La tecnologia nell'ambito di un'attività didattica

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1 Ma f a l d a Ba c c a ro

FORMAZIONE NELL’ERA DELLE TECNOLOGIE Una delle caratteristiche delle ICT è la “modificabilità dei dati” In questo documento, metto in relazione questa caratteristica con una tecnologia tecnologie utilizzata in prima persona nell’ambito di un intervento didattico e spiego in che modo questa caratteristica abbia influito (positivamente o negativamente) sul processo di lavoro e sui risultati didattici conseguiti.

Insegno Musica nella Scuola Secondaria di I grado. Il mio orario di lavoro di 18 ore settimanali è distribuito su 9 classi: ho quindi tre corsi completi. Nelle tre classi prime, apro il Piano di lavoro annuale con l’Unità di Apprendimento “IL SUONO”. Prerequisito fondamentale per le successive Unità è saper cogliere i suoni dell’ambiente naturale e umano, saperli riconoscere, distinguere, classificare in maniera oggettiva (secondo parametri scientifici). Introdurre le caratteristiche fisiche del suono, quali altezza, intensità e timbro, nonché la caratteristica prettamente musicale della durata, è diventato facile e divertente grazie a dei software, quali Audacity e Ableton. Il primo programma è scaricabile gratuitamente da Internet, per cui molti alunni continuano a coltivare la pratica della registrazione e manipolazione audio, anche a casa. Ableton, invece, è un programma che io ho acquistato per uso personale, ma che metto con gioia a disposizione delle mie classi. Mi basta collegare il mio notebook ad un videoproiettore e a delle casse acustiche e microfono, e il gioco è fatto! Delle varie caratteristiche delle ICT, qui mi occuperò della modificabilità, che nel campo musicale può applicarsi al singolo suono (evento), ad una musica intera, o alla voce umana, una volta che detti eventi sono stati registrati. Gli alunni trovano divertente campionare la propria voce con Ableton e vedere la propria “impronta sonora” sullo schermo, che funge da oscilloscopio. È subito chiaro cos’è il timbro, quella qualità del suono che ci permette di distinguere e riconoscere la sorgente sonora. Gli alunni provano a registrarsi mentre parlano sottovoce, con un tono normale oppure ad alto volume e immediatamente colgono il significato dell’intensità, osservando come aumenti l’ampiezza dell’onda all’aumentare della forza esercitata nell’emissione sonora. Con Audacity, invece, “generano” un suono, per esempio un LA di 440 vibrazioni al secondo, per un secondo, di forma sinusoidale (foto 1). FOTO 1. Generazione di un tono di 440 Hertz, di forma sinusoidale, per la durata di un secondo, ampiezza predefinita pari a 1 (consentita da o a 1). Software: Audacity 1.2.6

Verificano che le onde siano effettivamente 440 in un secondo, quindi vengono guidati a modificare l’onda attraverso gli “effetti”, quali “amplifica” oppure “fade in”: si vede e si sente subito la differenza tra il suono generato e lo stesso modificato (foto 2).


2 FOTO 2. Modificazione del un tono di 440 Hertz, di forma sinusoidale, attraverso l’effetto del “fade in”, che porta dal silenzio al suono seguendo una crescita graduale d’intensità, riscontrabile nell’ampiezza dell’onda sonora. Software: Audacity 1.2.6

Ma il vero divertimento (perché si impara tanto, divertendosi) deve ancora venire: con Ableton, mostro ai ragazzi come i suoni o le frasi campionate possano essere modificate e quali vantaggi si possono ottenere manipolando i suoni. Con questi esperimenti, si coglie come la PAROLA detta sia suono. Il cervello umano, infatti, memorizza le parole non solo come significati, ma anche come suoni, ed è infatti in grado di evocarli in una lettura silenziosa. Una possibile manipolazione è il REVERSE: ciò che è stato registrato viene, con un semplice “click”, eseguito dall’ultimo evento verso il primo. I ragazzi provano ad indovinare: se registro la parola MUSICA, sentirò ACUSIM. Poi si accorgono che non è così, non solo perché la C della parola originale è dolce, ma nel REVERSE si nota il diverso accento tonico, la durata di ciascun suono emesso e ovviamente l’intonazione. Un ragazzo ha avuto un’idea: se registro la frase I TOPI NON AVEVANO NIPOTI, la sentirò uguale all’originale anche nel REVERSE, poiché i suoni delle consonanti non cambiano. Invece, nel REVERSE, la frase, pur identica nella pronuncia, non conservava più le caratteristiche dell’intonazione. Le O dei topi e dei nipoti erano molto differenti, in altezza, durata e intensità (foto 3 e 4).

