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novembre.2009

testamento Biologico

chi ha paura non ci Riforma-torio di Peppino rassegnamo! Gelmini l'esito della raccolta Intervista a Rita Orsini, intervista a ReteScuole • pagina 12 Impastato? firme • pagina 3 FIOM • pagina 11 intervista al fratello Giovanni dove andrà il Impastato • pagina 10 Farchemia centrosinistra? imquinare... paga? • pagina 4 "brain drain" cervelli in fuga i giovani italiani sempre più spinti all'estero • pagina 6

la Crema del mattone la città cambia? Si, ma come? • pagina 8

riflessioni al giro di boa dell'amministrazione • pagina 13

buon compleanno Chares!

una proposta per onorare il grande scienziato • pagina 14

palestra di Roccia

il ilancio al primo anno • pagina 15

piazzisti di Franco Bordo L’urbanistica partecipata implica che il Comune si orienti verso un nuovo concetto di governo del territorio che miri a coinvolgerne tutti gli attori seguendo un modello di sistema aperto, adattivo e reversibile. Alla sede tradizionale degli eletti si affiancano altre sedi di confronto e orientamento come tavoli sociali, laboratori di quartiere, consultazioni popolari che hanno lo scopo di mettere a confronto interessi territoriali in forma diretta, delegando successivamente alla democrazia rappresentativa il compito di recepire o respingere le indicazioni assunte. Oggi, per Crema, tutto ciò è un sogno impossibile. Entro marzo 2010 il Consiglio Comunale dovrà adottare il nuovo Piano di Governo del Territorio (la nuova versione del PRG) e nessun confronto o coinvolgimento con la Città viene portato avanti. Ma neanche ai gruppi consiliari, con la Commissione appositamente istituita, viene data la possibilità di vedere, esaminare, avanzare proposte in merito alla bozza assunta dalla Giunta. E’ sufficiente l’ufficio dell’Assessore Piazzi per il livello di confronto e di partecipazione che a questa maggioranza interessa: l’andare e il venire da quell’ufficio di vari capicordata, segretari politici, singoli consiglieri della maggioranza di questi giorni ci fa capire quale tipo di urbanistica si stia inaugurando a Crema. Nell’arco degli anni, e delle leggi, siamo passati dall’urbanistica regolamentata a quella contrattata, nella nostra Città, a breve, avremo quella “piazzata”. È nell’ufficio dell’Assessore che si incontrano i “piazzisti”. Si trovano a collocare sulla tavola del PGT ciò che a ciascuno di loro sta tanto a cuore, o tanto caro… : un colore, un retino, un codice, un confine. No non è un videogioco e neanche il risiko. È la nostra città. Ma loro, da piazzisti, la trattano per conto terzi. Pochi ma fortunati. Alla faccia della partecipazione.


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piazzisti campagne Forse non tutti sanno che... a cura di Gil Mazzo

L’ANGOLO di Piervenanzio Rotula

OTORINOLARINGOIATRIA SPICCIOLA Una cena leggera a base di nasello vi procurerà notevoli benefici alle narici inferiori. (Consultare preventivamente un imbianchino arabo) VACANZE La dottoressa Hermetea Profiterol si è recata tra le nevi del Sahara occidentale per una breve settimana bianca. Ci scusiamo con i lettori per l’increscioso episodio. GITA SOCIALE Il Circolo A.R.C.I. di Boston organizza una gita di 20 minuti presso l’Abbazia di Prugna Serena in Valle a Capire. (Per informazioni rivolgersi altrove, indossando abiti puliti) CURIOSITA Dal Calendario di Frate Indovino abbiamo appreso il vero nome di battesimo di Fabio Fazio. Si tratta di Annalisa. Sui nomi di cresima e prima comunione vige uno stretto riserbo. Questa rubrica è stata offerta dal

“Purgone del Dottor Pelo” Il Purgone del Dottor Pelo Non è efficace contro la carie!

Ferdinando Adornato, fu iscritto al PCI ed è stato giornalista de L’Unità, successivamente esponente della Sinistra Riformista del PDS e fondatore di Alleanza Democratica (tra le file della quale fu eletto in Parlamento nel 1994) indi appartenente al gruppo “Area” (area di confronto programmatico d’ispirazione liberaldemocratica, cristiana e ambientalista). Nel 1996 fonda il mensile “Liberal” e dal 1999 inizia a collaborare con Avvenire e dal 2000 con “Il Giornale”. Nel 2001 viene eletto Parlamentare per la Casa delle Libertà, aderendo a Forza Italia, carica che riconquista nel 2006. L’1 febbraio 2008 lascia il PDL per confluire nell’UDC. È indagato per abusivismo edilizio insieme alla moglie Maria Teresa Elia in quanto ha ricavato centoventi metri quadrati ottenuti dallo sbancamento di un terrapieno di un palazzo del dopoguerra, confinanti con l’appartamento “regolare” dell’onorevole, nel quartiere Aventino a Roma. Secondo la Dia presentata dalla coniuge di Adornato i lavori avrebbero riguardato solo la “sostituzione della tubazione fognante esistente e la sistemazione superficiale del giardino”. L’appartamento, invece, contiene una sauna con vasca-piscina per quattro persone e un salotto con angolo cottura. Sicuramente un attico ben adornato... Sergio De Gregorio è un politico e giornalista napoletano, nato nel 1960, direttore negli anni ‘90 dell’Avanti (lo storico quotidiano socialista); a seguire entra nel CDA della società editrice dell’inserto regionale campano de “Il Giornale”. Nel 2005 fonda il movimento politico “Italiani nel Mondo” e nel 2006, grazie ad un accordo politico stretto con l’Italia dei Valori, entra in parlamento appogiando la maggioranza di centrosinistra. Nel 2007, in occasione delle votazioni sul provvedimento dell’indulto, vota contro annunciando la sua fuoriuscita dalla maggioranza per creare una grande coalizione in grado di “ospitare” i moderati di destra, centro e sinistra. Il progetto fallisce miseramente nonostante “l’aiuto” di Gianfranco Fini, non essendo in grado di raccogliere nessuna adesione. Dal giugno 2007 è indagato dalla Procura antimafia di Napoli per i reati di riciclaggio e favoreggiamento della camorra; il 25 febbraio 2008 è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per il reato di corruzione. Entrambe le indagini nascono in Campania, dove la Guardia di finanza scopre, durante una perquisizione a carico di Rocco Cafiero detto «’o Capriariello», ritenuto un componente del clan Nuvoletta, una serie di assegni firmati o girati proprio da De Gregorio. Per un punto Martin perse la cappa Paolo Cirino Pomicino (Napoli, 3 settembre 1939) è stato uomo politico della DC, attualmente collaboratore di Libero e de “Il Giornale” dove si firma con lo pseudonomo di Geronimo. Medico, ministro della Funzione Pubblica dal 1988 al 1989, successivamente passato al Bilancio, carica che mantiene fino al 1992. Nella primavera del 2008 viene escluso dalle liste concorrenti alle elezioni politiche del 2008 ma viene nominato dal Ministro Rotondi nel comitato per il Controllo Strategico della Pubblica Amministrazione.È stato uno dei 24 parlamentari italiani che hanno ricevuto condanne penali in via definitiva nella XV legislatura: è stato condannato ad un anno e otto mesi di reclusione per finanziamento illecito (tangente Enimont) e ha patteggiato una pena di due mesi per corruzione per fondi neri Eni. Inoltre è stato coinvolto nella cattiva gestione dei fondi per il Terremoto dell’Irpinia del 1980 (circa 60.000 miliardi di lire), ma i reati sono stati prescritti per decorrenza dei termini processuali. Come controlla strategicamente la Pubblica Amministrazione lui non la può controllare nessuno (fonte enciclopedia online wikipedia.org, ad eccezione dei corsivi)

Direttore responsabile Manuela Antonia Della Nave Editore LINFA scrl via Tensini, 11 • Crema Stampa Arti grafiche cremasche divisione grafica Cartotecnica Cremasca • Crema Progetto grafico, impaginazione e illustrazioni francescoguerini.it

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Che questo non si tratti di un tema che fa riferimento a uno schieramento politico o religioso, ma un’ esigenza di riconoscimento di diritti civili, viene ribadito dalle dichiarazioni raccolte tra alcuni firmatari

