Antologia il sentiero dell'anima 2018

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Premio Letterario XIV Edizione - 2018

Il Sentiero dell’Anima

Edizioni del Rosone


Quest’anno vanno ringraziati per la sensibilità e per il prezioso contributo: Diamante Costruzioni srl - Impresa edile La Riccia Antonio Bonfitto Matteo e figli snc di Leonardo ed Enrico Bonfitto.

In copertina: Tavoletta del Purgatorio, canto XVII, di Filippo Pirro Le pirografie dei primi premi sono state realizzate da Chiara e Laura Pirro.

© Maggio 2018 Edizioni del Rosone «Franco Marasca», via Zingarelli, 10 - 71121 Foggia info@edizionidelrosone.it www.edizionidelrosone.it


La poesia è il salvagente cui mi aggrappo quando tutto sembra svanire. Quando il mio cuore gronda per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio. Quando sono diventato così impenetrabile che neanche l’aria riesce a passare. Khalil Gibran

Nel 2005, alla nascita del premio Il Sentiero dell’Anima, sentiero che si snoda, per dirla con le parole di Filippo e Antonio Pirro, tra le rocce scavate dall’acqua e torturate dal gelo, tra grave e inghiottitoi del promontorio garganico, nella prima pagina dell’antologia riportammo le parole di G. Byron “Non riuscirò mai a far capire alla gente che la poesia è l’espressione di una passione che si accende”. Ebbene, oggi alla XIV edizione del concorso, possiamo ammettere di aver colto con mano, nel corso degli anni, la passione che la scrittura in versi è in grado di accendere. Il progetto, dedicato in questi anni al testo poetico, riteniamo possa definirsi meritorio, nella consapevolezza acquisita che la poesia accompagna la vita dell’uomo, riflettendone i pensieri, i sentimenti, le aspirazioni, i rapporti reciproci, quelli con la natura e con la realtà tutta, dando voce a tutta l’esperienza umana. 3


Di qui la perennità della poesia: “l’immaginario di cui essa si nutre è vitale per il nostro spirito come lo è per il nostro corpo l’aria che respiriamo, scrisse, proprio nel 2005, Renzo Scarabello, la sua verità, la sua più grande ricchezza, è nella luce della speranza che essa accende in ogni tempo e in ogni luogo, prospettando per l’uomo la possibile salvezza”. “La poesia, diceva Ugo Foscolo nei Sepolcri, vince di mille secoli il silenzio”: la poesia è e sarà sempre la rappresentazione ideale di un sovramondo, della liberazione dal malessere della civiltà in cui viviamo. Sono proprio queste riflessioni che ci fanno sperare nella lunga vita di questa competizione, che, anche nell’attuale edizione, vanta una numerosa e sensibile partecipazione in tutte le sezioni. Un grande plauso va dunque agli organizzatori, ai sostenitori, ai concorrenti, e, soprattutto, alla poesia! La Direzione Editoriale

* Ci preme sottolineare la presenza, nell’antologia, delle seguenti categorie. Poeti stellati: coloro che partecipano da più edizioni al Premio. Poeti meritevoli della Cittadinanza onoraria: coloro che, ricevuti tutti i riconoscimenti, continuano a partecipare al Premio. 4


Centro culturale Il Sentiero dell’Anima

Edizioni del Rosone «Franco Marasca»

Fondazione dei Monti Uniti di Foggia

Fondazione Pasquale e Angelo Soccio

Il Sentiero dell’Anima Concorso di Poesia - anno 20i8 XIV edizione Giuria Presidente Trifone Gargano Componenti: Michele Galante

Fondazione Pasquale e Angelo Soccio

Marida Marasca Edizioni del Rosone

Laura Pirro

Il Sentiero dell’Anima

Luigi Ianzano

Presidente Sez. D. Poesia inedita in dialetto 5


Comitato d’onore

Primo premio poesia edita

2005

Sergio D’Amaro Giulio De Niro Maria Teresa Savino 2006

2011

Gaetano Caricato 2012

Teresa Di Maria 2013

Michele Russo Valentina Di Stefano

Mirella Romagnoli

2007

Gianna Cavarretta

2008

Sandro Palumbo

2009

Colomba Di Pasquale

2010

Antonia Torchella

Gianna Sallustio Stefano Tonelli Mauro Montacchiesi Marcello Ariano Francesca Di Castro

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2014 2015 2016 2017


Stop Playback Il Sentiero dell’Anima

Questa edizione del premio è diversa da quelle che l’hanno preceduta, non possiamo negarlo. Il sangue innocente del 9 agosto ha fatto sì che il tema scelto per il concorso di quest’anno puntasse l’attenzione sulla legalità. I componimenti giunti, nelle varie sezioni, hanno in massima parte pensato e analizzato questo valore così tanto nominato e spesso così tradito. Ebbene, abbiamo avuto il grande privilegio di incontrare una scrittura emotiva, vibrante, in molti versi commovente, di questo dobbiamo ringraziare tutti gli autori. La nostra provincia, la nostra regione, il nostro Sud quanti 9 agosto hanno visto passare invano? Quanto dolore, lacrime, parole di circostanza hanno segnato la nostra storia? Mi sono chiesto cosa può e deve dare un concorso letterario ad una comunità e a un territorio ferito. In primo luogo credo che la riflessione di un premio, di un’antologia poetica sia principalmente condivisione, approdo comune verso un luogo di conforto. Incontrarsi intorno a parole che spesso fanno male, tagliano, ci fanno sentire, in tanti frangenti, colpevoli, parole che sanno però anche lenire la sofferenza, farsi ancelle pietose e consolatorie. É, in fondo, da sempre questo lo scopo della cultura: fare schermo alla barbarie, essere scudo al degrado ed anello di speranza tra le generazioni. La poesia ha poi quel potente antidoto al veleno del male, la poesia è sempre terapeutica. Lo è ancora di più quando sfida l’oltraggio dell’assassinio di due fratelli e cerca di curare, di trovare strade per andare al di là della rabbia e 7


della retorica. Condivisione quindi, bisogno comune di avere meno strazio ma anche esigenza reale di identità, di sentirsi presenti. Da bambino, mi ha sempre colpito il modo in cui, gli anziani principalmente, abbassavano e abbassano la voce quando nominano i delinquenti. Il volume, involontariamente, si abbassa, le parole divengono quasi impercettibili, si ascoltano i respiri, poi il discorso riprende; come si potesse chiudere tra parentesi il male di una mafia che così perfettamente è stata definita innominabile. La scrittura, la riflessione, i tanti incontri che si sono avuti su tutto il Gargano ed in tutta la Capitanata dal 9 agosto dicono però che non si può e non si deve continuare ad abbassare la voce, a fare playback su nomi e cognomi che tutti conoscono. Le comunità che vivono questo territorio devono parlare ad alta voce, federarsi, avere il coraggio di formare presidi di legalità dove si possa condividere anche il dolore e reagire all’odio che infetta e distrugge. Quando abbiamo cominciato l’avventura di questo Sentiero dell’Anima, nel progetto di mio padre c’era proprio questa voglia, ingenua ed eroica, di costituire un avamposto, una ridotta recintata e fortificata di parole in mezzo al degrado e all’incuria. Una piccola fortezza Bastiani che, però, riuscisse col tempo a trovare collegamenti e a non rimanere isolata. Fortunatamente, grazie al grande lavoro delle Edizioni del Rosone, del Fai e di quanti credono nella “cultura come trama del progresso” abbiamo raccolto un sogno e spesso anche provato a rilanciare la sfida. Oggi così, insieme alle tante voci che si sono alzate, possiamo dire che la principale eredità dei fratelli Luciani sta proprio in questo primario senso di appartenenza: ad un luogo, ad un lavoro, ad una famiglia. Dobbiamo e dovremmo sentirci come loro, in primo luogo ed essenzialmente appartenenti. Togliamoci di dosso il troppo silenzio colpevole ed omertoso, la tanta retorica nauseabonda e l’incontenibile voglia di commiserarci, continuiamo ad elaborare questo lutto così grave, 8


non rimuoviamo la memoria di Luigi ed Aurelio e dei mille fratelli che hanno un nome graffito sulle lapidi di ogni piazza d’Italia, o sia ricordato per sempre questo amato scoglio di calcare come montagna del male. Antonio Pirro

Il Sentiero dell’Anima

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Una crescente e rinnovata funzione sociale a sostegno del territorio

La Fondazione dei Monti Uniti di Foggia svolge un ruolo di attivatore sociale fondamentale per l’intero territorio provinciale. Dal 1994 l’istituzione, che è stata capace di incrementare significativamente il proprio patrimonio attestatosi oggi sui 33 milioni di euro, ha di conseguenza sviluppato un’importante capacità erogativa, un flusso costante di risorse che ha superato complessivamente nell’ultimo ventennio i 7 milioni di euro. Risorse che la Fondazione impegna annualmente per definire tutti i numerosi progetti che realizza direttamente, o con altri attori, nei settori della ricerca scientifica, dell’istruzione, della cultura, nonché per beneficenza e pubblica utilità. Una capacità di programmazione e di intervento, spesso in collaborazione con il volontariato e il terzo settore, che rende possibile un impegno a tutto campo, dal recupero dei detenuti dentro e fuori dal carcere alla tutela del patrimonio artistico, dal sostegno al mondo delle diverse abilità alla riqualificazione di pezzi del tessuto urbano del capoluogo, dai progetti di inclusione sociale alla diffusione della cultura storica, musicale e artistica, attraverso numerose iniziative, allestimenti, festival, giornate di studio, premi e manifestazioni di altissima qualità. Nel maggio del 2017, dopo 22 anni, la Fondazione ha cambiato nome, una trasformazione che testimonia un’evoluzione storica che ha profondamente mutato l’origine della fondazione, da esclusiva custode del patrimonio della Banca del Monte di Foggia a soggetto che investe prevalentemente in 10


altri settori e che assolve in misura sempre crescente una rinnovata funzione sociale a sostegno del territorio di riferimento. In questo passaggio, è stato scelto di mantenere il legame storico con le antiche origini che risalgono al lontano 1588, quando fu istituito il Pio Monte di Santa Maria della Pietà. Nel secondo Settecento l’istituto fu accorpato ad altri sei, dando vita ai “Monti Uniti” la cui denominazione mutò, per effetto delle disposizioni di legge che si sono susseguite nel tempo, in Monti Uniti di Credito su Pegno di Foggia. Aurelio Andretta

Responsabile Area comunicazione e ufficio stampa Fondazione dei Monti Uniti di Foggia

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Il Sentiero dell’Anima e la poesia

Sono diverse le motivazioni che spingono la Fondazione “Pasquale e Angelo Soccio” a sostenere il premio letterario “Il Sentiero dell’Anima”. La prima è di ordine, diciamo così, sentimentale. Esso, come è noto, si svolge a poche centinaia di metri dal magico ‘bosco’ da cui lo scrittore sammarchese ha tratto linfa e ispirazione per la sua opera di scrittore, di critico, di uomo di lettere, a cominciare da Gargano segreto, la sua opera più conosciuta e anche la più poetica, pur scritta in prosa. La stessa ispirazione che per tanti aspetti è stata alla base della produzione di Filippo Pirro, ideatore di questa importante e significativa manifestazione. La seconda motivazione è la consonanza tra il premio e la produzione complessiva di Soccio. Quest’ultimo è stato un intellettuale a tutto tondo che ha praticato per molto tempo non soltanto la lettura e lo studio ad ampio spettro di opere poetiche, ma è stato egli stesso un poeta. Finora poco conosciuto, se non per poche poesie, ma che soprattutto nel periodo giovanile e della sua formazione ha tirato fuori un numero di composizioni che a quell’epoca trovarono il consenso dei critici e che, speriamo, possano essere al più presto pubblicate perché si possa avere la dimensione completa del suo impegno culturale e creativo. Una poesia che nella parte già conosciuta ha saputo colpire la mente del lettore non soltanto per la conoscenza tecnica del versificare, quanto soprattutto per i contenuti e il messaggio che essa contiene. Un messaggio teso sempre a cogliere l’essenza della vita, la ricchezza delle relazioni interpersonali, il 12


mutamento degli stati d’animo, l’icasticità delle immagini, l’universo emozionale, lo splendore della natura e il groviglio della storia. Sono, in sintesi, i registri della poesia che si ritrovano anche nelle composizioni dei tanti che partecipano a questa XIV edizione de “Il Sentiero dell’anima”, cui auguriamo il meritato successo.

