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LUGLIO 2015 free press - n. 58 anno 5 PrimaPagina - il mensile di E.C.S. Editori

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Mira Carpineta direzione@primapaginaweb.it

Sara Angelini Mafalda Bruno MikiMoz Capuano Simona Cascetti Federico Centola Alessio De Iuliis Antonio Di Felice Adele Di Feliciantonio Giorgia Di Giannatale Lisa Di Giovanni Mirco Di Marcello Laura Di Paolantonio Nicola Ferrigni Bruno Feroci Angela Fosco Alessandro Frattaroli Antonella Lorenzi Maurizio Orsini Daniela Palantrani Cristian Pellegrini Gianfranco Puca Raffaele Raiola Antonio Maria Rinaldi Nicola Paolo Rossetti Chiara Santarelli Pierluigi Troilo Giuseppe Turri

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Chiuso il 22 GIUGNO 2015 La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite. L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni

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25 Pudori da pornodivi. C’è un mondo, quello del porno system, il cui vocabolario non contempla la parola pudore, tanto sono esplicite le performances , i prodotti e i servizi forniti. Un mondo eufemisticamente “senza veli” , dove anche le “trasparenze” sono superflue. Eppure anche i porno divi e gli imprenditori del settore, incredibile ma vero! hanno un tabù.

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

I NOSTRI ESPERTI in questo numero

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Gianfranco Puca

Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

avvocato mediatore professionista avvocato@studiolegalepuca.it

SOMMARIO

Laura Di Paolantonio dottore commercialista lauradipao@libero.it

Donne, lavoro e welfare

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di Sara Angelini

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di Nicola Ferrigni

Reddito di cittadinanza, una scelta consapevole Raffaele Raiola architetto urbanista ambientale architetto.raiola@alice.it

Ufologia

Nicola Paolo Rosetti

30 Angeli in contatto

avvocato pres. giov. avvocati di Teramo avv.nicolapaolorossetti@gmail.com

di Daniela Palantrani

Scuola

Gennaro Cozzolino avvocato magistrato onorario avv.gennarocozzolino@libero.it

36 Alors on dance! di Federico Centola

Alessandro Frattaroli

Tendenze

Dottore Commercialista revisore legale

42 Salute, sapori e hi-tech di Adele Di Feliciantonio

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Coltivare sott’acqua: si può? di Cristian Pellegrini

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Marini torna in Nazionale

Pierluigi Troilo ingegnere coach & formatore info@pierluigitroilo.com

In Copertina: “Porno Economy, il down (and up) del Jones” foto from online.thatsmags.com “Ningbo - Sex Doll Manufacturing Capital of the World” Le immagini contenute nel magazine rispondono alla pratica del “FAIR USE” per la divulgazione scientifica e culturale

Alessio De Iuliis Avvocato Lavorista

di Federico Centola PrimaPagina 58 - Lug. 2015

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L’Editoriale di Mira Carpineta

REGALI

DI COMPLEANNO

osa può desiderare un ragazzo di 21 anni per il suo compleanno? Un tablet, un iPod, una Xbox? L’ultimo oggetto del desiderio ultratecnologico, una vacanza alle Hawaii? Magari una pistola. Perché no? E un papà che gliela regala, pur sapendo che il ragazzo qualche problema di socializzazione ce l’ha. Ecco mi piacerebbe proprio sapere cosa avrà pensato quel genitore(?) quando sceglieva un oggetto così terribile e imbecille da regalargli. Mi viene spontanea una riflessione. Forse i problemi del ragazzo erano niente in confronto ai problemi di un padre che considera “regalo” una pistola. Sulla cultura americana delle armi si sono detti e scritti fiumi di parole. Un Paese contraddittorio che da una parte vorrebbe illuminare il mondo con la sua civiltà

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e dall’altro la riporta indietro di secoli. Un retaggio, quello del far west, che stenta a scomparire, come l’eterno razzismo anche dopo 8 anni di Obama style. Val la pena di osservare che in ogni film americano di successo, gli eroi vincono le loro sfide solo a colpi di pugni (quando va bene) o di sofisticate avveniristiche armi. In nessun film di grande diffusione i conflitti e le criticità vengono mai risolte con l’ascolto e la cooperazione, la comprensione e il dialogo. Troppo noioso. Per un americano credo sia inconcepibile non ricorrere alla forza se “ il gioco” si fa difficile. Alla fine è sempre Hulk che determina lo stop della battaglia con un megagalattico sberlone che oltre a distruggere il “nemico” distrugge anche la città che voleva salvare. Sono cresciuta con i fumetti dei supereroi che salvavano il mondo. Oggi chi ci salverà dai supereroi?

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MI VIENE SPONTANEA UNA RIFLESSIONE. FORSE I PROBLEMI DEL RAGAZZO ERANO NIENTE IN CONFRONTO AI PROBLEMI DI UN PADRE CHE CONSIDERA “REGALO” UNA PISTOLA


È UN MONDO

ALLA ROVESCIA e volessimo studiare e capire profondamente il Medioevo, ma dal lessico, dal vocabolario si eliminasse la parola “Dio”, allora il Medioevo non lo capiremmo. Sarebbe impossibile capire la vita degli uomini, le loro relazioni, il senso dello svolgimento dei fatti di quell’epoca. Non si capirebbe il perché della storia. Se allo stesso modo si volesse capire e studiare il nostro tempo, ma dai nostri simboli, dal nostro linguaggio si togliesse la parola “denaro” allora non si capirebbe affatto questo nostro momento storico. Senza la parola “denaro” non si capirebbe quello che facciamo, le nostre scelte, i nostri sentimenti, il nostro relazionarci agli altri. Ma non capiremmo nemmeno la nostra letteratura, la nostra architettura, la nostra arte. La nostra politica. Nulla di nulla. Niente, oggi, riesce a non essere condizionato dall’economia. E non diciamo influenzato ma, proprio, con-di-ziona-to. Alla fonte. Le regole della nostra società, le nostre priorità, il nostro stato di benessere. Non si può non associare questo stress diffuso, la sensazione di disagio, le lamentele, le preoccupazioni che coinvolgono tutti ad ogni livello, dalla crisi finanziaria prima, ed economica poi, che ha sconvolto i mercati, le imprese, il potere d’acquisto, i risparmi, ecc. Prima di tutto, insomma, il denaro. Ad esempio, per una “questione di bilancio” molti comuni stanno seriamente valutando di passare al cosiddetto “tempo pieno” le scuole pubbliche: in qualche modo, chiudendo al sabato e concentrando le ore sui primi cinque giorni della settimana, le casse delle amministrazioni locali ne trarrebbero un giovamento perché si ridurrebbero le spese complessive. Naturalmente, si tratta di riorganizzare tutto un sistema, dagli orari di lavoro ai trasporti pubblici, dalle mense alle attività extra sco-

lastiche. E ovviamente, anche per le famiglie si tratta di riorganizzare i propri tempi e le propria logistica. Senza voler giudicare se questa sia o meno una scelta utile al benessere e allo sviluppo dell’infanzia, vogliamo semplicemente osservare come, a monte, una scelta di tipo meramente economico, condizioni l’essere umano fin dalla sua più tenera età e nello svolgersi della sua vita, fisica e psicologica. E dunque anche nel suo futuro. Viviamo un mondo alla rovescia. La finanza condiziona l’economia. L’economia condiziona la politica. La politica condiziona l’università, la scuola, la salute pubblica e cosi via. Tutto questo, determina la vita della società, delle famiglie e, infine, della persona umana. In questo ordine. Ma non dovrebbe essere tutto il contrario?

SE SI VOLESSE CAPIRE E STUDIARE IL NOSTRO TEMPO, MA DAI NOSTRI SIMBOLI, DAL NOSTRO LINGUAGGIO SI TOGLIESSE LA PAROLA “DENARO” ALLORA NON SI CAPIREBBE AFFATTO QUESTO NOSTRO MOMENTO STORICO

di Pierluigi Troilo PrimaPagina 58 - Lug. 2015

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IL IV REICH SI STA SGRETOLANDO di Antonio Maria Rinaldi

a pantomima a cui stiamo assistendo da inizio sulla questione greca, sta avendo paradossalmente un risvolto del tutto inaspettato: “rischia” letteralmente di far “implodere” la leadership tedesca. Da una parte la Merkel, nel ruolo politico di mediatore possibilista pur di mantenere gli equilibri all’interno del fronte dei creditori e di conseguenza conservare saldamente anche il comando di leadership europea, ipotizzando aperture verso Atene sulla linea delle “concessioni a patto che”, e dall’altra il superfalco Schaeuble, sempre più arroccato nella veste di supremo sacerdote dei dogmi tedeschi il quale pretende o una resa incondizionata della Grecia senza alcun spazio di trattativa o direttamente la sua “cacciata”senza appello, non solo dall’euro, ma dalla stessa UE, anche se non si riesce a comprende di quali poteri divini sia investito

per poterlo decidere e pretenderlo. La spaccatura è palpabile sempre più nelle dichiarazioni contrastanti dei due leader tedeschi e negli ultimi giorni l’aria che si respira a Berlino è diventata più pesante, tanto da far intuire che non si tratta del solito gioco delle parti a cui siamo stati ormai abituati da tanto, ma qualcosa di molto di più serio. La Cancelliera è conscia che

LA SPACCATURA È PALPABILE SEMPRE PIÙ NELLE DICHIARAZIONI CONTRASTANTI DEI DUE LEADER TEDESCHI E NEGLI ULTIMI GIORNI L’ARIA CHE SI RESPIRA A BERLINO È DIVENTATA PIÙ PESANTE

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il fallimento delle trattative con il governo greco porterebbe a una gravissima crisi di credibilità nei confronti non solo della sostenibilità della moneta unica a trazione tedesca, ma dell’efficacia stessa del modello economico da loro imposto fino ad ora a supporto della costruzione monetaria. La Merkel rischia di far emergere al suo elettorato che l’ha sostenuta ciecamen-


te fino ad ora e al mondo intero, la fragilità e l’incapacità nel non essere riuscita a gestire una crisi “limitata” come quella greca, aprendo scenari di comprensibile sfiducia nel caso in cui nel prossimo futuro fossero economie ben più “pesanti” di quella ellenica ad avere problemi analoghi. E’ in ballo l’intero sistema che ha permesso alla Germania d’impadronirsi completamente del potere politico ed economico dell’Europa che gli ha consentito di accumulare enormi vantaggi nei confronti degli altri partners che in ogni caso sono rimasti i loro principali competitors commerciali. Se questo sistema viene meno, viene meno anche il largo consenso politico di cui ha goduto la Merkel negli ultimi 10 anni di “comando” interno ed esterno al paese. E’ ovvio che se la leadership tedesca alla prima verifica sul campo non riesce a risolve problemi di così “limitata” entità rispetto a quelli che potrebbero potenzialmente verificarsi in altre aree dell’Eurozona, vuole dire che non sono all’altezza di ricoprire questo ruolo guida. Il coriaceo e inflessibile Ministro delle Finanze sembra invece non avere finalità politiche se non quelle di dimostrare che le regole da loro dettate vanno

LA BATTAGLIA PIÙ ASPRA SI È TRASFERITA NELLA COMMISSIONE BILANCIO CHE PORTERÀ ALL’APPROVAZIONE DELLA CAMERA BASSA BUNDESTAG LE DECISIONI FINALI SULLA QUESTIONE GRECA

rispettate ad ogni costo pena “rappresaglie” in pieno stile punitivo, senza valutare e considerare le eventuali conseguenze “politiche” e “geopolitiche“. Lo scontro si sta consumando all’interno del

gruppo parlamentare stesso della Merkel, ma la battaglia più aspra si è trasferita nella Commissione Bilancio che porterà all’approvazione della Camera Bassa Bundestag le decisioni finali sulla questione greca. Si iniziano ad intravedere “preoccupanti” spaccature di opinione fra gli stessi deputati fino ad ora considerati fedelissimi della Frau Angela, ormai più sensibili nell’andare incontro agli umori del proprio elettorato che agli ordini di “scuderia” fino ad ora eseguiti con esemplare dedizione. In tutto questo con una Francia di Hollande sempre più subordinata spettatrice e una Italia di Renzi completamente assente e distratta! Insomma la “piccola” Grecia potrebbe far capitolare la “grande” Germania e con essa la sua egemonia costruita con premeditata sapienza e abilità. Ironia della sorte, come la Germania è riuscita ad impadronirsi dell’Europa, questa volta senza sparare neanche un colpo di cerbottana grazie all’incapacità e assenza politica degli altri Stati membri ad iniziare dalla nostra, potrebbe capitolare a sua volta con un altro colpo di cerbottana! In fondo anche a Davide bastò un sasso… Nel XXI Secolo cadono in questo modo i Reich.

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ella piramide di Maslow la realizzazione dei bisogni di occupazione, familiari, di salvaguardia della salute, sono al secondo posto dal basso. Ad oggi i valori e il loro peso su ogni individuo sono nettamente cambiati. Ma quali sono i bisogni reali di una famiglia media italiana in cui gli adulti lavorano e i bambini necessitano di cura? La risposta è tutta nella utopica, folle realizzazione e messa in opera di quello che i politologi ci hanno illuso potesse avvenire anche nel nostro paese: il welfare state, (dall’inglese =stato del benessere . Benessere = stare bene). Un grande desiderio per ogni famiglia. Tuttavia più ci si informa e più si scopre di essere, in Italia, nel vero terzo mondo d’Europa. Non ci sono abbastanza strutture che possano accogliere bambini e, quando ci sono, i

costi sono elevatissimi. Non c’è un diritto alla genitorialità come negli stati del nord Europa, all’avanguardia nello stato sociale. Non vengono tutelate sufficientemente le madri o chi vorrebbe diventarlo pur lavorando. Uno stato che non investe sulla popolazione minorile, sulle donne e sul loro duplice e fondamentale ruolo di madri lavoratici, non crede nei giovani che saranno gli adulti di domani, fomenta profonde frustrazioni psicologiche per la mancata realizzazione personale e professionale. Non è così in Germania dove le donne, i bambini e le famiglie sono considerati la necessaria, importantissima base su cui investire in senso economico e non solo, per solidificare lo stato sociale. Non è così nei paesi come Danimarca, Svezia, Finlandia, in cui la disoccupazione femminile è bassissima. Perché chi vi governa sa che in

re Donne, lavoro e welfa

LO SPREAD TRA ITALIA E RESTO DEL MONDO

a o t t i r i Il D e r e i l g ce s r e v o d non lini di Sara Ange

ogni famiglia una donna, alla quale nessuno chiede di scegliere se essere mamma o lavoratrice, garantisce forza lavoro e realizzazione personale. Nei paesi nord europei una famiglia può scegliere se avvalersi di un asilo pubblico, con orari anche notturni, avvalersi di una baby sitter o affidare i bimbi a case private gestite da altre mamme, il tutto sotto l’occhio vigile dello Stato. In Germania, dove l’anno scolastico inizia ad agosto, esiste addirittura un Ministero delle donne ,degli

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anziani e dei giovani che lo scorso anno ha intrapreso un progetto sugli asili nido per potenziarne la presenza sul territorio e disincentivare la scelta del genitore di rimanere a casa ad accudire il proprio piccolo. Un grandissimo, irrealizzabile sogno in un paese come il nostro, lontano anni luce dall’essenza che la parola welfare racchiude. Ultima nota: il Ministro della Famiglia tedesco è una donna, mamma di due bimbi, che ha meno di 40 anni....

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n Italia il lavoro per le donne è ancora un problema di serie B , per il livello di occupazione che esse raggiungono, ma anche per le caratteristiche che possiede, quando si trova, il lavoro. I dati Istat nella fascia di età 15/64 anni mostrano un’occupazione femminile naturalmente al di sotto di quella maschile in percentuale, anche se l’andamento negli anni, partendo dal 1993 ad oggi (2013 dato disponibile), mostra il lavoro femminile resistere di più di quello maschile. Ciò è spiegabile per la presenza nel mondo del lavoro di un’occupazione femminile che doppia i lavori domestici o le incombenze prettamente legate al ruolo della donna nella famiglia, per la loro presenza nei servizi e per la maggiore disponibilità da parte delle donne di accettare lavori meno retribuiti e più precari, spesso per poter far fronte alla perdita di occupazione

del marito. Eppure le donne quando studiano si laureano prima e con risultati migliori. Nelle discipline di formazione alla direzione, perfino tecniche, danno migliori performance . Questo però non offre possibilità di ricoprire nel settore privato figure apicali, lasciando le donne per lo più in posizioni intermedie. La disparità nel mondo del lavoro, un coinvolgimento basso e intermittente al lavoro, e la massiccia partecipazione femminile al lavoro di cura, per scelta, ma anche per mancanza di strutture di supporto, produce tre dati: 1-un minor numero di pensioni dirette ovvero erogate sulla base di contributi versati; 2-una componente minoritaria di queste sul totale delle pensioni erogate; 3-una minore remunerazione del singolo trattamento e della spesa complessiva previdenziale (pensioni più basse e minore spesa complessiva)

... DANNO MIGLIORI PERFORMANCE . QUESTO PERÒ NON OFFRE POSSIBILITÀ DI RICOPRIRE NEL SETTORE PRIVATO FIGURE APICALI, LASCIANDO LE DONNE PER LO PIÙ IN POSIZIONI INTERMEDIE

Tasso di occupazione, valori percentuali, 15/64 anni

Rapporto M/F nelle figure professionali dei dipendenti del settore privato

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ECONOMIA 2.0 E CONNESSIONE GLOBALE a cura di Giuseppe Turri

organizzazione e la gestione del lavoro stanno cambiando rapidamente: il continuo sviluppo e la diffusione di nuovi strumenti tecnologici consentono di poter lavorare in modo flessibile ed essere connessi e operativi anche lontano dall’ufficio tradizionale, permettendo di essere sempre più veloci e reattivi nella gestione dei rapporti con clienti, fornitori e colleghi. Per la condivisione di file e di documenti (poco più della media mondiale, attestata sull’86%) l’applicativo più usato è Dropobox con il 64,1% (media mondiale 56%), seguito da Google Drive (48,2% Italia e 43% nel mondo) e da WeTransfer che in Italia registra un 35,3% contro una media globale solo del 18%. Significativo anche l’utilizzo di Google Hangouts, con il 21,4% in Italia (22% nel mon-

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do) e diMicrosoft Remote Desktop (14,9% Italia e 19% nel mondo). Un’altra esigenza per chi si trova fuori ufficio è la possibilità di poter comunicare rapidamente con messaggi ed email: gli strumenti di instant messaging e VoIP stanno rivoluzionando i tempi e le modalità di lavoro, consentendo di rimanere sempre collegati e immediatamente reattivi facilitando così pratiche di lavoro agile (smart working). Secondi i dati rilevati dalla ricerca Regus, il 96% dei manager e professionisti intervistati in Italia ha utilizzato almeno uno strumento di messaggistica istantanea nell’ultimo mese. Oltre alla tecnologia, la flessibilità lavorativa si esprime anche con la presenza di spazi attrezzati ormai ovunque nel mondo per poter disporre di un ufficio anche in luoghi diversi dalla sede di lavoro. Sono nate così delle aziende che forniscono la logistica di

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spazi attrezzati di cui chiunque può disporre a tempo determinato o in affitto temporaneo, luoghi di incontro per affari o riunioni che si possono affittare anche solo per il tempo necessario alla trattativa . Queste nuove realtà imprenditoriali arrivano così a poter disporre di luoghi da fornire come servizio in ogni parte del mondo grazie ad una rete di connessioni che va oltre le burocrazie dei Paesi dove sono presenti. Questo nuovo modello imprenditoriale è replicabile a molte altre offerte imprenditoriali, non solo di servizi ma anche di materiali. Una nuova economia , già diffusa a livello globale, è pronta a sostituire la morente economia ingabbiata nelle farraginose burocrazie che la politica attuale non sembra più in grado di salvare. È l’economia della connessione 2.0 che in Italia però…


I MANAGER ITALIANI E IL LAVORO (POCO) FLESSIBILE l lavoro flessibile è in continua espansione a livello globale, ma in Italia i manager faticano ad adeguarsi. Secondo una recente indagine Regus, il 72% dei manager a livello globale sostiene modalità organizzative basate sul lavoro flessibile, mentre nel nostro Paese solo poco più della metà (58%) di dirigenti e imprenditori intervistati vede favorevolmente questa evoluzione. Regus* ha intervistato più di 44.000 uomini d’affari in più di 100 Paesi. Il dato relativo all’Italia segnala delle difficoltà a comprendere e ad adeguarsi a questo cambiamento, registrando un interessante (ma modesto, rispetto al dato mondiale) 58% di manager che sostengono questa modalità di lavoro svolto lontano dall’ufficio tradizionale, in modo agile e flessibile. Questo divario “culturale” di una diversa visione organizzativa da parte dei manager italiani rispetto al flessibile si accentua

ancora di più se il dato nazionale, oltre alla media globale viene rapportato alle medie rilevate dei principali paesi europei, in particolare nel Regno Unito (80%) e in Germania (77%) ma anche rispetto agli Stati Uniti (77%). Tuttavia, il 75% degli intervistati a livello internazionale e l’80% degli italiani concordano sul fatto che è necessaria una formazione specifica per essere in grado di gestire con successo un team di persone che lavora da remoto. La collaborazione a stretto contatto è ancora fondamentale per l’82% degli intervistati (80% dato Italia): costoro ritengono che i manager dovrebbero parlare con i collaboratori che lavorano da remoto più volte alla settimana, mentre l’85% (84% in Italia) pensa che i lavoratori flessibili dovrebbero partecipare fisicamente almeno con frequenza mensile a riunioni con i loro manager

di linea. Mauro Mordini, Country manager di Regus in Italia ha commentato: “Con tutti i benefici riscontrati per il personale e per i datori di lavoro, non c’è dubbio che le imprese a livello globale e in parte anche in Italia siano sempre più orientate ad attuare forme di lavoro flessibile. Tuttavia, i risultati della ricerca mostrano che sono necessari strumenti di collegamento e di collaborazione per coordinare questa nuova modalità di lavoro. Una soluzione può essere quella di fornire al personale la possibilità di poter utilizzare postazioni di lavoro professionali ed attrezzate in business center vicino a casa, o dovunque siano necessari, che consentono di concentrarsi sul lavoro in un ambiente privo di distrazioni e con la possibilità di avvalersi di servizi di supporto e di segreteria professionali oltre che strumenti e connessioni ICT avanzati”.

