Pierròt. Febbraio 2009

Page 1

Anno II - #00/Febbraio 2009 - Periodico in attesa di registrazione

02/2009#00


Elisabetta Pastore

p. 01 - 04

Mariangela Graziano

p. 2

Francesco De Nigris

p. 03

Francesca Griner

p. 06

Francesco Martinelli

p. 07

Domenico Lobascio

p. 08

Saba Salvemini

p. 09

Giuseppe Ardito

p. 11

Titti Miani Greco

p. 11

Laurea in legge, specializzazione in internazionalizzazione delle imprese. Ha svolto attività presso un Ente governativo che si occupa di commercio estero; ha collaborato con esperti di rischio sul credito e ha partecipato alla realizzazione di un “Vademecum per l’internazionalizzazione d’impresa” per conto di uno degli Enti Provincia del territorio pugliese. Scrive per indole. Tiene laboratori di lettura e d’ascolto per scolaresche. Appassionata di scienza e filosofia. E’ convinta che il mondo si accenda e si spenga perchè esistono le illusioni.

Attrice e musicista. Ha fondato il Teatro delle Molliche ed insegna dizione nella Scuola delle Arti della Comunicazione. Diplomata in pianoforte al Conservatorio di Bari. Diplomata attrice a Milano. E’ responsabile dell’insegnamento teatrale per i bambini nel Corso della Teatroteca. Ha composto musiche originali per diversi spettacoli teatrali e lavora come attrice di teatro.

Nato ad Andria dove vive e insegna Educazione musicale. Ha pubblicato i romanzi: “Parole morte” (Oppure, 2001); “Sotto un cielo senza angeli” (Palomar, 2006) Periodico di informazione e critica teatrale a cura della

Scuola delle Arti della Comunicazione Centro di Educazione Teatrale del Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) www.teatrodellemolliche.it

http://pierrotweb.wordpress.com Direttore Editoriale Elisa Pastore

Progetto grafico ed impaginazione Danilo Macina

In copertina Danilo Macina, “La sosta”

Stampa digitale a cura di: Graziani Arti Grafiche S.r.l. S.P. 231 km. 31,600 - 70033 Corato (Ba) www.graziani.it

Il contenuto degli articoli riflette esclusivamente il pensiero dell’Autore e non è necessariamente condiviso dalla redazione di Pierròt. L'unico responsabile è l’Autore che ha fornito i materiali, i dati, le informazioni o che ha espresso le opinioni. Qualora il lettore riscontri errori o inesattezze è pregato di rivolgersi a pierrotweb@libero.it che si impegnerà a correggere o rimuovere informazioni che risultino inesatte o che costituiscano violazione di diritti di terzi. Tutto il materiale pubblicato (articoli, foto, illustrazioni, etc.) è coperto da copyright, tutti i diritti sono riservati, può essere pubblicato altrove, non per usi commerciali, dandoci preavviso e comunque citandone sempre la fonte.

Anno II - Numero 00. Chiuso in redazione il 4 febbraio 2009. Chi volesse inviare articoli, foto, materiale, dare suggerimenti o semplicemente contattarci, può farlo scrivendo a: Pierròt c/o Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) o inviando una e-mail a pierrotweb@libero.it.

Nata e vive ad Andria Laureata in Lettere/Storia dell’Arte, esperta di storia locale. Fa la libraia dopo un percorso come insegnante, guida turistica ....

Dirige la Scuola delle Arti della Comunicazione. Diplomato attore a Milano, specializzato in regia e in drammaturgia musicale a Prato, in Commedia dell’Arte a Reggio Emilia. Ha studiato con i maestri: Gregoretti, Albertazzi, Biswas, Brivio, Corsetti, Fava. Ha scritto numerose opere teatrali tutte rappresentate ed è direttore di collana per la Secop edizioni. Non attende di diventare grande ne aspira a fare qualcosa rispetto a quello che può fare ora.

Funzionario dell’Amministrazione Penitenziaria dal 
91’ nel settore dell’Esecuzione Penale Esterna; laureato in 
Programmazione dei Servizi Sociali, pluri-perfezionato in Comunicazione 
e counselor biosistemico; progettista/formatore di processi di 
miglioramento organizzativo; supervisore ad orientamento adleriano
nelle 
dinamiche dei gruppi di lavoro e delle èquipe multi-professionali; 
consulente/formatore e pubblicista nell’analisi dei sistemi relazionali.

Si diploma alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 2000. Ha studiato e lavorato, tra gli altri, con J. Alschitz, A. Milenin, J.P. Denizon, P. Byland, Cora Bos-Kroese, G. Borgia, S. Gonnella, G. Gotti, L. Sicignano. Nel 2007 fonda con Annika Strøhm ed un gruppo di artisti internazionali l’associazione “Areté Ensemble”.

34 anni, diplomato ragioniere, responsabile commerciale. Per diversi anni già responsabile della produzione presso diverse aziende. Ama gli animali e la vita all’aria aperta.

Allieva del corso propedeutico della Scuola delle Arti della Comunicazione. Ha 12 anni.

Carlo del Vescovo

p. 12 - 15

Michele Pinto

p. 13

Leonardo Ventura

p. 14

Martina Martinelli

p. 14

Articoli di redazione

p. 16

Collabora con il comune di Molfetta per la rassegna “Pietraviva” Estate 2007. Collabora con la compagnia Teatro dei Cipis di Molfetta Estate 2008. Frequenta Laboratorio teatrale tenuto dalla compagnia “Carro dei Comici” nell’Anno 2005. Ingegnere meccanico attualmente impiegato nell’ufficio Ricerca e Sviluppo della GE OIL&GAS Di Bari.

Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla liberta’ d’espressione e la censura cinematografica e opera da 10 anni nel campo delle produzioni multimediali. Ha insegnato didattica dell’immagine in decine di scuole, collaborando visivamente a teatro passando attraverso il genere documentaristico, la musicarterapia e l’attivita’ di videojoker in discoteca continua la sua originale sperimentazione artistica.

Uomo di mare e di.. tecnica. Ha scritto.. qualcosa chiuso in un cassetto. S’interessa alla fotografia.

Avvocato nel lavoro, protagonista di una favola nella vita. Mai andata a teatro, innamorata del teatro. Decisa a frequentare la scuola del Maestro Francesco perchè, a trentadue anni, quale modo migliore per conprendere ciò che si ama.


02/2009 #00

l’editoriale

N

el mese di ottobre a Corato durante la manifestazione LIBRI D’AU-

TUNNO i bambini hanno lasciato i Loro pensieri su pezzi di carta.

[…] Erano seduti su cuscini blu e tappeti orientali, si trovavano dentro una tenda bianca posta al centro di una piazza molto desolata. Prima di entrare hanno saputo che quella tenda era un posto di ristoro, uguale a quelli che si trovano nei deserti, che pure sono posti desolati, e il ristoro che attendeva Loro era fatto di storie, raccontate da due attrici. Si sono seduti trepidanti d’attesa per l’evento che li avrebbe ristorati dalla secchezza della terra che li circondava e lo spettacolo teatrale Loro promesso ha avuto inizio annunciando sorrisi, bocche schiuse di meraviglia, occhi riempiti di incredulità, allegria composta …e al suo termine, il mio viaggio è cominciato! ‘Non ho mai visto uno spettacolo così bello e meraviglioso.’ ‘Mi è piaciuta molto la storia del semaforo.’ ‘A me piace stare qua!’ ‘Mi piace andare a teatro varrei andarci sempre.’ ‘Ho pensato che questo spettacolo è il più bello e simpatico che abbia mai visto in vita mia.’ ‘Grazie di questa festa e vi ringrazio di averci fatto ridere molto.’ ‘Le storie servono per imparare.’ ‘Grazie di questo teatro che mi ha fatto capire che cos’è viaggiare nella fantasia.’ ‘Il vostro spettacolo è stato bellissimo perché ho pensato tante cose.’

‘E’ stato molto bello grazie per essere venuti.’ ‘Oggi è stato un giorno bellissimo! E mi sono divertita tantissimo.’ ‘Grazie per aver raccontato questa storia bellissima e per averci fatto vivere un momento bellissimo.’ ‘Oggi ho sognato che il teatro fosse bellissimo!’ ‘Mi sono divertito a vedere e a sentire la storia è ho pensato che sarebbe bello fare l’attore.’ ‘Mi è piaciuto venire al teatro.’ ‘Grazie per averci invitati a questa festa.’ ‘E’ stato bellissimo, sono felice!’ ‘Grazie per le storie che ci avete raccontato perché mi sono divertito moltissimo!’ ‘A me mi è piaciuto molto questo spettacolo e mi piacerebbe essere una attrice come lo siete voi!’ ‘Questo teatro è divertente emozionante e meraviglioso!’ ‘E’ stato bello ci avete fatto sognare.’ ‘E’ bello ascoltare le storie in compagnia di altri bambini!’ ‘Sono stati veramente bravi spero che questa esperienza accade più volte!’ ‘Io voglio visitare molti teatri perché a me piacciono le storie.’ ‘E’ bello venire a questo teatro che si imparano molte cose. Forse vengo l’anno prossimo così si impara a leggere e scrivere.’ ‘A me mi è piaciuto molto, spero di diventare come voi.’ ‘Ho sognato che andavo in un teatro bellissimo.’ ‘Io pensavo che stavo al posto loro a suonare la fisarmonica.’ ‘Vorrei sognare di fare teatro con tutti i miei amici.’ ‘Sono belle le storie.’ ‘Io sogno di avere i poteri magici e di fare il teatro.’ ‘Mi è piaciuto molto lo spettacolo dei cani e io immagino nel mio pensiero le persone che abbaiano.’ ‘Mi è piaciuto molto il vostro spettacolo, vorrei vederlo ogni volta.’ […] Tra i mille meravigliosi pensieri ce n’era uno su cui era necessario che mi soffermassi un po’ di più. Diceva: ‘Io vorrei viaggiare molto quindi sognare molto perché mi piacciono le favole. E il mio pensiero più grande è andare in un deserto e oggi ci sono andata!! Grazie!!’ Ho sorriso intenerito!

