Lungarno n. 58 - gennaio 2018

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Gennaio 2018



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SOMMARIO

Lontani dal cuore 5

Editoriale

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Lontani dal cuore

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La macchina del tempo

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Niente panico

10 CSA Emerson Mondeggi Bene Comune 11

Cinema Settignano TRK. Sound Club

13 La prospettiva della notizia 14 Intervista a Michele Andrei

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Michele Andrei

15 In sala Sipario 16 L’agenda di gennaio 18 Gennaio da non perdere 19 Fuori dal prezzo pieno 20 Arte Musica 21 Hip Hop di taglio 22 Esseri Urbani Palestra Robur 23 Centro / Periferia 24 Casa Jazz

21 Hip Hop di taglio

25 Suoni 26 Parole Di Verso / Con Senso 28 La Cova Tapas 29 Palati fini Gole profonde 30 Oroscopo


Domeniche a Teatro con

associazione culturale

QUELLI DELL’


EDITORIALE di GABRIELE AMETRANO

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uando ero adolescente vivevo a Roma, in uno di quei quartieri nati negli anni Sessanta in cui le abitazioni e le strade avevano preso il posto alla campagna. Non ero lontano dal centro, appena sei chilometri, ma quando salivamo su un autobus sembrava un viaggio infinito spostarsi per fare la passeggiata domenicale nel salotto laccato della Capitale. Era una traversata e noi dei piccoli Ulisse alla scoperta. Tutto sembrava gigante, tutto lontano e inafferrabile. Per quanto la latitudine sia stata diversa, non credo che gli adolescenti di Rifredi o dell’Isolotto di trenta anni fa avessero impressioni diverse dalle mie. Poi si cresce, e da Gavinana a Piazza della Signoria diventa una passeggiata possibile col bel tempo. Immagino quei ragazzi di San Frediano scrutare l’orizzonte dal Lungarno e avvistare lontanissima la cupola del Duomo, per poi trovarsi adulti e andare quotidianamente a lavorare a piedi in qualche ufficio del centro. Credo siano gli anni a cambiare le distanze. Ma se la nostra prospettiva muta, accorciando le distanze, la città aumenta la sua territorialità, acquisisce spazi, mangia i suoi confini creandone altri un poco più in là. E nel frattempo quel quartiere che ieri sembrava così lontano oggi fa parte del tessuto urbano centrale, senza più distinzione se non quella che vogliamo creare per necessario orientamento. A me piace pensare ad una città che abbia un corpo unico, che pulsi nello stesso modo, in via Tornabuoni come in Viale Talenti, in Piazza Duomo come in Piazza Puccini. Ne percepisco il centro, per utilità, per conseguenza storica, ma poi la vivo senza distinzioni, pensando che ogni strada sia la mia città. Cominciamo così il 2018, con un numero di Lungarno che si muove con disinvoltura senza linee ideali di confine ma considerando Firenze un’unica e bellissima città. Questo mese abbiamo provato a cambiare prospettiva puntando lo sguardo dal centro verso confini. E nonostante il racconto delle zone limitrofi al centro, mancherà una parola in tutte le pagine che leggerete: è una descrizione oggi abusata di quelle zone che altri vogliono far sembrare diverse ma per chi le vive è quotidianità, è casa. Se vi verrà alle labbra, se sarete lì lì per pronunciarla, fate come noi e modificatela nel più bel pensiero d’amore. Dite città, chiamatela Firenze.

In copertina Confini mutevoli di Alessandra Marianelli Gennaio è un po’ il lunedì dell’anno, finiscono le feste, si esce dalle coperte e si deve ri-cominciare. Il nome di questo mese deriva dal dio romano Giano (Ianuarus), antica divinità delle porte, dei ponti e dei viaggi in generale, simboleggia quindi passaggio e cambiamento. Questo può voler dire iniziare l’anno con occhi diversi, guardandoci intorno, scrutando fuori dai nostri schemi e dal nostro centro. Alessandra Marianelli porta nel disegno tutta la sua esperienza acquisita nei suoi anni da Luchadora in Messico, e tanto basta.

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N. 58 - Anno VI - Gennaio 2018 - Rivista Mensile

Direttore Editoriale: Gabriele Ametrano

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Con il contributo di

Editor: Arianna Giullori Responsabile commerciale: Monica Falco Amministrazione: Arianna Giullori Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. PER INFO E PUBBLICITÀ monica@lungarnofirenze.it - 389 1067456

Distribuzione: Ecopony Express - Firenze Hanno collaborato: Tommaso Ciuffoletti, Jacopo Aiazzi, Marcho, Antonio Montanaro, Bianca Ingino, Francesca Gianassi, Francesco Orlacchio, Giacomo Alberto Vieri, Maddalena Messeri, Giulia Focardi, Raffaella Galamini, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, Cristina Romeo, Leonardo Cianfanelli, Caterina Liverani, Gabriele Ametrano, Francesca Corpaci, Marta Staulo, Riccardo Ventrella, Gianluca Danti, Gabriele Sobremesa, Giulia Alfano, Roberto Del Fosco, Alessandra Marianelli, Virginio.


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LONTANI DAL CUORE

Perchè i fiorentini abbandonano il centro di JACOPO AIAZZI

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irca mille residenti fiorentini, ogni anno, decidono di abbandonare le loro case nel centro storico. Secondo i dati dell’ufficio statistica di Palazzo Vecchio, il centro storico ha perso oltre ventimila residenti in 25 anni, solo in parte sostituiti da nuovi abitanti stranieri. Un esodo analizzato anche da una recente ricerca fatta da

Palazzo Vecchio insieme a Vodafone prendendo in esame la permanenza e gli spostamenti dei cellulari. Secondo i dati delle reti telefoniche, all’interno del centro storico soggiornerebbero stabilmente 15mila residenti in più di quelli registrati all’anagrafe, mentre il 54% dei fiorentini dentro le mura non ci mette piede, sostituiti da oltre 18 milioni di turisti all’anno, quasi il doppio rispetto a quelli registrati in questu-

ra nel 2016. Ad ospitare questi nuovi abitanti mordi e fuggi, secondo i dati presentati da Cgil, Sunia e Federconsumatori, c’è una distesa di AirBnb con oltre il 20% delle case del centro messe a disposizione sulla piattaforma e la percentuale più alta in Italia, insieme a Venezia, di affittuari in base alla popolazione, pari all’1%. Ma perché sempre più fiorentini decidono di vivere fuori dalla culla del Rinascimento?

Mara, 74 anni, pensionata Ho vissuto in via Palazzuolo fino all’età di 6 anni, poi mi sono trasferita all’Isolotto. Dopo tanti anni sono ancora molto contenta del quartiere in cui vivo. Ho una casa spaziosa, con un bel giardino condominiale. Esco di casa e in quindici metri sono all’Arno, attraverso un ponte ed entro nelle Cascine, dove faccio sempre delle lunghe passeggia-

te nel verde. Raggiungo il centro a piedi in venti minuti, ma potrei anche prendere l’autobus o la tramvia. In centro, però, non ci vivrei mai: c’è troppa gente e troppo caos, sia di giorno che di notte, ed è difficile parcheggiare la macchina. Nella mia zona non mancano supermercati, ambulatori, scuole e centri per anziani.

Daniel e Marina, 31 anni, impiegato e commessa Prima di sposarci abbiamo deciso di venire a vivere a Bellariva. È una zona spaziosa, verde e senza grossi problemi di parcheggio. Il centro per noi non è mai stata un’opzione; c’è troppa confusione, le case sono vecchie, ci sono troppe

difficoltà ad utilizzare l’auto ed è sprovvisto di mezzi pubblici. In centro ci andiamo raramente, per fare una passeggiata o acquisti. Fosse per noi andremmo a vivere anche più fuori città.

Margherita, 28 anni, dottorato di ricerca Ho sempre vissuto a Novoli insieme alla mia famiglia. Presto mi trasferirò a vivere da sola, ma sempre in questo quartiere perché è ricco di servizi, con l’università e l’aeroporto, la stazione di Rifredi e l’ospedale poco distante. Dove vivo ci sono poche case, con parcheggi privati e giardini. Certo, ci sono strade più difficili ma in generale in

questo quartiere si vive bene. Il centro, seppur bellissimo, non è vivibile per chi deve lavorare o fare la spesa tutti i giorni. Novoli invece ha vissuto negli ultimi anni una grande espansione, ci sono molte aree di aggregazione come il centro commerciale e il parco. E con la tramvia raggiungere il centro sarà ancora più facile.

Alessandro, 59 anni, libero professionista Vivo nel quartiere di Gavinana, un tempo confine cittadino, oggi “quasi” centro. Sono nato nel quartiere di Bellariva ma dal ‘79 all’ ‘86 ho vissuto in pieno centro storico, prima di decidere di trasferirmi dove vivo adesso, una soluzione che ritengo eccellente. È un quartiere areato, verde, ricco

Fuori dal centro Opera di Marcho, illustratore architetto, nato e cresciuto in terre di Toscana.

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di vie di comunicazione e a 10 minuti dal centro. Preferisco sacrificarmi un po’ di più per andare a lavoro e godermi il centro senza perdere i benefici di questo quartiere, come nel caso dei parcheggi. Ho alcuni amici che vivono dentro le mura e le difficoltà per loro sono notevoli.


La macchina del tempo di RICCARDO MORANDI

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na delle invenzioni di cui tutti sogniamo l’esistenza è la macchina del tempo. Un piccolo pulsante, una strana scatola, con cui piombare in altre epoche. Tanto lo sappiamo tutti che nessuno andrebbe nel futuro, vuoi per un problema di ansie, vuoi per evitare di sapere chi sarà il prossimo CT della Nazionale, o peggio ancora il prossimo Premier. E poi, come ha insegnato Biff Tannen in Ritorno al Futuro, è sempre meglio tornare indietro per saperle prima, e magari postarle su Twitter. Sarebbe carino trovare una macchina di questo genere per noi fiorentini, magari non del centro, che hanno visto cosa era Firenze negli anni a cavallo fra i millenni. Non per sentirsi giovani, che il giovanilismo è virtù che ai tempi non funzionava, ma per ripercorrere una città che in pochi anni si sta stravolgendo sotto i nostri occhi, e con la nostra intelligente benevolenza. Noi amanti dei concertini, e non dei concerti da grande massa, punteremo subito lo strumento al 1997. Intorno ai vent’anni c’erano più scooter 50 raffreddati ad aria che zanzare a Firenze, la Fiorentina era fra le sette sorelle del calcio italiano, Romano Prodi era da poco Presidente del Consiglio ed a Firenze c’era ancora L’ANFITEATRO. Una reggia di giovani, meno giovani, palloni, migranti ancora denominati extracomunitari, musica italiana e chioschi ufficiali ripieni di birre in plastica o e di chioschi meno ufficiali stracolmi di merendine della Kinder e gomme pronti ad essere assaltati dalla maggioranza, provata dai cali di zuccheri e dai picchi di altre sostanze. L’ANFI era uno dei polmoni (affumicati) di Firenze appena fuori dal cuore di Firenze, perché “andare in centro” era un disagio a causa della ZTL, una sigla che per noi ragazzi dei comuni limitrofi stava alla stregua di quella di un’organizzazione terroristica degli anni di piombo. Qualcuno ai tempi frequentava il MECCANO’, nome discutibile per una discoteca in zona Cascine, il cui motto era “È gradita l’eleganza ma con stravaganza”. Come se vestirsi in spezzato Fumo di Londra con un mazzo di carciofi in mano fosse una virtù: forse avevano ragione loro, Lapo Elkann è stata la riprova. Del resto andavano di moda le camice finte stropicciate e le mon-

