ilCorniglianese Gennaio 2013

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

A villa Bickley c’è l’Alzheimer cafè

Anno II Numero 1

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Spatola, la mia Agenda per Cornigliano >> 3

Mensile

Ventura: “Garrone, uomo d’altri tempi”

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<o Cornigiòtto>

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L’Agenda Cornigliano 2013 tra sogni e speranze

2013. Tutti hanno un’agenda: è la parola d’ordine del nuovo anno. L’agenda Monti;; l’agenda Berlusconi, completa di numeri e foto;; l’agenda Bersani, dove non troverete la lettera R(enzi);; l’agenda rosso-Ferrari di Montezemolo e persino l’agenda Grillo. Cornigliano ha la sua agenda? Sì: ci sono sogni, speranze, realtà

Gennaio 2013

Ma s’io aves-­ si previsto tutto questo di Enrico Cirone

Gennaio. L’Ilva cambia: di-­ venta “Industria, Lavoro, Valo-­ re e Ambiente”. Basta con l’acciaio, la produzione si con-­ verte ai rotoli di carta: è più igienica. Febbraio. Bersani vince le elezioni. Il bianco di Coronata si scioglie e diventa rosso. Marzo. Il sindaco Doria in bicicletta inaugura la Strada a mare. In ritardo il presidente Burlando: aveva imboccato la Strada contromano. Aprile. La facoltà di Ingegne-­ ria si sposta finalmente agli Erzelli. Non ci vorrà molto a capire che si tratta di pesce (d’aprile, appunto). Maggio. Cresce l’entusiasmo dei cittadini di Sestri per il nuovo svincolo Corniglianoaeroporto-autostrada: all’inaugurazione segue un fitto lancio di chiodi a tre punte. Giugno. Si apre la stagione balneare. All’altezza del casello di Cornigliano si registrano i primi intasamenti dei turisti milanesi che per l’estate hanno scelto le nostre spiagge. (continua a pagina 7)


ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Gennaio 2013 >>> 2

Mazzette e manette: stroncato il cartello degli appalti Genova High Tech denuncia: “Giù le mani dal Polo ” creato un vero e proprio ”cartello” che controllava gli appalti per la costruzione e l’avanzamento del polo. In pratica, sempre secondo l’accusa, le ditte esterne non potevano lavorare all’interno dell’area se non pagavano tangenti. I quattro, tre ingegneri ed un imprenditore, sono stati sottoMazzette e manette La denuncia è scaturita dall’amministratore delegato di Genova High Tech S.p.A. posti a misura che un anno fa si presentò presso il Nucleo investigativo dei Carabinieri di Genova cautelare nelRestano agli arresti domiciliaCasaretti, 42enne di Parma, ex l’ambito dell’inchiesta su pre-­ ri, raggiunti da un’ordinanza direttore tecnico dell’Aurora sunte tangenti pagate per la di custodia cautelare, Carlo Costruzioni (società con còmcostruzione del polo tecnologiAzzariti Fumaroli, 40enne di piti di costruction co degli Erzelli, a Genova. I Napoli, già consulente management, controllo dello reati contestati sono associadell’Aurora costruzioni, ex stato di avanzamento dei lavo- zione a delinquere finalizzata responsabile delle opere di ri, nulla osta per i pagamenti alla truffa ed estorsione aggraurbanizzazione previste dei lavori ed altro, effettuati vata. L’indagine è stata con-­ nell’ambito della costruzione dalle ditte per conto della sodotta fin dal suo inizio dai del Parco tecnologico degli cietà Genova High Tech carabinieri con personale del Erzelli, e l’imprenditore geno-­ S.p.A.); mentre aveva concesso Nucleo investigativo del Covese Roberto Accinelli, due dei gli arresti domiciliari a Giumando provinciale di Genova, quattro indagati nell’ambito seppe Luperto, 48enne di san con il concorso dell’ Arma lo-­ dell’inchiesta su un giro di Donato di Lecce ma residente cale, a Parma, Caslino d’Erba tangenti da un milione e 300 a Como, già dipendente (Como), Napoli e Varazze. Tra mila euro. Lo hanno deciso i dell’Aurora costruzioni ed ex loro spicca, infatti, la figura di giudici del tribunale del Riesa- responsabile della manutenun genovese residente nel come di Genova. Il Riesame, due zione impianti che era detenu- mune del levante del Savonesettimane fa, aveva disposto to già in carcere. se. Si tratta di Roberto Acciche restasse in carcere Enrico I quattro sono accusati di aver nelli, 39 anni, amministratore

94 esuberi, 50 trasferimenti Ericsson, “prendi i soldi e scappi?”

unico della Ilca, impresa che opera nel cantiere degli Erzelli, con sede legale in Varazze. L’attività investigativa è scatu-­ rita dalla dettagliata denuncia sporta dall’ingegner Piero Mensi, amministratore delegato di Genova High Tech S.p.A., che esattamente un anno fa (nel mese di gennaio 2012) si era presentato presso gli uffici del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Genova riferendo che, nel corso di alcuni incontri, un imprenditore bresciano gli aveva riferito di essere vittima di un’estorsione perpetrata da Casaretti, Luperto, Azzariti e Fumaroli. I quattro, secondo la denuncia, abusando della loro posizione all’interno dell’Aurora costru-­ zioni, avevano costretto l’imprenditore a versare loro del denaro in contanti, minac-

ciando, in caso contrario, di ritardare i pagamenti dovuti, dietro il pretesto di cavilli formali. Lo sviluppo delle indagini che il 12 marzo dello scorso anno aveva portato alla perquisizione domiciliare degli indagati ed al sequestro di denaro e documentazione di rilevante importanza, consentiva di appurare che l’attività delinquen-­ ziale degli ingegneri/tecnici dell’Aurora costruzioni era in realtà molto più ampia. Gli investigatori hanno ottenuto infatti riscontri di molteplici estorsioni ai danni di varie imprese operanti nel Polo tecnologico, costrette a pagare anche per non andare incontro a varie condotte ostruzionistiche o contestazioni sulla qualità dei lavori. Enrico Cirone

Manette e mazzette L’indagine è stata condotta fin dal suo inizio dai carabinieri con personale del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Genova, con il concorso dell’Arma locale, a Parma, Caslino d’Erba (Como), Napoli e Varazze

«Ai lavoratori ho ribadito l’impegno delle istituzioni affinché sia convocato in tempi rapidi

dal ministero dello Sviluppo un tavolo con Ericsson che in quella sede dovrà fornire certezze sul futuro». L’assessore regionale allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli, ha confermato che «la Regione è al fianco dei lavoratori perché non è chiaro che cosa voglia fare Ericsson a Genova e in Italia. Condanniamo i metodi che l’azienda sta adottando per obbligare i lavoratori ad accettare la mobilità volontaria, forzature e ricatti perpetrati a danno dei lavoratori più deboli». La Regione aveva accolto positivamente l’insediamento a Erzelli di Ericsson, dove l’azienda si era trasferita grazie anche alla collaborazione delle istituzioni regionali e nazionali che avevano convogliato sull’operazione finanziamenti pubblici. Gianni Pastorino, segretario Flc-Cgil, ha chiesto di voler «sapere che cosa fare del sito di Genova, perché Ericsson ha incominciato a liberarsi di 94 dipendenti ma nel frattempo ci ha convocati a Roma per dire che altri 50 lavoratori saranno mandati via dal sito di Genova nelle sedi di Milano e Roma per le operazioni commerciali». Così 200 lavoratori di Ericsson sono scesi in piazza a Genova la settimana scorsa contro il piano di mobilità dell’azienda che ha da poco inaugurato la sede nel polo tecnologico degli Erzelli. I manifestanti hanno raggiunto Palazzo Tursi per un incontro con la Giunta comunale. Cesare Avenia, amministratore delegato di Ericsson, sarebbe dovuto arrivare a Genova per un incontro con enti locali, Comune, Regione e sindacati per discutere la vertenza che li vede impegnati da quando Ericsson ha dichiarato 374 esuberi, di cui 94 nel capoluogo ligure, ma non si è visto. In Municipio si è svolto un incontro con la giunta. Una rappresentanza di lavoratori ha incontrato il vicesindaco Bernini e gli assessori Guccinelli e, del Comune, Oddone, oltre ai capigruppo del consiglio comunale: gli enti hanno assicurato il loro impegno perché si possa attivare al più presto un tavolo nazionale e ottenere un incontro al ministero dello Sviluppo economico. E. C.

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Inchiesta/3 Feedback: verifichiamo i problemi Spatola: “I miei primi 210 giorni”

Giuseppe Spatola (1959), PD Dal maggio 2012 è il presidente del VI Municipio medio ponente di Genova

I primi 210 giorni da

to comunale per far partire i lavori di ristrutturazione mirata; - Villa Serra: occorre trovare una destinazione d’uso che sia all’altezza del suo presti-­ gio architettonico, mi piacerebbe potesse essere destinata ad attività culturali, artistiche, museali di alto pregio e di richiamo; - si stanno ponendo le basi perché si giunga alla costruzione del nuovo depuratore ma l’iter sarà lungo e, nel frattem-­ po, devono essere prese tutte le misure per ridurre i noti disagi che costituiscono un problema anche di carattere economico, perché molte attività a carattere soprattutto commerciale, lamentano che il calo della clientela non sia solo dovuto alla crisi, ma anche alla scarsa attrattività che l’area presenta;; - il Demanio sta elaborando un progetto di ristrutturazione della caserma Marabotto (ex Panificio militare) che ospiterà, a ristrutturazione avvenuta, una sede della Polizia di Stato; abbiamo chiesto al Questore (riscontrando una sensibilità e disponibilità squisita da parte sua) che venga valutata la possibilità che al suo interno si possa prevedere una palestra, un presidio di tipo sportivo, che continui ad ospitare chi già esercita un’attività anche di forte valenza sociale; - con il Demanio ci siamo incontrati per parlare della ristrutturazione del manufatto che ha ospitato la Bocciofila e che ora, grazie agli interventi di Società per Cornigliano, verrà abbattuto e rifatto, risanandolo e rendendolo compatibile alla normativa perché ritorni alla cittadinanza; -Valletta rio San Pietro, oltre ad essere un polmone verde importantissimo deve diventare

presidente. Impressioni. Più che di impressioni parlerei di conferme. Questi primi mesi mi hanno confermato ciò di cui ero consapevole dopo cinque anni di impegno nel Municipio medio ponente, ossia la complessità e la quantità di problemi da affrontare e risolvere, in un contesto di scarsità di risorse e di esiguità di poteri delegati al Municipio. Ma ho ricevuto anche la conferma della vivacità sociale del territorio che ha risorse (morali, associative, ecc.) che consentono di essere ottimisti. Sotto questo profilo, Cornigliano, che ora sto conoscendo più a fondo, si rivela perfettamente in grado di ritrovare un equilibrio sociale, economico, urbanistico ed ambientale che, per anni, è stato continuamente violato, ma altrettanto faticosamente ricercato. Il Municipio può e deve giocare un ruolo importante. Agenda Spatola. Quante pagine per Cornigliano? Parecchie. Provo a fare un elenco di questioni scritte in “agenda”, senza pretesa di esaustività: - completamento della strada a mare: deve essere pronto il progetto e partire la ristrutturazione di via Cornigliano, il principale snodo su cui ruota l’intero programma di Il presidente Spatola riceve riqualificazione ; i cittadini di Cornigliano tutti i lunedì pomeriggio a villa - stiamo lavorando per deciSpinola Narisano su appuntadere al più presto quale sarà mento al n. 010.5576214 la destinazione dell’ex merca-­

luogo di aggregazione sociale; ogni ostacolo a questa destinazione deve essere rimosso (corretta manutenzione, illuminazione, sicurezza e pubblica fruizione, decoro), mentre deve essere incoraggiata ogni iniziativa che la valorizzi ulteriormente. E ora i temi non urbanistici. Cornigliano ha subìto continue aggressioni ai propri equilibri, anche sociali, ed ora è alla ricerca tenace, appassionata, generosa, di un nuovo equilibrio che includa e valorizzi il proprio patrimonio sociale e umano. Il tessuto associativo gioca un ruolo fondamentale e va sostenuto così come vanno sostenute le iniziative di aggregazione e solidarietà. Quali temi per il 2013? Vorrei che tutte le questioni esposte venissero al più presto definite, l’attenzione è rivolta a tutte contemporaneamente. Tuttavia, ne indico alcune su cui

di misure che attenuino (o annullino) il disagio relativo al depuratore. Cimitero, moschea, ex mercato comunale e autoparco. Per il cimitero di Coronata non sono ottimista, almeno per il breve periodo. I cimiteri sono classificati secondo il numero di tumulazioni annue. Il nostro è di prima categoria ma, nonostante ciò, l’esiguità dei fondi a bilancio per i cimiteri lascia immaginare che non si riusciranno ad effettuare lavori di manutenzione straordinaria se non a medio/ lungo periodo e ciò dipende da scelte che può effettuare il Comune a livello cittadino. Non mi risulta che ci sia alcun progetto relativo ad una moschea a Cornigliano. Leggo che l’Amministrazione comunale sta cercando altri siti rispetto a quello del Lagaccio (individuato dalla giunta Vincenzi), in particolare si parla dell’area prospi-­

proprietà al fine di non pagare più l’affitto. Ciò potrebbe avve-­ nire solo previa acquisizione delle autorizzazioni, ristrutturazione e bonifica dell’immobile. Abbiamo effettuato un controllo presso gli uffici comunali e non risulta, a tutt’oggi, che alcuna procedura sia stata avviata. Ritengo che l’area limitrofa al cen-­ tro storico sia la più gradita alla Comunità musulmana e possa farla soprassedere dal trasferimento a Cornigliano della sala di preghiera. Autoparco: la complessa operazione ha visto coinvolti Comune, Autorità portuale, Società per Cornigliano e Gruppo Spinelli e sta per essere formalizzata rendendo possibile la costruzione del nuovo depuratore. Le cose dovrebbero andare così: l’area su cui sorgerà il nuovo impianto di depurazione, di circa 15.000 mq., sarà ceduta dall’Autorità portuale al Comune di Genova;

L’impianto dell’ex mercato comunale

Via Coronata, l’immobile ex Passalacqua

Depuratore, l’area sarà ceduta al Comune

si devono fare dei passi avanti: l’elaborazione di un progetto definitivo per via Cornigliano; la definitiva progettazione sull’ ex mercato comunale e, possibilmente, l’avvio delle procedure per la sua ristrutturazione; gli interventi sui giardini Melis e l’individuazione di un adeguato utilizzo di Villa Serra;; l’adozione

ciente il Porto antico. Peraltro, la Comunità musulmana che possiede l’immobile ex Passalac-­ qua di via Coronata, ha rinunciato ad utilizzarlo in attesa che il Comune scegliesse l’area su cui erigere la moschea. Quest’attesa dura da sette anni ed in tutto questo tempo la Comunità musulmana ha pagato e paga l’affitto per una sala di pre-­ ghiera a Sampierdarena. Ho preso contatto con il presidente della Comunità musulmana e mi è stato detto che, dopo così lunga attesa, se il Comune non provvedesse ad individuare il sito per la moschea, non escluderebbero di trasferire la sala di preghiera nell’immobile di loro

la stessa è ora occupata dai containers del Gruppo Spinelli, il quale potrà permanere sulle rimanenti aree fino al 2018; il Comune pertanto ospiterà, fino alla liberazione delle aree oggi occupate dai containers, l’autoparco, razionalizzando l’area di Campi su cui già stazio-­ nano i mezzi pesanti. Dopo il 2018 la partita si riapre e si spera che l’autoparco possa essere realizzato, come previsto, in area portuale con la liberazione di spazi in àmbito cittadino. (Fine prima parte)

Il cimitero di Coronata è di 1^ categoria

Nel numero di febbraio la seconda e ultima parte Nelle puntate precedenti i feedback sono stati di Amorfini, Bommara, Lecce e Valli


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Burlando: ”Contrordine, ospedale agli Erzelli”