cose le capite bene, e spero che quando diventerete grandi quanto le altre persone, vi possiate ricordare che i luoghi in cui accadono le cose belle e meravigliose sono quelli che si vedono e che si toccano, quelli come la tenda bianca in cui avete ascoltato le storie. Quella era una vera e propria oasi nel deserto delle cose inutili. Un’oasi è il posto in cui i Beduini (che abitano il deserto) vanno ad abbeverarsi e si rigenerano, proprio come avete fatto voi nella povera tenda con quelle storie che vi hanno riempiti di pensieri gioiosi e meravigliosi. Non dimenticatelo! Nel volgersi del viaggio un bambino ha pensato: ‘Nelle favole che ho ascoltato ho capito che quando nessuno parla con nessuno, si rimane da soli.’ Ed io sono rimasto a bocca aperta per quanta verità quel pensiero portava dentro, e sono stato contento, ho compreso che i bambini percepiscono molte più cose di quanto si creda. Poi… ‘Ho sognato che recitavo uno spettacolo che si intitolava ‘I sogni di ogni bambino.’ Io credo che i sogni dei bambini non si possano recitare, ma vadano assolutamente sempre ascoltati. Pierròt Ho ritenuto opportuno lasciare intatti i pensieri che i bambini ci hanno donato. I pensieri dei bambini non si traducono. I pensieri dei bambini si percepiscono e si coltivano, perché da quei semi possano nascere germogli verdi. [Grazie per esserci stati, per aver regalato la vostra allegria, e per aver condiviso IL TEATRO con chi crede nel ‘POTERE DEL TEATRO’.Imparate il TEATRO bambini, e il vostro deserto potrà fiorire di oasi!] Elisa Pastore

Bambini, so che Voi siete sensibili e certe pierròt

p.01


#00 02/2009

Mariangela Graziano

Sorrido e gioco:” Sono dei POTERI che ab-

“Bravo così tu hai capito il gatto coi POTERI

biamo per conoscere le cose, tutte le cose.

DEL TATTO E DELL’UDITO”. ”Già”.

Se sai che sono cinque allora saprai a che

“Ora, il quinto potere?”

servono…”

“ Il potere di camminare…”

Risponde: “La maestra lo sa…”

“nooo, i POTERI mica si vedono!!! si sento-

Paziento: “Allora, quando hai fame qual è

no dentro…per esempio tu la vedi la cacca

la cosa che ti piacerebbe mangiare di più

dei cani per strada o la pesti?”

di più?”

“ A volte riesco a vederla in tempo, a volte

R: “IL GELATO” “Perché?” “Perché è buono.”

mi avvisa mamma, a volte il più delle volte

“Come fai a dire che è buono?” “Perché lo

la pesto e poi quando vado a casa mia ma-

ho assaggiato ed è buono.”

dre si arrabbia…” “Perché?”

“Bravo. Hai usato il POTERE DEL GUSTO”.

“ Perché si sente una puzza terribile ma non

Richiedo: “E quando guardi la tv che cosa ti

si capisce subito da dove viene. Mia madre

piace vedere di più di più?”

mi dice di lavarmi, io mi lavo ma la puzza

memoria il proprio pensiero.

“UN CARTONE ANIMATO.”“Perché?”“Perché

continua a sentirsi finché tutto nudo capia-

In quattro giorni di lavoro, recitando tre

è più colorato. E’ come tanti disegni messi

mo che arriva dalle scarpe e finalmente le

repliche al giorno, non ho mai visto un

insieme che si muovono.” ”Bravo. Hai usato

mettiamo fuori al balcone….”

bimbo seccato per dover scrivere il proprio

il POTERE DELLA VISTA.”

“Mamma mia che tortura!Però meno male

pensiero. Eppure il loro era un compito, un

Ancora: “Ce l’hai un animale a casa tua?”

che sentiamo la puzza se no ci teniamo le

dovere, non avrebbero potuto lasciare il

“Ahi voglia! Ce ne ho due. Un cane e un

scarpe “incaccate”. La puzza, allora, la sen-

teatro se non avessero completato il loro

gatto.”

tiamo col POTERE DELL’OLFATTO”.

pensiero.

“E qual è il tuo preferito?”

“Ora io ti voglio svelare che esiste un SE-

Quando gli è stato proposto il compito del

“RENATO”

STO POTERE”

formulare un pensiero sembravano inter-

“Il cane?”

“Bugggia!!!”

detti.

“ NO, il gatto”

“E’ vero, esiste però nessuno se lo ricorda,

Cosa è un pensiero? Cosa significa “scrivete

“Perché?”

perché è il potere degli uomini saggi: IL

quello che pensate”?

“Perché può saltare sul mio letto e poi è

POTERE DEL PENSIERO”

Mi avvicino ad uno di loro, il più spaurito,

bello che quando lo accarezzi si sentono

“ A che serve?”

il più perso, quello che aveva cercato lo

le fusa…”

“Come? Non sai a che serve? Serve ad os-

sguardo rassicurante della maestra ma

”Si sentono? Come si sentono? Io ne ho

servare tutto e a farsi tante tantissime do-

non trovandolo perché perso anch’esso, mi

sentito parlare ma non le ho mai sentite

mande e a cercare tutte le risposte su tutte

aveva guardato con timore che lo interro-

veramente. Com’è? “

le cose del mondo. Io sono sicura che se tu

gassi e quasi quasi gli mettessi il voto.

“Se vieni a casa mia ti faccio accarezzare il

ci pensi un po’ potresti farmi tante tantissi-

Gli chiedo a bruciapelo: “Sai cosa sono i

mio gatto e senti un rumore che fa rrrrrr..e

me domande per conoscermi e conoscere

sensi?”.

poi trema tutto il collo sotto la mano”

quello che hai visto stamattina”.

Risponde: “Sono cinque.”

“mmm…fa impressione!!??”

”Tutte le domande?” “ Tuttissime, da quelle

Ripeto: “Sì, ma cosa sono?”

“No, è bello perché significa che il gatto ti

più semplici a quelle più complicate. Pro-

Risponde:”Non mi ricordo bene…”

vuole bene”.

viamo?

M

A CHE BELLO QUESTO TEATRO RECITATO E SPETTACOLATO!!

Così scrive uno dei piccoli spettatori su una delle cartoline distribuite al pubblico dopo la rappresentazione di “MA DOVE SIAMO CAPITATI” da Favole al telefono di Gianni Rodari affinché vi lasciassero a perenne

p.02 pierròt


02/2009 #00

Fammi una domanda semplice”

questo pochi vogliono usare questo pote-

di aver “perso” tempo (ma recuperato gli

“Hai un animale a casa tua?”

re perché e faticoso usarlo e serve tempo e

sguardi!!) e di non aver scritto nulla. “ E mo’

“No, ho un bambino” (Sorride).

pazienza per avere le risposte”.

che scrivo?”

“Ora una complicata”

Si avvicina un altro bimbo incuriosito da

La maestra:” SCRIVI QUALCOSA SUL TEA-

”Perché ci sono bambini che non hanno

tutto il discorso…:”Anche io ho una do-

TRO!!! MUOVITI!”

questi poteri?”

manda: perché fate il teatro?”

“ E che ne so cos’è il teatro?”

“Non lo so. A questa domanda che mi fac-

“Ahh!! Bella domanda ..perché ci piace

Lo aiuto:“Pensa al teatro che hai visto oggi

cio spesso, sto cercando ancora una rispo-

raccontare le storie e perché sappiamo che

e scrivi di te”.

sta, non l’ho ancora trovata mi dispiace”.

esistono bambini che le vogliono sentire

Scrive:

”Allora non serve a niente IL POTERE DEL

con la bocca aperta e che poi quando van-

A ME PIACE QUESTO TEATRO RECITATO E

PENSIERO”.

no a casa ci pensano un po’ su… a bocca

SPETTACOLATO PERCHE’ MI SONO EMO-

“Serve eccome! Dobbiamo sempre farci

chiusa.” (Silenzio)

ZIONATO.

domande e cercare le risposte ma non è

E’ arrivato il momento di consegnare la car-

detto che le risposte le troviamo subito. Per

tolina col proprio pensiero, ci accorgiamo

Francesco De Nigris

La mia vocazione si è manifestata piuttosto

bilancio dei derubati.

presto, ma si è per fortuna estinta altret-

Ricordo ancora la mia prima volta. Al tempo

tanto rapidamente, il che mi ha impedito

facevo il pittore, cioè l’imbianchino, perché

esperienze sgradevoli e risparmiato patemi

non avevo trovato altro da fare e perché

di ordine etico. Contemporaneamente ho

sopravvivere in una grande città senza

avuto sentore di un’altra passione, quella

lavoro equivale a sentirsi un mendicante,

per la musica, ma questa, fortunatamente,

un barbone, e in parte allora lo ero, anche

ha avuto modo di mettere radici solide e di

se di solito uscivo di casa tutte le mattine

permanere invariata, anzi consolidarsi nel

più o meno alla stessa ora, lavato pettinato

tempo.

e vestito in modo da non attirare su di me

Non chiedetemi, vi prego, di giustificare

gli sguardi dei passanti, nessuno avrebbe

questa mia perversa tendenza alla clep-

potuto sospettare che ero uno squattri-

tomania, non sarei in grado di farlo; posso

nato. Insieme al mio datore di lavoro – in

solo dire che la fascinazione per i libri ha un

realtà un tale conosciuto facendo la fila alla

che di irrazionale, come tutte le passioni,

mensa universitaria – lavoravo a scrollare le

onfermo che devo il mio amore per i

del resto.

pareti e livellare le superfici di un apparta-

libri a un prete, purtroppo.