tature degli occhiali fighe erano quelle che indossava Vasco Rossi nel tour di Rewind. Sembravamo tutti usciti da Terminator, ma nessuno voleva dirlo. La macchina del tempo dovrebbe avvertirvi, se saltate circa venti anni indietro, dell’esistenza delle rockoteche inverali. Il regno del facile parcheggio, in Circoli ARCI fuori dal centro, come il Lion’s Garden di Scandicci o il più importante Backdoors di Poggio a Caiano. Eravamo fuori, stavamo fuori. Nascevano i PUB, quelli che ci ammaliavano facendoci pensare irlandesi e ci coloravano la birra di verde a San Patrizio. Esisteva il PARAMATTA, con il suo tappeto naturale di gusci di arachidi. Roba che ancora penso a come, con tutte le sigarette fumate dentro, non si sia mai trasformato in “Trappola di Cristallo”. C’erano i centri sociali, quelli che la macchina del tempo sarebbe costretta a farvi visitare. Impossibile non citare il vecchio CPA, a cui tutti associano ancora oggi un incredibile a quanto pare concerto dei Fugazi: anche se non ci siete mai stati fate pure, millantate, che tanto nessuno si ricorda di costoro e ancor meno di quella serata. C’era la VILLA in zona Careggi, un posto praticamente agibile quanto un casale dopo la terza scossa forte di terremoto: ma quello era posto di dark. Perché c’erano “i dark” a Firenze, venti anni fa. Come in Italia c’era Alleanza Nazionale, come nei Chicago Bulls c’era Dennis Roadmans, come a Palermo c’era La Rete di Orlando, a Firenze c’erano i DARK. Tanti, schierati, precisi. E facevano le feste alla VILLA. Buio, scuro (anche perché la luce andava e veniva) ma tutti felici, si fa per dire, che al limite un dark si sbronza con l’acqua delle mozzarelle. Il tour sta per concludersi, la macchina del tempo si è scaricata. I bus tornano elettrici, non a gasolio e introvabili, gli scooter tutti XXL, i Vigili Urbani diventano Polizia Locale, l’Omnitel si trasforma in Vodafone. Noi restiamo immobili con la tipica ruga fiorentina in volto, il cui significato, quando rimanda ai luoghi notturni, corrisponde all’espressione di Guido Necchi riferita al figlio: “Il senso di rompere i coglioni”. A Firenze ce l’abbiamo e ce l’avremo. Anche se tutto andava, va, ed andrà alla grande. 8


N I E N T E PA N I C O

FUORI! di TOMMASO CIUFFOLETTI

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irenze è tutta centro, dicono. Come fosse una bella cosa sembrare un buco nero che tutto risucchia, con una forza di gravità tendente all’infinito fatta di monumenti, musei, negozi, ristoranti, caffè. E se ci finisci dentro, nel centro, ti ritrovi schiacciato da code di chi, come te, sta seguendo il flusso di quella gravità. Che poi è gravità, la parola chiave che dà senso a “centro”. Gravitas e hai subito un’idea di ciglia aggrottate, silenzio non fate rumore, dritti con la schiena, ecco così, e adesso per cortesia riflettete su quanto non ci sia niente da ridere. Che se ridete fate rumore e dal rumore al degrado, come diceva la Oxa, è tutto un attimo. E allora se di Firenze si ha questa idea di città un po’ bacchettona, si potrà pur dire ch’essa sia tutta centro. E Battiato, quel gran bugiardo, che diceva addirittura di cercarlo permanente, il centro di gravità - lui che nel frattempo passava dai bonzi euclidei ai fumi e raggi laser - ci stava prendendo per il culo, ricordandoci che al centro è la gravitas, ma fuori c’è la levitas. La leggerezza, e se non vi dispiace anche un po’ di superficialità, un po’ di sbattersene il cazzo. Un po’ di andate dove vi pare, da Maiano all’Isolotto, e se fate un po’ di casino, o pace! Ed è tanto più fiorentino della gravitas quel modo leggero di non prender nulla sul serio. Magari di far finta

per un attimo, ma poi con una battuta, una presa di culo, una bischerata, sciogliere la serietà in cazzata. Via, fuori! Uscite dal centro, uscite dal vostro centro, arrischiatevi fuori. Spingetevi chessò fino a Poggibonsi, a Empoli, persino dalle parti di Pistoia, dico io. Fuori! Fuori! Fuori è la vita. Fuori è la libertà. Fuori è la rivoluzione. FUORI! Come la prima organizzazione gay italiana. Il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano. Che a me, manca tantissimo. Fuori! C’è un mondo là fuori. Staccatevi dal telefonino. E andate fuori. Fuori, come fuori dai coglioni. Ho capito. Vado.

BENVENUTI ALL’AURORA!

aperitivo ·cena·cocktail musica dal vivo spazio mostre eventi

aperitivi e cene durante il Pitti

Piazza Tasso 1/1, 50124 Firenze - Tel. 055 224059 - info@circoloaurorafirenze.it


Csa Next Emerson, un’opportunità alla condivisione di FRANCESCA GIANASSI

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l quartiere di Castello è situato nella parte nord-ovest, tra la collina di Quarto e la ferrovia. Era un quartiere di campi e contadini, dove passava l'unica strada che collegava Firenze a Sesto. Anche i Medici furono incantati dagli scorci su Monte Morello e decisero di costruirci alcune ville. Con l'arrivo dell'industrializzazione il quartiere assunse l'aspetto odierno, lontano dalla vita frenetica del centro. Come spesso accade, anche qui le mani delle speculazioni edilizie hanno portato all'aumento della cementificazione ed alla costruzione di grandi fabbricati, in seguito abbandonati. È qui che nasce - o meglio si trasferisce - il Csa NexT Emerson. È la terza collocazione; le altre due precedentemente sgomberate (la seconda dopo ben 15 anni). Cresce sulle fondamenta di un'industria che si occupava di fabbricazione di prodotti metallici fino a diventare un punto saldo nel microcosmo del quartiere che lo ospita. Occupando quello spazio è stato creato un luogo di socialità, in cui ritrovarsi per costruire insieme una realtà di lotta ai concetti “preconfezionati” dalla società in cui viviamo. Portando avanti l'idea che l'antisessismo, l'antifascismo e l'antirazzismo siano gli strumenti base da cui partire per promuovere il futuro.

batica aerea con tessuto e cerchio, break dance e la palestra popolare Sanpietrino con il corso di avviamento al pugilato. Oltre a tutte queste attività sportive vengono organizzate delle serate di musica, un collettivo chiamato "nuovirumori" si interessa al hc punk e i suoi derivati, altre con soundsystem autocostruiti, spaziano tra la dub e la rocksteady. Non è costruendo barriere che si coltiva la collettività. Aiutandoci l'un l'altro, un seme alla volta, così fioriremo. Ed è questa la sensazione che si ha entrando all'Emerson, luogo che ha visto passare migliaia di persone per i motivi più diversi. Si respira aria di casa.

Tutte le attività all’interno dello spazio occupato sono totalmente autogestite, attraverso un'assemblea settimanale. Si parte dal tango argentino con il gruppo "Tangosognato", ormai diventato un'istituzione con una pista da ballo in parquet e un bar, e si arriva allo skate-park, l’unico al “chiuso” della città. Nella palestra le attività che vengono svolte sono il Tai-chi Chuan marziale, acro-

Bus per arrivare all'Emerson dalla stazione di S.M.N: il 2 e il 28. Fermata del treno: “Firenze Castello”

Mondeggi Bene Comune di FRANCESCO ORLACCHIO

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ondeggi è una tenuta agricola di oltre 200 ettari situata nel comune di Bagno a Ripoli, a sud di Firenze, comprendente bosco, oliveti, vigneti, orti, tre casolari e una villa d’età medicea. Negli anni '60 la proprietà passa alla Provincia di Firenze, ora Città Metropolitana, che la gestisce tramite l’ente pubblico Mondeggi Lappeggi Srl. Nel 2009, a seguito dell’accumulo di un debito di circa 1,5 milioni di euro, la società viene messa in liquidazione e tutta la zona viene abbandonata all’incuria. Ma i cittadini reagiscono e viene costituito il comitato “Mondeggi Bene Comune” e nell’estate del 2014 inizia l’occupazione della struttura. Dopo tre anni e mezzo di presidio i risultati sono stati la ripulitura e potatura di una parte dell’oliveto, più di 400 alberi da frutto piantati, la nascita di due orti biologici più uno sinergico con piante aromatiche. Adesso si allevano polli, capre, pecore, cavalli, api e si coltiva il grano, raccolto ed impastato a mano con lievito madre. Piccoli appezzamenti di terreno vengono assegnati “a gruppi di famiglie o singoli che vogliano dedicarsi all’autoproduzione di almeno una parte del proprio fabbisogno alimentare”, come recita la Carta dei Principi e degli Intenti, al fine di moltiplicare le relazioni tra il comitato e la popolazione locale. Malgrado i numerosi progetti avviati, c’è ancora una difficile re-

lazione tra le istituzioni e la comunità, non riconosciuta come interlocutore legittimo, e le scuole e le associazioni locali hanno come suggerimento quello di non svolgere le proprie attività nello spazio auto-gestito. Il 30 novembre 2017 è scaduto il termine per presentare alla Città Metropolitana una manifestazione d’interesse, allo scopo di creare un bando di vendita personalizzato per l’intera tenuta o parte di essa. Cessione e privatizzazione come unica soluzione quindi, nonostante negli anni autorevoli personalità della giurisprudenza italiana (Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Paolo Maddalena), abbiano ritenuto legittima e legale la gestione partecipata e autonoma delle terre pubbliche di Mondeggi. La realizzazione di un progetto concordato potrebbe essere a portata di mano: occorre però una volontà comune.

