Quarto Potere

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aprile 2010

redazione@quartopotereweb.it | anno I | n° 2

(Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010)

Largo Plebiscito 12 70033 - Corato (Ba) tel 080.872.89.01

di Francesco Monteleone

canto, garantendo tantissimo lavoro, poche chiacchiere e nessuna lezione di morale. Da campione in carica è caduto spingendo il suo miglior gregario. “Si può contare anche ciò che non esiste” dice Meinong. Oggi chi pompa i voti dell’asset tossico PdLUdC-IoSud è un ipocrito. Come tutte le storie, anche la storia delle votazioni 2010 sarà scritta dai vincitori. Fitto, nel suo reame, ha perso per la terza volta contro i comunisti. Adriana-Medea si è vendicata per essere stata ripudiata. I moralisti han chiesto le dimissioni dal governo. Telenorba gli suggerisce di guidare la crociata contro i padani. ‘Le parole sono voglie’, dice il mio autore preferito. Vedremo. Raffaele è un Silvio che non ride mai. Non si mescola nella folla, rischiando ingiurie, calunnie e qualche tegola in testa. È un politico mortale, ma non è fesso. Come un sacerdote pagano, mosso da forza impersonale, ha ‘sacrificato’ alla democrazia un suo parente. Stia al tavolo di palazzo Chigi, continui a mostrarsi incompatibile con i rossi, ma faccia qualche accordo sottobanco con il leale vincitore delle regionali, per il bene della Puglia.

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econdo me, Raffaele Fitto ha fatto bene. Tutti i giurati del PdL gli dicevano che Rocco Palese, contro Nikita, sarebbe stato un perdente ideale. Invece, nel catalogo dei candidati, Adriana Poli Bortone era prima in tutti i sondaggi. Se i nativi del centrodestra avessero fatto le primarie lei avrebbe cucinato i rivali in umido, con pomodoro. E avrebbe saputo svuotare i salvadanai elettorali della sinistra truffaldina. Raffaele Fitto non è un opportunista, ma teme i falsi amici. L’accordo con l’estremo centro di Casini e con i fuggiaschi di AN forse era troppo persecutorio. Il leader si è svincolato da una giocatrice esterna, che sbatteva sul tavolo l’asso pigliatutto. Non ha voluto brindare in anticipo alla vittoria sicura. E ha scelto suo cognato, dopo che il Sottosegretario Mantovano promise di sfilare la stagnola al tappo di prosecco, per un candidato geneticamente non modificato. Fitto ha nominato chi gli è sempre stato ac-

Primo piano

la questione "meridionali"

università

economia verde

Cinema

RU486: intervista al Dottor Nicola Blasi

Intervista a Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano

Ateneo di Bari "sotto inchiesta" per un presunto aumento delle tasse

Aprile dolce... pedalare!

Inganni ad arte

di Angela Nocco

di Giuseppe Scintilla

di Carmela Moretti

di Carolina Borghi

di Francesco Asselta

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Primo Piano A Bari c'è stata la prima somministrazione della RU486. Una donna di 25 anni rinuncia alla maternità con l'aiuto dell'unico medico di gentile volontà

un angelo caduto in volo

Ma dopo le polemiche e la bufera mediatica crescono le richieste e si richiedono linee guida

È

l’8 aprile. Il giorno dopo la prima somministrazione della pillola abortiva al Policlinico di Bari. Ho appuntamento con Nicola Blasi, l’unico ginecologo non abortista che ieri ha somministrato la prima RU486 nell’unico ospedale da Roma in giù in cui è possibile questo trattamento. Dopo lo tsunami mediatico di ieri (la clinica

Dott. Nicola Blasi

è stata presa d’assalto da giornalisti provenienti da tutta Italia) la situazione oggi è molto tranquilla. Il portinaio che mi tiene compagnia mentre aspetto commenta “non capisco tutto questo interesse per una cosa che facciamo dal 2006”. Si riferisce al fatto che la somministrazione della RU486 al policlinico di Bari si effettua in via sperimentale dal 2006 e sono circa duecento gli aborti trattati con questo metodo dal 2006 ad oggi. E poi aggiunge “nella sanità ci sono tanti problemi più gravi che voi giornalisti dovreste trattare”. E conclude “io comunque sono favorevole a questa pillola”. Il clima, dunque, è quello del ritorno alla normalità di sempre. Nel frattempo è arrivato il

di Angela Nocco

dottore Blasi: Dottore ma se l’aspettava questa bufera mediatica e come ha reagito? L’aspetto positivo di questo clamore sta nel fatto che si ritorna a parlare della legge 194, quella sull’aborto. Una legge che è stata dimenticata soprattutto nell’aspetto della prevenzione dell’aborto con l’informazione alla contraccezione. È indispensabile che si torni a parlare di contraccezione. Per il resto sono sorpreso perché, come sapete, è da novembre 2006 che qui utilizziamo, in fase sperimentale, questo metodo abortivo con la variante che fino a ieri la pillola arrivava dalla Francia, mentre ora è commercializzata in Italia. Forse è proprio questo il nocciolo della questione. Qualcuno pensa che da oggi sarà più facile abortire? Questo è un grave errore perché anche con la RU486 è necessario il ricovero e l’assistenza medica, così come avviene nel resto dell’Europa. La pillola non può essere comprata in farmacia. Quindi la somministrazione segue la prassi del metodo chirurgico, quello previsto dalla legge 194. Questa precisazione è importante anche per salvaguardare la dignità delle donne che

scelgono di abortire, nel senso che anche con la pillola abortiva il trauma, il dolore, il disagio, il travaglio interiore c’è sempre. Il policlinico di Bari è l’unico centro nel sud Italia dove si può somministrare la pillola abortiva. E lei è l’unico medico ginecologo che lo fa. Come affronterete il lavoro dei prossimi giorni? Proprio ieri ho parlato di questo aspetto con l’assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore. Lui è un medico e sa prima di me che è necessario organizzare un servizio specifico per questo tipo di intervento. Infatti ha già fissato un incontro con i medici non abortisti proprio per organizzare il tutto. L’altro aspetto importante è quello del ricovero, disposto dal Consiglio Superiore della Sanità, che potrebbe diventare un Day Ospital, con un risparmio di spese sanitarie ed una riduzione del disagio per le pazienti. Attualmente è previsto il ricovero di tre giorni, anche se la donna a cui ieri è stata somministrata la RU486 ha firmato per le dimissioni ed in serata è andata a casa. Ma di questo si dovrà discutere in Consiglio regionale. Ecco, il reparto e il personale come ha reagito a questa novità? Devo dire molto bene. Nelle due cliniche che effettuano le interruzioni di gravidanza su trenta medici solo io sono non obiettore. Però devo ammettere che non ho mai avuto ostacoli durante la speri-

mentazione e c’e sempre stato, con il resto dei colleghi, un dialogo costruttivo e professionale. Anche i vertici del policlinico mi hanno supportato durante tutta la fase sperimentale. Perchè solo a Bari la somministrazione della pillola abortiva? Quando tre anni fa il Ministero della Salute propose ad alcune regioni italiane la sperimentazione della pillola abortiva, nella nostra regione solo due ospedali ne fecero richiesta: l’ospedale Vito Fazzi di Lecce, e il Policlinico di Bari. A Lecce per vari motivi non è stata conclusa la sperimentazione mentre a Bari solo io ho fatto richiesta della pillola.

Quindi in tutto il sud Italia la clinica ostetrica 1^ del Policlinico di Bari è l’unico posto dove si può somministrare la RU486. Invece a casa come avete vissuto questa sua scelta? Tutti i miei famigliari hanno condiviso la mia scelta e mi hanno aiutato anche nei momenti più critici. Mio figlio, universitario, è stato il primo ad intervistarmi per un giornale per studenti. E comunque è importante precisare che questa scelta l’ho fatta per il bene delle donne. Le donne devono avere la possibilità di scegliere per un metodo abortivo meno invasivo.


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LA QUESTIONE

"MERIDIONALI"

Intervista a Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano

È FINITA L’ERA DEL TERRONE

Il secondo cittadino di Milano, andriese di nascita, esalta l’essere pugliese oltre confine

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Riccardo De Corato Nato ad Andria (Bari) il 1° novembre 1951, risiede a Milano dal 1973 ed ha un figlio. Diplomato in Ragioneria. Funzionario di enti locali. Dal 1974 al 1977 ha lavorato alla Face Standard del gruppo ITT. Iscritto al gruppo parlamentare del Popolo della Libertà. Ha fatto parte della Direzione nazionale di An. È stato Segretario provinciale della Federazione milanese del MSI-DN dal 1989 al 1994. È stato membro del Comitato centrale del partito dal 1977 e della Segreteria regionale lombarda dal 1979. Nel 2006 è eletto alla Camera nella lista Alleanza Nazionale nella III Circoscrizione Lombardia 1. Membro dell’VIII Commissione permanente (ambiente, territorio, lavori pubblici). Nel 2008 è eletto alla Camera nella lista del PDL nella III Circoscrizione Lombardia 1. Membro della X Commissione permanente (attività produttive, commercio e turismo). È vice Sindaco del Comune di Milano dal giugno 1997.

i ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i milanesi è un film di serie Z del 1982 in cui si scherza grossolanamente con lo stereotipo del “terruncello” che arriva nella grande metropoli meneghina. Nei primi anni ‘80, in pieno boom economico molti nostri corregionali emigravano in Padania, alla ricerca di un occupazione stabile e di una sicurezza lavorativa che al Sud ancora mancava. Il problema fondamentale, è innegabile, fu l’integrazione con i miti e pragmatici uomini del Nord, sempre trafelati e poco inclini alla espansività tutta meridionale. Riccardo De Corato, attuale vicesindaco della capitale economica d’Italia, a 22 anni fece lo stesso percorso, o meglio, fu mandato per lavoro a Milano, da Andria dove viveva, lasciando famiglia e amici per realizzarsi professionalmente. “Studiavo Scienze Politiche. Dopo aver partecipato ad una selezione per un lavoro presso una multinazionale americana con sede a Bari, fui assunto. Pochi giorni dopo mi mandarono a Milano, dove mi dissero che sarei stato più utile. E nel giro di una settimana così mi sono ritrovato qui”. Ci dica la verità, esiste ancora a Milano lo stereotipo del terrone applicato ai meridionali? Milano è la seconda città pugliese d’Italia! Credo che ormai siamo lontani da questo stereotipo che apparteneva ad un Paese talmente diverso e lontano nel tempo; non credo esi-

stano più divisioni tra Nord e Sud o discriminazioni nei confronti dei meridionali. E poi Milano è una città che ha saputo accogliere nei decenni scorsi gli emigranti del Sud Italia, così come oggi accoglie gli stranieri che vengono nel capoluogo per lavorare e formare

ma al Sud è assicurare un’occupazione ai giovani, che sono il futuro dell’economia del Paese. Spesso nel meridione il lavoro non è adeguato alla propria formazione o non dà adeguate garanzie. Ne consegue la naturale fuga verso le regioni del Nord,

“Av'arrevà la dì acquànne le

melanìse s'honn'a sendì de fotte de nonn-èsse barìse” Alfredo Giovine

una famiglia. Ancora oggi molti giovani fanno il percorso Sud-Nord, sia per studio che per lavoro. Che cosa si può fare per trattenerli? Il primo grosso proble-

che notoriamente offrono più sbocchi. Servirebbero investimenti per valorizzare le risorse del territorio e lo sviluppo delle piccole e medie imprese locali, un’ossatura per esempio in Lombardia.

Riccardo De Corato con Letizia Moratti, sindaco di Milano

di Giuseppe Scintilla

Quale aspetto dell’essere pugliese esporterebbe a Milano? Ma Milano è già pugliese! Un carattere ormai nel Dna della città. E veicolato anche grazie a diversi personaggi che rivestono ruoli chiave in diversi settori, da quello istituzionale e a quello dello spettacolo che hanno trasmesso le peculiarità della nostra regione. Come valuta da milanese, e da andriese di nascita, il varo della nuova provincia, la BAT? La nascita della Bat,è fondamentale per le istanze di una terra, il Nord barese, troppo lontana dalle città capoluogo, Bari e Foggia.