Doria perplesso e Vincenzi: “Rottamato Renzo Piano” Da almeno quindici anni è nell’agenda dei desideri della Regione. Da sempre chiodo fisso del governatore della Liguria, Claudio Burlando che, prima di concludere il secondo mandato (primavera 2015) vuole almeno avviare la progettazione di tre nuovi ospedali (il nuovo Galliera, il Felettino della Spezia, un monoblocco La collina degli Erzelli. Lungo il versante sud (nella foto) potrebbe ad Arma di Taggia) più altri sorgere l’ospedale del Ponente due territoriali, a Cairo Montenotte e Pontedecimo. Serve intanto uno studio di fattibilità che dovrà essere pronto entro l’autunno per iniziare a fare i primi conti con Roma ad inizio 2014. Perché Erzelli, perché la Badìa, area già di proprietà della Regione? La “soluzione Bombrini” potrebbe perdere quotazioni intanto per l’appetibilità del terreno in zona portuale sulla quale ci sarebbe l’interesse di alcune aziende e poi perché, secondo semplici documentazioni, l’area sarebbe ad alto rischio alluviona-­ le e vicina al nuovo depuratore. In una riunione convocata a luci spente, il presidente Burlando ha affrontato per la prima volta il tema del nuovo ospedale degli Erzelli con il sindaco di Genova, Marco Doria, rimettendo tutto nuovamente in discussione. Scenario che rischia non solo di far passare altro tempo ma che comprometterebbe i rapporti tra il primo cittadino e il primo partito della sua coalizione, il PD. Il vicesindaco ed esponente democratico Stefano Bernini ci ha detto chiaramente: “Ci vuole uno studio di fattibilità: significa almeno sei mesi di tem-­

po”. Ci pensa su l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Genova, Gianni Cri-­ vello (Sel): “La Regione deve dare una risposta al Ponente, trovo che l’ospedale a Bombrini sarebbe più baricentrico per chi è della Valpolcevera”. E non a caso sull’ospedale di ponente il PD precisa: “Se si ritiene di verificare altre ipotesi di-­ verse da quella di Villa Bombrini – scrivono i segretari Lunardòn e Basso – lo si deve fare a fronte della chiarezza sulle risorse, senza nessun mutamento dei tempi e avendo sempre presente le aspettative di centinaia di migliaia di cittadini”. Il Pd ricorda la difficoltà con cui era stata individuata l’area di Cornigliano, per questo “nel rispetto dei reciproci ruoli, chiede che Comune e Regione esprimano il loro orientamento nelle rispettive sedi istituzionali”. E critiche alla giunta in consiglio regionale giungono anche dal centrodestra. Secondo Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti) ”la proposta è l’ennesima dimostrazione della mancanza di progettualità del centrosinistra in Liguria e a Genova. Già nel 2004 – spiega – era stata individuata l’area della Mira Lanza. Poi però la prima giunta Burlando aveva fatto mar-­ cia indietro con le più svariate ipotesi”. Il sito degli Erzelli per l’ospedale del po-­ nente è sempre stato osteggiato da Marta Vincenzi, quando, da sindaco ingaggiò uno scontro col governatore Burlando: “Quello era il vecchio disegno del presi-­ dente — annota Vincenzi - ora spunta di nuovo, su questo io e lui abbiamo battagliato molto. Rifare uno studio di fattibilità vuol dire spendere soldi e tempo. Che senso ha mettere un ospedale in cima a una collina -si chiede Vincenzi- se non per giustificare un’operazione come quella degli Erzelli che rischia di naufragare? Doveva essere un villaggio tecnologico e invece ci sono aziende che si insediano lì, ma licenziano e l’università si mostra scettica”. Insomma, il disegno di città che aveva la Vincenzi, e che era stato approvato, viene rimesso in discussione dalla sua stessa parte politica. La stessa che ha anche “rottamato” i progetti di Renzo Piano: “Mi dispiace che la città — conclude Vincenzi — tratti così le sue intelligenze”. Intanto il tempo delle scelte passa. E.C.

Poker “dal vivo”, il Governo cala l’asso Sale da gioco più vicine, anche a Cornigliano Porta 8 miliardi di tasse pari al 12% della spesa delle famiglie italiane, senza contare che sottrae tempo al lavoro, allo sport, ad altre attività e produce veri e propri drammi nelle famiglie, ma non ci saranno nuove proroghe: il «poker live» è una realtà più vicina a causa di un emendamento della Legge di stabilità 2013 approvato la settimana di Natale in Senato e presentato dai senatori del Pdl Gilberto Pichetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco. L’emendamento di fatto cancella un rinvio di sei mesi nel bando per l’apertura delle nuove sale da poker. Questo bando metterà a disposizione mille licenze per il poker dal vivo e potrà essere emanato già a partire dal 31 gennaio 2013 e non dal 30 giugno, come previsto inizialmente. Così da fine gennaio partiranno le gare per l’apertura di nuove sale per il poker live, le partite nei circoli privati e nelle sale dedicate, attività finora vietata “dal vivo” se non nei casinò. La corsa all'apertura di nuove sale gioco pare non trovare freni legislativi. Neppure il rispetto di fasce di protezione territoriale nei confronti di edifici scolastici sembra reggere. Il gioco d'azzardo legalizzato sta causando fenomeni di disgregazione sociale sempre più allarmanti. Uomini e donne deboli e provati dalla crisi, padri e madri di famiglia dilapidano le loro risorse nella speranza di migliorare situazioni di povertà. Questo provoca costi sociali enormi mentre la micro-criminalità imperversa privilegiando i locali pubblici con enorme dispendio di energie (spesso senza risultato) da parte delle forze dell'ordine che possono occuparsi sempre meno di prevenzione. Si vive in un enorme casinò a cielo aperto e, a frenare la dipendenza dal gioco d’azzardo (o ludopatìa), dovrebbero intervenire le norme stabilite dal ministero della Salute. Nella pratica le norme contro la ludopatìa imporranno che nei luoghi dove si scommette e si gioca d'azzardo si pubblichino messaggi espliciti sul rischio della dipendenza e sulle reali possibilità di vincita. Tornando ai tavoli verdi, i passi per rendere legale il poker live, ora sono chiarissimi: l'Agenzia delle Dogane e dei Monopòli deve (o «dovrebbe», visto che si parla già di possibili ritardi) emettere un regolamento entro il 31 gennaio; questo regolamento verrà poi mandato a Bruxelles dove in fase «stand still» i Paesi dell'Unione Europea potranno richiederne delle modifiche. ll gioco d’azzardo ha raggiunto in Italia numeri impressionanti: con 100 miliardi di fatturato Riccardo Ottonelli rappresenta il 4% del Pil nazionale ed è la 3^ industria italiana

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A casa vostra/3 La società ai tempi della crisi

Famiglia Gonzales: “Italia, il nostro impegno è qui” Iniziamo l’anno con la famiglia Gonzales che abita all’inizio di corso Perrone, a Cornigliano. Ci accoglie Henry, 38 anni, e sua moglie Maritza, 37, insieme a loro il piccolo Eddu di soli 3 anni, un bellissimo maschietto dai capelli folti e ricci. La famiglia Gonzales è di origine ecuadoriana ma vive in Italia da più di 12 anni. Henry è artigiano edìle mentre Maritza è collaboratrice domestica presso una famiglia del quartiere genovese di Albaro. Si sono conosciuti e sposati in Italia, si professano cristiani praticanti e sono responsabili di un gruppo di preghiera presso la parrocchia di sant’Ambrogio. Dell’impegno religioso dei Gonzales ci accorgiamo sùbito appena entrati in casa: qui, sulla parete di fronte, si scorge una piccolo “altare ” composto da un leggìo in legno (dove normalmente è appoggiata una sacra Bibbia), un crocifisso, un rosario e una grande riproduzione in legno della Madonna di Fatima: il tutto posato su una mensola a muro, tra due delicate applique in vetro. Che significato ha questo piccolo altare in casa? Henry: “Per noi è molto importante avere sempre alla vista i simboli cristiani e poi spesso ci soffermiamo davanti a loro in preghiera”. Avete avuto problemi di inserimento nel nostro tessuto sociale? Maritza: “Solo i primi mesi per imparare la lingua italiana, poi in seguito ci siamo inseriti molto bene senza particolari problemi”. Anche in Ecuador avevate lo stesso impegno religioso? Henry: “Intanto la religiosità nel nostro paese è più sentita: le nostre chiese la domenica sono piene di persone di tutte le età e molto solidali tra di loro, mentre qui in Italia la prevalenza è di persone anziane e poco solidali. Per quanto riguardo l’impegno religioso, nel nostro paese era normale. Qui si è accentuato, il nostro impegno è aumentato, come se avessimo ricevuto una sorta di mandato spirituale, da divulgare a chiunque lo voglia” Maritza ricorda un verso della Bibbia molto significativo: “<Per vivere sereni, dice Gesù, cercate me e tutto il resto vi sarà dato>. Su questo verso abbiamo basato in pratica la nostra vita”. Fate fatica ad arrivare a fine mese dal punto di vista finanziario? Henry: “Ringraziando Dio, adesso no ma l’anno scorso lavoravo meno e qualche problema c’era. Mia moglie fortunatamente ha il lavoro a tempo indeterminato”. Cosa chiedereste ai politici per migliorare lo stile di vita? Henry: “Due cose, la prima è quella che Eddu nato in Italia fosse considerato ita-­ liano, abbiamo anche avuto difficoltà al riconoscimento in Ecuador: il rischio è che non sia italiano né ecuadoriano, il governo italiano deve intervenire e sanare questa lacuna, la seconda è di poter partecipare ad eleggere gli amministratori locali visto che paghiamo regolarmente le tasse”. Che giornali leggete, che programmi televisivi scegliete? Henry: “Sono appassionato di calcio: io interista e mia moglie milanista, leggo la

Gazzetta dello Sport, Il Secolo di Genova e L’Avvenire. Per i programmi televisivi, la sera prevalentemente guardiamo canali di Mediaset e TV2000”. In Italia la tavola rappresenta una cultura millenaria. Cosa pensate della cucina genovese? Maritza: “Molto bene, i pranzi li consumiamo fuori casa e spesso in trattoria, mangiando piatti liguri, nostro figlio non ha nessun problema e crescerà mangiando all’italiana, la sera invece cuciniamo piatti del nostro paese”. Qual è il piatto genovese che vi piace di più? Insieme: “Senza dubbio la pasta al pesto”. E Maritza aggiunge che ha imparato non solo a cucinarlo ma anche a prepararlo. Se ci fosse la possibilità di lavoro e buone prospettive di vita ritornereste al vostro paese? Maritza: “Qui in Italia ci troviamo bene non solo dal punto di vista economico — che noi comunque riteniamo secondario -, ma soprattutto spirituale: il nostro impegno religioso ci indica che dobbiamo restare in questo paese per continuare a stare insieme ed aiutare chi ha bisogno”. Mi avete parlato del gruppo di preghiera di cui fate parte. Di cosa si tratta? Henry: “Il nostro è un gruppo di persone prevalentemente dell’Ecuador ma ci sono anche italiani e ci riuniamo settimanalmente nella chiesa di sant’Ambrogio. Facciamo capo ad una comunità più ampia con sede nella chiesa di santa Caterina: il nostro scopo è la preghiera e lo studio della Bibbia, il nostro fine è quello di divulgare la fede cristiana”. Ringraziamo la famiglia Gonzales per l’ospitalità e per averci fatto capire che pone al di sopra di tutto la spiritualità, mettendo in secondo piano tutto il resto. Abbiamo letto nel loro animo una serenità disarmante, ci sentiamo di dire: un esempio che può — tranquillamente — essere imitato per vivere più sereni. Carlo Guerra

Il piccolo Eddu, 3 anni

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Vince la torre: al progetto per palazzo Spinola-Muratori il massimo dei voti

Bugie? Niente male, a Carnevale

Il lavoro è finito. Il professor Stefano Musso, preside della facoltà di Architettura e che ha seguito gli studenti nell'elaborazione delle analisi e del progetto, era evidentemente soddisfatto del lavoro svolto tanto da premiare Andrea Anselmo, Giovanni Glorialanza, Alice Baiardo, Pietro Monero, Dora Pantzartzì e Valerio Rocca con il massimo dei voti. Il loro progetto mira a ridare vita alla Torretta di Villa Spìnola-Muratori posta sull’incrocio tra le vie Pellizzari e Cervetto e che si trova ormai in stato di abbandono e di inacessibilità. L’ambizione era quella di far rivivere intensamente uno dei tanti manufatti storici italiani che spesso sono trasformati in opere museali in cui non si ha un’interazione reale con l’edificio. Per quanto concerne la parte del restauro gli studenti hanno voluto non intervenire in modo invasivo ma si sono indirizzati verso un restauro della torre atto a preservarla senza intaccare le varie stratificazioni che testimoniano i cambiamenti a cui è stata sottoposta negli anni. Questo atteggiamento è in coerenza con la funzione di polo didattico a cui è adibito il progetto. La torre diventa, infatti, il mani-

Quest'anno il martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, cadrà il 12 febbraio perché subito dopo inizia il periodo quaresimale, la domenica di Pasqua infatti sarà il 31 marzo. Forse non tutti ricordano che Pasqua varia data ogni anno perché deve essere festeggiata la prima domenica di luna piena dopo l'inizio della primavera: 21 marzo. Noi di Cornigliano non siamo particolarmente allegri, dopo un Natale passato all'insegna della parsimonia, in quanto tra tasse annunciate, rincari decisi, precariato, cassa integrazione, disoccupazione esondante, altre gabelle attese con oscuro pavento, aleggiano sul capo degli adulti i cupi spettri di una possibile miseria che si pensava retaggio di altri tempi e di cui permane solo incerta memo-

Palazzo Spìnola-Muratori, a Cornigliano, così come è stato elaborato nel suo complesso da un gruppo di studenti della facoltà genovese di Architettura. Per l’edificio già esistente si è pensato ad un restauro conservativo mentre nuovi volumi (nella foto è ben visibile il progetto di uno scalone d’accesso) sono stati ideati per facilitare la fruizione della torretta quattrocentesca e renderla coerente alla funzione di polo didattico

festo di questa posizione e l’architettura stessa spiega i differenti interventi che ha subìto nel tempo. Legata a questo aspetto è anche l’idea di preservare il segno del colmo del tetto della ormai scomparsa villa, proprio per rimandare alla situazione storica che aveva visto la torretta sorgere e far parte del periodo delle ville di Cornigliano. Anche per quanto riguarda la scelta dei materiali si è voluto rimanere in forte contrapposizione con la torretta, consentendole così di conservare la sua identità ed il suo stato, senza perdere il suo valore intrinseco ed il suo fascino in rapporto al nuovo. A questo punto sarebbe naturale un intervento almeno conservativo del fatiscente edifico storico da parte dell’amministrazione pubblica, ma-­ gari inserito insieme ad altri previsti dalla riqualificazione urbana, mentre gli studenti stanno preparando un corposo e dettagliato book della Torretta. Non perdételo nei prossimi numeri del nostro giornale. Riccardo Ottonelli

