VOLUME 05 | XXIII Conferenza Nazionale SIU

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Ripensare le aree produttive: dai distretti industriali alle reti innovative Alessandro Bove Università di Padova, Dipartimento ICEA Email: alessandro.bove@unipd.it

Pasqualino Boschetto Università di Padova, Dipartimento ICEA Email: pasqualino.boschetto@unipd.it

Michelangelo Savino Università di Padova, Dipartimento ICEA Email: michelangelo.savino@unipd.it

Abstract La storia industriale del Veneto è sicuramente una storia di successo. Oggi però questo modello di sviluppo ha portato i territori distrettuali veneti a dover evolvere per non dover soccombere. Infatti, i fattori che avevano supportato questo modello di sviluppo (l’eccesso di offerta di lavoro, la presenza di un territorio a insediamenti diffusi, relativamente ben collegati, un contesto sociale coeso e la presenza di una successione di condizioni macroeconomiche favorevoli) sembrano oggi essere diventati limiti, se non addirittura completamente superati. Pertanto, un insieme di fattori, ora endogeni ed ora esogeni, hanno contribuito alla crisi (dissolvimento/trasformazione) del distretto. La necessità sembra essere il raggiungimento di nuovi distretti produttivi, ovvero di addensamenti locali (local network), interconnessi con attori esterni (global network), caratterizzati da addensamenti locali meno consistenti e relazioni globali più intensi e variegati, ma che abbiano ancora nei caratteri peculiari del territorio il loro elemento trainante. L’intervento intende innanzitutto testimoniare alcuni cambiamenti nelle modalità di uso del territorio che impongono un suo ripensamento. In particolare, l’eterotopia dei territori oggetto del caso di studio proposto pone il paesaggio al centro del dibattito in qualità di strumento che potrebbe consentire ai vecchi distretti industriali la loro qualificazione, rilanciando quindi il genius loci come vantaggio competitivo in un’epoca di reti lunghe e dissolvimento delle relazioni di prossimità. In questo, il paesaggio dei piccoli centri storici, delle zone produttive, dei grandi spazi agricoli può rappresentare un’opportunità se riuscirà a puntare sull’integrazione degli aspetti fisici con quelli socio - economici. Parole chiave: competitività, rigenerazione, distretti produttivi

Il contesto La storia industriale del Veneto è sicuramente una storia di successo e da essa è disceso un modello di sviluppo che ha comportato un notevole impatto sulla struttura insediativa del territorio. Da un lato le ragioni economiche che hanno comportato il successo di una economia basata sulla struttura distrettuale basta sulla vicinanza spaziale di aziende attive in uno stesso settore (la trasmissione di saperi relativi alle applicazioni tecnologiche); la qualità del capitale umano (depositario della conoscenza, del ‘saper fare’); la coesione sonciale, la presenza di fattori connessi a risorse naturali (per i distretti di più antica formazione, la presenza di acqua da utilizzare nelle lavorazioni e come forza motrice) e specifiche condizioni microeconomiche (relative alla ricchezza del mercato del lavoro, alla facilità nello sviluppo di filiere produttive, alle economie di scala nella produzione, alla vicinanza ai mercati, a gruppi omogenei di lavoratori (labour pooling); alla presenza di fornitori locali di input o di apparecchiature, alle infrastrutture comuni, a ridotti costi delle transazioni e altre esternalità localizzate). Dall’altro: gli esisti insediativi di questo successo. Infatti, la lettura del sistema insediativo Veneto ci restituisce un’immagine in cui il capannone produttivo è diventato l’iconema del paesaggio della città diffusa, una struttura edilizia povera dal punto di vista architettonico, standardizzata, anonima, sempre uguale, indifferente e quindi incapace di creare spazio ed immagine urbana. Elemento di delimitazione lungo le principali infrastrutture, posto linearmente lungo le strade, o parte di agglomerati più o meno estesi, ospita/ha ospitato funzioni produttive, commerciali, per lo svago, senza rispondere però ad alcuno standard urbanistico e funzionale.

Atti della XXIII Conferenza Nazionale SIU DOWNSCALING, RIGHTSIZING. Contrazione demografica e riorganizzazione spaziale, Torino, 17-18 giugno 2021 | Vol. 05

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Per una ristrutturazione sociale dello spazio pubblico. Comunità senza radici e città di relazioni · Maddalena Rossi, Iacopo Zetti

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Funzionari pubblici come agenti di rigenerazione urbana. Prospettive di lavoro a partire dall’esperienza di CM di Milano · Mario Paris

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Matera tra la straordinarietà del 2019 e l’ordinarietà del 2020: l’evento come input di rigenerazione dello spazio urbano? · Antonella Santoro

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Q.Piave. Pratiche di condivisione e rigenerazione del patrimonio urbano e dello spazio pubblico nell’area metropolitana veneziana. Note per una biografia · Claudia Faraone, Giovanna Muzzi

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Ripensare le aree produttive: dai distretti industriali alle reti innovative · Alessandro Bove, Pasqualino Boschetto, Michelangelo Savino

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Rigenerazione urbana nelle aree interne: note a margine di un’esperienza in corso · Nadja Beretic, Cristian Cannaos, Alessandra Casu, Giuseppe Onni

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Dinamiche di trasformazione urbana e retoriche di crisi: il caso di Brescia · Andrea Ghirardi, Barbara Badiani

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Criteri e metodi per la rigenerazione urbana diffusa del tessuto residenziale consolidato · Silvia Rossetti, Paolo Ventura, Gloria Pellicelli, Michele Zazzi

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Piani, norme e progetti

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Trasformazione urbana e disuguaglianze sociali: il significativo caso delle politiche abitative in Marocco · Maria Rita Gisotti, Elena Tarsi

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Cooperativismo immobiliare per la rigenerazione urbana di solidale: una esperienza di ricerca-azione a Catania · Carla Barbanti, Lucia Buscimese Fagone, Elisa Privitera, Laura Sajia

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Rigenerazione dello spazio urbano e trasformazione sociale. Introduzione · Nadia Caruso, Gabriele Pasqui, Carla Tedesco, Ianira Vassallo

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