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LA QUESTIONE Lo sviluppo, turistico ed economico, che queste città hanno vissuto negli ultimi vent’anni ha imposto una riorganizzazione istituzionale. E la possibilità in futuro di sviluppare servizi propri, diretti a coloro che abitano queste terre, non potrà far altro che aumentare quel percorso di crescita già avviato. Strade migliori, trasporti più efficienti, sviluppo del turismo locale come volano economico e crescita del distretto industriale, così da competere con le nuove sfide che il made in Italy propone. E poi la Bat è anche un bell’esempio di convivenza al di là dei campanilismi. È infatti l’unica provincia italiana ad essere dislocata su tre sedi. Cosa suggerirebbe di visitare ad un turista che si trova nel nord barese? Tutta la Puglia offre paesaggi suggestivi e unici. In particolare, al turista che si trova in visita nella mia terra natia consiglierei Castel del Monte. Un luogo, pochi lo sanno, stampato anche sulle monetine da un centesimo. Cosa pensa del “pasticcio liste” in Lombardia? La riammissione della lista di Formigoni è stata decisa dal Tar e confermata dal Consiglio di Stato. Alla fine è prevalso il buon senso. I giudici amministrativi non hanno poi fatto altro che confermare quanto avevano già deciso quelli della Corte di Appello prima del ricorso dei radicali che avevano infatti ammesso la lista Formigoni. Una vittoria che, tra l’altro, non ha necessitato dell’“aiutino” del decreto interpretativo firmato dal Presidente Napolitano. Alle ultime amministrative ha preso meno voti solo del Presidente Berlusconi. Come ha

fatto a guadagnare la fiducia della gente? È stato un riconoscimento personale oltre che politico. Un premio all’impegno profuso per migliorare la vivibilità e la sicurezza di Milano e dei milanesi. In questi anni è stato fatto molto per la città e le migliaia di voti ricevuti sono la concreta dimostrazione che l’Amministrazione che rappresento ha risposto a pieno alle richieste dei cittadini. Oggi sto portando avanti altre battaglie in relazioni alle nuove criticità cittadine che vanno dal contrasto di episodi di inciviltà come quelli dei graffitari a quelli di criminalità predatoria, agli allontanamenti di rom che si insediano abusivamente nei territori cittadini. Qual è la persona più importante nella sua vita? Non c’è dubbio, mio figlio Marzio costituisce il bene più importante della mia esistenza. È un ragazzo molto in gamba. Cerco sempre di ritagliarmi del tempo da poter trascorrere con lui. Perché sa, non rivesto solo la carica di vice Sindaco di una grande città come Milano, ma sono anche parlamentare. E vivo tra Roma e Milano. Per cui non è sempre semplice conciliare gli impegni e i doveri istituzionali con le esigenze della famiglia. Ma cerco sempre di fare il possibile. Come passa il suo tempo libero? Lavoro quattordici ore al giorno. E sette giorni su sette. Di tempo libero, ne ho ben poco. Ma appena posso, leggo. E ascolto musica. Mi piacciono Sinatra e Yves Montand. Guardo vecchi film, come quelli di Totò. Ma mi interessa anche il cinema di guerra: Apolcalypse now, Il Cacciatore e Il patriota.

pensieri eccellenti

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"MERIDIONALI" CESARE LOMBROSO E LA “TEORIA DELL’UOMO DELINQUENTE”

di Pasquale Crocco

isto che andiamo verso i 150 anni dell’Unità d’Italia, la più brillante idea per festeggiarli viene da Torino, guarda caso. el museo dedicato a Cesare Lombroso, vogliono esporre gli scheletri di centinaia di briganti meridionali uccisi o deportati dalle truppe sabaude e che l’inventore dell’antropologia criminale raccolse e misurò. erché questo Lomb r o s o, v e r o n e s e di un’agiata famiglia ebrea, è l’autore della teoria che criminali si nasce e non si diventa. La trasse anche dai crani dei briganti, a suo dire fatti in modo tale che non avrebbero potuto che essere che briganti. e ne deducono un paio di conseguenze. Visto che i cosiddetti briganti sterminati al Sud dai conquistatori piemontesi furono 180 mila, visto che avevano dei figli, e visto che questi figli ne hanno fatti altri, attualmente al Sud devono esserci milioni di briganti causa cranio. Quindi si fa bene a lasciare il Sud al suo destino. Deportiamoli tutti e avremo mezz’e risolta la Questione Meridionale. visto che ci siamo, magari sterilizziamo pure la madre dei cretini, che è sempre incinta.

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a fama di Cesare Lombroso è legata soprattutto alla teoria dell’uomo delinquente nato o atavico, cioè un individuo che reca nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall’uomo normale e socialmente inserito. L’interesse dello studioso per il fenomeno della delinquenza nacque nel 1864, osservando i tatuaggi dei soldati e le frasi oscene tatuate che distinguono “il soldato disonesto in confronto all’onesto”. Nel 1872 Lombroso sottopose ad autopsia il cadavere di Giuseppe Vilella, un brigante calabrese di settant’anni.Dall’esame autoptico condotto sul cranio del brigante rivelò una anomalia nella strut-

tura cranica, una concavità a fondo liscio localizzata nella zona dell’occipite detta “fossetta” occipitale interna. Per Lombroso tale

anomalia non era presente negli individui “normali”, ma solo nel cranio di pazzi e criminali. Pertanto, affermò, delinquenti si nasce. A cent’anni dalla morte dello studioso il 26 novembre 2009 è stato nuovamente aperto al pubblico il Museo di Antropologia Criminale “Cesare

Lombroso” a Torino. Nato come collezione privata di Lombroso, il museo fu allestito nel 1876 all’interno del Laboratorio di Medicina legale dell’Università di Torino allora situato in via Po 18. È qui che lo studioso raccolse scheletri, crani, armi, abiti, ed espressioni artistiche che appartenevano a criminali (morti nei luoghi di detenzione) e pazienti di manicomi, oggetto dei suoi studi.


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Cronaca Giacomo, povero servo di Dio, riceve la ricompensa da Papa Ratzinger per la sua inesplicabile grazia

miracoli a bitetto

Il piccolo paese è un luogo da contemplare: un portale medievale di rara bellezza e ora una teca benefica

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ITETTO - Una notizia attesa da tempo, e accolta con grande gioia, dalle migliaia di fedeli e devoti del Beato Giacomo Illirico da Bitetto: con un Decreto promulgato da Papa Bendetto XVI sono state riconosciute le virtù eroiche del Beato; questo risulta essere, nei Canoni religiosi, l’ultimo e decisivo passo verso la proclamazione a Santo.

Il processo di canonizzazione era iniziato numerosi anni addietro: nel 1986 una equipe medica composta da quattro cattedratici presieduti dal Prof. Raffaello Cortesini aveva effettuato una ricognizione del corpo conservato nel Santuario di Bitetto, evidenziando alcuni particolari scientificamente inspiegabili quali la conservazione del corpo e la presenza di tessuti all’interno della scatola cranica. A tali riscontri medici va aggiunta una numerosissima serie di miracoli attribuiti al frate illirico fin dal 1570 quando veniva riportato in un testo dell’ epoca l’attribuzione al Beato di particolari atti miracolosi dopo la morte. La devozione popolare, inoltre, attribuisce delle doti miracolose a due alberi piantati dal frate

francescano nel giardino del Convento: un Gineprio, ancora attualmente visibile nel giardino, che sarebbe cresciuto dal bastone di fra Giacomo ed un Arancio i cui frutti venivano dati alle gestanti ed ai malati gravi come pozioni miracolose. L’unione delle inspiegabili risultanze mediche e della devozione popolare ha

portato all’accelerazione della causa di Canonizzazione facendo, infatti, registrare un altro importante passo nel 1999 quando veniva approvata la “Positio” sulle virtù del Beato, riconosciute poi con l’ ultimo Decreto Papale. Senza dubbio non poteva esserci notizia migliore per i Frati francescani

teca del Beato Giacomo Illirico

di Francesco D'Amato

del Santuario bitettese, soprattutto in vista della prossima Festività del Beato Giacomo prevista, come di rito, per il 27 Aprile. Sarà una festa religiosa che i numerosissimi fedeli affronteranno con una gioia particolare, affollando ancor più la cittadina a pochi chilometri da Bari: l a d e vo z i o n e a l B e a t o Giacomo, difatti, non si registra solo in Italia, ma la figura del prossimo Santo viene venerata anche al di fuori dei confini nazionali, in particolare nei territori dell’est europeo con numerosi devoti che visitano frequentemente il Santuario.

alla fiera di binetto, per due giorni... di Michele Peragine

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inetto - Il 1° Maggio prossimo venturo avrà luogo in Binetto, provincia di Bari, la prima edizione della “Fiera di San Giuseppe Artigiano”. Per iniziativa dell’Amministrazione Comunale tutti gli artigiani e gli imprenditori agricoli locali avranno la possibilità di esporre e vendere i propri prodotti e farli così conoscere alle persone che

vorranno giungere a Binetto per apprezzarne le bellezze paesaggistiche e culturali. L’obiettivo della Fiera è quello di rilanciare, per quanto possibile, l’economia locale; l’invito alla partecipazione, infatti, è stato inviato a tutte le piccole realtà imprenditoriali del settore presenti a Binetto e nei paesi limitrofi. È stato richiesto il patrocinio della Provincia di Bari e dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e sono state coinvolte nell’iniziativa le associazioni di categoria. Location dell’iniziativa

sarà il rione che va dalla linea dell’ex Ferrovia dello Stato sino ai confini con Grumo Appula. Questa prima edizione fieristica sarà l’occasione per dare un nome al rione che verrà intitolato proprio a San Giuseppe Artigiano perché sede di molte sede artigiane. Venerdì 30 Aprile alle ore 18:30, infatti, l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, celebrerà una santa Messa per l’occasione e sarà scoperta una targa marmorea a ricordo dell’intitolazione del quartiere. Sabato 1° maggio invece avrà inizio dalle 9 del

mattino la vera e propria fiera espositiva. Sarà il primo cittadino, Vito Siciliano, a tagliare il nastro inaugurale ed a visitare gli stand espositivi accompagnato dalle altre autorità civili che vorranno intervenire. L’occasione sarà propizia per stabilire un contatto tra le piccole imprese artigiane locali e l’ Amministrazione Comunale al fine di avviare un dialogo volto alla condivisione delle problematiche del settore per individuarne le soluzioni. L’esposizione durerà per l’intero arco della giornata e si concluderà a sera

con l’esibizione di gruppi musicali che suoneranno dal vivo. Certamente la data scelta agevolerà la partecipazione dei cittadini e dei forestieri che vorranno visitare il bellissimo centro storico medievale e la stupenda cattedrale di stile romanico-pugliese del 1200. Si coglie l’occasione per invitare tutti i lettori di “Quarto Potere” a visitare la fiera dell’artigianato ed a gustare la prelibatezza dei prodotti alimentari di produzione locale.


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Cronaca DI CRISI ECONOMICA SI PUÒ ANCHE MORIRE B

ARI – La crisi economica internazionale che ha coinvolto anche il nostro Paese, per alcuni sembra essere alle spalle. Ma per altri è una realtà che giorno dopo giorno condiziona il percorso della propria vita. La crisi, la perdita del lavoro e la conseguente instabilità economica, sono attualmente la causa principale dell’aumento esponenziale del numero di suicidi e tentati suicidi. La condizione di precarietà spezza i sogni e il futuro di molti giovani; ma, soprattutto, spezza

il presente di chi ha già una famiglia a carico e in certi casi insicurezza, vergogna, emarginazione e sensi di colpa inducono a commettere gesti estremi. L’ u l t i m o e p i s o d i o , passato inosservato,

di Marianna Caterina

è quello di un uomo incensurato di Bari, un padre di famiglia disperato, che poche settimane fa ha tentato di togliersi la vita. Disoccupato da oltre due anni e con tre figli a carico, di cui uno disabile, non riesce più a “sbarcare il lunario” per la grave situazione economica in cui riversa. L’uomo ha minacciato di darsi fuoco con un accendino e una bottiglia di alcol etilico. Per fortuna non è riuscito nel suo intento visto che un Sovrintendente della Polizia di Stato, Nicola Amoruso, nativo di Corato, in servizio presso la Questura di Bari, è riuscito tempestivamente a neutralizzare gli intenti suicidi dell’uomo senza causare nessun ferimento.

ruvo: vita da cani L’amministrazione comunale e i volontari in una continua lotta contro l’abbandono

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UVO - Dall’ultimo censimento effettuato nel 2008 dal Ministero della Salute e dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane si evince che in Italia il numero di cani abbandonati ogni anno si aggira intorno alle 45.000 unità; nota dolente è la Puglia che detiene il primato di cani (70.671 circa) rinchiusi nei canili. Il fenomeno del randagismo è provocato non solo dalla crudeltà dell’uomo per via degli abbandoni, ma anche da una politica sbagliata portata avanti da alcuni comuni, dalla disinformazione sul tema e dalla speculazione ai danni della pubblica amministrazione. Secondo il parere dei volontari, responsabili della struttura del canile di Ruvo di Puglia, il randagismo non deriva dalle cucciolate dei cani randagi, in quanto sterilizzati, quindi impossibilitati all’accoppiamento; ma dai cani privati che accoppiandosi mettono alla luce cuccioli che nessuno vuole accudire o che nessuno può permettersi di mantenere. Sconcertante è il ritrovamento da parte dei gestori del canile di quaranta cuccioli abbandonati dinanzi al cancello della struttura nell’ultimo

mese. In altri paesi come Putignano, il Comune stanzia dei fondi per la steriliz-

zazione dei cani privati, con la conseguente diminuzione degli abbandoni. Mentre il Comune di Ruvo di Puglia garantisce economicamente solo gli spostamenti che i volontari con i rappresentanti della Lega compiono per accompagnare i cani richiesti in adozione in diverse zone d’Italia; e contribuisce con una piccola somma giornaliera di 1.30 € per ogni cane rinchiuso in canile. Somma questa non sufficiente neanche a garantire la quotidiana razione di cibo. L’amministrazione comunale ruvese, si è immediatamente attivata, proponendo al Comitato Regionale delle possibili soluzioni per contenere il fenomeno del randagismo.

di Biagio Cantatore

Queste soluzioni non possono essere portate avanti in maniera autonoma e disconnessa dai singoli comuni, ma al contrario devono essere affrontate con un forte senso civico e in una stretta collaborazione tra le amministrazioni. Il fenomeno del randagismo è un fenomeno complesso che non può essere risolto nell’arco di pochi anni; è troppo semplice scaricare la colpa sulla cattiva amministrazione o cercare di speculare dei soldi denunciando false aggressioni. La società siamo noi, quindi è opportuno innanzitutto chiederci se è giusto o quantomeno opportuno pagare un cane di razza sapendo che ci sono dei fantastici esemplari in canile, se è giusto assistere ad un abbandono e non denunciarlo, se la critica che stiamo facendo è costruttiva o fine a se stessa, non basta essere cittadini se non si è civicamente educati.


