Lungarno n. 60 - marzo 2018

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FIRENZE - 17 MARZO Via Bufalini, 6/R - Dalle 10.00 alle 17.00

Concept by IED students: B. Feraboli, C. Mascia, F. Negri, A. Panero, L. Rabellino Bethàz, A. Scuto, M. T. Verderami

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SOMMARIO

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Criptovalute

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Editoriale / La serenata

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La miniera digitale

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Scuola Santa Rosa

10 Floricanto 11

Il Lavoratorio

12 Budapest

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Scuola Santa Rosa

13 Il Deutsches Institut Florenz 15 In sala / Sipario 16 L’agenda di marzo 18 Marzo da non perdere 19 Arte e Moda / Musica 21 Centro / Periferia

10 Floricanto

22 il Questionario con Maurizio Lombardi 23 Esseri urbani / Palestra robur 24 Brunori sas 25 Suoni / Casa Jazz 26 Parole Di Verso / Con Senso 27 L'ottava di Pilade 28 Firenze e cioccolato

24 Brunori sas

29 Palati fini Gole profonde 30 Oroscopo



EDITORIALE di GABRIELE AMETRANO

LA SERENATA

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na volta ho letto che i ricordi si annidano nelle cellule della pelle. È sufficiente un colpo, ma anche una leggera carezza in quel punto preciso del corpo e quel ricordo torna ad essere vivo. Non so più in quale libro ho letto questa frase sconclusionata e certamente non scientifica ma qualche settimana fa è tornata alla mente. Forse era nascosta sotto il polpastrello della mia mano sinistra, quella che premeva il guscio del telecomando mentre ascoltavo il telegiornale e l’impressionante notizia di Macerata. Ho sbattuto il palmo della mano destra sulla fronte ed immediatamente ho ricordato due nomi: Samb Modou e Diop Mor. Una memoria che era ferma, immobile ma presente, come la targa in Piazza Dalmazia a Firenze. Abbiamo bisogno dei nostri ricordi per capire cosa sta accadendo al nostro presente, ed oggi più che mai dovremmo essere in grado di riconoscere la strada che ci ha portato a guardare il nostro orizzonte da un punto più alto. È una necessità che non ha segno politico ma culturale. E che interessa tutti noi. “Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. Abbiamo costruito questo numero di Lungarno con questa consapevolezza: guardando la nascita di nuove realtà, senza però dimenticare le orme del nostro cammino.

di MATILDE SERENI

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uesta sarà una serenata suonata sotto le finestre di ognuno di voi con una chitarra - che non so suonare - e una voce languida - che non ho. Vi canto la storia di Lungarno, che giunge ad una svolta concreta nella forma ma non nella sostanza, perde la sua “adolescenza” e per quanto bello sia, tornare bambini non è possibile. Nel bel mezzo del sesto anno di età, la free press nata in un salotto tra quattro amici e una manciata di screanzati sognatori, dopo innumerevoli metamorfosi e infiniti sospiri al cielo, prova a crescere davvero: dal numero di marzo 2018, Lungarno, mensile gratuito di arte e cultura a Firenze, cambia editore passando sotto le sapienti mani di Bunker srl (Il Reporter). Ci tengo a precisare che Lungarno manterrà la sua identità separata ed indipendente, seppur con un doveroso cambiamento: dopo due anni di dura e solerte gestione della parte redazionale, cuore della rivista, Gabriele Ametrano assumerà il ruolo di Direttore Responsabile, sollevando - nel senso di respiro di sollievo - Marco Mannucci dall’incarico ricoperto magistralmente fino ad oggi. Yuk! La serenata termina con una dedica. Sì, vi beccate la carrellata dei grazie a tutti quelli che come me hanno creduto e continueranno a credere in questa follia diventata ormai un punto fermo nella vita di molte persone. Grazie allora a Samuele e Leonardo. A Tommaso. A Bianca, Arianna, Riccardo e Gabriele. All’altro Gabriele. Grazie ai collaboratori, tutti, a chi ha scritto poche righe e a chi collabora con noi dal primo - massimo secondo - numero. Grazie a Jacopo Lietti per la copertina del numero zero e grazie anche ai Radiohead. Grazie agli inserzionisti, clienti, amici che ancor più di noi hanno sostenuto il tutto. Grazie a Dario e Monica per aver preso porte in faccia e appuntamenti bucati, grazie ai fornitori, di cuore, per la solenne pazienza. Grazie anche ai debitori, che ci hanno fatto rimettere i nostri debiti. Noi ci proviamo ancora ma ricordate sempre che “tutto cambia perché nulla cambi”. Buona lettura Matilde

In copertina Safari 33 di Marco Brancato Marco Brancato è un illustratore e animatore italiano con base a Bologna. Diplomato presso l’ISIA di Urbino, lavora come autore freelance per magazine ed editori italiani e internazionali. Vincitore della II edizione del Premio Ronzinante, della III edizione del That’s a Mole di Torino e del Contest di Illustrazione indetto nel 2016 dalla collana di illustrazione TINALS e Bomba Dischi. Ha recentemente pubblicato tre albi illustrati per l’infanzia con Carthusia Edizioni. Di prossima pubblicazione un volume in stampa risograph edito da INUIT Editions. Attualmente ha in cantiere diversi progetti tra cui la stesura di un romanzo a fumetti e nuove collaborazioni nel campo dell’animazione. www.facebook.com/marcobrancatoillustrator/ www.instagram.com/marco.brancato/ www.marcobrancato.com

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 60 - Anno VII - Marzo 2018 - Rivista Mensile Proprietario: Associazione Culturale Lungarno Editore: B unker srl • Firenze Iscrizione al Roc 23957 Direttore Responsabile: Gabriele Ametrano Stampa: Tipografia Baroni e Gori srl • Prato Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell'editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. PER INFO E PUBBLICITÀ tel. 055 6585939 e-mail: lungarnofirenze@edizionibunker.it

I contenuti di questo numero sono a cura dell'Associazione Culturale Lungarno. Per la loro realizzazione hanno collaborato: Tommaso Ciuffoletti, Jacopo Aiazzi, Giulio Carosi, Matilde Sereni, Valentina Messina, Alba Parrini, Giacomo Alberto Vieri, Maddalena Messeri, Giulia Focardi, Raffaella Galamini, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, Cristina Romeo, Leonardo Cianfanelli, Caterina Liverani, Gabriele Ametrano, Francesca Corpaci, Marta Staulo, Riccardo Ventrella, Gianluca Danti, Gabriele Sobremesa, Giulia Alfani, Roberto Del Fosco, Pilade Cantini, Erika Gherardotti, Rocco Gurrieri, Marco Brancato, Virginio. Coordinamento: Riccardo Morandi Editor: Arianna Giullori L'Associazione Culturale Lungarno ringrazia la Fondazione Ente Cassa per il contributo a sostegno delle attività culturali svolte.


La miniera

DIGITALE di JACOPO AIAZZI

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a quarta rivoluzione industriale, in Italia, parte da Calenzano. A pochi passi da Firenze è da poco nata una miniera, ma toglietevi subito dalla testa le immagini di picconi, carrucole e volti sporchi di fuliggine. I minatori del nuovo millennio non cercano carbone né diamanti, perché questa corsa all’oro è tutta digitale. Chi non ha mai sentito parlare di bitcoin, la più famosa moneta virtuale oggi in circolazione? La Bitminer Factory con sede a Calenzano si occupa proprio di mining (dall’inglese to mine, estrarre) di criptovalute. Nessun buco nel terreno per questa particolare miniera, solo una grande quantità di computer messi a disposizione per ottenere monete virtuali. E i cui miner, più che individui dotati di grande prestanza fisica, provengono da settori ad alto livello tecnologico, come l’informatica e l’ingegneria elettronica. Uno dei modi per ottenere monete virtuali, oltre allo scambio con valute

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allo 0,5% della popolazione mondiale, sono utilizzare gli strumenti messi da reali, è proprio quello dell’attività di in particolare alle persone più ricche noi a disposizione per ottenere monemining, ovvero impiegare un compue che possono disporre di più informate virtuali oppure monitorare le loro ter e l’energia da esso utilizzata per zioni per capire la portata di questo macchine tenute in housing presso la svolgere i calcoli necessari a comporre business. Solo un anno fa il mercato nostra azienda. È un progetto che oggi il libro mastro che gestisce le criptovaera molto meno stabile di oggi, anche ci porta verso decine di criptovalute». lute, denominato blockchain, in camse la volatilità è ancora indiscutibile è Un mercato, quello delle monete virbio di una ricompensa digitale. «Siamo senza dubbio uno strumento potente, tuali, che ha visto le stesse moltiplii primi in Italia ad esserci occupati di soprattutto per i singoli individui. Siacarsi negli ultimi anni e il loro valore mining industriale - racconta Filippo mo certi però che in futuro ci sarà una crescere enormemente nel tempo, Onoranti di Bitminer Factory - un’attistabilizzazione delle monete virtuali. fino a raggiungere cifre da capogiro. vità che fino a poco tempo fa era svolNoi diciamo sempre che in questo merMa altrettanto rapidamente può crolta soltanto negli scantinati da parte cato o ci sei ora o non ci sarai mai». lare verso il basso. Tanto per averne di freelance della tecnologia, i cosidUna sorta di nuovo mondo virtuale che un’idea, dal 2011, momento delle pridetti nerds, che grazie alla loro passiosta diventando anno dopo anno semme transazioni commerciali con la ne e competenza potevano disporre pre più reale e di cui le criptovalute criptovaluta, a solo due anni dalla sua di computer abbastanza potenti da sarebbero soltanto una piccola parte. nascita, il valore del bitcoin era pari a permettergli di intraprendere questa «Per noi la vera rivoluzione non sta quello del dollaro. Lo scorso dicembre avventura». Infatti, se la blockchain, nelle monete virtuali, ma nella techa raggiunto la cifra record di 20.000 il database su cui avvengono le trannologia blockchain, ovvero sazioni di criptovalute, l’architettura sulla quale è pubblica, fare mining si fondano le criptovanon è proprio accessibile lute. Così come i funa tutti: oltre alla necessiBlockchain: database distribuito su migliaia di comzionari pubblici sopravtà di adeguati strumenti puter, per questo inviolabile, e liberamente accessibivivono ai vari governi, tecnologici, l’alto consule che gestisce gli scambi con le monete virtuali (su l’infrastruttura per la mo di energia non è di blockchain.info è possibile controllare le transazioni tecnologia blockchain poco conto. «La nostra con bitcoin). conta molto di più delattività permette di abMining: attività che consiste nel processare e confermale singole criptovalute. battere i costi energetici re gli scambi di criptovalute tramite la costruzione di Semplicemente, ci siae l’inquinamento grazie blocchi che costituiscono la blockchain. L’approvaziomo accorti che questa a strumenti sostenibili ne delle transazioni è collettiva e chiunque può divenè la quarta rivoluzione e quindi di aumentare i tare miner, ricevendo un pagamento in criptovalute. industriale e non abprofitti - continua Onobiamo voluto perderranti - oltre a dare la posCriptovaluta: file digitale dotato di valore economico. cela», chiude Onoranti. sibilità a tutti, non solo a Esistono oltre 1.400 differenti criptovalute che consenE come tutte le rivoluchi ha grandi conoscenze tono di effettuare pagamenti on line, non legate ai dati zioni, anche questa ha informatiche, di investire del proprietario e per questo difficilmente tracciabili. le sue contraddizioni, in questo settore. Siamo Bitcoin: è la più famosa criptovaluta in circolazione, in non solo economiche. Se partiti da un esperimento quanto su di essa sono stati investiti maggiori capitada una parte le criptovadei due fondatori, Gabrieli di moneta reale. La altre criptovalute più utilizzate lute possono essere inle Stampa e Gabriele Ansono Ethereum, Ripple, Litecoin e Monero, ognuna con dubbiamente utilizzate geli, che hanno inserito caratteristiche specifiche. L’11 febbraio 2018 il tasso di per fare acquisti illegali due schede grafiche con cambio era 1 BTC - 6842,76 €. su internet, e anche per cui ottenere criptovaluquesto sono state spesso te nel cestello di una laostracizzate dai governi vastoviglie, poi le schede di varie nazioni (USA e sono diventate venti, quaCina in testa) dall’altra sono totalmen$ per ogni bitcoin, per poi scendere, ranta, e oggi sono più di mille. Grazie te legali, svincolate dai costi bancari e a febbraio di quest’anno, agli 8.000 $. all’azienda di uno dei nostri fondatori offrono molte opportunità, dal pagare Insomma, un mercato tanto redditizio abbiamo potuto investire in questa avun caffè senza utilizzare soldi matequanto incerto che però sembra non ventura 4.0 e abbiamo aperto la nostra riali al permettere ad un’associazione preoccupare questi minatori digitaattività al pubblico la scorsa estate, umanitaria di un paese sotto dittatura li: «Per noi le oscillazioni di mercato dopo molti mesi di studi ed esperidi disporre liberamente di un potere quotidiane contano poco, sono quelmenti. La nostra principale attività economico. E se alla fine questa non le annuali che fanno la differenza. Ci si basa sulla costruzione di macchisi dovesse rivelare davvero la quarta sono stati e ci saranno ancora ribassi ne tecnologiche; le persone possono rivoluzione industriale, possiamo cone speculazioni, proprio perché questo entrare in contatto con noi tramite il solarci pensando di avere la piana di mercato è tanto innovativo quanto nostro sito internet e aderire ad una Calenzano almeno un po’ più simile interessante se si pensa che oggi l’ucomunità di oltre mille individui. Non alla Silicon Valley californiana. tilizzo delle criptovalute è riservato abbiamo clienti, ma partners che posfoto di Giulio Carosi