* Regus è il fornitore mondiale di spazi di lavoro flessibili. La sua rete, composta da oltre 2.300 business center dislocati in 850 citta e 104 Paesi, offre spazi di alta qualità, pratici e completamente attrezzati, sia per pochi minuti che per più anni. Aziende come Google, Toshiba e GlaxoSmithKline scelgono Regus per lavorare in modo agile e assicurare maggiori possibilità di successo alle proprie attività. Il segreto di un ufficio flessibile è la praticità, per questo Regus continua ad aprire centri ovunque i suoi 2,1 milioni di clienti abbiano bisogno di supporto: centri cittadini, distretti suburbani, centri commerciali e outlet, stazioni ferroviarie, stazioni di servizio in autostrada e persino community center. Regus è stata fondata a Bruxelles, in Belgio, nel 1989. La sua sede centrale è in Lussemburgo ed è quotata presso la Borsa di Londra. Per maggiori informazioni, visita il sito: www.regus.it

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ltri risultati significativi che emergono dalla ricerca Regus: Il 72% (62% Italia) ritiene indispensabili i sistemi informativi per poter monitorare e misurare l’attività dei lavoratori da remoto e una maggioranza più elevata (87% media globale e 88% Italia) è convinta che il lavoro flessibile deve essere misurato e remunerato sui risultati e gli obiettivi raggiunti anziché in base a una valutazione sul tempo impiegato per svolgere i compiti assegnati. I vantaggi per le imprese: Il 60% (58% Italia) degli intervistati segnala di aver riscontrato un incremento di queste modalità lavorative da parte delle imprese, finalizzate a ridurre i costi fissi operativi e che queste nuove soluzioni consentono anche di attrarre e trattenere i migliori talenti (68% media globale e 54% media Italia). Dal punto di vista dei benefici per le imprese il dato italiano è allineato con la media globale e con Francia, Spagna e Stati Uniti mentre nel Regno Unito e in Germania la percentuale del vantaggio di una riduzione di costi, seppure comunque significativa risulta inferiore agli altri paesi. Una possibile interpretazione delle ragioni di questo dato si può attribuire che in questi due paesi questo modello organizzativo è maggiormente consolidato e i processi di ottimizzazione dei costi sono in una fase più avanzata per cui è un beneficio che viene meno riscontrato.

DAL PUNTO DI VISTA DEI BENEFICI PER LE IMPRESE IL DATO ITALIANO È ALLINEATO CON LA MEDIA GLOBALE E CON FRANCIA, SPAGNA E STATI UNITI MENTRE NEL REGNO UNITO E IN GERMANIA LA PERCENTUALE DEL VANTAGGIO DI UNA RIDUZIONE DI COSTI, SEPPURE COMUNQUE SIGNIFICATIVA RISULTA INFERIORE AGLI ALTRI PAESI

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Lo sviluppo

sostenibile ggi più che mai la preoccupazione per la salvaguardia dell’ambiente sta investendo tutti gli ambiti concernenti la vita dell’uomo. L’emergenza ambientale, manifestatasi attraverso numerose calamità naturali, il cambiamento climatico, la salubrità dell’aria, il buco dell’ozono, l’inquinamento idrico e numerosi altri fattori, conseguenti all’irrispettosità e all’irresponsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente, impongono un nuovo modo di pensare le attività industriali. Ponendo l’attenzione sulle emergenze ambientali, si rende necessaria quindi, una nuova “filosofia gestionale” e un nuovo concetto di sviluppo. Dall’ antropocentrismo all’ ecocentrismo, i nuovi imperativi imposti dai vecchi e recenti disastri provocati all’habitat naturale, hanno fatto emergere un nuovo soggetto dominante nel contesto economico: l’ambiente. Il centro del consumo, dei bisogni e dell’offerta non è più l’uomo, ma l’ambiente il quale pone limiti, e, nel contempo, anche opportunità. Si è di fronte ad una nuova concezione di sviluppo, inteso

non più solo come produzione e crescita senza limiti, che assume una nuova denominazione ed accezione: “sviluppo sostenibile”. Il predominante orientamento alla tutela dell’ambiente coinvolge numerosi temi e soggetti. Questi devono essere considerati dal “Green Marketing”, in quanto sono la via da percorrere per lo sviluppo sostenibile delle imprese e per la soluzione delle note problematiche ambientali. La società sta mostrando un atteggiamento sempre più preoccupato per la salute del pianeta e, quindi, è sempre più sensibile e orientata verso imprese e prodotti che cercano di ridurre l’impatto ambientale. Inoltre mostra interesse anche alla capacità delle imprese e dei prodotti ecologici di coinvolgere il consumatore nella salvaguardia dell’ambiente. La coscienza ambientale non è più relegata in una nicchia “verde”, ma grazie all’informazione, alla comunicazione e alla scolarizzazione la questione ambientale è ora parte integrante della società (basti osservare la ricchezza dei siti web e blog dedicati al tema). L’orientamento della società verso la tutela

dell’ambiente impone all’impresa la necessità di progettare, produrre, distribuire, vendere prodotti ecocompatibili, ovvero di offrire nuovi modelli di sviluppo economico. In questo modo lo sviluppo può diventare “sostenibile”, cioè può avere a disposizione tutti gli strumenti per preservare il futuro delle generazioni a venire, soddisfare le esigenze attuali e limitare il sovraconsumo. La globalizzazione è un altro grande tema che riguarda lo sviluppo economico di molte imprese. L’ambiente è in antitesi al concetto di globalizzazione, il quale prevede principalmente la massificazione della produzione e dei prodotti. La produzione su scala globale e la crescita sconsiderata nuocciono all’ambiente, alterandolo e inquinandolo. L’impresa in questo contesto deve assumersi le sue responsabilità, trovando la via per mediare tra globalizzazione ed ambiente, e finalizzando la produzione all’efficienza ecologica e al benessere delle future generazioni.

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di Giorgia Di Giannatale

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isaffezione, scollamento, allontanamento dei cittadini dalla politica. O ancora, disincanto, frattura e sfiducia. Espressioni ampiamente utilizzate e talvolta abusate per definire, in estrema sintesi, il rapporto che intercorre tra i cittadini e la politica. Termini, altresì, che hanno generato una sorta di assuefazione semantica per cui, oramai, si tende a percepire quasi con superficiale indifferenza il non-rapporto che intercorre tra i cittadini e la politica. Un binomio, quest’ultimo, paragonabile a quello docentestudente. In altre parole è come se la classe politica, seppur consapevole dei suoi errori e affetta dalla sindrome del Marchese del Grillo, si ergesse a portatrice di superba infallibilità e, dal pulpito cattedratico, giudicasse gli italiani, i suoi alunni, definendoli finanche disinteressati alla res publica.E invece i cittadini, esasperati dalla inconcludenza e indignati dal comportamento puramente affaristico di molti personaggi pubblici, hanno optato – per rimanere nella metafora docente-studente – per una formazione del fai da te. E quindi, non si è più disposti ad accettare aprioristicamente, come portatrice di verità assoluta, qualsiasi proposta programmatica solo per una questione di “appartenenza” politica, ma ci si informa, ci si interroga, ci si confronta. In primis in Rete, ma anche sui media mainstream. Questa tendenza trova conferma nel sondaggio nazionale sul reddito di cittadinanza. La stragrande maggioranza del campione infatti non si è solo dichiarata, a parole, conoscitrice dei contenuti della proposta, ma lo ha dimostrato nei fatti rispondendo correttamente ai test insidiosi che si celavano dietro alcune domande. Non si esprime l’accordo su una proposta di Governo (in questo caso il reddito di cittadinanza) semplicemente perché lo ha proposto il partito o il politico che si sostiene, ma si tratta di un consenso che si basa sulla effettiva conoscenza della proposta. Quello a cui assistiamo oggi è un rapporto asincrono tra politica e società. Una situazione che per molti aspetti ricorda quella dei cosiddetti workers buyout, lavoratori e dipendenti di grosse aziende dichiarate in fallimento e che, riunendosi in cooperative, rilevano l’azienda salvaguardando non soltanto la propria attività lavorativa ma anche il futuro dell’azienda stessa. Allo stesso modo i cittadini, esasperati da una politica fallimentare, si stanno attrezzando per organizzarsi come i workers buyout e, per salvaguardare la res publica dal fallimento, delegittimano la classe dirigente pronti a intraprendere il processo di subentro aziendale. Una cessione aziendale che, nel nostro Paese, è

stata avviata qualche anno fa quando un nonpartito ha legittimato la rappresentanza politica da parte della stessa società civile.

QUELLO A CUI ASSISTIAMO OGGI È UN RAPPORTO ASINCRONO TRA POLITICA E SOCIETÀ. UNA SITUAZIONE CHE PER MOLTI ASPETTI RICORDA QUELLA DEI COSIDDETTI WORKERS BUYOUT

Nota metodologica: il sondaggio ha registrato la partecipazione di 1.027 individui maggiorenni, residenti su tutto il territorio nazionale. I risultati, benchè proveninenti da un campione non individuato con tecniche di campionamento probabilistico, consente tuttavia di individuare delle significative linee di tendenza in merito alla conoscenza da parte degli intervistati dell’oggetto di analisi e dei suoi possibili effetti sulla società italiana. La rilevazione è stata condotta nel periodo 5-9 giugno 2015 mediante tecnica CAWI (Computer Assisted Web Interview) sul sito www.nicolaferrigni. it tramite piattaforma opensource LimeSurvey con IP univoco per evitare la reiterata compilazione del questionario da parte di uno stesso intervistato. Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a un questionario semi-strutturato ad alternative fisse predeterminate e auto compilabile in modalità anonima.

Il reddito di cittadinanza

UNA SCELTA CONSAPEVOLE a cura di Nicola Ferrigni

docente di Sociologia Generale direttore Link Lab, Laboratorio di Ricerca Socio-Economica Università degli Studi Link Campus University www.nicolaferrigni.it nicolaferrigni@gmail.com

IL 67,8% SI DICHIARA FAVOREVOLE ALL’EROGAZIONE DEL CONTRIBUTO, IL 43,4% DEGLI INTERVISTATI INDIVIDUA COME POSSIBILI BENEFICIARI SOLTANTO I CITTADINI ITALIANI, ESCLUDENDO GLI STRANIERI

sondaggio nazionale sul reddito di cittadinanza1 ha avuto come obiettivo la valutazione, da una parte, dell’effettiva conoscenza dei contenuti della proposta, dall’altra parte del suo grado di accettazione e condivisione. Al fine di verificare, dunque, la reale conoscenza del provvedimento, agli intervistati è stato somministrato un breve test dai cui risultati emerge nel complesso una elevata conoscenza e padronanza dei principali punti della proposta di legge. Interrogati sui potenziali destinatari del reddito di cittadinanza, la quasi totalità degli intervistati (90,2%) ha infatti risposto correttamente, indicando come vera l’affermazione secondo la quale avranno diritto al sussidio tutti coloro che si trovano sulla soglia di rischio di povertà. Ancora, elevata e significativa appare la percentuale, pari al 90,2%, di chi ha giustamente indicato come vero un altro dei punti principali della proposta: il contributo versato corrisponderà a una cifra necessaria per il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito netto quantificato sulla base della soglia di povertà. Evidentemente bisogna spiegare meglio il ruolo

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dei Centri Per L’impiego. Dai risultati del sondaggio infatti non si evince invece una chiara consapevolezza di un altro aspetto importante della proposta: il reddito di cittadinanza non prevede infatti che il beneficiario debba accettare qualsiasi tipo di proposta lavorativa che gli venga offerta dal centro per l’impiego; al contrario la proposta dovrà essere in linea e appropriata rispetto agli skills e al curriculum del candidato. Il 67,8% è favorevole, ma il 43,4% a patto che i destinatari siano italiani. Benchè il 67,8% del campione si dichiari complessivamente favorevole all’erogazione del contributo, ben il 43,4% degli intervistati individua come possibili beneficiari soltanto i cittadini italiani, escludendo dunque gli stranieri. Per contro il 24,4% del campione ritiene che il reddito di cittadinanza debba essere destinato a tutti i cittadini residenti sul territorio italiano, compresi quindi gli stranieri. Pari al 29,4% invece la quota di coloro che si dichiarano contrari tout court all’assegnazione di un contributo economico. I contrari temono tasse e disincentivo alla ricerca del lavoro. Il 35,5% del campione intervistato reputa inutile il reddito di cittadinanza. Tra i contrari, il 56,3% è convinto che all’erogazione del contributo farà da contraltare una maggiore pressione fiscale, necessaria per costituire il bacino economico cui attingere. Il 43,8% di chi giudica inutile il contributo, infine, ritiene che questo possa innescare una perversa spirale assistenziale: l’erogazione del contributo rappresenterebbe infatti un disincentivo alla ricerca di un lavoro da parte dei beneficiari. Questo a sua volta darebbe forma a una nuova concezione del lavoro, che verrebbe inteso più come sussistenza che come un percorso di crescita e sviluppo della persona. Dunque un nuovo modello della cultura del lavoro.

TRA I CONTRARI, IL 56,3% È CONVINTO CHE ALL’EROGAZIONE DEL CONTRIBUTO FARÀ DA CONTRALTARE UNA MAGGIORE PRESSIONE FISCALE, IL 43,8% DI CHI GIUDICA INUTILE IL CONTRIBUTO RITIENE CHE QUESTO POSSA INNESCARE UNA PERVERSA SPIRALE ASSISTENZIALE

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La fuga DEI NONNI a cura di Angela Fosco

Fonte: Oms - Statistiche mondiali sulla sanità 2014 e IlSole24

Se l’Istat indica in 780 € al mese il limite della soglia di sopravvivenza, mentre milioni di italiani percepiscono pensioni da 500 € , è chiaro che quel limite è stato già abbondantemente e drammaticamente superato. E in una fascia di età che richiede invece cure molto dispendiose o almeno costanti. Sarà per un innato istinto alla sopravvivenza allora che da qualche anno molti anziani (ma non solo) coraggiosamente scelgono di emigrare in paesi in cui il loro reddito consente una vita più dignitosa? Sono i cosiddetti “nonni in fuga” da un’Italia che oltre ai giovani sta mandando via anche gli anziani. Un cambiamento di vita radicale, in un ‘età ancora più difficile.

PARTIRE SI, MA DOVE? e isole Canarie, ad esempio, in quanto territorio spagnolo, godono dell’essere parte dell’Unione Europea, ma beneficiano di un regime fiscale ridotto. I pensionati Inps italiani che risiedono nell’arcipelago ricevono lorda la pensione italiana, contributiva (non complementare o integrativa), non decurtata delle imposte regionali, comunali (con esclusione di eventuale Imu) e Irpef. Qui si può comprare un bilocale con 80mila euro. Una villetta nel campo da golf costa 200mila euro. Il clima è sempre tra i 20 e i 30 gradi e non esiste riscaldamento in casa. Il costo della vita? Il diesel costa circa 1 euro, 1,1 euro la benzina, l’Iva è al 7%, ma più bassa sui generi alimentari, il carrello della spesa costa il 30% in meno che in Italia. A Cipro, altra meta calda, la tassazione è al 5%. Le tasse governative sulla casa, in fase di cambiamento, vanno dallo 0,6 all’1,9%, cui si somma l’1,5% di tassa municipale. Non solo tasse e casa i motivi che spingono gli anziani ad espatriare. Anche i costi di una sanità italiana poco accessibile è un incentivo a spostarsi nei paesi “low cost” per curarsi. E’ la fotografia scattata da Fipac Confesercenti che, in una ricerca, denuncia la condizione che subiscono molti over 65. Da una parte farmaci troppo costosi, dall’altra l’impossibilità ad accedere alle cure mediche, hanno determinato quello che ironicamente è chiamato il fenomeno dei nonni in fuga. Il Dossier ha l’obiettivo di “sensibilizzare” l’opinione pubblica

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e le autorità sanitarie e di governo sul problema della povertà sanitaria. Gli over 65, strangolati da pensioni minime, impossibilitati ad affrontare i rincari dei costi di ticket e farmaci, sono ormai in fuga dal Servizio sanitario nazionale (SSN). IlCensis tra l’altro, denuncia che, a causa dei costi della sanità, sono oltre nove milioni gli italiani che hanno rinunciato a curarsi: rimandano visite e interventi, si rassegnano ad aspettare tempi biblici per esami diagnostici, non acquistano i farmaci che non sono rimborsabili dal SSN, di questi ben due milioni sono anziani, vale a dire quelli che ne avrebbero più bisogno. Un grave problema sociale, paradossale, se rapportato al costo del Sistema sanitario nazionale e ai tanti sprechi e scandali di cui è costellata la sanità pubblica in Italia, di cui la cronaca, anche giudiziaria, si è più volte occupata. Le strade che i pensionati percorrono, per raggirare costi e lungaggini sono tre: le cure nei Paesi low cost, il trasferimento all’estero e l’utilizzo di Ambulatori sociali. Secondo gli ultimi dati disponibili, il 75% della popolazione anziana, preferisce restare in Europa, privilegiando le Canarie, come si è visto, seguite da Grecia, Cipro e Romania. Tanti anche quelli che scelgono altre località come Marocco e Tunisia in Africa, Thailandia e Filippine in Asia, Repubblica Domenicana e Costarica nelle Americhe. Ad oggi sono circa 400mila gli anziani che hanno optato per “la fuga”


L’ANAGRAFE DEGLI ITALIANI RESIDENTI ALL’ESTERO

n altro passaggio da compiere è l’iscrizione all’Aire, Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero. Tale iscrizione è di norma effettuata a seguito della dichiarazione che va resa all’Ufficio consolare di residenza, attraverso la compilazione di un apposito modello.

COME FARE? e prime cose da sapere sono: come trasferire la residenza nel Paese di destinazione? come trasferire la pensione nel Paese di destinazione? Se la destinazione è un Paese dell’Unione Europea – come Spagna, Romania o Bulgaria – non ci sono vincoli da superare. Diverso è il caso dei Paesi extraeuropei, che richiedono ciascuno dei requisiti. Per trasferire la pensione all’estero bisogna rivolgersi al proprio ente previdenziale, ad esempio l’Inps, compilando un’apposita domanda tramite il proprio sito. L’accredito della pensione può essere richiesto su un qualsiasi conto bancario all’estero, sia all’interno che all’esterno dell’area Euro. Nella richiesta vanno indicate le coordinate del conto corrente bancario estero sul quale si chiede di

localizzare il pagamento. Ulteriori informazioni possono essere richieste via email, scrivendo all’indirizzo pensioniestereGDP@inps.it. Per quanto riguarda il trattamento fiscale dei redditi da pensione, il Governo italiano ha stipulato accordi bilaterali con un gran numero di Paesi esteri per un trattamento fiscale agevolato. Le informazioni sulle singole convenzioni internazionali in vigore le offre il sito Agenzia delle Entrate, o del Ministero delle Finanze dove è possibile trovare la lista dei Paesi con i quali sono state sottoscritte convenzioni per evitare la doppia imposizione fiscale, cioè di pagare le tasse sia lì sia in Italia. I pensionati residenti all’estero hanno diritto a usufruire delle detrazioni per carichi di famiglia, se possiedono determinati requisiti di reddito, da verificare sul sito dell’Inps.

Quest’ultimo viene trasmesso dall’Ufficio consolare al comune italiano di ultima residenza dell’interessato. La dichiarazione deve essere accompagnata, laddove necessario, dai relativi documenti (atto di nascita e attestazione consolare del possesso della cittadinanza). La dichiarazione di trasferimento di residenza all’estero va fatta subito dopo l’arrivo all’estero e, comunque, entro 90 giorni dalla data dell’espatrio. È però sempre possibile – anche successivamente – recarsi presso L’Ufficio consolare per richiedere l’iscrizione all’Are, regolarizzando, così, la propria posizione anagrafica. L’iscrizione in AIRE comporta la contestuale cancellazione dall’Anagrafe della popolazione residente.

