Lungarno n. 78 - novembre 2019

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Novembre 2019


FIND YOUR DIFFERENCE


Andrea Bruschi fra Araldica e Galileo Ho visto il Paradiso Dim Sum Il Giappone fa spettacolo Agenda

Accadde a Novembre Esseri urbani Personaggi fiorentini Balsamo labbra fai da te Il fintocolto a Firenze Teatro dell’Elce in Little Boy Città in musica Palati fini A tutta birra

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Muri che....

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Editoriale La Serenata

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Fate presto

Correre in città... Testato per voi Una notte al museo Rigenerare vestendo con stile Brick in Florence Why Graphic Design Festival Novembre da non perdere

Sipario Lezioni di cinema Up&Down novembre Letture I mestieri del libro Frastuoni

Nuove aperture Firenze NoCost Oroscopo



La serenata di MATILDE SERENI

L’Ophiocordyceps unilateralis, che d’ora in avanti chiameremo confidenzialmente massimodalema, è un essere vivente molto particolare. Si tratta di un fungo - d’altronde siamo pur sempre in autunno - che con una calma serafica penetra dentro insetti di vario genere - per lo più formiche - per poi prolificare e indurre l’ignaro ospite a muoversi in base alle proprie esigenze. Questo lavaggio del cervello va avanti fino alla morte dell’ospite stesso e culmina con la fuoriuscita del fungo dal corpo esanime che evidentemente non aveva nulla da guadagnare in questo scambio. Che c’entra con Lungarno? Che c’entra con la cultura, con Firenze e con i tempi che viviamo? Che c’entra Massimo D’Alema? Massimo D’Alema era un nome come un altro, se vedete attinenze siete brutte persone. Per il resto, il link è molto semplice. Viviamo in una società dove il tempo è una merce (s)venduta in cambio di soldi utilizzati per comprare cose di cui non abbiamo bisogno, mentre ci battiamo per ideali comandati da logiche di mercato. In altre parole, stiamo portando il fungo esattamente dove vuole andare, a nostro discapito. Lungarno, la cultura, Firenze, sono solo pretesti. Agganci, stimoli esterni per riprendere il controllo sul nostro tempo e iniziare a dare valore a quello che riteniamo più importante. In queste ultime settimane si parla molto di una specifica guerra rispetto ad altre più truci e sanguinose; perché è geograficamente vicina, magari perché ci sentiamo coinvolti, forse perché uno dei tanti ragazzi partiti a difendere una causa più alta era di Firenze e sotto i proiettili #madeineurope ci ha lasciato la vita e un videomessaggio. Dove ci salutava sapendo di andare a morire. E lo diceva sorridendo. Questa volta il fungo aveva sbagliato ospite. Buona lettura.

L’angoscia del cavolo

“E

di JACOPO AIAZZI

ra una terribile notte di novembre», così, come spiegato dalla stessa autrice nella prefazione del 1836, iniziava “Frankenstein o il moderno Prometeo” nella sua prima stesura. Perché proprio questo mese dell’anno è stato scelto per dare vita ad una delle creature di maggior spicco nello scenario horror? Sarà perché è il mese dei santi e dei morti. Sarà per gli alberi secchi e e giornate che si accorciano, per gli orti che hanno già sostituito le piante di pomodoro con il cavolo, quelle di peperoni, melanzane e zucchine con altro cavolo. Già così è angoscioso, anche senza un enorme non-morto. Probabilmente per questa ragione, ossia scacciare l’ansia e la malinconia, Lord Byron invitò nella sua dimora lo scrittore Polidori, i coniugi Shelley e altri amici per raccontarsi storie di mostri e fantasmi. Oltre a metterci di fronte alla più grande paura dell’umanità e alla sua più tremenda ambizione, Frankenstein è riuscito ad abbattere i muri dell’immondo aspetto della sua creatura, trasformandola nel tempo in un’icona di tendenza. Frankenstein infatti non è uno zombie qualunque, ma un essere talmente potente da scippare il nome del suo creatore. È il mostro distruttore di tabù che, dopo quello della morte, è riuscito ad erodere quello della differenza di genere e il ruolo della donna: Mary Shelley, infatti, anche grazie al successo del romanzo è potuta uscire dall’anonimato con cui ha firmato la prima edizione. Tra di noi non ci sono Byron, Shelley, né moderni Prometeo ma il periodo ci è alleato: di muri e tabù da abbattere siamo ancora circondati e non mancano percorsi insoliti da percorrere. Quindi non resta che avvicinarci anche noi al fuoco per raccontarci un sacco di storie.

IN COPERTINA

San Lungarno di Lucilla Vecchiarino

Lucilla Vecchiarino (1984), in arte LucillaVecc, è un’ illustratrice e grafica freelance che vive e lavora a Firenze; dopo aver completato gli studi in Architettura si dedica alla composizione di immagini e partecipa a numerosi concorsi di illustrazione nazionali e internazionali ottenendo premi e riconoscimenti. Da Settembre di questo anno Lucilla ha aperto il suo studio e spazio espositivo in via Romana 8-10/r, a pochi passi da Piazza Pitti, andate a trovarla! lucillavecc

lucillaveccillustrations

https://www.etsy.com/it/shop/lucillavecc https://www.behance.net/LucillaVecc

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 78 - Anno VIII - Novembre 2019 - Rivista Mensile ISSN 2612-2294

Proprietario: Associazione Culturale Lungarno Editore: Tabloid Soc. Coop. • Firenze • N. ROC 32478 Direttore Responsabile: Jacopo Aiazzi Stampa: Tipografia Baroni e Gori srl • Prato

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell'editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. PER INFO E PUBBLICITÀ tel. 055 6587611 e-mail: commerciale@tabloidcoop.it

I contenuti di questo numero sono a cura dell'Associazione Culturale Lungarno. Per la loro realizzazione hanno collaborato: Lucilla Vecchiarino, Matilde Sereni, Giacomo Alberto Vieri, Alect, Daniel C. Meyer, Michele Baldini, Erika Gherardotti, Giulio Garosi, Martina Vincenzoni, Camilla Guidi, Chiara Chimù Mulas, Daniele Pasquini, Marta Pancini, Raffaella Galamini, Rame13, Giulia De Giorgio, Valentina Messina, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, Francesca Corpaci, Lafabbricadibraccia, Tommaso Ciuffoletti, Marcho, Caterina Liverani, Marianna Piccini, Walter Tripi, Luca Starita, Carlo Benedetti, Gabriele Giustini, Giulia Focardi, Marco Tangocci, Davide Di Fabrizio, Marta Staulo, Andrea Bertelli, Lavinia Ferrone, Francesca Arfilli. Caporedattore: Riccardo Morandi Editor: Arianna Giullori Progetto grafico: Francesca Arfilli L'Associazione Culturale Lungarno ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze per il contributo a sostegno delle attività culturali svolte.


L’appello sul Fine Vita

che da Firenze scosse l'Italia di GIACOMO ALBERTO VIERI illustrazione di ALECT

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forma ad un registro nazionale dei dati, che la messa in rete digitale avvenga quanto prima, che il rapporto medico-paziente sia basato sempre di più su una pianificazione condivisa delle cure. Se la decisione della Consulta sul caso di Marco Cappato, qualche settimana fa, ha fatto esplodere i numerosi “Finalmente”, “Da oggi tutti più liberi” (così come la crescente indignazione dell'associazione medici anestesisti cattolici, che raccoglie più di 4000 firme), gli scalini da tassellare sono ancora molti. Crescono lentamente grazie a uomini come Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, Beppino Englaro. Uomini volitivi, uomini di pensiero, persino uomini di chiesa, proprio come Michele Gesualdi, che aprì uno squarcio nel “dogma”, chiedendo rispetto verso un evento estremo e ineluttabile: la propria morte. E oggi, sotto gli encomi di ammirazione, il cordoglio tardivo, le impermanenti parole-propaganda, che cosa resta? Rimane la tenacia della società silenziosa che vive ogni giorno le malattie incurabili e terminali, rimangono le associazioni dei parenti, resistono sul campo i ricercatori scientifici e gli attivisti, stanno in prima linea gli uomini e le donne come Sandra Gesualdi, quando dice quella frase: “Io mi sento Stato: non solo per le tasse che pago, i servizi che offro, ma per il senso collettivo di cui scelgo di vestirmi ogni mattina”. Senza ecumenismo, ma senza neanche la volontà di trasformare questa testimonianza educatissima in un diverbio su “favorevoli e contrari”, chi scrive ci tiene comunque a dire una cosa: che conforto fare da scudo allo Stato, se di queste mani e idee qui...è fatto, lo Stato!

o mi sento Stato”. Sono le 9 di mattina, un cielo caliginoso si schianta nel cortile di Palazzo Strozzi, quando Sandra Gesualdi arriva di fretta, con un sorriso spalancato, tiene in mano una cartellina zeppa di fotocopie, interviste, articoli sottolineati. Ad un certo punto, mentre beviamo il caffè e racconta la sua storia, pronuncia queste parole. Bum. Giornalista, figlia di Michele Gesualdi, uno dei primi sei allievi di Don Lorenzo Milani nella scuola di Barbiana, dirigente Cisl e presidente della Provincia di Firenze prima di Matteo Renzi, morto il 18 gennaio 2018 dopo una coriacea battaglia contro una malattia fatale, la SLA. Sandra si stupisce ancora di come la sofferenza di un singolo uomo seppe diventare volontà condivisa: tramite una lettera scritta all’estremo delle forze, il passaggio a Radio Radicale, un'intervista con Fabio Fazio, l'appoggio e l'aiuto di medici, pensatori, associazioni, cittadini, le parole di Michele Gesualdi, schiuse fra pause secche, germogliarono da Firenze al paese tutto, rappresentando la volata finale per la Legge 219 del 22 dicembre 2017, quella che regola le cosiddette DAT (disposizioni anticipate di trattamento). “Mio padre, da cattolico fervente, non avrebbe mai parlato di eutanasia”, afferma convinta Sandra, “lui intendeva soffermarsi sulla libertà di scegliere, sul diritto che un cittadino deve esigere affinché lo Stato non ci lasci sofferenti”. Serviamo sani, insomma: ma è da fragili, da caduchi, che dobbiamo essere protetti. Così come è giusto far sì che il testo della 219 conosca una diffusione più ampia, che si dia

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Muri che... di DANIEL C. MEYER

...crollano

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ovembre. Per molti, un mese buio e piovoso, solo un’anonima parentesi che precede dicembre, questo sì invece ricco di feste e grandi appuntamenti. Beh…forse non tutti lo ricordano ma nella storia è stato invece il teatro di grandi eventi, che hanno segnato un’epoca: storie di muri che cadono e di barriere che vengono abbattute, lasciando intravedere spiragli di un nuovo mondo. E proprio questo novembre celebriamo l’anniversario di due di questi eventi: la caduta del muro di Berlino, e l’organizzazione del primo Gay Pride italiano, conosciuto come Pisa79. Era infatti il 9 novembre del 1989 quando le televisioni di tutto il mondo “libero” mandarono in onda le immagini di decine di migliaia di berlinesi dell'Est che si precipitavano in massa verso Berlino Ovest, scavalcando il muro che divideva in due la città, e venendo accolti in maniera festosa dai loro fratelli dell’Ovest. Finì così la Guerra Fredda, dopo quarant’anni sull’orlo dell’apocalisse nucleare: fu un giorno di festa, in tutto il mondo, un giorno in cui molti pensarono che, forse, l’utopia di John Lennon di un mondo senza nazioni, dove tutti potessero vivere in pace, poteva davvero realizzarsi. Senza esagerazioni. Ideali che animarono anche Pisa79, il nome con cui è passata alla storia la prima manifestazione italiana di orgoglio omosessuale autorizzata da una questura e patrocinata da un Comune. Accadde il 24 novembre 1979, e fu un evento senza precedenti, in un paese ancora bigotto e retrogrado quale era l’Italia del 1979. Qual è il bilancio, dopo tanti anni? Non serve essere esperti di geo-politica per vedere che il mondo di oggi, nato dalle ceneri della Guerra Fredda, è ben lontano da quello sognato da John Lennon: guerre, diseguaglianze, disastri ambientali. E, anche dal punto di vista dei diritti LGBT, la strada è ancora lunga, se Junio Aglioti Colombini, portavoce del comitato Toscana Pride, dichiara che “a 40 anni da quella prima manifestazione ci troviamo senza radicali progressi dal punto di vista dei diritti civili”. Ma non è neanche il caso di essere troppo pessimisti: per molti versi, il mondo di oggi è un posto migliore di quello del 1989 e del 1979. Forse la verità sta nel mezzo: la caduta del Muro di Berlino e Pisa79 furono sì eventi epocali, ma solo snodi cruciali, e non punti di arrivo. “Dopo tutto, è solo un altro mattone nel muro”, cantavano i Pink Floyd, nella celeberrima “The Wall”, pubblicata...nel novembre 1979. E qui, il cerchio si chiude.

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...opprimonO

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i sono muri che crollano, aprendo scenari di libertà, e altri che opprimono e imprigionano. Letteralmente. È il caso dei cosiddetti Hikikomori, termine giapponese che designa chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi: ragazzi e ragazze che si “congedano” dal mondo e non escono più dalla loro stanza, rifiutando ogni contatto diretto con l’esterno. Un fenomeno in crescita tra gli adolescenti italiani: secondo Mirella Cocca, Coordinatrice Regionale in Toscana per l’Associazione Nazionale Hikikomori Italia Genitori, si stima che i casi in Italia siano 100 mila, e che anche tra i ragazzi toscani il “ritiro sociale” sia in aumento, così come in generale i problemi legati alla sfera psicologica; ogni anno, sono 5mila gli accessi in day hospital alla struttura di Psichiatria dell’infanzia e adolescenza e neuro-riabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. E proprio da Firenze arriva uno strumento per aiutare i ragazzi in difficoltà per casi come questi, e altri ancora (abuso di sostanze, squilibri alimentari, bullismo, autolesionismo…): si chiama App to Young, ed è un’app sviluppata dalla Fondazione Fiorenzo Fratini in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il Comune di Firenze. Grazie all’app, gratuita e anonima, i ragazzi possono confidarsi e chiedere consigli, chattando con un gruppo di coetanei appositamente formati (il Gruppo Youngle, già attivo a Firenze da qualche anno), oppure parlando direttamente al telefono con uno specialista.



