Il Provinciale e il Rosone OGGI - 2/2022

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CoEduca edizione 2022

La conoscenza attraverso l’educazione e la fatica di cercare la pace

Soltanto

qualche settimana fa è andato in scena il settimo appuntamento con l’ormai consolidata e attesa “tre g i o r n i ” d i C o E d u c a , t r a d i z i o n a l e e significativa occasione di approfondimento sui temi della pedagogia declinata ad ampio spettro di conoscenze e approfondimenti

Con lungimiranza e tempestività, gli organizzatori della manifestazione (Edizioni del Rosone con il contributo della Fondazione Monti Uniti di Foggia) hanno posto al centro della discussione dell’edizione 2022 il tema della pace Un tema attuale e un’esigenza impellente nello stesso tempo, considerato il perdurare della guerra tra Russia e Ucraina e le decine di focolai disseminati in ogni angolo del pianeta che pure esistono, nonostante siano relegati alla periferia della nostra conoscenza se non, addirittura, nel colpevole limbo del silenzio e dell’indifferenza

“La fatica di fare la pace”, recitava il filo conduttore di CoEduca E di fatica si tratta, visto che su questo versante non sono in molti interessati a ricercarla, per convenienze le più svariate ma certamente poco nobili

E dunque, esiste anche una pedagogia della pace che vuol dire prima di tutto insegnare che cos’è la pace e come perseguirla visto che non si tratta di una condizione che si possa raggiungere per decreto o per legge; soprattutto, non è una condizione stabile e definitiva, una volta che sia stata conquistata: pretende attenzioni continue nel tempo, in un divenire senza soluzione che richiede disponibilità e convinzione Disponibilità e convinzione che, dopo dieci mesi di distruzioni, morti, esodi forzati di milioni di persone, non sembrano ancora emergere e proporsi con forza La guerra tra Russia e Ucraina appare ben lontana dal trovare uno spiraglio di trattativa Le clausole poste dalle due parti in gioco sembrano talmente illusorie da chiedersi se la pace sia un sentimento davvero presente negli animi dei protagonisti

Suscitano tenerezza le immagini di Papa Francesco, sempre più condizionato dall’avanzare dell’età e in non perfetto stato di salute, che pure manifesta apprezzabile dinamismo e volontà tenace di dare un contributo fattivo alla fine delle ostilità Più volte ha fatto appello ai governanti dei due Paesi belligeranti perché la cultura della vita prevalga su quella della morte e della distruzione, altrettante volte si è reso disponibile a porsi come mediatore per la ricerca di un accordo risolutivo

Intervenendo all’Incontro di preghiera per la pace con i leader cristiani e delle religioni mondiali svoltosi a Roma, Francesco ha avuto modo di affermare: «Quest’anno la nostra preghiera è diventata un “grido”, perché oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata: e questo in Europa, cioè nel continente che nel secolo scorso ha vissuto le tragedie delle due guerre mondiali» Quella della pace – ha affermato ancora Francesco – è un’invocazione che «sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti E questo grido silenzioso sale al Cielo Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e merita ascolto»

Dunque, il periodo del Natale che ci apprestiamo a vivere impone un proposito forte: che ciascuno di noi si adoperi, per il ruolo che riveste nella società e per la propria coscienza, affinché la volontà di pervenire alla pace non rimanga una sterile enunciazione teorica, ma trovi concretezza e realizzazione nelle azioni e nei fatti

È l’auspicio e l’augurio che facciamo a noi stessi e, dal nostro “piccolo”, a tutto il mondo di buona volontà

Novembre 2022 ci ha regalato tre giorni, dal 9 all’11, dedicati all’educazione, mettendo, ancora una volta, al centro la persona come soggetto di relazione, collegando l’individuo alla comunità, puntando ad educare grandi e piccoli ad un nuovo modo di stare insieme, offrendoci, dunque, l’opportunità di comprendere che collaborazione, solidarietà, transculturalità e dialogo sono alla base della costruzione di una società più giusta, che una pedagogia di comunità può aprire nuovi orizzonti per l’umanità e le nuove generazioni

La VII edizione, però, con le sue tre giornate d’incontri e riflessioni sul quotidiano educativo a Foggia, è fortunatamente ritornata a incontri in presenza, che, naturalmente, hanno permesso alle Edizioni del Rosone di raccogliere, intorno alla collana Pedagogie Attive, ai suoi referenti scientifici e ai suoi autori, la città, la scuola tutta, i bambini, i ragazzi, i docenti, gli educatori, i dirigenti scolastici, l’Università, la Biblioteca Magna Capitana e i protagonisti socioculturali, all’insegna di un progetto di coeducazione, di costruzione dell’alleanza educativa tra dimensione pedagogica-scolastica, dimensione editoriale-culturale e dimensione scientifica, per sostenere una rete di soggetti attivi e realizzare una autentica agorà pedagogica

Il programma, stabilito dal comitato scientifico guidato dai docenti universitari Fabio Bocci (Università di RomaTre) e Dimitris Argiroupolos (Università di Parma), come di consueto ispirato da Alain Goussot, pedagogista impegnato a 360°, mira a sostenere una pedagogia inclusiva, a una riorganizzazione dei servizi educativi – in primis la scuola – con l’obiettivo di trasformare i contesti di

apprendimento in luoghi attrezzati per evitare qualsiasi tipo di esclusione e per trasformare le differenze in risorse per l’educazione

Di qui, i momenti del programma dedicati alla fatica di fare pace come obiettivo primario, visto il contesto in cui questo nostro tempo sta vivendo, alla Metodologia Pedagogia dei genitori e al patto educativo scuola-famiglia, al ruolo pedagogico della Musicoterapia, alla disabilità e all’impegno, nello specifico dell’AS SO RI di Foggia, alla creatività tra immaginazione e realtà, all’importanza di realizzare uno stile di vita che aiuti a toccare con mano “la felicità”, vivendola come occasione esperienziale e di crescita, concetto quest’ultimo, che ci porta a considerare l’importanza della scienza del sé, quindi del non auto svalutarsi, del non ritenersi sempre perdente, del pensare con ottimismo, dell’educarsi non solo a sognare ma anche ad avere la forza e la determinazione per inseguire la propria visione e condividere quella altrui

Con questi convincimenti, ci stiamo preparando al CoEduca 2023, consapevoli che Foggia possa non solo essere uno splendido salotto culturale, ma possa incarnare l’idea di “luogo del sapere e dell’educazione”

2 2022 ANNO XXXIII
copia € 2,00 Sped in abb post 50%
FONDATO DA FRANCO MARASCA
Una
Non accadeva da decenni Un Natale di guerra illuminato dall’accorato appello di Papa Francesco

Concedetemi questo gioco di parole per introdurvi ad una riflessione Cercavo su Internet notizie tecniche sulla DaD Quasi tutti oggi sanno cosa vuol dire questo acronimo, ma lo ricordo a me stesso e a quei pochi distratti: didattica a distanza Quando, fra le decine di risposte che mi ha sventagliato in tempo reale Google, tutte interessanti e attuali, ve ne è stata una che mi ha incuriosito Il famoso motore di ricerca planetario mi ha ricordato che “dad” nella lingua inglese vuol dire papà Ma facciamo un passo indietro

Con l’avvento della terribile pandemia provocata dal Covid19, che si è propagata velocemente e subdolamente fra gli esseri umani, tra i primi rimedi pensati ed attuati per limitare la circolazione del virus vi è stato quello del lookdown Come a dire che, siccome il virus cammina con le nostre gambe, è bene che le persone se ne stiano quanto più possibile a casa in attesa di una cura efficace In un attimo abbiamo dovuto dire addio alla socialità ovvero alla possibilità di vederci e parlarci

liberamente faccia a faccia, abbracciarci, salutarci, baciarci Mascherine di vari tipi, guanti e gel disinfettante hanno alzato un muro ai piedi del quale i nostri rapporti sociali sono stati immolati nel tentativo di rallentare questo flagello Aziende, uffici, bar, ristoranti, cinema, teatri, musei e tanto altro si sono fermati con grande sacrificio da parte di tutti

E la scuola?

La scuola, si è detto: non deve fermarsi! Non ci si può permettere di lasciare allo sbando, durante i mesi scolastici funestati dal Covid19, centinaia di migliaia di alunni di ogni ordine e grado

Dunque si è arrivati alla DaD

135 anni di Gazzetta del Mezzogiorno

Consuntivo e prospettive in un convegno svoltosi a Foggia

La Gazzetta del Mezzogiorno, storico quotidiano che ha accompagnato e promosso la crescita della Puglia e della Basilicata, ha festeggiato lo scorso 16 dicembre i 135 anni di presenza sul territorio pugliese e lucano

In questo stesso giorno, presso la Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia si è svolto un incontro animato da numerosi e illustri partecipanti: il direttore del quotidiano, Oscar Iarussi; il responsabile della redazione di Capitanata, Filippo Santigliano; Raffaele Piemontese, vice presidente della Regione Puglia; Pierpaolo Limone, rettore dell’Università di Foggia; Gabriella Berardi, direttrice della struttura bibliotecaria; Vladimir Luxuria, artista, scrittrice, attrice

L’incontro era inserito in una serie di manifestazioni comprese sotto il titolo “Parola Mia, incontri e mostre per i 135 anni de La Gazzetta del Mezzogiorno” Nella circostanza è stata anche inaugurata una mostra presso i locali della stessa Biblioteca che rimarrà aperta fino al prossimo 10 gennaio 2023 (nella foto)

Lo storico quotidiano propone ormai da diversi anni un inserto interamente dedicato alla provincia di Foggia che segue in maniera capillare e puntuale gli avvenimenti che caratterizzano la vita della comunità daunia, facendosi promotore e testimone insieme delle iniziative tese a incoraggiare e orientare la crescita e lo sviluppo del territorio

Responsabile della redazione, dal

2014, è Filippo Santigliano, giornalista dalla penna elegante, capace di analisi e approfondimenti socio-politici puntuali, competenti e costruttivi che gli derivano da molteplici esperienze in settore diversi dell’informazione e della comunicazione: già segretario provinciale di Foggia di Assostampa di Puglia; componente della giunta e del consiglio generale della Federazione nazionale della stampa, sede regionale della Puglia; componente del Collegio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti di Puglia su nomina del presidente del Tribunale di Bari; dal 1995 al 1999, vicepresidente del Corerat (Comitato regionale radiotelevisivo della Puglia) presso il Consiglio regionale della Puglia

