BACO 40

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BACO MAGAZZINO DI IMMAGINI. SKATE. SNOW. SURF. BMX. FMX. LIFESTYLE. MUSICA. ARTE. - WWW.BACO.IT - TRIMESTRALE - NUMERO 40









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Nella vita ci sono tappe e ci sono traguardi... in tutto quasi funziona così... io nel mio piccolo ho tenuto duro su qualsiasi fronte, ho tremato di paura, all’idea di deludere chi ha sempre creduto in me e questo è stato il motore dei miei passi scanditi dall’amore del sapere e dalla voglia di conoscere sempre il nuovo... ed anche su questo settembre si posa il ricordo e la somma, di ciò che è stato... dopo l’estate, dopo i viaggi, il mare e più tempo per pensare, ci si guarda indietro e si fanno i conti con ciò che verrà e che

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coincida o meno con ciò che si vuole, alla fine non importa, perchè con gli anni ho imparato che l’importante è andare avanti perchè i fantasmi hanno legittima vita oltre la vita, ma per i demoni, che non ci sia spazio nel vostro cammino... let’s get lost!

A.F.



skate pag 18

skate pag 38

skate pag 30

snow pag 52

surf pag 66

surf pag 74

EDITOR IN CHIEF paolo testa - poldo@baco.it

PUBLISHER Presso s.r.l. Edizioni - www.presso.it

EDITOR/CREATIVE DIRECTOR luca pistono - luca.pistono@baco.it

SALES MANAGER - UFFICIO COMMERCIALE paolo testa poldo@baco.it Tel. e Fax +39 011 813 68 50 mob. +39 3386864081 PRINTED IN ITALY grafiche ambert s.r.l. -10038 - verolengo - to www.graficheambert.com FREE DISTRIBUTION www.baco.it/distribuzione.html INFO www.baco.it

PHOTO EDITOR & COPY EDITOR andrea fazzolari - andrea.fazzolari@baco.it FOREIGN COORDINATOR erika guareschi - erika.guareschi@baco.it PHOTOGRAPHER mirai pulvirenti. roberto bragotto. ale simonetti. luca carta. giacomo zanni. ale volpin. marcello goggio. kreator. andrea borgarello. olaf. mike pireddu. giorgio perottino. COLLABORATORS george boutall. gaella gotwald.

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photo galery pag 82

Testi, illustrazioni e fotografie non vengono restituiti, se non espressamente richiesti. Gli autori sono i soli responsabili delle opinioni espresse. La riproduzione anche parziale di testi fotografie disegni è vietata con qualsiasi mezzo e forma.



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UNTHO.NET

Untho Avantgarde Ricky ‘Sad’ Redina / Photographed by Federico Bellini


Carhartt nasce nel 1889 è ancora posseduta dai discendenti del fondatore Hamilton Carhartt. Venne fondata per produrre abbigliamento da lavoro per gli operai delle ferrovie. Vestiti robusti e durevoli giacche, cappotti, camici, tute, maglie e jeans, insomma uno stile di vita, a way of life appunto, uno stile di fatica e dedizione, ingredienti fondamentali per realizzare le foto che andrete tra poco a vedere e sfogliare nelle pagine seguenti! Abbigliamento nato e studiato per resistere! Mai come in questo momento ne abbiamo cosÏ bisogno! POLDO

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pagina precedente: PONTUS ALV fs wallride bertrand trichet sotto: GABRIEL ENGELKE no-comply pole jam abasile sotto a sinistra: PONTUS ALV fs 5.0 nils svensson

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sotto: PONTUS ALV fs air bertrand trichet destra: GABRIEL ENGEKLE ollie abasile sotto a destra: LOUISA kickflip

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pagina precedente: HUGO LIARD fs smith sotto: PONTUS ALV fs smith bertrand trichet sotto a sinistra: SCOTT BOURNE invert bertrand trichet

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sinistra: HUGO LIARD hippie jump abasile sotto: PONTUS ALV feeble grind nils svensson