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Materia Prima Marzo 2018

Teatro Cantiere Florida Firenze

Giovedì 08 Marzo — h 21.00 Premio Scenario 2017

Giovedì 22 Marzo — h 10.00/ h 21.00 Premio Inbox 2017

↘ The Baby Walk Un eschimese in amazzonia Trilogia sull’identità - cap. III

↘ Collettivo Controcanto Sempre domenica

Giovedì 15 Marzo — h 21.00 Premio Ubu 2017 Miglior spettacolo dell’anno

Giovedì 29 Marzo — h 21.00

↘ Alessandro Serra Sardegna Teatro Macbettu

↘ Daria Deflorian, Monica Demuru e Monica Piseddu Memoria di ragazza Una lettura e qualche canzone dall’omonimo libro di Annie Ernaux

Sabato 14 Aprile — h 21.00 Evento speciale

↘ Spettacolo in collaborazione con Middle East Now Festival 2018

Per info e prenotazioni Teatro Cantiere Florida

Via Pisana, 111r - Firenze 055 71 35 357 prenotazioni@teatroflorida.it www.teatroflorida.it www.murmuris.it

Materia Prima 2018 è a cura di

Nell’ambito della Multiresidenza Flow


SCUOLASANTAROSA di RAFFAELLA GALAMINI

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a storia dell’arte è costellata di botteghe e cenacoli, caffè e luoghi ameni dove pittori e scultori avevano l’occasione di incontrarsi e confrontarsi. Una consuetudine che si era persa negli ultimi decenni e che due artisti di stanza a Firenze hanno deciso di riprendere. Luigi Presicce e Francesco Lauretta si ritrovano una volta a settimana, proprio come facevano gli impressionisti, per dipingere, conversare e lasciare volare la creatività. Un’accademia spontanea che ha eletto a sede il Bistrot Santa Rosa a pochi passi dal Lungarno. La Scuola Santa Rosa, martedì dopo martedì, sta richiamando artisti e aspiranti tali: tutti attirati dalla prospettiva di poter disegnare e parlare di arte con altre persone che condividono le stesse passioni. Per i due fondatori queste mattinate di arte en plein air “influenzano l'umore e il desiderio di fare cose diverse da quello che siamo soliti fare in studio seduti di fronte al nostro cavalletto o ad un computer. L'euforia che ci prende è cosa rara e di questo dobbiamo ringraziare semplicemente noi stessi e la necessità di fare arte in maniera sana, lontani da cliché, mode, e soprattutto parassiti dell'arte e degli artisti. Durante la settimana penso solo al momento in cui sarà di nuovo martedì” racconta entusiasta Presicce. L’idea di incontrarsi è nata “semplicemente

dalla voglia di vederci più spesso dato che viviamo entrambi a Firenze e nessuno dei due ci è nato e ci è cresciuto. Abbiamo avuto due città d'adozione differenti: Milano per me, Torino per Francesco, ma ora, per qualche strano disegno, siamo in una delle città più belle al mondo e quando siamo tornati dalle vacanze estive, ci siamo dati un appuntamento sul Lungarno Santa Rosa armati di fogli, matite e quant'altro... abbiamo iniziato a raccontarci storie, fatti e misfatti personali, opinioni su mostre, altri artisti, poeti, scrittori, musicisti e ci siamo sentiti bene immersi nella natura. Dopo questo primo incontro abbiamo voluto subito ripetere e ci siamo dati come appuntamento fisso per le nostre lezioni tutti i martedì” sottolinea Presicce. Un progetto nato con grande spontaneità, per la voglia di “stare bene e disegnare all'aperto” che ormai va avanti da qualche mese. All’inizio nel giardino del Bistrot Santa Rosa e ora che fa più freddo nella serra: dietro ai vetri di questo ambiente accogliente i due artisti hanno trovato il loro habitat naturale. Presicce e Lauretta tengono a sottolineare che non si tratta di “una scuola classica

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dove viene insegnato il disegno o la pittura, si tengono le presenze e bisogna iscriversi… niente di tutto questo. Quando abbiamo iniziato a parlarne in giro di quello che facevamo tutti i martedì mattina, qualcuno ha voluto iniziare a seguirci. Da li si è sparsa la voce tra gli studenti e gli amici e il numero dei partecipanti si è allargato. La scuola è aperta a tutti, chiunque può venire, portarsi i suoi strumenti e fare parte di queste giornate in cui l'obiettivo è principalmente stare bene e disegnare, senza vincoli o verifiche ne tanto meno ansia da prestazione”. Il rituale del martedì mattina al bistrot è sempre quello: si parte con un buon caffè e le chiacchiere di rito sulla settimana appena trascorsa. Si parla di tutto: l’ultimo film visto, l’articolo uscito sulle pagine culturali e nel frattempo si tirano fuori blocchi di carta, matite, pennini, inchiostri, vasetti di colore, pennelli. “Cerchiamo ispirazione negli arredi del locale, nelle piante, negli avventori, nei cani e in tutto quello che passa anche per sbaglio da lì. Alla fine della giornata ci guardiamo tra i fogli gli uni degli altri e siamo felici di come quelle ore siano trascorse liete” raccontano i due. I lavori prodotti in questi mesi dovrebbero essere presto esposti nel bistrot per dare vita a una sorta di “work in progress”, così che ogni settimana i disegni esposti possano essere sostituiti con altri nuovi in un continuo divenire.


Floricanto di VALENTINA MESSINA

"I fiori stanno bene solo nei prati" disse lui. "Ti farò cambiare idea" disse lei. E così si innamorarono.

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un numero non ben precisato di viale Volta, tra rami bagnati, vasi vintage scovati in mercatini della città eterna, profumi e colori diversi, sorge il laboratorio di una coltivatrice di sogni – ma soprattutto di fiori. Floricanto è il progetto di Giulia Pulcri, fiorista freelance romana, classe 1983, che ha dato vita ad un’officina floreale, un luogo magico dove la poesia e l’incanto si mescolano, la creatività sfocia libera. È il suo giardino segreto dove immagina, realizza e consegna personalmente allestimenti per matrimoni, ma anche bouquet e composizioni su ordinazione.

schiena a pezzi ma il cuore pieno di gioia. Lo consiglio a tutti: è terapeutico!”. Intendi provare a fare qualche laboratorio? “Esatto! Avendo un laboratorio chiuso al pubblico, e cioè l’officina dove compongo e creo, sono spesso da sola. Andando avanti, mi sono resa conto che il tassello del puzzle che mi manca è il contatto con le persone. Mi piace molto lo scambio interpersonale, perciò organizzo dei workshop per singoli individui o gruppi ristretti. Sono fermamente convinta che dallo scambio comunicativo il risultato finale ne guadagni in meglio”. C’è una storia dietro ogni bouquet. Qual è stata la richiesta più strana o particolare che ti è capitata? “Un signore mi chiese un bouquet per un’amica alla quale teneva moltissimo. L’amica in questione era non vedente. “Voglio trovare il modo di farglieli godere questi fiori, anche se non può vederli” – mi disse. Serici, impalpabili, talvolta spinosi, spessi: per la composizione decisi di giocare tanto sulle trame, sulle consistenze e i profumi diversi dei fiori per comunicarle l’importanza e la bellezza di quel regalo, anche se non poteva vederlo, aprendola così a un mondo fatto di sensazioni tattili e olfattive. È stato bello e difficile al tempo stesso. Ne conservo davvero un bel ricordo”.

Com’è iniziato il tuo viaggio? “Anche se Floricanto nasce alla fine del 2017, sono quasi cinque anni che faccio questo lavoro. Il mio percorso per arrivare fino a qui è lungo e costellato di esperienze diverse: da un passato in storia dell’arte, agli studi di restauro ligneo, facendo una piccola deviazione nel mondo del sociale fino all’incontro felice con il mondo dei fiori. Ho pensato di dover “provare” e dopo aver conosciuto una fiorista a Siena, ho capito che il mio non era un desiderio passeggero ma il lavoro della mia vita”. La scelta di questo nome? “La musica è sempre presente in molti momenti della mia vita, soprattutto quando lavoro e Floricanto deriva da un pezzo della cantante scomparsa Lhasa de Sela. Mi ha molto ispirata. Studiando un po’ ho anche scoperto che Floricanto è legato alla cultura messicana e indica dei piccoli componimenti poetici”. Non è un lavoro facile? “È un lavoro molto fisico. O ti svegli all’alba o non vai proprio a dormire. Dodici, sedici ore di fila, i tempi sono serrati e concentrati. È una materia viva che cambia mentre la lavori, il fiore reagisce ad ogni tua azione e non puoi preparare le cose molto in anticipo. Dal punto di vista emotivo, è un lavoro che ti coinvolge tanto, minuto dopo minuto. Bisogna anche tener conto delle condizioni climatiche: troppo caldo d’estate e troppo freddo d’inverno; tutto ciò che fa male ai fiori non è previsto. È un lavoro romantico, sì, ma devi amarlo in maniera totale. A fine giornata avrai mani sporche di terra,

Chiacchieriamo come se ci conoscessimo da tanto tempo davanti a una piccola composizione di fiori di cera, muscari e green bell da lei stessa composta, sedute a un tavolino de L’atlante, un delizioso tea club con cui lei collabora spesso per alcuni “botanical atelier” a tema. Alla domanda “qual è il tuo fiore preferito” crolla davanti all’indecisione, tipica di chi non sa eleggerne uno perché li ama tutti a prescindere. Ogni fiore, ogni stelo, ogni petalo sono le pennellate che usa per i suoi componimenti botanici. Mi svela un segreto: è un lavoro che non perde di poesia – mai. Per info: www.floricanto.it foto di Isabella Soulard

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IL LAVORATORIO di ERIKA GHERARDOTTI

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l Lavoratorio è una casa comune, aperta a tutti coloro che si vogliono avvicinare alle arti della scena in qualità di spettatori, artisti o allievi. Qui non c’è distinzione alcuna. Ognuno è un ingranaggio di una macchina dei sogni, avviatasi poco più di un anno fa. Vi si respira un’energia molto particolare. Sarà perché le sue mura hanno vissuto l’epoca del boom economico, l’alluvione e la rinascita. O perché narrano la storia di una fiorente attività e di un fil rouge che corre tra un nipote e suo nonno. O ancora perché hanno fin da sempre accolto artigiani-artisti. Tutto ha origine negli anni ‘50; quando Mario Gianassi acquistò questo grande fondo, situato nelle vicinanze di piazza Alberti, per avviare la sua attività di lavorazione delle pelli. “Ditta Mario Gianassi – borse per signora, cartelle da scuola, da legali e affini”, così recitava l’insegna. Nell’atto notarile di compravendita, ancora si legge in fiorentino: il “lavoratorio” (laboratorio). E avanti tutta fino al tragico ‘66, quando 2.75 metri d’acqua sommersero anni di lavoro. L’attività chiuse poco dopo. Il fondo fu dato in gestione ad un artigiano restauratore di mobili antichi fino al 2015. Tutto era rimasto come all’epoca. Nell’ottobre 2016, casualmente a 50 anni esatti dal tragico avvenimento, il luogo rinasce grazie al nipote di Mario Gianassi: Andrea Macaluso. Macaluso non ha mai potuto incontrare suo nonno, ma lo ha comunque conosciuto tramite i racconti di tutti coloro che gli hanno voluto bene. Tanto gli è bastato per spingerlo a voler far rifiorire quel luogo che a suo nonno fu così caro. Ne ha mantenuto gli elementi architettonici. Gli infissi sono quelli dell’epoca, c’è ancora la vetrina dell’“ufficio” e sulle pareti troviamo foto e borse. I lampadari e i divani sono della nonna e c’è una piccola cucina, come se ci si trovasse in un focolaio domestico. Come all’epoca, è ancora un lavoratorio ma di un diverso artigianato. Macaluso infatti non è un pellettiere, ma si occupa di teatro. Attore e regista professionista, si è laureato in Letteratura latina medievale e si è formato alla scuola di teatro Alessandra Galante Garrone. Lavora con Lavia dal 2008, è stato per esempio nel suo “Vita di Galileo”. Ha diretto spettacoli come “Il Deserto dei Tartari” (produzione Teatro della Toscana) e “Pinocchi”. E all’ambito ufficiale ha sempre affiancato un percorso più “off”. Adesso è direttore artistico de Il Lavoratorio, che gesti-

