I Padroni del Fumo

Page 43

013-092 2_PEDRAZZI

12.11.2010

14:41

Pagina 41

Tra gli intraprendenti emigranti della prima metà del XIX secolo figura per esempio tale Domenico Vannotti di Bedigliora, un tempo proprietario di un negozio di fornace con fondo annesso in Remonte territorio di Lù (AL); egli disponeva inoltre di una «casa per uso dei lavoranti alla fornace stessa con tutti li utensili del negozio e scorte materiali»151. Tutti quanti questi beni furono ereditati dal figlio Pietro, che negli anni a seguire portò avanti gli affari avviati dal padre nel Monferrato. Da notare che è proprio sul conto dei malcantonesi con un’attività indipendente che si sono conservate le raccolte di documenti più corpose e le testimonianze più dettagliate (corrispondenza, atti notarili, contabilità), ossia grazie al carattere meno transitorio che ha assunto la loro emigrazione. E tra gli imprenditori meglio conosciuti proprio grazie a un’ampia documentazione, vi è sicuramente l’industriale Candido Marcoli. L’attenta descrizione della sua settimana lavorativa, unica testimonianza nel suo genere, vale perciò da modello per tutti gli altri fornaciai meno noti ma non per questo meno laboriosi. I giorni lavorativi erano sette su sette, suddivisi tra questioni burocratiche a tavolino (registrazione dell’attività settimanale, conclusione dei conti col personale che lavorava a cottimo), contatti diretti con i clienti nei mercati della regione (incassi e nuove commissioni) e disposizione del lavoro in fornace (produzione così come consegna della merce). Alla domenica, dopo la prima messa, ritiratosi a casa nello studio finiva di completare e controllare le registrazioni fatte in settimana, riceveva alcuni artigiani locali (falegname, fabbro, calzolaio detto “sarpoli”), alcuni clienti del paese coi quali regolava i conti o concordava i lavori della settimana successiva. […] Il lunedì era il giorno di maggior lavoro poiché bisognava predisporre, specie alla fornace, ogni particolare per le operazioni di cottura del materiale, preparazione dello stesso per la consegna nei vari cantieri sparsi in un raggio non superiore ai 15-20 km poiché la consegna veniva fatta con carri a cavallo […] […] il martedì, giorno di mercato a Desenzano, dopo essere passato in fornace ed avere dato tutte le disposizioni, vi si recava, sempre in calesse, per incontrare gran parte dei capimastri e rivenditori suoi clienti che vi si riunivano per ragioni di affari, ricevendo nuove commesse e riscuotendo quanto da essi dovuto. Il pomeriggio, un po’ più inoltrato, poiché il ritorno alcune volte veniva ritardato, ripeteva il giro giornaliero alle aziende. Il mercoledì, giorno di mercato a Brescia, ripeteva la stessa operazione del giorno prima per incontrarvi i suoi clienti del lato nord da Calcinato a Rezzato e per le stesse operazioni. Il giovedì era invece giorno di mercato a Lonato e qui si intratteneva poco in quanto gli stessi clienti li aveva incontrati il martedì sul mercato di Desenzano. Dedicava dunque maggior tempo alle operazioni della fornace ed alla visita nei campi. Il venerdì era invece una giornata abbastanza intensa in quanto, a tutte le incombenze di cui ho già accennato, doveva aggiungere una visita al mercato di Montichiari, mercato però strettamente legato alla campagna in quanto vi si trattava la vendita ed acquisto del bestiame, di altri prodotti agricoli ecc. […] in questo però era aiutato dal figlio Giovanni che aveva sistemato autonomamente in una azienda che fu già della prima moglie. Il sabato era dedicato ai conti di liquidazione del personale dipendente, che lavorava quasi tutto a cottimo e misura, contando e registrando la produzione della settimana e liquidando acconti in base a tale produzione152.

Visto e considerato il loro successo in ambito professionale, sorge infine la domanda sul ruolo avuto dai fornaciai imprenditori all’interno dell’industria laterizia locale, comunque già attiva prima dell’avvento di questi ultimi. Se si osserva il Nord Italia, area per cui si è potuto pure disporre di studi di storia regionale, è indubbio che alcuni dei malcantonesi emigrati in Piemonte, Lombardia, Veneto e

151 ASTi, Fondo notarile, notaio Giovanni Maria Galeazzi, Sc. 1973, nr. 919, 5.1.1857. 152 Marcoli, Ricordi di una vita, cit., pp. 34-36.

41


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.