FOTO 3. Voce campionata dell’alunno Angelo G. mentre pronuncia la frase “I topi non avevano nipoti”. Software: Ableton Live 8


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FOTO 4. In questa immagine, la voce di Angelo G. è stata modificata con l’operazione REVERSE. Nell’area in basso a sinistra, è illuminato di giallo il pulsante WARP. E’ stata aumentata l’altezza, con la rotellina TRANSPOSE. Software: Ableton Live 8

Modificando l’altezza di un’onda campionata, corrispondente ad una voce registrata da un ragazzo, elevandola dal semplice semitono fino a 12 semitoni, cioè un’intera ottava, i ragazzi hanno sperimentato come si possa ottenere una voce femminile da una maschile. Se a registrare erano le ragazze, con soli 6 o 7 semitoni in più, la loro voce sembrava quella di alcuni personaggi dei cartoni animati, per es. Cip e Ciop, i due scoiattolini Disney. Quest’ultima operazione non è stata semplicissima. Quando infatti si abbassa l’intonazione, la forma d’onda cambia anche nella velocità di riproduzione, rallentando (come quando si scaricavano le batterie del vecchio mangiadischi) e bisognava intervenire chiedendo al computer di lasciare inalterato il valore del tempo (funzione WARP). Per effettuare una buona registrazione della propria voce, i ragazzi hanno dovuto imparare a non provocare alcun suono o rumore, quasi fossimo in una camera anecoica. Si sono resi conto che vivono in un ambiente che non è mai del tutto silenzioso: ai rumori di sottofondo siamo abituati! Nelle classi terze, dove già questi esperimenti sono stati svolti in passato, gli alunni imparano a gestire intere musiche e discorsi registrati: evidenziano le parti di onda sonora in cui sono presenti errori di esecuzione, cancellano e incollano, al loro posto, registrazioni ben eseguite. Il brano può essere tagliato, vi si possono inserire silenzi, si può operare una pulizia dai rumori di fondo. Con Ableton possono modificare la velocità del brano, impostando una diversa velocità del metronomo. Sia con Ableton, che con Audacity, gli alunni possono sommare più registrazioni, per esempio la loro voce ad un sottofondo musicale. Ci sono tra i miei alunni tantissimi ragazzi che sanno produrre un documentario sui loro musicisti preferiti montando immagini e inserendo un sottofondo audio contenente la propria voce o musiche da loro stessi eseguite alla tastiera. Alcuni miei ex alunni, con cui conservo contatti, sono entrati nel mondo dello spettacolo; due di loro lavorano come doppiatori e ancora ricordano con piacere attività come queste, che io svolgo da tempo, da quando nel 1987 comperai un ATARI ST e una tastiera-lettore di suoni campionati. Infine, un’ultima esperienza: nel salvare le voci o i brani musicali eseguiti dagli alunni, abbiamo chiesto di salvare i files come mp3 e come WAV. I ragazzi hanno poi richiamato i files e,


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confrontandoli, essi hanno subito compreso come nell’mp3 si debba rinunciare, essendo un tipo di file compresso, alla qualità sonora. Con l’ausilio della Tecnologia applicata alla Musica, gli alunni sviluppano una maggiore attenzione per gli eventi sonori che non arrivano più al cervello come “agglomerati sonori”, ma come eventi precisi, distinguibili (foto 5). Gli alunni sono stimolati alla percezione attenta dei suoni, ad una corretta articolazione fonetica, a leggere la scrittura della parola e della musica, ma anche ad agire in modo creativo, sviluppando la “tridimensionalità” sonora (altezza, intensità, timbro). Gli alunni svolgono quindi un’attività che richiede il coinvolgimento delle funzioni di entrambi gli emisferi cerebrali (foto 6).

La FOTO 5 riportata qui sopra è presa da: http://audio.accordo.it/articles/2010/02/32148/psicoacustica-e-psicofisicadei-suoni.html

L’utilizzo di software per campionare e modificare la propria voce, per concludere, ha influito positivamente sul processo di lavoro, che è snellito dallo studio di concetti teorici ed è essenzialmente laboratoriale. I risultati didattici sono molto alti, perché gli alunni, attraverso l’esperienza, che è anche molto divertente, apprendono concetti di musica, di fisica acustica, di psicoacustica, molto complessi, che, diversamente, non sarebbero in grado di assimilare.

FOTO 6. da: http://alieniemisteri.altervista.org/sfruttamento_cervello.htm Studi del prof. Pier Paolo Battaglini, B.R.A.I.N. Center for Neuroscience, Dipartimento di Fisiologia e Patologia, Università di Trieste. Ho seguito nel 2009 un Seminario tenuto dal Professore a Conversano (BA) nel Convegno Regionale: “Musica… leva della formazione”.


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