NumeroZero.7

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gennaio.2010

15 anni di Formigoni si avvicina il quarto mandato? • pagina 3

ERSAF: Sono Pazzi Questi Formigoniani! il punto della situazione • pagina 4

un uomo di potere

intervista a Gianni Rossoni • pagina 5

Finalpia, attività ancora ferma

il parere di Rosaria Italiano • pagina 6

urbanistica / 2 quale PGT a Crema

la partecipazione dimenticata • pagina 8 che cos'è il PGT • pagina 8

la provincia dei numeri uno

domande al presidente Salini • pagina 9

banche del gas al via le trivellazioni a Romanengo • pagina 10

come una piuma in una scatola

intervista a Giancarlo Caselli • pagina 11

dove andrà il centrosinistra? / 3

intervista a Maurizio Bertolaso • pagina 12

nasce Sinistra Ecologia Libertà le primarie pugliesi consacrano il nuovo partito • pagina 13

27 gennaio: "il futuro ha una memoria"

il progetto per la conservazione della memoria cancellato dalla giunta Salini • pagina 14

Arcigay Cremona e Lodi

eletto il nuovo presidente • pagina 16

“Bisogna daghel a Rusù al voto” di Alex Corlazzoli Sono cresciuti con questo ritornello gli offanenghesi. E lui, Gianni, li ha accontentati tutti. Ad ogni tornata elettorale, i suoi elettori li aspetta ad uno ad uno sulle scale d’ingresso del seggio elettorale. Li guarda in faccia. Stretta di mano. Risatina. Pacca sulla spalla. Per due giorni è lì. Lo faceva alle sue prime elezioni, lo fa ancora oggi, dopo 20 anni di politica ricordandoci (come in un film in bianco e nero) altre piazze, nel sud Italia, dove i candidati fanno a gara a baciare e abbracciare gli elettori. E sotto il campanile senza punta, non c’è foglia che si muova che Gianni non voglia. Un modello ben collaudato ed esportato su scala cremasca e non solo. Ma Gianni lo fa perché ci vuole bene. E la gente ne vuole a lui. Ha cambiato 4 casacche (Dc-PPi-Cdu-Forza Italia) ma Gianni resta Gianni. Può parcheggiare al posto dei diversamente abili e nessun vigile lo multa. Può urlare contro chi si permette di sfilare accanto a lui con una bandiera della pace. Ai tempi delle vacche grasse della politica ogni mattina l’autista con auto blu lo attendeva davanti a casa. Ma non si trattava di casta. Scherziamo! Lui poteva. Faceva bene. Ci mancherebbe. Perché Gianni c’è. C’è ogni domenica alla Santa Messa nel primo banco. C’è al presepe vivente. C’è quando c’è un’inaugurazione, un taglio del nastro, un funerale. C’era quando il compianto commendator Poletti inaugurò la sua villa facendo un sontuoso banchetto per Gianni e gli amici e un rinfresco in piazza per il popolino. C’è anche quando non c’è. Perché ci pensano gli altri (non si capisce il perché) a ringraziarlo quando si insedia un nuovo consiglio comunale. E guai se qualcuno si permette di parlare della sua vita privata. Se qualcuno ricorda che era un professore di ginnastica. Se si mette in discussione una sua candidatura. Sia mai. Lesa maestà. E allora onore al nostro Gianni. Onore e gloria al nostro re. Togliamo la coppola al suo passaggio. E baciamo le mani.


■ gennaio 2010 ■ grand hotel Rossoni

Forse non tutti sanno che... a cura di Gil Mazzo Pier Gianni Prosperini (Vicenza, 1946) è un Medico nonché Assessore della Giunta Formigoni. Iscritto alla Lega Nord fin dalla fondazione, è consigliere comunale a Milano fino al 1992 quando si stacca dal Partito di Bossi per aderire a Lega Nuova (formazione nata da una scissione del Partito del Senatùr) indi ad Alleanza Nazionale. Razzista fin dai tempi dall’affermazione della Lega è noto per le sue scorribande televisive, in particolar modo sulle emittenti private del Nord. Ha prodotto anche diversi calendari sulle copertine dei quali si definisce “Baluardo della Cristianità, Flagello dei Centri Sociali e Condottiero del Nord”, nonché “Difensore della Fede, Eradicatore dei No Global, Protettore del Nord”. Negli anni scorsi rilasciò una dichiarazione al Giornale (famiglia Berlusconi) a proposito dell’omosessualità. Prosperini asserì di non aver nulla contro di loro “ma l’omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e niente adozioni. Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare né istruttore sportivo”. Poi, riferito ad un manifestante che esponeva una caricatura del Papa: “Ha visto il fotomontaggio di Benedetto XVI con il dito alzato? Ci provino con la faccia di Maometto se hanno i coglioni! Garrotiamoli, ma non con la Garrota di Francisco Franco. Alla Maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta attorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira ed il cervello scoppia”. Il 16 dicembre 2009 viene arrestato in diretta TV dalla Finanza, con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta per appalti sulla pubblicità televisiva della regione Lombardia, in qualità di assessore regionale allo Sport, ai Giovani e al Turismo. Secondo l’accusa, Prosperini avrebbe incassato una tangente da 230 mila euro su un appalto da 7,5 milioni di euro, per promuovere in TV il turismo in Lombardia tra il 2008 e il 2010. Secondo Prosperini i gay non possono essere né militari, né insegnati e nemmeno istruttori sportivi. Secondo Formigoni gli ignoranti e i presunti ladri possono essere Assessori? (fonte enciclopedia online wikipedia.org, ad eccezione dei corsivi)

L’ANGOLO di Piervenanzio Rotula

CINEMA: Il Giorno del Tricheco con Sandra Veramon e Mirko Fango regia di Farouk Martinelli

Il film narra di una puerpera bretone che, abbandonata da una nave in transito dalle foreste della Finlandia, viene raccolta ed accudita da una comunità di pescivendoli turchi. Crescendo, la ragazza si innamora di una scatola di carne Simmenthal che le fa rivivere le sue esperienze nel ghetto. Si salverà grazie ad un pastore bergamasco in vacanza con la famiglia a Zoagli. Film di profondi contenuti lirici che si dipana sull’onda del sentimentalismo, senza però mai cadere nella retorica. Il regista ha volutamente utilizzato i colori tenui delle ore antelucane per imprimere all’opera un grande valore numismatico di fondo. Le sequenze si svolgono in paesaggi di rara bellezza con l’apporto concreto dei vasi comunicanti dell’inconscio. L’io turbato emerge dalle oscurità ataviche per riportare la quiete nei meandri della specularità tribale. Vivamente sconsigliato ai più.

consiglio pratico

Chiudete sempre le porte prima di aprirle, altrimenti rimarrebbero sempre aperte Questa rubrica è stata offerta dal

“Purgone del Dottor Pelo” Il Purgone del Dottor Pelo Dal colon al retto equilibrio perfetto!

Direttore responsabile Manuela Antonia Della Nave Editore LINFA scrl via Tensini, 11 • Crema Stampa Arti grafiche cremasche divisione grafica Cartotecnica Cremasca • Crema Progetto grafico, impaginazione e illustrazioni francescoguerini.it Richiesta registrazione depositata presso il Tribunale di Crema in data 16/04/09 licenza delle immagini riprodotte le fotografie contrassegnate con un asterisco (*) nella didascalia sono distribuite sotto la licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 (http://creativecommons.org/ licenses/by/3.0). In nessun modo le immagini sono utilizzate nell'intenzione di veicolare le intenzioni degli autori da parte di NumeroZero Alcuni Diritti Riservati questo numero è pubblicato con una licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

foto* di mava da http://www.flickr.com


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15 anni di Formigoni di Davide Bordo 1995: è la data in cui Formigoni fu eletto per la prima volta a governare la Lombardia, dopo 3 mandati consecutivi ora punta a superare la maggiore età da Presidente. Già di per sé tre manadti guidati da una sola coalizione intaccano il sano principio dell’alternanza, se a ciò aggiungiamo che ad averne il controllo è sempre la stessa persona, allora la cosa si fa preoccupante. Il problema, tuttavia, non è solo questo: una giunta fallimentare sulle questioni chiave – a mio avviso – non merita la rielezione. Sia chiaro, per fallimento mi riferisco agli interessi della gente: cioè tutti coloro che non rientrano nella cerchia dei potenti e loro affiliati (CL, la Compagnia delle Opere e il loro seguito), che non sono soggetti privati con super capitali da investire in attività edilizie o laddove la Regione si è contraddistinta per la sua generosità a favore dei "meno abbienti"! Volendo valutare l'operato della giunta dal punto di vista dell'uomo della strada il fallimento è clamoroso, tra le materie più critiche si possono annoverare i settori descritti in seguito.

