Rivista lasalliana 2-2010

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Marco Paolantonio

liane torinesi, quella elementare di S. Pelagia, e quella tecnica del Collegio S. Giuseppe. Quindicenne entrò al noviziato dei Fratelli di Albano Laziale, poi tornò in Piemonte per frequentare lo studentato a Grugliasco. Nel 1902 conseguì il diploma magistrale ed emise i primi voti religiosi. Mentre insegnava nelle classi elementari, prima dell’Istituto Sordomuti di Torino, in seguito della scuola Negrone Durazzo di Genova e del Collegio S. Vincenzo di Piacenza, pose le basi della sua cultura religiosa acquisendo i diplomi medio e superiore degli studi religiosi previsti nella Congregazione e dedicandosi personalmente allo studio della teologia. In questo gli fece da guida il fratello Giovanni, che ne seguiva i corsi nel seminario di Torino. I testi e le dispense, però, erano spesso in latino, lingua che fino al 1923 restò interdetta ai Fratelli3. Fr. Angelino si propose perciò di studiare su testi francesi e tedeschi. Conosceva già bene il francese, lingua ufficiale della sua Congregazione; gli ‘bastò’ quindi apprendere le altre due, cui aggiunse l’inglese. Riuscì egregiamente nell’intento, grazie a un’applicazione tenace, favorita da una naturale predisposizione per le lingue. Altra circostanza favorevole per il perfezionamento fu il permesso dei superiori per due soggiorni di studio e di insegnamento a Nantes in Francia e a Castletown in Irlanda4. Dopo una breve parentesi al Collegio S. Giuseppe di Torino, sette anni al S. Giuseppe di Vercelli5 e quattro al La Marmora di Biella6, nel 1925 ebbe inizio il periodo apostolico più lungo e impegnativo della sua vita: i ventun anni nel Regio Istituto Maschile di Rodi. Vi giunse a 41 anni, nel pieno vigore della maturità fisica e culturale. Lo accolse un ambiente che presentava aspetti per lui inconsueti, ai quali non tardò non solo ad adattarsi positivamente, ma che contribuì a migliorare con varietà e ricchezza di contributi. La scuola era pubblica, frequentata in massima parte da ortodossi, ebrei e musulmani (i cattolici erano una minoranza). Gli toccarono le mansioni di insegnante - matematica, fisica, lingue - , la direzione dei laboratori scienti-

3 L’interdizione era stata posta dal Fondatore, che voleva così evitare ai Fratelli la tentazione di adire al sacerdozio venendo meno alla loro chiamata di religiosi laici interamente dediti all’insegnamento popolare. Fu abrogata con decreto pontificio nel 1923; si aperse così ai Fratelli anche l’accesso alla facoltà di lettere classiche. 4 In Irlanda conseguirà nel 1910 la laurea in scienze, poi riconosciutagli in Italia. 5 Qui si sottopose alla visita di leva militare, che lo vide ‘riformato’ per debole costituzione e insufficienza toracica. La chiamata alle armi per la prima guerra mondiale confermò la diagnosi e comportò l’esenzione dal servizio. Annota il biografo: Il pallore del volto, la sottigliezza e la fragilità delle membra, la voce costantemente velata e una certa difficoltà a respirare (voleva aria, finestre aperte, correnti) erano segni evidenti di un fisico piuttosto debole e povero di risorse. Eppure, a sentirlo, egli stava ‘sempre benissimo’, e a vederlo al lavoro c’era da rimanere sbalorditi per la forza, la resistenza, l’intraprendenza aggressiva, lo scatto e il buon umore che egli vi apportava (p. 29). 6 Dove dimostrò anche qualità di scrittore, dirigendo il bollettino Parola Amica, su cui comparvero suoi scritti richiesti e pubblicati da giornali, periodici parrocchiali e pubblicazioni di altre istituzioni lasalliane. E’ di quegli anni l’edizione del volumetto di novelle e bozzetti Prime armi.


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