LO SPAZIO FRANCO DELL’ARTE

sce anche grazie all’aiuto di Elena Elia (addetta alla comunicazione). Qui ha deciso di creare una sorta di atelier dove poter ospitare e organizzare eventi, seminari, corsi e residenze artistiche. Una zona franca per le arti performative: spettacoli, concerti, corsi per adulti e bambini ma anche presentazioni di libri, reading, mostre fotografiche. Inizialmente, ci racconta Macaluso, è stato un salto nel vuoto; del tutto autofinanziato. Un “vediamo dove ci porta quest’avventura”. Il suo desiderio era creare una fucina di progetti. Si è rivolto quindi agli artisti con i quali aveva avuto modo di collaborare. E ha riscontrato fin da subito molto entusiasmo da tutti loro. Un successo quasi inaspettato per lui. In un solo anno ci sono stati molti appuntamenti tenuti da grandi professionisti. La programmazione viene aggiornata ogni tre mesi. Interdisciplinarietà e qualità, le parole chiave. Il seminario sul monologo di Leonardo Capuano, quello sul canto e recitazione di Francesca Della Monica, o sullo spazio scenico tenuto da Renata Palminiello. Massimo Verdastro in “Sandro Penna, una quieta follia”, Maurizio Donadoni con “Mulino da silenzio”, Francesca Corrias e il suo jazz in viaggio nella musica brasiliana. E sono solo alcuni. A breve inizieranno il corso di recitazione (della durata di 4 mesi) e quello sulla lettura espressiva, tenuti da Mario Pietramala. Oltre a “Crescere con il movimento” di Bianca Papafava per i bambini da 3 a 6 anni. Nei prossimi mesi le performance di Monica Demuru, Marta Cuscunà e Riserva Canini. Insomma a Il Lavoratorio c’è spazio per tutti. Per info: www.illavoratorio.it


A Q U E L PA E S E

Una capitale da scoprire: Budapest di ALBA PARRINI

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l “comunismo del Gulash”: così era stato definito il regime imposto in Ungheria a seguito della suddivisione post bellica. Cosa voglia effettivamente dire questa espressione lo si percepisce immediatamente una volta arrivati nella capitale della nazione mitteleuropea che ha vissuto sulla propria pelle tutti i passaggi della storia contemporanea. Alcune peculiarità hanno però salvato il Paese e la popolazione dai regimi più duri, in particolare la rivoluzione del 1956 quando gli studenti scesero per primi in piazza con spirito pacifista di cambiamento. Questo portò ad un indebolimento del regime, che concesse alcune libertà alla popolazione, impensabili nel resto delle nazioni comuniste. Se volete avere un’idea di ciò che vi stiamo raccontando, basta fare un salto in due luoghi che ancora, incredibilmente, conservano il retaggio dell’epoca bolscevica: la piazza Szabadság Tér, (che non a caso significa Piazza della Libertà) dove un monumento

sovietico coesiste con una statua dedica-ta a Ronald Reagan, e il Memento Park, parco della memoria. Al momento della caduta del regime infatti, a Budapest le statue non furono oggetto di vilipendio come nel resto dei paesi “rossi”. Mentre tutti i nuovi governi dell’est si affrettavano a rimuovere dalle strade ogni simbolo dei vecchi regimi, Budapest fece una scelta diversa: venne infatti creato un parco a memoria futura di ciò che era avvenuto negli anni bui, e a ricordo di quando la popolazione si unì e riuscì ad ammorbidire una delle dittature più dure del secolo scorso. Gli abitanti ungheresi sono sempre stati una popolazione molto unita. Avete mai sentito parlare dell’ospedale nella roccia? L’ospedale fu creato, scavando effettivamente nella roccia della collina del Castello di Budapest durante la seconda

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guerra mondiale, utilizzando le cavità naturali date dalla conformazione geologica. Cittadini, medici e infermieri allestirono in pochissimi giorni un sanatorio all’avanguardia, che riuscì a salvare migliaia di vite umane, resistendo ai bombardamenti grazie alla posizione interamente sotterranea. L’ospedale è adesso un museo interamente visitabile e dà un’idea di cosa successe in Ungheria durante la più recente storia. Se avete intenzione di andare a Budapest, marzo è il mese ideale perché nella giornata del 15 ricorre la festa nazionale, ed è possibile vedere la capitale “vestita a festa”, per celebrare la giovanissima democrazia: parate, canti popolari nelle piazze e il Danubio da cornice. Senza dimenticare il piatto tradizionale: il gulash! foto da instagram @albyna23


CINEMA

Il cinema del Deutsches Institut Florenz di CATERINA LIVERANI

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ella costante ricerca di luoghi “altri” rispetto alle sale cinematografiche tradizionali, con lo scopo di ampliare, rinnovare e diversificare la nostra esperienza di spettatori, spesso non occorre guardare troppo lontano, ma piuttosto prendere coscienza delle diverse proposte che la città offre. Il Deutsches Institut di Firenze (Borgo Ognissanti, 9) presenta un ricco programma culturale, sovvenzionato dal Ministero degli Esteri Tedesco, aperto a tutti e che prevede musica, teatro, cicli di conferenze e soprattutto cinema. Nuovi autori e maestri del passato tutti appartenenti ad una tradizione che annovera figure monumentali come Rainer Werner Fassbinder, Ernst Lubitsch, Fritz Lang, Wim Wenders. “I film sono stati la prima offerta culturale dell’Institut oltre all’insegnamento” - spiega la referente per la programmazione culturale Raffaella Nardi - “questo perché, tradizionalmente, nelle scuole di lingua il materiale audiovisivo è essenziale all’approccio linguistico, in quanto gli studenti sono esposti così al suono della lingua insieme ad una più profonda conoscenza della società e della realtà del paese che stanno studiando”. Un impegno per la diffusione del cinema tedesco che ha visto il Deutsches Institut coinvolto al fianco di altre istituzioni fiorentine che operano nella cultura come l’Institut Français, il Festival di Cinema e Donne e Lo Schermo dell’Arte e che ha interessato luoghi diversi dalle aule per la didattica della lingua di Borgo Ognissanti, 9: “Le proiezioni normalmente si tengono all’In-

stitut che è dotato di una sala, con schermo gigante e proiettore, che può ospitare fino a 60 spettatori, ma ci sono degli eventi speciali (come quello tenutosi lo scorso gennaio a La Compagnia durante il quale è stato proiettato il docu-film “The hate destroyer” con, a seguire, un incontro con il regista e la protagonista, di cui abbiamo curato la traduzione) che per la loro importanza ci spingono a creare collaborazioni con spazi diversi. Il dato interessante da registrare è che alle nostre serate dedicate al cinema, sia presso il nostro Istituto che in altri contesti come appunto La Compagnia, partecipano sempre molte persone che non sono nostri studenti, ma che sono incuriositi da questo tipo di offerta. Recentemente abbiamo constatato che gli esterni compongono

la fetta più grossa del pubblico.” Tra gli appuntamenti del mese di marzo al Deutsches Institut Florenz una giornata imperdibile dedicata a un grande maestro tedesco della cinematografia mondiale: Werner Herzog. Il 9 marzo, durante una serata a ingresso gratuito con aperitivo e proiezione del film “Grizzly Man” (2005), la Professoressa Cristina Jandelli condurrà un incontro per approfondire il cinema di Herzog con in particolare una riflessione sul rapporto che ha legato il regista all’attore Klaus Kinski protagonista di 5 delle sue pellicole più famose. Per informazioni sulla programmazione e sul calendario di tutti gli eventi culturali scrivere a cultura@deutschesinstitut.it o telefonare al 328 7056446.

OSCAR 2018

Quello che resta di Hollywood di CATERINA LIVERANI

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l mondo del cinema non conosceva un anno così buio dalla compilazione delle prime black list nel 1946. Negli ultimi mesi si sono stroncate carriere, denunciate violenze e formati movimenti d’opinione ma, anche in questo clima di sospetto e veleni, lo spettacolo deve continuare e quindi il 4 marzo si terrà la cerimonia per l’assegnazione degli Oscar. I film meritevoli certo non mancano, basti pensare a “Dunkirk” o “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, solo per citarne alcuni tra quelli che vi abbiamo

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segnalato nei mesi passati. In questo anno così difficile un buon antidoto contro il cinismo che saremmo portati ad adottare in tale circostanza, può essere tifare per i sentimenti, la bellezza e, perché no, per un pezzettino d’Italia. Sarebbe davvero una consolazione infatti, per i cinefili più sentimentali, se “Call Me by Your Name” di Luca Guadagnino vincesse almeno una delle 4 statuette per cui è candidato, per ricordarci che, anche nei suoi giorni più difficili, il cinema può continuare a raccontarci l’amore.



IN SALA di CATERINA LIVERANI

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n questo numero non possiamo non aprire lo spazio sulle novità in sala se non ricordando che Fatih Akın, nato e cresciuto ad Amburgo da genitori turchi e autore fra gli altri di “La sposa turca” e “Soul Kitchen”, sta per tornare con il suo ultimo film. “Oltre la notte” (che si è già aggiudicato il premio per la "miglior interpretazione femminile" andato alla protagonista Diane Kruger all’ultimo Festival di Cannes e il Golden Globe come miglior film straniero) sarà nei nostri cinema dal 15 marzo per raccontare la delicata storia di una donna che vede la propria famiglia sterminata da un attentato terroristico neonazista. Il grande cinema al femminile sembra proprio essere il filo conduttore nelle uscite in sala di marzo, sono infatti in arrivo anche “Lady Bird”, l’educazione sentimentale di una adolescente americana (Saoirse Ronan) che segna l’esordio alla regia della attrice e sceneggiatrice Greta Gerwig, “I, Tonya” biopic dedicato alla controversa campionessa di pattinaggio su ghiaccio Tonya Harding con Margot Robbie e “Maria Maddalena” che indaga la delicata relazione raccontata nel Nuovo Testamento tra la donna e Gesù di Nazareth, interpretati rispettivamente da Rooney Mara e Joaquin Phoenix. Ottime notizie anche per gli appassionati del genere horror che potranno finalmente vedere “The Strangers: Prey at Night”, sequel del cult del 2008 “The Strangers” nel quale i tre terribili sconosciuti mascherati tornano a terrorizzare una famiglia in vacanza. Concludiamo questo sguardo sulle pellicole in sala a marzo festeggiando finalmente l’uscita, già prevista lo scorso autunno ma poi slittata, di “Quello che non so di lei”, ultimo film diretto da Roman Polański che vede protagoniste, in un thriller sul rapporto tra una scrittrice in crisi e una misteriosa ammiratrice, Eva Green ed Emmanuelle Seigner.

S I PA R I O di TOMMASO CHIMENTI

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e nebbie si diradano, tornano le maniche corte, le calze vengono lasciate nell'armadio, i capelli al vento, la primavera s'affaccia e si mostrano i tatuaggi. Mese di elezioni, dove, alla fine, non avrà perso nessuno. Ma è anche, e quest'anno cade lo stesso giorno (cioè il 4 marzo) il momento della consegna delle tanto bramate statuette dorate hollywoodiane. In questo filone ecco le “Note da Oscar” (1-4 marzo) dei Rimbamband, aficionados del Teatro di Rifredi, tra piano bar e il Quartetto Cetra, l'orchestra del Titanic e gli Oblivion, i fuochi sulla spiaggia, la Banda Osiris e i villaggi turistici estivi, il tutto miscelato in un karaoke di salti da un pentagramma all'altro per ricordarci i migliori film della nostra vita. La vagina parla? In molti se lo chiedono da sempre mentre altri cercano ancora il fantomatico punto G. Sta di fatto che “I monologhi della vagina” (l'8 marzo, come tradizione di mimose gialle e profumatissime per le signore, al Teatro Puccini) veleggiano ancora tra un sano femminismo e un'autoironia audace, scabrosa e maliziosa, risultando ancora una valida bussola anche per gli uomini che, ad oggi, dell'argomento misterioso come caverne e cupo come un antro delle Sibille, ci hanno capito ben poco. Se ne parla benissimo da mesi di questa “La scortecata” (22-24 marzo, al Teatro di Rifredi), nuovo testo di Emma Dante che ancora infila e affila le unghie dentro le favole, quelle nere, quelle metaforiche, non necessariamente da bambini. Si attinge al “Lo Cunto de

li cunti” di Giambattista Basile (anche Matteo Garrone ne fece un film) pietra miliare ben prima dei Grimm come di Disney. Due sorelle, rigorosamente en travestì, molto anziane e non più di bell'aspetto, si trovano di fronte all'amore folle e disperato del Re. L'amore si fonde con il sangue, l'attesa con il supplizio, i respiri con il sacrificio: a cosa sei disposto pur di essere amato e accettato? In questo solco cala la scure il “Delitto/Castigo” progetto di Sergio Rubini, con Luigi Lo Cascio (23-29 marzo al Teatro della Pergola). Ed è proprio quello slash, quella frattura, frazionamento e divisione, al posto della classica congiunzione “e” a dare un senso più alto e corposo all'insieme come se il delitto e il castigo fossero due facce, indissolubili, della stessa moneta, due riflessi della medesima condanna, sinonimi inscindibili, dove l'uno si proietta nell'altro, affondando le proprie radici, i denti affilati. Fino alla carne. 15