Dunque le uniche volte che ho rubato, mi

mento che fino a qualche settimana prima

Purtroppo, perché col tempo ho imparato

sono cioè appropriato di qualcosa d’altri

era stata una scuola privata, da lì a poco

a detestarli i preti.

che non mi apparteneva, è stato per i libri,

sarebbe diventato un poliambulatorio.

Tuttavia i preti non hanno nulla a che fare

tralascio naturalmente di menzionare altri

Di solito tornavo a casa bianco di polvere

con l’altra mia passione, rubare. Libri, natu-

piccoli espropri di poco valore che hanno

ma la cosa non mi disturbava, il lavoro non

ralmente.

più danneggiato la mia coscienza che il

era faticoso e io avevo lo slancio del neofita

C

pierròt

p.03


#00 02/2009

e l’impellenza del bisognoso, perciò non

vita. Ero iscritto a Lettere ma sarei entrato

‘Tenga, ha dimenticato il resto.’

facevo caso ai capelli impolverati, alle

a far parte della schiere di quelli che si

La mia carriera di ladro durò ancora per

scarpe imbrattate di calce e agli abiti che

perdono per strada. Mi aggiravo per gli

poco, ma devo dire che non ho rimorsi.

al minimo movimento fumavano polvere

scaffali, avevo adocchiato il volume che

Naturalmente ho iniziato anche a comprar-

bianca e sottile.

mi interessava, però mi faceva gola anche

li i libri, ma quelli che ho rubato, pardon,

In quella ex scuola c’era un armadio stra-

un altro titolo di Pasolini, Una vita violenta.

prelevato, mi sono ancora cari, di tanto in

colmo di libri e così ho cominciato a por-

Cosa escogitai? Quale lampo di malvagità

tanto li riprendo, li sfoglio, li annuso e li

tarne via un paio per sera. Non pesavano,

e trasgressione mi attraversò la mente? Na-

ripongo con trepidazione. A volte penso

erano belli, rilegati in finta pelle rossa o

scosi uno dei due volumi in una tasca del

con nostalgia al prete che mi ha fatto sco-

marrone, con caratteri d’oro e avevano un

giaccone e mi presentai al banco con l’altro

prire l’universo dei libri; più spesso ripenso

odore invitante.

in mano, mostrai il volume al libraio, de-

con irritazione alle sciocchezze che mi

Alla fine della prima settimana di lavoro –si

posi una banconota da diecimila sul banco

hanno propinato e che in parte mi hanno

andava verso il Natale- avevo trasferito a

e mi fiondai fuori dal negozio. Percorsi una

rovinato la festa. Penso che anche se Eva,

casa una ventina di volumi, Dante, Boccac-

decina di passi non vedendo l’ora di allon-

nel giardino dell’Eden, avesse avuto qual-

cio, Moliere, Goethe, Shekespeare, Zola…

tanarmi. Vergogna per quanto avevo anco-

cosa da leggere e non avesse adescato

Ricordo anche che per quella settimana di

ra fatto e orgoglio per aver osato e avercela

Adamo, Agostino di Ippona non si sarebbe

lavoro non fui mai pagato, perché dopo le

fatta cozzavano dentro di me. Ad un tratto

inventato il peccato originale e l’umanità

vacanze non sono riuscito più a rintracciare

una voce mi chiamò. – ‘Signore!’ – Fu come

avrebbe avuto un patema in meno e una

il mio datore di lavoro, in compenso aveva

se un cazzotto mi avesse preso dritto nello

gioia in più. Certo, se quello scapocchione

portato a casa tutti quei libri che prima o

stomaco. Sono sfottuto, pensai. Mi paraliz-

di Adamo non si fosse fatto abbindolare…

poi avrei letto.

zai, mi voltai, tornai sui miei passi. Potevo

Un’altra volta entrai in una libreria per

mentire, fingere di essermi sbagliato, scap-

comprare un libro di Pasolini, Ragazzi di

pare? Non c’era tempo. ‘Ce l’ha con me?’,

Elisa Pastore

solitario, in simbiosi col mare e con le rocce

trasformata in un giovincello solitario e

che lo costeggiavano. Non c’era nessun

schivo che cresceva e trascorreva la sua

essere umano attorno a lui, eccetto un ser-

vita tra il mare e le pietre in assoluto iso-

vitore che lo accudiva in tenera età. Aveva

lamento. Odiavo la gente, odiavo i rumori,

o comprato un libro l’estate scorsa.

un padre che vedeva molto di rado, perché

non sopportavo le chiacchiere degli uo-

Prima di acquistarlo, come di con-

la maggior parte del tempo lo trascorreva

mini. Mi ero ‘teletrasportata’ su quell’isola

sueto, ho guardato la copertina e la sua

lontano da quel posto e lontano dal figlio.

incantata, e mi vivificavo solo grazie agli

‘sintesi’. Ho letto alcune righe dentro, fino

Il giovane passava giornate intere tra le ri-

odori del mare, dove passavo la maggior

a due o tre pagine. Mi ha incuriosito e l’ho

sacche, leggendo libri di Avventure Epiche,

parte del mio tempo.

preso.

e sognando di partire e diventare eroe.

Questo processo è andato avanti fino alla

Era la storia di un ragazzo che viveva solo

Ho vissuto l’estate ‘metamorfizzandomi’

fine del libro. Fino ad allora ho desiderato

su una piccola isola. Un giovane introverso,

nel protagonista del romanzo. Mi ero

l’isolamento concreto, l’allontanamento

H

p.04 pierròt


02/2009 #00

dal mondo delle persone, volevo la quiete

I libri hanno il potere dell’affabulazione!

trasportabili nelle correnti dell’inesisten-

perenne e sognavo di vivere così come im-

Ogni cosa, oggetto o persona che conservi

te, nel tempio degli spettri, poiché il loro

maginavo vivesse quel giovane. Sognavo

ed eserciti un potere, è come se detenesse

‘potere’ sta nel riuscire a immaginare. Un

quel luogo glabro di uomini, l’odore della

una responsabilità sull’intera umanità che

potere che se mal utilizzato diviene inutile

salsedine attaccata alla pelle, e un deserto

incontra sul suo cammino.

spreco perché con esso non si vive, solo

fatto di rocce bagnate dall’acqua.

Il potere è qualcosa di sovraumano che

si sopravvive. Si resta perenni addormen-

…Poi ho cambiato storia, e ho cambiato

veicola i forti e influenza i deboli, subor-

tati, perenni insoddisfatti, poiché il sogno

pure modo di ‘vivere’.

dina, guida, decide, trascina. Ogni cosa ha

si rincorre, ma mai si tramuta in vita vera.

Ho pensato al potere dei libri, al potere

un potere, ogni uomo ha un potere, benché

Un sogno è solo il frutto di ciò che non c’è,

delle cose.

non sempre ne abbia la consapevolezza.

invece la vita è fatta di ciò che esiste.

E’ straordinaria l’intensità con cui i fatti

Il potere è l’essenza del possibile.

Pochi autori prima di scrivere si pongo-

esterni possano condizionare il quotidiano

Solo chi ha il potere può.

no domande ante opera. Poche persone

avvilupparsi degli stati d’essere.

Per questo nell’esercizio del suo utilizzo

pensano.

Ogni volta che leggo un romanzo succede

diviene fondamentale usare accortezza

imbrattate di parole, riempite di storielle

che inizio a vivere come il protagonista del

e oculatezza. Chi utilizza il proprio potere

scritte per semplice edonismo, per il gusto

racconto, inizio a sentire ciò che lui sente,

esercitandolo deve averne assoluta co-

sciocco di autocelebrarsi attraverso opere

a pensare come lui pensa, a emozionarmi

scienza, non può permettersi di sprecarlo,

sterili riempite di invenzioni ‘paranormali’

per le cose di cui lui si emoziona. Divento

non può farne uso dannoso e deleterio,

o, alle volte, anche volgari. Molti uomini

uno nella vita di un altro.

poiché ne andrebbe di mezzo il beneficio

agiscono senza alcuna consapevolezza.

Ma chi è quest’altro? Chi lo conosce questo

di molti.

