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EDIZIONI DEL ROSONE

centenario della Grande Guerra

1915 - 2015 1918 - 2018

€ 10,00 i.i.

Il Sentiero dell’Anima

PREMIO LETTERARIO XI Edizione - 2015


Premio Letterario XI Edizione - 2015

Il Sentiero dell’Anima

Edizioni del Rosone


Si ringrazia per la sensibilità e per il prezioso contributo: Amedeo Gioiellieri - Vineria del Corso - Termoidraulica Potenza Nicola - Torelli Gioielli - Impresa di costruzioni Bonfitto Matteo e Figli s.n.c. - Studio Longo - Totta impianti e muratura - Maxi Frutta - MGS Cartotecnica di San Marco in Lamis

In copertina: Canto XXVI dell’Inferno dantesco, pirografia di Filippo Pirro. Opera in permanenza nel parco artistico-ambientale de Il Sentiero dell’Anima. Le pirografie dedicate ai premiati sono di Daniela Pirro

© Maggio 2015 Edizioni del Rosone «Franco Marasca», via Zingarelli, 10 - 71121 Foggia edizionidelrosone@tiscali.it www.edizionidelrosone.it


Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro. Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto. È il mio cuore il paese più straziato. G. Ungaretti San Martino del Carso Valloncello dell’albero isolato, 27 agosto 1916

L’incipit dell’antologia vuole essere un invito e un monito nello stesso tempo a Non dimenticarsi di ricordare l’inutile strage quale fu la prima guerra mondiale, fonte di riflessione e di ispirazione per parecchi partecipanti a Il Sentiero dell’Anima 2015, nell’ambito del centenario. E rieccoci! Siamo di nuovo qui, per l’undicesima edizione del Concorso Il Sentiero dell’Anima, ancora una volta ricca di parole, di ritmi e di suoni che toccano le corde delle emozioni più profonde, evocando stati d’animo. Fare poesia oggi. Qual è il senso? Ci rendiamo conto, da quanto ci dicono non solo i grandi poeti, che è più facile far poesia che dire quale sia il senso 3


della poesia. Essa è una delle arti più alte, quella che fa dire all’uomo di essere degno di questo nome e, oggi più che mai, essa è una voce che deve parlare alle coscienze smarrite di fronte al mondo che ci circonda, all’uomo disorientato nel frastuono della vita, nel rumore incessante e meccanico di una quotidianità sempre più difficile. I versi, in queste pagine raccolti, rappresentano il grido di libertà, in una società in cui abbiamo sempre meno tempo per fermarci dentro noi stessi, per stupirci della nostra dignità, delle nostre possibilità. La Direzione Editoriale

* Ci preme sottolineare la presenza, nell’antologia, di categorie nuove. Poeti stellati: coloro che partecipano da più edizioni al Premio. Poeti meritevoli della Cittadinanza onoraria: coloro che, ricevuti tutti i riconoscimenti, continuano a partecipare al Premio.

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Centro culturale Il Sentiero dell’Anima

Edizioni del Rosone «Franco Marasca»

Fondazione Banca Del Monte Domenico Siniscalco Ceci

Fondazione Pasquale e Angelo Soccio

Il Sentiero dell’Anima Concorso di Poesia - anno 20i5 XI edizione Giuria Presidente Leonardo Losavio Componenti: Raffaele Cera

Fondazione Pasquale e Angelo Soccio

Marida Marasca Edizioni del Rosone

Antonio Pirro

Il Sentiero dell’Anima

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Comitato d’onore:

Primo premio poesia edita 2005

Sergio D’Amaro Giulio De Niro Maria Teresa Savino 2006

Michele Russo Valentina Di Stefano 2007

Gianna Sallustio 2008

Stefano Tonelli 2009

Mauro Montacchiesi 2010

Marcello Ariano Francesca Di Castro 2011

Gaetano Caricato 2012

Teresa Di Maria 2013

Mirella Romagnoli 2014

Gianna Cavarretta

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Premi e segnalazioni


Si scrive perché qualcosa si muove dentro...

Giungere all’undicesima edizione per un Premio poetico, nel secolo della corsa, del cemento, della comunicazione virtuale, dei surrogati emotivi, dei messaggi criptati, della velocità, è un’impresa e una conquista da non sottovalutare. Se, poi, a tale premio si vuole dare una sua precisa collocazione scenica, tra le fronde di alberi e arbusti, sotto la volta impalpabile del cielo, tra versi poetici incisi a fuoco, sculture come rocce calcaree e odori dimenticati, allora si parla di una sfida, incantevole, è vero, ma pur sempre ardua. Il premio letterario Il Sentiero dell’Anima, di fatti, nasce proprio dalla forte volontà di andare contro corrente, per ritrovare e restituire l’emozione che sa produrre la parola. E solo chi ha in sé una forte volontà è in grado di affrontare un’impresa così ardua. Ancora più arduo, però, è stabilire, tra le molteplici poesie che arrivano, quale premiare, qual è, tra tutte, la migliore. Arduo perché, giudicarle, richiede un criterio, un criterio che, in assoluto, possa stabilire il testo più emozionante ed evocativo. E qui nasce l’ennesimo problema. Le emozioni, le evocazioni, sono fattori troppo soggettivi per poter rientrare nel concetto di “assoluto”. C’è chi nella poesia cerca eleganza e precisione metrica, chi anela allo struggente esasperando parole e concetti, chi si emoziona nella sperimentazione, chi è solo affamato di suggestioni. Ognuno ha il suo criterio di assoluta bellezza. 21


