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Anno III - #000/Dicembre 2010 - Periodico in attesa di registrazione
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12/2010#000quater
Alessandro Maino
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Lucia G. Binetti
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Dario Aggioli
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Annika Strøhm
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http://pierrotweb.wordpress.com
Attrice e regista norvegese. Vive e lavora in Italia da 9 anni. Si è diplomata alla Nordic Theatre Academy del Prof. Jurij Alschitz e con lui ha lavorato in diversi spettacoli Tra gli altri ha studiato/lavorato con J.P. Dénizon, A. Milenin, G. Borgia, G. Sneltvedt, T. Ludovico. Nel 2007 ha fondato l’associazione culturale Areté Ensemble insieme a Saba Salvemini.
In copertina:
Lucia Lazzeri
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Francesco Martinelli
p. 06
Alessandro De Benedittis, Danilo Macina Francesco Martinelli, Alessandra Mazzilli
Abbandonati gli studi di Giurisprudenza decide di vocarsi all’arte. Dirige la Scuola delle Arti della Comunicazione ed è attore e regista del Teatro delle Molliche. Si è diplomato attore a Milano e specializzato in regia lirica a Prato. Ha scritto numerosi testi teatrali tutti rappresentati. Da 11 anni si dedica alla pedagogia teatrale nelle Scuole. E’ maestro perché ha fede.
Stampa digitale a cura di:
Christofer James Shelton
p. 07
Alessandra Mazzilli
p. 07
Allievo attore della Scuola delle Arti della Comunicazione. Frequenta il quarto anno di studio presso il Liceo Classico “A. Oriani”. Ha studiato/lavorato con Christian Di Domenico per il progetto “Prove di volo”, con il regista Riccardo Cannone per il progetto “Ecumenes”, e con Jenny Lipman, docente presso l’accademia teatrale LAMDA di Londra, per il progetto “Shakespeare Summer School”.
Appassionata di teatro, insegna da 12 anni nella scuola secondaria; scrive di eventi culturali per Molfettalive.it; in qualità di tutor ed esperto, ha seguito alcuni progetti di formazione ed educazione per docenti ed alunni.
Nato a Roma il 19 dicembre 1977, è laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo. Allievo di Cathy Marchand, Enrique Vargas e Claudio De Maglio. Assistente in Italia e allievo di Jean-Paul Denizon, attore e aiutoregista storico di Peter Brook. Dal 2000 è autore e regista del Teatro Forsennato che basa il proprio lavoro sull’improvvisazione su canovaccio. Ha ricevuto il “Premio Carola Fornasini per il Percorso Formativo” per il Laboratorio Teatrale Integrato presso l’Istituto D’arte Roma 2. Per le Edizioni Ubusettete, ha pubblicato il libro di estetica teatrale Autore chi guarda - 500 domande sul teatro. Periodico di informazione e critica culturale a cura della
Scuola delle Arti della Comunicazione
Centro di Educazione e Orientamento Teatrale Via Ruvo, 32 - 70033 Corato (Ba)
LAST STEP. Here we go again! Where we go again? Danilo Macina
Progetto grafico ed impaginazione Danilo Macina In redazione
Graziani Arti Grafiche S.r.l. S.P. 231 km. 31,600 - 70033 Corato (Ba) www.graziani.it Il contenuto degli articoli riflette esclusivamente il pensiero dell’Autore e non è necessariamente condiviso dalla redazione di Pierròt. L'unico responsabile è l’Autore che ha fornito i materiali, i dati, le informazioni o che ha espresso le opinioni. Qualora il lettore riscontri errori o inesattezze è pregato di rivolgersi a pierrotweb@libero.it che si impegnerà a correggere o rimuovere informazioni
Musicronista o musicista cronica, pianista e cantante, di teatro simpatizzante, curiosa e stravagante. Precaria insegnante ed artista errante.. E’ diplomata in Pianoforte, Canto, Didattica generale e del Pianoforte, laureata in Pianoforte indirizzo maestro di sala e palcoscenico e Canto ramo concertistico. Ha vinto numerosi concorsi internazionali e nazionali ed eseguito in I assoluta brani inediti in Italia e all’estero. Collabora con Lucio Dosso con il quale si è costituita in duo Canto e Chitarra. Affianca all’attività concertistica quella didattica, insegnando canto e pianoforte nelle scuole di Carrara, Massa e La Spezia.
Nato e vissuto a Phoenix in Arizona, ha una grande fede religiosa; capo storico del Ringside Boxing Show e scrittore e ricercatore nel genere del cyber boxing.
Diplomata presso la Scuola delle Arti della Comunicazione e studentessa di lingue e letteratura straniera. Curiosa osservatrice e appassionata di arte, si è talvolta messa alla prova anche nella musica e nella pittura. Ha provato a meglio definirsi ma in fin dei conti si è rivelata un’incognita anche per se stessa. E in fondo le piace così.
Michele Pinto
p. 09 - 16
Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla liberta’ d’espressione e la censura cinematografica e opera da 10 anni nel campo delle produzioni multimediali. Ha insegnato didattica dell’immagine in decine di scuole, collaborando visivamente a teatro passando attraverso il genere documentaristico, la musicarterapia e l’attivita’ di videojoker in discoteca continua la sua originale sperimentazione artistica.
Rosita Sciscioli
p. 09
Alessandro De Benedittis
p. 10
Franco Vangi
p. 11
Anno III - Numero 000quater. Chiuso in redazione il 29 dicembre 2010.
Danilo Macina
p. 14
Chi volesse inviare articoli, foto, materiale, dare suggerimenti o semplicemente contattarci, può farlo scrivendo a: Pierròt c/o Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) o inviando una e-mail a pierrotweb@libero.it.
Alessia Vangi
p. 15
che risultino inesatte o che costituiscano violazione di diritti di terzi. Tutto il materiale pubblicato (articoli, foto, illustrazioni, etc.) è tutelato dalle leggi sulla proprietà intellettuale e tutti i diritti sono riservati. Può essere pubblicato altrove, non per usi commerciali, dandoci preavviso e comunque citandone sempre la fonte.
Studentessa di Lettere, curriculum “Editoria e Giornalismo” presso l’Università degli Studi di Bari. Ha seguito i laboratori teatrali dell’Istituto Tecnico Commerciale Tannoia di Corato, ha partecipato a Rassegne teatrali studentesche ed ora è membro dell’associazione teatrale studentesca “La Compagnia del Canovaccio”.
Allievo attore della Scuola delle Arti della Comunicazione. Si è diplomato presso il Liceo Classico di Corato. Si dedica all’arte non per ammazzare il tempo ma per vocazione, non vive di realtà ma di sogni.
Docente di Italiano e Latino presso il Liceo Classico “Oriani” di Corato. Ha esordito nel 1979, in campo letterario, con un’opera teatrale sulle lotte contadine di fine ‘800 in Puglia e si è dedicato alla saggistica storica.
Diplomatosi ragioniere programmatore, ha abbandonato subito dopo gli studi universitari e, concluso il fermo di leva, ha “provato” diversi lavori per mettere alla prova se stesso. Da sempre coltiva la sua passione per la “comunicazione grafica e multimediale”, e da 12 anni ne ha fatto il suo lavoro. Collabora con enti, associazioni culturali e di volontariato. Diplomato attore alla Scuola delle Arti della Comunicazione.
Laureata in lettere presso l’Università degli studi di Bari, curriculum “Cultura letteraria dell’età moderna e contemporanea”. Diplomata presso la “Scuola delle Arti della Comunicazione” in qualità di attrice. Aspirazioni: fare del teatro il mio mestiere in qualunque forma o manifestazione: “ESSERCI”.
12/2010 #000IV
Alessandro Maino
B
isogna osservare dall’alto: una visione
delirare la mia onnipotenza e nullità:
d’insieme: finalmente non esser più
voglio solo vivere!
nel tempo, ma col tempo.
Così sarei lo spirito libero par excellence.
Abbracciare con lo sguardo tutto quanto
Non mi resta che esistere come opera
offre la propria natura in fatto di energie e
d’arte: eternamente folle, infinitamente in-
debolezze elevandole su un piano artistico
namorato e incommensurabilmente bello.
finché non appaiano come giuste e anche la debolezza incanti l’occhio.
