PeriodicoMARCO anno 3 N°1 - Speciale Fumetto

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Primavera/Estate 2011 Edizione speciale

Distribuzione Gratuita

Pagine di dibattito e riflessione sui tempi e spazi che viviamo

Affitto a studenti + Quartiere Zen

Libri e librerie Margot Sodoma e Gomorra Si va a funghi + E’ una favola

Ufo 14 Rufo AP7 Volgar

Anno 3/ N°1


P R E M E S S A

Nella Primavera del 2009 nasceva in quel di Firenze, ad opera di un gruppo di studenti universitari, il PeriodicoMARCO, uno spazio di riflessione sulla contemporaneità culturale e sociale di questi anni 2000... In seguito si aggiungeranno al progetto altri collaboratori, non solo studenti, provenienti da vari ambiti professionali. Sarà una nuova ribalta, dove esprimere opinioni libere da ogni conventicola o gruppo di potere, locale e non, ritenuta, per la redazione, più che mai indispensabile al fine di aprire un dibattito fra i lettori, rovistando tra argomenti per lo più di attualità. Stampare su carta in epoca d’internet poteva sembrare un gesto demodé, ma il periodico si rivelerà utilissimo al fine di estrapolare dalla massa gigantesca di notizie che, a ogni tema digitato in rete, esce dai motori di ricer-

ca. In seguito sarà creato un sito internet che affiancato alle copie cartacee darà la possibilità anche ai lettori più tecnologici di conoscere il lavoro della redazione, sarà la nascita di www.periodicomarco.it Quello che più premerà alla redazione, è discutere e mettere a fuoco i temi affrontati nei vari fascicoli, appuntando così in un’agenda ideale, gli argomenti a volte seri a volte faceti, che la società fissa nella quotidianità di tutti. Ma perché proprio il nome Marco? Tutto cominciò per un oscuro scherzo del destino in una notte buia e tempestosa? Non proprio. Gli studenti furono ispirati dalla figura realmente esistente di un “saggio” senza età che portava siffatto nome e che soleva frequentare il chiostro dell’amena università fiorentina al fine di osservare, da tale postazione,

lo sviluppo dell’attuale società attraverso la vita che lì si svolgeva. Fu dunque naturale ispirarsi al nome di tale arguto osservatore, visto che anche il periodico intendeva scrutare, analizzare e commentare i casi del mondo al pari dell’indomito mentore. Sulla copertina del primo numero, che era dedicato al mondo del lavoro giovanile, apparve, a dotare il Periodico oltre



Abbiamo assistito recentemente a un fatto che ha coinvolto l’attore e regista Giulio Cavalli in un episodio che eufemisticamente potremmo definire di censura, volendo la mafia non farsi mancare anche questa ennesima nefandezza. L’ultima produzione di Cavalli è il recente Do ut Des, spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi. A causa delle minacce mafiose ricevute a seguito della messa in scena di quest’ultimo spettacolo, gli è stata assegnata una scorta. L’autore prosegue nella sua denuncia delle collusioni e infiltrazioni mafiose con RadioMafiopoli e altri spettacoli. ata del cabarettista Lenny Bruce, osteggiato dalla società benpensante per battute scomode come “Se Gesù fosse stato ucciso vralrte è specchio della società è compito dell’artista esprimerne quindi anche l’insoddisfazione e lo scontento, e questo da fastidio al potere, di qualsiasi tipo esso sia. Come dice Edgar Wind in Arte e anarchia, “l’arte è una faccenda scomoda, soprattutto per l’artista stesso” - e oggi qua in Italia per una banda di delinquenti tocca a Roberto Saviano e Giulio Cavalli, per non parlare del fatto che pur essendo in Italia, paese democratico, sulla carta, non ci sono solo le mafie a censurare - pensiamo ai casi Guzzanti e Luttazzi, alla mostra sull’arte e omosessualità e alla recente esclusione di alcuni artisti dalla mostra Sitart Imagining plaza a Milano, in Piazza Fontana, dedicata al ventennale dell’abbattimento del muro di Berlino. La lista potrebbe andare avanti all’infinito nel segno di un’intolleranza del potere verso l’espressione più alta dell’essere umano: la libera creazione artistica... Scaramozzino e Lorenzi


