I Padroni del Fumo

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12.11.2010

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Nota introduttiva

Si propongono qui tre testimonianze, ascoltabili sul CD audio accluso al volume, ricavate da interviste ad anziani fornaciai del medio Malcantone. Le prime due furono registrate fra il 1979 e il 1980 per l’Archivio fonografico dell’Università di Zurigo1, che ne ha concesso la riproduzione, e la terza nel 1982 per l’Archivio delle fonti orali istituito presso l’Ufficio dei musei etnografici, confluito dal 2002 nel Centro di dialettologia e di etnografia. Per lo svolgimento delle registrazioni mi ero avvalso della collaborazione di intermediari locali, la maestra Emilia Andina di Curio per la prima e Mario Alberti di Bedigliora per le altre due, che, conoscendo da lungo tempo le persone da interpellare, erano riusciti a sollecitarne con efficacia la memoria. Non pochi aspetti accomunano fra di loro le tre testimonianze. Gli intervistati, tutti nati prima del 1900, parlano di esperienze migratorie stagionali affrontate da giovanissimi, fra i dieci e i tredici anni d’età, situabili cronologicamente fra l’ultimo scorcio dell’Ottocento e gli anni Dieci del Novecento. Le notizie, di taglio autobiografico e di prima mano, spaziano dalle tecniche di preparazione dei laterizi, viste però dall’ottica del garzone che li prendeva in consegna da un artigiano esperto e li trasportava sull’aia, all’uso dei forni per la cottura, al vitto improntato a una rigorosa parsimonia, agli scarsi guadagni. Se si considera che lo scarto temporale fra il momento in cui furono realizzate le interviste e il periodo a cui si riferiscono i fatti narrati è di circa ottant’anni per i primi due casi e di poco meno di settanta per il terzo, non possiamo che rimanere sorpresi di fronte alla ricchezza di particolari tuttora presenti alla mente dei testimoni ed espressi con tanta incisività e precisione da consentirci di immaginare, dietro le parole, i gesti dell’uomo. Quanto alle localizzazioni e ai proprietari delle fornaci menzionate, i dati a nostra disposizione sono invece purtroppo in parte lacunosi. Dopo la parentesi migratoria, Giuseppe Lorenzetti (1889-1980) di Curio diventerà casaro della latteria sociale del suo comune. A soli dieci anni parte per una fornace della Brianza, probabilmente nella zona del Pian Tivano, un altopiano a 1000 m di quota nel comune di Sormano (Provincia di Como). Oltre al proprietario, Tomaso Filippini di Pura, ha per compagno di lavoro il compaesano Giuseppe Selmoni (1839-1916), soprannominato Mipèpp. Passa poi alla mansione di addetto alla sorveglianza del fuoco in una fornace in Francia, appartenuta a Battista Andina (1838-1921) di Curio, detto Bacicino. A undici anni, Giuseppe Ferretti (1887-1981) di Banco di Bedigliora si trova già col padre e un garzone bergamasco a Ste-Croix nei pressi di Lione, località difficilmente identificabile poiché parecchi comuni francesi portano questo nome. L’alta Savoia è la prima meta migratoria di Ildo Valenti (1899-1983) di Banco di

1 Il brano 2. fu pubblicato, con note di commento, in Dialetti svizzeri. Dischi e testi dialettali. III Dialetti della Svizzera italiana: 6 Malcantone, a cura di Mario Vicari, Zurigo-Lugano, Archivio fonografico dell’Università di Zurigo, 1983, pp. 66-73 (con disco LP).

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