Post Scriptum: Le parole non colgono il signi-
Liberarsi del pesante fardello di un “com-
ficato segreto, tutto appare sempre un po’ di-
plesso concettuale” chiamato ego, crear-
verso quando lo si esprime, un po’ falsato, un
sene un nuovo-proprio e superarlo di volta
po’ sciocco alle orecchie degli altri (H.Hesse)
in volta in modo che non ci sia un esteticamente bello e un esteticamente brutto, un moralmente giusto e un moralmente riprovevole, ma un gusto unitario che sia in conformità col “der Suchende”(colui che ricerca) che è in noi. Invero, noi necessariamente siamo cercatori. E’ giusto che - come affermava Sant’Agostino - quell’esplorare è già uno scoprire, ma non soffermate il vostro occhio solo su una cosa, perché così si perdono di vista le altre, e non si riesce a trovar nulla perché si è ossessionati dallo scopo. Cercare: avere uno scopo. Trovare significa essere liberi, finalmente vivere il mondo e immergersene fino a esserlo, quel tutto. In una sola parola: amare. Tuttavia amare è vivere, dato che in ogni cosa, perfino nel disprezzo e nell’odio, è insito un grande amore. Basta con queste metafisiche da poveri. Basta con questo χρονος e questa morte. Basta con queste parole. Voglio solo vivere! vibrare per ogni sentimento che mi attraversa il cuore, inebriarmi d’ogni pensiero che mi trapassa la mente, pierròt
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#000IV 12/2010
Lucia G. Binetti
V
ero è che il fenomeno bullismo non
che partono anche semplicemente da un
è esclusiva delle classi sociali conside-
posto a sedere non ceduto nell’autobus,
rate disagiate, bensì un atteggiamento tra-
una precedenza non data con arroganza,
versale che nasce probabilmente nei luo-
il mancato rispetto di chi è in coda prima
ghi più reconditi di una certa educazione
di noi.
familiare, intendendo “educazione” come
Che fare? Non molto, purtroppo. Ma l’at-
ciò che un genitore trasmette al figlio che
teggiamento del cittadino che osserva e
è poi quello che è stato a lui trasmesso.
denuncia già è una grande lezione di senso
In questo, Scuola e Socialità posso ben
civico.
poco. Le formazione primaria è in famiglia, quella affettiva e quella educativa, che ne è una diretta conseguenza. Scuola e Socialità possono solo contenere il comportamento scorretto, proporre un’alternativa, esigere il rispetto delle regole di convivenza, perlomeno all’interno dell’Istituto, non certo operare dei cambiamenti radicali.
Taglieggiare il più debole è una forma di autoaffermazione
istintuale,
primitiva,
connaturata con l’essere uomo e animale. Chiaramente si tratta di comportamenti che vanno corretti con fermezza, con la repressione ma anche con la trasmissione di un modello alternativo. Purtroppo il modello “alternativo”, quello della correttezza e di modalità non violente di rapporto con gli altri, non basate sul rapporto di forza, deve competere con quello appreso nel primo ambiente educativo, la famiglia appunto, con tutto ciò che essa rappresenta, l’identità stessa dell’individuo. E questa battaglia è impari, sicuramente difficile.
Gli episodi denunciati sono la manifestazione più eclatante di una circolarità di piccole e grandi prevaricazioni quotidiane, p.02 pierròt
12/2010 #000IV
Dario Aggioli
E
ssere chiari, dare una risposta chiara,
che esiste un metodo a Teatro?
dover chiarire il proprio pensiero...
Chi insegna teatro se lo chiede?
Per ogni domanda c’è una risposta? E’ una
Spesso ci si trova davanti a dei Maestri, ma
sola?
durante la ricerca, si deve aver ben presen-
La contraddizione è un problema o un va-
te che i Maestri sono solo un anello della
lore? Una forza o una debolezza?
catena, l’anello prima del tuo e tu stesso
Per me rispondere è una violenza su me e
sarai un anello. I Maestri muoiono, perciò
su chi porge la domanda.
bisogna aver il coraggio di salutarli prima e
Durante l’incontro ho dato risposte chiare?
superarli, dopo averli giustamente ringra-
Ho trovato una modalità per spiegare il
ziati.
mio lavoro?
Questo vuol dire forse “ricerca”, “andare
Il mio lavoro è non essere chiaro.
avanti”, “crescere”.
Io cerco una domanda chiara.
Qual è il punto fermo di ogni nostro lavo-
La domanda è un motore, una forza pro-
ro? Lo spettatore, lo spazio, il momento:
pulsiva, è un approccio erotico.
questi punti sono sfuggenti?
La risposta è un muro, la morte, è porno-
Ogni volta sono diversi? Non ci danno cer-
grafia.
tezze?
Il nostro teatro è erotico, non pornografico.
Noi cerchiamo ogni volta come innamorar-
Non cerchiamo il nuovo, la risposta a tutto,
ci di una storia, come sedurre uno spetta-
non cerchiamo lo spettacolo perfetto.
tore, come godere insieme.
Mio nonno, il più grande artista che io
Vogliamo accompagnare lo spettatore,
abbia mai conosciuto, quando mi iniziò al
camminare accanto a lui, non manipolarlo
disegno mi disse:
o guidarlo. Chiedere a lui dove vuole anda-
“chi cerca la perfezione non è un artista, è
re...
un morto de sonno! Lo capirai, disegna che
Non chiedetemi di essere chiaro, non
lo capirai...”.
posso esserlo, non so esserlo, non voglio
Chi dalle domande cerca una risposta ha
esserlo.
un approccio pornografico.
Chi ha bisogno di cercare la strada? Chi sa
Vuole toccare la verità, tastarla, penetrarla.
dove si trova o chi si è perso?
Io invece voglio sedurla, ingannarla, ingan-
Spero di non essere stato chiaro.
narmi, innamorarmi, desiderarla. Quale è il metodo di Teatro Forsennato? Un metodo, una metologia, un applicazione identica per ogni spettacolo o per ogni spiegazione è pornografia! Il Teatro è arte? l’arte è ferma, statica? L’arte è ricerca? Se la ricerca non è ferma, come si può dire pierròt
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#000IV 12/2010
Annika Strøhm Saba Salvemini
paradiso? Ho veramente una conoscenza
continuavano ad insultarsi. L’uomo si av-
sufficiente a poter conoscere ciò che in
vicinò e vide che al braccio di ognuno era
assoluto sia bene e male? E questi esistono
attaccato un lunghissimo cucchiaino che
veramente o non sono che ennesime illu-
arrivava al centro della tavola, ma che era
sioni del nostro vivere?
impossibile, per loro, da portare alla bocca.
Ancora altre due parole prima di racconta-
Dio lo guardò e gli disse: “Ecco, questo è
re la storiella.
l’inferno”. Il sant’uomo lasciò la sala e ri-
Piccola premessa: una volta acquisito che
trovatosi di fronte all’altra porta vi entrò,
come attore in scena mi occupo del lavoro
sempre seguito da Dio. Una volta all’inter-
(raccontare una storia, restituire al meglio
no il sant’uomo vide un’enorme sala, al cui
il mio personaggio e le relazioni che que-
centro c’era un’immensa tavola rotonda
questo appuntamento ci piacerebbe
sto intesse con il mondo e le persone cir-
al centro della quale vi erano una infinità
proporre una piccola storiella che
costanti…) che altre domande mi pongo?
di piatti squisiti e meravigliosi. Insomma
abbiamo pescato in un libro. Ma prima di
Per stare bene nel tempo che passo in sce-
era in tutto e per tutto uguale alla prima.
raccontarvela vorremmo spendere alcune
na, come attore, che faccio? Di chi mi occu-
Ma al tavolo le persone erano cicciotelle,
parole così che il racconto possa essere
po? Per stare meglio di chi dovrei occupar-
contente e conversavano felici e rilassate
interpretato anche in “chiave teatrale”.
mi? Riesco ad occuparmi di tutto quello a
con i compagni. L’uomo si avvicinò e vide
Si sa che ogni persona fa ciò che è bene per
cui ho risposto? Se si, cosa faccio, concre-
che al braccio di ognuno era attaccato un
sé e talvolta anche per il prossimo. E come
tamente, per farlo? Se no, cosa dovrei fare
lunghissimo cucchiaino che arrivava al
poter giudicare una persona o un perso-
per poterlo fare? Dov’è il centro dell’azione
centro della tavola, ma che era impossibile
naggio? Nella vita giudichiamo, sebbene
(una volta compreso che, innanzitutto, “io
da portare alla bocca - esattamente come
si sappia che la “sospensione” del giudizio
esisto” in scena)
nella prima sala.