che di un nome anche di un’immagine, il viso di un giovane mimo dal “guantato” dito ammonitore (interpretato da Raffaele Vella che sarà poi il grafico del periodico), ritratto per l’occasione dalla giovane fotografa Raffaella Milo, che da lì in poi curerà tutti gli scatti di copertina. Per la redazione fu l’illuminazione definitiva, era stata trovata la mascotte dell’iniziativa! A quel punto Guru, il vignettista ufficiale del PeriodicoMARCO iniziò a fremere d’ispirazione e dotatosi di lapis, pennarelli, carta e talento, cominciò a comporre strisce in cui il mimo, in maglietta e pantaloni a righe orizzontali, avrebbe avuto il compito di accompagnare il lettore in un’avventura legata al tema di ogni numero in uscita. A due anni di distanza, per rafforzare l’espressività dell’intero progetto, Michele Vella l’Art Director del PeriodicoMARCO, sarà l’ideatore di questo numero speciale, che si prefigge di delineare cronologicamente il percorso fin qui compiuto da Marco con il PeriodicoMARCO.

Il tratto grafico di Guru permette da subito di accedere a un mondo composto di piccoli e preziosi particolari, che non solo arricchiscono la composizione visiva, ma rimandano a tutta una serie di richiami iconografici e semantici chiamati a contribuire alla descrizione dell’evento illustrato: il coltellaccio infisso nel cranio da jeti del macabro affittacamere nella prima storia, i baffoni di Nietzsche su una maglietta nella terza uscita, le casette di marzapane nel settimo racconto della serie, e via a seguire, invitano i lettori di questo speciale a divertirsi e scoprire il maggior numero possibile di dettagli. La prima storia dal titolo “Affitto a studenti” appariva sul secondo fascicolo, nell’estate 2009, (vedi pag.3) vista l’aria che tirava dopo i fatti del terremoto a L’Aquila, della nuova legge sull’Edilizia e dei problemi che in genere s’incontrano per trovare un appartamento in affitto, trattava il tema della questione abitativa. L’indomito mimo Marco, appare nella prima striscia mentre percorre le strade di una cupa cittadina, giungendo alla porta di un inquietante affittacamere. Il personaggio si mostra col suo volto di ragazzino vispo e scanzonato e, alla domanda del padrone di casa, risponde informandolo, e informandoci, che è uno studente di musica e spettacolo. Tanto basta al losco figuro per cacciarlo in malo modo; per il lettore il ghiaccio è oramai rotto, Marco fumetto è nato! Poche pagine dopo, sempre sullo stesso numero, Marco, nel Quartiere Zen, si trova in visita a Palermo. Qui alla ricerca di un posto dove rilassarsi, viene attratto dal nome del quartiere, immaginando paesaggi di stile orientale e dolci melodie. Smarrito e contrariato, deluso e spiazzato, si ritrova a vagare nell’orrenda Zona Espansione Nord, uno dei quartieri dormitorio più degradati del capoluogo siciliano. Due storie, dunque, visto anche il taglio dato agli scritti di quel numero, allargate a considerazioni sulla dimensione dell’abitare colta da punti di vista non scontati.



Col terzo numero dal sociale si passerà al culturale cosi che, nell’autunno, l’avventura di Marco si ambienterà con “Libri e librerie” in una libreria alla moda, dove lo spunto del racconto offre al personaggio, l’occasione per sfoggiare ancora una volta, il suo gesto di ammonizione verso il malcostume oggi imperante nell’ambito del commercio culturale. Dalla cultura all’ arte avanzerà il successivo fascicolo invernale e qui, il nostro Marco, verrà coinvolto in una performance molto particolare in cui s’intende satireggiare una certa body art assai cruenta nel segno di Orlan o Stelarc, (vedi fascicolo Anno I N.3) dove la spettacolarizzazione della corporeità estrema viene assunta come modo di essere nel mondo. Con la sua espressione disincantata, mentre dondola appeso a un gancio da macellaio, infisso nei pantaloni a grandi righe che formano la parte inferiore della sua divisa, Marco sembra chiedersi e chiederci, se ci sia ancora un senso nell’arte dell’uomo. Le avanguardie sono morte e forse anche la società, dunque le arti visive, la

