I Rolli di Genova

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Speciale

I Rolli di Genova 1


Il sistema dei Rolli

Vittorio Giannella, fotografie Vittorio Giannella, Fabrizio Lava, Alessandro Zunino

Sala di Palazzo Spinola affreschi di Lazzaro Lavarone XVIIIsec

“I Palazzi dei Rolli genovesi sono il primo esempio in Europa, di un progetto di sviluppo urbano promosso da un’autorità pubblica

all’interno di un quadro unitario, e associato a un sistema particolare di alloggiamenti pubblici all’interno di residenze private”.

Questa la motivazione che ha convinto gli ispettori UNESCO nel 2006, a inserire nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità, le 42 prestigiose dimore dei Rolli. Gli studiosi concordano col fatto che tra il 1528 e il 1647 la Repubblica di Genova, visse quello che è stato chiamato il “secolo dei Genovesi”. Per oltre cent’anni la città, grazie al suo vivace e dinamico sviluppo economico e culturale, diventò un polo di attrazione per scambi proficui tra mecenati, pittori e artisti. Le importanti famiglie aristocratiche che si alternavano al governo, aumentavano in ricchezza e potere, e tutto questo denaro lo spendevano per abbellire i loro sontuosi palazzi privati, facendo a gara per accaparrarsi i migliori artisti del momento e metterli all’opera per realizzare strepitosi affreschi e tele di grande bellezza. Così inizia la storia dei palazzi dei Rolli, unica nel suo genere, che, come un albergo diffuso, di-

remmo oggi, ospitava nella prima metà del 1500, personaggi illustri e politici stranieri, in occasione di visite di Stato. All’epoca, Genova, ricca e con un porto molto frequentato, non aveva una sede ufficiale dove ospitare persone illustri, importanti mercanti con cui si tenevano cospicui affari. Non esistevano alberghi decenti ma solo locande per marinai, per lo più localizzate in zone malfamate della città. Questo il motivo che spinse l’8 novembre del 1576 il Senato della Repubblica di Genova, ad approvare un decreto per istituire un elenco di palazzi prestigiosi appartenenti ai nobili più in vista della città, che diventarono case obbligate agli alloggiamenti pubblici ( simili agli hotel attuali, anche stellati) e le famiglie, a turno, ogni qualvolta un principe, un papa, un imperatore o un re, arrivavano, dovevano farsi carico di dare vitto e alloggio per tutta la durata della visita, con un 2


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Palazzo Rosso 4


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Palazzo Tursi

modesto aiuto economico da parte delle autorità. Il primo elenco, (rollo, letteralmente ruolo), indicava 52 case, in realtà, però, dal 1576 al 1664 furono coinvolti 96 palazzi. Tra gli ospiti figurano Vincenzo I di Gonzaga duca di Mantova, la regina di Spagna Margherita d’Asburgo, Filippo III re di Spagna, Pietro de’Medici, fratello del Granduca di Toscana, molti ambasciatori, ricchi commercianti e cardinali. Affascina immaginare vicissitudini e personaggi che si sono avvicendati nei secoli in queste stanze. Quanti affari, intrighi, tradimenti, complotti, ossessioni. Così come per gli hotel attuali esiste la suddivisione in “stelle”, all’epoca I palazzi venivano divisi in tre categorie, o “bussoli”, in base alla loro grandezza e magnificenza; a ogni categoria corrispondeva un differente grado di dignità degli ospiti – ambasciatori, dignitari, principi sovrani, papi,

imperatori ecc. Non tutte le famiglie però, erano ben disposte ad accogliere gli ospiti all’entrata in vigore del Decreto nel 1576” ci spiega Anna, la nostra guida,” e vivevano l’incombenza come un fastidio, come un’invasione della vita privata. Poche per la verità, perché la maggior parte, interessate al commercio, alle banche, vedevano come una ghiotta occasione poter ospitare ricchi stranieri, un’occasione per aumentare i propri redditi e potenza”. Cerniera tra Oriente e Occidente, prestigiosa Repubblica Marinara per oltre sette secoli, Genova è sempre stata crocevia di genti, storia, arte e cultura, città di scambi e incrocio di destini. Come dar torto a Francesco Petrarca che già nel 1358, in occasione di un suo viaggio descrive la città così: “ Vedrai una città regale, addossata a una collina alpestre, 6