E’ difficile comprendere il confine del giu-

lui? Com’è possibile che delle fantasiose

Nonostante possa apparire troppo tra-

sto e opportuno in ogni situazione in cui

elaborazioni ‘scrittoriche’ riescano a pos-

scendentale il concetto su espresso, esso

si eserciti un potere; lo è quando si scrive,

sedermi in modo così paradossalmente

rappresenta non una rivelazione, ma una

quando si parla, quando si immagina,

totalitario?

mera e oggettiva constatazione.

quando si fanno le leggi e i decreti…

Per tutta l’estate ho immaginato di vivere,

Gli scrittori, ad esempio, dovrebbero farsi

Il segreto sta nel prendere coscienza di ciò

dimenticando la vita vera, quella che suc-

molti pensieri prima di cominciare a mac-

che si fa.

cede ogni istante, quella piena di soggetti

chiare i loro fogli, e solo dopo essere riusciti

che incontri, quella delle relazioni, dei

ad averne chiara la visione dovrebbero po-

Quel libro l’avevo comprato perché avevo

problemi, delle battaglie, della fatica, delle

ter esercitare il potere-dono concessogli.

voglia di leggere quella storia …anch’io

gioie, del divertimento, del sonno pulito,

Molto frequentemente, invece, accade

ho esercitato un POTERE: ho scelto.

la vita fatta di tante persone e di me tra le

che i testi scritti non abbiano alcunchè di

persone, coi miei pensieri e le mie emozio-

pensato, e ancor più frequentemente il

ni.

lettore si intrappola in una trappola senza

Uno scritto, un libro, una cosa che non ci

trappola, senza contenuti o concetti reali, e

appartiene, si intrufola in punta di piedi

viene risucchiato dalla voragine del vuoto,

nelle membra del suo avventore, e lo pla-

del banale e dell’inesistente.

sma, lo piega, lo torce, lo fa viaggiare, e a

La debolezza e la vulnerabilità degli uomini

volte, gli impedisce di vivere veramente.

rende gli stessi facilmente trascinabili e/o

Molti libri diventano pagine

pierròt p.05


#00 02/2009

Francesca Griner

Gli ingredienti dei prodotti che giravano

director e del grafico che l’hanno scelta,

in casa, i principi e le controindicazioni dei

biografia scandagliata dell’autore: ci siamo

medicinali, i manifesti elettorali, le insegne

conosciuti! E se il libro mi è piaciuto passo

dei negozi. Ho cominciato a sognare con i

alla rilettura della biografia perché dopo

fumetti che, ora, nella mia memoria sono

l’autore mi è più familiare e mi sembra di

collegati alla sensazione di formicolio che

conoscerlo meglio.

sentivo nelle gambe , quando in bagno,

Ogni volta che termino la lettura di un libro

non arrivando i piedi al pavimento, resist-

è come tornare da un viaggio, se luoghi e

evo al fastidio fino a quando quelle fastidi-

persone ti sono entrati dentro faranno

ose formiche mi imploravano di alzarmi e

parte per sempre dei tuoi ricordi.

solo allora smettevo di leggere.

I libri sono stati e rappresentano ancora il

E se correvo senza avere il tempo di rime-

contenuto della valigia del mio viaggio.

diare sia pure una pagina scritta da leggere

Io penso che chi legge si salva la vita

sistemavo davanti a me tutti i detersivi e i

Chi legge non riconosce tiranni

prodotti che avevo a portata di mano…e

Chi legge non avrà mai bisogno che nes-

leggevo…

suno gli dica cosa lui debba fare

Dopo il tempo dei fumetti (e mica solo To-

Perché chi legge lo sa da solo.

polino e Braccio di ferro anche quelli “dei

I libri ci aiutano a sognare e qualche volta

maschi,” dei miei fratelli: Zagor, Diabolik,

anche a realizzarli, i sogni.

Tex scegliendo le storie con qualche pro-

Io posso affermarlo.

tagonista “femmina”) eccomi che leggo

Mi chiamo Francesca Griner, da un anno

i fotoromanzi. Quelli, però. si leggevano

ho aperto nella mia città, Andria, la Libreria

troppo in fretta e allora li sistemavo man

Diderot e mi sento, per questo, fortunata.

mano sotto il mucchio per rileggerli a rotazione fingendo di averne dimenticato la storia. Di queste letture, ricordo, non ero pienamente soddisfatta, non mi riusciva di fantasticare bene: tutto già dato, espressioni fisse, slanci d’amore congelati in una foto, io mi immaginavo i loro pensieri mentre si fingevano felici e quali tragedie

B

evocassero invece,per apparire infelici e

isogni primari dell’uomo: mangiare,

depressi!

dormire, amare, leggere.

Poi è arrivato “quel giorno”. Un titolo, un

Non ho memoria del primo momento in

autore, una storia. Io, sola e un libro. Da

cui ho acquisito questa consapevolezza, so

sempre comincia così: ricognizione e con-

solo che fin da bambina avevo bisogno di

tatto empatico col titolo, interiorizzazione

leggere tutto!

dell’immagine di copertina, nome dell’art

p.06 pierròt


02/2009 #00

Francesco Martinelli

I

l potere dimostra una falsa ammirazione

tristezza e preoccupazione. Delfini che

per il teatro, lo scruta, come gli avvoltoi

viaggiano tutti nella stessa direzione con

sulle carcasse, ordisce ragnatele per irretire

il collo all’insù, gentili e nobili. Tra loro ci

gli insetti a caccia di sorpresa, necessita

sono quelli più curiosi col naso di bottiglia

del teatro come i laidi del viagra. Il potere

che non riescono mai né ad entrare né ad

pugliese organizza un teatro pugliese. La

uscire dall’acqua di nascosto; quelli timidi,

casta del teatro pugliese, quella candidata

amati dai bambini che rubano pesci dalle

a gestire e mestierare, si è formata dispie-

mamme per guardarli mangiare. E se qual-

gandosi nelle diverse correnti d’affari. Il

cuno propone a questi delfini di diventare

territorio regionale è vivisezionato e deno-

l’attrazione in un bel delfinario, loro rifiu-

minato.

tano. I delfini non vogliono entrare nella

Ci sono: gli eletti nella provincia di Bari, i

piscina comunale che si sta inaugurando

secondi eletti a Lecce, i non eletti a Brindisi,

nei pressi dello zoo, con una mega vasca

quelli in lista d’attesa a Foggia, i dimentica-

riscaldata e tirata a lustro, vogliono evitare

ti a Taranto, gli eletti dissidenti nella BAT. Se

di fare acrobazie al segnale di un volgare fi-

pur nella diversità di trattamento ci sono

schietto suonato da un addomesticatore. Il

tutti. Una casta di teatranti, nati sotto una

popolo dei delfini preferisce accompagna-

fortunata stella, candidati a rappresentare

re le navi in libertà e volteggiare attorno

il teatro pugliese e dimostrare il loro valo-

alla prua procurando estati a chi vede dal

re, senza rimpianti per chi ha consegnato

ponte. Se penso che gli abitanti della terra

lo scettro. Hanno a loro disposizioni teatri

dei delfini, prima erano qualcos’altro! Era-

comunali, risorse della Regione Puglia,

no pirati pentiti che, trasformati in delfini,

dei Comuni, delle Province, delle Camere

hanno deciso di diventare soccorritori dei

di Commercio, di sponsor privilegiati…

navigatori, proprio come nel mito di Dio-

insomma tutti i poteri insieme appassiona-

niso. Nessuno deve dimenticare di essere

tamente!!!! Evviva. Inventeranno progetti

cugino delle balene. Quando arriverà la

dai titoli più assurdi rivendicando il prima-

tempesta, i delfini, saranno gli unici a non

to dell’originalità e della sperimentazione.

nascondersi negli abissi del mare, conti-

Porteranno sulle sacre tavole, profani e

nueranno a respirare in superficie.

sciacalli. Ricorreranno spesso alla formula della festa, ed in estate tutti in piazza, per le strade a gridare al miracolo. Crescerà il popolo di vassalli e valvassori investiti a svolgere ruoli e funzioni. Questo accade in terra di Puglia. La mia terra, invece, è abitata da delfini con la coda irrigidita in alto, con una espressione eternamente simpatica che cela abilmente pierròt p.07


#00 02/2009

Domenico Lobascio

appartiene all’ambito delle HYPERLINK “”

Difatti, improvvisando una scena, l’inter-

terapie di gruppo ideata da HYPERLINK “”

prete entra in contatto con la sua realtà

Jacob Levi Moreno nel HYPERLINK “” 1921.

originaria, il suo Sé profondo, ma non lo

In essa si ricorre al gioco drammatico

può afferrare né fissare in quanto esso è in

e libero, con la finalità di incrementare

continua trasformazione.

attivamente la spontaneità dei soggetti,

A questi si presenta l’opportunità di intra-

di facilitare l’esteriorizzazione rappresen-

vedere la momentanea scissione della sua

tativa dei vissuti personali, mediante le

personalità, di fissarne i contorni ed appro-

improvvisazioni sceniche e la loro analisi,

priarsene a livello cognitivo ed emotivo

l teatro è il luogo nel quale l’uomo anima

operata da uno psicoterapeuta “direttore

nell’azione scenica, nello stravolgimento di

la propria sublime espressività, in una ri-

del gioco”.

un qualcosa di statico che è alla base d’ogni

tualità ancestrale che investe ogni capacità

Ma al di là dell’utilizzo terapeutico di que-

copione o elaborazione drammaturgica.

di dare significato ai contenuti della inte-

sta tecnica, ogni rappresentazione teatrale,

Il risultato di questo esercizio socio-

riorità attraverso l’arte della mimesi, della

anche quella che si caratterizza per finalità

affettivo ha un doppio effetto: esprime il

danza, delle immagini; nel gioco a tratti

artistiche e creative, costituisce un mezzo

riflesso del Sè e lo manifesta a chi osserva,

tragico, a tratti divertente o meditabondo

privilegiato di espressione e simbolizza-

ottenendo una convalida rispetto alla sua

della impersonificazione narrativa.

zione dei conflitti personali, nella quale

realtà originaria, quella che attraverso l’al-

Estrema sintesi di processi di educazione

inevitabilmente si esprimono e si canaliz-

tro si rivela essere vera,

alla sensorialità e alla percezione della

zano, e quindi si rielaborano, le situazioni

Ma, come Goffman ha esaustivamente

propria dimensione psico-corporea; la

conflittuali interpersonali.

analizzato nelle sue tesi sociologiche

rappresentazione teatrale si nutre di figure

Sono molteplici i meccanismi psico-

quando annuncia la sostituzione della

tipizzate di personaggi extraquotidiani,

dinamici ed emozionali che si verificano

rappresentazione “fittizia” della individua-

attingendo

nell’agire scenico.

lità nel palcoscenico della vita, la scissione

nell’armonico rapporto tra corpo, voce,

L’attore rappresenta il suo grado di scissio-

nell’Io dell’attore mostra aspetti che vanno

mente nella relazione con l’altro e gli altri;

ne tra ciò che è nella sua realtà interiore, e

ben al di là della sua realtà individuale per

alla finzione dell’essere nell’agire la creati-

ciò che vorrebbe essere, o ciò che incon-

abbracciare simbolicamente contenuti col-

vità interpretativa.

sciamente è. Questa scissione va assecon-

lettivi dell’esperienza umana.