Io, per esempio, son di quelli che diffidano della metrica e della bella parola. Per me non è la rima che rende, un testo, Poesia. Queste, per me, sono cose che appartengono all’estetica, alla superficie. Mi distraggono dalla profondità che possono emanare certe parole. Per me, la Poesia testuale vive nella semplicità, nel potere evocativo delle parole, parole che non devono per forza essere belle, ma magiche nel loro accostamento. La bellezza della poesia è negli occhi di chi la legge, non solo nella penna di chi la scrive… e allora diventi poeta anche tu, che ora leggi. Nessuna giuria può quindi valutare quale possa essere la migliore poesia. L’unica cosa che può fare è giudicare la poesia che, in quel preciso istante di vita, meglio si accorda con le loro emozioni. Oggi la poesia non può vivere solo nei libri o nelle antologie scolastiche, anzi, spesso in essi ristagna, si quieta, tace. Essa ha bisogno d’esser letta, declamata, vissuta. E allora, scrivere poesia, oggi, si fa ancora più necessario e rende più coscienti di sé, facendo risorgere qualcosa di dimenticato. Nel Purgatorio dantesco, qualcuno chiede a Dante chi sia. Lui risponde: «I’ mi son un»: io, nella poesia, divento uno a me stesso. Il mio essere sa più di me. «Che quando amor mi spira, noto»: qualcosa di esterno mi muove. Il poeta ascolta e prende nota. La condizione di Dante è propria dei poeti veri, ieri come oggi. Si scrive perché qualcosa si muove dentro e quest’azione permette di conoscersi meglio. «Nel filosofo accade il medesimo che nel poeta. Non è lui che filosofa ma è Dio o la natura. Anzi, dirò di più. 22


È la cosa che pensa se stessa in lui», sono parole di Benedetto Croce. Nella poesia, infatti, si toccano elementi sconosciuti alla coscienza, qualcosa che viene da un impulso che non sappiamo cosa sia e che Croce chiama l’archetipo. Una voce che hanno sentito tutti i santi, tutti gli scrittori, i poeti, i filosofi. Una voce di cui non si ha coscienza, da cui nascono parole, immagini, suoni del tutto nuovi, inediti. E, se una poesia è vera, lo stesso autore ne impara qualcosa. Questa estraneità della poesia ad un progetto, ad una trama prestabilita, la rende espressione di qualcosa che non è il poeta. È il momento di un contatto con l’Ignoto, con il Mistero, con Dio. Scrivere poesia, dunque, ieri ma ancor più oggi, muove da un’urgenza tentacolare verso il divino, verso se stessi, verso l’altro da sé, in una corsa verso lidi inesplorati, mondi sconosciuti, sentieri dell’anima. Leonardo Losavio Attore e scrittore

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Poesia edita in italiano

Poeti stellati - Segnalazione

La silloge colpisce per l’afflato spirituale, la ricercatezza estetica e l’unità strutturale che rende le poesie inanellate e sorelle. C’è, in di terra e di cielo, la luce intensa, bruciante del trascendente, e il suo contrario: il distacco, la presenza che si nega, il terreno, in un gioco di rimandi percorsi da una luce obliqua piena di spiritualità. 24


Maternità Porti nel tuo grembo il granello di senapa. Non sanno gli altri dei tuoi primi trasalimenti improvvisi. Ti raccogli nella persona come per una preghiera intensa. La tua grazia traspare discreta nel gioco sereno degli occhi. Si fanno più accorti anche i pensieri perché il sonno della creatura non abbia a macchiarsi. Sei la più bella terra del mondo. L’ancella mansueta del Mistero. Sei un fascio di luce nella paziente attesa intessuta di colloqui d’amore. S. P.

Sandro Palumbo, avvocato, è da sempre impegnato nel mondo della cultura e dell’associazionismo cattolico. Autore di varie pubblicazioni, è stato premiato in più Concorsi letterari. 25


Poesia inedita in italiano

Primo premio

Nei tuoi occhi

Sandro Palumbo Foggia

Lirica aperta al mistero, con versi graffiati da una scrittura scarna, eppure percorsa da una profondità e da una sorta di stupore fanciullesco, l’autentica sorpresa del cuore per qualcosa di inaspettato o semplicemente sperato, un sortilegio, l’incanto di occhi in cui “affiora la ricerca / di un Dio lontano”. 26


Sandro Palumbo, avvocato, è da sempre impegnato nel mondo della cultura e dell’associazionismo cattolico. Autore di varie pubblicazioni, è stato premiato in più concorsi letterari. 27


Poesia inedita in italiano

Poeti stellati - Menzione speciale

Il vento di Auschwitz

Antonio Bicchierri San Giorgio Jonico (Taranto)

Testo carico di sentimento, di tempo e di memoria in cui l’autore “racconta” la “lucida pazzia / di perversa umanità / e turpi intenti” con versi dal tono sofferto che liberano parole e sentimenti per ricordare al mondo la vergogna di Aushwitz. Critici autorevoli hanno recensito l’opera di Antonio Bicdi San Giorgio Jonico (Ta), pluripremiato per meriti letterari. Per questo ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Pluriaccademico, ha meritato la laurea Honoris Causa dall’Universum Academy Switzerland. chierri

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Il vento di Auschwitz “Arbeit macht frei”. Lucida pazzia di perversa umanità e turpi intenti nello sterminio di figli dello stesso Verbo... Cumuli di carne e ossa ammassate ricurve nel loro dolore dissolversi in cenere, portate via dal vento in quel cielo stanco e spento. Noi che mai abbiamo patito quell’odio e mai perduto quella libertà, quella stessa che oggi ci permette di essere uomini e non dimenticare. Lassù nel tempo son tornate a brillare le stelle illuminando volti di tante Anna Frank che avrebbero voluto vivere e nel giorno della memoria per un breve attimo faccio rivivere nelle coscienze nostre, in ognuno di noi.

A. B. 29


Poesia inedita in italiano

Menzione speciale

Al Sacrario di Redipuglia

Rosa Abbro Bizzozzaro Caserta

Versi intensi e non manieristici questi di Rosa Abbro Bizzozzaro. Si tratta di una poesia moderna che non rifiuta i canoni di quella tradizionale, che si snoda in una formula espressiva idonea ad esprimere gratitudine e rispetto per quanti cento anni fa hanno combattuto “per quella libertĂ desiderata; / mai conosciuta, ed ora maltrattataâ€?. 30


Al Sacrario di Redipuglia «Vorrei poter avere ali leggere per non contaminar con vile passo il suo sacro custode delle ossa di eroi che di morir furono fieri. Di sangue intrisa, di pianto e di sudore la terra che calpesto ha l’acre odore. ne prendo un pugno e me la stringo al cuore; è un forte abbraccio a gioventù violate che offrirono cantando i loro anni per quella libertà desiderata, mai conosciuta, ed ora maltrattata. Rimangono nel tempo ancor schierati, l’uno vicino all’altro allineati con la stessa divisa immacolata di fredda pietra a ricordare un nome, un luogo, un anno, un grado. Non c’è pietà diversa: ora son tutti uguali, accomunati dalla stessa sorte, accesi dallo stesso amore, dallo stesso ideale infervorati. Il vento che passa sulle tombe è una carezza che mi porta ancora l’eco dei vostri canti, il vostro ardore, i vostri passi, l’angoscia del dolore. 31


Non ho parole per potervi dire che sento il vostro sangue dentro me E di tutti mi sento figlia e sposa, sorella, amica e madre premurosa. Nel silenzio che avvolge questo luogo, dove trincee e traforati elmetti son testimoni di gloriosi giorni, un canto sento levarsi dalle tombe: è un coro maschio, vibrante e travolgente le cui parole sono sacro giuramento “siam pronti alla morte” gridato veramente! Ah! Giovani figli che sfidate il tempo Cantate, cantate ancora forte, miei cari eroi, cantate un’altra volta!» R. A. B.