Palazzo Spìnola-Muratori come appare oggi. Anticamente Cornigliano era una splendida località rivierasca tanto che il poeta Francesco Petrarca (1304-1374) la cantò come “ineguagliabile luogo di villeggiatura fuori le mura di Genova” dove vennero costruite nei secoli successivi almeno trenta ville principesche sorte in seguito al progressivo decentramento residenziale del nucleo cittadino genovese (foto Razzore)

ria dai racconti quasi epici di padri e nonni; il fatto è che noi non potremmo scaldarci neanche proditoriamente andando nei boschi a far legna: a Cornigliano e dintorni alberi ne son rimasti veramente pochi, non basterebbero neanche per scaldare due o tre famiglie per tutta una stagione invernale, anche senza fabbricare gli zoccoli, in mancanza di scarpe. Però, i bambini sono innocenti, non devono diventare cupi e mesti già nei loro primi anni di vita, altrimenti ne faremmo dei depressi cronici. Le buone associazioni corniglianesi, tra le quali A.R.C.I. e A.C.L.I. hanno già programmato intrattenimenti per grandi e piccoli e forse anche scuole e asili si daranno da fare per far sorridere un po' tutti. I costumi delle mascherine probabilmente li cuciranno mamme e nonne, riprendendo in mano ago e filo e qualche scampolo di stoffa colorata e i bimbi saranno bellissimi con le guance rosse e i coriandoli in mano. Spero che per vestirsi da fate, le bambine non debbano usare la camicia da notte azzurra e lunga, con qualche stellina di stagnola applicata e il cono di cartoncino in testa, come accadeva a me, che a febbraio avevo sempre un freddo boia, malgrado le maglie di lana fatte ai ferri che mi mettevano sotto, ma per fortuna adesso maschi e femmine vanno a dormire con la tuta di felpa e quindi questo pericolo è scongiurato, mi auguro inoltre di poter mangiare tante buone frittelle dolci e salate. Magari realizzate con queste ricette. Frittelle dolci Ingredienti per 6 persone: 250 g di farina, 40 g di zucchero semolato, 2 uova, un bicchiere di latte, mezza scorza di limone e mezza scorza di arancia non trattate e grattugiate, una busta di lievito in polvere vanigliato, 60 g di uvetta, rum q.b., un pizzico di sale, un pizzico di cannella, abbondante olio per friggere, zucchero a velo q.b. Esecuzione: mescolare le uova con lo zucchero, la scorza di limone e di arancia, il latte e un pizzico di sale in una ciotola, incorporare la farina con il lievito a poco a poco, aggiungere la cannella e l'uvetta precedentemente fatta ammorbidire per 10 minuti in un po' di acqua tiepida e rum, quindi sgocciolata, asciugata e polverizzata con un po' di farina. Mettere in una larga padella abbondante olio e quando è ben bollente, friggere il composto a cucchiaiate poco alla volta, finché le frittelle siano ben dorate. Dopo averle estratte con il mestolo forato, sgocciolarle su carta assorbente, quindi spolverarle di zucchero a velo e gustarle ancora calde. Frittelle salate Ingredienti per 6 persone: 250 g di farina, 2 uova, un bicchiere di latte, 2 cucchiaini di sale, una bustina di lievito per preparazioni salate, un etto di fontina a dadini, 300 g di spinaci o di bietoline, abbondante olio per friggere. Esecuzione: mondare, lavare, lessare al dente, tritare grossolanamente e far insaporire per 5 minuti in poco olio e un pizzico di sale gli spinaci o le bietole. Mescolare le uova, il latte e un cucchiaino scarso di sale in una ciotola, unire la farina mescolata con il lievito a poco a poco e quindi gli spinaci o le bietole e i minuscoli dadi di fontina. Procedere come per le frittelle dolci spolverizzando però alla fine con il sale rimasto e servendo ancora calde. P.s.: a carnevale ogni scherzo vale, quindi: non si risponde dei risultati. Testo, ricette e illustrazione di Astri Lidia Frascio


ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Ma s’io avessi previsto tutto questo Previsioni (im)possibili per l’anno 2013

Gennaio 2013 >>> 7 Il comitato sai che fa? Ripulisce la città (o quasi)

(segue dalla prima pagina) Giugno. Mese cruciale per il depuratore. Viene finalmente approvato il progetto che prevede lo stanziamento nel 2014 di una cifra che servirà nel 2015 a disporre nel 2016 di fondi europei che nel 2017 serviranno per il 2018 ad approvare un progetto che nel 2019 favorirà l’accesso nel 2020 ai fondi che nel 2021… Luglio. Il sindaco Doria inaugura in bicicletta l’ultimo tratto che collega la Strada a mare con lungomare Cànepa. In ritardo il presidente Burlando bloccato dalla stradale in via Bertolotti in contromano.

Agosto. La Croce Bianca di Cornigliano inaugura un nuovo mezzo: è un’astronave galattica che vola direttamente sull’infortunato, lo risucchia a bordo e lo trasporta all’ospedale più vicino. Unico neo: ogni paziente guarito, una volta dimesso, sarà riaccompagnato a casa direttamente dall’assessore regionale alla Sanità, Montaldo, con il saldo della fattura. Settembre. Caos a Cornigliano nelle aree portuali occupate dall’imprenditore Spinelli. La dogana precisa che, nel corso di un accurato controllo, quei bidoni sospetti ritrovati in un container non erano in realtà bidoni ma gli ultimi giocatori di Genoa e Samp rimasti invenduti. Ottobre. La quarta edizione di Ciocofantasy organizzata dalla Pro Loco di Cornigliano prende una piega inaspettata quando, al quarto bis di Pupo con la canzone “Gelato al cioccolato Novi”, la polizia è costretta ad intervenire in tenuta antisom-­ mossa per sedare il cantante toscano. Novembre. Sconcerto sul campo della Corniglianese durante la partita inaugurale del nuovo manto in simil-erba. In una convulsa fase di gioco, scaturiscono scintille fra due giocatori che scivolano poi sul nuovissimo sintetico in poliammide con le magliette in acrilico. L’esplosione è stata udita fino a Rivarolo. Dicembre. Dopo tante polemiche finalmente i commercianti e gli esercenti di Cornigliano danno vita ad un Civ (Centro integrato di via) ed allestiscono le luminarie natalizie lungo tutta la via centrale suscitando la gioia dei cittadini. I giornali racconteranno che tanti genovesi da Castelletto, da Oregina e, persino da Boccadasse, vennero qui da noi attirati dal grande evento che conclude il 2013. Chissà se questa sarà l’unica vera notizia. Noi lo speriamo. Enrico Cirone

Da oltre un anno sono in attesa di un loro riconoscimento istituzionale. Sono i genitori e i nonni degli alunni che frequentano la Scuola elementare “Camillo Sbarbaro”. Riunitisi da tempo in comitato hanno di fatto "adottato" Villa Dufour prendendosi cura degli arredi e della sua pulizia. Diversi sono stati fino ad oggi gli interventi e le iniziative svolte che hanno coinvolto numerose famiglie del quartiere.

Villa Dufour, a Cornigliano. Nonni, genitori e alunni della scuola intitolata al grande poeta e scrittore ligure Camillo Sbarbaro (1888-1967) hanno dato vita ad un comitato che, con diversi interventi ed iniziative, si prende cura della manutenzione della storica villa genovese

Un grande esempio di senso civico e rispetto per ciò che è pubblico come la natura, umile, silente e spontanea che circonda ed arricchisce la nostra vita quotidiana in città, quella natura che proprio il poeta Camillo Sbarbaro tenne sempre presente nei suoi lavori. Dedichiamo alla “gente” del co-­ mitato gli ultimi versi della sua poesia, forse la più nota, “Liguria”. r.o. Io pagàno al tuo nume sacrerei, Liguria, se campassi della rete, rosse triglie nell'alga boccheggianti; o la spalliera di limoni al sole, avessi l'orto; il testo di garofani, non altro avessi: i beni che tu doni ti offrirei. L'ultimo remo, vecchio marinaio t'appenderei. Ché non giovano, a dir di te, parole: il grido del gabbiano nella schiuma la collera del mare sugli scogli è il solo canto che s'accorda a te. Fossi al tuo sole zolla che germoglia il filuzzo dell'erba. Fossi pino abbrancato al tuo tufo, cui nel crine passa la mano ruvida aquilone. Grappolo mi cocessi sui tuoi sassi. Camillo Sbarbaro

Associazione liberi amministratori condominiali Salita Salvatore Viale 1/7—16121 Genova

Salumi e Formaggi

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ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Gennaio 2013 >>> 8

Via Tonale, strada antica Segnaletica preistorica

Chiude lo Studio Razzore Nei suoi click la storia di Genova

La situazione della viabilità in quella che è sicuramente la strada più antica della delegazione e del tutto inadeguata. Parliamo di via Tonale, già via Aurelia e Antica Romana. La strada è larga mediamente meno di tre metri ed è a doppio senso di circolazione per una tratta di circa 300 metri. Lungo di essa vi sono diverse abitazioni tra cui alloggi del Comune di Genova, un istituto per inabili ed un ricreatorio parrocchiale frequentato da centinaia di bambini. Nel tratto iniziale, a levante, la sosta selvaggia non consente il passaggio dei mezzi di soccorso A Cornigliano l’antico tracciato della via Antica Romana è ancora ben definito e, nel punto di conflunel tratto via Tonale, via dei Domenicani, via Cervetto e via Muratori dove si enza con via Malaspiaffacciano numerose ville storiche monumentali na, a causa dell’omissione di uno stop, non è chiaro di chi sia la precedenza. Recentemente è stata disegnata ai due lati della strada una inutile riga bianca. Non si potevano spendere diversamente quei soldi ridisegnando lo stop? Molte sono le vetture ed i motoveicoli che la percorrono ad alta velocità e la richiesta fatta anni addietro di una regolamentazione del traffico e la posa di dossi dissuasori non è mai stata presa in considerazione dagli amministratori. Questo, come spesso avviene in Italia, fino al prossimo, inevitabile, grave incidente. R.O.

Dicembre 2012: Agostino Razzore chiude il suo laboratorio di via Vetrano, a Cornigliano. Lascia così il lavoro da professionista e prosegue ora la sua opera -con la sempre fedele Nikon- nel gruppo di lavoro del nostro giornale. La vita professionale di Razzore è passata attraverso tutte le testate giornalistiche più prestigiose documentando la storia quotidiana: il doAgostino Razzore con la sua inseparabile Nikon poguerra, le lotte operaie, i comitati, gli scioperi, il terrorismo, la “fabbrica” e poi la cronaca di tutti i giorni che lo ha visto sempre pronto a partire per fissare la notizia con uno dei suoi scatti. Siamo orgogliosi che Agostino continui la sua opera con noi e contribuisca con la sua ineguagliabile esperienza ad arricchire “ilCorniglianese”, non solo con le foto ma anche con i suoi consigli preziosi. Del resto il nostro giornale è nato anche per merito suo e vogliamo ricordare, nel momento della sua adesione al progetto di realizzazione della testata, la frase che ci ha accomunati: “Se il giornale nasce contro qualcuno, non contate su di me”. Gli siamo anche grati per aver voluto donare alla redazione gran parte del suo archivio fotografico frutto di una vita e di una carriera lavorativa al servizio della notizia e della comunità. Questo materiale è già in fase di digitalizzazione e potrà essere a disposizione una volta inserito nel nostro archivio informatico. M. T.

Campi, via N. S. di Lourdes I cassonetti attraversano la strada

Coronata, l’edicola si arrende Pensieri e parole che se ne vanno

Tre grossi contenitori verdi per l’indifferenziata, uno bianco per la carta ed il car-­ toncino, una campana gialla per plastica e lattine sono stati spostati da Amiu lungo il lato sud di via N. S. di Lourdes, davanti alla chiesa di Campi. Migliora così l’offerta dedicata all’utente che trovava scomoda la precedente collocazione sull’area gialla, a nord, ben visibile a destra della nostra foto. Coloro che dovevano conferire la spazzatura erano costretti a farlo letteralmente “in mezzo alla strada” senza alcuna protezione dalle auto che passavano vicino: la via si trova in un punto nevralgico dell’area di Campi per cui è percorsa quotidianamente anche da cen-­ tinaia di mezzi pesanti. Tuttavia il nuovo posizionamento lascia perplessi coloro che, uscendo con l’auto dal posteggio interno della chiesa, si devono immettere alla loro destra. L’immagine evidenzia lo sbarramento visivo creato dai cassonetti. E già diverse sono le segnalazioni giunte al nostro giornale. Campi, via N. S. di Lourdes: perplessità per la nuova collocazione dei cassonetti A.S.

Non si alzerà più la serranda dell’edicola di Coronata dove, per la disponibilità e la simpatia delle persone addette, ci si fermava volentieri a parlare – della cronaca anzi tutto – ma poi ci si attardava volentieri sui vari problemi del quartiere e di Cornigliano, in generale. Si parlava dell'imminente chiusura della farmacia Comunale, sorta appositamente dove si potesse far fronte all'aumento della popolazione, nonostante fosse partita una petizione popolare per scongiurarne la chiusura; si parlava della corriera “62” e dell’esiguo numero di corse che ormai si effettuano (sul tema, vedere un ampio articolo di Pampolini a pag. 13) e del fatto che, a volte, alcune di queste inspiegabilmente "sàltino" con utenti ignari che inutilmente attendono l’autobus che li dovrebbe riportare a Coronata presso le fermate di Sampierdarena o più vicino, in piazza Massena. Prima che la saracinesca si abbassasse si discuteva degli aumenti del costo degli abbonamenti e della vita in generale. Si discuteva. Una serranda abbassata non è mai un buon segno, quella di un’edicola è, se voglia-­ mo, peggio: si perde per strada quel crocevia d’idee, di discussioni, di confronti che fino a ieri aveva arricchito tutti noi. Fino a ieri.

Amt punta sulla nuova rimessa Ma chi ci rimette è Cornigliano

Piazza Rizzolio, otto anni dopo L’idea è rimasta un’idea

Le notizie arrivano, non c’è un disegno o una strategia particolare: basta fiutare l’aria. Gli abitanti di via D’Acri se ne sono accorti per primi. Ne abbiamo avuto certezza dalle dichiarazioni dell’assessore Bommara: “Qualche benpensante di AMT ha proposto di utilizzare il posteggio pubblico (vedi foto) Via D’Acri, il parcheggio pubblico realizzato con come rimessa per quegli autobus che attualmente occupano il deposito di Sampierdareil finanziamento della riqualificazione urbana na, in via Reti. AMT si sta documentando sulla proprietà dell’area”. Il vicesindaco Bernini e il Municipio medio ponente hanno per il momento stoppato l’iniziativa che penalizzerebbe i residenti in attesa da anni dello spostamento dell’attuale rimessa per un recupero urbano dell’area che, ricordiamo, aveva ospitato in passato il secondo stadio cittadino. OErre

Che fine ha fatto il progetto nazionale di riqualificazione di piazza Rizzolio che ne prevedeva il restyling con il potenziamento delle “dotazioni am-­ bientali"? Chissà se gli interventi previsti dallo stesso bando per Bologna, Rimini, Sassuolo e Verona sono stati eseguiti? Il progetto risale al 2005 con un concorso rivolto ad architetti ed ingegneri. Piazza Rizzolio oggi. Foto Zenazone Il sito era stato individuato dal Comune di Genova (assessore Gabrielli) in collaborazione con Assopiastrelle, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Associazione dei Comuni Italiani per meglio integrare gli spazi pedonali a quelli carrabili. Sono passati otto anni e ciò che resta è l’esiguo spazio pedonale utilizzato dai cittadini, bersagli degli escrementi dei piccioni, e contornato da aiuole prive della minima manutenzione. OErre

Marchiata da un’improbabile “A”, chiude l’unica edicola di Coronata

Sergio Benni


ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Gennaio 2013 >>> 9

“Se amo Proust, non stupitevi” I ragazzi della Volta si raccontano

Uno sfondo sul profilo facebook E “Lei” si confronta con Simone

Sulla scuola media Volta di Cornigliano resiste un antico retaggio sulla qualità delle frequentazioni dei ragazzi e del corpo insegnante. Noi che la viviamo da due anni, possiamo affermare che è ben organizzata e accogliente. I professori sono disponibili, appassionati e attenti e si accorgono subito se un ragazzo ha un problema. In questi casi, lo seguono e gli parlano, cercando di capire cosa succede. I compagni sono bravi, alcuni hanno un carattere difficile, ma questo non ci impedisce di diventare amici e di affezionarci anche perché i professori ci invitano ad aiutarci e a collaborare insieme. La scuola ha molti servizi e le varie attività ci spingono a imparare. Anche se non è che studiare piaccia proprio a tutti. Anna Petri e Silvia Rocca A me piace la classe, la scuola e tutto quello che c’è dentro. Se ti senti male, puoi chiamare casa: gli insegnanti e le bidelle si occupano di te. Abbiamo tanti bravi prof che ci aiutano se siamo in difficoltà. C’è la palestra e una sala dove vediamo dei film e, quando un alunno come me arriva da un altro paese, c’è un prof che parla la sua lingua e lo aiuta ad ambientarsi. Mi piace perché imparo tanto tra tanti ragazzi di nazionalità diverse. Io, in questa scuola, mi trovo benissimo. Ricardo Torres Imparo molte cose e mi piace, gli insegnanti sono preparati, pazienti e spiegano bene. Le aule sono fatte in modo che si riesce a seguire bene le lezioni. I bidelli sono disponibilissimi, i banchi e le sedie sono in condizioni perfette. Martina Rocca Della scuola mi piacciono molto i laboratori perché non tutte li hanno così belli. Vorrei che ci fossero più attrezzature in quello di scienze perché mi piacciono molto gli esperimenti. Matteo La Licata