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LA DICHIARAZIONE DI TRASFERIMENTO DI RESIDENZA ALL’ESTERO VA FATTA SUBITO DOPO L’ARRIVO ALL’ESTERO E, COMUNQUE, ENTRO 90 GIORNI DALLA DATA DELL’ESPATRIO

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DIRITTO DI VOTO L’ELETTORE ALL’ESTERO RICEVE DALL’UFFICIO CONSOLARE DI RESIDENZA UN PLICO CONTENENTE IL CERTIFICATO ELETTORALE, LE SCHEDE ELETTORALI ED UNA BUSTA AFFRANCATA CON L’INDIRIZZO DELL’UFFICIO CONSOLARE STESSO.

a persona che sta in pensione all’estero conserva la cittadinanza italiana, e dunque il diritto al voto.I cittadini residenti all’estero e regolarmente iscritti all’Aire, in particolare, hanno diritto di esercitare il voto per tutte le consultazioni elettorali e referendarie che si svolgono in Italia. Per il rinnovo del Parlamento italiano e per i referendum a carattere nazionale, gli elettori all’estero possono esprimere il proprio voto per corrispondenza, avvalendosi della circoscrizione estero per l’elezione di sei senatori e dodici deputati. A tal fine, l’elettore all’estero riceve dall’Ufficio consolare di residenza un plico contenente il certificato elettorale, le schede elettorali ed una busta affrancata con l’indirizzo dell’Ufficio consolare stesso. Per le elezioni amministrative, per le elezioni regionali e per ireferendum locali, gli elettori all’estero ricevono una cartolina-avviso, che consente loro di poter rientrare in Italia per prendere parte al voto. In occasione delle elezioni del Parlamento europeo spettanti all’Italia, gli elettori residenti nell’Ue ricevono un apposito certificato elettorale per votare nei seggi istituiti “in loco” nel Paese di residenza. Gli elettori italiani residenti in Paesi non appartenenti all’Ue ricevono invece la cartolina-avviso per il rientro in Italia ai fini del voto.

È LA SOLUZIONE GIUSTA? Ci vuole molto coraggio e determinazione per riuscire a distaccarsi con saggezza dalle abitudini rasferirsi all’estero da pensionati è dunque la soluzione? Sicuramente non per tutti. “Ci vuole molto coraggio e determinazione per riuscire a distaccarsi con saggezza dalle abitudini”, dice qualcuno che lo ha fatto: “Molto dipende dal carattere e dallo svezzamento, dalla elasticità e dall’apertura mentale, dal saper cogliere occasioni e opportunità, dal saper prendere treni e corriere che passano nel bel mezzo della nostra vita. Tutti noi abbiamo le nostre radici, ma molto spesso sono radici scelte da altri, prima ancora che da noi. Scelte dai nostri genitori, dai nostri nonni…..”

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MOLTO DIPENDE DAL CARATTERE E DALLO SVEZZAMENTO, DALLA ELASTICITÀ E DALL’APERTURA MENTALE, DAL SAPER COGLIERE OCCASIONI E OPPORTUNITÀ

MA NON SONO SOLO ROSE E FIORI ndare in pensione all’estero ha dunque indubbi vantaggi economici, se si sceglie il Paese giusto. Ma ci sono anche forti controindicazioni. Allontanarsi dalle proprie radici, dai famigliari e dagli amici, ritrovarsi un ambiente culturalmente diverso sono sicuramente ostacoli da superare. E per qualcuno la nostalgia può essere più forte dei vantaggi materiali. Ma se il fine è quello di risparmiare sulle spese sanitarie, bisogna prendere in considerazione vari aspetti, oltre a quello del costo. In molti Paesi la qualità del sistema sanitario non è paragonabile al nostro, dunque se non si dispone di un’adeguata assicurazione sanitaria, i problemi potrebbero anche essere seri. Ad esempio la quantità di medici sul territorio è un indicatore importante della qualità del sistema sanitario. Da questo punto di vista, la Repubblica Dominicana, Tunisia, Costarica e Marocco sembrano offrire poche garanzie di trovare un presidio medico quando ce n’è bisogno. Così la disponibilità di posti letto sembra dar ragione a chi si è già trasferito in Romania, dove la situazione è migliore dell’Italia, che ha uno dei più bassi standard europei. Si va a peggiorare in Tunisia, Thailandia e Repubblica Dominicana.

SE IL FINE È QUELLO DI RISPARMIARE SULLE SPESE SANITARIE, BISOGNA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE VARI ASPETTI, OLTRE A QUELLO DEL COSTO


Ri-cominciare …

da GIORGIA di Chiara Santarelli

arte da Milano , grazie a Expo2015, un progetto ambizioso. Dallo scorso 20 giugno, il progetto Re-Starting Milano di Giorgia Benusiglio sarà tra i 14 progetti esposti per tutta la durata ed ha l’obiettivo di fornire alle nuove generazioni gli strumenti necessari per acquisire

una maggiore autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi. La responsabile del progetto ha spiegato che: “ la leva consiste nel potenziare le abilità cognitive, emotive e relazionali di ogni individuo in difficoltà, trasformando il problema in occasione di crescita, attraverso modalità di reazione ottimali che portino ad essere protagonisti attivi nella società. A chi

si rivolge il programma e in cosa consiste? “Il programma si rivolge principalmente agli studenti, che acquisiranno coscienza verso i propri talenti e come svilupparli in capacità distintive, facendoli così diventare la propria “assicurazione permanente” con cui risolvere i problemi della vita. I malati, vivranno la cura con un nuovo protagonismo. I carcerati di-

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venteranno una risorsa attiva per la società. Principio guida del programma: Non piangersi addosso, cogliere il meglio da ogni situazione, non essere vittima ma reagire, mettendo se stessi e le proprie capacità al centro del proprio percorso di riuscita esistenziale”. Si tratta quindi di un progetto che trova il suo fulcro nell’informare e formare le giovani generazioni ad un approccio consapevole alla vita e alle prove che si presenteranno. “Nel futuro Milano (e non solo) – spiega Giorgia Benusiglio - avrà dei cittadini che saranno protagonisti attivi della propria vita in società, con una maggiore autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi. Grazie allo sviluppo delle competenze personali emotive, cognitive e relazionali di base, gli adolescenti sapranno gestire le proprie emozioni e lo stress, avranno consapevolezza di sè, sviluppando una comunicazione efficace e relazioni costruttive. Ricordando che i bambini e gli adolescenti di oggi saranno il futuro di domani il progetto vuole tendere a formare città composte da cittadini con una forte resilienza e il risultato sarà una società con un minor tasso di criminalità e con una maggiore propensione alla generativita’sociale. In che modo si realizza questo progetto? “ Inserendo questa nuova materia didattica nelle scuole (ma solo per incominciare): “Educare alla Vita”. Le persone diventeranno finalmente protagoniste, ma soprattutto avranno un’altra concezione su come vivere e affrontare la propria vita. Coinvolgendo le scuole ed educando in primis gli insegnanti, educatori, formatori del settore attraverso tirocini e workshop, affinché abbiano le conoscenze adatte per poter praticare questa nuova materia, i ragazzi ad ogni lezione diventeranno protagonisti attivi attraverso la rappresentazione e simulazione di situazioni reali di vita, impareranno ad interiorizzare e ad esternare i sentimenti, riuscendo così a gestire le proprie emozioni, svilupperà inoltre empatia verso i compagni, consolidando le abilità cognitive, emotive e relazionali di base. Le lezioni di “Educare alla vita” inoltre si svilupperanno, con degli incontri “testimonianze” (persone che attraverso i loro sbagli o disgrazie, raccontano i loro vissuti creando spunti di riflessione importanti per i ragazzi stessi), un percorso che durerà circa 2 mesi ciascuno,dove la l’attenzione sarà sulle attitudini dei ragazzi, indirizzandoli verso le realtà più consone a loro, per esempio associazioni sportive, compagnie teatrali, associazioni culturali, musicali etc... A chi è rivolto, invece, in qualità di docente? Per poter realizzare questo progetto verranno coinvolti , psicologi e psi-

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coterapeuti. Il progetto pilota vede la partecipazione della dott.ssa Elisa Poli dell’EMDR, il dott. Angelo Aparo psicologo e psicoterapeuta che lavora da 37 anni nelle carceri di Milano coordinatore del “Gruppo della Trasgressione”, avremo inoltre l’appoggio di Fabiola De Clercq scrittrice, fondatrice e Presidente dell’Associazione ABA (ABA - Associazione Bulimia e Anoressia) volta ad aiutare le persone malate di anoressia e di bulimia, con sedi in varie città, il presidente della Croce Rossa Maurizio Gussoni e tante altre associazioni importanti che credono in questo progetto. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutte le scuole partendo da Milano, dove l’associazione Vivaio per primo creduto nelle potenzialità di Re-Starting Milano per poi in futuro, coinvolgere più comuni possibili. Come per esempio Re-Starting Agugliano, dove gli assessori si sono già favorevolmente espressi. Ccercando di migliorare il sistema dell’istruzione in Italia intera si migliorerà la qualità della vita e il modo di affrontarla. Come è giunta Giorgia Benusiglio ad elaborare un progetto così ambizioso e articolato? “Nel tempo, nei diversi incontri svolti con i ragazzi nelle scuole, nelle comunità e, ora ne ho avuto la conferma, dopo l’esperienza nelle carceri, mi sono accorta che i ragazzi e le persone disagiate che spesso hanno comportamenti rischiosi e devianti, hanno alla base, una mancata capacità di utilizzo delle abilità relazionali, emotive e cognitive di base. Se queste vengono stimolate e sviluppate a dovere insieme alla prevenzione, possono essere un ottimo strumento per i ragazzi e quindi per i futuri adulti che potranno superare i momenti difficili grazie alle proprie risorse e le proprie forze, senza incorrere in comportamenti appunto devianti. Come farlo? I ragazzi, ma non solo loro, per interiorizzare un messaggio hanno bisogno di metabolizzare ciò che hanno appreso, vivono il tutto in modo più intenso se ne sono protagonisti attivi, se li si coinvolge, se li si sprona e incoraggia ad esternare le proprie emozioni, vissuti etc...quindi ho pensato di sviluppare queste lezioni in modo che i ragazzi potessero essere i principali protagonisti e potessero fare esperienze su determinate situazioni di vita, il senso e’: “se a te capitasse la cosa più brutta, che mai avresti voluto che ti accadesse, come reagiresti?” Con questa sorta di “allenamento” ai diversi eventi critici, si ricreano delle situazioni difficili e si osserva come le gestirebbero, per poi parlarne insieme, analizzando così i diversi stati d’animo dei partecipanti.

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PER POTER REALIZZARE QUESTO PROGETTO VERRANNO COINVOLTI, PSICOLOGI E PSICOTERAPEUTI... L’OBIETTIVO È QUELLO DI COINVOLGERE TUTTE LE SCUOLE PARTENDO DA MILANO, DOVE L’ASSOCIAZIONE VIVAIO PER PRIMO CREDUTO NELLE POTENZIALITÀ DI RESTARTING MILANO PER POI IN FUTURO, COINVOLGERE PIÙ COMUNI POSSIBILI


iorgia Benusiglio è nata a Milano il 27 luglio 1982, diplomata in lingue, laureata con 110 e lode in Scienze Della Formazione Primaria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con la tesi “Psicologia della famiglia: relazioni e comportamenti a rischio in adolescenza”. Dopo che nel 1999 è stata miracolosamente salvata da un trapianto di fegato per aver assunto una piccola quantità di ecstasy, ha deciso di trasformare la sua esperienza in una lezione di vita, informando e parlando ai ragazzi dei rischi legati all’ assunzione di droghe. Da più di 10 anni, svolge un’attività di prevenzione raccontandosi nelle scuole perché il suo errore possa evitare quello di qualcun’altro, per dare ai giovanissimi quella giusta informazione che lei non ha avuto. Ospite in numerosi programmi televisivi sia in Italia che all’estero, è stata testimonial inaugurale del portale on line

del Ministero della Gioventù, guidato da Giorgia Meloni (http://www.gioventu.it//). Numerosissime le scuole e i comuni di varie regioni d’Italia che richiedono i suoi interventi e “non riuscendo purtroppo ad accontentare tutti,ma convinta della necessità di far arrivare il messaggio a quanti più giovani possibile” ha deciso di scrivere un libro, in collaborazione con Renzo Agasso dal titolo “Vuoi trasgredire?Non farti!” Edito da San Paolo. Tantissimi gli incontri e le conferenze, in particolare nelle scuole per i ragazzi, ma anche per i genitori e da qualche anno per insegnati ed educatori per confrontarsi sul tema “Accompagnare i giovani verso l’ adultità“. A tutt’oggi ha tenuto incontri con più di centomila ragazzi in tutta Italia, ai quali si sono aggiunti molti ragazzi della Svizzera italiana ed il suo libro è stato tradotto in varie lingue e distribuito in molti paesi d’ Europa.

RAGAZZI, MA NON SOLO LORO, PER INTERIORIZZARE UN MESSAGGIO HANNO BISOGNO DI METABOLIZZARE CIÒ CHE HANNO APPRESO, VIVONO IL TUTTO IN MODO PIÙ INTENSO SE NE SONO PROTAGONISTI ATTIVI SE LI SI COINVOLGE, SE LI SI SPRONA E INCORAGGIA AD ESTERNARE LE PROPRIE EMOZIONI, VISSUTI ETC..

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el numero precedente abbiamo riportato l’esperienza del Comune di Grottammare (AP) nell’articolo “Buone pratiche di Democrazia partecipata”. Per approfondire ulteriormente quello che è annoverato, a livello europeo, come il primo e il più antico esempio italiano di amministrazione condivisa con i cittadini, riprendiamo l’Intervista all’arch. Stefano NOVELLI, Consigliere delegato del Comune di Grottammare (AP) alla Partecipazione e Innovazione Tecnologia. Architetto ci dice come partecipano i partiti alla formazione della Lista Civica che esprime il Sindaco e gli assessori da oltre venti anni? Per rispondere al suo quesito intendo citare la Carta dei Principi, delle regole e degli Intenti di “Solidarietà e Partecipazione”, la quale non è una mera lista elettorale, ma un Movimento di trasformazione della realtà locale, a cui aderiscono, donne e uomini, ragazzi e ragazze, che ne condividono i principi e gli intenti. S e P pro-

muove un disegno di cambiamento progressivo e progressista, alla cui rappresentazione concorrono i partiti e i movimenti, le associazioni espressioni della sinistra e del centrosinistra, offrendo il proprio contributo ideale, culturale progettuale e politico. Il programma della lista Solidarietà e Partecipazione e le candidature che costituiscono espressioni d’essa, sono discussi ed approvati dall’assemblea del Movimento e i rappresentanti eletti aderiscono ad un unico gruppo consiliare.

GROTTAMMARE RAPPRESENTA L’UNICA ESPERIENZA DI GOVERNO PARTECIPATIVO REGIONALE

La lista civica che esprime la maggioranza dei Consiglieri è sempre la stessa oppure ha subito un’ evoluzione nel tempo? Dal 1994 Solidarietà e Partecipazione costituisce la lista rappresentativa del movimento. In occasione delle scorse elezioni amministrative risalenti al maggio del 2013, che han visto rinnovato il sostegno a S e P e l’elezione dell’attuale Sindaco, Enrico Piergallini, convocata l’assemblea del movimento si è stabilito di affiancare allo storico simbolo del Gabbiano di Solidarietà e Partecipazione, il Simbolo della Vela rappresentativo della Lista Città in Movimento, allo scopo di affrontare, citando il programma Orizzonte Comune elaborato per il mandato 201318, un mutamento storico per la città, il passaggio al nuovo sistema elettorale e amministrativo disciplinante le elezioni di Comuni con popolazione superiore a 15.000 ab. Da una costola di S e P, è stata costituita la lista C i M, che condivide gli ideali e i principi della Carta e costituita da candidati espressione della società civile. Nella Regione Marche questa di Grottamma-

Le buone pratiche:

SOLIDARIETÀ & PARTECIPAZIONE PER CAMBIARE DAVVERO di Raffaele Raiola

re è l’unica esperienza di democrazia partecipativa, oppure vi sono altri Comuni che l’attuano? Grottammare rappresenta l’unica esperienza di governo partecipativo regionale, e per tale ed altre ragioni lo scorso anno la Città di Grottammare è stata annoverata nel progetto di promozione delle istanze partecipative sostenuto dalla Regione Marche, quale partner istituzionale. Come sostiene la Regione Marche le iniziative riguardanti la democrazia partecipativa? La Regione Marche ha sostenuto il progetto “Scuola di Partecipazione”, promossa dal-

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LA REGIONE MARCHE HA SOSTENUTO IL PROGETTO “SCUOLA DI PARTECIPAZIONE” la Casa delle Culture di Ancona, cofinanziato dall’istituzione regionale tramite i programmi d’intervento per le politiche giovanili, allo scopo di suscitare il protagonismo e l’attivismo civico,

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la condivisione delle pratiche e delle politiche di governo del territorio, la riqualificazione e la rigenerazione urbana. A tal proposito il 23 Maggio del 2014, nel novero delle iniziative programmate dalla scuola, a Grottammare è stato ospitato il professor Alberto Magnaghi, che ha pronunciato un intervento avente il seguente oggetto: “Oltre il bilancio partecipativo (verso il piano strategico PARTECIPATO). Tale iniziativa, come le altre descritte, conferma l’impegno praticato allo scopo di confermare ed alimentare la vocazione partecipativa di Grottammare.


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FOCUS ON PORNO ECONOMY, IL DOWN DEL JONES

Campagna ADV del portale “PornHub” claim: “All you need is hand”

PORNO ECONOMY IL DOWN DEL JONES

A CURA DI Angela Fosco e Antonio Di Felice

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FOCUS ON PORNO ECONOMY, IL DOWN DEL JONES

udori da pornodivi. C’è un mondo, quello del porno system, il cui vocabolario non contempla la parola pudore, tanto sono esplicite le performances , i prodotti e i servizi forniti. Un mondo eufemisticamente “senza veli” , dove anche le “trasparenze” sono superflue. Eppure anche i porno divi e gli imprenditori del settore, incredibile ma vero! hanno un tabù. Nessuno di coloro che abbiamo raggiunto ha voluto infatti rispondere alle nostre domande: quanto vale, economicamente parlando il mercato del porno? E quanto costa fare impresa in questo campo? Abbottonatissimi, è il caso di dirlo, nessuno ha voluto parlare di numeri. Eppure sappiamo che questo mercato ha sempre fatto registrare numeri altissimi, consumi sempre più diversificati e sempre in crescita, almeno fino a qualche anno fa. Già perché la crisi è arrivata anche lì. Vuoi per la scarsità finanziaria nelle tasche dei “consumatori”, vuoi per l’avvento delle nuove tecnologie, da internet ai tablet, agli smartphone, oggi anche questo mercato subisce una flessione e i numeri scendono. Internet, che per anni ha rappresentato un volano alla diffusione dei prodotti correlati, oggi si ritorce, come un boomerang, dal momento che ogni telefonino è in grado di filmare performances personalizzate, immediatamente diffuse e… gratis. Ma è davvero così? Osservando attentamente si scopre infatti che se è vero che una parte dell’industria del sesso è in crisi c’è una realtà tutta tecnologica che invece sembra mantenere una costante crescita. Se i produttori di film e video professionali soffrono un “calo” di desiderio di questi prodotti, si registra un aumento esponenziale di prodotti “amatoriali” che soffocano la rete di materiali tra i più disparati. A cui peraltro non corrisponde sempre una gratuità. Insomma un mercato che sta cambiando “pelle” ma non vizio. Cambiano le domande e le offerte e l’economia si sposta verso prodotti più tecnologici , ma l’interesse rimane. Abbiamo provato a quantificare questo mercato e questa economia, anche se è molto difficile stabilirne i volumi. Ma qualche numero siamo riusciti a trovarlo…

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FOCUS ON PORNO ECONOMY, IL DOWN DEL JONES

IL MERCATO DEL PORNO La pornografia è da sempre una delle industrie più prolifiche al mondo, ma con la rivoluzione tecnologica ha cambiato veste. Addirittura c’è chi sostiene che il porno è stato uno degli elementi principali che hanno contribuito a far diventare internet una vera e propria rivoluzione globale.

C’ERANO UNA VOLTA QUEI FILMS… na volta c’era la cinematografia a luci rosse, il porno professionale e di professionisti, con costi elevati per ogni film, casting di porno –attori o attrici famosi e pagatissimi e distribuzione delle Vhs o Dvd . Poi è arrivato internet e tutto è cambiato: crollo delle vendite, dei cachet degli attori e attrici e tutto a portata di mouse. I dvd non si vendono più, il mercato è tutto in rete e si basa su abbonamenti a pagamento o addirittura siti gratuiti. Le ricche produzioni hanno

lasciato il posto a prodotti confezionati in casa, al dilettantismo, con costi bassissimi. Il mercato home video è completamente finito e il porno gratis e accessibile a tutti ha decretato il crollo e quasi la morte del porno professionale. I festivals porno, simboli per eccellenza di questa industria sono sempre più rari se non del tutto scomparsi e nel gennaio 2005 agli Oscar del porno a Las Vegas erano presenti solo 4 case di produzione. E pensare che nel 1998 il business dei fila a luci rosse valeva più di quello di Hollywood….

A COLPI DI CLIC Internet ha reso possibile l’accesso al proibito rendendolo di fatto accessibile a chiunque e in pieno anonimato. Il giro d’affari da miliardi di euro cresce comunque ogni giorno. Si prevede che l’industria del porno raggiunga, grazie ai tablet e agli smartphone, nel 2015 cifre da capogiro per incassi.

QUANTO VALE IL MERCATO GLOBALE?

Valutare il valore di mercato del porno online è impossibile in quanto è ignoto! I bilanci di certo non sono in rosso, ma è impossibile avere dati precisi sul giro d’affari online. Secondo la relazione Onu sulla pornografia nel 2012 è stato quantificato il valore del sesso online in 96 miliardi di dollari, di cui 3 miliardi solo dallo sfruttamento dei bambini.

LA PUBBLICITÀ Non solo siti a pagamento, ma siti come youporn gratuiti che traggono guadagno dalla pubblicità. Si stima che , ogni anno, i gestori dei siti a luci rosse incassino fino a 3 miliardi di dollari solo in inserzioni pubblicitarie. Non solo siti a pagamento, ma siti come youporn gratuiti che traggono guadagno dalla pubblicità. Si stima che , ogni anno, i gestori dei siti a luci rosse incassino fino a 3 miliardi di dollari solo in inserzioni pubblicitarie.

