Naraka magazine 4

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Novembre/Dicembre 2014


Menu ricco per questo nuovo numero del Naraka Magazine. Si inizia dalle edizioni cartacee dei romanzi Naraka - L’Inferno delle Scimmie Bianche e Shanti - la Città Santa, da poco disponibili su Amazon, ai quali si è aggiunto un nuovo titolo, disponibile solo in cartaceo, Ultimo Tropico - Tutti i Racconti 2013-214. Non solo ebooks dunque, ho pensato anche agli amanti della carta e ai vostri regali natalizi e non, grazie ad Amazon. Si passa poi alle nuove uscite di ottobre in digitale, la Black Kollection, che si affianca alla Red Kollection per raccogliere tutti i racconti pubblicati, ed è disponibile, per chi vuole esagerare, l’Apocalyptic Kollection che contiene in 600 pagine tutte (o quasi) le opere 2013-2014. Tra le letture proposte questo mese, per le opere pubblicate, troverete alcuni estratti da Kiki. Sangue a Berlino- Brandeburgo, Limbus - Trilogia di Scarafaggi e Ultimo Tropico, per gli inediti potrete leggere il racconto Deadwood, antipasto di una nuova raccolta weird west in uscita a dicembre, e un piccolo estratto, in inglese, da Dark Gates- Roads to Hell and Limbo, una raccolta di racconti by me & Paolo Di Orazio che sarà pubblicata da Kipple a novembre, oltre ai versi dark Mutandine ripiene di vento che ha partecipato all’Interiora Horror Fest, interpretata live, proprio il giorno di Halloween, dall’attore Stefano Skalkatos. Per gli approfondimenti, si andrà a fondo nel racconto Kiki - Sangue a Berlino – Brandeburgo e dell’eretica raccolta di racconti I Giorni della Gallina Nera - L’apocalisse a Roma, grazie alle recensioni di Serena Bertogliatti (per Oubliette Magazine), di Andrea Schiavone (per Letteratura Horror) di Miriam Mastrovito (per il blog Il Flauto di Pan) e del temerario Ivano Satos (per il blog Beati Lotofagi) che ci offriranno la loro esperienza di lettura Come sempre tra gli approfondimenti si parlerà anche di cultura dark , antropologia e antropofagia, stavolta dal Blog Parigi Sud 5 propongo Demiurghi Antropofagi - Ide Amin. Approfitto di questo nuovo numero per presentare i nuovi servizi di traduzione dall’Italiano all’Inglese, editing e consulenza per il mercato internazionale, dedicati ad autori ed editori, offerti da Probably King, uno staff di traduttori ed editor freelance che ho messo recentemente in piedi, una squadra nella quale spiccano le prestigiose collaborazioni di editor/autori statunitensi quali Benjamin Kane Ehtridge e Jodi Renee Lester. Tornando alla mia produzione, per chiudere, troverete segnalate alcune pubblicazioni sul mercato internazionale, dall’antologia Bones III (James Ward Kirk Publications) al celebre The Horror Zine Magazine, che hanno pubblicato alcuni miei racconti e poesie dark.. Ma ci sono molte altre novità in arrivo, ve le confiderò nel prossimo numero. Buona lettura.

Se non vorrete più ricevere il Naraka Magazine, basta mandarmi una email all’indirizzo a.manzetti@hotmail.it inserendo come oggetto: Unsubscribe.


www.alessandromanzetti.net Naraka Magazine #4 Novembre/Dicembre 2014 Pubblicazione free aperiodica Tutti i diritti riservati

Edizioni Cartacee

Prima edizione cartacea del romanzo Naraka - L’Inferno delle Scimmie Bianche, primo titolo della trilogia Naraka, ora disponibile su Amazon a € 12,99, copertina lucida flessibile, formato, 15,24 X 22,86 cm, 264 pagine, prefazione di Alan D. Altieri, illustrazione di copertina di Ben Baldwin, illustrazioni interne di Daniele Serra. Volume pubblicato da CreateSpace Independent Publishing Platform (Amazon). Per ulteriori info e link per l’acquisto: http://www.alessandromanzetti.net/edizioni-cartacee


Prima edizione cartacea del romanzo Shanti- La Città Santa, secondo titolo della trilogia Naraka, ora disponibile su Amazon a € 11,99, copertina lucida flessibile, formato, 15,24 X 22,86 cm, 189 pagine, prefazione di Alan D. Altieri, illustrazione di copertina di Menton3, illustrazioni interne di Daniele Serra. Volume pubblicato da CreateSpace Independent Publishing Platform (Amazon). Per ulteriori info e link per l’acquisto: http://www.alessandromanzetti.net/edizioni-cartacee


La nuova raccolta di racconti Ultimo Tropico - Tutti i racconti 2013-2014, titolo disponibile solo in edizione cartacea su Amazon a € 14,99, copertina lucida flessibile, formato, 15,24 X 22,86 cm, 350 pagine, illustrazione di copertina di Daniele Serra. Volume pubblicato da CreateSpace Independent Publishing Platform (Amazon). Contiene i racconti/raccolte: Limbus - Trilogia di Scarafaggi, Mictlan - Doppio Inferno, Vessel - Orrore in Terrasanta, I Giorni della Gallina Nera - L'Apocalisse a Roma, Kiki - Sangue a BerlinoBrandeburgo, Regnum Congo, Malanima - Storie di Lame e Presenze, Parigi Sud 5 - Il Quartiere dell’Apocalisse, Acrux Reloaded, Ancora Arancione Per ulteriori info e link per l’acquisto: http://www.alessandromanzetti.net/edizioni-cartacee

