Progetto SoPrane

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PROGETTO:

SO.PRA.N.E. SOSTENIBILITA' A PRATO PER UNA NUOVA ECONOMIA Ordine degli Architetti P.P.C di Prato Prato sta attraversando una crisi, forse irreversibile, del settore che per quasi un secolo le ha dato ricchezza ed ha favorito una integrazione, talvolta difficile e dolorosa, tra tutti coloro che hanno contribuito allo sviluppo economico e sociale. I pratesi devono quindi trovare le forze sia mentali che culturali ed economiche per ripartire con un nuovo tipo di sviluppo, adeguato ai tempi ed alle condizioni ambientali e sociali,completamente diverso dalle abitudini consolidate ma che trova le sue radici in quella sapienza al riciclo, alla riutilizzazione, alla sobrietà. A Prato alla crisi del tessile si aggiunge la crisi edilizia, che era servita ad arginare il primo manifestarsi della crisi. I motivi sono vari e sicuramente dovuti ai costi troppo elevati ed al prodotto artigianale e poco qualificato. Oramai da decenni nel resto d' Europa si costruiscono edifici ad impatto zero, che non consumano energia e materiali, ma anzi producono energie di tipo rinnovabile. I professionisti potrebbero essere considerati dei privilegiati rispetto alla crisi: in realtà la subiscono esattamente come altri lavoratori: le statistiche fotografano molto bene questa realtà con una riduzione del 30% dei fatturati ed un allungamento dei tempi di riscossione. Si tratta dunque di inventarsi un “nuovo modo di crescere” che sfrutti le novità oramai emerse insieme allo sviluppo economico e che sono diventati problemi da fronteggiare: il cambiamento climatico, la scarsità/fine di energia fossile, l' inquinamento e la scarsità/fine delle principali materie prime. In realtà questi problemi sono già stati affrontati ed in via di risoluzione in altri paesi soprattutto nord-europei, mentre l' Italia è rimasta molto indietro. L' Italia infatti è parte di una realtà (l' Europa) che ha deciso di affrontare da tempo (dalla crisi petrolifera del 1973): di qui una serie di direttive europee che, adottate ed in via di adozione anche in Italia, ci portano e ci porteranno sempre più rapidamente verso nuovi scenari. Dovremo prendere confidenza con una nuova scienza, la sostenibilità, che attraverso lo studio dei cicli di vita dei prodotti e dei servizi permette di intervenire sul contenuto di energia e materia e quindi sul loro costo e sul loro impatto ambientale. La scienza della sostenibilità studia quello che serve per costruire una nuova economia “verde” attenta sia all' uomo che all' ambiente. Questa scienza deve essere applicata anche all' edilizia. Crediamo si debba parlare di nuovo “sviluppo” perchè l' impronta umana è troppo elevata e bisogna cominciare a fare scelte di sobrietà: ri-progettare quello che serve a vivere ma con meno energia e meno materia, attenti all' utilità dei beni, più che al consumo di prodotti. Da queste brevi considerazioni è evidente il ruolo degli architetti e di tutti i tecnici, che le università continuano a formare in maniera sostanzialmente tradizionale, mentre dovrebbero conoscere la sostenibilità applicandola alla progettazione. E' un modo di progettare completamente diverso, che è necessario imparare. Di qui la necessità di una formazione sia specifica che inter-