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Il Cinema di Settignano di CATERINA LIVERANI

TRK. Sound Club

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orna il 24 gennaio, sempre alla galleria Frittelli di Novoli, il progetto di Tempo Reale TRK. Sound Club, dedicato alla scena sperimentale internazionale. Un appuntamento ormai consolidato per gli amanti della musica di ricerca, che in questi due anni ha portato a Firenze esperienze artistiche diversissime da tutto il mondo. La prima data del nuovo ciclo è peculiare perché si colloca nell'ambito delle iniziative promosse per il decennale della scomparsa di Giuseppe Chiari (1926-2007), figura straordinaria di artista e compositore legato al movimento Fluxus. La galleria Frittelli è infatti tra le promotrici di PentaChiari, una mostra diffusa su cinque gallerie fiorentine per celebrare simultaneamente l’opera del maestro.

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lla Casa del Popolo di Settignano c’è una sala cinematografica che da oltre 10 anni propone una delle selezioni di film più ricche ed interessanti tra quelle che si possono trovare in città. Cinemanemico è un progetto nato per proporre film fuori dalle scelte dei circuiti tradizionali, tutti rigorosamente in lingua originale con sottotitoli, per consegnare al pubblico un’esperienza sempre nuova e stimolante. Tsai Ming-liang, Mélanie Laurent, Claire Denis sono solo tre dei registi di culto presentati in Vite Assediate, ultima rassegna organizzata da Cinemanemico conclusasi a dicembre. «Da qualche tempo Cinemanemico è un’associazione indipendente, ma continua la sua felice collaborazione con la Casa del Popolo, che fornisce i locali insieme a parte delle attrezzature, in una simbiosi produttiva» racconta Doretta Cocchi impegnata, al fianco del fondatore Simone Innocenti, nell’organizzazione e nell’introduzione di ciascuna proiezione. «Da quando siamo un’associazione indipendente è richiesta una tessera che va da settembre a maggio, per il resto le proiezioni sono gratuite e precedute da un’apericena organizzato dai volontari della Casa del Popolo». Le sorprese e la soddisfazione maggiore vengono dal pubblico: «Una parte degli spettatori delle nostre rassegne è composta da affezionati che ritornano ogni anno, quelli che se tardiamo con l’inizio delle proiezioni a settembre, ci scrivono su Facebook preoccupati per informarsi. Magari sono gli stessi che hanno accettato con fatica la lingua originale per poi non poterne più fare a meno. Ogni tanto vediamo delle facce nuove e quando scopriamo che sono arrivati da noi grazie ad un passaparola siamo davvero contenti e soddisfatti del nostro lavoro. I generi cambiano ma la sala è sempre piena sia per i nostri cicli tematici che per quelli che noi chiamiamo “Eccentriche Visioni”, dove i film non hanno un filo conduttore se non quello della loro bellezza e necessità di essere visti».

Per questa occasione i curatori di TRK. Sound Club in collaborazione con Chiara Saccone e Francesco Pellegrino hanno ideato un programma che vedrà, nella straordinaria cornice delle sue stesse opere, l'esecuzione di Per Foglio (1964) e La Luce (1966), due opere di grande impatto visivo che rappresentano la capacità del compositore di liberarsi dalle specificità del linguaggio musicale: frammenti, elenchi, suoni e luci che prendono forma come azione e come gesto. La pratica di Chiari rappresenta una delle esperienze più radicali nell'arte e nella musica italiana del secondo dopoguerra, un vero e proprio cortocircuito nella temperie accademica che permea il mondo della musica contemporanea del nostro paese. Dagli anni Sessanta con la sua opera più famosa Gesti sul piano (1963) si avvicina a Fluxus e comincia a collaborare con le menti più innovative del panorama di allora: Sylvano Bussotti, Pietro Grossi, Daniele Lombardi, Frederic Rzewski e molti altri. Continua a occuparsi di musica, arte e poesia visiva fino alla sua morte, nel 2007. Il primo ciclo di TRK. di quest'anno, che continua con un appuntamento mensile a febbraio, marzo e aprile, presenta una novità: alle più interessanti proposte del panorama internazionale saranno affiancati giovani musicisti elettronici selezionati dai principali Conservatori di musica italiani. info: www.temporeale.it www.frittelliarte.it trk@temporeale.it

Appuntamento a gennaio con un nuovo anno e un nuovo ciclo di film dedicato al “Mese delle Memorie”. Dettagli e info su www.cinemanemico.net

24 gennaio 2018 ore 21, ingresso 5 euro. Frittelli Arte Contemporanea Via Val di Marina n. 15, Firenze

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La prospettiva della notizia di ANTONIO MONTANARO

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a davvero qualcuno pensa che il centro sia il posto migliore per osservare quello che succede intorno a sé? Io tutte le volte che mi trovo lì - al centro dell'attenzione, al centro di una stanza, al centro di una discussione, perfino a centrocampo – non vedo l'ora di defilarmi. O meglio, di spostarmi in un altro punto. Un punto fuori dal centro. Mi sale un disagio così forte, che neanche Venusia dopo aver lanciato i suoi missili-tette addosso al nemico. Penso sia una questione geometrica, neuro-geometrica. Sono convinto che al centro la percezione del mondo sia falsata da una forza invisibile, che ti blocca e ti altera la vista. Hai presente quando vai dall'oculista e ti infila quelle maledette gocce per dilatare le pupille? Ecco, quando sei al centro hai la cecità d'ovatta bianca raccontata nel capolavoro di Josè Saramago. E man mano che ti allontani gli oggetti, i colori, le persone prendono forme chiare, limpide. Fuori dal centro riesci a tracciare la linea che collega il tuo mondo ai mondi intorno a te; il centro è rotondo, il fuori dal centro è curvo. E non sai, per fortuna, cosa c'è nella parte che in quel momento non vedi. Ma cerchi di raggiungerla,

spinto dalla curiosità. Al centro invece ti illudi di vedere tutto, come se ti trovassi davanti ai monitor in bianco e nero di una grande sala controllo. In realtà vedi solo quello che sta fermo lì, per qualche istante. Il centro è statico, il fuori dal centro è in continuo movimento. Prendiamo, per esempio, una notizia che parte dal centro, da qualsiasi centro: al 99 per cento è costruita pezzo per pezzo, come se fosse un gioco di mattoncini Lego. Nasce per essere notizia, non è un fatto umano che diventa notizia. È marketing – politico, economico, culturale – non informazione; è un robot che dice qualcosa di programmato per trovare un megafono nei giornali, nelle tv, nei siti internet, nelle radio. La notizia, quella vera, nasce fuori dal centro, ha a che fare con il sudore, la paura, l'intuizione. Non ha nulla di pre-definito, non ha elementi pre-vedibili. Non può essere catalogata come buona, né come cattiva. La notizia quando la riconosci, la racconti e basta. E passa di parola in parola, di mano in mano, di casa in casa. È parente stretta della verità, non quella assoluta, astratta, che cer-

cano i filosofi da Parmenide in poi. Ma la verità che ti fa sentire uomo o donna in rapporto con altri uomini e altre donne. Le fake news, le bufale, partono sempre da un centro, perché hanno un obiettivo: gettare fango su qualcuno, creare allarme, favorire un partito rispetto a un altro. Le notizie-notizie invece non hanno bisogno di artifici, perché non sanno di essere notizie: semplicemente lo sono. Dunque, per riconoscere il vero dal falso, l'umano dall'artefatto, non c'è altra strada: starsene fuori dal centro, muoversi, seguire la linea curva. E lasciarsi sorprendere da quello che non si vede, ma c'è. Basta scoprirlo.

Napoletano di nascita ed emigrante per curiosità, Antonio Montanaro è un giornalista professionista e attualmente vive a Firenze, dove si occupa di sport e di cultura nelle pagine locali del Corriere della Sera. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo “Rabbia e camorra” (Round Robin Editrice).

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MICHELE ANDREI di TOMMASO CHIMENTI

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er chi ha avuto la fortuna di assistervi, Michele Andrei è, e tale resterà impresso nella memoria fotografica degli appassionati di teatro, il Giasone tenuto a guinzaglio e tirato per il pene da Medea nel folgorante “Studio su Medea” di Antonio Latella. Lì Andrei, attore fiorentino, recitava accanto alla compagna Nicole Kehrberger, nudi per tutta la durata della pièce (eravamo al Teatro Studio di Scandicci), e quell'entrata con sottofondo di marcia nuziale così pagana e così terrena, rimane uno degli incipit più intensi, corposi, pieni del teatro nostrano degli ultimi anni. Andrei, spostatosi a lavorare in Germania, a Berlino, è tornato a confrontarsi con il regista napoletano (anch'egli emigrato nella capitale tedesca) in occasione del “Pinocchio” che è tutt'ora in scena. Vive e lavora da una decina d'anni a Berlino dove, insieme a Nicole, hanno aperto uno spazio tutto loro, il Barfus Theater. Perché hai deciso di andare a vivere e lavorare all'estero? “Complice la mia compagna che è di nazionalità teutonica, nel 2010, abbiamo lasciato Firenze, pieni di curiosità per quello che ci avrebbe atteso. La scelta di lasciare Firenze e l'Italia è stata dettata più che da una necessità da una voglia di nuovo, di nuove prospettive. Nel lavoro autonomo in generale e specialmente in ambito artistico le prospettive che accompagnano il tuo lavoro sono a mio avviso imprescindibili. Queste sono venute a mancare. Il lavoro si ripeteva stancamente e sempre con più difficoltà quindi abbiamo semplicemente deciso di cambiare. Berlino ci è parsa per vari motivi una destinazione che potesse soddisfare le nostre esigenze”.

In che cosa Berlino “facilita” il lavoro dell'artista e come ci si rapporta con le istituzioni tedesche? “Inizierei con lo sfatare un mito. LAVORARE IN CAMPO ARTISTICO È ESTREMAMENTE DIFFICILE OVUNQUE (lo scrive in maiuscolo, ndr). Nella mia carriera ho avuto la fortuna di lavorare e vivere per lunghi periodi all'estero, e non mi ricordo un posto dove fare cultura o dove produrre spettacoli che non avessero chiari fini commerciali fosse semplice. Anche in Germania, come del resto in ogni paese occidentale, la burocrazia la fa da padrona, solo che qua sembra avere una parvenza più logica ed accessibile. Trovi sempre un rappresentante delle istituzioni con cui relazionarti e spiegare la tua situazione. Altra cosa rilevante è che qua puoi fare impresa. Puoi tentare di fare l'imprenditore culturale, i rapporti fra costi reali e ricavi possibili delineano chiaramente una possibilità che in Italia non esiste. In Italia o si è assistiti o semplicemente non si è”. Raccontaci il rapporto tra artista e pubblico, come reagisce lo spettatore medio berlinese? “Le differenze fra tedeschi e italiani sono molte di più di quante una mente serena ne possa concepire. Le differenze culturali sono enormi, ma per quanto riguarda il lavoro di creazione non esistono confini pre-

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cisi del questo si può fare o questo non si può fare. La città è obiettivamente aperta a tante proposte e questo ha sicuramente un influsso positivo sul lavoro. I tedeschi vengono volentieri nel nostro spazio dove sanno che troveranno sempre delle proposte insolite e un modo di vivere l'evento artistico particolare. Noi ci rendiamo responsabili della qualità artistica che offriamo e che solitamente viene molto apprezzata, ma parlando di differenze Italia/Germania quello che viene maggiormente apprezzato nella serata è l'aspetto sociale, cioè riuscire a trasformare un evento in un momento di relazione. Questo ha grande successo”. Cosa c'è nel vostro immediato futuro? “Il nostro spazio (Barfus Theater) continuerà come negli anni passati a proporre spettacoli, concerti e cene letterarie cercando come sempre di far crescere la qualità e di incrementare il nostro pubblico. Quest'anno saremo anche luogo di produzione, aprendo per la prima volta lo spazio ad artisti con i quali abbiamo deciso di condividere il loro percorso artistico”. Hai, avete, intenzione di tornare a Firenze e che cosa ti manca di più? “Berlino è a un’ora e cinquanta di volo da Firenze. Tornare è facile e sempre piacevole. Emigrare è una gran cosa, fa luce chiaramente su quello che si ha e si è. Non avrei mai pensato che l'allegria, la voglia di ridere di tutto e di tutti senza nessun rispetto mi potessero mancare così tanto. Scherzare, ridere e perdere tempo sono cose che a Firenze riuscivo a fare e che qua non mi sono molto possibili. Sì, la leggerezza del tempo perso che per me è sempre stato il tempo più bello e più vicino al mistero mi manca. Beh sì in definitiva questo della mia città mi manca, oltre chiaramente al motorino che a Berlino a meno 20 viene vivamente sconsigliato”.