Il teatro nasce nell’antichità per un’idea

data nella dimensione creativa, in quanto

L’appropriazione del vero Sé transita nella

di rispecchiamento, di mimesi naturale:

non ha solo una valenza trasformativa, ma

consapevolezza che la “scissione” è diven-

l’attore cerca di sentire le emozioni che

anche esplicativa di sé.

tata nell’Io occidentale una funzione, una

la narrazione scenica suggerisce, così le

Essa, difatti, spiega attraverso l’esperienza

prestazione fisiologica e non più occasio-

può esprimere in modo da comunicarle

creativa come si evolve la scissione, dove

nale, avendo smarrito l’Io occidentale il

al pubblico, in una dinamica catartica che

cercarne le radici, quali risonanze emotive

ricordo del meccanismo della scissione

coinvolge l’interprete e gli spettatori.

ha determinato, e come si esprime abitual-

come dinamica difensiva, ed avendo istitu-

Proprio in virtù di tale potente impulso alla

mente, fino a giungere al superamento

ito tale meccanismo come norma perma-

elaborazione di vissuti emotivi che esercita

della scissione stessa operata dalla co-

nente.

l’interpretazione e la narrazione teatrale, si

scienza, ed alla progressiva ricostruzione

Il teatro, quindi, assolve ad una funzione

sviluppa la tecnica dello psicodramma, che

della realtà originaria (Sé reale).

di potenziamento della sensibilità della

I

p.08 pierròt

all’espressività

pre-verbale


02/2009 #00

coscienza e di una progressiva emersione

dimensione creativa, che darà nuova

rappresentazione teatrale è un fertile

di un osservatore critico interno che possa

espressività ai gesti e agli atteggiamenti

incontro fra interiorità corporea e comu-

affrontare le sorti personali e collettive che

del corpo.

nicazione; nell’azione fisica ed emotiva,

si determinano in un contatto con il corpo

La componente olistica della rappresen-

attraverso il processo dell’improvvisazione,

emotivo; in quanto l’attore sperimenta ed

tazione teatrale permette di tradurre i

si annulla ogni possibilità di agire manipo-

esplora la mancata unità con se stesso at-

testi dunque, creativamente, in immagini

lazione, finzione, mistificazione; l’Io e l’Es,

traverso il lavoro su mente-corpo-azione.

interiori che hanno la doppia funzione

che è poi il corpo in movimento, condu-

In tale contesto rappresentazionale, gli

di far ricordare il testo e di tradurlo con il

cono il loro dialogo immersi nella verità

attori adoperano il “sistema” ideato da Kon-

linguaggio dei movimenti corporei; di dare

liberatoria del Sé.

stantin Stanislavskij, che è il metodo tea-

vita ad una sorta di “fisiognomica teatrale”,

Teatro, quindi come rispecchiamento della

trale che ha esercitato una grossa influenza

dove le caratteristiche fisiche e le qualità

vita, come narrazione simbolica di essa,

per gli attori nelle esperienze teatrali delle

morali e psicologiche si intersecano imme-

come ricerca di una dimensione ontolog-

avanguardie.

diatamente le une nelle altre.

ica dell’essere, nel vivificante processo di

Esso comporta un vero e proprio percorso,

Tutto ciò conduce secondo Artaud ad un

integrazione emozionale che gli interpreti

che coinvolge il corpo, la mente e l’etica

esito positivo nella ricerca della verità sce-

e gli spettatori conducono in un quadro di

stessa dell’attore, affermando il principio

nica; difatti, nel suo teatro della “crudeltà”

complicità e di “rivoluzionaria” liberazione

centrale che si giunge a plasmare la mente

egli fa rivivere la parola attraverso la fisicità

dai condizionamenti della vita vissuta.

agendo sull’universo psichico dell’attore,

carnale dell’attore.

così da rendere congruente in lui una

Ponendo

Saba Salvemini

P

attenzione

sull’azione,

la

arole sul teatro…non si può dire che

ancora una volta…e si andava avanti così

non ne siano state scritte…

per tutto il pomeriggio. Le prove mi sem-

…mi vengono in mente le prime prove te-

bravano infinite ed il teatro una cosa no-

atrali che facevo all’asilo per lo spettacolo

iosa…sapevo solo che quando sarebbero

di natale. Tutto sembra un sogno lontano.

arrivati i parenti avrei dovuto cercare di

Ricordo che mi davano una spada e mi

salvare la mia pellaccia ricordando almeno

dicevano tu sei il guerriero. Ed il guerriero

le battute ed i gesti che mi erano stati così

si muove così e così, dice queste cose e si

caldamente suggeriti

comporta in questo modo. Poi abbando-

Arriva un altro ricordo.. sempre legato

nato a me stesso con la spada in mano mi

alla mia infanzia. Un’infanzia comune così

mettevo a fare il guerriero. Dopo pochi

come lo sono le storie che ci narra il teatro.

istanti la maestra mi fermava e mi ricorda-

A quel tempo la mia giornata cominciava

va che il guerriero non si muoveva come

dopo la scuola ed il pranzo. Cominciava

facevo io, ma in un altro modo…io prova-

con gli amici. E cominciava sempre con

vo ad imitarla e poco dopo lei mi fermava

un gioco. Un gioco fatto assieme. Ci si pierròt p.09


#00 02/2009

intratteneva facendo i cowboys, le olimpia-

cuginetta che era tempo che la nostra “re-

peggio che il teatro della vita mi offre tutti

di, i poliziotti…e se c’era anche mia cugina

lazione” finisse…che con i miei baci avrei

i giorni…ricco di tutta quella vita reale e

si attaccava giocando al dottore e poi si

potuto metterla in cinta e che questo, si

immaginaria che fa parte dei nostri so-

finiva con Mamma e Papà.

sapeva, sarebbe stato estremamente peri-

gni…di tutte quelle scene che si ripetono

Tutto filava liscio. Tutti sapevano che fare,

coloso….da quel giorno smisi di giocare a

da secoli…e che lentamente evolvono in

come morire, come rispondere ed il gioco

Mamma e Papà e dopo poco anche a tutti

qualcosa di nuovo…di veramente nuovo...

per quanto ingenuo era un piacere immen-

gli altri giochi...

Potrei fare l’attore in questa magnifica

so. Potevo giocare a cowboys per settima-

E così cominciai a credere che quel gioco,

pièce che è la vita. Trovarmi un lavoro da

ne inventando sempre nuove situazioni,

che prima facevo con tanto piacere, fosse

guerriero, padre, poliziotto…e recitare…

nuove morti, nuovi colpi di scena...ed uno

vero…

come fan tutti…ma mi è toccato, in questa

sguardo attento avrebbe potuto scorgere

In quell’età fui il miglior attore di tutti i

parte della mia vita, di far l’attore e così

sotto la naïveté del gioco uno sfondo di

tempi così come lo furono i miei compagni

quando salgo sul palco smetto di mentire

nuda e cruda realtà. Chi restava escluso

d’arme ed i miei coetanei sparsi in tutto il

e dico la verità quella poca verità che pos-

dal gioco, perchè in ritardo, osservava

mondo.

so ricordare…una verità dolce come la vita

“partecipando” e suggerendo il da farsi a

Poi…crebbi… feci le medie, le superiori, il

che ci fa sognare tutti.

chi “da dentro” non poteva che vedere quel

liceo, l’università, l’accademia teatrale, fre-

poco che gli era concesso dalla situazione.

quentai una lunga serie di maestri...guidai

Gli esclusi attendevano impazienti il loro

la moto, la macchina, lessi, scopai, bevvi,

turno.

piansi e risi e così via..ma mai più ebbi il

I miei cowboys come quelli dei miei

piacere di sentire che tutto ciò che facevo

compañeros erano perfetti, vitali, pronti

accadeva come per gioco...

all’azione, disponibili a tutto. Si moriva e

Vivendo sono passati anni. E vivendo, vo-

rinasceva sotto nuove spoglie in meno di

lente o nolente, ho visto la vita, gli uomini,

un batter d’occhio. La storia ci era chiara.

le donne, le loro relazioni…molto ho visto

Lo era anche quando si trattava di gioca-

e molto mi rimane da vedere…(se non

re a mamma e papà: trovare una serie di

muoio oggi - cosa più che possibile)

problemi, risolverli, fare una litigata e poi

Con il passare del tempo gli occhi si sono

finalmente baciare mia cugina. Il dottore si

aperti e poco alla volta ho accettato ed ac-

può dire che veniva anche più naturale.

cetto di vedere come giocano i grandi….