Michele Galante Presidente della Fondazione “Pasquale e Angelo Soccio”

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Informazione e cultura per lo sviluppo del territorio

Una «sfida meridionale» è stata definita quelle delle Edizioni del Rosone. I periodici «Il Rosone» e «Il Provinciale», i quaderni, le riviste letterarie, le collane di narrativa, di poesia, di archeologia, di storia, di arte, i documenti di studi, le ricerche, e altre pubblicazioni di settore, documentano che dare voce alla Daunia e alla Puglia, è stato ed è il primo obiettivo del progetto culturale delle Edizioni del Rosone, che ravvisano appunto nel «Rosone» la ricchezza storica di questa nostra bella terra e la necessità di farla conoscere non per vanagloria ma per impegno di studio e di conoscenza. A tutto ciò si aggiunge un ideale, quanto mai necessario in questo nostro tempo: quello di andare incontro ai sogni delle nuove generazioni e alla loro creatività. I nostri giovani devono diventare i protagonisti della comunicazione e il nostro ruolo di promotori culturali sta proprio nel cercare di fornire loro i mezzi più idonei per esprimere se stessi e la loro visione della vita in formazione, per impegnare le proprie energie e curiosità in progetti seri. Marida Marasca

Edizioni del Rosone

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Dai beni d’arte e natura alla difesa dell’uomo

In molte zone del paese le organizzazioni criminali costituiscono una minaccia per la legalità e per la qualità della vita dei cittadini, piegano ai propri scopi le istituzioni democratiche, inquinano la società e l’economia. L’accumulo di ricchezze illegali, l’esercizio di forme di dominio sui soggetti più deboli, l’uso della violenza negano i più elementari diritti di cittadinanza. Le mafie non sono solo un problema di ordine pubblico, né costituiscono un pericolo solo per alcune determinate aree geografiche. Esse rappresentano la più forte insidia alla convivenza civile, alla saldezza e alla credibilità delle istituzioni democratiche, al corretto funzionamento dell’economia. Esse impediscono lo sviluppo della democrazia e il pieno esercizio dei diritti dei cittadini. Il diritto al lavoro, all’istruzione, alla sicurezza, alla giustizia non potranno essere goduti da nessuno se non si sconfigge l’illegalità organizzata. In questa battaglia, in prima fila, vi sono i corpi dello stato, impegnati nell’azione di repressione. Ma al loro fianco, in questi anni, si è mobilitata gran parte della società civile, giovani, uomini e donne, numerose organizzazioni civiche. Tra queste c’è il FAI – Fondo Ambiente Italiano, che dal 1975 restaura, valorizza e tutela beni d’arte e natura in tutta Italia, e che opera partendo dall’articolo 9 della Costituzione, invitando tutti i cittadini a riflettere sulla pregnanza del nostro patrimonio artistico, culturale e naturalistico, matrice della nostra identità e portatore di valori collettivi condivisi dalla cittadinanza. 15


Beni d’arte e natura: quindi patrimonio culturale, realtà dinamica poiché trattasi di un insieme non definitivo, in perenne ampliamento. Nella recente legislazione in materia, le principali e più generali tipologie inscrivono in questa categoria i beni storico-artistici, architettonici, archeologici, librari, archivistici, i centri storici e i musei. Fanno parte del patrimonio culturale di un paese anche i beni ambientali, che in Italia il legislatore ha definito “zone corografiche, ossia rappresentative di una determinata regione, che costituiscono paesaggi naturali o trasformati ad opera dell’uomo”. È in un quadro tanto ampio e multiforme che il Fai muove i suoi passi, difendendo concetti e competenze sociali e civiche, ritenute dalla Commissione Europea elemento fondamentale per l’apprendimento permanente, tanto da definirle “capacità di partecipare in maniera efficace e costruttiva alla vita sociale e lavorativa e di impegnarsi nella partecipazione attiva e democratica, soprattutto in società sempre più differenziate” (18 dicembre 2006). La Delegazione del Fai di Foggia, nel suo piccolo eppur complesso raggio di azione, difende il bene artistico e naturale per affermare la centralità della libertà e della dignità umana. Un raggio di azione fatto di numerose iniziative, tra cui il Premio nazionale di poesia “Il Sentiero dell’Anima”, che ogni anno, da 14 anni ormai, coinvolge adulti e giovani con temi di impegno civile ed etico, e che offre stimoli significativi ai cittadini per promuovere comportamenti consapevoli e responsabili all’interno della società di appartenenza. Non a caso, l’edizione in corso ha promosso il tema di legalità e territorio, sull’onda lunga dei recenti documenti ministeriali che hanno ribadito l’importanza dell’educazione alla cittadinanza attiva nel curricolo scolastico, tanto che tra gli obiettivi formativi prioritari si indica lo “sviluppo di compor16


tamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali” (comma 7 della legge 107/2015). Questi gli intenti del Fai, delle nostre delegazioni e di quanti in esse militano con l’obiettivo di difendere i beni d’arte e natura, fino ad arrivare alla difesa dell’uomo e dei suoi diritti. Arch. Chiara Pirro Fai – Fondo Ambiente Italiano Delegazione di Foggia

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Premi e segnalazioni


La geo-fantastica dell’Anima

Le parole “sentiero” e “anima” accostate, così come vengono accostate nell’intitolazione del premio di poesia, producono, in chi legge, l’effetto di uno straniante ossimoro. Da un lato, la concretezza materiale di un sentiero, di un tratturo, percorso da decenni, da secoli, da millenni. Dall’altro, invece, l’immaterialtà, di una condizione dello spirito (umano). Dunque, straniante nel senso di avvolgente, di piacevolmente avvolgente. La poesia, a ben guardare, tutta la poesia, tutta la letteratura (in tutti i suoi codici espressivi, compresi gli odierni codici multi-codali), deve servire a questo: coltivare la biblioteca delle emozioni di chi legge. Accarezzare la sua “Anima”, e condurla lungo i sentieri del “bosco magico”. L’edizione XIV de «Il Sentiero dell’Anima», pur non mettendo vincoli prescrittivi, ha invitato gli Autori a riflettere e a produrre testi poetici che spingessero il lettore a concentrarsi sul tema della cultura della legalità e del territorio. In una terra, come la nostra, martoriata, negli ultimi tempi, da sanguinosi quanto bestiali atti di violenza (dell’uomo sull’uomo), la poesia deve avere la forza e la capacità di sollevare la propria voce, il proprio urlo, e di invitare (di spingere) tutti a un cambiamento. È dunque significativo il dato che gran parte delle poesie “bambine” giunte alla Redazione del premio siano incentra19


te sul tema della legalità e del territorio. Il cambiamento, la speranza di cambiamento, è proprio nelle mani dei più piccoli. Questi loro testi, talvolta ingenui, talaltra di maniera, esprimono, però, tutti, al di là degli esiti “poetici” più o meno raggiunti, la spinta etica al rinnovamento, al cambiamento. La poesia salva la vita. La poesia “bambina” salva la vita. Questa è, dunque, la lezione che emerge dalla XIV edizione del premio «Il sentiero dell’Anima»: il cambiamento sale dal profondo della nostra terra “bambina”. Trifone Gargano

Presidente della Giuria 2018

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Poesia edita in italiano Primo premio

La silloge di Piccoli s’impone all’attenzione per l’idea del viaggio (immaginato a partire dalla dimensione geo-fantastica, lungo un asse spaziale est-ovest dichiarato già nel titolo); un viaggio che attraversa le stagioni della vita (del poeta e del lettore), scandita, ciascuna di queste stagioni, da proprii ritmi. La scrittura poetica di Renzo Piccoli appare matura e sicura, con il possesso di una strumentazione retorico-metrica 22


capace di recuperare tradizione e memoria letterarie, senza esibirle a mo’ di citazione colta, bensì sciogliendole nel lessico e nelle strutture linguistiche sue proprie. La poesia Sogno, che potrebbe anche intitolarsi Sentivo una voce, sotto questo aspetto di innovazione linguisticometrica, e di recupero della tradizione letteraria italiana, scandita in due strofe a metro libero di diciotto versi ciascuna, ri-scrive, infatti, in maniera originale l’episodio purgatoriale della divina foresta e dell’incontro tra Dante e Matelda, in un lago di fiori e di colori. Questa sensazione sognante (e salvifica), tra innovazione e tradizione, si ripete in Prato fiorito (qualche pagina dopo), quasi naturale compimento della precedente poesia. Ancora, echi leopardiani sono rintracciabili in Notte d’estate, unitamente al pascoliano contrasto tra il fuori (con la bufera e la tempesta), e il dentro (con la pace e la tranquillità della casa). Di grande effetto, inoltre, l’apertura di sezione (o di stagione), a pagina 39, con la citazione tratta dal testo di una Canzone Brettone, che esorta a non attraversare più il “bosco”, giacché i cespugli di “alloro” sono stati tutti recisi. Monito e denuncia per un mondo, il nostro, in cui il bosco magico delle favole si è, forse, irrimediabilmente trasformato in una landa spoglia e desertica. Sottolineo, pure, il piccolo testo di pagina 45, N. 19, con la sua riflessione sulle “periferie” (non solo quelle fisicoarchitettoniche, le periferie urbane), che si animano, proprio scavalcando i confini dei cimiteri. A pagina 89, poi, è presente un testo costruito quasi interamente su potentissimi enjambement, per affermare l’utilità della «realtà fragile» del nostro tempo, che erompe senza mezzi termini, quasi in chiusura di libro (e di stagione), qualche pagina più in là, con la poesia I (p. 97): la forza fragile dell’a23


more, un ossimoro così evocativo che nelle mani del poeta serve, evidentemente, a tracciare in modo netto un itinerario poetico (che convince). Il Presidente Il Poeta assorbe del mondo i colori, la voce del vento e del mare, l’Est e l’Ovest; ma anche il dolore, il sangue, il pianto, il salato, la perdizione di chi fugge e non trova il suo posto, anche semplicemente per piangere la propria miseria. Canta il tempo sciupato, il soffio del vento che dice e fa volare; il soffio che è vita divina. Un temporale, “il cielo di pece”, il silenzio, una “pietra che sporge”; frasi distrutte da un tuono, una “gatta che ride furba”... immagini evocative, che scavano nell’io e lasciano poi affiorare sfumature che catturano l’attenzione; le immagini e le idee trovano un riscontro, vengono masticate e metabolizzate, nutrono. La poesia di Piccoli procede per nitore descrittivo ed è priva di impervie analogie in uno stile mai banale, mai scontato. Tutto è realismo pacato, aperto a interpretare immagini e segni dal piano denotativo a quello connotativo per trapassi semantici. La poetica di Renzo Piccoli è un canzoniere della memoria e del ricordo di un Uomo che volge lo sguardo, a volte nostalgico a volte visionario, al suo essere-al-mondo, alternando pagine di ariosi versi brevi ad altre di carattere discorsivo, in una quadripartizione (Naïf, Prima Bohème, Il képi nero e Strofe parallele) che traccia tutta la parabola ascendente della sua poesia e plasma tratti stilistici sempre più alti. La Giuria

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Poesia edita in italiano Menzione speciale

In Sonata a quattro mani, la malattia, crudele, famelica non viene nascosta in nessun verso. Intesa come categoria dell’esistenza, essa è guardata dall’autrice come accadimento che dischiude ai suoi occhi il senso più intimo delle cose, come confine che costringe con la sua morsa ineluttabile ad una trasformazione. Tuttavia, non è la malattia che viene distillata tra i versi delle sue raccolte, ma la sua accettazione titanica, quindi il suo riscatto: la rinascita, persino la curiosità di viverla. 25


La poetessa è turbata -è legittimo- dall’idea di lasciare incustoditi i giardini fioriti della sua emotività, di privarsi del calore delle persone amate, è attanagliata dal pensiero di non poter più, un domani, essere consapevole e partecipe della bellezza della vita. Tuttavia la sua inquietudine trova conforto e riscatto nella dolcezza degli affetti e dei ricordi, nel potere dell’Amore e soprattutto nella poesia. La sua poesia si muove in una materia complessa, a volte ruvida, a volte scivolosa, a scovare e a mostrare l’ingombro del superfluo. Janner sente la poesia come contenuto sostanziale, idee, concetti, situazioni poetiche, piuttosto che come puro linguaggio formale. Adotta forme metriche libere, che tendono a decantare il peso delle tensioni sentimentali e presentano un verso nitido, lucido e musicale, con esiti che mirano a un percorso taumaturgico dell’anima, prima ancora che del corpo.

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Poesia edita in italiano Segnalazione

La silloge di Bongiorno è un viaggio interiore scandito in capitoli-tappe dell’esistenza. L’idea della morte interiore fa vacillare le fondamenta di tutte le certezze, ma conduce anche alla riflessione sul profumo più autentico dell’esistenza dell’uomo, sottraendolo a uno sterile destino, vissuto sotto l’egida dell’impassibilità e dell’inibizione affettiva. E allora il ripiegamento sul proprio sé diventa preziosa ma sofferta specola per guardarsi indietro e per addentrarsi nel mistero pulsante e tenace del filo illusorio della vita, quello che lega l’uomo alla sua esistenza. La consapevolezza della caducità delle cose e dell’impotenza 27


dell’uomo di fronte alla forbice del tempo non vogliono essere stoica rassegnazione, abbattimento, inevitabile resa, ma intuizione profonda del divenire, spinta, trasformazione. Il tempo è una enigmatica zavorra che incombe sul destino dell’uomo, ma allo stesso tempo è lo sprone che lo induce ad affrettarsi a ritrovare se stesso. Il verso appare prosaico, il discorso interiore spezza la metrica per tener fede a un leit motiv proprio del Bongiorno che è il viaggio della guarigione in cui affondare i camminamenti del proprio Io e rigenerarsi, dal fervido ricordo dei trapassati, alla ricerca di uno squarcio nelle pareti dell’esistenza, dalla riscoperta d’un passato lontanissimo, alla fiducia in un avvenire che, nel suo semplice baluginare, sembra offrire tutto l’eterno, fino a ritrovare il proprio sé.