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FOCUS ON PORNO ECONOMY, IL DOWN DEL JONES

IL MERCATO ITALIANO Si stima attorno ai 1,5 miliardi di euro. Siamo il paese con il più alto numero di fruizione di contenuti per adulti sul web e per il maggior numero di abbonamenti alle Tv a pagamento che offrono pellicole di sesso esplicito. Siamo il paese in Europa che visita più siti hard. Le visite giornaliere a Youporn si aggirano per Milano e Roma su 391.475.719 visite l’anno.

ITALIA:

FUGA DI CERVELLI E …DI IMPRENDITORI DEL SESSO n’intera fascia di imprenditori italiani del settore, a causa della PORNO TAX (introdotta nel 2009, consiste in un’addizionale Ires e Irpef del 25% sui compensi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita di materiale pornografi-

co) complice anche una legge penale che considera i video porno come sfruttamento della prostituzione, sono “costretti” ad emigrare all’estero, spesso verso i paesi dell’Est Europa o Europa del nord dove il mercato è regolato da leggi precise. Non solo quindi cervelli in fuga, ma anche lavoratori dell’industria del porno.

A.A.A. CERCASI

ATTORI E ATTRICI HARD ra le offerte di lavoro, l’1,5% , circa 90.000 annunci su siti di ricerca di lavoro come annunci. it o bakeka.it sono occupate da richieste di attori e attrici per film e video hard, modelli e modelle per foto hard o erotiche. Ogni anno

queste richieste aumentano del 30% e in un recente sondaggio tra giovani donne alla domanda “lavorare come attrice hard è degradante?” il 59% ha risposto NO PERCHE’ E’ UN LAVORO COME UN ALTRO. Si contano addirittura 13.583 aspiranti pornostar dichiarate.

PEDOPORNOGRAFIA Purtroppo 116.000 ricerche effettuate sui motori di ricerca per i siti hard vede protagonisti bambini e bambine: “child pornografy”.

statistiche complete su: www.pornhub.com/insights/pornhub-italia/

L’Italia su PornHub Il famoso sito per guardare video porno in streaming ha pubblicato una serie di dati sulle abitudini degli utenti italiani: a che ora ci si collega di più? Da quale regione? PornHub, uno dei siti più grandi al mondo per guardare video pornografici in streaming, ha pubblicato sul suo blog ufficiale una serie di dati sull’utilizzo del suo portale da parte degli italiani. Dai dati l’Italia risulta essere il settimo paese al mondo per numero di visite a PornHub, con una media di tempo trascorso sul sito di 8 minuti e 19 secondi a ogni visita, circa un minuto sotto la media mondiale di 9 minuti e 16 secondi. Il sito viene visitato soprattutto tra le 3 e le 4 del pomeriggio e il picco di visite si verifica al martedì, mentre il giorno in cui ci sono meno italiani in giro su PornHub è la domenica. PrimaPagina 58 - Lug. 2015

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FOCUS ON PORNO ECONOMY, IL DOWN DEL JONES

CURIOSITÀ Sexting e grooming: E NUMERI il lato oscuro del porno Più di 1/3 sul totale download sulla rete è a sfondo sessuale ( cinema e musica non possono assolutamente competere) la pagina online “informazioni su pornfilms” piace a 1.206.839 utenti; in un mese si registrano circa 4,4 miliardi di visite a video; nel 2012 Youporn ha avuto 4,85 miliardi di visite con gli italiani al 4 posto nella classifica globale e due città, Roma e Milano piazzate in testa alla classifica; il sito Alexa che registra il traffico in rete ha stabilito che tra i primi 50 portali più visitati al mondo tra i primi posti c’erano quelli di porno; facebook non può competere contro i maggiori portali pornografici; la durata di una visita a un sito di informazione va dai 3 ai 6 minuti, in quello porno minimo è di 20 minuti… nei motori di ricerca ci sono ben 55 milioni di parole a sfondo sessuale… Solo il 20% degli uomini ammette di visitare i siti porno contro il 13% delle donne… la prima visita a un sito porno si aggira appena compiuti i 10 anni… nelle ricerche sui motori di ricerca , il 35% riguarda il porno 2,5 miliardi di mail a carattere pornografico a titolo pubblicitario intasano le nostra caselle di posta elettronica; 1 sito su 9 in internet è porno; 30 milioni di siti porno si contano in internet.

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exting è un termine che nasce dall’unione delle parole inglesi sex (sesso) e testing (inviare testi), ed individua un fenomeno nuovo e di crescente diffusione con il quale, grazie ai moderni telefoni cellulari, foto e video con contenuto pornografico vengono scambiate o condivise tra due o più persone. Il fenomeno sociale, condivisibile o meno a seconda dei punti di vista, resta nell’area del privato e giuridicamente indifferente, ma quando i protagonisti non sono persone adulte ma minorenni, è un reato punito molto severamente dalla legge. L’art. 600 ter del codice penale prevede venga punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 24.000 a euro 240.000 chiunque: 1) utilizzando minori di anni diciotto, realizza esibizioni o spettacoli pornografici ovvero produce materiale pornografico; 2) recluta o induce minori di anni diciotto a partecipare a esibizioni o spettacoli pornografici ovvero dai suddetti spettacoli trae altrimenti profitto. Alla stessa pena soggiace chi fa commercio del materiale pornografico; inoltre chiunque con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, diffonde o pubblicizza materiale pornografico minorile di è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 2.582 a euro 51.645. Anche la semplice offerta o cessione gratuita di materiale pornografico minorile è punito con reclusione sono a tre anni e con una multa sino a a 5.164 euro. La legge, quindi, punisce con pene elevate, detentive e pecuniarie, la produzione, il commercio e lo scambio di materiale pornografico con soggetti minori. La severità delle pene però, spesso non ha l’effetto di prevenzione sperato, e i reati di pedopornografia spesso occupano tristemente le prime pagine dei giornali. Altro fenomeno penalmente vietato è l’adescamento on line, detto grooming (dall’inglese prendersi cura) commesso da chiunque adesca, al fine di commettere un reato, un minore di anni sedici; il reato è punito con la reclusione da uno a tre anno. La legge stabilisce espressamente che per adescamento si intende qualsiasi atto volto a

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carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione. Ancora una volta internet costituisce un potente mezzo che, se non utilizzato in maniera corretta, può essere lo strumento fondamentale per commettere reati di carattere sessuale contro i minori. L’adescamento dei minori può avvenire anche tramite la chat di WhatsApp. Il modo si agire dell’adulto adescatore è sempre lo stesso: il minore, spesso una bambina, viene prima contattato su Facebook o altri social o via email; i primi contatti sono normali, e si chiedono informazioni comuni sui gusti, sullo sport, sullo studio, sui giochi ed altro, anche perchè il pedofilo si finge sempre coetaneo. Successivamente si chiede il numero di telefono per poter chiacchierare tramite WhatsApp, e tramite tale app inizia lo scambio di foto hard o le richieste esplicite di incontri. Cosa fare e come cercare di prevenire tali reati, particolarmente “odiosi” perché commessi contro un minore ? Certamente è necessario l’intervento multidisciplinare, di carattere legale e psicologico, che sia in grado non solo di punire il responsabile, ma anche e soprattutto di tutelare e proteggere la vittima che, spesso, può riportare danni gravi e permanenti. L’associazione Save The Children ha pubblicato, con il contributo del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia sulla Rete Internet della Polizia Postale e delle Comunicazioni, Ministero dell’Interno (C.N.C.P.O.), dell’ Osservatorio per il Contrasto della Pedofilia e della Pornografia Minorile - Dipartimento per le Pari Opportunità e del Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI), una importante guida teorico- pratica sulla tematica dell’abuso sessuale dei minori e i nuovi media, che può essere un punto di partenza per esaminare, capire e prevenire tali fenomeni. La pubblicazione è disponibile gratuitamente al seguente link: http://images.savethechildren.it/IT/f/ img_pubblicazioni/img199_b.pdf di Gianfranco Puca Avvocato


FOCUS ON PORNO ECONOMY, IL DOWN DEL JONES

Campagna ADV del portale “PornHub” claim: “They are among us”

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Tutto quanto ricade sotto la percezione dei cinque sensi umani è oggetto di scienza.

Angeli in Contatto “Un contatto massivo con civiltà più evolute significherebbe fare un enorme salto di qualità del nostro livello di vita: fonti di energia pulite, medicina molto più avanzata, un sistema economico che... Tutti i grandi poteri, multinazionali del petrolio, banche, industrie farmaceutiche non hanno nessun interesse a che la gente sappia”.

Prima Puntata

di Daniela Palantrani

rgomento di frontiera, spesso approcciato con ironia e superficialità, Pier Giorgio Caria esperto a livello internazionale parla a PrimaPagina di CROP CIRCLES o più comunemente “cerchi nel grano” . Segnali sovrannaturali? Come nasce il suo interesse per i cerchi nel grano? “L’interesse nasce a latere del mio interesse ufologicoextraterrestre che a sua volta, scaturisce da esperienze personali vissute in Sardegna, mia isola natia. Dopo l’incontro con un personaggio molto importante per il mio percorso formativo, il contattista siciliano Eugenio Siragusa. Dicesi contattista un personaggio che ha esperienza di contatto diretto con essere non di questo mondo da cui riceve messaggi e istruzioni in merito al perché della loro esistenza sul nostro pianeta, etc. “. Esiste una simbologia in quelli che volgarmente chiamiamo cerchi nel grano? “I cerchi del grano si connotano da una data precisa(23/5/90) giorno nel quale in Inghilterra per la prima volta, compare una figura con elementi poligonali. Nella fattispecie questo simbolo significa unione tra cielo e terra inteso come comunicazione tra cielo e terra. Questo cerchio nel grano, identico ad altri che compariranno nel corso di quello stesso anno, indicano che inizia una comunicazione verso l’umanità terrestre da parte di questa umanità non terrestre, mediante il simbolo. Simbolo che ha attinto a quasi tutte le scienze dell’ambito umano comprese quelle esoteriche e spirituali”. Esistono

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dei collegamenti con il messaggio cristiano? “Si, perché a latere di questo fenomeno ho potuto constatare, con delle prove, il collegamento a manifestazioni di contattismo. In particolare dei messaggi, ricevuti da persona che conosco molto bene e che ho seguito nella sua esperienza: lo stigmatizzato Giorgio Bongiovanni; che oltre ad essere stigmatizzato riceve dei messaggi da esseri molto evoluti, tecnicamente definiti ‘ESSERI DI LUCE’ , gli stessi esseri che in tempi biblici o evangelici venivano chiamati angeli. In questi messaggi, vengono annunciate delle cose che poi nei campi di grano in Inghilterra puntualmente sono accadute. Vi è una intima relazione tra il contattismo e i cerchi nel grano. I CROP CIRCLES come fenomeno comunicativo si aggiungono al contattistico (dichiarazione da parte del contattista che non ha in sé delle evidenze che possano dimostrare la veridicità del contatto) mentre i cerchi nel grano sono un fenomeno che si ripete ogni anno, già quest’anno in Inghilterra abbiamo i primi cerchi del 2015. Il fenomeno può essere analizzato e studiato, sono oramai più di 50 anni che appare, e sono numerosi i dati statistici e strumentali delle caratteristiche specifiche su piano scientifico. Trattasi di comunicazione da parte di esseri non di questo mondo che si inserisce appieno in quelle di un fenomeno scientificamente valido”. Si possono escludere la simulazione o fenomeni di depistaggio? “La simulazione esiste. La ritroviamo in tutti gli ambiti umani, dalla politica all’economia, etc.. L’Uomo fabbrica, per antonomasia, dei falsi che sono la simulazione di qualcosa che è reale. Il falso viene dopo che l’eviden-

za del vero si è manifestata. I falsi non sono difficili da distinguere da parte di un esperto ricercatore. Sono stato più volte in Inghilterra e già a colpo d’occhio mi rendo conto di alcuni aspetti basilari che mi consentono di capire se il cerchio nel grano che sto visitando sia autentico. Al momento non è a livello scientifico il problema ma, soltanto e soprattutto, un fatto di conoscenza da parte del pubblico. Purtroppo l’atteggiamento dei media non sono molto professionali nell’approccio al fenomeno, spesso alcuni conduttori televisivi si avvalgono di collaboratori ignoranti in materia; lo dico con cognizione di causa in quanto lavoro in ambito televisivo quale autore di documentari, e sovente ci si accontenta di notizie reperite in modo confusionario su internet seguendo l’onda di chi va per la maggiore”.

LA SIMULAZIONE ESISTE. LA RITROVIAMO IN TUTTI GLI AMBITI UMANI, DALLA POLITICA ALL’ECONOMIA, ETC.. L’UOMO FABBRICA, PER ANTONOMASIA, DEI FALSI CHE SONO LA SIMULAZIONE DI QUALCOSA CHE È REALE

Chi é Pier Giorgio Caria

Ricercatore su tematiche di frontiera e del mistero, tra cui ufologia e cerchi nel grano, è autore di vari documentari, premiati in Italia e negli USA, sugli stessi argomenti e su altri correlati. Tutti realizzati con la casa di produzione Sydonia Production, sono andati in onda su reti televisive italiane come La 7 e RAI2, (Voyager), ed estere quali TVI – Belgio, PLANETE TV – Francia, TV CATALUNYA – Spagna, I-Cable - Hong Kong - CANAL INFINITO – argentina, AL MAJD - Arabia Saudita, History Channel ecc... Scrive articoli su riviste specializzate sugli stessi temi e partecipa a trasmissioni radio-televisive e conferenze nazionali e internazionali su questi temi.


Estate con la Krisalide:

si legge, si canta, si balla di Angela Fosco

l laboratorio culturale LA KRISALIDE di Nereto dà il benvenuto all’estate, martedì 7 luglio presso l’anfiteatro BRECHT alle ore 21,30 (ingresso libero) proponendo colori canti e suoni del sud. Non al mare ma in centro, a Nereto. PIZZICA E TARANTA, tocca a Serena D’Amato, raffinata ed originale ballerina di questa antica danza salentina, animare la Notte della Taranta neretese con il suo gruppo di maestri musicisti. Serena, artista sensibile e regina indiscussa dei tamburellisti di Torre Paduli (Lecce) ha calcato i più illustri palcoscenici di Italia ed Europa; ha vinto premi di prestigio, compreso il premio Krisalide 9 anni fa. Per non parlare della sua immancabile presenza alla “Notte della Taranta” nel Salento, dove riesce a richiamare più di 150mila presenze, insieme agli altri artisti, per una notte intera all’insegna della danza e del canto del sud. Validissima scoperta dei fratelli Michele e Pasquale Sciarillo che 14 anni fa l’hanno ammirata in un festival di cabaret a Martina Franca (Taranto). “Michele vede ballare Serena e da quel momento non la lascia più. – ricorda Pasquale Sciarillo - Come per magia la piccola Serena non ancora 18enne diventa immensa”. Talento indiscusso, fisico possente, movimenti agili, il noto critico d’arte Rinaldo Burattin, scrisse di lei: “quando cade una foglia fa più rumore di lei morsa dalla taranta” riferito alla sua leggiadria. Fiorella IACHINI, presidente dell’associazione Krisalide ha dichiarato: “questo spettacolo l’ho voluto fortemente, per coniugare la bellezza e il fascino del teatro BRECHT alla caratteristica bravura dei maestri di pizzica e all’arte della tarantolata Serena. Sono rimasta incantata dalla loro musica e ho voluto ricreare un’atmosfera all’insegna del divertimento e dell’arte. Ringraziamo, come associazione, l’ospitalità del Comune di Nereto e quanti dimostrano affetto a noi e al progetto Krisalide - continua la Presidente - Sono di Nereto e mi fa piacere che si parli del mio paese. Con Pasquale, esperto di Teatro e Musica di autore, non si sbaglia.

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Abbiamo quasi ultimato il cartellone Autunnale e sono veramente fiera dei tanti nomi illustri che hanno aderito. Non sottovalutiamo poesia, recitazione e pittura, ricordando sempre il fine sociale dell’associazione. Si ad arte e spettacolo ma con lo sguardo rivolto ai meno fortunati . Non è facile organizzare - conclude Fiorella ma posso assicurare che con impegno e serietà tutto diventa più fluido. La positività e l’entusiasmo dei partecipanti è il propellente che ci assicura l’andare avanti, il vento che spinge e sostiene il volo della KRISALIDE.

SERENA D’AMATO ha partecipato a film come ELISA DI RIVOMBROSA, ECCEZZIUNALE VERAMENTE2, coprotagonista in UNA DONNA PER AMICO, IL GIUDICE MASTRANGELO (premiazione televisiva quale miglior danza scenografica), NON TI VOLTARE ( con BELLUCCI E MARCEAU). Ha danzato a SAN SIRO con i NEGRAMARO in concerto. Lo spettacolo Neretese sarà in ricordo dell’amico Michele Sciarillo.

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in foto Serena D’Amato

in foto Serena D’Amato


Liquido come l’amore

(postmoderno) di Simona Cascetti

n poche righe Zygmunt Bauman, uno dei più noti ed influenti pensatori della contemporaneità, docente universitario a Leeds e a Varsavia, introduce i lettori all’idea di amore postmoderno espressa nel suo saggio Amore Liquido: un sentimento intimamente legato alla morte, quella metaforica, che si sperimenta nella sofferenza e nella sensazione di instabilità che i legami affettivi attuali arrecano. Viviamo oggi in una società i cui protagonisti hanno abbandonato le certezze delle unioni indissolubili. Uomini e donne desiderano instaurare relazioni, vorrebbero una mano alla quale aggrapparsi nel momento del bisogno, ma allo stesso tempo temono di restare prigionieri di rapporti definitivi, perché sono certi che l’impegno alla stabilità comporti oneri e tensioni insopportabili e limiti la loro libertà di sperimentare piaceri sempre più soddisfacenti. I partner si inviano segnali amorosi in forte contrapposizione: quelli del desiderio di stare insieme ma anche quelli del rifiuto di un impegno “per sempre” e di tutto ciò che esso comporta; gli esiti di simili atteggiamenti “doppi” ledono la serenità delle per-

UOMINI E DONNE DESIDERANO INSTAURARE RELAZIONI, VORREBBERO UNA MANO ALLA QUALE AGGRAPPARSI NEL MOMENTO DEL BISOGNO, MA ALLO STESSO TEMPO TEMONO DI RESTARE PRIGIONIERI DI RAPPORTI DEFINITIVI

“[...] E dunque non si può imparare ad amare; così come non si può imparare a morire. Né si può imparare l’elusiva -inesistente, per quanto ardentemente desiderata- arte di non rimanere impigliati nell’amore e nella morte “.

sone e la loro capacità di vivere in due. Nell’opera di Bauman ricorre l’aggettivo “liquido”. L’idea della liquidità delle relazioni è inquietante: è connessa ai legami esistenti tra gli atomi dei liquidi, i quali consentono lo scivolamento l’uno sull’altro degli atomi stessi, che mancano quindi di stabilità: proprio quella che non esiste più nella coppia. Oggi, una storia sentimentale nasce con fortissime ipoteche sul futuro; nessuno dei due partner può garantire all’altro il suo amore e la sua presenza per la vita,

perché le sollecitazioni esterne sono tante e tali che senza dubbio, prima o poi, qualcuna farà breccia sull’uno o sull’altra; entrambi sono consapevoli di ciò. Se anche non lo fossero, per inesperienza o per scelta deliberata di chiudere gli occhi di fronte alla realtà, la sensazione di “mancanza di terra sotto i piedi” sarebbe presente e pari a quella avvertita nella solitudine. Il rapporto liquido moderno è easy e cool, per dirla con gli appartenenti alla cultura anglo-americana: esso può, e anzi deve, poter essere

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interrotto non appena abbia esaurito la sua capacità di apportare forti emozioni, e nel momento in cui si profili all’orizzonte la possibilità di trovare un compagno che entusiasmi di nuovo e di più. Dalla tendenza al disimpegno nasce la predilezione per i flirt gestiti sulle chat lines o sui Social Network, piazze virtuali al cui interno i rapporti possono essere vissuti con leggerezza ed interrotti con un click quando non più graditi: il desiderio sotteso alla frequentazione delle reti è quello di evitare la sofferenza, oggi vissuta come un concetto scandaloso e fuori luogo, come una condizione dalla quale sfuggire quando è possibile. Bauman ritiene che le condizioni odierne delle relazioni amorose siano causate e causino (in un circolo vizioso spesso senza uscita) una mancanza di fiducia verso il prossimo, che non può essere amato perché non è capace di amare o di mantenere il suo amore, perché non lo merita, e perché, in fondo, è un estraneo: la sfiducia e la conseguente tendenza all’isolamento sono attualmente evidenti nella propensione a chiudersi all’altro, allo sconosciuto, allo straniero, anche fisicamente, in quartieri e case sempre più protette, come se non fosse già abbastanza alto il muro che si erge attorno all’anima di ciascuno di noi. Nessuno può permettersi, oggi, di ignorare la verità sulle relazioni: non è saggio chiudere gli occhi di fronte alle leggi del mondo, anche se desidereremmo fossero altre. I rapporti sentimentali cominciano ma, molto spesso, falliscono: anche quelli che poggiano su basi solide. Acquisire consapevolezza di una realtà così precaria non vuol dire però chiudere le porte alle emozioni, al desiderio, all’amore se arriverà: significa piuttosto - e credo di interpretare anche il pensiero del nostro autore - decidere di fare due doni consapevoli a noi stessi e alla persona con la quale decidiamo di percorrere una parte di cammino: l’attenzione nella scelta, che permette di eleggere quell’individuo per le sue qualità, e non la comoda situazione in cui non si è più da soli; e l’impegno a chiudere le porte ad altre passioni, che può realizzarsi solo in conseguenza di una scelta sentimentale intrapresa con convinzione.