Correre in città... OLTRE la Firenze Marathon di MICHELE BALDINI

Escape VeloCity

I PERCORSI

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bbi già modo di parlare di corsa tra le pagine di questa rivista, più o meno l'anno scorso. In occasione dell'imminente edizione 2019 della Firenze Marathon (che si terrà il 24 e inonderà di pettorine numerate mezza città) e a un mese di distanza da Corri la vita (il 28 settembre), che ha riscosso un insindacabile successo in Oltrarno. Riprendo l'argomento permettendomi di consigliare l'outfit giusto per chi, come me, non ha velleità competitive né particolari desideri di socialità. Inoltre suggerirò tre percorsi sperimentati fuori da occhi indiscreti, cani e passeggini, ma anche da automobilisti sfreccianti o turisti molesti, tutti Oltrarno. Sono convinto che il lettore appassionato ne sceglierà sistematicamente altri. La corsa per me è libera, proletaria e soprattutto antiesibizionista: “quando sono a correre non mi dovete rompere i coglioni, è per quello che ci vado alle sei di mattina anche se piove e fa meno quaranta o se sono le due pomeridiane del 15 agosto” è il mio mantra.

Colli - 10 km Partenza da Porta Romana, salita da viale del Poggio Imperiale, girare a sinistra al semaforo per Arcetri e farsi tutto il viale Galileo fino al Piazzale, scendere giù per viale Michelangielo fino all'incrocio tra via Coluccio Salutati e via dei Bastioni, girare per questa fino alle rampe, salire per viale Giuseppe Poggi e tornare al Piazzale. A ritroso, scendere questa volta da viale Machiavelli. Occhio ai lastroni e ai sampietrini (mi ci sono rotto un polso, cadendo), ottimo percorso se volete polpacci da alpino, ma la vista... la vista è indescrivibile.

Lungarni Est /Anconella - 8km

Continuiamo col piatto e col fiume. Semplice, lineare, mai noioso. Partenza da piazza de' Mozzi-Ponte alle Grazie. Procedere per Lungarno Serristori, fino a piazza Poggi; ci sono la pedonale e la ciclabile rifatte da poco, sembra di entrare in Fi-Pi-Li senza code. Giunti in piazza Ferrucci proseguire per Lungarno Ferrucci, fino a piazza Ravenna. Qui ancora oltre per viale dell'Albereta, sterrato dietro al Parco dell'Anconella fino al Ponte Borsellino (c'è una corsia pedonale), attraversare l'Arno e indietro per via di Varlungo. Il tracciato è segnato fino a Lungarno della Zecca Vecchia, dove comunque c'è il parco e nessun rischio di venire asfaltati. Attraversare di nuovo il ponte et voilà!

Belloguardo, Boschetto, Monte Oliveto (x 2) - 8 km Il percorso più insolito, più impervio (duro e disorientante, per questo è corto e si può doppiare), ma sorprendente. La Villa dell'Ombrellino, la vista della Piana da sopra Soffiano, il parco del Boschetto e l'antica chiesa di Monte Oliveto (patrimonio UNESCO) sono stupende. Partenza piazza Tasso, salire per Via Villani (quella del Tasso Hostel), fino a via del Casone. Girare per via di Bellosguardo, fino al giardino con il monumento ai carabinieri annesso, scendere a picco per via di San Vito, fino al largo del Boschetto, entrare nel parco, superare Villa Strozzi e, riscendendo per via Monte Oliveto, riprendere via Villani da via di Burchiello (dove c'è il Penny).

Cosa non può mancare ad un runner dilettante che non si spinge oltre gli otto chilometri al giorno a una media di 6/7 minuti al km? 1. Scarpe: un paio running della Decathlon (sui 50€) sono ok. Se siete costanti e andate a correre oltre le tre volte alla settimana si rovinano ogni sette-otto mesi anche quelle di marca.Se vi rompete i piedi è più facile che la colpa sia nella grazia del gibbone con cui correte e non delle scarpe. 2. Pantaloncini: vedo spesso chi corre coi fuseaux. Di che stiamo parlando? Col freddo stretching e skip prima di partire. 3. Cuffie: sentire la fatica e i propri pensieri non aiuta. Meglio se la playlist include BPM vari: cambiare ritmo fa bene al cuore (letteralmente). 4. Sopra fate voi: sarebbe raccomandabile, di questi tempi, una felpa leggera con il cappuccio, tirando pugni in aria come Rocky sulla scalinata di Philadelphia. 9


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Alberto Bruschi

TRA ARALDICA E GALILEO di ERIKA GHERARDOTTI Foto di GIULIO GAROSI

“L

e cose non hanno padrone, tutto ciò che abbiamo, sarà di altri”, così si presenta Alberto Bruschi, araldista, storico, editore e collezionista, parlando a proposito degli oggetti antichi; mentre ci apre le porte del suo caratteristico studio/museo, all’interno della medievale Torre dei Lanfredini, di sua proprietà. Conservare i manufatti storici per le nuove generazioni, secondo lui, significa essere rispettosi, studiosi e persino un po’ filantropi. E così ha fatto Bruschi che “con una semplicità infinita”, come tiene a precisare, ha prestato molti oggetti da lui collezionati a varie mostre in tutto il mondo. Alcuni li ha perfino donati ai musei, al solo scopo di farli tornare nel loro luogo di nascita, affinché tutti potessero goderne. Personaggio talmente eclettico da trasformarsi nel tempo da semplice collezionista e ricercatore in una sorta di Indiana Jones locale, andando a scovare oggetti considerati perduti. “Non siamo noi che andiamo alla ricerca delle cose; sono le cose che vanno alla ricerca di coloro che le possono meglio comprendere e proteggere”, continua l’araldista. E così è stato, ad esempio, per le dita e il premolare di Galileo Galilei. Chissà che fine avrebbero fatto se Bruschi non avesse saputo riconoscere per tempo gli stemmi. Questa la storia: Bruschi è un araldista dall’età di quindici anni, quando ebbe appunto un colpo di fulmine per questa “vecchia signora dal linguaggio barbarico”. L’Araldica, per lui, non ammette errori e offre grande supporto agli studi storici. È stato il caso, anni fa, a far ricevere a Bruschi un catalogo che lo invitava a partecipare ad un’asta. Nello sfogliarlo, il suo sguardo venne subito rapito da un sigillo della famiglia Capponi posto su una misteriosa reliquia alta quasi un metro. Grazie al contributo di sua figlia Candida, Bruschi sciolse il mistero: fu lei infatti a fornirgli lo scritto di un notaio che descriveva il giorno in cui fu traslato lo scheletro di Galileo Galilei, per esser trasferito nel suo sepolcro monumentale, in Santa Croce nel 1737. L’evento suscitò grande interesse e, con il benestare del Granduca Gastone de' Medici, si radunò molta dell’intellighenzia fiorentina di allora, tra cui molti massoni. Cocchi (primo direttore degli Uffizi) prese una vertebra e la portò all’università di Padova, luogo in cui lo scienziato aveva avuto una cattedra. Angelo Maria Bandini un dito medio (oggi al Museo Galilei), e l’abate Capponi un pollice (il dito con cui scriveva), l’indice (quello con cui indicava le stelle) e un premolare. Capponi pose questi tre resti all’interno di un reliquiario che, passato negli anni di mano in mano, andò perso. Le reliquie infatti furono scambiate per quelle di qualche santo, e riposte in una cappella privata in cam-pagna. L’ultimo proprietario le mise all’asta non sapendo bene di chi fossero. Le ha identificate Bruschi, una volta ricostruita la loro storia. Se le è aggiudicate, e ha fatto sì che tornassero finalmente a casa: oggi, infatti, sono state prestate alla collezione del Museo Galilei.

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SPETTACOLI, FILM, INCONTRI 5.11 / 13.12.2019 info: spazioalfieri.it

TEATRO PUCCINI

SPAZIO ALFIERI

BIBLIOTECA DELLE OBLATE


UNA NOTTE AL MUSEO di CAMILLA GUIDI

TESTATO PER VOI

La Card del Fiorentino di MARTINA VINCENZONI Illustrazione di CHIARA CHIMÙ MULAS

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a vista dalla Torre di San Niccolò è insieme familiare e insolita: ti trovi più o meno alla stessa altezza di Piazzale Michelangelo, ma non devi contenderti centimetri di balaustra con fotografi amatoriali e contorsionisti da selfie. Da lì è possibile ricostruire con un colpo d'occhio il percorso delle antiche mura della città, seguendo la direzione dei viali e individuando le costruzioni sopravvissute ai lavori di ampliamento realizzati dal Poggi in occasione di Firenze Capitale, come la torre della Zecca e il Baluardo san Giorgio. La Card del Fiorentino offre la possibilità di conoscerle da vicino, insieme a Porta Romana e Porta San Frediano (aperta per la prima volta in tre occasioni nel mese di ottobre). Poiché questa redazione può vantare almeno un rappresentante della categoria nerd dei musei, oltre a recensirvi quanto osservato dalla Torre, consigliamo un tour fine-settimanale che per una volta metta in secondo piano i luoghi simbolo della città. Partite dal Museo del Ciclismo Gino Bartali a Ponte a Ema (aperto venerdì, sabato e domenica), prezioso soprattutto per chi ama i cimeli e il sarcasmo di un personaggio noto anche per il suo silenzioso ma instancabile impegno antifascista. Tornando verso il centro, potrete fermarvi al Cento Ex Tre a Gavinana a far visita al Memoriale di Auschwitz (aperto sabato, domenica e lunedì), per immergervi in un'opera multimediale ante litteram, alla quale hanno contribuito lo studio di architettura BBPR, Primo Levi, il pittore Mario Samonà ed il compositore Luigi Nono, con la regia di Nelo Risi. Sarete condotti in una spirale di tela dipinta lunga 80 metri, collocata nella riproduzione fedele del Blocco 21, la struttura che accoglieva l'opera nel campo prima dello sfratto da parte delle autorità polacche. All'uscita, il nerd dei musei chiuderà un occhio se vorrete rifocillarvi presso la dirimpettaia gelateria “Il sorriso”. NB: per visitare torri e porte dell'antica cinta muraria dovrete aspettare la riapertura prevista per il 24 giugno!

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A Firenze quando avviene un’iniziativa diversa dal solito in uno dei palazzi storici o dei monumenti simbolo della città, i fiorentini - generalmente - si agitano. Questo significa due cose: che siamo piuttosto inclini alla critica e che, per fortuna, un po’ di attaccamento al nostro patrimonio culturale forse lo abbiamo conservato. Questa volta è toccato all’iniziativa “Una notte al museo” che prevedeva il pernottamento in sacco a pelo di un gruppo di bambini dai 6 ai 12 anni nel Salone dei Cinquecento. Una destinazione d’uso decisamente inedita per il Salone che è stato prima luogo di celebrazione della potenza della Repubblica Fiorentina, poi di rappresentanza del duca e sede di incontri con gli ambasciatori e di udienza al popolo, infine sede della Camera dei deputati negli anni in cui Firenze fu capitale. In quell’immenso salone ci hanno lavorato alcuni tra i più grandi artisti del Rinascimento italiano, rendendolo uno dei luoghi più importanti e rappresentativi della città. È quindi indubbio che tutti i cittadini, sin da piccoli, ne debbano conoscere la storia e apprezzare la straordinaria bellezza. È altrettanto indubbio che i bambini siano entusiasti di poterci trascorrere una notte e che il numero di posti a disposizione non riesca mai a soddisfare le numerose richieste. Sono sempre di più le iniziative nei musei che tentano di coinvolgere e avvicinare il pubblico dei più piccoli affinché i bambini percepiscano il museo come un luogo familiare e appassionante: solo qualche settimana fa le Gallerie degli Uffizi, ad esempio, hanno deciso di abbassare la “Tebaide” di Beato Angelico ad altezza bambino, in modo che possa essere vista da vicino e apprezzata nei dettagli più nascosti. Nel caso di Palazzo Vecchio si potrebbe pensare che insegnare la pertinenza dei contesti non dovrebbe rappresentare un limite all’esperienza, ma un presupposto fondante della sua conoscenza e della propria consapevolezza. Ma forse non è così, e i bambini attraverso l’emozione di una suggestione così grande instaureranno un legame più forte e solido con quel luogo e in futuro sapranno averne cura. In fondo è questo quello che conta. Credits foto: Associazione MUS.E


HO VISTO

IL PARADISO Requiem per una band

con loro, ma gli dèi, si sa, abitano l’Olimpo: erano attesi in un ristorante, poi riposino in albergo. I miei colleghi se ne andarono indignati, io rimasi a rifugiarmi nel luppolo. Salsicce e risate, rotoballe e bancali, i vecchi del circolino a giocare a carte. Il contesto bucolico mi cullò e mi fece scordare l’intervista. Al crepuscolo il Paradiso si manifestò illuminando un gazebo: era sudato e con una maglia slargata, gli occhiali da sole e i CD in vendita sul banchino. Tre album all’attivo, una manciata di pezzi struggenti, vagonate di nostalgia, qualche graffio ben assestato e tastiere rassicuranti. La nuova stella irradiava onnipotenza e quando mi avvicinai per l’intervista mi ripeté: “ facciamo dopo”. In realtà stava dicendo:

“un giorno lo sbattimento di venire in questi posti di merda finirà, sarò in alta rotazione su radio Deejay e vi piscerò in capo”. Arrivò il suo turno sul palco, e piazza Ghiandelli si fece San Siro. Il Paradiso sinuoso come un divo e potente come uno sciamano, i suoi compari poco più che comprimari di sfondo. Si tuffò sulla folla e fu il primo e ultimo stage-diving della storia di Cellai, frazione di Rignano sull’Arno. La notte, senza niente da scrivere, mi persi in pensieri sugli egomaniaci e sul destino di chi emerge dall’underground. Quattro anni dopo lo specchio della vanità è andato in frantumi: quando ho visto il Paradiso non potevo certo prevederlo, ma segretamente me l’ero augurato.

