Quarto Potere

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giugno 2010

redazione@quartopotereweb.it | anno I | n° 4 (Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010)

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gioventù sprecata

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uesta bicicletta mi è apparsa come la metafora della giovinezza, in Italia meridionale. Un mezzo di locomozione a velocità naturale, resistente alle prove d’urto, ma appoggiato ad un muretto, immobile in un orizzonte sfuocato. La nostra giovinezza è diventata un’età ferma, statica, mancante di sviluppo. Non porta da nessuna parte. Essa è un insieme di corpi vigorosi, “usa e getta”. L’Istat ha diffuso i dati sulla disoccupazione giovanile. È come dire che a quella bici mancano i pedali, le ruote, il pignone e la catena, oltre che il

ciclista. Vaffanculo al lavoro che non c’è! Io sono il direttore di un periodico interprovinciale. Un proletario dell’informazione. Da me vengono ragazzi fantastici, pieni di salute, volontà e cultura. Mi dicono, tutti: <per due anni non vogliamo soldi. Scriviamo articoli e in cambio lei ci versa la ritenuta d’acconto per diventare pubblicisti. Niente altro>. È un baratto, anzi un ricatto corporativo. In molte redazioni accade che dopo due anni di sacrifici enormi, i giovani diventano pubblicisti, pagano la tassa di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti e

sono sostituiti da altri ap- di Francesco prendisti. Inoltre, artisti, Monteleone laureati, handicappati, come leggerete, rimangono ‘olmi’, cioè a bocca asciutta nella passatella occupazionale. In che cosa è differente questa crisi rispetto a quella del 1929? In nien- ‘vero’ seppe risolvere il te…milioni di disoccupati, problema del lavoro, in consumi drogati, specu- tre anni. lazioni finanziarie senza I lavativi della sociologia controllo, ottimismo pe- qualunquista si impegnacoresco. no molto a trovare defiAnzi, ora è peggio: non nizioni sgradevoli e umiabbiamo in Italia e in Eu- lianti per far contento il ropa un uomo ecceziona- ministro dei pianti puble, come Franklin Roose- blici: ”Bamboccioni, inatvelt. Qui non c’è spazio tivi, rassegnati, inabili, per spiegare. Comprate precari…”. Adriano Celenun libro di storia e capi- tano fu più raffinato: “chi rete come un presidente non lavora non fa l’amo-

re”. Per questo gli italiani non si riproducono più. L’euro ha l’anemia mediterranea. Del futuro parlano, seriamente, solamente quei buffoni degli astrologi. Al governo stanno i socialisti, ma è molto più radicale il Papa tedesco. Egli predica a testa in giù sulla povertà, sugli sprechi, sulla coerenza, sulla famiglia, sulla pace sociale…tutti gli danno ragione, mentre pasteggiano. Una società che non dà lavoro ai giovani è una società fallita. Signori che decidete, date una spinta alla bici di Teresa.


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Primo Piano

La precarietà dell’eccellenza I tagli alla spesa operati dal governo colpiscono duramente l'Università. Il caso emblematico degli assegnisti di ricerca che rischiano di rimanere senza lavoro. 20mila solo a Bari di Giuseppe Scintilla

curare il cancro, l’elaborazione delle teorie più adatte per comprendere le psicopatologie, lo progettazione di edifici ecocompatibili: tutto questo è affidato a persone che hanno un contratto precario da 1200 euro. “Quello che chiediamo oggi”, ci spiega una biologa “è un riconoscimento non solo dovuto, per i nostri quotidiani sacrifici, ma necessario per portare avanti i progetti di ricerca”.

su riviste scientifiche internazionali, altre sono state riconosciute ufficialmente come esponenti dell’eccellenza della ricerca italiana e portatrici di innovazione in ambito scientifico. Elencare questi titoli basterebbe ovunque a salvaguardare un patrimonio umano così prezioso. Non in Italia. Inoltre, il “lavoro sporco”

po”), nello scrivere articoli su riviste scientifiche (per la firma dei quali devono sudare e combattere) e nel progettare esperimenti. Compiti e competenze insostituibili, dei quali non possono fare a meno i professori che possono - e dovrebbero - essere i principali sostenitori della battaglia condotta dall’esercito dei “non strutturati”.

"Sperare significa smentire l'avvenire"

Emil Cioran

che svolgono gli assegnisti di ricerca si esplica pragmaticamente anche

Purtroppo alcuni professori denotano miopia e non recepiscono pienamente

se continua così, passerò direttamente dalla disoccupazione allla pensione !

Francesco Monte/vare 2010

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sistono, sono necessari, fanno il lavoro sporco. Quello che, se mancasse, invaliderebbe tutto il resto; sono precari, pagati poco e adesso rischiano anche di essere mandati a casa. Tale identikit oggi appartiene a tante, troppe categorie di lavoratori; oggi, tra gli altri, renderemo note le tribolazioni degli assegnisti di ricerca dell’Università degli Studi di Bari. Ventimila persone, con una competenza pluriennale alle spalle che ballano in un indefinito limbo, senza alcuna rappresentanza sindacale, né alcuna garanzia contrattuale. Ventimila invisibili persone, con storie diverse e curricula esemplari accomunate da un futuro che oggi sembra molto più incerto e tendente all’oscurità. I tagli all’università previsti dal governo italiano li toccano in prima persona, minandogli le certezze e la possibilità di un futuro sereno. Per amore della propria professione hanno accettato di sottoscrivere contratti annuali con la speranza, un giorno, di poter essere stabilizzati, rinunciando anche alle basilari garanzie previdenziali: “Il professore decide per noi le ferie, e i giorni di riposo”. I turni quotidiani? Da stachanovisti della ricerca: “Entriamo alle 8 e 30 e usciamo alle 18”. Il tutto per 1200 euro mensili: tale è il valore dell’assegno di ricerca, rinnovato ogni anno, e che adesso rischia di volatilizzarsi, e con esso le speranze di una vita più sicura e tutelata. Riflettete: la ricerca sulle staminali, sui farmaci migliori per

Alcune tra le persone che abbiamo sentito vantano pubblicazioni prestigiose

nel tutoring dei dottorandi (con i quali i professori non possono “perdere tem-

l’urgenza delle richieste dei propri assegnisti: “Il mio professore mi ha

detto di lasciar perdere” precisa un’altra biologa “è solo una perdita di tempo, tanto i fondi non ci sono”. Il passo successivo sarà quello di discutere prossimamente la questione dinanzi ai Consigli di Dipartimento; la speranza è di avere i professori dalla propria parte, forti del credito maturato in tutti questi anni. “Non vogliamo diventare ricercatori, siamo professionisti del laboratorio che si ingegnano quotidianamente per fare mille cose. E farle nel modo migliore”. Alcuni di loro hanno superato i quarant’anni ed hanno una famiglia e dei figli. E di andare all’estero non ci pensano affatto. Del resto fuggire dal proprio paese per realizzarsi professionalmente sarebbe una sconfitta sia per loro che per l’Italia, “ma con dieci anni di meno forse saremmo fuggiti”. E non è inusuale, considerato tutto ciò, ascoltare frasi di sconforto, raggelanti per tutto il vissuto che implicano: “Non si può immaginare lo svilimento e la mortificazione nel non riconoscimento del proprio lavoro e delle proprie qualificate capacità; a mia figlia che sogna di fare l’architetto da grande, prefigurando una vita di battaglie come la mia, preferirei dire: sii più frivola e cerca di sposarti qualche uomo danaroso”. Anche dal riconoscimento dei diritti di questo “esercito invisibile” passerà la sopravvivenza del nostro paese.


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Primo Piano

PENNE SPUNTATE GAP: GENERAZIONE Tempi duri per i giornalisti. Entro fine anno 700 prepensionamenti per esuberi. E in puglia?

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ari: “Attualmente su 500 giornalisti professionisti iscritti all’ordine i disoccupati sono 28, che in termini percentuali rappresentano il 5,6 %. Di questi, 21 percepiscono ancora l’indennità INPGI, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, e 7 l’hanno cessata, ma restano iscritti nella lista dei disoccupati” precisa Raffaele Lorusso presidente di Assostampa Puglia, il sindacato dei giornalisti. Ma i 28 disoccupati sono solo la punta dell’iceberg. Per disoccupati in questo caso, infatti, si intendono solo coloro che hanno avuto almeno un rapporto di lavoro ai sensi del contratto nazionale, anche a tempo determinato e che essendo professionisti possono godere della indennità INPGI. Poi c’è tutto l’esercito degli inoccupati, di tutti coloro che seppur iscritti all’ordine dei giornalisti (gli iscritti totali in Puglia sono 4047, di questi oltre 3.500 sono pubblicisti) non hanno mai avuto un contratto e che vanno ad ingrossare le file dei precari. Su questi ultimi non si può fare un monitoraggio poiché non potendo essi accedere all’indennità INPGI non sono rilevabili in alcun modo. Se in tutta Italia entro fine anno si prevede un esubero di 700 giornalisti, cosi come ha dichiarato il vicesegretario nazionale della F n s i , Fe d e ra z i o n e Nazionale Stampa Italiana, Luigi Ronsisvalle, anche in Puglia la situazione tende al peggio. “Il problema delle contra zioni lo stanno

vivendo soprattutto le TV locali per via dei tagli ai finanziamenti” continua Lorusso “Le testate più piccole sono già in piena crisi ma anche le realtà più grandi iniziano a vivere le prime difficoltà”. Anche se rispetto alle altre regioni del sud la Puglia sta tenendo meglio la situazione di crisi dell’editoria comunque alcuni segnali preoccupano parecchio gli addetti ai lavori. Cosa fare? “Il primo passo è quello della riforma dell’Ordine, soprattutto delle norme di accesso” dice Lorusso “Iscriversi all’Ordine dei giornalisti è diventato un gioco da ragazzi. In questo modo la categoria non solo si inflaziona ma soprattutto perde d i au -

di Angela Nocco

torevolezza e di professionalità”. Insomma l’Ordine è diventata una fabbrica per disoccupati. “Ma quella della riforma dell’ordine è un processo lungo, sono anni che è ferma in Parlamento una proposta di riforma” continua Lorusso “Nel frattempo è necessario intensificare i controlli da parte degli ispettori Inpgi sugli editori per far emergere le numerose situazioni irregolari, mi riferisco ai colleghi sottopagati che non hanno contratto e garanzie, e per ridare una condizione di dignità e rispettabilità alla categoria”.

Raffaele Lorusso, presidente Assostampa

ARTISTI PRECARI di Simona Accettura

I tagli, previsti nella manovra finanziaria, ad enti, istituti, fondazioni e altri organismi culturali ridurranno, nell’ipotesi migliore, i finanziamenti statali alla metà. Questa misura potrebbe mettere davvero in ginocchio il settore cultura e compromettere addirittura la sopravvivenza di artisti e lavoratori del teatro pugliese. I dati Istat più recenti sulla disoccupazione in Puglia parlano chiaro: nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, nel 2009 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 32,6%, quello di inatti-

stere a uno spettacolo diventa sempre più un lusso, la cultura diventa un evento d’élite. Un giovane artista pugliese, per cercare quel lavoro per cui ha studiato anni e anni, è costretto a fare le valigie e andare all’estero, dove l’arte coreutica è invece fortemente sostenuta da università e da numerose compagnie ufficiali arti-

vità nella fascia tra i 15 e i 64 anni addirittura il 48,5%. Ad essere penalizzati sono soprattutto i giovani pugliesi, in particolare di istruzione medio-alta, con lavori temporanei e atipici e il più delle volte non tutelati. Rispetto alla media europea, la disoccupazione nostrana è più alta del 7,1%. In questa cornice indubbiamente poco incoraggiante, le categorie del settore artistico, che da tempo faticano a ricoprire un ruolo di rilievo e di rispetto anche a livello nazionale, sono sempre più schiacciate dalla crisi del mercato del lavoro. Quando c’è crisi, assi-

stiche e di danza. Ormai non si contano più i ballerini baresi che solo in Paesi come Gran Bretagna, Olanda e Spagna, tanto per citarne alcuni, hanno potuto realizzare il proprio sogno di danzatori. Coloro che rappresentano il nostro patrimonio e le nostre risorse artistiche, per sopravvivere, sono costretti ad abbandonare le proprie radici e la propria cultura. E a noi spettatori che rimarrà da vedere, in un prossimo futuro, se non lo spettacolo di una compagnia straniera che eccezionalmente si esibirà nel nostro teatro, magari con un artista pugliese nel proprio organico?


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costume e società

focaccia, birra e pizza cinematografica A

lei è dedicato un gruppo su Facebook che conta 1.643 iscritti. Per lei il Comune di Bari ha richiesto l’Identificazione Geografica Protetta (IGP). Lo scrittore barese Gianrico Carofiglio la celebra nel suo romanzo “Né qui né altrove - Una notte a Bari”. La focaccia barese, unica nel gusto, mette tutti d’accordo e non ha rivali. La variante altamurana, sua parente e diversa solo nel grano, ha persino rispedito in patria un Mc Donald’s e i suoi hamburger, come è documentato nel film “Focaccia Blues” di Nico Cirasola. Ma si può parlare di focaccia barese? Esiste una ricetta condivisa da tutti? A Bari, le versioni sono tante; ogni panettiere e ogni degustatore difende la propria ricetta e il proprio gusto. Alcuni la preferiscono alta e soffice, da farcire con mortadella. Altri la desiderano bassa e croccantissima, da accompagnare con birra fresca. C’è poi quella tradizionale, con solo pomodori e olive. Ma ce ne sono tante altre con patate o rosmarino o origano. Noi faremo un viaggio alla scoperta di questo prodotto, trotterellando da un panificio all’altro. Riaccenderemo i ricordi sbiaditi e raccoglieremo testimonianze. Cercheremo curiosità e daremo suggerimenti ai degustanti. Tutto questo con il solo intento di divertirvi e incuriosirvi, senza la presunzione di pervenire ad alcuna verità assoluta. Buon divertimento!