L'immagine che mise lei come sfondo del suo profilo facebook era senz'altro pungente e si aspettava che, da un momento all'altro, qualcuno l'avrebbe contattata per poterle dire ciò che pensava in merito, esprimendo la propria idea. Immaginava chi sarebbe stato. Simone le scrisse dopo pochi minuti e, mantenendo comunque un rispetto reciproco, iniziarono a discutere della situazione che veniva raffigurata nella vignetta. Simone: “Trasmette odio nei confronti della polizia e dell'esercito, un odio già molto alto”. Lei: “Beh, ma cos'ha in mano la donna?” Simone: “Una maglietta sporca di sangue, probabilmente di suo figlio. Evidente-­ mente la donna accusa la polizia di averlo ucciso”. Lei (con un goccio di ironia): “Non oso immaginare il perché “. Immaginava già che la loro conversazione sarebbe stata lunga e interessante, poiché si sarebbe potuta confrontare con un'idea forse diversa dalla sua. Simone: “Nessuno può dirlo: può aver ucciso una persona, magari anche un poli-­ ziotto e per rappresaglia i suoi colleghi l'hanno ucciso. Oppure stava rubando e mentre scappava è partito un colpo”. Lei: “Giusto. Oppure stava manifestando in modo pacifico contro leggi razziali”. Simone: “Evidentemente, forse non in modo cosi tranquillo e sereno se l'hanno ucciso, magari alla Carlo Giuliani". Lei: “Dici? Boh, non lo puoi sapere”. Simone: “Ma nemmeno tu puoi”. Lei: “Da una vignetta non si può sapere, è vero. Ma, forse sbagliando, non credo che il ragazzo avesse ucciso qualcuno. Una madre non andrebbe a condannare un poliziotto se sapesse che suo figlio per primo aveva provocato morti, anche se effettivamente il poliziotto avesse ucciso il proprio figlio. E’ l'indifferenza davanti allo strazio di lei nell'espressione della divisa che la fa rabbrividire”. Simone: “Non sarebbe la prima volta che un padre accusasse l'ordine pur sapen-­ do che suo figlio per primo aveva ucciso. Comunque l'indifferenza di cui parli è legata alla disciplina e al distacco, non credo significhi molto”. Lei: “La divisa non può far di un uomo un indifferente davanti a una donna a cui è appena stato ammazzato un figlio che magari non aveva commesso nessun male. Un ragazzo come potresti essere tu, andato lì per far valere i propri diritti in modo pacifico e che magari, per sua sfortuna, può essersi trovato in una folla che, invece, non aveva intenzioni pacifiche”. Simone: “Credo dipenda da come si giudica l'azione. Anche un medico rimane indifferente di fronte a un uomo morto che cammina a cui rimangono pochi giorni da vivere”. Lei: “Ma il paziente non lo uccide il medico”. Simone: “Dipende anche questo. Un medico può sbagliare le dosi e uccidere: quando muore un paziente, non ne è orgoglioso. Nella vignetta non si può veramente capire se sia stato lo stesso poliziotto a premere il grilletto”. Lei: “E’ del tutto indifferente. Può essere stato lui a ucciderlo o un altro agente. L'esempio del medico non funziona: il medico non uccide volontariamente un paziente. Il grilletto lo premi sapendo che uccidi”. Simone: “Lo puoi premere istintivamente per paura e senza pensare. Ad esem-­ pio, quando Filippo Raciti (il poliziotto che morì a Catania il 2 febbraio 2007 dopo il derby Catania-Palermo) è stato ucciso, gli infami hanno esultato”. Lei: “Il grilletto lo premi istintivamente? Non credo ma è anche vero che bisogna trovarsi in quelle situazioni, non è facile generalizzare”. Simone: “E' come quando scoppia una bomba in un cinema: la gente viene colta dal panico e comincia a correre verso l'uscita e anche lo spettatore più altruista spingerà e calpesterà gli altri per salvarsi. Si chiama istinto di sopravvivenza". Lei: “Ma quello è istinto a tutti gli effetti, non sempre è di sopravvivenza quello che spinge a premere il grilletto”. Simone: “Un uomo che si vede caricare da un altro uomo con un machete e spa-­ ra, ti assicuro che lo fa meccanicamente, senza pensare. E' difficile da capire fino a quando non ci si trova in quelle situazioni. Quando uno sta per annegare si appende a qualunque cosa sia vicina, compresa una persona, annegandola magari, ma per puro istinto. Sparare non fa differenza. Poi è ovvio che qualcuno spara con l'intenzione ma, ad esempio nel caso Giuliani, è certo entrato in gioco l'istinto”. Lei: “Non credo si possa parlare di istinto in questi casi, credo piuttosto che la colpa, alle volte, può trovarsi da entrambe le parti. Detto questo, peace and love!”.

Messaggi di alunni e alunne uscite dalla Volta lo scorso anno e raccolti su Facebook

Prof. ci mancate molto, adesso che ne siamo usciti capiamo quanto la Volta sia importante e quanto voi fate per noi. Siamo usciti dalla Volta migliori di quando siamo entrate. Tre anni bellissimi. La mia prof. di italiano si è stupita che conoscessi Proust e la sua opera, tengo ancora gli appunti che lei ci ha dettato: sono utilissimi per studiare italiano. Prof. vado benissimo in matematica, si ricorda che fatica facevo l’anno scorso? Debbo ringraziare tutti per quello che avete fatto per noi. Prof. non vengo a trovarvi perché ho nostalgia: stavo troppo bene con i compagni e con voi. I ragazzi capiscono, sempre. Capiscono se ti curi di loro, se ti dedichi seriamente al tuo lavoro, se cerchi di dargli una mano quando sono in difficoltà. Le loro parole, i loro sorrisi se ci incontrano per strada magari dopo anni -riconoscibili a stento perché loro sono cresciuti e noi siamo invecchiati-, sono la soddisfazione più grande per il nostro lavoro. Ogni insegnante della Volta riceve messaggi come questi quando chiede: “Come state in questa scuola?”. Per ciò non ho inserito le classi di appartenenza degli alunni che hanno scritto l’articolo. Questo che ci spinge ad andare a-­ vanti, nonostante le dicerie, le difficoltà e i problemi sempre più grandi che affliggono la scuola. Ma, a rendere la Volta un posto “speciale” sono loro, i ragazzi di Cornigliano. Professor Pietro Bertino a nome di tutti i colleghi della Volta

Scuola media Volta: l’ascensore esterno

Strada a mare e restyling via Cornigliano Quanto manca? Inizia il countdown Recepiamo le dichiarazioni apparse sui siti di "Infrastrutture Regione Liguria" e "Società per Cornigliano", seguite da quel-­ le verbali del vicesindaco di Genova, Bernini. Parte un conto alla rovescia per la data dell’entrata in servizio della Strada a mare e l’inizio del restyling di via Corni-­ gliano. Beneficiando anche di un mese dall’entrata in attività della nuova strada (22.01.2014) ci riferiamo al 3.02.2014 come inizio del restyling e termine del conto alla rovescia che, dal prossimo mese, sarà visibile anche sul sito della Pro Loco (www.prolococornigliano.it).

Dialogo realmente avvenuto e raccolto da Marta Fasulo

Illustrazione di Cristiano Calderone


ilCorniglianese/cultura, arte

Gennaio 2013 >>> 10

Arrivi e partenze di Alvaro Filippo Michelon

De ritorno da-o viâgio de nòsse, scoèxi a-a fin do meize de setenbre do-o milleneuveçentosciusciantequattro, mæ mogê e mì, êmo andæti a stâ in câza di seu, in via Mario Piana, donde gh’êa ascì o Pippo, seu fræ navegante, ch’o l’êa sbarcòu de propòxito pròpio pe êse presente a-o nòstro matrimònio. O l’êa stæto lê che o depoidisnâ de quello meximo giorno o m’aveiva invitòu a fâ in gîo in bar-­ ca con di âtri seu amixi, pe andâ de feua da-a dîga foranea a rascciâ quarche moscolo. Mi e-o Pippo aveimo caregòu a nafta e i atressi in scia mæ 500 giardinea e insemme a-o padron da lancia, o Sirvio Visentin, che zà o conosceivo perché insemme a seu mogê, a Nanda, êan amixi di mæ seuxi, e êmo andæti a Mortiòu. Lì gh’ea a-aspêtane o Carletto co-o nomiâgio “Fetta”, un di fræ Sòtgiu che lòuavan into SCI e s’êan portæ apreuvo ‘n seu cappo, o sciô Barbaneigra. A noâtri ne ve-­ gniva d’istinto de parlâ in zeneize, però, pe a poia che le o no capisse, çercâmo de esprimise in italian. O l’êa stæto lê stesso a dîne de no fâ caxo a lê, che o ne capîva beniscimo e ascì che o nô parlesse, ghe gustâva sentî descôrî da chi o saveiva fâ. Intanto che a barca a l’andâva sponciâ da o motore, m’aveivan fæto de doman-­ de in sce donde stâvo primma de sposâme, donde travagiâvo e se me saieiva gustòu stâ a Cornigen;; e mi ‘n pö böxardamente gh’aveivo dîto de scì, anche se za me mancava o Canpasso donde êo nasciûo, a seu gente, in manea particolare i amixi co-i coæ êo cresciûo. Però sto dô de cheu o saieiva pasòu a-a spedia, perché sensa manco acòrzimene stâvo za faxendomene di neuvi. Pasâ a dîga aveimo òrmezòu de feua e intanto che u Sirvio o rasciâva e mæ cognòu o racheugeiva into salâio solo i moscoli ciù gròscci, mi êo montòu in scio meu pe tufâme da lasciù into mâ calmo e politto, comme fâvo da figeu a Ponte Canepa. Asetòu in scia barca o sciô Barbaneigra o mangiâva i muscoli che o Silvio o ghe dâva zà avèrti, però, pe via do bechezzo a ‘n bèllo momento o l’aveiva dovûo restituili a-o mâ. Pe fortunn-a gh’êa bastòu montâ in scia dîga, pe ripigiâse subeto. Da parte mæ aveivo ciantòu lì de tufâme, perché, dòppo quello che l’êa capitòu, l’ægoa a no l’êa ciù goei politta e in ciù o Fetta o me dîxeiva: «Nin mî lì quante bello vin ch’o l’à ca-­ ciòu, armeno ghe l’avesccimo da beiviselo chi noâtri». Faxendo vegnî angoscia a mì ascì. Aveivan pigiòu pe câxo ‘n porpo, ch’o s’êa arecoviòu in sce ‘n rappo de moscoli e êan stæti tutti d’acördo de dâmelo comme regallo de benvegnûo a Cor-­ nigen. Dòppo ch’aveimo tiòu a secco a barca e l’aveimo sveuâ co-e sasoe e a-a fin netezâ ben, aveivo pagòu da beive a quella brancâ de neuvi amixi, che m’aveiva acugeito coscì ben e pigiòu in sinpatia. Inti anni dòppo me son ben mesciòu co-a gente de Cornigen e ôtre a-a quelli ch’ò mensunòu, me son fæto tantissimi âtri amixi. Se a distansa de squèxi çinquant’anni, me vegne a coæ de contâ quello che l’è sucèsso o primmo giorno da mæ vitta inte sta delegaçion, l’è perché ò avûo ‘n mâvigioso inpatto co-a gente de chì. No êan tutti cornigiòtti, basta pensâ che inte l’òstâia de l’Izacco in via Dufour, se ciamâmo pe o mestê che fâmo ò pe i pòsti da donde vegîmo, mi che travagiâvo inte pòste me ciamâvan postin, pòi gh’êa o Trie-­ stre, o Venesia, o Piaxensa, o Cremolin, o Walter che ciamâmo Liguria, perché o lêa lê ch’o-o ciamava tutti con quello nomiâgio. Da alôa Cornigen a l’è cangiâ asæ, specialmente inta popolaçion e mì, cornigiòtto d’adoçion, sento o dovei de acetâ i neuvi vegnûi, de qualsiasi razza segian, senpre a patto che se conportan rispetôzamente, comme alôa êo stæto acugeito mì.

Stavo tornando dalla festa di leva del 1963: ottimi vini e ottimi esseri umani in circolazione. La serata era andata per le lunghe: troppi incontri, troppe emozioni e troppi alcolici mi avevano fatto indugiare su Flavia. Sì, Flavia. La ragazza del mio primo bacio. Quello dato sul ballatoio del pianerottolo al 3° piano di corso Cavour, ad Acqui, nel lontano ’78, dopo l’ora di ripetizione di matematica. Lei aveva dimenticato il libro e io le ero corso dietro, a perdifiato, giù per le scale dal 5° al 3° saltando 5 gradini per volta. Ma ora le cose erano cambiate: lei era sposata con Claudio, il mio compagno di banco: quello sfigato ma cervellone. Ma era così che andavano le cose. L’alcol ha fatto schizzare il mio ego a livelli assurdi così, quando decido di andarmene e salutare Flavia con una asettica stretta di mano (dopo averle detto di avere fatto un gigantesco errore a sposare Claudio), sono praticamente ubriaco ma con la consapevolezza che a me non accadrà mai una sola di quelle orribili cose che si leggono sui giornali. Dopo aver imboccato la strada comunale che da Acqui Terme va ad Ovada, poco dopo la rotonda di Pontechino, prendo per la provinciale deserta. Terza, quarta, quinta e arrivo a Cremolino; poi inizio quel discesone lungo un paio di chilometri che quando sei in moto, d’estate, ti fa un piacere immenso come un tuffo nell’acqua fresca ed è proprio lì, tra la chiesetta abbandonata e la vecchia cascina dell'architetto Massa, che qualcosa mi taglia la testa. Credo sia un pezzo di lamiera o il vetro del parabrezza, forse. Giusto qualche frazione di secondo prima di chiudere gli occhi per un improvviso abbiocco e intravedere un Suv lontanissimo. Ma si sa: il concetto di distanza è sempre inversamente proporzionale a quello che hai bevuto. Lo strano è che in questo istante io ci sento, ci vedo, percepisco un forte odore di sangue intorno e sento sapore di ferro giù in fondo alla bocca. E’ questa la morte? Il mio corpo è come se ci fosse ancora. Faccio fatica a pensare che sia rimasto intrappolato nella macchina, afflosciato come un sacco vuoto sul sedile. Lontano da me. Da me, perché sono io che penso di essere qui. Non c’è io senza mente ma non c’è nemmeno io senza corpo. Dove sono? Che è rimasto di Alvaro? Un corpo sul sedile anteriore e una testa su quello posteriore? Posso davvero esistere? Posso davvero continuare ad esistere? D’improvviso arriva il buio e non vedo più nulla. Però ci sento an-­ cora. Solo per poco perché poi avverto il rumore di un risucchio, quel caratteristico “flussssschhh” che fa il televisore quando si spegne all’improvviso. Lo stesso del computer portatile quando la batteria è scarica. Ora non sento più ma penso ancora. “Va bene, facciamola finita – ragiono - sarà per poco e poi cesserà anche questo. Non mi resta che aspettare”. E invece no: continuo a riflettere. Mi viene in mente, chissà perché, quel giorno in cui mia madre mi consegnò le chiavi di casa. Avevo 18 anni e tanta voglia di viver... (flussssschhh).