Credits foto: Francesco Guerri Blueswriter Riot Van

H

o visto il Paradiso alla fine dell’estate 2015, nelle campagne rignanesi. Un manipolo di avventurieri aveva animato la pastorale frazione di Cellai con un festival musicale chiamato - per l’appunto - "Cellive". La band indie in cui cantava il Paradiso si chiamava TheGiornalisti, e io - per l’appunto - giornalista ero. Ero lì dal pomeriggio per intervistare il frontman, ma la band si era chiusa in una sala del circolo Arci per vedere Roma-Juventus. Finita la partita mi appostai con un paio di amici fotografi già indispettiti per l’attesa. La band ci sfilò accanto e il Paradiso disse: “più tardi ragazzi, abbiamo la cena”. Pensammo di poter condividere un pasto

di DANIELE PASQUINI

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Rigenerare

vestendo con stile

di MARTA PANCINI

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e parole sono importanti!” gridava Nanni Moretti in “Palombella rossa”. Sì lo sono, soprattutto perché una volta dette occorre sostenerle, ma questa è una divagazione. Ci sono parole che amo, una di queste è rigenerare.Andiamo con ordine. Si dice che ogni rivoluzione parta da un piccolo passo, da un gesto anche minimo. Guardando Greta Thunberg, 16 anni di determinazione e urgenza di cambiare le cose per un mondo migliore, mi sento paurosamente in difetto, sì perché io ho iniziato a fare la differenziata solo da un anno, per dire. Perché se dovessi andare in Australia ci andrei in aereo (nonostante la paura) e non in nave. Perché tengo il condizionatore acceso anche di notte in estate. Perché non so quante volte ho comprato le fragole

a dicembre. Perché spesso non ho guardato l'etichetta dei capi d'abbigliamento. Su quest'ultimo punto però devo fare una precisazione: sto imparando. Vi siete mai chiesti da dove viene un prodotto e quali sono le materie prime che lo compongono? Andando in giro a chiedere, a fare domande, mi sono imbattuta in una realtà che ho scoperto non essere così isolata, una realtà a km0, a Montemurlo, provincia di Prato. Qui dal 1973, lavora la lana con amore e attenzione il Lanificio Bigagli. L'industria della moda è la seconda più inquinante al mondo, sia nella produzione che nello smaltimento dei rifiuti tessili. L'azienda per questo ha creato prodotti come Eurelle/Pet (da plastica riciclata) e Rewooly (da fibra di lana rigenerata), dando vita ad un modello produttivo tale da riuscire ad utilizzare le risorse che hanno terminato il

loro ciclo di vita, per farle tornare ad essere materia prima utilizzabile per nuovi prodotti. Rigenerare, appunto, ciò che sembra privo di vita, dare una seconda opportunità, riutilizzare la materia senza distruggerla, contribuendo a creare un'economia pensata per potersi generare da sola. Ecco perché amo la parola rigenerare: dà speranza, che non sia tutto perduto, che sia possibile “morire” per poi trasformarsi in qualcos'altro, letteralmente generare di nuovo e cominciare una nuova storia.


Fondazione Teatro della Toscana Teatro Niccolini 23 novembre / 1 dicembre 2019 PRIMA NAZIONALE Daniela Poggi EMILY DICKINSON Vertigine in altezza di Valeria Moretti impianto e regia Emanuele Gamba

Molta pazzia è divino buon senso Spettacoli ore 21, sabato ore 19 e domenica ore 17. TEATRO NICCOLINI Via Ricasoli 3, Firenze Biglietteria di prevendita Teatro della Pergola Via della Pergola 30, Firenze – Lun > sab 9.30 > 18.30 – 055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com. Biglietti acquistabili anche presso i punti box office e online o presso la biglietteria del Teatro Niccolini da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. www.teatrodellatoscana.it


Dim Sum ravioli&tradizioni di famiglia di RAFFAELLA GALAMINI

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Illustrazioni DI RAME13

a qualche tempo c’è un nuovo “Dim Sum”, più grande ed elegante, in via dei Magliabechi a Santa Croce. Per gli amanti di noodles, ravioli e preparazioni nella wok, una bella notizia. Dietro questa novità, c’è una storia familiare di recupero delle tradizioni e riscoperta delle origini. La storia di un ristoratore e del suo percorso per tornare alla vera cucina cinese. Massimo (in cinese Jianou) Wang è il titolare di “Dim Sum” con alcuni cugini. È arrivato in Italia nel 1982, a soli 5 anni d’età, con tutta la sua numerosa famiglia. Qui aveva già parenti e conoscenti giunti addirittura negli anni Trenta dalla Provincia dello Zhejiang in virtù del trattato imposto ai cinesi dopo la fallita rivolta dei Boxer. Massimo, dopo aver terminato le scuole dell’obbligo, ha seguito il percorso classico di tanti suoi connazionali: ha cominciato prima a lavorare in un ristorante cinese in zona Santa Maria Novella, poi divenu-

to ristorante-pizzeria. Dopo un’esperienza di otto anni è passato al pub: ancora oggi ne ha uno in corso dei Tintori, il Tartan Jock Scottish Pub. Nel 2012 si è incominciata a far strada l’idea di aprire un “Dim Sum” con alcuni parenti. Per Massimo, cresciuto a Firenze, è stata l’occasione per tornare in Cina e per riscoprire le radici e le tradizioni della sua terra d’origine che prova a far conoscere e apprezzare in Italia. Un modo insomma per riconciliarsi con il passato attraverso proprio la cucina. Ecco quindi la scelta di rifornirsi delle materie prime direttamente in Cina, a cominciare dal tè,

Il Giappone fa spettacolo

F

irenze incontra il Sol Levante, un appuntamento che si ripete da oltre vent’anni. Quest’anno la XXI edizione del Festival Giapponese è in programma da venerdì 15 a domenica 17 novembre presso l’Auditorium Centro Rogers a Scandicci. L’associazione culturale giapponese Lailac porta circa 40 ospiti dal Giappone per uno spaccato di danza, musica, arti marziali, cibo, tradizioni. Tra gli appuntamenti più attesi l’esibizione dei danzatori Manjushaka dagli spettacolari costumi; la Via del Tè per conoscere da vicino uno dei riti più antichi della cultura nipponica. La direttrice di una delle più prestigiose scuole di cucina a Ginza, Tokyo, Natsuko Nakamura, darà una dimostrazione pratica di come si realizzano gli zuccherini tradizionali da tè. A fare

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l’attenzione nel cercare di riproporre le ricette originali, la scelta di un buon rapporto qualità-prezzo. Il menù del “Dim Sum” concede piccole digressioni proprio per favorire una visione più ampia della tradizione orientale e punta molto sulla carta dei tè. Staff cinese in cucina, in sala ad affiancare Massimo c’è la cugina Francesca (Xiaoli), che è anche una delle socie.

di RAFFAELLA GALAMINI

da contraltare l’esibizione di 18 maestre per illustrare come si indossa il kimono; sarà proposta l’Obi-mai Show, una novità per l’Italia: la tecnica di annodare i fiocchi dei kimono senza bisogno di aiuto altrui. Gli stessi visitatori potranno divertirsi a noleggiare e indossare il kimono. Le dimostrazioni di arti marziali (judo, aikido, kendo) si terranno nel piazzale della Resistenza, nell’Auditorium la presentazione dell’arte dei samurai, il Bushido e un’esibizione di tamburi taiko. Presenti l’Istituto Europeo di Shiatsu con una delle sue maestre più qualificate Patrizia Stefanini e Firenze Sake con i suoi distillati. Il Festival Giapponese si svolgerà a Scandicci da venerdì 15 a domenica 17 novembre 2019, dalle 11 alle 20, presso l’Auditorium del Centro Rogers al Piazzale della Resistenza.


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Da 30 anni Il rex è un’altra cosa! REX CAFE - via fiesolana 25 r - firenze

REX FIRENZE


Brick in Florence Festival Mattoncino dopo mattoncino di GIULIA DE GIORGIO

G

ioco: «qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive […]», Treccani docet. Applicando quindi queste capacità fisiche, manuali e intellettive, con la sola ed unica intenzione di svagarsi, può capitare di dare vita a qualcosa che vale la pena di mostrare. Pensate ai giochi di costruzione o, per meglio dire, pensate al gioco di costruzione per antonomasia: LEGO (da LEG GODT, ovvero “gioca

bene” in lingua danese) che affonda le sue radici nel 1932 e rappresenta oggi l’emblema delle costruzioni. Fuori da ogni discriminazione anagrafica Lego si rivolge a tutti, adulti e bambini, e riveste oggi il verbo giocare di un fascino e di una serietà rispettabili. A tal proposito quest’anno avrà luogo a Firenze la terza edizione del Brick in Florence Festival dedicato all’esposizione di opere realizzate in Lego da personaggi più o meno influenti nel campo. Per chi ne dubitasse, non si tratta di un evento rivolto esclusivamente ai cosiddetti AFOL (Adult Fan of Lego); infatti durante i due giorni in cui avrà luogo, un ampio spazio sarà riservato alla storia del marchio e, gra-

zie alla presenza di una grande area di gioco libero, sarà possibile dare sfogo alla fantasia dei più audaci col rischio di ottenere come risultato una vera e propria opera architettonica, mattoncino dopo mattoncino. Se vi sentite pervasi dalla curiosità e dalla voglia di immergervi nel magico mondo dei mattoncini ma non sapete dove andare e quando andarci, sappiate che l’evento avrà luogo presso il Tuscany Hall - Teatro di Firenze nei giorni sabato 9 e domenica 10 novembre 2019. Non abbiate paura, tirate fuori l’artista che è in voi e cimentatevi nelle costruzioni perchè «il gioco è una cosa seria. Anzi, tremendamente seria» diceva Jean Paul.

Arriva la terza edizione del

WHY GENERATION Graphic Design Festival di VALENTINA MESSINA

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alla grafica alla tipografia, dall’illustrazione alla direzione artistica, dal web design, passando per la user experience fino alla stampa manuale e al papercraft. Se per voi questi termini non sono ostrogoto, saprete sicuramente che dall’8 al 10 novembre a Firenze torna la terza edizione di WHY Generation Y Graphic Design Festival, l’appuntamento imperdibile per chi si occupa di comunicazione visiva. Per il secondo anno consecutivo, la tre giorni creativa - nata nel 2016 da un’idea di Laura Ottina, docente di grafica e storia della comunicazione visiva e Nvard Yerkanian, grafica, illustratrice e curatrice armena residente a Firenze - sarà ospitato presso lo Student Hotel (viale S. Lavagnini, 70) con laboratori, conferenze, presentazioni, talk, mostre e un mercatino. L’obiettivo? Generare un flusso creativo tra

studenti, insegnan-ti e professionisti nel campo del communication design che favorisca lo scambio reciproco. Due gli “hot moments” di questa edizione: il primo, durante l’opening di venerdì 8, la mostra di Ale Giorgini, illustratore e fumettista vicentino, classe 1976, che con i suoi lavori - un mix tra fumetto e neofuturi-smo in chiave pop - è diventato uno dei disegnatori italiani più richiesti in Italia e all’estero; il secondo, sabato 9 è una mostra dedicata alle copertine di Lungarno. Saranno 14 le opere esposte, frutto di un’accurata selezione in cui ben 68 illustrazioni campeggiano tra le pagine di una raccolta 19

da sfogliare per immergersi in quella che è stata la vita della rivista fino a dicembre 2018. All’interno si trovano piccoli omaggi e una sorta di “easter-egg”. Tra le chicche in cartellone segnaliamo i workshop di user interface curato da BeFamily; quello di stampa risograph a cura di Concretipo, e infine uno di letter press tenuto da Paula del Mas. Confermata inoltre la serata di premiazione AWDA (Aiap woman design award) il premio internazionale dedicato alle donne nella grafica. La cerimonia ufficiale di consegna dei premi, che si svolge per la prima volta a Firenze, si terrà venerdì 8 novembre al Tepidarium del Roster.


Teatro

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Cinema

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UY DE MAUPASSANT G Palazzo Strozzi (FI) ing. libero FORUM MECCATRONICA Stazione Leopolda (FI) ing. libero JETHRO TULL Teatro Verdi (FI) ing. da € 40, 25

02

E GSCHIGLEN (MONGOLIA) Auditorium Flog (FI) ing. da € 13,00 NANOWAR OF STEEL Viper Theatre (FI) ing. da € 13,80 LA STAGIONE DELLA STREGA Teatro di Cestello (FI) ing. NP

Arte

RBAN VIBRATION U Viper Theatre (FI) ing. da € 13,00 TAKÀCS QUARTET Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 IL GIARDINO DEL RE Teatro Puccini (FI) ing. € 8,00

AY TO BLUE W Sala Vanni (FI) ing. da € 11,50

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ILLOLE DI BENESSERE P APS Vie Nuove (FI) ing. libero

.MAURO-BERLINO, CRONACHE DEL MURO E Teatro Puccini (FI) ing. da € 18,00

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LO SCHERMO DELL’ARTE FILM FESTIVAL Varie Location (FI) ing. NP SONATA A KREUZBERG Teatro Puccini (FI) ing. € 15,00 IL PONTE DELLE SPIE Spazio Alfieri (FI) ing. NP NEK LIVE Tuscany Hall (FI) ing. da € 36,80 ORT - EVGENY BUSHKOV Teatro Verdi (FI) ing. da €1,00

13 FABRIZIO MORO Tuscany Hall (FI) ing. da € 25,80 VI ASPETTO FUORI Combo (FI) ing. NP

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ICHELA MURGIA (8-9/11) M Teatro Puccini (FI) ing. da € 20,00 LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - R.GIORDANO Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. da € 10,00 BRICKS IN FLORENCE FESTIVAL (8-10/11) Tuscany Hall (FI) ing. € 16,50 MASSIMO PERICOLO FEAT. SPERANZA Viper Theatre (FI) ing. € 23,00 SIMONE GRAZIANO Sala Vanni (FI) ing. € 15,00 FLORENCE TATTOO CONVENTION (8-10/11) Fortezza da Basso (FI) ing. da € 21,00 LITTLE BOY (8-9/11) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. da € 8,00 CANE (8-9/11) Teatro di Cestello (FI) ing. NP