Palazzo Rosso

superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare”. E da allora “Superba” lo è sempre stata. I Palazzi dei Rolli sono situati nel centro storico di Genova, un luogo suggestivo dove stili architettonici diversi si sovrappongono, dove antiche chiese, custodi di preziosi tesori artistici e magnifici palazzi affrescati, si intervallano a botteghe e negozietti di tutti i generi e nazionalità. Un intricato dedalo di vicoli e carrugi, alcuni perennemente in ombra, così stretti e angusti che le finestre delle case quasi si toccano e dove da sempre si mischiano sapori e culture diverse. Sono numerose le modalità di fruizione dei meravigliosi Palazzi dei Rolli. Dalle visite guidate calendarizzate nel fine settimana, ai celebri Rolli Days, una manifestazione di cui i genovesi vanno particolarmente orgogliosi, un vero distintivo

di Genova, che permette in alcune date prestabilite, di poter accedere ai sontuosi palazzi e scoprire tutti i retroscena delle famiglie che si sono succedute e degli artisti che le hanno abbellite. A partire dal 2019, il Patrimonio dei Rolli viene celebrato anche attraverso la Rolli Experience, un’esperienza immersiva ideata dal Comune di Genova, declinata in un pacchetto turistico, che permette di vivere la suggestione di un soggiorno a Genova come un ospite dell’antica Repubblica. Partecipare alla Rolli Experience vuol dire immergersi in eventi di arte contemporanea, musica, e performance. Da Palazzo Tursi, dove una sala custodisce il famoso “cannone”, il violino prediletto da Niccolò Paganini, costruito dal cremonese Guarneri del Gesù nel 1743, a Palazzo Spinola, sede della Galleria Nazionale, 7


Palazzo Tursi

con la sua ricca collezione di opere dei maggiori artisti genovesi, italiani, fiamminghi ed europei, da Rubens e Van Dyck ad Antonello da Messina. Palazzi che costringono i visitatori col naso all’insù per ore come a Palazzo Rosso, con le sue smisurate sale decorate dal De Ferrari, senza dimenticare Palazzo Lomellino, con il suo incantevole giardino segreto e Palazzo Tobia Pallavicino, con la straordinaria galleria dorata, un esempio significativo del gusto Rococò a Genova. Immensi gli spazi anche di Palazzo Reale, inondata di luce riflessa del mare, dimora seicentesca dei Balbi e Durazzo, in seguito acquistata dai Savoia, da qui l’appellativo “Reale”, con la bellissima sala degli Specchi, e delle Udienze, dis-

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seminate di opere del Tintoretto e Van Dyck. Anche case private entrano a far parte dei percorsi guidati dell’Experience, come Palazzo Sinibaldo-Fieschi, con affaccio sulla splendida cattedrale a marmi bicolore di San Lorenzo. L’esperienza prevede inoltre Palazzo Gio Vincenzo Imperiale, con la scalinata e le sale decorate da delicati stucchi e affreschi, autentici tesori da “gustare” sorseggiando un drink con vino speziato accompagnato da musiche rinascimentali al clavicembalo, per preparare i partecipanti alla cena di gala con piatti genovesi in una sala meravigliosa con ritratti dei nobili proprietari e discendenze.


Indirizzi utili: www.visitgenoa.it https://www.visitgenoa.it/it/rolli-experience-0 (per info e prenotazioni Rolli Experience) www.botteghestorichegenova.it La Rolli Experience comprende: - Benvenuto presso Palazzo Tobia Pallavicino (via Garibaldi 4), con visita del Palazzo e aperitivo realizzato dai ristoratori Genova Gourmet e la collaborazione delle Botteghe Storiche genovesi. - Visita guidata ad una selezione di Palazzi dei Rolli, Patrimonio dell’Umanità Unesco con partenza dall’Ufficio IAT (Informazione e Accoglienza Turistica), via Garibaldi 12r con il seguente percorso: • Palazzo Rosso (via Garibaldi 18) • Palazzo Tursi e le Sale Paganiniane (via Garibaldi 9) (Palazzo Rosso e Tursi fanno parte insieme a Palazzo Bianco del polo museale dei Musei di Strada Nuova) • Palazzo Lomellino (via Garibaldi 7) con il Ninfeo e il Giardino segreto; • Ascensore Castelletto Levante con Belvedere di Spianata di Castelletto, Piazza Portello - Visita a Palazzo Sinibaldo Fieschi (Palazzo dei Rolli), via San Lorenzo 17 con degustazione di tè e dolci genovesi - Visita e Cena a tema rinascimentale a cura di Saloni delle Feste, presso Palazzo Gio Vincenzo Imperiale, Piazza Campetto 8 - Pernottamento di due notti in strutture ricettive selezionate, prioritariamente ubicate all’interno dei Palazzi dei Rolli