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Riliquamconum el eugait am quatue conseni ssequis autet volore ea con hent prat accumsan hent at nostrud tat nos eugait eugiam, sequat, vel iusto dolestrud tionsed tem dolesti onsecte consed del del in veliquis nullam velit lutem veliquis augiam, con ese velent nonsecte essim verosto odipit ipit aut non veliqui eros dolorem iure vent in veraestrud eu facilit prat. Sandreet atum etum num zzriusto conse dio commodionse mincin vel el incil utatue tat, velit lorer in velis nim vulla conse consequ amcommy nim inisisim doloreUllam, vel euissi. Senit lorpero odit iure minisi. Ore mincincipis nostisisisi bla commy nos nullut at la consequat. Duipiscin ullam, ver aliquat. Os ercipis augiam accum nullandipis elendit lore essisi. Ipit at, sequisit num zzriure rostin eum dolore feugue ming euis nibh erci bla ad dit accum dolore magniscipsum euipit, conulla ndrerci te elit alis nos niatetu erostrud et accum diat prat wisi. Isim iriurero diam vulputetue mincipit nos

Qual’è il colore dello skateboarding? Se automaticamente associamo agli altri boardsport alcune variazioni cromatiche, grazie agli elementi dominanti che ne costituiscono l’anima, per il nipote più bastardo qual’è lo skateboarding, è difficile dare una risposta. Sicuramente la maggior parte degli street spot purtroppo è dominata dal grigio, per cui la risposta piu ovvia è quella che lo associa al colore delle città, ma se poi riflettiamo sul colore delle centinaia di strutture che sorgono ogni anno, penso alle venature del legno ed ai mille colori che ormai ricoprono gran parte delle bowl europee, la storia si complica e la mancanza di un elemento portante linfa di questo sport o stile di vita come a molti piace definirlo, non aiuta a fornire una risposta certa.

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orse nella mente del fotografo Bertand Trichet, i cui trucks da piÚ di 16anni scheggiano i copings di mezza Europa, a questa domanda occorreva dare una risposta. Ma questa è solamente una mia supposizione, nella mente di questo artista parigino da alcuni anni trapiantato nella mecca dello skateboard Barcellona, il White Project forse aveva una finalità differente ed il suo scopo era quello di dare una risposta a domande che non conosceremo mai. Il progetto prende vita qualche anno fa quando assieme allo skater/regista David Coulieau caricarono su un furgone oltre alla inseparabile Hasselbad, pennelli e vernice come se avessero dovuto imbiancare un palazzo, un background fotografico di 3metri x 3, e iniziariono un viaggio lungo un anno attraverso alcune delle maggiori capitali europee accompagnati in ogni tappa dagli skaters del Team Carhartt Europe.

pagina precedente: PONTUS ALV fs nosegrab destra: JULIAN DYKMANS fs nose bluntslide

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Sinistra: DANIEL HAKANSON fs blunt sotto: JULIAN FURONÉS blunt to fakie

risultato è costituito da una ventina di spot divenuti improvvisamente bianchi in giro per il mondo, tante macchie di vernice disseminate tra vestiti ed attrezzature, ed un migliaio di scatti increbibili raccolti in uno speciale calendario allegato a Kingpin un paio di inverni fa. GIACOMO ZANNI

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Sinistra: DAVID COULIAU ollie sopra: GEOFFREY VANHOVE kickflip sotto: TOM DERICHS bs 5.0.

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Cosa ci fanno un cagliaritano, un catanese, un romano, un genovese, un fiorentino ed un biellese su un camper, sicuramente non i protagonisti di una barzelletta ma un tour Vans. I protagonisti di questa storia sono gli ormai ben noti Gianmarco Pala, Mauro Caruso, Massimiliano Baratono e Carlo Cassan con l’aggiunta di Amerigo “OC” Lentini, il fiorentino, in veste di filmer ed il sottoscritto. Come si puo immaginare, organizzare 6 skaters in arrivo da ogni parte d’Italia non è delle più semplici, ma lanciata l’idea del resto s’è occupato tutto il buon vecchio Fede Romanello. Meeting-point in Milano Centrale, l’ora non è deliberatamente specificata perchè ognuno sarebbe arrivato con mezzi diversi e in luoghi diversi. Arrivato in stazione alle 11 trovo Mauro, ma nel frattempo mi arriva la telefonata del Pala, gli hanno smarrito la tavola, meno uno, e sta arrivando anche lui, cominciamo bene. Ma non c’è fretta, l’aereo è in ritardo, e dobbiamo ancora andare a prendere il camper e fare la spesa. Siamo già in viaggio da più di dodici ore e ho percorso si e no 200 km, ma finalmente arriviamo al confine, Gianmarco ha solo la patente come documento e si sà gli svizzeri, ma con un gioco di prestigio di sei che eravamo gli presentiamo solo 5 documenti e riusciamo a sconfinare.