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ell’immaginario collettivo cinema e pop corn vanno a braccetto. Ma è così dappertutto? Forse no. A Bari le salatissime palline di mais non riescono ad avere la meglio sui prodotti della tradizione. Alcuni panettieri astuti hanno pensato di piazzare il loro panificio proprio di fronte a un cinema. Così film e focaccia diventano dirimpettai e per i cittadini che amano coccolarsi il piacere è doppio. Per esempio, chi si reca in uno di questi panifici perché at-

Il regista Wim Wenders

(foto Pasquale Susca)

tratto dal profumo di una focaccia, dopo può accomodarsi su una poltrona rossa e piangere o ridere a seconda del film. Oppure può accadere il contrario, di recarsi al cinema e di sentire lo stomaco borbottare. Desistete dal mangiare patatine, qualora fuori ci sia un panificio! La focaccia barese, saporita e cotta al punto giusto, saprà darvi più gusto come una sigaretta dopo il caf-

di Carmela Moretti

fé. Anzi, nel nostro caso è ancora meglio. Sigarette e caffé invecchiano. Cinema e focaccia sono un elisir di eterna giovinezza per chi ama uno stile di vita sano e genuino. Basta poco per essere felici. Segnaliamo due casi, i più evidenti. Il cinema “Piccolo” si trova in via Giannone, nella frazione di Santo Spirito. Il panificio di fronte non può passare inosservato perché esibisce in vetrina pani a forma di tartaruga, iguane e altri rettili. Una esposizione così bizzarra vi invita a curiosare dentro dove, tra i vari prodotti, troverete una focaccia molto gustosa che attende solo di essere assaporata da voi. E che dire dell’Abc, cinema storico di Bari, risvegliatosi da un sonno di quattro anni? Tutti coloro che “divorano film” sanno perfettamente che lì di fronte c’è un panificio altrettanto storico: “Il Panfocaccia”. Offre varie specialità ma la focaccia tradizionale è il suo “cavallo di battaglia”. Dopo averla assaggiata una prima volta, magari sul vicino lungomare, il vostro palato ne resterà stregato e vi chiederà di ritornarci ancora e ancora.

"PACE" Il panificio “Pace” ha la benedizione di utn ecclesiastico. Don Peppino, parroco della chiesa di fronte e responsabile del cinema “Piccolo”, intercede per la focaccia dei dirimpettai. Le sue invocazioni sono accolte e dal giardino dell’Eden giunge una gran quantità di buona fortuna. Al panificio “Pace” i clienti non mancano e la focaccia è piuttosto apprezzata

dai santospiritesi. Ricorda il colore dei campi di grano del tavoliere, inframmezzati qua e là da papaveri rossi. Ha il profumo del favonio, vento arido e secco che brucia e asseta la terra. È saporita al punto giusto, leggermente asciutta e abbrustolita sotto. Dà ancora più gusto se mangiata sulla spiaggia, in compagnia degli amici più cari.

foto Pasquale Susca

"PANFOCACCIA" Il panettiere del Panfocaccia non ama gli sprechi. Prepara focacce in giusta quantità: né troppe né poche. E allora sapete che fa? Chiede quanti siano gli spettatori al film proiettato dall’“ABC” e si adegua. Se il film è di successo e l’affluenza è considerevole, le sfornate aumentano. Nessun cliente deve essere lasciato a bocca asciutta. Se poi alcune focacce restano invendute, inconveniente che può sempre capitare, dal lungomare parte un pacco pieno di gusto e

generosità per i trovatelli di un istituto barese. Anche chi non ha un papà che gentilmente la compra, deve poter godere di una focaccia così appetibile già a guardarla. Ha il colore dorato dei dipinti del Masaccio; gli occhi si inabissano in quella intensa tonalità. Ha l’odore delle giornate innevate di gennaio, che ti inteneriscono il cuore. È gustosa, soffice come un materasso ad acqua. Di lei non si priva mai il regista e principe barese Angelo Amoroso D’Aragona.


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LA QUESTIONE

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"MERIDIONALI"


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Attualità

“VIANINI S.p.a.”: I PRIMI PASSI VERSO LA BONIFICA Binetto – La vicenda è ormai annosa ed affonda le sue radici nelle paludose terre della politica locale e nazionale dalle quali diviene sempre più difficile districarsi. Eppure qualcosa sembra si stia muovendo.

La “Vianini S.p.a.” ha iniziato a puntare il suo sguardo verso alcuni terreni situati nelle campagne binettesi nel tardo dopoguerra, dando vita inizialmente ad un piccolo stabilimento. Col passare degli anni e delle amministrazioni locali e regionali, l’azienda

ha poi iniziato a fagocitare sempre più spazi agricoli espandendosi e assicurando numerosi posti di lavoro ai cittadini del posto e diventando così l’azienda del paese. Binetto e “Vianini S.p.a.” sono diventati, in poco tempo, un’unica

immaginarlo. Nel giro di poco tempo, nei primi anni Novanta, le poco azzeccate scelte strategiche dell’ azienda e il mancato rinnovamento dei prodotti in cemento soppiantati da più evolute tubazioni composite hanno portato ad una grave crisi della fabbrica binettese a cui invevitabilmente sono seguiti licenziamenti e prepensionamenti, fino

totalmente in Ethernit e su di esse si presentano evidenti e numerose lesioni dalle quali potrebbero facilmente distaccarsi le pericolosissime fibre di amianto. La buona notizia è che l’ Amministrazione Comunale di Binetto, così come comunicato in una lettera aperta ai cittadini firmata dal Sindaco Vito Siciliano, ha dato il via ad una serie

di Francesco D'Amato

nell’analogo caso della Fibronit di Bari Japigia, hanno portato la loro voce di protesta presso le amministrazioni comunali e regionali tramite petizioni

cosa. Si producevano tubi e manufatti in cemento per acquedotti e linee elettriche, c’era occupazione, l’ emigrazione dei lavoratori di Binetto e dei paesi limitrofi veniva limitata. Il tutto sembrava essere una bella favola ma il triste finale nessuno poteva

ad arrivare gradualmente alla totale chiusura con stato di abbandono degli ultimi anni. Il degrado è visibile da tempo a tutti i cittadini binettesi, nonostante lo stabilimento sia inaccessibile, ma quel che è più grave e preoccupante è la presenza di amianto sparso in tutta l’area industriale, in particolare le coperture dei capannoni sono realizzate

di incontri con la proprietà della Vianini, ottenendo come primo importantissimo risultato la rimozione dei pannelli in cemento amianto entro la fine della prossima estate, per poi in seguito procedere alla bonifica totale dell’ area industriale. Va anche dato merito alle associazioni locali che, in collaborazione anche con alcuni cittadini coinvolti

ed incontri pubblici, al fine di chiedere un sollecito intervento di bonifica. Un primo passo è stato fatto, la speranza è che non si debba attendere troppo per vedere realizzati gli interventi concordati, per poi dare finalmente nuova vita ad un territorio rimasto per anni in stato di abbandono con pericolose conseguenze per la salute pubblica.


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Attualità

IL CAMPO DELLA DISCORDIA Trasferito per incompatibilità ambientale, il Professor Domenico Guastamacchia rivendica il suo operato. 2003 è stato inaugurato presso il Liceo Scientifico Orazio Tedone di Ruvo il campo di calcio, dedicato alla memoria di “Gaetano Morgese”, fortemente voluto dalla scuola e dal Professor Guastamacchia Domenico, che in maniera diretta ha partecipato e gestito i lavori di realizzazione e manutenzione. Il Docente aveva già nel 2000/2001 realizzato un’opera (Operazione

coloro che erano in possesso di una green card, potevano entrare liberamente, mentre gli “ospiti” versavano alla scuola una quota d’ingresso. Ed era lo stesso Docente che con una parte degli introiti del campo effettuava lavori di manutenzione ordinaria. Ma nel novembre 2009 qualcosa all’interno della scuola cambia, il Professor Domenico Guastamacchia viene trasferito d’ufficio per incompatibili-

Green) simile nella vicina Corato presso l’Istituto Te c n i c o C o m m e r c i a l e Tannoia grazie anche al contributo dei Docenti e della popolazione coratina. Un progetto il suo di larghe vedute: creare un nuovo modo di fare educazione fisica, evitare incidenti e infortuni causati dall’asfalto, e dare la possibilità alla scuola di poter trarre dei profitti dalla gestione della struttura, mettendolo a disposizione della comunità sotto pagamento di una quota d’ingresso. Anche il progetto Green, così denominato quello del Liceo, aveva gli stessi scopi e finalità. Il campo gestito a tempo pieno dal docente (a detta dello stesso), veniva messo a disposizione come da regolamento, quindi tutti

tà ambientale. La decisione viene presa dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Bari e condivisa dalla Presidenza. Il trasferimento del docente ha creato diversi malumori sia tra gli alunni tutt’ora frequentanti il Liceo sia da ex allievi dello stesso. A causa del trasferimento, della normale usura del tappeto erboso del campo (a sette anni dalla sua iniziale realizzazione), ha richiesto il rifacimento del manto e la parziale trasformazione della struttura che per un anno è stata ritenuta inagibile. Dopo un’opera di rifacimento totale portata avanti dalla Direzione del Liceo, è stata organizzata una cerimonia di riapertura che ha visto in modo simbolico la riconsegna del campo alla

Ruvo - Il 10 aprile del

di Biagio Cantatore

scuola e alla comunità. Questa cerimonia però a molti è parsa come un’inaugurazione di qualcosa che esisteva già cancellando così il lavoro fatto dal docente. La Presidenza riferisce che il trasferimento del Professore è un provvedimento dell’autorità superiore teso a prevenire ulteriori contrasti tra i colleghi e dare serenità alla scuola (oltre a garantire certezza di gestione della struttura), mentre per quanto riguarda il fattore campo sostiene che il rifacimento ha comportato una cerimonia simbolica di riconsegna alla scuola e di avvio di una nuova e migliore utilizzazione, mentre per il docente la stessa cerimonia è stato un atto che ha cancellato quello che fino ad allora è stato fatto compreso il suo lavoro. La vicenda ha anche dei risvolti legali. Infatti diverse sono le documentazioni prese in analisi dai giudici che stanno cercando di fare chiarezza non solo sul fattore campo, ma anche su altri elementi che caratterizzano la vicenda. La Presidenza, da parte sua, è impegnata a garantire serenità all’interno della scuola, nel contempo ha fiducia nella giustizia che potrà fare chiarezza sul suo operato, così come lo stesso Professor Guastamacchia Domenico che è emotivamente legato non solo al campo, ma anche alla scuola con la quale ha condiviso gioie, ma allo stesso tempo in questo ultimo periodo anche molti dolori.

Non solo Basket e Calcio a Ruvo L’ASD Libertas Grifo Ruvo: atleti e campioni con la passione per le Arti MarzialI Ruvo

- Negli ultimi della ASD Libertas Grifo. A luglio per i due atleti e anni il palazzetto dello sport di Ruvo di Puglia è maestri comincerà la prestato teatro di sfide av- parazione atletica e fisica vincenti riguardanti sia per la prossima stagione la pallacanestro, dove agonistica che li vedrà l’A.S.D. Ruvo di Puglia gareggiare in Germania a Basket ha lottato per superare la categoria cadetti e raggiungere la serie A dilettanti, sia anche per quanto riguarda il calcio a 5. Ma le luci della ribalta si spengono quando sul parquet del palazzetto vengono posizionati i L'atleta Emanuele Fortunato tappeti per le gare di Ju mentre combatte Jitsu e Fighting System, sport da combattimento settembre, e partecipare caratterizzati da un forte al Campionato Italiano legame tre lealtà e atri che si terrà ad ottobre a marziali. Un legame che Roma, dove si giocheranva aldilà dei successi ot- no la possibilità di entrare tenuti perché basato sul a far parte del Team Italia per la partecipazione ai rispetto dell’avversario. Quella delle arti mar- prossimi mondiali di Ju ziali è una passione che Jitsu di novembre a San accomuna Emanuele e Pietroburgo. Quello delle arti marziali Roberto Fortunato, due a volte è considerato sport atleti ruvesi che hanno fatto grande il nome minore, poco seguito e dell’ASD Libertas Grifo a considerato, ma riesce livello locale e naziona- a dare soddisfazioni ed le, conquistando trofei emozioni uniche, ogni prestigiosi come quattro coppa Nazionale o riconoCoppe Italia, quattordici scimento internazionale titoli nazionali, medaglie per gli atleti è come per e vittorie nei tornei inter- un calciatore vincere un nazionali di Cuba, Tunisia, campionato di Serie A; Italia, Slovenia e più volte è come per un cestista convocati nella Nazionale vincere il campionato di Lega. Insomma non ci Italiana. Ultimo ma solo per ordine sono sport che regalano di tempo il trofeo Coppa emozioni forti o meno forTalos 2010, competizione ti, ma sport di cui i media a Squadre conquistato ne parlano e altri invece di grazie al prezioso contri- cui non conoscono nembuti di tutti i componenti meno l’esistenza.