sanità

Un giro d’affari incredibile ha portato a una forte privatizzazione senza un corrispondente miglioramento del servizio, anzi in alcuni casi si può parlare di regressione. Oltretutto pare che le strutture private di norma si svolgono diagnostica – più “economicamente vantaggiose” – lasciando le attività più onerose alle strutture pubbliche, nelle quali si avvisa una regressione in termini qualitativi del servizio; forse andrebbe ripensato il modello in modo più equo, che– ad esempio – abolisca la nomina di dirigenti e primari da parte del mondo politico.

trasporti

Il trasporto pubblico è forse il settore che tocca più direttamente la maggioranza dei cittadini. Si è parlato della Lombardia come Regione trainante, modello di sviluppo ed efficienza… sarebbe interessante sentire il punto di vista di qualche pendolare, che forse si chiede il senso dell'alta velocità che ha assorito capitali che avrebbero maggiormente giovato al servizio base: maggiori collegamenti, treni puntuali, puliti e vivibili non sono una richiesta così fuori luogo.

scuola

L’80% dei fondi per il diritto allo studio (400milioni di euro dal 2001) è devoluto a studenti di scuole private, che sono solo il 9% della popolazione scolastica. La distribuzione non tiene conto delle classi di reddito: vengono finanziati gli studi anche a cittadini con redditi di fascia massima o titolari di im-

mobili di valore, che poi ne rigirano buona parte alle strutture private. Un bel business. E altri regali! Ricordiamo il finanziamento regionale di 4,5 milioni per la costruzione della nuova scuola di CL? O è meglio annoverarlo tra i casi di regali tra amici?

acqua

Un discorso che sembra toccare in modo meno diretto i cittadini, ma non certo di poca importanza va fatto sulla privatizzazione dell’acqua: l’acqua è un bene naturale fondamentale deve essere protetto e garantito sempre. Non è ammissibile che diventi una merce preziosa sulla quale fare affari (come l'oro o il petrolio). Da una parte abbiamo l’esempio del Piemonte, che ha impugnato la Legge 133 del 2008 in quanto presenta dei tratti incostituzionali; dall’altro quello di una Lombardia che ha tentato in tutti i modi di OBBLIGARE gli enti locali a dare in gestione ai privati il servizio idrico, ma essendo stata bocciata dal Consiglio di Stato ha dovuto “accontentarsi” della 133/08 dove è previsto che la cessione dei servizi sia una facoltà.

casa

Probabilmente anche un discorso sulle case popolari può interessare meno la maggior parte dei cittadini, in realtà le politiche attuate in merito sono riconducibili alla linea che in generale giudichiamo insoddisfacente. I fatti parlano chiaro: negli ultimi anni si è registrato un costante aumento degli affitti (perfino durante la crisi economica) e questo grazie ai tagli dei fondi fatti dall’amministrazione regionale; a ciò si è accompagnata una politica di vendita (svendita?) del patrimonio pubblico, che peserà in futuro e penalizzerà chi avrà bisogno di un alloggio, ma in fondo questa non è una novità! Forse è necessario pensare a un modello nuovo e alternativo a quello che Formigoni e le sue articolazioni hanno consolidato in quasi un ventennio di dominio incontrastato, queste elezioni possono essere l’occasione giusta.

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■ gennaio 2010 ■ grand hotel Rossoni

ERSAF: Sono Pazzi Questi Formigoniani! il punto sulla questione ERSAF

di Franco Bordo

» rendere edificabili aree verdi » abbattere il mercato di Crema » niente parcheggio da 500 posti il tutto a un costo per il Comune di 6milioni di euro. ma la Città cosa ci guadagna? S.P.Q.R. – Sono Pazzi Questi Romani, diceva Obelix nel celebre fumetto. S.P.Q.F. – Sono Pazzi Questi Formigoniani, commentano i cittadini di Crema. Se non fosse che di mezzo c’è il futuro di oltre 150 imprese familiari e di alcune centinaia di posti di lavoro nel comparto del commercio del nostro centro storico,nonché lo sfruttamento di un’area verde strategica per la nostra Città, si potrebbe metterla sul ridere. Invece c’è da essere seriamente preoccupati e incazzati per questo progetto che peggiora capitolo dopo capitolo. Non solo hanno fatto sparire dall’Accordo di Programma, già sottoscritto da Rossoni e Bruttomesso,il parcheggio interrato di 500 posti di cui il Comune di Crema sarebbe dovuto diventare proprietario, mantenendo comunque l’esborso di 6 milioni di euro da parte dell’Amministrazione Comunale. Non solo puntano allo sfruttamento dell’area Stalloni con l’idea di realizzarvi un albergo privato di lusso senza aprire il parco verde alla Città, impedendone la fruizione pubblica, la “restituzione” alla città. Non solo vogliono che il Consiglio Comunale renda edificabili aree verdi in un quartiere già popolato come Ombriano, che ha bisogno di tutto meno che di cemento e nuovi condomini. Non solo vogliono abbattere il mercato di Crema, andando contro il sentire comune dei cittadini cremaschi, come dimostra la grande adesione alla petizione popolare, che considerano questa realtà un bene comune, una realtà economica, un luogo di incontro e socializzazione da salvaguardare e non da demolire. Ora,per rendere ancor più pasticciata e iniqua l’operazione/speculazione Stalloni, vogliono concedere al privato di scavare sotto via Verdi per realizzarvi un parcheggio sotterraneo multipiano (ben sapendo che vi è una falda a -4mt) e intanto farci credere che da lì il mercato non si sposterà mai. “Ma chi vogliono prendere in giro?” “Il progetto anziché migliorare peggiora!” Con queste parole una signora. intervenuta nell’ambito dell’affollato incontro pubblico organizzato da Sinistra e Libertà, ha perfettamente sintetizzato lo stato d’animo con cui i cittadini e commercianti stanno seguendo e contrastando tale operazione. Mentre la mobilitazione continua sono in tanti a non capacitarsi del perché la Giunta Comunale e Rossoni per la Regione vogliano andare avanti così spediti e determinati. Cosa hanno in mente? Sono davvero S.P.Q.F.? No, non penso siano pazzi, anzi. Li vedo lucidi nel considerare che il Comune di Crema alle prossime elezioni, anche per questa vicenda, potrà essere perso dal Centrodestra. Forse non gli rimane altro che saccheggiare ben bene Crema in questi due anni, spartendosela pezzo per pezzo.

Sul caso ERSAF abbiamo già pubblicato su NumeroZero1 (giugno2009) la grande abbuffata pagina 3 "un albergo a 4 stalle"


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un uomo di potere

intervista a Gianni Rossoni

di Alex Corlazzoli

Quinta candidatura. Quasi come Andreotti? E lo spazio ai giovani? Perché la politica renda un buon servizio ai cittadini, occorre che ciascuno offra il proprio contributo: servono le forze e l’innovatività dei più giovani così come l’esperienza e il bagaglio di chi è più maturo. Ho accettato di correre ancora per continuare a valorizzare il territorio cremonese e per contribuire a rafforzare il modello lombardo che abbiamo sviluppato in questi anni e tutti ci invidiano. Sono orgoglioso di quanto abbiamo realizzato finora e penso che su queste basi i più giovani, che vogliamo continuare a coinvolgere e valorizzare, potranno fare sempre più e sempre meglio, in favore della Lombardia e del Paese. Niente listino. Formigoni ti ha lasciato fuori? Credo che il dibattito “listino sì, listino no” sia davvero di poco interesse per la gente che vive e lavora in Lombardia. Mi è stato chiesto di correre ancora per il Pdl e per il Presidente Formigoni e questo dimostra, insieme agli importanti incarichi che mi sono stati affidati nell’ultima legislatura, che la mia scelta di mettere sempre il lavoro sul territorio al primo posto è riconosciuta e valorizzata. D’altronde, le migliaia di preferenze raccolte nell’ultima tornata elettorale dimostrano quanto i cittadini apprezzino il mio impegno e sono per me motivo di soddisfazione e soprattutto un invito alla responsabilità. Ersaf. Perché tanto interesse da parte tua? Dicono che dietro vi siano interessi di Ligresti? Non mi risulta alcun coinvolgimento di Ligresti né la cosa mi riguarda. Il mio interesse è dettato esclusivamente dalla volontà di valorizzare un patrimonio della città di Crema, rendendolo fruibile ai suoi cittadini. Non c’è altro motivo per il mio impegno al di fuori di questo, che reputo giusto e importante. Si racconta di un Rossoni infuriato a latere di un funerale. Il fido Beretta sembra non essere riuscito a tenere coesa la maggioranza e Bruttomesso alza il tiro con le dimissioni. È il Pdl allo sbando? Il Pdl non è affatto allo sbando. I problemi esistono come in tutti i partiti, soprattutto nella fase nascente. Su tutto vince però l’entusiasmo per questa nuova avventura politica e l’impegno comune, forte e coeso, a favore della Lombardia, delle sue imprese, dei lavoratori, dei giovani, delle famiglie. Salini, l’allievo che vuole superare il maestro? Credo che Salini stia facendo davvero bene nel suo ruolo di Presidente della Provincia di Cremona e di questo sono felice, per lui ma soprattutto per il nostro territorio, che ha bisogno di politici che lo amino. Gli ultimi dati (IPR Marketing, Sole 24 Ore) vedono salire il consenso di Salini e questa è una prova del buon operato svolto finora. Se mi permetti una piccola battuta, già San Paolo invitava a gareggiare nello stimarsi a vi-