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testamento biologico, 515 firme buona la raccolta firme, ora la proposta in consiglio

di Davide Bordo

Si è conclusa sabato 31 Ottobre la raccolta firme iniziata quest’estate per chiedere al Consiglio comunale di Crema l’istituzione di un registro dove poter lasciare la propria dichiarazione di volontà (testamento biologico) in caso di riduzione in stato vegetativo permanente. Molto soddisfatti i promotori di Sinistra e Libertà per l’esito dell’iniziativa: col risultato finale di 515 firme raccolte si è riscontrato un forte interesse per questo tema,che ha attirato trasversalmente gente di ogni età e anche di idee politiche diverse, anche grazie alla testimonianza diretta della signora Welby in apertura della campagna firme. Firme importanti quelle del Sindaco Bruttomesso e dal Presidente del consiglio comunale Agazzi, che in questo frangente dimostrano una grande maturità e apertura a necessità condivise da una buona parte della comunità che sono stati chiamati a gestire, atteggiamenti che ci auguriamo di riscontrare anche in altri membri di maggioranza che non hanno avuto occasione di firmare. Altrettanto significativa per la minoranza è la firma del Segretario del PD Piloni, anche in vista della discussione che si terrà in Consiglio comunale per decidere se approvare,modificare o respingere questa proposta di delibera. Che questo non si tratti di un tema che fa riferimento a uno schieramento politico o religioso, ma un’ esigenza di riconoscimento di diritti civili, viene ribadito dalle dichiarazioni raccolte tra alcuni firmatari: Antonio (28 anni) definisce semplicemente scandalosi i casi Eluana e Welby, si tratta di diritti personali che vanno rispettat, al di la della politica e della religione; Elena (59) ritiene inaccettabile obbligare una persona a vivere come un vegetale per oltre vent’anni; Emanuele (30) cita il libro “Lo sviluppo e libertà” del premio nobel Amartya Sen, in cui dimostra che la vita è migliore non nei paesi dove il reddito è più elevato, ma dove lo sviluppo ha portato un processo di espansione delle libertà individuale di cui godono le persone. In fondo quello che noi ora vorremmo non si differenzia molto da ciò che sostiene il nobel: che ognuno abbia la possibilità di fare la propria scelta e che non ci siano uno Stato o il Vaticano a ignorare o impedire le nostre volontà. È forse chiedere troppo?

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• serramenti in legno alluminio • portoncini blindati • porte interne

Venerdì 13 novembre "il Fatto Quotidiano" lancia il suo appello "Adesso Basta" contro il ddl sul processo breve: immediate le conseguenze nel Paese.

ESPOSIZIONE via alla Chiesa, 6 - 26010 RICENGO (CR) tel e fax 0373.267792 foto di Francesco Guerini


■ novembre 2009

piazzisti ambiente

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l’amministrazione Provinciale di Cremona a differenza degli altri 17 comuni di cui 9 cremaschi, non ha ritenuto di costituirsi parte civile nel processo contro Farchemia per inquinamento da carbamazepina e dimetridazolo , delle falde e dei pozzi pubblici e privati in territorio cremasco

Farchemia

Chi inquina paga? O "paga" inquinare...

di Alvaro Dellera

A Treviglio e dintorni basta dire Farchemia per evocare subito lo spettro della paura ,del pericolo incombente, di quello subìto o di quello scampato .Da oltre vent’anni quest’azienda chimica tiene sotto pressione i cittadini e i lavoratori dell’azienda stessa a causa dei veleni che di volta in volta libera nell’aria e nell’acqua. Per le Asl questa fabbrica è potenzialmente considerata a rischio di “incidente rilevante”. Ci stiamo occupando ancora di Farchemia in un momento dove fortunatamente non dobbiamo aggiungere nulla al lungo elenco degli incidenti sin qui registrati. Ma semplicemente per denunciare una situazione incomprensibile ed esecrabile in cui l’amministrazione Provinciale di Cremona a differenza degli altri 17 comuni di cui 9 cremaschi, non ha ritenuto di costituirsi parte civile nel processo contro Farchemia per inquinamento da carbamazepina e dimetridazolo, delle falde e dei pozzi pubblici e privati in territorio cremasco. Queste sostanze a causa di una incontrollata fuoriuscita dall’impianto Trevigliese da anni stanno lentamente, ma inesorabilmente inquinando la falda dalla superficie fino a profondità rilevanti in direzione Nord-Sud, disegnando il plume di inquinamento che con vertice localizzato a Treviglio si spinge verso sud allargandosi progressivamente fino a formare una larga base che coinvolge tutto il nord Cremasco fin oltre Crema. Era l’agosto

del 2004 quando L’Asl locale informava della presenza di dimetridazolo nel pozzo di via De Marchi che alimenta la rete idrica potabile della città. Questa sostanza secondo gli organismi della sanità mondiale non deve trovarsi nelle acque per uso umano ed animale poiché la sua molecola è ritenuta cancerogena. Da quel preciso momento l’attenzione fu massima. Provincia, Comuni e organismi istituzionali preposti iniziarono a monitorare la fase di inquinamento e la sua pericolosità. Nel frattempo la procura della repubblica di Crema iscrive il giorno 13 settembre 2004, a carico di ignoti il reato di avvelenamento colposo di acque pubbliche. Alcuni pozzi privati per irrigazione ed alimentazione sono georeferenziati e controllati al fine di mappare l’espansione e la profondità dell’inquinamento. L’ATO provinciale, l’istituzione tutta, è a fianco dei comuni colpiti e li assiste nelle fasi delicate e nelle decisioni, non facili da prendere, anche a causa di una legislazione sanitaria poco chiara. Le responsabilità sul da farsi sono spesso controverse ed il tentativo di alzare i valori di soglia della pericolosità è palesemente manifestato durante le concitate fasi delle conferenze di servizio in Regione Lombardia. L’azienda minimizza,corre ai ripari promettendo una bonifica, imposta poi dalla Regione, in cambio di un colpo di spugna che alzi i valori limite di concentrazione ammessa della sostanza inquinante. Ma il danno è grave ed esteso, il costo che le amministrazioni devono pagare per tornare alla “normalità” è, in alcuni casi, elevato. Nessuno farà sconti alla Farchemia, si commentava, recidiva e messa sulla graticola per colpevolezze e mancanze che per anni e consapevolmente hanno attentato alla salute pubblica. Ottobre 2009, lo scorrere lento dell’inquinamento non si è ancora esaurito, la molecola (non solubile in acqua) del dimetridazolo è ancora presente nelle falde mentre la prova di forza che la Provincia di Cremona oggi governata dal centro-destra doveva manifestare nei confronti di atteggiamenti irresponsabili condotti per anni dalla Farchemia, si è sciolta al primo impegno concreto a cui è stata messa di fronte: non costituendosi parte civile, palesando la totale arrendevolezza politica su temi importanti come la salute e l’ambiente, buttando a mare risorse economiche ed umane spese precedentemente. Un pessimo esempio,che rivaluta ed inneggia alla illegalità e all’impunità diffusa grazie ad atteggiamenti ideologici e manichei come quelli tenuti dalla giunta provinciale a guida pdl – lega che dopo la vicenda cava di Caravaggio e amianto a Cappella Cantone aggiunge un’altra perla alle proprie incapacità ed inefficienze nella difesa degli interessi comuni.

alimentazione forzata…ma non per tutti È curioso, oltre che deleterio, costatare come coloro che erigevano barricate contro la scelta di Beppino Englaro di fermare l’alimentazione della figlia Eluana favorendone la morte, siano gli stessi che hanno derubricato la morte di Stefano Cucchi a fantomatiche motivazioni di droga “che rende anoressici”. L’integralista cattolico Giovanardi, autore di farneticanti dichiarazioni poi in parte smentite, ha rivelato tutta l’inconsistenza morale e la convenienza elettorale delle tante battaglie pro-life che ci siamo dovuti sorbire in questi anni. Coloro che ieri si scaldavano chiedendo l’alimentazione e l’idratazione forzate a una ragazza in stato vegetativo da diciassette anni, pare non abbiano versato la stessa foga per chiedere che a un ra-

lo scorrere lento dell’inquinamento non si è ancora esaurito, la molecola (non solubile in acqua) del dimetridazolo è ancora presente nelle falde

foto* di Eirik Newth da http://www.flickr.com

gazzo arrestato per venti grammi di erba venisse impedito di rifiutare acqua e cibo. La vita di Stefano Cucchi è stata spezzata nel giro di pochi giorni, in un’escalation di violenza e mistero da far rabbrividire. Non sono stati medici obiettori o laici radicali a spezzarla, ma, stando alla testimonianza di un detenuto, uomini in divisa con il compito di proteggerlo e tutelarlo, pur nella flagranza del reato. Da un lato, un accanimento barbaro per alimentare a forza una donna in coma incuranti delle sofferenze e delle volontà della di lei famiglia; dall’altra, quasi un compiacimento per una morte poco chiara, dove l’alimentazione forzata non è stata richiesta con la stessa gran voce, e dove l’etichetta di “tossicodipendente” è servita a rilanciare mediaticamente l’antica crociata contro le droghe, in un’ottica, ovviamente, di “difesa della vita”. Dimenticandosi che il modo migliore per difendere la vita di Cucchi sarebbe stato quello di non pestarlo a morte; e dimenticandosi, al contempo che per difendere la sua dignità, Giovanardi avrebbe fatto bene a stare zitto.