Illustrazione Adriano Sanna

Foto Bruno D’Astice

di Guido Pallotti

OTTICA MOREGOLA Dal 1950

Ottico optometrista VIA SESTRI 68 R 16154 GENOVA Tel. 010-6531814


In breve

Dalla ricetta dei Padri Minimi, gusti d’altri tempi Il formaggio che si faceva senza latte Consultando la ristampa di un antico testo genovese “La Cu-­ cina di strettissimo magro”, con ricette realizzate senza carne, uova e latticini, ho trovato quella del formaggio magro. Sono quindi giunto alla personale conclusione che il formaggio è indispensabile in cucina e, qualora non si voglia o possa usare, si ricercano sostituti che insaporiscano le nostre pietanze. Immediato e spontaneo, viene il paragone con il tofu, ricavato dal mais e anch’esso usato come sostituto del formaggio in alcuni tipi di cucina o per scelte personali. Riporto nel linguaggio dell’epoca la ricetta: chi vorrà sperimentarla porterà indietro l’orologio a gusti di altri tempi, vincolati al tenore di vita della classe più povera, difatti il libro era stato scritto la prima volta nel 1880 dai Padri Minimi di san Francesco da Paola per la loro mensa. Le successive edizioni del libro sono datate 1931 e 1950, a cavallo e dopo i due conflitti mondiali, periodo in cui la cucina di strettissi-

mo magro era adottata per motivi di sopravvivenza e reperibilità degli alimenti, ragioni forse poco comprensibili nel 2004, data dell’ultima ristam-­ pa di questo classico della gastronomia genovese. La ricetta (nel linguaggio originale)

Prendete 300 grammi di pignoli, e dopo averli lasciati per sei ore a molle in acqua fresca, pestateli a tutta finezza; come pure egualmente pesterete 300 grammi di mandorle disbucciate e lavate. Poscia pestato gli uni e le altre separatamente, spruzzate questa pasta con acqua ben salata e passatela allo staccio; ripestando e ripassando quella che non abbia potuto passare. Pestate pure 600 grammi di buone patate, già allessate, e ancor ben calde; e dopo averle passate allo staccio, unitele all’altro battuto, con l’aggiunta

da

d’altro sale. Poscia ripestate nuovamente tutto insieme per venti minuti, e finalmente unte le mani d’olio, di questa pasta fatene una palla, schiacciatela alquanto, ungetela d’olio e mettetela a disseccare all’ombra sopra delle foglie secche di alloro. Lasciatela indurire, ungetela d’olio di quando in quando; indi lorché vogliate servirvene, grattugiatela.

Parole crociate a schema libero

(il guitto)

ORIZZONTALI: 1 Calciatore di Cornigliano che gioca nel Carpi. 7 Umberto scrittore. 10 Orietta in francese. 12 Ordine Religioso. 13 Addirittura. 14 Il corniglianese che allena il Torino. 15 Sigla di un'unità di misura dell'informazione. 16 Personaggi di J.R.R. Tolkien. 17 Marca di biciclette. 18 Una marca nell’elettronica. 19 Il Duilio famoso pugile. 20 American Eagle. 21 Salerno. 22 Pisa. 23 Zona di Roma. 25 Personaggio della mitologia egiziana. 27 Livorno. 28 L’Offer medico, veterina-­ rio e direttore sanitario. 29 Il pitone del “Libro della jungla”. 30 Il suo simbolo è una “i” dentro un cerchio. 31 Uomini inglesi. 32 La Caleta a Rapa Nui. 33 National Basketball Association. 35 Genitori dei genitori. 37 Diminutivo di Sebastiano. 38 Escursionisti Esteri. 39 Serve per affilare le lame.41 American Airlines. 43 Precede La Sira in una canzone dei Modena City Ramblers. 44 Nome di Ventura, l’allenatore del Torino. VERTICALI: 1 Si fa parlando. 2 Si può non possederne il senso. 3 Nulla. 4 Spicciolo di dollaro. 5 Modernità. 6 Ha un suo servo. 8 Antitetica. 9 Sottosezione delle Alpi bergamasche. 11 Altro nome dei globuli rossi. 22 Dà pere. 24 Capitale della Mongolia. 26 Il Tushiro attore e regista giapponese. 29 Lo stesso che keniane. 34 Pianta aromatica. 36 New England Air Museum. 40 Milano. 42 Ascoli Piceno.

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il bugiardino 2013

FEBBRAIO Pota e innesta a spacco gli alberi da frutto prima che si risveglino; togli i polloni e i rami secchi: quelli troppo fitti diradali. In riviera metti a pregerminare le patate, prepara il terreno: appena è asciutto, semina i ceci e inizia il semenzaio per le colture estive. NELL’ULIVETO Dopo le gelate, se la corteccia si è spaccata per il verso lungo,taglia i rami o il tronco sotto la spaccatura, chiudi la ferita con il mastice e trattala con il verderame. Inizia la potatura e lo sfoltimento delle cime, metti a dimora le nuove piante e sostituisci quelle danneggiate. NELLA VIGNA Tempo di gemma invernale: pota e lega ma non nelle giornate fredde; cambia i pali. In riviera lavora tra i filari fino a 30cm, poi concima. NELL’APIARIO In riviera le api sono al lavoro: la regina inizia a deporre; nelle giornate più calde e senza vento controlla le scorte; cura le attrezzature; recupera la cera. NEL BOSCO Taglia la legna da bruciare dal 12 al 25 e quella da costruzione dall’1 al 10, escluso il 7. Gli alberi tagliati l’1 e il 2 danno un legno molto duro; nel castagneto, perché i polloni non ricrescano, tagliali dal 4 al 10. IN CANTINA Dopo la fermentazione alcolica, assaggia il vino nuovo. Travasa i vini frizzanti dal 12 al 13 e dal 17 al 18.

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SOLUZIONI

“L’epifania tutte la feste si porta via, ora aspettiàm Carnevale che le feste farà tornare”. Dopo il santo Natale, le feste sembrano un lontano ricordo ma, in realtà, la convivialità arriva poco dopo con le allegre maschere del Carnevale. Questa parola deriva da “carnem levare” ovvero dal levare la carne dai pasti. E’ difatti usanza della religione cristiana, durante la quaresima, mangiare di magro fino al giorno di Pasqua. Per ricordare il sacrificio terreno di Gesù, durante tutta la quaresima si adottava questo regime alimentare ristretto, in seguito solo il venerdì, giorno della crocifissione. Territorialmente, in ogni regione, sono nati piatti per questo periodo.

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ORIZZONTALI: 1 Concas. 7 Eco. 10 Oriette. 12 Or. 13 nientemeno. 14 Ventura. 15 tb. 16 Ent. 17 Azzari. 18 Rte. 19 Loi. 20 AE. 21 Sa. 22 Pi. 23 Eur. 25 .27 Li. 28 Zeira. 29 Kaa. 30 Info. 31Men. 32 Otu. 33 Nba. 35 nonni. 37 Iano. 38 Ee. 39 cote. 41 Aa. 43 tota. 44 Giampiero. VERTICALI: 1 conversazione. 2 orientamento. 3 niente. 4 cent. 5 attualità. 6 sterzo. 8 contraria. 9 Orobie. 11 emazie. 22 pero. 24 Ulanbator. 26 Mifune. 29 keniote. 34 aneto. 36 Neam. 40 Mi. 44 Ap.

Riccardo Collu

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Autobus, è il 1956: esce il 62 sulle ruote per Coronata Coronata fu una delle prime zone collinari genovesi ad avere un collegamento con l’autobus. Questo nuovo mezzo di trasporto era entrato sulla scena cittadina il 5 giugno 1921 sul percorso Tommaseo-Dinegro, con la conseguente eliminazione, avvenuta l’anno successivo, dell’ultima linea di tram a cavalli tra De Ferrari e Di-­ negro. Nel 1926, con la formazione della “Grande Genova”, ovvero con l’annessione al comune capoluogo delle zone periferiche, si sentì la necessità di istituire alcune linee di trasporto pubblico nelle zone collinari della città. Le nuove

speciale. Nel 1951 fu sottoscritta una convenzione tra Comune di Genova, UITE e Lazzi che impegnava quest’ultima a rinunciare ai collegamenti urbani per mante-­ nere il servizio soltanto sulle proprie linee extraurbane (Genova-Varazze, GenovaRonco Scrivia e Genova-Recco). Il collegamento per Coronata passa così alla UITE che nello stesso anno istituisce l’autolinea rapida “Z” di 8.500 metri sul per-­ corso De Ferrari-Sampierdarena-Cornigliano-Coronata Cimitero. Dal 1955, la linea viene limitata a Sampierdarena ed assume la nuova denominazione “AZ”. Nel 1956, la UITE provvede ad una ristrutturazione delle sue linee eliminando i tram da molte zone centrali ed istituendo nuove linee di autobus definite “ordinarie” per differenziarle dalle già citate “celeri” o “rapide” che avevano tariffe più elevate. Contestualmente, si decide di trasformare in autolinee ordinarie alcune linee collinari come la Sampierdarena-Coronata che assume la nuova numerazione “62”, esistente ancora oggi. Il 23 marzo 1981, la linea “62” è prolungata fino alla località Testa di Cavallo. Oggi, la linea “62” effettua ogni giorno circa 35 cop-­ pie di corse (alcune delle quali limitate a Coronata Cimitero) dalle 5.15 alle 20.15, mentre il servizio serale è affidato alla linea “663” che, in partenza da via Molteni raggiunge prima Coronata, ridiscende poi a piazza Massena e prosegue per Pontedecimo sul percorso della linea diurna “63”. La linea “62” e la serale “663” sono gestite con bus di dimensioni medie modello Bredamenarinibus serie 4500, dotati di telecamera posteriore per agevolare le manovre al capolinea. Sulla linea “62” pesa da tempo la minaccia di limitarne il percorso a piazza Massena, provvedimento più volte annunciato da AMT ma fortunatamente mai messo in pratica per le proteste degli utenti. Con la speranza che non accada, onde evitare di perdere una comoda coincidenza a Sampierdarena sia con il treno sia con le linee “18” e “20” dirette a De Ferrari e Brignole. Fiorenzo Pampolini

In una cartolina d’epoca dei primi anni ‘20, la corriera che collegava la collina di Coronata alla “Grande Genova”. (*) UITE: acronimo di Unione Italiana Tramways Elettrici, l’azienda che ha ge-­ Attraverso diversi cambiamenti di gestione e di revisione delle linee urbane, si arriva al 1956 in cui la linea stito il trasporto pubblico genovese dal 1895 al 1965, quando diventò AMT. prende la numerazione di “62”, esistente ancòra oggi. Sul percorso prestano attualmente servizio bus di dimensioni ridotte come il modello Bredamenarinibus, serie 4500

linee, che in taluni casi prendevano il posto di linee a trazione animale, sono gestite da soggetti privati con autobus. Nel caso di Cornigliano, i primi autobus furono appunto quelli della linea Sampierdarena-Coronata, gestita dalla ditta Antonio Morgante di Sampierdarena, istituita nella seconda metà degli anni Venti. Qualche anno dopo, la linea fu rilevata dalla società Lazzi, che già dal 1931 era attiva a Genova con la gestione delle due linee Genova-Nervi e Genova-Pegli in concorrenza con le linee tranviarie dell’UITE (*). Lo scoppio della seconda guerra mondiale e soprattutto i vari eventi bellici che si susseguono fino al 1945, portano alla sospensione di molte linee cittadine. Nell’immediato dopoguerra, i pochi autobus non danneggiati, sono utilizzati per potenziare le linee tranviarie e filoviarie, per le quali la domanda di trasporto continua a crescere. Il 10 dicembre 1947, i quotidiani genovesi danno notizia che possono finalmente essere attivate sette linee di autobus urbani, tra le quali la Sampierdarena-Coronata, assegnata alla società Lazzi. Intanto, la UITE proseguiva la sua opera di ricostruzione sia aggiornando il materiale rotabile tranviario per il quale si procedeva ad accorpare vecchie motrici e rimorchi per realizzare vetture di grande capacità, sia istituendo nuove linee di autobus da affiancare ai tram per dotare le direttrici principali della città di autolinee dette celeri o rapide, per le quali furono acquistati autobus con allestimento

In un’altra rara cartolina dei primi del ‘900 (collezione Bellini), la collina di Coronata con l’autobus che scende in una curva verso valle per raggiungere, dopo Cornigliano, il capolinea di Genova Sampierdarena

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27 gennaio, il Giorno della memoria: per non dimenticare mai

Addio padre Casati, l’uomo che giocava a biliardo con Kant

Il 27 gennaio 1945 è la data dell'abbattimento dei cancelli del campo di concentramento nazista di Auschwitz, in Polonia, effettuato dalle truppe sovietiche durante la loro avanzata invernale dai fiumi Vistola all’Oder. Il primo reparto che entrò nel cam-­ po faceva parte della LX Armata del 1° Fronte del maresciallo Konev. Furono trovati 7.000 prigionieri ancora in vita e rinvenuti migliaia di indumenti, oggetti che possedevano i prigionieri prima di entrare nel campo e 8 tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto. Viene celebrato il

Quando entrava in classe, il silenzio lo potevi tagliare a fette e calava come un sipario. Conoscevamo perfettamente i suoi gesti, sapevamo cosa avrebbe fatto ma ogni mattina, come solo i condannati, eravamo appesi alle sue parole. Raggiungeva la cattedra. Non aveva mai con sé il tradizionale registro verde/blu di tutti i prof. Si sedeva e dispiegava un foglietto bianco ripiegato in quattro. A quel punto – e solo a quel punto – alzava gli occhi su di noi, scrutandoci da destra a sinistra, da sinistra a destra. Raccolta l’attenzione, sussurrava sibilando un “Sentiamo”. I battiti dei nostri cuoricini quindicenni imprestati alla cultura classica e incendiati da Guccini, Gaber e De Gregori, schizzavano alle stelle, rischiando il fuorigiri. Piccola pausa ed ecco i cognomi sil-la-ba-ti delle vittime sacrificali (due, più due riserve): impossibile sottrarsi a quello che era un disePadre Damiano Casati, qui in cattedra, fu insegnante e rettore gno divino. A nostra insaputa, Lui, il pomeriggio precedendell’Istituto di Cornigliano intitolato a Giuseppe Calasanzio (15571648), spagnolo, che a Roma creò la prima scuola popolare gratuita te, aveva già deciso il nostro destino: già sapeva. Così padre Damiano Casati, da Bergamo, entrava in classe – la nostraogni giorno al liceo classico Calasanzio per raccontarci e spiegarci la storia e la filosofia. “Sentiamo: Ci-ro-ne”. Il mio arrivo alla cattedra era salutato dagli altri 23 compagni con lo stesso entusiasmo che accompagnò Luigi XVI alla ghigliottina. La prima mezz’ora della sua lezione era dedicata alle interrogazioni (due, più le riserve, come abbiamo già detto), la seconda alla spiegazione: della storia, con il Camera-Fabietti dalla copertina rossa con le rovine di Roma oppure della filosofia, con il Mathieu dalla copertina di un tristissimo marrone, uguale per tutte le classi del liceo se non per tre palline nere che ne certificavano (dalla prima alla terza) il passaggio di livello. Peraltro erano libri – gli stessi- che potevi passare al fratello minore senza bisogno di ricomprarli (pensa come andava il mondo oppure, se preferisci: “All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri”, 1972, Mogol-Battisti). Si capiva subito che avevamo a che fare con un fuoriclasse. La leggenda divide l’uomo spiritu-­ ale dall’uomo “fisico”. Se ci occupiamo di questo, la storia narrava già allora (anni ‘73/’75) che questo sacerdote bergamasco robusto, apparentemente ruvido, plasmava spiritualmente i suoi discepoli con la stessa forza fisica di cui era dotato. Uomo tutto d’un pezzo e mani come badili: si racconta che era in grado di spezzare una matita posta tra il dito indice e l’anulare con la semplice pressione del medio. Il mito e la leggenda si fondono come la stima e la lealtà che hanno sempre caratterizzato i nostri ricordi. E del lato “spirituale”, ne vogliamo parlare? La memoria lo unisce a padre Giuseppe Lazzaroni che con lui divideva la stessa cattedra come insegnante di italiano e latino. Andiamo avanti. Attraverso Platone, Aristotele, Giulio Cesare, Cartesio ci insegnarono non “cosa pensare” ma “come pensare”. Liberi tutti, insomma, in un momento in cui forse, la scuola pub-­ blica non era così libera da preconcetti come lo eravamo noi di una scuola privata, ma privata non certo della libertà di pensiero. La ricchezza dell’insegnamento del “maestro” era caratterizzata da alcuni momenti in cui il “personaggio Casati” divorava “l’insegnante Casati”. Durante uno dei passaggi più difficili della metafisica di Kant (Königsberg , 22 aprile 1724 – Königsberg , 12 febbraio 1804, un sedentario!), per meglio spiegarci la critica della ragion pura, padre Casati ci svelò, tra le righe, che Kant era “un grande giocatore di biliardo”. E più avanti, quando dovemmo fare i conti con Hegel, ci affascinò portandoci a vedere “quella famosa notte così scura in cui tutte le vacche appaiono nere”. In un momento di profondo dolore mi resta il còmpito di salutare così il “mio” padre Casati. Non avrei mai pensato di farlo 40 anni fa, suo studente in quella scuola di Cornigliano. Ma, se lo avessi immaginato, avrei desiderato essere io a farlo, ad averne il privilegio. Perché se sono così, lo devo anche a Lui. Enrico Cirone