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Economia verde

Da Sud verso Sud: San Vitinho, la Puglia e o Brasil

San Vito, il santo adorato a Polignano a Mare, lo è anche a Sao Paulo del Brasile. Qui la festa di São Vitinho, è giunta alla sua 92ª edizione

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erso la fine dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento molti italiani si trasferirono in Brasile per cambiare vita e migliorare la propria condizione sociale. Molti sono partiti dalla Puglia e, in particolare, da Polignano a Mare. Lì si sono fermati creando una grandissima comunità, che oggi conta 60 mila persone fra discendenti diretti e poligenesi originari. Una presenza marcante per la megalopoli brasiliana e centro finanziario del paese. Furono i poligenesi a fon-

Molte persone in Italia forse non sanno che, dopo gli Stati Uniti, il flusso più grande di emigranti italiani verso le Americhe si diresse in Brasile. Ci può raccontare un po’ dell’immigrazione italiana a Sao Paulo, in particolare quella dei polignanesi? San Paolo è la seconda città del mondo per numero e discendenti di italiani, ed è inferiore solo a New York e alla sua Little Italy. Il vincolo fra San Paolo e la Puglia deriva dalla pre-

di Carolina Borghi

confrontata con le grosse leve della fine del secolo XIX e dei due dopoguerra. In seguito alla disgregazione del principale polo di concentrazione barese, situato nel Brás, molti discendenti si sono spostati in altre zone della città. I baresi diventati benestanti, entusiasti della mobilità derivatagli dagli affari, spesso poi ritenevano incompatibile la propria immagine con quella della loro città natale.

stato un processo di evoluzione della città che ha accompagnato ed è stato accompagnato dal radicamento dell’italiano nella nuova terra e che col passare del tempo è diventato paulistano. Penso quindi che, ormai paulistano, il

l’idea di creare un’iniziativa come il Progetto Santu Paulu?

discendente dell’italiano convive molto bene con la diversità culturale di questo mosaico meraviglioso che è São Paulo.

monio personale di molte immagini di Polignano a Mare o delle sue manifestazioni a São Paulo. Sono diventata, un poco alla volta e dopo tanto tempo di lavoro, un punto di con-

È nato nel 2003 quando ho deciso di mettere ordine in un lavoro che avevo cominciato più di 15 anni prima. Avevo già un patri-

Anche tu sei originaria di Polignano. Come viene vissuta la cultura italiana oggi nella megalopoli del Brasile, Sao Paulo, dove vive una popolazione di cittadini provenienti da più di 180 nazioni diverse?

dare l’importante Mercato Municipale di São Paulo, noto in tutto il mondo per il commercio di frutta e cereali provenienti da tutto il Brasile. Ho intervistato Angela Di Sessa, brasiliana, fotografa e produttrice culturale, che oltre ad aver discendenza di Polignano a Mare, da anni si occupa di documentazione, catalogazione, registro dell’immigrazione italiana a Sao Paulo.

senza nella capitale di una considerevole comunità di discendenti di pugliesi, provenienti soprattutto da Polignano a Mare, arrivati alla fine del XIX sec. per sostituire la mano d’opera schiava nel Brasile. Però hanno scelto di rimanere nel centro della città di San Paolo, precisamente nel quartiere del Brás, per sottrarsi al controllo dell’immigrazione a Santos. Dal 1960 in poi non vi è più immigrazione polignanese a San Paolo, se

C’è un’enorme artificialità quando si presuppone che ci sia una cultura italiana che deve essere preservata nella città. Infatti, quando i primi immigranti arrivarono in Brasile, non vennero da un’Italia unificata, ma dalla Sicilia, dalla Calabria ecc. La pretesa italianità fu una construzione molto ben congegnata nel periodo fascista e ratificata da un’élite paulistana. Non dobbiamo dimenticare che libri come “Brás, Bexiga e Barra Funda” sono stati scritti da intellettuali che hanno creato un personaggio italiano e disseminato questo concetto nella città. Io direi che c’è

Quando e perché nasce


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Economia verde "Le mamme di San Vito"

vergenza dei discendenti che mi affidavano le loro memorie in forma di foto, film o testimonianze. La salvaguardia del patrimonio immateriale della città e la comprensione del patrimonio anche molto diverso da come è in Italia. È una misura emergenziale creare supporti alla memoria per affrontare le profonde trasformazioni che il periodo postindustriale sta provocando nella città.

Sei sempre impegnata nella diffusione della cultura polignanese nella capitale paulista. Nell’attuale scenario di cooperazione internazionale fra i due paesi, ci sono possibilità o difficoltà per la realizzazione di progetti di interscambio turisticoculturale? Il Progetto Santu Paulu

ha collaborato senza soste con diversi produttori italiani, come Tommaso Colagrande, Gianni Torres. C’è stato l’appoggio della Segreteria dello Stato di São Paulo attraverso il Centro culturale Amacio Mazzaropi del Brás all’inizio del progetto per la promozione di workshops di culinaria, balli, fotografia e patrimonio. La prima mostra con immagini e testimonianze di discendenti è stata allestita nella stessa occasione. L’itineranza e il rinnovamento della mostra sono stati interamente a mio carico, come pure lo sviluppo delle ricerche in campo per la raccolta delle immagini e delle testimonianze. Oggi il progetto ha un patrimonio con trattamento di preservazione di circa 700 immagini digitalizzate fornite da famiglie e più di 90 ore di registrazioni di testimonianze. Un altro importante appoggio ci è stato dato dal Sesc che ha portato in Brasile il gruppo di musica tradizionale salentina “Ariacorte” in occasione della sua Mostra di Arti del Mediterraneo. La nostra nuova iniziativa è la produzione del libro di culinaria con ricette ottenute durante la ricerca e che conta con l’appoggio della Famiglia Boccuzzi e Fortunato per sua edizione. Le attuali iniziative del progetto includono viaggi culturali di paulistani in Puglia.

Il documentario di Gianni Torres, regista di Polignano a Mare, racconta la storia dei polignanesi che si recarono in São Paulo del Brasile e fondarono un’associazione, l’Associaçao Beneficente São Vito Martir. Organizzano ogni anno la tradizionale Festa di San Vito, che va avanti per 14 giorni, e che è giunta quest’anno alla 92ª edizione. Vengono preparati dalle anziane emigrate di Polignano a Mare o figlie di poligenesi, piatti tipici pugliesi come le “ficazze” (focaccia), “le ficazzelle” (panzarotti), “guimmirelle” (involtini di fegato), “ricchitelle” (orecchiette al sugo), “picchiatelle” (taralli con o senza zucchero). Il ricavo della festa viene utilizzato per mantenere un asilo nido e garantire assistenza medica, ludica e psicologica a 130 bambini poveri di Sao Paulo. In occasione alla festa patronale di San Vito a Polignano a Mare, il documentario verrà proiettato il 16 giugno in Piazza Aldo Moro alle ore 21.

CALENDARIO ECOLOGICO GIUGNO 17 Giornata Mondiale di Lotta contro la Desertificazione 21 Inizio dell’Estate 23 Giornata dell’Agricultore 29 Giornata del Pescatore

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centro coni e f.i.g.c.


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Disabilitati

anche i sordi godono

Nasce il primo Video-Romanzo erotico per non udenti

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robabilmente per molti la colonna sonora di un film porno non è poi così importante e, addirittura, per alcuni eliminare l’audio è l’unica soluzione per gustarsi lo sceneggiato osé senza attirare l’attenzione dei vicini. Scegliere tra un film erotico con o senza sonoro è, tuttavia, una possibilità di

di Mara Petrone sono costretti a perdersi quella vasta gamma di gridolini, sospiri, sussulti e gemiti che manderebbero chiunque nell’ “Olimpo del piacere”. Per ovviare a questa situazione è nato nel 2007 “Deaf Bunny”, il primo studio di produzione di film erotici fondato e gestito da non udenti.

con un handicap come la sordità che, solo in Italia colpisce una persona su mille. Il video-romanzo per non udenti si differenzia da altre produzioni dedicate ai sordi in quanto, oltre ad essere sottotitolato, è anche recitato in lingua dei segni dagli attori madrelingua in modo da essere percepito dal pubblico non udente con intensità e immediatezza; cosa,questa, che sicuramente contri-

La scrittrice Maria Giovanna Luini

cui non tutti possono essere privilegiati: è il caso dei non udenti che, causa il loro deficit uditivo, sono costretti quando guardano uno di questi film, a perdersi tutta la suggestione di una colonna sonora alquanto improbabile

ma comunque funzionale ad una migliore e più reale percezione di ciò che stanno guardando. A causa del loro deficit uditivo

I film vantano un cast formato unicamente da attori non udenti o quasi sordi, che riescono a rendersi però perfettamente espressivi utilizzando il linguaggio dei segni. Sulla scia degli americani, anche in Italia è stato tentato un esperimento simile: il 13 maggio 2010 è stato presentato al salone internazionale del libro di Torino il primo video-romanzo erotico per sordi. L’idea arriva dalla scrittrice Maria Giovanna Luini il cui intento è quello di evidenziare, tramite un canale ed un mezzo innovativi, la necessità di non escludere dalla vita sociale e culturale chi vive

buirà a far divampare le flebili e diafone fantasie erotiche degli ipoudenti. Al di là delle tematiche affrontate, questo esperimento potrebbe rivelarsi un passo da giganti nell’abbattimento di quelle barriere di tipo “sensoriale” che si frappongono tra il non udente e la realtà che lo circonda. Se non si può udire con l’udito, perché non “sentire” con gli altri sensi?

DIZIONARIO DEL DISABILE

Legge 5 febbraio 1992, n. 104 La legge 104 nasce per garantire il pieno rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà e autonomia della persona handicappata, promuovendone la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società. Particolarmente interessanti sono le applicazioni di tale normativa in campo assistenziale e fiscale. Nel primo caso, essa prevede interventi per la cura e la riabilitazione precoce della persona handicappata, nonché specifici interventi riabilitativi e ambulatoriali, a domicilio o presso i centri socioriabilitativi a carattere diurno o residenziale. Inoltre predispone la fornitura e la riparazione di apparecchiature, attrezzature, protesi e sussidi tecnici necessari per il trattamento delle menomazioni. Il servizio di aiuto personale, invece, è diretto ai cittadini in temporanea o permanente grave limitazione dell’autonomia personale non superabile attraverso la fornitura di sussidi tecnici, informatici, protesi o altre forme di sostegno rivolte a facilitare l’autosufficienza. Le spese mediche generiche, di assistenza specifica e

quelle sostenute per l’acquisto di mezzi d’ausilio sono interamente o parzialmente (19% del costo totale) deducibili dal reddito complessivo del disabile o della famiglia che se ne fa carico. In ambito tributario, la suddetta legge prevede: la detraibilità (pari al 19% dell’ammontare) delle spese per l’acquisto dei mezzi di locomozione dei disabili (autovetture, senza limiti di cilindrata, motocarrozzette, autocaravan); l’Iva agevolata al 4% sull’acquisto di autovetture in uso del disabile o del familiare di cui egli sia fisicamente a carico (è applicabile l’Iva al 4% anche alle prestazioni di adattamento di veicoli non adattati posseduti già dal disabile); l’esenzione del bollo auto; la possibilità di detrarre dall’ Irpef il 19% della spesa sostenuta per i sussidi tecnici ed informatici o di avere l’ Iva agevolata al 4% per l’acquisto di questi. È previsto, inoltre, la detrazione d’imposta del 36% sulle spese sostenute fino al 31 dicembre 2011 per la realizzazione di interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche.


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"MERIDIONALI"

ITALO BOCCHINO, L’INDOMABILE B

Pinuccio diceva a Berlusconi e alleati: “Prima la Puglia, poi l’armonia”. Che tipo di messaggio politico era? Un messaggio

molto attuale. Nel senso che tutti lodano la Lega per la sua “presenza sul territorio”, ma Pinuccio lo aveva capito prima di tutti. La Lega copiava Pinuccio e non a caso lo apprezzava e lo temeva. Noi dovremo rispolverare la felice intuizione di Tatarella. Non a caso abbiamo deciso di puntare tantissi-

clientelare. Il Sud deve ridurre il gap con il Nord che oggi è stesso di 50 anni fa.

Marco Testini

ari è la sua ‘città adottiva’. Lei assomiglia molto a Pinuccio Tatarella, ma in un feudo intoccabile del centro destra ora votano di continuo Vendola ed Emiliano… “Chi vince a Bari vince in Puglia”, diceva Pinuccio. Bari è una città bellissima, alla quale sono molto legato. E quindi mi dispiace vederla mal governata dalla sinistra. Serve un grande progetto alternativo di governo del territorio. Noi di Generazione Italia ci stiamo lavorando, per stimolare il Pdl e per offrire un’opportunità di cambiamento ai baresi.

mo sulla rete di Generazione Italia sul territorio, con circoli in ogni Città. Lei ripete spesso, con durezza: “Ci sono 100 miliardi di euro per il sud, ma il piano per il sud non compare nel consiglio dei ministri”. Cosa vuole ottenere e da chi? Voglio ottenere un Piano lungimirante per il Sud. E il Governo ovviamente deve “metterci la faccia”. Il problema non è spendere i soldi, anzi. Spen-

dere e basta danneggerebbe il Sud. Dobbiamo spendere bene, magari anche meno – data la crisi – ma bene. Basta con la spesa

Lei esige la interdizione perpetua dei ladri dalle istituzioni e un pesante decreto anticorruzione. Ruberie, vendita delle cariche, sfruttamento dello stato non sono i difetti più grandi dei meridionali? Certamente. Dobbiamo moralizzare la politica per poi moralizzare la società. La sfida dobbiamo rac-

pensieri eccellenti di Francesco Monteleone

di Pasquale Crocco coglierla ancor di più nel nostro Sud. Il cambiamento è possibile, possiamo sconfiggere il complesso del Gattopardo. Bossi non voleva incontrare Tatarella perché diceva “quello mi frega”. Lei riesce o vorrebbe essere altrettanto minaccioso con i leghisti? I leghisti non amano noi “finiani” perché siamo gli unici che sanno resistere dinanzi alle richieste, alle sparate e alla propaganda leghista. Altrove nel Pdl si pensa di risolvere il rapporto con la Lega semplicemente alzando bandiera bianca. Noi abbiamo un’altra idea: la Lega fa il suo lavoro, bravi. Ma il Pdl deve dettare l’agenda di Governo e della coalizione. Solo così il Pdl riuscirà a riequilibrare il rapporto con gli uomini di Bossi.