cenda. È questa l’unica competizione possibile tra me e Salini. Qualcuno dice che tu sia un po’ come, passami la parola, il “padrino”. Non c’è foglia che si muova che Rossoni non voglia. È un’immagine che si adatta davvero poco al mio carattere e alla mia storia. Non sono e non vorrei mai essere il “padrino” di nessuno. Certo, sono una figura visibile e molto esposta, per il ruolo istituzionale che rivesto oltre che per il lavoro che sto svolgendo nella costruzione di un Pdl forte e credibile. Inoltre, sono in politica da diversi anni e ritengo prioritario l’impegno a sostegno dei miei concittadini. Credo che questo mi abbia reso un referente naturale per il territorio, cosa che in politica si sta un po’ perdendo e che è invece indispensabile. Buoni scuola. Sul “Venerdì” di Repubblica hai affermato testuale “non mi interessa se viene speso per la carne o una valigia”. Ma allora sono buoni scuola o buoni ferramenta? Nello stesso articolo che citi ho specificato le finalità di spesa del buono: testi scolastici, mensa e trasporto, materiale didattico e informatico, viaggi d’istruzione. Gli esercenti convenzionati sono vincolati a vendere prodotti coerenti con le finalità e proprio il buono, rispetto all’erogazione di denaro contante, permette una maggiore tracciabilità e finalizzazione della spesa. Può essere accaduto che qualcuno abbia usato i buoni in modo leggermente più “largo”, soprattutto in questo periodo di crisi, ma non bisogna fare dell’eccezione la regola. Noi vigiliamo senza trasformarci in gendarmi: sono contributi destinati alle famiglie meno abbienti, che con responsabilità acquisteranno ciò che è necessario per sostenere la vita scolastica dei figli. La tua ultima dichiarazione dei redditi. 142073,00 il reddito dichiarato. E Rossoni ci mostra il modello della dichiarazione dei redditi.

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■ gennaio 2010 ■ grand hotel Rossoni

Finalpia, l'attività non parte ancora Il parere di Rosaria Italiano, membro CdA Fondazione

di Attilio Galmozzi

tiene l’immobile in locazione per 30 anni, senza possibilità di rinnovo, destinandolo a “strutture ricettive compatibili con la destinazione urbanistica dell’area”. Viene fissato un canone annuo di € 75.000,00 oltre ad un versamento iniziale di € 560.000,00 a titolo di canoni anticipati. La fine lavori è prevista per il 31 marzo 2006. All’utenza svantaggiata viene riQual è la situazione attuale della Colonia Crema- conosciuto uno sconto del 15% nei limiti del 10% della capienza complessiva sca? La situazione attuale è che l’immobile perfettamen- dell’immobile. te ristrutturato, già parzialmente arredato, in posizione splendida, con vista stupenda e con spiaggia a disposi- Quattro anni di ritardo sulla data di consegna non sono troppi? zione, è purtroppo desolatamente vuoto. Sì certamente sono tanti obiettivamente bisogna tener conto di alcuni ostacoli Come mai Finalpia non apre? Per capire, dobbiamo fare un passo indietro e ricostru- che, inaspettatamente, hanno intralciato ire la storia di questi ultimi anni. Proprietaria della strut- il progetto: il primo è stata la frana che tura era l’Opera Pia Marina e Climatica Cremasca che, ha costretto ad intervenire con opere di essendo un’Opera Pia, aveva uno scopo sociale: L’im- consolidamento; il secondo, sempre caumobile era in grave stato di abbandono e le casse erano sato dalla conformazione idrogeologica vuote. Si decide pertanto nel 1999 di firmare una con- del terreno, è stata l’impossibilità di usuvenzione con un privato, individuato nella ICOS S.r.l., fruire del vecchio sottopasso di accesso cooperativa sociale, il quale si assume l’onere della ri- alla spiaggia che in realtà sottopasso non strutturazione in cambio della gestione come residenza era ma canale di scolo dell’acqua della per anziani, accreditata e sostenuta con contributi della montagna; terza difficoltà, la mancanza di un parcheggio di supporto alla struttuRegione Lombardia. ra, condizione per il rilascio della licenza di esercizio. Da ultimo l’iter burocratico Perché non è andato avanti quel progetto? Come si legge nella premessa del contratto che verrà amministrativo per ottenere le prescritte successivamente firmato si constatata “l’impossibilità di autorizzazioni e licenze che deve fare i stipulare una convenzione con la Regione Lombardia ri- conti con le norme, i regolamenti degli guardante l’utilizzo del complesso immobiliare da parte Enti Locali liguri, in particolare Provincia degli utenti lombardi usufruendo di contributi sanitari..” di Savona e Comune di Finale per i quali l’attività turistica è estremamente importante. Che cosa è successo poi? Il contratto non prevedeva alcuna peNel 2003 per rispettare le disposizioni di legge, l’Opera Pia trasforma la sua natura giuridica diventando Fon- nale per ritardata consegna ma ICOS dazione Onlus, con un regime ibrido: di diritto privato ha pagato e paga un canone di € 75.000 ma con elementi pubblici. Per esempio c’è un Consiglio all’anno, dopo aver investito un bel pacco di Amministrazione ma i componenti sono nominati dal di soldi, senza alcun ritorno economico. Sindaco. Rimane il vincolo dello scopo sociale cioè di attività di assistenza sociale e socio-sanitaria rivolte a Quindi al momento, la Fondazione ci guadagna? minori, anziani, disabili. Se consideriamo il solo aspetto ecoNel 2005 il precedente Consiglio della Fondazione, con il sostanziale avvallo dell’Amministrazione Comu- nomico, nell’immediato sì: abbiamo un nale allora in carica, per i motivi già indicati, annulla la complesso ritornato al suo splendore e ci convenzione e firma un contratto con ICOS con cui la portiamo a casa il canone di locazione. stessa, a fronte dell’oneroso impegno a ristrutturarlo, ot- Ma la Fondazione ha uno scopo sociale Molti cittadini cremaschi ricordano con nostalgia e piacere la gloriosa “Colonia” e si chiedono come mai, dopo tante promesse, inaugurazioni e avvii, sempre imminenti, la struttura resti sempre lì, bella e impossibile. L’abbiamo chiesto a Rosaria Italiano, avvocato e componente dal luglio del 2008 del Consiglio di Amministrazione della Fondazione.

un nuovo risorgimento Prendete il nostro centro cittadino. Il cuore nevralgico è Piazza Duomo, dove i tavolini dei bar sono sovrastati dalla magnificenza della Cattedrale e del Palazzo Vescovile, sede di un’importante diocesi. Ma tutt’intorno, i segni di una presenza religiosa scompaiono dalla toponomastica. Le vie e le piazze hanno suoni risorgimentali, cognomi eroici come Cavour, Mazzini, Garibaldi. O come via XX Settembre, che oltre alla “vasca” e ai negozi d’abbigliamento, ricorda una tappa fondamentale nella costituzione di una moderna democrazia liberale: la breccia di Porta Pia e la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale della Chiesa, di cui quest’anno ricorrerà il 140° anniversario. Abbiamo imparato a pronunciare quei nomi e quelle date sin da piccini, li abbiamo ripetuti sui banchi di scuola e li abbiamo usati come indicazioni stradali e riferimenti della nostra urbanistica cittadina.