È stato anche docente di comunicazione al Corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Foggia; dal 2009 al 2013 componente del Comitato di indirizzo della Fondazione Banca del Monte di Foggia; dal 2013 al 2017 vicepresidente della Fondazione Banca del Monte di Foggia poi diventata Fondazione dei Monti Uniti di Foggia Nel 2020 ha ricevuto la Stella

Tra esperienze e problematiche non tutte risolte, insegnanti, genitori e studenti hanno riflettuto e si sono confrontati sulla efficacia di tale forma di didattica, mentre l’emergenza ci imponeva comportamenti severi verso noi stessi e gli altri Proprio come il papà (dad!) coscienzioso farebbe quando in casa c’è un problema serio Ed è allora che i figli spesso sbuffano, protestano, rifiutano l’autorità genitoriale (o superiore nel caso appunto della scuola), spinti dal desiderio di una legittima o velleitaria, dipende dai punti di vista, ricerca di autodeterminazione, ovvero della libertà di decidere e di sentirsi gratificati per le scelte compiute

Il Coronavirus ha inflitto sofferenza e molto spesso ha ucciso Le strazianti testimonianze dei medici, degli infermieri, dei guariti e le tantissime vittime hanno imposto comportamenti che non collimavano con il libero arbitrio, con il desiderio di spostarsi e di socializzare come e quando si vuole In breve con la libertà! Ma l’idea di morire a causa di un comportamento superficiale o di un gesto irresponsabile, che mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri, non è tollerabile

E la scuola, intesa anche come spazio aggregante, si è trovata in mezzo fra mobilità sociale e sicurezza sanitaria ancora troppo problematiche e ne ha subito le conseguenze Purtroppo abbiamo vissuto mesi

al merito del lavoro dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (unico giornalista tra gli 80 riconoscimenti nazionali assegnati in quell’anno) Laureato in Lettere e Filosofia (indirizzo storico sociale) all’Università degli studi di Bari

davvero difficili in cui, soprattutto i ragazzi, hanno dovuto stringere i denti, farsi resilienti alla privazione dei loro legittimi desideri di socialità, alla rinuncia di modi e spazi di divertimento e di studio come in passato, dunque alla libertà di vivere la loro adolescenza ansiosa, insicura, emozionante, ma sicuramente irripetibile, come meglio credono

Mai un prezzo così alto è stato chiesto ai giovani se non quando ci si è confrontati con situazioni di guerra Ma a ben guardare i numeri, questa pandemia cos’è?

Invitiamo, dunque, i ragazzi a chiedere ai nonni o a zii anziani qualche ricordo su come si viveva (o sopravviveva) a Foggia durante i bombardamenti del ’43 C’era il coprifuoco, come il lookdown imposto dal Covid Era folle allora tentare di uscire per strada e a volte non bastavano nemmeno i rifugi antiaerei per salvarsi E ancora, per guardare all’oggi, cosa ci dice quello che sta succedendo ai ragazzi ucraini?

Dunque, abbiamo tollerato la controversa DaD come il modo meno rischioso per poter affrontare il percorso scolastico

Ma, per favore, non etichettiamo i ragazzi come generazione dad C’è molto altro nel loro futuro che li attende Lorenzo Pedone Presidente O d V L’amico Enrico

Con Santigliano abbiamo realizzato un’intervista sul ruolo svolto negli anni dal giornale, sulle potenzialità inespresse del territorio e sulle aspettative realizzate, sulle possibilità future Proponiamo l’intervista nella pagina che segue d.p.

Fondazione dei Monti Uniti di Foggia

Al professor Federico Pirro

edizione del Premio Menichella

Siè svolta lo scorso 13 dicembre, nella Sala Rosa del Vento, la cerimonia di conferimento dell’ottava edizione del “Premio Donato Menichella”, onorificenza istituita dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, in collaborazione con la Banca d’Italia e promossa nell’ambito delle “Giornate Economiche del Mezzogiorno”, quale riconoscimento a quei professionisti e a quelle istituzioni che con la propria opera hanno contribuito allo sviluppo culturale, sociale ed economico del Meridione italiano

Per l’anno 2022 il Premio Menichella è stato assegnato al professor Federico Pirro, docente di Storia dell’Industria nell’Università di Bari che ha insegnato anche Economia del territorio e Giornalismo economico nell’ateneo di Lecce Dal 1977 al 1995 è stato amministratore anche con cariche di Presidente e Vice Presidente di imprese pubbliche e private e dal 1995 al 2000 e dal 2007 al 2016 consulente di Presidenza della Regione Puglia sulle problematiche dello sviluppo Dal settembre del 2015 al giugno del

2018 è stato componente ‘esperto’ della Nuova Struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Dal 2012 al 2016 è stato consigliere della Svimez, e dal 2015 siede nel Comitato scientifico della SRM - Gruppo IntesaSanPaolo Oggi collabora con quotidiani, settimanali, riviste specializzate e con la Rai e Telenorba È presidente onorario e coordinatore scientifico del CESDIM - Centro Studi e Documentazione sull’industria nel Mezzogiorno, da lui promosso presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Al professor Federico Pirro è stato conferito il “Premio Donato Menichella” 2022 per il continuo impegno dedicato agli studi della storia dell’industrializzazione nell’Italia meridionale dal secondo dopoguerra ad oggi, e per gli studi sulle dinamiche attuali dell’industria nelle otto regioni del Mezzogiorno, con particolare riferimento alla Puglia ed alla Capitanata, che hanno permesso di delineare le reali dimensioni dei processi di crescita degli apparati industriali locali

Anno XXXIII - n 2 Dicembre 2022 Provinciale 2 Giornale di opinione della provincia di Foggia il AttuAlità & Commenti
A proposito di Covid, ragazzi e dintorni
I giovani e il loro futuro: non definiamoli “generazione DaD”
l’ottava

Intervista a Filippo Santigliano, responsabile della redazione di Capitanata

135 anni de la Gazzetta del mezzogiorno al servizio della Puglia e anche della Capitanata Come si è evoluto il giornale in tutto questo tempo per poter essere sempre più vicino alle esigenze delle popolazioni?

L’importanza della “Gazzetta” ed il suo insostituibile valore per l’informazione regionale e locale l’abbiamo scoperto durante i mesi della chiusura forzata del quotidiano per via del fallimento e delle procedure di aggiudicazione della testata, assegnata ai nuovi editori per oltre tre milioni di euro Una cifra che dimostra tutto il peso della “Gazzetta” Importanti quotidiani nazionali sono stati ceduti al fallimento in cambio di un euro Questa premessa per sostenere che la “Gazzetta” non è soltanto un giornale di informazione, una vetrina per i territori, un ricettario delle potenzialità, ma anche un attore fondamentale per lo sviluppo economico, sociale, culturale Ed in questi 135 anni, sia pur tra alti e bassi perché non mancano mai nella vita di un quotidiano, la “Gazzetta” ha saputo comunque intercettare ed interpretare l’ansia di progresso della Puglia e della Basilicata ponendosi anche come scuola di un meridionalismo attivo e non accattone Al riguardo credo che la stessa cosa, nella declinazione provinciale, sia accaduto per le pagine di Foggia prima e per l’inserto della “Gazzetta di Capitanata” dopo Fare informazione dunque ma stimolare anche il dibattito sullo stato di salute del territorio senza cedere alla retorica ma guardando la realtà dei fatti

Tra i compiti più rilevanti di un giornale c’è quello di portare all’attenzione generale i problemi del territorio e di sollecitarne la risoluzione. Ma il giornale è anche uno spazio di dibattito e di democrazia al servizio della gente e delle istituzioni. In che maniera la Gazzetta si è fatta carico di questo ruolo nel corso degli anni?

Come dicevo prima la “Gazzetta” si è sempre posta come giornale interlocutore delle classe dirigenti, a tutti i livelli non solo a quella politica, per favorire il confronto ed aprire dibattiti costruttivi Il fatto di essere stato, soprattutto negli ultimi 40 anni, un giornale sia pur con sue idee ma essenzialmente liberale e pluralista credo che abbia facilitato questo compito Ripeto, nei mesi di chiusura forzata anche i più acerrimi nemici o avversari della “Gazzetta” hanno accusato la sua assenza dalle edicole proprio perché il giornale fa parte del corredo quotidiano di chi opera nei vari campi, dal lavoro all’istruzione, dalla ricerca alla politica

Una vita professionale molto intensa, la tua, arricchita da esperienze diverse nel campo dell’informazione, fino a raggiungere la massima responsabilità all’interno della redazione foggiana della Gazzetta. Da questo osservatorio privilegiato, come hai visto cambiare la Capitanata.

Ho iniziato nella radio e televisioni libere più che private di Foggia e a quel periodo devo molto della mia vocazione anche se la passione per il giornalismo è nata alle scuole elementari grazie al compianto maestro Andrea Casalucci e a quando dirigevo l’Undicesimo, il giornalino scolastico dell’XI circolo didattico di Foggia Negli anni della tv ho iniziato a collaborare anche con i quotidiani La mia tessera di iscrizione all’Ordine dei giornalisti ha compiuto 40 anni il 23 novembre del 2022 Dalle cronachette sportive a quella di bianca e nera, poi il passaggio alla politica. Ho seguito ovviamente l’evoluzione in meglio ma anche in peggio di una provincia che ad un certo punto ha perso di vista la visione d’insieme Credo che il passaggio dalla prima alla seconda repubblica - al netto delle responsabilità personali e sociali dei vari protagonisti - sia stato traumatico per Foggia e l’intera Capitanata, perché ci si è ritrovati all’improvviso senza una classe dirigente, ad eccezione di qualche caso, e a distanza di anni il vuoto della rappresentanza continua a mio avviso ad essere uno dei problemi più seri da affrontare

Molti avvenimenti hanno “segnato”, positivamente o negativamente, la Capitanata da quando sei arrivato alla Gazzetta Penso, per esempio, all’istituzione dell’Università o, ancora, all’impervio percorso per il ripristino dell’aeroporto “Gino Lisa” e al declino della Fiera dell’agricoltura Qual è stato il ruolo del giornale rispetto a questi eventi?

