I Padroni del Fumo

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12.11.2010

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Genere

Età

Numero

%

Femmine

< 15 16-20 21-30 31-40 41-50 > 50

0 3 3 3 1 2 12

0,00 25,00 25,00 25,00 8,33 16,67 100,00

< 15 16-20 21-30 31-40 41-50 > 50

13 25 21 9 4 11 83

15,66 30,12 25,30 10,84 4,82 13,25 100,00

Totale femmine Maschi

Totale maschi

Tabella n. 4 – Composizione della forza lavoro della fornace di Sale delle Langhe per genere e classi d’età nel 1913.

In quell’anno la manodopera era costituita da 100 unità lavorative regolarmente inscritte nel Libro matricola tenuto dall’azienda per motivi assicurativi in base alla Legge (testo unico) 31 gennaio 1904 n. 51 «per gli infortuni degli operai sul lavoro». Di questi 88 erano maschi e 12 femmine. Di 83 lavoratori maschi e di tutte le donne si conosce la data di nascita. Per i primi, la classe di età che si presenta con maggior frequenza è quella dai 16 ai 20 anni (30,12%), seguita da quella compresa fra i 21 ed i 30 (25,30%) e dei minori di 16 anni (15,66%); venivano quindi nell’ordine, quella dei lavoratori di età superiore ai 50 (13,25%), quella fra 31 e 40 (10,84%) ed infine fra i 41 ed i 50 (4,82%). Da un’accurata analisi dei dati relativi ai minori di 16 anni emerge che la loro età variava dai 12 ai 15 anni. Per quanto riguarda invece la manodopera femminile, essa risulta equamente distribuita fra i 16 ed i 20 anni, i 21 ed i 30 e tra i 31 ed i 40, con un 25% di presenza in ciascuna classe, seguita da lavoratrici di età superiore ai 50 anni (16,67%), quindi da quelle fra i 41 ed i 50 (8,33%) con una assenza totale di unità lavorative al di sotto dei 15 anni, come previsto dalla legislazione vigente. Stagionalmente, le famiglie dei lavoratori si spostavano al completo, comprese le donne e i ragazzi, da luoghi di residenza anche assai lontani per convergere su Sale, dove si stabilivano per tutta la durata della stagione lavorativa, che come sappiamo andava dalla tarda primavera alla fine dell’autunno. In particolare dai registri si rileva la significativa migrazione di intere famiglie da S. Romano e La Rotta, due piccoli paesi toscani, il primo in provincia di Lucca ed il secondo una piccola frazione del comune di Pontedera, in provincia di Pisa che peraltro, come abbiamo già visto, aveva fornito piccoli contingenti di operai alla fornace di Millesimo. Siamo quindi in presenza di un gruppo abbastanza consistente (31%) di migrazione dalla Toscana di nuclei a base famigliare che si muoveva seguendo una ‘catena migratoria’ avviatasi almeno un quindicennio prima. Essi erano formati da un capo-mattonaio, che era l’operaio maggiormente specializzato del gruppo, spesso il padre o il figlio 194


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