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Duchessa di Galliera, busto in marmo a Palazzo Rosso 10


Statua di Giuseppe Mazzini a Palazzo Tursi 11


Palazzi & Palazzi

Monica Gasparini, fotografie Vittorio Giannella, Fabrizio Lava, Alessandro Zunino

La sala dorata di Palazzo Tobia Pallavicino affreschi di Lorenzo De Ferrari

L’allume, un sale estratto dall’aluni- nelle industrie tessili, nelle industrie te, era un minerale molto prezioso della carta e anche in medicina per nel Cinquecento per il suo impiego le sue proprietà emostatiche. Il marchese Tobia Pallavicino, primo proprietario dell’omonimo palazzo attualmente sede della Camera di Commercio, consolidò la sua fortuna economica concludendo affari redditizi con il commercio dell’allume estratto dai Monti della Tolfa. Nel cuore del palazzo, edificato dal marchese tra il 1558 e il 1561, è conservato un esemplare di allume posto di fronte alla magnifica cappella, decorata nel Settecento da Lorenzo de Ferrari con trompe-l’oeil e contenente una copia del gruppo marmoreo della Vergine con Bambino di Pierre Puget. Il palazzo, costruito sotto la direzione dell’architetto e decoratore Giambattista Castello detto il Bergamasco, accoglie il visitatore nell’atrio con splendide grottesche realizzate per la prima volta a Genova dal Bergamasco dopo un soggiorno a Roma patrocinato dal marchese. Gli dei dell’Olimpo, forme vegetali, animali e fantastiche pitturate su sfondo bianco, creano nelle volte dell’atrio un effetto di armoniosa leggerezza. Il ciclo pittorico ri-

manda alla scoperta della Domus Aurea, il palazzo dell’imperatore Nerone rinvenuto a fine Quattrocento a Roma, le cui pareti affrescate da motivi ornamentali dette “grottesche” furono di ispirazione per i maggiori pittori dell’epoca, compreso Raffaello. La testimonianza dell’influenza di Raffaello sul Bergamasco è visibile anche nell’ambiente successivo, un ampio salone in cui vale la pena soffermarsi a osservare non solo la meridiana che attraversa

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il pavimento, ma anche il bellissimo affresco della volta. Ispirato dalla decorazione di Raffaello presente nella Stanza della Segnatura dei Musei Vaticani, il Bergamasco rappresenta il Parnaso, la montagna greca in cui, secondo la mitologia, il dio Apollo si riuniva con le nove Muse protettrici delle arti. Salendo al piano nobile ritroviamo negli affreschi ancora la figura di Apollo e delle muse, possibile celebrazione del committente: Tobia Pallavicino, come il dio Apollo, proteggeva gli artisti e concedeva armonia e felicità agli uomini con le sue attività commerciali.

Concerto per gli ospiti a Palazzo Sinibaldo Fieschi

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I giardini di Palazzo Lomellino .

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Nel 1704 il Palazzo fu acquistato da Giacomo Filippo Carrega che, insieme al figlio Giambattista, avviò lavori di ampliamento che conferirono al Palazzo la struttura attuale. L’edificio venne sopraelevato di un piano, il giardino fu trasformato in un cortile interno e la facciata principale venne modificata. Alla famiglia Carrega si deve la decorazione affidata a Lorenzo de Ferrari della Galleria Dorata, splendido esempio del rococò genovese. Stucchi dorati, specchi e affreschi riproducono in un tripudio di bellezza sfavillante episodi tratti dall’Eneide di Virgilio. Il lungo tavolo composto da specchi posto al centro della sala, come una lente di ingrandimento, amplia ogni dettaglio riprodotto nella volta e nelle pareti. Il ciclo decorativo è di grande impatto scenografico, abbaglia il visitatore e lo lascia con il fiato sospeso. Concludere la visita del palazzo con una degustazione di prodotti tipici del territorio ligure nel cortile interno coperto, è una esperienza che permette di assaporare ed elaborare la ricchezza secolare culinaria, pittorica, architettonica e culturale di una Genova che stupisce e regala ricordi destinati a rimanere impressi negli occhi e nella mente.