Posso affermare con serenità che ho contribuito effettivamente a far nascere l’Università di Foggia, ovviamente per quello che era il mio compito: denunciare, osservare, proporre È stato un miracolo perché l’Università aveva molti nemici in casa, a Foggia e in provincia, anche rappresentanti parlamentari Il suo arrivo avrebbe ridicolizzato molti parvenu che si sentivano depositari della cultura e dell’arte E così è stato Certo, c’è da fare ancora tanto cammino, ma resto dell’avviso che l’istituzione dell’Università a Foggia sia il più importante investi-

mento pubblico mai realizzato nel capoluogo e che nel lungo periodo contribuirà alla sprovincializzazione e ad una maggiore crescita sociale e culturale Anche l’aeroporto è stato un continuo work in progress Oggi le cose sono per fortuna cambiate, ma anche su quel fronte non è stato facile Mi fa piacere aver ascoltato che il Gino Lisa è uno scalo non solo per Foggia, la Capitanata e la Puglia nord ma anche per le province limitrofe, da Campobasso a Potenza, dall’Irpinia al Sannio L’avevo scritto più volte sulla “Gazzetta” a fine anni Ottanta, oggi lo dicono i vertici di Regione e Aeroporti di Puglia Alla fine insomma ci si arriva L’importante, quando si scrive anche per il proprio territorio, è avere elementi tecnici e rinunciare a quelli di natura campanilistica La Fiera di Foggia è un dolore La sua crisi non è dettata soltanto dalla crisi dei sistemi fieristici italiani ed internazionali, ma anche dal menefreghismo delle classi dirigenti e non solo politiche Avete mai sentito qualche organizzazione agricola prendere posizione sullo stato della Fiera? Non mi pare Così Foggia non ha rinunciato a mettere in vetrina i prodotti, quelli giustamente vanno pubblicizzati nelle grandi rassegne internazionali, ma ha perso il suo ruolo di protagonista nel dibattito pubblico quando bisognava affrontare i problemi dell’agricoltura e della zootecnia Fino alla fine degli anni Ottanta a Foggia c’era anche lo stand della Fiera di Verona L’Enolsud di Foggia - il Salone del vino - è nato molti anni prima del Vinitaly Per dire che peso aveva Foggia e come questo ruolo è stato ridimensionato se non distrutto Ma non diamo la colpa agli altri per favore

La Gazzetta ha ripreso le sue pubblicazioni soltanto da qualche mese, dopo una fase di incertezze societarie. È ritornata in edicola in un periodo di crisi dei giornali Pensi che ci sia ancora un futuro per la carta stampata? E a quali condizioni?

La crisi dei giornali è sotto gli occhi di tutti Non perché non siano fatti bene C’è uno sforzo di carattere generale, dai grandi quotidiani nazionali a quelli regionali e locali e credo in tutta onestà che pubblicare oggi un quotidiano, con la concorrenza del web che brucia le notizie, sia davvero un miracolo Tuttavia, anche se con formule ibride, ovvero con un investimento importante nel digitale, la carta stampata potrà comunque ritagliarsi un suo ruolo: per la capacità di analisi, per gli approfondimenti, perché è il giornale stampato che ti dà conferma delle notizie che ti interessano e perché, proprio perché riscuote una fiducia più larga, i lettori cercano nel giornale la veridicità delle notizie lette sui siti web In questo senso anche la “Gazzetta” potrà continuare a fare la sua parte

Per concludere, Filippo, che cosa auspichi che la Gazzetta faccia ancora per favorire un’ulteriore crescita e un’affermazione decisiva della provincia di Foggia e del suo capoluogo?

Il mio auspicio è quello che ho scritto nell’editoriale che il direttore Iarussi mi ha chiesto per le sfide del 2023 Ovvero di un capoluogo e di una provincia che siano in grado di ripartire, capaci di guardare al futuro con rinnovata fiducia A mio avviso uno dei primi obiettivi del 2023 è quello di liberarsi del “rapporto coloniale” con cui viene trattata Foggia, diventata da alcuni anni stazione di transito per le “carriere” di funzionari dello Stato che fanno passare il proprio compito come un favore invece che come un servizio, con il corollario di giudizi sospesi tra il disprezzo e la commiserazione che mortificano la comunità Ma non possiamo limitarci a questo auspicio Una delle cose da fare con urgenza, ad esempio, è superare quello sguardo ombelicale che si ha sulle cose del mondo e tuffarsi in una nuova avventura mentale abbandonando l’ossessione di essere valutati La città deve puntare alla vivibilità e non alla visibilità che tormenta piccoli e grandi centri tra brand, slogan ed eventi credendo che siano sufficienti a conquistare benessere economico sociale mentre sono soltanto la spia di una malattia che non si vuol vedere e, del resto, non c’è una sola città della Puglia che abbia varcato la soglia della sufficienza quanto a qualità della vita secondo i vari rapporti pubblicati dal Sole 24 ore e da altri istituti di ricerca negli ultimi 30 anni Ma per centrare questo obiettivo è necessario ritrovare anche uno sguardo più affettuoso, destituito da qualsiasi alone mitico per coltivare le relazioni, la comunità Le premesse ci sono Ciascuno di conseguenza è chiamato a fare la propria parte, modesta ma cruciale, per cogliere il destino che bussa alla porta privilegiando il percorso rispetto al raggiungimento della meta e capire che la città non è ancora arrivata perché si è fermata, si è sentita clandestina (anche nella Puglia), fuori orario o fuori dal tempo Ma c’è il tempo per recuperare Ed è questa la vera sfida del 2023 ad iniziare dalle elezioni per il sindaco di una grande città del Sud

Paiano

Provinciale 3 Anno XXXIII - n 2 Dicembre 2022 Giornale di opinione della provincia di Foggia il AttuAlità & Commenti
La Gazzetta del Mezzogiorno ha compiuto 135 anni di vita protagonista ineludibile per lo sviluppo economico, sociale, culturale del territorio
Filippo Santigliano (a destra) con il direttore Iarussi e Vladimir Luxuria

Il Rosone

Straordinario “Dante in Puglia”, serie TV che fa rivivere la Divina Commedia in tutta la regione

“Dante in Puglia” è una serie audiovisiva di tre puntate creata ad hoc per la Regione Puglia e per il sistema dei Poli Biblio-Museali allo scopo di celebrare Dante Alighieri, nell’anno dantesco, e Nicola Zingarelli, in occasione del centenario della pubblicazione del primo vocabolario, e promuovere il territorio pugliese.

Un format di grande impatto che narra in chiave “emozionale” gli ingredienti base di uno dei classici più importanti mai scritti nella storia della letteratura e rivisitati in chiave creativa che vedono il territorio roccioso del Gargano trasformarsi per metafora nel cocente regno dei peccatori dell’Inferno, la terra di Bari, Brindisi, Bat e Taranto diventare il cammino della redenzione del Purgatorio e il Salento teatro dell’esplorazione dei cerchi celesti del Paradiso.

Una trilogia ispirata dalle edizioni a stampa della Divina Commedia conservate nella biblioteca personale di Nicola Zingarelli (oltre 3000 edizioni della collezione dantesca conservate nel Fondo Zingarelli della Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia) e presentate attraverso delle metafore magiche, con tecniche artistiche visive proprie dell’illusionismo per sperimentare una nuova interpretazione dell’opera Dantesca, agli ospiti delle tre puntate.

Sono numerosi e prestigiosi gli ospiti del mondo dello spettacolo e della scienza che hanno partecipato al progetto: Alexis Arts, Manila Nazzaro, Gianmarco Saurino, Mogol, Caparezza, Stefano Bucci, Luciano Canfora, Maria Felicita De Laurentis, Fabrizio Gifuni, Giancarlo Giannini, Albano Carrisi, Uccio De Santis, Luca Sardella, Francesco Tateo, Valentina Fossati, Sergio Rubini, Vladimir Luxuria, Barbara Matera, Giovanni Muciaccia, Luca Gaudiano, Paola Catapano, Massimo Bray e Mike Massimino.

Un importante progetto di promozione del territorio che, grazie alla sinergia con l’ufficio scolastico regionale, ha già in programma un’anteprima destinata agli studenti pugliesi. Dante in Puglia è promosso dalla Regione Puglia a supporto del sistema dei Poli Biblio-Museali e del Fondo Zingarelli sito nella Biblioteca ‘La Magna Capitana’ di Foggia con il supporto di Teatro Pubblico Pugliese, Sistema dei Poli biblio-museali di Puglia, Apulia Film Commission, Comune di Cerignola, Puglia Promozione e Ufficio scolastico regionale di Puglia.

È un progetto realizzato da un’idea di Alexis Arts e l’Academy of Magic & Science di Cambridge con la Warning film in collaborazione e con il patrocinio dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Università degli Studi di Foggia, Università del Salento, LUM, Politecnico di Bari e Università Federico II di Napoli e da comitato organizzatore “700 Dante Firenze”.

«Senza formalità devo esprimere il mio ringraziamento di cuore a Danilo Audiello – ha dichiarato Aldo Patruno, direttore dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio Regione Puglia – per aver messo insieme la scienza, la letteratura più alta e poi un grandissimo di Puglia, Nicola Zingarelli, senza il cui vocabolario nessuno di noi forse ricoprirebbe il ruolo che ha».

«Dante in Puglia è un progetto importante che mette assieme tradizione, innovazione, patrimonio e sapienza – ha sottolineato Maddalena Tulanti, consigliera di amministrazione del Teatro Pubblico Pugliese –. Un viaggio attraverso la Puglia che celebra Dante e Nicola Zingarelli con un approccio nuovo

Dante in un ritratto di Botticelli

e con tanti ospiti di rilievo e sono sicura diventerà uno straordinario veicolo per raggiungere i giovani. E proprio ai giovani è dedicata questa anteprima che parte da Foggia dove la biblioteca la Magna Capitana conserva l’inestimabile Fondo Nicola Zingarelli».

«Sono orgoglioso di aver proposto un format divulgativo innovativo che ha come protagonista la Puglia, che ben si presta alle affascinanti suggestioni dantesche – ha dichiarato Danilo Audiello aka Alexis Arts, ideatore del progetto –. “Dante in Puglia” è uno scrigno che contiene una serie di gemme uniche: storie, notizie e informazioni che si incastrano alla perfezione e generano nello spettatore il desiderio di approfondire e al tempo stesso di lasciarsi stupire. Abbiamo potuto sperimentare una forma di comunicazione nuova per la regione Puglia, creando delle allegorie nell’allegoria dantesca all’insegna del Creative Learning e dell’edutainment. Sono convinto che il Sommo Poeta avrebbe apprezzato questa celebrazione della sua opera. “Dante in Puglia” – ha continuato Audiello – è stato anche un itinerario coinvolgente e personalmente mi ha segnato profondamente a livello di pensiero creativo. Confrontarmi

con le illustri personalità ospitate, mi ha permesso di maturare un’idea di cui avevo iniziato a parlare con Stephen Hawking e che annuncerò a conclusione di questo viaggio».