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Rumorescomunication

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Economia verde Il nostro antenato non riposa più in un comodo letto e tutti i giorni lo avveleniamo. Per la sua salute la Natura prescrive il

Parco dell’Ofanto

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roviamo a ricostruire la breve ma già difficile vita del Parco Regionale del fiume Ofanto. Istituito nel 2007 con la L.R. 37/2007, il Parco dell’Ofanto era nato con l’auspicio ci tutelare l’unico corso d’acqua della Puglia, già fortemente antropizzato ed a rischio degrado. L’obiettivo della legge regionale era quella di conservare e recuperare gli equilibri ecologici, nonché le biocenosi, con particolare riferimento agli habitat e alle specie animali e vegetali contenuti nelle direttive comunitarie 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979; ripristinare e rinaturalizzare gli ambienti, il paesaggio fluviale e le zone umide; promuovere un modello di sviluppo ecosostenibile che non alteri l’ambiente e le risorse naturali e tanto altro. Queste le basi su cui si fondava la tutela di un fragile ecosistema com’è quello fluviale in una zona da troppo tempo avvezza ad un uso aggressivo del territorio. Una volta istituito il Parco, come ormai avviene dappertutto quando viene istituita una nuova area protetta è cominciata la lunga serie di attacchi e denunce delle solite organizzazioni di produttori, agricoltori e quant’altro, che come al solito hanno gridato che con il parco le attività agricole sarebbero state vietate, che si mettevano a rischio le produzioni locali, che un’intera economia già in crisi sa-

rebbe stata soffocata per ragioni, a loro dire, incomprensibili ed inaccettabili. Tutto questo gran vociare contro il parco, in realtà è del tutto pretestuoso visto che già sull’area interessata dalla perimetrazione insistono arre sottoposte

insistono in quel territorio come chiaramente esplicitato nell’Art. 5 della L.R. 37/2007, che contempla l’ordinaria prosecuzione delle normali attività agricole (aratura, concimazione, trattamenti chimici, raccolta, pascolo, etc.), e

ai vincoli delle SIC (Siti di Interesse Comunitario) certamente più stringenti rispetto ai vincoli del parco e che stando alla legge istitutiva il Parco Regionale dell’Ofanto ha proprio come obiettivo finale la salvaguardia e valorizzazione delle produzioni agricole di eccellenza che

delle coltivazioni arboree. Per cui la gran parte dei vincoli lamentati dagli agricoltori non solo non hanno alcuna interferenza con l’ordinaria attività agricola, che anzi, grazie all’esistenza del Parco sarebbe avvantaggiata nell’accesso ad ulteriori fondi per le misure agro-

di Aldo Fusaro

ambientali previsti nel Piano di sviluppo rurale per il 2007-2013, ma sembrano più che altro rispondere a logiche di tipo diverso e cioè quelle legate allo sfruttamento del territorio in modo intensivo ma soprattutto a fare dell’Ofanto una vera e proprio discarica a cielo aperto come hanno dimostrato le nostre iniziative in questi anni. Penso alle varie edizioni di Operazione Fiumi che hanno messo proprio il luce l’assoluto degrado di un area tanto bella quanto fragile e delicata che solo con l’istituzione dell’area protetta può dare la possibilità di continuare a vivere ed a garantire anche quella tipicità e tutto il patrimonio naturalistico e faunistico che insite su quel territorio. Peraltro, anche sul fronte delle possibilità edificatorie la L.R. 37/2007 prevede anche la manutenzione ordinaria e straordinaria dei manufatti edilizi esistenti, il restauro e il risanamento conservativo. Ponendo sì dei vincoli, ma solo alle spinte abusivistiche che anche in quel territorio insistono. Tuttavia, nonostante la Legge istitutiva limitasse in alcun modo la prosecuzione delle attività agricole nel gennaio 2009, la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale

Pugliese, in seguito alle pressioni degli agricoltori e alla variegata e ampia coalizione di forze che sempre più apertamente ha espresso il proprio dissenso alla realizzazione del parco, ne ha rivisto la riperimetrazione e ha deciso per la riduzione del 38% dell’area del Parco, facendo scendere la perimetrazione dell’Ofanto da 24.823 ettari a 15.307. La giustificazione fu di tutelare maggiormente le attività agricole, senza considerare invece che proprio l’area protetta avrebbe garantito maggiormente la tutela e la conservazione non solo di quel territorio ma sopratutto delle sue produzioni locali più tipiche. Ora, nonostante la riperimetrazione gran parte del futuro del parco dipende da quante risorse economiche, ma non solo, si investono per far vivere il Parco come istituzione locale in grado di rappresentare un punto di riferimento per il territorio e soprattutto in grado diventare un traino di sviluppo per un area a forte vocazione agricola schiacciata dalla crisi del mercato e dagli effetti dei cambiamenti climatici. Il Parco dell’Ofanto rappresenta certamente una risposta alla crisi ed apre una porta per un futuro diverso che però tutti gli attori istituzionali, economici sociali e politici devono essere in grado di attraversare, solo così si passerà dai vinicoli alle opportunità, dalla crisi allo sviluppo.


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UNIVERSITà studieremo giorno e notte con le tasche tutte rotte

Il commediografo Plauto, per debiti, fu condannato a girare la mola di un mulino. Speriamo che non accada la stessa cosa al Rettore Petrocelli di Carmela Moretti

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ncora un problema da risolvere per l’Università di Bari: un debito di circa 52 milioni di euro per il quale è già stato varato un piano di rientro. La cifra è esorbitante. i preannuncia un aumento delle tasse e gli studenti protestano, stanchi di veder gravare su di loro le responsabilità altrui.

S

N

el 2008 il bilancio dell’Università di Bari presentava un attivo di 25 milioni di euro. In soli due anni la situazione è precipitata. Certo. I continui tagli del governo insieme agli sprechi dei baroni della nostra Università hanno causato un deficit di 52 milioni di euro. Cosa intendi per “sprechi dei baroni”? Per esempio, la proroga di pensionamento a diciannove docenti ultrasettantenni, concessa a settembre del 2009. Un’operazione che costa all’Università circa 2 milioni di euro. Capisco l’importanza di continuare a dar spazio a docenti che hanno dato un grande contributo alla cultura. Loro, però, potrebbero continuare a insegnare a titolo gratuito com’è previsto dall’art.

2 del “Regolamento per i carichi di insegnamento”, approvato nel senato accademico del maggio scorso. Un esempio per tutti: Umberto Eco ha rinunciato alla proroga, anche per dare maggiori possibilità ai giovani. A questo “spreco” poi si aggiungano appalti, scarti contrattuali, immobili acquistati senza mai essere utilizzati. Per esempio faccio riferimento a un ex-manifattura dei tabacchi, il cui acquisto del tutto inutile rappresenta un gravame nel bilancio. Non credi che un deficit di 52 milioni di euro sembra dar ragione ai ministri Gelmini/Tremonti? Forse è necessario ridurre i fondi per evitare gli sprechi. Assolutamente no. I pochi soldi a disposizione sono comunque sfruttati dalla classe dirigente.

Anzi, la razionalizzazione delle risorse non fa altro che inasprire la lotta tra

I A

docenti sono dalla loro parte e, quando possono, esprimono le loro opinioni in tutta sincerità. tutti viene spontaneo, in una tale condizione di disagio, porsi domande a cui già da tempo si cerca di dare una risposta: lo scopo dei ripetuti tagli del governo alle Università, quali aspetti dell’Università barese andrebbero migliorati, cosa dobbiamo aspettarci dal futuro. potere. Per cambiare lo stato attuale delle cose bisogna fare le riforme.

Angelo Lamorgese, Collettivo di Lettere e Filosofia

i baroni, che ovviamente vogliono avere quel denaro e mantenere il loro

Bisogna cambiare tutto, classe dirigente compresa. È probabile che a pa-

garne le conseguenze saranno gli studenti. Ovviamente. Le proposte della commissione di bilancio per sanare il debito sono: il blocco delle assunzioni, l’apertura di un mutuo di molti milioni di euro con una banca, l’aumento delle tasse. In passato c’è già stato un taglio del 40% dei servizi erogati per gli studenti, come il part-time e le borse di studio. Adesso, un eventuale aumento delle tasse non risolverà la situazione ma comprometterà il già precario diritto allo studio. Come vedi il tuo futuro? Sicuramente non andrò via dall’Italia. Non condivido la scelta di chi fugge in cerca di condizioni migliori. Io voglio restare qui, nella mia città. Continuerò a lottare per cambiarla.


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UNIVERSITà "In Italia se tu paghi tutto sei scemo!"

(Nicola il barbiere)

Prof. Giuseppe Bonifacino, Docente di Letteratura moderna e contemporanea

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gregio Professore, il ministro Gelmini ha penalizzato molte Università del sud, tra cui la nostra, considerata non meritevole di essere premiata. Lei crede davvero che gli Atenei pugliesi siano più “scadenti” di altri? Non posso tacere la mia indignazioni di fronte a un provvedimento del genere. Le statistiche alle quali il governo fa riferimento sono, a mio parere, discutibili e parziali. Si basano infatti su parametri quantitativi e puramente tecnici, tralasciando del tutto gli aspetti qualitativi. Ad esempio, secondo tali statistiche l’ Università di Hong Kong risulta molto più avanti di quella di Bologna, che, come tutti sanno, ha una tradizione antica e illustre. Mi faccia alcuni esempi di parametri presi in considerazione per il nostro Ateneo.

Per quanto riguarda il nostro Ateneo le statistiche si basano su dati riferiti al 2003. Quindi la valutazione negativa che ne consegue non investe l’attuale rettorato. Per esempio, loro valutano quanti laureati siano occupati nella regione a tre anni di distanza dalla laurea. È evidente che la nostra regione, per condizioni storico-sociali, non riesce a garantire una immediata occupazione ma spesso i nostri giovani vengono richiesti altrove, al nord o all’estero. Ma qui in Puglia risulta che non abbiano trovato lavoro. Per cui, le penalizzazioni del ministero hanno contribuito a creare una situazione di disagio. Per sanare il debito è probabile che si ricorra a un aumento delle tasse. I ragazzi protestano e accusano una serie di sprechi da parte dell’Università. Sono legittime tutte le proteste ma è necessario che queste siano documentate e non aprioristiche. La protesta dei ragazzi fa riferimento in particolare all’ acquisto dell’ex-manifattura dei tabacchi considerato come un gravame nel bilancio. Certo, probabilmente lo è ma l’immobile non è stato

acquistato dal Rettore Petrocelli. Invece, per quanto riguarda le tasse devo ricordare che il nostro Ateneo è uno dei pochissimi in Italia che sia riuscito a non aumentare le tasse. In realtà io non credo che dovremmo aspettarci una misura clamorosamente gravosa. È probabile che l’aumento incida soprattutto sui fuoricorso. Parliamo di “Parentopoli”. Nell’ Università ci sono cognomi che ritornano tra i docenti. Quali provvedimenti andrebbero presi?

Se un Rettore ritiene che nell’ambito universitario ci siano state delle politiche clientelari, ciò che può fare per legge è evitare che da quel momento in poi si ripetano episodi simili. Non si può agire contro chi è già stato reclutato, anche perché questi episodi si sono verificati nel rispetto di leggi che li consentivano. Bisogna distinguere la discutibilità morale di un’azione dalla sua legalità. Se un concorso è svolto regolarmente e nel rispetto delle leggi, il Rettore non può che prender-

ne atto. Poi, francamente credo che, se una persona abbia la fortuna di nascere in un contesto culturalmente florido e sia intellettualmente dotata, è giusto che venga fuori. Non si può essere penalizzati solo perché si è “figli di”. Certo, ci sono stati dei casi ambigui ma meno di quanto i media hanno voluto far credere. Nella nostra facoltà ci sono tanti colleghi che pur non essendo figli di docenti hanno avuto la possibilità di avviare una carriera brillante.


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Economia verde

Aprile dolce… pedalare! A

prile non è tempo di dormire, al contrario di quello che ci consiglia la saggezza popolare. A chi vive a stretto contatto con la natura, aprile è un mese di intenso lavoro fra semine, trapianti, cure alle piante e primi raccolti.

Per chi ancora pensa che aprile sia il mese del dolce sognare a letto, ecco un reale consiglio: pedalare. Con l’arrivo delle belle giornate, niente è più sano ed ecologico della nostra vecchia e buona bicicletta. Vecchia perché la bici, creata più di 150 anni fa,

è stata per molti decenni un mezzo di trasporto di fondamentale importanza delle classi meno abbienti. Con l’avvento dello sviluppo economico e la diffusione dell’automobile, gli spazi dedicati alla bici si sono ridotti come conseguenza dell’aumento del traffico urbano e di uno stile di vita sedentario. Buona perché il nostro corpo, dopo un lungo periodo tra freddo e eccessi di cibo, ha bisogno di movimento e sole. Per non parlare dei vantaggi che ne derivano adottando questo fantastico e piacevole mezzo: inquinamento zero, costi

bassissimi, effetti positivi per la salute, piacevolezza nell’uso, facilità nelle relazioni sociali, facilità nel parcheggio, etc. La cultura ciclistica nel Nord Italia è fortemente radicata, la città di Ferrara ha il maggior numero di biciclette. Mentre nel sud...

di Carolina Borghi

FRUTTA E ORTAGGI DI STAGIONE RICICLARE IN CUCINA Consigli per riutilizzare e non sprecare il cibo.

Cosa comprare al mercato e (meglio anc o ra ) racc o gliere nell’orto

Crema di foglie di cavolfiore Ingredienti: A Bari qualcosa si sta muovendo, con la costruzione di alcune ciclovie, come quella che collega la stazione centrale al Parco II Giugno, oltre al programma di Bike Sharing impiantato dall’AMTAB. Ma purtroppo la cultura della bicicletta ancora fa fatica a rientrare nella coscienza collettiva delle nostre città. Anche se abbiamo un territorio quasi completamente piano, sono stanca di vedere ogni giorno persone che per fare 200 metri preferiscono l’auto, con tutti gli svantaggi che questo mezzo implica: difficoltà nel parcheggiare, inquinamento, prezzo alto della benzina, stresssss… Ma se volete iniziare a far differenza, informatevi su come muoversi in bicicletta nella città di Bari: www.bicincittà.com www.ruotaliberabari.it Appuntamenti con la bici 1 maggio Bimbimbici 9 maggio giornata nazionale della bicicletta Buona passeggiata!