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la raggiungiamo verso mezzogiorno del giorno dopo e fuori dal nostro camper si apre una distesa di bionde, eravamo nella zona universitaria, e dopo un paio di indicazioni arriviamo alla bowl all’interno del campus... Pranzo al sacco e via a sgranchirci le ossa nel bel parchetto streettoso. Ancora un paio di trick nella bowl e nella pool a fagiolo, e poi via nel pomeriggio negli spot del centro. Un paio di muretti leggermente a bank, un passamano da 7 con tanto di macchina parcheggiate davanti, grrrr! Arriviamo ad un passamano da 15\16 gradini, ma la saggezza, ha suggerito che prendere una super-ghigna il primo giorno di tour non sarebbe stata una cosa furba.

MAURO CARUSO fs bluntslide

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GIANMARCO PALA half-cab 5.0 bs out


tappa successiva, ecco la famosa piazza con le panchine in legno purtroppo occupata da una fiera con tanto di cammelli. Nel pomeriggio grazie alle indicazioni di un longboarder ci dirigiamo verso uno skatepark sotto un ponte, la voglia di skateare si fa sentire. Il prossimo spot è il tetto di un teatro fatto a piramidi, nel quale è in pieno svolgimento uno spettacolo, a quanto pare Carlo non risulta particolarmente leggiadro, e il rumore disturba, aspettiamo che il teatro si svuoti, trick chiuso e andiamo via soddisfatti.

MAURO CARUSO bs smith

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CARLO CASSAN lien to tail


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MAURO CARUSO bs tailslide to nose manual


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MASSIMILIANO BAROTTO switch fs bigspin


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GIANMARCO PALA bs flip


CARLO CASSAN wally

ORIZ

ci accoglie con la pioggia. Durante la ricerca della Black Cross Bowl, intravediamo un bank coperto, piove di traverso e c’è molto vento, riusciamo comunque a metter insieme qualcosa. La pioggia va a diminuire e decidiamo di dare almeno un occhio alla famosa micro bowl costruita da Pontus Alv. Molti spot, molti trick e molte emozioni, non ultima la perquisa alla frontiera con tanto di cani, a rieccoci nella nostra amata Italia.

MAX LEONI

MAX LEONI FEAT. MAURO CARUSO

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È passato qualche anno da quando ho cono-

di riferimento, il Kappa, che sostanzialmente

sciuto Franco, ora che lo rivedo, è cresciuto

è una serie di capannoni abbondonati ex Car-

sia in altezza che nel carattere.

itas, disposti su di un’area di 5000mq.

Originario dell’Argentina, nato a Cordoba

Il posto in questione negli anni è stato fre-

ventun anni fa, diviene italiano d’adozione, da

quentato dai molti local che si sono sempre

quando si è trasferito con la famiglia in Italia,

impegnati a pulirlo e a costruire strutture

precisamente a Belluno.

nuove, attualmente il posto è un po’ in deca-

Sicuramente il temperamento latino, che lo

denza, ma con la giusta angolazione sui lip

contraddistingue per la sua rilassatezza.

dei vari curb disposti presso l’area, si può go-

Per un latino americano andare a vivere nel

dere di svariate session.

nordest italiano, in special a modo a Belluno,

Franco oltre a praticare skateboarding, ha fre-

non deve essere cosa facile.

quentato la scuola di pedagogia, ottenendo

Belluno recentemente è stata premiata come

recentemente il diploma di Maestro d’asilo.

prima città italiana per qualità di vita e soprat-

Il resto del tempo lo passa sulla tavola a ro-

tutto per il rapporto tra spazio verde pubblico

telle, qualche volta si svaga andando a gio-

e abitanti, sicuramente questo è un bene, ma

care a calcio con gli amici, o una sana pedala-

sappiamo che uno skater riesce a far molto

ta con la sua bici per tenere le gambe allenate,

poco sulle giostrine per bambini.

il tempo rimanente lo dedica all’ascolto della

Visto e considerato che la città non offre spot

musica, che per la maggiore è rock ‘n’ roll,

locali, Franco assieme ai local si e impegnato

anche se non disdegna il blues, mentre nei

attraverso il Comune di Belluno per la richi-

week-end notturni fiesta toda la noche con

esta di acquisto di una minirampa.

los amigos!