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Poesia inedita in italiano

Menzione speciale

Chimera

Michela Basile Santa Cristina D’Aspromonte (Rc)

La lirica, con strofe e versi intensi, capaci di trasmettere sensazioni uniche, si caratterizza per immediatezza e profondità nello stesso tempo, il respiro maturo e coeso, la straordinaria capacità evocativa. Michela Basile, nata a Oppido Mamertina (Rc), vive a Santa Cristina D’Aspromonte (Rc). Il testo, pregevole per la modernità dei contenuti e della espressione, evidenzia una buona predisposizione per la scrittura in versi. Ad maiora! 33


Chimera Nella fenomenologia dell’anima affondano sogni e fiducie, come ignavie conferme, mutano in percezioni contorte, cadendo stravolti e senza indugi da zattere di gomma. Si spegne con essi la parola: fallisce, scoraggiata si abbandona. Gettato nel mondo un essere umano ricerca, affamato di vita, un appiglio comune. Ma è solo l’ennesima beffa: eluso dalla luce, ha detto addio alla Storia. Un nodo di emozioni sfiorite trasmigra all’orizzonte dei sensi. Questuano soli nella freschezza dell’alba infinitesimi brandelli di speranza... gli ultimi. M. B. 34


Poesia inedita in italiano

Segnalazione - Poeti stellati

Grigio antracite

David Miranda Moricone (Rm)

Versi, di grande misura etica, che si snodano in una formula espressiva connotata da capacitĂ evocativa, chiave di lettura e ragione di scrittura, dal sentimento del tempo, da rivalutazioni memoriali. 35


Grigio antracite Nessuna poesia a penna con inchiostro di Torlonia profumo. Nessun uscio ad aprirsi con suono di ferro e olio mancato. Nessun passo faticoso e conosciuto. Nessun sorriso di piuma ad abbracciare la mia paura di uomo. Nessuna mano esile e romanticamente solcata dai fiumi della vita, a sfiorare le mie gote, di nero carbone striate. Oggi le campane della domenica, cantano piano come jazz che di libertà e improvvisazione ancor non conosce virtù. Gli occhi miei persi lassù neniano di cielo grigio cenere e tempesta. Eppur mi sembra di udirlo ancora il ritmo tuo quello lento del faggio sull’abete di farina vestito. Mano saggia che come accarezza ancora plasma l’informe massa di millenaria tradizione. E non c’è pranzo e non c’è odore. Non c’è rosso di carne nutrito. Non c’è paglia di Vienna che qui sappia trattenermi. Non è più questa la domenica di suoni di luce, di sole e canto di liberazione. È nella tempesta che perso ancor mi sento tra l’onde di Atlantico mai domo che nel cuor fanno tormenta. Ora di respiro non so più farne consiglio. D’improvviso con sorriso ancor mi guidi 36


mi strattoni e mi riprendi come al pugilator che steso appare. Con gesto deciso mi sproni ad esser uomo. E poi come sempre mi è nel ricordo, con saggia mano la giusta via sempre rischiari. Una voce sola tra le tante ancor il negro canta: “Fai bene e fai come e meglio di virtù io t’insegnai” È quindi ora che di canto e liberazione sento ancor la forza. Come fardello leggero di conforto io sempre ancor dentro ti porto madre della madre mia vita della vita mia. D. M.

David Miranda, che è nato a Tivoli (Rm) e vive a Moricone (Rm), è il giovane architetto con la passione della scrittura, già noto a Il Sentiero dell’Anima che lo inserisce tra i Poeti stellati insieme a quanti sono “gli affezionati” del Concorso. 37


Poesia inedita in italiano

Segnalazione

Tremanti le tue parole

Selene Teresa Coccia Lucera (Fg)

Oltre il sè, c’è l’altro, suggerisce l’autrice con versi netti ed essenziali, incisivi e rapidi nella concezione e nella soluzione: l’attenzione all’uomo si incontra con il dolore del mondo, che “scalda” e viene scaldato. 38


Tremanti le tue parole Tremanti le tue parole. Balbuzienti. Il freddo gelava tutto dentro di te. Dai Balcani giungeva. E tu con lui. Neve mi feci. I denti nell’oscillazione rigida del battito. Secco. Di un tremore senza fine. Una maglia, un cappello, due calze e il tuo tremare abbracciato al mio cuore. E il sole venne a scaldare. 39


Il tuo corpo e l’anima mia. Con le tue parole. Balbuzienti. Per sempre. S. T. C.

Selene Teresa Coccia, architetto con diploma di consulente familiare, possiede, ci scrive, disponibilità all’ascolto, alla fermezza, al buonsenso, alla concretezza. Collabora con il periodico di cultura e politica “Cercasi un fine”, scrive articoli e testi poetici. 40


Al di lĂ di ogni graduatoria...


Poesia edita in italiano

Poeti stellati - Cittadinanza onoraria

Ancora una volta Mauro Montacchiesi non ha voluto mancare all’appuntamento con Il Sentiero dell’Anima e il suo Concorso. Ancora una volta ha inviato una sua pubblicazione Come Araba Fenice (Itinerario dell’anima tra poesia e prosa), ricca di sfumature, organizzata in differenti registri espressivi (ogni voce denota un carattere, un’anima, un peculiare atteggiamento emotivo e mentale). E ancora una volta il nostro autore si di42


Veliero relitto Senza fretta cammino sovrastato da un cielo plumbeo. Veliero relitto in mezzo al cemento. La pioggia fredda si insinua tra le crepe del legno e poi la sento ancora piÚ giÚ. Le palpebre sono pesanti ma aleggia un’arpa nel cuore. Poi la scossa di una brezza che chiude un capitolo che ne apre un altro. Ottobre urla il suo primo vagito.