musica, la danza, ma anche l’architettura il design, cosa oramai descrivono? Successivamente Marco si cimenta nella creazione artistica al computer (vedi pag.8), creando là per là, quello che sarà il suo alter ego femminile: nasce il racconto e il nuovo personaggio Margot, maschera un po’ malinconica là dove Marco è mimo allegro. Munita di berrettuccio con pon pon, mezzi guanti, stivaletti e calze a rete, esordisce, sul numero “l’Arte”, mettendo subito in chiaro, quale debba essere il suo ruolo di femmina saggia ed energica nel mondo di Marco e letteralmente schizza fuori dallo schermo del computer, facendo subito pentire il povero mimo di averla trattata come una pupattola senza volontà. Tra i vari aspetti affrontati nel fascicolo “l’Arte”, il racconto toccava anche il mondo della computer grafica, e dell’esperienza artistica espressa mediante le nuove tecnologie digitali, ed è proprio in quest’ambito che Marco tra mesch e curve nurbs si districa sapientemente nel mondo della modellazione tridimensionale, così Margot inizia il suo cammino. Meraviglie dell’arte digitale…



Per il suo secondo anno di pubblicazione nella primavera 2010 il PeriodicoMARCO apriva con un numero dedicato al problema delle mafie, analizzando questo fenomeno dal punto di vista dei patrimoni, delle ricchezze e dei capitali dell’impresa criminale mafiosa, cercando di non concentrare l’attenzione alla sola pericolosità criminale in se. Tema non facile da trattare, infatti Guru con Sodoma e Gomorra (vedi pag.10) disegna una striscia dove sottopone all’attenzione dei lettori, grazie ad un abile gioco di parole fra Marco e Margot, il tema della corruzione e dell’omertà, che in quel periodo riguarda anche il comportamento del mondo ecclesiastico in particolar modo sulla questione della pedofilia, cronache riportate sulla maggior parte dei giornali italiani e non solo. L’estate con la sua voglia di avventura, porterà il Periodico a interessarsi ai significati e all’importanza della fiaba nel mondo attuale, che tanto poco tempo sembra dedicare all’ascolto di questo genere espressivo. Ignorare o trascurare il fiabesco, relegarlo allo sfondo di qualche videogioco, può significare un distacco profondo dal nostro essere, dal nostro crescere interiore e quindi diventare un atteggiamento pericoloso. Un bimbo cui non si è offerto di sviluppare un mondo interno pieno di poesia, sarà un adulto abulico e indifeso cui politici, media, militari ed economisti potranno raccontare un altro tipo di “fiabe” in cui cadrà facilmente per la macanza di un adeguato esercizio all’uso dell’immaginazione e della libertà. Per il personaggio di un fumetto è un invito a nozze: in “Si va a funghi” (vedi pag.12) Marco e Margot si addentrano in un bosco fatato a cercare funghi dove incontrano un curioso personaggio, che amaramente ammette non esserci più molta fantasia a questo mondo. Sarà così? Per certo Marco raddoppia la sua presenza in quest’uscita, immergendosi in una seconda striscia: “E’una favola” (vedi pag.13) dove dal bosco incantato inizia a fantasticare su una società migliore, mostrando sotto la vena fantastica, un indomabile senso della realtà cui mai rinuncia, proponendo addirittura un regolare contratto di lavoro per le fate. Ad autunno si tornerà a un tema più drammatico e complesso: “Magia e Credulità”, una riflessione sul fenomeno del credere che, di questi tempi, si va sempre più caricando di valenze confuse, contraddittorie e istrioniche, in forme balzane dove, con la decadenza delle religioni ufficiali, va a cadere l’attesa spirituale. Immancabile per Marco e Margot un incontro con gli U.F.O. o me-