Marzo giovedì 1

PHANTOM THREAD (1-5/03) Cinema Odeon (FI) ing. NP SENTO LA TERRA GIRARE (1-3/03) Teatro Puccini (FI) ing. 30/25€ PETRUSKA (1-11/03) Cango (FI) ing. 12/10€ DON CHISCIOTTE Teatro Verdi (FI) ing. NP NOTE DA OSCAR (1-4/03) Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14€ SESTO JAZZ FESTIVAL (1-4/03) Teatro della Limonaia (Sesto F.no) ing. 12/10€

venerdì 2 LEONARDO GARCÍA ALARCÓN (2-4/03) Opera di Firenze (FI) ing. 35/5€ GIZMODROME Viper Theatre (FI) ing. 25€ FIERA DEL CIOCCOLATO ARTIGIANALE (2-11/03) Piazza SS. Annunziata (FI) ing. libero ANCHISE SULLE SPALLE DI ENEA Il Lavoratorio (FI) ing. NP PROGRESSIVE HEROES Viper Theatre (FI) ing. 36€ O.N.G. “CRASH” + KEN VANDERMARK Sala Vanni (FI) ing. 20/13€ BUIO Combo Social Club (FI) ing. 8€ SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE (2-4/03) Teatro Verdi (FI) ing. NP ENNIO MORRICONE Nelson Mandela Forum (FI) ing. 138/69€ PIERPAOLO CAPOVILLA LEGGE ARTAUD Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. 8€

sabato 3 ANNIBALE NIGHT - THE MYRRORS Glue (FI) ing. libero con tessera del locale C AMERATA DUCALE – GUIDO RIMONDA Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ IBEI GIORNI DI ARANJUEZ (3-4/03) Teatro Era (Pontedera) ing. 12/10€ VIKTOR & VIKTORIA (3-4/03) Teatro Politeama (PO) ing. NP S TICK MEN Viper Theatre (FI) ing. 25/18€ KETAMA126 DRONE126 Tender Club (FI) ing. 10€ LUCIO DALLA TRIBUTE Auditorium Flog (FI) ing. 10€ RENZETTI+MIRABASSI+TAUFIC Pinocchio Jazz (FI) ing. NP PETER BRODERICK Sala Vanni (FI) ing. 20/13€ RINALDLAND Cycle (Calenzano) ing. NP+tessera ACSI BRING YO! RHYMES CPA Fi Sud (FI) ing. NP ZUCCHERO Mandela Forum (FI) ing. NP MARIA PIA VELADIANO Sala Ferri (FI) ing. Libero TENEDLE Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. 8€ LE MILLE VOCI DEL GRUNG L’Appartamento (FI) ing. 5€ con tessera ARCI VIA DEL CAMPO Combo Social Club (FI) ing. 5€

domenica 4 I SABELLE FAUST+ALEXANDER MELINIKOV Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ ENNIO MORRICONE+ASTOR PIAZZOLLA Hotel Relais Santa Croce (FI) ing. 10€ IL VOLO DI MICHELANGELO Teatro delle Spiagge (FI) ing. NP MICHELE LUPPI Cycle (Calenzano) ing. NP+tessera ACSI IL PRODE ORLANDINO Teatro Puccini (FI) ing. 8€ NANIROSSI SHOW Spazio Alfieri (FI) ing. 15/13€ FIERA QUARESIMALE E DEL GRILLO (4-11-18-25/03) Piazzale Kennedy (FI) ing. libero PREMIO CRESCENDO FIATI Aula Magna del Nuovo Ingresso dell’Ospedale di Careggi (FI) ing. libero

lunedì 5 BANDA LA POLVEROSA Opera di Firenze (FI) ing. 5€ GIOVANNI SOLLIMA+GIUSEPPE ANDALORO Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ VETRI ROTTI Teatro Era (Pontedera) ing. 12/10€ CINQUE DANZE CONTRO LA VIOLENZA Chiesa di S. Stefano in Ponte (FI) ing.NP GIANNI MORANDI Mandela Forum (FI) ing. NP L A FIAMMA DEL PECCATO CPA Fi Sud (FI) ing. libero ROBERTO CACCIAPAGLIA Teatro Verdi (FI) ing. NP

martedì 6 VETRI ROTTI (6-11/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 34/18€ FRANCESCO ZAMPINI TRIO Ridotto del Teatro Politeama (PO) ing. NP L A LOCANDIERA (6-10/03) Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14€

mercoledì 7 LES FRÈRES BOBINE + knn Galleria Frittelli Arte Contemporanea (FI) ing. 5€

giovedì 8 I MONOLOGHI DELLA VAGINA Teatro Puccini (FI) ing. 17/13€ RIKI Obihall (FI) ing. NP UN ESCHIMESE IN AMAZZONIA Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12€ DONNA ITALIA Teatro del Cestello (FI) ing. 15/13€ AFRIKA BAMBAATAA Combo Social Club (FI) ing. 15/10€

venerdì 9 IG ONE B Obihall (FI) ing. 40/27€ MANESKIN Viper Theatre (FI) ing. NP BYETONE A/V LIVE Sala Vanni (FI) ing. 20/13€ UMBERTO TOZZI Teatro Verdi (FI) ing. NP GIACOMO TONI TRIO Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. 8€

sabato 10 S ANDRO CAPPELLETTO+QUARTETTO DI FIESOLE Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ FUORI DI GLUTINE Spazio Co-Stanza (FI) ing. libero DMITRY SITKOVETSKY Teatro Verdi (FI) ing. 16/14€ MICHELE MARI Sala Ferri (FI) ing. Libero UNO ZIO VANJA (10-11/03) Teatro Era (Pontedera) ing. 12/10€ FINCHÉ GIUDICE NON CI SEPARI Teatro Puccini (FI) ing. 22/18€ E ASY CURE Tender Club (FI) ing. 5€ FAST ANIMALS AND SLOW KIDS Auditorium Flog (FI) ing. NP JOVANOTTI (10-22/03) Mandela Forum (FI) ing. NP IL GATTO IN CANTINA (10-17/03) Teatro Le Laudi (FI) ing. 16/14€ L ATITUDINE DONNA Teatro del Cestello (FI) ing. 15/13€ L A VEDOVA SCALTRA Teatrodante Carlo Monni (FI) Ing. 22,50/12,50€ TASTE (10-12/03) Stazione Leopolda (FI) ing. 20€ C ARTOON PARTY Combo Social Club (FI) ing. 7€

domenica 11 I N SUA MOVENZA È FERMO Teatro della Pergola (FI) ing. 15/12€ ORLANDO CONSORT Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ MOZART+BRAHMS Hotel Relais Santa Croce (FI) ing. 10€ I MUSICANTI DI BREMA Teatro Puccini (FI) ing. 8€ NIGHT GARDEN Teatro Verdi (FI) ing. NP FIERA DI OLTRARNO Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero IL VIOLONCELLO SOLO NEL 900 Aula Magna del Nuovo Ingresso dell’Ospedale di Careggi (FI) ing. libero FIORENTINA – BENEVENTO Stadio Artemio Franchi ing. np

lunedì 12 LA DONNA DEL RITRATTO CPA Fi Sud (FI) ing. libero

martedì 13 I L PIACERE DELL’ONESTÀ (13-21/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 34/18€ ELISA MINI Q UINTETTO Ridotto del Teatro Politeama (PO) ing. NP UNA STORIA DISEGNATA NELL’ARIA Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14€

mercoledì 14 T HANKS FOR VASELLINA (14-17/03) Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14€

giovedì 15 PERFETTA (15-16/03) Teatro Puccini (FI) ing. 27/22€ OMAR Combo Social Club (FI) ing. 15/10€


Musica • Teatro • Arte • Cinema • Eventi

MACBETTU Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12€ L A STRANA COPPIA (15-18/03) Teatro Verdi (FI) ing. NP WORLD SPEECH DAY Varie location (FI) ing. NP

venerdì 16 CORPUS DEI (16/03-18/04) Istituto Universitario Olandese (FI) ing. libero IL FAGIOLO MAGICO (16-20/03) Teatro Verdi (FI) ing. 8/5€ NASCITA DI UNA NAZIONE (16/03-22/07) Palazzo Strozzi (FI) ing. NP IRLANDA IN FESTA (16-17/03) Auditorium Flog (FI) ing. 15/10€ FIRENZE 1865-1915 (16-31/03) Teatro del Cestello (FI) ing. 15/13€ LE COSE MALE Combo Social Club (FI) ing. 5€

sabato 17 S EONG-JIN CHO Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ ALESSANDRO ZACCURI Sala Ferri (FI) ing. Libero THOMAS Viper Theatre (FI) ing. NP R ADIO MAIGRET Teatro delle Spiagge (FI) ing. NP C ACCIA AL TESORO PER LE VIE DI FIRENZE Varie location (FI) ing. libero DENTE & GUIDO CATALANO Teatro Puccini (FI) ing. NP FORTEZZA ANTIQUARIA (17-18/03) Piazza Vittorio Veneto (FI) ing. libero WE LOVE 2000 Combo Social Club (FI) ing. 8€

domenica 18 C ITY FINAL NOF (FI) ing. libero MONTROSE TRIO Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA+CORO HARMONIA CANTATA (18-19/03) Auditorium S. Stefano al Ponte (FI) ing. 20/15€ DON MILANI Teatro Puccini (FI) ing. NP S TRUMENTISTI ALL’OPERA Hotel Relais Santa Croce (FI) ing. 10€ THANKS FOR VASELINA Teatro Era (Pontedera) ing. 12/10€ UOVA TOSTE Spazio Alfieri (FI) ing. 15/13€ FIERUCOLINA DI SAN GIUSEPPE (18-19/03) Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero IL DOLCE SUONO Aula Magna del Nuovo Ingresso dell’Ospedale di Careggi (FI) ing. libero

lunedì 19 RIZZI-ROSSI-BRUNELLO-PRETTO-LUCCHESINI-BARBIERI Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ VEIL OF MAYA Cycle (Calenzano) ing. NP+tessera ACSI L A STRADA SCARLATTA CPA Fi Sud (FI) ing. libero

martedì 20 IL BARBIERE DI SIVIGLIA (20-29/03) Opera di Firenze (FI) ing. 80/20€

ICOLA PIOVANI N Teatro Verdi (FI) ing. 16/14€ ALESSANDRO FABBRI SESTETTO Ridotto del Teatro Politeama (PO) ing. NP

mercoledì 21 ALCESTE (21-30/03) Opera di Firenze (FI) ing. 100/20€ ANDREA SEVERI Auditorium Fondazione CRF (FI) ing. 5€ LORENZO BAGLIONI Obihall (FI) ing. 25/15€ MALDESTRO Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. 10€

giovedì 22 F LORENCE KOREA FILM FEST (22-30/03) Cinema La Compagnia (FI) ing. NP SEMPRE DOMENICA Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12€ L A SCORTECATA (22-24/03) Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14€

venerdì 23 DELITTO/CASTIGO (23-29/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 34/18€ ILLUMINAZIONI (23-25/03) Cango (FI) ing. 12/10€ GETSEMANI-UNA STORIA VERA Teatro delle Spiagge (FI) ing. NP IL PIACERE DELL’ONESTÀ Teatro Era (Pontedera) ing. 12/10€ TOREN (23-24/03) Teatro Puccini (FI) ing. 30/25€ GIUDA Tender Club (FI) ing. 12€ SIMONE GRAZIANO+NAOMI BERRILL Sala Vanni (FI) ing. 20/13€ DANIELE TARCHIANI Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. 8€ 1 HOUR PARTY Combo Social Club (FI) ing. 8€

sabato 24 ALEXANDER LONQUICHI Opera di Firenze (FI) ing. 50/15€ YEFIM BRONFAMAN Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€ FRANCESCA MANFREDI Sala Ferri (FI) ing. Libero NON MI HAI PIÙ DETTO TI AMO (24-25/03) Teatro Politeama (PO) ing. NP ROBERTO CASAMONTI (24/03/18-10/03/19) Palazzo Bartolini Salimbeni (FI) ing. NP MODENA CITY RAMBLERS Auditorium Flog (FI) ing. 15€ NITRO Viper Theatre (FI) ing. NP AMNIOS/IMPERDONATE Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12€ SOGNO E SON DESTO... IN VIAGGIO Teatro Verdi (FI) ing. NP ANGELA BARALDI Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. 10€ SUPPORT YOUR LOCAL Combo Social Club (FI) ing. 5€

domenica 25 BELCEA QUARTET (25-26/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 25/14€

RCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA O Auditorium S. Stefano al Ponte (FI) ing. 20/15€ JOAN AS POLICE WOMAN Viper Theatre (FI) ing. NP GIOVANNI ALLEVI Teatro Verdi (FI) ing. NP C ARMINE IN FIERA Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero CIOMPI MENSILE ANTIQUARIATO Piazza Ghiberti (FI) ing. libero PREMIO CRESCENDO PIANO SOLO Aula Magna del Nuovo Ingresso dell’Ospedale di Careggi (FI) ing. libero I MINIPIN DELLA FORESTA SEGRETA Ospedale pediatrico Meyer (FI) ing. libero

lunedì 26 EUQUA VALLEY HIGH+SCHOOL FESTIVAL BAND N Auditorium S. Stefano al Ponte (FI) ing. 20/15€ DETOUR CPA Fi Sud (FI) ing. libero MANNARINO (26-27/03) Teatro Verdi (FI) ing. NP

martedì 27 ADU LUPU R Opera di Firenze (FI) ing. 50/5€ MAILER DAEMON TRIO Ridotto del Teatro Politeama (PO) ing. NP SOLISTI DELL'ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA Auditorium S. Stefano al Ponte (FI) ing. 20/15€ BENT Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14€

mercoledì 28 YAN MCADAMS+KSENIJA SIDOROVA R Teatro Verdi (FI) ing. 16/14€

giovedì 29 BRUNORI A TEATRO (29-30/03) Teatro Verdi (FI) ing. 35/22€ BELLO MONDO Cango (FI) ing. 12/10€ L A PARANZA DEI BAMBINI Teatro Puccini (FI) ing. 18€ MEMORIA DI RAGAZZA Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12€ ROSALIND FRANKLIN Teatrodante Carlo Monni (FI) Ing. 22,50/12,50€

venerdi 30 BJET TROUVE’ (30-31/03) O Cango (FI) ing. 12/10€ LYDIA LUNCH Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. 12€ PAZ-ZIA Combo Social Club (FI) ing. 5€

sabato 31 LEXANDER LONQUICH II A Opera di Firenze (FI) ing. 50/15€ BETRAYING THE MARTYRS Cycle (Calenzano) ing. NP+tessera ACSI THE TWISTERS Combo Social Club (FI) ing. 7/5€ SARA RADOS Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP FIORENTINA – CROTONE Stadio Artemio Franchi ing. np


Marzo da non perdere FLORENCE KOREA FILM FEST

JOVANOTTI

dal 22 al 30 marzo - Cinema La Compagnia (FI) Il 16/mo Florence Korea Film Fest presenterà quest’anno oltre 40 titoli tra corti e lungometraggi, la maggior parte in prima visione. Tra le novità il focus K-South North, 6 pellicole che, attraverso diversi generi, esplorano il difficile rapporto tra Corea del Nord e Corea del Sud e 4 sezioni tematiche: Orizzonti Coreani, dedicata ai grandi nomi del cinema del paese, con titoli campioni d’incassi in patria e

Dal 10 al 22 marzo 2018 - Mandela Forum

premiati nei festival di tutto il mondo; Independent Korea, sezione che ospita lavori di giovani e talentuosi registi esterni alla grande distribuzione, con tre film che indagano la figura femminile e il tema della solitudine; la Notte Horror, consueto appuntamento per gli amanti del genere; Corto, Corti, spazio dedicato ai cortometraggi presentati nei maggiori festival di cortometraggi in Corea.