Il ministro leghista Maroni, invece di stare a Roma per la festa della Repubblica, se ne è andato a Varese. E invece di mettere l’inno nazionale, lui e i suoi compari hanno messo Gino Paoli. Dicono che la vera Italia unita sarà l’Italia federale come piace a loro, dopo di che potranno riconoscere tricolore e Mameli. E si capisce. Invece di pensarci nel 1861, quando il florido Sud fu depredato dai cenciosi del Nord, per 150 anni hanno fatto il proprio comodo, creando un divario che è stato il motivo del loro arricchimento. Ora che sono ben sazi, vogliono dividere l’Italia col federalismo, e tenersi tutto il loro. Ma non la secessione, nonostante le minacce, perché il Sud gli fa sempre comodo come acquirente dei loro prodotti, per prenderne gli appalti, per soffiargli gli incentivi. Eduardo De Filippo, uno che essi neanche s i s o g n a n o, s p i e g ò una volta la differenza fra il pernacchio e la pernacchia. Pernacchi sono loro, la pernacchia è quella opera d’arte capace di attraversare i muri e di risuonare nelle orecchie per l’eternità. La considerino un omaggio del Sud.


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Il brigante del Sud che vuole 250 milioni di euro dai Savoia Si rafforza il fronte meridionalista che chiede di riscrivere la storia. Antonio Ciano, fondatore del Partito del Sud, non risparmia neanche il presidente della Repubblica.

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e Antonio Ciano riuscisse a vincere la sua battaglia contro i Savoia, scucendoli 250 milioni di euro per i danni causati durante l’assedio di Gaeta del 1860-61, al principe Emanuele Filiberto, certamente, passerebbe la voglia di cantare.

tissimi ragazzi giovani e volenterosi che si impegnavano intensamente per far conoscere il neonato partito”. Fino a quando, nel 2007, il Partito del Sud si afferma nettamente a Gaeta, risultando parte integrante della coalizione che

Antonio Ciano, fondatore del Partito del Sud Ciano, soprannominato il Brigante del Sud, è assessore al Demanio al comune di Gaeta. Ex comunista, meridionalista autentico, decise nel 2001 di fondare

il Partito del Sud, per dare adeguata rappresentanza politica ad un movimento più corposo di quel che appare a prima vista: “Come lista civica nel 2001 prendemmo il 3.3 per cento; c’erano tan-

governa la città laziale. “Noi siamo i veri meridionalisti!” tuona Ciano “Non gente come Enzo Scotti, falso difensore delle istanze meridionali, come tutti quelli ripescati dalla DC”. E non è un caso che un partito del genere sia nato a Gaeta, antico borgo del Regno delle Due Sicilie, colpito duramente dall’esercito piemontese guidato dal generale Cialdini. “Fu un assedio tremendo; le macerie, non solo quelle materiali, durano ancora adesso”. Ciano si rivolge anche agli amministratori contemporanei: “La città è stata vituperata dai partiti, come del resto tutto quanto il Meridione, dopo il 1861. La situazione di Gaeta è esemplificativa di tutto il Sud:

questa era una terra di lavoro e di immigrazione, c’era un’economia fiorentissima, ai livelli delle nazioni del nord Europa. Dopo l’invasione piemontese la gente ha cominciato ad andarsene e fino al 1911 ben 11000 gaetani sono emigrati negli Stati Uniti in cerca di lavoro”. Cavour, Garibaldi e i piemontesi sono l’oggetto principale dell’ira dell’assessore: “Garibaldi non è un eroe, ha dato luogo a 2700 fucilazioni. Dopo l’assedio di Gaeta - 5000 morti e 60mila bombe sganciate sulla città - furono gli stessi piemontesi a chiedere di quantificare i danni. Ebbene, i 2 milioni di lire di allora corrispondono grosso modo a 250 milioni di euro attuali”.

Stemma di Casa Savoia

Un conto salatissimo per una causa che, con l’aiuto dell’avvocato Pasquale Troncone, il Partito intenterà contro i Savoia, contro i discendenti della dinastia che regnato in Italia. “A Sanremo siamo stati noi a combinare tutto il casino contro il Prin-

di Giuseppe Scintilla

cipe, ed è stato solo un assaggio”. Intanto il partito si rafforza: “Abbiamo aperto sezioni anche al Nord (Mantova, Modena, Reggio) raggiungendo il 2%. A Catania abbiamo aperto i primi centri commerciali (Compra Sud). Solo prodotti meridionali provenienti da 4000 aziende del Sud. Sono in arrivo altri quattro supermercati in Puglia. Stiamo organizzando anche allevatori e agricoltori, assicurazioni e banche del sud”. L’anno prossimo si stann o p r e p a ra n d o g ra n d i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ovviamente il Brigante del Sud non ha nessuna voglia di partecipare al giubilo nazionale, anzi: “Festeggio il 2 Giugno, la Repubblica, e non il 150° anniversario dell’Unità. Non so come faccia Napolitano ad andare a Marsala a festeggiare i mille e la monarchia. Ho contestato Napolitano per dire queste cose direttamente ai siciliani. Il risorgimento è stato un cancro, hanno fatto stragi a non finire. Non festeggerò assolutamente. Abbiamo ancora le strade intitolate a questi assassini. Li condanno e non li festeggio. Nel mio cervello c’è un buco che va dal 13 febbraio del 1861 all’8 settembre 1943”.

Toponomastica brigante Su iniziativa dell’Associazione “Settimana dei Briganti - l’altra storia”, a Villa Castelli (Brindisi), è stata intitolata una strada (privata) al brigante Pasquale Domenico Romano. Il brigante Pasquale Romano era nato a Gioia del Colle (Bari) il 24 agosto 1833. Militò per un decennio nell’esercito borbonico raggiungendo il grado di Primo Sergen-

te e di Alfiere. Dopo la smobilitazione dell’esercito borbonico da parte dei Savoia, Romano fu costretto a tornarsene nel suo paese. Il comitato borbonico di Gioia lo nominò comandante generale dell’ala militare del movimento. Divenne il capo indiscusso della rivolta legittimista antisabauda in Puglia. Ottenne vari successi contro l’esercito piemontese. Fu ucciso a sciabolate dai piemontesi il 5 gennaio del 1863. Aveva solo 29 anni.


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viaggi


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MISTERI NELLA FEDE In terra e in cielo, per un complicatissimo caso di malasepoltura

San Sabino, WANTED Ebbe una carriera molto movimentata. Si salvò da un tentato omicidio. Affrontò eroicamente i Goti per evitare la distruzione della sua città. Visse tanto, scomparve nel nulla

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e si potesse, con un qualche sortilegio, dare fattezze umane a Sherlock Holmes… lui sì che troverebbe il bandolo della matassa! Resterebbe seduto per ore a fissare il vuoto, forse chiederebbe consiglio al suo amico Watson ma alla fine, con una delle sue ingarbugliate teorie, arriverebbe a darci la risposta che tanto attendiamo. “Chi ha le spoglie di San Sabino, vescovo di Canosa di Puglia dal 514?”. Nessuno lo ha più visto dopo la sua morte, eppure da qualche parte deve pur stare.

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ttualmente il suo corpo è conteso fra due comuni: Canosa di Puglia e Bari. Da anni le due città si scontrano per il possesso delle spoglie del santo martire. Nessuna certezza però, solo dubbi e confusione.

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a Cattedrale di Canosa sostiene di possedere, oltre il cranio, anche il braccio di San Sabino. Ma anche nella Cattedrale di Bari, sotto l’altare principale della cripta, risultano essere conservate le ossa del santo. Due corpi per un solo santo allora? Impossibile. Qui, qualcuno sta bleffando! Invitiamo i migliori detective d’Italia a prendere a cuore questo caso e a scoprire il mentitore. Abbiamo già dei dati

importanti dai quali far partire l’indagine.

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econdo alcuni studiosi, i resti custoditi nella cripta della Cattedrale barese appartengono a un individuo di età compresa tra i 21 e i 40 anni. Secondo altri le ossa sono di un uomo di età compresa tra i 59 e i 62 anni. In entrambi i casi, quell’ uomo non può essere San Sabino, che morì alla veneranda età di 102 anni.

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come morì? Altro rompicapo. Noi crediamo di vecchiaia an-

che se i suoi biografi ci tramandano una curiosa leggenda in merito. Loro dichiarano che un ambizioso arcidiacono di nome Vindemio, cercò di attentare alla vita del santo con una bevanda avvelenata. Il vescovo però presentì l’inganno e disse al servo che gli porgeva la coppa: “Io berrò il veleno, ma egli non sarà vescovo”. Mai frase fu più veritiera perché fu proprio Vindemio a morire per primo e a essere seppellito in un tempietto di

di Marianna Caterina

Canosa nella località San Pietro.

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pare che San Sabino, come sua ultima volontà, avesse espresso il desiderio di essere seppellito vicino al suo attentatore. Quindi San Sabino riposa a Canosa? Può essere ma non si trova.

CENNI BIOGRAFICI San Sabino fu vescovo di Canosa di Puglia probabilmente dal 514 al 566. Pochi sono i dati certi sulla sua vita: la presenza al sinodo romano del 531 nei cui Atti appare accanto a Bonifacio II per la causa di Stefano di Larissa; la partecipazione, come capo, all’ambasceria inviata da papa Agapito presso Giustiniano per

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li antropologi e gli studiosi sono da tempo sulle sue tracce…

Monogramma di San Sabino

la rimozione di Antimo, patriarca monofisita di Costantinopoli; quanto riferisce Gregorio Magno nei Dialogi (II,15, III,5) circa la familiarità con Benedetto a Montecassino e l’incontro con Totila a Canosa. È probabile che San Sabino abbia accompagnato l’infelice papa Giovanni I nella delegazione inviata a Bisanzio da Teodorico (525-526) per perorare, naturalmente senza successo, la causa degli ariani. San Sabino è soprattutto noto per aver salvato la città di Canosa dalla devastazione dei Goti. Fonte: Enciclopedia Sanctorum


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CULTURA

il sogno di tutti gli studenti La biblioteca provinciale di Lecce, esempio di "fruibilità" e di "identità storica"

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ecce vince contro Bari 1 a 0. Al novantesimo minuto la città salentina dribbla il capoluogo pugliese e fa goal. Badate bene, non stiamo parlando di calcio! Questa volta non si tratta di squadre, di una partita vinta, di punti in classifica. Lecce supera Bari per l’attenzione mostrata verso il suo territorio. La città di Sant’Oronzo recupera vecchi immobili, li restaura e li riutilizza. E si mobilita anche per ciò che riguarda l’università, stanca della sua posizione subalterna. Lecce vuole offrire un servizio migliore ai suoi universitari e lo fa partendo dalla biblioteca provinciale “Nicola Bernardini”.

Chi è studente, sa dell’importanza di avere un posto pulito, confortevole e ben attrezzato dove poter studiare. A casa c’è sempre qualcuno che disturba, il telefono che squilla, l’aspi-

rapolvere che stordisce. Bisogna uscire fuori, recarsi in un luogo dove tutti studiano e dove il silenzio pervade l’ambiente. Tuttavia, sarebbe una scorrettezza se dicessimo che a Bari non ci siano biblioteche. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. La Biblioteca Nazionale “Sagariga Visconti Volpi” non manca di nulla. Segue un orario continuato, permettendo agli utenti di studiare senza interruzione. Ha un patrimonio di 500.000 libri, tra cui preziosissime cinquecentine e manoscritti. Offre tutti i servizi necessari, come consultazione, prestito e distribuzione. Ma ha un tallone d’Achille.

Da sei anni è stata spostata nell’ex mattatoio, nei pressi della Fiera del Levante. È troppo lontana dai due centri universitari, l’Ateneo e il Campus. Chi arriverebbe fin lì? E i

di Carmela Moretti

pendolari che giungono a Bari con treni o altri mezzi, devono salire a bordo di un altro pullman? Troppo estenuante. La biblioteca provinciale di Lecce, invece, è immersa in uno scenario affascinante e traboccante di storia. Ha sede presso il vecchio convitto Palmieri, nel centro storico della città. La struttura unisce classicità e modernità. All’esterno, l’ architettura è imponente e austera mentre all’interno le sale sono nuovissime, arieggiate e ben illuminate. In nessun ambiente si avverte quel fastidioso odore di chiuso e di polvere che è tipico dei luoghi di cultura. In più ogni postazione è dotata di un computer proprio.