5 tazze di foglie di cavolfiore 1 tazza di latte ½ tazza di cipolla ½ tazza di acqua 1 cucchiaio di farina di grano 2 cucchiaio di olio extravergine di oliva Sale quanto basta

Verdura: aglio, asparagi, barbabietole, broccoli, carciofi, cavolfiori, cavoli, cicoria, fagioli, lattuga a cappuccio, lattuga riccia, porri, rabarbaro, rafano, rape, scalogni, sedano rapa, spinaci, tarassaco.

Frutta: arance, fragole, mandaranci, mele, pere.

Preparazione: Lavare le foglie di cavolfiore e tritarle bene. In un tegame rosolare la cipolla nell’ olio. Aggiungere le foglie tritate e il sale. Mescolare bene. In un recipiente a parte mescolare la farina, il latte e l’acqua. Aggiungere il composto alle foglie soffritte mescolando bene per far addensare la crema. Lasciar cucinare e servire caldo.

Erbe aromatiche: alloro, aneto, erba cipollina, peperoncino, prezzemolo, salvia, rosmarino, timo.

CALENDARIO ECOLOGICO DI APRILE 07 Giornata Mondiale della Sanità 22 Giornata del Pianeta Terra 28 Giornata dell’Educazione


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Folklore A Bitonto la Settimana Santa ha una luce di intensa tristezza

Il martirio del figlio in croce Assistendo ai riti si capisce la forza della tradizione come mediazione tra anima e Dio. Un successo popolare

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di Michele Valentino

a città di Bitonto, da tempo immemorabile, sente e pone l’inizio dei riti collegati alla Settimana Santa nella giornata del Venerdì di Passione, della settimana, cioè, che precede la Domenica delle Palme.

dal m. Nicola Cotugno e “Davide Delle Cese” diretto dal m. Vito Vittorio Desantis, hanno eseguito una marcia funebre a testa, per poi posizionarsi ciascuno dietro la propria statua fino ad arrivare a corso Vittorio Emanuele dove, terminata la sosta, gli otto bellissimi simulacri lentamente sono stati incolonnati sotto gli occhi attenti della folla che, rapita dalla bellezza di queste sacre immagini, ascoltava le bande che ancora una volta si alternavano.

Dal l a mez z an o t t e fra il giovedì e il venerdì di Passione fino alle 3 del mattino, la banda musicale ha percorso le vie del paese intonando il canto popolare intitolato “A Maria Desolata” scritto dal vescovo di Bitonto Mons. Berardi e musicato dal m° Cepollaro. Alle 10 del venerdì, quindi, dopo la Messa Solenne celebrata nella concattedrale, si è snodata per le vie della città la processione detta, appunto, della “Desolata” accompagnata dalla banda musicale insieme ad un coro formato da alunni delle elementari. Dopo qualche giorno di ferventi preparativi, il Giovedì Santo, al termine delle funzioni religiose, si sono aperte ai fedeli le porte delle chiese nelle quali è stato preparato l’Altare della Reposizione. Un pubblico numerosissimo si è riversato nelle vie del centro storico illuminate solo da piccoli faretti e lumini per la tradizionale visita ai “Sepolcri” in un’atmosfera intensa e mesta.

I sepolcri più importanti e più visitati sono stati quelli della Chiesa di S. Domenico e della Chiesa del Purgatorio, da cui partono, rispettivamente, la processione dei Misteri e quella del Venerdì Santo, detta anche “Processione di Gala” per la particolare eleganza e solennità.

corda la buccina romana) e di un ottavino, è giunto, sulle spalle dei portatori, il Trofeo che avrebbe accolto l’indomani, durante la processione di gala, la Sacra Reliquia del Legno Santo, posto al centro di una Croce di argento, sigillato con cera lacca e sigillo pontificio.

Alla mezzanotte del Giovedì Santo, terminata la celebrazione dell’ “Ora Santa”, nella chiesa del Purgatorio, accompagnato dalla lugubre cadenza e dai rulli dei tamburi scordati e dalle strazianti note di un’unica tromba (che ri-

Subito dopo la banda musicale ha cominciato il suo percorso per le vie della città, fin quasi all’alba, intonando le marce funebri degli autori locali, mentre, alle 4.30 di mattina ha iniziato a snodarsi, dalla chiesa di S. Domenico la

suggestiva Processione dei Misteri che ha percorso le strade cittadine fino a mezzogiorno. I momenti più suggestivi possono dirsi l’uscita dalla chiesa e la ripresa del corteo, dopo la sosta e la recita della Via Crucis, su Corso Vittorio Emanuele. All’uscita, i sacri simulacri, nell’oscurità, illuminati dai soli lumini posizionati lungo la strada, hanno fatto il loro ingresso in piazza cattedrale, mentre i tre concerti bandistici cittadini “Tommaso Traetta” diretto dal m. Simone Mezzapesa, “Antonio Planelli” diretto

Alle 18, infine, la “Processione di Gala” ha avuto inizio. Come ogni anno, con passo cadenzato e solenne, i portatori, preceduti dalla rappresentanza di tutte le confraternite cittadine, hanno fatto sfilare per le vie della città, la culla di Cristo morto, capolavoro di arte napoletana, la bellissima statua della Madonna Addolorata ed il trofeo floreale del Legno Santo mentre una folla assiepata agli angoli delle piazze e delle strade piazza assisteva alla processione in maniera ordinata e composta.


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Televisione

colpita la prima emittente libera

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Il Sindaco Emiliano premia i "Verdi di rabbia"

’emittente radiotelevisiva “Telebari” “RadioBari” è vittima, da oltre un mese, di una indebita quanto illegale “aggressione” da parte di un’altra emittente che trasmette sulla stessa frequenza. La vicenda ha contorni paradossali e inspiegabili. L’Ispettorato territoriale di Puglia e Basilicata del Dipartimento per le Comunicazioni (Ministero dello Sviluppo Economico), ha autorizzato l’emittente Canale8 a trasmettere da Cassano delle Murge sulle stesse frequenze del Canale G VHF storicamente utilizzato da Telebari giusta regolare concessione amministrativa. Si trat-

ta, pertanto, di un diritto ampiamente acquisito da Telebari e ribadito in sentenze, passate in giudicato, del Pretore di Bari e della Seconda Sezione Civile del Tribunale di Bari. Ma c’è di più. In seguito alle interferenze subite a causa di questo provvedimento, Telebari ha presentato ricorso al Tar di Puglia. Ebbene, il presidente della Seconda Sezione del Tribunale Amministrativo regionale per la Puglia, Amedeo Urbano, con decreto in data 24 marzo 2010, avendo rilevato la sussistenza di “ragioni di estrema gravità ed urgenza” in accoglimento

dell’istanza di Telebari, ha concesso la misura cautelare anticipatoria e, in conseguenza, ha ordinato la rimozione immediata delle cause che provocano

le interferenze, fissando al 22 aprile, l’udienza collegiale. Ma da quella data nulla è cambiato. Canale8 continua a trasmettere su quella frequenza provocando a Telebari gravissimi danni di natura tecnica, amministrativa, con pesanti ripercussioni sull’immagine dell’emittente, sulla qualità delle trasmissioni,

persino con oscuramento in vaste aree del territorio di pertinenza. Una situazione che ha indotto l’editore a preannunciare a giornalisti e collaboratori, a tecnici e amministrativi un drastico ridimensionamento del personale. L’Ispettorato, non solo non ha ottemperato al decreto del Tar, ma ha convocato le parti per una verifica degli impianti. Per quali accertamenti non si comprende, visto che la concessione amministrativa di Telebari è un fatto acquisito e che l’autorizzazione all’altra emittente identifica un vero e proprio sopruso. L’editore di Telebari, ov-

di Michele Cristallo

viamente, non è stato fermo e ha attivato tutte le azioni, compresa quella giudiziaria presso la Procura delle della Repubblica, per giungere al pieno riconoscimento delle proprie ragioni e al ripristino della legalità e del diritto violato. Analoga azione è stata intrapresa dal personale dipendente per la tutela del posto di lavoro.

patto criminale tra bari e napoli Una felice notizia per tutti gli appassionati di rapine, sparatorie e indagini poliziesche: è in preparazione una fiction, tutta pugliese, che vi terrà incollati al televisore. Già dal titolo - “Spietati”- il film di Angelo Cavallaro, con la regia di Miki D’Aquino, non lascia presagire nulla di bonario. Il soggetto, ideato da Luca Bonasia, si basa sui crimini messi in atto dalla malavita barese

di Carmela Moretti

e quella siciliana, che l’ispettore di polizia Bux e il suo vice, interpretati rispettivamente da Filippo Favia e Francesco Pantaleo, cercheranno di contrastare. Nessun riferimento alla realtà, come in ogni fiction che si rispetti.

Le scene e i personaggi sono del tutto inventati. Tra gli altri attori citiamo Angelo Cavallaro, Vito Diana, Matteo Pedone, Piero Leccese, Roberto Froio e Alfredo Li Bassi, che tutti ricorderanno tra i protagonisti della fiction “Il Capo dei Capi”. Il film andrà in onda su Teleregione, in due puntate, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.

Francesco Pantaleo e Angelo Cavallaro


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Cinema Inganni ad arte di Francesco Asselta

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da qualche anno che sono incuriosito dalla storia della stereoscopia, che è alla base del 3D cinematografico. é una curiosità dettata dalla comune e crescente convinzione che la tecnologia stia esplorando Nuovi Mondi, territori estranei alla nostra attuale conoscenza e mai raggiunti finora. Un pionierismo che ci renderà più coinvolgenti nel racconto, più precisi.

L

a nostra, dunque, sarebbe l’epoca in cui grazie alla tecnologia stiamo entrando nel territorio della rappresentazione della realtà senza più l’ingombro del confine: la veridicità delle immagini cinematografiche in 3D - la loro mimetizzazione - rappresenta la voglia mai nascosta del cinema di sostituirsi alla realtà: come se l’intero movimento cinematografico a un certo punto abbia percepito che fosse giunto il momento del salto (è capitato pure ai Simpson! Ricordate la puntata di Homer nella Terza Dimensione?).

C

hiaramente io penso che nulla

di tutto questo sia vero, e che ciò che manca nella riflessione comune sul tema sia la capacità di ricordare. Ricordare che non è la prima volta che, nell’universo delle arti, gli uomini percepiscono il limite che separa la realtà dalla sua raffigurazione, e soprattutto non è la prima volta che se ne afferrano l’instabilità e la vaghezza. Quando James Cameron in un’intervista al New York Times, pochi anni prima dell’inizio delle riprese di Avatar, sostenne che “(…) con il mio Reality Camera System, il digitale sembra reale e viceversa”, non diceva una cosa nuova, inaudita. Anzi.

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iuttosto entrava a far parte di quel particolare nucleo ristretto di artisti che non si sono limitati a fare bene il proprio lavoro, ma si sono impegnati nel mostrare, attraverso


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Cinema delle tecniche particolari, quanto sia ingannevole l’arte. La storia dell’arte ce lo racconta da sempre e tra l’attuale deriva stereoscopica del 3D e il trompe-l’oeil, per esempio, esistono parecchie affinità. Ma di questo parleremo più avanti.

I

l cinema, il “grande cinema” intendo, non ha mai avuto bisogno della Terza Dimensione per essere amato e giudicato: soprattutto se la Terza Dimensione non comporta alcuno scarto di senso. La visione del film Avatar mi ha lasciato senza alcuno stupore, e lo dico da appassionato e non da tromba critica. Il 3D non ha aggiunto né

servono a giustificare l’impresa produttiva e il piacere nel guardarle. Ma è proprio l’idea del 3D ad essere intimamente sbagliata o, meglio, passata.

I

l cinema non è nato narrativo, come sappiamo. L’alba del cinema è rappresentata dallo stupore del guardare, in proiezione, la realtà. Quindi c’è sempre stato il piacere di guardare, ma, dopo, il cinema è diventato narrativo. Agli inizi però era semplicemente piacevole ri-guardare la realtà, in proiezione. Poi è arrivata la sceneggiatura come la conosciamo oggi. E la proiezione casuale di ciò che si riprendeva si è Le nove ruote

tolto nulla al film. Chiaro, la magnificenza di alcune immagini e la vita che riescono ad evocare,

Andrea Mantegna, "La camera degli sposi" (Mantova)

evoluta, è divenuta film, con attori, con la trama, con la regia. I nostri occhi, i nostri attuali

occhi però sono oramai avvezzi allo splendore della proiezione: lo spettacolo ha smesso di essere esclusivamente scopico, lo spettacolo è diventato il racconto stesso. Ci interessa cioè come un regista tratta una storia, come un attore interpreta un personaggio, come un direttore della fotografia segna la luce. Ecco perché 70.000.000 di euro (solo in Italia) di incasso rappresentano il risultato di un ritorno al passato degli inganni ottici: Avatar per più di un mese è stata la parola unica pronunciata nelle casse dei cinema, con milioni di spettatori strappati ai propri divani non per un attore o un attrice, né per il tema trattato (storiche ragioni che allontanano la specie umana dalla

seduta comoda) ma per le tecniche di ripresa, per la parallasse e la stereoscopia: è questo l’Oscar più importante di Cameron, aver riportato al cinema centinaia di milioni di spettatori senza un attore o un’attrice di nome. Purtroppo è un Oscar sfiatato, e occorre dirlo anche se siamo davanti al più importante incasso della storia del cinema.

I D

l trompe-l’oeil e il 3D, dunque.

ue tecniche espressive così distanti in apparenza e che invece sono la medesima rappresentazione del limite: è come se la cornice e lo schermo fossero sfibrati dal dovere contenere due sole dimensioni.

