiere. Padre Giacomo, sino all’ultimo, ha voluto recitarli personal-­ mente spendendo parole bellissime su quanto la piccola comunità fosse coesa. (continua)

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ilCorniglianese/e.mail e lettere alla redazione cenno. E’ giunto il momento che ci facciamo sentire. Non possiamo sempre subire le decisioni altrui. E non possiamo pensare soltanto a noi stessi. Spettabile Corniglianese, Chiediamoci questo: i giovani, uno dei molti argomenti trat- quelli di oggi e quelli di doma-

Ospedale di vallata. Sì, ma dove?

la ringraziamo per l’attenzione che ha rivolto all’intervista con il parroco argentino che incontrò Jorge Bertoglio, allora arcivescovo. Lei ha ragione: un arcivescovo non può nominare nessun cardinale -come appariva nel testo-: è un compito che spetta solo al Papa. Continui a seguirci perché solo con l’aiuto dei nostri lettori riusciremo a migliorare il giornale.

Moschea, viabilità e sicurezza: i problemi rimangono Spettabile Pro loco Corniglia-

L’area della Badia di Erzelli, uno dei due siti su cui potrebbe sorgere l’ospedale di vallata no, voglio esprimere i miei

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complimenti per la puntuale opera di informazione inerente lo “stato di salute” della nostra

cui la comunità islamica necessita. Da Nervi ad Albaro, poi Lagaccio, tutte le possibili aree utili sono state osteggiate da popolazione o istituzioni valutandole non adeguate per viabilità o per problemi di sicurezza; adesso torna in auge Coronata con addirittura il ridimensionamento del servizio pubblico, come se la dimensione del serpente di asfalto che percorre la collina, permettesse l'agevole scorrimento del traffico in entrambe le direzioni. Tutti i giorni la strada è percorsa da mezzi di ogni tipo, autobus, automobili, autocarri, furgoni, scooter e pedoni: sì, pedoni, visto che gli unici tratti ove è presente un marciapiede, lo stesso viene adibito a posteggio, riducendo ancora la dimensione della strada. Come già riportato sul vs mensile del mese di marzo, lo stabile è in ristrutturazione e a pre-

Visto dall’alto l’edificio di via Coronata destinato a diventare luogo di culto islamico

delegazione e la mia perplessità circa i quesiti che verranno posti agli amministratori nello svolgimento della assemblea del 13 aprile. In verità non è soltanto mia la perplessità ma riguarda la maggioranza dei residenti del quartiere di Coronata, visto che tra i quesiti non figura la collocazione della futura moschea per la comunità islamica. Sono anni che vengono eseguiti sopralluoghi e valutati gli eventuali impatti su viabilità e “convivenza civile” per definire una sede opportuna a questo luogo di culto di

ilCorniglianese

tati nell’ultima riunione del ni, quale delle due soluzioni “gruppo di lavoro” è stato preferirebbero? q u e l l o , or m a i st o r i c o , Mauro Gandolfo dell’ospedale di vallata. Non più ormai sull’opportunità di costruirlo a Cornigliano o al- Papa Francesco e i trove ma sul “dove”, a Corni-­ gliano: se cioè nell’area ex Ilva suoi cardinali o agli Erzelli, ipotesi contemplata recentemente da sindaco Alla cortese attenzione della Doria e governatore Burlando. redazione, segnalo l'errore inPare che per la soluzione ex d i v i d u a t o n e l l ' a r t i c o l o Ilva insista in termini quasi "Ho conosciuto Papa Francesco perentori, adducendo motiva- alla fermata del bus". "per aver zioni logistiche (più facile ac- nominato cardinali circa 25 cessibilità), la Valpolcevera, o sacerdoti l'anno" un vescovo meglio, il PD della Valpolcevera. Credo fermamente invece che il desiderio dei corniglianesi sarebbe di vedere realizzate in quest’area entità pro-­ duttive capaci di offrire opportunità lavorative, il parco verde, impianti sportivi ora assenti nel quartiere, una visione d’insieme che induca alla sere-­ amministra il Sacramento dell' nità e all’ottimismo alla sensa-­ Ordine ai sacerdoti, mentre zione che la nuova Cornigliano solo al Papa compete la nomina è finalmente compiuta. Agli dei cardinali. Certo si è trattato Erzelli vada l’ospedale, magari di un refuso, tuttavia ho prefepoco visibile ma presente, vici- rito informarvi soprattutto perno, rassicurante, facilmente ché l'intervista è molto interesraggiungibile. Volutamente sante e verrà letta da tutti. non ritorno sulla possibilià di Complimenti per il vostro lavocostruire un teatro o ro! Cordiali saluti. auditorium, nella consapevo- Lorenza Bottaro, affezionata lezza, ormai consolidata, che il lettrice, anche se di altra zona, termine “cultura” sia a Corni-­ grazie alla professoressa Fragliano una sorta di tabù e tac- scio. ciato di snobismo chi vi faccia Gentilissima signora Bottaro,

Aprile 2013 >>> 23

scindere della destinazione d'uso, ciò è un bene per la comunità ed il proprietario rivendica i suoi diritti ma, non dimentichiamo che abbiamo tutti dei diritti verso qualcuno. Tutte le lavorazioni eseguite da privati ed i mezzi per poterle eseguire devono tener conto di orari e procedure, che sono uguali per tutti e che non intralcino il corretto svolgimento delle attività giornaliere di chicchessia. Con l’occasione vi porgo i miei saluti e complimenti ancora. Silvia&Paolo

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Quelli della redazione Italo Ebolo Da circa un anno, il nostro collaboratore è lo speaker ufficiale della A.S.D. Corniglianese 1919. Persona semplice, squisita nei modi, disponibile a tutte le evenienze, è entrato da subito nel palinsesto della Società, da tutti è ben voluto e stimato per la sua professionalità. Per dieci anni speaker alla Sestrese calcio e, nelle calde estati, brillante speaker al torneo San Giovanni Battista, fiore all’occhiello della delegazione sestrese. L’amore per il microfono è sempre stato il suo hobby preferito ma non solo: a livello amatoriale si occupa di pallanuoto e scrive per alcuni giornali regionali e nazionali. Lunga vita alla sua proverbiale bella voce. Ci fa piacere ricordare che il 25 aprile Italo ha festeggiato i suoi primi 50 anni di matrimonio. Auguri dalla redazione.

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Grande tifoso genoano e appassionato della storia rossoblù. La sua grande passione è il calcio e, nonostante sia un “apprendista” giornali-­ sta nel settore cronaca, un giorno vorrebbe essere promosso “opinionista sportivo” presso una delle principali televisioni genovesi. Attualmente studia presso la Facoltà di scienze della comunicazione a Savona e conta di laurearsi entro il mese di ottobre. Lavorare all'interno della macchina dell'informazione è sempre stato il suo grande obiettivo ma ultimamente ha scoperto di cavarsela anche come operatore televisivo e magari, un giorno, potrebbe diventare la sua vera professione. Ha colto al volo l'occasione di collaborare con “Il Corniglianese” in quanto ha l’opportunità di scrivere di Genoa e di conseguenza di condividere pubblicamente le sue conoscenze e opinioni con un determinato pubblico di lettori. Per Riccardo un’esperienza decisamente importante.

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