Francesca Palumbo, primo libro

“Volevo dirtelo”

Presentato presso la biblioteca della VI Circoscrizione di Bari. Nell’occasione promossa anche una raccolta fondi in favore del progetto del coordinamento Donne e potere, “La casa delle donne” “Toccare il fondo è la nostra ricchezza, andare giù, fino alle nostre radici, per poi riemergere ancora più forti, pronti a reagire”. Francesca Palumbo inizia a raccontare così il viaggio alla scoperta, o forse sarebbe meglio dire alla riscoperta del suo libro d’esordio “Volevo dirtelo”, finora un vero successo in libreria. Successo peraltro meritato per un’opera prima in cui mai si nota il tremolio emozionato della penna, che sa coinvolgere il lettore con una naturalezza quasi disarmante. “Volevo dirtelo” è la raccolta di sette racconti di gente vera, racconti “possibili, se non addirit-

di Giuseppe Scintilla

tura reali” con cui, nella sua maniera sorridente e pensosa, coinvolgente e semplice, l’autrice barese ci presenta “gli inquilini della sua mente”: due sorelle che, seppur da capi opposti del mondo, si rincorrono dandosi calore e forza (Sisters), un fotografo che cerca la messa a fuoco alla ricerca di una nuova identità (Il fotografo). E ancora, una relazione Come da copione e un viaggio in Africa (Senza pelle).

Non siamo tra quelli che considerano l’erba del vicino sempre la più verde. Al contrario, puntiamo all’esaltazione di ciò che è nostro. Ma questa volta bisogna ammetterlo…Lecce ha saputo recuperare un posto antico e suggestivo, adeguandolo alle attuali esigenze di modernità. Sembra di stare a Oxford, in uno di quei college in cui la vita universitaria è frizzante e ricca di stimoli. Complimenti! Per ulteriori informazioni è possibile consultare le pagine web www.donneepotere.blogspot.com o www.cdcdonne.com


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Sport

“Questo calcio di mercenari non mi piace”. Parola di Cassano

Franco Cassano, sociologo, aspetta i mondiali anche per vedere se Lippi avrà fatto bene a non convocare il suo omonimo

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arlare di calcio senza usare le solite frasi fatte e usurate che richiamano chiacchiere da Bar sport è un’impresa ardua ma affascinante. Ci riuscirono Carmelo Bene ed Enrico Ghezzi nel dialogo racchiuso poi nel libro “Discorso su due piedi: il calcio”. Ci riesce anche il professor Franco Cassano, ordinario di sociologia presso la Facoltà di Scienze politiche, teorico del pensiero meridiano e amante del calcio. “Ma non sono un tifoso”, sottolinea, “non riesco ad identificarmi come tifoso, odio il campanilismo, non posso accettarlo in quanto sono cittadino del mondo”. Il professore ha giocato tanto da bambino e da ragazzo e non ha mai smesso di seguire le vicende legate al pallone. “Ho fatto anche nuoto, pallanuoto e getto del peso. Nello sport c’è la necessità di temperare il desiderio di vincere con il rispetto delle regole e dell’altro. La vittoria era più bella così, e anche una sconfitta ci poteva stare”. Qual è il ricordo calcistico più vivido che ha della sua adolescenza? Non riguarda le squadre importanti e i campioni di allora, anche se ne seguivo le gesta con partecipazione, come quelle di Giorgio Ghezzi, il Kamikaze, portiere dell’Inter e poi del Milan. Ovviamente si trattava di storie raccontate e supportate da pochissime immagini. Ma questa mancanza di immagini scatenava la fantasia e così capitava di immaginare Ghezzi che volava tra le gambe degli attaccanti proprio come Coppi in fuga sul Tourmalet. Il ricordo più forte è l’apprendimento di una grammatica del corpo, quell’imparare a muoversi in sintonia con un oggetto rotondo, dai rimbalzi a prima vista imprevedibili ed imprendibili, per riuscire poi a domarlo, a renderlo docile alle tue intenzioni. E subito dopo nella capacità di insinuarsi negli spazi lasciati aperti dall’avversario, di anticiparlo e di colpire la palla prima di lui, di intuire rapidamen-

te dove lanciare qualcun altro, di capire qual era la posizione giusta che i campo dovevi tenere tu e dovevano tenere gli altri. Stava nel senso forte di squadra, nella capacità di temperare il tuo egoismo con il gioco altrui, di reagire allo svantaggio, nell’equilibrio tra l’agonismo e il rispetto degli altri, senza il quale lo sport diventa guerra. Cosa è cambiato nella fruizione dello “spettacolo calcio” rispetto a trent’anni fa? È cambiato molto, direi troppo. Il calcio è diventato invasivo, non è più una liturgia domenicale,

che richiedeva una lunga attesa e preparazione, ma un fenomeno pervasivo, che invade ogni giorno della settimana. Una volta allo stadio piccolo borghesi e proletari si confondevano nelle gradinate, s’imparava a convivere, ci si trovava dopo un goal abbracciati a persone sconosciute e appartenenti a classi talvolta lontanissime. Ora il tifo si è settorializzato e ghettizzato come nella politica. Oggi ognuno sta insieme a quelli come lui, e anche per questo diventa

peggiore. Il nazional-popolare non c’è più. E il tutto viene condito da un’enorme fabbrica della chiacchiera, spesso faziosa, che stordisce e affoga l’etica migliore dello sport. Io ricordo ancora le formazioni della Pro Patria e della Spal dei miei anni, ma anche i versi della Divina Commedia, il 5 maggio di Manzoni, e l’Infinito di Leopardi: oggi il calcio per molti giovani è una monocultura. Non sanno nient’altro, alimentati da un circuito di comunicazione che non si stanca mai di parlare solo di calcio. Questo calcio non mi piace, con i suoi mercenari e con il tribalismo dei tifosi, due facce della stessa medaglia. E adesso che ci sono i Mondiali? Li seguirò come sempre, in mezzo a tanti impegni di lavoro che mi porteranno altrove, grato al fatto che questa pressione esterna mi metta a dieta di partite. In fin dei conti nei mondiali le partite più importanti sono quelle che vengono alla fine. Quelle cercherò di vederle. Le altre possono aspettare. Le overdose non mi sono mai piaciute, anche se ho amato il calcio. La macchina dello spettacolo è un’altra cosa, che cerca di venderti ogni giorno tutto, dalle scarpe alle emozioni. Il ricordo di un altro calcio permette di vedere per intero la volgarità di quello contemporaneo, che in Italia è particolarmente insostenibile, dal processo del lunedì agli stadi vecchi o costruiti male, al tifo violento e vittimista. Il calcio che io ricordo era il profumo dell’erba dei campi dove si andava a giocare, non i campi di calcetto di oggi che mi sembrano per polli di batteria. Il campo lo si doveva conquistare o cedere, era anche quello un rapporto con l’altro, giocato nelle periferie delle città. Era tutto più ruspante, ma anche più vero. Avrebbe convocato Antonio Cassano? Vedremo se Lippi avrà avuto ragione. Uno degli ele-

di Giuseppe Scintilla

menti di fascino del calcio è che esso è imprevedibile. Brera definiva il calcio “mistero senza fine bello”,richiamandosi ad un verso di Gozzano dedicato al fascino della donna. Aveva ragione. Fare pronostici è difficilissimo perché il rimbalzo della palla oppure la distrazione di un portiere aprono la strada all’imprevisto. È anche per questo che gli imbroglioni sono la peste del calcio, tolgono ad esso il suo fascino e il suo mistero. Il calcio è realmente l’unica vera rappresentazione sacra che ci è rimasta? Sono del tutto convinto che l’autore di questa dichiarazione, Pier Paolo Pasolini, la rinnegherebbe in modo radicale. Il sacro è uno spazio forte e separato, non ha nulla a che fare con lo “spezzatino”che sgrana le partite lungo tutto l’arco del fine settimana, te le serve a pranzo, nel pomeriggio e dopocena. Nel tempio dello sport ci sono troppi mercanti e occorrerebbe qualcuno con la frusta per scacciarli. Sia le divise che i palloni sono diventate merci che ogni anno devono cambiare per poter vendere. Anche il sacro dell’unità nazionale dura una settimana, perché poi tutti tornano a segare in più pezzi l’Italia. Quella formula di Pasolini era nata a contatto con il calcio come fenomeno nazionalpopolare, contiguo alle borgate che lui amava. Ma adesso i ragazzi della via Gluck sono andati altrove, come ci diceva Celentano. Certo l’attrazione che il bambino avverte per quell’oggetto magico che è la palla durerà sempre, ma è triste pensare che questa magia, se dovesse essere fortunata, ne farà uno di quei mercenari che si battono la mano sul cuore quando fanno un gol e il giorno dopo scopri che sono andati altrove, seguendo l’odore dei soldi.


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la mordacchia “BORDELL LINE” C

ome mi è venuto di dare ascolto all’ultimo stucchevole, diarroico, presuntuoso disco di Sting!?! (La madre di Nero avrebbe voluto figlie femmine e non perdeva occasione di ricordarglielo). Il disco si chiama “If

mio amico più grande, di tanti anni fa, capelli lunghi, occhialini intellettuali… che quando seppe che io, a 20 anni!, ero ancora vergine decise di iniziarmi alla vita del sesso portandomi da Veronica. (Senza le carezze e il

on a winter’s night…” e in copertina mostra una narcisistica immagine di lui che avanza sulla neve avvolto da un mantello, accompagnato da un cane. Voce ispirata, cori d’atmosfera, totale assenza di melodia, cerebralità a buon mercato! Cosa è rimasto di quel “messaggio nella bottiglia”? Di quella innocente robaccia punk, di quel ragazzo vestito da fattorino d’albergo nel film “Quadrophenia”? Te m p o f a S t i n g f e c e parlare di sé perché confessò-si vantò di riuscire a far l’amore per 6 ore di seguito, grazie alla sua capacità tantrica e yogica di concentrazione. Oggi si improvvisa cantore mistico! Deve aver parlato con la Pivetti che alterna tranquillamente slanci cattolici a performance sadomaso. Il cilicio e il latex: in effetti ci dev’essere qualcosa in comune! Sting mi fa pensare ad un

desiderio della madre, la nostra esistenza ci sembra insensata e inutile. Se potessero avere tra le mani il mio caso, quelli di Portapporta! Mi piace immaginare cosa direbbe di me quello strizzatutto psicopompo di Crepet: che non avendo avuto amore sono abitato da un istinto di morte, che sopprimendo donne cancello mia madre, che le carezze non ricevute si sono simbolicamente trasformate in un pugno… e bla bla bla. Così direbbe quello pseudo esperto pecoreccio col maglioncino Benetton sulle spalle, mentre si liscia i capelli con nonchalance! E invece il mio rapporto con le prostitute, uno solo, è stato tenero…). Mi accompagnò lui, ghignando, con l’aria del navigato svezzatore di bambini, coi suoi occhiali alla John Lennon. Era una casetta di periferia con un lampioncino rosso al can-

celletto. Una donna anziana col ventaglio dondolava sulla veranda: mi affidò a lei, consegnandole dei soldi. E se ne andò, sempre ghignando, lasciandomi al mio destino. Fui introdotto in casa. Una ragazza dai capelli rossi (tutti i suoi peli erano rossi) mi prese per mano, senza parlare, mi disse spogliati e quando l’ebbi fatto, sorrise di me, imbranato, completamente bloccato, e mi spinse piano presso un bidè e mi disse siediti e poi mi lavò; lei!. (Mia mamma mi seguiva negli studi, mi ascoltava recitare a memoria le poesie e quando ascoltavo Don Backy che cantava: Ancora una volta ho rimasto solo…mi diceva: non dar retta a quello lì…mi diceva mia mamma, non è così la grammatica! E mi dava la merendina da portare a scuola nella carta un po’ unta da mettere in cartella. Dove sono finite le merendine di una volta). Forse sono le prostitute le vere mamme italiane; le care, vecchie prostitute di una volta (non certo le odiose ‘escort’ di oggi!): quelle umili donnine nascoste in casette patetiche, con addosso la malinconia e la saggezza di chi conosce il costo della vita e il peso delle cocenti delusioni. La colonna sonora nostalgica della loro sparizione (erano loro le lucciole di cui parlava Pasolini?) la puoi trovare nell’ultimo disco dei Gogol Bordello, “Transcontinental hustle”: suoni caciaroni, mazurke, ballate amare mesciate punk, violini e fisarmoniche, echi klezmer, suggestioni balcaniche: il tutto mescolato in America da quel furbastro produttore di Rick Rubin; a chi può essere dedicata una canzone come “My companjera”?

NERO VINYLE È ovvio che Gogol non c’entra un cazzo!È tutto e solo bordello! Musica totalmente disponibile, pronta ad aprire le gambe in qualunque piazza o vicolo del mondo; almeno tanto quanto Sting si sente tronfiamente degno della Scala, del festival di Spoleto o di chissà quale messa cantata in qualche gotica cattedrale per intellettuali anoressici. La tenera ragazza rossa si sdraiò sul letto e mi adagiò su di sé: momento poetico. Momento di totale inadeguatezza. Non sapevo cosa fare, cosa dire, dove poggiare le mie membra. E allora le sorrisi anch’io, mi sporsi in avanti, presi il cuscino sgargiante dietro di lei e lo portai con deli-

impossibili voglie. E invece le “vere mamme” le “dimamma-ce-n’è-una-sola” continuano ad ingombrare le vite dei ‘sani’ maschi italiani, a odiare le nuore, a competere con la loro cucina, a seminare zizzanie; nel paese dell’amore, in questo paese di italiani bamboccioni e mammoni, di bambini noncresciuti… ce ne vorrebbero di Crepet!) Uscii dalla casetta; il silenzio era totale; la donna anziana era sempre lì, sul patio, si dondolava e si sventolava; sorrideva coi suoi denti un po’ marci. La luna in cielo era fredda, raffinata, elegante: sembrava avesse un abito da sera. Sembrava un perfetto disco in vinile...ma

catezza sul suo volto. Poi lo tenni fermo, il cuscino, finchè lei non smise di sussultare. Una specie di amplesso veloce: oggi so che la chiamano sveltina! (Perché non la finiamo con quella stucchevole storia del complesso di Edipo. Dopo la scoperta del sesso, la “mamma” che si pretende è quella della totale dedizione sessuale a te e alle tue più

d’argento! Ecco se volete concedervi una degna colonna sonora per questa mia storia, secondo me, romantica, andatevi ad ascoltare i Tuxedo moon; “Desire”, del 1981! Un pezzo in particolare, “Victims of the dance”. Un brindisi alla danza, all’amore, al romanticismo, alla indimenticabile ‘prima volta’.