renda la vita serena e ci permetta di poter
Ed eccoci alla storiella:
L’uomo guardò Dio e gli disse: “Non capi-
stare al fianco di chiunque come se fosse
Un sant’uomo che nella sua vita si era sem-
sco”. Dio lo guardò e rispose”E’ semplice.
un fratello.
pre comportato in modo irreprensibile un
Loro hanno compreso che non possono
L’attore, nel gioco teatrale, compie un
giorno si ritrovò al cospetto di Dio che per
dar da mangiare a se stessi, ma possono
“balzo professionale” nel momento in cui
premiarlo si offrì di soddisfare una sua do-
darlo agli altri”. Inferno e Paradiso hanno la
termina di giudicare il suo personaggio
manda. L’uomo disse a Dio che sempre si
stessa struttura tutto dipende da come la
e si limita a “viverlo/giocarlo” sulla scena
era chiesto come fossero l’inferno ed il pa-
persona la vive.
senza voler dir a tutti i costi la sua sulla
radiso. Dio allora lo accompagnò di fronte
persona/personalità che sta interpretando.
a due porte e lo invitò a sceglierne una. Il
Le molte virgolette stanno ad indicare
Questa “libertà”, di cui si priva, se la potrà
sant’uomo ne scelse una ed entrò seguito
che le parole utilizzate possono avere di-
prendere così il pubblico che comincerà ad
da Dio. Una volta entrato vide di fronte a
verse interpretazioni…ci auguriamo che
esercitare una funzione attiva come spet-
sé una enorme sala al cui centro c’era una
le vostre siano in sintonia con quelle che
tatore attivando così un processo catartico
immensa tavola rotonda al centro della
intendavamo…
genuino.
quale vi erano una infinità di piatti squisiti
Come posso sapere ciò che è bene e ciò
e meravigliosi. Alla tavola erano seduti
che male? Giusto o sbagliato? Inferno o
degli uomini magri, smunti, arrabbiati che
A
p.04 pierròt
12/2010 #000IV
Lucia Lazzeri
caratteristiche foniche e prosodiche del
fa capolino anche nel parlare ordinario […]
linguaggio, cioè la qualità della voce (il
Le caratteristiche dei tratti prosodici sono
tono, la risonanza, ecc.) e le vocalizzazioni.
quelli propri delle componenti sonore
Sono anche detti“tratti sovrasegmentali”,
della musica: altezza, intensità, timbro,
perché si manifestano come segmenti
durata.” Noi li usiamo quotidianamente
del sistema linguistico. Anche P. Zumthor
come peculiarità personali, a seconda delle
nella prefazione al bel libro di Corrado
nostre emozioni ma anche a seconda della
l primo contatto del bambino con il
Bologna Flatus vocis parla di queste due
situazione sociale. Ci sono delle professio-
mondo esterno è il grido. Questo grido
dimensioni, sottolineando la necessità di
ni, quali quella dell’oratore, del sacerdote,
primordiale dà importanti informazioni;
distinguere tra oralità e vocalità: la prima
dello psicanalista, dell’insegnante che non
una, fisica: attraverso il grido il nuovo nato
riguarda la voce in quanto portatrice di si-
possono prescindere da una “tecnica” pro-
libera i polmoni ed inizia a introdurre per
gnificato, la seconda si riferisce agli aspetti
sodica. E che dire dell’attore e del cantan-
la prima volta l’aria, l’altra metafisica, di co-
che lo travalicano. E ancora: “[…]La Voce
te? E’ nel campo artistico infatti che la voce
municazione del suo ingresso alla vita, del
deve essere anzitutto distinta dalla Parola
parlata si fa carico di questo valore aggiun-
suo venire alla luce. Non a caso I. Fonàgy
(da intendersi come facoltà di espressione
to: la declamazione, la lettura espressiva,
ha intitolato il suo saggio di psicofonetica,
orale, ma anche scritta, e quale prodotto di
in qualche modo sublimano questi tratti
La vive “voix”, quasi a sottolineare lo stret-
tale facoltà) e dal Linguaggio che le parole
che viaggiano ad un livello parallelo ri-
to legame tra voce e vita, intesa sia come
ritma per segni, fonetici e non”. Quando
spetto alla superficie linguistica. Quando
esistenza che come vitalità. Infatti fin dai
interagiamo con gli altri, attraverso la voce
si parla di tratti paralinguistici, si intende
primi anni di vita, il bambino comunica i
non trasmettiamo solo informazioni di
il modo di utilizzo della voce, nelle sue
propri bisogni e le proprie emozioni at-
senso, ma arricchiamo la nostra comuni-
caratteristiche di: intensità, che permette
traverso suoni inarticolati che veicolano
cazione dei cosiddetti tratti paralinguistici
di calibrare la voce in base alla distanza
tutta una serie di informazioni sul suo
o sovrasegmentali: tono, sonorità, timbro,
dell’interlocutore e in base all’importanza
stato d’animo anche senza bisogno di
tempo e suoni non verbali, in particolare
dell’argomento trattato; velocità, per sot-
parole. Questo mezzo che possediamo
le capacità espressive, comunicative e mo-
tolineare, accentuare o sfumare il signifi-
fin dalla nascita e che abbiamo sempre
dulanti che in qualche modo migliorano la
cato delle parole, tono, principalmente un
a portata di…gola possiede un duplice
comprensione di chi ci sta davanti e sono
indicatore dell’intenzione e del senso che
codice: quello linguistico, che riguarda
il riflesso del nostro stato psicologico ed
si dà alla comunicazione e può esprimere
il livello cosciente frutto anche di con-
emotivo. Da sempre l’uomo ha usato più o
entusiasmo, disappunto, interesse, noia,
venzioni socialmente condivise e quello
meno consapevolmente la Prosodia, com-
coinvolgimento, apatia, apprezzamento o
stilistico, che agisce a livello inconscio. Le
ponente musicale del linguaggio, nelle sue
disgusto, timbro. L’antropologo Mehrabian
onde sonore di un’enunciazione, costitu-
componenti di altezza,. intensità, durata,
ha avanzato l’ipotesi secondo cui soltanto
iscono il “messaggio secondario”, latente,
cadenza. Spesso non è cosa si dice, quanto
il 7% delle informazioni che riceviamo da
evidenziando così il fatto che la voce ha un
come lo si dice… E quali sono gli elementi
un discorso ci vengono veicolate dalle pa-
potere indipendente dalla parola e questo
strutturali della prosodia che fanno sì che il
role, mentre il 38% ci perviene dal tono di
qualcosa di più, Fònagy lo chiama stile
messaggio arrivi completamente non solo
voce e il 55% dal linguaggio del corpo.
vocale. Il termine paralinguistico è stato
al cervello, ma anche al cuore dell’interlo-
coniato da Trager nel 1954 per indicare le
cutore? “[…] Sappiamo infatti che la musica
“La musica del linguaggio” è un saggio suddiviso in tre pubblicazioni che troverete su Pierrot rispettivamente suddivise in tre numeri di cui questa è la prima pubblicazione dal titolo “La lingua della voce”.
I
pierròt p.05
#000IV 12/2010
Francesco Martinelli
uomini. Non ti avvicinare. Non guardarmi.
tonfo ripetuto di un secchio in un pozzo
Se riuscirai a cambiarmi, che ne guadagni?
vuoto. Spero di non perdermi.