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Poesia edita in italiano Segnalazione

La voce e l’anima sono realtà care a Trimigliozzi, perché richiamo alla solitudine ed al silenzio, necessari per ascoltarsi e far emergere quanto si cela nelle pieghe dell’io. Siamo creature che ogni giorno ci riapriamo alla vita consueta, ma anche alla trappola che essa disvela con un tempo che “seppellirà anche la memoria”, eppure la poesia della Trimigliozzi è po29


esia naturaliter, curata, d’immagini che abbracciano il lettore, scegliendo con cura la parola, mai banale, mai saccente. Come pause tra un posto e un altro, le poesie si fanno appunti di viaggio, cartoline, post it su cui imprimere fotogrammi verbali ed emotivi. Taormina, Torino, S. Angelo, Ponte Vecchio, Umbria, Bari, Budapest… il viaggio è essenzialmente uscita di sé al fine di un ritorno, ma modificati, iniziati da ciò che sta al di fuori di noi. Non vi è scrittore che salpi senza tornare, così la Trimigliozzi percorre il suo nostos per consegnare al lettore, alla comunità da cui era partita, un resoconto della sua avventura, un diario di bordo sulle scialuppe dell’anima, tra flutti di sussurri.

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Poesia edita in italiano Poeti stellati

Arcoparole di Michel Anclaud dischiude volte e lande e marosi situati in luoghi discosti. Da altri relegate, da altri messe al bando, tutte le altre cose si manifestano qui come metamorfosi moltiplicate, oltre le rassicuranti versioni ufficiali, al di lĂ dei miti addomesticati e delle dicerie annacquate. Per cia31


scuno dei componimenti qui raccolti, le postazioni dalle quali si narra, oppure si descrive, o, ancora, si rivela, sono molteplici e non di rado tanto difformi da risultare sonoramente, oltre che intenzionalmente, spiazzanti, spesso scomode. Occorre allora accettare l’invito a un viaggio vertiginoso, sprofondare nella terra e lanciarsi colpire da “mille colori e mille suoni/ e mille colpi di scalpello”. La poesia di Anclaud fonda la sua poesia sull’impossibilità di chiudere il discorso, di esprimere una verità almeno parziale, di risolversi in sentenza. Questi versi resistono insomma alla tentazione di una poesia apodittica, in fondo rassicurante e l’indagine resta per sempre e drammaticamente sospesa, come volo di “libellula leggiadra”.

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Poesia edita in italiano Cittadinanza onoraria

In Poesie minuscole, il verso ermetico acquista vigore là dove la forma poetica diventa epifania di una stoica volontà di vivere da chi è morto troppe volte e non ne ha più voglia. È allora che, liberandosi dai versi metrici, la forma, divenuta più sorvegliata e telegrafica, sa fondere, divertire, impastare e fecondamente mutare di senso e funzioni fenomenologie del quotidiano, fino a creare una interessante mitopoiesi, ora familiare, ora straniante. Telefonini, matite dell’ikea, caselli auto33


stradali, raccordi, cemento, treni… si frappongono a barche a riva, giochi d’infanzia, fenicotteri, aquiloni, fino ad una fetta d’anguria, Romagna felice da addentare “a metà estate quasi”, in un costante gioco di specchi sapiente e consapevole. Il versificare si fa, pagina scorrendo, narratio vitae, con scene dell’odiernità, quasi a inventariare il vissuto quotidiano. Si dà luogo a una registrazione, a volte quasi in dettaglio, degli eventi minimi. La tenuta, la compattezza dell’opera è notevole e s’incardina su una caratteristica che parte dall’allitterazione per ampliarla a una forma espressiva che richiama la salmodia responsoriale. Gli effetti sonori delle parole-concetto, degli oggetti, delle ferite sono amplificati da un crescendo che ritrae, in un fluire di versi tutto in minuscolo, l’orizzonte di uno sguardo poetico che non si limita alla manifestazione delle emozioni, ma va oltre, alla ricerca della ragione più sottile e autentica della sua storia, quella dei suoi “sassi di mare o d’oceano”, quella che sfugge agli entusiasmi e ai desideri della gioventù più imberbe, per rivelarsi nella stagione più matura.

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Poesia inedita in italiano Primo premio

Sibilo del pensiero

Roberta Lucchini Roma

L’intenzione educativa, civile, che pervade questo testo poetico (con struttura e forma della poesia, ma con il respiro e il ritmo incalzante di un racconto), è evidente sin dall’incipit: «Vorrei parlarti, uomo...», poi ripetuto, grazie alla forza dell’anafora, come ossessivo ritornello ben cinque volte. La struttura anaforica, potente e struggente, è rafforzata dalla coppia Vorrei / Ma: da un lato, quindi, l’impegno civile (educativo) di chi vuole (e deve) parlare all’uomo; dall’altro, lo sconforto storico del disinganno, di chi prende atto che, forse, non ci sono più parole per dire la redenzione. Questa tensione drammatica scivola, di verso in verso, tra enjambement e allitterazioni, fino allo scioglimento finale, che non ammette replica: «tu non sei uomo». 35


Il paesaggio della poesia è infernale: da una parte, l’umanità disumanizzata; dall’altra, invece, una natura umanizzata, capace, da sola, di redimere. Quarantasette versi, divisibili in cinque stanze di non uguale lunghezza (scandite proprio dall’anafora «Vorrei...» che disegnano un orizzonte di morte e di dolore, dell’uomo sull’uomo. Un orizzonte, forse, senza alcuna possibilità di redenzione. Forse, perché la poesia può (e deve) accendere, in chi legge, una luce di speranza. Molti gli echi letterari celati (dissimulati) sotto e dentro le parole: dal mare che ci abbraccia, al vento che raccoglie i nostri pensieri, alle grida degli innocenti nelle piazze, alla pace che la natura infonde nell’animo umano (devastato dal dolore). Potente pure la suggestione dell’evocazione cristiana della croce (e dell’innocente inchiodato per tutti noi), in un rinnovato odio che utilizza, quest’oggi, chiodi di proiettili. Il Presidente La preghiera, che viene insieme dal profondo e dall’alto, vorrebbe provare ad invocare e a trovare almeno una speranza. Ritorna alla mente la supplica testarda di Abramo prima della distruzione di Sodoma. La preghiera ostinata procede imperterrita nei suoi vorrei pieni di fiducia, ma si arrende in quel finale dove l’umanità è per sempre svanita. Il verso è libero ma il settenario ritorna nei momenti ripetitivi di quel desiderio possibile che, piano piano, si spegne. La Giuria

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Poesia inedita in italiano

Menzione speciale

Nuova

Carmen Ciociola Manfredonia (FG)

Versi spezzati, brevi, che si inarcano docili in una similitudine di buona resa espressiva. Questa speranza, titanica, ci appare in una veste nuova, con un’immagine poco utilizzata e percorsa. Il vestito di prato finale colora questa sensazione di possedere un gigante buono, viandante tra i monti, che può rinnovarci. 38


Nuova La speranza è un mite gigante annodato agli abissi, dalle cime disperse tra nembi sognanti. Ăˆ un aspro monte che ormeggia ancore fisse di terra e roccia, fra reverberi di antica luce e vernice di cielo. Ha una regola inversa lungo i valichi ombrosi di tacito assenso, in perfetto equilibrio tra vita e morte. Come il gigante anch’io, mi vesto di prato. C. C.

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Poesia inedita in italiano

Menzione speciale

La mia terra

Luisella Grifa San Giovanni Rotondo (FG)

Ăˆ un invito alla Terra a rialzarsi e a trovare di nuovo il coraggio di raccontarsi ai suoi figli dopo lo scempio subito. L’atmosfera che avvolge lo scritto ha risonanze mitiche di leggende ancestrali. 40


La mia terra E poi gli occhi velai per non aver memoria di essa, ma di sole sensazioni mi nutrii avidamente. Odo il bollore dello zaffiro liquido, che ritmico e lento narra storie di antiche sirene. Il carro trainato dai buoi dorati imbrunisce la pelle, che trova ristoro tra sbuffi di giada. Sei bella mia fiera madre, di orgoglio trasudi per i frutti che generi dalla tua terra feconda, lance di verde e d’argento ammantate. Ma poi in quell’ora anonima e buia, un’ombra malevola oscura il tuo grembo. Lo vìola con mani cattive, tinge di un rosso crudele le carni di figli innocenti. Sollevati o madre, l’aurora è vicina, affida i tuoi gemiti al canto del vento, dona le lacrime al salso del mare. Con il seno ornato di campanule viola, danza al vibrare di antichi sonagli, canta ai tuoi figli l’amore e il coraggio, per non lasciare che il tuo capo rimanga chino per sempre.

L. G. 41


Poesia inedita in italiano

Menzione speciale

La montagna del sole (splendore della luce, buio della disperazione)

Duilio Paiano Foggia

La contrapposizione si staglia netta: l’immagine edulcorata e da cartolina trova il suo contrappunto nella seconda parte che racconta dei tanti sfregi violenti al promontorio garganico. La chiusa è leggera ed aperta, ancora viva è la speranza. 42


La montagna del sole Affacciato alla scogliera a strapiombo sul mare che sa d’immenso, mi perdo nel silenzio dell’universo in compagnia del trabucco che rievoca fatiche antiche e attese fiduciose. Rapito dal placido andare di vele spensierate, attratto da sagome misteriose di navi all’orizzonte, m’infiammano i bagliori del sole. Sagre, storia, umanità, santi, laghi e foreste, aurore sfolgoranti, tramonti struggenti. È in questa pace che ammalia e stordisce la magia della Montagna del sole. Mentre

sedotto dall’incanto del paradiso a portata di mano, sogno scampoli di eternità felice, 43


nuvole minacciose convengono ad oscurare il cielo. La brezza di terra annuncia il brontolio sinistro di un tuono lontano, che giunge in sordina come presagio di morte. Mi sgomentano mormorii inquietanti, brandelli di odio ancestrale, che di fronda in fronda corrono sulle ali del vento. L’eco sciagurata del male, della vendetta, della prepotenza, oltraggia la sacralità del Promontorio. Montagna del buio, della sventura, della disperazione. Montagna del sole, ancora aggrappata alla speranza. D. P. 44


Poesia inedita in italiano

Menzione speciale

Lassù

Dolores Prencipe Pianoro (BO)

Poesia in frammenti di caleidoscopio o forse in tessere sparse di un mosaico. Le immagini si compongono e ricompongono più volte. La prima parte è continuamente spezzata da un qui su costante e cadenzato che fa tornare alla mente l’assiuolo pascoliano. Il viaggio-sogno, poi, crea le scene e le cuce nella rete strappata di ogni notte. La chiusa è un segreto sibilato nella dolcezza di un ricordo sempre vivo. 45


Lassù * Lassù, o qui su, sul Gargano, il mio nutrimento principale erano il vento, l’azzurro che mangia gli occhi e i tuoni improvvisi di silenzio. Qui su mi sembra di respirare tra le stelle questa sera... Qui su, dove il buio è fitto e l’odore di umido così forte che mi pare di avere una stuoia sotto al naso, anche una manciata perfettamente disordinata di lucciole mi dice la sua. Qui su mi sembra proprio di respirare tra le stelle. Qui su quanto dev’essere buio per vedere la luce delle stelle di terra stasera! Qui su si narra di donne che dopo il pianto divengono campanule… Qui su, stasera, il cielo mi prende per i fianchi e mi porta via ...

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* Bella la gente che pur senza bere ha sulle guance la gioia del vino rosso, il sole negli occhi e per ciglia l’erba lunga che stuzzica il vento. * E poi scioglie quelle spalle stanche, il grembiule che pare una tavolozza e quei capelli vibranti che nemmeno di notte si rilassano dai nodi. * Ho visto donne di sole, sole nelle notti piĂš fredde pettinare nuvole dal cielo e tessere poi coperte per i loro bambini. * Il giocoliere poi prese un sogno dalla notte di ciascun bambino e cominciò a farli roteare su, per aria, fino a togliere il respiro persino alle stelle. * I pensieri sono pennelli che, quando non la vedi e la desideri, ti accendono la luna sulle guance! 47


* A volte è difficile camminare altrove quando sei cresciuto inciampando al sole tra le radici degli ulivi esotto le risate delle cicale ‌ D. P.