HE GOTOBEDS T Glue Alternative Concept Space (FI) ing. libero ANTONIO ANCHINI E CLAUDIO STRINATI Sala Vanni (FI) ing. libero GRAMSCI ANTONIO DETTO NINO (9-10/11) Il Lavoratorio (FI) ing. NP TINARIWEN 9/11 MUSICA DEI POPOLI 40 Auditorium Flog (FI) ing. da € 15,00 BEATRICE RAN Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 VIKTOR UND VIKTORIA Teatro Dante Carlo Monni (FI) ing. da € 15,50

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09

LIMINATORIA ROCK CONTEST E Glue Alternative Concept Space (FI) ing. libero ANDREA SANTONASTASO Teatro Puccini (FI) ing. € 20,00 TRK. IMAGING SOUND Galleria Frittelli (FI) ing. € 5,00 BILAL Auditorium Flog (FI) ing. da € 15,00 RENATO ZERO (14-15/11) Mandela Forum (FI) ing. NP THURSDAY GYPSY JAZZ A.S Aurora (FI) ing. NP

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04

EORGIA VARDAROU G Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. € 5,00 SUONI RIFLESSI - BRUNO CANINO Sala Vanni (FI) ing. da € 8,00 FIORENTINA - PARMA Stadio Artemio Franchi (FI) ing. NP IL MATRIMONIO EBRAICO Museo Ebraico (FI) ing. da € 9,50 BISONTE VOLLEY Mandela Forum (FI) ing. da € 13,00 LISA LARSSON + ANDREA LUCCHESINI Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 IL DRAGO DALLE SETTE TESTE Teatro Puccini (FI) ing. € 8,00 SULLA STRADA DI BREMA Teatro Lumière (FI) ing. € 10,00 POPOLI FOR KIDS (3-4/11) Fondazione Culturale Stensen (FI) ing. € 5,00

ILLOLE DI BENESSERE P APS Vie Nuove (FI) ing. libero GIOVANNI SOLLIMA + AVI AVITAL Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 DOLCENERA Teatro Puccini (FI) ing. da € 23,00 PAOLO RUFFINI - UP&DOWN Teatro Verdi (FI) ing. da € 17,00

08

ARIE ANTONIETTE M Teatro Puccini (FI) ing. € 15,00 SUONI RIFLESSI - SAMUELE TELARI Conservatorio Cherubini (FI) ing. da € 8,00 COEZ Mandela Forum (FI) ing. da € 41,40 LAZZA Viper Theatre (FI) ing. € 20,70

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R ONIN Glue Alternative Concept Space (FI) ing. libero G EORGIA VARDAROU Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. da € 10,00 FESTIVAL DEI POPOLI (2-9/11) Varie location (FI) ing. NP SUONI RIFLESSI - BRUNO CANINO Sala Vanni (FI) ing. libero THE WINSTONS + GIUNTO DI CARDANO Auditorium Flog (FI) ing. € 10,00 44 GATTI LIVE SHOW Tuscany Hall (FI) ing. da € 25,50 JAH STATION SOUNDSYSTEM CPA Firenze Sud (FI) ing. NP TRIBUTO A FABRIZIO DE ANDRÈ Combo (FI) ing. NP PIOTR ANDERSZEWSKI Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 DANZA MACABRA (2-3/11) Teatro di Cestello (FI) ing. NP LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI Fondazione Stensen (FI) ing. NP

Eventi

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Musica

OMPANY BLU C Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. da € 10,00 ANTONIO ANCHINI E CLAUDIO STRINATI Sala Vanni (FI) ing. da € 8,00 BISONTE VOLLEY Mandela Forum (FI) ing. da € 13,00

I S THAT FOLK? - MOMO Circolo Arci Progresso (FI) ing. € 10,00 GIONNY SCANDAL Auditorium Flog (FI) ing. da € 20,00 C ANTO LIBERO Tuscany Hall (FI) ing. da € 23,00 MENTRE LE OMBRE SI ALLUNGANO Viper Theatre (FI) ing. da € 17,00 AARON PARKS LITTLE BIG Sala Vanni (FI) ing. € 15,00

ATTIVITÀ PER BAMBINI 10 novembre 2019

24 novembre 2019

INGEGNI TEATRALI

CHI HA VISTO LA CODA DEL SIGNOR VOLPE?

ore 10 e 12 Serena Politi

da un’idea di Gabriele Guagni età consigliata dai 10 anni www.teatrodellapergola.com/bambini

ore 10 e 12 iNuovi

età consigliata dai 4 anni


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O SHABBAT L Museo Ebraico (FI) ing. da € 9,50 GILLES APAP + ALESSANDRO CARBONARE + ROBERTO PROSSEDA Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 BIANCA E ROSSA (17-18/11) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. € 7,00

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ABILLÉ D’EAU/SILVIA RAMPELLI H Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. da € 10,00 IL RIGORE CHE NON C’ERA Tuscany Hall (FI) ing. da € 18,40 GIAMPIERO LOCATELLI TRIO Sala Vanni (FI) ing. € 15,00

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30

ILVIA RAMPELLI S Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. € 5,00 BISONTE VOLLEY Mandela Forum (FI) ing. da € 13,00 THE TALLIS SCHOLARS - PETER PHILLIPS Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 IL LUPO E LA CAPRA (24-25/11) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. € 7,00

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ARCO D’AGOSTIN M Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. da € 10,00 FIORENTINA - LECCE Stadio Artemio Franchi (FI) ing. NP RKOMI Viper Theatre (FI) ing. € 20,70 CUARTETO CASALS - ALEXANDER ALEXANDER LONQUICH Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 ORT - FESTA DELLA TOSCANA Teatro Verdi (FI) ing. da € 1,00 LEONARDO 4 CHILDREN Teatro Verdi (FI) ing. NP

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ILLOLE DI BENESSERE P APS Vie Nuove (FI) ing. libero COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA Teatro Dante Carlo Monni (FI) ing. da € 13,50

IELO SOPRA BERLINO C Spazio Alfieri (FI) ing. NP

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ICHELE SERRA - L’AMACA DI DOMANI M Teatro Puccini (FI) ing. da € 20,00 I CONCERTI DELLA LIUTERIA TOSCANA Palazzo Medici Riccardi (FI) ing. libero ARTHUR RIMBAUD Palazzo Strozzi (FI) ing. libero LE VITE DEGLI ALTRI Spazio Alfieri (FI) ing. NP MARCO MENGONI Mandela Forum (FI) ing. da € 41,40 ALICE (19-24/11) Teatro Verdi (FI) ing. da e 27,00 ELIMINATORIE ROCK CONTEST Combo Social Club (FI) ing. libero

A GAIA SCIENZA (29-30/11) L Teatro Puccini (FI) ing. da € 20,00 PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CRONACHE INFEDELI” Biblioteca delle Oblate (FI) ing. NP MEZZOSANGUE LIVE Auditorium Flog (FI) ing. da € 16,50 VITTORIO SGARBI - LEONARDO Tuscany Hall (FI) ing. da € 27,00 WRONONYOU Viper Theatre (FI) ing. € 13,80 TOWER JAZZ COMPOSERS ORCHESTRA Sala Vanni (FI) ing. € 15,00 TATTOO CIRCUS ANTIFA CPA Firenze Sud (FI) ing. NP ARTURO CAPOSELLA - BALLATE PER UOMINI E BESTIE Teatro Verdi (FI) ing. da € 28,75 LA MATEMATICA IN CUCINA Teatro di Rifredi (FI) ing. da € 8,00 UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI Teatro Lumière (FI) ing. € 14,00

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OBANE CALLING ON STAGE (22-23/11) K Teatro Puccini (FI) ing. da € 22,00 POPOLAZIONE, SVILUPPO, AMBIENTE Auditorium Niels Stensen (FI) ing. NP PRESENTAZIONE “TEMPO DI MURI” Biblioteca delle Oblate (FI) ing. NP PIERO PELÙ Tuscany Hall (FI) ing. da € 37,50 G. PIERANUNZI + JIN JU + PHILHARMONIA Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 MR FURRY / SUI LEGAMI Teatro Cantiere Florida (FI) ing. da € 8,00 IL GENERALE (22-23/11) Teatro di Rifredi (FI) ing. € 17,50 SOTTO LO STESSO TETTO Teatro di Cestello (FI) ing. NP

EMIFINALE ROCK CONTEST S Glue Alternative Concept Space (FI) ing. libero MONI OVADIA - DIO RIDE Teatro Puccini (FI) ing. da € 20,00 MARCO D’AGOSTIN Mandela Forum (FI) ing. da € 24,50 FATOUMATA DIAWARA Auditorium Flog (FI) ing. da € 17,00 SCHELETRI IN GIARDINO Tuscany Hall (FI) ing. da € 18,00 ENSI Viper Theatre (FI) ing. € 14,95 L'ABISSO Teatro Cantiere Florida (FI) ing. da € 8,00

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EBORA VILLA (16-17/11) D Teatro Puccini (FI) ing. da € 18,00 C OMPANY BLU Cango Cantieri Goldonetta (FI) ing. € 5,00 PERE UBU Auditorium Flog (FI) ing. da € 15,00 GIORGIO POI Viper Theatre (FI) ing. € 13,80 W IENER KLAVIERTRIO Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70 RIGOLETTO Teatro del Maggio (FI) ing. da € 10,00 ARTURO BRACHETTI - SOLO (16-17/11) Teatro Verdi (FI) ing. da € 20,00 GENTE DI FACILI COSTUMI (16-17/11) Teatro di Cestello (FI) ing. NP

ILLOLE DI BENESSERE P APS Vie Nuove (FI) ing. libero EMERSON STRING QUARTET Teatro della Pergola (FI) ing. da € 18,70

E VIBRAZIONI L Tuscany Hall (FI) ing da € 28,75 NOTRE DAME DE PARIS (27/11 - 01/12) Mandela Forum (FI) ing. da € 24,50

OMEO E GIULIETTA R Teatro Puccini (FI) ing. € 20,00 UCCISO DE SANTIS Tuscany Hall (FI) ing. da € 20,00 ELIMINATORIE ROCK CONTEST Combo Social Club (FI) ing. libero

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IL TABARRO/SUOR ANGELICA/G. SCHICCHI Teatro del Maggio (FI) ing. da € 10,00 CENERENTOLA Teatro Verdi (FI) ing. da € 20,50 DANCE EUROPE EXPRESS (15-16/11) Teatro di Rifredi (FI) ing. € 17,50

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Novembre

I CONCERTI DELLA LIUTERIA TOSCANA Auditorium Fondazione CR (FI) ing. € 10,00

PFM Tuscany Hall (FI) ing. NP

LUCCA COMICS & GAMES e TEATRI D’IMBARCO

pres en ta

LE SERRA

IN COLLABORAZIONE CON BAO PUBLISHING

MICHE

PRESENTANO

TRATTO DALL’OPERA OMONIMA DI

ZEROCALCARE CON (IN ORDINE ALFABETICO)

MASSIMILIANO ACETI, LUIGI BIAVA, FABIO CAVALIERI, FRANCESCO GIORDANO, CARLOTTA MANGIONE ALESSANDRO MARMORINI, DAVIDE PACIOLLA, LORENZO PARROTTO, CRISTINA POCCARDI, MARCELLO SBIGOLI E I GIOVANI ATTORI DELLA COMPAGNIA TEATRI D’IMBARCO MUSICHE ORIGINALI MIRKO FABBRESCHI – VIDEO DESIGN COSIMO LORENZO PANCINI - ASSISTENTE ALLA REGIA CRISTINA MUGNAINI – MASCHERE LAURA BERTELLONI LUCI GIOVANNI MONZITTA - FONICA ALICE MOLLICA - COSTUMI CRISTIAN GARBO - CONSULENZA ARTISTICA - VLADIMIRO D’AGOSTINO DISTRIBUZIONE ANTONELLA MORETTI - ORGANIZZAZIONE CRISTIAN PALMI DIREZIONE ARTISTICA BEATRICE VISIBELLI GRAPHIC NOVEL THEATRE È UN PROGETTO DI

LUCCA CREA A CURA DI CRISTINA POCCARDI E NICOLA ZAVAGLI

ADATTAMENTO E REGIA

CONSIDERAZIONI IN PUBBLICO ALLA PRESENZA DI UNA MUCCA

CRONACHE DEL MURO di e con

Scrittura e narrazione EZIO MAURO Identità grafica Massimo Pastore

EZIO MAURO

EZIO MAURO 5 novem bre

Adattamento e Messa in scena: Carmen Manti e Massimiliano Briarava Animazioni video ROOF design

info, booking e ufficio stampa: Elastica srl +39 051 221411 - elastica.eu

una produzione

in collaborazione con

14 novembre

16-17 novembre

Ufficio Stampa: ALESSANDRA PAOLI - alessandra.paoli@alice.it Booking: SPA LIVE - info@societaperautori.it | PAOLO SCOTTI - paolo.scotti@trublu.it

TRUBLU

LA GAIA SCIENZA

La rivolta degli oggetti

di e con

MICHELE SERRA regia

ANDREA RENZI scene e costumi BARBARA BESSI disegno luci CESARE ACCETTA immagini video ALESSANDRO PAPA aiuto regia e direzione di scena LUCA TAIUTI datore luci LUCIO SABATINO videoproiezioni e fonica ALESSANDRO INNARO direzione tecnica LELLO BECCHIMANZI

© PH. FILIPPO MILANI

EZIO MAURO

CRONACHE DEL MURO di e con

NICOLA ZAVAGLI

© PH. FILIPPO MILANI | ART DIRECTION/ DESIGN: GIUSEPPE RAGONE

di e con

Una produzione SPA Live in collaborazione con Teatri Uniti

19 novembre

Stivalaccio Teatro/Romeo e Giulietta (21/11) Moni Ovadia (28/11)

22-23 novembre

29-30 novembre

Teatro Puccini www.teatropuccini.it inizio spettacoli ore 21.00 (17/11 ore 16.45)


CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE


Novembre FESTIVAL DEI POPOLI Frames Dal 2 al 9 novembre 2019 Varie location Parte dal passato, attraversa il presente e guarda al futuro. Il protagonista del manifesto della 60° edizione del Festival dei Popoli è un testimone del suo tempo, anima della manifestazione che, attraverso decenni caratterizzati da strumenti tecnologici in continua evoluzione, mantiene inalterato il suo sguardo osservatore, da cronista e storyteller. Le varie sezioni del festival comprendono il Concorso Internazionale, composto da 20 documentari inediti in Italia con lo scopo di mettere in evidenza la ricchezza di temi e la varietà di stili che caratterizzano il documentario contemporaneo, il Concorso Italiano di sette lungometraggi, in prima mondiale, rappresentativi della migliore produzione italiana 2019, insieme all'omaggio a Sergei Loznitsa, la retrospettiva Diamonds are Forever e molto altro.

