I Padroni del Fumo

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12.11.2010

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le – ad esempio un monastero o un nobile – e sebbene fosse affidata a un fornaciaio locatario, una parte della produzione era destinata all’approvvigionamento del padrone, come stabilito da contratto. A titolo di pensione il suddetto Giacomo Righetti pagherà come promette al Presente Cavaliere Locatore accettante […] ogni anno in effettivo numerario metallico sonante al corso monetario di questa Piazza la somma di lire nuove di Parma quattrocento, […] e d’anno in anno sino a che durerà il presente affitto, il quale è stato altresì stipulato sotto le clausole, e condizioni seguenti. Primo: Oltre la detta pensione come sopra fissata dovrà il detto Giacomo Righetti come promette, e s’obbliga dare, e pagare per una sol volta tanto al prefato Conte locatore e a titolo d’aumento di tale pensione lire nuove di Parma cento quaranta centesimi trenta quattro e queste quanto sia a lire nuove settanta, e centesimi diciassette nel giorno undici Novembre di questo stesso anno, e per le altre lire nuove di Parma settanta, e centesimi diciassette somministrerà al medesimo Conte tanti materiali, e calce ad ogni richiesta, ed a scelta del Conte stesso quanti corrisponderanno a prezzo giusto, ed onesto a detta somma273.

Dino Marcoli (al centro) a Calcinato.

Altrimenti, i fornaciai imprenditori contrattavano con il resto della clientela – presumibilmente quella fetta composta da semplici privati cittadini, clienti più o meno occasionali – nei giorni di mercato, come rammentavano le occupazioni settimanali dell’industriale Candido Marcoli a Calcinato (BS) e di cui si è detto precedentemente, e come ora conferma il ricordo di Orazio Annessi. Mio padre andava: lunedì mattina al mercato di Rovato, lunedì pomeriggio mercato di Bergamo, martedì mercato di Iseo, mercoledì mercato di Brescia, giovedì mercato di Chieri, venerdì mercato di Iseo e sabato mercato di Brescia. E andavano sempre. E lì incontravano i clienti! A Brescia, mi ricordo benissimo, era un bar di fianco alla posta! A Bergamo era un bar sul sentiero. A Iseo era il bar Centrale. Erano questi i luoghi dove la gente si trovava. Io mi ricordo che gli ordini arrivavano anche con le cartoline postali!274

A questa affermazione fa eco quella di Giuseppina Biasca – anch’essa come l’Annessi diretta testimone dell’attività laterizia di Corte Franca (BS) –, la quale aggiungeva poi che «vendeva chi era più bravo, anche se ognuno aveva i suoi clienti fissi e non mi sembra che ce li rubassimo. Il prezzo era uguale per tutti ufficialmente, ma si facevano sconti in relazione alla qualità del materiale che si aveva in quel momento»275. Parrebbe dunque che tra fornaci vicine la concorrenza fosse disciplinata, da accordi taciti o messi per iscritto, come emerge in uno dei prossimi documenti relativo al laterizio in Lomellina276. Agli emigranti va dunque il merito di esser riusciti a guadagnarsi la fiducia da parte di una clientela fedele e per lo più indigena. Infatti, pesanti e poco maneggevoli, i laterizi di fattura malcantonese prodotti all’estero erano destinati esclusivamente al mercato locale. Il raggio d’azione della fornace Marcoli di Medolago, per esempio, era circoscritto ad alcune località limitrofe della provincia di Bergamo quali Bergamo stessa, Bonate, Bottanuco, Calusco d’Adda, Chignolo d’Isola, Medolago, Solza, Suisio, Terno d’Isola e Villa d’Adda277. Richiesti e apprezzati nelle regioni d’approdo, non deve quindi meravigliare l’assenza di notizie circa un eventuale smercio di laterizi verso il Malcantone. Nonostante le fonti suggeriscano una clientela fedele, è comunque difficile stabilire con che frequenza gli acquirenti facevano capo alle fornaci malcantonesi, così come mancano dati significativi sul genere di prodotti richiesti e sui relativi prezzi di vendita. Certo è che le esigenze del capomastro Antonio Cavandini che, come altri ad-

MusMalc, Fondo Pelloni. Piacenza, 14.8.1835 – Affitto di fornace. Si veda a questo proposito anche il capitolo Dall’affitto alla proprietà di fornaci. 274 Gruppo Culturale di Corte Franca (a cura di), Fornaci a Corte Franca tra storia e memoria, cit., pp. 79-80: Testimonianza di Orazio Annessi. Da notare che la famiglia Annessi era imparentata con quella dei Biasca. Per quel che riguarda Candido Marcoli si veda il capitolo Il fornaciaio malcantonese tra produzione e direzione: gli imprenditori. 275 Gruppo Culturale di Corte Franca (a cura di), Fornaci a Corte Franca tra storia e memoria, cit., p. 80. 276 Si veda più avanti il documento contenuto nell’Archivio famiglia Mina: Mortara, 16.2.1891 – Convenzione tra produttori di laterizi della Lomellina. 277 Archivio famiglia Marcoli-Medolago. Libro maestro (1900 in poi). 273

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