Cambierò per paura, per curiosità, per
Jacob parla a Judiet
convenienza. Sì, per questo sono disposto
Judiet, non ti perderai ora che hai visto
a cambiare, solo per questo. Non puoi mo-
dentro di te. Dio creò una minuscola gen-
dificare la mia natura. Siamo esseri assolu-
ziana che cercò di farsi rosa, ma fallì. Tutta
tamente perfetti: il cattivo è cattivo, il santo
l’Estate rise, ma prima delle nevicate sorse
udiet incontra Jacob
santo, l’avido avido, lo sciocco sciocco, sia-
una creatura purpurea che incantò tutto il
Posso baciarti Jacob? [ ] Sento freddo.
mo esseri uguali a noi stessi.
colle. L’Estate nascose la fronte e lo scher-
L’aria che alito ghiaccia. Che bello vederti
Judiet vorrebbe piangere
no fu placato. Le gelate furono la sua con-
dopo tanto tempo… sembrano passati
Basta, Jacob. Hai scolpito sulla tavola della
dizione, la porpora reale non giunge finchè
mill’anni. Sono stato impegnato nella ricer-
notte i contorni di quelle ombre da sempre
il nord non la invochi. Creatore potrò mai
ca del benessere, della felicità, del potere,
legate con il mastice delle mie paure. A che
sbocciare? Dio ti benedica Judiet.
etc... Sai bene che per vivere dobbiamo
vale tornare indietro se non posso modifi-
Judiet da quel giorno non vide più
soddisfare delle necessità, insomma i biso-
care nulla. Vorrei piangere non per ram-
Jacob, che tanto aveva temuto come
gni di tutti gli uomini di buon senso: pane,
marico, né per pentimento, vorrei piangere
spirito. Non ebbe più bisogno di lui per-
amore e fantasia. La forza di un uomo è riu-
il dolore che ho soffocato, sulle mie e tue
chè capii che doveva seguire la via della
scire a farsi largo nelle strade affollate della
ferite vorrei piangere. Piangere per essere
giustizia e della verità così da sciogliere
vita. Mi guardi fisso ma non dici nulla?
felice. La felicità, è un battito prolungato di
il ghiaccio e farsi fiore purpureo.
Jacob è uno spirito
palpebre, un fiato strozzato in una breve
Jacob, ma tu sei uno spirito! Indossa subito
apnea, è attimi. Ho presunto che il vivere
abiti di carne, riempi i pori di solida sozzura
comune, fatto di soddisfazione personale,
e diventa umano, oppure danza la morte
di lavoro, di gloria e riconoscimenti, di
e scompari, perché mi fai paura. Cosa mi
ricchezza potesse sostituire quel senso di
vuoi far vedere? Pietà! Non può essere un
precarietà che perseguita gli uomini tristi.
sogno. Le immagini della notte accompa-
Così mi sono fatto ghiaccio. Sciogliti ghiac-
gnano le nostre storie nel sonno e io non
cio, sono pronto.
dormo. Ti sto chiedendo pietà! Proprio io
Judiet ha bisogno di Jacob
che non concedo pietà a nessuno, sono
Jacob, dimmi se ho ferito il giusto? Dimmi
in ginocchio ad implorare come il più mi-
cosa accade a chi sa la verità e la elude?
sero degli uomini. Io che sono capace di
Aprire il cuore e non trovarci nulla è un
soffocare la voce dei bambini che giocano,
rischio troppo grande, è più sicuro aprire
raffreddare i baci degli amanti, incatenare
una cassaforte e trovarci tutto ciò che hai
all’indifferenza coloro che vivono di pas-
depositato. Mi sono rifugiato da vigliacco
sione. Di cosa ho paura? Perché mi sei
nella mia natura. Voglio rivedere le stelle.
venuto a trovare? Perché vuoi sconvolgere
Ma ho paura di non saperle più guardare,
il mio vivere? Vattene Jacob. Voglio atten-
ho perso la mappa del cielo. Al presagio di
dere nella ignavia la morte come tutti gli
visioni inattese il mio cuore batte come il
J
p.06 pierròt
Tutto quello che sono è la mia solitudine. Dove sono quelli che mi promisero presenza e protezione? Proprio quelli che hanno camminato con me, si sono allontanati da me. Io vi insegno a non fuggire. Io non fuggo. Vi aspetto ancora e ancora. Passeranno pur mill’anni! Anche sotto forma di spirito vi incontrerò. (Da “Jacob ritrovato”)
12/2010 #000IV
Christofer J. Shelton Alessandra Mazzilli
I just didn’t want to be near home and so
cleansed you of illegal street drug usage?
I stayed away…. Both my grandfather and
MORRISON: That’s what did it for me. I
grandmother were wonderful people and I
thought that maybe God wanted me to
was lucky to have them.
talk about it. It’s a hell of a story, my life, a real roller coaster ride. I thought that by
ME: Could you tell me something about
telling the truth of that story, the bad with
your scholastic life?
the good, it might ultimately do someone else some good.
MORRISON: I was an honor student. I liked school. I enjoyed science and biology. But
ME: The theme of your website, www.tom-
I was also a good athlete. I could really
mythedukemorrison.com, is redemption. It
kick a football. I even thought I might be
is okay to get knocked down in life as long
a professional punter. But they made at
as you stand again. Is there something else
the time, oh, maybe $200,000 a year, and I
that you would like people to know?
felt that I could make more with boxing. It
T
ommy Morrison gained worldwide
worked out in the end.
MORRISON: Just that I have a retreat, The Tommy Morrison Foundation, which al-
fame as the nemesis of Sylvester
Stallone in “Rocky V”. He is a former hea-
ME: You wanted me to ask about illegal
lows kids with cancer two weeks at camp
vyweight champion that was diagnosed
drugs. What did you want to say?
to enjoy themselves and forget about their problems. They can go swimming and hi-
HIV-positive. MORRISON: Just that I am very anti street
king and fishing and be a kid again, rather
ME: I know that your childhood was dy-
drugs. I used to do crystal meth, and I have
than dealing with shit.
sfunctional and difficult. Rather than dwell
been through that stuff. There was a dark
on the negative I would prefer something
side to my life. I wasn’t going anywhere.
ME: A cancer diagnosis from a doctor must
positive. I understand that your grandfa-
People were wondering if I would ever get
sound similar to an HIV-positive diagnosis.
ther was a religious person and an impor-
my act together.
You have admitted that you accepted your own 1996 diagnosis poorly, sort of surren-
tant role model in your youth. Could you tell me something about him?
ME: What made you to stop crystal meth or
dered in life and eventually wound up in
other drugs?
prison. What would you say to a young person that receives a cancer diagnosis so
MORRISON: The last five generations of Morrison men were all fighters. The wo-
MORRISON: It was prison. I had to go away
men were nurses. My grandfather was
and think about my life and all that I had
undefeated as a pro and was set to fight
been through. I had felt for awhile that God
MORRISON: I would tell them, “Forget
Henry Armstrong. But he quit and became
was tugging on my arm. But I kept running
about it. Live your life!” I think some of
a preacher instead. I guess that he was my
away. God finally put me in a place where I
these parents almost want their kids to die
spiritual adviser. Someone that I respec-
could not run.
and get it over with. It’s a difficult situation for the parents, too, and maybe the kids
ted…. I didn’t come from the greatest family, you know? My family was a mess.
that they do not repeat your mistake?
ME: So you are saying that spirituality
get put on the back burner as a result. pierròt p.07
#000IV 12/2010
ME: So you are saying that kids with a can-
anche un buon atleta. Sapevo tirare bene un pal-
ammesso di aver male accettato la diagnosi del
cer diagnosis almost have to take care of
lone da football. Pensai persino che sarei potuto
1996, come un sopravvissuto in vita colpito infine
diventare un giocatore professionista. Ma l’ho fat-
in prigione. Che cosa diresti ad una persona giova-
to un tempo, beh forse erano 200 dollari all’anno,
ne che riceve una diagnosi di cancro per non farle
sentivo che con la boxe potevo fare di più. Alla fine
ripetere il tuo errore?
themselves?
MORRISON: You are damned right! These kids have to learn not to give up on themselves. Don’t just die because someone
è andata bene. MORRISON: le direi: Dimenticatene! Vivi la tua IO: volevi che ti chiedessi riguardo le droghe illega-
vita!” penso che alcuni di questi genitori quasi
li. Che cosa volevi dire?
vogliano che i loro figli muoiano per finirla una
says you are going to die. Work on your
buona volta. È una situazione difficile anche per MORRISON: semplicemente che sono fortemente
i genitori e il risultato è che i bambini vengono
contrario alle droghe di strada.
messi nel cassetto.
mentally, by believing in themselves and
IO: Che cosa ti ha fatto smettere con la metanfeta-
IO: quindi stai dicendo che i bambini con una dia-
not someone else.
mina cristallizzata?
gnosi di cancro praticamente dovrebbero avere
mind and your physical body. Lots of these kids heal themselves, both physically and
cura di loro stessi? MORRISON: Ero in prigione. Dovevo andar via e pensare alla mia vita e a tutto quello che sono
MORRISON: Hai dannatamente ragione! Questi
[Traduzione a cura di Alessandra Mazzilli]
stato. Mi è sembrato per un secondo che Dio mi
ragazzini devono imparare a non lasciarsi andare.