THE GOTOBEDS

9 novembre 2019 GLUE Alternative Concept Space THE GOTOBEDS sono tra le più energiche e appassionate band del panorama rock statunitense e internazionale. Grazie al GLUE Alternative Concept Space il quartetto di Pittsburgh arriva per la prima volta a Firenze per presentare il terzo album in studio “Debt Begins at 30”, uscito da poco sulla mitica SUB POP di Seattle dove sono arrivati grazie all'intesa attività live, energica, intelligente e poderosa. THE GOTOBEDS si sono formati all’incirca nel 2009 e si dedicano ad uno strano mix tra rock, punk, indie e lattine da 99 centesimi. “Debt Begins At 30” è stato registrato per la maggior parte agli Electrical Ladies di Chicago, gli studi di proprietà di Steve Albini e ognuna delle sue undici canzoni vede qualche ospite tra cui Bob Nastanovich dei Pavement, Joe Casey e Greg Ahee dei Protomartyr, Bob Weston degli Shellac e Victoria Ruiz dei Downtown Boys.

TRK. SOUND CLUB: APPUNTAMENTI CON LA MUSICA SPERIMENTALE

MICHELA MURGIA Dove sono le donne? 8 e 9 novembre 2019 Teatro Puccini Dopo aver interpretato in scena il premio Nobel Grazia Deledda nello spettacolo “Quasi grazia”, Michela Murgia, autrice tra le più impegnate nelle battaglie civili, porta per la prima volta in teatro il suo punto di vista sulla questione femminile in un lucido monologo che supera per sempre gli angusti confini delle quote rosa. “Se arrivassero gli alieni domattina e cercassero di farsi un’idea del genere umano guardando ai luoghi della rappresentazione pubblica, probabilmente penserebbero che un virus misterioso abbia colpito tutte le persone di sesso femminile d’Italia, rendendole mute o incapaci di intendere e volere. Il governo, i dibattiti televisivi e le prime pagine dei quotidiani traboccano di interventi maschili. Eppure le donne non sono una sottocategoria socioculturale ma più della metà del genere umano.”

Is that folk? MOMO 15 novembre 2019 Circolo Arci Progresso Dopo le fatiche estive, la vostra instancabile rassegna preferita IS THAT FOLK? approda in Brasile per farvi scoprire il talento cristallino di Marcelo Frota, in arte MOMO. Dopo aver girato il mondo con la sua musica ed avere ispirato illustri colleghi come Rodrigo Amarante, MOMO arriva per la prima in Italia per presentare “I Was Told to Be Quiet”, il suo sesto album in studio registrato a Los Angeles, che riunisce l’eredità potente ed espressiva dei suoni brasiliani, come la bossa nova e la samba, con l’estetica audace dell’indie contemporaneo. Il risultato è un lavoro che brilla di originalità, con il valore aggiunto della voce e l’interpretazione di un artista da sempre celebrato dalla critica. I suoi album sono stati celebrati anche dalla cantante Patti Smith e dall’icona dei Talking Heads, David Byrne.

Giovedì 14 novembre 2019

informazione pubblicitaria

ore 21 | Galleria Frittelli Arte Contemporanea

TRK. IMAGING SOUND

ALVIN LUCIER, Gentle Fire (1971), The Queen of the South (1972) Produzione SMET Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Torino

L’appuntamento di TRK. Sound Club di novembre è dedicato al compositore e sound artist americano Alvin Lucier (1931), interessato da sempre all’esplorazione di fenomeni acustici e percettivi. L’evento, in collaborazione con la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Torino e a cura del compositore Stefano Bassanese, prevede la performance di due lavori: “Gentle Fire” (1971) immerge l’ascoltatore in un astratto gioco di evocazioni sonore ambientali con scene immaginarie che attraversano lo spazio acustico e si trasformano; “The Queen of The South” (1972) prevede che siano le stesse immagini a governare l’esecuzione: le vibrazioni del suono danno origine a forme e disegni in movimento prodotte da vari materiali, sia solidi che liquidi, a contatto con gli altoparlanti, influenzando le scelte musicali dei performer. Galleria Frittelli, via Val di Marina 15, Firenze (www.frittelliarte.it )

Biglietto € 5.00


Novembre

CARLO MAGGIORELLI

Pozzolatico è una piccola località alla periferia sud est di Firenze: non dista molto dagli impianti dell’acquedotto dell’Anconella, appena otto chilometri. La sera del 3 novembre 1966, piove, molto. Carlo Maggiorelli aspetta la Sita, ovvero il mezzo che lo condurrà sul luogo di lavoro, gli impianti dell’Anconella, appunto. Ha con se qualche sigaretta, un thermos di caffè e un panino. Carlo sarà il primo a vedere “il mostro”. Mentre lavorava. È preoccupato ma deve rimanere alle pompe, nonostante l’acqua arrivi sempre più potete ed alta. Suona il telefono, le sigarette sono oramai finite: è un redattore de “La Nazione” che alle una di notte chiede informazioni sullo stato del fiume. Carlo sa esattamente cosa sta per capitare a lui, e a Firenze. “È un disastro, si affoga tutti… ma non posso abbandonare il posto” ripete concitato all’apparecchio telefonico. Dopo pochi istanti si interrompe la comunicazione. A Carlo rimane una strada intitolata a Firenze. La strada di un lavoratore, il primo, ucciso dal mostro in quella notte di paura.

MORTE DI LA PIRA

5 novembre 1977

Mille battute son poche, e sarebbero poche anche centomila, per parlare del più grande Sindaco che Firenze abbia mai avuto. Ispiratore della politica quale massima estensione dell’essere umano, cattolico, pacifista e antifascista, primo cittadino di una città da ricostruire con i criteri del valore civico quali lavoro e istruzione. Giorgio La Pira è stato qualcosa di più di un semplice sindaco. Il 5 novembre 1977 si spense, da Eroe o da Santo, se si vuole in qualche modo trovare una distinzione, che forse stavolta non c’è. Vi lasciamo con le parole di Carlo Bo. “Si dovesse con un tratto segnare il peso della sua vicenda bisognerebbe dire che La Pira è passato, sì, come una meteora nel cielo della politica che era indegna di lui, ma è stato, per altro verso, il simbolo di un’altra e più alta ragione: anche un santo può fare politica a patto che la sua vocazione politica sia soltanto il riflesso e l’eco della sua più antica e vera scelta religiosa”.

BOMBA IN VIA TOSCANINI

5 novembre 1987

I dettagli, le piccole cose, non sono per chiunque. Come le morti. Come le esplosioni, stavolta. Perché si parla in queste righe di circa 40 kg di esplosivo collocati sotto una palazzina in una notte di luna piena fra un mercoledì ed un giovedì a caso. Un quartiere popolare, senza obiettivi, senza giudici, mafiosi, terroristi. Fatto sta che alle cinque e mezza circa un boato squarciò il quartiere di Novoli. Il primo attentato della storia d’Italia contro un’abitazione civile. Nessuna rivendicazione, nessun gran clamore della stampa, nonostante l’esplosivo usato fosse praticamente lo stesso della strage al rapido 904 di tredici anni prima: nessun morto ma solo qualche ferito per questa prima ed inquietante strage mancata. Le indagini ci furono, ma non si giunse a nessuna importante conclusione. Forse un avvertimento al fatto che solo due giorni prima il giudice Gironi avesse depositato la chiusura delle indagini sulla strage del citato Rapido 904. I dettagli, le piccole cose, le stragi mancate, appunto.

RADIO LIBERE A FIRENZE

14 novembre 1975

C’era una volta un mondo. Un mondo fatto quasi esclusivamente di ragazzi dai 20 ai 30 anni, che con poche decine di migliaia di lire, un po’ di tempo, sfrontatezza e voglia di comunicare, fecero la storia in Italia. La storia che associa quegli strani numeri sulla radio di casa vostra a delle voci: strano a pensarsi, ma fino al 1975 le voci erano poche, spesso vecchie, alla volte noiose. Le radio libere erano questo: camerette o fondi commerciali dei parenti con due microfoni, due giradischi, un mixer e un trasmettitore. Erano illegali, ma come sappiamo tutti, a 20 anni non c’è migliore invito ad infrangere la legge che una cosa del genere. A Firenze, il 14 novembre 1975, questi ragazzi si videro, si salutarono per la prima volta, si confrontarono: le voci della Puglia con quelle del Piemonte, i ragazzi di Roma con quelli di Firenze. La rete fu battezzata. Da quel momento in avanti non ci furono più questori, parenti o poliziotti della famosa EscoPost: l’etere era stato occupato.

SOCIAL FORUM FIRENZE

6-10 novembre 2002

Raccontare degli eventi cardine di alcune generazioni spesso è esercizio stancante. Il Sessantotto lo è in parte diventato, per non parlare del Settantasette. Il Duemiladue è stato invece per una generazione intera un colpo di respiro. Firenze è riuscita, in pochi giorni, a fare prender fiato a milioni di ragazzi, i cui polmoni erano rimasti fermi all’estate dell’anno prima. Non era il salmastro delle acque genovesi quello che li aveva intossicati, ma forse le cariche dei lacrimogeni in quella maledetta guerriglia. Il Social Forum di Firenze fece da collante per tutti coloro che volevano dire qualcosa, mettendo al bando le violenze degli oramai forse dimenticati “black block”. L’unico Social che esisteva era il Forum. Non le dirette. Non c’erano piccoli leader improbabili e poco preparati, non c’erano i “meme”, non c’erano le stories. I ragazzi e non solo, 700.000, erano a Firenze, e Firenze li accolse. Il messaggio era lo stesso: un altro mondo è possibile. La ricordiamo come una festa di una generazione, oramai purtroppo lontana. Aspettiamo e speriamo.

A

di RICCARDO MORANDI

4 novembre 1966

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Novembre a teatro

foglie morte, stagione viva di TOMMASO CHIMENTI

“A

novembre la città si accende in un istante, il mio corpo non si veste più di voglie". Anche se inizia a battere forte anche la "November rain", e Firenze ne sa qualcosa in merito, le stagioni entrano nel vivo, in quella lunga marcia che ci conduce a Natale. Silvio Orlando ha legato il suo nome a doppio filo a Nanni Moretti e ad una certa, colta, intellettuale ma anche popolare commedia all'italiana. A teatro lo abbiamo visto nella fenomenale "Scuola", qui, al Teatro della Pergola, ritorna, con in bocca le gonfie e pesanti parole di Lucia Calamaro in "Si nota all'imbrunire" (19-24) dove un uomo se ne sta in un paese (metafora) votato allo spopolamento, formale ed interiore, reale e immaginato: per riflettersi un po' addosso. Al Teatro Verdi prosegue la leggerezza, l'intrattenimento, i colori, i sorrisi, la maraviglia: in sequenza prima il trasformista per eccellenza Arturo Brachetti (16-17) e poi la magia dei Momix applicata ad "Alice" (19-24) show allo stato puro. L'impegno civile e sociale non abbandona mai il Teatro Puccini che sfodera sul piatto un tris tutto da

seguire, capire, ascoltare: prima la scrittrice sarda Michela Murgia (8) recentemente in lite continua a colpi di social con l'ex ministro Salvini, a seguire Michele Serra (19) autore e soprattutto giornalista di Repubblica con la sua celebre e amatissima "Amaca" ed infine la trasposizione della graphic novel di Zerocalcare, ormai star del fumetto, con "Kobane calling on stage" (22) a cura della compagnia nostrana Teatri d'Imbarco, che racconta la guerriglia tra curdi e Isis. Sempre di guerra si parla ne "Il generale", testo dell'enfant prodige Emanuele Aldrovandi e regia di Ciro Masella, attore residente nel teatro di Mordini e Savelli. Proprio qui, al Teatro di Rifredi, il 22 e 23, va in scena questa sorta di spiazzamento continuo tra l'alto graduato e le reclute, un perenne bilanciamento e scardinamento delle regole, dei ruoli, delle mansioni assegnate fino a perdere i punti di riferimento e a non capire chi è chi o chi fa cosa. La guerra è una brutta bestia, ma è figlia del Potere.

2019 20

CONCERTO DI NATALE PAOLO BORTOLAMEOLLI direttore

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essere URBANI

PERSONAGGI FIORENTINI

Le case

Arnaldo

di FRANCESCA CORPACI

di TOMMASO CIUFFOLETTI

illustrazione di LAFABBRICADIBRACCIA

illustrazione di MARCHO

Può capitare, a Firenze, di dover acquistare un appartamento, nel qual caso si contatterà un’agenzia e ci si rimetterà ad essa, fiduciosi. Si visiteranno immobili di sapore, attici di charme, seminterrati di pregio, e ben presto - inevitabilmente - si giungerà a una conclusione: a Firenze le case non esistono. Esistono però i monolocali per amatori, che ammiccano birichini alle categorie PornHub più in voga, o per chi ama ardire le mansarde a doppia entrata, con toppe lubrificate da promettenti promesse. Si possono trovare villette frazionabili, porzioni di colonica o loft già frammentati, per i fan dello snuff in versione immobiliare. Vi sono oggetti di prestigio che non hanno un nome o un prezzo, e stanno lì a farsi guardare, come se non gli interessasse. Alcuni alloggi presuppongono una fervida immaginazione, perché saranno consegnati dopo importanti interventi plastici. Si potranno tuttavia manifestare preferenze riguardo ai dettagli, e suggerirle a decoratori scrupolosi esperti in trucco e ritocchi. Verranno offerti laidi tuguri affini a rapide speculazioni, da affittare senza scrupoli su note piattaforme online. In seguito con l’introito ci si potrà recare all’agenzia di cui sopra e ricominciare da capo in turbinose volute di profitto. Si scoveranno - ma è rarissimo - anche luoghi in cui in effetti abitare, una casa in forma di casa dotata di bagno, fornello, e balcone, su cui far decedere ortaggi che avrebbero preferito non essere mai piantati. Vi sarà tuttavia soffiata sotto il naso da un pensionato statunitense esperto in enologia o da un’agenzia di locazioni a breve termine del tutto ignara delle vie del karma.