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Poesia inedita in italiano

Menzione speciale

Maestrale

Carmen Russo Torremaggiore (FG)

È un figlio? Forse è un bambino? Chi è dirimpetto a queste parole? A chi deve insegnare il poeta con questo amico vento del Nord? Si prova una grande curiosità per questo interlocutore muto eppure presente che, prima segue il poeta e il suo vento, alla fine, il Maestrale soltanto, mentre, in silenzio l’autore si allontana. Una poesia insegnamento e anche un po’ testamento con una scrittura ripetitiva e assonante di buona efficacia espressiva. 49


Maestrale Vorrei insegnarti che sei debole se non mangi tutti i frutti che l’albero ti offre. Non riuscirai a pensare con due menti vuote. Vorrei insegnarti a ringraziare chi ha inventato l’acqua fresca. E che se hai sete, non ti serve il mare. Seguimi come il vento del Nord quando prende a soffiare. Vorrei insegnarti che le stelle sono isole, e le costellazioni, arcipelaghi nella mente. La luna riflette nello stagno e tu rifletti il tuo pensiero. Vorrei insegnarti i numeri per contare le storie, le parole le troverai alla fine della tua strada. Chi vive cantando, vive contando. Seguimi come il vento del Nord quando prende a soffiare. Vorrei insegnarti a combattere senza soccombere anche quando la partita sembra persa. 50


Se è dura, poi la vinci se dura, poi, hai vinto. Vorrei insegnarti tutto quel che so, ma quel che più imparerai sarà quel che non ti dirò. Segui il vento del Nord, quando prende a soffiare. C. R.

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Poesia inedita in italiano

Segnalazione

Cantico della Sofferenza

Matteo Coco

San Marco in Lamis (FG)

La dedica in apertura e il luogo e la data anticipati prima del titolo comunicano fin da subito il grande senso di inquietudine che apparirà nei versi. La scrittura è evocativa e trasmette un bisogno turbinoso di riflessione. I pensieri non trovano pace fino a dichiarare l’inutilità delle parole in quei tragici momenti. 52


Cantico della sofferenza 1. Ho sentito profumo di spiga di nardo emanato dalle vostre ferite di fuoco col quale siete stati colpiti, ho rivolto al Signore preghiere profumate di quel fiore per avere risposte che non ho avuto. Ho chiesto al cielo e a Francesco, ad altri che avrebbero potuto rispondermi, e non ho trovato risposte all’inaudita violenza, esecrabile, dei nuovi barbari. Una brezza leggera del bosco m’ha parlato: il nostro Dio m’ha detto: coraggio, non abbiate paura, affrontate il domani con la speranza di chi esalta l’Amore di fronte alla gratuita cattiveria. Non si può accettare l’idea se non si contempla il perdono: usque ad sanguinem il martirio e dopo, solo dopo aver dato la vita verrà il perdono perché… essi non sanno quello che fanno. 53


2. Ma ho scritto con convinzione? Il dubbio che noi soggetti pensanti, talvolta, possiamo non essere soggetti d’amore, me lo portano le foglie caduche che trascina il vento del tempo in questo bosco francescano. …Eppure io condanno, j’accuse, …e la società non fa sentire più il suo canto che dovrebbe sradicare il male dalla faccia della terra. Non più odio, fratelli contro fratelli, solo alito di pace che il respiro della storia dovrebbe trasudare da alberi, foglie e pietre. Così sia Signore.

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3. Il trittico del ferro e del dolore della forza e della sofferenza ormai è stato scritto. Mi ha consumato, mi ha lacerato come si lacera il pensiero all’assurdo d’una morte: è solo di blande parole – inutili. Oggi non servono le parole domani, chissà… M. C.

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Poesia inedita in italiano

Segnalazione

I valori

Sofia D’Angelico Foggia

L’esortazione ha un esordio amaro ed una continuazione ancora più arida. La gioventù, non è pronta a prendere il testimone. Alla fine però, il componimento si apre alla speranza e quel “a farti sentir contento” ribatte lo stesso verso interrogativo della prima parte, così, quel verso si isola e dona un’apertura anche all’allarmante paesaggio prefigurato. 56


I valori Giovane, che t’affacci sprovveduto ai valori della vita, rincorri chimere lusinghiere anche se lo sguardo fermi sul tuo vicino, che, insoddisfatto è come te, del mondo a lui d’intorno. Cos’è , dunque, della vita il bello e qual il mezzo da usar si deve a farti sentir contento? Tosto al dio “denaro” il tuo pensiero va e risoluzion sai dare ad ogni problema in corso. Affannosa allora è la tua corsa a prender ciò, che per te, è sol dovuto e quanto più ne hai tanto più ne vuoi senza saziarti mai. Ma, ahimè! Non senti d’aver, intanto, un grande vuoto dentro. Ti ostini a cercar pace nel futile e nel fallace. Tu credi fermamente che felicità in ciò sia presente. Calpesti la natura, rinneghi la famiglia, rifiuti il sacrificio, sopprimi in te la vita. La mente frastornata da fumi e da rumori si perde nello spazio; difficile è nel tempo ritrovarti. Angosciato, al mondo intero gridi la tua rabbia, mentre il fragile tuo corpo a totale distruzion lo porti. 57


Oh povero infelice! Non sai guardarti dentro! Vita, intelligenza, vigor, bellezza, tesori di ricchezza di tua natura sono. Dio in te li pose: farti signor Gli è grato dei Suoi infiniti doni. Aguzza, dunque, l’ingegno; esprimi la tua arte; aiuta tuo fratello, migliora la tua sorte. Ti basta un po’ di luce, una gran voglia dentro a farti sentir contento. La speranza tu sei del domani se nel tuo piccolo contribuir saprai a costruire un mondo di pace libero, pulito, più giusto, più buono in perfetta sintonìa con te stesso, con l’intera umanità di cui fai parte. S. D. A.

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Poesia inedita in italiano

Segnalazione

Alla luna

Alessandro Ferri Manfredonia (FG)

Ăˆ un corretto esercizio sulla luna piena in similitudine con la propria amata. La nobile veste di un sonetto quasi perfetto impreziosisce il componimento. Questa musa notturna dei poeti di ogni secolo non smetterĂ mai di ispirare. 59


Alla luna Splende con intensa luce la luna rischiarando con tutto il suo fulgore il firmamento, poi, nell’aria bruna, offuscando delle stelle il chiarore. Formano di luce fioca una scia e pare la corteggino le stelle, ma sconfitte tramontano, vanno via perchÊ non meritevoli, non belle. CosÏ come la luna, tu, adorata, negli scuri luoghi appari lucente attirando della gente ammaliata che sospira, brama perdutamente e vedendoti tacita, sdegnata svanisce, si nasconde mestamente. A. F.

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Poesia inedita in italiano

Segnalazione

Donna

Armando Perna San Severo (FG)

La scrittura è onirica, a balzi, quella di un ricordo che si mostra, poi sfuma, ci culla ancora un po’ e poi svanisce. I famosi nomi di donne rese immortali dall’arte donano a questi versi un profondo sapore romantico. 61


Donna Dalle vette del Sogno alla mente, di sensazioni ingombra, arrivi… Donna, e rammentar più non so il dove ed il quando del nostro incontro! Eppure so…, afferro…; viaggiasti il tempo… ed a me venisti in sembianze di Giulietta, di Monna Lisa e di Ilaria del Carretto. Intrico subito Fosti tra i sensi… Dell’oggi col domani Nel mio ieri…, pur tra fulgidi pensieri. Ombra che trapassi e …non ti avveri! A. P.

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Poesia inedita in italiano

Poeti stellati

Gli occhi degli onesti

Pietro De Leo

San Marco in Lamis (FG)

Una poesia che esprime la tristezza e la delusione di chi ancora continua a credere in questa terra di Puglia. Parole di un poeta emigrato che si dispiace e si rammarica per come verrà ricordato il suo paese e a cosa verrà associato. Lo scrivere è attento alla musicalità del verso. 63


Gli occhi degli onesti Mi raggiunse una freccia avvelenata nel Golfo dei Poeti. Ancora una volta il mio paese offeso, ferito a morte, umiliato. Un attimo, e da nascosto com’eri tra boschi e rudi montagne agli occhi del mondo colpevole o innocente. Terra di Santi, Poeti e uomini rassegnati lo sei sempre stata, ora anche terra di Martiri e figli senza padri. Terra mia, sconosciuta eri in quel lembo di mare da tanti decantato, ora il tuo nome anche qui è conosciuto e senza colpa associato al male. Quattro luridi straccioni e mani insanguinate nascondono la tua bellezza, le tue centenarie arti e tradizioni e i sogni di tanti uomini onesti che ogni mattina aprono gli occhi per ammirarti. P. D. L.

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Poesia inedita in italiano

Poeti stellati

Noi gente nuova

Loredana Pozzo Majano (UD)

Questa gente nuova è quella del riscatto. La poesia vive di due momenti distanti tra loro ma collegati. Le scene cruente e truci delle prime strofe si trasformano in una visione quasi edenica. Il poeta nocchiero e demiurgo che rinnova e riforma il mondo dona un’aura mitica alla strofa del cambiamento. Il verso è mosso e appare ben studiato anche graficamente, la reiterazione quasi testarda degli elementi costruttivi porta ad un ritmo cadenzato che si fa incalzante nei punti focali. 65


Noi gente nuova Sentieri aspri, di aspre cime così come aghi di pino, così come aghi nel cuore si cela il rancore la congiura e la morte... per mano sua per mano funesta perchè si sappia chi regge il bastone Servitore lui stesso, cadavere gonfio così ha sparato, così a sua volta a qualcuno e l’odore del sangue è l’odore del prato... per guanto nascosto per viso scoperto perchè sia noto il suo volto, la paura e il suo nome Lanci di pietra rabbiosi terreni violati, da tutti i generi umani e pianti di madri così come lacrime grosse, così come pesci al mercato... per occhi bagnati per occhi abbassati perchè si intenda i vostri figli ci baciano “a mano” Grotte fonde, terricci, ossa da esumare ossa da restituire a Regine di spade a vedove nane 66


sorelle alla nostra Betlemme. La buona novella, il poeta è arrivato è arrivato col vento dal mare… e cime aspre ora sono cime nuove, cime di neve cime buone così come frutti dolci, così come rovi turchini o aranci di miele l’orso scompare… dai solchi nasce l’amore, sui precipizi si impone la vita la guerra è finita... per volontà nostre per volontà umili di pastori perché sappiate belve sterrate che silenzio, sangue e paura ci sono uscite dal cuore… a noi gente di “vero” onore. L. P.

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Al di là di ogni graduatoria

Molteplici le voci poetiche, diversi i motivi ispiratori, varie le modalità espressive anche in questa edizione de Il Sentiero dell’Anima. Segno che il concorso continua a riscuotere consensi, così come Il Sentiero dell’Anima continua la sua missione di promozione poetica e artistica. Segno che la poesia rimane una delle armi più idonee da contrapporre all’ignoranza, al cinismo e al materialismo che rendono difficile la vita dell’uomo di oggi. Di qui l’impegno di chi legge i lavori partecipanti, di prestare una grande e obiettiva attenzione ai testi, ma anche di considerare la scrittura in versi una forma di conoscenza e di ricerca di emozioni degne di essere rispettate. Di qui la scelta di dedicare spazio e riconoscimenti che vanno oltre la graduatoria. Di qui il dovere di rispettare autori e testi che davarie edizioni partecipano al concorso e hanno meritato riconoscimenti importanti, dalla menzione, alla segnalazione, al titolo di poeta stellato, alla cittadinanza onoraria. La gabbia imposta da qualsiasi concorso è spesso troppo angusta!

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Poesia inedita in italiano

Menzione d’onore

Agente di scorta Emanuela Loi

Simona pironi

Gravelloba Toce (VB)

La storia raccontata da questi versi è molto dolorosa e fa riaffiorare alla mente immagini di telegiornale a noi tutti note: via D’Amelio, 19 luglio 1992. La poesia è una finestra della memoria. Il verso diventa spesso duro, essenziale. La costruzione è quasi telegrafica e questo fa sì che rivivano quelle scene così tragiche, come lampi mai dimenticati. La data, l’orario, l’intestazione appaiono scolpite come epigrafe eterna. Quanto pesa quel Vite interrotte, insistito e bloccato, per tre volte. Il dolore immobile di chi è rimasto alla Terra, ma ancora cammina. 69


Agente di Scorta Emanuela Loi Palermo, 19 Luglio 1992 Sole cocente, caldo asfissiante: i vestiti come pelle. Emanuela scese le scale, raggiunse i colleghi: la scorta si mosse. Ore 16.58: improvvisa, l’esplosione. Il boato sconquassò. Un inferno, l’onda d’urto. Ovunque brandelli di corpi, dilaniati, mutilati, a fatica riconoscibili, a fatica ricomposti. Emanuela e i Suoi capelli. Emanuela e i Suoi riccioli, riccioli biondi. Vite interrotte. Scevre da eroismi. Investite dal Dovere. 70


Vite di Progetti. Di Famiglie e Amici. Vite interrotte. Vite interrotte. Vite interrotte, non annullate. Vite che ancora camminano sulle integerrime gambe di chiunque fermamente lo crede, di chiunque quotidianamente lo sceglie. S. P.

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Poesia inedita in italiano

Menzione d’onore

Il profumo della legalitĂ

Tina Ferreri Tiberio San Ferdinando di Puglia (BAT)

I profumi che colorano la vita profumano di legalitĂ , sono strofe legate in un unico stelo erbaceo e colorato, una fresca ghirlanda di versi. 72


Il profumo della legalità Sono sbocciati i narcisi. Con la tua occulta violenza ho graffiato l’indifferenza, ho attraversato la mia e la tua storia, ho colorato la vita di aromi di arancio, vaniglia e camellia. Pensa quando agisci. La tua proterva arroganza ha sprigionato gemme e fiori in boccio. Il tuo insolente pugno sul tavolo non mi fa paura, colpisce al cuore, è vero, ma io ho sospinto la paura nell’alveo del grande fiume della Legalità. Sono sbocciati i narcisi. Adorno prati e campi di papaveri e fiori selvatici, increspo le mie emozioni di bianco, di giallo, dell’intenso profumo dei penduli e adorno la Libertà di variegati germogli e di preziose e persistenti sfumature.