Nuove Uscite Apocalyptic Kollection - Tutte le opere 2013 - 2014 In lingua italiana – formato digitale/kindle Collezione di romanzi e racconti di fantascienza distopica/apocalittica, horror, epic, hard thriller, weird, dark eros. Comprende: i romanzi Naraka - L'Inferno delle Scimmie Bianche, e Shanti - La Città Santa, le raccolte di racconti Limbus - Trilogia di Scarafaggi, I Giorni della Gallina Nera - L'Apocalisse a Roma e Acrux - Reloaded, i racconti Mictlan - Doppio Inferno, Vessel - Orrore in Terrasanta, Kiki. Sangue a Berlino-Brandeburgo, Regnum Congo, Lo Sciamano, Verso il Monte Meru, Malanima, I Meridiani di Godot, Ancora Arancione e la raccolta di poesie dark Uterus - La Morte di Venere. Prefazioni di Alan D. Altieri e Stefano Di Marino, illustrazione di copertina di Daniele Serra. KIKI. Sangue a Berlino - Brandeburgo Autore: Caleb Battiago Illustrazione di copertina di Daniele Serra Formato ebook/kindle Pagine: 562 - Lingua: Italiana Prezzo di copertina: € 5,99 Produzione indipendente Uscita: Ottobre 2014 Disponibile su Amazon: www.amazon.it/dp/B00OO17XU6


Nuove Uscite Antologia di racconti horror, weird e di fantascienza distopica. Contiene: I Giorni della Gallina Nera: Una papessa transgender viene eletta al soglio pontificio. La cupola di San Pietro è sovrastata da una grande Gallina Nera di latta, simbolo eretico del nuovo potere, che cova la croce. La città vive il dipanarsi, lento e inesorabile, della grande Apocalisse della città eterna. Una satira, violenta e grottesca, che affonda le gambe, fino alle ginocchia, nella sorgenti della storia, nel malato passato, nell’inquietante e mimetico presente, per mostrare il futuro, le estreme conseguenze. Kiki. Sangue a Berlino-Brandeburgo: XXII Secolo - Megalopoli di Berlino Brandeburgo. Un nuovo muro divide la città, i distretti della zona Ovest sono sotto il controllo del governo, che sta sperimentando un innovativo progetto di imprinting sociale, grazie dispositivi biomeccanici di ultima generazione. I distretti della zona Est sono invece affidati dal governo al dominio di due bande criminali, che si dividono territori e attività illegali. Una Berlino dalle due anime, vecchie e nuove, che nasconde orribili segreti del settore rosso del grande Muro. Verso il Monte Meru: Una donna e suo figlio sono in processione verso il sacro Monte Meru, incontreranno la follia e violenza umana e un branco di creature sanguinarie che vive da sempre quei territori, in completa fusione con la natura. Malanima: La Mietitrice svolge il suo lavoro di cattura di anime nelle fogne di Milano, insieme al suo fidato lupo. Storie di anime che prima dell’ultimo viaggio vengono deviate verso inaspettati lidi temporanei. Ancora Arancione. Nella futura Parigi l’ecosistema è sballato, uno dei principali problemi che i cittadini devono affrontare è la pioggia acida, bollente, che divora la pelle e le ossa. Una donna e sua figlia affronteranno la natura fuori servizio e un uomo senza pietà. Lo Sciamano Nella futura Parigi Sud 5, quartiere apocalittico, tutti si affidano a Chopi, lo stregone delle ossa, per ritrovare pezzi dei propri cari scomparsi, ingoiati nelle vie taglienti della città, tra ratti e mostri fin troppo umani. I Meridiani di Godot Un folle convince altri folli ad aspettare Dio in una discarica, un appuntamento impossibile, parossismo e parodia della speranza strangolata da un futuro inevitabilmente oscuro. L’uomo che ha visto il mondo: racconto in versi liberi, una storia che transita dalle vette del Nanga Parbat ai piccoli spazi, ai sassi di singole vite disintegrate. Black Kollection Autore: Caleb Battiago Illustrazione di copertina di Daniele Serra Formato ebook/kindle Pagine: 104 - Lingua: Italiana Prezzo di copertina: € 2,69


Produzione indipendente Uscita: Ottobre 2014 Disponibile su Amazon: www.amazon.it/dp/B00OA7MYXK

Nuove Uscite Ultimo Tropico – Tutti i Racconti 2013 -2014 (Edizione cartacea) Tutti i racconti 2013-2014. Una raccolta di racconti di fantascienza distopica e apocalittica, horror, hard thriller, epic horror, weird, dark eros. Contiene: Limbus - Trilogia di Scarafaggi, Mictlan - Doppio Inferno, Vessel - Orrore in Terrasanta, I Giorni della Gallina Nera - L'Apocalisse a Roma, Kiki - Sangue a Berlino-Brandeburgo, Regnum Congo, Malanima - Storie di Lame e Presenze, Parigi Sud 5 - Il Quartiere dell’Apocalisse, Acrux Reloaded, Ancora Arancione. Ultimo Tropico – Tutti i Racconti 2013 -2014 Autore: Caleb Battiago Illustrazione di copertina di Daniele Serra Formato cartaceo Pagine: 350 - Lingua: Italiana Prezzo di copertina: € 14,99 Produzione indipendente Uscita: ottobre 2014 Disponibile su Amazon