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la mordacchia GRAMMATICA ITALIANA PER DISTRATTI

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on so voi, ma io a volte ho la sensazione di vivere nel mondo dei puffi. Per le nuove generazioni, tutto è mini. I giovani desiderano bacetti e si scambiano regalini. Si amano dal più profondo dei loro cuoricini e si donano cioccolatini. Nonostante l’insolita sovrabbondanza di diminutivi, come si può essere severi di fronte a tanta tenerezza? Sono burbera e intollerante, lo ammetto. Ma che volete, l’amore

la maestra Bacchetta

intenerisce anche me! L’importante è non esagerare. Si corre il rischio di inventare di sana pianta forme prive di significato. Mi rivolgo soprattutto ai giovani: “secondino” e “attimino” sono da evitare. Ci può essere qualcosa che duri meno di un secondo d’orologio? E l’attimo, non è già fuggente di per sé? Noi non siamo i nani di Biancaneve, per i quali tutto è piccolo. Utilizziamo i diminutivi con parsimonia.

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viaggi

GRAVINA IN PUGLIA

DA “GIARDINO DELLE DELIZIE” A CITTÀ SOTTO LA CITTÀ di Giusy Loglisci

S

cale incerte, date e croci scalfiti nella pietra, lastroni, torchi, botti abbandonate da secoli, cunicoli che portano nel profondo delle viscere della terra. In altre parole, una città sotto la città costruita

quello degli Orsini, casa natale di Papa Benedetto XIII e Palazzo Nardone. Calandosi poi sempre più nei meandri del sottosuolo si possono ammirare antri, realizzati con volte a cupola e archi a sesto acuto,

Le gravine

formato da una pietra in tufo che tutt’ora conserva vino vecchio almeno di 200 anni, perfettamente mantenuto e mai evaporato. Un patrimonio, questo, che si aggiunge a quello di un centro storico ricco di vicoli e viuzze tra case popolari e nobili palazzi che orlano i bordi delle strade che conducono alla gravina. Una sorta di labirinto dove perdersi è piacevole. Scenario imperdibile che si affaccia sul settecentesco Ponte Viadotto, dal quale è possibile ammirare la chiesetta rupestre di S. Maria degli Angeli, scavata nel tufo e dotata di tre navate e tre absidi, e le condutture in superficie dell’acquedotto. L’acque-

nel cuore, forse inconsapevole, di Gravina in Puglia. Un mondo addormentato che è stato svegliato dalla lungimiranza e passione per la speleologia di Michele Parisi, un imprenditore edile che, attraverso la sua associazione “Gravina sotterranea” accompagna

Ponte Viadotto

Gravina sotterranea

i curiosi nell’underground della città. E così che ci si trova a esplorare uno scenario suggestivo che si snoda sotto palazzi storici che caratterizzano la città:

una volta utilizzati come cantine e cisterne, foggiate per cereali e frumento. Sotto il Palazzo Orsini infatti, si trova una cantina di tufo - con l’incisione di una rosa, simbolo della famiglia Orsini appunto profonda venti metri e con temperatura costante di 18 gradi. Ed ecco trovare botti perfettamente conservate, torchi per spremere l’uva o un piccolo pozzo con un coperchio

dotto, simbolo della città, è una spettacolare opera di ingegneria idraulica; un percorso sotterraneo di circa 3.000 metri costruito intorno al 1700, che segue il perimetro della città vecchia per poi concludersi presso la chiesa San Michele delle Grotte. Quest’ultima, la più grande delle chiese rupestri, a cinque navate, interamente scavate dalla mano dell’uomo, con affreschi

risalenti all’XII e XIII sec. Situata sul versante destro del burrone gravina, in un ambiente naturale molto suggestivo, è invece la Madonna della Stella che in epoca pagana veniva utilizzata per il culto di una divinità della fecondità. Ma la più famosa è certamente la chiesa di San Vito Vecchio, scavata nel tufo nel 1200, con un ciclo intero di affreschi che, staccati dalla parete e restaurati per evitare il completo degrado dopo l’abbandono del sito. Sono attualmente esposti presso il Museo Ettore Pomarici Santomasi di Gravina, in un ambiente che riproduce quello originale della chiesa. “Gravina” ha dichiarato Angelica Portagnuolo, presidente della Cooperativa ‘Archeologia & Cultura’ “non è solo la città di Federico II di Svevia - che tanto l’ha amata facendone costruire il Castello Svevo -, è anche la sede degli angioini e del conte di Monfort - che vi istituì la Fiera San Giorgio, giunta quest’anno alla sua 716° edizione -, è la città natale di Papa Benedetto XIII; è inoltre la città degli oltre 2.000 ettari di bosco ‘Difesa grande’ con le rare specie di flora e fauna che qui sono presenti. In altre parole, Gravina è una città ricca di storia, cultura e tradizione, dove il tempo, quasi d’incanto, si è fermato, e il visitatore rimane stregato dal suo fascino suggestivo”.

Per visite guidate, contattare: Soc. Coop. “Archeologia & Cultura” www.archeologiaecultura.it Via S. Sebastiano, 141 (c/o Chiostro S. Sebastiano) - Gravina in Puglia Info: 9.2133190/333.7725905

Per un buon gelato e un ottimo caffè Caffè Ferrante Corso Aldo Moro, 73 Gravina in Puglia Tel. 080.3267706 Per un buon pranzo tipico Osteria S. Agostino V.le Orsini 13/15 Gravina in Puglia Tel. 339.1854418 (qui è possibile trovare anche funghi e prodotti biologici) Per genuini liquori artigianali Amari & Rosoli Vico II Marconi, 3 Gravina in Puglia Tel./fax 080.3254138 Per fresche mozzarelle Emporio del Latte dei F.lli Tarantino Via Giardini, 92 Gravina in Puglia Tel. 080.3267802 338.9963227 Per una gustosa focaccia e tanto buon pane Panificio Fortunato Via Giardini, 61 Tel. 080.3269186 Per buona carne arrosto e non solo Arrosticiccio Via Marconi, 10 (dopo l’arco di p.zza Pellicciari) Tel. 080.3257574


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Galleria

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Cinema Addomesticare il cinema D

a qualche anno è consuetudine di alcune sale cinematografiche ospitare le partite della Nazionale di Calcio.

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uest'anno l'evento è particolarmente invitante: si proverà (un esperimento è stato già fatto qualche giorno fa, trasmettendo in diretta la finale di tennis del Roland Garros) ad unire la proiezione (della diretta) con il 3D, un evento organizzato dal circuito di sale “The Space”, insieme ad altri.

L

a copertura riguarderà le partite dell'Italia, ma anche la fase finale, grazie all'accordo con la F.I.F.A.

I

l compito delle riprese è stato affidato alla Sony, che sistemerà, per ogni stadio in cui si giocherà la partita, sette coppie di telecamere che permetteranno la proiezione stereoscopica.

G

li esperimenti precedenti, però, non fanno presagire

il meglio, anzi. Le riprese sono apparse presto monotone, senza un racconto, come se alla bellezza e nitidezza dell'immagine fosse impossibile connettere una regia, un soccorso, per aiutare la comprensione tecnica di quello che accade durante una partita: quindi replay puntuali, ralenti, posizionamento preciso delle telecamere sul fuorigioco, e tutto il caravanserraglio di trovate televisive che ha stravolto il modo di guardare un evento sportivo come il calcio che, voglio ricordarlo, da moltissimi appassionati non è vissuto solo come una semplice rappresentazione sportiva, ma come la stanza di compensazione dei propri desideri e delle proprie frustrazioni, uno scrigno pieno di gioie e di delusioni stipate.

P

er queste ragioni la tecnologia, o per meglio dire il linguaggio televisivo maturato in anni e anni di affinamento

stilistico, rappresenta una condizione dirimente essenziale, non si può più tornare indietro: provate a chiedere a un “deviato” calcistico di accettare di guardare una partita liscia, di fila, senza interruzioni e spezzettamenti di senso (senza poter riguardare se il fallo era da fischiare o no, se c'era il rigore o no, e se si, quanto era rigore? È stato Ronaldo a disintegrarsi su Iuliano, o è stato Iuliano a immolarsi?), ma non aspettatevi risposte urbane.

D

unque ne va della salute mentale di milioni di italiani, né più né meno.

I

nsomma, questa nuova regia frutto del 3D non convince per ora, soprattutto se paragonata alla visione ormai “classica” della partita, quella che conosciamo da una quindicina d'anni, con la regia di un broadcaster: un passo indietro brutale, un regresso alla spettatorialità “primitiva”

di qualche anno fa...

P

erò, dicono, l'immagine è in 3D... Mah! Contenti loro...

M

a non è di questo che vorrei parlare, anche se la questione del racconto del calcio mi sta a cuore.

Q

uello che mi sta più a cuore riguarda il rispetto che bisogna avere per i luoghi, e mi spiego.

M

a che senso ha, per gli esercenti, aprire le proprie sale alla proiezione di una partita di calcio?

L

a frenesia che spinge l'ambiente del cinema ad aprirsi alla proiezione di nuovi contenuti (l'Opera in diretta, i concerti, ecc...) mi convince poco, perché, come sempre, anche questa volta a gestire la transizione sarà una generazione di esercenti incapace di interpretare la svolta digitale. Lo dico per esperienza diretta.

di Francesco Asselta

È

già accaduto altre volte: per esempio, tra i '70 e l'inizio degli anni '90 il cinema fu coinvolto in un disastro che spazzò via dai nostri centri storici alcune delle sale più antiche, belle e prestigiose. Le colpe maggiori, questa è la mia opinione e la voglio esprimere senza se e senza ma, sono ascrivibili agli esercenti, col loro vecchio vizio di tirare su la saracinesca e pretendere che le persone invadano la sala, con la loro ignoranza che rasenta l'analfabetismo cinematografico (molti fanno un secondo lavoro, ma non sono a conoscenza degli esiti), con il loro familismo amorale. Volutamente non parlo delle eccellenze, che comunque esistevano e resistevano.


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Cinema A

ppena sono apparsi i nuovi media (la televisione e il VHS furono i più infidi) però, con le spalle al muro e le tasche bucate, molti esercenti hanno fatto quello che ancora oggi molti di loro sognano di fare: speculazione edilizia. Giù gli edifici storici, su i supermercati e i parcheggi o le abitazioni: il cinema, per loro, era tornato ad essere un valore...

I

n quel periodo, inoltre, molti esercenti si dedicarono al porno, resistendo.

M

a il danno d'immagine fu irreversibile.

E

sistono ancora oggi sul territorio sale cinematografiche aperte nei primi anni del '900, sale in cui generazioni di appassionati sono cresciute, che ancora oggi vengono ricordate come cinema porno, per aver ospitato per “soli” venti anni o giù di lì le pellicole a luci rosse.

Q

uella fu una fase di transizione, la cui gestione andrebbe ricordata solo come esempio da non seguire.

A

nche la nostra è una fase di transizione, forse ancora più delicata delle precedenti.

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a non vi preoccupate: molti degli esercenti in questione sono ancora al loro posto. Molti di loro proietteranno le partite di calcio nel loro cinema. Questa è una delle risposte di categoria alla transizione.

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oraggio.

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Spettacoli

IL DIALETTO DI BARI VECCHIA DIVENTA UNA LINGUA NEL DISCO DEL JAZZISTA BARESE DARIO SKEPISI di Greta Favorita

B

ari: Il “barisiliano” è la nuova lingua coniata da Dario Skèpisi, musicista barese. In questa lingua è stato realizzato il video clip “t’adadattà” (ti devi adattare), con la regia di Enzo Piglionica, presentato al cineporto di Bari e sostenuto da ApuliaFilmCommission. Ma il video prima che a Bari è stato presentato a Londra nell’ambito del Salento Internazional Film Festival. “Questa lingua molto musicale ha avuto tanto successo a Londra” dice Dario “Il barese si amalgama così bene con la musica brasiliana che non è stato necessario tradurre i testi”. E così la lingua barese ha spopolato a Londra. Come è successo? Devo ringraziare il mio agente/produttore, Vito Schirone e la sua NoviNew srl, che ha creduto in me e mi ha sostenuto. Ma anche il regista del video, Enzo Piglionica, e la ApuliaFilmCommission che ha sostenuto il progetto. È necessario precisare una cosa. I miei pezzi musicali in barese rompono

Il jazzista barese Dario Skepisi

due cliché: uno è quello del barese usato per far ridere. I miei brani, in particolare “t’adadatte”, sono invece di denuncia di alcuni mal costumi del nostro territorio. L’altra rottura è quella con la musica brasiliana che siamo abituati a sentire, quella per intenderci,

delle feste di fine anno o del carnevale di Rio. Ecco a proposito come nasce questa passione per la musica brasiliana e poi l’uso del dialetto barese? La passione nasce dall’ascolto dei più grandi

musicisti brasiliani. Nel corso della mia vita professionale, ho suonato con grandi come Jim Porto, Jose Ferriera, Gilson Silveira. E poi leggendo i testi ho capito che il suono del dialetto barese, che è una lingua, è molto adatto ai ritmi brasiliani. È quello

che ha fatto Pino Daniele con il suo blues napoletano. Il pezzo del video clip fa parte del tuo album “Musicanima”. Quali sono i tuoi progetti futuri? Grazie a Vito Schirone a giugno parte il mio tour per la presentazione dell’album che contiene due pezzi in dialetto barese. A questo proposito voglio ringraziare i grandi musicisti che hanno collaborato con me Mirko Signorile, Nando DiModugno, Fabio Accardi, Pierluigi Balducci. E poi sempre Vito sta organizzando la promozione del video “T’adadatte” all’interno del concerto spettacolo che presenterò in Australia, New York, Filadelfia e Toronto. Inoltre sto realizzando un nuovo album di musica brasiliana tutto in lingua barese. Dario è laureato in Scienze politiche con una tesi discussa con il sociologo Franco Cassano dal titolo “Musica occidentale e Jazz: studio sulla tesi di Max Weber”. Un intellettuale che si è convertito al Samba.