glio come dal titolo della storia Ufo 14 Rufo AP7. La seconda annualità si chiude con un numero sulla disinformazione e la persuasione dell’opinione pubblica. La redazione parte dalla consapevolezza che si sta assistendo ad una sorta di nemesi del sistema dell’informazione che finisce per tradire i propri fini e invece di informare e di sensibilizzare finisce per creare confusione. Una notizia può essere spesa secondo le opportunità di chi governa i meccanismi della diffusione dell’informazione. Ciò è il frutto della globalizzazione selvaggia che investe i mercati e che coinvolge anche l’informazione, considerandola una merce utile alla persuasione e alla manipolazione del pubblico, che ha come fine ultimo quello di rispondere alle logiche del potere e del mercato. Per usare una metafora un grande evento mediatico è come un filone aurifero, anche quando i geologi si rendono conto che si sta esaurendo, fanno di tutto per sfruttarlo fino in fondo, prima di investire nella ricerca e negli scavi per individuarne un altro. Tutti i casi di cronaca, soprattutto negli ultimi tempi, hanno funzionato così. Ad un certo punto, però, il sistema collassa, l’evento si esaurisce ma lo si tiene in vita con la respirazione artificiale. Spesso gli stessi protagonisti si adattano alla ricerca dei classici cinque minuti di popolarità, così è Volgar, (vedi pag.15) artista megalomane e idolo musicale di MARCO, che risponde alle domande del mimo con una serie di luoghi comuni tipici della rockstar più votata al business, con fare deciso e seccato MARCO però gli volta le spalle andandosene, lasciando il cantante a farneticare da solo, atteggiamento che ben rispecchia il pensiero della redazione. Nel Periodico, in realtà, è anche presente una rubrica musicale a cura di Giuseppe Bianco, che queste logiche le avversa da sempre. E qui si chiude il periodo pionieristico del fumetto MARCO, e con esso questo speciale da collezione, il resto è futuro. Testi di questo speciale a cura di: Consuelo Lorenzi e Francesca Scaramozzino. Una nota particolare va a Massimo De Micco, Katrame, Manuela Minneci e Laura Turchi che fanno parte del progetto PeriodicoMARCO fin dal suo primo respiro e a quanti in questi due anni se pur temporaneamente hanno dato il loro contributo al progetto.






CONTENUTI PREMESSA pag.2 AFFITTO A STUDENTI pag.3 QUARTIERE ZEN pag.4 PERCORSO DI MARCO NEL PeriodicoMARCO pag.5-7-9-11 LIBRI E LIBRERIE… pag.6 MARGOT pag.8 SODOMA E GOMORRA pag.10 SI VA A FUNGHI pag.12 E’ UNA FAVOLA pag.13 UFO 14 RUFO AP7 pag.14 VOLGAR pag.15

PeriodicoMARCO redazione@periodicomarco.it Fascicolo N°9 - Anno III Primavera/Estate 2011 Rivista periodica di cultura e società Supplemento a L’ALTRACITTA reg.trib. N°4599 del 11/7/96 Direttore Responsabile Cecilia Stefani Redazione Massimo De Micco Guru Katrame Consuelo Lorenzi Manuela Minneci Francesca Scaramozzino Laura Turchi Art Director Michele Vella Progetto Grafico e Impaginazione Raffaele Vella (raffaelevella@hotmail.it) Fotografia Raffaella Milo (raffaella.milo@alice.it) Rubrica musicale Giuseppe Bianco

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No Copyright

in caso di riproduzione di testi e immagini, purché non a scopo commerciale, citare la fonte.Le opinioni espresse non sempre rispecchiano i pareri della redazione. Questo periodico non ha orientamento razzista e discriminatorio

Dove trovare le copie:

in tutte le principali Librerie, Circoli, Caffè culturali, Biblioteche civiche e sedi universitarie di Firenze e dintorni


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