My Media Speciale Festival della Creatività 2010

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CAMPUS Esporre – ed esporsi – o fare? di Stefano Adami

Parlare dei nuovi luoghi comuni o tentare un percorso di evoluzione? In soldoni: ci mettiamo in gioco o no? Da Campus è giusto aspettarsi delle risposte e dei risultati. Anche quelli negativi. Perché stiamo imparando, quindi ci sta. Termini come “eccellenza”, “talento”, “innovazione” rischiano la china dello stucchevole. Da tempo sono oggetto di sarcasmo da parte dei non addetti ai lavori. Soprattutto di chi, per pigrizia, è incline al qualunquismo. L’abuso e l’improvvisazione – uniche armi dei soliti furbetti – possono svilire ancora una volta la fatica e la passione di chi ci crede e ci scommette la vita. Quali sono le iniziative eccellenti? Ma soprattutto: quali sono i processi selettivi, i punteggi ed i deus ex machina che attribuiscono il bollino blu? Nei prossimi giorni avremo il Forum delle eccellenze, per provare a capire. Chi sono, in carne ed ossa, i “talenti”? I veri creativi. Quelli che fanno la differenza, intendo. Culturale, etica, estetica e gioco forza – perché siamo uomini di mondo – economica. Pubblici e trasparenti, avremo i racconti dei Giovani talenti per il futuro. In platea, i vecchi marpioni potranno valutare, criticare o incoraggiare. I giovani, coloro che ci credono o ci sperano, avranno altri termini di paragone sui quali misurarsi.Si, perché a tutti noi piace pensare di far parte della tribù creativa.

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Più difficile e scomodo è fare un onesto sforzo di autovalutazione, acquisire la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Riflessioni utili, si spera, per poi passare ai fatti: da Playground, il momento di incontro fra aziende e team creativi, ci aspettiamo una simulazione di quanto sarebbe altamente auspicabile, nel rapporto fra azienda e giovani. I formalismi, le contrattualizzazioni con cui l’azienda acquisisce idee ed energia per una volta non rilevano. “Questo è il brief: fammi vedere cosa sai fare e – se davvero sei così bravo – stupiscimi. Saprò ricompensarti, non solo monetizzarti.” E ci sarà la sfida, quella con la esse maiuscola, almeno per chi scrive. I famigerati “nativi digitali”, l’oggetto del desiderio di chi ha merce giovanilistica da piazzare potranno intuire che esiste un altro modo di essere 2.0. Non solo gruppi demenziali e foto del proprio gatto su Facebook, né improbabili corse a diventare “sindacodi-casa-mia” su Foursquare. Ci sarà Il Camper delle filigrane, al Festival della Creatività. Il tentativo di porre le basi ad una cittadinanza attiva e “dal basso”. La rappresentazione delle possibili vie per fare comunità con responsabilità. Perché, creativi o meno, giovani o matusa, metropolitani o provinciali, siamo tutti qui e adesso, in una “res publica”.


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