Tommy Morrison si è guadagnato fama mondiale
stesse chiamando tirandomi per un braccio. Ma ho
Non morire perché qualcuno dice loro che stanno
come la nemesi di Sylvester Stallone in Rocky V . è
continuato a fuggire via. Alla fine Dio mi ha messo
per morire. Lavorare sulla loro mente e sul loro
un ex campione di pesi massimi che è stato ricono-
in un posto da cui non potevo fuggire.
corpo fisico. Moltissimi di questi bambini sono in
sciuto come HIV positivo. IO: So che la tua infanzia è stata disfunzionale e
grado di curarsi da soli sia mentalmente che fisiIO: quindi stai dicendo che la tua spiritualità, ti ha
camente credendo in loro stessi e non in qualcun
disintossicato dall’uso illegale di droghe?
altro.
difficile. Piuttosto che dilungarsi sul negativo preferirei parlare del positivo. Capisco che tuo nonno
MORRISON: questo è quello che ha fatto con me.
fosse una persona religiosa e avesse un ruolo di
Ho pensato che forse Dio volesse che ne parlassi.
modello importante nella tua giovinezza. Potresti
È una brutta storia la mia vita. Una vera e propria
raccontarmi qualcosa su di lui?
corsa sulle montagne russe. Ho pensato che raccontare la verità di questa storia, la parte cattiva
MORRISON: le ultime cinque generazioni di Mor-
attraverso quella buona potesse alla fine fare del
rison erano tutte combattenti. Le donne erano
bene a qualcun altro.
infermiere. Mio nonno era imbattuto come professionista e avrebbe dovuto combattere Henry
IO: Il tema del tuo sito, www.tommythedukemor-
Armstrong. Ma lasciò e divenne un predicatore.
rison.com, è la redenzione: è normale prenderle in
Penso che sia stato la mia guida spirituale. Un
vita, l’importante è restare in piedi. C’è altro che ti
uomo che rispettavo. Non sono venuto da una
piacerebbe che la gente sapesse?
famiglia fantastica, sai? La mia famiglia era un casino. Volevo solo stare lontano da casa e così
MORRISON: Solo che ho trovato il mio ritiro
sono andato a vivere altrove. Sia mio nonno che
spirituale, La Fondazione Tommy Morrison che
mia nonna erano persone meravigliose ed ero
permette ai bambini col cancro due settimane di
fortunato ad avere loro.
campeggio per divertirsi e dimenticare i loro problemi. Si può nuotare, fare escursioni pescare ed
IO: Potresti dirmi qualcosa sulla tua carriera sco-
essere bambini di nuovo, invece di avere a che fare
lastica?
con lo schifo del mondo.
MORRISON: Ero uno studente d’onore. Mi piaceva
IO: Una diagnosi di cancro da un dottore suona
la scuola. Mi piacevano scienze e biologia. Ma ero
un po’ come una diagnosi di un HIV positivo. Hai
p.08 pierròt
12/2010 #000IV
Michele Pinto
dopo il primo giorno di scuola si accorse di
dico a questa gente , a questi “monelli”, a
quanto inutile e “superata” fosse la scuola
questi furbetti del quartiere datevi alla po-
e il suo metodo didattico. Oggi torno al
litica, datevi alla burocrazia, fareste meno
mio folle speaker corner per lanciare un
danni! Ma non infettate quanto ancora c’è
ombroso santo subito!
atto di accusa contro l’incompetenza che
di buono in questa nazione, quello che da
Questa è un’autentica dichiarazione di
ha intaccato anche il “settore artistico” in-
sempre ci contraddistingue dagli altri pae-
guerra non molto differente da quella che
filtrandone al suo interno persone che si
si, il nostro autentico marchio di fabbrica,
mi vide, agli esami di maturità, “exul imme-
dichiarano pseudopoeti. Sappiamo quan-
perchè davvero ci è rimasto solo quello. A
ritus” punito per le mie “eretiche” dichiara-
to la malasanità, la corruzione politica ecc.,
me ultimamente è capitato sempre piu’
zioni da una corrotta commissione con un
contribuiscano a far aumentare quelli che
spesso di avere a che fare con questi viscidi
ingiusto 36 nonostante il mio curriculum
sono i costi del nostro paese, ma quando
commercianti camuffati da bohemian,
quinquennale di studente mai bocciato,
ti trovi di fronte a gente ignorante e arro-
spero solo che il 2011 sia l’anno della loro
nè rimandato, e con la costante media del
gante che presume di saperne piu’ di te
estinzione professionale….
7 in tutte le materie. O ancora non molto
e di essere in grado piu’ di te di suscitare
Vivi da poeta, o muori da idiota. E pluribus
diverso scalpore suscitarono in famiglia le
emozioni nel pubblico, beh…allora le stes-
unum, le azioni hanno conseguenze. (Fool-
mie affermazioni di bambino di 6 anni che
se leggi divine e della fisica cadono giu’. Io
killer).
Rosita Sciscioli
indifferenti, perché ogni singolo membro
perché non si sa mai quello che potrebbe
del gruppo associativo ha una sensibilità
venire fuori, oltre ad essere il momento più
diversa dall’altro, e quindi l’approccio al
importante.
e la vita associativa oggi si affrontas-
testo è sempre personale e presenta nei
Questo piacere che è anche una difficoltà
se alla luce di quanto la Bibbia narra
casi migliori sfumature diverse, in quelli
sembra essere scontato, in realtà è una vera
riguardo alla torre di Babele, vale a dire
peggiori pensieri contrapposti. Interroga-
e propria conquista, un vero passo avanti
quella condizione che vedeva i popoli riu-
tivi di questo genere si sono posti molti
per la vita associativa, perché significa aver
niti sotto una “lingua sola”, oggi forse tutto
traduttori, poeti, letterati e filosofi, ognuno
assunto la consapevolezza di cosa sia un
sarebbe un più semplice. Forse ci siamo
con pareri diversi. Sarebbe quindi inutile
testo teatrale nel senso più profondo: un
complicati un po’ la vita, pazienza, oggi
stabilire quale delle proposte di ciascun
copione è il manuale dei “modi di essere”,
parliamo lingue diverse che ci costringono
membro della vita associativa fosse quella
in quanto permette a chiunque di ritrovare
a tradurre. Traduzione significa interpreta-
“giusta” e quale quella “sbagliata”, piuttosto
un po’ di se stesso e un po’ dell’altro, così
zione, vale a dire attribuire un significato
sarebbe più utile sforzarsi per trovare una
come il confronto delle sensibilità ha la
a qualcosa d’oscuro o difficile. Una lingua
sensibilità che meglio soddisfi la maggior
capacità di far ritrovare se stessi anche nel
richiede un’incessante traduzione al suo
parte delle proposte e il prodotto ottenuto
gruppo associativo.
interno, ossia di una continua definizione
sarebbe lo specchio di una sensibilità co-
Questo è da ritenersi un vero e proprio pro-
di se stessa.
mune.
gresso, se così non fosse l’interpretazione
Nella vita associativa accostarsi ad un te-
Tutto questo è molto affascinante, quasi
del testo sarebbe molto casuale e poco
sto teatrale per conoscerne le intenzioni
difficile da rendere reale, infatti è il momen-
sentita, oltre al fatto che si rinuncerebbe
non è cosa da poco, implica difficoltà non
to di maggior piacere della vita associativa
ad un modo per conoscere e conoscersi.
L
S
pierròt p.09
#000IV 12/2010
Alessandro De Benedittis
MOMENTO QUARTO
Recitai per te allora una preghiera, per la tua salvezza e il tuo fiorire, la speranza che in te conservi pura.
Ma gli occhi s’apriron, si chiuse la visione,
E di Semi uno stormo nell’aria impura
congelato nella gola ogni respiro di gioia.
s’alzò in cerca disperata e confusa di ritrovar la perduta primavera
Stupefatto ero su un piatto tetto
per non lasciar la nostra terra sterile
ferrigno, tozzo, privo di bello.
per non lasciar questa terra morire.