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Experience a tavola

Fabrizio Lava, fotografie Vittorio Giannella, Fabrizio Lava, Alessandro Zunino

Grazie alla Rolli Experience, è possibile concludere la visita di Palazzo Tobia Pallavicino con una degustazione di prodotti tipici del territorio ligure nel cortile interno

coperto; un’esperienza che permette di assaporare ed elaborare la secolare ricchezza culinaria locale, e regala ricordi destinati a rimanere impressi negli occhi e nella mente.

Le gastronomie regionali, e quella ligure non fa eccezione, si rifanno al territorio, così diverso in un paese variegato, e all’ingegnosità della sua gente. La nostra degustazione ci porta alla scoperta di una cucina principalmente a base di legumi, pesce ed erbe selvatiche, quindi ricette sia di mare che di terra. Ma non è tutto. I piatti genovesi si sono trasformati nel tempo, anche in relazione allo stato sociale dei commensali. Con ingredienti semplici, verdure, erbe aromatiche e l’ottimo olio d’oliva ligure, sono nati piatti genuini, saporiti e attraenti. Tra i condimenti a base di erbe spicca il pesto, una salsa a base di basilico, pinoli, aglio, olio e parmigiano, che viene utilizzata non solo per condire la pasta (trofie, trenette, gnocchi e testaroli in primis), ma anche per insaporire minestroni, zuppe, focacce, bruschette... Fondamentali le varie torte salate di ver-

dura, come la famosa torta pasqualina e i ripieni. I pansotti (dal ligure pansa, ovvero pancia) sono una pasta ripiena simile ai ravioli, la cui farcitura è costituita da un mix di erbe fresche e selvatiche, che crescono spontanee nelle coste liguri , il cosiddetto Preboggion. I pansotti vengono conditi con la salsa di noci, un gustoso condimento, principalmente a base di latte, mollica di pane, formaggio grattugiato, aglio e noci. Nella cucina ligure le acciughe, un tempo definite “U pan du ma” (il pane del mare) sono in assoluto i pesci più utilizzati. Le potete trovare sotto sale, al verde, ripiene, marinate. Imperdibili le acciughe fritte, da gustare nelle storiche friggitorie del porto, cucinate alla perfezione, con un fritto croccante, leggero ed asciutto. Impossibile non lasciarsi conquistare dalla buonissima 20


Il Pandolce genovese

fugàssa (focaccia), una sorta di culto che deve rispondere a caratteristiche ben specifiche: un colore dorato/ambrato, alveoli ben marcati e spessore non superiore ai 2 cm. Deve essere croccante sui bordi e all’esterno ma morbida all’interno, mai unta ma ben oliata. I genovesi la mangiano a qualsiasi ora, addirittura a colazione inzuppata nel caffelatte!

La cima un secondo piatto, spesso servito anche come antipasto, è una pancia di vitello, tagliata in modo da formare una tasca da farcire con frattaglie, piselli, mortadella, uovo, funghi, pinoli, formaggio ed erbette aromatiche. Una volta preparata si chiude a mano, con ago e filo. La cottura è delicata, esiste sempre il rischio che possa “scoppiare”, facendo fuoriusci21


Il Pandolce genovese

re tutto il ripieno e rendendo quindi vano il lavoro svolto. Servita fredda e tagliata, è molto amata dai genovesi, un piatto molto saporito e consistente. Il Cappon magro è forse il più sontuoso piatto della cucina ligure. Non tanto per la sua elaborata preparazione, quanto per la scenografica presentazione. Si tratta di un’appetitosa insalata fredda, molto ricca ed elaborata nella forma piramidale a più strati. Alla base, un fondo di gallette strofinate con aglio e condite con aceto e sale, e poi, pesce a carne soda, verdure lesse, uova sode, guarnizioni di carciofi, tonno, gamberetti, capperi ed olive. Il tutto è rivestito di salsa verde e completato, in cima, ancora da un crostaceo. Un tempo consumato dai pescatori, direttamente sulle barche o dalla servitù dei nobili che riutilizzava gli avanzi dei banchetti. Oggi è considerato un piatto molto ricercato, di difficile preparazione, destinato principalmente ai giorni che precedono la Pasqua e a Natale. A Genova lo “stokke”, ovvero lo Stoccafisso, è presente in quasi tutti i menù della antica cucina genovese con una storia dal sapore antico, che deriva dai commerci via mare della città. La Panissa è una delle specialità genovesi più sfiziose, da assaggiare nei vicoli del centro storico presso le numerose friggitorie; è una specie di polenta fatta con la farina di ceci, tagliata in bastoncini e fritta. La farinata, in genovese fainà, è una pietanza molto semplice costituita da un impasto di farina di ceci, acqua, olio e sale. Il risultato è una sorta di torta salata sottilissima, morbida all’interno con una crosticina dorata.