“Ho preso il biglietto per Jovanotti.” Una delle frasi che ho sentito ripetere in maniera continua negli ultimi mesi è questa; giusto, corretto, meglio muoversi prima piuttosto che perdersi l’unico appuntamento con questo signore. Peccato che gli appuntamenti siano 8 in totale. Incredibile? Forse sì per noi che ci ricordiamo Jovanotti militare, Jovanotti con il cappellino YO, Jovanotti che diventa da DJ a “Ragazzo Fortunato”, Jovanotti che fa lo zabaione delle ideologie con

SARA RADOS 31 marzo - Circolo “Il Progresso” I piccoli miracoli spesso accadono, soprattutto nella musica. Sara Rados ci piace definirla così: un piccolo miracolo per la musica fiorentina. Nota da diversi anni agli addetti ai lavori, nel 2008 vince un Ciampi ed il contest di Scalo 76 su Rai Due ed arriva quest’anno, dopo un percorso di maturazione e scrittura, a registrare un disco pop molto curato, con le colla-

borazioni di Finaz (Bandabardò) e Michele Papadia. Sul palco del Circolo “Il Progresso” si esibirà l’ultimo giorno del mese per un live intimo e strutturato, ma al contempo leggero e godibile. Non manchiamo questa sera, non lasciamo la musica da sola a Firenze, proprio in questo mese, proprio in questo anno, proprio mentre la splendida voce di Sara Rados è nell’aria. Imperdibile.

LE MILLE VOCI DEL GRUNG 3 marzo - L'Appartamento (FI) Il Grung, invisibile voce alata, parla per mezzo di Claudia Bombardella, musicista, cantante e compositrice, giocoliera di suoni con innumerevoli strumenti e con il suo canto limpido dalle mutevoli voci e idiomi. Claudia riprende il viaggio del Grung, volatile della mitologia armena, che ha attraversato le terre d’Armenia, Algeria, Mongolia, l’oceano pacifico “dove gli spiriti amano ancora danzare”, fino ai popoli della Groenlandia e di nuovo

TRK. SOUND CLUB: APPUNTAMENTI CON LA MUSICA SPERIMENTALE di musicaelettronica.it

mercoledì 7 marzo 2018 LES FRÈRES BOBINE

volare verso l’Europa, in Romania tra i canti degli zingari. Gli strumenti sono molti e diversi per grandezza e origine, tutti seduti intorno a lei su un tappeto, spazio sacro della cerimonia. Dal piccolo violoncello, dai clarinetti improbabili, dal legno della sansa africana, dal violino suonato in grembo, dalla fisarmonica seconda pelle, da una campana tibetana, da un pentolino del latte ed altri strumenti, si compiono epifanie sonore.

MARZO BAMBINO

knn TRKitalia | Conservatorio di Napoli Galleria Frittelli Arte Contemporanea Il secondo appuntamento dell’anno di TRK. SOUND CLUB si apre, per la nuova serie TRKitalia, con il progetto knn di Renato Grieco, musicista elettroacustico napoletano che mette in relazione musica acusmatica, power electronics e riduzionismo strumentale; focus della sua ricerca sono opere site-specific per strumenti acustici, diffusione multicanale asimmetrica, tape music e improvvisazione elettroacustica. A seguire, sarà la volta di Les Frères Bobine, forma-

Guevara e Teresa di Calcutta, Jovanotti che si innamora, Jovanotti che diventa padre: insomma ce lo ricordiamo in tutte le salse. Ma mai nella salsa del signor 8 repliche a Firenze. Il numero uno del pop italiano è impossibile non segnalarlo, perché se muove tutte queste date solo a Firenze e se i suoi sentimenti buoni fanno breccia negli italici cuori in questa dimensione potremo un giorno smetterla di prenderlo in giro per la pronuncia. Ok, Lorenzo, ok. TVB.

di Cristina Romeo

zione ideata dai compositori Stefano Bassanese e Benjamin Thigpen, che portano avanti una ricerca sonora basata sull’uso di induttori, bobine, piccoli oggetti metallici, amplificatori e computer per generare circuiti di feedback magnetici e silenziosi. A loro si affianca il clarinetto amplificato di Massimo Carrozzo, musicista altrettanto non convenzionale, per un contrappunto elettroacustico ricco di sfumature. Galleria Frittelli via Val di Marina 15, Firenze (www.frittelliarte.it) h. 21:00. Ingresso € 5,00. Info temporeale.it

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A Firenze a marzo arriva “Kids&Dragons”, una serie di eventi gratuiti dedicati al mondo del gioco di ruolo. I primi tre sabati del mese in tre Biblioteche Comunali Fiorentine i ragazzi e ragazze tra gli 11 ed i 13 anni potranno divertirsi a vestire i panni di eroi alla ricerca di tesori e non solo. Per iscrizioni: www.kidsdragons.com. Ogni domenica di marzo Villa Bardini ospiterà dei laboratori per i bambini dedicati ai personaggi delle favole. L’attività è correlata alla nuova mostra “Pinocchio, Harry Potter, Topolino, Heidi e tutti gli altri…” che, attraverso le il-

lustrazioni delle fiabe dell’Archivio Storico Salani, porterà i visitatori in un viaggio nel tempo tra le storie più amate dai bambini. I laboratori sono inclusi nel biglietto di ingresso alla mostra. Per prenotazioni scrivete a artediffusa@gmail.com.


A R T E E M O DA

Prove tecniche di dialogo di RAFFAELLA GALAMINI

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torie di regine, oscar e nazioni si intrecciano nel calendario delle mostre di marzo 2018. Il Museo del Tessuto di Prato ospita fino alla fine di maggio una mostra con i costumi ideati da Milena Canonero per il film “Marie Antoinette” (2006) diretto dalla regista americana Sofia Coppola. “Marie Antoinette. I costumi di una regina da oscar” è il titolo della mostra organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato: l’occasione di esporre i costumi che sono valsi nel 2007 un premio Oscar alla Canonero è stata data dalla collaborazione con la Sartoria The One, che custo-

disce gli abiti che raccontano la storia dello spettacolo tv, teatrale e cinematografico. La mostra è un ideale coronamento dell’altra esposizione in corso presso la Sala dei Tessuti antichi, “Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo” organizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e Museo Stibbert di Firenze: qui può essere ammirata l’evoluzione dello stile e della moda nell’arco di un secolo. Apre invece il 16 marzo a Palazzo Strozzi la mostra “Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano”. Le vicende di arte, politica e società nell’Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione del Sessantotto si intrecciano lungo un percorso espositivo d’eccezione. In mostra circa ottanta opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto. L’esposizione, curata da Luca Massimo Barbero, offre

uno spaccato inconsueto di un momento di grande fermento culturale italiano che porto dagli anni del boom alla protesta giovanile: “un itinerario artistico che parte dal trionfo dell’Arte informale per arrivare alle sperimentazioni su immagini, gesti e figure della Pop Art in giustapposizione con le esperienze della pittura monocroma fino ai nuovi linguaggi dell’Arte Povera e dell’Arte concettuale” sottolineano gli organizzatori. foto di Leonardo Salvini

MUSICA di RICCARDO MORANDI

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l terzo mese dell’anno, quello dei giardini del compianto Lucio, quello “pazzo” per via del clima, quello delle elezioni politiche. Marzo è questo: dopo l’inverno, il Natale, i club che hanno riaperto, il problema della fila al guardaroba (“dentro c’è caldissimo e fuori si gela”) siamo lieti ed onorati di annunciare quello che ci sarà da ascoltare nella nostra città e che, come abbiamo sempre detto, non delude mai. Ve lo diciamo subito, son tutti eventi grandi. Niente concertini, niente tempo perso ad ascoltare coloro che sono stati grandi una volta o che forse lo diventeranno (?) in futuro. Solo grandi autori, come Zucchero, che farà da apripista sul palco del Mandela Forum il 3 marzo: il signore che ha creato il blues emiliano se la gioca stavolta alla grande proponendo in pratica il live del “best of”. Che il diavolo sia con lui, stavolta, visto che sicuramente non lo sarà con Gianni Morandi, di scena sullo stesso palco dopo appena due giorni, il 5 marzo. Reduce dall’ospitata del Festival di Sanremo avrà l’arduo compito di spendere forse qualche parola sui risultati elettorali, secondo noi sulle note del suo pezzo “Varietà”. Ma l’ex palasport di Firenze non vivrà solo per i concerti appena citati, perché è in arrivo a Firenze il ciclone Jovanotti, che inanellerà una serie di repliche in stile “A Chorus Line” a Broadway. L’ex giovane scapestrato, l’ex ragazzo di Cortona, colui che oramai si fa la barba solo ai cambi di Luna avrà a disposizione otto serate dal 10 al 22 marzo: otto live in cui l’affluenza sarà altissima e che consacrano, volenti o nolenti, forse la maggior popstar vivente del nostro stivale. Passando per la data del 21 marzo all’Obihall dove si esibirà l’aspirante menestrello dal volto plastico Lorenzo Baglioni e dal concerto degli ex miti della gioventù alternativa di venti anni fa, i Modena City Ramblers. Chiudiamo con Brunori Sas, il 29 e 30 marzo al Teatro Verdi: uno dei migliori cantautori di oggi, un calabrese che parla di Firenze, un figlioccio di Gaetano, Rossi e De Gregori. “Vogliamolo” bene, andiamo a vederlo.

MATERIA PRIMA La rassegna del contemporaneo al Teatro Cantiere Florida

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uest’anno Materia Prima, la rassegna che a marzo anima il Teatro Cantiere Florida, giunge alla sua quinta edizione e si conferma lo spazio in cui prendono forma le visioni del teatro contemporaneo, dalle nuove creazioni alle proposte dei maestri della scena. Un tema sotterraneo guida l’edizione 2018 di Materia Prima: “Oi barbaroi”, i barbari. I barbari sono i balbettanti, gli analfabeti, i selvatici, i diseguali, gli invasori, gli incivili, gli incolti, gli incompleti, i nomadi, i senza terra, i senza identità, i senza lavoro, gli smemorati. Un territorio umano che è anche un orizzonte culturale. Una edizione, questa, che crea spazio e fa spazio alle nuove proposte e alle idee rivoluzionarie. Genti straniere, fuori luogo, fuori contesto, come Un Eschimese in Amazzonia di Liv Ferracchiati, una produzione The Baby Walk (Premio Scenario 2017) che apre la rassegna giovedì 8 marzo. Arrivano e hanno parole incomprensibili, primordiali come gli istinti di cui narrano nella storia di Macbettu (Premio Ubu 2017 come migliore spettacolo dell’anno) nella versione in barbaricino di Alessandro Serra con lo straordinario Leonardo Capuano, il 15 marzo. Materia Prima 2018 è anche un’invasione attesa di chi viene da periferie remote e vicinissime per raccontare storie di quotidiana stanchezza, storie minute di eroiche speranze. Come i ragazzi di Collettivo Controcanto che in Sempre domenica (Premio Inbox 2017) raccontano giovedì 22 marzo storie dolorose e grottesche legate al mondo del lavoro. La presenza di tre attrici straordinarie, come Daria Deflorian (che terrà anche un laboratorio di alta formazione per attori), Monica Piseddu e Monica Demuru, confermano l’attenzione alla qualità artistica dei progetti in un omaggio alla grande letteratura europea con Annie Ernaux (Premio Strega europeo 2016 con Gli Anni) e il suo Memoria di ragazza, in scena giovedì 29 marzo. Infine un evento straordinario e una collaborazione preziosa vedrà Materia Prima all’interno della programmazione di Middle East Now, il festival di cinema mediorientale, sabato 14 aprile per un appuntamento che chiuderà una quinta edizione davvero speciale. Pubbliredazionale