T. F. T. 73


Maggio 2018 concorso e oltre...

Come ogni anno, siamo giunti alle pagine dell’Antologia dedicata ai versi di coloro che la giuria non è riuscita ad inserire tra i premiati e i segnalati, ma che sente di dover menzionare per la loro capacità di mettere insieme pensieri ed emozioni, di creare strofe e versi sensibili alle sollecitazioni umane e civili.

Poesia inedita - Sez. B Il passero canterino - S. D’Angelico - Foggia Lassù, sull’allegra mansardina / dove il rosso dell’arredo / col bianco delle pareti adorna, / s’illumina la sera / col chiarore della silente luna / che dalla finestra sul tetto / i suoi raggi nella stanza proietta. / A tarda ora quivi mi recavo per riposare, / la mente rivolta all’ultima preghiera. / Le membra distese, lo sguardo rapito / da percorso luminoso di stelle cadenti:/ uno, due, cento desideri il cor sognava / e docilmente al sonno le palpebre affidava... Sprigiona simpatia questo grintoso passerotto pieno di vitalità. Leggendo la poesia sembra di desiderare anche per noi lettori questo appuntamento mattutino. C’è un messaggio di rispetto ecologico per la natura di cui sicuramente abbiamo tanto bisogno. 74


Rinascita - C. Donatelli - Ateleta (AQ) La farfalla non può volare e sbatter d’ ali, / la esigono lontana dai fiori. / La rondine priva di forze stenta, / la vogliono resa e a migrar solo nelle sbarre. / L’onda sfiancata si spiaggia, / la governano nel rumore e nella forza dell’ infrangere. / Rispettato chi si strugge per l’ordita sottomissione. / L’ uomo del branco anela a colori, profumi e azioni, ignora di esser sterile... In Donatelli le immagini naturali si intrecciano con i richiami simbolici, indagati spietatamente e senza falsi inganni, diventano solida base su cui costruire la rinascita, speranza di un domani migliore. La poesia si fa tramite per elaborare la vita e trarne insegnamento e sostegno. Eterno Rimorso - G. Mazzamurro - San Giovanni Rotondo (FG) Mi hanno ucciso con la lupara. / Com’era freddo il lenzuolo bianco, / poggiato su quel che restava di me. / E com’era nero quell’asfalto / aspro, ruvido, ostile. / Me la sono cercata, dicono, / anche io avevo spezzato una vita, / diversi anni prima, era quella di un ragazzo, / occhi celesti e capelli di paglia. / Si ammazzano tra loro, / si dice a voce bassa in paese... Lo sforzo ideativo e compositivo capovolge la situazione, siamo dentro the dark side of the moon. Il cadavere è quello di un mafioso che sfodera una denuncia-confessione post mortem fortissima, all’ipocrisia e alla connivenza della gente perbene. Quel “Si ammazzano tra loro” risuona astioso e nel finale fa eco la maledizione perpetua del titolo per chi non ha avuto, e non avrà, il coraggio del perdono. La scrittura è piana e il ritmo è lento e solenne. 75


La tentazione - D. Renghea - Foggia Ogni pensiero, un colore… / che domina, influisce si combina. // Non per nulla la luce del giorno. / Nasce amalgamando le tinte dell’arcobaleno. / Colori che affollano le menti, scolpendo parole. / Colori sbiaditi, / o formidabili come l’amore. // Volevo abbandonare la mia tela ispiratrice, / provata da tempo e muffa. / Amavo le sfumature del suo grigio… Teoria dei colori e piccoli pensieri in questa intima e malinconica poesia. Il mondo in bianco e nero di qualcuno che ha ancora bisogno di colori. Capita in Capitanata - F. Tamiro - Calco (LC) Chi è oggi il “catapano” o padre di famiglia / difficile è da dirsi, complessa è la flottiglia / di bizantini e fauni che van da mare a boschi, / s’infiltrano tra i dauni ma sono tipi loschi. / Foggianica o garganica, figura da satanica / la strana mucillagine che uscì fiera viragine / da primi d’anni Ottanta, a farsi grana santa / di chi rosario scorra per fini di camorra. / Avere in propria terra chi ti coltiva in serra / non stelle di Natale bensì “fiori del male”, / dà un senso decadente a chi nel suo bell’orto / se semini patate non voglia l’uomo morto... Il testo, di notevole lunghezza, è composto di versi di varia misura quasi tutti rimati, anche internamente. A questa maestria compositiva è associato un chiaro intento satirico del nostro contemporaneo clericus vagans che denuncia e protesta richiamando felicemente lo stile dei canti carnascialeschi. Verso l’arca di Rutigliano - M. Troisi - Rutigliano (BA) Da ogni via di Rutigliano, / arrivata l’ora, corro fin là, 76


/ dove mi coltiva un abbraccio / nei vitigni dei miei teneri dì. / Ascolto i “megafoni” in giro, / darmi giudizi, nei posti che ammiro; / ma il mio preferito / sta dov’è gratis un nuovo respiro! / Che grattacapo, risulto // di non essere un bimbo e nemmeno un adulto! / Come un pallone alto attira al cielo azzurro / il mio sguardo sul campo, così credo all’assurdo / sogno sulla mia vita: / quando la squadra dà fiducia a chi c’è, / formiamo una famiglia / che si chiama ANSPI “San Filippo Neri”!... Il componimento fa sentire la gioia vitale di sorridere assieme. La grande storia di educazione e di condivisione degli oratori, che così tanto hanno dato alla nostra società, si eleva ad arca salvifica tra i mille interrogativi dei più giovani, nell’avventura della vita.

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La lingua materna non bara

Nelle tragedie le parole superflue irritano, lo stesso parlare può infastidire. Sarà buona norma stringere i denti. Il silenzio è più rispettoso del momento, la presenza silenziosa è medicina per le famiglie colpite. Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce con la presenza muta, con l’apparente non-comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore (Emil Cioran). La parola, tuttavia, resta veicolo irrinunciabile, ma deve essere saputa parlare. E allora devono parlare i poeti. Intrecciando le parole giuste, osando con esse, i poeti – per tutti – colgono le emozioni con grande potenziale espressivo, e la creatività umana raggiunge l’apice della perfezione possibile. La parola è la più naturale personificazione del pensiero. Il poeta parla perché pensa, e pensa in una certa lingua, ed esprime quella certa emozione nella lingua di cui ha più intima padronanza, non costruita, non convenzionale ma viscerale: la lingua dell’utero e dei primi vagiti, le sonorità vocali gustate nella culla che ha dato il primo senso di sicurezza, tipiche della terra che i primi passi hanno calpestato. Se si usano quelle parole non si può barare: esse sono portatrici di verità. Con ogni parola toscana noi mentiamo. La nostra vita avrebbe tutt’altro aspetto se fosse detta nel nostro dialetto (Italo Svevo, ‘La coscienza di Zeno’). Luigi Ianzano Presidente Sez. D. Poesia inedita in dialetto 78


Poesia inedita in dialetto

Primo premio

Figghie mije

Giuseppe Mazzamurro Monte Sant’Angelo (FG)

Manco a pensarlo: una madre tranciata dalla perdita del figlio non si arrende, né all’idea né alla realtà. Il grido straziante non la rende pazza: rende tutti gli altri pazzi ai suoi occhi. Fai presto a tornare – dice qui – perché il dolore «da tutte i vanne trese» e non ci sono finestre e porte che tengano fuori le chiacchiere sulla morte. Ci sarebbe una sola alternativa a tanto strazio, all’abito nero da indossare per sempre: che quel figlio torni. Già, ma finestre e porte si fanno implacabili e la catapultano in una realtà capace di un crimine da non poter credere, che ora colpisce proprio la sua famiglia. Così il dolore decide di indossare i panni della denuncia: qui tutti sanno e nessuno racconta, ma parlano chiaro gli occhi bassi che incontro: mi ritrovo a combattere da sola questa brutta guerra. Sono le madri – come la storia puntualmente conferma – a tener accese le lampade contro questo male, e a far sì che anche certe più assurde speranze non svaniscano. 79


Questo componimento fa parlare una madre colpita, la registra mentre si dimena, contiene i fermimmagine di un capo ricurvo che ondeggia e di occhi cavi che si ritorcono, pur inespressi nel testo. Quale istantanea, più di questa, può mai dare al poeta la certezza di colpire nel segno, di trasmettere l’emozione in modo così possente, vincente appunto. E tutto questo anche al di là dei suoni, degli effetti ritmici o delle misure del verso: quando a parlare è l’immediato, l’istintivo, – come qui – l’inconscio dolore dilaniante, non è mica necessario costruire, arricchire, rifinire: a comunicare tutta l’emozione sarà il contenuto. Le forme più cònsone, magari, le lasciamo alle elaborazioni razionali del lutto. Luigi Ianzano Figlio mio - Figlio mio, / dove te ne sei andato? / Il letto è fatto, i fiori sono sbocciati. / Qualcuno mi ferma e mi dice che tu / ormai da me non potrai tornar più. / Qualcun altro, forse è impazzito, / dice che in una grava ti hanno sbattuto. / Ma figlio, una bugia mi hanno raccontato / perché tu di sicuro mi avresti chiamato / e detto: Mamma, qua fa molto freddo, / vienimi a trovare perché ti voglio abbracciare. / Figlio mio, torna a casa, / ché ora il dolore entra da tutte le parti / e non ci sono finestre e porte / che tengano fuori le chiacchiere sulla morte. / Figlio torna, te lo chiedo per favore, / mi manca il tuo viso e anche il profumo. / Figlio vieni, dobbiamo festeggiare, / ma non tardare, vieni presto. / Figlio, non ci credo che ti hanno ucciso, / non si può spegnere così quel bel sorriso. / Figlio, qui tutti sanno e nessuno racconta / ma parlano chiaro gli occhi bassi che incontro, / il cielo è azzurro e loro guardano a terra / e devo combattere da sola questa brutta guerra. / Figlio torna, sennò resterò disperata, / stretta tra le parole mormorate alle spalle / e la speranza testarda che non muore, / in questo cuore di mamma pieno d’amore. 80


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Poesia inedita in dialetto

Menzione speciale

A Luigge e Aurèlie Luciani

Michele Totta

San Marco in Lamis (FG)

Colpisce subito la buona efficacia del verso. La lirica è insieme un’invettiva ed un’esortazione. Il lessico è molto emotivo e commosso, bella la ricercatezza di quel delicatissimo ciardenére che stride, per contrasto, con la violenza barbara di quel frate scannate. Così come quel cittadine che è, in fondo all’anatema, un baluardo insormontabile al buio della violenza e dell’odio. I versi che ritornano in chiusura e le anafore danno un ritmo lento e triste, di rintocco funebre, antifone solenni contro il silenzio e l’oblio. 82


A Luigge e Aurèlie Luciani Chi lu putéva sapé, jére pe n’ora lu sole c’è ammetute, lu benarje amìce avvute pajura pe quiddi spare scanisciute! Tra raja e sagne sentenzje menate e schegnure, tutta l’Italia joje chiagne a Luigge e Aurèlie ciardenére.

«E mo e sèmpe inte ‘na campana de recorde dame onore a duje frate scannate!»

E po ce avéssema créde priggioniére de quatte assassine? Scìa mmaleditte lu putére nìre: nuua sime cittadine! Pe nno mvedé lu sole ammetute e vuarì paisane sdignate, prèje lu foche li sante e lu cummente d’allentà ‘gné scalemàte vénte.

«E mo e sèmpe inte na campana de recorde dame onore a duje frate scannate.» M. T. 83


A Luigi e Aurelio Luciani - Chi lo poteva sapere, ieri / per un’ora il sole s’è fatto muto, / il binario amico ha avuto paura / per quegli spari sconosciuti. / Tra rabbia e sangue / condanne fatte e ingiurie, / tutta Italia oggi piange / Luigi e Aurelio giardinieri. / «E ora e sempre / in una squilla di ricordo / diamo onore a due fratelli scannati.» / E ci dovremmo credere prigionieri / di quattro assassini? / Maledetto sia il potere nero: / noi siamo cittadini! / Per non vedere il sole ammutito / e guarire paesani indignati, / il fuoco prego e i santi e il convento / di sciogliere ogni scalmanato vento. / «E ora e sempre / in una squilla di ricordo / diamo onore a due fratelli ammazzati.»