“Dante in Puglia” comprende un trailer di un minuto e mezzo con Voice Over di Renzo Arbore, un prologo di circa 4 minuti che nel rispetto della tradizione dantesca introduce al progetto e tre episodi di circa un’ora l’uno con riferimento a ciascuna cantica: Inferno, Purgatorio, Paradiso.

Il progetto ideato da Danilo Audiello aka Alexis Arts è stato sviluppato in collaborazione con due vincitori di un premio Oscar: Gabriella Cristiani (per ‘L’ultimo imperatore’) e Gianni Quaranta (per ‘Camera Con Vista’).

L’Academy of Magic & Science, è un’organizzazione fondata da Alexis Arts e supportata ufficialmente dall’acceleratore della ‘Judge Business School’ dell’Università di Cambridge. Tra le sue mission principali ha quella del ‘Creative Learning’, nel caso specifico quello di diffondere contenuti educativi e culturali attraverso elementi ludici e creativi (edutainment).

Dante in Puglia – realizzato utilizzando la tecnica di ‘Creative Learning’, dell’imparare cioè attraverso lo stupore secondo uno schema sviluppato dall’Accademy of Magic & Science presso la ‘Judge Business School’ dell’Università di Cambridge – è stato presentato ai ragazzi il 7 dicembre nella Biblioteca “Magna Capitana” di Foggia con la partecipazione della direttrice Gabriella Berardi, di Sebastiano Valerio (preside del dipartimento di studi Umanistici di UniFg), Maria Aida Episcopo (dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Foggia) e Danilo Audiello aka Alexis Arts, ideatore del progetto. Inoltre: il 12 dicembre al Teatro Mercadante di Cerignola, il 20 dicembre al Museo Castromediano di Lecce e il 21 dicembre pèresso l’Auditorium del Museo Ribezzo di Brindisi.

Nel 2023 la trilogia sarà al centro di un grade progetto promozionale con proiezioni nelle sale cinematografiche pugliesi.

La riflessione di Papa Francesco

Il presepe ci aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale

Ilpresepe, che ci parla della nascita del Figlio di Dio fattosi uomo per essere vicino a ciascuno di noi. Nella sua genuina povertà, il presepe ci aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale, e a purificarci da tanti aspetti che inquinano il paesaggio natalizio. Semplice e familiare, il presepe richiama un Natale diverso da quello consumistico e commerciale: è un’altra cosa; ricorda quanto ci fa bene custodire dei momenti di silenzio e di preghiera nelle nostre giornate, spesso travolte dalla frenesia. Il silenzio favorisce la contemplazione del Bambino Gesù, aiuta a diventare intimi con Dio, con la semplicità fragile di un piccolo neonato, con la mitezza del suo essere adagiato, con il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono.

Radici e contemplazione: l’albero ci insegna le radici, il presepio ci invita alla contemplazione. Non dimenticare questi due atteggiamenti umani e cristiani. E se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, che non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. E per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, occorre farsi piccoli, lasciare ogni vanità, per arrivare dove Lui è. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, dire grazie a Gesù che desidera entrare nelle nostre case e nei nostri cuori. Sì, Dio ci ama così tanto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli, è al nostro fianco in ogni circostanza, nella gioia come nel dolore. Anche nei momenti più brutti, Lui è lì, perché Lui è l’Emmanuele, il Dio con noi, la luce che illumina le oscurità e la presenza tenera che ci accompagna nel cammino.

Cari fratelli e sorelle, vi rinnovo la gratitudine per i doni natalizi dell’albero e del presepe, e auguro a ciascuno di voi, ai vostri familiari e alle vostre comunità un santo Natale, affidandovi alla materna protezione di Maria, Madre di Dio e nostra. E vi chiedo, per favore, di pregare per me Grazie.

La scomparsa di Papa Benedetto XVI

Giusto in chiusura di questo numero del giornale apprendiamo della scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI, avvenuta alle ore 9,34 di sabato 31 dicembre 2022. Le sue condizioni di salute erano andate peggiorando nelle ultime settimane, tanto che Papa Francesco in più occasioni aveva invitato i fedeli a pregare per Joseph Ratzinger.

Nato a Marktl, in Baviera, il 16 aprile 1927, Joseph Aloisius Ratzinger è stato il 265° papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, eletto dal conclave il 19 aprile 2005. Per la storia, Ratzinger risulta essere stato il settimo pontefice tedesco.

Benedetto XVI, assecondando la sua indole e come conseguenza dei suoi studi teologici, è stato un illuminato testimone della tradizione ma si è segnalato, tra l’altro, anche per essere stato il primo pontefice a chiedere esplicitamente scusa alle vittime di abusi da parte di ecclesiastici, incontrandole più volte.

Di Papa Benedetto XVI ci rimane nel cuore la dolcezza del sorriso e dello sguardo, la mitezza del suo approcciarsi con il prossimo pur nella rigida coerenza con i suoi principi culturali e religiosi. Un grande pontefice, insomma, che in tanti subito dopo la morte, si sono affrettati ad acclamare “subito santo”.

Di seguito riportiamo il testamento spirituale di Benedetto XVI, reso noto il giorno stesso della scomparsa. Ci aiuta a comprendere meglio la personalità del pontefice e il temperamento dell’uomo Joseph Aolisius Ratzinger.

Il mio testamento spirituale

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene. Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce,

illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.

Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e

Al professor Saverio Russo il Premio Umanesimo della Pietra 2022

Èil

professor Saverio Russo, ordinario di Storia Moderna e di Storia del Mezzogiorno Moderno presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Foggia il vincitore del Premio Umanesimo della Pietra edizione 2022.

La cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 22 ottobre nella Sala Consiliare del Palazzo Ducale di Martina Franca. Al professor Saverio Russo è stato consegnato il Sigillo Umanesimo della Pietra, realizzato in bronzo dal grand’ufficiale Giuseppe Bellucci nella sua fonderia. Del vincitore ha parlato il professor Angelo Massafra, testimonial della manifestazione e vincitore della seconda edizione del Premio (1999).

Dal nutrito e prestigioso curriculum del professor Saverio Russo estrapoliamo alcuni passaggi significativi.

È nato a Margherita di Savoia il 17 febbraio 1954. Già allievo, borsista e ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, ha insegnato presso le Facoltà di Lettere e di Lingue dell’Università di Bari dal 1983 al 2001, trasferendosi successivamente presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Foggia. Professore ordinario di Storia moderna dal novembre 2004, insegna anche Storia del Mezzogiorno moderno. Componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Foggia dal 2007 al 2008, è stato direttore del Dipartimento di Scienze Umane dal 2008 al 2012 e di quello di Studi umanistici della stessa Università dal 2012 al 2014. È stato, inoltre, presidente della Fondazione Banca del Monte di Foggia dal 2013 al 2017. I suoi interessi scientifici attengono alla storia economica e sociale del Mezzogiorno in Età moderna, alla storia del paesaggio, all’ambiente e al territorio, alle politiche di tutela e di valorizzazione dei beni culturali. È stato membro del Direttivo Nazionale della Società per lo Studio dell’Età moderna e del Direttivo della Società di Storia Patria per la Puglia, per la quale ha anche diretto la sezione di Foggia. È stato per dieci anni e fino al 2019 ispettore onorario della Soprintendenza Archivistica per la Puglia. È stato promotore e progettista del Museo del Territorio della Provincia di Foggia. Ha collaborato alla redazione del Piano Territoriale di Coordinamento per la Capitanata, occupandosi del paesaggio e dei beni culturali, nonché al Piano Paesaggistico della Regione Puglia. Dal 2013 al 2016 ha diretto con Samuel Bourdin il progetto di ricerca dell’École Française de Rome, dal titolo La transhumance en Italie centrale de la Protohistoire à nos jours. È stato relatore in numerosi convegni scientifici in Italia e all’estero ed è risultato vincitore nel 2004 del Premio Capitanata per la ricerca storica e nel 2012 del Premio internazionale Montalcino per lo studio della civiltà contadina.

vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria. A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono. Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.

Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.

Benedictus PP XVI

Fondazione Monti Uniti di Foggia e Città Metropolitana di Bari Mostra di Alfredo Bortoluzzi, allievo di Kandinskij che amò la Puglia

inaugurata nella Pinacoteca metropolitana

“C. Giaquinto” a Bari la mostra “Alfredo Bortoluzzi dal Bauhaus alla Puglia. Opere su carta della Fondazione (1924-1995)”, promossa dalla Città metropolitana di Bari con la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia – che nel 2010 ha acquisito il patrimonio di 630 opere dell’artista – in occasione delle celebrazioni per “l’Anno della lingua tedesca in Italia”.

Bortoluzzi (Karlsruhe 1905 – Peschici 1995), nato in Germania e allievo di Kandinskij e Klee, negli anni ’50 scelse la Puglia, in particolare la città di Peschici, come buen retiro per gli ultimi quarant’anni della sua vita. La luce e i colori di Peschici, infatti, contribuirono ad alimentare una serie di corrispondenze interiori nell’artista, ispirato dalla forza della natura, dall’ospitalità della gente e dall’energia mediterranea del Gargano.

L’esposizione offre un’antologia di opere originali che ripercorrono la vicenda artistica di Bortoluzzi dagli anni della formazione alla scuola di Dessau, compresa la sua attività di ballerino e coreografo, fino agli anni Cinquanta, quando approda in Puglia e riprende l’attività pittorica portando a maturazione i suoi registri espressivi e il suo linguaggio poetico. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 28 gennaio.

il Rosone Cultura e informazione pugliese 3
Un grande pontefice, teologo illuminato che ha saputo coniugare tradizione e innovazione
Èstata

A Marta Salinaro il Premio Riccardo Massa 2022

Temporanei permanenti. Migranti e operatori dell’accoglienza: paradossi politici e traiettorie pedagogiche

Marta Salinaro con l’opera Temporanei permanenti. Migranti e operatori dell’accoglienza: paradossi politici e traiettorie pedagogiche, Edizioni del Rosone, Foggia, si è aggiudicato il Premio Riccardo Massa 2022, III edizione, per la sezione Monografie Junior. Il Premio si rivolge a ricercatori e a studiosi che operano nel campo delle scienze umane e dell’educazione ed è riservato a opere inedite, a monografie e a saggi in volume o articoli pubblicati su riviste scientifiche.