IN SALA di CATERINA LIVERANI

I

n sala questo mese due grandi storie che celebrano il coraggio e la lotta delle persone comuni per non arrendersi a un destino che sembra già scritto. Una donna sola contro un’intera comunità lotta perché giustizia sia fatta. Frances McDormand (Frago, Moonrise Kingdom), sotto la direzione di Martin McDonagh (In Bruges), dà vita in “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” ad un altro dei suoi formidabili anticonvenzionalissimi personaggi femminili. Un film sorprendente per la gravità dei temi trattati (il dolore, l’ingiustizia, la rinascita) raccontato con un umorismo feroce e una potenza narrativa sconvolgente. Con un cast che oltre alla McDormand vede impegnati Woody Harrelson, Sam Rockwell e Peter Dinklage “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” parla di genitori e figli, delle piccole battaglie che si trasformano in grandi guerre e della meravigliosa e struggente capacità di sentire il dolore degli altri. Nella vita si presentano milioni di svolte, sta a noi decidere quale prendere. Premio Osella per la migliore sceneggiatura al Festival di Venezia e Premio del pubblico a Toronto. La ribellione pacifica, ma che non ammette ripensamenti, di un’anziana coppia di coniugi, in fuga da tutto e da tutti a bordo del loro vecchio “Leisure Seeker”, il camper delle vacanze di una vita vissuta insieme. “Ella & John - The Leisure Seeker” è il primo film girato interamente in lingua inglese dal regista livornese Paolo Virzì che per mettere in scena la trasposizione del romanzo di Michael Zadoorian si è avvalso di due interpreti del calibro di Helen Mirren e Donald Sutherland. Una scommessa ambiziosa che ha commosso e divertito il pubblico dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove il film è stato presentato in anteprima esattamente 20 anni dopo l’esordio al Festival di Paolo Virzì con “Ovosodo”. “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” ed “Ella & John - The Leisure Seeker” dalle loro primissime proiezioni hanno scatenato in rete una tempesta di Oscar Buzz che vorrebbero rispettivamente Frances McDormand e Donald Sutherland candidati come miglior attrice e miglior attore.

S I PA R I O di TOMMASO CHIMENTI

S

frontale classica della sala, il retrobottega, tutto quell'armamentario di cavi, fili e competenze e maestranze che ogni sera lottano e sudano, tra amori e discussioni, tra litigi e scorribande, per far sì che the show must go on. Il Teatro della Toscana cala due assi, assolutamente consigliati: al Saloncino “Paolo Poli” ecco il coloratissimo (i blu cobalto come non li avete mai visti) “Hamletmachine” (dal 23 al 25) visioni di Bob Wilson su tessitura di Heiner Muller, una ripresa dopo trent'anni dal debutto; la scena che ad ogni step sorprende spostandosi di novanta gradi, ruotando e permettendo, con scarti di visuale, grazie a ripetizioni a spirale, di poter gustare il dramma amletico shakespeariano da differenti angolazioni e di poter seguire ora un personaggio adesso un altro: complesso ma una grandissima prova di regia. Altro appuntamento da non perdere è il “Notturno di donna con ospiti” (11-12) a cura di Arturo Cirillo di Annibale Ruccello, scrittura sempre carica, profonda, dolorosa di ferite sulle quali tutti noi, prima o poi, prima buttiamo il sale e poi mettiamo cerotti.

i ricomincia con le aspettative, i farò ed i mai più. L'inizio anno, anche nel teatro, è splendido proprio perché la cappa solida di attesa, alimentata anche dalle feste pagane dei dolci e delle abbuffate sonnacchiose, sostiene e spinge la seconda parte della stagione, quella che ci porterà a primavera prima per poi sfociare nell'estate dei festival. Il teatro non ha stagioni, il teatro non si ferma mai. Cerchiamo di cominciarlo bene, almeno dalla platea guardando quella luce che si fa magia e parola. Il sogno e quel pastellato infantile si può ritrovare ampiamente e facilmente con la compagnia berlinese Familie Floz, ormai ospiti graditissimi e abituali nei teatri fiorentini (Rifredi e Verdi nelle passate stagioni) che riportano un loro successo “Teatro Delusio” al Teatro Puccini (dal 19 al 21) una sorta di “Rumori fuori scena” applicato al mondo dell'opera e del balletto, quindi impostato e istituzionale, perfetto nei movimenti e nei gesti ma che nasconde, dietro le quinte una grande energia, un grande sbattimento per far sì che là fuori, davanti agli occhi del pubblico, tutto risulti calibrato al millimetro. Interessante l'idea di farci vedere, contrapponendo lo sguardo e spostando la visione

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Gennaio lunedì 1

MADAGASCAR (06-07/01) Teatro Verdi (FI) ing.18/49€

NOI CHE STASERA Obihall (FI) ing. a offerta libera

IL CINQUECENTO A FIRENZE (21/09-21/01/2018) Palazzo Strozzi (FI) ing. 4/12€

GIANNI SCHICCHI (06-07/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 16/14€

C’ERA UNA VOLTA… IL REGNO DELLE FAVOLE (12-14/01) Teatro Lumière (FI) ing. da 15,20€

URS FISCHER IN FLORENCE (22/09-21/01/2018) Piazza della Signoria (FI) ing. libero

LA VERA STORIA DI CENERENTOLA (06 e 13/01) Teatro di Cestello (FI) ing. da 12€

FABIO BALZANO Circolo Il Progresso (FI) ing. 8€

IL RINASCIMENTO GIAPPONESE (03/10-07/01/2018) Galleria degli Uffizi (FI) ing. 12.50€

FESTA IN FAMIGLIA (06-07/01 e 13-14/01 e 20-21/01) Teatro Reims (FI) ing. da 14€

DUST & THE DUKES+FRANCESCO FRILLI Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

RIVOLUZIONE 9999 (27/10-28/01/2018) Museo Novecento (FI). ing. 8.50€

C’ERA UNA VOLTA IL BARONE LAMBERTO (06-07/01) Teatro dante Carlo Monni (FI) ing NP

THE W.A.M. GAME (7/11-15/02/2018) Teatro dell’Opera (FI) ing. riservato alle scuole

IL MAGICO ZECCHINO D’ORO Teatro Politeama (Prato) ing. 15/10€

MONET EXPERIENCE (18/11-01/05/2018) Auditorium Santo Stefano al Ponte (FI) ing. 13/8€

LUCeANIA Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero

PENTACHIARI (02/12-02/02/2018) Galleria Il Ponte (FI) ing. libero

SAPORI E COLORI Piazza Mino da Fiesole (FI) ing. libero

I DISEGNI DI KARL STENGEL (20/12-31/01/2018) Palazzo Rosselli del Turco (FI), ing. libero

LA CREMA DJ Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

LIUBOV FRIDMAN-CARMEN CECILIA RUSO (26/12-07/01/2018) Art-Expertise (FI) ing. libero LA BRISCOLA IN CINQUE (29-07/2018 esclusi 02-03/18) Teatro di Rifredi (FI) ing. da 18€ (il 31/12 da 40€) SARTO PER SIGNORA (29/12-14/01) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13€ (40€ per il 31/12) FESTA IN FAMIGLIA (31/12-21/01/2018) Teatro Reims (FI) ing. NP

martedì 2

sabato 13 SUITE BERGAMASQUE E I QUATTRO PRELUDI Teatro della Pergola (FI) ing. NP IL PADRE (13-14/01/2018) Teatro Era (PI) ing. 20/12 € LETTERE ROMANE (13-14/01/2018) Il laboratorio (FI) ing. NP GIUSEPPE ALBANESE Teatro della Pergola (FI) ing. 12/25€

domenica 7

ORT - BUSTRIC E LA MUSICA DEL LIBRO DELLA GIUNGLA Teatro Verdi (FI) ing. 8€

O.R.K. + LIZZARD Viper Theatre (FI) ing. 9,20/17,25€

DIAFRAMMA + MARCELLO MICHELOTTI Auditorium Flog (FI) ing. 12€

CARMEN (7-18/01) Teatro dell’Opera (FI) ing. 20/100€

RED CUP PARTY - ADAM KILLS EVE + GUEST Cycle Club (Calenzano) ing. 5€

lunedì 8

PINOCCHIO JAZZ - ALESSANDRO LANZONI Circolo Vie Nuove (FI) ing. 10/13€ INTERNATIONAL SKATE AWARDS (13-14/01) Mandela Forum (FI) ing. 25,50€ PROCESSO AL TEATRO (13-14/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 16/14€

mercoledì 3 L’ACQUA CHETA (3-7/01) Teatro Niccolini (FI) ing. 18/15€

giovedì 4 ALIS - CHRISTMAS GALA (04-07/01) Obihall (FI) ing. 27,50€

venerdì 5 UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO Teatro dante Carlo Monni (FI) ing. 22,50/10,50€ FIORENTINA - INTER Stadio Franchi (FI) ing. NP CRISTINA D’AVENA Viper Theatre (FI) ing. 18€ YEROS PRESENTA FANTEIM Teatro Cantiere Florida (FI) ing. Libero CRIS PINZAUTI BLACKBLUES ONE MAN SHOW Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI)ing. libero con tessera

sabato 6 COLOMBRE Combo Social Club (FI) ing NP ZEUS Glue - Alternative Concept Space (FI) Ing. libero con tessera VITALIC “LIVE SHOW” Viper Theatre (FI) ing. 17,25€

martedì 9 ORT - STURM UND DRANG Teatro Verdi (FI) ing.15/18€ FINALE DI PARTITA (09-14/01) Teatro della Pergola (FI) ing. 18/34€ PITTI IMMAGINE UOMO (9-12/01) Fortezza da Basso (FI) ing. NP

mercoledì 10 PITTI EVENTI - THE IGUANAAS!! Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

giovedì 11 GOODBYE MR. NIGHTINGALE (11-13/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. intero 15€, ridotto 9/12€ L’ULTIMO HAREM (11-21/01 escluso 15/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 18€ PITTI EVENTI - STEFANO TAMBORINO Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

venerdì 12 WOLFRAM CHRIST Opera di Firenze (FI) ing. 5/35€ INCONTRO DI POESIA Teatro dante Carlo Monni (FI) ing. NP ASSALTI FRONTALI Combo Social Club ing. 5/7€ CANOVA Viper Theatre (FI) ing. 14€