Nel frattempo continua a girare presso lo spot

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switch no-comply polejam


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flip to bs feeble


kickflip bs tailslide to fakie

Che faccia caldo o freddo, non conta, il primo suo scatto del 2005 a Belluno c’era la neve. Lui è sempre pronto per una foto session, umile, a volte si tira delle belle legnate, ma non si lamenta. Quando può va a qualche contest nel trivenento, e appena potrà tornerà di nuovo nella sua terra natale, l’Argentina, per visitare il resto dei parenti. Ultimamente gli ho visto chiudere dei trick che non avevo ancora visto, tipo switch big spin flip casper su di un bank, o ancora in minirampa rock ‘n’ roll casper flip, questo fa capire che Chris Haslam è uno dei suoi preferiti e lo ispira molto nel suo stile. Buena suerte hombre!

VOLPIN

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Se i muri potessero parlare! Se lo Snaocafé potesse parlare! Se il Sig. Nilson potesse parlare (beh! Lui a modo suo parla! So’ per certo che spiffera sempre tutto a Erika!) tremerebbero le più recondite convinzioni di tutti! Cosa salta in mente delle undici settimane al camp? Il tanto lavoro fin dal primo giorno, il montaggio biblico della rampa, “Pare che ad un certo punto siano apparsi una coppia di marmotte, una coppia di ricci, una coppia di cinghiali e che con nostro rammarico qualcuno gli abbia detto che non era l’Arca e che il 21 dicembre 2012 è ancora lontano (Il 21 dicembre 2012 è oggi associato all’idea che in tale data si verificherà un cataclisma, provate a scrivere la data su Google!) e che non avevamo avuto ancora alcuna disposizione dall’Alto in tal proposito! Ma se volevano bere qualcosa potevano entrare tranquillamente allo Snaocafé!”.

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sopra: MARTINO ORSO melon to fakie dennis piccolo destra: MARCO DONZELLI fs melon alberto grigis

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sinistra: MATTEO FERRARIS fs tailslide 270째 out lenn verjans

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pagina precedente: GERRIT VERWEIJ bs 720째 mute lenn verjans sopra: FILIBERTO PILLER bs mute bertrand trichet destra: JHONNY MORANDI bs mute alberto grigis

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Ma torniamo a noi! Saltano in mente le decine di ragazzini, un sacco di ragazzine carine, le interminabili giornate di sole e ancora sole, le prime settimane in pipe con lo Swiss Team nostri ospiti tanto graditi, i pomeriggi della week Volcom passati a giocare a Magic con FIlippo e le Louisiane con Giacomo e Dima, la battaglia è ancora aperta! Manca ancora la 18 del Golf Club di Lione a +1! Come una vera Family che si rispetti, le gioie e dolori si sono inseguiti per tutta l’estate, l’ultimo giorno al momento dei saluti sono scese parecchie lacrime sui visi stanchi, provati da una stagione davvero intensa! È successo anche a Giuliano “il Capitano” pazzesco! Adesso siamo tutti nelle nostre case con i nostri affetti e i nostri ricordi di una estate passata assieme! Beh mi sono lanciato sul romanticismo, ma Alberto è qua a Torino, Johnny è a Berlino, Eleonora e Giuliano a Londra però! Si c’è un però! Dal 17 settembre al 19 ottobre tutti a Hossegor, la Family si riunisce questa volta davanti all’oceano e davanti alle orate alla griglia, e chissà che bevendo una San Miguel gelata Johnny non ci racconti le sue avventure e Sara (cuoca preferita di Eleonora) non ci sveli i segreti dei suoi ingredienti. Grazie davvero di cuore a tutti siamo sempre più uniti e più umani! Questo è il nostro pregio e il nostro limite, ma si sa, succede nelle migliori Famiglie! Dimenticavo! Giacomo allenati per i campi Baschi non vorrei mai che... POLDO

sinistra: JHONNY MORANDI fs boardslide pretzel out lenn verjans

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Volcom e Facciosnao hanno offerto una piccola “Si fa per dire!” Opportunità per l’estate 2009. Il requisito principale era essere uno snowboarder alle prime armi, mentre tutti nevosi già preparavano la valigia con costume e ciabatte infradito per le vacanze al mare un botto di ragazzi si “Scervellavano” per partecipare al concorso “Rock Your Riding Whit Volcom Rider Filippo Kratter”. Partecipare era molto semplice, una semplice domanda che lasciava spazio all’inventiva, si doveva dire attraverso un testo, un disegno, una foto o quello che ognuno voleva su “Cosa lo snowboard rappresenta per te”; infine inviare il tutto e il gioco era fatto! Quattro fortunati si vestiti di tutto punto con i completi e l’abbigliamento fornito da Volcom e sono saliti per una intera settima con Filippo Kratter e Alberto Farronato sulle nevi di 2 Alpes, i pomeriggi tutti rapiti da Magic il gioco preferito da Filippo. Un grazie particolare a Andrea Caccia (futuro golfista) e Chiara, che dite lo rifacciamo l’anno prossimo?