Il Premio è stato istituito allo scopo di promuovere e rilanciare la ricca eredità scientifica e culturale di uno dei protagonisti della pedagogia italiana del Novecento. Riccardo Massa si è interessato alle principali e controverse questioni legate all’identità del sapere pedagogico trovando risposte epistemologiche e operative di grande originalità. Si è inoltre adoperato per il riconoscimento di una dimensione trasversale di ordine pedagogico in diversi campi sociali ed operativi e per la valorizzazione del profilo professionale delle occupazioni educative. Ha infine saputo unire alla raffinatezza della riflessione culturale di intellettuale il vivo impegno sociale tramite la sua attività concreta di educatore, capo scout, ricercatore, pedagogista e docente.

L’opera di Marta Salinaro affronta un tema di stringente attualità qual è quella dell’immigrazione e dell’insieme delle problematiche ad essa connessa.

Emblematico il titolo, Temporanei permanenti, dove per Temporanei permanenti – scrive Alessandro Tolomelli nella Prefazione – si intendono «coloro che si trovano nella paradossale condizione di vivere un viaggio obbligato e, allo stesso tempo, impedito. Una migrazione che è una fuga e allo stesso tempo un respingimento. L’esperienza di una persona migrante nel nostro Paese, ad esempio, si sviluppa tra l’impossibilità di transitare verso la propria meta desiderata (spesso il nord Europa) e l’attesa sfinente che le procedure burocratico-giurisprudenziali giungano a una conclusione. Che poi sap-

piamo essere solo una conclusione formale perché poi, di nuovo, queste persone sono comunque costrette alla permanenza anche in stato di irregolarità. Da una parte, cioè, si impedisce alla persona di sviluppare un proprio progetto di vita alternativo a quello che è stato già negato nel Paese di origine, ma non gli si consente neppure di muoversi liberamente per dare forma alle proprie aspirazioni. Si costringono, quindi, i soggetti alla sospensione esistenziale imponendo una temporaneità del soggiorno che di fatto diventa permanente».

Il volume, attraverso uno studio multidisciplinare e un’indagine qualitativa condotta in un servizio SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) ora SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del territorio bolognese, affronta una riflessione pedagogica sulle dinamiche che caratterizzano le pratiche di accoglienza. In particolare, l’analisi si concentra sul ruolo e le competenze che definiscono il mandato e l’epistemologia – istituzionale, sociale e professionale – dell’operatore dell’accoglienza.

L’ombra delle parole di Laura Pavia

e “colpiscono” l’animo del lettore spesso duramente, scuotendolo e richiamandolo all’inesorabile realtà della quotidianità.

Nella dimensione spazio-temporale entro cui Laura Pavia si muove con encomiabile disinvoltura, la scopriamo a cimentarsi, di volta in volta, con la notte, il buio, le tenebre: che, si badi bene, non sono elementi esterni e materiali che cadenzano l’avvicendarsi dei giorni e delle stagioni, bensì stati d’animo che l’autrice ha ben interiorizzato fino a diventarne in qualche misura vittima dolente e involontaria: «Di nuovo la notte / ha taciuto attraverso la finestra / senza presenze, cercando / parole che non ho trovato». (Di nuovo la notte)

In particolare l’autrice si occupa delle implicazioni teoriche per una cornice interdisciplinare nello studio delle pratiche di accoglienza; dell’accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia; della definizione della figura dell’operatore dell’accoglienza nei servizi per migranti. Non sfugge a Marta Salinaro la complessità dell’attuale situazione dell’accoglienza e della gestione dei flussi migratori in Italia e in Europa, tanto da indurla ad affermare: «L’attuale scenario, in costante evoluzione e non privo di complessità e contraddizione, rende necessarie alcune considerazioni relative alla gestione dei flussi migratori e alle politiche di asilo, che conducono a una riflessione anche sul significato dell’accoglienza stessa e dei processi di inclusione nella società italiana. Seppure non esaustive per i continui e multiformi mutamenti a livello globale e per l’entità del fenomeno migratorio nel suo complesso, le argomentazioni che seguono risultano essenziali a comprendere lo sfondo culturale, sociale, politico che muove le azioni e dirige le scelte valoriali della comunità europea su questo fenomeno. Infatti, allargando il fuoco dal nostro oggetto di indagine, analizzando e problematizzando le direzioni prese a livello comunitario, è possibile rilevare i limiti e le importanti sfide per chi opera all’interno dei servizi destinati all’accoglienza e all’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati».

Marta Salinaro è assegnista di ricerca in Pedagogia sociale e interculturale presso l’Università di Bologna e professoressa a contratto per il Corso di Laurea in Educatore Sociale e Culturale nella stessa Università. Svolge le sue ricerche nell’ambito degli studi sulle migrazioni, sul sistema di accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati, sugli aspetti formativi e sul ruolo degli operatori e degli educatori impegnati in questo campo.

Marida Marasca

la mia stessa vita e ho cercato un segnale, una voce, un calore che mi fosse familiare, che potesse appartenermi. Fuori vedevo solo l’inverno che iniziava a gelare la terra. Ma è proprio nelle ombre che ho ritrovato la somma di ogni pensiero, dove il nulla ha avuto di nuovo misura e tutto ha ritrovato un senso. I miei versi raccontano dello smarrimento di un essere umano che cerca nella vita la sua storia. Siamo convinti di essere liberi di determinare la nostra esistenza e invece siamo sempre in fuga, dal nostro passato, dal nostro futuro, e perché no, da noi stessi e da quello che siamo».

Insomma è un errare smarriti per le contrade del mondo che ha un senso o, quanto meno, va alla ricerca di un senso, di un bandolo capace di riportare l’esistenza sui binari dell’appagamento e dell’acquietamento dell’anima.

Ilromanzo di una vita in versi. Potrebbe essere la definizione più adeguata per la recente silloge di Laura Pavia, poetessa di Sannicandro di Bari non nuova a confrontarsi con i versi. Ne L’ombra delle parole (NeP edizioni, Roma, dicembre 2022) ci regala con generosità emozioni e suggestioni che sembrano ben adattarsi alle vicende esistenziali della protagonista. Si tratta, per la verità, di emozioni e suggestioni per così dire universali che l’autrice ha avuto il merito di intimizzare adattandole al suo temperamento, allo stile di vita, alla storia personale.

Quello che emerge è un caleidoscopio di sensazioni che non lasciano indifferenti, anzi coinvolgono

Da un quadro così cupo, e per certi versi inquietante, discendono come conseguenza inevitabile le paure, i silenzi timorosi e guardinghi, il senso di sgomento e di solitudine che cattura e induce l’autrice a ritrarsi in se stessa: «Porto il peso della mia solitudine / dove i sogni s’addormentano e / il tempo quieta ogni parola. / Segretamente non ha misura, / travolge il mio silenzio, adombra / la notte e la fragilità brucia / lo strazio dei pensieri». (La mia solitudine)

Ne deriva, in definitiva, un quadro di fragilità emotiva che, tuttavia, non conduce e non induce alla rassegnazione ma sollecita uno sforzo di ribellione e stimola la voglia di riprendere in mano le redini della propria vita.

«Mi sono spesso ritrovata – scrive Laura Pavia nell’introduzione – sperduta per le strade di un mondo che a stento riconoscevo; mi sono sentita forestiera nel-

Così che quello che abbiamo definito un romanzo scritto per versi, alla fine sembra trovare l’epilogo auspicato in valori universali e irrinunciabili che sono legati alle atmosfere del paese, al ricordo della figura paterna, al desiderio di famiglia: «Il mio è un paese fatto / di uomini con le rughe / dove abitano i ricordi, / e la terra, gli ulivi / sempre di padre in padre. (… ) Stringimi come l’anima / della notte, come il silenzio / delle ombre che strappano / il rumore di ciò che è vano. / Abbracciami oltre la vita / già calma di morte, sii tu / l’ora che spezza l’abisso / di questa isola, qui, dove / la notte ancora non arriva». (Il mio paese)

Sono proprio questi valori che spazzano le nubi della tristezza e dell’angoscia, che aiutano a ritrovare la luce in fondo al tunnel, che cancellano la solitudine facendo rinascere il piacere della relazione, che riempiono i silenzi con il sussurrio ritemprante delle parole.

L’ombra delle parole di Laura Pavia è una silloge che coinvolge e cattura, non intimorisce, non disturba, anzi sollecita a scandagliare il profondo di noi stessi. E lo fa con una scrittura raffinata e leggera, con delicatezza e grande rispetto della sensibilità del lettore.

4 il Rosone Cultura e informazione pugliese
Una silloge poetica che incoraggia a scandagliare il profondo dell’anima

La riflessione

Occorre trasformare le coscienze per una pace diffusa e duratura

Di queste case / non è rimasto / che qualche / brandello di muro

Di tanti / che mi corrispondevano / non è rimasto / neppure tanto

Ma nel cuore / nessuna croce manca

È il mio cuore / il paese più straziato

Giuseppe Ungaretti ha firmato San

Martino del Carso il 27 agosto 1916, quando l’Italia era appena entrata in guerra, guerra che al giovane poeta, arruolatosi fante, era sembrata una possibilità di riscatto personale

A contatto con la trincea, però, con l’orrore dell’ottusa distruzione, avviene un cambiamento Quanto meno le cose non tornano Le parole di prima non bastano per Ungaretti, che vive in pieno la contraddizione tra massacro e vitalismo “Nella nera poesia ( ) c’è la presa di coscienza della condizione umana, della fraternità degli uomini nella sofferenza, dell’estrema precarietà della loro condizione C’è ( ) quell’esaltazione quasi selvaggia dello slancio vitale, dell’appetito di vivere, che è moltiplicato dalla prossimità e dalla quotidiana frequentazione della morte”

“Viviamo nella contraddizione” racconta lo stesso poeta

Che cosa direbbe Giuseppe Ungaretti, a distanza di oltre 100 anni, di fronte ad un mondo ancora pieno di tensioni e conflitti, di fronte a quello

che ci arriva dall’Ucraina, per fare un esempio? Si meraviglierebbe, senza ombra di dubbio, che gli uomini del nostro tempo non abbiano compreso ciò che lui voleva aiutarci a capire: la nullità della guerra, l’orrore di ogni guerra

Non capirebbe come, nei movimenti per la pace, e di opposizione in genere, tende oggi a prevalere la prassi sulla riflessione Non capirebbe come ancora nel secondo millennio, non siano arrivate voci come queste:

“Il prossimo compito della vita consiste nel sostituire la vita fondata sulla lotta e la violenza, con la vita fondata sull’amore ed il ragionamento” L Tolstoi, Diari, 29 11 1901