Auschwitz. Sul cancello di ingresso si trova la scritta "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi). Ideata dall'Ss Rudolph Hoss, primo comandante responsabile del campo, venne realizzata da un fabbro, un dissidente politico polacco, Jan Liwackz, (numero di matricola 1010), che saldò la lettera "B" al contrario come segno di protesta in quanto conscio di quale sarebbe stata la vera funzione del campo: un gesto che gli sarebbe potuto costare la vita (Lo stesso fabbro, sopravvissuto all'Olocausto, chiese di riavere l'insegna: cosa che non avvenne dato che, ormai, la scritta apparteneva e appartiene alla storia). Dal 1979 Auschwitz è patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco

“Giorno della memoria” per ricordare le vittime dell'Olocausto, le leggi razziali, lo sterminio dei rom, degli omosessuali e di tutti coloro che si opposero ai massacratori. La sezione di Cornigliano dell’A. N. P. I. promuove per ricordare il 27 gennaio un incontro tra soci ed amici. Seguirà un pranzo presso l'ARCI Rizzolio di viale Narisano al quale va un doveroso e sentito ringraziamento. Le prenotazioni si ricevono nella sede dell'A. N. P. I. in via Cornigliano, 15. R. O.

Natale (con poesia) alle scuole Ferrero e Sbarbaro Natale alle scuole Ferrero e Sbarbaro su invito della segretaria Anna Toscano, per seguire due Babbi Natale, Franca e Franco, che con la gerla colma di caramelle, hanno visitato tutte le classi. Un sucessone che si poteva leggere nello stupore degli alunni per accaparrarsi il dolcissimo bottino. Buon 2013 ai ragazzi e agli operatori in queste aule ricche di esperienze e tradizioni che si ripetono, anche a Natale, così come la puntuale “letterina” che è stata spedita dai ragazzi della Sbarbaro: “Stare insieme è Natale. Siamo i bambini della IV della nostra super scuola! E per Natale abbiamo fatto una recita grandiosa con ben cinque canzoni”. C. G.


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Commercio: uniti contro la crisi. Perché CIV… uole “Se non c’è una squadra forte, qualcuno che si innamora di un progetto, questo finisce”. Racconta con amarezza Marco Crosetti, ultimo presidente del Centro Integrato di Via (CIV) di Cornigliano. “Il comitato si è sciolto soprattutto per problemi di scarsa partecipazione. Inizialmente era formato da 90 operatori ed era uno dei più grandi di Genova. Il CIV nasce nel 2001 ed è molto vivace, porta Marco Crosetti, ultimo presidente del CIV avanti progetti importanti come la riqualificazione dei giardini Melis e la semi-pedonalizzazione delle vie Vetrano, Bertolotti e Verona. Avevamo l’idea, insieme alle farmacie della delegazione che avreb-­ bero fatto da hotspot wi-fi, di fornire una connessione internet alla quale si potesse accedere tramite le nostre carte di fidelizzazione Punto Spesa. Poi ricordo uno studio, compiuto dal CIV con banca Carige, per utilizzare le Punto Spesa anche come bancomat. E un finanziamento di 50mila euro stanziato da Mario Margini, assessore allo Sviluppo economico. Ma tutto è finito nel nulla. Mi sono allontanato per vicende personali e nessuno ha voluto andare avanti”. Ha qualche suggerimento per chi volesse dar vita a un nuovo comitato?

“E’ troppo tardi. Bisognava investire sia in tempo che in denaro, proseguire con quello che c’era. Oggi è difficile amalga-­ mare un nuovo progetto economico”. Parole di biasimo anche da parte di Lodovico Alicata, vicepresidente del comitato Operatori Economici Cornigliano (OEC). “Manca lo spirito di sa-­ crificio. Bisogna camminare, andar per negozi. La volontà di lavorare per gli Lodovico Alicata, vicepresidente OEC altri non c’è: al di là del proprio scalino finisce il territorio. Luigi Pintori ed io contattavamo ogni commerciante per avere le adesioni e ci presentavamo con il volantino del programma in modo da giustificare la quota di 50mila lire all’anno” (siamo negli anni ’90, nda). Cosa suggerisce ai comitati che verranno? “Si parla sempre di solidarietà, di cooperazione: se è vero che la grande distribu-­ zione ci danneggia, perché noi commercianti non compriamo nei nostri negozi? Non andiamo al supermercato. Si tratta semplicemente di interscambio. Se vuoi solidarietà dalla gente devi essere il primo a darla. L’abbiamo scritto in uno dei primi volantini dell’OEC”. Simona Tarzia

Quasi tutti gli operatori commerciali da noi intervistati nelle nistratori locali sulle problematiche del territorio e avere ultime due inchieste del giornale hanno concordato sul fatto accesso a bandi di finanziamento regionale per la riqualificache la mancanza di un’associazione territoriale riferita al zione urbana e altro ancora. Ogni singola azienda, pur manquartiere - che li rappresenti e li organizzi- sia una sorta di tenendo la sua totale autonomia, una volta consorziata può grave mancanza. Cornigliano, in controtendenza a quanto dare vita ad una impresa che, in base ad interessi comuni, avveniva negli altri quartieri cittadini, disse “no” ad un cam-­ diventa capace di essere finalmente competitiva sul mercato. biamento culturale da parte degli operatori economici locali Il CIV è in grado quindi di avere un considerevole potere mentre questo avveniva in oltre 30 analoghe realtà cittadine. economico e politico derivante dall’unione. E’ normale au-­ Natale 2012. La festa di strada organizzata da alcuni spicare che gli operatori economici del nostro quartiere riChi ha in qualche misura contribuito allo scioglimento del operatori economici: i Re Magi con due asinelli CIV ha di fatto privato il quartiere di un valido strumento per trovino, attraverso la ricostituzione del CIV, quell’unità di affrontare con successo la dinamica evoluzione della distribuintenti e quella forza oggi assolutamente necessari perché zione commerciale. Grazie ai Centri commerciali integrati di via si possono perse- tutta Cornigliano ritorni a far parlare di sé non per morti bianche ed inquinaguire obiettivi inimmaginabili fino a pochi anni fa come riqualificare il tessuto mento ma per una rinascita socio-economica che si attende da oltre mezzo secourbano aumentando l’attrattiva turistica. Un CIV forte può sensibilizzare gli ammi-­ lo, un indennizzo ormai difficilmente equo. S.P.


ilCorniglianese/sport Lo scoutismo a Cornigliano

Gennaio 2013 >>> 16

Karate sotto l’albero

I valori di una scelta

Si rinnova il rito annuale per 200 bambini

Nel nostro quartiere lo scoutismo è presente da quasi cent’anni: nel 1916 fu fonda-­ to il gruppo “Cornigliano 1”, uno dei primi in Liguria. Dopo 15 anni di interruzio-­ ne delle attività durante il periodo fascista, nel 1946 il Gruppo riaprì con il nome di “Genova 56”. I lettori del Corniglianese, da questo numero in poi, troveranno una rubrica di aggiornamento sulle nostre attività. Questo mese vogliamo raccontarvi che cosa propone ai ragazzi la nostra associazione. Lo scoutismo è una proposta educativa che si fonda sull’intuizione pedagogica di Lord Baden-Powell e che ha l’obiettivo di far crescere i ragazzi rendendoli “uomini di carattere”: perso-­ ne significative per la loro vita, per le loro famiglie e per la società e, soprattutto, persone felici che intendono lasciare il mondo meglio di come l’hanno trovato e che sanno che la loro felicità sta nel realizzare la felicità degli altri. Lo scoutismo è un grande gioco di scoperta e di sviluppo dei propri talenti attraverso la vita all’aria aperta, l’attività manuale, l’avventura, la comunità, il servizio, l’accoglienza del grande disegno d’amore che Dio ha per ciascuno di noi. I capi dell’associazione accompagnano i ragazzi facendo con loro un tratto di stra-­ da e cercando di testimoniare con gioia la loro scelta scout, di impegno civile e di fede. Il cammino dello scautismo inizia con il Branco dei Lupetti (8-12 anni) e prosegue nel Reparto degli Esploratori e delle Guide (12-16 anni), nel Noviziato (16 anni) e nel Clan dei Rover e delle Scolte (16-20/21 anni): al termine del Clan la partenza è il momento in cui il giovane sceglie di portare avanti nella sua vita i valori maturati nel suo cammino scout e che si esprimono nella promessa e nella legge scout. Nel nostro gruppo abbiamo il Branco della Liana presso la parrocchia di sant’Ambrogio in cui i Lupetti, giocando insieme tra loro e con i Vecchi Lupi imparano a esprimere se stessi e a comunicare con gli altri; i Lupetti si riuniscono ogni settimana e una volta al mese fanno una gita insieme (caccia), ogni estate si ha il momento più importante dell’anno che sono le vacanze di branco (il campo): l’estate scorsa il cam-­ po si è tenuto nella Base Scout regionale di Vara. Il Reparto del Pino, con la sede Foto di gruppo dei lupetti del “Genova 56” in Val di Vara (Savona) presso l’Istituto Cala-­ sanzio, riunisce i ragazzi dai 12 ai 16 anni, i quali, facendo esperienza diretta, imparano a vivere all’aria aperta, capiscono il significato della lealtà e della coerenza, della responsabilità e del servizio;; l’avventura vissuta insieme ai capi porta i ra-­ gazzi ad assaporare le bellezze del creato e a iniziare un cammino verso Dio sempre più personale. I momenti di incontro degli esploratori sono la riunione settimanale, il bivacco mensile e il campo estivo: l’ultimo campo è stato a Upega, in Alta val Tanaro. Il Noviziato dell’Arcobaleno e il Clan del Bosco rappresentano il momento della maturità vissuta nella comunità, nel servizio, in un rapporto sempre più adulto, responsabile e libero con se stessi, con Dio e con gli altri, nella comprensione che la vita è una strada da percorrere con la forza e la gioia delle scelte vere e significative. Oltre alla riunione settimanale e al bivacco mensile, caratterizzano il Noviziato e il Clan l’esperienza della route, cioè un campo mobile solitamente di cammino che fa sperimentare la bellezza dell’essenzialità, della condivisione, della scoperta, della fatica e che fa cogliere con chiarezza che cosa significhi che “lo scautismo entra dai piedi”. L’ultima route è stata nell’agosto scorso: in bicicletta lungo la ciclovia del Danubio, da Linz a Vienna. Buona strada a tutti! Per informazioni: Francesco, capogruppo: 3282191840 . I capi del Ge 56

Sono ormai 20 anni che la Polisportiva dilettantistica Cornigliano ‘79 organizza la sua manifestazione natalizia. Per questo "Karate sotto l’albero" è diventato un ap-­ puntamento di rito per il karate giovanile ligure. L’ultimo appuntamento del 2012 si è svolto a metà dicembre presso l'impianto polisportivo “Italo Calvino” di via Bor-­ zoli, a Sestri Ponente. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di 15 società con circa 200 bambini. La manifestazione, fin dai suoi primi esordi, ha avuto l’intento di dare ai ragazzi dai 5 ai 12 anni oltre che la possibilità di confronto e di verifica dei progressi ottenuti durante i primi mesi di attività, anche quello di essere un momento festoso e di socializzazione per tutti i partecipanti. Proprio per questo motivo le premiazioni sono state fatte da un Babbo Natale che ha gratificato tutti i partecipanti con dolci tradizionali e artigianali, come vuole la storia di “Karate sotto l’albero”. Enrico Bommara Per info: via Nino Cervetto, 8 Affiliato F. I. J. L. K. A. M. – F. I. D. A. L. Web: www.cornigliano79.com email: info@cornigliano79.com 16152 Cornigliano

Sulle orme delle medaglie azzurre Taekwondo, tra sport e meditazione Il taekwondo è un'arte marziale coreana e anche uno sport da combattimento a contatto pieno nato fra gli anni '50 e '60 nonché sport nazionale in Corea del Sud basato principalmente sull'uso di tecniche di calcio. E’ l'arte marziale che conta il maggior numero di praticanti in tutto il mondo. Combina tecniche di combattimento volte alla difesa personale e alla pratica agonistica e in alcuni casi può ispirarsi alla filosofia e alla meditazione. Nel 1989 il taekwondo è diventato l'arte marziale più popolare al mondo in termini di praticanti. Al circolo ACLI sant’Ambrogio, il maestro Luis Retto tiene lezioni bisettimanali di questo magnifico sport. Per la cronaca: alle Olimpiadi di Londra i nostri azzurri, Carlo Molfetta e Mauro Sarmiento hanno vinto rispettivamente una medaglia d’oro e una di bronzo. Carlo Guerra

Carnevale, tris di divertimenti Grande attesa per tre date all’insegna del Carnevale. Domenica 3 febbraio, con il patrocinio del Municipio VI medio ponente, nell’area verde di Campi, vicino al campo spor-­ tivo, il Comitato genitori e anziani di Campi, il Comitato genitori scuola Sbarbaro e la Pro Loco di Cornigliano organizzano per piccoli e grandi una festa di Carnevale con animazione e pentolaccia (ore 15). Dalle 14 per tutti coriandoli e croccanti bugie. Domenica 10, presso il ricreatorio parrocchiale san Giacomo, con il patrocinio dell’Unione commercianti Cornigliano, festa in maschera per bambini con giochi e sorprese. Sabato 16 febbraio, il Carnevale si chiude presso l’area Dufour di via Cervetto con una grande festa in maschera, dalle 15, organizzata dal Circolo Arci Uguaglianza e aperta a tutti, a partire dai più piccoli. Mi. Tu.