Emozioni

di vita…in poesia di Mafalda Bruno

isa Di Giovanni: emozioni di vita trasmesse in poesia. Moglie, impiegata e con la passione per la psicologia, Lisa è nata a Teramo ma vive e lavora a Roma. Sin da piccola amava scrivere e dipingere. Ha partecipato a diversi concorsi letterari nazionali ed internazionali e ha pubblicato le sue opere in diverse antologie. Una collezione di premi e riconoscimenti letterari, ma anche diplomi e medaglie di tutto rispetto. La raccolta omnia di Poesie La Libellula racchiude venti anni della sua vita e le infinite prospettive che ispirano l’arte della scrittura e comprende le raccolte più significative: “Fram-

LA “PUREZZA” DEL SENTIMENTO CREDO SIA L’ELEMENTO INDISPENSABILE. QUANDO ARRIVA L’ISPIRAZIONE È COME UN FIUME IN PIENA E NON BISOGNA TRATTENERSI

NESSUNO PUÒ PERMETTERSI, OGGI, DI IGNORARE LA VERITÀ SULLE RELAZIONI: NON È SAGGIO CHIUDERE GLI OCCHI DI FRONTE ALLE LEGGI DEL MONDO... in foto Lisa Di Giovanni

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menti di un’esistenza”(1998), “Sentire” (2007), “ La quinta parete” (2014). Un personaggio, in definitiva, pieno di sorprese e tutte sicuramente piacevoli. Lisa, quando hai sentito forte e chiaro il richiamo della Musa artistica? Penso che l’arte sia innata e rimanga quiescente come un vulcano all’interno di ognuno, la mia è esplosa a vent’anni in seguito alla perdita di una persona cara. Verso dopo verso ho scritto ininterrottamente, un continuo confronto con la mia anima alla ricerca della vera identità del mio essere. Il tuo lavoro, che immaginiamo alquanto tecnico e schematico, ti ha aiutato o ti ha ostacolato nella tua vita e carriera di scrittrice? Il lavoro è stato di enorme aiuto perché mi ha permesso di vivere con giusto equilibrio, aumentando la possibilità di vedere le diverse prospettive della realtà. Gran parte del bagaglio culturale e socio-economico riflette la produzione letteraria di ogni scrittore, il trasferimento a Roma ha segnato un forte e positivo cambiamento interiore per me. Quale ingrediente reputi necessario e indispensabile per scrivere una poesia che riesca a trasmettere quello che provi e senti dentro a chi la legge? La “purezza” del sentimento credo sia l’elemento indispensabile. Quando arriva l’ispirazione è come un fiume in piena e non bisogna tratte-

nersi, così ogni parola prende forma autentica, in grado di evocare esattamente ciò che si sente in quell’attimo e arrivare dritto al cuore del lettore con impeto, passione e veridicità. Viviamo nell’era dei social network, della frenesia mediatica: e tu sembri stare molto a tuo agio con i moderni mezzi comunicativi: come si sposa questa tua modernità con il silenzio interiore che è comunque necessario per riflettere sull’essenzialità e sui veri valori della vita? All’inizio con difficoltà, poi è venuto naturale

adeguarmi ed imparare a miscelare i due diversi momenti, grazie soprattutto al piacere con cui vivo entrambe le opposte realtà. La rete, i media mi tengono in continuo allenamento, infatti mi hanno portata anche ad abbracciare la poesia visiva unire immagini e versi, mentre nell’immensa Roma trovo sempre un posticino silenzioso per ascoltarmi e creare. Hai un autore, passato o contemporaneo, che ami di più? Prediligo l’ermetismo di Giuseppe Ungaretti che racconta i sentimenti più profondi dell’animo con immediata sincerità e la sensibilità romantica Giacomo Leopardi in tutta la sua complessità e visione delle passioni umane.

LA RETE, I MEDIA MI TENGONO IN CONTINUO ALLENAMENTO, INFATTI MI HANNO PORTATA ANCHE AD ABBRACCIARE LA POESIA VISIVA UNIRE IMMAGINI E VERSI

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Alors on danse! di Federico Centola

ono solo adolescenti, ma hanno già capito che la strada verso il successo è fatta di sudore e polvere. Quella del palcoscenico. Si tratta degli allievi del Liceo Coreutico statale di Teramo, annesso al convitto nazionale ‘Melchiorre Delfico’ e diretto da Loredana Di Giampaolo, i quali hanno messo in scena lo spettacolo di fine anno al Teatro comunale, presentato dalla giornalista Serena Suriani. Quest’anno è stata però un’edizione molto speciale, visto che per i ragazzi e le ragazze del 5° anno si è concluso il ciclo didattico legato al Liceo Coreutico, pertanto ora dovranno cimentarsi con gli esami di stato per poi spiccare il volo verso il complicato, ma al tempo stesso affascinante mondo della danza. Si, perché il futuro per questi aspiranti danzatori adesso sarà ancora più duro, fatto di interminabili ore di lezione nelle più prestigiose scuole italiane e anche straniere. E poi audizioni, tante audizioni, nella speranza che qualche coreografo di fama possa accorgersi delle loro capacità, spalancando così le porte del successo. Nella concitazione alimentata dal susseguirsi degli eventi, i ragazzi del 5° Coreutico, il primo nella storia del neonato Liceo, non hanno avuto ancora il tempo di metabolizzare che per loro si è chiusa una fase importante della vita. Forse quella fondamentale, perché caratterizzata dalla spensieratezza e dalla voglia di essere felici assieme ai propri coetanei. Per molti di essi, quelli che sono stati ospitati nel convitto, sono stati cinque anni trascorsi fianco a fianco 24 ore su 24, durante i quali hanno condiviso davvero un lungo percorso di vita insieme, mettendo in comune gioie e dolori. Emozioni intense e passioni acerbe ma non per questo meno lancinanti. Anzi, saranno proprio quelle che le accompagneranno per il resto della loro vita, riproponendosi anche quando quel periodo sembrerà ormai lontano e masticato dal tempo. Questi i pionieri del Liceo Coreutico Delfico di Teramo. Indirizzo danza classica: Ilaria Centola, Antonella Crocetti, Debora D’Adamo, Francesca D’Adamo, Davide D’Alessandro, Fabio Falsetti, Martina Ficcadenti, Fiammetta Ghietti, Francesco Mastromauro, Chiara Oronzii, Giulia Panza, Aurora Ventruto, Erika Zilli. Indirizzo danza contemporanea: Lara Caliendo, Valentina Cutaia, Claudia Di Giosia, Barbara Di Pasquale, Eulalia Di Pietro, Sharon Pia Gramazio, Sara Imperato, Kristela Jaho, Giulia Romaniello, Greta Saccone, Anna Valentini.

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Da pulcini spaventati a cigni guerrieri in foto liceo coreutico saggio di fine anno 2015 –Teramo- Teatro comunale

uanti sacrifici e quante trepidazioni ci siano dietro a quel breve spettacolo lo sanno solo i diretti interessati, ma anche le altre figure, testimoni del sogno che vive quotidianamente il gruppo di giovani danzatori. Ecco le impressioni di una delle educatrici, osservatrici privilegiate che trascorrono con le allieve 24 ore su 24. “C’era fermento nelle stanze del convitto femminile di Teramo la notte prima degli esami. L’adrenalina fluiva da una stanza all’altra dove si ripetevano gli esercizi a oltranza. Visi tesi, espressioni tirate e concentrate che all’improvviso scoppiavano in fragorose risate di liberazione. Respiri profondi per trasformare la tensione in energia. Calze lavate da poco e asciugate col phon. Uno, due, tre: giù; quattro, cinque, sei: sù. Gambe contro il muro per ovviare agli inconvenienti dell’acido lattico. E così avanti per quasi tutta la notte. Il mattino dopo tutte perfette. Chignon avanti tutta, respiri profondi: è il giorno. Si va. Si affronta. Si vince. Pulcini spaventati negli spogliatoi. Cigni guerrieri in sala. Tutte pronte. Sguardo fiero e deciso. Si parte. Goccioline di sudore che solcano il viso aperto al sorriso. Smorfie di fatica tenute a stento. Ma tenute. Pura poesia nei vostri slanci verso l’alto, nei disegni che tracciate nell’aria con grazia ed eleganza. Impegno, costanza, determinazione. Avete toccato le corde della mia anima ed è venuta fuori una melodia assolutamente unica. E l’avete composta voi. Allora ho pianto. Siete grandi ragazze. Grazie per le emozioni che ogni giorno ci regalate”.

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Il Commiato delle allieve anziamo, danziamo altrimenti siamo perduti. Sono passati cinque anni da quel 13 settembre 2010 e forse ancora non riusciamo a credere che sia davvero così, cinque anni che si sono rincorsi, il tempo di un battito di ciglia per vederci grandi e per vederci andare via. Sono stati tanti coloro che hanno creduto in questo progetto, che ci hanno visti forti e capaci di essere i pionieri di una serie di emozioni e avvertire che solo chi ci è stato davvero dentro ha saputo capire e vivere. Ci sarebbero tante persone da nominare e ringraziare, non basterebbe un foglio, non basterebbe dire grazie, persone che ci hanno insegnato cosa significa lottare per quello in cui abbiamo creduto e continuiamo a credere, persone che ci hanno presi

per mano come si fa con i bambini, che ci hanno insegnato quanto sia importante apprezzare ciò che abbiamo, che è molto di più di quanto crediamo, che soprattutto anche per una semplice pirouette, ci hanno costretto a riprovare fino a riuscirci, e che pur andando via hanno riposto un pezzettino più che grande del loro cuore tra le linee del parquet, tra i tasti del pianoforte, tra gli scalini della scuola, in modo da poterlo ritrovare anche in loro assenza.. Un grazie a chi ci ha sopportato, a questa città che ha accolto chi di noi veniva da fuori, un grazie a tutto il personale didattico, che ci ha sostenuto durante il corso di questi cinque anni, agli educatori, al dirigente scolastico Loredana Di Giampaolo, all’ex rettore Centinaro, a tutti i genitori e a tutti coloro che hanno contribuito anche con un semplice sorriso a questo percorso. Con affetto la 5ªA

Tragedia sfiorata tava per trasformarsi in tragedia la festa di fine corso degli allievi del liceo coreutico di Teramo. Alla fine del saggio, quando tutti i ragazzi erano raccolti al centro del palco per i saluti finali, improvvisamente dal soffitto si è staccato un grosso tubo metallico che è caduto a terra sfiorando una delle giovani ballerine. La scena si è consumata davanti a centinaia di persone che stavano assistendo allo spettacolo, per lo più parenti degli studenti, i quali si sono resi conto del pericolo corso dai ragazzi dal forte rumore provocato dalla spranga quando è piombata sul pavimento di legno del palcoscenico. Sono seguiti attimi di smarrimento sia da parte del pubblico, sia dagli stessi allievi e dai loro insegnanti, tutti increduli e, soprattutto, incapaci di assumere una decisione adegua-

ta al momento. La situazione è stata presa in mano dalla presentatrice, Serena Suriani, la quale, benché spaventatissima, ha cercato di tranquillizzare i presenti e ha continuato a condurre dopo aver fatto spostare gli allievi dal punto dove è caduta la sbarra, rimasta poi a terra fino alla fine dello spettacolo, cioè per un’altra mezz’ora. Solo quando si è chiuso il sipario, i vigili del fuoco presenti all’interno de teatro, hanno rimosso il tubo dal palco. “Abbiamo effettuato un controllo sul soffitto e devo dire che abbiamo paura che possano verificarsi altri episodi simili”, dirà uno dei pompieri mentre cercava di accelerare l’uscita dei ragazzi dal proscenio. “Ho sentito come un vento vicino al viso e il tutù che si è mosso”, racconta la ragazza sfiorata dal tubo e la mamma che ha commentato: “Se ti avesse colpito adesso non saresti qui a festeggiare”.

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Edea:

Il mio lavoro (sicuro) è cantare di Adele Di Feliciantonio

rtista teramana eclettica e completa, presentatrice, cantante con una grande voce, mix di elementi caldi e colorati delle sue radici africane e italiane, Edea ha calcato i palcoscenici più importanti della penisola, vivendo esperienze importanti, tra le quali, la partecipazione all’Accademia della Canzone di Sanremo, Sanremolab, la fase televisiva di X factor, l’esibizione all’ambasciata tedesca a Roma e facendo da supporter o aprendo i concerti di Piero Pleù, Gatto Panceri, Piero Mazzocchetti, Donatella Rettore. Con i suoi brani “Io sono la neve” e “Ho chiesto scusa al mondo” ha raggiunto il record di visualizzazioni su Youtube e il suo brano “ Le catene del cuore” è stato inserito nella compilation “ Oltre Sanremo”. E’ in uscita il suo primo album “ Dall’Africa”. Recentemente lei ha partecipato, insieme a sua sorella, alla trasmissione Verdetto

in foto Edea sul set

Finale su RaiUno, può raccontarci quest’esperienza?

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QUANTE VOLTE MI SONO SENTITA DIRE “ OLTRE A CANTARE, QUALE MESTIERE FAI?” NEL NOSTRO PAESE L’ ARTE È VISTA COME UN HOBBY, COME UN QUALCOSA CHE NON TI DÀ E NON TI DARÀ MAI DA MANGIARE


Un’esperienza particolare che ha messo in luce degli aspetti sconosciuti di me stessa. Trovarsi di fronte a domande così dirette, ti mette davanti alle tue azioni con un atteggiamento mentale nuovo, diverso.Parlare di se stessi poi è sempre difficile, più che cantare; non ci sono filtri e le proprie debolezze, le proprie ansie vengono fuori in maniera limpida. Ma prendi anche maggiore consapevolezza delle tue scelte, dei tuoi sacrifici, delle persone intorno a te. Sono abituata a stare davanti alle telecamere ma questa esperienza è unica, e credo mi servirà anche nel futuro. Perché il mestiere dell’artista viene visto ancora con pregiudizio? E perché nel nostro paese l’arte viene sempre più penalizzata? Perchè proprio qui in Italia l’ artista non viene tutelato, né pagato decentemente per ogni prestazione. Quante volte mi sono sentita dire “oltre a cantare, quale mestiere fai?” Nel nostro paese l’ arte è vista come un hobby, come un qualcosa che non ti dà e non ti darà mai da mangiare. Basta, invece, mettere piede fuori confine e l’ estero ci dimostra l’ esatto contrario. E ci meravigliamo se i giovani fuggono da questo sistema… qui non c’è rispetto per l’ arte e di conseguenza per loro. Non capisco perchè tanti genitori invitino alla

cultura artistica i figli, facciano frequentare loro scuole di canto e musica e poi non vedono il mestiere di artista come un lavoro vero e proprio. Questa cosa mi sembra senza senso. D’altro canto, non è da tutti fare l’ artista:; come ho già detto, è un mestiere fatto di grandi sacrifici. E non tutti sono disposti a farli. Personalmente ho rinunciato a tantissime cose. Ma non tornerei indietro. Da “grande” vuole continuare a fare la cantante o preferirebbe trovare un lavoro più “sicuro”?

Faccio il mio mestiere da 15 anni ormai, ed è sempre stato in continua evoluzione. Perchè cambiare proprio adesso? Non lo farei proprio ora che grazie a Dio ho la mia etichetta discografica che mi segue, la Verba Manent Music di Roma. Vincenzo Incenzo, uno degli autori più importanti del panorama musicale italiano (ha dato vita ai testi di Zarrillo, Zero, Pravo , Endrigo e tanti altri), mi sta vicino e mi dà tanta, tantissima fiducia! Lui, con Lorenzo Sebastianelli e Alessandro Colapicchioni hanno creato il team perfetto, che ha dato vita al mio primo album, “Dall’ Africa” che ci sta dando tantissime soddisfazioni! Cos’è per Edea la musica? Tante, tantissime cose. Io vivo di musica e di conseguenza di emozioni, sensazioni, di palchi, di notti insonni su nuovi brani e di viaggi... ogni lettera della parola musica racchiude un complesso mondo a se, che si ricollega a sua volta ad altri mondi...Chi crede che la parola musica abbia un solo significato, si sbaglia. Basta ascoltare una qualsiasi cosa e chiudere gli occhi, e il viaggio inizia... Delle innumerevoli esperienze che ha vissuto, musicalmente parlando, quale le è rimasta più nel cuore? Ce ne sono tante, ma credo che quella che mi ha fatta crescere di più è stata di certo la finale di Sanremolab nel 2008. Ho davvero sfiorato il palco dell’ Ariston quell’ anno, e non mi scorderò mai l’ansia di quei giorni! Emozioni indescrivibili! Ma anche aprire i concerti di personaggi già affermati, con davanti folle di 20 mila persone. C’è una cosa ,però, che si ripete sempre, prima di ogni esibizione: l’enorme sensazione di panico che mi assale dietro le quinte e che poi regolarmente scompare appena metto piede sul palco. Puff, sparisce. Incredibile.

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VISIONI &

LETTURE Gotico, fantascienza e scontro di intelligenze CEO della società. Ma quando Caleb arriva alla remota postazione scopre che dovrà partecipare a uno strano e affascinante esperimento in cui deve interagire con la prima vera intelligenza artificiale al mondo, ospitata nel corpo di una bella ragazza robot. Le riprese ai Pinewood Studios di Londra e in esterno in Norvegia. Regia di Alex Garland. Con Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Alicia Vikander, Sonoya Mizuno, Chelsea Li. Genere Drammatico

Giovani si diventa

aleb, un giovane programmatore che lavora nella più grande società al mondo di Internet, vince un concorso per trascorrere una settimana in un rifugio privato di montagna che appartiene a Nathan, il solitario

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L’analisi spietata e divertente dell’incontro di due generazioni irrimediabilmente differenti

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na coppia che sembra avere tutto ma a cui pare mancare moltissimo, specie l’accettazione del tempo che passa. Josh e Cornelia - lui regista di documentari in crisi creativa, lei produttrice - si imbattono nei giovani Jamie e Darby - anche lui regista di documentari - e cominciano a uscire con loro, la vita di Josh e Cornelia cambia e si adegua al loro stile di vita esuberante. Regia di Noah Baumbach. Con Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver, Amanda Seyfried, Charles Grodin. Genere Commedia drammatica


Babadook

Paura e sentimenti in una vera favola morale Amelia, perde suo marito in un incidente poco prima di partorie. Quando il bambino ha sei anni, un giorno trova un libro misterioso nella sua libreria: “Mr. Babadook”, la storia di uomo nero che batte tre volte alla porta. Horror anticonvenzionale, stilizzato e d’atmosfera, memore di Méliès, di Hugo e delle fiabe classiche, analizza la fatica e le insidie della solitudine, la

paura di riconoscere il male, i nostri “babadook”, e il bisogno di metabolizzarli. Regia di Jennifer Kent. Con Essiee Davis, Noah Wiseman, Daniel Henshall, all, Hayley McElhinney, Barbara West. st. Genere Horror rror

Fenomeno

hashtag i irovagando d tra i social i l networkk ci si imbatte sempre più spesso negli hashtag, ossia quelle paroline che, precedute dal cancelletto, diventano cliccabili. L’hashtag nasce su Twitter, ed è una vera piccola rivoluzione nella comunicazione. Sostanzialmente serve a creare parole-chiave, quindi a canalizzare i discorsi in base all’argomento. Con gli hashtag si può indirizzare un proprio post all’interno di una discussione specifica; è possibile trovare tutti i tweet e i post che parlano di quel dato argomento; inoltre, gli hashtag fanno sì che si possano trovare, in internet, persone con interessi uguali ai nostri. Un ottimo strumento che evita la dispersione di notizie, grazie a cui è sempre più facile avere informazioni in tempo reale sugli avvenimenti in corso, di qualunque genere e natura, sia seri che di evasione. Ma l’hashtag non sempre viene usato corret-

tamente, specie i dda quantii ne iignorano lla ffunzione, specie su piattaforme come Facebook book e Instagram. po Così ci si ritrova post e “stati” con frasi tipo #ma#che#bella#giornata#di#mare, inutili dal punto di vista della comunicazione (solo il primo hashtag è cliccabile, ed è una parola che non indirizza verso alcun argomento…) e francamente brutte a leggersi. In questo caso specifico, sarebbe da usare la parola #mare, ovviamente staccata dal resto della frase: è quello l’argomento portante della discussione, il termine che accomunerà il nostro post a chi, nella rete, sta parlando del mare. L’hashtag è un modo di comunicare perfetto per quest’epoca 3.0, e che spesso diventa crossmediale: attraverso le parole-chiave è possibile seguire eventi di cronaca o televisivi, una diretta nella diretta che annulla sempre più le distanze. Nel web e non solo. di MikiMoz Capuano PrimaPagina 58 - Lug. 2015

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TENDENZE ESTATE 2015

Salute, sapori

e hi–tech di Adele Di Feliciantonio

estate 2015 è l’estate dell’Expò dedicato all’alimentazione, di conseguenza le nuove tendenze hanno tra i protagonisti la gastronomia e il cibo. A partire dal boom dei programmi televisivi dedicati alla cucina, di cui se ne contano parecchi anche in ambito locale, i trend gastronomici governano e influiscono sul nostro modo di mangiare, ma soprattutto di vivere la socialità. E così, banditi il fast food ( mangiare veloce) e lo junk food ( mangiare spazzatura), lo slow food ( mangiare buono, pulito) ripropone un ritorno al rito del pasto e soprattutto alla tradizione, con l’obiettivo della promozione del diritto a vivere i pasti, la divulgazione delle tradizioni enogastronomiche da ogni parte del mondo e la difesa dall’omologazione dei sapori. Così tutte le mode in fatto di alimentazione hanno un comune denominatore: la tendenza alla salubrità e, complice proprio l’esposizione universale di Milano, la riscoperta dei sapori di ogni popolo, attraverso la promozione dei cibi locali e di una cucina internazionale ricercata. Confermato il finger food ( il cibo mangiato con le mani) e le porzioni poco abbondanti, aumento vertiginoso di vegetariani (rigorosa astensione dalle carni) o addirittura vegani (rifiuto di ogni cosa che possa derivare dall’uccisione di un animale) il cui mercato è in continua ascesa come l’adeguamento da parte dei ristoranti alle loro esigenze. Infine la tecnologia entra in cucina con applicazioni che permettono , tramite tablet e smartphone di effettuare ordinazioni, prenotazioni o addirittura pre – pagamenti . Tradizione e innovazione al servizio dei fornelli. Tanto l’importante è essere alla moda anche per mangiare….