Senza bellezza il paesaggio intorno; dritte chiome di antenne senza nidi
Allora il compito anche ad altre mani
di tronchi di palazzi quadrati
di prendere quei semi Vagabondi;
parallelepipedi perfetti,
ad altre mani sapienti, fertili cuori
Mi parve di capitarvi come in sogno
regolari, geometriche forme,
il compito di non ignorar la terra
ma la luce era immensa
uguali, labirintiche, ferme.
il suo e il nostro domani…
entrava come visione bisogno
Poi tronchi di lampioni, d’acciaio
INTERMEZZO QUARTO
duro, duraturo sicuro margherite magnificavano madre la terra
scudo contro il notturno buio,
mostrando un manto di maestosa bellezza
contro la flebile luce delle stelle
fu di quei fiori il profumo forte ed intenso a formar fantasie
dei pianeti della Luna.
fluide forme nell’aria facendola libera e falba
Un deserto che come cancro
estrose api zigzagavano fra la lieve brezza
si allarga e prende posto
posandosi silenziose sull’essenza del nettare
al fiorire della vita che precipita.
verdi vigorosi steli a stento mossi dal vento
Infiniti fili elettrici si rincorrono
dondolavano donandomi dolci desideri di pace
senza energia, l’energia...
nella mia bocca frutta diversa d’ogni mese stagione
Fondamenta di cemento dominano
attendeva di arridere alla vita che si alterna
senza forza, la forza
e tra le mie braccia un antico mite tronco rude ruvido
delle radici...
dalle sue dure rughe traspirava il suo umido segreto Caddi, ginocchia a terra ed occhi al cielo nella sua verde chioma di rami bruni
larghe le braccia ed aperte le mani.
il mio sguardo all’infinito senza macchia oscena
Nel palmo, di una speranza il posarsi:
in forme colori vita pura perfetta davvero
era un seme dal vento portato.
poi oltre le albine nuvole
Seme eri Vagabondo, trasformato
il celeste cielo aperto generoso
in primitiva essenziale natura,
a anime devote e pronte
e ricercavi con animo inquieto fertile cuor che è sapienza che cura
quella luce era divina apparizione del tutto
per ritrovar la terra che ti è tolta
ed io capivo in estatica unione con l’universo
dal vizio d’una stolta indifferenza …
p.10 pierròt
12/2010 #000IV
Franco Vangi
La storia del Nostro Teatro Comunale Alcune “narrazioni” dal testo: IL TEATRO COMUNALE DI CORATO (1874-1952) NELL’ATTIVITA’ TEATRALE DI TERRA DI BARI (Ed. Levante-Bari-1985)
e con vivo trasporto dell’anima. Anche con
alla prefazione del Professor Domeni-
la suggestione che da essa promana e
co Calvi Corato 24 ottobre 1984.
nella capacità del suo autore di rievocare
“La fatica compiuta da Franco Vangi con
il nostro vecchio mondo, nonché i tanti
questa sua Storia della teatro di Corato
personaggi che in esso vi fecero spicco.
ha del prodigioso. Per un uomo poi che,
Perché, appunto, il nutrito discorso di ri-
come l’estensore di queste righe, fece in
costruzione storica fatto dal Vangi si snoda
tempo a conoscere il nostro teatro nella
su due binari paralleli: quello della storia
su struttura originaria e a stabilire con esso
politico-sociale e quello della crescita civile
un tenero, duraturo vincolo sentimentale,
e culturale del nostro popolo.
queste pagine emanano un incanto, un
Ciò che sbalordisce in questo libro è il raro,
fascino, hanno una forza di rievocazione di
vastissimo e minuzioso materiale biblio-
cui forse neppure l’autore ha piena e esatta
grafico a cui l’autore fa ricorso per pun-
consapevolezza. Ondè che coloro i quali, in
tellare il suo discorso: un lavoro di ricerca
tempi a noi più vicini, ne divisarono l’ab-
diligente, infaticabile, paziente direi quasi
battimento delle originarie strutture inter-
incredibile da lui portato innanzi per ben
ne per adattare l’ambiente alla ‘modernità’
due anni.
commisero violenza contro la storia e la
Esso è una autentico atto d’amore reso a
cultura: un’offesa che ci lascia mortificati, il
Corato per il quale tutti dovremmo essere
cuore gonfio di stupore e di amarezza.
grati all’autore e augurargli che la sua fati-
Con la cultura e la storia andarono altresì
ca abbia ad incontrare tutta la fortuna che
sconfitte la fantasia, l’arte, la memoria,
merita.
l’anima del nostro popolo, i suoi palpiti
Alcuni documenti dal 1844 al 1846 dell’at-
più segreti e profondi: perché un teatro,
tività teatrale a Corato negli ultimi anni
in ogni epoca, ha sempre costituito come
borbonici:
D
commozione. Il primo merito di questa storia sta nel-
la sintesi emblematica di una tradizione, sintesi nella quale, sempre, un popolo si è
Deliberazione decurionale dell’8 febbraio
compiaciuto di riconoscersi e di specchiar-
1844 per la costruzione di un teatro, poi non
si.
attuata in piazza sedile su progetto dell’ar-
Ogni qualvolta è accaduto di definire il te-
chitetto napoletano Donato Lezzi.
atro ‘tempio dell’arte’ non si è ripetuto un
Sindaco Azzariti:
abusato luogo comune, non si è fatta della
‘Signori Decurioni, l’opera della costruzio-
vieta retorica: si è solo inteso indicare il gu-
ne di un teatro in questo Comune dovizio-
sto, la sensibilità, la cultura, in una parola la
so, civilizzato e già di ventuno mila anime,
civiltà di un popolo. Per tale motivo si scor-
ha sempre impegnato tutto me stesso per
rono queste pagine con estremo interesse
farla andare innanzi onde uscire da quella pierròt p.11
#000IV 12/2010
barbarie tanto abominevole nei tempi pre-
Confido che in una popolosa città vi è ne-
scenografica e scenotecnica del teatro co-
senti. Elleno hanno pure fecondate le mie
cessario avere un locale per teatro, massi-
munale:
premure. Benchè in provincia vi siano dei
me nella ricorrenza della fiera di Maggio in
‘Ha ricca scenografia eseguita dal corpo
buoni Professori, pure bisogna scegliere
cui vi è concorso di molti forestieri.’
degli scenografi del San Carlo di Napoli, ed
un Ingegnere della Capitale, per ottenervi
ua tela stupenda disegnata e dipinta dal Scelta di documenti riguardanti il teatro co-
Ponticelli che rappresenta il combattimen-
munale di Corato dal 1867 al 1921.
to dei 13 Italiani contro i 13 francesi. Ha
Deliberazione decurionale del 25 ottobre
Il sindaco Patroni Griffi il 24 ottobre 1867 in
macchinario e vestibolo, un appartamento
1846 per prorogare per un altro sessennio il
Consiglio Comunale accenna la sua inten-
superiore per luogo di ritrovo e balli, è
fitto dei locali di proprietà delle sorelle Sor-
zione di costruire il Teatro Comunale:
fornito degli accesorii e disimpegni che
rentini, adibiti a teatro:
‘Se ne avessi agio e di mezzi lo consentis-
rendono perfetta un’opera simil fatta.’