Forse, con il tempo, ne abbiamo tralasciato il significato profondo. Quei nomi e quelle date sono l’essenza di un modello sociale che restituisce all’individuo una libertà di scelta e un diritto di giustizia senza subordinarlo a dogmi preesistenti. Quei nomi e quelle date rappresentano un argine di civiltà di cui dovremmo avere il coraggio di disporre con maggiore frequenza e convinzione. Una cultura che afferma il principio della laicità proprio nella culla della civiltà cristiana, senza giacobinismi e anticlericalismi, ma in un reciproco riconoscimento dei ruoli, degli spazi e dei poteri, dove la Chiesa fa la Chiesa e, soprattutto, lo Stato fa lo Stato, promuovendo le leggi, estendendo i diritti, proteggendo l’individuo. Un nuovo Risorgimento. Ecco di cosa avremmo bisogno oggi. Una stagione di princìpi culturali e rivendicazioni personali che impedisca il ricorso a lessici e azioni oscurantisti e medievali, come quelli con cui, sempre più spesso, gerarchie vaticane ed esponenti del governo ci costringono a convivere. Dal caso Englaro in poi, l’Italia è ripiombata in un vortice cupo di ingerenze e influenze. Quella per la laicità senza laicismi, del primato della libera scelta, è forse la battaglia delle battaglie che oggi ci aspetta. Quando passeggeremo in centro, quei nomi ci aiuteranno a ricordarcelo. foto* di marcellov da http://www.flickr.com


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ICOS ha pagato e paga un canone di € 75.000 all’anno, dopo aver investito un bel pacco di soldi, senza alcun ritorno economico

All’Icos va riconosciuto sicuramente il merito di aver realizzato un ottimo recupero, di aver investito molti denari, di avere la necessità di far fruttare l’investimento, ma questo non può essere a scapito dei cittadini cremaschi

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e non di lucro. Al di là delle polemiche infuocate della primavera del 2008 e di qualsivoglia pregiudizio ideologico viene da chiedersi se i due atti notarili successivamente firmati non mettano in discussione le finalità sociali della Fondazione.

una bimba raccoglie conchiglie sulla spiaggia di finale ligure

Di quali atti si tratta? Il primo, firmato nel giugno del 2008 dal precedente Consiglio di Amministrazione, in scadenza e prorogato ad hoc dal Sindaco Bruttomesso, apporta una modifica fondamentale ossia introduce una destinazione d’uso di tipo alberghiero e riconosce a ICOS l’assoluta discrezionalità nella scelta delle attività di tipo alberghiero. Le facilitazioni per soggetti disagiati si riducono a 1500 giornate all’anno con sconto del 15% sul listino in vigore per le case per ferie e del 45% sul listino alberghi. Fino a che vi sarà richiesta il padiglione 3, ossia la parte minore del complesso, potrà essere destinata a Casa per Ferie. Peraltro molti punti di questo contratto lasciano perplessi perché poteri e facoltà che solitamente un proprietario riserva a sé, qui sono concessi al conduttore:ad esempio la facoltà di sub-locare. Da ultimo l’Atto Unilaterale di Obbligo Edilizio, recentemente firmato, con cui la Fondazione e ICOS si impegnano a mantenere a destinazione alberghiera il corpo principale dell’immobile che non potrà essere oggetto di successivi cambi di destinazione. Sostanzialmente questi due atti comprimono fortemente il diritto di proprietà e intaccano le finalità sociali della Fondazione. Si è detto e scritto in relazione al secondo, alla cui sottoscrizione ho votato contro, che si tratterebbe di un atto dovuto per ottenere la licenza. All’Icos va riconosciuto sicuramente il merito di aver realizzato un ottimo recupero, di aver investito molti denari, di avere la necessità di far fruttare l’investimento, ma questo non può essere a scapito dei cittadini cremaschi. Una soluzione più equilibrata era possibile, partendo da un punto: una data precisa e perentoria da rispettare per l’apertura della struttura. Oggi questa data precisa non l’abbiamo e la nostra comunità non solo ha diritto di averla ma anche che sia rispettata.


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urbanistica/2 - quale pgt a Crema? la partecipazione dimenticata: siamo cittadini o solo elettori?

di Redazione

“Che città desideriamo ed immaginiamo per Crema? Quali sono le strategie che possiamo perseguire per la costruzione di nuovi scenari di sviluppo per la città?”. Con queste due domande si apre la Bozza degli indirizzi strategici del Piano di Governo del Territorio (PGT) della città di Crema, che continua esprimendo l’intento di “proporre per Crema una nuova visione di città, più attenta alle dinamiche urbane ed economiche”. Viene spontaneo chiedersi perché le domande riportate nella bozza del Documento di Piano non siano state rivolte ai cittadini; perché essi non siano stati chiamati a “fare la loro parte” in una logica di progettazione partecipata che, oltre ad essere buona pratica, è esplicita volontà della Regione Lombardia, espressa chiaramente nella L.R. 12/2005, indirizzando la progettazione del territo-

rio verso una condivisione delle scelte e dei progetti. L’inserimento nel testo di legge di uno specifico richiamo alla partecipazione, nel processo di creazione del PGT, è indicativo del cambiamento culturale che sta alla base della scelta: la consapevolezza che l’elaborazione del piano stesso è un lavoro che non può e non deve essere svolto da soli esperti, ma costituisce l’espressione dell’intera comunità, che attraverso il dialogo ed il confronto definisce le proprie esigenze. La partecipazione dei cittadini ai processi di costruzione del progetto urbano consente di fondere le preziose conoscenze degli abitanti del luogo e le conoscenze tecniche dei progettisti. Se creare tavoli di progettazione “a tema”, organizzati nei quartieri, aperti a tutti i cittadini che vogliono contribuire al progetto di trasformazione e sviluppo della propria città, può essere forse troppo ambizioso e complesso (nonostante le esperienze positive che queste pratiche hanno rilevato in città ben più grandi della nostra), ci si aspetterebbe almeno il coinvolgimento delle associazioni presenti sul territorio, portatrici di interessi locali ben definiti: associazioni sportive, culturali, di immigrati, sociali, comitati di quartiere e realtà di questo tipo. La città non è soltanto la distribuzione e l’organizzazione dei suoi spazi, ma è soprattutto l’espressione delle persone che la abitano.

La partecipazione dei cittadini consente di fondere le preziose conoscenze degli abitanti a quelle tecniche dei progettisti

Il PGT è lo strumento con il quale si trasforma la città, intesa come luogo delle relazioni tra gli spazi e suoi abitanti, i quali hanno non solo il diritto, ma il dovere di partecipare attivamente alle scelte che li riguardano in prima persona. Gruppi di cittadini, a Crema, si sono già riuniti ed organizzati per discutere e trovare alternative a proposte progettuali ampiamente illustrate su giornali locali (progetti viabilistici, riutilizzo di proprietà pubbliche, ecc); questo è il sintomo che la voglia di partecipare, rendersi disponibili e utili per la propria città, è viva. Lasciarsi scivolare tra le dita opportunità così significative è negare il principio di partecipazione attiva della legge 12, il quale non soltanto coinvolge il cittadino, ma lo responsabilizza riguardo alle scelte che incidono sulla sua vita quotidiana, e lo rende consapevole del percorso e del progetto della città.

cos'è il PGT

a cura di Alberto Scaravaggi

Con la Legge Regionale n. 12 del 2005, la Regione Lombardia ha introdotto lo strumento di pianificazione urbanistica comunale denominato PGT, in sostituzione del PRG (Piano Regolatore Generale). Il PGT si basa su due criteri fondamentali, la partecipazione dei cittadini e la tutela dell’ambiente. Questi due aspetti rappresentano le due principali novità della pianificazione territoriale di competenza dei Comuni, in coordinamento con gli altri strumenti di pianificazione sovracomunale, ossia il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, di competenza della Provincia) e il PTR (Piano Territoriale Re-

gionale, di competenza della Regione). Questi ultimi sono solo i maggiori strumenti a cui se ne affiancano numerosi altri, come i piani particolareggiati, i piani paesistici, i piani d’area ecc. che regolano fattispecie circoscritte e/o speciali. In Lombardia si è scelto, inoltre, di condividere un orientamento innovativo dell’urbanistica che tende sempre più ad integrare la protezione e la valorizzazione ambientale con la pianificazione. Attraverso lo strumento della VAS (Valutazione Ambientale Strategica), è stata resa obbligatoria una valutazione degli impatti ambientali derivanti dalle scelte compiute con il PGT, al fine di elaborare in merito proposte di mitigazione o di contrasto.

Il PGT si compone di 3 atti distinti: 1. il documento di piano, volto a definire gli aspetti generali della programmazione urbanistica anche in base a proposte pervenute da cittadini o da associazioni di cittadini. Questo significa che i cittadini sono chiamati a partecipare già nelle prime fasi del processo di elaborazione del PGT.