Estratti di Opere KIKI. Sangue a Berlino – Brandeburgo


Disponibile su Amazon: www.amazon.it/dp/B00N9BZGA6 Estratto dal capitolo: Eisenkopf [Testadiferro] Hobrechtsfelde - Macrozona Est, Bezirk 5/Pankow. Un palazzo sdentato, tralicci penzolanti che sputano veleno e corrente, crotali dalla pelle sottile di fibra di eumonio con le code inchiodate alle macerie. Fuochi su Hobrechtsfelde, le dune ghiacciate del condotto centrale, ormai secco, che spunta ovunque come monconi di un antico acquedotto romano, i crateri bollenti dell’asfalto bombardato. I cancelli di lega della discarica, giù in fondo alla strada, il filo spinato di orizzonte con vecchi budelli appesi, le colline marce di terra vivente, i cilindri giganti dei bruciatori molecolari che fumano rifiuti e persone. Nuvole azzurre, ossigeno sfaldato. I furgoni blindati circondati da zombie e vecchie puttane, le file per una dose, la frittura dei lettori di crediti in cortocircuito. Un grande parcheggio, a duecento metri, cataste di sistemi spenti, di cavi, di display, di crani lucidi di androidi smembrati. Un uomo in mutande, sfregiato dagli artigli della Cloud6, stringe una radio satellitare e parla con Gesù Cristo, camminando avanti e indietro. Una troia, che non può pagare i suoi milligrammi, prende a testate un cartellone pubblicitario, si spacca il cervello contro l’immagine intermittente di una bocca larga dieci metri. Mezze conchiglie in teuranio di key-point pubblici falciate, sradicate, lanciate in discesa come gondole rotanti impazzite, farcite di ragazzini dalla lingua nera, carbonizzata dalla superdroga. Suoni gutturali di cuccioli di primati del nuovo secolo, un Rpad legato al collo per comunicare, l’indirizzo di casa tatuato sull’avambraccio destro. La giungla ottica di liane ad alta densità, il sottobosco di millepiedi fosforescenti e nuovi insetti filiformi dalle branchie pulsanti, aliene, i tetti deformati dalla pioggia acida, senza più angoli, le parabole squagliate, un satellite schiantato mesi fa appena dietro la curva, con il suo perimetro lampeggiante. In lontananza roteano i led ciclopici del grande Serpente, gli occhi rossi del Muro che vede tutto. La galleria ondulata della stazione della vecchia metropolitana, ai piedi dei nodi della sopraelevata, da dove saltano giù pezzi di puttane fresche appena investite: è questo il covo degli uomini di Adonis Vogt, detto Testadiferro, generale d’armata dei Bezirk 5 e 6. La fetta della sua Berlino da sfruttare con informale mandato presidenziale, il governo tollerante che si riserva il 60% dei profitti delle attività, stesso trattamento della Duchessa, per la sua area cannibalica. Nei Bezirk fantasma di Testadiferro è la droga il business trainante: la Cloud, la bruciacervelli in tutte le sue versioni e sfumature, importata allo stato puro dai mercati orientali, con un occhio attento alle sperimentazioni condotte dalla New Moon Corporation nella Nuova Francia: la Cloud 7, il Santo Graal del cortocircuito, la soul-killer, un mito. Una leggenda metropolitana, proprio come il Naraka, la prigione-mattatoio in costruzione sulla Luna, la struttura gemella del carcere di Arbuda nella Repubblica Mesoamericana. Un sistema di detenzione spaziale, sulla Luna? Cazzate, semplice propaganda.


Estratti di Opere Limbus – Trilogia di Scarafaggi Disponibile su Amazon: www.amazon.it/dp/B00KHZ7RMW dal racconto Der Brüter Nestor inizialmente ha provato ad allevare ratti, ma sono bestie troppo veloci e pericolose da tenere a bada, gli scarafaggi invece sono creature davvero affidabili. Nel piano zero del Perez Services Funéraires le sue legioni di divoratori sono rinchiuse in una stanza blindata, nessuno può metterci mano, nessuno deve sapere. Sulla porta di acciaio3, ad alta densità di titanio e niobio, Nestor ha fatto ricavare una apertura, per osservare l’interno del suo penitenziario di scarafaggi. Un oceano di gusci e di antenne, un continuo disarcionamento, una marea bruna che si alza e si abbassa. Piccoli amici, li chiama Nestor. Ma loro lo odiano, il padrone, il direttore del carcere con quel cranio così grande, sproporzionato, che luccica sudore. Gli scarafaggi ormai lo riconoscono, anche i nuovi nati. Tutti hanno archiviato, nel loro speciale codice di memoria, la faccia di Nestor, il suo odore. Un giorno gliela faranno pagare, questo è certo. Sono milioni, sono sempre più forti. Una pompa elenotica risucchia dal lato destro della stanza gli scarafaggi da ridurre, da giustiziare, mentre uno scivolo magnetico versa dentro, dall’altro lato, i corpi dei defunti da smaltire. Piccoli amici, oggi ho una sorpresa per voi! Niente carne morta, stavolta… Nestor ha talmente tanti soldi da potersi comprare una ragazzina a settimana, vita inclusa. Gli sono sempre piaciuti quei corpi acerbi, quelle tette appena accennate, la carne tesa, la polpa piena di succo. A forza di maneggiare corpi macerati dal tempo e dalla morte, la carne giovane è per lui qualcosa di irresistibile. Sbattersi ragazzine, ogni giovedì, un rito pagano, sadico. Ma per vuotare le palle non gli basta più chiavare e deturpare. Nestor ormai è condannato a fare sempre un passo in più verso il baratro, l’abisso senza ossigeno, per provare qualche emozione. Un equilibrista che gioca sul margine, qualcosa che diventa sempre più pericoloso. Ma le palle piene e intasate chiedono giustizia, e un bordo sempre più stretto.