S

fogliando il bellissimo catalogo della mostra di Firenze Inganni ad arte, tenutasi a Firenze a Palazzo Strozzi, scopro che i curatori della Sala Interattiva con immagini in 3D, e cioè Richard L. Gregory e Priscilla Heard, danno una bellissima definizione di questa tecnica pittorica: “(…) il trompe-l’oeil sembra davvero connotato dall’intenzione di ingannare l’occhio, con charme e con humour”. Ora, nel caso di Avatar, lasciamo perdere lo charme. Ma ciò che manca al film, e all’intero orizzonte in 3D che vedo, è proprio questo: è un’impresa senza la leggerezza dell’inganno ad arte.


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Spettacoli

Carlo Gesualdo

di Silvia Gulletta

Principe di Venosa, Principe dei musici

Carlo Gesualdo. Principe di Venosa, Principe dei musici: questo il titolo dell’ultimo lavoro di Dora Liguori, edito dalla barese Florestano edizioni. Dora Liguori è scrittrice, musicista, regista, studiosa di storia, docente di canto presso il Conservatorio di S. Cecilia in Roma. Il romanzo, come recita la quarta di copertina firmata dalla stessa Liguori, “ripercorre, fedelmente, la storia di un musicista vissuto nella seconda metà del Cinquecento, erede di una delle più

grandi e ricche famiglie del Meridione”. La storia è quella del principe Carlo Gesualdo che nacque a Venosa, nel 1566, da Fabrizio II e Geronima Borromeo. Egli si formò a Napoli e presto si dimostrò un geniale madrigalista e compositore di musica sacra, ammirato dai contemporanei e fonte d’ispirazione per musicisti a noi più vicini, su tutti Stravinskij. Il suo rapporto con il testo poetico è ciò che, forse, più lo distingue dai musicisti a lui contemporanei:

Carlo Gesualdo frantuma la frase, isola le parole, rielabora intimamente e potentemente il testo, crea dissonanze, violando, deliberatamente, le regole della composizione madrigalistica di allora. La sua vita tormentata e ritirata fu segnata da

sofferenze fisiche, tormenti interiori, lutti e, soprattutto, dal duplice omicidio di cui si macchiò allorché colse in flagrante sua moglie Maria D’Avalos e l’amante di lei, il duca Fabrizio Carafa. Assolto dalla legge e condannato dalla società e dalla sua stessa coscienza, trascorse gli ultimi anni della sua vita tra atroci sofferenze psichiche. Gesualdo ebbe amicizie illustri, tra le quali spicca quella con Torquato Tasso, amicizia che Gesualdo decise di interrompere

quando scoprì che il Tasso aveva scritto alcuni sonetti dedicati agli amanti infedeli. Un libro con un protagonista affascinante ed enigmatico, questo di Dora Liguori, “dedicato agli artisti che furono, e ancora oggi lo sono, considerati dei ‘diversi’ da una società che non vuole e non può comprenderli”. Un romanzo un po’ prolisso ma ben documentato e, spesso, avvincente.

Pooglia tribe, tanti anni per comporre La ‘Pooglia Tribe’, formazione multipla dell’hip hop pugliese - quelli di ‘Cime di rap’ e ‘Gente che spera’ – pubblica oggi il suo secondo cd a distanza di quasi dieci anni dal primo, tornando ai pugliesi con ‘Apulians: street album vol 1’. Ne parliamo con Torto O.G., uno dei rapper della crew, composta anche da Reverendo, Topofante, Tecà, Keedo e L’Egitt . Cosa c’è di nuovo in ‘Apulians’ rispetto a 10 anni fa? Un rapporto più fedele tra il disco e ciò che veramente siamo, soprattutto dal vivo, cioè rappers cresciuti in bilico tra la musica hip hop e quella reggae, “traditori” di un genere e dell’altro. Quali prospettive di mercato per il rap italiano e pugliese?

Bene sul fronte italiano, un po’ meno per il dialetto, soprattutto quello barese. Il verso dialettale in musica

è accettato e “legalizzato”, dai cultori della cosiddetta musica italiana, solo se di provenienza vesuviana,

capitolina, meneghina e toscana. E ciò vale anche per qualche concittadino barese con la puzza sotto

di Antonella Fazio

il naso, che al massimo apprezza il rap o il raggamuffin salentino – che i salentini giustamente non si sognerebbero mai di snobbare – giammai il proprio, così fastidiosamente simile alla parlata della zia. Noi baresi a volte siamo così. E chissà che non sia un bene. Il prossimo progetto? O v v i a m e n t e ‘A p u l i a n s street album vol. II’. Ci s t i a m o g i à l avo ra n d o. Sostenuti da tutta la gente che ci vuole bene e ci segue ai concerti. Alla ricerca infinita della metrica perfetta.


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la mordacchia “Bandisti: Feste e Maltempo!” C on qualche ingegnoso stratagemma, dicevo la scorsa volta, riesco ad assicurare alla mia scassatissima banda, alcuni impegni lavorativi sotto costo e a condizioni disumane, grazie ai quali, invece di morire tranquillo di vecchiaia nel mio letto, a 99 anni, come fanno tutti i parassiti che vivono dietro le quinte della politica, è molto più probabile che crepi di infarto o di ictus cerebrale una di quelle volte in cui mi mandano in bestia i presidenti dei vari comitati o i miei stessi “collaboratori” , che tutto fanno tranne che collaborare col sottoscritto. Quei 10 lettori che si interessano ai miei raccontini, si staranno chiedendo chi me lo faccia fare a continuare una siffatta e pericolosissima attività, ed anche io, mentre scrivo, continuo a pormi la medesima domanda senza trovare mai una risposta convincente. Se uno si fermasse a riflettere, anche soli 5 minuti, sul perché si sottopone alla vita da bandista, sicuramente non troverebbe alcuna risposta valida tale da motivare una qualsivoglia giustificazione a riguardo perché non

ne esistono. Allo stesso risultato giungerebbe anche dopo averci riflettuto un’ora, un giorno o addirittura un mese intero: non vi è alcun tipo di garanzia a nessun livello e quindi tanto vale non pensarci proprio!

Per fare un esempio banale, ma emblematico, vorrei prendere in considerazione un fattore nient’affatto trascurabile: il fattore METEO. Non esiste alcuna garanzia per noi poveri disgraziati contro i tiri mancini del tempo e non esiste alcun sindacato di categoria pronto a difendere i nostri diritti. Nei bei tempi andati, era diffuso il detto: “Bandisti: Feste e Maltempo!” dato che prima, quando ancora le bande godevano di una certa considerazione, anche nel caso in cui l’esecuzione non avesse

aula magna

avuto luogo per motivi non dipendenti dalla volontà dei musicisti, il contratto si riteneva rispettato e il compenso prestabilito veniva corrisposto per intero. Oggi invece, vuoi per eliminare un detto che suonava disarmonico alle orecchie dei vari presidenti, vuoi per la vertiginosa crescita della concorrenza, vuoi per le ristrettezze economiche in cui versano tutti i Comitati sempre alla ricerca di scuse buone per poter “tagliare” le già esigue somme pattuite, quasi tutti i contratti riportano la seguente formula: “In caso di avverse condizioni atmosferiche al Concerto Bandistico sarà corrisposta una parte della somma pattuita proporzionale all’attività effettiva svolta dallo stesso” utilizzando quella tipica terminologia confusionaria e vaga che contraddistingue tutta la legislazione del Bel Paese. E allora quando accade l’irreparabile e, nonostante tutte le preghiere e le offerte votive, qualche nuvoletta ribelle riesce a scappare al controllo, eccoti partire i calcoli, le liti, le offese, le ingiurie, e qui si scatena tutta la fantasia italiana e ti vedi fior fiori di ingegneri pro-

Le avventure del direttor Trombone banda e pro-comitato, che cominciano a moltiplicare e a dividere , a sottrarre e sommare elevando il coefficiente al cubo o al quadrato per quantificare quella famosa “parte della somma pattuita” ognuno pronto a tirare l’acqua al proprio mulino. Ma cosa volete da noi? Che colpa ne abbiamo se non si è potuta tenere la nostra esibizione? Quei 35 musicanti sclerati ve li ho portati? Dunque, si dia a Cesare quel (poco) che è di Cesare. Per evitare problemi, nella stagione prossima, ho deciso di acquistare 40 tute da sub per consentire le esecuzioni all’aperto con qualsiasi tempo, e di trovare uno sponsor disposto ad acquistare per noi una tenda anti-atomica da collocare in mezzo alla piazza così da poter suonare anche in caso di neve, grandine e trombe d’aria! In tal modo forse saremo finalmente contenti e riusciremo ad espletare il nostro lavoro in qualsiasi posto e con qualsiasi condizione atmosferica. Pensate sia una buona idea? Si accettano suggerimenti!!! Il direttor Trombone

aula magna-magna

GRAMMATICA ITALIANA PER DISTRATTI

I

la maestra Bacchetta

o non mi interesso di politica. Non sono di destra né di sinistra e nemmeno di centro. Ma durante le campagne elettorali mi piace partecipare alle conferenze di quei “disperati in cerca di voti”. Mi dà gusto notare i loro strafalcioni grammaticali e a casa stendo una classifica dal meno asino al più asino. Vendola mi sorprende. È bravo, non gli ho mai messo meno della sufficienza. L’altro invece, il Dott. Palese, mi ha irritato l’ultima volta che l’ho ascoltato. Ripete “cioè” almeno una decina di volte in una stessa frase. Non ci ho visto più dalla rabbia. Mi rivolgo a tutti i “cultori del cioè”. Questa parolina non serve a colmare i vuoti di pensiero. È una congiunzione esplicativa e introduce la spiegazione di un concetto. Usatela raramente. Invece, quando non sapete cosa dire, fermatevi un attimo a pensare. Farete una figura più dignitosa.


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la mordacchia F

u al concerto del “Teatro degli orrori” che mi venne l’idea. E questo è tutto ciò che devo a quel concerto. Che mi annoiò. Mi aveva attirato il nome del gruppo. Promettente. Avevo immaginato una scena splatter, con performance a base di schizzi di sangue, mutilazioni, depravazioni. Invece questi ragazzotti viziati di una qualche provincia italiana del profondo nord, giocavano soltanto a fare i depressi, i cattivi. Dandy fuori tempo massimo, bohemien da pubdiscoteca. I testi poi! Si scaldano per incensare un poeta africano che ha fatto incazzare le multinazionali del petrolio, tanto che quelle l’hanno giustamente fatto impiccare, poi invocano Majakovskij, così, tanto per titillare il pubblico intellettuale. L’unica canzone che mi ha tirato un po’ su è stata “La vita è breve”, con quel ritornello nichilista ripetuto come una filastrocca. Uscendo dal locale comprai il cd giusto per ricordarmi lo schifo a cui avevo assistito. L’aria fresca della notte mi fece venire in mente, inspiegabilmente un verso, un giro di parole malate provenienti dagli anni oscuri della scuola: “All’ombra dei cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?” Ovviamente no! Che cazzo vuoi che gliene freghi ai vermi che ti stanno mangiando sottoterra se c’è il sole o meno! Avevo 17 anni e la mia orrenda insegnante di italiano mi obbligava a imparare a memoria “I sepolcri” di Foscolo. E non contenta ci obbligava a fare l’analisi logica e l’analisi del periodo di tutto il “carme”. E mi venne in mente questa cazzo di parola mai più né sentita né usata. “Car-

NERO VINYLE

me”…come modulava con le sue labbruzze strette quando pronunciava quella parola! Come godeva quando inciampavamo impotenti nelle tortuosità sintattiche di quel testo! Come ti infilzava con i suoi occhietti gelidi quando stavi zitto! Ho odiato sempre da allora qualunque letteratura. E ovviamente anche lei: la professoressa Catacchio e la sua gamba zoppa che penzolava oscena, lei così bassa, dalla sedia dietro la cattedra! Eppure devo a lei l’unico libro che ho letto per intero da quando sono nato, “Il giovane Holden”. Lo rubai dalla sua borsa durante una ricreazione. Il capitolo secondo mi mandava in estasi. È quello in cui il teppistello, durante un filone, si reca a far visita al suo anziano professore di storia, Spencer. E quello, lontano dalla lezione e dalle aule, gli regala qualche consiglio e qualche smanceria sentimentale. Di colpo decisi di andare anch’io a trovare, dall’altra parte della città, la mia vecchia Catacchio. Viveva sola, come sempre, spiando dalla finestra i suoi alunni vecchi e nuovi che poi interrogava sadicamente il giorno dopo. Era tardi ma le luci accese mi dissero che era in piedi. Magari a leggere! Suonai: mi rispose diffidente, “chi è?”. Non voleva aprire ovviamente, ma quando le spiegai per bene chi ero, quando mi appellai a lei come alla mamma che non avevo mai avuto, mi aprì. Quando salii ed entrai, dopo un’occhiata panoramica alle pareti stracolme di libri e dopo essermi piegato verso il suo viso rincagnito per un ributtante bacio di saluto, entrai nel vivo e dichiarai teatralmente che ero venuto per confessarle un’antica mia cattiva azione. Ai suoi danni.

Il furto del romanzo di Salinger: al suo imbarazzo, ai suoi balbettii confusi, reagii inchiodandola ad una sedia. La sua espressione sorpresa e la sua incipiente paura mi eccitarono: “Non si preoccupi, prof, quella monelleria non è niente in confronto a ciò che le farò adesso!”. E mentre dicevo questo adocchiai alle sue spalle una sfilza di libri tutti con lo stesso titolo: “I sepolcri”.Era proprio un’ossessione la sua! Cominciai a strappare fogli su fogli e ad infilarglieli in bocca ad uno ad uno. Decine e decine di pagine! Un furore cieco mi agitava, risalendo dai meandri del tempo. Mi avvicinai ai suoi occhi e le sibilai sul viso: “Falla tu ora l’analisi del periodo…digeriscilo bene questo autore immenso”. Divenne cianotica mentre le sue zampettine scalciavano impotenti come quelle di un insetto. Estrassi dalla tasca il CD del “Teatro degli orrori”, lo infilai nel lettore incastrato tra i libri e selezionai “La vita è breve”; a tutto volume, per coprire gli sparnazzamenti della sua ormai inevitabile agonia. La guardai soffocare e la aiutai con le mie mani strette attorno al suo collo, mentre spruzzi di saliva misti a coriandoli di pagine poetiche segnalavano i suoi ultimi istanti. Quando spirò e si rilassò finì anche la canzone. “La vita è breve”, sussurrai anch’io al cadavere scomposto dell’ ex professoressa Catacchio. E per uscire di scena in modo degno di un noir dissi alla stanza vuota, proprio con la stessa voce chioccia che avevo a 17 anni: “Aveva proprio ragione, pressorè, un grande autore, se lo capisci, ti riempi proprio la vita!”.