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Per approfondire consulta: http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_ di_governo_del_territorio http://www.pgt.regione.lombardia.it

la provincia dei numeri 1

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di Attilio Galmozzi

Premessa

Nel novembre 2009 Report (Raitre) manda in onda un servizio dal titolo «La banca dei numeri uno»: soldi, intrecci tra finanza e politica, operazioni speculative e nomi degli attori principali. Quella che segue è una sintesi, fedele rispetto ai contenuti della trasmissione, implementata con notizie facilmente reperibili nei più comuni motori di ricerca, oltre che dai siti ufficiali delle Istituzioni citate.

I fatti

La trasmissione inizia con l’arresto all’aeroporto di Malpensa dell’avvocato Fabrizio Pessina, il 18 marzo scorso: nel suo computer la guardia di Finanza trova 552 nomi con a fianco il numero di telefono e le società offshore di riferimento. A Milano, nella Sede della Banca Arner (Svizzera) la famiglia Berlusconi ha depositato in diversi conti correnti (quattro), circa 60 milioni di euro: 10 milioni su un conto direttamente intestato al Presidente del Consiglio, altri 50 milioni su conti facenti capo a Holding italiane amministrate da Marina e Piersilvio, figli del Premier. L’inviato di Report (Paolo Mondani) durante la trasmissione ricostruisce la storia della Banca Svizzera fondata nel 1994 da Paolo Del Bue, Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli. Nel 2003 viene aperta la sede Milanese e negli anni successivi scattano una serie di disavventure giudiziarie. Il 7 maggio del 2008 Bravetti viene messo per due settimane agli arresti domiciliari dalla Procura di Palermo con l’accusa di intestazione fittizia di beni avendo aperto un conto di 13 milioni di euro a favore di Teresa Macaluso nascondendo il vero proprietario e cioè il marito e costruttore siciliano Francesco Zummo, collegato al clan Ciancimino, indagato per mafia ma assolto in appello. Zummo e Bravetti si conoscono presso lo Studio Milanese dell’avvocato Paolo Sciumè, a Milano in Via Donizetti. Da lì sono transitati Vescovi e Cardinali, l’avvocato Sciumè è stato nel CDA del Centro Televisivo Vaticano, poi membro del CDA dell’Osservatore Romano, di Avvenire e, infine, Presidente dell’Associazione Sacro Cuore, ovvero scuole di Comunione e Liberazione. Nel 1990 è stato Consigliere di Amministrazione della BNL, della BNL Canada e società collegate al Gruppo Eni. Poi entra in Parmalat e vi rimane fino al collasso finale del Gruppo fondto da Callisto Tanzi. Per il caso Parmalat è stato sotto processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta (assolto in Primo Grado, attualmente ricorso della Procura di Milano in Appello); archiviato il Processo che lo vedeva invece accusato di concorso in tentato riciclaggio per aver aiutato Sergio Cragnotti nel tentativo di riportare sotto il suo controllo il gruppo Cirio. Nel 1996 entra nel CDA di Mediolanum s.p.a, (Assicurazioni) mentre nel 2003 entra sempre nel CDA ma di Banca Mediolanum dove Fininvest è il principale azionista insieme a Ennio Doris. La Banca Arner, il 17 aprile del 2008, viene messa sotto torchio dagli ispettori della vigilanza della Banca d’Italia che riscontrano «gravi irregolarità a causa delle carenze delle violazioni in materia di contrasto del riciclaggio». Bankitalia commissaria la Arner con Alessandro Marcheselli che un anno dopo viene sostituito con altri due commissari perché indagato pure lui per favoreggiamento al riciclaggio.

... a Cremona

2. il piano dei servizi, per definire le strutture pubbliche o di interesse pubblico di cui il comune necessita. Il piano dei servizi deve tenere conto della popolazione residente nel comune e di quella prevista in futuro. 3. il piano delle regole, in cui si definiscono le varie destinazioni delle aree del territorio comunale (come avveniva nel foto di Elisa Tagliati

PRG). In particolare, si individuano le aree destinate all’agricoltura, le aree di interesse paesaggistico, storico o ambientale e le aree che non saranno soggette a trasformazione urbanistica. Il piano delle regole definisce anche le modalità degli interventi urbanistici sia sugli edifici esistenti che di quelli di nuova realizzazione. Questo significa che viene stabilito quanto come e a quali condizioni si può costruire. A seguito di una recente proroga di un anno, la legge regionale ha stabilito che, entro il 31 marzo 2010, tutti i comuni lombardi dovranno dotarsi del PGT.

Con determinazione n. 09/1086 del 20-10-2009 pubblicata il 2810-2009 e riferita al periodo 30/10/2009 - 31/12/2010 recante per oggetto “Conferimento incarico per consulenza legale” l’Amministrazione Provinciale presieduta da Salini conferisce allo studio Sciumè&Zaccheo, con sede a Milano, un incarico per un ammontare complessivo di 40mila euro.

Domande al Presidente Salini

▪▪ In Provincia di Cremona non erano reperibili professionisti ai quali conferire un incarico di consulenza legale? ▪▪ In cosa consiste la consulenza legale affidata allo Studio Associato Sciumè&Zaccheo? (Fonti: trasmissione “Report” andata in Onda su RaiTre il 15/11/2009; Youtube.com; settimanale “L’Espresso”; sito internet della provincia di Cremona http://www.provincia.cremona.it)


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banche del gas

Il rumore e l’inquinamento prodotto dai turbocompressori e dalle torri di raffreddamento segnerà una rottura con l’armonia e i colori da paesaggio Irlandese che il Pianalto evoca

al via la trivellazione di cinque pozzi nel territorio di Romanengo

di Alvaro Dellera

È solo una questione di tempo. Dal Ministero arriverà presto la conferma che esaminata la procedura di VIA con esito positivo si darà corso alle trivellazioni dei 5 pozzi che violeranno le verdi colline del Pianalto della Melotta. Del resto basta sfogliare le riviste specializzate del mercato energetico per rendersi conto che vengono date per sicure le autorizzazioni per la conversione in stoccaggio di due nuovi siti in provincia di Cremona il primo a Piadena ed il secondo a Romanengo. Pronti, con le chiavi in mano, ad aprire il proprio scrigno alle “banche del gas”. L’obiettivo è quello di conservare il metano per poi rivenderlo al miglior offerente in particolare il mercato sarà rivolto verso il nord Europa , Olanda e Gran Bretagna comprese. I prossimi anni sono più che mai cruciali nel definire gli sviluppi del mercato del gas in Italia e il ruolo che il nostro Paese potrà svolgere in Europa. L’obiettivo perseguito, come noto, è rendere il mercato italiano maggiormente competitivo e sicuro, vista la forte dipendenza dagli approvvigionamenti dall’estero e, contemporaneamente, utilizzare la posizione strategica dell’Italia in Europa per creare un hub attraverso il quale veicolare verso il continente il gas naturale africano, ma anche quello proveniente dall’area del Caspio e del Medio Oriente. In Italia la domanda di gas naturale, è trainata dall’aumento dei consumi del termoelettrico mentre è in continuo e deciso declino la produzione nazionale. Questo dato sulla crescita dei consumi insieme alla diminuzione della produzione interna e le crescenti richieste dei paesi europei spinge il mercato libero verso lo stoccaggio. L’ENI con STOGIT sono le società in Italia monopoliste del sistema GAS ma che di fronte a questa prospettiva dai tempi ridotti hanno dovuto aprire il mercato a nuove società. A Romanengo opereranno ENEL in accordo con F2i ( Fondi Italiani Per Le Infrastrutture) di Vito Gamberale, in pratica le banche Unicredit, Intesa San Paolo, la Cassa Depositi e Prestiti, Merrill Lynch e Lehman Brothers quella del crack finanziario Americano , 6,2 milioni di euro ed una quota del 49% il loro valore. Nessuno – giustamente – si era mai messo di traverso a questo sistema, che opera da diverso tempo in Italia con stoccaggi attivi un po’ ovunque. Ma, la tecnologia ancora non sufficientemente sperimentata di sfruttare l’acquifero come un grande contenitore sotterraneo, le particolarità geologiche e naturali del sito scelto, Il Pianalto della Melotta a Romanengo, sinceramente sconcerta. Descrivere la bellezza del luogo e i motivi della sua tutela richiederebbe la stesura di un libro che per altro è già stato scritto