FIRENZE PERIFERIA

FIRENZE CITTÀ di GIACOMO ALBERTO VIERI

di MADDALENA MESSERI

A Walk on the wild side

Racconti al capolinea

Chiudiamo l'ombrello che il sole non ci trova

Mantignano - Ugnano

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l capolinea dell’autobus numero 44 porta a Mantignano-Ugnano, un’isola lontana, un luogo antico dove la città incontra il verde dei campi di pianura. È strano perché, una volta arrivati qui, ci si scorda di Firenze, addio alle stradine strette del centro, ai palazzi, alle macchine: qui anche i turisti e i falsi mimi diventano immediatamente un ricordo lontano. Questo è un luogo che come Venere è nato dalle acque e dove ancora l’acqua regna sovrana: il fiume Arno, tenuto a bada dall’Argingrosso, il più antico acquedotto della città ed i mille rigagnoli che solcano i campi, indispensabili per l’irrigazione dei tanti orti della zona. Perché a Mantignano-Ugnano, che poi sono due paesini dai confini impercettibili che si potrebbero chiamare direttamente “MantUgnano”, sembra proprio di essere in Polesine, nella pianura veneta che conserva la foce del Po, una lingua di terra stretta e lunga solcata da piccoli corsi d’acqua che regala spesso dei paesaggi rarefatti meravigliosi. Questo Polesine fiorentino si scopre attraversando i suoi campi e ai bordi delle strade ci sono dei piccoli argini dove sopra si può passeggiare, sopra questi grandi dossi orizzontali ricoperti dall’erba, che alla fine sembrano un unico grande cuscino di gommapiuma che protegge le auto dalle sbandate notturne. A “MantUgnano” ci sono ancora i contadini, e in base alla stagione si scorgono infinite distese di insalate, pomodori, o, come in questo periodo, grossi cesti di cavolo nero, piante di carciofi e radicchi colorati. In mezzo ai campi ci sono le casine, tutte uguali e vicine, gialle o bianche, con le finestre piccole, i soffitti bassi ed i tetti rossi, come le facevano un tempo. Quasi tutte a schiera, perché che senso ha stare lontani in un posto così confortevole? Poi c’è la Pieve, austera e ben piazzata con il suo campanile tarchiato, l’immancabile baretto scalcinato e le scuole elementari in un’improbabile struttura pseudo-industriale di vetro e mattoncini. Ma se sulla scuola ci si può passar sopra, lo stesso non vale per un isolato di case di edilizia popolare che qualche architetto a fine anni ‘80 ha pensato di disegnare in netto contrasto con l’armonia del paesaggio di Ugnano: palazzine bianche in cemento armato in stile Ibiza che non hanno niente della sobrietà della tipica casa toscana. Per fortuna sono poche e non sono i classici casermoni, e proprio come succede nei parchi divertimento abbandonati dopo gli uragani, quando la natura si riprende il proprio spazio e le piante avvolgono tutte le lamiere arrugginite, anche qui, grazie agli alberi cresciuti, le case restano abbastanza nascoste e sono quasi accettabili. Non c’è niente qui, questo è vero. Per arrivare con i mezzi dal centro alla fine ci vuole un’oretta, anche questo è vero. Ma qui si respira l’aria buona e pensavo che sarebbe bello tornarci ogni tanto, a passeggiare in questi campi del Polesine fiorentino, tra una serra, un orticciolo e un contadino con la vanga in mano che ti sorride incuriosito.

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i sono un paio di posti su viale Corsica, dove torno bambino e insieme invecchio: accadono cose, passeggiando per via Circondaria, un giovedì mattina d'inverno, con la pioggia obliqua, fine fine, che si appoggia sulle guance, e ti chiedi: “Ma l'ombrello?”. Eh. “Ma gli ombrelli li hai persi tutti quanti”, ti rispondi. Insomma ci sono posti, se li cercate bene dietro via dell'Arcovata o in quel dedalo di congiunzioni, divieti, insenature, cul de sac, dove qualcuno a febbraio, “sotto cieli noncuranti” – come scriveva Dylan Thomas – parla di bitcoin al bar e di come si fanno i soldi: “e si svolta ciccio, da' retta a me!”. Mangiano il cornetto vuoto e si sbriciolano sul cappotto un po' di sfoglia e, a bocca piena, con la tazzina di caffè davanti sul bancone, ragionano di economie invisibili, dello Stato che ci fotte ogni volta, delle tasse e del 4 marzo, che son tutti “ladroni, baciapile, mangiaufo a tradimento”. Io non so come si facciano i soldi. Men che meno col trading online. Allora mi metto ad ascoltare la signora Clelia, che parla al telefono con la figlia: siede al tavolino, con un cappotto di angora arancione, butta un pezzettino di schiacciata vuota per terra, il suo barboncino lo raccoglie, lei dice: “Mi porti i bambini oggi? Allora vado a fare la spesa, compro la pizza al forno per Matteo, quella che gli piace tanto”. Ma la figlia, forse, dice che non ce la farà a passare oggi. Clelia ripete: “Ah, va bene. Ah, d'accordo. Allora ci sentiamo domani”. E poi chiude la telefonata e con uno sguardo vacuo, la presa tentennante, comincia a sfogliare le pagine de La Nazione. Economie invisibili, delusioni, gente che comunque ci fotte ogni volta, le pizzette del forno, il caffè nelle tazzine quadrate della Segafredo. Alcuni giorni, su viale Corsica, non sai se è ieri o se è domani: l'oggi, in ogni caso, è un unico, lungo compromesso con tanti semafori, strade senza sfondo e palazzoni improvvisati.

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il di ROCCO GURRIERI

uestionario con Maurizio Lombardi Nato a Firenze nel 1973, Maurizio Lombardi è attore di teatro e astro nascente del cinema e della televisione. Dopo una travagliata carriera scolastica entra da ragazzo nella compagnia Arca Azzurra di Ugo Chiti e vi resta per un decennio prima di - da vera tradizione fiorentina - distaccarsene e portare avanti la propria strada. Lo abbiamo visto recentemente in tv e al cinema in “The Young Pope” di Paolo Sorrentino, in “All The Money In The World” di Ridley Scott e “Il ragazzo invisibile 2”, di Gabriele Salvatores.

Nome. Maurizio. Cognome. Lombardi. Complemento oggetto. Attore, autore. Il progetto al quale stai lavorando. Al momento la risposta è top-secret, posso dire che si tratta di una serie televisiva di produzione italiana, inglese e tedesca. Un progetto al quale vorresti lavorare. Il mio primo film. Ambientato a Firenze, è un progetto al quale ambisco da tempo. Aspetto di potermici dedicare totalmente. Cosa fai quando nessuno ti guarda. Lustro casa come uno specchio. Sarà perché ho lavorato tanto a bordo degli yacht ma giuro che sono un mostro nelle pulizie, sfido chiunque a battermi. Una festa indimenticabile. Un compleanno di un caro amico. Tre giorni di festeggiamenti, ma i ricordi sono limitati all’inizio e alla fine, nient’altro. Chi c’era, sa cos’è successo. Un film del quale ammiri lo stile e l’eleganza. Senza doverci pensare troppo? I due film di Tom Ford. La canzone che canti più spesso. N.1 Party Anthem degli Artic Monkeys e Andrea di De André. Cosa ti fa “impazzire” in senso positivo. Il talento. Di qualsiasi tipo. Quando vedo una persona eccezionale nel fare qualcosa mi emoziono. La cosa più assurda accaduta nella tua carriera. Una che mi ha sconvolto. Le riprese con Jude Law di “The Young Pope”. Avevo davanti Sorrentino, i produttori di HBO e Diane Keaton che arrivava alla mia destra. Un momento della tua vita in cui ti sei sentito in stato di grazia. La rappresentazione del “Re Leone” in un villaggio in Sardegna dove lavoravo. Una bambina venne da me in lacrime credendo che –in quanto Scar - fossi morto. Per lei non ero un attore, ero un leone per davvero ed ero morto sul serio.

Un attore e un’attrice che hanno cambiato la tua percezione della recitazione. Dustin Hoffman, un gigante. E Gena Rowlands. Cosa non capisci del 2018. Che c’è chi progetta l’insediamento su Marte e chi perde tempo dietro alle tessere di partito. Un talento che vorresti avere. Primo ballerino del Bolshoi. Una tua mania. Scrivere continuamente qualsiasi cosa su carta. Un incontro unico. Lo amo troppo, Paolo Sorrentino. Recentemente invece una creatura femminile. Hai mai fatto a pugni? È capitato, ma vorrei saperci fare di più. Sei mai stato vittima di stalking? In qualche caso. Me ne sono liberato usando le loro stesse armi. Un libro che hai consumato. “Il conte di Montecristo” di Alexandre Dumas. Hai mai avuto un vero buon insegnante a scuola? Il professore di architettura all’università. Ci ha insegnato tutto senza praticamente parlare di architettura, un genio. E uno che detestavi? La professoressa di francese al liceo. Era profondamente sola, ma che stronza! La cosa più buffa che ti è successa a letto. Durante un incontro piuttosto focoso mi è stato dato uno schiaffo così forte che ho perso i sensi. Un film di cui conosci le battute a memoria. Facile, “Frankenstein Junior”. Un sogno che fai spesso. Sono sotto il mare e sopra di me passano migliaia di pesci coloratissimi. Finisco l’ossigeno e invece di salire verso la superficie mi ritrovo a nuotare nel cielo. In cosa eri bravo da ragazzo. Ero un cecchino con la cerbottana, ho mandato all’ospedale metà dei miei amici. La cosa più bella del tuo lavoro. Raccontare storie. Mi commuove, lo considero un privilegio. C’è un paradiso per gli attori? Se ci fosse son sicuro ci mostrerebbero le mura ma non ci aprirebbero la porta.


ESSERI URBANI di FRANCESCA CORPACI

I cinesi dai cinesi

È

mirabile la maniera in cui, presso alcune civiltà dell’Asia, la cultura zen sia sopravvissuta alle vessazioni della modernità. Un esempio: ogni anno dalla Cina un numero imprecisato di cinesi prende ferie, striscia carte, compra aerei, occupa cuccette, prenota alberghi e percorre più di moltissimi chilometri per andare a mangiare dai cinesi. Fanno i bagagli, i cinesi in Cina, poi dicono: “Esco un attimo, vado dai cinesi”. Chi rimane assiste in silenzio come ad un rituale, fantasticando sul giorno in cui, finalmente, si imbarcherà a propria volta in direzione zuppa di medusa. Camminano i cinesi della Cina, per le vie di città un tempo antiche e ormai soltanto vecchie. Seguono ombrelli sospesi nell’aria, bandiere, fazzoletti. A volte incontrano un cugino che non vedevano da un po’. “Dove vai?”, domandano. “Dai cinesi”. “Uh!”. E via zitti, come se ogni parola fosse di troppo. Dai cinesi ordinano pollo freddo, i cinesi della Cina, poi si scontrano, giustamente indignati, col divieto di fumo negli esercizi commerciali. A guardarli ricordano certi santi viaggiatori, che in tempi remoti lasciavano loro stessi per ritrovarsi altrove. Mi consulto in proposito con J, magnate locale nel ramo “anatra alla pechinese”. Per celarne l’identità indicherò il noto ristorante a lui intestato col nome fittizio di “Il Mandarancio”. Interrogo, dicevo, il proprietario del Mandarancio: “Non ti sembra che sfuggano la cinesità i cinesi della Cina, che ne prendano le distanze per riacquistarla sui menù dei cinesi italiani?”. Segno zodiacale tigre e persona di concetto, J. teorizza: “Mi sa che preferiscono le zampe di gallina al lampredotto”. In silenzio, di fronte ad un pollo ai tre sapori, constatiamo l’impenetrabilità delle filosofie orientali.

Illustrazione di Marta Staulo

PA L E S T R A R O B U R

LEZIONI DI GINNASTICA C U LT U R A L E P E R F I O R E N T I N I

Il bipiano di RICCARDO VENTRELLA

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e abbiamo già parlato su queste pagine, ma con la tranvia che si avvicina è bello tornare sui tempi leggendari del bipiano. Dicesi bipiano un autobus a due piani, che a Firenze era pitturato in verde perché quello era il colore di bandiera dell’Ataf, prodotto da un’azienda del Sud dal nome dannunziano di Aerfer, e inserito su alcune linee particolarmente popolose, tipo il 9 che andava all’Isolotto e il 22 diretto verso Novoli. Lento e macchinoso, il bipiano concedeva molti anni prima dei famigerati bus rossi turistici l’opportunità di vedere la città dall’alto, tra una scossa e la successiva. Fortemente odoroso di meccanica, olio e gras-

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so, richiedeva una certa abilità nel saper percorrere le anguste scalette al momento giusto di scendere, almeno senza franare rovinosamente al piano inferiore. Assicurava una romantica esperienza di approssimativa mobilità, una metafora tranviaria della precarietà del vivere. Oggi sarebbe impensabile anche solo a guardarlo.