Estratti di Opere Ultimo Tropico – Tutti i Racconti 2013-2014 Disponibile su Amazon in edizione cartacea Estratto dal racconto: Il Cubo di Berenice (da Parigi Sud 5 – Il Quartiere dell’Apocalisse) Rue Mercader – centro di Parigi Sud 5 Il mercato e la cabina del sesso portatile Giorno di mercato. Sogni e sudore. Fetore di disillusione. Qualcuno che vende qualcosa su cubi metallici, due interminabili file. Oggetti, ricordi, criopack di merda verde scaduta, collane di denti di dilitio, bottiglie vuote, bioprotesi ricondizionate, capsule della vecchia Cloud5, quella merda che ti fa crepare in una settimana. A metà della fila di destra, il bancone dei gigli. Il cubo di Bérénice, con sopra un giglio di perblex e il suo vecchio vestito da sposa. Tessuto quasi bianco, come il giglio sintetico sporco di polvere. Dietro al cubo, una piccola cabina in lega leggera. Spazio per due persone, pochi gradi di movimento. Lubrificanti in polvere. Una cabina del sesso portatile. Un vecchio cesso ricondizionato. Bérénice ha perso il suo appartamento, quando una squadra Nelumbium ha trascinato via il marito. Sopravvive affittando la fica, dieci crediti per una vera sposa da quindici minuti. Le puttane da strada, sempre più armate e aggressive, ormai spaventano i clienti dallo stomaco delicato, Bérénice è la soluzione. Quella soluzione. Xavier ripara sex toys biomagnetici, lavora per i negozi del centro. Guadagna quel poco che lo costringe a sopravvivere. La sua prima volta al bancone dei gigli. Palle piene e faccia sfigurata, un incidente alle neurosaldatrici della piccola fabbrica Sambell. Quella esplosa qualche mese fa. Meglio pagare i debiti a Millander, sempre. Xavier entra nella cabina insieme a Bérénice. La donna, venticinque anni che sembrano quaranta, riesce in pochi centimetri a spogliarsi e indossare il suo vecchio vestito da sposa. Una vera contorsionista. Xavier è schiacciato contro la parete di metallo. Si è calato i pantaloni. aspetta che la sposa sia pronta. Bérénice sparge il cazzo di Xavier di lubrificante in polvere, si volta. Appoggia le mani sullo specchio. «Prendimi amore, ti amo, io ti amo, io ti amo….» Xavier tira su la gonna ampia, manovrando il labirinto di tessuti. Penetra il culo della sua sposa da quindici minuti. Guarda nello specchio quel viso, quelle labbra così antiche e convincenti che continuano a sussurrare: «Prendimi amore, ti amo, io ti amo, io ti amo…»


Recensioni Serena Bertogliatti (per Oubliette Magazine) su I Giorni della Gallina Nera – L’apocalisse a Roma

(...) Si può dire che Battiago ha scritto una raccolta che parla di donne vere senza rischiare di reificare il gender femminile sulle “portatrici di utero”. Perché questo le sue donne sono: esseri umani, null’altro che esseri umani, che hanno un utero. Esseri umani a cui sono state sottratte le parti più succulente del gender perché un uomo le usasse per regnare e che rimangono, “nude”, in una città che le considera cittadini di seconda classe (o, ancor meglio, casta), che dopo essere state disprezzate per secoli per colpe loro addossate (ossia addossate al loro gender), si trovano ora a esserlo per l’unica cosa che non possono mutare: la loro anatomia. Il discorso di Battiago è complesso e tutt’altro che d’univoca interpretazione. Accosta parole tra loro scollegate per scardinare i simboli conosciuti dal lettore e per crearne di nuovi. Parte dal lessico per manipolare il livello semantico. Così agendo, Battiago riscrive la lingua stessa, e facendolo crea un nuovo mondo – che altro non è che l’estremizzazione di questo. È proprio il fatto che la sua Roma sia la nostra Roma e al contempo un’altra Roma a dotare i suoi simboli di un doppio referente: quando leggiamo “transgender”, la parola evoca in noi sia le connotazioni attuali di questa parola (oggi i transgender dalle tette enormi sono più una minoranza vessata che la casta al potere), che quelle date dalla Roma battiaghiana (dove i transgender sono il simbolo della depauperazione delle donne a favore degli uomini). Similmente, le donne di Battiago sono rappresentate – finalmente – come esseri umani, non come archetipi del gender che viene loro addossato (pensano, parlano, soffrono e agiscono come esseri umani, libere da ogni aspettativa derivata dal loro sesso), ma contemporaneamente vivono in un’ambientazione che non fa che sottolineare la loro infima natura.


L’impressione finale è che Battiago abbia optato per una specie di reductio ad absurdum: anziché mettere in scena un mondo in cui le donne non sono che esseri umani, individui unici, non appesantite dalle aspettative (in bene e in male) legate al loro gender e quindi libere di essere ciò che vogliono (utopia), ha portato all’estremo l’oggi (distopicamente), con la conseguenza che ne I giorni della gallina nera, visto da un certo punto di vista, le donne assomigliano in maniera inquietante ai prigionieri ebrei di un lager nazista. (...) Leggi la recensione completa su Oubliette Magazine: http://goo.gl/aqmvAe

Recensioni Miriam Mastrovito (blog Il Flauto di Pan) su Kiki – Sangue a Berlino Brandeburgo

(...) Quella che Battiago ci narra sullo sfondo di questa metropoli infetta è la storia di una maxi guerra di quartiere, o se preferite una letale corsa all’ultimo Bezirk. A fronteggiarsi sul terreno di battaglia sono la Duchessa – signora del Bezirk 7, specializzato in bordelli e ristoranti – e Testadiferro – sovrano indiscusso dei Bezirk 5 e 6 votati al business delle nuove droghe. Una feroce contesa per la conquista dell’egemonia, slealmente arbitrata dal Presidente in persona, il Rospo Rosso, ma che si evolverà seguendo una piega imprevista quando a scendere in campo sarà Kiki, giunta qui da Parigi Sud per svolge una missione speciale al soldo di Messerschmitt.