La Regione Lombardia, il balletto dei numeri, e il braccio di ferro con il Ministero della Sanità. Nel 1996 viene riscontrata la presenza di carbamazepina in alcuni pozzi del comune di Treviglio unica produttrice nella zona della molecola dal 1991 è la Farchemia. Con nota del 3 novembre 1998 il Ministero della sanità ha indicato il limite massimo di 0, 01 microgrammo/litro di carbamazepina nelle acque destinate al consumo umano. La Regione Lombardia nel 2000, ritiene di dover fissare il limite (alzandolo n.d.r.) di concentrazione ammissibile della sostanza nelle acque a uso umano a 1 microgrammo/litro, con nota inviata al Ministero della Sanità il 10 febbraio 2002, per rivedere il valore di riferimento di ammissibilità da 0, 01 a 0, 30 microgrammo/litro. Nel giugno 2004 viene riscontrata nelle falde di pozzi esterni alla Farchemia la presenza di dimetridazolo. Da successive indagini si rileva che la molecola è presente anche nei pozzi dell’acquedotto pubblico oltre che nelle acque di scarico che la Farchemia recapita nel corso d’acqua Roggia di Sopra. Con nota del 22 novembre 2004 il Ministero della Salute specifica che ai sensi del Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 - attuazione direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano la sostanza in oggetto deve essere ricompresa nel parametro antiparassitari con valore parametrico di 0, 10 microgrammi/litro; il limite di concentrazione ammesso dalla legge e quindi stabilito dal Ministero della Sanità per le acque che sono sottoposte alla bonifica della falda corrispondono a 0, 01 microgrammi/ litro, per entrambe le sostanze. La contaminazione della falda si è estesa interessando la provincia di Cremona e in alcune aree la concentrazione arriva a 30/40microgrammi/litro. La Regione Lombardia, Direzione Generale Sanità, con nota del 16 dicembre 2004, comunica al Ministero della Salute che dal momento che si tratta di prodotto antiprotozoario e non di antiparassitario, non ritiene corretto il limite indicato pari a 0, 1 microgrammo/litro per le acque destinate al consumo umano, dandosi arbitrariamente come valore minimo 0, 30milligrammi/litro nel frattempo il braccio di ferro continua.

Chi è e cosa produce Farchemia

La Farchemia è un’azienda che produce intermedi e principi attivi farmaceutici e veterinari, tra questi la carbamazepina e il dimetridazolo. Sostanze chimiche prevalentemente utilizzate in ambito agricolo e veterinario come antiprotozoari e antiparassitari. Le cui molecole sono considerate cancerogene. Queste sostanze sono massicciamente impiegate negli allevamenti intensivi specie di pollame e tacchini. Farchemia fu fondata nel 1962, dal 1989 fa parte della multinazionale Belga Tessenderlo Group, gli impianti di produzione si trovano a Treviglio e produce 2500 tonnellate di prodotti chimici suddivisi in 27 prodotti specifici, dal 2007 a seguito dell’inquinamento prodotto e dalle denunce fatte, ha sospeso la produzione della carbamazepina e del dimetridazolo, occupa circa 160 dipendenti.

Farchemia 20 anni di incidenti.

L’ordine di chiusura numero uno della Regione Lombardia per inquinamento di aria e acqua risale addirittura al 1979. Nel 1984 esplose il reparto di produzione dell’etambutolo, nel 1985 una nube di dimetilsolfato mandò all’ospedale otto operai. Nel giugno del 1986, dal reparto di essiccazione della furamina, uscì una nube che intossicò gli abitanti della zona . Nel 1996 nei pozzi del Trevigliese si riscontrano tracce di Carbamazepina, la Farchemia si autodenuncia . Nel 2004 a causa di uno sversamento incontrollato viene contaminata la falda e le acque superficiali con dimetridazolo. A luglio 2005 pochi mesi dopo l’incidente del dimetridazolo, scoppia un principio d’incendio che sprigiona ossidi di azoto e anidride solforosa due operai finiscono al pronto soccorso e si teme possa sprigionarsi una nube tossica l’allarme a Treviglio e dintorni è massimo.

Il futuro

Il pennacchio bianco, costantemente attivo che esce dalla torre ciminiera della Farchemia la rende inconfondibile, nel bene e nel male. La gente è preoccupata ma spera che quel pennacchio comunque continui ad essere presente, poiché ciò confermerebbe l’attività di un’impresa che nonostante tutto da lavoro. Ma, ammoniscono, il futuro deve essere di massima attenzione alla salute di chi ci opera e di quanti ci vivono accanto, i ricatti occupazionali oggi non possono più essere tollerati, la vigilanza massima, come le denunce, solo così si può costruire un futuro di lavoro e di salute.

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piazzisti società

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L’Italia si riconferma tristemente un Paese vecchio, e non solo a livello anagrafico; la mentalità chiusa ed irrigidita non apre le porte all’innovazione, vera motrice del cambiamento e dell’evoluzione, creando ulteriori divari tra i Paesi che invece scelgono di valorizzare questi aspetti

I CERVELLI DI CREMA: CHI è già “FUGGITO”…

"brain drain" cervelli in fuga

Italia Paese vecchio, non costruisce sui giovani il proprio futuro

di Lidia Gallanti

“Brain Drain” è il nome assegnato al fenomeno sociale che negli ultimi dieci anni ha coinvolto i neolaureati che si affacciano al mondo del lavoro. Si tratta della nota “Fuga delle intelligenze”, ovvero il superamento del confine italiano o europeo alla ricerca di migliori possibilità di carriera ed un differente tenore di vita. Siamo ormai lontani dall’esperienza estera intesa come semplice periodo di arricchimento personale; i neolaureati si trovano in una situazione di disagio crescente, caratterizzata dalla poca valorizzazione del loro percorso studentesco e dalle difficoltà di inserimento negli ambienti lavorativi. L’assenza di possibilità di carriera e stipendi adeguati sono le prime cause dell’esodo individuale. Di anno in anno il mercato del lavoro diviene più esclusivo ed esigente: nonostante i curriculum vitae continuino ad allungarsi ed arricchirsi delle più svariate esperienze, le possibilità di sbocco non crescono in maniera proporzionale. LA RICERCA è il primo settore a soffrirne. I rinomati poli studenteschi italiani sono sprovvisti dei fondi necessari per sostenere un servizio adeguato, manca un’organiz za zione che sappia valorizzare le nuove menti che si prestano al servizio nazionale. La scelta di spostarsi all’estero è quindi la soluzione per sottrarsi alle falle del sistema universitario e lavorativo italiano: all’ombra delle istituzioni si celano episodi di raccomandazioni, clientelismi e nepotismi che rendono vano l’impegno del

candidato per una buona qualificazione. Parlando di fondi, in Italia le borse di studio per i dottorati di ricerca sono inferiori a quelle offerte in Europa, motivo per cui i laureati trovano maggior appoggio presso i poli stranieri, che oltre ad offrire un diverso livello di retribuzione consentono buone prospettive di inserimento e carriera. IL LAVORO non gode di condizioni migliori; dopo la laurea o le relative specializzazioni si tende a cercare al di fuori del Paese d’origine posizioni adatte alle proprie ambizioni e capacità. Solo nel 2007 si contano almeno 11.700 intelligenze fuggite. Numerosi sono i motivi che portano a questa scelta, che a fronte di manovre governative incerte per arginare il problema portano all’aumento esponenziale del numero di studenti che prende questa decisione, depauperando il già martoriato patrimonio socio-economico italiano. La causa di questa mobilità sociale è in primo luogo l’immobilismo italiano. A partire dal secondo Dopoguerra, a poco sono valsi i primi entusiasmi per la ripresa scientifica ed umanistica: la situazione socioculturale appare stagnante, lontana dalle esigenze di una modernità che trova, oggi come ieri, maggiore sostegno al di fuori del territorio nazionale. L’Italia si riconferma tristemente un Paese vecchio, e non solo a livello anagrafico; la mentalità chiusa ed irrigidita non apre le porte all’innovazione, vera motrice del cambiamento e dell’evoluzione, creando ulteriori divari tra i Paesi che invece scelgono di valorizzare questi aspetti. I dati delle statistiche europee sugli investimenti del PIL nella ricerca confermano questo status: a fronte della media europea del 2%, l’Italia investe nella ricerca solo lo 0,9%, cifra che spiega la scarsa attrattiva e competitività dei nostri poli accademici, dimostrando l’incapacità italiana di attrarre intelligenze. La fuga dei cervelli ha forti influenze anche sul settore economico: l’OCSE ha stimato che a causa dell’espatrio delle giovani menti lo Stato ha una perdita di più di 1miliardo e 373 milioni di euro, cifra che corrisponde ai soldi investiti per loro istruzione in patria, deficit difficile da arginare se si calcola che per ogni cento laureati nazionali che fuggono all’estero, in Italia ne vengono accolti in proporzione solo 2,3 stranieri. Ne emerge un ingente spreco di risorse dovuto in primo luogo ad un’assenza di meritocrazia, intesa come la necessità di valorizzare l’impegno e le capacità dell’individuo. È necessaria una più stretta collaborazione tra governo, università e mondo del lavoro, occorre garantire la possibilità di un avanzamento professionale che possa conciliarsi con le necessità personali , senza distinzioni di genere e senza che la maggiore flessibilità venga penalizzata economicamente. Manca la partecipazione attiva di menti giovani nel contesto decisionale italiano, a fronte della poca considerazione che il problema riscuote: la cecità del governo nei confronti di un simile fenomeno rischia di compromettere duramente un possibile futuro per le giovani menti, base del futuro sviluppo della società italiana.