BRUNORI sas di RICCARDO MORANDI

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er parlare di un musicista non è sempre necessario averlo visto dal vivo. Come non è necessario, a volte, per un dipinto o per una costruzione. Le Piramidi o la Guernica sono sempre le stesse, nonostante l’osservatore non abbia mai avuto modo di “vivere” queste opere. Certo è che se qualcuno parla di te e del tuo mondo, in quel caso, è "preferibile” averlo incontrato. A me è andata bene, sono franco, con Dario Brunori, o meglio con la Brunori sas. Li ho conosciuti leggendo e ascoltando piccole cose, come era tipico fare nell’età in cui spesso perdi i riferimenti, ovvero dopo i trenta. In qualche modo, fortunato, mi son trovato a condividere pezzi di vita in quel mondo “calabrese” fatto di accenti storti, di sorrisi e di buone maniere. Di comunità, di ore piccole, di ragionamenti anche astrusi. Di Dario Brunori, quello che tornerà a breve nella sua - in parte - Firenze, ricordo una cena animata prima del tour di “Poveri Cristi”, piena di speranze e idee. Ricordo le serate, le prime foto fatte, i primi saluti in Sant’Ambrogio con i fan che iniziavano a riconoscerlo. Ricordo la piccola quotidianità, le battute e le risate: ho sempre saputo e percepito che in quello che faceva vi fosse qualcosa di poetico e speciale. Ogni passo che questo progetto muoveva mi coinvolgeva, anche a distanza di chilometri. Ma non mi sembra il modo di parlare di un artista facendone una sorta di epitaffio, visto che il soggetto in questione è riuscito ad imporsi in un panorama in cui son legato a doppio nodo. La Brunori sas sarà al Teatro Verdi di Firenze il 29 e 30 marzo: un teatro, un luogo importante, una location diversa dai soliti palchi estivi pieni di polvere, birre medie in plastica e zanzare. Senza contare la TV, RaiTre, che questo mese lo vedrà protagonista in un format dal titolo “Brunori Sa”. Percorsi, analisi, canzone. Siamo felici? Certo. Perché il progetto dà un senso ed una storia a quello che è la musica italiana nel 2018 guardando a quello che hanno scritto decenni prima i Lucio Dalla, i Rino Gaetano, i Francesco De Gregori, ed anche i Vasco Rossi. Lo dà nella migliore accezione, quella con cui questo progetto si presenta sul palco. Lo dà perché a differenza di altri artisti conosciuti nell’età del disincanto, quando non sei né troppo giovane né troppo vecchio, la semplicità e la potenza comunicativa di questi signori cosentini è sempre stata qual-

cosa di coinvolgente: ma non solo per me, per tutti coloro che li hanno visti questo su un palco. Inutile percorrere e virgolettare questo pezzo con citazioni, per quello ci sono i comunicati stampa. Ci sono i social, ci sono le piattaforme online per l’ascolto dei brani, ci sono addirittura dei dischi da acquistare. La scelta di parlare di questo evento in chiave soggettiva è tendenzialmente contro il mio modo di scrivere, ma stavolta è urgente ed istintiva. È anche una scommessa sulla fiducia con voi lettori. C’è chi non sopporta i cantautori italiani ma adora solo quelli anglofoni barbuti, perché l’attitudine e spesso le velleità degli questi ultimi contamina in un delirio esterofilo anche il pubblico, generando una sorta di trend sofisticato di approccio alla musica. Succede l’opposto quando hai davanti la Brunori Sas: non c’è finzione né attitudini particolari; ci sono dubbi, riflessioni, storie e sentimenti, buoni o meno buoni, pavidi o meno pavidi. Tutto esiste, tutto è semplicemente sincero. “Brunori a teatro – canzoni contro l’incertezza”, sono certo che funzionerà. Come lo sono stato quando ho ascoltato le prime note dell’ultimo album, “A casa tutti bene” strambe a tratti, ma convincenti. Mi fido. Come mi sono fidato sentendo al volo dal precedente disco il brano “Kurt Cobain”, che mi sembrava una “mappazza” adolescenziale, ma invece è piaciuto. Mi fido, come mi sono fidato quando ho saputo che Dario Brunori voleva fare uno spettacolo teatrale: ero sicuro che se avesse messo su un palco anche solo un quarto delle battute di stand-up comedy che ci aveva propinato negli anni, la cosa sarebbe stata vincente. Ed infatti lo è stata. Fidatevi anche voi, stavolta.

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foto di FM Photographers


SUONI di GIANLUCA DANTI & GABRIELE SOBREMESA

Anna Burch - Quit the Curse Polyvinyl Esordio discografico per Anna Burch, artista di Detroit che unisce indie folk e guitar pop anni ‘90. Accostata più volte a sue colleghe più note, quali Courtney Barnett e Waxahatchee, la giovane cantautrice, dal timbro vocale facilmente

accomunabile a quello di Dolores O’Riordan, propone un album di nove tracce di puro folk pop americano che, rispetto alle due artiste sopracitate, differisce per un tono meno malinconico ma più sunny che, almeno nelle premesse, strizza l’occhiolino all’universo mainstream mostrando un’artista in cerca di visibilità. GD

Rhye - Blood City Slang dividuava all’esordio ma suona molto meno sintetico, aprendosi maggiormente verso i toni caldi degli strumenti utilizzati durante le registrazioni e i live. Non aspettatevi colpi di scena perché l’album segue una costante monotonia sonora, non perdendo mai eleganza e dolcezza ma può mostrarsi arduo da digerire tutto in un boccone. GD

"Rhye è un progetto di pop raffinatissimo di Mike Milosh, che debuttò nel 2013 con l’album “Woman” guadagnandosi numerosi consensi. “Blood” arriva cinque anni dopo e riporta alla luce quella calda intimità soul e glitch pop che si in-

Anna von Hausswolff - Dead Magic City Slang Nascere nella fredda e acculturata Svezia di fine secolo scorso è un privilegio invidiabile, crescere cullati dalle sapienti braccia di un padre virtuoso è prerogativa di pochissimi, dare sfoggio del talento donato da quei geni intraprendendo un percorso artistico personale vincente (e convincente) è cosa più unica che rara.La luce creativa che emana Anna è inconfondibilmente la stessa di quel Carl Michael von Hausswolff che tanto ha prodotto dagli anni ‘70 in termini di arte concettuale, musicale e visiva,

ma lo stile è coerente con le scelte stilistiche della musicista svedese, salda al proprio strumento musicale (l’organo) che l’ha plasmata come artista e compositrice e al personale e celebrativo timbro vocale sempre dosato ed elegante. “Dead Magic” è il risultato di una sessione di registrazioni durata 9 giorni con il produttore Randall Dunn (Chelsea Wolfe, Sunn O))), ecc.): un album graziosamente introverso nelle incantante atmosfere generate dal suono del grande organo della Chiesa di Marmor a Copenhagen ma anche straordinariamente feroce nelle pesanti sterzate drone-rock, al limite della psichedelia, di matrice Swansiana. GS

CASA JAZZ

U

n marzo “pazzerello” è quello che ci aspetta. Un mese che prevede temperature caldissime, visto il gran numero di concerti in programma tra Firenze e provincia, con qualche incursione nel senese e nel pisano. Un mese fatto di suoni internazionali, grandi ritorni, colori musicali tra i più diversi e sorprendenti. Iniziamo da Sesto Fiorentino che sul palco del Teatro della Limonaia accoglie la nuova edizione di Sesto Jazz con nomi di fama mondiale: il Chris Speed Trio (1 marzo) con il talentuoso sassofonista statunitense accompagnato da Dave King alla batteria e Chris Tordini al basso e il violoncellista Ernst Reijseger (3 marzo), noto per le sue performances in solo, durante le quali è capace di creare, diventando un tutt’uno con il suo violoncello, delle vere e proprie opere d’arte. Il 10 marzo sarà la volta di un duo ormai consolidato e amato: Uri Caine e Dave Douglas saliranno sul palco del Teatro del Popolo di Castelfiorentino per dar vita a un concerto raffinato, equilibrato, libero e altamente creativo.

La primavera arriva… a suon di jazz di GIULIA FOCARDI

Sempre di tenore internazionale è il tris di veri assi calato da Pisa Jazz: Ivan Mazuze Quartet (18 marzo, Teatro Sant’Andrea) per un sound originale, inconfondibile, una delle massime espressione del jazz contemporaneo, muovendosi tra le sonorità tradizionali africane e la world music; Gonzalo Rubalcaba (21 marzo, Teatro Verdi) una delle stelle del jazz mondiale, con 15 nomination ai Grammy Awards e collaborazioni con le maggiori stelle del jazz mondiale da Gillespie a Hancock, da Galliano a Carter; la Sun Ra Arkestra diretta da Marshall Allen (29 marzo, Teatro Verdi) per un concerto che mira al superamento

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di qualsiasi limite artistico, cognitivo, immaginifico. Tornando indietro nel nostro viaggio musicale, ci fermiamo a Vicchio che in quattro giorni consecutivi ci farà fare il giro del mondo a suon di jazz. Aprirà infatti il Giotto Jazz Festival una leggenda della musica internazionale, Maceo Parker (22) con un quintetto spaziale, tra funk e free jazz; a seguire: The Jelly Factory (23), Javier Girotto & Aires Tango (24) e il progetto tra musica e teatro Io, John Coltrane. Quartetto per cinque elementi che vedrà il Living Coltrane di Stefano Cocco Cantini accompagnato dalla voce recitante di Daniela Morozzi.


PA R O L E di GABRIELE AMETRANO

La linea verticale di Mattia Torre edito da Baldini & Castoldi pag. 144 - € 15.00

I momenti della vita si possono raccontare in tanti modi e gli scrittori (quelli veri) lo sanno. Prendete la malattia, quella seria, quella che, purtroppo, troppo volte incontriamo nel nostro percorso. Gli occhi si abbassano subito e il pensiero va lì dove il dolore è fermo. È raro trovare pagine di libri in cui la malattia viene raccontata senza peso. Sono momenti in cui la lettura diventa lenta, quasi volesse magicamente rallentare il peggioramento. I periodi diventano lunghi, le frasi quasi sempre soffocanti. Beh, la vita è altro. Sì, il dolore, la visione nera della fine, il sentire che tutto sta crollando, ma anche tutto questo si può raccontare con levità. Anzi, si può narrare con il sorriso, con fragorose risate, quasi ad esorcizzare il maledetto male. "Una risata ti seppellirà bastardo cancro che mi affliggi!" Dovremmo imparare a reagire così, come le poche pagine del libro di Mattia Torre in qualche modo c’insegnano. “Linea verticale” è diventato una serie Rai, una intelligente e meravigliosa fiction con Valerio Mastrandrea che ha tenuto il pubblico incollato al divano di

Su Coltrane hanno scritto tanto. Biografie, saggi, analisi musicali e, forse, da qualche parte pure quelle del sangue. Insomma John Coltrane era un tale mito che in tanti hanno voluto lasciare traccia. Con questo libro si aggiunge oggi un piccolo tassello ad un quadro che sembrava già completo. Valerio Nardoni e Leonardo Ciardi sono voluti entrare nelle sonorità del sassofono, ne hanno vissuto le vibrazioni, la poesia, e ne hanno scritto una pièce teatrale. Il pubblico che ha assistito allo spettacolo, con la voce di Daniela Morozzi e le esecuzioni

casa. Prima della serie però c’era il libro. Una sorta di sceneggiatura romanzata, in cui la malattia rimane ai piedi di una linea verticale che siamo noi, in piedi, busto eretto, bocca spalancata a ridere di cuore. Perché anche la malattia si può narrare con una sciabolata di irriverenza e simpatia, con un sorriso che apre le porte alla speranza. Ed è vero che Mattia Torre è l’autore di “Boris” - altra serie che ha segnato una generazione - e quindi uno che sa come prendere il lettore e lo spettatore, ma è pur vero che stavolta non ha preso una tematica semplice, come il mondo della tv bensì gli ospedali, le persone che stanno male, quelle che un giorno ti russano in camera e il giorno dopo vengono portati via con un lenzuolo sugli occhi. Ha tirato fuori un piccolo capolavoro, una specie di miracolo narrativo che ci fa ridere, pensare. Leggetelo, per star bene.

del Living Coltrane Quartet, è rimasto estasiato. Chi leggerà il libro, mettendo in play il cd che lo accompagna, ne rivivrà l’esecuzione. Questa pubblicazione è pura emozione per chi ama il jazz e quell’anima immensa di nome John.