SGRANA & (TRA)BALLA CPA Firenze Sud (FI) ing. NP MAURIZIO GERI Circolo Il Progresso (FI) ing. 8€ GHIACCIOLI E BRANZINI+TULIOXI Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

domenica 14 SEHNSUCHT Teatro della Pergola (FI) ing. NP QUARTETTO FONE’ - DUCCIO BELUFFI - BEATRICE POMARICO Teatro della Pergola (FI) ing. 12/25€ CENERENTOLA Teatro Verdi (FI) ing. 19/31€ POLLICINO Teatro delle Arti (Lastra a Signa) ing. 6€ FIERA D’OLTRARNO Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero

lunedì 15 MADE IN SUD Obihall (FI) ing. 25/37€

martedì 16 SISTERS, COME STELLE NEL BUIO Teatro dante Carlo Monni (FI) ing. 22,50/10,50€ IL PADRE (16-21/01) Teatro della Pergola (FI) ing. 18/34€, ridotto 13/22€ READING DI PAOLO MIANO Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera


Musica • Teatro • Arte • Cinema • Eventi

mercoledì 17

domenica 21

sabato 27

DANIEL SMITH Opera di Firenze (FI) ing.5/35€

ALESSANDRO CARBONARE - PERLA CORMANI - LUCA CIPRIANO Teatro della Pergola (FI) ing. 12/25€

LOVE STORY - IL MUSICAL Teatro PolIteama (Prato) ing. NP

CAREGGI IN MUSICA - FLAUTO E PIANOFORTE Ospedale di Careggi, Aula Magna (FI) ing. libero

LORENZA BORRANI - ALEC FRANK GEMMILL - ALEXANDER LONQUICH Teatro della Pergola (FI) ing. 12/25€

FIERUCOLINA D’INVERNO Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero

VIA DEL CAMPO - tribute band FABRIZIO DE ANDRE’ Viper Theatre (FI) ing. NP

MAGICO TEATRO (21/02-22/04) Spazio Alfieri (FI) ing. 15/13€

BOWLAND Glue - Alternative Concept Space (FI) Ing. libero con tessera

giovedì 18 DUE con RAUL BOVA & CHIARA FRANCINI (18-21/01) Teatro Verdi (FI) ing. 19/31€ PITTI IMMAGINE BIMBO (18-20/01) Fortezza da Basso (FI) ing. NP

venerdì 19 FAMILIE FLOZ - TEATRO DELUSIO (19-21/01) Teatro Puccini (FI) ing. 20/25€ TU ES LIBRE (19-20/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12€

lunedì 22 ANDREA LUCCHESINI - GIUSEPPE CEDERNA Teatro della Pergola (FI) ing. 12/25€

martedì 23

ACOUSTIC COUNTRY FANCY HOPPERS TRIO Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

sabato 20 OLEG CAETANI Opera di Firenze (FI) ing. 5/35€ BARTOK E BRAHMS Teatro della Pergola (FI) ing. NP HERETICO Teatro Era (PI) ing. 12/8€ KATIA & MARIELLE LABEQUE - SIMONE RUBINO & ANDREA BINDI Teatro della Pergola (FI) ing. 12/25€ GENERAL STRATOCUSTER AND THE MARSHALS Glue - Alternative Concept Space (FI) Ing. libero con tessera FRANCESCO GABBANI Mandela Forum (FI) ing. 25,30/40,25€ PINOCCHIO JAZZ - RICCARDO FASSI FLORENCE POCKET ORCHESTRA Circolo Vie Nuove (FI) ing. 10/13€ MI CHIAMO RACHEL CORRIE (20-21/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 16/14€ TI AMO SEI PERFETTO ORA CAMBIA (20-21/01) Teatro di Cestello (FI) ing. da 22€ NON SONO BELLA SONO QUASI VECCHIA (20-21/01) Teatro Lumière (FI) ing. da 15,20€ ALLA FACCIA VOSTRA (20-21/01) Teatro Politeama (Prato) ing. 22/18€ ZEROCALCARE presenta MATERIE PRIME K100 Fuegos (Campi Bisenzio) ing. NP FORTEZZA ANTIQUARIA (20-21/01) Piazza Vittorio Veneto (FI) ing. libero LA CREMA Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

CAVEMAN - L’UOMO DELLE CAVERNE Teatro Verdi (FI) ing. 20,70/25,30€ LA SIGNORINA ELSE (27-28/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 16/14€ IL DIARIO DI ANNA FRANK (27-28/01) Teatro Lumière (FI) ing. da 15,20€ MICHELE SCERRA Circolo Il Progresso (FI) ing. 8€

BIRRAIO DELL’ANNO (19-21/01) Obihall (FI) ing. giornaliero 7€ ENRICO GABRIELLI E SEBASTIANO DE GENNARO Circolo Il Progresso (FI) ing. 8€

PINOCCHIO JAZZ - ALBERTO CAPELLI TOROYA Circolo Vie Nuove (FI) ing. 10/13€

mercoledì 24 TRK SOUND CLUB - GIUSEPPE CHIARI Frittelli Arte Contemporanea (FI) ing. 5€ UN BAGNO CALDO (24-25/01) Teatro di Cestello (FI) ing. da 14€ PITTI IMMAGINE FILATI (24-26/01) Fortezza da Basso (FI) ing. NP

giovedì 25 LA DONNA DI SIVIGLIA (25/01-01/02) Teatro Goldoni (FI) ing. 10/15€ MEMORIA (25-26-27-28/01/2018) Teatro Era (PI) ing. 12/8€

domenica 28 OMER QUARTET Teatro della Pergola (FI) ing. 12/25€ FIORENTINA - VERONA Stadio Franchi (FI) ing. NP CAREGGI IN MUSICA - FRANCESCO GAZZARA PLAYS GENESIS Ospedale di Careggi, Aula Magna (FI) ing. libero CARMINE IN FIERA Piazza del Carmine (FI) ing. libero CIOMPI MENSILE ANTIQUARIATO Piazza Ghiberti (FI) ing. libero

lunedì 29

NOMADI Obihall (FI) ing. 20/35€ GRISELIDIS (25-27/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 18€

venerdì 26 THANKS FOR HURTING ME - KAFKA, UN TRIBUTO POSTUMO Teatro Cantiere Florida (FI) ing. intero 15€, ridotto 9/12€ LA REGINA DI GHIACCIO - IL MUSICAL (26-28/01) Teatro Verdi (FI) ing. 20/50€ UNO ZIO VANJA (26/01-04/02) Teatro della Pergola (FI) ing. 18/34€, ridotto 13/22€ DISINCANTATE, LE PIU’ STRONZE DEL REAME (26-28/01) Teatro di Cestello (FI) ing. da 22€ ALLEGRETTO (26-28/01) Teatro Reims (FI) ing. da 14€ I CAMILLAS Camelot 3.0 (Prato) ing. libero ALESSANDRO FIORI Circolo Il Progresso (FI) ing. 8€ METAJAZZ (26/01-19/02) Teatro Metastasio (Prato) ing. 20/15€ VELVET UNDERGROUND AND NICO CELEBRATION DAY Ass. Cult. Gaus DISAGIO CLUB (FI) ing. libero con tessera

martedì 30 ORT - MICHELE CAMPANELLA Teatro Verdi (FI) ing. 15/18€

mercoledì 31 SOY LUNA Mandela Forum (FI) ing. 39,10/230€ MAX MANFREDI + ANDREA TARQUINI Circolo Il Progresso (FI) ing. 8€


Gennaio da non perdere La band del Brasiliano

BIRRAIO DELL'ANNO

6 Gennaio - Auditorium Flog (FI) L'Epifania non era mai stata così calda, suadente e ben suonata come questa volta sulla collina del Poggetto: perché inutile girarci intorno, la band che questa sera andrà sul palco non è una band da facciata retrò come spesso molte altre. �La band del Brasiliano, collettivo di musicisti amanti delle sonorità di decine di anni fa, quelle che ci hanno spesso reso celebri nel mondo, è una band dalle scarpe in pelle, dalle auto senza centralina elettronica, dalle

19-21 Gennaio - Obihall (FI)

sigarette magari senza filtro. Musica buona, importante, che più che definire retrò vorremmo definire spina dorsale di quello che è stato il cinema e la sonorizzazione dello stesso negli anni '70. Ma non solo, perch�é il live ed i pezzi de La band del Brasialiano�sono pura energia ed empatia. L'Epifania passatela con della buona musica, ascoltateci ora più che mai, che a questi signori vogliamo tanto tanto bene.

Ideato e organizzato dal network Fermento Birra, il premio Birraio dell'Anno, che riconosce il miglior artigiano della birra italiana, darà vita ad un appuntamento imperdibile per ogni appassionato, ricco di emozioni “birrarie” garantite da un’offerta super-selezionata composta da oltre 150 birre artigianali alla spina prodotte da 25 birrifici italiani individuati dal voto dei 100 esperti interpellati. Giunto alla nona edizione l'evento vuole essere una

A.GI.MUS

Circolo ARCI IL PROGRESSO

21 e 28 Gennaio - Ospedale di Careggi (FI) Era il 1999 quando l’Associazione A.Gi.Mus., sede di Firenze, lanciava un progetto di collaborazione con l’Azienda Ospedaliera di Careggi per la nascita di una stagione di musica in ospedale. Grazie alla volontà del prof. Gianfranco Gensini, prendeva vita “Careggi in Musica”, progetto pilota per la diffusione della musica nelle strutture sanitarie, tra le prime iniziative in Italia a promuovere un’apertura dell’ospedale verso l’esterno.

"vetrina" per un settore che vanta eccellenze riconosciute e apprezzate a livello internazionale, un doveroso tributo a prodotti artigianali unici nati dalla maestria e dalla creatività dei nostri birrai, che durante la tre giorni saranno presenti all'evento pronti a raccontare la loro passione attraverso le loro birre. Birrai, esperti, appassionati, curiosi: tutti sono invitati a partecipare ad un evento nato per festeggiare la buona birra artigianale italiana.