M. M.

stingue per il poetare destrutturato e fresco e la forza evocativa della parola-sentimento che si respira nei suoi versi. La valenza della sua opera e il legame profondo che ha saputo costruire con Il Sentiero dell’Anima lo rendono degno della cittadinanza onoraria. 43


Poesia inedita in italiano

La retorica di un padre

Delia Cristina Renghea Foggia

Delia, italiana per amore, partecipa al Concorso con una poesia scritta in italiano a cui dĂ anche un titolo impegnativo. Impegnative sono anche le parole e le immagini che scaturiscono dal suo scrivere in versi. Il testo evidenzia una sensibilitĂ profonda e una grande capacitĂ di riflettere e far riflettere sui sentimenti e sugli affetti. Non si concede a descrizioni sovrabbondanti o leziose: non ha altro intento che valorizzare il rapporto padre-figlio. 44


La retorica di un padre Ti ho insegnato a dire sempre la verità, perché io sono un bugiardo. Ti ho insegnato ad essere generoso, perché io sono un ladro. Ti ho insegnato cos’è la libertà, perché mi sono sentito prigioniero, recluso dalle mie parole, nel mio essere. Ti ho insegnato come guardare avanti, perché ho vissuto nelle tenebre del passato. Ti ho insegnato il contrario di me, per poter capire attraverso le tue azioni, che sfumatura ha il mondo dei buoni. E... dopo tutto, non mi rendo ancora conto, sono filantropo o solo un egoista? Se tu, sarai sedotto dall’eccellenza o il mondo cupo d’un inaduegato ottimista? D. C. R.

Delia Cristina Renghea, nata a Bechet in Romania, vive a Foggia. Nel paese che l’ha accolta, non vive da straniera, ma si apre a tutto quanto può arricchire il suo bagaglio culturale. 45


Poesia inedita in dialetto

Primo premio

Quistë è u munnë

Teodoro De Cesare Vercelli

Lirica dalla forte musicalità e dai contenuti interessanti, densa di richiami alla migliore tradizione dei canti popolari. Scene di guerre percorrono tutta la composizione definendo suggestivi ambienti, situazioni e figure. 46


Teodoro De Cesare, nato a San Marco in Lamis, vive a Vercelli dove è docente presso l’Istituto Alberghiero di Gattinara. Impegnato su piĂš fronti, scrive poesie, racconti e piccole sceneggiature, fin da ragazzo. 47


Quistë è u munnë Quest’ è a tazzë e quistë è u munnë Jë më faccë tunnë tunnë Quistë è u bëscottë e quistë u paesë Jë më magnë tuttë la spesë Quistë è u ʻmbrellë e quistë u përtonë Së iscë forë të mbunnë u cavëzonë Dammë nu vasë mbrondë Mittë na rosë mpettë Camminë chianë chianë E stattë sempë attentë Quistë è u criatë E quistë a criaturë Simë rumastë sottë a nu murë Nu matonë qua nu matonë là Daccapë ima ʻbbià Chi s’è ʻbbiatë tardë E chi troppë prestë Së cë fërmammë mo’ Fëniscë tutt’a festë A festë në ccumenzë Së n’è sunatë a messë Së n’è passatë u santë 48


Scëccattatëvë tuttë quantë E po a unë a unë Lassatë i uagliulë Facitëli crescë senza prescë Onna crescë com’ i rastë Com’ u lievëtë ʻnda pastë Comë vonnë lorë Comë na funtanë quannë scegnë E u tragnë ca zë rregnë Stizzë ngropp a stizzë Mbizzë a nu lëmëton Tè paurë purë nu lijonë Questë è a terrë e questë a sumentë U valent’om ʻnzë lamentë Quistë è u jurnë e questë è a nottë Më so fattë comë na vottë M’hannë chiusë pur’ a vocchë E sta cascë në nzë tocchë Tucchë qua tucchë là Cë straccamë pë campà Tucchë ngoppë tucchë sottë Tuttë l’ovë zë so rottë T. D. C.

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Questo è il mondo: / Questa è la tazza e questo è il mondo / io divento tondo tondo / / Questo è il biscotto e questo è il paese / io mangio tutta la spesa / / Questo è l’ombrello e questo è il portone / se esci fuori ti bagni i pantaloni / / Dammi un bacio in fronte / metti una rosa sul petto / cammina lentamente e stai sempre attento / / Questo è il creato / e questa la creatura / siamo rimasti sotto a un muro / / Un mattone qui e un mattone lì / dobbiamo ricominciare daccapo / / C’è chi s’è avviato tardi / e chi troppo presto / se ci fermiamo adesso / finisce tutta la festa / / La festa non comincia / se non è suonata messa / se non è passato il santo / / Schiattate tutti quanti / / E poi uno ad uno / lasciate i ragazzi / lasciate che crescano senza fretta / devono crescere come le piante / come il lievito nella pasta / come a loro piace / come una fontana quando scende / e il secchio che si riempie / / goccia dopo goccia / sul limite del burrone / ha paura anche un leone / / Questa è la terra e questo il seme / l’uomo forte non si lamenta / / Questo è il giorno e questa è la notte / sono diventato quanto una botte / / Mi hanno chiuso anche la bocca / e questa cassa non si tocca / tocca qui tocca lì / ci stanchiamo per vivere / / Tocca sopra tocca sotto / tutte le uova si sono rotte.