È il tipico dolce delle festività natalizie, le cui origini risalgono alla fondazione della Repubblica di Genova, tuttavia si prepara e si consuma durante tutto l’anno, sia nella forma alta con lievitazione naturale, che in quella bassa e compatta più recente. LA DEGUSTAZIONE la Rolli Experience prevede un aperitivo di benvenuto con degustazione realizzata dai ristoratori Genova Gourmet, in collaborazione con le Botteghe Storiche genovesi come ad esempio: • Pasticceria Marescotti, www.pasticceriacavo.it • Caffè Pasticceria Mangini piazza Corvetto 3r •Confetteria Romanengo www.romanengo.it/ • Pasticceria Villa / Profumo www.villa1827.it Per i vini: L’aperitivo per eccellenza, Vino bianco, zucchero, alcool e sapiente infusione di 18 erbe aromatiche che conferiscono il tipico aroma. • https://corochinato.it Vermentino di www.calunae.com • Axillo è un vino spumante prodotto dal genovese Andrea Bruzzone. • Rossese di Dolceacqua Superiore DOC è un vero must. Un rosso piacevolmente beverino che può facilmente sposarsi a diversi piatti della tradizione.

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La confetteria Il Cappon Magro

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Trofie al pesto e Focaccia

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Palazzo Imperiale e la cena Genovese

Interni del Chini Museo 26


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Palazzo Rosso

Monica Gasparini, fotografie Vittorio Giannella, Fabrizio Lava, Alessandro Zunino

Tra le tappe più significative della Rolli Experience figura Palazzo Rosso. Le mura seicentesche di Palazzo Rosso custodiscono delle sale esclusive, da visitare senza indugi per l’unicità e la bellezza: le “mezzarie”. Si tratta di stanze private, poste tra il primo e il secondo piano nobile del palazzo, commissionate da Anton Giulio II Brignone Sale, un diplomatico esteta, amante del lusso vissuto alla fine del Seicento. Gli ambienti sono di dimensioni ridotte e così intimi da dare l’impressione di entrare come un ospite imprevisto nella vita privata del nobile genovese, corso via dall’alcova attraverso la porticina laterale destinata a far fuggire le sue amanti. Sì, di alcova stiamo parlando: un ambiente rivestito di specchi in cui troneggia un letto a baldacchino sormontato da un drappeggio di legno che termina in una volta punteggiata di stelle. Ogni dettaglio incuriosisce e servirebbero giorni interi per poter ammirare con la dovuta attenzione i particolari. La prima sala, ad esempio, incanta con le sue porte a specchi laccate a motivi orientaleggianti; la

seconda sala, detta “la Grotta”, ha pareti affrescate con la riproduzione dei miti delle origini di Roma da Parodi, autore anche degli affreschi bucolici sulle pareti del bagno contiguo. Un altro ambiente molto originale è la loggia delle rovine posta al secondo piano nobile, realizzata imitando un palazzo diroccato con mattoni aggettanti e intonaci distrutti, in parte dipinti e in parte simulati con inserti in stucco. Da osservare gli affreschi sulla dea della Luna dipinti tra le rovine. Dalle vetrate si gode uno splendido panorama sulla città e sul mare, che gratifica gli occhi già colmi della straordinaria bellezza degli affreschi e della quadreria dei due piani nobili. Tintoretto, Reni, Guercino, Lippi, Vasari, Van Dyck, Veronese, Rubens, de Ribera sono solo alcuni degli artisti con opere esposte tra cui perdersi.