disciplinare: mobilità, rifiuti etc. Solo in questo modo gli architetti potranno partecipare in modo nuovo e diverso al decollo di questo nuovo paradigma a Prato, come in altri parti di Italia e di Europa. Però bisogna farlo rapidamente, perchè le direttive e le leggi nazionali, come altre esperienze in Italia ed altrove, hanno già indicato la strada: la riqualificazione dell' esistente, per ora solo energetica, ma sempre più sostenibile, sarà il volano che farà decollare uno sviluppo sostenibile e la riqualificazione dei patrimoni pubblici, servirà a dare la certezza che c'è la volontà dello Stato in questa direzione. E' necessario dire che la riqualificazione energetica è conveniente già da ora, poichè i tempi di ritorno sono veramente brevi, e lo sarebbero sempre di più, se il prezzo delle energie inquinanti (fossili) comprendessero una carbon tax. E se domani Regione, Provincia e Comuni cominciassero a riqualificare i loro patrimoni immobiliari qualora comprendessero che in questo modo diminuirebbero le spese (migliorando anche la qualità dell' abitare) oltre ad altri vantaggi per la collettività, dovrebbero utilizzare tecnici non locali. In questo modo la ricchezza della progettazione andrebbe lontano da Prato, così come il valore dei prodotti utilizzati. Dunque alla formazione degli architetti occorre affiancare la nascita di produzioni sostenibili locali, cominciando a costruire un distretto locale della sostenibilità. La condizione del patrimonio immobiliare a Prato, come in Italia, è pessima: tutta l' edilizia costruita fino al 1991 è un colabrodo energetico che ci permette di collocarlo con sicurezza in classe energetica G (la peggiore). Ci sono problemi non solo energetici ma anche di scelta di materiali “eco-compatibili” e di gestione dei rifiuti. Nei centri storici la presenza di un edificato storicizzato e formalmente importante pone ulteriori problemi di interventi ancora più difficili tecnicamente. Siamo in presenza di un nuovo paradigma che cambia la metodologia di approccio alla progettazione, abbondantemente sperimentato nel Nord-Europa (ma non solo) e che comincia ad affermarsi anche in Italia. A sostegno di questa tesi c'è la esperienza della Amministrazione Provinciale di Milano che ha prima censito energeticamente il suo patrimonio immobiliare ed ora sta procedendo alla sua riqualificazione energetica: si tratta di investimenti che si ripagheranno in pochi anni con il risparmio sui consumi di energia. Ma è importante spiegare che questa scelta darebbe un segnale chiaro alla collettività: “riqualificare energeticamente conviene” e questo fatto sicuramente attiverà anche il mercato privato. Uno studio dell' ENEA ha poi calcolato che tali operazioni creano un effetto volano e diffusivo con un coefficiente moltiplicativo pari a 19: si riuscirebbe quindi a creare un nuovo mercato che fa pensare, quasi naturalmente se consideriamo le professionalità del territorio pratese, ad un distretto pratese della sostenibilità. A Prato ci sono oltre un migliaio di tecnici, per cui formare alla sostenibilità un centinaio di architetti è un buon inizio ed un buon segnale nella direzione dell' innovazione! E sarebbe un primo passo verso una formazione continua che è l' obiettivo obbligato a cui le professioni stanno pervenendo proprio per la rapidità dei cambiamenti tecnici, delle conoscenze e delle leggi. E' auspicabile una ripetizione di simili progetti formativi con un ampliamento ed approfondimento degli argomenti trattati.


In sintesi: in tutta Europa la progettazione sostenibile è oramai una metodologia consolidata di progettazione,  la sostenibilità è diventata anche in Italia un importante paradigma, soprattutto dopo il recepimento di direttive europee in materia,  la sostenibilità, per ora, viene identificata con il risparmio energetico, mentre è una complessa metodologia di progettazione particolarmente innovativa e diversa dalla tradizionale,  la sostenibilità non è solo risparmio energetico, ma anche gestione dei rifiuti, riduzione della utilizzazione di materiali e dell' energia incorporata con la produzione dei componenti, impianti innovativi ed utilizzazione di energie rinnovabili,  la sostenibilità viene considerata un argomento di nicchia, ma se la situazione ambientale o energetica divenisse più grave, il suo uso dovrebbe essere generalizzato ed applicato a tutti gli interventi,  tale situazione giustificherebbe sin da ora interventi sul patrimonio delle Amministrazioni Pubbliche innanzitutto per ridurre le spese energetiche,  la formazione universitaria trascura (salvo nicchie significative) lo studio della sostenibilità, Un gruppo di architetti, particolarmente sensibili all' argomento ed alla necessità di costruire una cultura della sostenibilità e che partecipano al contenitore Sostenibilità dell' Ordine degli Architetti PPC di Prato, si sono dimostrati interessati a studiare ed approfondire i cambiamenti in corso ed a modificare il loro metodo di progettazione. Ed è importante ricordare che a Prato ci sono già da tempo attenzioni (anche se poco evidenti) a questi problemi e sarà con questi Enti, Associazioni ed Istituto che gli architetti collaboreranno affinchè questo Progetto serva a far decollare una nuova attenzione alla sostenibilità, proprio come strumento e nuovo paradigma ambientale, sociale ed economico. 

Arch. Aurelio Imbrogno, Consigliere e Coordinatore del Contenitore Sostenibilità dell' OAPPC di Prato

Prato, 18 aprile 2011


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