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Poesia inedita in dialetto

Segnalazione

Ràreche e sscédde

Caterina Scarano San Marco in Lamis (FG)

Lo sfogo e il dolore della maggioranza silenziosa di questa terra, così tanto amata e turbata dal sangue innocente versato. Ci sono momenti topici nel componimento, quel “non ce po’ sule chiagne, prija e ppo’ vutà la ciòcca.” fa intravedere la voglia di abbattere l’indifferenza immemore o il silenzio vigliacco di troppi anni passati. 85


Ràreche e sscédde Quéssa jè nna tèrra d’amore chiéna de sumènte e dde sedore, de sciure e dd’aria fine, n’ha vviste de mane vrétte e ccardose e dde spadde chiecate, n’ha ssentute de paròle e dde cunte da rère a ssurrère. Ma mo’ c’è mbrettata de sagne e jjè fforte lu delore mpétte, pe cchi jè rrumaste e ppe cchi ce n’é gghiute e nnon ce po’ sule chiagne,prijà e ppo’ vutà la ciòcca. Sta tèrra adda dà voce a ttutte quante pecché non ce po’ murì p’arrecchì a ttréja o quatte. Quéssa jè ppure la tèrra mija e vvogghie jì pe ttutte cantanne sènza penzére sènza tenè pajura de cacche sscéme, e nnuua che ssime cchiù dde lòre nne l’ima gredà che chi non ènne onèste qua non ce po’ stà. Culla speranza che ccaccheccòsa cagna e cche nnon vedime cchiù nisciune figghie cagne, pecché quéssa jè nna tèrra d’amore e orgogliose ce l’ima purtà inte lu còre. 86

C. S.


Radici e ali - Questa è una terra d’amore / piena di semi e di sudore, / di fiori e di aria buona / ne ha viste di mani sporche e callose / e di schiene curvate, / ne ha sentite di parole e di racconti / da generazioni. / Ma adesso si è sporcata di sangue / ed è forte il dolore nel petto / per chi è rimasto e per chi è andato via / e non si può più solamente piangere, / pregare e poi girare la testa dall’altra parte. / Questa terra deve dar voce a tutti / perché non si può morire per far arricchire tre o quattro. / Questa è anche la mia terra / e voglio andare dappertutto cantando spensierata / senza aver paura di qualche scemo / e noi che siamo più di loro / glielo dobbiamo urlare che chi non è onesto / qua non ci può stare. // Con la speranza che qualcosa cambi / e che non vediamo più nessun altro figlio piangere / perché questa è una terra d’amore / e orgogliosi dobbiamo portarla nel cuore.

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Poesia inedita in dialetto

Poeti stellati

I vucj d’u mar

Maria Rosaria Vera Foggia

È una domanda fatta al mare a cui l’elemento risponde. É un mettersi in ascolto di quanto ci circonda, il mare sfoga la sua sofferenza in una personificazione umanissima. La personificazione ha sempre le orme del mistero, anche quando è costruita, cerca di spiegare e dare un nome a quello che non riesce a dare risposte. Una suggestione mitica con bella scelta di alcuni termini assonanti. 88


I vucj d’u mar Massir ‘u mar njn cj cotjl, sta’ zitt e sod accòm ’nu suldat, par quas quas pur ammujnàt. Lu tenghe faccj frond, sta qujet... tramènd torn torri, e njne vo’ jesse ‘pj ’nnènd accjmindàt: par ‘nu stranij, ’mezz a tanda sun! ‘Mmàr a ghiss ‘u màr! Mò chj pènz? Kinnend vo’ parlà? Addònche jè mègghj annusjlà ‘i vucj k’aghescjn da ‘nfunn:

“njn sinde m’onnand ch’é success? ‘na figgh ‘a accis ‘o mommo e pure frat, ‘mmèzz ci stiv ‘no nenn appena nat! ‘gnèfjrnùt ‘u fatti Annusi ancùr, annusl! I giuvjn a tridcj’ann, so’ ‘bbòmm uman, njn tenjn nè s/alur, nè prijèzz, accuscì senz’abbadà strujin ‘a vit …! ‘u munne jè rjvovte tutt’ammers! Niscjun jè cuijet, tu lu ‘ndinn?’’

Statt sjkur, l’aje ‘ntis ‘bbon! M’arraccumann a te, njn fà dammaje, nazzjk i pesci, njn li fa’ sckandà, smuvjt, sci, fallu chian chian! ... Tu si’ ‘a ‘bbunnanzja, ‘a grascj d’a natùr, ‘u mùnn ‘nzembre a te ava sta sicur. M. R. V. 89


Le voci del mare - Questa sera il mare non si muove, / sta silenzioso e fermo come un soldato, / quasi quasi sembra anche imbronciato, / l’ho di fronte, è quieto…, / guarda tutto intorno / e non vuole essere affatto disturbato: / sembra un estraneo, fra tanta confusione. / Povero mare! …Ora che pensa? / Vuole forse parlare? / Dunque è meglio ascoltare / le voci che emergono dall’abisso: // “non hai sentito poc’anzi cosa è successo? / Una figlia ha ucciso la mamma e anche il fratello, / nel mezzo c’era anche una piccola neonata; / non termina qui l’accaduto, ascolta, ascolta ancora: / i giovani a tredici anni diventano bombe umane, / non hanno né valori, né sentimenti di gioia, / così senza pensare distruggono la propria vita, / il mondo è stravolto nel suo contrario, / nessuno è tranquillo, lo capisci?” // Sii pur certo, io ho ben compreso! / Mi affido a te: non procurare danni, / culla i pesci, non spaventarli, // muoviti si, ma fallo adagio!... / Tu sei l’abbondanza e la ricchezza della natura, / il mondo con te deve sentirsi al sicuro.

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Nei quattordici anni di vita del concorso e nelle relative antologie sempre ha avuto un ruolo di primo piano la partecipazione dei giovani, degli studenti, della scuola. E sempre, accanto all’ingenuità tipica dell’età giovane, si è evidenziata la tendenza alla scelta oculata dei temi, alla ricerca della rima e della musicalità, frutto anche di un lavoro serio guidato dai docenti. Anche quest’anno sono stati numerosi i testi della sez. E: in tutti si nota una tensione che non impedisce riflessioni profonde. Anche quest’anno l’obiettivo della giuria non è stato tanto quello di decidere chi è stato bravo o meno bravo, piuttosto quello di analizzare attentamente il singolo poetare per cogliere l’inquieta ricerca del sé, l’amore per la propria terra, l’ansia dolce e servaggia, caratteristiche di chi sta costruendo la propria identità.


Poesia in italiano

riservata a giovani autori della scuola primaria

Premio speciale

Poeti in erba • Corrono i bambini • Legale illegale testi collettivi classe

5a A

I. C. “Giovanni XXIII” plesso Belvedere Monte Sant’Angelo (FG)

Corrono i bambini - La voce di questi versi, di spontanea ispirazione, esprime il canto di anime giovani, imbevuto di suoni di un’età che sogna e disegna il suo futuro. Legale illegale - Il testo, frutto di una genuina ispirazione, ricco di stati d’animo e immagini fortemente suggestive, è tipico della sensibilità degli adolescenti, che liberano parole e sentimenti, per cantare la differenza tra il bene e il male.

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Corrono i bambini

Corrono i bambini sui pascoli brulli, si arrampicano sulle rocce profumate, si nascondono tra le case bianche, lottano contro le onde rombanti del mare amico dell’estate, si addormentano sotto gli alberi antichi e forti di questa nostra sacra terra. Gridano i bambini la libertà cantano la vita sognano l’amore respirano la speranza. Crescono i bambini. Sono persone libere, persone sincere che con occhi sempre puri amano e difendono da ogni ingiustizia la loro terra, la loro gente.

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Siamo noi quei bambini noi quelle donne noi quegli uomini che salveranno la nostra sacra terra dove altri bambini sempre liberi correranno

Legale illegale Legale, illegale far bene, far male. Chi vede l’ingiustizia e si volta dall’altra parte fa male, è illegale. Chi denuncia la truffa e l’imbroglio fa bene, è legale. Chi sporca e distrugge il creato fa male, è illegale. Chi ama e custodisce la vita fa bene, è legale.

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Chi dice il falso e trae in inganno fa male, è illegale. Chi cerca e difende la verità 94


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fa bene, è legale. Chi fa piangere e soffrire fa male, è illegale. Chi consola e guarisce fa bene, è legale.

Legale, illegale far bene, far male. Tu da che parte vuoi stare? Io voglio cancellare il male. Io voglio essere legale!

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Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Primo premio ex-aequo

Insieme ci sarà Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Giovanni XXIII” Monte Sant’Angelo (FG)

Un componimento sentito e dal ritmo incalzante, che affida a versi, intensi e profondi, il bisogno di legalità e libertà dei nostri giovani. 96


Insieme ci sarà Siamo tutti una società ognuno ha bisogno della libertà. La Costituzione è un grande triangolo ai vertici c’è il cittadino perché ognuno ha diritto ad avere un gioioso mattino. Importanti sono i diritti altrettanto sono i doveri per non commettere gli errori di ieri. Entrambi non sono severi se li rispetti avrai quello che speri. Io e te avremo lo stesso destino se insieme saremo in cammino. Per far crescere questo grande paese bisogna educare ogni mese. La legalità nasce con piccoli gesti corali che ci conducono ad essere onesti e a rovesciare tutti i mali. Noi lotteremo, le idee resteranno e andranno avanti sulle loro gambe 97


per far nascere il sogno di un uomo diverso capitano della sua anima felice di donare solidarietĂ .

Angela Azzale, Carmen Miucci, Maria Antonietta Totaro, Sofia Starace frequentano la prima media. 98


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Primo premio ex-aequo

Basta poco

Cecilia Gatta Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

“... BASTA POCO! / Una scintilla accende un fuoco” scrive Cecilia negli ultimi due versi della poesia, chiudendo così la sua profonda riflessione sottoforma di immagini poetiche, intime, raccolte, e di grande efficacia. 99


Basta poco Molta gente prima di agire non pensa, non pensa alle conseguenze ai danni che può fare, a come qualcuno può cambiare. Questo per gente cattiva che chiude innocenti in una stiva mandandoli alla deriva fra venti e flutti incontro ai lutti. Trasforma un sogno in un’illusione, un paradiso in una prigione. Questo fa la gente cattiva quando con un bottone una bomba attiva: salta l’auto, salta la scorta tanti morti un’altra volta! Tanti orfani, tante vedove in un attimo solo dolore. Così io dico: basta poco! Basta poco per pensare a tutto ciò che si può provocare a tutta la gente che non pensa che provoca tristezza immensa Io grido: BASTA POCO! Una scintilla accende un fuoco. C. G. Cecilia Gatta frequenta la prima media. 100


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Primo premio ex-aequo

Petali d’innocenza

Luigi Sabatino

Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis” San Marco in Lamis (FG)

I versi e le parole, di struggente intensità, provano che la poesia è la vita che ci portiamo dentro, tra realtà e sogno. 101


Petali d’innocenza In cielo nuvole e stormi d’ uccelli neri. In terra anime lugubri che riempiono pozzanghere di sangue. Sospesi anime innocenti. Nella mia mente molti sogni Pace, dove regna la guerra Verità, dove si respira menzogna Giustizia, dove si ascolta silenzio Nel mio cuore Il ricordo di tutti i petali staccati Dal fiore dell’ innocenza. L. S.

Luigi Sabatino frequenta la terza media. 102


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Primo premio ex-aequo

Gloriosi Guerrieri

Domenico Verdini Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Versi rapidi e incisivi, nella concezione e nella soluzione, idonei a cantare il rapporto tra legalità e impegno, tra mafia e libertà. 103


Gloriosi guerrieri Legati da una profonda amicizia, difendendo sempre la giustizia, la mafia hanno combattuto: è questo ciò che hanno fortemente voluto. Per la legalità sono scesi in battaglia, la libertà è stata la loro medaglia, gli occhi a tutti hanno aperto affrontando i mafiosi a viso scoperto. Gloriosi guerrieri armati di coraggio sono stati però un grave oltraggio, per questo sono stati puniti con la morte che li ha uniti nella stessa sorte. Paolo e Giovanni sono i loro nomi e resteranno sempre nei nostri cuori. D. V.

Domenico Verdini frequenta la terza media. 104


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione speciale

La legalitĂ

Giovanni Lecce Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani� San Giovanni Rotondo (FG)

Il testo, dalle immagini limpide ed essenziali, coniuga con perizia linguaggio e emozioni, rivelandosi significativo di una nitida vena poetica. 105


La legalità Nessuna legge infranta sarà per chi vive nella legalità. Ovunque, a casa, a scuola, mi sento protetto se tutti di me hanno rispetto. La violenza non si deve usare, né si deve andare a rubare. Se per strada mangi un panino, ricorda di buttare la carta nel cestino. La parola giusta che ci sorregge è una sola, si chiama “Legge“. Chi la legge rispetterà, in prigione non finirà. Se fin da bambino il bene perseguirai, da grande, di certo, un mondo migliore avrai. G. L.

Giovanni lecce frequenta la prima media. 106


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione speciale

No alla mafia

Daniele Miscio Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

Versi ispirati e carichi di sentimento con i quali Daniele grida il suo no alla Mafia, ma anche il sogno di “una vita felice, colma di serenità”. 107


No alla mafia Tra mafia e legalità serpeggia tanta rivalità Il perché è noto, si sa: l’amore non ci sta. Da tanti anni c’è questa guerra, orrenda, brutta, su tutta la terra. La legalità si smarrisce perché la mafia colpisce. Colpisce con crudeltà, paura lei non ha. La pietà non le appartiene essere disonesti a tanti conviene. Essere cattivi è nella loro natura, il bene per loro è una forzatura. Tanti uomini sono caduti con onestà e coraggio si son battuti. L’impegno e la dedizione che han donato, questo male terribile la vita gli ha negato. Allora, io mi ribello e grido: al bene vero io mi affido! Contro la Mala vincere si potrà, per una vita felice, colma di serenità!