Solo nel 2007 si contano almeno 11.700 intelligenze fuggite

Manca la partecipazione attiva di menti giovani nel contesto decisionale italiano, a fronte della poca considerazione che il problema riscuote

A.F., Laurea Magistrale in fisica presso Università degli studi di Milano, 110 e lode, si trova in Finlandia per continuare gli studi. «Mi occupo di fisica dell’atmosfera (collegata ai cambiamenti climatici). Spostarsi all’estero è una scelta abbastanza normale per chi vuole continuare il percorso di formazione universitaria. Le condizioni economiche e quelle lavorative sono in genere migliori rispetto alla situazione italiana, a causa di maggiori investimenti nell’ambito accademico e della ricerca. Per quanto riguarda questa mia esperienza all’estero, nulla e’ simile all’ambiente italiano. Parlando in generale, tutto e’ organizzato abbastanza efficientemente; le

CHI VORREBBE RIMANERE, MA….

Paola Vailati, 25 anni, laureata in Filosofia Politica con indirizzo di genere, triennale alla Statale di Milano e specialistica presso l’università di Nimega, Olanda, con il massimo dei voti, si trova in Italia per valutare la possibilità di trovare un impiego. «Sono tornata in Italia sperando di trovare posto come dottoranda o come operatrice in un’ Organizzazione Non Governativa (ONG); il mio progetto è di continuare a viaggiare e conoscere altre parti del mondo, ma vorrei avere come base l’Italia, cosa che per il momento mi sembra abbastanza impossibile. Ho provato ad accedere a quattro dottorati (considerando che c’è chi ne prova anche dieci o undici) e finora non sono ancora riuscita foto* di Jerik0ne da http://www.flickr.com

«Londra mi da l’impressione di come dovrebbe essere Milano, e come non è»

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MATTEO VENTURA, 26 anni, laureato in Scienze del Turismo con 100/110, si trova in Italia dopo un periodo lavorativo a Londra. «Londra ha un differente stile di vita, si tratta di una città con tantissimi abitanti che riesce però ad essere tanto organizzata da facilitare la vita a tutti. Cambia la qualità della vita: Londra mi da l’impressione di come dovrebbe essere Milano, e come non è. Ho avuto anche la possibilità di vivere per il periodo in Spagna, ed ho notato come rispetto ai paesi latini, in

Inghilterra vi sia una cultura del diritto ed un differente rispetto per il lavoratore, soprattutto per quanto riguarda i diritti e la sicurezza, a qualsiasi categoria si lavori, sempre che tutto ciò non sia organizzato da italiani! Questi aspetti positivi si pagano nella forte rigidità dei sistemi lavorativi, ritmi incessanti, vi è un concetto di dovere molto forte, compensato talvolta con la possibilità di incentivi in caso di impegno e buoni risultati, una vera e propria meritocrazia, che valorizza la voglia di mettersi in gioco e dare il meglio. C’è fiducia nel datore di lavoro e nel sistema in cui ci si inserisce.

Anche l’approccio al lavoro è differente: tutti partono dallo stesso livello, e tutti hanno la possibilità di farcela, anche gli stranieri, si va oltre i concetti di razza e sesso, c’è una mentalità più aperta. Senza dubbio è difficile inserirsi nel sistema inglese, soprattutto se non si fa parte dell’UE, ma una volta che sei coinvolto vieni trattato alla pari, e credo sia un punto di grande valore. Ora non potrei tornare a lavorare all’estero perché per un impiego che sia adatto alle mie aspettative mi occorrono capacità maggiori, a partire da un buon livello d inglese, per questo ho scelto di fare un master; se dopo quest’ultima esperienza di studio dovessi però avere la possibilità di trovare un impiego adatto alle mie esigenze all’estero…senza dubbio partirei».

ad entrarvi; l’unico ancora in forse è a Bologna, ma ho qualche dubbio… In genere c’è un pilotaggio scandaloso, non solo per motivi di corruzione, spesso e volentieri conta l’interesse verso il programma di ricerca proposto. Sono andata in Olanda inizialmente per l’Erasmus, in seguito ho ricevuto la proposta di una borsa di studio da parte di una professoressa olandese, cosa che in Italia è molto difficile che accada poiché l’esperienza all’estero risulta poco valorizzata. L’università di Nimega si è dimostrata un ambiente serio, con un metodo d’impostazione angloamericano; a livello accademico si valorizza maggiormente la creatività, lo sviluppo personale ed autonomo dei contenuti appresi. In seguito a ciò ho conseguito la laurea specialistica con indirizzo

accademico. All’estero ho stretto molte amicizie, l’integrazione risulta piuttosto semplice, forse perché c’è un forte Stato sociale, c’è sì la valorizzazione delle capacità, ma c’è attenzione anche verso chi non emerge. In Olanda c’è un maggiore benessere economico, la crisi ha avuto meno ripercussioni nel campo della ricerca, quindi c’è la possibilità di avere maggiori servizi e facilitazioni, vi sono più possibilità, più posti e più borse di studio. C’è inoltre la possibilità di fare carriera, accompagnata però da una buona flessibilità, hai la possibilità di adattare l’impiego alle tue esigenze di vita, senza essere particolarmente penalizzato nell’aspetto economico. E’ riduttivo considerare il mondo del lavoro estero migliore o

peggiore rispetto a quello italiano, semplicemente là lavorano tutti, vi sono forse migliori condizioni lavorative ed una maggiore motivazione dell’individuo, tengo però a precisare che la percezione di questa situazione è relativa alle esperienze individuali, non vi sono casi assoluti. Sono fortemente in dubbio su dove fermarmi, qui in Italia uno dei pochi settori lavorativi disponibili ai laureati in filosofia è la selezione del personale, cosa di cui non voglio occuparmi. La mia scelta di tornare non è stata dettata da un mio malessere all’estero, ma ho sentito la mancanza della famiglia e degli amici, non escludo la possibilità di tornare in Olanda, anche se spero che entro i prossimi mesi qualcosa possa cambiare, la mia è una scelta sia affermativa che ideologica».

persone sono gentili, ma non molto socievoli. Verso il laureato vi è maggiore attenzione, la mia idea è di rimanere all’estero, in ogni caso consiglierei la mia esperienza».

CHI CI STA PENSANDO…


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piazzisti urbanistica

Piano casa governo/ regione

la Crema del mattone

La città cambia. Si, ma come? Con quale progetto? Per l'interesse collettivo o per quello di pochi? Numerozero, con il prossimo numero apre un dibattito in vista dell'ormai imminenete adozione del PGT. Intanto forniamo una mappatura di quanto "bolle in pentola"

Questa legge permette, per una serie di unità immobiliari, di realizzare un ampliamento della stessa del 20-30% in deroga alle norme dei PRG o PGT vigenti. I comuni lombardi avevano la facoltà di limitare l’applicazione di tale legge tutelando alcune zone o categorie di abitazione. Oltre al centro storico cittadino, a Crema le minoranze avrebbero voluto la non applicazione di questa deregulation anche ai centri storici delle frazioni (Ombriano, Sabbioni, San Maria, San Bernardino, Mosi, Vergonzana) per salvaguardarne le caratteristiche oggi ancora esistenti. La maggioranza respinge le proposte delle minoranze e applica il “piano veranda” a macchia d’olio.

ERSAF (Stalloni) Comune e Regione Lombardia non ne vogliono sapere di tutelare e valorizzare il “cuore verde” della nostra città. Rossoni e Beretta progettano e sottoscrivono accordi per invadere gli Stalloni con il cemento: parcheggi e un albergo, anziché una bella area verde aperta che faccia da filtro tra il centro della città e il quartiere di Crema Nuova.

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Area Cascina Pierina Era stata acquisita dal Comune per farne un parco urbano attrezzato per il tempo libero, eventi musicali all’aperto, servizi per l’università. Oggi la cordata ciellina, guidata da Claudio Cogorno, vuole avere l’area per realizzarvi un Palazzetto dello Sport semiprivato.

Ex Grimeca (San Bernardino) Condomini e ancora condomini. Dicono che era un atto dovuto, che la proprietà ha il diritto di costruire. Ma la Giunta, puntando solo ad incassare oneri, si è sottratta dal diritto/dovere di qualificare l’intervento con servizi per il quartiere, quali: strutture pubbliche, aree a verde, negozi di vicinato.

Area ex Voltana Di proprietà del Comune di Crema, a tutt’oggi è libera. Una cordata interna al PdL cremasco, guidata dal Segretario Bettinelli, la vuole per realizzarvi un’area commerciale con struttura per eventi sportivi e fieristici.