Io, John Coltrane di Valerio Nardoni e Leonardo Ciardi edito da Valigie Rosse pag. 60 + cd - € 15

Con Senso

Di Verso

PRIMAVERA

Soli, nel pianto tuo della mattina, l’erba, il silenzio, il muovere dell’ombra e gli steli del vento.

di GIULIA ALFANI

a cura di ROBERTO DEL FOSCO

L'etimo di questo mese si rileva dolcemente poetico da scrivere. La parola primavera è giunta fino a noi quasi immutata dal latino classico e popolare (prima ver, primavera). Si tratta di una parola composta: il termine prima, facilmente intuibile, viene dal latino primus, “inizio”; il secondo termine, -ver, proviene dalla parola sanscrita vas, che significa “splendere”, “ardere”. Dalla medesima radice, infatti, si fa risalire il nome latino di Vesta, dea del focolare domestico. Primavera, prima ver, ovvero “l'inizio dello splendore”, l'inizio della stagione più splendida. La primavera è, effettivamente, un inizio: della fioritura, della vita in senso metaforico per molte culture e religioni (che la legano alla nascita, alla rinascita, alla resurrezione) ed è anche la prima stagione che inizia nel nuovo anno. Proprio per questo motivo la lingua francese la chiama printemps, dal latino primus tempus. Ritroviamo “primavera” nel provenzale primvers e nello spagnolo, portoghese e catalano primavera. Nel polacco wiosna si sente l'eco del sanscrito vas, naturalmente più forte nell'hindi (vasant). Discorso a parte lo fa l'inglese spring, originato dall'antico springan con il significato di “spuntare”, “saltar fuori”, che ritroviamo tutt'oggi come sinonimo di jump e leap.

tratto dalla poesia di Alfonso Gatto L’erba in Poesie d’amore, 1973

Alfonso Gatto (1909 – 1976) è stato un poeta e scrittore italiano. Difficoltà economiche e stile di vita travagliato contraddistingueranno la sua giovinezza, trascorsa tra precarietà lavorativa e forte antifascismo. Attivo nella Resistenza, dedicherà parte della sua vita anche al giornalismo, divenendo un punto di riferimento nella letteratura di orientamento comunista. Indicato quale fervente protagonista dell’ermetismo, esprime nella poesia la sua più profonda passione: il canto d’amore è incessante, fino a divenire suggestione. Numerosi i riconoscimenti, tra cui i premi Savini (1939), St. Vincent (1950), Marzotto (1954) e Bagutta (1955). Sulla lapide che lo commemora nel cimitero di Salerno, il commiato di Eugenio Montale: «Ad Alfonso Gatto per cui vita e poesie furono un’unica testimonianza d’amore»

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L ' O T T A VA D I P I L A D E

Son tutte belle di PILADE CANTINI

Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori cantava Ariosto del furioso Orlando, di santi, Beatrice e peccatori scriveva Dante e poi Leopardi quando disse di Silvia. Pur altri scrittori di donne ragionaron di rimando. Di donne tanto scrisse anche Bukowski, chissà se n’avrà scritto Majakovskij? Donne lucenti o con gli artigli foschi, donne gentili o forse disperate, donne sul mare o donne sott’ai boschi, donne noiose e donne esagerate, donne per strada, donne dentr’ai chioschi donne sul fuoco o donne congelate, compagne oppur figliole oppur sorelle o donne mamme: sono tutte belle. Donne com'una pioggia a catinelle, come vulcani dai bollenti ardori, son luna, sono nuvole, son stelle, sono Mattoni quando butti Cuori. Come una Torre che si muove “a elle” fan crescere sul Picche rose e Fiori. Cantar le donne, insomma, che bel gioco… ma io per ora c’ho capito poco.


«Amate il cioccolato fino in fondo, senza complessi né falsa vergogna perché, ricordate: senza un pizzico di follia non esiste uomo giudizioso.» (François de La Rochefoucault)

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FIRENZE E CIOCCOLATO:

un amore

e anche voi amate tutte le variazioni del cioccolato, dal latte, ripieno al fondente, fino ad arrivare agli abbinamenti più contemporanei, a marzo a Firenze non potete non fare un giro all’evento più dolce. È prevista infatti la nuova edizione della fiera del cioccolato artigianale, che promette una veste del tutto rinnovata, tra chef illustri e show cooking etnici. Nella splendida cornice offerta da piazza SS. Annunziata, un parterre di oltre venti maestri cioccolatieri provenienti da tutta Italia offrirà al pubblico, fra cioccolatini, praline, tavolette, ganache e molto altro

di ALBA PARRINI

ancora un imperdibile viaggio da nord a sud della penisola nell'universo del cioccolato e delle sue più originali interpretazioni artigianali. Imperdibile il programma che animerà ininterrottamente le giornate dell'evento, con preparazioni in diretta e cooking show firmati da chef stellati e di caratura nazionale: Rocco De Santis (Santa Elisabetta), Deborah Corsi (La Perla del Mare), Beatrice Segoni (Konnubio), Matia Barciulli (Osteria di Passignano), Alessandro Liberatore (Villa Cora), Vincenzo Guarino (Il Pievano), Silvia Baracchi (Il Falconiere), Alessandro Sardi (La Bottega del Buon Caffè) e Massimiliano Catizzone (Villa La Palagina). Tanti gli abbinamenti arditi, in

La manifestazione ad ingresso gratuito è aperta tutti i giorni dal 2 all’11 marzo in piazza S.S. Annunziata, dalle 10 alle 22.

particolare il piatto proposto da Rocco De Santis: Anguilla e Cioccolato. “Il cioccolato è un elemento essenziale e molto versatile della cucina” - ci racconta lo Chef - “si presta infatti a moltissime interpretazioni. In questa occasione lo proporrò in crema con fichi del Salento in abbinamento ad un’anguilla scottata, per omaggiare sia la mia terra d’origine, dove l’abbinamento fichi e cioccolato è un must, che la Toscana, dove è forte la tradizione per capitoni e buratelli”. Guest star con piatto a sorpresa, lo chef Alessandro Borghese, che ha fatto suo il motto “il lusso della semplicità”. Vedremo quali sorprese ha in serbo per Firenze.


PA L AT I F I N I di MARTA STAULO

Il pesto Risale a pochi giorni fa l’asta da Christies del dipinto di John William Waterhouse “Isabella e il vaso di basilico”, olio su tela realizzato nel 1907. La tela rappresenta il poema di John Keats che immagina ambientata a Firenze la quinta novella della quarta giornata del "Decamerone". La storia è quella di Lisabetta da Messina che seppellisce in un vaso la testa del suo amato, assassinato dai fratelli che contrastavano il loro amore. Dalle lacrime versate su quel vaso nascerà un “basilico magnifico e profumatissimo”. La novella è diffusa in più versioni, tra cui quella che dà il nome in Campania alla pianta stessa - vasinicola tradotto “vaso di Nicola”, perché a costui apparteneva, in una delle versioni tramandate, la testa mozzata nel vaso. Ne ha fatta di strada l’erba dei re (dal greco basilikos) per arrivare a troneggiare come ingrediente principale del pesto - alla genovese nelle dispense del giovane pezzente. Se nel 1984 Nanni Moretti in “Bianca” celebrava la Nutella come l’antro uterino dove il trentenne aveva bisogno di rifugiarsi dalla società adulta che incombeva con i suoi doveri; il pesto sembra incarnare per la generazione #nofuture lo status di “vorrei esser grande ma non posso”, e allora mangio qualcosa di verde perché sono al verde, perché tutto ciò che è verde è verdura, la verdura fa bene e la mangiano i grandi. Ma se vuoi provare ad esser grande davvero, metti su Calcutta, armati di minipimer e fattelo almeno in casa!

GOLE PROFONDE di TOMMASO CIUFFOLETTI

L’olio Una cosa, su tutte, serve per un buon pesto. Cazzarola, l’olio! Avete presente che se l’olio buono lo avessero avuto i francesi, voi col cavolo che avreste trovato boccettine di olio abbandonate sui tavolini dei ristoranti (magari tavolini all’aperto, sotto il sole d’estate) a far compagnia a pepe e sale. Buttato lì, quell’olio, come una roba di nessun valore. Lo avessero avuto i francesi l’olio buono, oggi avreste l’abitudine d’andare al ristorante e vedervi presentare il menù, la carta dei vini e anche la carta degli olii. E l’avreste pagato caro l’olio con cui accompagnare la vostra cena! E sapete cosa? Sarebbe stato giusto. Perché io non ne posso più di sentire qualche fenomeno che ripete la lagna dell’olio italiano mescolato con quello spagnolo o marocchino (oh che vergogna, signora mia!) e poi va al supermercato e cerca l’olio da 3 € al litro. E tu, amore mio, per 3 € al litro ti permetti anche di recriminare sulla provenienza? Ma tu per 3 € al litro meriti che dentro quella bottiglia ci sia la tua anima svenduta al demone dell’ipocrisia più stracciona, con cui condire un bel piatto di tipica indignazione demenzialpopolare. L’olio dovrebbe iniziare ad essere rispettato. A partire dai tavoli dei ristoranti, tutti, anche il più infimo e che ciò possa essere di stimolo per tutti i produttori (compresi quelli protagonisti di qualche brutta frode negli anni passati). Per poi essere rispettato da clienti e consumatori. Non per vezzo, ma per riconoscere ad uno dei cardini della nostra civiltà (e non esagero!) la dignità che merita. Al pari, e anzi più, della Divina Commedia, della Cappella Sistina e del Mondiale dell’82. Io confido che le cose cambieranno nei prossimi anni. In meglio. E credo che a dare un contributo importante ci sia Dievole, azienda chiantigiana (da qualche anno in mano ad un ricco argentino) che sta puntando molto sull’olio. Mezzo litro della sua Coratina viene una decina di euro. E li vale tutti. https://www.dievole.it/it/shop/monovarietale-coratina/ 29


OROSCOPO di VIRGINIO illustrazioni di MELANIA BRANCA

Scoprire che anche il lavoro può essere divertente e che finora ti sei stressato inutilmente, sarà liberatorio. Anche il mondo intorno a te ti sembrerà più calmo, e questo ti aiuterà a trovare più tempo libero. Approfittane per occuparti della tua famiglia, qualcuno potrebbe aver bisogno di te.

In questo mese avrai diverse occasioni per rafforzare il tuo carattere e la tua vita in generale. Non aver paura di metter in pratica le tue idee, ti permetterà di metterti in evidenza nel modo giusto rispetto agli altri, in molti lo apprezzeranno e, credimi, questo è ciò di cui hai bisogno ora.

Ti sei trascurato un po’ troppo ultimamente, e il tuo fisico ne sta risentendo. Impegnarsi in qualche attività fisica, oltre a farti stare meglio, potrebbe portarti a stringere nuove amicizie, magari anche una di quelle che ti cambiano la vita. Quindi schiodati da quella sedia e vai a fare qualcosa.

Mostrati sempre corretto e laborioso, vedrai che ti riuscirà facilmente in questo periodo particolarmente positivo per te. Indubbiamente questo ti metterà in buona luce rispetto a chi ti sta intorno, ma non approfittarne troppo, potenzialmente potrebbe portarti anche diverse inimicizie.

Il tuo ottimismo potrebbe indurre qualcuno a credere di potersi approfittare di te. Fagli capire che si sbagliano e allo stesso tempo non perdere la solarità che ti contraddistingue. Esci con gli amici, non isolarti e tieni sempre aperta la porta del cuore, qualcuno potrebbe entrarci all’improvviso.

Ci sono momenti in cui non gira proprio come dovrebbe girare, e questa volta tocca a te. Cerca comunque di rimanere positivo e pensa che verrà il tuo momento, dopotutto non sempre si può brillare. Motivo in più per non cercare di risolvere i tuoi problemi da solo. Ricordatelo.

Non sarà facile riuscire a trovarne il tempo, ma dovresti prenderti cura di te, ne hai bisogno. Nonostante ciò intorno te percepirai una bella energia positiva. Questo potrebbe portarti ad incontrare una persona speciale, quindi ti consiglio di uscire spesso, rimarrai sorpreso da quanto ti farà bene.

Anche se questo mese, sinceramente, non è che ti ammazzerai di fatica, non vergognarti nel voler cercare un po’ di riposo, dopotutto ogni tanto è anche necessario. Sforzati comunque di aiutare gli altri, le buone azioni rimangono nella memoria di chi le riceve, e avrai occasione di esserne ripagato.

C’è ancora questa sensazione di tensione che ti circonda e, se accetti un consiglio, posso dirti due cose che possono aiutarti a superarla: cerca la compagnia dei tuoi cari per sentirti bene e rilassato, e scarica tutta l’energia che ti senti addosso in qualche attività fisica. Vedrai che poi tutto sembrerà più chiaro.

Non approfittare dell’energia che ti senti addosso per prendere decisioni affrettate. È vero, tutto sembra andare secondo i tuoi desideri e so che per questo motivo vorresti buttartici a capofitto, ma valuta attentamente ogni pro e ogni contro prima di scegliere in quale direzione andare.

Non lasciarti sommergere dal lavoro, riserva un po’ del tuo tempo agli amici speciali e ai tuoi cari. Non farlo per loro, ma per te. Potrebbe presentarsi una situazione difficile da superare ma non farti spaventare e non aver paura di rimandare progetti importanti, ora puoi permettertelo.

L’unico modo per annientare lo stress è raggiungere la pace interiore. Incredibilmente riuscirai a trovarla, e con essa troverai anche del tempo da dedicare a te e a ciò che ami fare. Anzi, a dirla tutta più ti impegnerai in ciò che ti piace, più crescerà la tua voglia di fare. Provaci.

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La situazione in Siria continua a essere difficilissima e a pagarne le conseguenze molto spesso sono i piÚ deboli. Per questo motivo promuoviamo un importante intervento a sostegno dei bambini di Aleppo, con l’obiettivo di garantire loro cibo, cure mediche e ogni tipo di assistenza per aiutarli a superare i gravi traumi subiti a causa del conflitto.

Scopri il progetto su www.ilcuoresiscioglie.it

in collaborazione con

IL NOSTRO IMPEGNO IN SIRIA PER I BAMBINI E LE BAMBINE DI ALEPPO


PRESENTA QUESTA PAGINA ALLE CASSE DEL CINEMA, PER TE UN BIGLIETTO RIDOTTO! “ MERAVIGLIOSO” THE GUARDIAN “INCANTEVOLE, PROFONDO E COMMOVENTE” VARIETY “LA COPPIA CINEMATOGRAFICA DEL SECOLO” INDIEWIRE

a La prim a donn regista ta premia r sca con l'O ra rrie alla Ca

Il Carti er-Bres son del 21° secolo Be aux Art s Maga zine

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