…Insomma il gioco era chiaro…mi diverti-

fanno quello stesso gioco…solo un po’ più

vo…e se qualcuno mi guardava non avevo

pesante…più vero…muoiono, litigano,

nessun problema. L’unico imbarazzo si sa-

soffrono (oh quanto soffrono), gioiscono,

rebbe presentato qualora mi avessero visto

falliscono, rinascono…e lo fanno veramen-

baciare la mia cuginetta…lì subentrava un

te… veramente.

piccolo senso di sporcizia che difficilmente

Il teatro mi ha dolcemente insegnano

mi si levava di dosso. Ma forse il piacere

a leggere e così...leggo il loro teatro…e

stava proprio lì....

quando apro una pièce lo ritrovo lì…bel-

Ricordo che un giorno dissi alla mia

lo…condensato e ricco del meglio e del

p.10 pierròt


02/2009 #00

Giuseppe Ardito

risponde alle tue battute, ride e applaude

di balbuzie nervosa che avevo quando mi

al momento giusto, dove tu aspetti solo

relazionavo con gli altri, e se anche oggi

che lo facciano, e quando succede ti senti

che sono un agente di commercio e riesco

bene, quasi un dio.

bene nel mio lavoro devo ringraziare il Te-

vevo ventunanni, era l’estate del

Molte avventure sono accadute durante

atro delle Molliche.

1996, eravamo un gruppo eteroge-

la mia permanenza all’interno del gruppo,

neo di ragazzi, senza grilli per la testa, ci

non si possono racchiudere in un solo rac-

interessava solo stare insieme. E’ iniziato

conto, ed anche se si narrassero, so che

tutto da quì.

non susciterebbero in chi ascolta le stesse

Il teatro, per me ha rappresentato una sana

emozioni che suscitano in me e in chi le ha

forma di aggregazione.

vissute in prima persona.

Devo molto al teatro, alla compagnia Te-

Avventure, storie, successi ed insuccessi,

atro delle Molliche.

pubblico educato o marasma di gente ru-

Credo che tutti dovrebbero fare questa

morosa, tutte cose che ci hanno fortificato

esperienza.

o, almeno per quanto mi riguarda, hanno

E’ una sensazione forte e viscerale; quando

aiutato ad essere il Giuseppe che tutti oggi

si calca il palcoscenico, devi contare soltan-

conoscono.

to su di te e sull’aiuto di chi è in scena con

Molte cose sono migliorate in me da

te, è un miscuglio di terrore e di piacere

quando ho messo piede per la prima volta

allo stesso tempo.

all’interno della “compagnia”, soprattutto

Terrore di sbagliare e di non riuscire, ma

ora riesco ad esprimermi meglio, perchè

piacere, piacere enorme quando il pubblico

sono riuscito ad eliminare una lieve forma

A

Titti Miani Greco

E

’ così che prima di un esibizione mi

prima di dover cantare. Ma dopo questo ti

sento: brividi di freddo, paure, rimorsi.

senti fiera di essere lì, fiera del tuo perso-

Paure. Paure di non riuscire a dare il massi-

naggio, pronta a stupire, pronta a tutto.

mo del massimo che riesci a dare metten-

Pronta.

do tutta te stessa. Paure. Paura di sbagliare.

E quando finalmente stai per superare la

Paure. Paura di balbettare. Paure. Paura di

barriera nera che ti separa dalla scena senti

mangiarsi le parole. Paure. Paura di scor-

una voce dentro te che dice: Io ce la posso

darsi le sequenze dei gesti o delle battute.

fare, no, Io ce la devo fare. Perché se sono

Ma quando ti trovi ad un passo dal palco-

arrivata fin qui vuol dire che valgo qualcosa

scenico, prima che le luci si accendono,

su questo pavimento, in questo teatro. Io

prima che tutte le persone si siano sedute;

ce la devo fare perché se sono arrivata fin

hai un blocco: come se ti si spezzassero le

fui ce l’ho già fatta, e ce la farò ancora!

ali prima di dover volare…o, le corde vocali pierròt p.11


#00 02/2009

Carlo Del Vescovo

propri pensieri, che appaiono surclassati

da parole neutre e senza tinte forti. Si con-

da quelli imposti dal piccolo schermo. Il

tinua entrando nel dettaglio della propria

silenzio imposto.

condizione, sperando che un tono più confidenziale possa suscitare la benevo-

Pranzo o cena con amici fuori casa: Gli amici

lenza del interlocutore che nel frattempo

scelgono dove cenare in base a quanta

ha cominciato ad annuire con un sorriso

i è spesso accennato in questi mesi

gente c’è in ciascun locale pubblico. Se si è

accennato. C’è la prima pausa, in attesa che

all’importanza da parte di un attore di

tra fidanzati si cerca un posto dove un certo

ci sia finalmente una risposta. Nulla. Il capo

elaborare il silenzio in scena.

silenzio possa permettere di comunicare,

guarda altrove sospirando e sorridendo col

Ho avvertito di aver maturato una migliore

mentre se si è in un gruppo folto di amici si

fare di chi sta pensando “è sempre la stessa

comprensione dei silenzi anche nella vita

cerca un locale ben frequentato per sfug-

storia!”. Il sottomesso se ne accorge e pen-

quotidiana. Il silenzio ha una sua dimensio-

gire dall’imbarazzo globale di non riuscire

sando di anticipare l’inizio del discorso del

ne positiva (nel senso etimologico del ter-

a comunicare efficacemente con tutti. Il

capo cerca di rimediare dicendo che ne

mine) e non va superficialmente avvertita

silenzio di un gruppo di dieci persone in

avrebbero potuto parlare un’altra volta se

come assenza.

una serata che prometteva divertimento

c’era qualche problema, avendo il malcapi-

ed evasione è imbarazzante ma anche

tato pensato che probabilmente qualcun

sconfortante. Un silenzio double phase.

altro lo aveva preceduto quel giorno con

S

Immersi tra i suoni ripetitivi e consueti della nostra quotidianità, si dovrebbe impara-

la stessa richiesta. Salutando gentilmente,

re con maggior coscienza ad individuare i

Uomini incaponiti: Gente si confronta ani-

esce. Il miglior modo di vincere un con-

silenzi realizzati e quelli che si nascondono

mosamente senza ascoltarsi. C’è la paura

fronto è evitarlo. Il silenzio del potere.

dietro altri suoni.

di farsi fregare dall’altro. Ognuno elabora

Ho pensato di proporre alcuni momenti di

strane deduzioni in deroga ad ogni logica

Attesa della fine di un silenzio.

vita da poter anche eventualmente analiz-

pur di averla vinta. Si comincia ad urlare,

Silenzio..

zare come prove d’attore.

qualcuno la sta spuntando e gli altri ne sentono il pericolo dell’epilogo sfavore-

E: Cosa facciamo adesso?

Pranzo o cena a casa in famiglia: Si è a ta-

vole della conversazione. Non si ascolta

V: Aspettiamo colui che verrà a rompere il

vola assieme in famiglia con grandi pause

neanche cosa l’altro stia dicendo, perché,

silenzio.

senza parlare, nessuno percepisce la noia

mentre l’altro parla, devi pensare a cosa

o imbarazzo per la mancanza di comuni-

urlare a tua volta in modo più energico. Il

cazione. C’è qualcuno che cerca di parlare

silenzio della ragione.

per dire qualcosa di importante ma è vinto

Silenzio..

E: Sì ma mentre aspettiamo?

dalla propria timidezza e dalla indifferenza

Capi e sottoposti. Il sottoposto chiede un

V: E se ci impiccassimo?

altrui. Le basse teste dei restanti murano la

migliore trattamento, solleva le proprie

E: Sarebbe un buon modo per schiarirsi la

comunicazione, tranquillizzati dalla TV che

ragioni con calma e col timore di varcare

gola…in attesa del grande urlo.

parla continuamente. Essa colma i silenzi

la soglia del lecito. snocciola mille con-

familiari della cena o del pranzo, inibendo

venevoli e premesse affinché la richiesta

la parola dei grandi e educando i più pic-

non appaia troppo irruente e sfrontata.

coli all’inutilità di esprimere con fantasia i

Grandi perifrasi condite da mezzi termini,

p.12 pierròt


02/2009 #00

Michele Pinto

Ogni persona poi aveva dei pronomi 
di-

Amore Ossigeno 
Piccola 
Bellissima
 Bam-

scendenti dei nostri antiquati cognomi,

bi
 Ketchup sulle patatine
Cuspide della

che li poneva in una sorta di classificazio-

notte prima dell’alba.

ne
per familiae romane.

Pesci esotici: ce ne sono varietà bellissime

C’erano allora i 349, parenti dei 347 e dei

nell’acquario di mia cugina. 
Sono traspa-

348, e ancora i 339
i 328 e i 392.

renti e scivolano idrodinamici senza danno

Tutta questa rete avrebbe dovuto favorire

nell’acqua 
e puoi vederci attraverso.

le relazioni interpersonali
ma invece que-

Tu chiamami PESCE TROPICALE DELL’AC-

ste ne subirono un brusco rallentamento.

QUARIO DI MIA CUGINA!

Non solo gli individui non si 
incontrarono più di persona, ma poichè le tariffe erano troppo alte ed ognuno 
aspettava di essere chiamato dagli altri smisero di chiamarsi. Io invece ti chiamerò sempre

I

n una delle linee temporali del pianeta Terra ci fu un’epoca in cui gli uomini
(e le

donne) abbandonarono l’arcaica maniera di connettersi tra di loro 
rivolgendosi di persona la parola e soprattutto chiamandosi per nome, in 
favore di un più rapido, sicuro ed efficiente sistema di nomenclatura a base
decimale. C’era allora Giusy che divenne 2106373, Francesco

diventò

4150042 e così via.