Mòòò... c'sì zamp! (mòòò... quanto sei grezzo!)

Mario Adda Editore Bari 2010 Pagine 180

di Carmela Moretti

un lavoro editoriale spiritoso, intitolato “Mòòò… c’sì zamp!”, che osserva questa categoria sociale in fase di estinzione. I zampi, personalità eccezionali prive di qualsiasi Francesco Saccente condizionamento. Indio n o s e m p r e s t a - vidui un po’ esagerati, ta d’accordo con chiassosi, a volte fastiSchopenhauer. Chi più sa diosi ma tutto sommato più soffre. Gli uomini di divertenti. Beati loro. Se cultura hanno il grigiore ne fregano della gramin volto. Divorano libri e matica italiana, della polvere nel tentativo di politica, del bon ton. cercare risposte a una Tutto ciò di cui hanno qualche domanda. Una bisogno è una serata in vita consumata a sfoglia- discoteca, la partita del re pagine, a sottolineare Bari allo stadio e le candi rosso parole importan- zoni napoletane, che non ti e a mandarle a memo- devono mancare mai. A ria. Chi è più felice, l’in- questo punto conviene tellettuale o il fighettino essere tutti zampi? Certo poco colto, che in dialetto che no. Ognuno sia così barese chiamiamo “zampo”? Quest’ultimo, ovvio. A bordo di un motorino con marmitta “truccata”, sfoggia occhiali da sole firmati Ray-ban e taglio di capelli all’ultimo grido. Non si chiede chi siamo, dove andiamo, se abbiamo un’anima o siamo solo materia. Vive e basta, senza crogiolarsi in questioni di difficile soluzione. Il cameraman barese Francesco Saccente ha avuto una idea fuori dalle righe: radunare in un gruppo su facebook come è nato. Chi si sentutti i zampi sopravvissu- te intellettuale soddisfi il ti al livellamento sociale desiderio di conoscenza, e farli diventare soggetto il zampo si goda la vita in di un libro. Il risultato è tutta libertà.

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Sport Tra Ultras e tifosi normali un affresco dei quattro mesi in cui Bari impazzì

FENOMENOLOGIA DEL TIFOSO BARESE Arriva nelle sale baresi “U Megghie Paise”, per la regia di Vanni Bramati

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nticipato da spezzoni, trailer e foto su Facebook, il cui profilo conta migliaia di fans, è giunto finalmente in sala l’atteso lungometraggio “U Megghie Paise”, ovvero i quattro mesi in cui Bari impazzì. Il marketing virale ha dato i suoi frutti, incuriosendo oltremodo gli internauti che fremevano in attesa della prima proiezione. Lo spunto filmico è

surti a simbolo di un aspetto particolare della tribù variegata dei tifosi: tra gli altri spiccano il “guerriero” capoultras, i coniugi che in curva sud organizzano veri e propri happening con altri tifosi e un non vedente che segue le partite allo stadio ascoltando in radio la voce di Michele Salomone, storico giornalista sportivo e radiocronista doc (anche lui, del resto,

di Giuseppe Scintilla

fine del film, la sensazione che è del barese che si vuol fare un fedele ritratto e non delle imprese della squadra cittadina. I personaggi sono tali in quanto accomunati dal tifo ma soprattutto sono baresi che gioiscono smoderatamente nei momenti magici (esemplare il bluff del magnate texano Barton osannato da migliaia di baresi all’aeroporto), per poi sconfortarsi immediatamente alle prime difficoltà. È qui un tentativo di rappresentare quel fatalismo, quel vivere alla giornata che contraddistingue gran parte dei meridionali, pronti a dimen-

se il lunedì si ricomincia a ingegnarsi per sopravvivere: l’importante è che si sia stati partecipi del laico rito domenicale (l’unico rito rimastoci, come sosteneva Pasolini). In fondo il titolo è emblematico e le intenzioni dei realizzatori del film sono manifeste: “Questa è una storia corale che conferma quanto Bari, nonostante tutto, resti sempre U Megghie Paise”. Sarà. Ma non fa nulla neanche che non cresca l’erba, come dice anche la tarantella di Gianni Ciardo? O che gli stessi autori abbiano trovato il successo fuori dai confini cittadini, emigrando a Roma? L’importante, anche per i politici che spesso ci si incuneano sapientemente (vedi recenti elezioni comunali a Bari con i tanti candidati Frame tratto dal film

Tim Burton

fornito dall’entusiasmante cavalcata della squadra biancorossa che riuscì a raggiungere, l’anno scorso, un’insperata promozione al termine di un anno da incorniciare in serie B. Ma, si badi bene, non è un film sul calcio. A riprova di ciò durante il film non si vede neanche un gol, né un’azione tra le tante del campionato 2008/2009, ma solo immagini del contorno che circondava il tappeto erboso e gli undici uomini in campo. Il film è intessuto di racconti narrati da otto personaggi as-

uno dei protagonisti del film). A parte la lunghezza eccessiva, centocinquanta minuti che però il produttore Ivan D’Ambrosio ha promesso di ridurre per la distribuzione nelle sale, il film regala qualche momento di divertimento e attimi di emozione per coloro che gioirono della promozione del Bari avvenuta proprio nel giorno della festa di San Nicola. Ma, a parte la retorica della mentalità ultras, della rivalità, del campanilismo ed altre cose del genere, emerge prepotente alla

ticare momentaneamente le sofferenze quotidiane in una domenica pomeriggio davanti a undici ragazzi in pantaloncini. E non fa nulla

provenienti dal mondo del calcio), è che ci sono i baresi e questa grande amara recita collettiva che chiamano baresità.

Il regista Vanni Bramati nasce a Bari; attore noto per diversi ruoli in tv e per le 4 stagioni nella serie poliziesca “La squadra”. Per il cinema recita in “Malena” di Giuseppe Tornatore, “Il tramite” di Stefano Reali, “La canarina assassinata” di Daniele Cascella. Nel 2007 debutta come autore e regista firmando insieme ad Anna Gil il formato “TPE all countries one world” e nel 2008 il cortometraggio dal titolo “El busca”.

I protagonisti Michele Salomone – radicronista Vittorio Sbisà – Abbonato tribuna ovest superiore Gaetano Errico – G r u p p o Ku ei Ve k k i , curva nord Roberto Sblendorio – Capo ultras curva nord Patrizia e Giuseppe Porcelluzzi - Commercianti Giorgio De Trizio – Allenatore giovanissimi Bari Enzo De Santis – Abbonato tribuna ovest Alberto Savarese detto il Parigino – Ultras curva nord Onofrio Vittorio detto Jair – Curva sud


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Disabilitati

PARAOLIMPIADI: LO SPORT PER NON SENTIRSI DIVERSI Q

uando nel 1948 il medico britannico Ludwig Guttman organizzò una competizione sportiva per veterani della seconda guerra mondiale rimasti invalidi, non sapeva ancora che avrebbe rivoluzionato il mondo dello sport. Questo “De Coubertin dei disabili”, senza saperlo, avrebbe regalato agli handicappati la possibilità di sentirsi, per una volta, meno diversi dagli altri: se la disabilità ghettizza, lo sport deve ridonare, per quanto possibile, quella normalità di cui si è stati privati. È questo, ancora oggi, il presupposto fondante dei Giochi Paralimpici, le “Olimpiadi Parallele” per gli atleti con disabilità fisiche che, ogni quattro anni, si svolgono dopo le ordinarie competizioni olimpiche. Lo sport moderno nasce nel secolo scorso come espressione di forza e di vigore, riferiti essenzialmente all’uomo giovane, sano e di sesso maschile. Nel nostro secolo la mentalità sportiva ha progressivamente preso le distanze da questo stereotipo iniziale, per includere dapprima le donne sportive, in seguito gli atleti anziani e, infine, quelli disabili. È stata, questa, una grande conquista di civiltà, un segno tangibile di come, se lo si vuole, due mondi diversi, quello dei disabili e dei “normodotati”, possono trovare una comune occasione di crescita e di scambio.

“Le Paraolimpiadi ci ricordano che siamo tutti uguali. Senza questo sentimento la vita si ferma” dice Adriano Celentano, che ha scelto di intervenire in musica e parole su questa fondamentale manifestazione sportiva per disabili. “Ognuno di noi” scrive il molleggiato “aldilà della sua forza fisica, è bello e brutto contemporaneamente e la nostra forza sarebbe nulla se non fossimo anche deboli”.

Oscar Pistorius

Ecco, allora, che quella che sembrava un’utopia – far praticare sport a persone pesantemente impedite negli ordinari atti pratici- è diventata oggi per i disabili una vetrina in cui dimostrare quanto la forza mentale, di spirito, possa contare nel superamento delle restrizioni fisiche. Troviamo, così, proprio come fossero atleti sani, sportivi e sportive che si destreggiano, durante i

Giochi Paralimpici, in sport che nell’immaginario collettivo sembrerebbero impraticabili per un disabile: l’atletica leggera, il nuoto, l’hockey, lo sci e persino il calcio. Una dimostrazione, questa, del fatto che non esi-

ste uno sport rivolto agli “altri”, né tanto meno uno sport di serie A ed uno di serie B: lo sport è uno, universale, così come la passione con la quale ci si dedica; come lo si pratica non conta!

di Mara Petrone

DIZIONARIO DEL DISABILE HANDICAPPATO: Il termine categorizza nell’uso comune una persona affetta da uno svantaggio fisico o mentale; per la burocrazia l’handicappato è un soggetto che ha e crea problemi, mentre nel parlato il lemma è usato anche con un significato spregiativo,diventando, tal volta, uno dei più coloriti insulti da rivolgere a chi mal sopportiamo. In realtà il significato originale della parola “handicap” è ben lontano dai molteplici significati che è venuto acquisendo negli anni a seguire la sua comparsa. Dal punto di vista etimologico, il termine è di origine irlandese ed ha una storia assai curiosa:l’espressione “hand in cap” (in italiano “mano nel cappello”) si riferiva in origine ad un gioco d’azzardo, una specie di lotteria: il fortunato che estraeva dal cappello il numero vincente era tenuto ad offrire un premio di consolazione agli altri scommettitori meno favoriti dalla sorte.

Entrata nel gergo sportivo, la parola “handicap” indica una regola del gioco che, per compensare disparità e disuguaglianze, attribuisce a ciascuno dei contendenti vantaggi e svantaggi differenziati a seconda delle loro qualità. Coniato per indicare uno svantaggio da bilanciare nelle competizioni sportive, il termine handicap è passato poi nel linguaggio comune per indicare un’insufficienza che comporta una condizione di inferiorità permanente: handicappate risultano tutte le persone affette da

qualsiasi tipo di lesione, minorazione, disturbo o difficoltà. Handicap, dunque, non è un’espressione scientifica, ma una parola che accomuna sotto la stessa etichetta persone e casi diversi. Anche quando il tipo di handicap è lo stesso, è impossibile delineare un profilo standard dell’handicappato, sia esso motorio, sensoriale o psichico perché ciascuno ha una sua propria storia intessuta di esperienze di vita uniche, ha peculiari modi di pensare, di fare e di reagire alla propria menomazione. Tuttavia, dietro alla molteplicità delle differenze individuali, fra l’uno e l’altro vi è un aspetto comune: tutti hanno uno svantaggio da compensare, tutti hanno bisogno di un aiuto speciale per non essere sconfitti in partenza. Nel gioco della vita sarebbe infatti ingiusto penalizzare i più fortunati, così come si fa con i cavalli, ma sarebbe altrettanto ingiusto impedire agli handicappati di partecipare alla gara.


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Eventi

tea tro BARI venerdì 16 aprile, h 21.00, l’Orchestra della Fondazione Petruzzelli sarà condotta da un direttore di prestigio internazionale: il maestro Alberto Veronesi. Teatro Petruzzelli

Mario Biondi

lunedì 26 aprile, h 21.00, grande concerto di musica da camera con Bruno Canino (pianoforte) e Carmelo Andriani (violino). Teatro Petruzzelli Alberto Veronesi

venerdì 16, sabato 17 aprile, h 21.00, Fatto di cronaca di Raffaele Viviani a Scampia a cura di Arturo Cirillo. Punta Corsara – Fondazione Campania dei Festival in collaborazione con Teatro Stabile di Napoli. Teatro Kismet Opera venerdì 23 aprile, h 21.00, la Fondazione Petruzzelli propone un viaggio musicale alla scoperta delle produzioni del Novecento tra l’Europa e l’America che vedrà protagonista la soprano Amelie Falle, accompagnata da Cinzia Maurantonio al pianoforte, da Giovanna Buccarella al violoncello e dall’attrice Maria Giaquinto. Teatro Petruzzelli sabato 24 aprile, h 21.000, Mario Biondi in concerto. Teatro Petruzzelli

teatro Petruzzelli

SAGRE E FESTE POPOLARI SPINAZZOLA domenica 18 aprile, h 14.30, Carnevale Spinazzolese 2010 52ª Edizione per recuperare la seconda sfilata, rinviata lo scorso 14 febbraio a causa del maltempo. MINERVINO MURGE sabato 24 e domenica 25 aprile Mostra mercato del nero di Troia e dei prodotti tipici dell’Alta Murgia.

da martedì 27 aprile al 21 maggio, Bari racconta e canta. Prodotto da Nuova Ribalta, diretto da Nico Salatino. Teatro Duse BARLETTA venerdì 16 aprile, h 21.00, Quartetto di Cremona, la magia del quartetto d’Archi, Associazione Cultura e Musica G. Curci. Teatro Curci mercoledì 21 aprile, h 21.00, I Prodotti, Compagnia Balletto Civile. Coreografie Michela Lucenti, regia Michela Lucenti e Leonardo Pischedda. Teatro Curci venerdì 23 aprile, h 21.00, Salvatore Accardo e Bruno Canino, Associazione Cultura e Musica G. Curci. Teatro Curci

BITETTO domenica 25 aprile, h 10.00, Mercato Medioevale. Il Mercato avrà luogo nel centro storico con bancarelle accuratamente selezionate ed allestite. Tu t t i i p a r t e c i p a n t i indosseranno costumi dell’epoca. Il tutto sarà animato da musici itineranti, giocolieri, cantastorie e situazioni divertenti.