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Poesia inedita in dialetto

Menzione speciale - Poeti stellati

Er binario 23

Carla Barlese Roma

Sono testimonianza preziosa di storia civile e culturale i versi della Barlese. Il lessico, semplice e sincero, e la capacitĂ espressiva, limpida e netta, raccontano scorci di vita, desolati ma reali, del “binario 23â€? di una stazione ferroviaria. Immagini dirette e rapide, affidate alla partecipazione sentita di chi scrive, danno voce a quanti purtroppo voce non hanno. 51


Er binario 23 Fin da pischella me piaciono li treni, ‘ n commide carozze se circola sereni, perciò ora bazzico e stazzioni feroviarie, pari ‘nvisibbile tra umanità varie. Magno ndo’ capita, abbasta poco, oramai d’ ‘a vita sto fori gioco; avvorte me sento più triste e più sola, ‘ n friccicarello me pizzica ‘n gola, ripenzanno ar dramatico passato, allorchè fora de casa m’hanno buttato. ‘N busca de compagnia nee sale d’aspetto, me metto a sede ar solito angoletto; solo ‘n randagio viè vicino e me fiuta, mentre ’a gente s’abbracica e saluta, ‘ n comune ‘na prescia ‘ndiavolata, de sicuro da quarcun sar’ aspettata! Io nun ciò più gnisun che me soride, anzi quarche tamarro puro me deride, eppur’ ero ‘na donna ganza e sverta, ma ner percorso mai ‘na giusta scerta. 52


S’è fatto morto tardi, ‘a sala se svota, ar petto sento ‘a trafitta ormai nota, dovrebbi famme da ‘n dottore visità, m’ a voja de vive più nun ce sta So’ fracica, er marmadrone a quota mille, ‘ na brutta fine pe’ na perzona da faville; straccamente me dirigg’ ar binario 23, tra poco partirà ‘n treno… solo pe’ me.

Carla Barlese, di Torrice (Fr), vive a Roma. Amante della poesia, in particolare di quella in vernacolo, ha trasmesso questa sua passione agli studenti incontrati nella sua vita di docente. Premiata più volte con vari riconoscimenti, è stata già segnalata anche nel nostro Concorso nella sezione B, quella della poesia inedita in italiano. 53


Il binario 23: /Fin da ragazzina mi piacciono i treni, / in comode carrozze si viaggia sereni, / perciò ora frequento le stazioni ferroviarie, /sembri invisibile tra umanità varie. / Mangio dove capita, basta poco, / ormai dalla vita son fuori gioco; / a volte mi sento più triste e più sola, / un nodo di pianto pizzica in gola, / ripensando al drammatico passato, / allorchè fuori di casa mi hanno buttato. / Cerco compagnia nelle sale d’aspetto, / mi siedo sempre al solito angoletto; // Solo un randagio s’avvicina e mi fiuta, / mentre la gente si abbraccia e saluta, / in comune una fretta indiavolata, / di sicuro da qualcun sarà aspettata! // Io non ho più nessun che mi sorrida, / anzi qualche teppista pure mi deride, / eppure ero una donna intelligente e svelta, / ma nella vita mai una giusta scelta. // Si è fatto molto tardi, la sala si svuota, / al petto sento la trafitta ormai nota, / dovrei farmi visitare da un dottore, / ma il desiderio di vivere non c’è più // Sono malata, l’oppressione a quota mille, / brutta fine per una persona da faville; / stancamente mi dirigo al binario 23, / tra poco partirà un treno… solo per me.

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Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Primo premio ex-aequo

I Fanti

Aniello Nardella I.C. “San Giovanni Bosco - F. De Carolis” San Marco in Lamis (Foggia)

Versi intensi ed incisivi questi del giovane poeta, che canta “i tanti volti, i tanti nomi, le tante croci” della Grande Guerra e ricorda agli adulti e ai giovani che essere Italiani è una grande responsabilità. 56


I FANTI Tanti i volti, tanti nomi Tanti i fanti inviati al fronte In onor dell’Alleanza Per la nostra Patria Italia Austria, Germania, Ungheria Un nemico da combattere Francia, Gran Bretagna, Russia Un amico da appoggiare Le trincee la loro casa Le lettere d’amore la loro voce Lontani dall’amata terra Lontani dall’amata sposa Quante croci sopra i monti Quante croci lungo il Piave Tante croci nessun volto Tante croci nessun nome A. N.

Aniello Nardella ha 14 anni e frequenta la terza media. Ha scritto la poesia “non per vincere, ma per ricordare il centenario della prima guerra mondiale.” 57


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Primo premio ex-aequo

Pace e guerra

Salvatore Perna Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio� Torremaggiore (Foggia)

I versi, semplici nella forma e nel messaggio, si presentano quasi come un accorato monologo interiore. Tra la guerra e la pace, il giovane autore sceglie di cantare la pace. 58


Pace e guerra La pace è un momento di gioia, la guerra un momento di noia, tristezza e malattie, epidemie e carestie. La pace porta serenità e anche nobiltà, ma soprattutto la felicità dei bambini e la tristezza dei cecchini. S. P.

Salvatore Perna ha 12 anni e frequenta la scuola media. 59


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Primo premio ex-aequo

Corro

Matteo Pio Lotto Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (Foggia)

Versi genuini, parole intense e ritmo incalzante raccontano la passione per il pallone e la violenza che spesso accompagna questo sport. “Prenderò speranza e mondo / e ne farò una cosa sola” conclude il giovane poeta. Che bella lezione! 60


Corro Corro, il pallone è tra le mie gambe, calcio forte, il mio compagno è vicino alla porta... un attimo, è goal! Non faccio in tempo a gioire, sento boati, in lontananza, ho paura, piango, cerco rifugio. Tutto intorno a me è distrutto. Prenderò speranza e mondo e ne farò una cosa sola. M. P. L.

Matteo Pio Lotto ha dodici anni e frequenta la scuola media. 61


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Caro fanciullo

Martina Bocale Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (Foggia)

La poesia è un inno al “fanciullo”. I versi e le parole di struggente intensità si rivolgono a tutti quei bambini, che chiamati futuro del mondo, non sono rispettati, anche nel presente “nemmeno un po’”. 62


Caro Fanciullo Ogni fanciullo ha diritto alla libertà, ma in molti Paesi questa non è la realtà: il bambino è costretto a lavorare e un mondo migliore non riesce ad immaginare; di una famiglia ha bisogno per realizzare il suo sogno. Sì, caro fanciullo, lo so, la storia non ti ha rispettato nemmeno un po': La Rivoluzione Industriale nelle fabbriche ti ha fatto lavorare; sfruttato, maltrattato e malpagato ogni diritto in assoluto ti è stato negato; con la tratta dei neri, davvero merce pregiata eri; con l'avvento del nazismo, quel periodo di stupido assolutismo, ai campi di concentramento eri condannato se da stirpe ebrea eri nato e morivi di stenti e dolore, in mezzo a quel pazzo orrore. Oggi la tua situazione non è tanto cambiata. E in alcuni casi la sorte è segnata: sei costretto ad ammazzare ed in mano un fucile devi portare; 63


talvolta diventi bomba-umana per creare una strage disumana; ti insegnano il tuo fratello ad odiare perchĂŠ ti sia piĂš facile ammazzare. Eh, sĂŹ, piccolo amico, il mio augurio qui lo scrivo e lo dico: che parole come giuoco, famiglia ed amore possano rendere il tuo futuro migliore e che ti sia concessa l'istruzione, unico mezzo di liberazione. M. B.