Area ex Valcarenga La scuola privata della Fondazione Charis, area CL, quando sarà in funzione godrà di tutti i benefici regionali e governativi previsti a favore delle scuole private. Nel frattempo per costruire la struttura scolastica, grazie al ruolo assunto dal Comune di Crema come ente attuatore, la Regione, con un protocollo d’intesa, garantisce alla Fondazione un finanziamento a fondo perso di 4,5 milioni a fronte di un investimento di 14. Come possiamo chiamarla? Edilizia assistita?

Velodromo, palestra Bertoni, circolo del tennis

Se il TAR dovesse dar torto alla Soprintendenza Regionale in merito al vincolo posto sul velodromo di Crema, l’idea è quella di autorizzare l’abbattimento degli impianti sportivi per realizzare una nuova zona commerciale e residenziale. L’operazione nasce dalla rinuncia da parte di questa Giunta ad un’azione legale per invalidare l’atto d’acquisto del Velodromo.

Cittadella dell’anziano

Stadio Voltini Negli ultimi anni sono stati spesi dal Comune molti soldi (siamo vicini al milione di euro) per risanarlo, adeguarlo alle norme di sicurezza e sportive, ampliarlo come capacità recettiva. Oggi torna alla ribalta l’idea di abbatterlo per dar spazio ad altri condomini, trasferendo lo stadio in periferia, con relativo consumo di territorio vergine (già scarso entro i nostri confini comunali). foto* di Elisa Tagliati

Già il nome è brutto, dà l’idea del ghetto. Ma badiamo alla sostanza: c’è chi teorizza la necessità di realizzare (altro consumo di territorio) un complesso di strutture di ricovero ed assistenza per l’anziano nei pressi dell’ospedale maggiore. Costo previsto: non inferiore a 50 milioni di euro. Dove si trovano? Cambio di destinazione d’uso delle attuali strutture sanitarie della Fondazione Benefattori Cremaschi (il Kennedy, l’ex Misericordia, e di via Zurla) per vendere e realizzare parte dei fondi necessari, ma non sufficienti. E allora? Beh, l’operazione la si farà con un partner privato. Cosa c’è di meglio per tirare dentro una struttura socio/sanitaria del mondo ciellino? Finalpia dovrebbe insegnare qualcosa…


■ novembre 2009

piazzisti battaglie

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«Non ho problemi ad affermarlo: la Lega usa gli stessi metodi. L’esaltazione, la politica secessionista, il razzismo, il controllo del territorio: sono tutti sistemi usati anche dal potere mafioso».

la ripida salita verso la legalità

intervista a Giovanni Impastato

di Alex Corlazzoli

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Il territorio cremasco è quello più colpito dalla crisi perché è formato da moltissime piccole e piccolissime imprese soprattutto metalmeccaniche, molte delle quali sorte dopo la crisi degli anni ’80.

non ci rassegnamo

intervista a Rita Orsini, segretario generale della FIOM - CGIL

di Attilio Galmozzi

abbiamo firmato casse integrazioni di aziende nuove che non l’avevano mai usata prima. Non solo a Castelleone, ma a Pandino, Spino d’Adda, Palazzo Pignano, Soncino. Nel nostro territorio esistono “isole felici”, ovvero aziende che investendo nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie in qualche modo hanno parato il colpo della crisi? Non conosco aziende che non hanno risentito della crisi: ci sono aziende che non sono andate in cassa integrazione perché avevano commesse acquisite per impianti la cui costruzione può durare 12 mesi o più, come la Koch, la Villa Scambiatori, la Villa Bonaldi, che producono impianti di alta tecnologia oppure aziende come la Icas o Cabini che lavorano per il settore farmaceutico oppure la Gdm. Queste società hanno investito in ricerca ed hanno risentito meno della crisi. Il problema però è che non esiste nel nostro Paese un piano di programmazione economica industriale dove indirizzare risorse in collaborazione con le università per mettere a frutto le intelligenze che abbiamo nel campo della ricerca.

«A sinistra del Pd c’è una Sinistra che potrebbe contare su un dieci per cento ma disperde la base degli elettori a causa dell’incapacità dei suoi dirigenti» la strada di fronte al muicipio di Ponteranica foto da prcenna.wordpress.com

Sono passati trent’anni da quel 19 maggio del 1978 quando Peppino Impastato venne ucciso. Sono trascorsi sette anni da quell’11 aprile quando la Corte d’Assise di Palermo condannò Gaetano Badalamenti. Ma Giovanni Impastato è ancora lì. Abita ancora a cento passi dalla casa del boss. Lo puoi incontrare nella tabaccheria della famiglia sulla strada provinciale che collega Cinisi all’autostrada per Palermo. Oppure in corso Umberto in quella casa dove ha vissuto fino alla morte Felicia Bartolotta, la mamma. Ogni 9 maggio, Giovanni scende in piazza con centinaia di giovani che arrivano da ogni parte d’Italia per sfilare lungo le vie del paese, sotto gli occhi indifferenti di chi ha ancora paura a pronunciare il nome “Badalamenti”. Non si è mai arreso. Non ha mai smesso di portare avanti la memoria

del fratello. Ha percorso in lungo e in largo lo “stivale” per raccontare agli studenti, alle genti di ogni luogo, la storia di quel giovane che con una radio irrideva i mafiosi del posto, apostrofandoli con disprezzo. Ma soprattutto ha alzato la testa anche quando pochi anni fa si è trovato la serranda del negozio dipinta di rosso. Nessuna intimidazione l’ha fermato. Nessuna voce “grossa”. Lo abbiamo incontrato durante una delle “tappe” della Carovana Antimafie organizzata anche a Cremona. Sotto il Torrazzo, nella città governata dalla Lega e dal Partito della Libertà, ha dato prova ancora una volta del suo coraggio. Basterebbe anche una sola frase di questa intervista per capire: “La Lega Nord è pericolosa quanto la mafia”. Sono parole pesanti, Giovanni. Che cosa vuoi dire? «Non ho problemi ad affermarlo: la Lega usa gli stessi metodi. L’esaltazione, la politica secessionista, il razzismo, il controllo del territorio: sono tutti sistemi usati anche dal potere mafioso. Mi risulta tra l’altro che qualcuno in provincia di Bergamo e di Monza stia preparando un dossier che dimostri i rapporti tra la criminalità organizzata e i partiti di governo del nord». In una delle città leghiste del Nord, Ponteranica, il primo cittadino ha deciso tra l’altro di togliere la targa intitolata a tuo fratello, in biblioteca. A sua volta a Bergamo il consiglio comunale ha deciso di non intitolare una strada a Peppino. Forse continua a dar fastidio? «Purtroppo quella di mio fratello è una figura scomoda, di rottura. Non è stato un uomo impegnato nelle istituzioni ma è stato identificato dal punto di vista politico. Mantenere viva la sua memoria significa portare avanti un messaggio di frattu-

ra. Per chi vuole mantenere una cultura di regime è scomodo Peppino Impastato. Falcone e Borsellino non sono mai stati attaccati così duramente dopo la morte. Mio fratello fa ancora paura. Quella del sindaco di Ponteranica è stata un’azione criminale dal punto di vista politico». Purtroppo in questo scenario nemmeno il Centro Sinistra se la cava. Basta pensare alla Sicilia dove il Partito Democratico, ha eletto segretario Giuseppe Lupo, appartenente all’Opus Dei. «Il Partito Democratico sappiamo di che pasta è fatto. Le responsabilità dell’espansione della cultura berlusconiana sono anche del Partito Democratico. All’interno del Pd ci sono persone poco raccomandabili. Ma lo devo dire: non ci sono alternative. A sinistra del Pd c’è una Sinistra che potrebbe contare su un dieci per cento ma disperde la base degli elettori a causa dell’incapacità dei suoi dirigenti». In questi giorni Claudio Fava ha proposto di candidare Roberto Saviano, presidente della Campania. Tu lo hai invitato a Cinisi. Hai avuto modo di toccare da vicino la vita dell’autore di “Gomorra”. E’ il solo a rischiare in questo momento o forse anche quelli come te possono aver paura in questa situazione? «La vicenda che riguarda Roberto, è il sintomo del malessere di questa nostra società. Le persone come Saviano rischierebbero meno se ci fosse una cultura diversa in Italia. Se non si punta ad un’azione di contrasto serio, è chiaro che tutti rischiamo. Se l’autore di Gomorra è costretto a vivere circondato da uomini della scorta, questo è il fallimento dello Stato. Non è possibile pensare che in un Paese democratico vi siano persone costrette a vivere blindate».