Mirarte nasce con l’intento di partecipare e contribuire attivamente alla vita culturale del nostro territorio attraverso iniziative artistiche varie e coinvolgenti: eventi di prestigio legati al mondo della letteratura, della musica, del teatro e dell’arte in generale possono offrire occasioni d’incontro e di stimolo sia intellettuale che emozionale. Mirarte rappresenta una realtà giovane con l’obiettivo di diventare, in un prossimo futuro, un punto di riferimento per chiunque abbia fatto della creatività e della cultura il filo conduttore della propria vita. domenica 18 aprile, h 21.00, Alberto Maria Ruta (violino) e Antonello Cannavale (pianoforte). Il duo napoletano apprezzato dal pubblico internazionale per la splendida intesa musicale e strumentale, propongono due capolavori del repertorio tardo romantico: la Sonata in Sol maggiore di Johannes Brahms e la celeberrima Sonata in La maggiore di Cesar Franck. Auditorium Vallisa, Bari sabato 24 aprile, h 21.00, David Bellugi (flauti dolci) e Onofrio Della Rosa (clavicembalo) eseguiranno un

concerto interamente dedicato alla musica barocca con musiche di Bach, Haendel e Corelli. Auditorium Vallisa, Bari venerdì 30 aprile, h 21.00, Joanna Trzeciak (pianoforte). La pianista polacca è conosciuta nel panorama musicale internazionale come interprete colta e raffinata. In occasione del bicentenario della nascita di Chopin, propone un programma interamente dedicato al compositore proponendo alcuni classici della sua produzione pianistica. Auditorium Vallisa, Bari

Joanna Trzeciak

David Bellugi


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Andria Bar Arco Antico via ferrucci Antica Trattoria Bella Napoli C.so Cavour American Bar C.so Cavour Cavour Caffè C.so Cavour Caffè del Corso C.so Cavour Bar Ariston via Bari Caffetteria Demony viale Puglia Bar Chantilly viale Puglia Caffetteria Shadey via Marcantonio Bar 7 Nani via Annunziata Bar Forte via Annunziata Caffè Normanno viale Pietro Nenni Bar Euro viale Pietro Nenni Bar Angel Coffee viale Pietro Nenni Glamour Cafè viale Ausonia Caffetteria Pommery via Muzio Scevola Bar Mont Blanc via Don Minzoni Caffè Noir via De Gasperi Bar Castello via Porto Castello Al Cavallino Grosso via Montegrappa Fashion Cafè via Mozart Bar Feeling via Bisceglie Bar La Dolce Vita via Boccaccio Bar Cin Cin via Pisani Bar De Lucia P.zza Vittorio Emanuele Bar Negrita P.zza Umberto Bar Sheridan e Coffee via Barletta Bari Bar stazione P.zza Aldo Moro, 1 Bar Catullo P.zza Aldo Moro, 18 Bar Tyffany via Argirò, 137 Caffè Argirò via Argirò, 74 Bar Le barisièn via Argirò, 52 Bar Conchiglia via Argirò ang. via A.Gimma. Bar Cavaliere via Piccinni, 53 Caffè Senza Tempo via Piccinni, 75 Martin Caffè via Piccinni, 102 Bar Speedy via Piccinni, 121 Bar Meridional Caffè via Piccinni, 124 Ideal Bar via Piccinni, 177 Aida via Piccinni, 187 Wish Cafè via Piccinni, 196 Modigliani Caffè via Piccinni ang. via S. Visconti Bar Vox via Sparano, 13 Bar Ragno C.so Vitt. Emanuele, 90 Bar del Corso C.so Vitt. Emanuele, 98 Caffè Borghese C.so Vitt. Emanuele, 122 Antica Gelateria del Corso P.za Federico II di Svevia, 32 Bar Castello P.zza Federico II di Svezia, 83 Bar Federico II P.zza Federico II di Svezia, 85 Bar Gridem Lung.re De Tullio, 1 Bar Titti Tuister Lung.re De Tullio, 18 Bar Dogana Lung.re De Tullio, 34 Bar Barucchelli P.zza Ferrarese, 3 Matise Bar P.zza Ferrarese, 10 Bar Almstad P.zza Ferrarese, 13 Città Vecchia Bar P.zza Mercantile, 17 Barcollo Bar P.zza Mercantile, 69 Bar Catullo C.so Cavour, 9 Bar Gasperini C.so Cavour, 55 Bar Saicaf C.so Cavour, 121 Caffè Greco C.so Cavour, 126 Garden Bar P.zza Umberto, 59/A Antica Caffetteria della Vittoria via Decesare, 1 Caffè Voltaire via Camillo Rosalba, 47/P Caffè Rosalba via Camillo Rosalba, 49/B Mivida Caffè via Matarrese, 24 Caffè Italiano via Matarrese, 46 Mozart Caffè

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Bar dell’Angolo via Papa Pio XII, 1 Caffè Il Bosco via Papa Pio XII, 10 Bar Moderno via Papa Pio XII, 34 Dolce Caffè via O. Flacco, 10/A Caffè Top One via O. Flacco, 20 Caffè Savarese v.le Salandra, 45 Caffè Rock v.le Salandra, 52 Anima Caffè via Capruzzi, 256 Bar Barry’s via Capruzzi ang. via Devito Francesco Bar Due Emme via Devito Francesco, 8 Caffè Vip via Devito Francesco, 31/F Al Coco Dè Bar via Giulio Petroni, 14/B Bar Gardenia via Giulio Petroni, 43 Bar Maristella via Giulio Petroni, 83/C Bar Shaday via Giulio Petroni, 85/Z Meridional Caffè C.so Benedetto Croce, 205 Mirò Caffè via L. Sturzo, 5 Caffè Odissea via L. Sturzo ang. v.le della Resistenza Bar Australia via Papa Giovanni XXIII, 4 Nineteen Bar via Papa Giovanni XXIII, 28 Caffè Messico via Papa Giovanni XXIII, 59 Caffè Food via Papa Giovanni XXIII, 71 Tiger Bar Esso staz. Servizio via Papa Giovanni XXIII Caffè Vincent via Conc. Vaticano II, 3 Al Mio Caffè via Conc. Vaticano II, 23 Mageco Caffè via della Repubblica, 10 Bar Alò Paris via della Repubblica, 20 Blu Bar via della Repubblica, 71/A Bar Catullo via Unità d’Italia, 66 Bar del Viale via Unità d’Italia, 79 Bar Abruzzo via Lattanzio, 4 Bar Pirandello via Lattanzio, 56 Bar Crescenzio via Domenico Cirillo Caffè Latino via Postiglione, 1 Bar Palama Blanca via Postiglione, 17 Bar Capogiro via Amendola, 124/A Bar Lupin via Amendola, 145 Bar degli Amici v.le Einaudi, 37 Caffè Lilù v.le Einaudi, 57 Frizz Bar v.le Einaudi, 69 Gilda Caffè via Colaianni, 64 Caffetteria Dorso via G. Dorso, 81 Caffè Greco

via Fanelli, 206/19 Sesar Caffè via Re David, 193/S Bar Mistral via Napoli ang. via Tommaso Fiore Bar Venezia via Napoli, 180 Bar dello Studente via S. Francesco d’Assisi, 35 Bar Il Bello delle Donne P.zza Massari, 18 Caffè Astoria C.so Vitt. Emanuele, 64 Saicaf Il Caffè C.so Vitt. Emanuele, 38 Voglia Matta C.so Vitt. Emanuele, 42 Caffetteria Vanity via Melo, 28 Il Caffè del Faraone via Melo, 57 Caffè Bellini via Melo ang. via Putignani Mozart Caffè via Melo, 139 Caffè Shop via Melo, 148 Caffetteria Catalano via Melo, 181 Caffè Melo via Melo, 228 Caffè Carulli via Crisanzio, 65/A Barletta Bar con Ghiaccio via Canosa Bar Mulinello via Canosa Bar dello Studente via Canosa Bar Settebello via Canosa Caffetteria Cafagna via Madonna della Croce Bar Mike via Madonna della Croce Bar Mundial via Madonna della Croce Caffetteria Rionero via Madonna della Croce Bar Odeon via Imbriani Caffè 57 C.so Garibaldi Caffetteria Bar Stop via Madonna della Croce Bar Cavour C.so Cavour Bar Agip via Trani Ipercoop c/o Centro Commerciale Bar Conchiglia via Cristoforo Colombo Bar Denise via S. Prascina Bar Turin via S. Prascina Bar Tict via A. Volta Caffè 103 via Regina Margherita Bar Big Ben via Regina Margherita Bar Scardigno via Regina Margherita Bar Viola C.so Vittorio Emanuele Bar Disfida Caffè C.so Vittorio Emanuele Bar Don Fernandos C.so Vittorio Emanuele Caffetteria Coffe e Break C.so Vittorio Emanuele Caffè Corsini C.so Vittorio Emanuele Bar Caffetteria Moca via S. Lucia American Bar P.zza Castello Bar Marrakech P.zza Marina Caffetteria Giotto P.zza Marina Bar adriatico via Manfredi

Bisceglie Bar Dolce e Caffè via S. Andrea Bar Acquafredda P.zza S. Andrea Lino Bar via Trani Bar Erk via Lamaveta Bar Meeting via Indipendenza Bar Bellavita via S. Martino Bar Moon Flower via Sacerdote di Caffetteria Notorius viale Cacace Bar First Love viale Cacace Cin Cin Bar via Fragata Blue Night Caffè via Imbriani L’ora del Caffè via Imbriani Caffè Cova P.zza Vittorio Emanuele Bar Le Antiche Mura P.zza Vittorio Emanuele Bar Oriente P.zza Vittorio Emanuele Bar Disney P.zza Vittorio Emanuele Bar Scalo via La Marina Bar S. Lorenzo via Papagni Bar Lul e Chemise via Papagni Bar Eden P.zza Armando Dia Bar Garden via Aldo Moro Bar dei Puffi via Volta Bitonto Bar della Stazione Caffè Creme Millefiori via Palombaio Helen’s Cafè via Palombaio Bar La Maya via Galileo Galilei La Tan del Caffè via Ravanas Meeting Cafè via Ludovico D’Ariosto Play Cafè via Berardi Bar Europa P.zza Santi Medici Bar Cosimo Cotugno via Gomes Caffè L’arabica P.zza Aurelio Marina Bar Nuovo via Cortese Bar Gattopardo via Piepoli Bar Le Divine via Saracino Bar Titanic via G. La Pira Bar Hegemonya via X S. Spirito Bar Jolly viale Giovanni XXIII Bar Ignomeriello villa di Bitonto Bar Il Grillo via La Rovere Dreamer Cafè via Planelli Art Cafè via Tempesta Gotha Cafè via D.co Ricapito Bar Cristall via Traetta Hezio’s Bar via Traetta Super Bar via Traetta Villary 52 P.zza Marconi Bar da Giacomo P.zza Marconi Bar Vittoria P. zza Matteotti Caffetteria dello Studente P. zza Matteotti Lounge Bar P. zza Matteotti

Canosa Daz cafè via Bovio Bar Vittoria via Bovio Bar Imperial via Bovio Bar Divina via Puglia Bar del Corso C.so S. Sabino Bar Cono D’oro C.so S. Sabino Caffè 900 C.so S. Sabino Casa del Caffè via Barletta Gran Caffè Aurora P. Belmondo Bar Inter Club P.zza della Repubblica Caffetteria Mazzini C.so Garbaldi Bar Ugo Foscolo via Settembrini Bar Roxy via Settembrini Bar Millico via Imbriani CORATO Bar vicino Riccardo Bar Acapulco via Don Minzoni Bar Angolo viale Ettore Fieramosca, ang. Via Trani Bar Carlo’s Corso Garibaldi Bar Corona via Aldo Moro Bar Duomo via Duomo Bar Everest viale 4 Novembre Bar Junior via Digione, 70 Bar Lino’s viale Vittorio Veneto Bar Orchidea viale Luigi Cadorna, 23 Bar Renudò Piazza Sedile, 26 080-3588641 Bar Shaday via Duomo Bar Via C. del Monte Cinema Elia Corso Garibaldi Parrucchiere Moods Hair di Savino Caterina P.zza Pietro Rosa 080-8726233 Parrucchiere Michele Campione via Giappone 080-8985911 Parrucchiere Riccarda Rutigliano via Galileo Galilei, 13 ang. Via Coletta 333-6284977 Parrucchiere Riccardo viale Armando Diaz Sede PDL Tabacchi via Don Minzoni Tabacchi via A. Moro (Gerardo Strippoli) Tabacchi Piazza Cesare Battisti Tabacchi c/o Palazzo Gioia Tabacchi Tatoli stazione Trattoria Land & Sea via Torquato Tasso, 68 Giovinazzo Bar Palermo via Bari Bar Lux via Bari Bar Etoille via Bari Bar Ragno D’Oro P.zza Vittorio Emanuele Gran Ceffè P.zza Vittorio Emanuele Vecchio Caffè P.zza Vittorio Emanuele Bar Lollipop via Molfetta Bar Pub No Stop viale Aldo Moro Bar Frau Marlen via A. De Gasperi Jeans Bar via Agostino Gioia Bar S. Agostino P.zza S. Agostino Bar Impero via Marconi Modugno Auchan Centro Commerciale Taxi Bar via Palese Bar Abbaticchio via Cesare Battisti Bar Elisir P.zza Garibaldi Bar Sport C.so Vittorio Emanuele Bar Marasma C.so Vittorio Emanuele Bar Parictina via Roma Bar Caffetteria 2000 via Roma Ideal Cafè