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meridionartisti ANNALISA CIARAMELLA nata a Casoria (Na) il 5-11-1975 Costumista Laboratorio A.C.C.A. Arte e Costume a Napoli in Vico Santi Filippo e Giacomo, 14/B annalisa.ciaramella@libero.it www.annalisaciaramella.it


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Andria Bar Arco Antico via ferrucci Antica Trattoria Bella Napoli C.so Cavour American Bar C.so Cavour Cavour Caffè C.so Cavour Caffè del Corso C.so Cavour Bar Ariston via Bari Caffetteria Demony viale Puglia Bar Chantilly viale Puglia Caffetteria Shadey via Marcantonio Bar 7 Nani via Annunziata Bar Forte via Annunziata Caffè Normanno viale Pietro Nenni Bar Euro viale Pietro Nenni Bar Angel Coffee viale Pietro Nenni Glamour Cafè viale Ausonia Caffetteria Pommery via Muzio Scevola Bar Mont Blanc via Don Minzoni Caffè Noir via De Gasperi Bar Castello via Porto Castello Al Cavallino Grosso via Montegrappa Fashion Cafè via Mozart Bar Feeling via Bisceglie Bar La Dolce Vita via Boccaccio Bar Cin Cin via Pisani Bar De Lucia P.zza Vittorio Emanuele Bar Negrita P.zza Umberto Bar Sheridan e Coffee via Barletta Bari Bar stazione P.zza Aldo Moro, 1 Bar Catullo P.zza Aldo Moro, 18 Bar Tyffany via Argirò, 137 Caffè Argirò via Argirò, 74 Bar Le barisièn via Argirò, 52 Bar Conchiglia via Argirò ang. via A.Gimma. Bar Cavaliere via Piccinni, 53 Caffè Senza Tempo via Piccinni, 75 Martin Caffè via Piccinni, 102 Bar Speedy via Piccinni, 121 Bar Meridional Caffè via Piccinni, 124 Ideal Bar via Piccinni, 177 Aida via Piccinni, 187 Wish Cafè via Piccinni, 196 Modigliani Caffè via Piccinni ang. via S. Visconti Bar Vox via Sparano, 13 Bar Ragno C.so Vitt. Emanuele, 90 Bar del Corso C.so Vitt. Emanuele, 98 Caffè Borghese C.so Vitt. Emanuele, 122 Antica Gelateria del Corso P.za Federico II di Svevia, 32 Bar Castello P.zza Federico II di Svezia, 83 Bar Federico II P.zza Federico II di Svezia, 85 Bar Gridem Lung.re De Tullio, 1 Bar Titti Tuister Lung.re De Tullio, 18 Bar Dogana Lung.re De Tullio, 34 Bar Barucchelli P.zza Ferrarese, 3 Matise Bar P.zza Ferrarese, 10 Bar Almstad P.zza Ferrarese, 13 Città Vecchia Bar P.zza Mercantile, 17 Barcollo Bar P.zza Mercantile, 69 Bar Catullo C.so Cavour, 9 Bar Gasperini C.so Cavour, 55 Bar Saicaf C.so Cavour, 121 Caffè Greco C.so Cavour, 126 Garden Bar P.zza Umberto, 59/A Antica Caffetteria della Vittoria via Decesare, 1 Caffè Voltaire via Camillo Rosalba, 47/P Caffè Rosalba via Camillo Rosalba, 49/B Mivida Caffè via Matarrese, 24 Caffè Italiano via Matarrese, 46 Mozart Caffè

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via Fanelli, 206/19 Sesar Caffè via Re David, 193/S Bar Mistral via Napoli ang. via Tommaso Fiore Bar Venezia via Napoli, 180 Bar dello Studente via S. Francesco d’Assisi, 35 Bar Il Bello delle Donne P.zza Massari, 18 Caffè Astoria C.so Vitt. Emanuele, 64 Saicaf Il Caffè C.so Vitt. Emanuele, 38 Voglia Matta C.so Vitt. Emanuele, 42 Caffetteria Vanity via Melo, 28 Il Caffè del Faraone via Melo, 57 Caffè Bellini via Melo ang. via Putignani Mozart Caffè via Melo, 139 Caffè Shop via Melo, 148 Caffetteria Catalano via Melo, 181 Caffè Melo via Melo, 228 Caffè Carulli via Crisanzio, 65/A Barletta Bar con Ghiaccio via Canosa Bar Mulinello via Canosa Bar dello Studente via Canosa Bar Settebello via Canosa Caffetteria Cafagna via Madonna della Croce Bar Mike via Madonna della Croce Bar Mundial via Madonna della Croce Caffetteria Rionero via Madonna della Croce Bar Odeon via Imbriani Caffè 57 C.so Garibaldi Caffetteria Bar Stop via Madonna della Croce Bar Cavour C.so Cavour Bar Agip via Trani Ipercoop c/o Centro Commerciale Bar Conchiglia via Cristoforo Colombo Bar Denise via S. Prascina Bar Turin via S. Prascina Bar Tict via A. Volta Caffè 103 via Regina Margherita Bar Big Ben via Regina Margherita Bar Scardigno via Regina Margherita Bar Viola C.so Vittorio Emanuele Bar Disfida Caffè C.so Vittorio Emanuele Bar Don Fernandos C.so Vittorio Emanuele Caffetteria Coffe e Break C.so Vittorio Emanuele Caffè Corsini C.so Vittorio Emanuele Bar Caffetteria Moca via S. Lucia American Bar P.zza Castello Bar Marrakech P.zza Marina Caffetteria Giotto P.zza Marina Bar adriatico via Manfredi

Bisceglie Bar Dolce e Caffè via S. Andrea Bar Acquafredda P.zza S. Andrea Lino Bar via Trani Bar Erk via Lamaveta Bar Meeting via Indipendenza Bar Bellavita via S. Martino Bar Moon Flower via Sacerdote di Caffetteria Notorius viale Cacace Bar First Love viale Cacace Cin Cin Bar via Fragata Blue Night Caffè via Imbriani L’ora del Caffè via Imbriani Caffè Cova P.zza Vittorio Emanuele Bar Le Antiche Mura P.zza Vittorio Emanuele Bar Oriente P.zza Vittorio Emanuele Bar Disney P.zza Vittorio Emanuele Bar Scalo via La Marina Bar S. Lorenzo via Papagni Bar Lul e Chemise via Papagni Bar Eden P.zza Armando Dia Bar Garden via Aldo Moro Bar dei Puffi via Volta Bitonto Bar della Stazione Caffè Creme Millefiori via Palombaio Helen’s Cafè via Palombaio Bar La Maya via Galileo Galilei La Tan del Caffè via Ravanas Meeting Cafè via Ludovico D’Ariosto Play Cafè via Berardi Bar Europa P.zza Santi Medici Bar Cosimo Cotugno via Gomes Caffè L’arabica P.zza Aurelio Marina Bar Nuovo via Cortese Bar Gattopardo via Piepoli Bar Le Divine via Saracino Bar Titanic via G. La Pira Bar Hegemonya via X S. Spirito Bar Jolly viale Giovanni XXIII Bar Ignomeriello villa di Bitonto Bar Il Grillo via La Rovere Dreamer Cafè via Planelli Art Cafè via Tempesta Gotha Cafè via D.co Ricapito Bar Cristall via Traetta Hezio’s Bar via Traetta Super Bar via Traetta Villary 52 P.zza Marconi Bar da Giacomo P.zza Marconi Bar Vittoria P. zza Matteotti Caffetteria dello Studente P. zza Matteotti Lounge Bar P. zza Matteotti

Canosa Daz cafè via Bovio Bar Vittoria via Bovio Bar Imperial via Bovio Bar Divina via Puglia Bar del Corso C.so S. Sabino Bar Cono D’oro C.so S. Sabino Caffè 900 C.so S. Sabino Casa del Caffè via Barletta Gran Caffè Aurora P. Belmondo Bar Inter Club P.zza della Repubblica Caffetteria Mazzini C.so Garbaldi Bar Ugo Foscolo via Settembrini Bar Roxy via Settembrini Bar Millico via Imbriani CORATO Bar Acapulco via Don Minzoni Bar Angolo viale Ettore Fieramosca Bar Carlo’s Corso Garibaldi Bar Corona via Aldo Moro Bar Duomo via Duomo Bar Everest viale 4 Novembre Bar Junior via Digione, 70 Bar Lino’s viale Vittorio Veneto Bar Orchidea viale Luigi Cadorna, 23 Bar Renudò Piazza Sedile, 26 080-3588641 Bar Shaday via Duomo Bar Via C. del Monte Cinema Elia Corso Garibaldi Parrucchiere Moods Hair di Savino Caterina P.zza Pietro Rosa 080-8726233 Parrucchiere Michele Campione via Giappone 080-8985911 Parrucchiere Riccarda Rutigliano via Galileo Galilei, 13 333-6284977 Parrucchiere Riccardo viale Armando Diaz Sede PDL P.zza Vittorio Emanuele Tabacchi via Don Minzoni Tabacchi via A. Moro Tabacchi Piazza Cesare Battisti Tabacchi c/o Palazzo Gioia Tabacchi Tatoli stazione Trattoria Land & Sea via Torquato Tasso, 68 Giovinazzo Bar Palermo via Bari Bar Lux via Bari Bar Etoille via Bari Bar Ragno D’Oro P.zza Vittorio Emanuele Gran Ceffè P.zza Vittorio Emanuele Vecchio Caffè P.zza Vittorio Emanuele Bar Lollipop via Molfetta Bar Pub No Stop viale Aldo Moro Bar Frau Marlen via A. De Gasperi Jeans Bar via Agostino Gioia Bar S. Agostino P.zza S. Agostino Bar Impero via Marconi Modugno Auchan Centro Commerciale Taxi Bar via Palese Bar Abbaticchio via Cesare Battisti Bar Elisir P.zza Garibaldi Bar Sport C.so Vittorio Emanuele Bar Marasma C.so Vittorio Emanuele Bar Parictina via Roma Bar Caffetteria 2000 via Roma

Ideal Cafè Viale della Repubblica Bar Nero Cafè Viale della Repubblica Bar Arillonia via S. Francesco D’Assisi Bibo Bar via X Marzo Bar Abbaticchio via De Gasperi Caffetteria sara e Kati via del Piave Bar Gran Caffè via C. di Muccia Molfetta OUTLET Bar Fico Secco/Margherita Glitter Cafè via Madonna dei Martiri Caffetteria Gioele via Madonna dei Martiri Central Bar Piazza Vittorio Emanuele Bar Amici via Tenente Fiorini Bar Cafè artisti via Tenente Fiorini Bar Snack via Tenente Fiorini Mattia Caffè C.so Dandi Cin Cin Bar C.so Dandi Caffetteria Arcobaleno Porto Bar Haiti via S. Domenico Bar Columbia via S. Francesco Euro Cafè via S. Francesco Bar Venezia C.so Fornari Bar Cavour C.so Fornari Black Caffetteria C.so Fornari Bar del Vico C.so Fornari Bar Stazione Piazza Aldo Moro Bar Zanzibar via Baccarini Green Bar via Baccarini Bar Rio via Bari Bar Saicaf C.so Umberto Off Street Cafè Piazza Garibaldi Palese Bar del Corso C.so Vittorio Emanuele Bar Manica via Duva D’Aosta

New Style Moda Angelo Marsico via A. Diaz, 15

Bar Carrassi via A. Diaz Bar Dolce e Caffè via A. Diaz Bar Corner via Napoli

Rivendita Giornali Sandro Petruzzelli Largo Renna, 10

Bar Zorro via Capitaneo Bream Bar via Cap. Maiorano Ruvo di Puglia Coffe & Company via Scarlatti Scarlatti Caffè via Scarlatti Caffetteria Stazione c/o stazione American Bar P.zza Cavour Il Monello Caffè C.so Cavour Meeting Caffè trav. C.so Jatta Pasticceria Berardi C.so Jatta Caffè Nesos P.zza Matteotti Bar San Remo C.so Gramsci L’antico Bar Fiamma C.so Gramsci Caffè Italia C.so Gramsci Caffetteria Zanzibar C.so Cotugno Coffe e Room C.so Cotugno Beverly’s Bar S. Spirito Caffè Carrassi via Napoli Al Bar Adan via Napoli Bar Italia via Napoli