"Oggi li vedi i bambini. Son tutti uguali. E tutti hanno quel telefonino, lo pigiano, stanno lì a guardarlo, pippì, pippì, pippì. Tutti uguali. Quando ero piccolo io c'era quello che gli piaceva fare le sassaiole, c'era quello piromane, c'era quello che giocava a pallone, quello storto e quello bellino". Quando ho conosciuto Arnaldo faceva l'oste in San Niccolò, ma prima, per tanti anni, lo aveva fatto all'Eskimo, storico locale fiorentino. Magro finito, sempre vestito di bianco per ragioni pratiche - "con la candeggina si fa prima" - sembrava un po' il Papa del quartiere. Che poi quartiere...San Niccolò è una strada, più un pezzettino di via San Miniato e poco altro. Eppure per un periodo è stata tanto del mio mondo e Arnaldo ne faceva parte. Fumava tanto. "Oh smettila di fumare Arnaldo. 'Gnamo, e ti fa male". "Ma senti, sulle sigarette c'è scritto che il fumo ti uccide lentamente e io unn'ho mica fretta". E gli piaceva bere. "Quando moio a me mica mi seppelliscono, a me m'infiascano. Ho già preso accordi con l'Antinori". A ripensarci oggi questa cosa della morte ce l'aveva spesso in bocca. Arnaldo è morto qualche mese fa. Poco tempo dopo l'ha seguito il suo compagno, Luciano, che spesso si arrabbiava, ma era sempre protettivo con lui e affettuoso con me. "Guardo sempre il tu' babbo in televisione". "Ti piace la sua trasmissione?". "Sì, anche se di solito la tengo senza volume. Ma lui è un bell'uomo". Una volta Arnaldo mi disse "la famiglia è un'appartenenza, l'amore è una conseguenza". Mi ha sempre lasciato interdetto questa frase, perché di solito s i sente dire che è l'amore a formare una famiglia e forse è vero. Ma oggi la capisco. Perché non è la nostra famiglia ad appartenerci, ma siamo noi ad appartenere a lei. Nel bene e nel male. A prescindere dall'amore, che se c’è, viene dopo.

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Lezioni di cinema per principianti di CATERINA LIVERANI

“C

ome riportare i giovani al cinema?”, a questa domanda, postagli durante l’ultima Mostra del Cinema di Venezia, l’amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco non ha avuto esitazioni: “è semplice, lo si può fare solo inserendo il cinema come materia scolastica!”. Cinema nelle scuole dunque: una vera e propria materia umanistica insieme a italiano, storia, filosofia. Una educazione all’immagine condotta da docenti professionisti negli istituti superiori, o, perché no, fin dalle scuole elementari e medie. La proposta è di quelle che ci entusiasmano. Un percorso di studi che, integrato ad altre discipline, se correttamente impostato, potrebbe fare davvero la differenza nella formazione della sensibilità estetica e nello sviluppo emozionale dei giovanissimi, per qualcuno sarebbe persino la precoce scoperta della vocazione di una vita.

Novembre

Ma è un progetto utopistico o potrebbe essere realmente ipotizzabile? “Con l’attuale autonomia scolastica è possibile creare degli indirizzi di liceo a curvatura” spiega Riccardo Ferrati, docente di scienze naturali dell’Istituto Balducci di Pontassieve “da noi ad esempio c’è il progetto di un indirizzo Beni Culturali in cui tutte le materie

verrebbero insegnate nello stesso numero di ore con un occhio di riguardo verso l’importanza storica, le tecniche chimiche di restauro, gli strumenti pratici etc. In realtà questo tipo di curvatura sta prendendo sempre più piede: curvatura biomedica, sportiva, astronomica… Non è del tutto impensabile quindi immaginare un indirizzo di liceo nel quale, all’interno dello studio della letteratura e della storia contemporanea, si possano innestare elementi di storia del cinema anche da un punto di vista scientifico, come la tecnica dell’impressione dell’immagine sulla pellicola, il movimento. È qualcosa però di molto specifico, del quale è inevitabile domandarsi se sia realizzabile all’atto pratico proprio per la sua natura settoriale. Ai ragazzi il cinema piace ma i classici rimangono poco conosciuti, per esempio ai miei studenti piacciono molto di più le serie TV con il loro linguaggio immediato”. Ma come arrivano dunque a un indirizzo universitario riferito interamente dedicato al cinema questi giovani spettatori? Luigi Nepi, docente presso l’Università degli Studi di Firenze nel Dipartimento SAGAS: “Chi ha fatto un percorso da autodidatta ha un approccio istintivo e quindi non guidato da chiavi di interpretazione, spesso riferito solo a specifici autori. Addentrandosi nello studio quello che si registra è la vera e propria meraviglia degli studenti nello scoprire che il cinema è un linguaggio che si è evoluto nel tempo e che non è affatto nato come lo conosciamo oggi. Questa meraviglia si spinge fino alla commedia classica americana, Hitchcock, Welles. Arrivati al Neorealismo c’è un po’ di smarrimento”. E sulla proposta di introdurre la Storia del Cinema nella scuola dell’obbligo: “Sarebbe necessario, non fosse altro perché il rapporto con l’audiovisivo è divenuto ormai una componente fondamentale del tempo di veglia nelle nostre vite”.

L’Orizzonte di Gloria

Il Viale del Tramonto

Unbelievable

IT Capitolo due Un grande, immenso romanzo di genere contemporaneo in cui l’orrore più profondo, crudele e indimenticabile, ovvero quello che solo durante l’infanzia si può provare, è portato allo scoperto e scomposto con precisione chirurgica. Questo è IT, il romanzo di Stephen King pubblicato nel 1986. Una sequenza di scene girate senza nessuna ambizione, gag grottesche, attori mai così poco convinti. Questo è IT 2, il film di Andy Muschietti uscito nel 2019. Talvolta però conviene fare come col maiale e non buttare via nulla: la prima sequenza del film con protagonista Xavier Dolan è bella. C.L. 28

Dei terribili casi di aggressione sessuale tragicamente realmente accaduti. Chi è disposto a credere alla vittime quando nemmeno le persone più vicine ritengono la loro storia plausibile? Due poliziotte, due donne sole contro un muro di burocrazia, prove semi inesistenti e indagini che sembrano senza sbocco. Netflix sforna in questo inizio d’autunno una serie crime avvincente, realistica e commuovente che non rinuncia ad una narrazione scientifica, che strizza l’occhio ai grandi classici del genere. Un piccolo gioco per intenditori: isolate i tre omaggi a “Il Silenzio degli Innocenti”… C.L.


Balsamo labbra 100% naturale

di MARIANNA PICCINI

E

cucchiaio di cera (circa 15 grammi) in un un pentolino e lasciarli sciogliere lentamente a bagnomaria. Quando la cera si sarà sciolta completamente spegnete la fiamma e a questo punto potete scegliere se aggiungere qualche goccia di olio essenziale di vostro gradimento per dargli un tocco di profumo. Gli oli essenziali di menta, arancia e lavanda sono i più adatti sia per il sapore che per le loro proprietà. Mescolate bene il composto prima di versarlo lentamente nel vostro contenitore e aspettate che si solidifichi. Se non ne avete un barattolino a portata di mano, provate a cercare in casa, magari trovate il contenitore di un vecchio burro di cacao già finito, oppure anche i barattolini piccoli del miele o delle marmellate funzionano benissimo. La ricetta descritta qui è quella base ma voi naturalmente potete sbizzarrirvi, arricchendo con un cucchiaino di burro di karitè, un cucchiaino di miele o addirittura un cubetto di cioccolato fondente! www.yethical.com

cco che con il primo freddo arrivano subito loro: le labbra secche e screpolate. Che fare? Beh, non ci sono dubbi: correre a casa ad auto produrre un balsamo per le labbra 100% naturale che le aiuti a rimanere idratate e protette tutto il giorno! Fare in casa i prodotti per la cura personale non solo dà una grande soddisfazione, ma aiuta anche ad evitare gli sprechi e gli imballaggi di plastica monouso. È vero che non sempre abbiamo tempo per queste cose quindi oggi parliamo di qualcosa di veramente semplice, veloce ma altrettanto utile. Per prepararlo vi basterà dell’olio a vostro piacimento, come per esempio quello di mandorle dolci o quello di cocco, e della cera. Per quest’ultima potete scegliere se usare quella d’api oppure la cera vegetale di mimosa (le trovate facilmente in erboristeria), entrambe molto adatte alla creazione di cosmetici fatti in casa. Una volta reperiti gli ingredienti il grosso è fatto: vi basterà mettere un cucchiaio di olio e un

curiosità green per il Fintocolto fiorentino di WALTER TRIPI

I

l pollice del Fintocolto può essere tozzo o curvo, avere l'unghia sbocconcellata dal profilo crespo o seghettato, è solito massaggiare e picchiettare la pellicola protettiva dello smartphone in sala d'attesa o al cinema, far vibrare pagine in libreria con aria stuzzicata, alla strenua ricerca di prezzo o sinossi. Insomma, il pollice del Fintocolto è un mondo. Sicuramente, però, non è verde. Invincibile nel far seccare qualunque tipo di flora: due piante grasse, acquistate a una fiera con lo slancio di chi intraprende nuove avventure, sono ancora in un angolo del balcone tra detersivi e polvere, in coma irreversibile. Tra gli alberi, tende a nominare

come “Pino” qualunque escrescenza verde si sviluppi tra le mura urbane, alternando con “pianta” o “cespuglio”. Quello che il Fintocolto fiorentino spesso non sa, però, è che in questa intrigante e complicata città le sorprese verdi non mancano. Abbiamo l'albero sotto al quale Giuda schioccò il fatidico bacio a Gesù. Ok, non proprio quell'albero specifico, ma vari esemplari simili di Siliquastro. A Villa Strozzi ne trovate almeno uno davvero suggestivo: foglie a cuore, fiori rosa acceso che crescono direttamente sulla corteccia. Ideale per selfie, ma evitate i baci sotto ai rami. Non si sa mai. Poi, californiani per un istante: avete presente quelle altissime palme lungo i viali

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americani, con l'asfalto a separare mare e pandemonio? Quelle tutto tronco, con soltanto in cima una pigna di schizzi verdi? La Filifera Washingtonia è anche a Villa Fabbricotti. Purtroppo sarà l'unica cosa punkrock che troverete lì: non esagerate con le borchie. Per finire, incursione fintocolta nel mondo dei funghi: alle Cascine, osservate bene i tronchi degli alberi più vecchi. Potreste trovare il Fomes Fomentalis o Fungo a Mensola: sporgente, ottimo per posizionare libri che accumulate senza mai leggere sul comodino, con l'auspicio di poterli mostrare a qualche donzella rispondendo affermativamente alla celebre domanda, “ma li hai letti tutti quelli?”.


di LUCA STARITA

La porta di Magda Szabò

consigliato da Lidia Castellani

I MESTIERI DEL LIBRO BESTIARIO EDITORIALE

L’editor di CARLO BENEDETTI

autrice di “Mamma senza paracadute” e “Il corpo non sbaglia”, pubblicati da Salani editore. Magda Szabò si confessa. Elabora un’elegia dedicata a Emerenc, una donna che per certe caratteristiche incarna l’opposto della protagonista. Magda l’intellettuale borghese, Emerenc una donna umile e del popolo. La porta del titolo è il passaggio per una dimensione intima e personale che difficilmente può essere varcata, un ostacolo alla conoscenza reale di una persona. Emerenc, nella sua condizione di donna instancabile, appare come un personaggio dotato di una sicurezza personale oltre le righe, ma che allo stesso tempo si rifugia al di qua della soglia della sua porta di casa, il confine tra il suo mondo e quello degli altri. Questo nascondersi è anche un’arma contro la sofferenza e la delusione: sarà Magda che, in un incontro cruciale, riuscirà a scalfire l’anima dura della donna e a creare un contatto. La porta è un romanzo anch’esso dicotomico, come Emerenc, è un romanzo realista e allo stesso tempo metaforico, che usa la materialità per descrivere un travaglio interiore che la scrittrice continua a vivere anche dopo la morte dell’amata Emerenc. È la descrizione di due mondi che appaiono incomunicabili ed opposti, non solo per la loro collocazione sociale, ma anche per quei sistemi interiori che si articolano in due quotidianità così vicine eppure così diverse.

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L’editor viene spesso confuso con il più pericoloso editore con il quale condivide solo la radice lessicale e l’odio per gli arretrati non pagati. L’editor, infatti, sopravvive miracolosamente sostenendosi grazie alla gioia di costruire un testo insieme all’autore, riscrivendo, suggerendo, sgridando, interpretando, sopportando, accompagnando la nascita di un romanzo o manuale di giardinaggio o almanacco di meditazione. L’arte maieutica, intesa nel senso greco di ostetricia, la psicologia spicciola e l’orecchio allenato, sono le caratteristiche dell’editor che, per natura, è schivo, spesso chiuso in redazioni fumose, e il cui nome non appare quasi mai nei libri che aiuta a far nascere. Come un maestro dell’asilo, inizia con lo spiegare agli autori che le cose che scrivono sono sì belle, ma non perfette. Che non serve a nulla arrabbiarsi, che lo sta aiutando, è dalla sua parte. Che se l’autore si crede Leopardi può andare direttamente a pubblicare da qualche altra parte, ragazzino viziato del cazzo. L’editor sopporta il peso di prendere del fango e tirarci fuori un essere umano. Spesso, infatti, si paragona ad un demiurgo o direttamente a dio. Dove puoi trovarlo in città? Le Edizioni Clichy (www.edizioniclichy.it), casa editrice dichiaratamente francofila, ospitano alcuni redattori della rive gauche parigina. Classici, noir, letteratura contemporanea e albi illustrati per giovani lettori: tutto (o quasi) si declina fra baguettes e bandonéon che suonano sul lungosenna.