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COSÌ TUTTE LE MODE IN FATTO DI ALIMENTAZIONE HANNO UN COMUNE DENOMINATORE: LA TENDENZA ALLA SALUBRITÀ, LA RISCOPERTA DEI SAPORI DI OGNI POPOLO


DIAMOCI.. SLUNCH!

THE APERISTREET MUST GO ON a moda dell’aperitivo resiste e persiste. Apericena o happy hour, tematico o con musica, è radicato, ormai, nelle abitudini degli italiani che preferiscono cenare senza troppi formalismi e trascorrere la serata con gli amici senza fare eccessivamente tardi. L’aperitivo cenato sta diventando, oltre a un must tra le tendenze, un vero e proprio business che muove un alto volume di affari, ma soprattutto coinvolge persone di ogni età. I locali si rinnovano, propongono diverse situations, scenografie spettacolari , serate a tema e musica per tutti i gusti, senza mai abbandonare questo nuovo

modo di intendere il divertimento estivo. Novità nata quest’inverno, ma che prende sempre più piede è un’altra versione dell’aperitivo, l’Aperistreet, l’aperitivo cenato che si svolge nel centro di una città, animando le sue vie e rinvigorendo il centro storico. Molto diffusa dalle nostre parti, l’aperistreet sta riscuotendo un successo senza precedenti ed è appoggiato anche dalle amministrazioni comunali perché riesce a dare vita alle città e a rallegrarle con voci, profumi, sapori e aria di festa.

L’APERITIVO CENATO STA DIVENTANDO, OLTRE A UN MUST TRA LE TENDENZE, UN VERO E PROPRIO BUSINESS CHE MUOVE UN ALTO VOLUME DI AFFARI

rriva dall’America l’antagonista, soprattutto nei locali più alla moda, del caro aperitivo: lo Slunch. In principio fu il Brunch, ottima invenzione che unisce colazione + pranzo da consumare in un’ora troppo tarda per la prima , ma non abbastanza per il secondo, con il pregio di unire dolce e salato. Partendo da questa logica, vincente, si è arrivati allo Slunch o anche Drunch. Lo Slunch è una via di mezzo tra aperitivo sostanzioso e cena leggera ed etimologicamente unisce il pranzo + la cena. Pensato per la domenica, quando non si è vincolati dagli orari lavorativi, ma consumabile in ogni giorno della settimana, è stato organizzato per non fare tardi e godersi rilassati, con gli amici, il pomeriggio. Esso, infatti, parte dalle 17 in poi e non può superare le ore 22. Caratteristica principale dello slunch è che si inizia servendo il dolce e si termina con il salato. Si preferisce il finger food, cioè ricette semplici e chic da mangiare “con le mani”, tutto in uno stile informale e rilassato, con assoluta liberà di abbigliamento. Tavolini bassi, divani e musica lounge o jazz di sottofondo rendono il tutto perfetto.

SILENZIO! SI BALLA er i più nottambuli e movidari, resistono le discoteche e i locali notturni, ma dall’Europa arriva un’altra tendenza che porta la discoteche nelle piazzE: il silent party, la discoteca silenziosa. Un nuovo concept di divertimento che mantiene il decoro pubblico e che si avvale di speciali cuffie luminose, attraverso le quali i fruitori posso ascoltare da altrettante silenziose consolle, diversI generi musicali e ballare senza arrecare disturbo alla quiete pubblica, divertendosi in un modo nuovo e originale che, nella nostra città, sbarcato nell’ultimo periodo, ha già riscosso un grande successo.

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nche il cibo può contribuire alla sicurezza: mangiare cioccolato fondente prima dell’immersione allontana il rischio di embolia gassosa. Il cioccolato, nutrimento degli dei per i Maya, diventa oggi il cibo consigliato prima di un’immersione subacquea, per migliorare la risposta individuale allo stress dell’immersione e ridurre il rischio derivante dallo sviluppo di bolle gassose nei vasi sanguigni. Si allontanerebbe così lo spauracchio dell’embolia gassosa. Lo ha spiegato il prof. Alessandro Marroni, presidente del DAN (Divers Alert Network) Europe, nel convegno “L’Expo con le pinne” svoltosi a Mila-

no, nel Fuori Salone di Casa Abruzzo, allo Spazio Fiorichiari. Studi scientifici eseguiti in tutto il mondo avevano già accertato che i flavonoidi contenuti nel cioccolato fondente, agendo da antiossidanti, rallentano il declino cognitivo della mente ed esercitano un’azione antidepressiva, antinfiammatoria, antipertensiva e antitrombotica. Il DAN ha portato la propria ricerca sott’acqua, applicandola a 20 apneisti e a 42 subacquei con le bombole (ARA: AutoRespiratori ad Aria). Risultato: gli antiossidanti del cioccolato fondente sono in grado di combattere i radicali liberi prodotti durante l’immersione e l’assunzione di 30 grammi di cioccolato fondente, un’ora prima dell’immersio-

ne in apnea e un’ora e mezza prima dell’immersione con le bombole, può prevenire la disfunzione endoteliale all’interno delle arterie. Un primo studio ha coinvolto 20 apneisti, divisi in due gruppi di 10, che hanno effettuato immersioni con profondità massima di 20 metri. Ai subacquei del primo gruppo sono stati fatti ingerire 30grammi di cioccolato fondente (cacao 86%), 60 minuti prima dell’immersione. Il secondo studio è stato invece condotto su 42 subacquei, anch’essi divisi in due gruppi di pari numero, i quali si sono immersi con ARA per 20 minuti, alla profondità massima di 33 metri. Anche in questo caso il primo gruppo ha mangiato una barretta di cioccolato fondente, 90

La subacquea ospite di Casa Abruzzo nel Fuori Salone di Expo 2015

L’EXPO CON LE PINNE di Cristian Pellegrini

minuti prima dell’immersione. Al termine delle immersioni, i test effettuati in entrambi gli studi hanno mostrato come il primo gruppo (quello che aveva assunto cioccolato) abbia avuto un aumento significativo della dilatazione flusso-mediata dell’arteria brachiale (metodo ecografico per la valutazione della funzione endoteliale), mentre nel secondo gruppo ne è stata addirittura riscontrata la riduzione. Quella subacquea è un’attività ad elevato dispendio energetico, soprattutto per la maggiore dispersione termica in acqua rispet-

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presentazione “Expo con le pinne” – Milano, Casa Abruzzo


to all’aria, come ha rilevato il dr. Paolo De Cristofaro, nutrizionista. Il risultato è che, in circa un’ora d’immersione in acque miti, si possono bruciare più di 600 kcal. Anche il concetto di forma fisica qui non è condizionato dal mito della magrezza. Al contrario, risulta essere svantaggiosa sia la magrezza che l’obesità, l’una per il rapido consumo delle energie disponibili, l’altra per l’eccesso del tessuto adiposo che comporta un aumentato rischio di narcosi da azoto e di incidente da decompressione. Per questa ragione non esiste un peso forma, ma un corretto equilibrio tra massa magra e massa grassa. Dal punto di vista nutrizionale, occorre gestire le giornate in cui sono presenti più immersioni, tenendo conto della spesa energetica e del timing di assunzione dei cibi in funzione delle attività. Seguendo i concetti di cronobiologia del dispendio energetico, che suddivide la giornata in fasi cataboliche ed anaboliche, può essere utile la suddivisione in “CIBI ON” che nutrono le fasi attive con alimenti prevalentemente energizzanti, idratanti e mineralizzanti e in “CIBI OFF”, che nutrono la fasi di recupero, di rigenerazione e di detossicazione.

Coltivare sott’acqua:

si può? urante il convegno Corrado De Sanctis ed Elisabetta Princi (Gruppo OceanReef) hanno presentato l”Orto di Nemo”, un progetto nato dall’idea innovativa di Sergio Gamberini, che ha realizzato qualcosa di impensabile fino a poco fa: coltivazioni sul fondo del mare, all’interno di biosfere in vinile semitrasparente, ancorate su un fondale di 8/10 metri al largo della costa ligure. Nella biosfera si crea una climatizzazione stabile, grazie alla temperatura costante del mare, e una buona umidificazione grazie all’evaporazione dell’acqua marina che lambisce i semenzai nella parte bassa della biosfera. Il ciclo clorofilliano, innescato dalla luce naturale che illumina la biosfera, mantiene livelli sufficienti di ossigeno e Co2. Altro elemento positivo: parassiti ed insetti non riescono a riprodursi nelle biosfere subacquee, con notevole risparmio di antiparassitari e insetticidi. Un modello di agricoltura applicabile in futuro alle zone desertiche o dove le condizioni climatiche e ambientali non sono ideali? A conclusione della conferenza, un breve video

ha presentato una location d’eccellenza del territorio abruzzese, dove storia, arte e buona cucina si fondono in un connubio inscindibile: Atri. Questa incantevole cittadina collinare, in epoca romana aveva un celebre porto ormai completamente sommerso. Il sito archeologico ha dato vita al Parco del Cerrano e questo stesso parco potrebbe ospitare, a breve, alcune biosfere del progetto “L’Orto di Nemo”. Inoltre, il territorio atriano ben si colloca nell’ambito della valorizzazione della biodiversità, tematica fondamentale di Expo 2015: ad Atri ed all’Oasi WWF Calanchi di Atri si deve, infatti, la riscoperta della Gallina Nera, una specie nota fin dal IV secolo a.C. Alle coltivazioni biocompatibili e alla riscoperta della biodiversità si è mostrato particolarmente interessato lo chef dal curriculum stellato Davide Pezzuto, del ristorante D-One. Lo chef ha curato il Cooking Show, con una degustazione che aveva come protagonista l’uovo della Gallina Nera e che, in virtù del possibile sviluppo degli “Orti di Nemo” in Abruzzo, sogna di coltivare presto sott’acqua le sue erbe aromatiche.

Immagini 2-3: l’Orto di Nemo – biosfere al Parco del Cerrano

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uca Lucci Chef e consulente di cucina italiana e estera è nato l’8 Aprile 1970 a Isola del Gran Sasso. Appassionato per la cucina sin dall’infanzia, frequenta vari corsi di specializzazione e nel corso degli anni colleziona importanti riconoscimenti e menzioni. Raccoglie tutte le sue ricette in un libro e man mano trasforma i suoi piatti in vere opere d’arte, partendo da antiche ricette rinnovate in chiave moderna, con ricercatezza di materie prime e usando sempre prodotti locali e di stagione. Sogna di cucinare per il nostro Santo Padre e nel frattempo ha raccolto tutta o quasi la sua esperienza nel libro Antica cucina del Gran Sasso. Da chi ha appreso l’arte della cucina? La mia prima maestra di cucina è stata senza dubbio la mia nonna materna Rosina di Eleonora, abile massaia, richiesta da tutto il paese per

la sua arte di “ammassareâ€? la pasta e la preparazione di sughi corposi e ricchi di carne, come vuole la tradizione nostrana. Finite le scuole primarie ho iniziato a lavorare come garzone di cucina in Emilia Romagna durante il periodo estivo, da li ho continuato seguendo corsi e operando in varie localitĂ italiane ed estere. E’ chef per passione? Si, anche se inizialmente ho seguito gli studi Magistrali diplomandomi come “Maestroâ€? di scuola. Non ho mai lasciato la cucina, quest’anno sono 30 anni di onesto e duro lavoro, posso ritenermi pienamente soddisfatto della mia scelta non rimpiango nulla. Lei ha viaggiato sia in Italia che all’estero ma dove sono oggi, le sue radici? Dopo aver girovagato per una ventina di anni, ho messo le mie radici nel mio paese natale, Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo, ritenendolo per me la sede piĂš adeguata per svolgere il mio lavoro,

Vorrei cucinare per Papa Francesco

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essendo appassionato di montagna e di tutto ciò che in essa si produce. Come nascono le sue ricette Le mie ricette nascono rielaborando antichi piatti della tradizione in chiave moderna e traendo spunto da quello che offre un territorio cosi ricco di prodotti in molti casi unici al mondo e da molti invidiati. Come è nato il suo libro, da quale ispirazione? In questo libro sono raccolte molte ricette di montagna, specificatamente della zona del Gran Sasso. Negli anni di lavoro nella zona montuosa del teramano e dell’Aquilano, raccoglievo ricette che gli anziani di quei paesi mi raccontavano, trascrivendole con le stesse parole che mi dicevano. Qualche amico leggendo questo mio ricettario lo ha trovato molto interessante, definendolo “Unico, completo e semplice”. Da qui mi è venuta l’idea di raccogliere tutto in un libro e pubblicarlo. Il lettore e l’amante di cucina cosa dovrà aspettarsi da un libro di ricette che rievoca maggiormente il passato? Il lettore dovrà aspettarsi di avere a che fare con ingredienti modi e usi di preparazioni legate al passato, raccontati in modo semplice e alla portata di tutti, magari scoprendo qualche semplice piatto ma molto gustoso da poter comprendere velocemente la sua esecuzione e essere in grado di rieseguirla. Cosa fa quando non cucina? Quando non cucino amo fare passeggiate in montagna e stare a contatto il più possibile con la natura e ciò che essa ci offre, inoltre scrivo di

cucina su alcune riviste sia in Italia che all’estero, diffondendo la buona cucina Abruzzese e le nostre tradizioni culinarie. Ha nuovi progetti per il futuro? Altre aspirazioni? Si, finire di completare la mia raccolta e pubblicare il secondo volume. Un’ idea che mi balena sempre in testa e quella di far assaggiare la cucina del Gran Sasso a Sua Santità Papa Francesco, che già ho avuto modo di conoscere in un incontro in Vaticano come rappresentante APCI dei cuochi teramani. Speriamo che venga a far visita al più presto al nostro santuario di S. Gabriele dell’Addolorata in modo da poter cucinare per Lui i nostri piatti.

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di Lisa Di Giovanni

IL LETTORE DOVRÀ ASPETTARSI DI AVERE A CHE FARE CON INGREDIENTI MODI E USI DI PREPARAZIONI LEGATE AL PASSATO, RACCONTATI IN MODO SEMPLICE E ALLA PORTATA DI TUTTI

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PIERPAOLO MARINI

Torna in Nazionale I convocati di coach Dalmonte: Abass Awudu Abass (1993, 200, A, Acqua Vitasnella Cantù), Andrea Amato (1994, 190, P, Novipiù Casale Monferrato), Ryan Arcidiacono (1994, 191, P, Villanova University, USA), Will Artino (1992, 211, C, Creighton University, USA), Francesco Candussi (1994, 211, C/A, Pallacanestro Trieste 2004), Matt Carlino (1992, 188, G/P, Marquette University, USA), Tommaso Carnovali (1993, 197, G, Remer Treviglio), Niccolò De Vico (1994, 200, A, Angelico Biella), Raphael Gaspardo (1993, 207, A, Remer Treviglio), Matteo Imbrò (1994, 190, P, Granarolo Virtus Bologna), Aristide Landi (1994, 203, A, Dinamica Generale Mantova), Diego Monaldi (1993, 186, P/G, Proger Chieti), Pierpaolo Marini (1993, 192, A, Roseto Sharks), Vincenzo Pipitone (1994, 206, C, Mobyt Ferrara), Matteo Mario Tambone (1994, 192, P/G, Basket Ravenna “P. Manetti”) Amedeo Vittorio Tessitori (1994, 208, C, Pasta Reggia Caserta), Stefano Tonut (1993, 192, G, Pallacanestro Trieste 2004), Mirco Turel (1994, 195, G, Remer Treviglio), Mattia Udom (1993, 200, A, Moncada Agrigento).

l classe ’93 degli Sharks chiamato in nazionale sperimentale da coach Luca Dal monte. Pierpaolo Marini tornerà a vestire la maglia della nazionale sperimentale e farà parte dei 18 convocati per la tournée estiva. Una notizia grandiosa per il basket rosetano e che la società accoglie a braccia aperte. Il giovane Marini è infatti un talento sul quale il sodalizio biancazzurro ha creduto e investito, e lui ha ripagato tifosi e dirigenti riuscendo a mettersi in mostra a livello nazionale, grazie al suo impegno e alla sua determinazione. “Marini deve essere, ed è, un impegno per i giovani componenti del settore giovanile biancazzurro” si legge in una nota degli Sharks “un ragazzo che è diventato uomo, acquisendo quel qualcosa in più a livello umano che il parquet può solo aiutarti a prendere. Perché, in ultimo, contano umiltà e rispetto: valori che Marini ha dimostrato di possedere, dentro e fuori dal campo”. La maturazione a livello umano di Pierpaolo Marini ha fatto sì che migliorasse anche dal punto di vista

tecnico: cambiamenti, in positivo, che gli hanno aperto le porte della nazionale. “Complimenti a Marini” sottolineano i dirigenti rosetani “che inizia un trittico di lavoro davvero impegnativo, ma che siamo sicuri lo terrà sempre carico di adrenalina”. di Federico Centola

LA MATURAZIONE A LIVELLO UMANO DI PIERPAOLO MARINI HA FATTO SÌ CHE MIGLIORASSE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA TECNICO

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Tutte le rubriche

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Gli altri, gli altri. E io?

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Oggi cucina Mirco

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Acquistare casa all’asta

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Comodato in famiglia

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Investire in Azioni

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I minibond

65

Pesci in Acquario Benessere - Salute - Cucina - Consumatori- Legale -Animali Piccoli consigli utili per tutta la famiglia dai migliori esperti


Salute & Benessere ti vengono posizionati nelle zone anteriori dei mascellari che sono quelle dove vi è una maggiore qualità e quantità ossea. Terzo appuntamento: controllo del paziente. Dopo tre mesi: essendosi ormai realizzata l’integrazione ossea, la protesi dentaria provvisoria viene sostituita con quella definitiva in resina o in ceramica, a seconda delle esigenze del paziente.

La Protesi di Toronto

“All-On-4TM”

Denti belli e subito Dott. Paolo Rasicci Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia Perfezionato in Implantologia Orale

a tecnica “All-On-4TM” prevede di risolvere la totale mancanza di denti o altre situazioni in cui i denti sono ormai compromessi inserendo 4 soli impianti nell’arcata mascellare o mandibolare. Questa metodologia consente di collocare una protesi a carico immediato chiamata Toronto con un minimo di 10 denti e successivamente, dopo tre mesi, il paziente potrà avere una protesi definitiva con struttura in titanio di 12 denti in resina composita o in ceramica,materiali ad alta resistenza e durata.

I vantaggi i potrà avere fin da subito una dentatura completa, con denti fissi in non più di 24 ore dall’intervento. Offrire stabilità anche con un volume osseo minimo: sarà dunque minore la necessità di sottoporsi a difficili e costose tecniche di chirurgia preimplantare. Possibilità di associare la tecnica implantare Nobel

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Clinician , che mostra la posizione e la profondità esatte degli impianti prima dell’intervento chirurgico attraverso la creazione di modelli tradizionali o in ambiente 3D sul computer. Queste informazioni consentono ai laboratori di produrre una mascherina chirurgica in grado di guidare la procedura di chirurgia dell’odontoiatra. Questa metodica non prevede quindi taglio di gengiva , scopertura dell’osso e neanche i punti di sutura , gli impianti infatti vengono posizionati attaverso piccoli fori praticati sulla gengiva.Nessun bisogno di sottoporsi ad interventi di rigenerazione ossea ed inserendo il minor numero di impianti si hanno quindi meno costi per il paziente. Garanzia a vita sugli impianti e nei nostri studi con questa metodica si utilizzano esclusivamente impianti Nobel Biocare TM .

Gli step da seguire rima visita: viene effettuata la diagnosi e vengono eseguite le fotografie e la radiografia panoramica, in aggiunta viene prescritta ed eseguita anche la TAC Dentalscan, ed eventuali esami aggiuntivi (ECG, ematologici, ecc) se il paziente ha una situazione clinica particolare. Secondo appuntamento: si procede all’eventuale estrazione dei denti del paziente compromessi, all’inserimento degli impianti e all’impronta per la protesi provvisoria che viene inserita entro 24 ore dall’intervento. Gli impian-

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La protesi di Toronto, avvitata sugli impianti, viene progettata in modo che il passaggio fra la gengiva finta e quella naturale non sia visibile; i buchi dove passano le viti protesiche, che vanno ad ancorare la protesi agli impianti, verranno chiusi con un composito, materiale uguale al colore dei denti. L’ancoraggio implantare è garantito da 4 impianti. Anche se la protesi è un corpo unico è possibile dare l’effetto degli spazi interdentali,come se fossero denti separati, rendendo quindi il sorriso naturale e armonico.