Vecchie conoscenze per gli habitué del mondo narakiano, conoscenze che non si dimenticano. Mi riferisco soprattutto a lei, l’antieroina per eccellenza, meravigliosa incarnazione tutta al femminile di uno spirito di ribellione allo stato puro. Come recita il vecchio adagio, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. In questo caso è un gioco senza regole – e non poteva che essere così – adrenalinico, agghiacciante e liberatorio al tempo stesso; prendervi parte è un’esperienza sinistramente elettrizzante. È così che dopo un’introduzione alla città, doverosa quanto affascinante (nel suo modo perverso), giungiamo a una svolta inattesa a partire dalla quale l’azione prende il sopravvento e la trama si dispiega correndo a ritmo serrato su un fil di lama, fino all’ultimo respiro… più che un respiro un lancio vero e proprio, che credetemi, vi regalerà un momento di grande ebbrezza (...) Leggi la recensione completa sul Flauto di Pan: http://goo.gl/LRHVd9

Recensioni Ivano Satos (blog Beati Lotofagi) su I Giorni della Gallina Nera – L’apocalisse a Roma

(...) Un'opera da elettroencefalogramma puntonato. Una narrazione che sembra far i conti con un inconscio contratto nella lotta per poter imporre il suo predominio ma costretto ad una simbiosi funzionale. Una Papessa transgender al Soglio di Pietro. Una cappa di follia che opprime la Città Eterna generando riti impossibili, un crogiolo di sofferenza tra schiavi e torture, una migrazione forzata in lebbrosario destinati alla fecondità ormai odiata e temuta. Un tour apocalittico in una Roma che diviene


cloaca a cielo aperto degli umori necrofili e sadici. I Giorni della Gallina Nera, del visionario Caleb Battiago/Alessandro Manzetti, rappresenta una naturale evoluzione del contenuto onirico di Venus, raccolta poetica in cui le sue allucinazioni dell'autore si fondono alle sanguigne lacrime di Corrine De Winter. Quel mondo di dolore e di specchi si insinua in un opera distopica dove il gemito millenario della donna risuona insopportabile. Un'agonia nutrita da religioni, folklore, morale, leggi e pazzia. La rete della Dagonachia è la rete collettiva in cui sono imprigionate le donne sin dalla loro nascita. Una rete di violenza, non solo d'azione sul corpo ma anche di educazione del loro corpo. (...) Leggi la recensione completa su Beati Lotofagi: http://goo.gl/LRHVd9

Recensioni Andrea Schiavone (portale Letteratura Horror) su Kiki – Sangue a Berlino Brandeburgo

(...) È con il suo consueto stile ferocemente barocco che Caleb Battiago ci proietta in un mondo distopico, immondo e spietato. Continua il suo itinerario nel continente marcio, stavolta nella Berlino corrotta da una nuova suddivisione, che vive all’ombra del grande Serpente, un muro impietoso tra la zona Est e Ovest. Una Berlino divisa in strati e substrati. (...) Quelle di Battiago sono opere controverse, un rifiuto all’omologazione, racconti tra l’horror, il fantascientifico, il macabro, il cruento: pulp epici; un calcio in culo alla tassonomia.(...) Leggi la recensione completa su Letteratura Horror: http://goo.gl/QT7sS4


Articoli dal Blog Parigi Sud 5 www.parigisud5.blogspot.it

Demiurghi Antropofagi: Ide Amin: I miei nemici? Li facci a pezzi e li do in pasto ai coccodrilli e i loro peni li attacco alla cintura. Bastano queste parole per presentare Idi Amin, celebre demiurgo sanguinario che tra il 1971 e il 1979 guidò (a modo suo, appendendosi le medaglie di 300.000 vittime) lo stato centroafricano dell'Uganda. Secondo Platone, nel Timeo, la funzione del "demiurgo" è quella di mediatore tra le idee e la materia, dualismo altrimenti dicotomico e inscindibile. Amin, rispetto alla teorizzazione platoniana, è assolutamente coerente. Idee e materia? Ci siamo in pieno, può essere dimostrato riportando un celebre aneddoto (tra i tanti). Durante una riunione del consiglio dei ministri ugandese, il ministro del bilancio tentava di spiegare a "Sua Eccellenza" le difficoltà a far quadrare i conti. Amin sosteneva che era solo una questione di numeri, mentre il ministro ribatteva che la finanza era qualcosa di diverso, con molte variabili complesse di cui tener conto. Al termine della discussione, Amin chiamò il suo ex professore di matematica, lo uccise e gli mangiò il cervello. Ora finalmente avrebbe compreso il bilancio. Dualismo tra idee e materia (in questo caso ancora calda e molle) fuso, masticato e digerito, vi ho convinto? Il cannibalismo di Amin, una tra le sue varie efferate eccellenze, conta molti altre storie cruente, tra leggende metropolitane ed episodi documentati, roba da niente, come aver mangiato uno dei stessi figli. Quando ho scritto il racconto Kiki - Sangue a Berlino-Brandeburgo, per il personaggio di Basilius Peters, presidente-demiurgo della megalopoli di Berlino-Brandeburgo, chiamato il Rospo Rosso, mi sono ispirato, in parte, al nostro Amin. Ma la fantasia dello scrittore difficilmente può superare la realtà, lo dimostra il nostro "Big Daddy". In Uganda, questo bisogna dirlo, esistevano (come ancora oggi) pratiche rituali consistenti nel mangiare parti dei nemici vinti in battaglia. Amin ha portato queste ancestrali usanze all'estremo, al parossismo che dilaga quando si accentra il potere assoluto. La cosa è chiara leggendo uno dei suoi tanti titoli auto-proclamati: "Signore di tutte le bestie della terra e dei pesci del mare" Più demiurgo di così... Dopo la sua deposizione furono scoperte, nel palazzo presidenziale, celle frigorifere colme di arti umani, bulbi oculari, labbra, nasi e testicoli. Roba forte. Chissà cosa troverete nel "settore rosso" del nuovo muro di Berlino, nella collezioni di orrori di Basilius Peters, se deciderete di dare una occasione di lettura al mio nuovo racconto berlinese, che tra l'altro segna il ritorno all'azione della sensuale quanto letale Kiki Leger. Un consiglio, per chiudere: non divorate i vostri nemici (tanto meno i parenti) vi rimarrebbero sullo stomaco. Amin spendeva più in scorte di Maalox che per l'assistenza pubblica.