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Quali sono le ragioni che hanno spinto la CGIL a indire la manifestazione nazionale del 14 novembre? La legge di bilancio 2010 presentata dal Governo è ancora una volta inadeguata e sbagliata per affrontare questa crisi: provvedimenti occasionali e contraddittori, un generico taglio dell’IRAP, risorse incerte derivanti dallo scudo fiscale, la vergogna dell’impunità per il falso in bilancio o dei condoni, che premiano i furbi e fanno fessi gli onesti, mandando un messaggio devastante per le generazioni future. La legge di bilancio, inoltre, apre la via allo smantellamento delle tutele sociali (pensioni – sanità ecc.) incurante delle centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici o di precari che hanno perso negli ultimi mesi il posto di lavoro (soltanto per una parte di loro sono previsti gli ammortizzatori sociali) con una conseguente drammatica riduzione del reddito. La CGIL non vuole rassegnarsi perché pensa che sia possibile uscire dalla crisi con una manovra diversa che dia ai giovani prospettive di lavoro stabile.

diplomato alla Scuola Internazionale “Stradivari” di Cremona

Crema (CR) • via Dante Alighieri, 18 tel·fax • 0373.83337 cell • 333.5857438 email • formaggiavi@tiscali.it

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una manifestazione FIOM

Torna l’incubo disoccupazione nel nostro territorio: a circa 15 anni dalla chiusura dell’Olivetti il territorio cremasco conosce una delle più gravi crisi occupazionali degli ultimi decenni. Molti sono gli appelli alla tranquillità da parte del Governo, che ci dice quotidianamente che il peggio è alle spalle. Autorevoli economisti europei e statunitensi, tuttavia, assicurano che i prossimi mesi saranno quelli più duri per l’occupazione. Abbiamo chiesto a Rita Orsini, Segretario Generale FIOM CGIL Provinciale un bilancio territoriale di questa crisi e le sue impressioni sul futuro.

La crisi economica mondiale, nonostante i proclami preelettorali del Governo, continua, forse oggi più di ieri, a mordere la carne viva del mondo del lavoro. Decine di aziende locali hanno chiuso, la cassa integrazione straordinaria (CIGS) o ordinaria (CIGO) ha raggiunto percentuali spaventose. Ci puoi delineare un quadro sintetico ma efficace dei “numeri della crisi” nel territorio Cremasco? Il territorio cremasco è quello più colpito dalla crisi perché è formato da moltissime piccole e piccolissime imprese soprattutto metalmeccaniche, molte delle quali sorte dopo la crisi degli anni ’80. Spesso si tratta di operai e tecnici che si sono messi in proprio , che si sono reinventati un lavoro conto terzi. E’ impossibile dire con esattezza quante imprese e con quanti dipendenti hanno cessato l’attività o sono in CIGO o in CIGS o in disoccupazione: sono centinaia le ditte e migliaia i lavoratori che non fanno notizia, micro imprese con 2 o 3 dipendenti. Ancora oggi

foto* di Zingaro. i'm a gipsy too da http://www.flickr.com

Sentiamo ormai costantemente, ahimè non solo per bocca del Governo, che la CGIL ha scelto il terreno dello scontro sociale invece di proseguire la strada della concertazione, mentre CISL e UIL appaiono più propense ad un dialogo costante con il Governo. Qual ‘è la tua opinione? Non mi pare che la CGIL abbia scelto solo la strada dello scontro sociale, ma piuttosto quello della difesa dei diritti dei lavoratori e dei pensionati. Purtroppo oggi molte forze politiche vorrebbero una CGIL sottomessa e arresa in nome della concertazione. CISL e UIL cosa hanno concertato con i loro accordi? Cosa hanno ottenuto per i lavoratori? La possibilità per le aziende di non applicare persino i contratti nazionali attraverso deroghe, così facendo si riducono ulteriormente diritti e salari in cambio di nulla! Oggi il Partito Democratico è in grado, secondo te, di cogliere le esigenze che vengono dal mondo del lavoro, avanzando proposte concrete in grado di far fronte alla crisi o siamo ancora lontani? E i partiti della cosiddetta Sinistra alternativa? Purtroppo non c’è più nessun partito della Sinistra veramente radicato nei luoghi di lavoro. Un tempo dire che facevi l’operaio e che eri di Sinistra era motivo di orgoglio, oggi quasi ci si vergogna. Negli ultimi anni si è distrutto tanto anche in termini di valori come l’onestà e la solidarietà. Bisognerà ricostruire, forse abbiamo individuato almeno il terreno. Rimane però tanto tanto lavoro da fare.


■ novembre 2009

piazzisti destini

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La nostra posizione in merito è chiara: ogni finanziamento diretto alle scuole private è incostituzionale sotto diversi profili e viola il principio della libertà di insegnamento di istituzione di scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato (vedi sentenza TAR Emilia Romagna del marzo 2008)

Riforma-torio Gelmini intervista a ReteScuole

Zero euro è la somma trasferita lo scorso anno dal Ministero alle scuole per il normale funzionamento Quanti docenti e ATA in meno operano nella scuola rispetto all’anno precedente? L’Ufficio Scolastico Provinciale non ha fornito, come invece è accaduto in altre realtà, dei dati ufficiali, da fonti sindacali ci risulta che sono 69 quest’anno nella nostra provincia i posti in meno tra amministrativi tecnici e soprattutto tra i collaboratori scolastici. Oltre un centinaio di precari resteranno senza supplenza annuale. Da notare che ciò avviene mentre aumentano il numero degli alunni. Vi sono 124 nuovi alunni disabili, ma solo 12 docenti in più assegnati. Di conseguenza il rapporto 1:2, cioè un docente ogni 2 alunni disabili, è saltato. A regime, nei prossimi due anni ci saranno circa 100 mila docenti in meno in Italia. Che effetti ha avuto l’attacco frontale alla scuola primaria nel nostro territorio? I genitori hanno bocciato la riforma: nessuna classe è stata attivata a 24 ore, non abbiamo nessun ‘ maestro unico’ (meno del 3% le richieste in tutta Italia) perché le famiglie hanno scelto il tempo scuola di 27, 30, 40 ore. Questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie al nostro lavoro di controinformazione. Sono aumentate le pluriclassi (ben 33 in provincia rispetto alle 22 dello scorso anno). Inoltre alle elementari il Tempo Prolungato ha meno ore di compresenza. Con le ore di compresenza c’era l’opportunità di imparare meglio, di approfondire i concetti, sia dentro che fuori dall’aula, ad esempio visitando i musei, i teatri, facendo informatica, laboratori linguistici per l’integrazione degli alunni stranieri. Recentemente avete promosso un’iniziativa importante in città sul tema della scuola. Avete in cantiere altre iniziative del genere, per richiamare l’attenzione dei cittadini rispetto al futuro dell’istruzione? Dopo il successo dell’happening “salviAMO la scuola pubblica”, in questo momento stiamo sensibilizzando i genitori e i cittadini sui bilanci in rosso delle scuole, chiedendo anche ai Dirigenti Scolastici di denunciare la situazione. Le idee in cantiere sono molte. Proiezione del film “l’amore che non scordo”; un dibattito sulla scuola con tutti i partiti dell’opposizione; ci piacerebbe moltissimo avere un confronto anche con i partiti di governo ma siamo certi che non accetteranno mai, perché questa riforma dal punto di vista dei contenuti e della didattica è indifendibile; lanciare, come lo scorso anno, una campagna tra i genitori delle elementari affinchè scelgano il modello orario più lungo possibile (30 e 40 ore); vorremmo incontrare i genitori e gli insegnanti dei

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dove andrà il centrosinistra?

volti, idee e riflessioni al "giro di boa" per il centrosinistra

di Attilio Galmozzi

Rete scuole è sicuramente una delle realtà più attente e vivaci della città e del territorio relativamente al mondo della scuola. Vivacità che, mi sembra, collida un po’ con l’attuale situazione della scuola italiana, vittima del modello Gelmini-Berlusconi. Ci dici come sta la scuola a Crema e in generale nel territorio dopo l’introduzione della Riforma? La stragrande maggioranza del mondo della scuola è contro la Riforma Gelmini, lo scorso anno come Rete Scuole abbiamo raccolto nel cremasco 1.222 firme tra i docenti, i collaboratori scolastici, gli A.T.A., in difesa della scuola pubblica. Nello stesso tempo, però, incominciano ad affiorare rassegnazione e frustrazione. A livello nazionale siamo stati lasciati troppo soli. La riforma della ministra Gelmini sta impoverendo il nostro sistema formativo: meno sapere, meno informazione, meno cultura, meno coscienza. Alle medie le cattedre sono state ricondotte a 18 ore annullando qualsiasi possibilità di compresenza e gli insegnanti di lettere hanno avuto una grandissima riduzione delle ore per svolgere il recupero e per insegnare l’italiano agli alunni stranieri. Sparite le ore di compresenza, di fatto ora è quasi impossibile organizzare attività di laboratorio, compreso quello d’informatica. Non è più possibile offrire l’ora alternativa alla religione. Quando la Riforma sarà a regime (anche se ora non è ancora legge per le superiori) spariranno le sperimentazioni e il numero di ore di laboratorio sarà ridotto. La riforma Gelmini si può così riassumere: Classi superaffollate – meno formazione – più bocciati – più disagio – meno apprendimento. Inoltre, la normativa sulla sicurezza stabilisce che “Il massimo affollamento ipotizzabile nelle classi è fissato in: 26 persone/aula”. Ma il recente Decreto Gelmini, impone di formare classi prime fino a 29 alunni nella scuola primaria, 30 alle medie e 33 alle superiori.