‘Signori, la popolazione di Corato tocca
sero, vorrei dare opera alla costruzione di
i ventidue mila abitanti: la Civilizzazione
alcun luogo di ritrovo, con lo scopo di pro-
Il Patroni Griffi argomenta sulla funzione
progredisce con vantaggio, e per vieppiù
muovere il ravvicinamento dei cittadini, lo
politica e catartica della musica e degli spet-
consolidarsi non vi si debbe omettere
scambio di idee, l’ingentilire dei costumi e
tacoli in genere:
quelle nobili istruzioni che si ricevono dalle
quindi il miglioramento fisico e morale, il
‘Frammezzo alle gravi preoccupazioni
rappresentazioni teatrali.
ben vivere sociale, senza di che l’uomo non
della vita, alle angosce della miseria, alla
I miei antecessori s’incoraggiarono fittare
differisce dai bruti.’
stanchezza di pesanti e continui lavori,
un disegno e progetto del gusto moderno.’
un locale, il migliore che si rinvenne, e che
distrarre ed allietare gli animi, sottraendoli
è in questo Comune, ch’è appunto quello
Umori di opposizioni al progetto di Patroni
alle sollecitudini della dimane e concen-
delle Signore D. Grazia e D. Luisa Sorelle
Griffi, da un libro anonimo del 1874:
trandoli per poco nel sollievo del presente,
Sorrentini, e proposto l’occorente al De-
‘Corato forma oggi,al dire di taluni, l’ammi-
è indubbiamente gran parte del governo
curionato, ritenne il contratto fattosi per
razione dell’intera Provincia. E ciò perché
dei popoli.’
l’annuo estaglio di d.100 e per la durata di
col denaro preso ad usura abbandona il
anni sei, il quale venne ministerialmente
piccolo teatro che si aveva e ne forma un
Dall’inventario del 18 giugno 1882, Sindaco
approvato a 2 dicembre 1840.
altro più elegante, che servirà probabil-
Francesco Saverio Tarantini, sulla dotazione
Detto locale addetto a tal uso venne deco-
mente nell’avvenire di abituro ai gufi e ai
scenografica e scenotecnica del teatro co-
rato di un decente e corrispondente Palco
barbagianni, almeno sino a che la città non
munale:
Scenico, oltre di essere stato abbellito per
sarà governata da uomini che sapranno
quanto si potè. Ma venendo a terminare il
rispettare anche il voto di quella maggio-
ATTREZZERIA TEATRALE
fitto, mi ho creduto nel dovere, sia per non
ranza di cittadini che per difetto di censo
3 lance, 2 coppole alla turca, 1 orologio
far mancare al Pubblico un luogo proprio
ed altre condizioni viene privata della sua
dorato da scena, 2 fioriere di cristallo color
per tal uso, che per concorrere ai desideri
rappresentanza legale, richiamando così
celeste,12 candelabri argentati per altare,
generali di questi abitanti, di fare un nuovo
nei pubblici spettacoli il concorso almeno
1 crocifisso argentato per altare, 2 cornu-
contratto per un altro sessennio e per il
delle diverse classi sociali, non di poche
copie dorate, 4 cappelini alla marinara, 4
medesimo annuale pigione di d.100, per
famiglie.’
tamburelli, 6 fischi di creta, diverse fiaccole
la circostanza oltre di trovarsi abbellito che non di potersi rinvenire altro migliore. p.12 pierròt
di legno a bastoni, 15 sciabole di legno Il Patroni Griffi sottolinea la dotazione
con tracolle, 2 cappelli da congiurati, 20
12/2010 #000IV
giberne con tracolle, 2 cuscini per paggi,
2 finestre di tela;
28 poltrone diverse fanno bisogno ripara-
meccanismo per tuoni, meccanismo per
2 tombe di tela;
zione al fondo;
fulmine, meccanismo per pioggia.
1 barca di carta; 1 idolo di cartone (si usa nella Norma);
Relazione dell’Ufficio della Polizia Urbana di
SCENE
3 montuosi di tela con grotta;
Corato, 26 settembre 1921:
Gabinetto moresco in tela;
2 praticabili di legno per montuosi;
Disservizi dell’agente teatrale: palchi vuoti
Camera rustica in tela;
1 verone di carta;
e palchi pieni da un numero superiore al
Rombo di bosco in tela;
1 albero di bastimento;
prescritto, il loggione oltremodo affollato
Colonnato della reggia in tela;
Nubi in tela con macchinario per salita al
e gremito oltrepassando il limite massimo
Camera semplice in tela;
cielo’;
dei posti.
Sotterraneo carcere in tela; Reggia turca in tela;
Dall’inventario dell’8 agosto 1915 sindaco
Giardino illuminato in tela;
Schiralli in cui si evidenziano segni di dete-
Strada in tela;
rioramento:
Bosco in tela;
2 divani seta gialla mediocri;
Giardino in tela;
4 poltrone coperte stoffa gialla: consuma-
Reggia in tela;
to il fondo;
Piazza moresca in tela;
4 sedioline stoffa gialla: 1 rotta;
Città incendiata in tela;
2 mensole dorate mediocri;
Marina in tela;
1 orologio dorato mediocre;
Paradiso in carta; Colonnato in tela;
Palchi prima fila 85 poltroncine nei palchi
3 cieli fissi libreria in carta;
di prima e seconda fila coperte di ‘crep’ rosso: 6 rotti i piedi e 20 consumate le
PEZZI STACCATI
spalliere;
1 tempio di carta;
130 sedie comuni con fondo di paglia:
1 altare di carta;
buone;
Tomba di Carlo Magno di carta;
75 sedie vecchie comuni: mediocri;
1 strada di tela;
1 pianoforte verticale: buono;
2 pezzi di tela per scene di mercato; 1 cancello di legno per giardino con lance
Il servizio di cretaglia per i camerini degli
di carte;
artisti trovasi molto sciupato dall’uso.
Bacco di carta; Colonna e Leone di san Marco;
RIPARAZIONI IN PLATEA
Caldaia di tela;
Moltissimi bracciouli smontati e messi a
1 colonnetta di carta;
deposito;
2 porte nobili di tela;
Parte dei seggiolini fanno bisogno di ripa-
2 porte rustiche di tela;
razione; pierròt p.13
#000IV 12/2010
Danilo Macina
L
e parole dei pochi nel silenzio della
Il tempo passa e il coraggio di alzare la te-
moltitudine e del vuoto, anche se
sta, di aprire gli occhi e guardarsi attorno,
sussurrate, arrivano lontano, fanno eco e
osservare, capire, urlare, si fa sempre più
lentamente diventano l’unica certezza.
labile.
L’Italia, la nostra patria, è così da molto
Quando saremo definitivamente soli, fac-
tempo.
cia a faccia con la nostra disperazione a
O forse lo è sempre stata.
lungo celata sotto abiti sfarzosi e banchetti
Langue sotto i colpi delle parole, delle po-
lussuriosi, non avremo nulla da dire.
che “vecchie voci” di uomini riconvertiti al
Noi lo abbiamo permesso.
proprio esclusivo interesse e a quello degli “amici”. Essi hanno ancora il coraggio di autoproclamarsi difensori della nostra patria e di propinarci falsi ideali, vendendoci benessere, cultura, giustizia, democrazia e rimanendo a tutti gli effetti i “gestori” della nostra società, della nostra vita.
Il paese più bello del mondo, dicono. Con qualche “problema” che loro, nella spudorata presunzione di onnipotenza, sapranno certamente risolvere. Non oggi, domani forse, o dopodomani, o l’altro ancora. E noi? Noi ci lasciamo guidare come pecore dalle “vecchie voci” dei pastori già padroni dei nostri velli, già sazi delle nostre carni. Scivoliamo giù verso pascoli sempre più magri, perigliosi, bui, restando alla mercè di lupi affamati che ci bramano e ci ingoiano vivi.
Ma il male non è il lupo. Nossignore. Il male è il pastore. p.14 pierròt
12/2010 #000IV
Alessia Vangi
U
M
a riflettere sulla censura oggi è
Ma tali pericoli, ahinoi, riguardano anche
ancora più complesso. Come os-
l’Arte.
serva Umberto Eco ,scrittore e semiologo
L’impulso estetico di certe anime sensibili
contemporaneo, la Censura è inevitabile.
che noi chiamiamo “Artisti”, potrebbe esse-
La similitudine da lui usata,atta a spie-
re messo a dura prova in una società dove
gare quanto la censura sia un processo
predomina la deformazione della notizia?
“naturale” è illuminante. La mente umana,
Il collegamento tra quella che ormai è
così come la Storia Universale, rimuove
meglio conosciuta come “Videocrazia” e la
automaticamente fatti ed eventi superflui.
vacuità dei pensieri della massa è oggetto
E’ impossibile ricordare, ad esempio, ogni
di studio di linguisti, letterati, scienziati e
singolo momento o azione di una giorna-
chi più ne ha più ne metta.
ta. Allo stesso modo la storia di un Popolo
L’Arte continua a sopravvivere e rappre-
in un determinato momento storico, è co-
senta ancora quel barlume di speranza
stretta subire “mutilazioni”.
a cui molti si aggrappano per parlare alla
Vedere un telegiornale all’ora di pranzo è
società. La Comunicazione è già di suo
un ottimo modo per studiare il modo on
un’arte. Passa attraverso il linguaggio che
cui il mondo si sta muovendo. Il susseguirsi
ci distingue nettamente dagli altri animali.
di notizie di cronaca nera, a ben vedere, è
Il linguaggio, il pensiero, il confronto con
una costante riscontrabile in quasi tutti i
altri uomini sono prerogative tutte umane.
notiziari. L’approfondimento delle suddet-
La comunicazione corrotta, manipolata,
te notizie in quelli che vengono chiamati
strategicamente studiata per creare l’am-
“rotocalchi” permette di accaparrarsi mi-
masso di inutili informazioni potrebbe an-
nimi dettagli e sconvolgenti particolari di
nichilire i o addirittura impedire il pensiero.
quell’omicidio o di quella tragedia.