Martina Bocale frequenta la III F della scuola media. 64


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

La guerra

Alessia Pia Cicchetti Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (Foggia)

La visione di un mondo non pacificato è motivo di preoccupazione per Alessia, che produce versi accorati e arriva a chiedersi: “Guerra sarai tu la fine del bello?” 65


La guerra Oh come sei cattiva, oh cosa riesci a combinare: le menti si accendono, le mani si preparano tutto si mette in moto anche i fogli di carta fanno il loro ruolo. Oh guerra, ricordi indelebili provochi come ferite sulla pelle. Molte volte accade solo per invidia, gelosia e per avere il dominio del mondo. La libertĂ , la vita, il sorriso, il gioco sono tutti diritti che tu vieti. Sanguinosa sei tu oh guerra che ogni uomo fai soffrire. Guerra che ti fai strada in ogni cuore impuro. Sei tu, oh guerra che ci inebri con il tuo vocabolo, sei tu che irrompi in questi cuori. Guerra sarai tu la fine del bello? Si oh guerra poni fine a tutto! A. P. C. Alessia Pia Cicchetti frequenta la scuola media. 66


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Sognare

Michele Pannarale Scuola Secondaria di I grado - “Padre Pio” Torremaggiore (Foggia)

Nel testo camminano insieme sogni e realtà in immagini “poetiche” capaci di trasmettere grandi emozioni. 67


Sognare Ho imparato a sopravvivere, ci sono riuscito, ma che senso ha praticare, ciò che sai fare? Spingiti più in alto che puoi, prova a fare ciò che adesso non puoi fare, non ti importare di quelle persone che sanno parlare, per danneggiare, l’importante è saper imparare, a sognare, a realizzare, ciò che adesso non puoi fare. M. P.

Michele Pannarale frequenta la scuola media. 68


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Mamma

Carolina Masullo I.C. “San Giovanni Bosco - F. De Carolis� San Marco in Lamis (Foggia)

Ancora una volta la magia del piĂš grande dei sentimenti ha ispirato una giovane poetessa, che, con un linguaggio semplice ma sentito, prova ad immaginare la mamma nella sua vita. 69


Mamma Io pensavo che cosi sarebbe per sempre... Io credevo che io e te solo una cosa sola... Io mi ricordo questo bellissimo momento, quando mamma mi sorrise e noi voliamo contro vento come fossimo uccelli in cielo io tutta la note non dormivo io volevo gridare a tutti -Mamma! Ma perché non parli? Stai vicino alla finestra come fossi… Solo tu esisti unica in questo mondo… -Mamma! Scusami se ho sbagliato Io volevo che tu sorridessi un po’ come prima! -Mamma! Ti ricordi noi ballavamo e cantavamo bellissime canzoni! E ora mamma guarda… Io sto vicino al mare, sbattano le onde… Onde come i pensieri…. C. M.

Carolina Masullo frequenta la terza media. Ha scritto, dice, non per vincere, ma solo per sognare di avere accanto la mamma, “l’unica persona che vuole bene”. 70


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Segnalazione

Sorridere

Giulia Dragonetti Scuola Secondaria di I grado “Padre Pio” Torremaggiore (Foggia)

I versi, grazie alla vigilanza nel comporre e nell’esprimere, sono ricchi di dolcezza e forza nello stesso tempo, capaci dunque di ribadire l’importanza del “sorridere” per l’uomo di ogni tempo. 71


Sorridere Ho sentito pronunciare la parola "sorridere" ma non so cosa voglia dire... forse indica qualcosa di bello, un cibo gustoso o un elegante vestito. Non lo potrò mai sapere perché un pezzo di pane al giorno è ciò che mi spetta ed ho solo una maglietta, anche se certe volte ho freddo. Ho chiesto: - Cosa vuol dire "sorridere"? Sorridere è essere spensierati, gioire, ringraziare il mondo per tutto quello che offre. Sorridere è la brezza mattutina sul mare, è il gioco delle nuvole nel cielo che sembra non fermarsi mai. Voglio sorridere anche io voglio dimeticare la triste realtà che sono costretta a vivere voglio che la mia vita non sia più come un giorno in tempesta. G. D. Giulia Dragonetti frequenta la seconda media. Appassionata di basket, e innamoratissima del suo setter irlandese “Argo”, Giulia, che fa parte del gruppo locale Scout/Agesci, ama scrivere in prosa e poesia. È già stata premiata nell’edizione 2014 nell’ambito del concorso letterario “Buck&book.” 72


Riportiamo l’immagine che accompagna e spiega opportunamente il testo di Sorridere. Grazie Giulia! 73


Poesia in italiano o in dialetto riservata a giovani autori della scuola secondaria di i e ii grado

Menzione speciale

Tragici Sogni

Martina Dota Scuola Secondaria di I grado “S. Pertini” Ortanova - (Foggia)

Versi lontani da stanche schematizzazioni, quelli di “Tragici sogni”. Parole ispirate e cariche di sentimento ricordano a tutti la sacralità di chi scappa dal proprio mondo e spera di costruire una vita diversa. 74


Tragici sogni Scappano, scappano dalla loro terra, dalla loro famiglia, dalla loro vita, scappano dalla guerra. Hanno paura di ciò che potrebbe succedere, di ciò che potrebbero vedere, di non aprire più gli occhi, di non vedere più il mare, di non sentire il sole bruciare sulla pelle, di non sentire il freddo pungente, di non poter vivere. Sperano, sperano nella vita, sperano in noi, sperano in Dio, sperano nel futuro. Credono che sia davvero possibile ricominciare, imparare una nuova lingua, trovare un lavoro, sorridere nuovamente. A volte, però, cadono, cadono nell'acqua gelata, inghiottiti dalle onde alte come la paura, dal mare profondo come i loro sogni. 75


Cercano cercano di aiutarsi, cercano un modo per sopravvivere sperano che la loro fine non sia quella. A volte, però, il punto alla fine della loro storia, non è una bomba a metterlo, non è la vecchiaia, non è la gioia di un nuovo inizio ma la fine di un tragico sogno. M. D.