“Beati i miti, perché erediteranno la terra ” Mt - 5,4

Voci che ci invitano a considerare che il modo migliore per opporsi al male è operare il bene

Occorre un progetto positivo, con categorie sue proprie, che non siano soltanto un rovesciamento delle categorie del sistema dominante

L’unica via di salvezza è una diversa e doverosa concezione del mondo e dell’uomo, una trasformazione delle coscienze e, di conseguenza, della prassi privata e politica, nella consapevolezza che nessuna guerra è a dimensione umana

San Marco in Lamis: l’esaltante vicenda umana e professionale di Matteo Borazio

Lavicenda lavorativa di Matteo

Borazio è lo specchio di tante altre vicende simili che hanno caratterizzato la Comunità sammarchese del ’900

In genere il destino dei nostri ragazzi aveva una triplice direzione La prima era quella che prevedeva studi impegnativi fino a un diploma o a una laurea Attraverso questa via si formarono professionisti che in diversi campi hanno onorato la loro professione con competenza e dedizione

La seconda via era quella dell’artigianato, che consentì a tanti giovani di imparare in una bottega un mestiere da cui ricavare soddisfazioni sia economiche sia morali La terza via è stata quella dell’agricoltura, che offriva a chi aveva una famiglia, proprietaria di una masseria o di un bosco, di trovare lavoro in quel settore

Matteo Borazio ebbe un percorso un po’ diverso perché da giovane cominciò a lavorare in una tipografia rinomata in San Marco in Lamis, quella di Giovanni Caputo, che gli diede la possibilità di imparare il mestiere di stampatore quando ancora si stampava con i caratteri mobili

Fu un’esperienza lavorativa insolita ma molto stimolante perché maneggiare i caratteri mobili e fare la composizione per la stampa voleva dire far

funzionare bene la ragione e la fantasia

Una volta licenziato, avendo ormai assorbito la passione per il lavoro tipografico, subito dopo, e cioè nel 2005, apre una sua piccola azienda tipografica che entra in competizione con la vecchia tipografia Caputo che però aveva subito un significativo ridimensionamento

Il lavoro procede bene e si allarga sempre più la sfera della sua clientela, almeno su due fronti: uno è quello dell’Amministrazione Pubblica e privata che gli fa stampare una grande quantità di moduli; l’altro è rappresentato

dalla stampa di libri e cataloghi che onorano la cultura sammarchese

Basti pensare alla edizione del volume di Joseph Tusiani: “La Divina Commedia di Dante raccontata ai giovani”

Pertanto dalla prima “Boragrafiche” nasce il “Centro Editoriale San Marco” che diventa il fiore all’occhiello dell’editoria sammarchese.

Di qui prende avvio il progetto tuttora in fase di elaborazione di amplia-

re gli spazi e di dare vita ad un Centro polifunzionale, capace di soddisfare molteplici esigenze tipografiche

Ovviamente questo comporterà l’acquisizione di nuove forze lavoro, soprattutto giovani, il che significherebbe per San Marco un segnale molto importante di rinascita e di nuovo sviluppo in un campo che è decisivo per ampliare gli orizzonti culturali e sociali della Comunità

Raffaele Cera

Troia, “I Care” alla tredicesima edizione

Obiettivo puntato sulla guerra in Ucraina

Dopo due anni in cui la manifestazione si è svolta in diretta streaming, le/gli oltre cinquanta giovani volontarie e volontari che dal 2010 vogliono continuare a ricordare l’entusiasmo e la passione di Angelo e Mario, si sono ritrovati e riabbracciati più uniti che mai La distanza fisica colmata in questi anni recenti, promuovendo ad esempio iniziative a supporto delle persone anziane oppure delle famiglie bisognose aiutate dalla Caritas locale, così come ancor prima in sostegno di Amnesty International, Emergency, Medici Senza Frontiere, in questa occasione è diventata vicinanza e solidarietà alla comunità ucraina

Fin dalla prima emergenza umanitaria di inizio 2022, “I Care” con altre realtà si è mobilitata per supportare l’invio di beni di prima necessità verso le persone in difficoltà Così, nel segno dell’accoglienza e della pace, la manifestazione dello scorso 29 dicembre a Troia, è stata dedicata a sostenere le attività dell’Associazione “Santa Francesca Saverio Cabrini” di Foggia

La Giornata dell’impegno civile e sociale è vissuta su diversi momenti di socialità e aggregazione: presso il Palazzetto dello Sport di Via Lucera si sono svolti tornei sportivi di calcetto e pallavolo e nell’ex Convento San Domenico un torneo di ping-pong; in

serata, concertone spettacolo all’Auditorium Giannone con la partecipazione di numerosi gruppi musicali e artisti locali quali Nogi&Ghandi, Antonio Petito Band, Alessandra Laquintana Band, Dagri Band, Nonstopcarpenter, Leonardo Lecce, Portagalli, Il Palpito dell’Uno, Heart, Cadmio, Francesco Cicorella, Fabio Rossetti, Skantinato 58; hanno concluso Dj Set di Antonio Falcone e Dj Najon

Nel corso della giornata è stato possibile donare in beneficienza: il ricavato è stato destinato alla realtà presieduta dalla dott ssa Lyudmyla Koshovenko, protagonista di una storia personale che l’ha vista prima ospitata da una famiglia di Foggia, con cui vive dal 2004, facendosi poi promotrice di aiuti e assistenza verso le famiglie profughe dalla guerra

L’associazione

Montessori in Capitanata sulla scia del pensiero montessoriano, che vede nei bambini i cittadini di un mondo nuovo, divulga la Metodologia Pedagogia dei Genitori perché ne condivide la finalità I genitori possiedono strumenti comunicabili alla scuola, la pedagogia della crescita, della responsabilità, dell’identità, della fiducia e della speranza La scuola interpella i genitori per conoscere il carattere, le competenze, i punti di forza dei figli, partendo sempre da una visione positiva Di qui la valenza dei gruppi di narrazione, base del Patto Educativo scuola-famiglia Per educare un bambino ci vuole un villaggio: la relazione è “respiro dell’ambiente”, quando si accoglie, quando c’è ascolto globale e atteggiamento condiviso

Provinciale 5 Anno XXXIII - n 2 Dicembre 2022 Giornale di opinione della provincia di Foggia il AttuAlità & Commenti
A M I C
“Il valore della completezza nella diversità” Montessori e Metodologia Pedagogia dei Genitori

Pierpaolo Limone nuovo rettore dell’Università digitale “Pegaso”

Umanistici, e si esibirà in occasione di eventi ufficiali organizzati per la comunità accademica e la cittadinanza

Quando

mancavano ancora tre anni alla conclusione del suo mandato, il professor Pierpaolo Limone lascia la massima carica di UniFg per assumere l’incarico di Rettore dell’Università digitale “Pegaso” Il prossimo 9 gennaio subentrerà al professor Michele Corsi che continuerà a dare il suo contributo all’Ateneo come Preside della Facoltà di Scienze umanistiche.

In una lettera indirizzata ai collaboratori e agli studenti di UniFg il professor Limone così spiega le ragioni della sua scelta: «Cari colleghi e cari studenti, tra qualche settimana lascerò l’Università di Foggia Mi aspetta una nuova sfida alla guida di un Ateneo online Sento l’urgenza di poter studiare da vicino le prossime applicazioni dell’umanesimo computazionale, della realtà virtuale e dell’intelligenza artificiale e provare a costruire un centro di ricerca di rilievo globale sull’e-learning di nuova generazione Accanto però alla soddisfazione di accettare una sfida avvincente, provo molto rammarico nel lasciare l’Ateneo che ho guidato per tre anni Tutti insieme – continua Limone –abbiamo lavorato sodo per raggiungere risultati che ci hanno portato in vetta alle classifiche nei principali parametri nazionali: terza missione, didattica, ricerca Abbiamo ampliato l’offerta formativa, gli immatricolati sono in netto aumento e l’impiego di nuovi spazi porterà anche una ricaduta positiva in termini di riqualificazione urbana Abbiamo vinto molti progetti di ricerca e ampliato il ventaglio dei dottorati anche nella direzione di una più stretta sinergia con la specificità delle aziende del territorio»

Franco

Cuomo International Award

assegnato all’Università di Foggia

Ilrettore dell’Università di Foggia Pierpao-

lo Limone ha ritirato il “Franco Cuomo International Award”, importante riconoscimento assegnato all’Università di Foggia La cerimonia si è svolta a Palazzo Giustiniani, lo scorso 2 dicembre, con il patrocinio del Senato della Repubblica

Con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze della Puglia, che si sono contraddistinte nei vari campi del sapere dalla cultura all’arte, alla letteratura, all’economia, al sociale, questo premio intende ogni anno dare spazio a chi si impegna realmente per il territorio L’iniziativa è organizzata dall’Associazione “Per Il Meglio della Puglia”, di cui è presidente il sanseverese Piero Gambale e il Premio è intitolato a Franco Cuomo, scrittore, giornalista e drammaturgo scomparso nel 2007

L’Università di Foggia si è annoverata tra i premiati, con menzione speciale, pern “l’impegno profuso nella promozione della cultura della legalità” Il presidente dell’Associazione, chiamando sul palco il prof Limone, ha ricordato quanto l’Unifg si impegni da sempre e quanto negli ultimi anni stia facendo per creare una “legalità dialogica”, quanto quindi il suo sia un impegno concreto per agire in un territorio complesso

Istituito il coro per la promozione della musica e del teatro nell’Ateneo

di Foggia ha il proprio coro, formalmente ufficializzato insieme al CUT, il Centro Universitario Teatrale La grande dedizione della comunità accademica nei confronti delle arti performative ha dunque raggiunto il suo nuovo obiettivo: la promozione della musica e del teatro all’interno dell’Ateneo Punto, questo, che va ad arricchire una lunga serie di attività messe a disposizione degli studenti

A condurre questo importante e innovativo progetto è la docente di Microbiologia Agraria Clelia Altieri, che, per l’appunto, ne ha ottenuto il ruolo di neo Responsabile Organizzativa Da tempo appassionata di canto corale, la docente ha spiegato: «Le attività del Coro inizieranno a breve e saranno curate dall’incaricato Maestro Direttore del Coro dell’Università di Foggia, l’insegnante Valentina Delle Fave» Ma i nomi delle due professioniste non sono di certo alla prima collaborazione: entrambe lavorano assieme da molti anni all’interno della APS Arte Fa Re, in una formazione corale con band, che vanta un’intensa attività concertistica