300milioni di m³ saranno stoccati dentro una cavità geologica a meno di un chilometro da Romanengo nonostante l’indice di efficienza tecnica sia ritenuta bassa

e pure finanziato da Regione, Provincia e Comune, gli stessi che hanno deciso di accogliere la richiesta di trasformare un vecchio giacimento ENI in “banca del gas”. Trecento milioni di metri cubi saranno stoccati dentro una cavità geologica a meno di un chilometro dal centro abitato di Romanengo nonostante l’indice di efficienza tecnica dello stoccaggio sia ritenuta dagli esperti: bassa. L’impatto che questo impianto avrà sull’ambiente e sulla comunità sarà notevole come le opere di sbancamento e collegamento alla centrale di Sergnano. Il rumore e l’inquinamento prodotto dai turbocompressori e dalle torri di raffreddamento segnerà una rottura con l’armonia e i colori da paesaggio Irlandese che il Pianalto evoca. Sul caso si sono alzate molte voci contrarie all’autorizzazione , mai nessuna vera o condotta con determinazione. Il Partito Democratico contrario, Il Popolo delle Libertà contrario, la Lega contraria come solito coerente nell’incoerenza nazional – lombarda, sbraita, quando è lei a decidere. Gli unici oppositori i cittadini, ma non contano un cazzo! Una voce fuori dal coro però si sente. È tal Giuseppe da Spineda che nel tentativo di menar fendenti alla Lega per la coerente incoerenza sull’argomento dopo l’amianto di Cappella Cantone e la cava di Caravaggio, se la prende con i cittadini “ambientalisti”, accusandoli di voler mummificare l’ambiente. Ma, sinceramente, i cittadini ambientalisti sono orgogliosi di vivere a Romanengo proprio perché lì si conserva ancora un’ambiente unico e vivibile come il Pianalto che proprio tal Giuseppe da Spineda, dopo altri, ha finanziato e contribuito a mantenere tale. Forse, la mummificazione evocata sta veramente per arrivare insieme allo spreco di soldi pubblici, e all’irresistibile profumo delle banche e del gas. foto* di eugenio tallachini da http://www.flickr.com


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come una piuma in una scatola

intervista a GianCarlo Caselli

di Alex Corlazzoli

“Dal 1974 vivo circondato da poliziotti. Sono un veterano della scorta. Le ultime rivelazioni di Gaspare Spatuzza parlano di un missile che era pronto per me, per farmi saltare”. Se non fosse che queste parole sono uscite dalla bocca di un magistrato italiano, penseremmo di essere in Iraq, in guerra. E invece a raccontare questa “storia” è Gian Carlo Caselli, l’ex procuratore di Palermo oggi Capo a Torino. L’ultima volta che era venuto a Crema era il 1999 in occasione dell’intitolazione di largo Falcone e Borsellino. Allora con lui c’erano Gherardo Colombo che vestiva ancora la toga, Rita Borsellino che ancora non pensava di dover sedere tra i banchi dell’europarlamento e il compianto Nino Caponnetto. La città era amministrata dal centro sinistra. Ma anche l’Italia. Sono passati dieci anni. Caselli è tornato a Crema e lo abbiamo incontrato.

buona volta colpire le radici sociali, economiche e politiche della mafia. Sembrava fatta. E invece quando si iniziò a toccare le relazione esterne, la zona grigia, qualcosa cominciò a mettersi di traverso. Gli esiti delle sentenze sono stati cancellati, stravolti. Pensate solo alla sentenza Andreotti. Leggiamo insieme poche righe della sentenza della Corte d’Appello: “I fatti che la Corte ha ritenuto provati in relazione al periodo precedente la primavera 80 dicono che il senatore Andreotti ha avuto piena consapevolezza che i suoi solidali siciliani intrattenevano rapporti con alcuni boss mafiosi”. Oggi i successi ottenuti contro l’ala militare di Cosa nostra sono diversi da quelli conseguiti sul fronte del lato oscuro».

portavano dove volevano, come fossi una piuma dentro una scatola. A difesa della mia abitazione c’erano militari armati al piano terra e sul pianerottolo. Ed è persino capitato che mi costringessero a fare un po’ di footing la mattina, per evitare di partire con le auto sempre dallo stesso posto, dimenticando che per un povero procuratore tenere il loro passo era una fatica bestiale. Ho rinunciato anche ad andare al cinema. Provate a portare a vedere un film 12 persone: c’è chi non ama quell’attrice, chi non gradisce quel regista, chi preferisce il poliziesco, chi il drammatico. In ogni caso io e la mia famiglia siamo riconoscenti infinitamente a questi ragazzi».

Nel tuo libro “Le due guerre” affermi che “Fra destra e sinistra vi sono differenze abissali, dietro cui c’è però un filo comune: la politica, senza distinzioni, vive di consenso”. Forse sta in queste parole la risposta a tanti nostri perché riguardo la mancata sconfitta della mafia? «La legalità nel nostro Paese non è merce di prima qualità. Pensate al decreto sulle intercettazioni approvato all’unanimità dal nostro Parlamento. Per coprire i vizi privati e pubblici di qualcuno non potremo più fare intercettazioni nei tempi utili per le indagini. Oppure pensate allo Scudo Fiscale: è un premio a chi ha evaso e uno schiaffo a chi ha pagato le tasse».

Caselli dieci anni dopo. L’immagine della coerenza. Non ha smesso di essere se stesso. Di lavorare instancabilmente dal lunedì al venerdì. E dal venerdì alla domenica di girare scuole, paesi, città, per incontrare uomini, donne, studenti. Mai un “no” agli inviti. E alle tante proposte di candidarsi, Caselli per ora ha declinato. “Penna bianca” lo chiamavano gli amici a Palermo. “Dottore” lo chiamano i ragazzi della scorta con stima e riconoscenza. “Giancarlo”, per chi come me ha imparato a conoscerlo tra le fila di Libera. Per tutti resterà il Procuratore di Palermo. Il magistrato che ebbe il coraggio di indagare su Andreotti e dimostrare che i mafiosi li incontrava.

Per coprire i vizi privati e pubblici di qualcuno non potremo più fare intercettazioni nei tempi utili per le indagini

A Torino hai vissuto sotto scorta, a Palermo la protezione è aumentata, ora sei ancora con attorno poliziotti. Sembra la storia di un altro Paese. «La scorta ti salva la vita ma te la cambia anche. A me l’ha salvata almeno due volte

«La legalità nel nostro Paese non è merce di prima qualità. Pensate allo Scudo Fiscale: è un premio a chi ha evaso e uno schiaffo a chi ha pagato le tasse» Come disse Enzo Tortora, al suo ritorno in televisione, dunque dov’eravamo rimasti? «Dopo le stragi del 1992 eravamo in ginocchio. Molti di voi ricorderanno Nino Caponnetto che dopo i funerali di Borsellino, aggrappandosi al microfono con un filo di voce disse: “È finito tutto. È finito tutto. Non c’è più niente da fare”. E invece assistiamo ad un momento magico, ad un’inversione di tendenza. L’unanimità del Parlamento faceva sperare che si volessero una

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quando mi occupavo di terrorismo. Le Brigate Rosse avevano preparato un attentato, nome in codice dell’operazione “Casella Postale”. L’operazione non è mai stata portata a termine grazie all’efficienza della mia scorta. Non stavamo mai seduti in auto ma i due sul sedile posteriore viaggiavano inginocchiati a mitra spianati. A Palermo la mia scorta aumentò. Di fatto erano loro che mi

foto* di fabiogis50 da http://www.flickr.com


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dove andrà il centrosinistra? - 3

di Attilio Galmozzi

«Il federalismo di per se è una definizione vuota. Il rischio è di passare da un centralismo nazionale ad uno Regionale, con le relative imposizioni, che nel nostro territorio si chiamano discarica di amianto, Cava di Caravaggio o Stalloni» «Un candidato sindaco dovrebbe innanzitutto avere passione per la politica, intesa come impegno civile di grande valore, far sintesi e realizzare il programma»