Casi complessi - Bifosfonati In molti casi il Dott. Rasicci ha realizzato con successo le operazioni di implantologia, ridonando al paziente il sorriso di prima. Anche nel caso di pazienti che assumono bifosfonati:molti di loro hanno trovato una risposta positiva ai loro problemi e la reale possibilità di effettuare operazioni implantologiche All-on-4TM. Trattare pazienti che assumono bifosfonati non è impossibile, ogni caso deve essere analizzato singolarmente e attentamente dal Dott.Rasicci per valutare la situazione, presso i nostri studi questi pazienti ricevono la consulenza gratuita. L’invito ad una prima visita gratuita è esteso a chiunque voglia o abbia bisogno di chiarimenti, il Dott. Rasicci è felice di analizzare le eventuali problematiche dentali e trovare la soluzione che faccia “tornare il sorriso”!

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Salute & Benessere osa faccio io per cambiare le cose? “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” diceva Ghandi. Un Paese, un governo che tenesse davvero al bene dei suoi cittadini, oltre agli spot pubblicitari, dovrebbe mandare in onda “spot” come questo, “consigli” come quelli che tanti maestri sapienziali, di ogni cultura e religione, ci hanno lasciato come meravigliosa eredità per una vita piena e realizzata. Oggi, invece, i “mantra” che sentiamo ripetere e che, consciamente o meno, anche noi ripetiamo spesso, di fronte alle cose che non vanno, alle disfunzioni del nostro Stato, alle inefficienze della nostra azienda, eccetera, si basano su questi tre atteggiamenti, su tre pratiche, di cui stiamo diventando grandi esperti, man mano che la famigerata crisi avanza inesorabile nel tempo: lamentele, pretese e accuse. Bastano pochi minuti in un bar, al telefono, all’ufficio postale oppure basta scorrere qualche tweet o qualche post su Facebook per intercettare subito qualche nostra o altrui lamentela, pretesa o accusa. Le cose non vanno bene: assolutamente vero! Non è questo il punto. Il punto è che le lamentele fine a se stesse sono solo nocive (se sei accanto ad un super lamentoso, scappa! Lui si sfogherà, e tu te ne resterai depresso con il carico di negatività che ti ha scaricato addosso!). Ma, soprattutto, ci si lamenta spesso degli altri; ci lamentiamo di comportamenti altrui che, a volte, mettiamo in atto noi per primi. Magari in misura minore per il solo fatto che non abbiamo le stesse opportunità che hanno gli altri. Pretendiamo che il mondo vada diversamente, senza pensare a come sia meglio adattarsi ai suoi cambiamenti. Accusiamo il datore di lavoro, l’impiegato dello sportello pubblico, il politico di turno, senza chiederci il perché dei loro comportamenti e, soprattutto, senza onestamente pensare a come ci comporteremmo noi al loro posto. Ci sono cose, del mondo, che ci coinvolgono, ma su cui nulla possiamo. Ma ce ne sono altre sulle quali possiamo incidere, anche se in piccola misura. Senz’altro, però, possiamo agire su noi stessi, fatto un sincero esame di coscienza o, semplicemente, una valutazione di quelle che sono le nostre virtù e, anche, quelli che sono i nostri limiti, le nostre potenzialità, i nostri ambiti di miglioramento. Ecco, è per questo, che in questo articolo, vi propongo 20 domande, semplici semplici, che,mi auguro possano stimolare la vostra consapevolezza e voglia di migliorare voi stessi. di Pierluigi Troilo

Gli altri, gli altri gli altri! Ed io?

PICCOLO TEST 1. Quali sono i tuoi obiettivi? 2. Hai fiducia in te stesso? 3. Sai riconoscere le tue emozioni? 4. Sai valutare le conseguenze delle tue emozioni? 5. Hai un elenco dei tuoi punti di forza e di debolezza? 6. Consideri i tuoi fallimenti delle esperienze da cui apprendere delle lezioni di vita? 7. Sai organizzare il tuo tempo e sei flessibile di fronte agli imprevisti? 8. Hai mai scritto l’elenco di quelli che sono i tuoi valori? 9. Sai gestire situazioni di emergenza o di crisi? 10. Sai riconoscere ed ammettere i tuoi errori? 11. Nei gruppi, con gli altri, in squadra, contribuisci a tenere un clima di fiducia? 12. Sai cogliere le opportunità? 13. Sei portato ai cambiamenti? 14. Hai iniziativa, sei proattivo?

15. Sai riconoscere i sentimenti e le esigenze degli altri? 16. Sai ascoltare gli altri? 17. Riesci a trarre vantaggio dalle diversità degli altri? 18. Riesci sempre a far capire i tuoi messaggi e le tue intenzioni? 19. Riesci spesso a persuadere gli altri? 20. Hai capacità di leadership? Quanti “Si” hai risposto? “Ricomincio da tre” diceva Massimo Troisi nel suo memorabile film d’esordio, alludendo al fatto che, iniziando una nuova vita, voleva fare comunque tesoro di “tre cose buone” fatte da lui fino ad allora nella sua vita. Sono sicuro che le cose buone, quelle da cui partire, sono molte più di tre, molte più di venti. Ciò che è importante riconoscere è che il primo passo spetta a noi. Con le note di Vasco Rossi: «Cambiare il mondo è quasi impossibile si può cambiare solo se stessi sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione»


Mariti nel Panico

Mariti nel Panico rima di tutto… è doveroso dirvi che…. NON SONO UN CUOCO! E per dirla tutta non ho alcuna base di cucina, ma mi diverte stare ai fornelli. Il mio blog è nato per caso: spesso fotografavo ciò che cucinavo. Vedendo poi che le mie foto avevano successo sui social e che qualcuno mi chiedeva la ricetta… pensai di creare un blog. Un po’ per pigrizia, un po’ per il poco tempo, i primi tempi il mio era più che altro un foto food blog: una semplice foto con il titolo di ciò che avevo cucinato. Armato di pazienza ho iniziato poi a scrivere anche le ricette. Nella vita faccio tutt’altro ma spesso sono a casa per via della crisi della mia azienda. Mi trovo quindi a cucinare perché mia moglie torna a casa tardi da lavoro. Ho cominciato quindi ad avvantaggiarmi nel pranzo

Risotto ca

e nella cena preparando io i pasti. Da qui è nata l’idea di “Oggi Cucina Mirco: ricette last minute per mariti nel panico“. Spesso non scrivo dosi precise… i “mariti nel panico” hanno poco tempo e di certo non sono lì a pesare tutto! Facciamo ad occhio! Quando posso, mi piace cucinare senza schemi, aprendo quindi la mia dispensa e lasciandomi ispirare da ciò che ho in casa. Tutte le ricette che pubblico sono testate in prima persona da me che sono il primo marito nel panico! Se vostra moglie torna a casa tardi da lavoro... vi offro io qualche idea. Nel blog troverete ricette semplici e veloci (ma anche qualcuna meno veloce!) per stupirla e per non rimanere senza pasto! La rubrica è dedicata a tutti quei mariti che si trovano a cucinare non avendo esperienza, idee e tempo. Un marito che deve cucinare perché la moglie torna a casa tardi dal lavoro, un marito che vuole stupire sua moglie cucinando una cenetta romantica. Questa rubrica presenterà ricette semplici e veloci adatte a queste esigenze.

INGREDIENTI (per 2 persone): 240 grammi di riso carnaroli 1 Dado vegetale 40 grammi di burro 50 grammi di pecorino romano 50 grammi di parmigiano Reggiano Sale, Pepe nero Olio extravergine di oliva

di Mirco Di Marcello

Prepariamo innanzitutto il brodo: mettete a bollire una pentola d’acqua e buttateci dentro il dado. Mescolate e tenete in caldo a fiamma bassa fino a quando non ultimeremo la cottura del riso. In un’altra pentola versate il riso e fatelo tostare leggermente, girandolo velocemente per non farlo

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scurire e bruciacchiare. Quando il rumore del riso mescolato cambierà, sarà ora di aggiungere 2 o 3 mestoli di brodo (caldo, ricordatevi!). Il brodo deve coprire il riso. Portate il riso a fine cottura solo aggiungendo poco alla volta il brodo vegetale. A metà cottura aggiungete un po’ di pepe. Spegnete il fuoco quando il riso è ancora croccante, ovvero, PrimaPagina 58 - Lug. 2015

al dente. Togliete la pentola dal fornello e mantecate il vostro risotto cacio e pepe con burro, pepe, sale, olio, pecorino e parmigiano. Seguire attentamente l’ordine degli ingredienti da aggiungere durante la mantecatura del risotto, è molto importante perché solo rispettando i vari passaggi, si può ottenere un piatto ricco di sapore


Mariti nel Panico

cio e pepe

INGREDIENTI

INVOLTINI DI SFOGLIA Asparagi; 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare; Prosciutto crudo tagliato a fette; Parmigiano Reggiano grattugiato;

e profumato. Tutti gli ingredienti si amalgameranno alla perfezione. Impiattate il risotto cacio e pepe, battendo il piatto da sotto per farlo disporre a specchio e aggiungete dei piccoli pezzi di parmigiano, un’altra spolverata di pepe e guarnite con delle foglioline di prezzemolo nano e dei rametti di timo per dare colore.

CON ASPARAGI PROSCIUTTO CRUDO E PARMIGIANO Per i mariti più intraprendenti che vorranno usare asparagi freschi: iniziamo pulendo gli asparagi eliminando i gambi della loro parte bianca e bollendoli in acqua salata per una decina di minuti (avendo cura di non sciuparli o romperli). Scolateli e lasciateli freddare. Aprite il rotolo di pasta sfoglia (di quelli già pronti al banco frigo del supermercato). Ritagliate con un coltello (o se volete essere eleganti.. con un taglia-ravioli) delle strisce di circa 3 cm ognuna. Andranno avvolte più tardi attorno all’asparago. Stendete le fette di PrimaPagina 58 - Lug. 2015

prosciutto e spolveratele con il parmigiano. Posizionateci sopra l’asparago e arrotolategli la fetta di prosciutto attorno e, infine, arrotolate attorno agli asparagi con prosciutto la striscia di pasta sfoglia ritagliata in precedenza lasciando scoperte le estremità. Volendo potete spennellare la sfoglia con un rosso d’uovo per lucidarli. Mettete i vostri involtini in una teglia ricoperta di carta forno. Cuocete per 15 minuti a 200°C, fino a quando la sfoglia sarà cotta e ben dorata. Gli involtini vanno serviti caldi!

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Il Legale acquisto di una casa all’asta può essere molto conveniente, in quanto il prezzo di aggiudicazione (cioè il prezzo che bisogna versare per vedersi assegnato in proprietà l’immobile) viene diminuito del 25% in ogni ipotesi di asta deserta (vale a dire senza nessuna offerta). Ma in che modo è possibile partecipare ad un’asta presso il tribunale? Per prima cosa è necessario visionare il sito internet ove è pubblicata l’asta: seguendo questo link http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_18_1. wp è possibile trovare l’elenco pubblico predisposto dal Ministero della Giustizia indicante tutti i siti autorizzati per le aste giudiziarie. Dal sito internet sarà possibile prelevare due documenti molto importanti: l’avviso di vendita, che contiene una breve descrizione dell’immobile e il prezzo base; la perizia di stima, contenete tutti i dati catastali dell’immobile, una dettagliata descrizione, la stima economica e le foto dell’immobile stesso. Sarà quindi necessario contattare il professionista delegato alle operazioni di vendita dal Giudice (solitamente un Avvocato, un Notaio o un Commercialista) per fissare un appuntamento per visionare direttamente l’immobile; tutti i contatti e i recapiti del professionista delegato si trovano nell’avviso di vendita. È importante sapere che tutti, ad eccezione del debitore, possono partecipare all’asta: infatti l’art. 579 del codice di procedura civile stabilisce che ognuno, eccetto il debitore, è ammesso a fare offerte all’incanto; le offerte possono essere fatte sia personalmente che tramite un mandatario con procura speciale. Quindi, se si decide di partecipare all’asta, è necessario presentare la domanda di partecipazione secondo le indicazioni contenute nell’avviso di vendita. Sono due i possibili modelli di vendita: la vendita con incanto e la vendita senza incanto. Nell’ipotesi di vendita con incanto i partecipanti presentano le offerte d’acquisto in busta chiusa presso il delegato alle vendite, con l’indicazione del prezzo, del tempo, del modo di pagamento e di ogni altro elemento utile alla valutazione dell’offerta. Tali buste vengono, poi, aperte nell’udienza fissata per l’esame delle offerte alla presenza dei vari offerenti. Se l’offerta è superiore al valore dell’immobile aumentato di un quinto, viene considerata senz’altro accolta. Se, invece, è inferiore a tale valore, il giudice non può procedere con la vendita se vi è il dissenso del creditore procedente o se ritiene che vi siano concrete possibilità di miglior vendita col sistema dell’incanto. In ipotesi di più offerte valide, viene indetta una gara tra gli offerenti assumendo come prezzo a base d’asta il valore dell’offerta più alta. Nell’ipotesi di vendita con incanto si rea-

COME SI ACQUISTA UNA CASA ALL’ASTA lizza subito una gara fra i diversi offerenti secondo il prezzo base e la misura minima dell’aumento da apportarsi alle offerte indicati nell’avviso di vendita. In caso di aggiudicazione il soggetto ha un termine ben preciso (indicato nell’avviso) per versare il saldo del prezzo, salve eventuali proroghe che potrebbero essere concesse dal Giudice; ai soggetti che hanno partecipato alla vendita ma non sono risultati aggiudicatari viene immediatamente restituito l’assegno relativo alla cauzione versata. E’ importante evidenziare come alcuni istituti di credito permettono di partecipare all’asta anticipando l’importo dell’assegno da versare come cauzione e, in caso di aggiudicazione, concedono il mutuo necessario per avere tutta la somma corrispondente al prezzo di aggiudicazione, previa ipoteca sul bene venduto all’asta; è possibile, inoltre, usufruire delle agevolazioni relative all’acquisto della prima casa. Se, nel termine fissato o prorogato dal Giudice, il saldo del prezzo non viene versato, la cauzione versata viene confiscata, l’aggiudicatario perde il diritto alla assegnazione

del bene, che viene di nuovo posto in vendita. L’acquisto di un immobile, specialmente ad uso abitativo, costituisce certamente una valida alternativa per “acquistare casa” a prezzi molto convenienti rispetto a quelli di mercato; ad ogni modo, prima di fare un passo così importante, è necessario in primo luogo visitare direttamente l’immobile ed esaminare con la massima attenzione la perizia di stima. E’ di fondamentale importanza verificare, infatti, prima di partecipare all’asta, l’esistenza di eventuali carenze amministrative/tecniche (mancanza di certificazione termica, impianti elettrici non a norma e altro) che, successivamente, dovranno essere sanate dall’aggiudicatario / proprietario, che dovrà sostenere tutti i relativi costi. Poi, per partecipare con tranquillità all’asta, è necessario esaminare con attenzione il bando di vendita, per scongiurare il pericolo di presentare un’offerta non valida e quindi perdere la possibilità di concorrere alla procedura.

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di Gianfranco Puca

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Il Legale a questione riguardante gli effetti del provvedimento con cui in sede di separazione viene assegnato l’immobile in precedenza concesso in comodato senza la previsione di un termine è da sempre dibattuta in giurisprudenza. Sull’argomento è tornata a pronunciarsi la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza 29 settembre 2014, n. 20448. Il caso oggetto di disputa è quello tipico di un genitore che concede in comodato al figlio la casa di proprietà perché la adibisca a dimora coniugale; successivamente i coniugi si separano con la conseguente entrata in conflitto dell’interesse del proprietario con quello del coniuge assegnatario della casa familiare che ha ricevuto tale attribuzione perché i figli mantengano le abitudini di vita sinora sviluppate. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello respinsero la richiesta di restituzione dell’immobile avanzata dal

IL CASO OGGETTO DI DISPUTA È QUELLO TIPICO DI UN GENITORE CHE CONCEDE IN COMODATO AL FIGLIO LA CASA DI PROPRIETÀ PERCHÉ LA ADIBISCA A DIMORA CONIUGALE

COMODATO IN FAMIGLIA: il tempo e la necessità

proprietario, il quale sosteneva che la legittimità della sua istanza ai sensi dell’articolo 1810 c.c., derivava proprio dal fatto che il comodato era a titolo gratuito e senza determinazione di tempo. Secondo il ricorrente, inoltre, la concessione dell’immobile in godimento era avvenuta come sistemazione temporanea provvisoria e precaria per i giovani coniugi nell’attesa di altra soluzione abitativa. Sul punto, la Corte di Cassazione, nel 2004, aveva già espresso un proprio orientamento stabilendo che nell’ipotesi di concessione in comodato da parte di un terzo di un bene immobile di sua proprietà perché sia destinato a casa familiare, il successivo provvedimento di assegnazione in favore del coniuge affidatario di figli minorenni o convivente con figli maggiorenni non autosufficienti senza loro colpa, emesso nel giudizio di separazione o di divorzio, non modifica la natura ed il contenuto del titolo di godimento sull’immobile, ma determina una concentrazione, nella persona dell’assegnatario, di detto titolo di godimento, che resta regolato dalla disciplina del comodato, con la conseguenza che il comodante è tenuto a consentire la continuazione del godimento per l’uso previsto

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nel contratto, salva l’ipotesi di sopravvenienza di un urgente ed impreveduto bisogno, ai sensi dell’art. 1809 c.c. (Cass. Civ. S.U. n. 13603/2004). Tuttavia, all’esito del giudizio in esame la Terza Sezione della Cassazione, con l’ordinanza n. 15113/13 rimetteva gli atti al Primo Presidente, che assegnava la causa alle Sezioni Unite della Corte. Ciò in quanto la soluzione adottata dalla Suprema Corte nel 2004, che mira a garantire maggiormente le esigenze della famiglia e della prole, non è stata accolta in alcune pronunce della stessa Corte di Cassazione, che in casi analoghi hanno favorito la posizione del comodante. Orbene, i giudici della Consulta, con la pronuncia in esame emessa a sezioni unite, confermano l’indirizzo giurisprudenziale

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risalente al 2004. Secondo le Sezioni Unite il comodato di un immobile, concesso per soddisfare le esigenze abitative della famiglia del comodatario deve essere configurato come comodato a termine ex art. 1809 c.c., ancorando la durata fino al venir meno delle esigenze della famiglia, indipendentemente dall’insorgere di una crisi coniugale. Ne consegue che soltanto in caso di urgente ed imprevisto bisogno del comodante, che deve essere imprevedibile, urgente, sopravvenuto rispetto alla cessione in comodato e non solo astrattamente ipotizzabile, può essere richiesta la restituzione del bene. di Nicola Paolo Rosetti


Il Legale econdo la Cassazione, non commette omicidio colposo chi investe una persona in autostrada che non indossa il giubbetto catarifrangente. Occorre tenere conto anche della prevedibilità ed evitabilità dell’evento da parte dell’agente modello. Va assolto dal delitto di omicidio colposo chi investe una persona in autostrada che è scesa dall’abitacolo di un auto in avaria senza indossare il giubbetto catarifrangente. Lo afferma la quarta sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 24217/15. Nella

VA ASSOLTO DAL DELITTO DI OMICIDIO COLPOSO CHI INVESTE UNA PERSONA IN AUTOSTRADA CHE È SCESA DALL’ABITACOLO DI UN AUTO IN AVARIA SENZA INDOSSARE IL GIUBBETTO CATARIFRANGENTE fattispecie la vittima era scesa dalla sua auto e, trovandosi al centro della corsia, era stata investita da un auto in transito. Il conducente che lo aveva investito era stato condannato per omicidio colposo dalla Corte di Appello di Salerno che aveva a sua volta riformato una sentenza assolutoria di primo grado. Secondo i giudici della Corte d’appello, il solo rispetto dei limiti di velocità da parte dell’imputato non lo avrebbero esentato dall’obbligo di rispettare le “regole generali in tema di velocità stabilite dell’art. 141 codice della strada che impongono al conducente, indipendentemente dal

cente del veicolo investitore, che procedeva a una velocità di 90 km orari, il mancato rispetto delle disposizioni di cui all’art. 141 comma 2 cod. strada a cui fa riferimento la sentenza impugnata. Nella fattispecie, infatti, l’imputato stava percorrendo la

Se la vittima non indossa il giubbino… rispetto dei limiti massimi di velocità, di commisurare l’andatura alla situazione concreta del traffico, del veicolo, ed alle condizioni di visibilità”. Di diverso avviso la Corte di Cassazione secondo cui nel caso di specie non può imputarsi al condu-

corsia di destra e questa era sgombra da ostacoli e non occupata dalla autovettura incidentata che era invece ferma a sinistra. Regolare anche la velocità: quella di 90 km/h in autostrada non può a priori considerarsi andatura

imprudente e inadeguata “dovendosi al contrario reputare pericolosa una andatura ancora più contenuta, sia pure al solo ipotetico scopo di verificare l’esistenza di eventuali feriti ed eventualmente prestare soccorso”. Piuttosto, annota la Corte, la presenza sulla carreggiata del conducente dell’autovettura incidentata è una circostanza che viola le più elementari norme di prudenza e di cautela. Come si legge nella parte motiva della sentenza, la decisione dei giudici d’appello presenta diversi aspetti di criticità “riguardo all’applicazione dei princìpi che, nel nostro ordinamento, sovrintendono alla responsabilità per colpa, in particolare per quel che attiene: alla violazione delle regole cautelari ritenute rilevanti e applicabili alla fattispecie (colpa in senso oggettivo; all’efficacia causale di tale violazione rispetto all’evento (causalità della colpa); alla prevedibilità ed evitabilità dell’evento da parte dell’agente modello (colpa in senso soggettivo)”.