Pubblicazioni Internazionali Il mio racconto The Shaman (dalla raccolta The Shaman and other shadows) è stato inserito nella antologia di racconti Bones III, edito in digitale e cartaceo (Ottobre 2014) dalla casa editrice statunitense James Ward Kirk Publications. Il titolo è disponibile su Amazon. Alcune mie poesie dark tratte dalla raccolta Venus Intervention (col premio Bram Stoker Award Corrine De Winter come co-autrice , pubblicata da Kipple Officina Libraria) sono state scelte da Jeani Rector e pubblicate nella edizione cartacea (Fall 2014) sulla nota rivista statunitense The Horror Zine Magazine. Anche questo magazine è disponibile su Amazon. Sotto riporto le due cover.

Servizi


Pubblica il tuo libro sul mercato internazionale. Probably King è uno gruppo di traduttori ed editor specializzati nella narrativa di fantascienza, thriller, horror, weird e mystery. Lo staff è composto da vari freelance italiani e statunitensi, professionisti con conoscenza approfondita del mercato anglosassone ed esperienze specifiche, membri attivi delle più importanti associazioni internazionali di genere di autori e operatori del settore, come la Horror Writers Association e la British Fantasy Society, tra i quali autori vincitori e finalisti di premi internazionali quali il Bram Stoker Awards. Tradurre e pubblicare le proprie opere in lingua inglese è un processo complesso e delicato che va supportato da un team di professionisti. Probably King, che in termini economici non condivide le logiche di "cartello" dell'attuale mercato, dominato da poche figure, formate in masters e corsi estranei al mercato reale, che propongono costi di traduzione esasperati, si propone come partner di riferimento di autori indipendenti e piccoli e medi editori che intendono proporsi sul mercato internazionale. L'obiettivo dello staff di Probably King è quello di offrire un servizio estremamente professionale e competitivo di traduzione ed editing dall'Italiano all'Inglese (inclusa consulenza mirata per proporre i propri lavori sul mercato internazionale) per consentire a autori indipendenti e piccoli e medi editori di proporre le proprie opere a editori anglosassoni, partecipare a submissions di antologie e magazines internazionali, cartacei e online, di entrare a far parte di un circuito di opportunità ben più ampio di quello nazionale. La qualità della traduzione, che non può essere caratterizzata solo dalla semplice correttezza linguistica, letterale, specie per opere di narrativa nelle quali lo stile, i dialoghi, la cura del tessuto narrativo, le caratterizzazioni dialettali sono perni portanti e distintivi, è un elemento essenziale per ricevere feedback positivi da editori ed editors anglosassoni. Probably King garantisce il proprio servizio di traduzione ed editing sotto tutti i punti di vista, supportando, alla fine del processo, autori e/o editori con consulenza specializzata per districarsi tra le varie opportunità offerte dal mercato internazionale. Un Servizio (finora) unico in italia.


Quali sono le reali opportunità che una traduzione in inglese delle proprie opere può concretizzare? Un racconto, una raccolta o un romanzo, tradotti adeguatamente, consentono all'autore (e all'editore) di proporsi direttamente a case editrici anglosassoni, agli editors di antologie e progetti, ai magazines, rispondere alle numerose submissions dedicate alla narrativa di genere che all'estero, specie in alcuni mercati (USA, Inghilterra) conta su una grande audience. Per farsi un'idea basta inserire su un motore di ricerca le keys "Fiction Submission" o "Call for submission", aggiungendo il proprio genere di riferimnto (SCI-FI, Dark, Horror) e la tipologia dell'opera (short fiction, novel) per riscontrare quali e quante opportunità vengono continuamente offerte. Il potenziale di lettori del mercato anglosassone, e conseguenti risultati di vendite, diffusione e visibilità, è molto importante, se si considera il numero di lettori di lingua inglese raggiungibili, con un rapporto di 1 a 100 rispetto al mercato di lingua Italiana, la diffusione degli ebook (oltre il 35% del mercato, contro il 4% dell'editoria digitale Italiana) Inoltre, pubblicare in lingua inglese consente di poter partecipare a premi prestigiosi come il Bram Stoker Award, il British Fantasy Awards e tanti altri premi prestigiosi (alcuni aperti a opere self-published). Investire (il giusto) in una traduzione in inglese delle proprie opere, affidandosi a consulenti specializzati, che conoscono il mercato estero ("questo sconosciuto") e che offrono anche consulenza mirata, offre reali opportunità. Tutte le informazioni sui servizi offerti da Probably King sono disponibili sul sito web www.probablyking.com

Pubblicazioni su Magazines/Italia Il mio racconto Regnum Congo (dalla raccolta Red Kollection) è stato pubblicato nel doppio numero di settembre/ottobre di Skan Magazine, curato da Loredana Castorelli, mentre il racconto Il Rosario (dalla raccolta I Giorni della Gallina Nera - L’apocalisse a roma) è stato pubblicato nell’ultimo numero del magazine online Mare Nero, curato da Alda Teodorani. Entrambi i magazines sono scaricabili gratuitamente online. Sotto riporto le due cover.