nessuno, almeno a Sinistra, offre all’astensionista “duro e puro” un’alternativa capace di far emergere dalla solitudine milioni di persone che hanno perso la fiducia nella politica e nella possibilità di cambiare le cose

di Attilio Galmozzi

nei prossimi due anni ci saranno circa 100 mila docenti in meno in Italia

ragazzi disabili per denunciare lo scandalo del loro abbandono; convocare un’assemblea pubblica di controinformazione sulla riforma delle superiori e una indirizzata alle medie ed elementari; iniziativa analoga lo scorso anno suscitò molta partecipazione Cosa ne pensi del nuovo complesso scolastico di Comunione e Liberazione che sorgerà in città? E del buono scuola di Formigoni, che nel settennio 2001/2002 – 2007/2008 ha elargito qualcosa come 282 milioni di euro alle scuole private e briciole a quelle pubbliche? La nostra posizione in merito è chiara: ogni finanziamento diretto alle scuole private è incostituzionale sotto diversi profili e viola il principio della libertà di insegnamento di istituzione di scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato (vedi sentenza TAR Emilia Romagna del marzo 2008) Gli istituti scolastici sono drammaticamente in rosso: lo Stato è debitore verso gli istituti di tutto il territorio nazionale di un miliardo di euro e in particolare di € 7.232.601,70 nei confronti di quelle cremonesi. Ad esempio a Crema la scuola media Vailati gode di un credito di circa € 120.000. Zero euro è la somma trasferita lo scorso anno dal Ministero alle scuole per il normale funzionamento. Per questo motivo i Dirigenti Scolastici sono costretti a “raschiare il barile” utilizzando qualsiasi fondo a disposizione, compreso il contributo dei comuni per il Piano per il diritto allo studio e soldi in più alle famiglie I fondi per le supplenze sono stati tagliati di oltre il 50%. Nelle scuole tra i docenti, il personale A.T.A. e i collaboratori cresce il malcontento in quanto i precari, spesso padri e madri di famiglia, non ricevono lo stipendio o vengono pagati con mesi di ritardo. Inoltre nell’80% degli istituti della nostra provincia i Presidi devono ancora elargire i fondi destinati alle ore di supplenza. La scuola funziona solo grazie al senso di responsabilità dei suoi operatori. Come Rete Scuole vogliamo sottolineare un altro aspetto: uno studente che oggi entra nel mondo della scuola si ritroverà, per il 52,82% dei casi in un edificio costruito prima del 1974; il 75% delle scuole sono collocate in una zona ad alto rischio sismico e la metà delle volte non ha il certificato di agibilità statica né quello di prevenzione incendi. Di fronte a questa situazione è una vergogna finanziare la nuova scuola di C.L. foto* di Helios da http://www.flickr.com

Nel 2007, dopo 10 anni di governo da parte del centrosinistra, la città viene “conquistata” dal centrodestra con l’elezione di Bruno Bruttomesso a Sindaco di Crema; nel 2008, dopo una breve e conflittuale legislatura guidata da Romano Prodi e dopo la nascita del Partito Democratico e della cultura veltroniana, Berlusconi riconquista il Governo del Paese. Nel 2009, dopo quasi due decenni di governo Provinciale da parte del centrosinistra, Massimiliano Salini (PDL) diviene presidente mentre Perri, sconfiggendo di misura Giancarlo Corada, siede sulla poltrona di Sindaco di Cremona. Sempre nel 2009, amministrazioni storicamente progressiste come quella di Vaiano Cremasco, cedono il passo al PDL. Due anni che hanno cambiato il volto del nostro territorio e che, a quattro mesi dalle elezioni Regionali, ci devono imporre una riflessione seria ed approfondita. Dove andrà il centrosinistra a Crema e nel nostro territorio? Una domanda che molti di quelli che appartengono alla cultura progressista e laica nella nostra città si stanno ponendo, specialmente in questa fase storica molto fluida, dove alleanze, appartenenze, schemi e finanche culture consolidate si sfaldano, si ricompongono e si ripresentano. Al “giro di boa” per la città di Crema, che due anni e mezzo fa elesse Bruttomesso Sindaco, questa riflessione si fa più cogente, diviene non più rinviabile. È nato il PD, che in due anni ha cambiato già tre volti: l’autosufficienza veltroniana ha ceduto il passo al traghettatore Franceschini che a sua volta, dopo una grande mobilitazione democratica come sono state le primarie del recente autunno, ha ceduto il passo al navigato Bersani, che si accinge a costruire il partito dell’alternativa anche attraverso schemi di alleanze nuove. Passaggi non certo indolori, sul piano nazionale: Rutelli saluta il PD

sognando un nuovo centro con Casini che possa tornare ad essere l’ago della bilancia della scena politica, per poter condizionare scelte dall’una e dall’altra parte quando il berlusconismo sarà tramontato o prossimo ad esserlo. Nasce Sinistra e Libertà come soggetto politico che tende a ricostruire alla Sinistra del PD un progetto credibile per la Sinistra Italiana. Una parte dei Verdi, sconvolgendo un congresso lineare, lancia la costituente ecologista. Rifondazione Comunista e PdCI scelgono la via della solitudine, smarcandosi – almeno per ora – da un ragionamento unitario per la Sinistra. Poi c’è il più grande partito italiano, che non stringe alleanze con nessuno: l’astensionismo, che da solo vale un quarto abbondante di Parlamento, che non si rassegna e non da segni di cedimento. Con tutta verosimiglianza perché nessuno, almeno a Sinistra, offre all’astensionista “duro e puro” un’alternativa capace di far emergere dalla solitudine milioni di persone che hanno perso la fiducia nella politica e nella possibilità di cambiare le cose. Lo scenario nel nostro territorio si presenta un poco diverso: anche se qui il PDL, unito almeno sulla carta, si comporta come si comportano i poli uguali delle calamite, non sappiamo di quale salute goda il centrosinistra. Negli ultimi mesi sono state compiute scelte importanti per il futuro della città: la privatizzazione dell’Istituto Musicale Folcioni ne rappresenta il paradigma più chiaro. Eppure, anche qui, il centrosinistra non ha saputo scegliere una strada precisa e chiara, andando un po’ qui e là, garantendo al centrodestra i numeri per far passare una scelta come quella dell’esternalizzazione senza troppi indugi. Abbiamo ragione di pensare che il centrosinistra si voglia ancora candidare a rappresentare la possibile alternativa a questo centrodestra nostrano, o per lo meno conserviamo tale speranza e per questo lavoriamo ciascuno nel proprio ambito di riferimento. A Crema, per ora, il centrosinistra non si sta ponendo nell’ottica di dover al più presto costruire una vera alternativa al centrodestra, sia in termini programmatico-strategici che di leadership: quale coalizione sfiderà a Crema nel 2012 il centrodestra? Chi guiderà questa coalizione? La leadership locale la vogliamo costruire tutti insieme, ciascuno con il proprio contributo umile oppure mettere su a un “bel” candidato il “cappellino”, magari tre mesi prima delle elezioni? È chiaro che se andassimo a chiedere al Segretario del PD, o di Sinistra e Libertà, oppure di Rifondazione Comunista quale futuro prospetta per il centrosinistra avremmo probabilmente per risposta molti buoni propositi, forse ancora qualche promessa, certamente ancora tanta titubanza. Allora proviamo a fare un percorso un po’ originale: dal prossimo numero, andremo a chiedere alle persone di centrosinistra quale futuro vorrebbero per il centrosinistra di casa nostra, quali idee mettere in campo per il rilancio di un progetto politico che possa tornare a far discutere e creare non solo consenso ma anche tanta passione. Lo facciamo oggi, a quattro mesi dalle elezioni Regionali e a due anni e mezzo dalle Comunali perché vogliamo coinvolgere molte persone, sia note che meno note, che operano nel mondo della politica, dell’associazionismo, della cooperazione, delle chiese, del lavoro, della “socialità”, dell’educazione, della scuola, dei diritti civili, della scienza , del sindacato. Insomma, in quel mondo che ha dato spinta e propulsione, almeno fino a due anni fa, alla cultura laica, progressista e libertaria del centrosinistra e della città di Crema. Ci credete illusi o sognatori? È un problema vostro, noi ci crediamo.

anche se qui il PDL si comporta come i poli uguali delle calamite, non sappiamo quale salute goda il centrosinistra

foto* di Elisa Tagliati


■ novembre 2009

piazzisti compleanni

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palestra di roccia, il primo bilancio

il bilancio della struttura ad un anno dall'inaugurazione Roberto Cattaneo - Accompagnatore nazionale A.G. Marco Costi - Presidente sez. C.A.I. Crema Dopo tanto sperare anche Crema, un anno fa, ha avuto la sua palestra di roccia, anzi di più, ha avuto un “gioiellino”: infatti, oltre al Palamonti di Bergamo, in tutta la Lombardia, di strutture come queste se ne contano poche.

buon compleanno Charles!