6756241,

Cristian Michele Pinto - Mutatis Mutandis: gli angeli non hanno catene!

pierròt p.13


#00 02/2009

Leonardo Ventura

E diamogli pure dei sogni veri, quelli che

mentosa.. dalla vile terra nasce la più no-

sanno di sangue e sudore, non solo begli

bile forma d’arte, la natura, senza fronzoli

ideali che s’impattino sul nascere su di un

e inutili giri di parole.. inutili perché non

foglio bianco.

tutte le parole del mondo sarann

a quanti artisti ci sono su questa

Portiamo il cuore al mare, facciamo che re-

degne d’esprimere la bellezza di un sogno

terra?

spiri la libertà e, senza pretesa alcuna, dia

reale, fatto di assoluta imperfezione e to-

Mettiamone un po’ al rogo, che l’incenso

a se stesso il proprio conto. Più sarà duro e

tale completezza nel descrivere il mistero

nell’aria abbia più valore di uno spento

più incisivo crescerà il suo valore..

della vita.

ardore che proclama la propria gloria!

Fra le pietre si nasconde erba medica-

M

Martina Martinelli

Il vademecum dell’aspirante attore Prologo Premesso che sarebbe più facile dirvi ciò che bisogna fare per diventare grandi attori di teatro, ma che io ignoro quale sia questo fare; premesso che, per ora, ho solo appreso ciò che non bisogna fare, perchè tutto quello che faccio è sbagliato; l’intento di questo scritto è di rendervi edotti sugli errori da me commessi e che vi auguro di non ripetere. Buona lettura. p.14 pierròt

1 In scena ogni movimento deve essere voluto, per cui muoviti poco, certo ti sentirai uno stoccafisso e penserai fra te e te, ma le mani dove le metto? Ecco, non metterle in tasca. 2 Le mani non le hai messe in tasca e sei stato bravo, ma porca miseria, era proprio necessario aggiustarsi i capelli? 3 E tu, che sei senza capelli, c’era bisogno di grattarsi? L’abbiamo visto tutti. 4 Superata la difficoltà dello stare in scena, senza muoversi, non dimenticare di tenere i piedi ben piantati in terra....cos’è quel piedino che rimane in bilico e non sa dove andare? Starai per caso facendo un passo di danza classica? Non ti azzardare, poggia quel piede, mica siamo al balletto? 5 Reciti ad agosto con un vestito che pesa venti chili e ti fa sudare come un cammello, pensa ai pinguini e ricorda sempre che non ti devi aggiustare. 6 Passiamo ai colleghi, in scena non sei solo, hai altri stoccafissi che recitano con te. Il che significa che gli altri baccalà, ad un tuo respiro reagiranno, quindi non respirare. 7 Ricordati sempre di respirare. 8 Hai parlato? Ma che hai detto? Non ti ha sentito nessuno. Ti sei ricordato di usare

mai

il diaframma? È vero che con i tempi che corrono bisogna risparmiare, ma non ti sembra di esagerare? 9 Sacrilegio, hai sputato al tuo compagno mentre parlavi..............Bravo, vuol dire che stai producendo saliva, sputa sputa...... 10 Hai toccato un altro attore? Ma sei pazzo? Lo sai che questo provocherà una sua reazione? E tu sai quale sarà? No che non lo sai, quindi, astieniti dall’allungare le mani.

Queste sono solo dieci delle migliaia di cose che ogni attore dovrebbe tenere sempre a mente, il che vi fa comprendere quanto il mestiere dell’attore sia impossibile. Tuttavia non rinunciare mai al sogno di diventarlo e goditi la strada che percorri, il divertimento è tutto nel tragitto, sempre con la consapevolezza che forse la meta non sarà mai raggiunta. Ma non disperare, salirai sul palco, darai il meglio di te, ogni giorno rispetterai una regola in più e vedrai che gli sbadigli del pubblico si trasformeranno in applausi. La vita è un teatro, il teatro è la vita, porta in scena la realtà.


02/2009 #00

Carlo Del Vescovo

una macchina fotografica). A quel punto

aiutato a far emergere i miei tratti ponen-

ho pensato che il re era nudo. Ho visto

doli in chiaro sia a me stesso che ai miei

questo brutto sacro natale, ogni

dinanzi a me due persone che utilizzavano

colleghi. E’ un percorso di scoperta e talvol-

anno

profana-

un gergo che non li apparteneva. Erano

ta il sentirsi semplicemente capaci di cre-

to dalla prolificazione di inutili oggetti

semplicemente affascinati da quei termini

are qualcosa può suscitare una maggiore

maldestramente chiosati come “pensieri”

anglosassoni così altisonanti, ma in realtà

sicurezza di se stessi e una maggiore calma

(Che qualcuno ci insegni il valore di que-

colmi per loro solo di fascino. Mi domando

nell’approcciare gli altri.

sto termine!!!), mancavano solo le bombe

a questo punto se il meccanismo principa-

Penso anche che questo percorso sia fatto

nella terra natale. L’umanità si è omaggiata

le del consumismo stia nel linguaggio e nel

di lettura e curiosità. Lo studio è il modo

cordialmente con il pensiero di fondo (qui

generare parole sexy con cui narcotizzare

migliore per coltivare le proprie curiosità

purtroppo il termine è propriamente adot-

le masse. Riflettiamo su cosa saremmo sen-

e la conoscenza alimenta la voglia di per-

tato) che i figli di alcuni saranno cresciuti

za le parole delle multinazionali. Sarebbe

fezionarsi.

sul sangue dei figli di altri.

possibile riempire questi spazi vuoti? Forse

Conseguenza naturale di questo approccio

Vorrei subito premettere che questo non è

la creatività e una maggiore autenticità del

alla vita è la maggiore autonomia intellet-

il tipico je accuse verso il consueto consu-

proprio linguaggio sarebbero sicuramente

tuale che ti conduce a scelte più decise e

mismo natalizio, mi piacerebbe invece con

più stimolate. Forse si riuscirebbe a con-

ferme e ad una maggiore e più chiara ca-

voi provare a fare un piccolo passo oltre.

cepire un proprio vocabolario frutto del

pacità di discernimento di cosa realmente

L’esperienza di stesura di quest’articolo

proprio vissuto. Sarebbe bello ascoltare

fa per te. Trovo bellissimo scegliersi delle

parte dall’aver assistito all’interno di uno

un uomo per strada e poter capire il lavoro

parole preferite da utilizzare propriamente.

degli omnipresenti centri commerciali ad

che fa semplicemente dai vocaboli che

L’istanza che propongo con forza è anche

una discussione tra padre e figlio di mia

predilige. Sarebbe molto interessante che

riscoprire l’importanza di un linguaggio

conoscenza del tutto lontani dal mondo

ognuno riporti nella propria analisi logica

esatto. Molti dei litigi in famiglia o tra amici

della tecnologia che dissertavano circa gli

l’impronta della propria pratica lavorativa

nascono da una scarsa capacità di comu-

articoli presenti sugli scaffali. Ambedue,

e della propria indole, tecnica o sognatrice

nicare esattamente ciò che si vuole e il

malgrado già in possesso di ogni sorta di

che sia. E’ una esperienza tipica di quando

fraintendimento è sempre dietro l’angolo.

accessorio tecnologico, non nascondevano

si parla con i contadini anziani. Sin dalle

L’augurio che faccio per il nuovo anno

affatto la smania dell’ acquisto, alimentata

prime parole, ci si accorge che è una per-

a tutti i miei colleghi, maestri, lettori e a

non tanto dalla curiosità di un nuovo og-

sona che si identifica con il lavoro nobile

Pierrot è quello di riscoprire ulteriormen-

getto ma quanto dalla brama di possedere

e duro della terra. Allo stesso modo forse

te la propria singolarità, conservandola

l’articolo più avanzato. Lo scenario è del

ci si accorgeva nel passato di parlare con

come tesoro personale ma da donare agli

tutto noto ed è anche abbastanza poco

un nobile dalla ricercatezza dei suoi ter-

altri senza riserva. Quindi l’anno prossimo

originale farne un quadretto seppur super-

mini sia che esso fosse uno spietato sia un

vi sprono a donare ai vostri cari un vostro

ficiale. La mia fronte però si è corrucciata

filantropo. Sono convinto che uno dei più

pensiero sotto forma di una vostra frase

quando ascoltando i termini da loro utiliz-

bei regali da fare a se stessi è quello della

maturata durante l’anno, rappresentativa

zati mi sono accorto di alcuni errori anche

unicità. Sono allo stesso tempo convinto

di come il rapporto umano con quella

abbastanza grossolani dovuti alla loro

che l’arte è la strada maestra da percorre-

persona è evoluto durante l’anno. Non

totale ignoranza nel campo. (Ad esempio

re per definire i propri tratti linguistici ed

deleghiamo ad un inutile oggetto il nostro

credevano che i pixel fossero una unità di

espressivi.

spirito fraterno natalizio!