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TEATRO DELL’ELCE in LITTLE BOY lo spettacolo della causa di VIRGINIA LANDI

C

interrogandosi sulla via da seguire per la salvezza dell’umanità. Cambiamento climatico, migrazioni, subalternità dell’etica alle necessità del Mercato ci colgono spesso impotenti rispetto ai grandi problemi della nostra epoca. Sposare una causa, credere in qualcosa, implica sacrificare parte di noi stessi per un impegno che può determinare l’esito degli eventi. Uno spettacolo forte che nelle sue performance indaga e coinvolge su temi sociali che vengono affrontati e discussi ogni giorno e che ci invita a provare ed invertire tendenze con un finale davvero sorprendente. Il Teatro dell’Elce nasce a Firenze nel 2006 e la sua attività inizia sin da subito a muoversi in una direzione che coniuga la ricerca espressiva dell’attore a quella di un pubblico vasto e differenziato. Scopo della compagnia è produrre un teatro popolare di qualità che non parli unicamente di se stesso o di tematiche artistiche, quanto di messaggi acuti da poter condividere con lo spettatore.

he relazione abbiamo realmente con le cause? Fare dei cambiamenti per quelle in cui crediamo è folle o coraggioso? Ce lo racconta la Compagnia del Teatro dell’Elce con il suo spettacolo “Little Boy”, un nome che racconta una vicenda di un passato non molto lontano e che ispira un pezzo teatrale di attualità e profonda riflessione. “Little Boy”, il fanciullino, è infatti il nome in codice della bomba sganciata su Hiroshima, “Little Boy” è l’uomo messo di fronte all’autodistruzione, a tutto ciò che va oltre ogni limite della comprensione umana ed anche l’argomento della conversazione epistolare tra il filosofo Günther Anders e Claude Eatherly, il pilota americano che ha dato il via libera al rilascio della bomba sulla città, successivamente internato in un ospedale psichiatrico per le difficoltà di reinserimento nella società civile. I due si scambiano per un lungo periodo una corrispondenza privata, rappresentata nello spettacolo tramite attori intenti a tessere un’azione ambigua, vivace e surreale; lo spettacolo ruota attorno ad un’esibizione teatrale ripresa da “La coscienza al bando”, il libro sul carteggio pubblicato negli anni Sessanta, in cui la causa anti-nucleare diventa il centro di confronto dei quattro personaggi della Compagnia muovendosi nello spazio di un’Apocalisse imminente ed

Lo spettacolo “Little Boy” sarà presentato in prima assoluta presso il Teatro Cantiere Florida venerdì 8 e sabato 9 novembre alle ore 21:00. Maggiori informazioni e prenotazioni sul sito www.teatrodellelce.it

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di GABRIELE GIUSTINI

WILCO Ode to Joy

PAOLO SPACCAMONTI Volume Quattro

WOW Come la notte

dBpm Records

Escape from Today

Maple Death

Mi ero fatto un paio di promesse. Evitare le stroncature - che è più piacevole scrivere di cose belle - e cercare di presentare dischi di band e artisti non troppo famosi la cui discografia sia già, indicativamente, segnata. La prima è stata disattesa col numero scorso. Procediamo con la seconda accompagnando, con qualche riga, “Ode to Joy”, il nuovo album dei Wilco, band che da qualche album viaggiava col pilota automatico e senza grossi scossoni. Band alla quale siamo oltremodo affezionati, sia per un lavoro come “Yankee Hotel Foxtrot” - immaginiamo lo abbiate tutti in casa, giusto? - sia per il bellissimo concerto tenutosi esattamente dieci anni fa, era il novembre del 2009, alla Pergola di Firenze. Tornando al discorso del pilota automatico e degli scossoni, era da “Sky Blue Sky” del 2007 che aspettavamo e speravamo in un nuovo acuto. E come i grandi campioni che la zampata la piazzano sempre, la band di Chicago ci regala un’altra gemma che, eccezion fatta per l’inarrivabile “Yankee Hotel Foxtrot”, si colloca subito a ridosso di altri lavori importantissimi come “Summerteeth”, “Being There” e “A Ghost is Born”. Zona Champions, insomma. Nel momento in cui la scrittura di Tweedy, presissimo ormai anche dalla sua carriera solista (anche letteraria) e da quella di produttore, mostrava da qualche anno un po’ di stanchezza, ecco che dalla sua penna riemergono canzoni di qualità altissima come la già nota ‘Everyone Hides’ e soprattutto ‘Quiet Amplifier’ - cosa dev’esser dal vivo - che funge da perfetto bignami dell’intera discografia della band, fra alt-folk quasi sperimentale, crescendo, riverberi e senso della melodia inarrivabile. Un inno alla gioia ed una nuova maturità a 25 anni tondi tondi dall’esordio. Bentornati Wilco, se dal vivo eravate sempre una sicurezza, su disco mancavate da un po’.

Mai seduto, se non quando suona la sua chitarra, Paolo Spaccamonti arriva al suo quarto album in proprio con “Volume Quattro”. Chitarrista e compositore, torinese, Spaccamonti è, da molti anni ormai, nome di assoluto rilievo nel panorama avanguardistico strumentale italiano. Per chiarire la situazione e renderlo più masticabile, siamo in territori cinematici, di colonne sonore immaginarie e reali. La sua discografia è ricchissima e, oltre ai suoi lavori in solo, ha collaborato con alcuni dei più importanti musicisti sia italiani che stranieri, da Stefano Pilia a Jochen Arbeit degli Einsturzende Neubaten con cui ha realizzato “CLN” nel 2018, da Daniele Brusaschetto a Jim White (Dirty Three), da Emidio Clementi (Massimo Volume) a Damo Suzuki (Can). Ha inoltre realizzato sonorizzazioni per televisione - anche “I mille giorni di mafia capitale” insieme a Riccardo Sinigallia - e cinema, “I Cormorani” e “Lo spietato”. Guidato dal sinistro incipit dell’introduttiva ‘Cuocere verdure e fare il brodo con le ossa’ - giustamente - il disco si addentra in un percorso inizialmente oscuro guidandoci verso la luce. Ci sono i soffusi beat di ‘Ablazione’, il blues scarno fino a diventare qualcosa di ritmato di ‘Nessun codardo tra di voi’, la quiete di ‘Un gelido inverno’, il doom di ‘Fumo negli occhi’ o l’ottimismo di ‘Tutto bene quel che finisce’. Eccezion fatta per leggerissime e gentili intromissioni elettroniche, tutto il lavoro nasce dai giri di chitarra di Paolo. Che detto così parrebbe una palla mortale. Invece Spaccamonti è nuovamente sublime nel trovare il perfetto equilibrio tra avanguardia, sperimentazione e il bollino adatto a tutti.

In un periodo - ormai epoca perché, ahinoi, la cosa dura da un bel po’ - in cui si cerca di recuperare il peggio degli anni ’80 con influenze che vanno da Umberto Tozzi, nel migliore dei casi, a Jerry Calà, ovviamente nel peggiore, ci sono anche band che vanno ancora più indietro nel tempo sfidando e scomodando, con gusto e innata classe, Mina e Cinecittà, Modugno e Umiliani. Sono gli WOW, band romana giunta al quinto episodio con “Come la notte”, album bellissimo composto da 7 brani, quattro sul lato A e tre sul lato B perché, per rimanere in tema retrò, il disco è disponibile solo in vinile. A parte il digitale, ovviamente. Aperto dal brano che dà il titolo all’album, “Come la notte” è il frutto di un lavoro complicato e piuttosto lungo, due anni di registrazione, musicisti che si sono alternati e confrontati per arrivare alla forma più pura di una band tradizionale. Aggiornato ai tempi nostri, con particolare riferimento alle beghe politiche attuali, il lavoro prende spunto dalla tradizione della musica leggere italiana. Oltre alla già citata Mina, è un attimo chiudere gli occhi e pensare ad un’altra magica interprete, Patty Pravo. Ne è testimonianza un brano come ‘Niente di speciale’, in realtà molto speciale per la sua tagliente leggerezza, o come la successiva, fumosa, ‘Nina’. Poco dopo la metà, con ‘Morire per amore’, arriva il momento migliore dell’album dove, tra romanticismo, dramma, minimalismo ed un ritornello eccezionale - roba tipo per grandi e per piccini - viene riletto il meglio della musica italiana di mezzo secolo fa. Cinematografico, minimale e poetico, “Come la notte” degli WOW, seppur radicato in un’epoca che molti di noi possono solo immaginare, è quanto di più moderno possa uscire oggi, nel 2019.

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DI GIULIA FOCARDI

musica

di GIULIA FOCARDI

Dalla musica dei popoli del mondo al De Andrè della PFM

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nche se novembre può sembrare a molti un mese riflessivo in attesa della psicosi da clima natalizio di dicembre, non lo è per il programma musicale fiorentino. Ampio, vario, vivo, ricco di spunti interessanti e capace di abbracciare qualsiasi tipo di interesse. E di popolo. Cominciamo infatti, anzi ricominciamo, dal Festival dei Popoli che dopo le sei date di ottobre, chiude il proprio calendario con quattro concerti nel “mese dei santi”: ed è proprio il 1 novembre che vedrà protagonista della storica rassegna alla FLOG gli Egschiglen, un affermatissimo gruppo mongolo, noto nel circuito di World Music Europeo, artefici di un eccezionale sound che unisce la tradizione (grazie anche all’uso di molti antichi strumenti) ad elementi contemporanei e ad una ricerca costante nelle radici della musica asiatica. Gli altri tre concerti in programma saranno il 9 novembre (è il turno della band Tinariwen originaria del Mali), il 14 novembre (con l’artista statunitense

Bilal) e il 28 novembre (con Fatoumata Diawara, una delle rappresentanti più vitali della musica contemporanea africana). Se tra gli artisti di fama internazionale segnaliamo i Jethro Tull (Teatro Verdi, 5 novembre), per gli amanti del “pop” italiano invece mettiamo nella nostra personale agenda Coez (Mandela Forum, 7 novembre), Dolcenera (Teatro Puccini, 11 novembre) e la doppia serata al Tuscany Hall dedicata a due giganti come Battisti e De André: la prima, il 15 novembre, vedrà in scena il progetto “Canto Libero, Omaggio alle canzoni di Battisti e Mogol”, nato da un’idea di Fabio “Red” Rosso e di Giovanni Vianelli; mentre il 20 novembre sarà la volta della PFM che, in occasione del quarantennale dei live “Fabrizio De André e PFM in concerto” e a vent’anni dalla scomparsa del poeta, tornerà sui palchi di tutta Italia con “PFM canta De André - Anniversary”. Prosegue inoltre la programmazione di A Jazz Supreme, la rassegna jazz in Sala Vanni diretta dal pianista Simone Graziano: appuntamenti l’8, il 15, il 23 e il 29 novembre.

LUCIA_nuove frontiere dell’ascolto

informazione pubblicitaria

di Radio Papesse

Quando si parla di cinema, se si dice “Sundance” tutti sanno subito di cosa si parla: il festival dove cinema indipendente e linguaggi innovativi incontrano il grande pubblico. Nel mondo della radio e del podcast esiste un equivalente e si chiama Third Coast International Audio Festival. Nato nel 2001 da un’idea di Julie Shapiro e Joanna Zorn, da piccolo festival indipendente di Chicago si è trasformato negli anni in una sorta di stella polare per chi produce e per chi ama ascoltare ciò che a Chicago defini-

scono ‘sound-rich stories’. Il Third Coast è un concorso, una conferenza, un festival di podcast portati in scena dal vivo ma anche un archivio audio dove trovare migliaia di lavori provenienti da ogni parte del mondo… che, per chi come noi, Chicago non è dietro l’angolo, è un incredibile universo di sorprese sonore, come il più recente Row Cub di Neema Pathak, bellissimo! E dalle nostre parti esiste qualcosa di simile? Esiste, per ora in nuce, ma basta aspettare il prossimo dicembre per poter condividere lo stesso spirito pionieristico di chi nel 2001

fondò il Third Coast. Si chiama LUCIA | La radio al cinema, accadrà alla Manifattura Tabacchi dal 12 al 14 dicembre, e porterà a Firenze e in Italia, alcune delle più belle storie audio prodotte negli ultimi anni, da ascoltare al cinema, con la proiezione dei sottotitoli in italiano e inglese, per renderle più accessibili a tutti. E oltre le storie, ci saranno autori, producer, podcaster e artisti internazionali. Non poteva certo mancare il Third Coast: la stella polare del Midwest passa da Firenze! thirdcoastfestival.org luciafestival.org


Quando la bellezza non ha fine

Prorogate le mostre “Leonardo a Vinci. Alle origini del Genio” e “Make Art not War” Se le cattive notizie non arrivano mai da sole, ogni tanto anche le buone fanno il loro dovere. È stato annunciato recentemente infatti che la mostra “Leonardo a Vinci. Alle origini del Genio” rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2020. Stessa sorte anche per “OBEY. Make art not war” che sposta la data di chiusura al prossimo 24 novembre 2019 (anziché 20 ottobre). Ottimo segnale per l’area metropolitana che ha saputo gestire numeri da capogiro con grande capacità. La sola esposizione di Leonardo da Vinci ha portato oltre 130mila visitatori che dal 15 aprile 2019 fino al 30 settembre, sono entrati nel Museo Leonardiano per ammirare uno dei più preziosi lasciti del Genio – l’originale del paesaggio è stato concesso in prestito per sole 6 settimane al termine delle quali è stato sostituito con una copia proveniente dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze. E se il Genio non ha certo avuto bisogno di spinte, l’appuntamento con Shepard Fairey è arrivato proprio nel trentennale dell’inizio della sua attività di street artist.

www.cittametropolitana.fi.it/category/cultura/

Con un viaggio visivo che incrocia quattro macro-temi, grandi opere e piccole serigrafie stimolano riflessioni su donna, ambiente, pace e cultura. Un excursus a tutto tondo dedicato ad un artista che ha lanciato la prima campagna politica di Obama trasformando l’immagine del futuro presidente degli Stati Uniti in un’icona tra le più riconoscibili al mondo. Anche a seguito dell’enorme successo delle esposizioni, l’area metropolitana di Firenze si conferma al primo posto in Europa per creatività e vivacità culturale.