Gennaio 2018 Era troppo forte e violento limitare il consiglio di un solo concerto presso il Circolo Arci IL PROGRESSO, autentico baluardo di controcultura fiorentina. Avremmo avuto qualche remore di troppo, e non ce la facciamo in questo boxino, auspicandovi la partecipazione agli eventi che andremo a citare. Se volete essere veramente ma veramente alternativi il 19 Gennaio potrete ascoltare Enrico Gabbrielli e

Nel 2018 la stagione concertistica festeggerà quasi 600 concerti organizzati, sotto la direzione artistica di Luca Provenzani (primo violoncello dell’ORT – Orchestra della Toscana) e della pianista Fabiana Barbini. A gennaio, nell'Aula Magna di Careggi, il programma prevede i vincitori Premio Crescendo 2017 - Musica da Camera: Leonardo Grittani e Maurizio Zaccaria per il 21, e il pianista Francesco Gazzara, impegnato nelle più belle musiche dei Genesis, il 28.

Sebastiano De Gennaro in un live vibrante. Se volete essere invece alternativi ma più salottieri Alessandro Fiori potrà tenervi compagnia la settimana successiva, il 26 Gennaio. Degli altri artisti di questa mesata vi citiamo Max Manfredi, Maurizio, Michele Scerra e Fabio Balzano. Una programmazione perfetta, da Campari Soda in plastica nel quartiere 5. Altro che centro. Il progresso è al Progresso.

Gennaio bambino di Cristina Romeo

Francesco Gabbani 20 Gennaio - Mandela Forum E non iniziamo a storcere le bocche, che Gabbani ha vinto il Festival di Sanremo lo scorso anno. E lo sappiamo perfettamente che, anche se non volete ammetterlo, quel motivetto ve lo siete canticchiato anche voi. Perché è palese, finalmente il Festival l’ha vinto un semigiovane, con una canzone orecchiabile e con un testo che, strizzando l’occhio al miglior Battiato, ha anche un importante appeal. Ce lo troviamo davanti, a Firenze, questa volta. E quali

Il mese inizia in un clima ancora vacanziero, che termina ufficialmente il giorno dell’Epifania. Nel pomeriggio del 6 a Firenze si svolge la Cavalcata dei Magi, una rievocazione dell’arrivo dei Re Magi a Betlemme che coinvolge centinaia di figuranti in costume che sfilano nel centro storico a partire dal primo pomeriggio. La parte finale dell’evento è in Piazza del Duomo. Il Museo Galileo, che conserva strumenti di Galileo e collezioni scientifiche medicee e lorenesi, ha lanciato l'iniziativa "Colazione al Museo",

sono i motivi per cui rifuggire una serata del genere? Il rischio di trovarsi davanti il popolo dei concerti di massa? No, impossibile. Francesco Gabbani, nonostante sia stato forzato a fare anche il disco, non ha ancora questa potenza. Il signor “Occidentali’s Karma” è la quintessenza del pop vincitore del Festival, e come tale va onorato. Magari preferivate una Mannoia a caso? Pazzi, retrogradi, noiosi. Il pop va sempre celebrato. Andare.. 18

che prevede attività speciali per bambini dai 10 anni in su, precedute da una colazione. Il 14 gennaio ci sarà un laboratorio incentrato sull'uso della foglia d'oro nelle botteghe fiorentine, mentre il 21 si svolgerà un viaggio alla scoperta dell'orologio. Per prenotazioni: 055265311.


I R O FU

dal PREZZO

PIENO

CINEMA Non sarebbe bellissimo se con il nuovo anno i costi d’ingresso al cinema, dalla sala di quartiere al multiplex, calassero esponenzialmente restituendo a questa meravigliosa forma di intrattenimento il privilegio di essere sempre accessibile a tutti? Purtroppo sappiamo che non sarà così, occorre quindi fare attenzione alle opportunità di risparmio. Prima di andare al cinema ricordiamoci sempre tutte le nostre carte fedeltà, prime fra tutte quelle della catena di librerie Feltrinelli e di Ikea. È anche utile studiare con attenzione le formule proposte proprio dai multisala i cui ingressi sono sì i meno economici, ma offrono spesso interessanti proposte di fidelizzazione, molto utili nel caso si frequenti assiduamente un particolare cinema. C’è poi una bella novità per i possessori di Carta Coop.fi&Cinema che dà la possibilità di andare al cinema il giovedì e la domenica a prezzo ridotto in tutte le sale del circuito Anec-Agis della Toscana aderenti all'iniziativa. L'elenco delle sale convenzionate su www.agistoscana.it e www.coopfirenze.it

MUSICA Amanti della musica live forsenonsapeteche anche a Firenze ci sono delle card per poter vedere i vostri artisti preferiti a prezzi scontati. Con una piccola cifra annuale, è possibile risparmiare qualcosa? Yes, we can! Iniziamo con la tessera del Controradio Club che, oltre a sostenere una delle radio indipendenti più fighe d'Italia, permette anche di avere sconti ai concerti di musica classica degli Amici della Musica e all'infinita gamma di varietà musicali offerte dalla Flog. La storica ARCI vi farà accedere senza sborsare una lira all'Hangar, al delizioso Appartamento o al club in ascesa BUH, con sconti per tutti gli eventi dell'Orchestra della Toscana, Musicus Concentus e Music Pool. Per i giovanissimi Teatro BellaStoria ha nel suo ricco pacchetto anche un un concerto a scelta fra Jovanotti e Giovanni Allevi e per concludere ed entrare nel vitalizio, non possiamo esimerci dal citare l'inossidabile tessera COOP, che offre sconti sulla sfavillante stagione dell'Opera di Firenze e la possibilità di accumulare punti preziosi con tutti i concerti del circuito Boxoffice.

LA TESSERA SOCI DI LUNGARNO di BIANCA INGINO

Diventare soci di Lungarno, oltre a farvi guadagnare tanti punti karma (che di questi tempi fanno sempre comodo) vuol dire ottenere una tessera che per 12 mesi vi regala sconti e promozioni in librerie, locali e negozi di Firenze. Potrete finalmente approfittarne per comprare quel libro che vi eravate segnati nella “lista dei desideri” di Amazon, senza scomodare gli omini di Amazon, ma assaporando il piacere di mettere piede in una bella libreria indipendente come Clichy e Todo Modo. Uscirete da lì con lo sconto del 10% sul libro acquistato e il sorriso sulla faccia (per lo sconto e per il libraio figo). Nel 2018 date libero sfogo alla vostra creatività e lanciatevi nel “taglia e cuci”, che non è il gossip de borgata, ma la modellistica e i figurini di moda di Merenda in Sartoria, in cui potrete usufruire del 10% di sconto su tutti i corsi, oppure, se siete più tipi da bricolage, sui workshop esclusivi organizzati da Lo.Fo.Io. Con la tessera di Lungarno andare a un concerto in acustico in Sala Vanni o a una serata del Nextech vi costerà il 10% in meno, così come per tutti gli eventi di Musicus Concentus. Preferite i cineforum, i concerti indie e la periferia urbana? Allora vi consigliamo il Glue, dove avrete una birra media in omaggio al momento dell’iscrizione. INFO: www.lungarnofirenze.it/sostienici/

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ARTE di RAFFAELLA GALAMINI

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l mondo dell’arte riparte da dove aveva salutato il 2017. Aspettando Marina Abramovic e la sua personale in programma il prossimo autunno, il 2018 si apre ancora nel segno del Cinquecento a Firenze. Fino al 21 gennaio Palazzo Strozzi ospita la mostra dedicata all’arte del Cinquecento a Firenze con oltre settanta opere di artisti come Michelangelo, Bronzino, Giorgio Vasari, Rosso Fiorentino, Pontormo, Santi di Tito, Giambologna, Bartolomeo Ammannati. Ultime settimane per la mostra rivelazione del 2017, prima che cali il sipario nell’attesa di “The artist is present”. Anche Piazza della Signoria si prepara a salutare l’opera di Urs Fischer Big Clay: la scultura di grandi dimensioni, in metallo, è stata sulla bocca di tutti per il suo stile primordiale eppure infantile, una via di mezzo tra un totem e un modello architettonico che non tutti hanno apprezzato, proprio davanti Palazzo Vecchio e alle statue della Loggia dei Lanzi. Saluta Firenze il 21 gennaio. Ultimo mese, chiude il 4 febbraio, per "Made in New York. Keih Haring, Paolo Buggiani and co." nel Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi e nel Cortile di Michelozzo. L’incontro di due personaggi fuori dal comune, Keith Haring e Paolo Buggiani, che tanto ha segnato lo scenario artistico a New York nei primi anni Ottanta. In mostra una selezione di opere per comprendere il sodalizio tra i due e apprezzare la creatività degli anni ’80 a New York. Prosegue fino al 1 maggio a Santo Stefano al Ponte “Monet Experience and the Impressionists”, un’autentica full immersion nei capolavori del pittore che ha saputo cogliere l’essenza stessa della natura. Un percorso virtuale dove suoni e immagini sono prota-

gonisti per ricreare la magia dei dipinti del grande maestro e dei maggiori interpreti dell’Impressionismo. Per chi ama invece uno spettacolo dove musica, danza e arti circensi si incontrano dal 4 al 7 gennaio approda all’Obihall lo show rivelazione presentato da Le Cirque World’s Top Performers. Alis – Christmas Gala vede in scena l'eccellenza circense contemporanea, con artisti che arrivano dagli spettacoli più amati di sempre e si esibiscono in numeri aerei e a terra: acrobati, giocolieri, equilibristi e musicisti. Altro che un semplice circo.

MUSICA di RICCARDO MORANDI

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nno nuovo, concerti nuovi. Detto così può sembrare una banale e scontata frase per introdurre gli eventi musicali della nostra città in questo 2018, ed in effetti è così. Ma del resto, smaltito Natale, smaltiti gli eventi televisivi e live che generalmente ci hanno visto più attenti alla sequenza di bollicine stappate, che alla performance dell’artista di turno in piazza con la sciarpa, non c’è molto di più da dire. Dicembre è stato un mese prolifico, sia come concerti che come annunci, leggasi Firenze Rocks. Gennaio non è comunque da meno. Firenze scandisce i propri anni con lo Scoppio del Carro a Pasqua, ma non solo. I musicofili fiorentini l’anno nuovo lo celebrano, oltre che a casa (“ti pare che un fiorentino va con le stelline in piazza a

brindare con il moscato da due euro?”), all’Auditorium Flog che ogni gennaio, quest’anno il 13, porta sul palco i Diaframma, formazione storica fiorentina per il consueto concerto di inizio anno. Caldamente consigliato, che anche se non siete di Firenze: potete avere idea di cosa significhi questa data per la città. Una tradizione, al pari di quello strano gioco chiamato tombola che solo a Natale riempie le tavole, per fortuna. Ma non solo di Diaframma vive Firenze. I Canova, band emergente che malamente pensiamo prenda il nome dalla nostra viabilità di Oltrarno, si esibiranno il giorno prima, ovvero il 12, al Tender Club. Segnate questo nome, senza un civico dietro, perché sicuramente qualcuno fra qualche anno potrò chiedervi se “c’eravate”, cosa che è successa incredibilmente al sottoscritto parlando di LEVANTE.