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Palazzo e le Museo “mezzarie” Interno Rosso del Chini

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Il nobile ritratto Testo Alessandro Zunino

Il Cristo Portacroce Antoon Van Dyck (Particolare)

Il Barocco a Genova è un perio- zione pittorica che spazia tra vado caratterizzato da una fervida rie tematiche, tra cui il ritratto. attività artistica, con una produQuesta forma d’arte, dalla seconda metà del XVI e per tutto il XVII secolo, subisce notevoli cambiamenti stilistici e tematici, riflettendo le trasformazioni sociali, culturali ed economiche della città. Nel contesto genovese, il ritratto diviene uno strumento di rappresentazione sociale e di affermazione del prestigio individuale e familiare. Artisti di spicco come Bernardo Strozzi, Gioacchino Assereto e Giovanni Andrea De Ferrari contribuiscono allo sviluppo di uno stile pittorico che si distingue per la profonda introspezione psicologica dei soggetti ritratti. Inizialmente influenzato dalla tradizione ritrattistica fiamminga (Rubens) e spagnola (scuola di Velasquez), il ritratto genovese del Seicento si evolve progressivamente verso una maggiore raffinatezza e un naturalismo più marcato. I pittori iniziano a concentrarsi sulla resa dettagliata dei volti, delle espressioni e

dei tessuti, creando opere di straordinaria precisione e vivacità. Un esempio significativo di questa evoluzione stilistica è la produzione di Antoon Van Dyck, artista fiammingo attivo a Genova, che influenzò notevolmente la scuola locale con la sua abilità nel catturare la grazia e l’eleganza aristocratica. Il suo impatto si riflette nella pittura di artisti genovesi come Domenico Fiasella e Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto. Parallelamente, l’ascesa della borghesia mercantile genovese come classe dominante stimola la richiesta di ritratti che esaltino il successo economico e la virtù individuale. In questo contesto, il ritratto assume una funzione celebrativa e di propaganda, fungendo da strumento di auto - rappresentazione per le famiglie emergenti. La committenza di ritratti si estende anche oltre i confini cittadini, coinvolgendo personalità di spicco della nobil-

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tà europea. L’uso di sfondi paesaggistici, tendenza tipica della pittura genovese del periodo, conferisce un ulteriore elemento distintivo a molti ritratti, trasmettendo un senso di spazialità e raffinatezza. Tuttavia, la produzione ritrattistica genovese del Seicento non è omogenea. Emergono sottogruppi di artisti che seguono diverse inclinazioni stilistiche, come ad esempio il naturalismo di Valerio Castello o l’approccio più caravaggesco di Bernardo Strozzi. I Palazzi dei Rolli raccolgono una straordinaria collezione di ritratti, testimonianza dell’importanza sociale e politica

delle famiglie che li abitarono nel periodo barocco. Citare anche solo i più importanti non renderebbe giustizia a un patrimonio che nella sua totalità “fotografa” un’intera città e la sua riservatezza nel custodire quasi con gelosia i propri tesori. Non a caso la Giöxîa, gelosia, è la traduzione di persiana in genovese; infissi dietro i quali il ligure - nobile o meno osserva il mondo con circospezione, con gli stessi occhi stupiti di Paolina Adorno Brignole-Sale a Palazzo Rosso o Caterina Balbi Durazzo a Palazzo Reale.

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I Rolli di Genova In viaggio con NEOS Redazione: Luisa Espanet, progetto e impaginazione Fabrizio Lava Testi: Monica Gasparini, Vittorio Giannella, Fabrizio Lava, Alessandro Zunino, Fotografie: Vittorio Giannella, Fabrizio Lava, Alessandro Zunino Un prodotto Neos Giornalisti, Fotografi e Operatori Culturali di Viaggio Associati Piazza Castello 9 20121 MILANO neosnet.it - presidenza@neosnet.it Indirizzi utili:

www.visitgenoa.it/it/rolli-experience www.botteghestorichegenova.it

La visita

Visita guidata una selezione di Palazzi dei Rolli, Patrimonio dell’Umanità Unesco con partenza dall’Ufficio IAT (Informazione e Accoglienza Turistica), via Garibaldi 12r: Palazzo Rosso (via Garibaldi 18) e Palazzo Tursi e le Sale Paganiniane (via Garibaldi 9), facenti parte del polo museale dei Musei di Strada Nuova Palazzo Lomellino (via Garibaldi 7) con il Ninfeo e il Giardino segreto Ascensore Castelletto Levante con Belvedere di Spianata di Castelletto, Piazza Portello Palazzo Sinibaldo Fieschi (Palazzo dei Rolli), via San Lorenzo 17 con degustazione di tè e dolci genovesi Visita e Cena di Gala a tema rinascimentale a cura di Saloni delle Feste presso Palazzo Gio Vincenzo Imperiale, Piazza Campetto 8

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