solidarietà, laicità e beni pubblici Intervista a Maurizio Bertolaso, Segretario della Camera del Lavoro di Crema Negli ultimi anni c’è stato un evidente “scollamento” tra i lavoratori e i Partiti della Sinistra, una sorta di allontanamento degli uni dagli altri. Come giudichi questo aspetto? Lo considero una vera e propria “emergenza” con la quale i partiti della sinistra devono fare i conti. Ormai da molti anni il tema del lavoro è stato derubricato dall’agenda della politica e questo ha caricato sulle spalle di soggetti come ad esempio la CGIL un ruolo inappropriato e oltremodo gravoso di supplenza della politica sui temi del lavoro. Alle profonde modifiche intervenute nel mondo del lavoro (delocalizzazioni, smembramento della grande impresa, appalti, sub-appalti, lavoro precario e nero dilagante), le uniche “risposte concrete” sono state la legge 30 e la Bossi-Fini, che hanno aggiunto devastazione a devastazione. La ripresa del dialogo con i lavoratori da parte dei partiti della sinistra passa obbligatoriamente dalla presa di coscienza di questa emergenza e dalle azioni conseguenti. La crisi economica s’è abbattuta sul territorio provinciale con particolare virulenza e gli Enti locali devono far spesso fronte a crisi aziendali molto gravi con mezzi inadeguati. Si dice che il Federalismo possa risolvere questo aspetto, tu che ne pensi? Una risposta alla crisi deve venire principalmente da decisioni del governo (riforma degli ammortizzatori sociali, destinazione di risorse alla ricerca, all’innovazione e alla formazione continua). In quest’ottica appaiono assurdi i tagli alla scuola e all’università perché vanno nella direzione opposta. A livello locale si può intervenire sulle tariffe, sulle tasse comunali, sui servizi a domanda individuale da parte dei Comuni o della Provincia anche se a questo proposito vorrei sottolineare che la disponibilità dell’Amministrazione di Crema, dovendo dare un giudizio sintetico, è stata “minimale”. Il federalismo di per se è una definizione vuota. Il rischio è di passare da un centralismo nazionale ad uno Regionale, con le relative imposizioni, che nel nostro territorio si chiamano discarica di amianto, Cava di Caravaggio o Stalloni. A livello nazionale il PD guarda sempre più al Centro e pare che, almeno in questa fase, stia corteggiando con particolare morbosità l’UDC. Una questione di debolezza della Sinistra o la volontà chiara del PD di aprire uno scenario stabile con Casini? Penso alla seconda delle due ipotesi soprattutto di fronte ad una debolezza della Sinistra che non ha arginato la deriva del PD. Una scelta miope e per giunta gestita male perchè in nome di un calcolo elettorale, peraltro dall’esito non scontato, si sacrificano progettualità e valori condivisi. Il veto di Casini su Vendola è ideologico. L’evidente attuale subalternità del PD a questa impostazione non solo non garantisce la vittoria elettorale, ma

illustrazione di Francesco Guerini

pregiudica fortemente la prospettiva di una reale alternativa futura a Berlusconi e ai disvalori di cui è sempre più permeata tutta la nostra società. Quali dovranno essere secondo te i punti cardinali del futuro programma del centrosinistra? Promuovere una cultura della solidarietà e della laicità, difendere i beni comuni e i beni pubblici (acqua, aria, sanità, istruzione, servizi sociali) salvaguardare e valorizzare il territorio, promuovere la partecipazione dei cittadini. Tracciami l’identikit del candidato ideale alla carica di Sindaco per le prossime amministrative... In questi anni ho maturato la convinzione che sia sbagliata l’opinione diffusa che tende a privilegiare candidati “estranei” alla politica, i cosiddetti “bravi cittadini”. La diffidenza nei confronti di queste categorie nasce dal fatto che spesso questi ultimi, loro malgrado, diventano strumenti manovrati dal sottobosco della politica. Un candidato sindaco dovrebbe innanzitutto avere passione per la politica, intesa come impegno civile di grande valore, far sintesi e realizzare il programma. Primarie SI o primarie NO per la scelta del Candidato Sindaco? Le primarie sono uno strumento importante quando si tratta di scegliere il candidato. Quando però c’è un accordo preventivo sul candidato, di fatto sono superate. In presenza di più candidature, le primarie diventano invece indispensabili ai fini di un corretto rapporto democratico e trasparente nei confronti degli elettori Il tuo mandato da Segretario sta terminando: il momento più intenso e bello che hai vissuto e, al contrario, quello più negativo. Parto con il ricordo negativo: la chiusura della ditta SACO a Castelleone: nonostante un buon accordo finale di tutela economica per tutti i novanta dipendenti, rimane l’amarezza di non aver potuto garantire il mantenimento neanche parziale della attività produttiva. Il ricordo bello ed emozionante è invece legato alla grande manifestazione della CGIL a Roma il 23 marzo del 2002. Tre milioni di persone, il popolo della sinistra in piazza, la bellissima sensazione di poter cambiare le cose attraverso l’azione collettiva.


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Sinistra Ecologia Libertà può rappresentare una vasta porzione di sinistra, che non si riconosce nelle incerte posizioni del Partito Democratico e non crede nella deriva nostalgica di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani

nasce Sinistra Ecologia Libertà le primarie pugliesi consacrano il nuovo partito di Gabriele Piazzoni

Dopo la nascita di Sinistra Ecologia Libertà con una riuscita assemblea costituente a Roma il 19 dicembre scorso, ora il nuovo partito di Vendola si trova a dover affrontare la sfida delle regionali in un contesto irto di difficoltà. È certo che Sinistra Ecologia Libertà può rappresentare una vasta porzione di sinistra, che non si riconosce nelle incerte posizioni del Partito Democratico e non crede nella deriva nostalgica di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. D’altro canto Sinistra Ecologia Libertà deve affrontare in occasione di queste elezioni Regionali due grandi impegni. In primo luogo una campagna elettorale che può segnare il suo ingresso sulla scena politica nazionale come attore decisivo (è anche vero che le stesse elezioni regionali potrebbero segnare la fine di questa esperienza politica qualora il risultato non si dimostrasse dignitoso). Il secondo problema, di pari importanza, è costruire una campagna di radicamento territoriale e di organizzazione in previsione del I° congresso che si vuole tenere a Giugno 2010. Sinistra Ecologia Libertà (SEL) sta cercando di collaborare con il PD pur mantenendo una propria autonomia di proposta politica e di manovra elettorale. In questo difficile contesto il Partito sembra aver conseguito qualche risultato di non poco conto. In Puglia ha ottenuto un primo successo imponendo al PD le primarie per la selezione del candidato alla presidenza della regione. In tutte le altre regioni si è in fase di trattativa, ma ovunque SEL sta ponendosi in modo propositivo e attivo ai tavoli di confronto con le altre forze politiche. SEL, protagonista della questione Pugliese che tanto ha fatto discutere l’intero paese negli ultimi mesi si è trovata invischiata in quella che sembra una questione decisiva, per definire gli assetti del futuro Centrosinistra Ita-

L’incredibile vittoria di Vendola alle Primarie del 24 gennaio non chiude le questioni poste sul terreno

liano. Il PD è ancora combattuto sulla questione delle alleanze future, tra chi sostiene la necessità di costruire una coalizione allargata che non escluda una forza politica come SEL, e chi invece mira ad includere una forza centrista come l’UDC, il che, per bocca di Casini, chiuderebbe le porte a sinistra del PD. La Puglia ben rappresenta questa situazione. In campo si sono confrontati Nichi Vendola, neoeletto portavoce di SEL, Francesco Boccia sostenuto da D’alema e fautore di alleanze allargate al centro, e l’UDC con il suo rifiuto di entrare in coalizione con Vendola indipendentemente dal risultato delle primarie. I conflitti tra queste opposte strategie in Puglia hanno raggiunto lo zenit, ponendo delle serie questioni di indirizzo politico nazionale al Partito Democratico. L’incredibile vittoria di Vendola alle Primarie del 24 gennaio, pur segnando un punto a favore di SEL, non chiude le questioni poste sul terreno: lascia il Centrosinistra ad affrontare un percorso di auto-definizione che non si concluderà neppure dopo il confronto elettorale del 28 marzo e probabilmente proseguirà fino alle prossime elezioni politiche nazionali.


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Nel corso degli anni passati, l’iniziativa ha coinvolto 3.500 studenti, che hanno avuto modo di entrare in contatto con la dura realtà dei campi di sterminio, dipinta dalle testimonianze di chi ha vissuto gli orrori nazisti.