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Ma veniamo ai nomi altisonanti. Il vincitore di Saremo 2017, il carrarino con i baffi alla Gable, l’autore dell’unica canzone vittoriosa al festival negli ultimi 30 anni di cui si ricordi il motivo: Francesco Gabbani. Mr. Occidentali’s Karma avrà un palco degno della sua vittoria, ovvero il Mandela Forum il 20 gennaio, per la gioia di chi adora il nazionalpopolare con un piglio sicuramente strutturato. Chiudiamo questa carrellata totalmente italiana, che il 2018 inizia così, con la band cardine delle gite della parrocchia: I Nomadi. 25 gennaio, Obihall, per urlare tutti insieme, male, quello strano accrocco di parole e immagini che risponde al titolo di Io, Vagabondo. Buon inizio anno a tutti, bambini che giocavate in un cortile.


HIP HOP DI TAGLIO di DAVIDE 'DEIV' AGAZZI

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atemi pure del bischero, ma continuo a pensare che il rap, in Italia, sia e rimanga un genere di nicchia. Inviso a molti, ostico ai più, incomprensibile per gli altri: e questo, al netto della favola del successo miracoloso del rap italiano che ci viene raccontata da molti media generalisti a partire da quell'oggi lontanissimo 2006, anno nel quale un tale Fabri da Senigallia fece sapere alla nazione intera che a casa sua volavano i divani. Di acqua ne è passata sotto i ponti: i rapper hanno preso il controllo della tv (meno, ma davvero molto meno, quello delle radio) ma, soprattutto, di Youtube, vero e proprio fornitore di contenuti e star del futuro per i millenials e per quel che resta dell'universo discografico. I rapper sono diventati presenzialisti: in tv li vedi ovunque, a parlare di qualsiasi argomento (che non sia scomodo), a sgomitare nei talent, a promuovere ogni tipo di prodotto. Mai a rappare, però. Fateci caso. Il rap in Italia, nel 2018, non si trova esattamente al centro della scena, diciamo pure qualche metro più in là. Anche perché la scena non c'è. Ora, a molti le mie sembreranno sicuramente le seghe mentali di un appassionato

del genere con qualche anno di troppo, ma l'hip hop è - prima di ogni altra cosa - contesto, e da quello non si può prescindere. Ed è questo il limite della seconda ondata di rap italiano: è completamente avulsa da qualsiasi contesto hip hop. Eliminando la matrice culturale di un genere, se ne è anche eliminato il background storico, la tradizione, le convenzioni, le leggi non scritte, insomma tutti quegli elementi che servono a definire un'identità specifica e a porre le basi per un futuro che riparta dalla propria tradizione. L'operazione, commercialmente parlando, è stata un successo, inutile girarci attorno, complice il collasso del mercato discografico e, nel caso italiano, la sua totale incapacità di rigenerarsi, di sapersi reinventare. Improvvisamente tutti volevano fare i rapper, tutti hanno palesato le proprie origini da rapper (vero Max Pezzali?) che fino al giorno prima avrebbero negato anche di fronte al Signore, chiunque voleva un rapper nel proprio disco. Il rapper era diventata la chiave di lettura per l'incomprensibile, caotico ma anche ricco mondo dei giovani, un passepartout verso dimensioni sconosciute ma dal sicuro ritorno economico. Al costo, però, di svilire inevitabilmente quarant'anni di cultura, semplicemente messa da parte, come

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fosse un vecchio soprammobile e non l'asse portante della casa. Un giorno ti metti un cappellino in testa e... taaac, sei il king del pianerottolo! E sticazzi se non sai chi sia Kool Herc, sulla tua pagina facebook c'è scritto che hai studiato all'Università della Strada e di conseguenza la tua street credibility, fra i tre follower del tuo profilo ufficiale, è assolutamente intonsa, bella zio! Battute a parte, il pubblico se l'è bevuta ed è accorso in massa, ma si tratta pur sempre di un pubblico molto casual e di conseguenza assai volatile: se non fosse stato il rap, il nuovo (???) fenomeno giovanile, avrebbe potuto benissimo essere qualsiasi altra cosa, come un nuovo sport strambo americano o una serie di mostri mutanti collezionabili. A fronte di milioni di visualizzazioni, di palazzetti gremiti e farlocche hit parade conquistate, c'è anche un vuoto pneumatico culturale che difficilmente verrà colmato. E va bene così, per chi scrive la musica ha sempre rappresentato un percorso di ricerca personale, ma vi prego, non spacciateci questi tre dischi da autogrill come una nuova rivoluzione, perché quella non è mai avvenuta. L'hip hop è nato fuori dal centro e, nonostante tutto, fuori dal centro c'è rimasto. E anche questo va bene così.


ESSERI URBANI di Francesca Corpaci

La Piera

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ono seduta a un tavolo brandizzato Peroni nel sofisticato dehors in viale dei Mille. Sul prefabbricato ad uso somministrazione cibi e bevande, l’aria frigge come nei deserti dell’Asia. È luglio e le ombre si allungano a dismisura in direzione Curva Fiesole. I cani di passaggio boccheggiano all’unisono coi padroni. La proprietaria, avrà più di sessant’anni, guarda uno sceneggiato su un piccolo televisore mentre scrosta dalla piastra secoli di grasso fossile. Poi però non lo butta, lo rigira con la spatola e lo lascia lì. È l’arcadia, penso. E invece no. Da dietro i campetti si materializzano i danni del metodo Montessori. Sono dieci, forse dodici, con le polo appese ai pantaloni, i Ray-Ban a specchio e le Vespe col motore acceso. Uno ha la Mini e lascia gli sportelli aperti con un pezzo degli U2 a volume criminale. Sono sbronzissimi. Ordinano due panini a testa con le sottilette, più le birre, poi per ingannare l’attesa si mettono a devastare la composizione di arredi per esterni con cui tento di mimetizzarmi. Con la permanente solida sotto la retina regolamentare, la proprietaria non lesina sulla salsa ai funghi. I ragazzi, grati, la salutano con cori a tema ispezione dei NAS, arraffano le bestie morte in carta oleata e se ne vanno senza pagare. Rimaniamo sole. Il tramonto è già scomparso dietro la ferrovia. Chiedo se va tutto bene, se vuole che chiami i Carabinieri. Fa cenno di no, di lì a poco arriveranno i figli e potrà tornare a casa. Penso alla dignità del lavoro al pubblico, al disastro che hanno fatto in Italia le scuole private. Lei caracolla insicura fuori dal baracchino e scompare nel parcheggio. Ne esce pochi minuti dopo, a bordo del BMW più grosso che abbia mai visto. Abbassa il finestrino, accenna un saluto e sterza via. È lì, in quel preciso momento, che penetro l’essenza della parola potere.

Illustrazione di Marta Staulo

PA L E S T R A R O B U R

LEZIONI DI GINNASTICA C U LT U R A L E P E R F I O R E N T I N I

Il sottopasso della Stazione di RICCARDO VENTRELLA

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ottopasso e non sottopassaggio, intanto. Prima del suo allargamento, e prima che fosse “a nova vita restituito”, il sottopasso della Stazione di Santa Maria Novella era la dantesca porta della città di Dite, il pertugio che conduceva in un misterioso underground fatto di penombre, negozi talora misteriosi, angoli,

cantucci e svolte, e traffici pericolosi. Si respirava l’aria di un degrado di classe, non cialtronesco, ma sopraffino e quasi vintage, con un sottofondo di polpetta e soffritto proveniente da chissà dove. La Galleria del Disco imperava come pleasuredome: si godeva delle anticipazioni nella vetrina e poi si spulciavano voluttuosamente i dischi

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all’interno, soffermandosi sulle specialissime offerte a prezzi super ribassati. Poi c’era la sala giochi, nella quale spendere il lungo e proustiano tempo delle forche in un’indefinita sospensione che oggi, ahimè, non è più.


FIRENZE PERIFERIA

FIRENZE CITTÀ di GIACOMO ALBERTO VIERI

di MADDALENA MESSERI

A Walk on the wild side

Racconti al capolinea

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L’

In rappresentanza

Legnaia

anima di Firenze è liquida, perché inafferrabile, solcata e divisa dalle acque che passano, acque visibili ed invisibili, l’Arno e tutti suoi affluenti. Firenze è una città di mare, come sostiene Simone Innocenti in “Firenze Mare”, ed i suoi quartieri sono le isole di un arcipelago meraviglioso. Un’isola che racconta molto, che ha una storia e una sua dignità è sicuramente quella di Legnaia, zona residenziale al confine con Scandicci-land, Soffiano e l’Isolotto. Ma se sulla carta è difficile, per una “straniera” come me, dire dove inizi e dove finisca, Legnaia, i fiorentini invece sanno benissimo dove sia e soprattutto come sia questa macchiolina illuminata sulla mappa, questo fiore di strade nato tra via Pisana e via dell’Olivuzzo. Il quartiere di Legnaia è un borgo antico intorno a cui sono cresciuti i palazzi, il classico reticolo di strade che girano intorno alla casa del popolo, il mercato, il circolino della parrocchia e il campo di calcio. Di botteghe storiche ne sono rimaste davvero poche, ma i bar resistono ed i parrucchieri pure. L’essenzialità a volte si vede anche da queste cose. Tant’è che l’altro giorno si parlava tra amici e si fantasticava sul comprare, un giorno, un appartamentino, non un loft lussuoso ma una casa normale, un posto dove poter crescere tranquilli i propri figli, un posto dove passare un’esistenza serena senza troppe pretese. L’amico che lavora in banca ha indicato come “zona” ideale proprio Legnaia “perché lì ci si può stare bene, lì c’è meno spietatezza rispetto al centro”. C’è chi dice che Legnaia sia nata due volte: la prima quando era il luogo di passaggio per i legnami che andavano verso il mare, motivo per cui appunto oggi si chiama così, quando c’erano solo i campi e contadini con la schiena curva, le mani piene di calli e il collo spaccato dal sole. La seconda volta paradossalmente è nata quando, con la fuga dalle campagne, in tanti si sono spostati in città. Questa fuga ha permesso di costruire un quartiere intero e di creare, nella seconda metà del Novecento, una nuova generazione, gli abitanti di Legnaia, appunto. E forse ha ragione il mio amico, non sarebbe male vivere lì, dove c’erano campi e dove questa piccola comunità di fiorentini sopravvive tra una partita di calcetto, una manicure e una pizzata la domenica sera, e va avanti, nonostante la noia e le bollette, nonostante tutto.

on so se ci avete mai vissuto voialtri, a Le Cure. E se ci siete mai andati a fare la spesa, da quelle parti. Belli gagliardi, sull’euforia del finale, nell’ultimo sprint dell’anno, a un paio di metri da tutte quelle promesse che ci si fanno, da soli, sulla base di un calcolo astrale, di un calendario messo a punto secoli fa e di lune crescenti. Io, a Le Cure, ci vivo da quando sono tornato teenager. E nella piccola cooperativa di quartiere, con una nutrita lista di farò, dirò, diventerò, ci sono capitato che mancava poco alla maratona di capodanno, infatti ero proprio lì che mi chiedevo se Lorella Cuccarini l’avremmo rivista, almeno in prima serata nella notte più importante dell’anno, quando queste due o tre coppie mi sono passate di fianco, e ridevano e si spartivano le compere: “tu prendi il prosecco, io le patatine, loro pensano all’insalata russa”. Ed erano belli, tutti quanti: le ragazze compiacenti si scambiavano confidenze a bassa voce, i ragazzi parlavano della partita, poi dicevano parolacce, ma erano tutti belli e le parolacce gliele si perdonavano volentieri.

