Responsabilita' sociale e tecnologia solidale n.4-5, anno I, Luglio-Agosto 2012

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EDITORIALE Bruno Calchera

Welfare in caduta libera... Il paracadute della realtà I fatti spiegano sempre meglio come vanno le cose. E’ inutile fare la filosofia del Welfare sostenibile se poi i fatti tradiscono le grandi intenzioni. I fatti non sono solo quelli che devono venire, sono quelli che indicano una evidenza. Qualcosa che c’è. Vi saranno cose imperfette, ma se non si parte da una verifica dei fatti non è possibile costruire qualche cosa di nuovo che si innesti sul presente. Dai fatti non nasce solo l’ analisi – che sembra carpire le attenzioni di tutti e dare uno spunto di conoscenza del reale – ma emerge l’evidenza di fattori importanti che fondano anche un positivo da valorizzare. L’analisi si traduce in statistica, l’evidenza di positività in prospettiva di emulazione, di allargamento, di realismo possibile. I fatti o si guardano, prima di analizzarli per ciò che sono o si perdono per strada, magari proprio nello spezzatino dell’analisi. LA PRIMA QUESTIONE È: LA SUSSIDIARIETÀ SERVE O NO? Il metodo della vicinanza, della libera scelta, della cittadinanza che si associa ed interviene per soccorrere al bisogno ha ancora cittadinanza? Il Terzo Settore sembra voler resistere, nonostante la crisi. Il Non Profit però cammina se riconosciuto, se visto come risorsa. L’assistenza sociale e sanitaria, la cura dell’ambiente, l’educazione dei più piccoli sono, per fare alcuni esempi, i terreni fertili in cui la sussidiarietà ha dimostrato di poter essere ciò di cui ha bisogno la società. Anzi ha dato sviluppo al volontariato e ha suscitato azioni che vengono giustamente additate come “buone prassi”. Ma il principio di sussidiarietà si abbevera nella libertà di scelta: libertà di chi opera, libertà di chi sceglie. E’ ampiamente dimostrato che i suoi costi sono inferiori a quelli della pubblica amministrazione e del mercato for profit. Eppure c’è ancora qualcuno, che nostalgico del

controllo sulle azioni della società, pretende di annacquare la bontà della iniziativa dei cittadini. Anzi più tale iniziativa è libera, efficace, più va controllata e supervisionata per essere strumentalizzata a fini di bassa macelleria politica. Vi sono esperienze grandi e piccole che fanno cose importanti. Il fatto più eclatante è la presenza di migliaia di Associazioni scritte sui registri della P.A.: Cooperative O.N.L.U.S, Associazioni, Fondazioni, ONG che operano all’estero. Immaginiamo di togliere queste risorse, cosa resta nella realtà? Non solo un grande bisogno insoddisfatto, ma un senso di vuoto umano che rende la vita irrespirabile. Vi sono iniziative nate dal solidarismo cristiano e quelle dall’umanesimo socialista. Che per lo più cooperano insieme. Sono attività che intervengono sulle fragilità umane, sulla famiglia, sull’ambiente, sulla educazione, sul bene sociale e comune. Quel che si può vedere di questo mondo è la testimonianza di bene. Oggi chiamate “buone prassi”. Il cuore dell’azione è sempre la libertà di operare, pur nel quadro legislativo che deve favorire l’incremento della operosità del Non Profit oltre che regolare. Alcuni non rinunciano alla libertà totale, pur con i vincoli dati dalle leggi con le Linee Guida o di Indirizzo e normalmente vengono emarginati dalla attenzione per un qualsivoglia sostegno finanziario, altri invece preferiscono una posizione più cortigiana verso la Pubblica Amministrazione, divenendo una seconda mano alle dipendenze del potere. Questi ultimi spesso si capiscono così tanto, e diventano l’uno servo dell’altro al punto che rinunciando alla libertà possono garantire servizi ed attività che surrogano palesi assenze nella offerta di servizi pubblici. Ma come si muove la relazione Terzo Settore – Pubblica Amministrazione? Con quali strumenti?

Responsabilità Sociale & Tecnologia Solidale anno 1 - numero 4/5 – periodico – Luglio/Agosto 2012 Registrazione al Tribunale di Milano al n.124 del 2 marzo 2012 Stampa: Italgrafica Novara Direttore Responsabile: Bruno Calchera Redazione: Ida Cappiello, Marco Taverna Hanno collaborato: Leonardo Becchetti, Francesco Benvenuto, Giorgio Bernardini, Antonio Castaldello, Carlo Corti, Paolo Del Poggio, Maria Fasulo, Maria Cristina Ferradini, Chiara Ferrari, Maddalena Frigerio, Paolo Galandra, Pietro Gamba, Elisa Kalaj, Massimo Lorenzi, Massimo Maderna, Agnese Maurizio, Davide Minelli, Marta Pieri, Marco Riboli, Stefano Sala, Angelo Villani, Stefano Zamagni. by

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• Il Progettificio non valorizza la libertà, ma la dipendenza verso chi comanda: è il sistema con cui si veicolano risorse economiche pubbliche o private. • Regimi fiscali rigidi: sono lo strumento di controllo per impedire fughe in avanti della iniziativa solidale ( es. l’impresa sociale non decolla … chissà perché?). • La Coprogettazione: è il modello per far fare alla Non Profit quello che l’Ente pubblico ha bisogno e non può fare per problemi suoi.

Si sta infiltrando in questi tempi un rinnovato sistema di Centralismo Statale, anche con la scusa della crisi, che dopo aver dimostrato il suo potente fallimento nelle economie dell’Est europeo, si rinnova, con il volto perbenista, buonista di poteri forti. Dalla Municipalità locale, al Comune, alla Regione. Tutti a fare bandi e progetti, con tematiche ben chiare e assegnate. Tutti a scrivere progetti e a sperare. Normalmente si finanziano il 25% dei proponenti. Non stupiscono più le parole dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano Majorino che in più occasioni e pubblicamente ha mostrato diffidenza per il sistema dell’Accreditamento, in cui il Pubblico riconosce l’utilità sociale di alcune realtà Non Profit dopo averne esaminati i requisiti di base, gli obiettivi, i servizi e controllato la qualità delle azioni in essere. E’ una battaglia di retroguardia ideologica la sua che non fa bene a nessuno. E’ una concezione tipicamente ideologica quella del Centralismo alla Majorino maturata nelle scuole di partito, e adottata acriticamente. La sussidiarietà senza accreditamento infatti diventa una parola cui è stata tolta l’anima attiva: via la libertà, via il prota-

Impaginazione, progetto grafico: Edizioni Turbo by Tespi Mediagroup Webmaster: Arvea s.r.l., info@arvea.it Editore: BITeB Onlus, via Carducci 32 - 20123 Milano Presidente: Stefano Sala Sede operativa: BITeB Onlus, via Tobagi 22 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Siti internet: www.biteb.org, www.tecnologiasolidale.eu , www.techsoup.it Contatti: info@biteb.org - Telefono: 02-5530.0873 Telefax: 02- 8715.2909 Questo numero è stato chiuso in redazione il 26 Luglio 2012 La rivista è disponibile anche nel formato PDF sfogliabile sul sito www.biteb.org


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