LEONARDO DA VINCI. ALLE ORIGINI DEL GENIO Museo Leonardiano Piazza dei Conti Guidi, Vinci (FI) OBEY. MAKE ART NOT WAR Palazzo Medici Riccardi Via Cavour 3, Firenze

A cura della Città Metropolitana di Firenze


FIRENZE NO COST di MARCO TANGOCCI e DAVIDE DI FABRIZIO

LE FAVOLOSE

2E½

Firenze NoCost è la guida (anti)turistica più pazza che ci sia e i suoi autori hanno mappato per anni fontanelle, vinai, scorciatoie, trattorie sconosciute; portano in giro storie, immagini, suoni di questa città. Per i lettori di Lungarno consigliano “le favolose due e mezzo”, divise per rione. www.nocost.guide

SAN MARCO BISTROT “ALAS - LE DELIZIE GRECHE” via Cavour 32 / mar-dom 11.30-23

di RAFFAELLA GALAMINI

Moda, solidarietà e cucina ad arte

Dalla boutique Patrizia Pepe alla Nuova Casa Rondini per mamme e figli in difficoltà

L

a moda si intreccia con la solidarietà e l’alta cucina per le nuove aperture di quest’autunno. All’Istituto degli Innocenti è stata inaugurata una nuova struttura di accoglienza per ospitare madri e bambini in situazioni di disagio familiare. Il nome dà subito l’idea di nido sicuro: Nuova Casa Rondini. Un progetto realizzato grazie al contributo di Salvatore Ferragamo SpA, mentre agli arredi ha pensato Enel Cuore, la onlus solidale del Gruppo Enel. Nuova Casa Rondini si va ad aggiungere a Casa Bambini, Casa Madri e Casa Rondini e completa l’offerta di accoglienza residenziale dell’Istituto degli Innocenti. Nella nuova struttura le mamme imparano a conoscersi e sostenersi e a superare i momenti di disagio. Tre i nuclei familiari che potranno essere ospitati. In piazza Duomo Patrizia Pepe ha aperto con una grande festa la sua prima boutique monomarca tutta dedicata alla linea accessori: 100 metri quadri proprio di fronte al Battistero. Arredi in acciaio e foglia d’oro, luci al led, cornici, un grande lampadario e perfino un camino per un locale dove trovare la linea completa di borse, calzature, gioielli del brand toscano. Come già il nome lascia intendere dietro il nome Atelier de Nerli, nuovo ristorante nella piazza omonima in San Frediano, si nasconde il progetto di un figlio d’arte. Il proprietario è Daniele Cavalli, artista e designer, figlio dello stilista Roberto. L’ambiente, una via di mezza tra galleria d’arte, bottega artigiana e residenza dal gusto esotico, non passa inosservato. Specchi antichi, divanetti di velluto, luci soffuse e dettagli rosa dove la cucina è interpretata con la stessa passione con cui si realizza un abito sartoriale. Quando si dice pret a manger. Infine nei giardini delle Piagge sono state inaugurate le prime delle dieci aree gioco e fitness pensate per gli Under 18. Si trovano negli spazi verdi di via Liguria e via Lombardia. Le strutture, pensate per bambini e adolescenti fra i 13 e i 17 anni, sono riservate ad attività sportive all’aperto. 36

Alas è IL bistrot greco a Firenze. Il menù, firmato dal giovane chef Xristos Koutroumanis, mesce fantasia al rispetto per la tradizione. Se già conoscete la classica moussakàs (12€), virate sul gustoso Imam di melan-zana, pomodoro, cipolla e feta (11€), oppure sul polpo cotto nel vino Mavrodaphne con purè di fave di Santorini (15€). E un occhio anche alle insalate! Italiani, greci... Mia faza, mia raza.

ROSTICCERIA “ALFIO E BEPPE”

via Cavour 120r / lun-dom 10-21; sab chiuso

Rosticceria che sembra uscita da un film di Monicelli: piccola ma con un girarrosto enorme e pieno di pol-lastri, coi prezzi buoni e che più toscana ’un si pòle. Il pollo è chiaramente il principe del luogo e voi dovrete scegliere solo quanto ne volete (dai 2,50 ai 9€ di uno intero), da accompagnare alle patate arrosto. Oppure ci sono primi della tradizione a soli 4€ l’uno e vino della casa a 1€.

ANTICHE INSEGNE

via Cavour 58

L’Antica Farmacia San Marco, chiusa nel 1995 dopo cinque secoli di attività, ha lasciato ai posteri il suo ricettario, tuttora inciso nella pietra, che informa come i frati domenicani del convento preparassero spe-ciali farmaci, liquori ed elisir, fra cui conserve di ginepro, composte d’assenzio, coca boliviana e soprattutto il celebre alchèrmes, un liquore con cannella e chiodi di garofano amatissimo dai Medici, tanto da venire chiamato in Francia “liquore dei Medici”.


di MARTA STAULO

Le cose, a meno che non si fossilizzino come questa città, scompaiono, a volte si sciolgono, capita si annientino. Il Mont Blanc è un piatto dalle molteplici possibilità di non farcela e per questo merita di lasciare traccia prima che si estinguano il suo nome ed il suo ingrediente principale. Corre l’anno 2050 e questa è la storia di un dolce che non esiste più. C'era una volta una montagna altissima bianchissima, la più alta del mondo una volta conosciuto, che diede nome ad un dolce fatto di panna, zucchero e castagne montanare come lei. Quello del Monte Bianco con le castagne sembrava un’unione da favola, all’insegna della comune ombrosità e introversione. Lei pungente, l’altro impervio, finché non arrivò il tempo per entrambi di sopperire al capitalismo mascherato da climate change. Il clima cambiò e la colonna sonora del loro amore perituro, da “Io sono fatto di neve”, divenne “Sabotaggi”, sempre dei Ministri. La prima fu la castagna, che a seguito di non bene specificate malattie di origine asiatica, principiò a deperire. Fu all’inizio sostituita da una specie giapponese, poi, l’indolenza per la raccolta a schiena piegata, il dolore degli aculei e le incalzanti temperature tropicali fecero sì che venisse soppiantata da piantagioni di banane. Poi arrivò il momento del Monte Bianco che, con il termometro che saliva, liquefece il suo candore, lasciando per strada cadaveri e spazzatura per poi diventare un’isola rocciosa dell’Oceano Mediterraneo (una volta mare). Non importa che tu sia castagna o montagna, l’importante è che cominci a preoccuparti.

A TUTTA BIRRA

mi luppolo di immenso di ANDREA BERTELLI

Settembre e ottobre, nel calendario birrario sono ormai associati dai più alla famosissima Oktoberfest di Monaco, ma quanti sanno che sono i mesi dedicati alla raccolta del luppolo? Magico fiore dalle molteplici proprietà e varietà, fin dall’antichità si usava come conservante ed era parte integrante della dieta, anche i nostri nonni usavano mangiarlo nella frittata come variante agli strigoli. Pianta spontanea e infestante, nella birra ha sempre avuto un ruolo fondamentale, oggi più che mai in fermento, grazie al boom mondiale delle IPA, caratterizzate proprio dai luppoli usati per dare aroma e amaro, misurato in IBU (international bitterness unit). In molti si sono dati alla coltivazione di questo fiore estremamente redditizio e alla ricerca e selezione di nuove varietà autoctone adatte alla produzione birraria. Una vera pacchia per noi atleti del nobile sport del gomito alto. È strabiliante notare quante siano le varietà usate e riconoscere i diversi sentori che le caratterizzano. A tal proposito se vi sentite stuzzicati, vi consiglio di fare una capatina nei due beershop presenti a Firenze. Il primo, Grand Cru Firenze in via G. Orsini, del buon Francesco Barzanti, per tutti “i' Barza”, oste di vecchio stampo, sempre sorridente e pronto a consigliarvi e farvi ridere con qualche battuta delle sue. Il secondo Firenze Birra in via dei Sette Santi, del buon Alessio Deplano, un vero nerd della birra, preparatissimo e pieno di aneddoti inerenti al mondo birrario. In alto le pinte.

Illustrazione di Marta Staulo 37


Arieti tra piazza Tasso e via del Leone, uno vi vede in biblioteca tutti seri col vostro mac a scrivere che pare state a fare la contabilità domestica sull’excel, poi vi si incontra la sera mentre implorate per dell’md (o sigarette generiche). Ma non lo capite che la dovete abbozzare coi filtri, lo zodiaco chiede trasparenza.

Bilance curvy massicce, rientrate in troppe categorie per sentirvi insicure e rinunciare a voi stesse, Bilance a mezze maniche questo freddo vi fortifica, Bilance smaliziate ancora non vi avevamo mai visto, Bilanci a cui piace twerkare l’invidia nei vostri confronti è dannatamente estrema.

Giro giro tondo casca il mondo, sempreverdi amici del Toro, se crollate voi pare che tutto lo zodiaco sia mosso da terremoti che una placca tettonica annoiata in confronto fa meno danni. Multicentrum e bustine di magnesio e potassio rinforzanti, stabilizzano l’umore; lo dico in qualità di farmacista in questo caso.

Scorpioni di là d’Arno, dio mio se avevano fatto bene a bannarvi dai social, si respirava un’aria leggera senza like ammiccanti, senza commentini compiaciuti, senza love reaction prive di un fine sociale che poi sarebbe il buon vecchio incontro romantico, invece no, pare siate rientrati, toccherà bloccarvi.

Gemelli eterozigoti in generale, la vostra condizione genetica non vi consente di scambiarvi l’identità né per gli esami, né con le fidanzate, detto questo la prospettiva di una vita normale non è così allarmante. Per gli omozigoti invece, potete continuare a fare come avete sempre fatto, nessuno se ne accorgerà.

Il mondo va avanti, per così dire, amici Sagipter dalle uova d’oro. Quindi mi dovete spiegare perché mentre noialtri segni siamo in coda per lo smartphone al plutonio voi siete in coda dal tabaccaio aspettando che rimettano in commercio i pacchetti da dieci, basta, quel capitolo è chiuso, fatevene una ragione.

Gli incontri inaspettati alle macchinette del caffè sono diventati apparentemente la vostra più alta ambizione dopo un’estate a secco. Capricorni che lavorano a Careggi: la collega, probabile Bilancia prima decade, sta solo aspettando che il twix le si scastri dal distributore, cambiare target grazie.

Amici del Cancro ultimamente vi abbiamo un po’ perso di vista e si sa che siete imprevedibili. Per quanto mi riguarda nell’ultimo mese potreste aver comprato casa, esservi sposati, aver messo su famiglia, oppure siete ancora a quell’angolo del bar col negroni in mano compiacendovi del vostro vittimismo?

Dopo la vostra dipendenza annuale da CocaCola siete passati alla Tennent’s, due forme diverse di dipendenza, comunque. Per questo novembre privo di ebbrezza il consiglio delle stelle è quello di un’alimentazione variata, potrebbe venirvi a noia meno facilmente, altrimenti datevi alla fittonata con l’insalata mista, funziona.

C’è questa cosa dell’Acquario che non capisco, specie Acquarii zona Rifredi perché quegl’altri ce l’hanno meno. Ma quando il buon dio distribuiva il dono dell’umorismo, voi in che sala d’attesa eravate? Che poi lo so che ora che leggete questa previsione astrale ve la prendete pure, via stiamo scherzando.

“La differenza tra passato e futuro esiste solo che distingue il futuro dal passato è il fatto che il calore va dalle cose più calde alle cose più fredde” dice Rovelli, e sinceramente non trovo altro da aggiungere, gentile Vergine di Campo d’Arrigo, ma perché no anche Cure alte.

Pesci volanti: non c’è più niente da fare, è stato bello sognare; Pesci surgelati: rimanere in posizione fino a nuovo ordine; Pesci in scatola: siete pieni di nichel, non vi si piglia più nessuno; Pesci del mar dei Sargassi, buoni solo per l’accoppiamento delle anguille; Pesci in senso orario, ormai è troppo tardi.

OROSCOPO di LAVINIA FERRONE - www.lallucevago.com illustrazioni di FRANCESCA ARFILLI

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Stagione concertistica 2019-2020

SABATO 2 NOVEMBRE ore 16

Teatro della Pergola

PIOTR ANDERSZEWSKI pianoforte

Odissea Bach Bach, Schumann, Beethoven

DOMENICA 3 NOVEMBRE ore 21

Saloncino della Pergola

LISA LARSSON soprano ANDREA LUCCHESINI pianoforte

L’arte del canto - Schubert, Schumann, Vacchi

SABATO 9 NOVEMBRE ore 16

Teatro della Pergola

BEATRICE RANA pianoforte

Solopiano - Chopin, Albéniz, Stravinskij In collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi

DOMENICA10 NOVEMBRE ore 21

Saloncino della Pergola

TAKÁCS QUARTET

Il mondo del Quartetto - Haydn, Bartók, Mendelssohn

LUNEDÌ 11 NOVEMBRE ore 21

Saloncino della Pergola Fuori abbonamento

GIOVANNI SOLLIMA violoncello AVI AVITAL mandolino

G. Sollima, Castello, E. Sollima, Frescobaldi, D. Scarlatti

Con il contributo dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele in Italia

SABATO 16 NOVEMBRE ore 16

Teatro della Pergola

WIENER KLAVIERTRIO

I Trii di Beethoven I

DOMENICA 17 NOVEMBRE ore 21

Saloncino della Pergola

GILLES APAP violino ALESSANDRO CARBONARE clarinetto ROBERTO PROSSEDA pianoforte

Menotti, Gershwin-Bennett, Poulenc, Ravel, Kuttenberger

LUNEDÌ 18 NOVEMBRE ore 21

Saloncino della Pergola

EMERSON STRING QUARTET

Il mondo del Quartetto - Fa. Mendelssohn, Šostakovič, Dvořák

SABATO 23 NOVEMBRE ore 16

Teatro della Pergola

GABRIELE PIERANUNZI violino JIN JU pianoforte PHILHARMONIA CHAMBER PLAYERS

Ravel, Franck, Chausson

DOMENICA 24 NOVEMBRE ore 21

Saloncino della Pergola

THE TALLIS SCHOLARS PETER PHILLIPS direttore

L’arte del canto Palestrina, Morales, Festa, Allegri, Campkin, Rapaccioli, Josquin

SABATO 30 NOVEMBRE ore 16

Teatro della Pergola

CUARTETO CASALS ALEXANDER LONQUICH pianoforte

Mozart, Beethoven, Schumann

prevendite: BIGLIETTERIA TEATRO DELLA PERGOLA, CIRCUITO BOX OFFICE TOSCANA, W W W.TICKETONE.IT



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