Viale della Repubblica Bar Nero Cafè Viale della Repubblica Bar Arillonia via S. Francesco D’Assisi Bibo Bar via X Marzo Bar Abbaticchio via De Gasperi Caffetteria sara e Kati via del Piave Bar Gran Caffè via C. di Muccia Molfetta OUTLET Bar Fico Secco/Margherita Glitter Cafè via Madonna dei Martiri Caffetteria Gioele via Madonna dei Martiri Central Bar Piazza Vittorio Emanuele Bar Amici via Tenente Fiorini Bar Cafè artisti via Tenente Fiorini Bar Snack via Tenente Fiorini Mattia Caffè C.so Dandi Cin Cin Bar C.so Dandi Caffetteria Arcobaleno Porto Bar Haiti via S. Domenico Bar Columbia via S. Francesco Euro Cafè via S. Francesco Bar Venezia C.so Fornari Bar Cavour C.so Fornari Black Caffetteria C.so Fornari Bar del Vico C.so Fornari Bar Stazione Piazza Aldo Moro Bar Zanzibar via Baccarini Green Bar via Baccarini Bar Rio via Bari Bar Saicaf C.so Umberto Off Street Cafè Piazza Garibaldi Palese Bar del Corso C.so Vittorio Emanuele Bar Manica via Duva D’Aosta

New Style Moda Angelo Marsico via A. Diaz, 15

Bar Carrassi via A. Diaz Bar Dolce e Caffè via A. Diaz Bar Corner via Napoli

Rivendita Giornali Sandro Petruzzelli Largo Renna, 10

Bar Zorro via Capitaneo Bream Bar via Cap. Maiorano Ruvo di Puglia Coffe & Company via Scarlatti Scarlatti Caffè via Scarlatti Caffetteria Stazione c/o stazione American Bar P.zza Cavour Il Monello Caffè C.so Cavour Meeting Caffè trav. C.so Jatta Pasticceria Berardi C.so Jatta Caffè Nesos P.zza Matteotti Bar San Remo C.so Gramsci L’antico Bar Fiamma C.so Gramsci Caffè Italia C.so Gramsci Caffetteria Zanzibar C.so Cotugno Coffe e Room C.so Cotugno Beverly’s Bar S. Spirito Caffè Carrassi via Napoli Al Bar Adan via Napoli Bar Italia via Napoli

Minimarket rosticceria Moretti via Napoli, 113-115

Bar Benny’s via Napoli Bar Il Gabbiano Lungomare C. Colombo

bar-gelateria babayaga Piazza Roma, 1

Ghiaccio Bollente C. Colombo Bar Babayaga C. Colombo Bar Mojito Terlizzi L’incontro Caffè via Bovio Caffetteria Marinelli via Dante Summer Bar P.zza Cavour Bar Savoia P.zza IV Novembre Gran Caffè Italia P.zza IV Novembre Bar Cattedrale P.zza don Tonino Bello Piccolo Bar v.le Roma Caffetteria del Corso v.le Roma Caffè Chicco D’Oro Gran Caffè Orchidea Caffetteria Grassi Bar Pineta v.le dei Garofani Harry’s Bar v.le dei Garofani Sapori e Delizie v.le dei Garofani Bar Crazy Heaven via Federico II Bar Magic via Duca degli Abruzzi Bar Royal via Pasquale Fiore Trani Angrano Caffè via Superga Caffetteria Blue Moon via Superga Caffetteria Chiara via Superga Gran caffè Marrackesch via Superga Gran Caffè Venezia viale Spagna Bar Micano via Annibale Maria di F. Mar Mediterraneo via Annibale Maria di F. Caffetteria Bar Buongustaio via Annibale Maria di F. Bar Il Greco via Pozzopiani Bar Il Punto azzurro via Luigi Sturzo Caffetteria Kinki Palace via Tevere Bar L’ottagono Lungomare C. Colombo Bar L’incontro Lungomare C. Colombo Bar Garden via Tiepolo Bar Molo via Statuti Marittimi Bar Mediterranee via Statuti Marittimi Bar Senzio via Statuti Marittimi Caffè del Porto via Statuti Marittimi Bar Castello Svevo via Alvarez 3 Caffetteria punto di Mare via Re Manfredi Bar Teniro via Mario Pagano Milan Bar P.zza Indipendenza Bar Vittoria P.zza Indipendenza Mondial Bar C.so Vittorio Emanuele Caffè Paradiso C.so Vittorio Emanuele Bar Commercio C.so Vittorio Emanuele Bar Blue Moon C.so Vittorio Emanuele Caffè Odeon C.so Vittorio Emanuele Bar Plaza P.zza Rupubblica Bar Rosanna C.so Imbriani Parrucchiere Zagaria Nicola C.so Imbriani


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la mordacchia

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meridionartisti Palazzo Pino Pascali, Polignano a Mare

DANIELA CORBASCIO nata a Bari nel 1960 vive a Bari dipinge e disegna con la luce. realizza le sue opere con tubi di luce al neon bianco su muro.

palazzo Pino Pascali, particolare

Chiesa del Purgatorio, Polignano a Mare


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foto di Patricia Ann Tessman

Peppino Campanella nato a Polignano a Mare (Ba) nel 1988 si laurea in Architettura a Firenze le sue lampade di vetro hanno fatto il giro del mondo e sono anche apparse in alcuni film italiani

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oroscopo by maga Ortica ARIETE Con il caldo che verrà brucia i freddi rimpianti. Dimentica le disavventure e fa diventare una tormenta amorosa il piccolo soffio che ti senti addosso. Serve un cambio radicale a parrucca e parrucchiere, gioielli, guardaroba. Vuoi rafforzare l’Amore della persona della quale subisci l’incantesimo? Invoca 7 volte il suo nome, verso l’azzurro del cielo.

BILANCIA Il tuo amante è un’infedele. Ti chiedi perché: incomprensioni, sesso da ricovero ospedaliero, una comunicazione senza passione. Tuo marito si è smarrito: è in difficoltà economiche, è diventato geloso, ha ceduto i sogni al mercato della noia. I mali dello spirito derivano dall’effetto di un maleficio leggero. Hai bisogno di un nodo di Venere.

TORO Con il primo uomo che si farà avanti non usare inutilmente la bontà e la gentilezza. Anche con colui al quale hai sempre perdonato tutto, è giunta l’ora di non usare sentimenti teneri. Ti gira attorno uno spirito maligno. Hai bisogno di un buon talismano. Cerca un luogo sacro, il più vicino alla tua abitazione. Lì, dedicati alla purificazione.

SCORPIONE Non farti imbrogliare da chi ti suggerisce interventi frettolosi. Non far bruciare l’amore, come il fuoco in un camino. Se si avvicina un tipo che porta discordia, reagisci. Se lui ti fa piangere parecchio perché si è stancato di te, fargli un filtro potente. È utile scatenare una passione, con buone erbe magiche.

GEMELLI Hai trovato la Verbena? Quante possibilità e colpi di fortuna perdi per colpa della tua distrazione. Ricorda, il tuo anticonformismo è troppo appariscente. Non fare promesse inutili e sappi rispettare i tuoi corteggiatori bacchettoni. L’estate ti servirà frutti acerbi o cattivi. Perle al posto del tabacco. CANCRO Scegli e compra una pianta. Poi coltivala con cura e trattala come una persona alla quale dai attenzione e Amore. La gioiosa natura ti servirà ad alleggerire l’eccessivo masochismo. Il colore che più ti ispira, ti aiuterà a combattere l’aria cattiva esterna. Purifica per tre giorni le stanze nelle quali vivi, con candele aromatiche. LEONE Deve scomparire il dolore che tormenta il corpo e la mente. Il corpo ha bisogno di riacquistare tono muscolare. La mente deve liberarsi delle belve orribili che si nutrono di pensieri positivi. Se trovi un oggetto di legno, brucialo. Evita le persone che risparmiano su tutto. Tu hai bisogno di una persona generosa per soldi e sentimenti. Nessun nodo ai capelli. VERGINE Cerca e trova in un vecchio mercatino un amuleto a forma di stella. Evita i professoroni e ai diseredati che non si dedicano a fare del bene agli altri. Fa la sentinella con chi è abituato a dirti le bugie. In questi giorni goditi un poco di piaceri mondani, senza trasformarli in vizi. Trattieni il respiro quando vedi ombre nere. La carta trasporta un pizzico di fortuna.

SAGITTARIO Ti serve la purificazione fisica e spirituale. Brucia un poco di verbena e un buon incenso nella tua stanza da letto. È una formuletta casalinga che ti servirà in estate a non fare sragionare il tuo amante. Attenzione all’igiene del corpo. Ricorda: marito geloso o amante noioso non possono avere una donna fedele. CAPRICORNO Se sei di Bari fatti regalare una Lumaca. Se non sei pugliese, compratela. Hai il corpo smagnetizzato da un brutto periodo. Non andare al prossimo appuntamento uscendo di casa con il piede sinistro. Per sedurre, devi intuire i suoi punti deboli e sensibilizzarlo. Signorina, pensi di essere poco audace e spregiudicata e vuoi ferirlo scatenando la sua gelosia? La vera punizione è l’infedeltà affettiva. ACQUARIO Basta con la solitudine. Recupera i contatti con persone che hai stimato e dalle quali ti sei allontanata per egoismo. Le mente umana è più impressionata dalle cose affermative che da quelle privative. Dà il meglio di te e non fare la cornacchia. Legare è meglio che slegare. Non c’è bisogno di fatture d’amore in questo periodo: hai una buona purificazione e puoi anche progettare il matrimonio. PESCI Il tuo grande specchio deve diventare il sarcofago delle tue vanità. Non girare gli occhi dove ti vuole il Diavolo, con le sue tentazioni. La pioggia della tua felicità dovrà goccia a goccia. Raccoglila con le mani. I giorni pari non fare scelte importanti. Se si smagliano le calze senza motivo, metti le gambe al sole.

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avviso ai degustanti Il gelato al limone

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l gelato al limone di Vittorio Salierno è un capolavoro, per chi ama il genere giallo. Da più di mezzo secolo quell’acidulo piacere colpisce senza pietà migliaia di deboli bocche, servendosi di un cono croccante.

N

essun investigatore conosce i segreti della sua forza misteriosa. Ci sono pochi indizi: compare alla vista appena iniziano le belle giornate. Pesa al massimo 6 kg.

V

ive non più di un giorno. Poi bisogna sperare che il suo geniale autore, con le sole mani, metta insieme gli elementi e lo faccia ricomparire.

S

e vi piace la vita fatevi bloccare il respiro dal profumo del dolce agrume. Il gelato al limone di Vittorio Salierno, ora venduto ai collezionisti del gusto da suo nipote Dario, è un best seller del brivido ‘palatale’.

Antica Caffetteria Vittoria Adelfia Canneto Piazza Roma.


redazione@quartopotereweb.it | anno I | n° 2

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QUARTOPOTERE anno I - n° 2 Aprile 2010 EDITORE Rumores s.r.l – Gruppo editoriale Largo Plebiscito, 12 70033 Corato Ba redazione@quartopotereweb.it Tel. 080.872.89.01

LE NOSTRE TESTATE

DIRETTORE EDITORIALE Michele Varesano DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Monteleone PRESIDENTE RUMORES srl Luca Rutigliano SEGRETARIA DI REDAZIONE Marianna Caterina PROGETTO GRAFICO E ILLUSTRAZIONI Francesco Varesano IMPAGINAZIONE Valentina Caronna Ivan Montaruli REDATTORI Angela Nocco Giuseppe Scintilla Francesco Asselta Carolina Borghi Luciano Aprile (Nero Vinyle) Biagio Cantatore Mara Petrone Carmela Moretti Michele Peragine Silvia Gulletta Francesco D'Amato Marianna Caterina Pasquale Crocco Aldo Fusaro Michele Valentino Michele Cristallo Antonella Fazio Vito Vittorio De Santis

martirologio Clodomiro Castilla Ospina (1961 - 2010) Cronaca di un’altra morte annunciata: era il 19 Marzo 2010, a Monteria, in Colombia, quando uno sconosciuto in moto ha freddato con otto colpi di pistola Clodomiro Castilla Ospina. Clodomiro era uno dei tanti coraggiosi giornalisti che svolgono il loro compito di informare e ricercare la verità in una zona altamente a rischio come quella colombiana. Specificamente, nei suoi articoli su “El pulso del

tiempo” di cui era direttore e in radio, aveva portato a galla i collegamenti tra le autorità del Dipartimento di Cordoba ed i gruppi paramilitari; non solo, Clodomiro si era fatto conoscere per le inchieste sulle attività di Salvatore Mancuso, capo paramilitare, estradato negli Stati Uniti, dove era accusato di traffico di droga. Lascia una moglie e quattro figli.

Il gruppo editoriale Rumores srl cerca redattori e collaboratori per la testata Quarto Potere per le zone della provincia BAT. Inviare curriculum al seguente indirizzo di posta elettronica: redazione@quartopotereweb.it

STAMPA Sedit - Bari Via delle Orchidee, 1 – 70026 Modugno Per la pubblicità Tel. 080.872.89.01 Gli articoli pubblicati riflettono esclusivamente il libero pensiero dei singoli autori e non impegnano in alcun modo la linea di condotta dell’Editore e del Direttore Responsabile. Reg. Trib. Trani n° 7/10 del 18/03/2010



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