Eventi


Interiora Horror Fest – Roma 31 ottobre/1 novembre 2014 La mia poesia dark Mutandine ripiene di vento (pubblicata in lingua inglese, col titolo di Interiora, in The Shaman and other shadows) è stata selezionata per partecipare alla sezione Letteratura della VI Edizione dell’Interiora Horror Festival. I testi scelti dalla direzione artistica del festival sono stati interpretati live presso il Forte Prenestino, da attori professionisti, in uno scenario molto suggestivo. I miei versi sono stati recitati dall’attore Stefano Skalkatos. Ecco i versi, in anteprima per il Naraka Magazine. Mutandine ripiene di vento Lampi, il cielo incazzato fratture, in alto, che spezzano ossa schegge, cadaveri di sirene lische impossibili, alta marea d’asfalto la pioggia, un cane che zoppica la periferia di Roma, il circo dal tendone affondato un aperitivo di purgatorio dolceamaro ananas e polvere sulla lingua. La puttana dorme, sgonfiata carne scomparsa, pandemia di ossa illusione di tette, di roba morbida fantasmi di glutei senza gambe polmoni evaporati, trionfo di costole mutandine ripiene di vento. Duecento euro, per tutta la notte per quello che è scomparso. La puttana è spolpata masticata dalla mattina, dai miei denti dalla falciatrice della realtà motori a benzina e tristezza lame e carburanti diversi, doppi serbatoi. La finestra, i palazzi marci il cimitero delle macchine spente le file, ventagli di lamiere che aspettano anime, piloti. Dita fantasma sulla schiena sulle curve delle cicatrici spaccature che fanno scintillare le tubature di rame del piacere sottoterra, sottopelle. È ancora lei, si è svegliata mi abbraccia, sussurra parole pensieri che scrocchiano è senza armatura, senza niente si mette in ginocchio, aspetta la mia carne tra i vuoti e le fessure del suo sorriso di scheletro.


Mi prende per mano, mi riporta a letto mi cavalca con le orbite accese da sputi di luce sopravvissuti spiragli di fuori, di altro. Non conta piÚ la carne l’utero sommerso e le ghiandole generose il culo bizantino e la pelle di mango che ho comprato ieri. Duecento euro, per sempre per un anello nero per quella stanza chiusa stretta, immensa chiusa a chiave dalla saldatrice. Sito web del Festival.: http://interiorahorror.wordpress.com

Coming Soon


Dark Gates Coming soon – Novembre 2014 In uscita per Kipple Officina libraria, in lingua inglese, Dark Gates – Roads to Hell and Limbo. Come vedete dalla copertina, non sarò da solo, la raccolta comprende anche racconti dell’amico Paolo Di Orazio, nome storico dell’horror nostrano. La cover, in anteprima, è stata realizzata da Ben Baldwin. In uscita a Novembre 2014 in formato ebook.

Coming Soon Weird West Blues In uscita, a dicembre 2014, Weird West Blues, una raccolta di racconti dedicati a leggende del vecchio West intepretate in salsa horror/weird. L’illustrazione di copertina sarà realizzata da Ben Baldwin, già al lavoro per proporre qualcosa di davvero sensazionale. Come anteprima di questo nuovo progetto, potete leggere il racconto Deadwood, pubblicato in anteprima, ad Halloween, sul portale Letteratura Horror. Si inizia subito con una leggenda davvero affascinante, tra le più note, la morte di Wild Bill Hickok, la “mano del morto”. Ma questa interpretazione va oltre la realtà storica, pur rispettata in tutti i dettagli, e racconta l’incontro di Wild Bill con la morte, prima e dopo lo sparo, prima e dopo la realtà


Deadwood 2 agosto 1876, ore quindici. Deadwood, Dakota, territorio indiano o quasi. Polvere, merda e cuoio cotto dal sole, le poche ombre delle spalle ruvide, scure, delle Black Hills dai denti d’oro. Uomini e bestie sudano in sincronia, cavalcando e zoppicando. File di case fatiscenti, budella di legno. Plotoni di minatori ubriachi senza più unghie, a forza di grattare. Il reverendo Henry Weston Smith, col cranio deformato da un tumore al cervello, dondola sulla sedia del grezzo porticato, il suo piccolo Limbo. Ci vuole un pazzo per officiare dieci funerali al giorno, tra le corse delle pallottole e le mani nere del vaiolo. Dalle finestre del Gem Theater, il bordello di Al Swearengen, fiotti di sperma e bestemmie si versano sulla strada, sugli stivali di zombie senza pantaloni. Sono quelli che hanno perso tutto al gioco: la mano sbagliata, le carte puttane e il whisky annacquato, i coltelli piantati sotto lo scroto dei tavoli dei saloon. Le piramidi di bicchieri scheggiati che sfiorano i lumi arancioni. Le scale, i primi piani, i paradisi di cosce per vincitori e perdenti, tagliati in due da magri corridoi di novanta centimetri. La danza delle molle arrugginite, dietro le porte, la puzza di carne marcia arrostita, presa a calci in culo dal vento per dieci chilometri, della cena di Cavallo Pazzo, tra le montagne. Sono i resti dei soldati di Custer, affettati due mesi prima. Ancora buoni da mangiare, secondo i Sioux. "Hoka Hey!" 2 agosto 1876, ore sedici. Saloon No. 10. Wild Bill Kickok si è fatto prestare cinquanta dollari per giocare. Poker, che altro gli resta? Non vede più un cazzo con quel glaucoma che continua a rosicchiargli il nervo ottico. Non riesce più estrarre le pistole, figuriamoci a sparare. Ma bastano i cento accoppati che ha sulla coscienza per farsi rispettare ancora. Wild Bill ormai spara solo con l’occhio sinistro, quello buono, e tanto basta per far cacare sotto ubriachi e pistoleri in erba, per far aprire gratis le gambe allo squadrone di troie di Al Swearengen. Carl Mann, dalla prua del suo bancone scrostato, indica a Wild Bill il tavolo all’angolo, sulla destra. Solo due giocatori, ma di quelli giusti, e una sedia vuota. Alzano i bicchieri, si fanno notare. La fibia della cintura di Wild Bill luccica più del solito, gli fa da torcia per districarsi tra i tavoli, tra le spire del fumo sospeso, tra tette profumate e croste di cercatori d’oro. Tutto sotto quella maledetta luce arancione senza palle. Wild Bill stringe gli occhi, distingue gruppi di picche e di fiori su fondo bianco, ha raggiunto il tavolo giusto. Gli versano da bere, un buon inizio. Uno dei due giocatori ha una faccia conosciuta, pensa Wild Bill, ma sta guardando se stesso, in realtà. Il glaucoma del cazzo lo confonde, scambia quella sagoma sfocata per un tipo quale ha fottuto centodieci dollari, qualche sera prima. L’altra ombra, senza cappello, non gli ricorda nulla. Una forma qualsiasi, sarà un bastardo come tutti gli altri. No, è una bastarda invece, la sua voce è di sabbia, graffia e poi carezza: una frusta immaginaria, un cortocircuito di zanne e di roba morbida. L’immaginazione di Wild Bill si accende, quella ci vede ancora bene. Immagina un letto di morsi, di lividi, di morbide curve brune, di pozzi profondi e di grate di ferro, ingredienti che solo poche femmine sanno mescolare. Una troia senza redini, è sicuro, non certo una delle bambole di carne di Al