E’ il pericolo di un’era.
Ora, ad essere obiettivi, lo spazio dedicato
E’ la contraddizione della civiltà.
alla politica è davvero ridotto o semplice-
n fenomeno culturale contempo-
mente strumentalizzato. Per politica chia-
raneo si chiama Censura. Esso si è
ramente intendo l’impegno per quella che
sempre manifestato nei secoli e in diver-
i Greci chiamavano “polis’”
se forme. E’ consistita principalmente in
E’ riduttivo vedere quei due pseudo-
“cancellazione sistematica” di informazioni
leaders scannarsi o quel deputato parlare,
ritenute “pericolose”. Di pari passo a questa
senza contraddittorio, per dieci minuti di
eliminazione di informazioni va quella che
fila, senza che l’inerme giornalista possa
comunemente è denominata “propagan-
formulare liberamente le sue domande.
da” Anch’essa,a ben vedere, è una forma di
I pericoli di una società completamente
censura, perché si realizza attraverso l’esal-
monopolizzata dalla politica corrotta sono
tazione di alcuni particolari piuttosto che
splendidamente e profeticamente descritti
di altri e, in politica, è più che frequente.
in un romanzo di G.Orwell intitolato “1984”. pierròt p.15
#000IV 12/2010
foto: Checco Pinto p.16 pierròt
la Bacheca QUELLO CHE E’ STATO Per il secondo anno consecutivo il Teatro delle Molliche organizza RESISTENZE, ospitando a Corato compagnie teatrali provenienti da tutta Italia e che condividono il “Manifesto” del progetto; condivisione necessaria, poiché il “Manifesto” rappresenta il senso stesso di questo progetto, senza del quale RESISTENZE sarebbe una semplice rassegna teatrale. Ogni esibizione sarà seguita da un confronto collettivo tra artisti e pubblico, momento essenziale di partecipazione e di arricchimento; tutti gli interventi verranno registrati e sintetizzati in un libro, consegnato a tutti i partecipanti. Di seguito il programma della rassegna, mentre il “Manifesto” lo potete leggere sul sito web www.pierrotweb.wordpress.com. PROGRAMMA 14/11/2010: CECHOV#01 di Carmen Giordano - Compagnia Macelleria Ettore Teatro al Kg di Milano - con Maura Pettorruso, Paolo Maria Pilosio 21/11/2010: VIADOS di Vito Latorre - Onirica Poetica Teatrale di Bari - con Francesco Lamacchia, Vito Latorre, Marilù Quercia, Antonio Repole 05/12/2010: LE FIGURINE MANCANTI DEL 1978 di Dario Aggioli - Teatro Forsennato di Roma - con Dario Aggioli, Angelo Tantillo 12/12/2010: DUX IN SCATOLA di Daniele Timpano - Amnesia Vivace di Roma con Daniele Timpano 19/12/2010: AMLETO di Michele Sinisi - Teatro Minimo di Andria (BT) con Michele Sinisi 09/01/2011: CIAO BELLA di Elvira Frosini - Kataklisma di Roma con Elvira Frosini 16/01/2011: I PIANETI SONO FERMI di Francesco Martinelli - Teatro delle Molliche di Corato (BA) - con Davide Labartino, Francesco Martinelli 30/01/2011: S(I)ETE 2O di Mariano Cipriani - Cipriani&Duarte di Corato (BA) - con Mariano Cipriani, Belen Duarte 06/02/2011: ‘600 di Francesco Tammacco - Il Carro dei Comici di Molfetta (BA) - con Pantaleo Annese, Antonella Bufi, Gabriella Caputi, Francesco Tammacco, Rosa Tarantino 13/02/2011: LEOPARDI SHOCK di Lorena Senestro - Teatro della Caduta di Torino - con Lorena Senestro
PROGETTI PROGETTI DI EDUCAZIONE AMBIENTALE Esibizioni teatrali e attività rivolte alle Scuole Primarie e Secondarie di Secondo Grado, studiate dal Teatro delle Molliche per sensibilizzare i bambini e i ragazzi alle tematiche ambientali rappresentati presso il Parco Naturale Selva Reale di Ruvo di Puglia. Per informazioni e adesioni contattare 080.8971001 LABORATORI Laboratorio teatrale per bambini da 6 a 10 anni condotto da Mariangela Graziano presso la libreria Diderot di Andria. Per informazioni e adesioni contattare il 0883.550932 SEMINARI DI STORIA DEL TEATRO
Nel mese di Marzo e Aprile la Scuola delle Arti della Comunicazione ha programmato quattro seminari di studio di autori, opere e regie riservati agli allievi: 5 e 6 marzo - DAL TEATRO DELL’ASSURDO AL TEARO DELL’IMMAGINE a cura di Franco Vangi; 20 marzo - TEATRO NAPOLETANO DEL ‘800 E ‘900, IL CARATTERE DEL NOME a cura di Carmen de Pinto e Francesco Sguera; 26 e 27 marzo - MEDEA DI EURIPIDE a cura di Saba Salvemini e Annika Strohm; 2 e 3 aprile - VITA DI GALILEO DI BRECHT a cura di Rolando Macrini.
PROSSIMAMENTE: UNA SCUOLA DI CINEMA SBARCA NEL NORDBARESE! Per info visitate il sito:www.morpheusego.it
PROGETTO SCUOLA TEATRO Spettacoli teatrali per le Scuole Primarie:
Spettacoli per le Scuole Secondarie di Secondo Grado:
“L’Usignolo e la rosa” di O. Wilde con Alessandra Mazzilli, Alessandra Sciancalepore, Mariangela Graziano, Antonio Marzolla, Roberto Porcelli Regia: Francesco Martinelli
“L’imbecille” di Pirandello e “Dolore sotto chiave” di De Filippo con Alessandra Mazzilli, Alessia Vangi, Mariangela Graziano, Francesco Martinelli, Roberto Porcelli Regia: Francesco Martinelli
“Il pescatore e la sua anima” di O. Wilde con Mariangela Graziano, Roberto Porcelli Regia: Francesco Martinelli
“Garibaldi fu Felice” di F. Martinelli con Mariangela Graziano Per informazioni e prenotazioni contattare il 3384234106
O.E.T. SCUOLE (Osservatorio Educazione Teatrale nelle Scuole) A conclusione dei percorsi laboratoriali sono state rappresentate le seguenti esibizioni: • 1 e 2 Dicembre: “Alice nel paese delle meraviglie” - I.T.C. “TANNOIA” - Corato (Progetto PON L1 - FSE 2010) • 15 Dicembre: “Alice nel paese delle meraviglie” - I.P.S.C.T. “LOTTI” - Andria (Progetto PON C1 – FSE 2010) • 17 Dicembre: “No pigs” - LICEO SCIENTIFICO “CAFIERO” - Barletta (Progetto PON C1 – FSE 2010) Per l’anno scolastico 2010/11 sono stati avviati laboratori nelle seguenti Scuole: ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE “TANNOIA” di Corato; SCUOLA PRIMARIA “TATTOLI” di Corato; SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “VACCINA” di Andria; LICEO PSICOPEDAGOGICO E LINGUISTICO “FIORE” di Terlizzi; SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “FIERAMOSCA” di Barletta.
http://pierrotweb.wordpress.com il blog di Pierròt Link utili, corsi, spettacoli, concerti, mostre ed eventi di particolare interesse selezionati per voi. Articoli, recensioni, servizi fotografici, video e i numeri precedenti di “Pierròt “ da leggere direttamente sul vostro PC.
Insegnanti: Belen Duarte Mariangela Graziano Luigi Palumbo Alessandra Sciancalepore
Teatro delle Molliche