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di Gennaro Cozzolino

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Il Legale

Jobs Act:

LICENZIAMENTI & RISARCIMENTI a riforma del lavoro contenuta nel c.d. “Jobs Act”, nella parte che disciplina i risarcimenti in caso di illegittimità dei licenziamenti individuali, esclude in l’ipotesi della reintegra nel posto di lavoro precedentemente occupato, in caso di licenziamenti economici non assistiti da giustificato

motivo. Tali licenziamenti vanno più correttamente definiti come licenziamenti per giustificato motivo oggettivo che trovano la loro definizione normativa nell’art. 3 della legge n. 604 del 1966 che giustifica il recesso datoriale in “ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa”. Sotto il profilo risarcitorio la

legge delega n. 183 del 2014 esclude espressamente l’ipotesi della reintegrazione che viene sostituita da un mero indennizzo economico predeterminato e crescente in base all’anzianità di servizio del lavoratore. Dunque se il Giudice del Lavoro accerta che il licenziamento non è assistito da giustificato motivo oggettivo dichiara estinto il rapporto di lavoro condannando il datore di lavoro al pagamento di un’indennità (soggetta ad imposizione fiscale ma non previdenziale) pari a due mensilità dell’ultima retribuzione per ogni anno di servizio da un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità. Dunque il risarcimento risulta evidentemente quantificato ex lege con eliminazione, in capo al Giudice, di poteri discrezionali circa la determinazione del quantum. Dunque in caso di illegittimità del licenziamento non potrà mai trovare applicazione l’ipotesi della reintegrazione qualunque sia la ragione in base alla quale il Giudice ritenga insussistente l’addotto giustificato motivo oggettivo. Potrà invece essere disposta la reintegrazione solo in caso di licenziamento formalmente intimato per giustificato motivo oggettivo ma che, in realtà, sia stato intimato per motivi discriminatori ovvero perchè intimato alla lavoratrice in stato di gravidanza o nell’anno del matrimonio. Ovviamente la normativa succintamente descritta si applicherà solo ai licenziamenti dei lavoratori i cui rapporti di lavoro sono stati stipulati dopo l’entrata in vigore del Jobs Act. Per tutti gli altri lavoratori, in caso di licenziamento illegittimo intimato per giustificato motivo oggettivo da un datore di lavoro che occupa più di quindici dipendenti, dovrà applicarsi l’art. 18 della legge n. 300 del 1970 così come modificato dalla legge n. 92 del 2012 consentendo la condanna del datore di lavoro alla reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro precedentemente occupato con il pagamento di un’indennità che va da un minimo di dodici e un massimo di ventiquattro mensilità avuto riguardo all’anzianità di servizio, al numero dei dipendenti occupati, delle dimensioni dell’attività economica, del contegno delle parti nel processo e nell’ambito della procedura preventiva conciliativa obbligatoria. Da ultimo è opportuno segnalare due novità procedurali di una certa rilevanza. In primo luogo il Jobs Act elimina la procedura preventiva di conciliazione obbligatoria presso la competente DTL per i licenziamenti intimati per giustificato oggettivo dei lavoratori assunti dopo l’entrata in vigore della legge di riforma in commento. Per tali licenziamenti la legge esclude altresì l’applicabilità del rito speciale per l’impugnativa giudiziale del licenziamento previsto dalla legge n. 92 del 2012 con la conseguenza che tali recessi andranno impugnati con il rito ordinario e con le forme di cui all’art 414 c.p.c. Il rito speciale, invece, continuerà a trovare applicazione per i licenziamenti intimati prima dell’entrata in vigore del Jobs Act. di Alessio De Iuliis

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Consumatori istituto del concordato preventivo, permette di evitare il fallimento dell’impresa in stato di crisi, con effetti protettivi garantiti al debitore. La procedura concordataria, di cui agli artt. 160 e seguenti della Legge Fallimentare, ha subito numerose modifiche negli ultimi anni, dapprima con il Decreto sviluppo 2012 e poi con il Decreto del fare, con l’introduzione di maggiori oneri per il debitore al fine di evitare l’abuso del concordato con riserva, l’opportunità di integrare successivamente la documentazione la possibilità di scioglimento e sospensione dei contratti pendenti. La procedura si avvia con il ricorso presentato dall’imprenditore dinnanzi al Tribunale, mediante deposito di un piano con gli interventi per superare la crisi cui versa l’impresa ed evitare il fallimento. L’istanza di concordato dovrà essere corredata da una serie di documenti. Il tribunale, verificata la regolarità e completezza del ricorso e dei requisiti di cui all’art. 160 l.f., può alternativamente aprire la procedura concordataria, oppure chiedere integrazioni documentali all’imprenditore entro un termine non superiore ai 15 giorni, decorso il quale rigetta l’istanza di concordato con decreto di inammissibilità. In caso di accoglimento, il provvedimento di ammissione alla procedura, designa il Giudice Delegato convoca i creditori entro 30 giorni e nomina un commissario giudiziale, e fissa il termine per il versamento da parte del debitore di una parte delle spese presunte per il procedimento. Il commissario giudiziale, appositamente nominato, convoca i creditori, relazionando in merito alle sintesi delle proposte del debitore concordatario portando alla loro attenzione. In ultimo, alla presenza del giudice delegato, i creditori convocati e riuniti possono approvare o meno la proposta concordataria. Il decreto sviluppo 2012,ha introdotto il concor-

IL COMMISSARIO GIUDIZIALE, APPOSITAMENTE NOMINATO, CONVOCA I CREDITORI, RELAZIONANDO IN MERITO ALLE SINTESI DELLE PROPOSTE DEL DEBITORE

Che cos’è

IL CONCORDATO PREVENTIVO

dato in bianco, con la possibilità di avviare la procedura presentando ricorso con la sola domanda di concordato corredata dai bilanci degli ultimi 3 esercizi. Tale istanza, però, deve essere integrata con ulteriore documentazione entro un termine stabilito dal giudice. Il legislatore con il concordato in bianco ha voluto concedere più tempo al debitore per redigere il piano contenente gli interventi che l’imprenditore intende intraprendere per adempiere la proposta di concordato, consentendo, comunque, nel frattempo di beneficiare degli effetti prodotti dall’avvio della procedura concordataria. L’intento del legislatore di consentire effetti protettivi in commento, in primis il blocco

dell’esecuzione, ha sortito come effetto un iniziale abuso dell’istituto in commento;abusi riconducibili, in particolare ad occultamento dell’attivo, frode ed altri comportamenti pregiudizievoli. Per correggere tale pratica, il Decreto del Fare ha, giustamente, introdotto alcuni correttivi alla disciplina, in particolare dei maggiori oneri informativi, a carico dell’imprenditore che presenta l’istanza di concordato con riserva, a tutto beneficio di creditori, terzi e tribunale. Il concordato preventivo, alla luce dello stato di crisi attuale, è uno dei strumenti più utilizzati che più possono contribuire al salvataggio delle imprese in crisi.

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di Alessandro Frattaroli

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Consumatori el nostro percorso di approfondimento sugli elementi principali da conoscere per creare una propria cultura finanziaria abbiamo già visto vari concetti focalizzati in modo particolare sull’acquisto di obbligazioni, cioè dei titoli di debito emessi da società o da Stati ai quali come investitori “prestiamo soldi” per un determinato periodo in cambio di un certo tasso di interesse. E’ opportuno comunque anche tornare sull’investimento azionario. Quando si acquistano azioni si diventa praticamente ‘soci’ di una azienda e quindi si ha diritto di ricevere , nel caso in cui questa chiuda il bilancio in utile, anche un dividendo, cioè una parte dell’utile stesso, se i soci decidono di distribuirlo. Acquistando le azioni si ha anche il diritto, sebbene ben pochi risparmiatori lo sfruttino, di partecipare all’assemblea dei soci. Ma acquistando le azioni ci si espone alla fluttuazione del prezzo che giornalmente il titolo della società registra se quotata presso una Borsa Valori, cioè un mercato finanziario. Ecco che prima di decidere se investire o meno i propri risparmi in azioni, occorre valutare molti aspetti: a)quanto si è disposti a perdere in termini percentuali dei soldi che investiamo?(è un concetto che va chiarito per primo) b)siamo psicologicamente preparati a sopportare variazioni di prezzo elevate? c)che orizzonte temporale abbiamo, cioè

Cultura finanziaria

L’investimento in azioni: profili e approcci

QUANDO SI ACQUISTANO AZIONI SI DIVENTA PRATICAMENTE ‘SOCI’ DI UNA AZIENDA... pensiamo di aver bisogno dei soldi che investiamo a breve? Se non abbiamo una propensione al rischio, cioè vogliamo rischiare percentualmente molto poco, dobbiamo rivolgerci all’investimento obbligazionario, e se non siamo disposti a sopportare grandi variazioni di prezzo oppure sappiamo che in un periodo di tempo molto lontano avremo bisogno di quei soldi all’interno delle obbligazioni dovremo selezionare strumenti a basso rischio e a pronta liquidabilità. Se invece sappiamo di non aver bisogno di quei soldi per molto tempo e ci sentiamo pronti a sopportare variazioni di prezzo elevate possiamo rivolgerci

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al mercato azionario. Vi sono due approcci principalmente all’investimento in azioni a)Investitore di lungo periodo: il cosiddetto ‘cassettista’, che tiene le azioni per vari anni contando in una crescita dei prezzi e in dividendi interessanti distribuiti dalla società in cui investe b)Investitore di breve periodo: è lo ‘speculatore’ , il ‘trader’ che compra le azioni per brevi periodi, a volte anche pochi giorni, al fine di sfruttare salite veloci dei prezzi, per ottenere guadagni veloci E’ assolutamente necessario capire se siamo portati più al profilo di investitore a) o b), prima di entrare sul mercato, perchè le strategie

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da seguire sono profondamente diverse. Vedremo poi nel dettaglio i due approcci , intanto come spunti di riflessione per aiutare il lettore a inquadrare meglio se stesso, segnalo che l’investitore a) può realizzare anche guadagni enormi in vari anni(come raddoppiare o triplicare i soldi investiti), ma deve essere pronto anche a perdere anche tutto il capitale(se l’azienda fallisce), mentre l’investitore b) realizza guadagni più moderati,comunque superiori alle obbligazioni, ma protegge il proprio capitale usando uno stop-loss, cioè un livello di perdita massima che fissa prima di comprare le azioni. di Bruno Feroci Analista finanziario


Consumatori arliamo di Minibond, il tema è attuale. È tra le principali novità introdotte nell’ultimo biennio in tema di investimenti. Sono di interesse per le imprese italiane che ad oggi sono finanziate per il 90% dalle banche. I minibond consentono di diversificare l’esposizione finanziaria, emettendo titoli destinati ad altri investitori. I minibond sono semplici obbligazioni, titoli di credito emessi da una società, in cambio di un prestito. Sono un tentativo di reazione al credit crunch, ma lo strumento va “conosciuto” e le imprese “preparate” per tempo, altrimenti non si riuscirà a sfruttarne le potenzialità. Hanno un tasso di interesse sotto forma di cedola semestrale o annuale e relativa data di scadenza. La disciplina dei minibond si applica alle piccole e medie imprese (mini) definite dalla raccomandazione 2003/361/ce come imprese con meno di 250 dipendenti e fatturato

I MINIBOND

I MINIBOND CONSENTONO DI DIVERSIFICARE L’ESPOSIZIONE FINANZIARIA, EMETTENDO TITOLI DESTINATI AD ALTRI INVESTITORI. I MINIBOND SONO SEMPLICI OBBLIGAZIONI, TITOLI DI CREDITO EMESSI DA UNA SOCIETÀ, IN CAMBIO DI UN PRESTITO annuo inferiore a 50 milioni. senza ricorrere all’intermediazione bancaria o finanziaria. Anche i relativi prospetti informativi sono molto più snelli , basta infatti la certificazione degli ultimi due bilanci. Le società che possono emettere devono avere un fatturato annuo superiore a duemilioni di euro e che abbiano fatto certificare da una società di revisione l’ultimo bilancio approvato. Non occorre essere quotati. La sottoscrizione di queste obbligazioni è riservata a investitori istituzionali professionali e anche non qualificati. Per ora non è possibile la sottoscrizione da parte di privati. In teoria le imprese coinvolte sono

quasi 110 mila per un valore da 50 a 100 miliardi euro /annui. (più o meno la stessa cifra che ha interessato la stretta creditizia degli ultimi anni). Ad oggi hanno emesso mini bond realtà cooperative medio grandi, e realtà più piccole del settore costruzioni, aziende calzaturiere, società finanziarie di servizio e servizio luxury. Non è necessario appoggiarsi ad una banca per emetter mini bond , ma le stesse banche hanno fiutato l’affare e hanno svolto il ruolo da advisor per il collocamento. I costi per le società emettitrici sono bassi, volutamente, non sono infatti previste commissioni. Con meno di 40.000.00 euro è possibile farsi

assistere da un advisor, certificare i bilanci, e presentare domanda di ammissione alla Consob. Altri 20.000.00 per farsi attribuire un rating dalle società specializzate. Per i risparmiatori i costi sono gli stessi di una sottoscrizione analoga. Le cedole sono interessanti se paragonate alle cedole dei titoli di stato. Ad alti investimenti corrispondono naturalmente alti rischi. Nel caso dei minibond i rischi aumentano in quanto legati alla scarsa negoziabilità e alta volatilità dei titoli in portafoglio.

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di Laura Di Paolantonio

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I nostri amici Animali Amphilophus Citrinellus comunemente chiamato il ciclide di Re Mida è diffuso nei laghi e fiumi a lento corso del Nicaragua, per lo più lago Managua e lago Nicaragua. Come la maggior parte dei ciclidi di grossa taglia anche i citrinellus possiedono uno spiccato senso di territorialismo, tendenza a scavare buche sul fondo e sradicare piante per cui è consigliabile allestire un fondale ricco di grosse pietre, lastre e legni di grossa taglia. Questi ciclidi una volta formata la coppia rimangono affiatati fino alla morte. Come si è detto sono ciclidi di notevoli dimensioni, possono raggiungere i 35 cm. perciò è consigliabile una vasca minima di 120 cm. pesci molto belli dalla livrea d’orata tendente all’arancio, anche se in commercio si trovano con altre varietà cromatiche. Il dimorfismo sessuale è riconoscibile nel maschio dalle pinne molto appuntite e fronte molto pronunciata, femmina con pinne tondeggianti

“UARU” IL CICLIDE PANDA uesto ciclide può raggiungere i 24cm. di lunghezza ed in natura vive in acque tenere ed acide del Rio Orinoco ed Rio Atalapo, perciò i valori chimici per l’acquario sono, PH 5/6 nitrati 10/15 mg. Durezza sui 6°, valori che per mantenerli stabili anno bisogno di frequenti cambi, ( 1 ogni 5 giorni ) con acqua di osmosi. Viste le dimensioni di tali pesci è preferibile una vasca da 250/300 lt. anche perché essendo pesci abbastanza timidi sarebbe bene allevarli in gruppi di 5/6 esemplari. La dita di questi ciclidi è prevalentemente vegetariana perciò, alga spirulina, carote triturate, piselli verdi crudi o leggermente sbollentati e foglioline di prezzemolo crudo. È sorprendente vedere come questi pesci siano attratti dal colore verde, eccitandosi e mostrandosi subito affamati, naturalmente la dieta deve essere integrata con la somministrazione di un buon mangime granulare per discus arricchito con Sera Fishtamin. Per quando concerne la riproduzione è consigliabile che avvenga spontaneamente visto che è ancora un’impresa abbastanza difficoltosa da forzare.

Il ciclide di Re Mida

fronte meno pronunciata e dimensioni ridotte. Per la riproduzione i citrinellus preferiscono deporre le uova adesive su parti dure lisce e compatte come ad esempio lastre di ardesia, ciottoli di fiume tronchi e vasi di terracotta, in casi eccezionali possono deporre anche in buche scavate sul fondale. Qualunque sia il substrato di deposizione, verrà ripulito attentamente dalla coppia che nel giro di qualche giorno effettuerà la deposizione, uova che saranno ventilate dai riproduttori e che elimineranno eventuali uova rovinate o non

feconde (sbiancate) in modo che non contamino le uova buone. ( una femmina adulta arriva a deporre fino a 2500 uova per volta). Ad una temperatura di 26°c le uova si schiudono nell’arco di 3-4 giorni, e gli avannotti che per altri 5 giorni riassorbiranno il sacco vitellino, dopo tale periodo potranno cominciare a nutrirsi circa 4 volte al giorno con naupli di artemia salina viva da integrare dopo 10 giorni con mangime in polvere, chironomus,misis ed artemia liofilizzata. Gli avannotti diventeranno autonomi in circa 2-3 settimane.

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Curiosità

Numerologia

I ‘numeri maestri’ 11 e 22

a descrizione dei Percorsi di Vita numerologici , che rappresentano un ritratto di ciascuno di noi, in termini morali , caratteriali ed etici in base alla nostra data di nascita, ci ha portato a conoscere quelli da 1 a 9. Mancano però all’appello due particolari Percorsi, quelli dei cosiddetti ‘numeri maestri’ 11 e 22 così chiamati, perchè, secondo l’antica scienza numerologica posseggono così tanta energia psichica da condizionare come un ‘maestro’ di vita, l’esistenza di chi li possiede. Ricordo che il Percorso di Vita si calcola riducendo a una sola cifra giorno, mese e anno di nascita, ad esempio 12/04/1977 diventa 12=1+2=3 , 04=4, 1977=1+9+7+7=24=2+4=6, e poi si sommano i tre addendi ottenuti, in questo caso 3+4+6 = 13=1+3=4. La persona in questione

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è un 4. Se però la somma dei tre addendi porta a un numero pari a 11 o 22, questo non va ridotto ulteriormente e ci si trova in presenza di numeri maestri. Ad esempio 17/07/1969,m diventa 1+7=8, 07=0+7=7, 1969=1+9+6+9=25=2+5=7, e sommando 8+7+7 otteniamo 22. Questa persona è un 22 e non un 4. La stessa differenziazione si deve fare tra le persone 11 e 2, quando la somma dei 2 addendi fa 20, siamo in presenza di un 2, quando fa 11 o anche 29(da cui 2+9=11) ci si ferma all’11. Il Percorso 11: chi nasce in questo Percorso ha la capacità di essere una guida spirituale o politica per gli altri. La capacità mentale di queste persone è talmente alta che essi emanano un certo carisma, e si differenziano dalla massa. Vi è così tanta energia che scorre nella psiche degli 11, che spesso da piccoli essi possono apparire timi-

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di o schivi o comunque incompresi dagli altri. In realtà con il passare degli anni e specialmente dai 20-25 anni in poi la persona inizia a sfruttare la forza dell’11 e riesce spesso a raggiungere risultati e realizzare progetti che altri non sono in grado di compiere. Una caratteristica molto forte dell’11 è il fatto di comunicare una sua opinione a un’altra persona senza preoccuparsi di ferire o meno la sua sensibilità, si registra quindi la presenza di una dose di ‘insensibilità’ che a volte può far soffrire il prossimo, anche se va detto che questa capacità di essere ‘diretto’ dell’11 può servire per scuotere le coscienze altrui e far riflettere meglio. A volte l’11 chiede troppo a se stesso, perchè si sente superiore agli altri, e se non riesce a fare ciò che vuole rischia di sviluppare depressione. In ogni caso l’energia 11 porta queste persone spesso ad eccellere nell’arte o anche nello sport. Si pensi che coloro che vengono considerati i migliori atleti della storia dei principali sport sono tutti 11, ad esempio Pelè e Maradona nel calcio, Michael Jordan nel basket, Michael Schumacher nella Formula 1, e non è un caso,poichè quando l’11 sfrutta al meglio la propria energia riesce a fare cose impensabili per gli altri. Per le relazioni l’11 si trova splendidamente con i Percorsi di Vita 5,8 e 9. Discreto rapporto con i 6. Non buono con i 7, e solo temporaneamente positivo con i 3. Neutri i rapporti con gli altri. Il Percorso 22: questo è il più difficile percorso di vita da sviluppare. Secondo la numerologia antica e in base a ciò che insegnava Pitagora, i 22 sono persone che hanno vissuto un numero notevole di vite precedenti, e sono sulla Terra nella incarnazione 22 per superare prove complicate al fine di evolvere definitivamente la propria anima. I 22 sono persone molto corrette generalmente e hanno una certa praticità, il che fa di loro anche compagni ideali in campo sentimentale. La capacità mentale è addirittura superiore a quella degli 11, ma esistono poche persone in grado di gestirla adeguatamente, e inoltre molto spesso i 22 si trovano a vivere esistenze difficili con disgrazie familiari o problemi di vario tipo(‘prove’ da superare per la loro anima)e questo non permette loro di realizzare gli stessi risultati terreni degli 11. Tuttavia quando ci riescono compiono opere d’arte che restano nella storia: nella musica è il caso di Paul Mc Cartney, geniale leader dei Beatles. Per le relazioni il 22 fa ottima coppia con gli 1, gli 8 e i 9, oltre che con gli 11. Si registrano anche buoni matrimoni con i 3. Non positivo il rapporto con i 5, alti e bassi con i 6, e neutri gli altri rapporti.

di Bruno Feroci


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