D. M.

Daniele Miscio frequenta la prima media. 108


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione speciale

Ancora una speranza

Ilaria Sacco

Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Le immagini del testo, sostenute da un ritmo deciso e dolce nello stesso tempo, sono limpide e cariche di significato, atte a disegnare la tristezza che la realtà ci riserva, ma anche a ribadire che “… ancora una speranza c’è”. 109


Ancora una speranza Una semplice litigata rompe un’amicizia, un banale insulto si trasforma in una parola spregevole, un errore diventato immenso rompe un legame fraterno. La fiducia e il rispetto crollano come un castello di carte con un colpo di vento. Ma ancora una speranza c’è. Le scuse fatte con il cuore, mettendo da parte orgoglio e timore, sono un dolce respiro nell’aria pulita. I. S.

Ilaria Sacco frequenta la seconda media. 110


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione speciale

Passavano due innocenti

Marco Testa

Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Un testo ricco di ispirazione, che rende l’espressione poetica particolarmente accorata nelle ultime righe “ma posso diventare uomo/ liberando chi, come me, è caduto nella rete della mafia”. 111


Passavano due innocenti La luce mi avvolge mentre traccio su queste spoglie mura, decorate da un grigio buio e cupo, l’ennesima riga che mi lega a queste sbarre. È stato per me facile puntare e premere il grilletto: dovevo uccidere un altro uomo con l’anima sporca come la mia. Due innocenti tornavano al nido e nel mirino sono finiti per quello che avevano visto. Ora sono qui, cambiato dallo sguardo di chi mi ha chiesto “Perché?”. Mi sono costituito, non posso definirmi un essere umano per quello che ho fatto ma posso diventare Uomo liberandochi, come me, è caduto nella rete della mafia. Marco Testa frequenta la terza media. 112

M. T.


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione speciale

E invece, no

Michela Zannotti Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

In questi versi pensiero ed emozione sono un tutt’uno. Ad un mondo smarrito di fronte all’illegalità, Michela grida, con un lessico forte e incisivo, il suo dolore e anche la sua consapevolezza: “e l’onestà è sempre di attualità”. 113


E invece, no Sento parlare di mafia, è qualcosa che ti toglie l’aria, “non mi riguarda”, penso, per me non ha un senso. E invece, no. Ogni azione minacciosa è già pericolosa, anche se fatta in una classe. Qualsiasi forma di prepotenza va denunciata in coscienza, solo così si difende la legalità e l’onestà è sempre di attualità.

Michela Zannotti frequenta la seconda media. 114

M. Z.


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Dignità Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Giovanni XXIII” Monte Sant’Angelo (FG)

I versi, del monologo, dal tono sommesso e accorato, invitano l’umanità a rinnegare il male per costruire una nuova società, una nuova terra. 115


Dignità Uomo hai il diritto di essere libero hai il dovere di essere uguale a chi ti è di fronte Uomo sei degno di manifestare i tuoi sentimenti il tuo pensiero la tua vitalità Uomo tu migri in altre nazioni e paesi per mancanza di cibo lavoro e soprattutto di pace Uomo rispetta le regole della nuova Terra rifiuta ovunque la guerra Uomo accogli il tuo prossimo qualunque sia il suo colore 116


accettalo come amico uguale o diverso che sia Uomo rinnega per sempre la malvagitĂ .

Carmen Salcuni, Lucia Silvestri, Francesco Cotugno, Lucia Giordano frequentano la prima media. 117


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Il diritto alla legalità Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Giovanni XXIII” Monte Sant’Angelo (FG)

I versi, che ci portano nell’intimo di anime giovani e ci fanno cogliere i colori delle loro pareti, esprimono la consapevolezza che “ritornerà la felicità/ se ogni diritto mai nessuno negherà”. 118


Il diritto alla legalità Un chicco di grano diventerà spiga con la forza dell’impegno e dell’ingegno. La legalità abbatterà il male. Legalità è avere la forza di sconfiggere la cattiva mentalità Mafia, sei solo morte, di generazione in generazione, ma non distruggerai questa nazione. C’è bisogno d’aiuto ciascuno deve dare il suo contributo. Ritornerà la felicità se ogni diritto mai nessuno negherà.

Pasquale Ciuffreda, Christian Grilli, Nicola Lauriola, Tommaso Ciociola frequentano la prima media. 119


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Le opportunità Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Giovanni XXIII” Monte Sant’Angelo (FG)

Nel testo le parole, scelte con cura, che costruiscono il verso, si traducono in riflessioni profonde sul valore dei diritti e dei doveri, sulla libertà. 120


Le opportunità Tutti abbiamo dei diritti dei doveri molti però non comprendono che sono opportunità Obbedisci! Stai zitta! Fai tu i compiti al posto mio! Sottomettiti Ricorda il desiderio di combattere per la libertà è più forte della paura. Darei la mia vita, darei la mia forza, darei il mio coraggio di donna combattiva di donna guerriera. Scappa! Dammi il tuo telefono! Se non lo fai ti pesto! Arrenditi Storie di mancata legalità. Fermati! Guarda e comprendi la libertà, 121


solo questa devi cercare con impegno, con coraggio, con dignitĂ . Senza di Lei il tuo futuro sarĂ un corpo vuoto, senza spirito.

Veronica Totaro, Francesca Rinaldi, Laura Schiavone, Fabiana Marziliano frequentano la prima media. 122


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Libertà

Andrea Celeste Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

I versi, in sintonia con la voce dell’anima di Andrea, usano le parole con maestria, le mettono insieme in una sintonia di forme, di costruzioni ardite e vibrazioni toccanti. 123


Libertà Oltre le sbarre, senza genitori, senza veri amici, un cielo immenso che mi è stato rubato per la promessa di facili guadagni. Solo, con i miei pensieri. Perché sono qui? Sono passato dalla parte del male per la mia debolezza, per un’illusione di onnipotenza. Ora sto cambiando. Ho una vita davanti per riguadagnare la dignità, per portare la libertà ai ragazzi che, come me, cadono nella rete dell’illegalità. A. C.

Andrea Celeste frequenta la seconda media. 124


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

La mafia

Francesco Pio Ciociola Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

Parole e immagini profonde scelte da Francesco, per farne poesia, raccontano efficacemente il significato della parola Mafia, e, accoratamente, ricordano al lettore che “il futuro sarà roseo e il domani facile”. 125


La mafia La Mafia è una parola che tutti conosciamo, un tormento che tutti temiamo. Per i cittadini è difficile parlare di questo potere che continua a strafare. Può il sangue di Borsellino e Falcone risvegliare le coscienze delle persone? Perché convertirsi a questa nuova religione? Perché piegarsi a questa nuova istituzione? Godere in un mondo onesto non è difficile, possiamo costituire una società meno fragile con una vita retta e meno vile il futuro sarà roseo e il domani facile. F. P. C.

Francesco Pio Ciociola frequenta la prima media. 126


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Cos’è la mafia

Maria Luisa De Bonis Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

Nella voce dei versi di Maria Luisa, di fresca ispirazione, è possibile riconoscere una mente e un cuore giovane che credono nella vittoria contro l’illegalità. 127


Cos’è la mafia Non possiamo restare in panchina a guardare, non possiamo essere omertosi e dimenticare. La mafia, poiché uccide, va combattuta, non temuta. Violenza, illegalità, omertà sono i vocaboli con cui la mafia semina povertà. Povertà nell’animo umano, povertà in ogni cristiano. Lei non genera felicità nella nostra comunità. La mafia miete vittime innocenti cercando eco e notizie spiacenti. Vincerla insieme non è un sogno con l’amore e il rispetto in tutto il mondo.

M. L. D. B.

Maria Luisa De Bonis frequenta la prima media. 128


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Un mondo libero

Mariachiara D’Errico Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Nei versi, grazie ad originali mezzi espressivi, le parole, libertà e legalità, omertà e malvagità, diventano immagini poetiche. 129


Un mondo libero Ricco è il significato del termine rispetto, è con esso che il mondo potrebbe essere perfetto. Sarebbe bello potervivere sempre giocando senza aver paura di chi ti opprime minacciando. Libertà e legalità danno a ciascuno sicurezza, omertà e malvagità alla vita tolgono ogni certezza. Se le regole già da piccoli rispetteremo a casa, a scuola, con gli amici, di certo un futuro migliore costruiremo dove tutti saremo liberi e felici. M. D. E.

Mariachiara D’Errico frequenta la seconda media. 130


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Un mondo diverso

Michela Di Noia Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Il testo, semplice e spontaneo, si apre come uno strumento di protesta, un’arma simbolica per esprimere la sofferenza e le inquietudini di un animo adolescente che scrive: “se non partiamo dal rispetto/ … non ci sarà mai un lieto fine/ …”. 131


Un mondo diverso Vorrei un mondo diverso che vada avanti in modo inverso, dove non c’è più chi ti fa paura e la tua vita rende insicura. Mi dicevano “stai attenta anche tu, altrimenti i mafiosi ti buttano giù”. Quelle parole mi tornavano all’orecchio e non vedevo più un riflesso nello specchio. Se non partiamo dal rispetto e ci liberiamo di chi èabietto, non ci sarà mai un lieto fine e la mafia dominerà in ogni confine. M. D. N.

Michela Di Noia frequenta la seconda media. 132


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Filastrocca della legalità

Annamaria Ferro

Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis” San Marco in Lamis (FG)

Con parole limpide e cariche di significato, sapientemente legate tra loro, Annamaria comunica la sua giovane convinzione: “se rispettiamo le regole non ci ferma nessuno”. 133


Filastrocca della legalità Legalità vuol dire libertà perché rispettando le regole insieme si sta. Si collabora e ci si rispetta così un mondo migliore ci aspetta. Amici e compagni alunni e insegnanti tutti insieme per andare avanti. Uno per tutti tutti per uno se rispettiamo le regole non ci ferma nessuno. A. F.

Annamaria Ferro frequenta la prima media. 134


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Il trionfo della legalità

Martina Latartara

Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Versi ricchi di sentimento, propri di un’anima poetica giovane che sa parlare a sé e agli altri, usando parole semplici, ma ispirate. 135


Il trionfo della legalità Ci sono tante cose che puoi fare perché la legalità possa trionfare. Se le tasse onestamente pagherai, lavoro, nel tuo futuro, di certo garantirai. Se le leggi costantemente rispetterai, diritti garantiti sempre avrai. Non devi subire la tangente che ti impone quella brutta gente. Denuncia, cosa ti costa, è importante che tu faccia la prima mossa, ma se in silenzio rimarrai, dalla parte della mafia purtroppo sarai. Non permettere che per essa la tua vita sia sconvolta perché solo così potrà essere travolta, come un salvagente bucato di colore nero che viene risucchiato dal mare intero. Per sradicarla, sii risoluto, devi combatterla fino all’ultimo minuto. Tocca a te scegliere da che parte stare, mi raccomando, non dimenticare che la tua giusta decisione può cambiare il destino di molte persone. Quindi, resta con forza dalla parte della legalità altrimenti la società ancora si sconvolgerà. M. L. Martina Latartara frequenta la seconda media. 136


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Se voglio, posso

Matteo Masullo Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis” San Marco in Lamis (FG)

Nel testo pensiero ed emozione sono un tutt’uno ed esprimono con coraggio le inquietudini di Matteo, che non si perde d’animo e dice: “Se voglio, posso” cambiare il mondo. 137


Se voglio, posso Cosa vedo dalla mia finestra? Furti, violenze, crimini di ogni genere. Vedo la guerra. Che fine ha fatto il senso di fratellanza? Povertà, indifferenza, sopraffazione. Non ci sono più valori. Da solo vuoi cambiare il mondo? No, ma pagare le tasse, chiedere lo scontrino al bar Comprare il biglietto dell’autobus, questi sì che sono fatti. M. M.

Matteo Masullo frequenta la prima media. 138


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Un mondo a misura di bambini

Caterina Mele

Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Il testo, semplicemente scandito, evoca un mondo a misura di bambini, ricco di rispetto, libertà, serenità, onestà. 139


Un mondo a misura di bambini Rispetto dei diritti. Amicizia. LibertĂ di vivere contro ogni forma di sfruttamento. SerenitĂ e non minacce. Semplicemente, un mondo giusto, onesto, senza pericoli, senza paure. Ăˆ cosĂŹ difficile rimanere bambini nel cuore? C. M.