Martina Dota frequenta la terza media. Impegnata nella pallavolo, ama leggere e scrivere in versi. 76


Fondazione Banca del Monte Domenico Siniscalco Ceci

FONDAZIONE PASQUALE E ANGELO SOCCIO

Premio Letterario XI Edizione 2015 Concorso di Poesia il Sentiero dell’Anima

ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE Rilasciato a

per alti meriti culturali Il Segretario

Il Presidente

La Commissione

Edizioni del Rosone «Franco Marasca»


... Maggio 2015

Seria e attenta, come sempre, è stata la selezione delle opere da parte della giuria che ha premiato, segnalato e menzionato, consapevole che i risultati del Concorso vanno oltre i primi posti. Tanti i testi meritevoli di essere presi in considerazione, anche quest’anno. Di qui, quindi, questa parte dell’antologia che dà spazio a chi, adulto o giovane, si è distinto per la capacità di ricomporre pensieri ed emozioni. Di fronte ad ogni testo, da quello più fragile e istintivo, a quello più tecnico ed elaborato, ci si rende conto di aver appreso qualcosa, di aver ricevuto un invito ad una riflessione più attenta e consapevole rispetto al nostro sentire.

Poesia inedita in italiano - Sez. B Te lo devo, mamma di Valeria Caravella, Foggia. «Te lo devo, mamma./ Credi che non lo sappia?… Ma di tutto quello che tu mi hai dato io qualcosa dovrò pur farne/ è troppo per me/ un enorme avanzo/… Te lo devo, mamma/ a te, a chi se no?» I versi provano che nella poesia è possibile riconoscere 78


l’eco della nostra esistenza. È un testo dalle immagini forti e sentite, dalla scrittura impulsiva e ragionata insieme, che svela verità intime e profonde raccontate con un lessico accorato. *** L’ora segnata dal destino di Giulia Malinverno Ricceri, Arcidosso (Gr). «… espierà le colpe di chi vinta la Prima impose al vinto/ quel diktat che inacerbì la sconfitta? Non fu subito chiaro/che quella Prima già Grande teneva il germe/ di un’infamia ancor più frustrante, e furono entrambe Mondiali/…» Testo dal ritmo incalzante, volto a denunciare con coraggio il dolore e i lutti provocati dalla Grande Guerra prima, dal secondo conflitto mondiale poi. Capirà mai l’uomo l’inutilità della guerra? Sembra chiedersi Giulia. *** Vieste…, svegliati di Antonio Lombardi, Vieste (Foggia). «Perché taci, o virente vestale!/ Tu non sei morta,/ se pur nobil”casta”/ mira a tal pensiero/… Non ti domandi mai/ che resti a fare insieme a pochi./ La sulla collina, sulla sabbia,/ se molto del tuo vivere/ è andato oltre l’orizzonte.» Lontano dai rigori del regime letterario, l’autore usa parole e costruisce versi dal tono sofferto e orgoglioso, propri di chi prova un amore straordinario per la propria terra. 79


Poesia inedita - Giovani autori - Sez. E Un mondo a colori, di Elena Tavaglione, I.C. ManiconeFiorentino, Scuola Primaria, Vico del Gargano (Fg). «Con la mia tavolozza/ vorrei colorare il mondo,/ non farlo sembrare così grigio,/… Il mio quadro deve essere tutto colorato/ senza neanche uno spazio grigio:/ un mondo a colori». Sono versi che hanno quasi il tono sommesso di una confidenza, che liberano le parole e i sentimenti, per cantare “un mondo a colori”. *** La mia mamma, di Antonia Pia Mastromauro, Scuola Primaria San Giovanni Bosco, Rignano Garganico (Fg). «Cara mamma sei bella come una rosa,/ radiante come il sole,/ attiva come un leprotto,/ veloce come un furetto,/ profumata come un’essenza,/ dolce come una torta». I versi, dalle immagini forti ed immediate, dalla scrittura impulsiva e ragionata insieme, cantano l’amore più grande, quello per la mamma. *** Guerra, di Francesca Pia Cicchetti, Scuola Secondaria di I grado Padre Pio, Torremaggiore (Fg). «Al calar del sole tu uomo,/ pensa al domani con amore./ Non usare armi,/ non usare lingua,/ non usare gesti, / non usare i social network per odiare». I versi, sentiti nella forma e nel messaggio, rivelano un 80


loro particolare vigore, un’urgenza di guidare l’umanità verso tempi e spazi di pace. *** Per papà, Francesco Di Fiore, S.M. De Carolis, San Marco in Lamis (FG). «… Grazie a te, papà, ho imparato/ a crescere piuttosto veloce,/ ho imparato a progettare il futuro./ Grazie a te, papà, sono diventato più forte/ e soprattutto più maturo». Il testo, semplice e profondo nello stesso tempo, prova che la poesia è la vita che ci portiamo dentro. Esso serve a Francesco per ringraziare il suo papà.

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Il Concorso e oltre … Nel corso degli anni, dalla I alla XI edizione, abbiamo conosciuto e incontrato tante persone provenienti da tutte le parti d’Italia. Naturalmente abbiamo stretto tante amicizie, di cui siamo orgogliosi. In particolare abbiamo stretto legami meravigliosi con scuole, docenti e studenti. Tra questi c’è la scuola media di Orsara di Puglia (Fg) che ha partecipato a tutte le edizioni. Una fedeltà che quest’anno abbiamo rischiato d’interrompere. Perché? I nostri amici si sono ricordati tardi dell’iscrizione al Concorso. Abbiamo colto il loro dispiacere e abbiamo pensato di permettere loro di essere qui oggi con le poesie, frutto di serio impegno.

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Daniel Frisoli

Scuola Media di I grado - II F - Orsara di Puglia (Foggia)

Una Guerra Sanguinosa Ci son stati tempi duri amici, parenti in sacrificio per noi: sangue innocente per la libertĂ . Catastrofe. Morti da eroi tra bombe, carabine e fucili. Capiremo mai il dolore vissuto da loro? Ricordare e ringraziare solo questo possiamo fare.