Swearengen; il naso di Wild Bill l’avrebbe capito subito. I suoi baffi conservano gli umori di tutte, nessuna esclusa. Una giocatrice? Sarà una partita divertente. La donna sposta la bottiglia dal centro del tavolo, confinandola nell’angolo, mischia le carte. Wild Bill si guarda alle spalle, ha l’ingresso che soffia sulla schiena, non è una buona cosa per chi ne ha accoppati troppi, sente il fiato sul collo dei fantasmi di tutti quei figli di puttana. Carl Mann, dal suo bancone, fa segno con lo straccio. Sarà lui ad avvisarlo, in caso di pericolo. Wild Bill prende le carte, la troia le lascia sul tavolo senza guardarle, l’altro se stesso le sfoglia lentamente, cercando di tirare i cavi della fortuna. Niente male come prima mano, pensa Wild Bill, una coppia di assi e di otto, tutti in nero. Non si sbaglia stavolta, le ha avvicinate bene agli occhi balordi. Decide di giocarsi tutti i cinquanta dollari, si scola il bicchiere, aspetta gli altri. Solo la donna, quella serpe, non si tira indietro e accetta la puntata. Scuote la coda, i sonagli, poi mostra le carte. Una coppia di assi e di otto, tutti in nero. Anche lei. Wild Bill sposta le dita sui manici di avorio delle sue pistole, un baro non può passala liscia a Deadwood, il reverendo farà gli straordinari domani. L’altro giocatore è scomparso, maledetti occhi balordi, se la sarà squagliata. Resta solo la donna davanti a lui, a giocarsela fino in fondo. Le pistole non escono dalle fondine, ma la vista torna quella di una volta. Wild Bill riesce finalmente a vedere il viso della troia, chiaro: le linee decise e quella pelle senza tempo, senza tracce di qualsiasi tipo. Non gli sta puntando una pistola, non armeggia un coltello. Potrebbe farlo fuori facilmente, cosa aspetta? Diventerebbe anche lei leggenda, in poche ore, la sua fica muterebbe in una miniera di diamanti dall’intestino infinito. Invece no, sorride, ha qualcosa nelle mani, la mostra a Wild Bill che allunga il collo. Che roba è? È il suo cervello, caldo e pulsante. Pensieri, ricordi che colano densi sul tavolo, sulle carte, sulle coppie di assi. Carl Mann balza fuori dalla sua postazione, scavalcando il bancone, afferra Jack per i capelli e lo sbatte contro il muro. Non si è accorto della sua maledetta calibro 45 da polsino. Il piccolo bastardo ha sparato a Wild Bill alle spalle, sfondandogli la testa. Il suo vecchio amico è crollato sullo schienale della sedia, con gli occhi balordi che fissano il marcio soffitto, le macchie dell’umidità dalle forme bizzarre, le ombre reali, quelle che vivono senza il cannocchiale del glaucoma. Impiccare un ragazzino, ci mancava solo questa a Deadwood. Il reverendo si fa il segno della croce, poi torna a vuotare la pancia della sua bottiglia. Coraggio, serve coraggio, in questa dannata città. Wild Bill sale le scale insieme alla sua nuova puttana, arrivano al primo piano. La prima camera, a destra, è occupata. Dentro stanno spingendo alla grande, il letto, tolta l’ancora, sbatte sulla porta. Proseguono lungo il corridoio, l’ultima porta è quella buona. La troia delle coppie di assi trascina dentro Wild Bill, la sua lingua è calda, poi fredda. Neve, proprio d’estate, lo circonda: i piedi gelano subito, poi tutto il resto. La stanza si è squagliata, le pareti dilatate fino a sfiorare le Black Hills, per poi superarle ed estendersi su campi coperti di grano nero. Wild Bill affonda in una immaginaria vagina che si apre


sotto di lui, fino a farsi inghiottire tutto intero. Dentro quel posto ritrova quella cazzo di luce arancione, e nient’altro. Neanche un mazzo di carte. Sulla sua roccia Cavallo Pazzo si piega in due, deformando le mappe della sua vecchia pelle in una espressione di sofferenza. Un forte dolore nel fondo dello stomaco, improvviso, quello di una baionetta nelle viscere. Annusa l’aria, aspira il profumo agrodolce della Morte, così vicina. Capisce di non aver più molto tempo, mastica una radice per ricordare tutto, fino in fondo. Domani digerirà Custer, prima che sia troppo tardi. "Hoka Hey!"

Appuntamento a Gennaio 2015 per il numero 5 del Naraka Magazine

Per scaricare i precedenti numeri del Magazine: http://www.alessandromanzetti.net/naraka-magazine


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