27 gennaio: il futuro ha una memoria il progetto per la conservazione della memoria cancellato dalla giunta Salini

di Lidia Gallanti

27 gennaio 1945. Sessantacinque anni fa, le truppe sovietiche varcarono i cancelli di Aushwitz, e si trovarono faccia a faccia con l’inferno. Quella del campo di concentramento polacco è forse la più nota testimonianza del genocidio nazista, la prima di una lunga serie, un orrore che ha straziato il cuore dell’Europa del Dopoguerra e che ancora oggi non accenna a spegnersi tra le sabbie passato. “Perché?” Questa è la domanda, assurda quanto necessaria, che chiunque si è posto di fronte alla Shoah, domanda alla quale non esiste una valida replica che giustifichi lo sterminio di popolazioni oppresse da un potere malato. Nel cuore più evoluto della civiltà europea è avvenuta la peggiore carneficina. La diversità è stata trasformata in disparità, e la grandezza scientifica conquistata nei primi anni del Novecento è diventata un’arma letale, posta nelle mani sbagliate. La discriminazione ha alimentato i forni crematori, adducendo motivazioni la cui assurdità venne dichiarata al processo di Norimberga, che riconobbe nello sterminio nazista uno dei peggiori crimini contro l’intera umanità. Tre anni dopo, l’ONU promulgò Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che sancisce i diritti inalienabili dell’uomo. Da allora l’Olocausto, doloroso brandello di sto-

ria, è stato archiviato tra gli scaffali delle biblioteche, rispolverato talvolta come spauracchio di un lontano episodio di follia. Mentre alla storia va il compito di conservare, alla memoria sta quello di ricordare, di capire. “È accaduto, quindi può accadere di nuovo”, così scriveva Primo Levi, e questo è ciò che la Memoria deve portare con sé, una riflessione che permetta di cambiare le cose. Il ricordo non può ridursi ad un banale atto di compassione, l’uomo deve avere la forza di indignarsi di fronte ad ogni forma di ingiustizia, sopruso, razzismo, ogni gesto che ferisca la sua dignità, per far sì che mai più possa essere calpestata. Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, ci ricorda di non dimenticare.

I Viaggi della Memoria

Il progetto “Il futuro ha una memoria” nasce nel 1996 ad opera del Comitato Provinciale per lo Sviluppo e la Difesa della Democrazia, con l’intento di fornire ai giovani studenti della provincia cremonese la possibilità di visitare i luoghi protagonisti dell’Olocausto. Nel corso degli anni passati, l’iniziativa ha coinvolto 3.500 studenti, che hanno avuto modo di entrare in contatto con la dura realtà dei campi di sterminio, dipinta dalle testimonianze di chi ha vissuto gli orrori nazisti. A partire dal 2010, però, il progetto è stato abolito per motivazioni gestionali non meglio definite, ed i fondi recuperati sono stati destinati all’assistenza famiglie ed al sostegno delle persone diversamente abili. Impegno più che doveroso, ma ci chiediamo se fosse realmente necessario recuperare questa cifra da un ambito così differente ma altrettanto importante, soprattutto perché legato alla formazione del nostro domani. Scelta inevitabile? Motivazioni indiscutibili? Riservandoci il beneficio del dubbio, ci limitiamo ad osservare le numerose proteste nate sia da ragazzi e genitori che dai docenti degli istituti coinvolti, che hanno riscontrato nel progetto dei Viaggi della Memoria la possibilità di un’esperienza oltre il quotidiano apprendimento scolastico, che sviluppi il senso di giustizia e rispetto nei confronti del prossimo.

A partire dal 2010 il progetto è stato abolito dall'amministrazione provinciale

Nella speranza che questo progetto venga riconsiderato in tutto ciò che rappresenta, per ora non rimane che scorgere nel 27 gennaio la possibilità di non dimenticare, e non permettere che la storia possa in futuro ricalcare sé stessa.


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Gian Lorenzo Maccalli, docente «Non stiamo parlando di un viaggio macabro, si tratta della conclusione di un percorso, iniziato in classe e terminato nei luoghi in cui avvenne tutto, con un altissimo livello di consapevolezza e coinvolgimento»

Sara Bonadeni, studentessa «Per tutti noi l’emozione è stata molto forte, vivere la storia in prima persona è stato un insegnamento insostituibile»

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le opinioni Prof. Gian Lorenzo Maccalli docente presso l’Istituto Tecnico Pacioli di Crema «Mi occupo da diversi anni di iniziative relative alla Shoah, e giudico l’esperienza dei viaggi della memoria estremamente utile: la partecipazione diretta che si vive visitando i luoghi dell’Olocausto è un valore aggiunto, un’esperienza ben diversa dall’ambito scolastico in cui questo tema viene in genere trattato. Questa visita si articolava inoltre in percorsi di approfondimento ed incontri con personaggi che hanno vissuto personalmente la Shoah, realizzando lavori che venivano poi esposti in un’apposita mostra a Cremona. Quest’anno i viaggi della memoria non si faranno. La notizia ha creato non poche delusioni; nonostante ciò, cercheremo comunque di mantenere il nostro impegno per il 27 gennaio, presenziando alla cerimonia che si svolgerà a Roma, al Quirinale, per fare in modo che questa data non cada nel dimenticatoio. Non stiamo parlando di un viaggio macabro, si tratta della conclusione di un percorso, iniziato in classe e terminato nei luoghi in cui avvenne tutto, con un altissimo livello di consapevolezza e coinvolgimento. L’effetto è concreto, negli studenti avviene una presa di coscienza ed una maturazione notevole che li porta a riflettere su temi fondamentali, come il rispetto dei diritti umani, del prossimo, della diversità, e del valore della vita. I viaggi della memoria sono senza dubbio una grande opportunità, sia per non dimenticare ciò che è accaduto, sia perché tutto ciò non si ripeta, e diventi la base di una convivenza diversa in futuro».

SARA BONADENI studentessa della sez. 4°D dell’ Ist.Pacioli, ha partecipato all’ultimo viaggio della memoria, effettuato presso il campo di concentramento di Struthof (Strasburgo)

un forno del campo di Struthof

«Ricordo il viaggio a Struthof con una miriade di emozioni contrastanti, è stata un’esperienza unica. Oltre alle cose studiate sulle pagine di storia, sapere che in quel luogo esatto - ora deserto - furono rinchiuse ed uccise migliaia di persone generò in me un forte rispetto, ed una grande vergogna per ciò che l’uomo è stato capace di fare. Per tutti noi l’emozione è stata molto forte, vivere la storia in prima persona è stato un insegnamento insostituibile: oltre all’orrore per ciò che l’uomo è stato in grado di fare ai suoi simili, abbiamo avuto modo di capire che nella vita ci sono mali peggiori rispetto a ciò che viviamo quotidianamente. La nostra generazione tende a dimenticare, le cose apprese dagli insegnamenti scolastici possono perdere l’interesse che meritano; certo, i dati scritti su un libro possono impressionare, ma respirare la stessa aria di chi subì l’Olocausto è totalmente diverso. Il ricordo non basta, occorre rivivere ciò che è accaduto, comprenderlo, questo è l’unico modo per agire, ed evitare che tutto ciò che è successo tanti anni fa rischi di accadere di nuovo».


Arcigay di Cremona e Lodi, eletto il nuovo presidente Domenica 10 gennaio il Comitato Provinciale Arcigay di Cremona e Lodi ha svolto la propria assise congressuale per votare i delegati al prossimo Congresso Nazionale che si terrà dal 12 al 14 febbraio a Perugia ed eleggere i nuovi organismi dirigenti per il prossimo triennio. Come nuovo Presidente Provinciale, è stato eletto il cremasco Gabriele Piazzoni che nel proprio programma di indirizzo ha definito le linee guida del prossimo triennio nell’azione dell’Arcigay. Per proseguire gli sforzi in direzione del riconoscimento dei diritti civili delle persone glbt (gay, lesbiche, bisessuali e transessuali) l’Arcigay si propone di avviare progetti con le scuole, al fine di educare le nuove generazioni al pieno rispetto delle esigenze di tutti i cittadini, indipendentemente dalle preferenze sessuali ed affettive di ognuno. La lotta alla discriminazione ed all’omofobia, che compare tristemente sulle cronache nazionali sotto forma di episodi sconcertanti, resterà un punto fisso da combattere e mai da sottovalutare. Inoltre, Piazzoni, pone l’ accento sull’importanza di una collaborazione stretta e senza tregua con qualsiasi realtà territoriale che concretamente si rivela sensibile e vicina alle ematiche care al movimento omosessuale, ed è intenzionato ad impegnare l’organizzazione in una campagna di visibilità nei piccoli centri abitati che caratterizzano il nostro territorio e dove è più difficile vivere liberamente la propria identità. foto* di orsorama da http://www.flickr.com

terza stagione appuntamenti di gennaio/febbraio. ▪▪ Domenica 31 gennaio – ore 18 MARAM AL-MASRI. La poetessa siriana presenta il suo ultimo libro “Ti guardo”. ▪▪ Sabato 6 febbraio – ore 22 LE ROI EMBRASÉ ritornano da Alice per regalare un nuovo episodio di poetica musicale. Associazione Culturale Alice nella Città via Cappi 26 Castelleone (CR) Addetto stampa: Umberto Bellodi • 340.10.25.647 alicenellacitta@gmail.com alicenellacitta.wordpress.com www.myspace.com/alicenellacitta

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foto* di Andrea Rinaldi da http://www.flickr.com


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