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ilCorniglianese/sport

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storica del presidente Paolo Mantovani. Ricordiamo che Garrone salvò la Sampdoria in un momento molto delicato per la squadra genovese e lo fece per onorare un impegno preso “sulla parola”. Co-­ me ex allenatore della Samp, ho vissuto indiretta“Sono vicino alla famiglia Garrone. La scomparsa mente ma con partecipazione assoluta il suo indel grande presidente sampdoriano lascia un vuoto gresso nella Società dalla prima fase più critica a incolmabile non solo per la società, per la squadra quella più recente. Un uomo d’altri tempi. Perso-­ ma per tutto il mondo dello sport”. Sono le prime nalmente non ho mai lavorato con lui ma era proparole che Giampiero Ventura, corniglianese e alle- verbiale la sua serietà, merce molto rara nel calcio natore del Torino Calcio, ha rilasciato alla nostra di oggi. Anche a nome del Torino Calcio esprimo, redazione. Prosegue Ventura: “La figura di Riccar-­ Ventura, (Cornigliano 1948), iniziò nella do Garrone era quella che più si avvicinava all’altra tramite questo giornale, il mio più profondo corRiccardo Garrone, (Genova, 23 gennaio doglio”. Guido Pallotti Samp come allenatore delle giovanili 1936 – Grondona, 21 gennaio 2013)

Ventura: “Con Garrone se ne va un uomo importante per il mondo dello sport”

Samp col lutto al braccio

Con il Siena, ultimo in classifica anche se penalizzato di sei punti, abbiamo visto una squadra irriconoscibile sia sotto il profilo del gioco che del carattere: certo il solo ingresso di Palombo non può risolvere i problemi. Occorrerebbero tre rinforzi, un centrale in difesa, un uomo di fascia e un attaccante, e questa non è cosa La Samp targata Delio Rossi parte nuova. Nel frattempo a gettare benzina sul fuoco sono state le voci di una possibisubito male ma non si poteva prele cessione di Icardi ma tutto sembra rientrato con un “semplice” ritocco tendere che il nuovo tecnico in quat- all’ingaggio del talento argentino. La prossima gara è con una concorrente diretta, tro giorni risolvesse tutti i problemi. il Pescara, e la Sampdoria La sua mano si è vista nella partita non può e non deve perdere. con la Juventus: rispolvera Palombo Giocherà con il lutto al brace De Silvestri e ritorna al modulo cio, con tutte le motivazioni 4-4-2- inserendo stabilmente come nella testa ma soprattutto nel titolare Icardi che conferma le sue cuore. E lo farà per onorare doti segnando una doppietta alla la figura eccellente del presiIcardi, 20 anni, nato in Argentina, due gol alla Juventus blasonata Vecchia signora, espudente Riccardo Garrone, gnando quel gioiello dello “Juventus scomparso lunedì 21 gennaio. Stadium”. Nell’occasione del secondo gol, Icardi ha fatto vedere tutta la sua classe, Top. Icardi: sotto rete tiene la nonostante la giovane età, segnando una rete da manuale. Per la cronaca, solo palla bassa e insacca un gol l’Inter era riuscita a Torino nell’impresa della Sampdoria. Buona la gara contro il da vero campione. Milan anche se il pari è andato piuttosto stretto agli uomini di Delio Rossi. Flop. La difesa, tutta. La più recente sconfitta con il Siena riapre il problema dei rinforzi e della psicolo21esima giornata di Serie A: Siena-Sampdoria 1-0 gia di questa squadra, forte con gli avversari “forti” ma debole con le più deboli. Carlo Guerra

Il Genoa ricomincia da Ballardini Prosegue il periodo nero del Grifone. La vittoria casalinga contro il Bologna non ha rappresentato la chiave di svolta della stagione e così il Genoa si ritrova relegato al terz’ultimo posto in classifica. A differenza delle altre brutte gare, la disfatta interna contro il Catania (0-2) è stata la partita giocata peggio dai rossoblù in questa stagione e, forse definirla “partita giocata”, è riduttivo nei confronti delle altre formazioni che lottano per non retrocedere in Serie B. La squadra è scesa in campo senza grinta, senza voglia e senza quella cattiveria agonistica che sarebbe servita per portare a casa un risultato utile. Dopo tre minuti dal calcio d'inizio, il Genoa si trovava già sotto di una rete e il gol mancato incredibilmente sotto porta da Borriello, poco dopo lo svantaggio subìto, è stato la mazzata che ha tagliato le gambe ai giocatori. Sconfitta pesante ma, a pagare il salato conto, è stato Del Neri: il tecnico di Aquileia a fine partita è stato esonerato, al suo posto ritorna il “sergente di ferro” Davide Ballardini, l'unico allenatore capace di lasciare il segno dopo l'addio di Gasperini. La patata, pardòn, panchina bollente è ora nelle sue mani e il tecnico ha le capacità per riuscire in questa impresa che più che disperata, al momento, sembra impossibile; il tempo gioca a favore del Grifone anche se il difficile calendario pesa più della classifica. Per centrare la salvezza è necessario che l'ambiente si compatti e inizi a lottare, lasciando alle spalle i rancori verso la

società a favore della voce, quella voce che ai tifosi è venuta a mancare. Il tifo della Nord è l'unica cura per questa squadra mal costruita da una dirigenza che in questi ultimi anni ha pensato solo alle entrate economiche. Il momento è difficile e la paura regna sovrana: solo la spinta dei tifosi può cambiare le cose perché, ora più che mai, in campo serve un dodicesimo uomo. Difficile indicare il Top e il Flop. Il Davide Ballardini torna sulla panchina del Genoa gol di Immobile a San Siro — che ha permesso al Genoa di tornare a casa con un punto — dovrebbe consacrare il giovane Ciro come il giocatore del mese ma l'aver ammutolito il pubblico genoano presente a Milano e le dichiarazioni d'amore alla Juventus dal ritiro della nazionale hanno pesato molto sulla sua credibilità agli occhi di tutti. Definire flop Sampirisi, invece, sarebbe sciocco: non è giusto massacrare un potenziale buon giocatore per il suo attuale rendimento. Le colpe sono da attribuire a chi non gli ha permesso di fare esperienza, scaraventandolo in A, come si faceva in certi varietà con i famosi, o quasi, “dilettanti allo sbaraglio”. In un momento molto triste per il calcio genovese, il sito del Genoa è stato il primo ad esprimere alla famiglia Garrone il proprio cordoglio per la scomparsa di un grande presidente. Riccardo Cabona

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ilCorniglianese/rubriche L’avvocato risponde Caro Avvocato, sono una cittadina tedesca ed ho acquistato tre anni or sono una vecchia casa

colonica nell’ovadese che ne-­ cessitava di immediate riparazioni. Ho adibito parte della casa a mia residenza ed un’altra parte, che si trova sul confine della proprietà, ad attività agrituristica. Ho appaltato i lavori di ristrutturazione ad un’impresa che, stan-­ te la precarietà statica dei muri portanti, ha abbattuto parte della struttura e l’ha ricostrui-­ ta nel pieno rispetto degli strumenti urbanistici e dei permessi di costruire rilasciati. Pare che nel ricostruire, per errore, l’impresa non abbia rispettato il sedime della vecchia struttura ma anzi, si sia ‘allargata’ andando ad invade-­ re, per una estensione di 70 centimetri in larghezza e 12 metri lineari in lunghezza, il terreno del vicino. Questi, ora, a più di un anno dalla fine dei lavori, chiede la demolizione e l’arretramento dell’edificio, oltre che il risarcimento del danno. Posso evitare di dover demolire la nuova costruzione ? Posso rivalermi sull’impresa per gli eventuali danni? K. T. Cara Signora, ai sensi dell’articolo 938 del Codice Civile, se nella costruzione di un edificio si occupa in buona fede una porzione del fondo attiguo, ed il proprietario di questo non fa op-

posizione entro tre mesi dal giorno in cui ebbe inizio la costruzione, l’autorità giudiziaria, tenuto conto delle circostanze, può attribuire al costruttore la proprietà dell’edificio e del suolo occupato. Il costruttore è tenuto a pagare al proprietario del suolo il doppio del valore della superficie occupata, oltre al risarcimento dei danni. La disciplina che Le ho evidenziato è nota come accessione invertita perché al ricorso degli indicati requisiti (occupazione in buona fede di una porzione del fondo attiguo e mancato opposizione del vicino, proprietario del terreno, nel termine di tre mesi dall’inizio della costruzione) l’accessione – vale a dire l’acquisto a titolo originario del-­ la proprietà – avviene non già a favore del proprietario del suolo (come avviene normalmente, in base ad un principio che ha origini nel diritto romano) ma a favore del proprietariocostruttore dell’edificio: Lei nel-­ la fattispecie. L’ipotesi prevista si configura quando, come nel Suo caso, l’edificio insiste a ca-­ vallo dei due fondi. La giurisprudenza ritiene la norma richiamata applicabile solo nel caso di costruzione di edifici, mentre è esclusa nel caso di altri manufatti. L’acquisto in suo favore, per accessione invertita, non opera di diritto ma necessita di una sentenza del Giudice; non si tratta di un provvedimento dovuto: l’autorità giudiziaria potrà tenuto conto delle circostanze anche negare il provvedimento. Il consiglio è quindi quello di ricorrere al Giudice contro il vicino e contro l’impresa appal-­ tatrice: contro il vicino al fine di vedere riconosciuto l’acquisto;; contro l’impresa al fine di essere risarcita delle somme che Lei è comunque tenuta a corrispondere al vicino, ai sensi della norma invocata. Avvocato Matteo Savio

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La Cucina di nonna Papera (Leda Buti)

Budino di panettone al cioccolato Ingredienti: la buccia grattugiata di un limone, un bicchierino di rum, 120g di zucchero, una punta di cucchiaino di cannella, un bicchierino di marsala, 4 uova medie, 800 ml di latte, 300g di panettone o pandoro, una bustina di vanillina. Per decorare: 100g di cioccolato fondente, 100ml di panna fresca da montare. Procedimento: tagliate il panettone a fettine sottili, mettetelo in una ciotola e irroratelo con il rum e il marsala, lasciate riposare al fresco per almeno un quarto d’ora. In-­ tanto fate bollire il latte in una casseruola, aggiungete la cannella e la buccia del limone. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire il composto, filtratelo in un colino fine: nel frattempo dividere

i tuorli dagli albumi, sbatterli con metà zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e cremoso, incorporate al latte la crema di tuorli e il panettone sbriciolato, montate a neve gli albumi, inserite lentamente il restante zucchero e uniteli al panettone. Versate in uno stampo antiaderente e imburrato della capacità di 2,5l; cuocete il budino a bagnomaria e infornate per 40 minuti a 200°. Quando sarà dorato e si sarà staccato dallo stampo, toglietelo dal forno e lasciatelo raffreddare, quindi sformatelo al centro di un piatto da portata. Preparate una salsa di cioccolato, (sciogliendo il cioccolato fondente a bagnomaria), montate la panna, inseritevi il cioccolato sciolto e versatela sul budino.

I consigli della nonna

Quando avanzano gli avanzi Se vi avanza la polenta, affettatela per ricavare dei sandwich da farcire con una fettina di salame e una sottiletta. Sopra la polenta passate i panini nella farina, nell’uovo sbattuto e nel pangrat-­ tato, friggeteli, poneteli su carta assorbente e mangiateli caldi. L’agnello avanzato è ottimo per fare il ragù. Con gli avanzi di pesce si possono preparare squisite polpette (vedi foto): basta frullare il pesce con un uovo, prezzemolo, uno spicchio d’aglio, pane raffermo ammollato nel latte, una grattata di noce moscata, sale q.b. Amalgamate e fate delle polpettine, passatele nel pane grattugiato, friggetele e accompagnate con un purè di patate e carote. Con la testa e le lische si possono preparare ottimi fumetti (brodi di pesce).

Numeri utili

Pronti interventi

Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570 Cornigliano Comune 0106500068 Croce Bianca 010651276 0106512817 Illuminazione pubblica 800523188 A.C.I. 803116 Taxi 0105966 ASL Guardia medica 010354022 CUP prenotazioni 0105383400 AMT Linee e orari 0105582414 Trenitalia Orario treni 92021 Aeroporto C. Colombo Informazioni 01060151


ilCorniglianese/rubriche

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Il mercato immobiliare vuol ripartire E tra richiesta e offerta cresce la differenza Secondo continui sondaggi ed analisi approfondite di esperti del settore, in questo nuovo anno il mercato immobiliare italiano dovrebbe rimanere stabile, senza attendere picchi né in calo né in aumento, in merito al numero di compravendite

crisi. I tempi di compravendita sono sempre elevati, intorno agli otto mesi per le abitazioni, e si evidenzia sempre una forte differenza tra i prezzi richiesti e i prezzi offerti, pertanto si prevede ancora un ulteriore calo delle quo-

margini di trattabilità elevati. Purtroppo, e nella nostra delegazione lo si sente più che in altre zone della città, si attende un provvidenziale cambiamento di strategia da parte del sistema bancario, sperando che appunto le

nel nostro Paese, più che dimezzato dall’inizio della

tazioni, già scese del 2030% dall’anno 2008, e

“care” banche aiutino il cittadino, sostenendo le

famiglie e magari iniziando a concedere qualche mutuo in più senza dover affrontare insostenibili paletti, forse mai esistiti. Questo dovrebbe far ripartire il mercato immobiliare e l’economia ine-­ rente lo stesso, oggi in forte crisi, anche grazie nell’ultimo anno, alla tas-­ sazione eccessiva imposta dal governo tecnico; una classe politica incapace ed uno Stato sprecone, invece di premiare le famiglie di operai, impiegati e lavoratori tutti che risparmiano giornalmente c0n sacrifici per assicurare un futuro ai propri figli e nipoti, applicano sui loro risparmi, a nostro avviso, tasse ingiuste, esagerate e non più sostenibili. Speriamo che con l’anno nuo-­ vo e la nascita di un nuovo governo, qualunque sia il colore o l’ideologia, ci siano profondi cambiamenti bancari e fiscali, che permettano un vero rilancio economico. Andrea Scibetta

La salute Vivere meglio in dieci mosse

Se hai il colesterolo alto (ma non solo: attenzione ai trigliceridi e alle funzioni lipidiche), occorre modificare l'alimentazione. Ecco delle regole semplici ma efficaci. 1) Preferire cibi di origine vegetale a quelli animali: frutta, verdura, legumi. Limitare la carne, i formaggi, le uova, il latte, il burro. 2) Attenzione ai grassi di cottura e di condimento: limitare burro, strutto e margarine e preferire l’olio extra vergine di oliva. 3) Primi piatti a piacere senza restrizioni tranne che per il condimento. 4) Limitare la carne. Non più di 3/5 pasti settimanali dando la preferenza al pollame, ai tagli magri di manzo, cavallo e coniglio. 5) Consumare pesce 3/4 volte la settimana: è un alimento povero di grassi e nutriente. 6) Controllare formaggi e salumi: non più di 2 pasti settimanali a base di formaggi (mozzarella e ricotta sono i meno grassi); tra i salumi meglio la bresaola e il prosciutto crudo privo di grasso. 7) Aumentare i legumi: fagioli, piselli, ceci, lenticchie, fonte preziosa di proteine.