L’Università ha predisposto un workshop, con l’obiettivo di incentivare gli studenti a partecipare al coro con attività propedeutiche Sono, infatti, aperte le adesioni da parte degli iscritti ai corsi di laurea Unifg (con conseguimento di 2 CFU), docenti e personale tecnico-amministrativo per poter accedere gratuitamente al workshop che si terrà mercoledì 11 gennaio 2023 dalle 19:00 alle 20:30 e sabato 14 gennaio dalle 10:30 alle 12:00 presso il Dipartimento di Studi Umanistici L’adesione può essere effettuata prenotandosi all’indirizzo coro@unifg it Il coro si riunirà tutti i mercoledì per le prove, sempre al Dipartimento di Studi

Come spiega infine la responsabile Altieri, l’istituzione del coro universitario è motivo di orgoglio e vanto accademico: «Siamo entusiasti per questa nuova sfida che di sicuro contribuirà ad accrescere lo spirito di appartenenza all’Università, a creare maggiore sinergia tra le diverse anime dell’Ateneo, a valorizzare la cultura musicale e i talenti presenti all’interno della nostra comunità accademica»

Nasce We Unifg, la web radio di Ateneo

Daun’idea e dal lavoro del Contamination

Lab (C-lab) del Well-Being Research Institute nasce We Unifg, il progetto di Web Radio che racconterà la vita di Ateneo L’evento di lancio della web radio si è svolto il 10 ottobre con una prima trasmissione andata in onda anche in diretta streaming Il progetto è curato e coordinato dal CLab Unifg e da Riccardo Tribuzio, ex co-produttore esecutivo e speaker di Radionova 97 La web radio di Ateneo nasce in seno al Laboratorio e grazie a fondi erogati dalla Regione Puglia e si pone l’obiettivo di raccontare tutto ciò che concerne la vita universitaria Dagli eventi alle interviste, dalla musica alla ricerca: tutto troverà spazio nel progetto che dà finalmente voce all’Ateneo Sede della radio Unifg sarà uno studio appositamente costruito a Palazzo Ateneo Qui gli speaker incontreranno docenti, studenti e ospiti con i quali discutere di università e non solo Prima tappa sarà il Bootcamp, evento organizzato all’interno del Dipartimento di Studi Umanistici che dà seguito all’hackathon “Wellbeethon” svoltosi lo scorso maggio We Radio è stata anche presente alla Fiera del Levante di Bari, con una postazione riservata e collegamenti in diretta La radio può essere ascoltata sul sito https://learningsciences unifg it/webradio/ Si può rimanere aggiornati anche sui canali Facebook e Instagram della Web Radio

Importante finanziamento per UniFg per avviare Ingegneria Informatica

Ammonta a circa 17 milioni il finanziamento approvato dal Mur che arriverà a strettissimo giro all’Università di Foggia L’ Ateneo, infatti, è risultato vincitore del Patto territoriale sistema universitario pugliese “Open Apulia University”, di cui è responsabile scientifico il prof Agostino Sevi, e ciò consentirà di porre in essere in modo pressoché congiunto due operazioni di grande rilievo: il completamente della ristrutturazione della caserma “Miale” e l’avvio del corso di Ingegneria informatica che sarà allocato all’interno della stessa struttura L’erogazione del contributo sarà effettuata all’indomani della sottoscrizione del Patto tra il Presidente del Consiglio e il Rettore Da Unifg sono già partite le procedure

Per il Rettore Pierpaolo Limone si tratta di un importante traguardo che va ad aggiungersi a quelli recenti anche in relazione all’ampliamento dell’offerta formativa «Da tempo il territorio ci chiedeva un rafforzamento dei Corsi di Laurea in tale direzione E l’ingegneria con questa specifica curvatura - ha affermato il prof Limone - non può che andare in linea con le innovazioni che tutti quanti noi attendiamo Occorrerà pensare al reclutamento dei ricercatori e ottemperare a tutte le pratiche, oltre a differenziare le discipline che andranno a comporre il corso È una vittoria importante perché due aspetti inscindibili della crescita dell’Università viaggiano alla stessa velocità e nella stessa direzione: l’ampliamento degli spazi e la nascita di un nuovo corso»

The Dickens Code Unifg vince il Times Higher Education Award

Unasfida che ha fatto il giro del mondo e ha portato alla decodifica della Tavistock letter di Charles Dickens è il cuore del progetto, targato Università di Foggia e University of Leicester, che ha vinto il Times Higher Education Award 2022, considerato il premio più prestigioso nel panorama della ricerca scientifica del Regno Unito «In breve - aveva già spiegato il prof Hugo Bowles, responsabile per l’Unifg del progetto, quando la lettera è stata decodificata - abbiamo scoperto una nuova lettera di Charles Dickens, il grande romanziere inglese dell’Ottocento, tramite la trascrizione della sua stenografia misteriosa Ma la trascrizione non l’abbiamo fatta noi, l’ha fatto il pubblico Noi abbiamo solo facilitato l’operazione» Il progetto “The Dickens Code”, finanziato dall’Arts and Humanities Research Council (AHRC) e guidato dalla dott ssa Claire Wood della School of Arts dell’Università di Leicester in collaborazione con il professor Hugo Bowles, è stato premiato per l’anno 2022 come progetto di ricerca dell’anno: arti, scienze umane e scienze sociali

«È una testimonianza sia del duraturo interesse globale per la vita e le opere di Dickens, sia degli sforzi dei nostri Dickens Decoders, che hanno affrontato le sfide della misteriosa stenografia di Dickens con tanta immaginazione e tenacia», hanno dichiarato i proff Bowles e Wood

Provinciale 6 Anno XXXIII - n 2 Dicembre 2022 Giornale di opinione della provincia di Foggia il università di FoGGiA
L’Università

Pë stì vvijë di Lino Mastracchio

Un omaggio ad Ascoli Satriano per valorizzare radici e legami affettivi

Con i suoi scritti, Lino, autore delle bellissime pagine di Pë stì vvijë, vuole accompagnare chiunque voglia conoscere Ascoli Satriano, per le sue vie, «chiunque – ha detto Rachele Sessa la sera della presentazione avvenuta lo scorso10 agosto

voglia scoprire i versi nei quali il poeta Mastracchio celebra il ritorno alle sue origini, con tanto semplice quanto efficace sentimento di amore »

Perun paese avere una memoria storica è molto importante, quasi indispensabile Senza la memoria storica, anche scritta e documentata, sarebbe impossibile capire perché un certo luogo è quello che è

Ogni paese è il risultato del suo passato, della sua storia, dell’impegno, nel tempo, della sua gente

Questo vale anche per Ascoli Satriano, un comune della nostra Capitanata, che rappresenta il cuore della cultura e della tradizione della provincia di Foggia, perché, sin dall’epoca romana, offre bellezze storiche ed artistiche di cui godiamo ancora oggi

In ogni paese esistono persone che, da sempre, anche oggi, in un’epoca caratterizzata da un irreversibile relativismo valoriale, hanno fatto del senso di appartenenza un elemento in grado di ancorare la nostra esistenza a qualcosa di certo, un valore sacrale che Lino Mastracchio, foggiano di nascita ma attento custode delle sue origini ascolane, prova a riconsiderare e a farci riconsiderare come faro che ci aiuta a non perdere di vista la “costa”, e quindi il cammino

Ci trova d’accordo Gaetano Cristino, autore della presentazione che introduce al “ C a n t o d e l r i t o r n o ” , quando parla di uno splendido canto dalla commovente sensibilità, quando parla di uno scrigno scritto con amore che di Ascoli fa innamorare un po’ tutti, non solo l’autore

«Impressa in questi versi – dice Franco Capriglione

vi è una fotografia di Ascoli Satriano scattata con gli occhi del cuore» È proprio così!

Sono gli occhi del cuore che vive di nostalgia e voglia di ritorno, un ritorno che per gli ascolani, coincide con la festività del patrono San Potito Una voglia di ritorno che il dialetto, la lingua delle radici, esprime in tutto il suo spessore I valori e i principi fondativi dell’esistenza individuale trovano in esso un veicolo appropriato per manifestare sensazioni e comunicare istanze che appartengono all’io che si fonda nella comunità

Comunità di intenti e comunità di pensiero che si argomentano nello spazio della creatività soggettiva Per questo bisogna mantenere vivi i dialetti, pur nel contesto della globalizzazio-

Da parte dell’Associazione Daunia&Sannio

Premio alla carriera a Michele Urrasio per gli straordinari meriti culturali acquisiti

Un riconoscimento il cui destinatario è Michele Urrasio non dovrebbe fare più notizia: il poeta originario di Alberona ne ha ricevuti talmente tanti da sembrare ormai quasi scontato dare rilievo al più recente che l’ha gratificato

E, invece, proprio il recente Premio alla carriera che gli ha assegnato l’Associazione D a u n i a & S a n n i o appare come il più significativo, forse anche il più atteso e desiderato da Urrasio

Intanto perché è un Premio che proviene dalla sua terra daunia; poi, perché gli è stato consegnato nella “sua”

Alberona, nel corso di un’emozionante cerimonia svoltasi nell’auditorium comunale intitolato – altra felice coincidenza – al grande poeta alberonese

Vincenzo D’Alterio, il “poeta della memoria” All’età di 85 anni e con una brillante e apprezzatissima attività poetica, di saggista e critico letterario alle spalle, questo Premio alla carriera sembra davvero chiudere il cerchio esistenziale e culturale con un ritorno alle origini, proprio nel luogo dove tutto ha avuto inizio

Miche Urrasio è certamente una delle voce più sensibili nell’affollato panorama poetico della seconda metà del Novecento e dei primi decenni del terzo millennio italiano: le sue liriche hanno riscontrato consensi e successi

da parte di critici di affermata competenza quali Francesco d’Episcopo, Giorgio Battistini, Giuseppe De Matteis, Donato Valli, Barberi Squarotti che ha definito Urrasio “una delle voci più alte e significative del movimento poetico italiano”, Emerico Giachery, Mario Sansone, suo mentore e Maestro Tutti docenti universitari che hanno celebrato la poesia di Urrasio mettendone in evidenza la profondità del pensiero, l’efficacia della struttura lessicale, l’intensità dei messaggi affidati ai suoi versi, soprattutto l’esaltazione di valori antichi e immortali come l’appartenenza a una storia e a una civiltà, l’ineludibilità delle radici In questo quadro un posto speciale occupano gli affetti familiari, il pensiero del padre perso troppo presto, la vita stentata con cui è stato costretto a

ne, perché seguono, per esprimerla, la dinamicità di una cultura che li trasferisce di generazione in generazione, mutandoli di quel che serve perché continuino ad assolvere la funzione del linguaggio, simbolo e traghettatore dell’umana visione e condivisione