Minimarket rosticceria Moretti via Napoli, 113-115

Bar Benny’s via Napoli Bar Il Gabbiano Lungomare C. Colombo

bar-gelateria babayaga Piazza Roma, 1

Ghiaccio Bollente C. Colombo Bar Babayaga C. Colombo Bar Mojito Terlizzi L’incontro Caffè via Bovio Caffetteria Marinelli via Dante Summer Bar P.zza Cavour Bar Savoia P.zza IV Novembre Gran Caffè Italia P.zza IV Novembre Bar Cattedrale P.zza don Tonino Bello Piccolo Bar v.le Roma Caffetteria del Corso v.le Roma Caffè Chicco D’Oro Gran Caffè Orchidea Caffetteria Grassi Bar Pineta v.le dei Garofani Harry’s Bar v.le dei Garofani Sapori e Delizie v.le dei Garofani Bar Crazy Heaven via Federico II Bar Magic via Duca degli Abruzzi Bar Royal via Pasquale Fiore Trani Angrano Caffè via Superga Caffetteria Blue Moon via Superga Caffetteria Chiara via Superga Gran caffè Marrackesch via Superga Gran Caffè Venezia viale Spagna Bar Micano via Annibale Maria di F. Mar Mediterraneo via Annibale Maria di F. Caffetteria Bar Buongustaio via Annibale Maria di F. Bar Il Greco via Pozzopiani Bar Il Punto azzurro via Luigi Sturzo Caffetteria Kinki Palace via Tevere Bar L’ottagono Lungomare C. Colombo Bar L’incontro Lungomare C. Colombo Bar Garden via Tiepolo Bar Molo via Statuti Marittimi Bar Mediterranee via Statuti Marittimi Bar Senzio via Statuti Marittimi Caffè del Porto via Statuti Marittimi Bar Castello Svevo via Alvarez 3 Caffetteria punto di Mare via Re Manfredi Bar Teniro via Mario Pagano Milan Bar P.zza Indipendenza Bar Vittoria P.zza Indipendenza Mondial Bar C.so Vittorio Emanuele Caffè Paradiso C.so Vittorio Emanuele Bar Commercio C.so Vittorio Emanuele Bar Blue Moon C.so Vittorio Emanuele Caffè Odeon C.so Vittorio Emanuele Bar Plaza P.zza Rupubblica Bar Rosanna C.so Imbriani Parrucchiere Zagaria Nicola C.so Imbriani


redazione@quartopotereweb.it | anno I | n° 4

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Eventi CORATO dal 18 al 27 giugno X Edizione del “Festival delle Murge”

INCONTRI CULTURALI DEL GIOVEDÌ AL CASTELLO SVEVO DI BARI

Un programma variegato che ogni anno offre concerti da camera, rappresentazioni teatrali, opere liriche ed orchestrali. Con la partecipazione straordinaria

di Michele Placido. Chiostro Comunale. Sipario ore 21.00. Per info e prevendita: www.festivaldellemurge.it lastravaganza@hotmail.com

PROSSIMI INCONTRI

1 luglio, h 17.30 L’Aquila: la messa in sicurezza del patrimonio culturale nell’emergenza. Sergio Basti, Direttore Centrale per l’Emergenza ed il Soccorso Tecnico Dip. Vigili del Fuoco – Ministero degli Interni, Luciano Marchetti, Vice Commissario della Protezione Civile per il Patrimonio Culturale, Michele Di Grezia, Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari. 15 luglio, h 17.30 Il Castello Svevo di Bari fra ‘800 e ‘900 – nella documentazione fotografica e archivistica. Michele D’Elia e Corrado Bucci Morichi, già Dirigenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Annamaria Lorusso, Direttore del Castello Svevo di Bari – Soprintendenza BAP Province di Bari, BarlettaAndria-Trani e Foggia.

SAGRE E FESTE POPOLARI

Bari, Monastero di Santa Scolastica 12-27 giugno 2010 orari di apertura: dal martedì al sabato 18.30 - 21.30 domenica 10.30 - 13.30

Festival dell' "Alegria" - 10 e 11 luglio - Corato Parco Comunale Sant'Elia - ore 20.30 - ingresso libero Appuntamento immancabile dell’estate coratina è il festival latino-americano “Alegria”, giunto quest’anno alla terza edizione, a cura della scuola di danze caraibiche Club Buena Vista. Le serate presentate dalla bellissima Barbara Jimenez si apriranno con delle esibizioni dei ragazzi della scuola di ballo, ma le sorprese non mancheranno: vi attendono esibizioni di professionisti ,inedite, a Corato! Ospiti del festival: Johnny

Vasquez y su Dance Company in concerto-show, che per la prima volta si esibiranno a Corato; Miguel Henriquez in concerto “en vivo” con la sua band cubana; le ballerine cubane Barbara Jimenez e Josis Gonzalez… Un’occasione irripetibile per gli amanti del mondo latinoamericano, ma anche per tutti coloro che voglio passare due serate diverse all’insegna di musica, divertimento e tanta ALEGRíA.

CASSANO DELLE MURGE

BITETTO

domenica 20 giugno “Sagra della pecora alla r’zzol” La pecora – che per tutto l’inverno ha brucato sulla Murgia alta - viene cotta in otri di creta nel forno a legna. Per 6-8 ore ore la sua carne, cocendo, si contamina con le spezie della Murgia: le cicorielle spontanee, il finocchietto selvatico, i cardoncelli e le patate. La carne della giovane pecora diventa tenerissima, rilascia il suo “odore” e si inebria dei profumi degli altri alimenti che l’accompagnano nel lungo viaggio verso il suo prelibato destino. Piazzale Madre Clelia Merloni (area mercatale). Dalle ore 20.00.

mercoledì 23 giugno “Notte di San Giovanni” La notte di S. Giovanni coincide con il solstizio d’estate. A Bitetto, nel borgo antico ritroverete lo stesso spirito con musici, cantastorie, qualche pseudo cartomante che si esibiranno fino a notte fonda per produrre un particolare inno alla vita. Tra le antiche corti e le piazzette, vi sorprenderanno i cibi e i prodotti tipici come gli immancabili spaghetti alla Sangiuannidd, il formaggio, il vino locale e i fioroni


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tel. 080.872.89.01

avviso ai degustanti

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oroscopo by maga Ortica ARIETE La tua voglia d’amore è un pozzo divoratore che può inghiottirti. Questa mese sarà salutare trascorrere più tempo fuori, che dentro. Le lacrime risvegliano l’anima. Un uomo maturo avrà un miracoloso effetto sul tuo amore. TORO Preparati ad una settimana di freddezza sentimentale. Poi ritroverai una persona che ha grosse responsabilità sul tuo passato. Non dir niente che non faciliti la conversazione con ella. Dio è con te. Ricorda: 8 e Occidente, per evitare scelte tremende.

Il convento

S

e vi trovate al centro di Corato e sentite lo stomaco brontolare, andate alla pizzeria “Il Convento”. Francesco, il pizzaiolo, è come il genio di Aladino: pronto a soddisfare ogni vostro desiderio e a sedare ogni appetito. repara una pizza che ha proprietà benefiche. Rilassa il corpo e la mente e fa venire il buon umore. Potremmo chiamarla “Pizza alla serotonina”. È saporita e con i bordi spessi, simile nella forma e nel gusto all’originale campano. se non vi curate delle diete e della prova costume, non limitatevi alla sola pizza. Assaggiate il Panuozzo. Nessuno sa dire che cosa sia né quale sia il segreto di tanta bontà. Sappiamo solo che è un prodotto tipico di Gragnano, ma perché andare fin lì per gustarlo? Francesco lo prepara in maniera eccellente e ci risparmia il viaggio e la fatica.

P

E

Pizzeria "Il Convento" Corato (Bari) Via San Domenico 33

GEMELLI Il tuo amante è un poppante focoso. Anche tu sei calorosa, ma non devi rischiare di scottarti. Vietato usare profumi per una settimana. Colui che ti pizzicherà alle spalle, potrebbe darti mille piaceri. Carabinieri in vista, state lontane dai vizi. CANCRO Ore allegre con uno che porta occhia-

li. Per colpa di un’amica, uno scherzo vi sarà insopportabile. Se incontrate uno basso di statura, rosso, con un tantino di calvizie, seguitelo. Vi sta portando dritto verso un guadagno. Usati i fiori, per scansar dolori.

dal nome breve, ti farà proposte scandalose. Un Toro che non ti incorna porta piaceri e tante altre cose. Rapporti ottimi con lo Scorpione, notte critica con l’Acquario.

LEONE Sei in un eccesso di automortificazione. Hai commesso un piccolo errore, ma se ora cambi la disposizione di spirito avrai letizia. Aiuti in arrivo dalla tua religione. All’Albergo del Presente, l’uomo ricco non dà niente. All’albergo del futuro, avrai molto dal più duro.

SCORPIONE Sei troppo flessibile, con la tua dieta sentimentale. Ci vuole più disciplina nell’anima. Nei musei e nelle chiese avrai incontri senza pretese. Nel mercato e nelle poste, a chi ti ferma fagli festa. Ti servono abiti più belli. Devi entrare in porte più grandi.

VERGINE Una mattina di lacrime e riso. Un pomeriggio di riso e lacrime. Non singhiozzare come un vitello abbandonato e acquieta la tua anima ribelle. Se ti vuoi far del Bene, scrivi una lettera in bella calligrafia. Datti un abbondante pasto di baci. Hai trovato l’amuleto a forma di stella?

SAGITTARIO Meglio restar digiuna, piuttosto che far credere di essere stomaco pieno. Scegli la carità, invece che le armi. Insomma, cambia le tue abitudini di vita e diventa più forte, nel bene. Troppo lavoro. Sei vuoi che si realizzi, scrivi un desiderio sulla sabbia.

BILANCIA Un uragano nel cuore ti cambierà il volto delle cose vecchie. Un ariete,

CAPRICORNO Non isolarti, resta in contatto con gli amici più cari. Passeggio e massaggio son due occasioni straordinarie

per diventare più ricca di emozioni. Un messaggio ha la funzione di disturbarti. Dal fianco sinistro arriva il burlone. Dal fianco destro la spinta al burrone. ACQUARIO I tuoi occhi faticano a vedere le cose buone. Guardati alle spalle, non rompere le palle. Pane, frutta e poi la panca. Niente dolci per merenda. Assistere ad una gara sportiva o ad una competizione canora ti porterà fortuna. Un Pesci respira agitato dentro di te. PESCI Un brigante dell’amore sta per liberarti da un bisogno. Quale occasione migliore per prenderti una libertà in più? Non toccare il pugnale quando tua madre parla. Dice parole vere, anche se la sua aria pesa. Vuoi risvegliare gioia, allegria e felicità? Fai regali senza pensare al denaro.

UN "PIENO" DI VERITÀ Q

uanto guadagna un distributore

su un litro di benzina?

E

siste una concorrenza leale fra le

L

e associazioni dei consumatori infor-

mano correttamente?

Q

E

bbene, dal prossimo numero,

una pagina del nostro periodico sarà dedi-

uali politici hanno il coraggio di

contrastare gli inte-

cata a svelare tutte le verità che non si conoscono, dalla parte

compagnie petrolife-

ressi delle multinazio- dei gestori.

re?

nali?

C C

he cos’è una pompa bianca?

O

gni volta che sale il carburan-

te, i clienti accusano ome si può ridurre il prezzo dei

carburanti?

i proprietari degli impianti di guadagnare troppo e illecitamente.

U

n “Pieno di verità”, rubrica di

economia regionale, fatta con la collaborazione della FegicaFelsa Cisl e del segretario regionale Domenico Guastamacchia.


redazione@quartopotereweb.it | anno I | n° 4

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QUARTOPOTERE anno I - n° 4 Giugno 2010 EDITORE Rumores s.r.l – Gruppo editoriale Largo Plebiscito, 12 70033 Corato Ba redazione@quartopotereweb.it Tel. 080.872.89.01 DIRETTORE EDITORIALE Michele Varesano

LE altre NOSTRE TESTATE

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Monteleone PRESIDENTE RUMORES srl Luca Rutigliano RESPONSABILE COMMERCIALE Piergiorgio Palazzi cell. 333.65.37.126 SEGRETARIA DI REDAZIONE Marianna Caterina PROGETTO GRAFICO E ILLUSTRAZIONI Francesco Varesano IMPAGINAZIONE Valentina Caronna

Il direttore editoriale i martiri del giornalismo

Vignette e illustrazioni di Marco Testini: pag. 12, pag. 17 di Francesco Varesano: pag 2, pag. 15

Fabio Polenghi (1965 – 2010) 29 anni di lavoro aveva girato una settantina di paesi. “Realizzo servizi fotografici nei settori del reportage, ritratto, moda e pubblicitario”, diceva di se stesso in un blog. “L’universo del mio lavoro rappresenta in parte anche quello dei miei piaceri”: la foto, il cinema, la musica, e poi viaggiare. Passioni per le quali ha sacrificato la propria vita.

STAMPA Sedit - Bari Via delle Orchidee, 1 – 70026 Modugno Per la pubblicità Tel. 080.872.89.01

FRA' 2010

Un altro fotoreporter che muore nel sud est asiatico. In Thailandia, ancora durante degli scontri con la polizia, in cui la responsabilità non si sa mai a chi debba essere attribuita. Fabio Polenghi si trovava in Asia da tre mesi; free lance dal 2004, aveva lavorato per testate italiane importanti come Vanity Fair, Vogue, Marie Claire, Elle. In

REDATTORI Angela Nocco Giuseppe Scintilla Francesco Asselta Carolina Borghi Luciano Aprile (Nero Vinyle) Biagio Cantatore Mara Petrone Carmela Moretti Simona Accettura Greta Favorita Francesco D'Amato Giusy Loglisci Marianna Caterina Pasquale Crocco

Gli articoli pubblicati riflettono esclusivamente il libero pensiero dei singoli autori e non impegnano in alcun modo la linea di condotta dell’Editore e del Direttore Responsabile. Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010



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