Novità in casa Pro Loco

C’è l’info-point e la redazione cambia sede L’info-point della Pro Loco di Cornigliano sarà attivo dal 1 febbraio presso l’ufficio della Pubblica Assistenza Croce Bianca di via Gessi, il martedì e giovedì dalle 10 alle 12. Al suo interno, cittadini e lettori de “ilCorniglianese” potranno iscriversi alla Pro Loco e, comunque, avranno la possibilità di dare la propria disponibilità per collaborare con l’Associazione nell’organizzazione di e-­ venti di diversa natura all’interno della delegazione. Nella stessa sede, oppure telefonando alla Pro Loco, 334.7925833, tutti potranno comunicare proposte, segnalazioni, reclami, suggerimenti per migliorare il nostro giornale o per offrire nuove collaborazioni. Nel frattempo questa redazione si è trasferita presso l’area verde di Campi, in uno spazio più grande e adeguato ad un giornale in grande espansione. Un sentito ringraziamento va al Comitato “Genitori e anziani” per la felice collabora-­ Campi. La prima foto della nuova sede del giornale zione che si è subito instaurata tra i due sodalizi genovesi. Oerre

Dal 1972 al vostro servizio

I legumi sono in grado di abbassare la colesterolemia, grazie al buon contenuto in lecitina

8) Frutta senza limitazioni e latte parzialmente scremato, fonte insostituibile di calcio. 9) Limitare uova e frattaglie: l'uso delle uova va ridotto a non più di due volte la settimana. 10) Curare la preparazione e la cottura dei cibi: per le carni e il pesce sono da preferirsi cotture che non richiedono aggiunta di grassi. Buona salute. Dottoressa Jose Cuffaro, farmacista


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ilCorniglianese/associazionismo

Gennaio 2013 >>> 21

Café Alzheimer a Villa Bickley La forza di non essere soli

Dal primo di dicembre del 2001 la villa è diventata sede della biblioteca Guerrazzi e del Centro del Lavoro di Genova, Job Centre. E' nata così una biblioteca tecnologica multimediale con un parco pubblico annesso e con una caffetteria ubicata nell'antica serra. Una curiosità del parco, che è di circa 1600 mq, è una splendida canfora bicentenaria (di cui ci siamo occupati nel numero di maggio 2012, ndr)

L'A.F.M.A., Associazione Famiglie Malati di Alzheimer, è un’organizzazione onlus (quindi senza profitto) che a Cornigliano aiuta e sostiene con l'esperienza dei propri associati tutte quelle famiglie che oggi hanno un loro caro ammalato di Alzheimer. A Villa Bickley, il Café Alzheimer "Le panchine nel parco" è un punto d'incon-­ tro dove associati e volontari-sostenitori si adoperano con programmi specifici di interesse manuale, giochi, canti, memoring, tep terapy

(attività con animatori), ginnastica dolce, affinché gli "ospiti" ammalati possano trovare ancora quegli stimoli ed interessi che hanno perso nella loro quotidianità famigliare. Queste attività permettono loro di scoprire nuove vie di comunicazione con i loro cari e con gli accompagnatori e anche di scaricare la tensione accumulata durante la normale vita quotidiana. Tutte le attività sono frutto di confronto tra l’esperienza diretta degli associati che hanno avuto -

o hanno ancòra ammalati di Alzheimer in famiglia- e il Distretto socio-sanitario VI con medici psicologi che volontariamente sostengono con il loro aiuto l’associazione. Il Centro è aperto due pomeriggi alla settimana (martedì e venerdì) e sarebbero tutti felici se la comunità corniglianese partecipasse attivamente al lavoro del gruppo per meglio capire e comprendere l’attività che si svolge a favore di chi ha bisogno e scoprire magari che, con un po’ di buona volontà ed un sorriso, si può fare molto: è la forza di non essere – e di non sentirsi – soli. Carlo Guerra

Cos’è l’Alzheimer La malattia o morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa con esordio prevalentemente senile (oltre i 65 anni), ma può manifestarsi anche in epoca precedente. La patologia è stata descritta per la prima volta nel 1906, dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer. La malattia è definibile come un processo degenerativo che pregiudica progressivamente le cellule cerebrali, rendendo l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale

Villa Bickley fu eretta tra fine del 1500 e l’inizio del 1600. Il primo dicembre del 2001, terminati i lavori di ristrutturazione, la villa venne acquistata dal comune di Genova da tre enti inglesi ai quali era pervenuta per legato testamentario

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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ilCorniglianese/come eravamo/come siamo

Gennaio 2013 >>> 22

“Quel cavallo che issava la giostra dei cavalli” di Enrico Benvenuto

frequentare gratis il locale poiché mia mamma Lina, lavorando nella distribuzione delle pellicole (faceva la “passafilm”) era in ottimi rapporti con In piazza Metastasio c’era una bigliet-­ la proprietaria. In questo cinematograteria ed un’entrata per lo stadio, una fo ho visto il primo film a colori amerilocanda-osteria e, in un angolo, un cano in assoluto: “Il sentiero del pino gabinetto pubblico dove un sordido solitario” del 1936, con Sylvia Sidney individuo (del quale non dirò il cognoed Henry Fonda. me, peraltro molto coIl 25 luglio a Cornigliamune a Genova) cercava no si festeggiava san di attirare noi ragazzini Giacomo che però non offrendo soldi, dolci e era la nostra parroccaramelle. Per l’osteria chia. La nostra, nella arrivavano rifornimenti quale sono stato battezin grosse botti di vino su zato e dove ho fatto la carri a cavalli dal cui prima comunione, era piano venivano fatte quella di sant’Ambrogio scendere lentamente, al mare situata in una trattenute da funi su specie di garage (come scivoli in legno. In un infatti è adesso) e guialtro angolo con via Redata dal severo don gina Margherita c’era il Bisso e dal curato don negozio di “Santin” che Chiappori, molto più era un paradiso per noi amato da noi ragazzi. ragazzi. Aveva ogni tipo Il centro della festa era di piccoli dolci, tutte le comunque la nostra qualità di liquirizie: i piazza dove arrivavano pescetti, i tacchetti, le puntuali i baracconi con stringhe e le more. Ma i tiro a segno, la pista soprattutto i frugolini, delle automobiline a sacchettini contenenti i scontro e la monumenrotti e le briciole di lavotale, coloratissima giorazione dei biscotti Saistra dei cavalli a dondowa. Si faceva a gara ed lo, le gondole basculanera festa quando si troti, le tazze girevoli e 19 marzo 1949 Novara, agosto 1953. La squadra di hockey su rotelle di Cornigliano gioca vava un ritaglio grande e l’organetto centrale. Era Al centro della foto, inginocchiato, Remo Benvenuin trasferta. Da sinistra, Remo Benvenuto, portiere. A fianco Roberto De -alla fine- si gonfiava il uno spettacolo vederla to, portiere della squadra di hockey su rotelle della Lellis, medico: esercitò in città per parecchi anni. sacchetto vuoto e lo si montare: per issare il Corniglianese e fratello dell’autore del racconto Primo a destra, Guido Mazzoni, capitàno. faceva scoppiare a sorpesante perno centrale Giocò anche come terzino nella nazionale azzurra presa dietro qualcuno c’era bisogno dell’aiuto per spaventarlo. La piazdi un cavallo! Nella via za senza auto era il noBertolotti si posizionastro Eden. Controllati dai genitori dalle (erano di legno) effettuata con la punta ordinato all’insaputa mia e di mio fra-­ vano i banchetti con quelle povere cose finestre, potevamo dedicarci ad infiniti d acciaio della trottola del vincitore. tello per farci una sorpresa. Il mio seche i tempi permettevano. Naturalgiochi: il salto con la corda, il cavallucC’era poi chi poteva permettersi di condo giocattolo è stato un trenino a mente non c’erano luminarie. Gli unici cio, il cerchio, la palla prigioniera, i costruire il carretto montato su quatmolla in latta che poteva solo girare addobbi erano le bandierine di carta quattro cantoni, il lancio delle figurine tro cuscinetti a sfera e con un pezzo di sull’unico binario circolare. Quelli so-­ colorata che i residenti ritagliavano e contro il muro (vinceva quella che rispago per volante. In piano lo si dovepra esposti erano i nostri unici divertistendevano su fili stesi sulle strade tra maneva più vicina). Disegnavamo con va spingere ma in discesa regalava menti, se si esclude il cinema Esperia un palazzo e quello di fronte. il gesso sull’asfalto il pàmpano e la intense emozioni. A proposito di gio(subentrato al “pidocchietto” di via Re-­ pista sulla quale facevamo correre con Fine terza puntata chi, rammento il mio primo giocattolo. gina Margherita). Avevo la fortuna di Racconto in quattro parti Terza puntata

le bicellate le grette o le palline in terracotta o quelle più ricche in vetro colorato. Un altro gioco molto praticato era la ziardoa (la trottola, in genovese) che si faceva girare tirando la spago alla quale era avvolta. Vinceva chi riusciva a farla girare più a lungo ed il perdente subiva – con la crudeltà tipica dei ragazzi- la rottura della sua

Mio padre gestiva il ferramenta-armeria di via Cornigliano (a fianco della cappelleria dell’elegante signor Beltra-­ melli). Un giorno mi trovavo in negozio quando arrivò una cassa colma di rifornimenti. Una volta aperta, con mia grande meraviglia ed emozione, vidi sopra ogni altra cosa un monopattino in legno colorato che mio padre aveva

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ilCorniglianese/e.mail e lettere alla redazione

Spettabile “ilCorniglianese”, è con grande emozione che ho visto sull’ultimo numero di dicembre la fotografia del fornaio Cesare Battaglino. Ho contattato la figlia, signora Franca, e a lei ho raccontato qualcosa che forse non sapeva data la giovane età che aveva alla scomparsa del papà. Cesare venne a Genova da Vezza d’Alba tramite parenti di mia madre dello stesso paese per imparare il mestiere ad mio padre Guido nel nostro forno di via De’ Cavèro. Tra tutti gli aiutanti che ha avuto mio padre, lui è quello che più ci è rimasto nella memoria e nel cuore per la sua bontà, gentilezza e per il suo modo di essere. Lo ricordo in tanti momen-

Ottobre 1970. Il fornaio Cesare Battaglino, durante l’alluvione che colpì la città di Genova, riuscì ad assicurare il pane ai cittadini di Cornigliano pur lavorando in condizioni estremamente precarie, come testimonia la foto di allora ti passati insieme oltre che nel lavoro, nelle gite, nei pic nic e in altre occasioni, prima fra tutte quale invitato alle mie nozze il 12 ottobre 1958. Ho appreso a suo tempo con tanto dolore la notizia della sua scomparsa e ogni volta che vado con mio marito al cimitero di Vezza non manchiamo

mai di andare ad omaggiarlo assieme al suo sfortunato figlio nella cappella di famiglia. Vi ringrazio per la possibilità che mi avete dato di conoscere la signora Franca con la quale mi sono scoperta accomunata nel ricordo dell’indimenticabile caro Ce-­ sare. Margherita Dallorto

Il comandante Stefano racconta il mare della sua vita Varazze. Gentile Pro Loco Cornigliano, confermo i miei più vivi complimenti per la conduzione del giornale “ilCorniglianese” e sugli argomenti trattati che tengono vive le nostre radici fino a poco tempo fa piuttosto sopite. Sono nato il 23 marzo 1939 al n. 6 di via Vetrano, ex Antonio Pellegrini, via che era il cuore pulsante della delegazione. Come altri miei conterranei ho abbracciato la carriera del mare: sono capitano di lungo corso, comandante di navi mercantili e passeggere. Ho scritto ed edito in proprio due libri sui temi del mare. Ho insegnato nelle scuole elementari varazzine la storia della navigazione italiana. Leggo volentieri e con vivo interesse il giornale e vorrei offrire i miei contributi su Cornigliano e sul mio passato marinaro. Complimenti, avanti così. Comandante Stefano Giacobbe

Il 21 marzo 1968, la nave passeggeri “Federico C.” (nella foto) urta una roccia sommersa a Port of Spain. Nonostante subisca ben 32 falle, viene portata in sicurezza su un basso fondale per le prime riparazioni

Gentile comandante Giacobbe, siamo molto lieti di averla tra i nostri attivi lettori e ci

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scusiamo sùbito per aver tagliato la sua lunga lettera. Non tema: se lei sarà d’accordo, la riproporremo come racconto della storia passata di Cornigliano in uno dei prossimi numeri. Anticipiamo, per rispondere alla curiosità di chi ci segue, che il comandante vanta fortissime radici genovesi che risalgono –pensate– all’anno Mille e che, lo stesso, ufficiale di coperta addetto al funzionamento dei mezzi di emergenza, si rese protagonista con tutto l’equipaggio nel 1968 del sal-­ vataggio in mare della nave passeggeri “Federico C.” quan-­ do, dopo aver urtato una roccia sommersa al largo del Venezuela, venne portata con maestrìa su un basso fondale e lì, appositamente, incagliata senza danni per nessuno. E questa coincidenza non può passare inosservata proprio nel mese in cui si ricorda il primo anniversario del disastro della Costa Concordia, avvenuto all’isola del Giglio il 13 gennaio dell’anno scorso. A presto, quindi, caro comandante Giacobbe. La redazione

Curiosità. Ecco dove si trovava il castello Raggio Riceviamo da un attento lettore un fotomontaggio che ricostruisce l’esatta collocazione del castello Raggio sullo scoglio di sant’Andrea, il simbolo di Cornigliano demolito nel

1951, attraverso una “sovrapposizione temporale ma topograficamente corretta” che mostra il castello dietro il carroponte dell’Ilva all’altezza dell’imbocco di via Pionieri e

ilCorniglianese

Il fornaio Cesare e il ricordo di chi lo ha conosciuto

Gennaio 2013 >>> 23 Aviatori d’Italia. La foto è visi-­ bile anche sul sito dell’istituto professionale Attilio Odero che ha sede a Sestri Ponente, in via Briscata, lungo la zona verde di villa Rossi.

antenne dista solo 10 metri dal nostro palazzo e le stesse sono nelle vicinanze di scuole materne ed elementari e vicine a parchi pubblici come da

Cornigliano, un puzzle da girare in bicicletta

Cara redazione, vi ringrazio affettuosamente per il fattivo lavoro che state operando e che sta contribuendo ad animare il dibattito tra la gente di Cornigliano. Ognuno di noi, abitando il nostro quartiere, matura immancabilmente dei sogni per migliorare la sua vivibilità e desidera riportare all’antico splendore il nome che Cornigliano Ligure ha posseduto in tempi remoti. Come in un mega-puzzle se ciascuno riunificasse i pezzi del suo vicino di casa il quadro che verrebbe ricomposto avrebbe un’evidenza più omogenea e bella. Vedo già le biciclette transitare nella via Cornigliano finalmente decongestionata dal traffico pesante, la stazione ferroviaria riotterrebbe il lustro che merita in una delegazione industriale che convive però con nuove parole d’ordine come Cineporto, Ilva pulita e scuole d’alto livello. Grazie per il vostro impegno. Roberta Zanotti

Quelle antenne così vicine e così rumorose

foto allegate di cui allego copia). In attesa di Vs. gradito riscontro porgo distinti saluti. Luca Rossi Gentile Rossi, come lei sa, da agosto siamo a conoscenza della problematica e disponibili naturalmente ad un incontro con tutti voi nella nostra nuova sede. Nel frattempo pubblichiamo una delle foto che ci avete allegato e che riguarda un’antenna su via Cornigliano. Abbiamo chiesto chiarimenti al presidente del Municipio e nel prossimo numero leggeremo le risposte. La redazione

La vignetta di Anzalone

Gentile direttore, buon anno innanzitutto e grazie per la celere risposta; volevo confermarle anche la nostra disponibilità ad un eventuale incontro in redazione (attualmente ci stiamo operando per raggruppare il maggior numero possibile di documentazione), visto e considerato che, come semplici cittadini, ne siamo venuti a conoscenza solo verso il 24 agosto richiamati ed incuriositi dai numerosi rumori provenienti dal tetto adiacente (tengo a precisare che la facciata del palazzo di fronte dove hanno installato le due

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Andrea Scibetta Fotografia Agostino Razzore Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca presidente@prolococornigliano.it

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Gennaio 2013 >>> 24

Quelli della redazione Sergio Daga Nasce a Carbonia (Cagliari) nel 1950. Abbandonati gli studi classici, per necessità di vita muove i suoi primi passi come linotipista in una tipografia della città per passare poi ad uno dei giornali locali ''Tuttoquotidiano'', il primo in Italia nel 1970 attrezzato per la stampa offset a colori. Con l'aiuto di un grande giornalista sportivo, Giuseppe Melillo, ha la possibilità di diventare cronista sportivo dal 1974 al 1979. Si trasferisce a Genova e continua la sua attività fino a mettersi in proprio con una società, la “Vis grafi-­ ca”. Ex arbitro di calcio nella F.I.G.C., ha militato nell’U. S. Don Bosco come dirigente per 10 anni e poi alla A.S.D. Corniglianese dove ricopre l'incarico di responsabile della Scuola Calcio. Collabora nel Consiglio pastorale della parrocchia di N.S. di Lourdes ed è consigliere di don Robotti per la realizzazione del nuovo impianto oratoriale sportivo di via Minghetti, a Cornigliano.

Cinzia Palomba Appena diplomata come segretaria d'azienda, lavora presso un centro studi come segretaria per un candidato a sindaco nelle elezioni amministrative genovesi. Successivamente ha sempre lavorato presso una commercialista. Scrive articoli sportivi per il Calcio dei Giovani, inserto del calcio dilettantistico del Corriere Mercantile. Attualmente è segretaria presso la Società sportiva “A.S.D. Corniglianese 1919”. Per il nostro giornale segue da sùbito le pagine sportive. Una curiosità: tutta la famiglia di Cinzia si occupa di sport a vari livelli. Il marito è dirigente della prima squadra della Corniglianese così come il figlio che gioca nella stessa società. Per la nostra testata sa mettere a disposizione una grande disponibilità e competenza soprattutto nei temi sportivi.

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