I versi, semplici ma incisivi, ricordano e ringraziano quanti durante la Grande Guerra hanno combattuto per l’Italia. 83


Ylenia Pia Acquaviva,

Scuola Media di I grado - II F - Orsara di Puglia (Foggia)

Il mio mondo Tu che di guerre del mondo sei stata la prima, tu che di guerre nel mondo sei arrivata in cima. Hanno aperto le porte con di fronte te e la morte, usavano armi e fuoco come per un vecchio gioco. Io non ce l’avrei fatta, non sarei stata adatta, mi spaventa tutto questo e non riesco a pensare al resto. Io sono nata dopo quasi cent’anni, erano già stati risolti i danni. Eppure se ne ha un forte ricordo e le dita ancor si mordon.

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Si è sbagliato due volte, io ne sono sommessa, non vi sian piĂš rivolte, voglio l’Europa sempre la stessa!

Il ritmo incalzante e il lessico giovane esprimono a 100 anni di distanza il dolore per una guerra, detta grande, che ha portato lutto e distruzione. 85


Leonardo Pio Pelosi

Scuola Media di I grado - II F - Orsara di Puglia (Foggia)

Cento anni fa Un giovane chinato nei campi un dì molto lontano riceve una chiamata: l’Italia ti reclama. Ha vent’anni e molti sogni: una moglie, dei figli, una casa, un po’ di terra. Ubbidisce, forte, saluta mamma e amici. Non torna più. Muore lontano e solo. La guerra dei Potenti lui l’ha combattuta. “Evviva!”, abbiamo vinto. Peccato: lui è morto. Il testo, frutto di una genuina ispirazione, è quasi un testamento per gli uomini del nostro tempo. Il giovane poeta libera parole e sentimenti per far arrivare a tutti il suo grido contro la guerra. 86


Mario Ungaro, Scuola Media di I grado - II F - Orsara di Puglia (Foggia) Nel sangue la vita Che cos’è il sangue? Che sia animale o sangue umano, che sia nei campi di battaglia o nelle deserte città, sul corpo di un bambino o sull’arma di un soldato. Che cos’è il sangue? Mi fermo e penso: è guerra, angoscia, morte oppure è vita, libertà, giustizia? Ecco, dopo cent’anni in testa mille pensieri: è solo storia passata? La guerra è finita, la loro vita non è inutilmente finita. La storia, la vita scritta nel sangue è per sempre.

La celebrazione del centenario del conflitto del ‘15-‘18 ispira il giovane poeta che dà corpo alle sue emozioni con versi semplici e spontanei. Essi sottolineano l’inutilità della guerra. 87


Giuliana Gesualdo Scuola Media di I grado - I F - Orsara di Puglia (Foggia) La magia della fantasia Cavalcando l’onda della fantasia ci ritroviamo in un mare di sogni e di libertà. Qui tutto è ammesso: la vita è un avventura unica e sensazionale, un mondo diverso dove si può vivere come meglio si vuole. Qui, comanda la tua mente ed il tuo cuore; tutto è possibile... basta crederci.

Con un ritmo liricamente incisivo, Giuliana si lascia trasportare dalla fantasia e libera parole e sentimenti per dire al mondo che la circonda: “tutto è possibile... / basta crederci!” 88


Sofia Bove Scuola Media di I grado - I F - Orsara di Puglia (Foggia) Dolce melodia Note che volano leggere su infiniti binari dove viaggia il treno della fantasia accompagnato da una dolce melodia. Dolce melodia che risuona nella mente regala gioia e allegria mi accompagna dolcemente come farfalle di primavera sola nel mio mondo lasciando fuori si chiude la porta dei rumori, si apre la finestra delle sensazioni. Silenziosamente le dita toccano tasti là sui tasti solo bianco e nero davanti ai miei occhi e fantasia di colori nella mia mente mi colora l’animo di luce resuscita la mia voglia di creare dolce melodia. Ancora un viaggio nel treno della fantasia. Coinvolgente è il ritmo vivace dei versi, che cancella inquietudini e “resuscita la mia voglia di creare /dolce melodia”. 89


Federica Belluscio Scuola Media di I grado - III F - Orsara di Puglia (Foggia) La mia vita Se la mia vita finisse adesso non ne sarei dispiaciuta. Non ho mai tenuto in gran conto la mia vita ma l’ho sempre messa da parte per far posto a quella degli altri. In questi miei anni di vita posso dir cosa sia esistere. È in gran parte sofferenza. sofferenza, per chi vive veramente, per chi ama. La vita è felicità per gli ipocriti, per gli illusi. Cosa fare? Niente, i giorni passano l’uno dopo l’altro 90


lasciando dentro di noi, ogni volta, un segno che cercheremo di cancellare ma invano.

Il testo, semplice e spontaneo, vuole essere uno strumento di protesta, un’arma simbolica per esprimere la sofferenza e le inquietudini di un animo adolescente che si chiede: “La vita è / felicità per gli ipocriti / per gli illusi / Cosa fare?” 91


Ed eccoci alla conclusione del “viaggio” che ci ha portati a Il Sentiero dell’anima 2015. Numerose come sempre le adesioni, tanti i testi dalle variegate modularità espressive. Negli anni passati spesso abbiamo parlato della cospicua partecipazione al nostro Concorso dei ragazzi e della scuola. In questa edizione le iscrizioni dei giovani hanno superato quelle degli adulti. Noi non ci siamo meravigliati, abbiamo pensato alle parole pronunciate dall’Unesco, quando, nel novembre 1999, proclamò il 21 marzo “Giornata mondiale” della poesia: La poesia è lo strumento attraverso il quale i giovani possono compiere un’introspezione personale in un tempo in cui il mondo esterno li alletta con un allontanamento dal proprio essere. La poesia andrà celebrata dalle scuole e nelle scuole. L’Unesco non dimentica chi giovane non è più, e così recita: Al mondo d’oggi ci scontriamo contro bisogni estetici non soddisfatti. La poesia può incontrare tali bisogni se viene riconosciuto il suo ruolo sociale di comunicazione interpersonale. Nella consapevolezza che la scrittura in versi può superare gli ostacoli dello spazio e del tempo, diamo appuntamento alla XII edizione del Premio e a quanti si educano a cogliere da ciò che li circonda affetti, impressioni, fiori e libellule per farne materia di Poesia.


EDIZIONI DEL ROSONE

centenario della Grande Guerra

1915 - 2015 1918 - 2018

Il Sentiero dell’Anima

PREMIO LETTERARIO XI Edizione - 2015


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