Caterina Mele frequenta la seconda media. 140


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Nei miei sogni

Rosa Perta

Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis” San Marco in Lamis (FG)

Lo smarrimento del mondo che la circonda dà alla giovane autrice il compito di fare dei suoi versi, genuini e senza sovrastrutture, uno strumento che ricordi “lo Stato siamo noi”. 141


Nei miei sogni Nei miei sogni c’è un mondo Diverso! Dove il rispetto non si è mai perso. Dove la gente non fa mai la guerra, ma si ama su tutta la terra. Dove i bambini fanno i bambini: saltano, corrono e fan dei giochini. Lì le regole sono tutte rispettate. Nessuno le infrange, non sono violate. Lo Stato siamo noi. Siamo noi cittadini e con le leggi siamo tutti più uguali e vicini. R. P.

Rosa Perta frequenta la prima media. 142


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

La legalità

Michele Pio Puzzolante Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

La poesia, semplice nella forma e nel messaggio, canta il rapporto tra legalità e libertà che “ci indicano la strada perché nessuno cada”. 143


La legalità La legalità è libertà, ci fa vivere bene, senza diversità, ci fa esser sereni, con tranquillità. Legalità non è solo rispettare le regole ma è non approfittare del debole, non è pensare a se stesso, è pensare al complesso. Legalità non è solo il poliziotto o il carabiniere, ma ciascuno di noi quando compie il proprio dovere. È ogni papà che svolge bene il suo mestiere, è ogni persona che tutto dona, senza voler possedere. Per la legalità dobbiamo aprire gli occhi e capire che le leggi, anche se sembrano blocchi, ci indicano la strada perché nessuno cada.

M. P. P.

Michele Pio Puzzolante frequenta la prima media. 144


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Coraggio di libertà, silenzio di paura

Antonio Ruggieri

Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis” San Marco in Lamis (FG)

Il testo, significativo di una nitida vena poetica, diventa uno strumento di protesta, un grido d’allarme, ma anche di speranza: “False verità si aggirano nelle piazze/ e verità di vita si aggirano nei nostri cuori”. 145


Coraggio di libertà, silenzio di paura C’è un silenzio assordante sulla mia terra dobbiamo gridare il nostro dolore. Siamo noi il futuro speranza di vita e luce di giustizia. C’è un freddo rovente che agghiaccia le nostre bocche che non proferiscono più parole d’amore ma nel mio cuore si accendono fiamme di libertà abbattute da pensieri di paura, false verità si aggirano nelle piazze e verità di vita si aggirano nei nostri cuori A. R.

Antonio Ruggieri frequenta la terza media. 146


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

LegalitĂ

Miriam Tancredi Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis� San Marco in Lamis (FG)

La giovane autrice gioca con le parole, con le sue sensazioni, con il suo cuore, per sperare e far sperare che si possa imparare ad amare, condividere, perdonare. 147


Legalità Vivere nella legalità è una scelta di qualità è senso di responsabilità. Il rispetto del diverso, l’agire in modo onesto così è bello l’universo. Bisogna imparare ad amare a condividere e a perdonare e solo allora si potrà esultare. M. T.

Miriam Tancredi frequenta la prima media. 148


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Impasto nero

Gabriella Tenace Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis” San Marco in Lamis (FG)

I versi asciutti ed essenziali, dal lessico efficace e incalzante, raccontano “l’impasto nero di crudeltà” che avvolge l’animo umano, ma che piano piano si riempie di speranza. 149


Impasto nero Ed è lui, il silenzio che avvolge ognuno di noi, il silenzio che buttato lì, farebbe un’eco immenso. Ogni giorno immersi nella cattiveria, una piaga che cresce e si allarga in deformi pensieri. Tutto il mondo decide di restare in silenzio Attraversato da colpi di paura, ma nel mio animo l’impasto nero di crudeltà diventa più chiaro, più limpido, a mano a mano pieno di speranza.

Gabriella Tenace frequenta la terza media. 150

G. T.


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

Lucciole di speranza

Arcangela Rita Tricarico Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis� San Marco in Lamis (FG)

Il testo, dalle immagini forti ed immediate, dalla scrittura spontanea e ragionata insieme, fa intravedere lucciole di speranza per la nostra terra. 151


Lucciole di speranza Spari nell’aria in un mondo tetro di luce fredda. Risuona il tonfo assordante dei colpi su anime innocenti. Esseri sovrani di crudeltà che spezzano le nostre anime e chiudono le nostre bocche. Neve scura gela i nostri pensieri. Rovi cupi e spinosi induriscono i nostri cuori, buio che fa paura, oscurità nei pensieri, ma si intravedono “lucciole di speranza” sulla nostra Terra. A. R. T.

Arcangela Rita Tricarico frequenta la terza media. 152


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

La notte è lunga

Matteo Urbano Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

I versi, di struggente intensità, dal lessico ricco di rispondenze ed echi, di sensazioni profonde, raccontano l’innocenza e la morte. 153


La notte è lunga La notte è lunga. Quel pover’uomo steso a terra nell’oscurità della notte geme Ad occhi aperti guarda il cielo, soffre. Eppure quell’ultimo fiato è pieno di vita. Nessun pentimento, una grossa ferita. La notte è lunga. Un uomo, innocente, muore. M. U.

Matteo Urbano frequenta la prima media. 154


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione

La forza della legalità

Lorenzo Volgarino

Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

Versi ben scanditi che fotografano la realtà che ci circonda: non c’è però resa o sconfitta. Il giovane autore sogna di unire le forze per proteggere la legalità. 155


La forza della legalità Legalità è convivenza civile, è un mondo dove la legge è rispettata, è lotta contro l’ingiustizia, è unione contro ogni forma di mafia. Legalità è lottare contro chi, con spietatezza, uccide un innocente. Legalità è svegliarsi e reagire denunciando l’omertà. Uniamo le nostre forze e il coraggio ci aiuterà a difendere la legalità. L. V.

Lorenzo Volgarino frequenta la seconda media. 156


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Noi Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Giovanni XXIII” Monte Sant’Angelo (FG)

Versi semplici nella struttura e nel linguaggio, ma efficaci per gridare all’umanità che il mondo può cambiare. 157


Noi Sono solo un ragazzo ma credo che il mondo possa cambiare. Ogni giorno sento al Tg storie di mafiosi, processi a Palermo, bambini che muoiono… Sono solo un ragazzo ma credo che il mondo possa cambiare. Il mondo si può trasformare: diamo lavoro alla gente, la mafia uccide sempre per soldi. Il mondo si può modificare con l’impegno collettivo. Noi siamo il futuro del mondo. La mafia si sconfigge con l’istruzione perché dove non c’è istruzione c’è illegalità. 158


Ma ciò non basta, ci vogliono persone che lottino e credano nella legalità. Sono solo un ragazzo di 11 anni e sento parlare di Gomorra, di droga, di morti innocenti, sento parole terribili. La mafia si può sconfiggere, però, se oggi apro gli occhi, vedo il male e questo mi fa tremare! Siamo solo ragazzi di prima media, ma insieme possiamo portare speranza là dove la mafia ha portato disperazione e dobbiamo credere in noi. Noi che possiamo cambiare il mondo.

Gabriele Ferrantino, Pasquale Bisceglia, Emanuele la Torre, R iccardo Melis frequentano la prima media. 159


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Preghiera

Andrea Augello Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

Con un ritmo liricamente incisivo, Andrea libera parole e sentimenti per costruire la sua “preghiera” e la sua speranza, quella di far trionfare la legalità. 160


Preghiera Ogni giorno in tutto il mondo c’è chi prega il Signore: fa’ finire questi mali che ci fanno disperare. C’è la mafia che dilaga e che sempre si propaga: con gli appalti e gli omicidi vanno avanti, non puniti. Non c’è più legalità, è un mondo senza pietà. E per questo ti preghiamo, dacci il bene quotidiano. Se le leggi rispettiamo tutti insieme, ci riusciamo a portare in tutto il mondo la legalità, sarà un sogno! A. A.

Andrea Augello frequenta la prima media. 161


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Siamo tutti uguali

Vito Fania

Scuola Secondaria di I grado - I. C. “S. G. Bosco - De Carolis” Rignano Garganico (FG)

Il testo, dal lessico semplice e l’espressione spontanea, propri della vera poesia, si caratterizza per l’immediatezza delle immagini e il respiro maturo. 162


Siamo tutti uguali Non importa il colore della pelle O se le persone sono brutte o belle Non importa la lingua ci comprendiamo ugualmente Anche se facciamo parte di un'altra gente Importa che noi siamo tutti amici E insieme sempre felici Noi tutti uguali siamo Indipendentemente da dove veniamo Non dobbiamo giudicare Ma tutti accettare E darci la mano anche da lontano...!

V. F.

Vito Fania frequenta la seconda media. 163


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

La legalità esiste

Luisa Fratino

Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

I versi, semplici ed efficaci nello stesso tempo, sono quelli di una ragazza che, con l’occhio fermo sul mondo che la circonda, prova tristezza per ciò che vede, ma non rinuncia a scegliere le parole per cantare la lotta per la libertà. 164


La legalità esiste Se ci metti un po’ di volontà agendo sempre con onestà, un mondo, avrai, di legalità. Se tutto questo farai gioia e serenità troverai. Contro la violenza devi sempre lottare affinché la pace possa regnare e gridare all’intera umanità che bello è vivere con giustizia e libertà. L. F.

Luisa Fratino frequenta la prima media. 165


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

La Mafia Cos’è

Leonardo Pio Natale Scuola Secondaria di I grado - I. C. “Dante - Galiani” San Giovanni Rotondo (FG)

Il giovane autore gioca con le parole e le emozioni per descrivere la mafia “fine della libertà”, ma anche per sognare che “forse un giorno tutto finirà…”. 166


La mafia cos’è La mafia è la morte, è la fine della libertà, la mafia uccide la legalità. La mafia è creata da gente che non ama per niente. La mafia corrompe, uccide speranze, arriva pure a spezzare le gambe. Non sanno i mafiosi che uccidendo un onesto troveranno altri cento di stesso contesto. E forse un giorno tutto finirà grazie a questa gente piena di bontà. L. P. N.

Leonardi Pio Natale frequenta la prima media. 167


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Tutto tornò come prima

Annachiara Volgarino Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (FG)

La poesia, nella sua semplicità e chiarezza, è un inno all’amicizia, accorato e sincero, originato da una schietta ispirazione. 168


Tutto tornò come prima Eravamo amiche, qualcosa però sconvolse le nostre vite, come due fiori di un prato travolti da un soffio di vento. Il rispetto e la sincerità non erano più nei nostri cuori, soffocati da insulti e invidia. Poi superammo l’ostacolo dell’incomprensione, l’odio si trasformò in dispiacere e perdono, e tutto tornò come prima. A. V.

Annachiara Volgarino frequenta la seconda media. 169


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione speciale

Tempesta

Silvia Pia Sportelli Scuola Secondaria di II grado - I. T. E. “G. Toniolo� Manfredonia (FG)

Grazie ad originali mezzi espressivi, i versi esprimono un senso di sospensione, che, con evocazioni personali, mette a nudo un’anima, smarrita e forte nello stesso tempo di fronte alla tempesta, avventura del suo cuore. 170


Tempesta Sei come il mare in burrasca, sei la meraviglia che splende nell’angoscia. Sei fragile come lo stelo di una margherita. Sei il sole e la luna una sola faccia di te posso scrutare. Sei l’arancio nel nero, sei lo scudo che ogni guerriero con sé vorrebbe avere. Sei il fulmine nella tempesta la roccia nel posto sbagliato, la pazzia… nella quiete. Difficile come un problema di matematica.

171


Ma… non importa a me il tuo essere perché tu sei l’avventura del mio cuore. S. P. S.

Silvia Pia Sportelli frequenta la II classe. 172


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Poeti stellati

Litania di una vittima sola

Martina Bisogni

Scuola Secondaria di II grado - Liceo “R. Bonghi” Lucera (FG)

Le strofe e i versi, che inquadrano bene la personalità artistica di Martina, si caratterizzano per il respiro maturo e coeso, e per la capacità di arrivare dritto al cuore di chi legge. 173


Litania di una vittima sola L’eco profonda della morte affoga nell’imbrunire del cielo. Non più rondini aspetta il mio cuore, affido la mia nostalgia a pezzi di nuvole mai raccolti. Il sole non riscalda l’attesa, aria e polvere son mie compagne. O amara illusione d’un giorno di pioggia dove consumasti le tue lacrime? Or non c’è pace per me, cerco conforto in spazi sepolti d’un amaro rifugio che osai chiamare casa. M. B.

Martina Bisogni frequenta la V classe. 174


La XIV edizione del concorso Il Sentiero dell’Anima si chiude qui. Grazie a tutti i partecipanti che ancora una volta hanno creato momenti rigeneratori, una ragione d’incontro e d’intesa che ci lasciano un’eco di tenerezza attraverso il racconto del viaggio dell’umanità, la voglia di conoscere e sperimentare, di scrutarsi nell’intimo senza timore di portare alla luce quei grumi di sentire che sorreggono efficacemente le pagine in versi.


Indice

Introduzione.................................................. Pp. 3-15

Premi e Segnalazioni La geo-fantastica dell’anima......................... P..

19

Poesia edita in italiano.................................. Pp. 21-33 Poesia inedita in italiano............................... Pp. 35-72 Concorso e oltre............................................ Pp. 74-77 Poesia inedita in dialetto............................... Pp 78-90 Poesia riservata ai giovani autori.................. Pp. 91-174

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