Un doveroso grazie, dunque, va a Lino Mastracchio, per l’omaggio fatto ad Ascoli, ma anche a tutti coloro che amano collocarsi nel passato, con il desiderio di dare un futuro alle radici, che sentono il bisogno di valorizzare legami affettivi e domestici

Le sue pagine, raccolte in Pë stì vvijë, e in tutti i testi poetici premiati nei vari concorsi letterari, sono vera e propria letteratura! La letteratura in dialetto, e segnatamente la poesia dialettale, è testimonianza preziosa di storia civile e culturale, intrisa com’è dell’intelligenza e della fatica, del sapere intellettuale e delle esperienze culturali di chi le ha prodotte e che in dialetto parla

Cancellare il dialetto, sembra sottolineare il nostro autore, significherebbe privare tante comunità della loro storia, della loro anima, della loro identità Il dialetto non è solo una forma pura, vergine incontaminata di comunicazione; è, prima di tutto, storia viva, con le sue luci e le sue ombre

Di qui il plauso a Lino Mastracchio per quanto è capace di raccontarci con i suoi componimenti di varia natura, ma anche con la sua passione per il canto, da solista e corale, nella compagine corale Jubilate Deo di Foggia, per il suo interesse verso l’arte teatrale e, ancor di più, come presidente dell’Aisw Puglia Basilicata, Associazione Italiana Sindrome di Williams, da lui fondata, insieme ad altri genitori di ragazzi affetti dalla sindrome

A Lino, ad maiora

A tutti coloro che sentono la valenza del tenersi legati alle proprie origini, alle nuove generazioni in primis, facciamo dono di alcuni versi, particolarmente toccanti e sentiti, scritti dallo stesso Mastracchio:

Ti appartengo Sono uno dei tuoi figli

Percorro strade, vicoli, piazze ed osservo i monumenti

Conosco tutto di te

Ritorno spesso ad accarezzarti, mi piace farlo di notte, mentre serena riposi

Ti amo da quando sono nato

Ho respirato il tuo respiro

E continuo a farlo ogni volta che racconto di te

Grazie, terra mia

Martino Marasca

confrontarsi fin dalla fanciullezza Sintetizzando al massimo: quella di Michele Urrasio è una poesia dell’anima, che proviene dall’anima ed è indirizzata al mondo con l’intento di suscitare emozioni e dare un senso ai sentimenti

Tornando al Premio alla carriera assegnatogli ad Alberona da D a un i a & S a n n i o dell’instancabile presidente Pasquale Frisi, vale la pena di ricordare la motivazione che ha accompagnato il riconoscimento: “A Michele Urrasio, in virtù dei lusinghieri meriti culturali acquisiti sul territorio e in ambito nazionale nel corso della sua lunga e feconda attività di operatore culturale totale e raffinato Poeta sensibile e capace di esaltare l’universalità dei sentimenti, rappresenta una delle voci più alte e significative della poesia contemporanea italiana Vincitore di numerosi e prestigiosi concorsi nazionali e internazionali, costituisce motivo di vanto e orgoglio per i “suoi” Monti Dauni, per la Capitanata e la Puglia tutta”

La commissione giudicatrice era composta dal giornalista e scrittore Duilio Paiano (presidente) e da: Giuseppe Trincucci, medico e studioso del territorio (nella foto con Urrasio); don Gaetano Schiraldi, sacerdote e studioso del territorio; Celestino Agostinelli, giornalista, in rappresentanza del Sannio; Joe Falcone, imprenditore di origini rosetane in rappresentanza del Roseto Valfortore Club di Toronto

A trasformare in una festa, in un’apoteosi la cerimonia di assegnazione del Premio alla carriera hanno contribuito anche altri riconoscimenti

che, nella stessa circostanza sono stati attribuiti a Michele Urrasio: dall’Amministrazione comunale di Alberona con la motivazione “A Michele Urrasio - Profondo amante della nostra terra di Alberona, ‘ un grumo di verde e di acque che porta nell’aria, nella luce e nei venti i soffi della sua poesia ’” ; dall’Amministrazione comunale di Lucera: “Al poeta Michele Urrasio - Con infinita gratitudine e riconoscenza per tutto ciò che ha regalato alla Città di Lucera con i suoi m e r a v i g l i o s i v e r s i , d u r a n t e l a s u a lunga e prestigiosa carriera”; dalla sede di Lucera dell’Università delle Tre Eta-UNITRE: “Illustre Docente dell’UNITRE di Lucera come segno di profonda amicizia”; dalla delegazione UNESCO di Alberona: “Al letterato e poeta Michele Urrasio che con delicatezza, eleganza e sobrietà entra nelle pieghe più intime dell’animo umano regalandoci parole e versi profondi, emozionanti, capaci di espandersi nell’immensità; dal Circolo culturale ‘88 di Roseto Valfortore che edita il periodico FORTORE di cui Urrasio è da diversi anni apprezzato e illuminato direttore: “A Michele Urrasio, Inseg n a n t e , P o e t a , C r i t i c o l e t t e r a r i o , Direttore responsabile Rivista Fortore ”

Non rimane che augurare a Michele Urrasio ancora numerosi successi affinché possa continuare a illustrare, come ha sempre fatto, la terra che gli ha dato i natali

Ad maiora semper, carissimo Michele!

Provinciale 10 Anno XXXIII - n 2 Dicembre 2022 Giornale di opinione della provincia di Foggia il CronAChe dellA CulturA
Un caratteristico vicolo di Ascoli Satriano

San Francesco Hospital e non solo

IlSan Francesco Hospital fa bella mostra di sé su viale degli Aviatori, a Foggia, e si propone all'attenzione per la modernità della sua linea architettonica e la sobria eleganza

La struttura sanitaria, fiore all'occhiello del Gruppo Telesforo, rappresenta l'ultimo stadio dell'evoluzione di un servizio che vanta un'esperienza pluridecennale Le sue origini risalgono al 1964, allorché il dottor Gerardo Di Miscio fondò la Clinica San Francesco che, a seguito di una serie di trasformazioni, integrazioni e miglioramenti, è poi approdata nella disponibilità del Gruppo facente capo al dottor Paolo Telesforo che nel corso degli ultimi decenni ha trasformato la Clinica in una vera propria moderna cittadella della salute

Il San Francesco Hospital diviene operativo nel 2021 proponendosi come una nuovissima struttura a sei livelli che ospita l’accettazione, le degenze, la radiologia, i laboratori di analisi e una moderna sala convegni che può accogliere oltre 100 persone Si estende su una superficie di oltre diecimila mq che ospitano ambulatori, degenze, sale operatorie, uffici Uguale superficie è riservata agli utenti sotto forma di aree parcheggio e di un parco attrezzato

Il San Francesco Hospital è dotato di attrezzature diagnostiche e operative di ultimissima generazione e di personale medico e sanitario altamente qualificato: sono oltre centro i professionisti del settore che vi operano e numerosi i funzionari e gli impiegati amministrativi ai quali è riservata un’apposita palazzina comunicante con l’ospedale Prerogative, queste, che ne fanno certamente un fiore all'occhiello della sanità privata del territorio È accreditato e convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale potendo effettuare ricoveri per le specializzazioni di chirurgia generale, cardiologia, medicina generale, ortopedia e traumatologia, recupero e riabilitazione funzionali

Di notevole rilievo ed efficienza è anche l'attività ambulatoriale e per gli esami diagnostici, sempre in convenzione con il SSN, che coinvolge il laboratorio di analisi, la chirurgia generale, l'endoscopia, la fisiatria, l'ortopedia, l'urologia, la radiodiagnostica, la senologia

Se il San Francesco Hospital è la punta di diamante del Gruppo Telesforo, tuttavia la presenza sul territorio si manifesta e si concretizza attraverso una “filiera” in grado di rispondere a qualunque richiesta di salute per accompagnare i pazienti lungo tutto il percorso di cura: dall’accertamento alla guarigione, fino all’assistenza sociosanitaria

Fiancheggiano e completano il San Francesco Hospital, infatti, strutture socio sanitarie diffuse sul territorio che vanno da Universo Salute Opera Don Uva, con sedi a Foggia, Bisceglie e Potenza, e Sanità Più che, nel capoluogo e in provincia, comprende RSSA per anziani e per disabili, Centro Diurno Educativo e Integrativo, Oasi verde per minori, Assistenza Domiciliare Integrata, Servizio di Assistenza Domiciliare, laboratori, trasporto Rientrano in Sanità Più la RSSA “Il Sorriso”, in viale degli Aviatori a Foggia, in grado di ospitare fino a 40 anziani ultrasessantenni, e “Il Sorriso di Stefano” (in via Vincenzo Acquaviva), Centro polivalente per anziani con una capacità ricettiva di 30 posti per anziani autosufficienti in età superiore ai 64 anni, tra cui le persone affette da demenze senili che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse Laboratori di analisi del Gruppo Telesforo sono presenti anche ad Ascoli Satriano e San Severo

il Provinciale

Giornale di opinione della provincia di Foggia fondato da Franco Marasca

inserto IL ROSONE

Cultura e informazione pugliese

euro 15,00

Anche per il 2023 ognuna delle uscite sarà accompagnata da un volume

1 (Giugno 2023) Tempi. Pagine di cronaca tra secondo e terzo millennio di P PAIANO

2 (Dicembre 2023) Unità linguistica meridionale. Studi e ricerche in ricordo di Michele Melillo a cura di P. CARATù E A. RUBANO Sottoscrivendo l’abbonamento si ha diritto ad un terzo volume: L’educazione di fronte alla violenza di JEAN-FRANCOIS MALHERBE

Riceverà il libro chi ha sottoscritto l’abbonamento e chi lo acquisterà con il giornale, a soli 3,00 Euro in più presso:

le Edizioni del Rosone

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DIRETTORE RESPONSABILE Duilio Paiano

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R Cera – F Giuliani – M Marasca –

S Paiano – V Procaccini – L Scopece – A Torchella

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A QUESTO NUMERO

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Arti Grafiche Favia - Modugno (Bari)

ultimA pAGinA Provinciale 12 Anno XXXIII - n 2 Dicembre 2022 Giornale di opinione della provincia di Foggia il
Il Gruppo Telesforo, una “filiera” di strutture socio-sanitarie al servizio del territorio
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