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POLDO


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Lontana scappa sempre la mente e non s’accontenta e non s’acquieta. Divora chilometri di strade senza segnaletica per potersi almeno avvicinare un po’ di più all’idea libera di poter continuare per sempre un viaggio. Una strada non è mai solo una via, è la linea che ci separa dalla libertà, dalla natura, si potrebbe non più rivolgere lo sguardo e continuare un cammino, e dove l’asfalto finisce inizia il mare e il cielo e la volontà farà il resto.

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Sono convinto che basti la voglia di cambiare per farlo, ma a volte si inceppano gli dèi e le stelle coperte non segnano più la via, allora la necessità vera è quella di trovare un pezzo di cielo spazzato dal vento per riprendere in mano il proprio personale carteggio. Scendo la via del fiume che curva e ripiega sulla baia. Questa è Liencres uno dei luoghi della mia memoria surfistica e di lunghi campeggi tra amici. Ci sono tornato per una settimana con due

compagni fidati e la memoria si è stupita di rivedere tutto al suo posto abituato alla scelleratezza naturalistica di casa, il bello per natura così dovrebbe rimanere, e qui per fortuna è così.

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FAZ


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CONTINUA DA “KARATNE” DI BACO 38 Dopo due ore di navigazione si intravedevano le terre bruciate dall’atmosfera e dal ghiaccio, fatto in prevalenza da acidi di scarto del vicino pianeta KROMAZ, che prendeva il nome dal colosso degli acciai che lo possedeva. Lì, venivano fuse le leghe metalliche ed assemblati il 70 per cento degli armamenti da guerra del sistema 2, oltre ad una produzione parallela per alcuni pianeti dittatoriali del sistema 1.

Ed il cielo, che era ormai diventato bianco come una palude cristallizzata dal pianeta del ghiaccio, senza espressione, neppure le stelle potevano dire la loro, sembravano essersi rinchiuse in una taverna in attesa di un segno di vita. Sul Talhassa si respirava un aria schiacciata e irrespirabile per qualsiasi cuore. Harlock non era uscito dalla sua cabina dal momento in cui erano stati mollati gli ormeggi dalla base di Karatne.

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Mentre fuori, nel sibilo di metalli graffiati sulla carlinga, sembrava di sentire il lamento dell’universo ferito. Eppure ci sarà una soluzione, pensava Harlock guardando quello spettacolo desolante dall’oblo centrale della sua cabina. Da quel buco ovale H scrutava l’universo senza trovare pace, anche se a lui era sempre sembrata essere l’unica condizione possibile. Una visione volutamente arbitraria in realtà, gli altri membri dell’equipaggio

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avevano vite, amori e famiglie fuori dalla nave, lui, più in bilico che in attesa... Si lasciava cullare dalle oscillazioni della nave e scriveva il diario di bordo lasciando passare delle ore tra i fumi densi e i vecchi, lenti dischi di vinile nera(un cimelio che aveva ricevuto in regalo da un vecchio mercante Siriano, che li aveva barattati a sua volta, con un olandese nell’oasi in orbita intorno a KURKUK per una vecchia pergamena della


colonizzazione del Sudafrica inizio 900). La luce dell’ultimo dei soli si spegneva dietro la nube di gas che lo rendevano già appassito nel suo infondere vita. Su Karatne, Harlock aveva riscoperto i suoi fantasmi, si erano impossessati di lui, il volto dei suoi incubi, mai così lontano però, e così distaccato ed illusorio da renderlo così vero.

In un cyborg si racchiudeva tutto il dolore di uno scherzo, da qualche parte nella galassia qualcuno lo doveva odiare così profondamente da piegare la rotta del destino e farlo ricadere in un buco nero senza fine. Sul tavolo di legno carteggi senza meta, un piccola lampada dalla luce gialla quasi si vergognava di essere incandescente.

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H aprì il cassetto, le gelatine sul fondo, una lungo respiro di sollievo ed il fumo denso si ferma sulla sua testa che si piega lenta e l’ultimo sguardo alla piccola nube, si spegne tra le note amare di un disco jazz. Come sogno senza sonno rivide il volto di ILIAX*, era il perfetto clone di quella donna che l’oblio non riusciva a cancellare del tutto.