misura della grandezza dello schermo di

L’esperienza stessa della scuola mi ha

A

sistematicamente

pierròt p.15


#00 02/2009

La Redazione

C

ontinuiamo a pubblicare episodi epistolari che riguardano politica e arte, due mondi strettamente connessi ed equidistanti. In questo numero pubblichiamo la corrispondenza tra un artista ed il consiglio di amministrazione dell’ente pubblico IPAB Casa di riposo “V. Emanuele II” di Corato composto da consiglieri individuati da organi politici. Troverete la forma della scrittura alquanto “strana”, desueta: improntata al rigore burocratico la prima missiva, all’invenzione del “fantaburò” la seconda. Per decifrare entrambe occorre conoscere alcuni fatti. Il Teatro delle Molliche dal 2002 svolgeva all’interno della palestra concessa dall’ente IPAB la Scuola delle Arti della Comunicazione. Dopo sei anni, il CdA ha comunicato che la tariffa da evolvere a titolo di ablazione, gli orari, l’organizzazione dovevano essere regolamentati in un modo che risultava incompatibile con la nostra attività. Dunque, abbiamo chiesto un regolare contratto di locazione, una convenzione di gestione. Negati. Abbiamo cercato di spiegare le regioni per cui risultava impossibile lavorare secondo la nuova regolamentazione, chiedendo la concessione di soli 30 minuti di più rispetto all’orario indicato nel regolamento. Così senza perderci d’animo e con l’aiuto Divino abbiamo deciso di andare altrove.

p.16 pierròt

Lettera spedita il 10/12/2008

Lettera spedita il 22/12/2008

Spett.le TEATRO DELLE MOLLICHE – Corato Alla c.a. del M° Francesco Martinelli

Spett.le Casa di riposo “V. Emanuele II” – Corato alla c. a. del Presidente prof. Filippo Balducci

Oggetto: Utilizzo Auditorium.

Oggetto: Utilizzo Auditorium.

Con riferimento all’oggetto sopra emarginato si fa seguito a Vs pregiata del giorno 4 c. m. per significare quanto segue. Premesso che la richiesta dei giorni e degli orari di utilizzo dell’Auditorium va effettuata mensilmente, in ordine agli orari di utilizzo della struttura si ribadiscono quelli già comunicati nella missiva del 25.11 c.a. e precisamente : a) ore 8:30 – 12:30 nella fascia antimeridiana; b) ore 16:30 – 21:30 in quella pomeridiana, così come stabiliti con Delibera del CdA n. 14/08 del 18.11 c.a. e non prorogabili per esigenze dell’Ente. Per i motivi testè chiariti, si concede pertanto l’utilizzo dell’Auditorium sino al 31.01.2009, invitando Vs Compagnia a specificare gli orari di utilizzo (mattina e/o pomeriggio). Per quanto non evidenziato nella presente, si fa riferimento alla Ns del 03.11 c.a. Distinti saluti.

Seguitando a Vs pregiata del 10 c.m. conseguente a Ns. del 02/12 c.a. in risposta della Vs. del 25/11 c.a. con riferimento all’oggetto sopra emarginato significhiamo quanto segue. Adducendo che si ha necessità di una concessione dell’Auditorium sino a Dicembre 2009, esigente la nostra attività, in calce esplicitata quale Teatro, una programmazione ex ante, ed essendo indispensabile agire in corretta piattaforma lavorativa rispetto tempi e spazi; evidenziamo Vs. volontà a concedere una tantum lo spazio in questione, dietro richiesta giustificativa presentata mensilmente, citiamo missiva del 10 c.m. dove vi è delibera approvante concessione sino e non oltre al 31.01.2009, ribadiamo che gli orari da Voi comunicati, dietro decisione improrogabile del CdA con Delibera n. 14/08 del 18.11 c.a,, definiti idonei ad esigenze estrinseche dell’Ente, non risultano coincidenti con il nostro calendario scolastico regolante la frequenza degli allievi iscritti secondo apposito registro interno. Per i motivi testè chiariti non essendo compatibile con gli assunti suddetti, una concessione ad uso dell’Auditorium, in ottemperanza del giusto regolamento di utilizzo, come previa disciplina del CdA; comunichiamo che abneghiamo Vs. gentile concessione, provvedendo a sgomberare immediatamente l’Auditorium di quanto posseduto, al fine di rendere l’immobile libero da persone e cose, e svincolato da impegni con la Ns. Compagnia. Memori della ospitalità offerta, e confidando nella sensibilità rispetto ad eventi e progetti di fruizione culturale, auspichiamo una futura e proficua collaborazione. Porgiamo distinti saluti.

Il Presidente, Prof. Filippo Balducci

Il Legale rappresentante, Maestro Francesco Martinelli


la Bacheca STAGES “WEEKEND IN PALCOSCENICO”

In collaborazione con Globeglotter - Trinitapoli - (info e iscrizioni 0883.634071 - 340.1206412 - www.globeglotter.it) 6/7/8 Marzo - Centro di Lettura Globeglotter - Trinitapoli

“Teatro del Novecento”

Harold Pinter con Fabrizio saccomanno (Kantieri Teatrali Koreja) ; Samuel Beckett con Lucia Zotti e Lello Tedeschi (Kismet Opera) Benni - Bisio - Pennac con Rosa Tarantino (Il Carro dei Comici) 13/14/15 Marzo - Centro di Lettura Globeglotter - Trinitapoli

“Il Teatro Greco” Con Francesco Martinelli (Teatro delle Molliche) 3/4/5 Aprile - Centro di Lettura Globeglotter - Trinitapoli

“Il Teatro di Shakespeare” Con Roberto Petruzzelli (Teatro Nuovo) A conclusione di ogni stage gli insegnanti terranno una lezione spettacolo aperta al pubblico. Tutti gli stage si terranno presso “Libriamo” in via Cairoli, Trinitapoli. Orari: Venerdì 16.00-20.00; Sabato 10.30-18.00; Domenica 16.00-19.00. Costi: € 50,00 per singolo stage + € 50,00 di iscrizione (valida per tutti gli stages)

24/25/26 Aprile - Scuola delle Arti della Comunicazione - Corato

“Il Teatro del Mostro” Condotto da Rolando Macrini Costo: € 15,00

EVENTI 7 Marzo, ore 18.00 - Biblioteca comunale - Corato

“A volte volti di donna accadono” Lettura drammatizzata.

11 Marzo, ore 18.00 - in collaborazione con SECOP EDIZIONI - Corato

“POESIE SOTTO LE GRONDAIE”

Laboratorio di scrittura poetica “Abitare poeticamente il mondo”, condotto da Angela De Leo 21 Marzo, ore 18.00 - in collaborazione con SECOP EDIZIONI - Corato

“POESIE SOTTO LE GRONDAIE”

Laboratorio di scrittura poetica “Abitare poeticamente il mondo”, condotto da Angela De Leo 27 Marzo - Via Duomo - Corato

“Giornata mondiale della poesia” Dalle 19.00 alle 24.00 in Via Duomo si potranno recitare o esibire le poesie amate (la partecipazione è gratuita)

O.F.T. SCUOLE (Osservatorio Formazione Teatrale nelle Scuole) L’impegno del Teatro delle Molliche rivolto all’educazione e formazione artistica delle nuove generazioni è costante svolgendo laboratori nelle Scuole Pubbliche: Istituto Tecnico Commerciale “Tannoja” – Corato “Le nuvole” di Aristofane Istituto Tecnico Commerciale “Einaudi” – Canosa di Puglia “I luoghi del pensiero” Istituto Tecnico Commerciale “Carafa” – Andria “Il maleficio della farfalla” di G. Lorca Istituto Professionale per il Commercio “Lotti” – Andria “Aspettando Godot” di Beckett

http://pierrotweb.wordpress.com il blog di Pierròt Un blog sempre aggiornato, dinamico, ricco di notizie su corsi, spettacoli, concerti, mostre ed eventi di particolare interesse selezionati per voi. Articoli, recensioni, servizi fotografici, video che potrete commentare giorno per giorno. I link utili, le informazioni sui corsi della Scuola delle Arti della Comunicazione e, se volete, il numeri precedenti di “Pierròt “ da leggere direttamente sul vostro PC.


delle

Scuola Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche

Scuola di recitazione e di orientamento professionale La Scuola ha come obiettivo l’educazione e l’orientamento al Teatro. L’attività è finalizzata all’insegnamento dell’utilizzo dei mezzi di espressione artistica; alla ricerca della libera espressività nella pratica attoriale; a stimolare la sensibilità e alla scoperta della necessità ed essenzialità del gioco del Teatro.

Corso propedeutico di recitazione per ragazzi Da 11 a 14 anni. L’attività è finalizzata all’insegnamento delle regole fondamentali di palcoscenico; alla ricerca della libera espressività nella pratica attoriale; a stimolare la sensibilità e la voglia di esprimersi liberamente nel gioco del Teatro. Fondamentale sarà il rapporto con le tecniche propedeutiche alla recitazione, avviando uno studio serio sul linguaggio fisico e verbale applicato al Teatro.

Corso di teatro per bambini Da 6 a 10 anni. L’attività della Teatroteca è finalizzata alla ricerca della libera espressione creativa utilizzando i mezzi e il linguaggio del Teatro, stimolando la necessità comunicativa. Tramite il gioco del Teatro insegneremo ad apprendere le regole fondamentali di socializzazione in scena e la disciplina artistica.

Informazioni: cell. 3384234106, all’indirizzo e-mail: teatrodellemolliche@libero.it, sul nostro sito internet www.teatrodellemolliche.it

e presso la nuova sede operativa in Via Ruvo n. 32 - Corato (Ba)

La scuola è patrocinata dai comuni di Corato (Ba) e Seravezza (Lu) ecollabora con la Scuola del Piccolo Teatro della Versilia di Seravezza (Lu), il CUT dell’Università degli Studi di Viterbo, il Teatro Eliocentrico di Viterbo.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.