Dalle tre sere iniziali di apertura, data l’affluenza, si è passati a quattro sere, dal Lunedì al Giovedì coinvolgendo circa 20 soci del CAI che, sotto la sapiente regia di Angelo Pollastri (coordinatore del gruppo dei volontari), che garantiscono le manovre di sicurezza, assistendo anche chi si avvicinava per la prima volta all’arrampicata libera. In questi mesi ci sono state circa 2.400 presenze in palestra con una media di 17 presenze a serata. Si sono avvicinate all’arrampicata sportiva per la prima volta circa 300 persone tra cui un centinaio di minori accompagnati dai genitori. Da metà Settembre a fine Marzo, ne ha usufruito il Centro di Aggregazione Giovanile, del S. Luigi con un progetto dal titolo molto suggestivo “Non uno di meno”, un laboratorio di arrampicata con la collaborazione di tre istrut-

il nostro regalo per Darwin Al Sig. Sindaco della Città di Crema L’anno 2009 è il duecentesimo anniversario della nascita di Charles Darwin e il centocinquantesimo della pubblicazione de “L’origine della specie”: le due ricorrenze sollecitano una rinnovata attività scientifica e culturale sull’attualità di Darwin e sulla sua eredità, a volte controversa, ma sempre al centro di fertili dibattiti e studi approfonditi, legati a recenti sviluppi del sapere. Le ricerche dello scienziato inglese si sono subito imposte all’attenzione degli studiosi, divenendo rapidamente un modello di assoluto riferimento per le scienze naturali, e risultano essere oggi la base indiscutibile del sapere biologico ed il fondamento di qualunque studio sulla vita nel nostro pianeta. Al di la dei già notevoli meriti specifici delle singole sue opere, Darwin rappresenta una delle più importanti figure nella storia del pensiero, per la dedizione alla ricerca, l’impostazione metodologica, lo spirito di osservazione, l’acutezza dell’analisi, la libertà dai preconcetti, la serenità del giudizio. La sua concezione evoluzionista è alla base dell’odierna ecologia e delinea un corretto schema relazionale fra gli esseri viventi; ed ha purgato il pensiero umano dalla funesta ideologia delle razze e dagli abusi dell’antropocentrismo. È inoltre la base sulla quale si è sviluppata la ricerca biologica, in particolare nel campo della genetica, che sta rivoluzionando tutt’ora il mondo della medicina.

tori del CAI di Lodi: 20 ragazzi, hanno sperimentato forme di conoscenza del proprio corpo privilegiando la consapevolezza dei gesti nello sviluppo dell’intelligenza motoria e sviluppando qualità psicofisiche individuali, valorizzando risorse personali e favorendo la crescita dell’autostima. Tra Marzo e Maggio alcune classi del Liceo Artistico e del Pacioli (circa 250 ragazzi) hanno fatto lezione di educazione fisica con i loro insegnanti, cimentandosi nell’arrampicata sportiva. In giugno, prima della chiusura, la palestra ha ospitato i 60 ragazzi della manifestazione “I love sport”, all’inizio dell’anno scolastico 2009/2010 già diverse classi dalle medie alle superiori sono state in palestra. La Palestra di roccia, come il C.A.I. ha sempre sostenuto, deve essere un patrimonio della città e come tale deve essere a disposizione di tutti. Tutti gli interessati possono prendere contatto con la sede C.A.I. in via Donati, telefonando al numero 0373.203463, nelle sere di martedì e venerdì dalle ore 21 alle 23, oppure per e - mail segreteria@caicrema.it

Dopo anni (lustri!) di smentite finalmente emerge l’amara verità che molti intuivano, a dirla è Gaetano Quagliarello, firmatario del ddl sul “processo breve”: «Non siamo ipocriti. Ci assumiamo le nostre responsabilità. Il disegno di legge serve a risolvere il dissidio tra il verdetto della sovranità popolare e le sentenze di quella piccola parte di magistratura politicizzata1». È ufficiale: questa legge serve per sottrarre Berlusconi – “il verdetto della sovranità popolare” – alla Giustizia. Però, bontà loro, almeno non sono “ipocriti” e ce lo dicono pure (sic!) che serve una legge per parare le chiappe vizze di Silvio. In realtà la cosa non ci sconvolge poi molto, ci siamo abituati, pensiamo da tempo che questo è il vero motore dell’azione politica del signor B. L’unica differenza col passato, la cosa inquietante, è che – dai e dai – è saltato anche il tabù: nessuna vergogna nel dire che si fa una

legge per difendere Berlusconi a costo di lasciare impuniti i colpevoli di reati anche gravissimi: “Serve al Capo? Ma pronti!”. Una legge “Non si processa Berlusconi Silvio” sarebbe spudorata (per ora) quindi optano per un finto garantismo che dopo aver tolto alla magistratura mezzi e finanziamenti le riduce anche il tempo per lavorare. Abolire in toto la Giustizia sarebbe un tantino sospetto, meglio denutrirla. Dal blocco delle rogatorie alla depenalizzazione dei reati, all’immunità per le alte cariche – indipendentemente dal reato – la carrellata di atrocità si conclude (per ora) con la riduzione dei tempi del processo giudiziario per “risolvere il dissidio tra il verdetto della sovranità popolare e le sentenze di quella piccola parte di magistratura politicizzata”. Eravamo così contenti di aver toccato il fondo per poter risalire ma i berluscones dotati di pala hanno cominciato a scavare. 1 Il Fatto Quotidiano, 13 novembre 2009, pag. 3 “AN perde il braccio di Ogni giorno è peggiore del precedente, nell’Italia di Berlusconi. ferro” di Paola Zanca

Per le motivazioni sopra esposte, i Sottoscritti Consiglieri Comunali chiedono che la Città di Crema renda riconoscimento alla figura dello scienziato inglese e propongono che l’area verde attrezzata, posta tra le vie Rampazzini e Ferrario e la roggia Alchina, venga intitolata a Charles Darwin. Franco Bordo, Walter Della Frera, Martino Boschiroli, Stefania Bonaldi, Luigi Doldi, Gianni Risari, Gianemilio Ardigò, Federico Pesadori, Elia Avaldi, Felice Lopopolo, Agostino Dossena, Roberto Branchi, Fulvio Lorenzetti, Massimo Carini, Claudio Ceravolo, Matteo Piloni, Emilio Pini.

foto* di Serge K. Keller, FCD da http://www.flickr.com


appuntamenti

Il comitato “No Berlusconi Day”, nato su Facebook per iniziativa di un gruppo di blogger democratici, indice per il prossimo 5 dicembre, a Roma, una manifestazione nazionale per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. ILTESTO DELL’APPELLO A noi non interessa cosa accade se si dimette Berlusconi e riteniamo che il finto “Fair Play” di alcuni settori dell’opposizione, costituisca un atto di omissione di soccorso alla nostra democrazia del quale risponderanno, eventualmente, davanti agli elettori. Quello che sappiamo è che Berlusconi costituisce una gravissima anomalia nel quadro delle democrazie occidentali -come ribadito in questi giorni dalla stampa estera ce definisce la nostra “una dittatura”- e che lì non dovrebbe starci, anzi lì non sarebbe nemmeno dovuto arrivarci: cosa che peraltro sa benissimo anche lui e infatti forza leggi e Costituzione come nel caso dell’ex Lodo Alfano e si appresta a compiere una ulteriore stretta autoritaria come dimostrano i suoi ultimi proclami di Benevento. Non possiamo più rimanere inerti di fronte alle iniziative di un uomo che tiene il Paese in ostaggio da oltre15 anni e la cui concezione proprietaria dello Stato lo rende ostile verso ogni forma di libera espressione come testimoniano gli attacchi selvaggi alla stampa libera, alla satira, alla Rete degli ultimi mesi. Non possiamo più rimanere inerti di fronte alla spregiudicatezza di un uomo su cui gravano le pesanti ombre di un recente passato legato alla ferocia mafiosa, dei suoi rapporti con mafiosi del calibro di Vittorio Mangano o di condannati per concorso esterno in associazione mafiosa come Marcello Dell’Utri. Deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica per le accuse che gli vengono rivolte. Per aderire alla manifestazione, comunicare o proporre iniziative locali e nazionali di sostegno o contattare il comitato potete scrivere all’indirizzo e-mail: noberlusconiday@hotmail.itv

Alice nella Città terza stagione

gli appuntamenti di dicembre. ▪▪ 4 dicembre - “Il Pan del Diavolo”, dalla Sicilia una realtà musicale esplosiva di richiamo nazionale. ▪▪ 26 dicembre - “La Horror Cena”, iniziativa di confine tra gastronomia, cinema e teatro che unirà sapori e suggestioni in una proposta totalmente inedita. Associazione Culturale Alice nella Città via Cappi 26 Castelleone (CR) Addetto stampa: Umberto Bellodi • 340.10.25.647 alicenellacitta@gmail.com alicenellacitta.wordpress.com www.myspace.com/alicenellacitta

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foto* di Andrea Rinaldi da http://www.flickr.com


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