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Se lo avessero mandato in esilio non sarebbe mai stato così efficace come il suo vagare stellare alla ricerca del nulla per ritornare al nascere, ma ora le migliaia di leghe stellari calcate da H erano state annullate, su Karatne il big bang si era riportato alla sua posizione d’origine pronto a rimettere l’universo in moto. Chi mai avrebbe ricreato un clone così perfetto del suo


dolore, e come si poteva far coincidere tutto in un incrocio così preciso nei tempi e nelle dinamiche. H non sapeva che Timoteo* l’uomo impiccato al loro arrivo sulla base gli aveva salvato la vita cancellando l’impulso ad uccidere di quel cyborg così perfetto, una trappola dovrebbe sempre prendere in considerazione le conseguenze dell’amore, dal momento che l’uomo non ne riesce a calcolare la forza d’urto.

Ora tra i fumi delle gelatine mille pensieri gli si intrecciavano e si legavano senza connessioni dirette. Qualcuno bussò alla porta, lo sguardo si gira d’istinto, ma non vede e non sente. Le baie del nord occuparono il centro dei suoi sogni all’improvviso, vide le onde frangere sulle punte di materiale lunare accumulato da mille tempeste, ed il tempo che lì, scorreva più lento, come nel suo non sonno, come nel suo accumulo di tristezze senza uscita.

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Le porte di AVALON gli si spalancarono davanti agli occhi, rimettendo ordine nel groviglio di immagini e pensieri, pulizia istantanea del quadro di comando del suo sentire, i gabbiani dal becco verde sulla spiaggia lo aspettavano come sentinelle disarmate, ed il sogno si svegliò senza rumore per riportarlo lentamente alla sua cabina di comando, come adagiato su un amaha di fili di stelle. Harlock riaprì gli occhi senza dolore, rinfrancato dalle ultime

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visioni, sollevato dal dolore con cui era entrato. Capì perfettamente cosa fare, i muscoli senza fretta lo sostennero nei suoi movimenti incerti e si alzò dalla sua scrivania. Percorse il corridoio con passi leggeri ed arrivò alla sala degli strumenti dove il suo equipaggio aspettava in silenzio il loro Capitano. Mai una ciurma fu così leale e mai l’empatia aveva raggiunto un tale grado di schiettezza, la gente del thalassa aveva


passato giorni di tristezza estrema senza averne un motivo che li tangesse direttamente. Harlock li guardò uno ad uno negli occhi, quegli occhi pieni di fedeltà che mai l’amore gli avrebbe dato e disse: “La rotta è cambiata!”. I loro sguardi si fecero attenti. “Ho bisogno di riposare il cuore nelle profondità.... fare rotta su AVALON!”

Ed uno splendido sorriso lambì ogni bocca dell’equipaggio. H riprese il corridoio, il suo mantello lo avvolse nell’oscurità della notte eterna, il suo sguardo rimase serio, ma sul Thalassa nuove energie si erano risvegliate. La rotta era già memorizzata, la nave virò a dritta. H rientrava nella sua cabina. FAZ

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Suona retorico!? l’avrete sentita quante volte questa affermazione... e in effetti avete ragione... ma quello che non avete capito... se non vi siete mai stati... e’ la gente... I love New York si riferisce agli “yankees”... a coloro che popolano questa grande babilonia... girate per strada e sicuramente non avrete modo di poter delineare lo sterotipo di newyorker... perchè non esiste... lo yankee è mio padre... il taxista indiano, il poliziotto cubano, la commessa cinese e chi più ne ha più ne mettta... In un periodo che non si fa altro che parlare di crisi delle borsa, quello che puoi vedere girando per strada è la gioia di vivere, queste persone al di là dei loro problemi sono pronti a dedicarti un sorriso... il perchè? forse perchè nessuno è straniero li... o almeno la sensazione è quella... di sentirsi tutti uguali... forse è solo apparenza... ma mi piace pensarla così... e sperare di girare l’angolo e trovare qualcuno che mi sorrida e mi dica “Have a nice day”... o pagando il mio caffè mi dica “you’re welcome”. Al di là dei problemi e le contraddizioni dell’America... NYC per me rimane un’isolotto felice dove sono immigrati milioni di persone e hanno avuto modo di creare il loro futuro... magari il prossimo sarai proprio tu... quindi ricorda di regalare un sorriso a chi passa per strada, gli renderai la giornata migliore... ma regaliamo più sorrisi anche dove siamo... e non solo nella BIG APPLE.

NIKKA

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ferit batir - polegrind - photo: alexander basile


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