Dunque la signora Marisa, che teneva questo zampone in mano e camminava lenta verso le casse, mi ha guardato e ha detto: “lo compro per tradizione, ma tanto io sono sola”. Poi ha sospirato e io mi domandavo se a Lorella Cuccarini le piace lo zampone con le lenticchie, dunque allora per la prima volta quest’anno a Le Cure ho buttato il cappello per aria. Che faccio fatica a penzolare sulle liane dell’esistenza, fra le file dei prodotti vegani, mentre gli anziani arrancano per uscire e i giovani sono tutti belli, e in truppe unite, celebrando la commedia del cuore a cuore. Nel 2018 mi troverete in prima linea a Le Cure. In rappresentanza di quella solitudine che non c’è mica da fare gli smargiassi eh: strozza ma fa volume. Come lo zampone.

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CASA JAZZ

L'inevitabile Jazz di GIULIA FOCARDI

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er la Cina, per il concerto di Natale. Giovane, talentuoso, creativo, con una personalità dalle molteplici sfaccettature, nelle quali si rispecchia il suo stile profondo, leggero e incisivo al tempo stesso. Alessandro, cos’è per te il jazz? “Il mio incontro col jazz è avvenuto quando avevo poco più di 10 anni, ed è stata una folgorazione: ho capito subito che era quello il genere musicale attraverso il quale potevo esprimere al meglio la mia sensibilità e la mia creatività. Nel tempo è diventato il mio linguaggio primario”. Quando hai cominciato a capire che, da grande, avresti voluto fare il musicista? “Comunicare attraverso la musica è stato sin da piccolo più che una passione, quasi una necessità: fare il musicista di mestiere è stato quindi un fatto naturale, direi inevitabile”.

Progetti in corso e progetti futuri? “Il 2018 sarà un anno ricco e impegnativo: a gennaio sarò in tour con il gruppo di Roberto Gatto, ospite Kurt Rosenwinkel, uno dei miei musicisti preferiti, e di nuovo in Cina per la Rapsodia in Blue che eseguirò con l’Orchestra di Suzhou e la sezione ritmica del mio trio. A seguire una serie di concerti, a cui tengo molto, in quartetto con un gruppo di musicisti statunitensi che ammiro moltissimo, Ben Wendel, Joe Sanders e Greg Hutchinson: una collaborazione che sarà una grande occasione di crescita. Infine un progetto in cui potrò valorizzare anche la mia formazione classica: lavorerò con un trio d’archi di Firenze, con cui stiamo pre-

parando un repertorio misto tra mie composizioni e due brani contemporanei molto interessanti di Lovell Liebermann e David Ludwig”. Quale direzione sta prendendo, secondo te, il jazz? “Superato il periodo più sperimentale in cui, negli ultimi decenni del secolo scorso, il jazz si è avvicinato al linguaggio della musica classica d’avanguardia, oggi è difficile identificare una direzione univoca nelle nuove tendenze. La fusione di stili e generi diversi è nella natura stessa del jazz e la cultura globalizzata contemporanea favorisce più che mai le contaminazioni".

via Ghibellina 99, Firenze | tel 055 21.23.20

13 gennaio

30 gennaio

MARTEDÌ ore 21.00

MARTEDÌ ore 21.00

Tutti al Teatro Verdi BUSTRIC e la Musica del Libro della Giungla

Tutto Mozart MICHELE CAMPANELLA

Concerto di Carnevale EIJI OUE direttore

musiche di Mozart

musiche di Prokof’ev, Dvořák, Mozart

SABATO ore 16.30

Gli spettacoli per bambini e famiglie da € 5,00

pianoforte e concertatore

www.orchestradellatoscana.it

13 febbraio

Nemanja Radulovic violino


SUONI di GIANLUCA DANTI e GABRIELE SOBREMESA

Black Rebel Motorcycle Club - Wrong Creatures (Vagrant Records) I californiani B.R.M.C sono probabilmente la migliore garage-rock band di sempre. Suggestionati dalle atmosfere wave dei Jesus & Mary Chain e dal rock’n’roll dei Rolling Stones, in venti anni di carriera hanno saputo costruirsi un percorso prestigioso e importante (insieme ad altre gloriose band come The Strokes, White Stripes, Interpol) nell’affermazione del nuovo rock americano dalla fine degli anni ’90 ad oggi. Wrong Creatures, ottavo disco per la band di San Francisco, è stato presentato come un lavoro tormentato, concepito in una fase di depressione, esaurimenti vari e, soprattutto, dopo i problemi di salute del batterista Leah Shapiro. Ma non stupiamoci, l’humor nero è una caratterista sempre presente nei temi e nelle sonorità di tutta la loro discografica Prodotto da Nick Launay, già a lavoro con Nick Cave e Arcade Fire, il disco riporta al centro la vera essenza sonora dei BRMC, tra ballad amare e ipnotiche (“Haunt”) allusioni garage-punk (“Little Thing Gone Wild”) e misture psichedeliche (“Question of Faith”) con la morte a fare da tema centrale dell’intero album. Nel complesso i suoni risultano quindi molto scuri, in totale controtendenza con il pop colorato che riecheggia nell’attuale mondo musicale; se prima la critica li considerava una band valida (ma non eccellente) dedita ad una semplice rivisitazione del rock’n’roll e della new wave, adesso i Black Rebel Motorcycle Club dimostrano di riuscire a sopravvivere e ad ottenere credibilità in un momento storico non certo aperto a questo tipo di sonorità, che sia forse questa la chiave del successo dei californiani? Noi crediamo di sì. (G.D.)

Fever Ray - Plunge (Rabid Records) Fever Ray riemerge dalle fredde lande scandinave con un nuovo intensissimo album, leggermente distante dalle oscure atmosfere dell’omonimo debutto di 8 anni fa, ma strutturalmente più elaborato e straripante nello smaccato surrealismo tipico della musicista svedese. Plunge è un manifesto electro-pop che oscilla costantemente tra criptiche allegorie visive e liriche dirette come un pugno nello stomaco, che schiva di netto le soluzioni facili e percorre strade più impegnative, giocando in maniera serissima con i nuovi stilemi della musica post club odierna, trasformando i tappeti sonori in mantra lisergici e stendendo stanchi ma pesanti beat (e breakbeat) sotto l’inconfondibile timbro vocale della svedese. La prima impressione che fa Plunge è quella giusta: non è un disco semplice ma una naturale evoluzione del processo creativo di un’artista dotata di un indiscutibile talento che, come qualche sua illustre college islandese, riesce a collocarsi perfettamente nel momento storico (musicale e culturale) in cui vive. Fever Ray apre una breccia sulla contemporaneità e Plunge potrebbe essere un’ancora di salvezza per affrontare tutti quegli zombi nostalgico/revivalisti che affliggono la società odierna e i festival estivi italiani. (G.S.)

HÅN - The Children (Freecom/Factory Flaws) Insieme a Birthh, Giungla e LIM, la giovanissima HÅN è senza dubbio una delle novità più gradite nella nuova scena indie italiana: il suo dream pop si fonde con un’elettronica minimal dal sapore internazionale con sottili riferimenti ad artisti big quali Daughter e The xx. L’EP di debutto si intitola “The Children” e racchiude otto brani, quattro originali e quattro remix tra armonie vocali morbide e brillanti, drum machine e tappeti di synth che fanno emergere un sopprafino gusto sonoro. (G.D.)

Islaja - Tarrantulla

(Svart Records)

Archiviata da ormai un decennio la fase più puramente folk in lingua madre, la finlandese Merja Kokkonen spinge il synth-pop degli ultimi due dischi verso nuovi orizzonti con un album totalmente fuori di testa. Tarrantulla è talmente schizofrenico nei testi e nell’accostamento di elementi poco ortodossi al genere (sax e flauti) da risultare estremamente affascinante e divertente, a patto di riuscire ad entrare in sintonia con il bizzarro e onirico mondo della musicista scandinava. (G.S.)

Naomi Berrill - To the Sky

MADE IN FLORENCE

(Casa Musicale Sonzogno)

Secondo album per la violoncellista e cantante irlandese Naomi Berrill. “To the Sky” è l’ideale prosecuzione del suo percorso dedicato agli elementi, in questo caso è l’acqua il tema dominante. Come nell’esordio “From The Ground” anche il secondo capitolo della giovane artista, ormai fiorentina di adozione, si contraddistingue per una appassionante eterogeneità sonora combinando, nei suoi 10 brani originali, elementi neoclassici con il jazz e il folk, il tutto circondato da un’armonia poetica fuori dal comune.

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PA R O L E di GABRIELE AMETRANO

OH! Il libro delle meraviglie di Leo Ortolani Bao Publishing pp. 244 - € 18.00

Prima di incontrare questo libro non mi ero mai soffermato a pensare a ciò che ancora mi meraviglia. Mi stupisce lo sguardo di un infante che curioso guarda il mondo, mi incuriosisce l’istinto di un cane quando annusa un odore, mi sorprende una frase scritta in un libro ma meravigliarsi è altra cosa. Quando ci meravigliamo qualcosa entra dentro e ci destabilizza, tanto da lasciare un segno. E sarà successo mille volte nella mia vita ma mai ci ho riflettuto fino a che non mi sono imbattuto in Leo Ortolani. Con “Oh! Il libro delle meraviglie” questo fumettista dall’ironia facile e dalla linea molto riconoscibile ha conficcato la sua matita nel mio diaframma e più leggevo, più ridevo e più il dolore era forte. E il dolore è un segno che riconosciamo bene. Ne ho letti pochi di fumetti in tutto questo tempo: l’immancabile Zerocalcare, Gay Delisle, Art Spiegelman, Jan Giraud e qualcos’altro di cui non ho tenuto memoria. Ma Ortolani s’è fatto amare immediatamente. Mi considero un pivello del settore e sicuramente

Possiamo cominciare a leggere le regole di Giovanni della Casa e il suo “Galateo” o dedicarci immediatamente al moderno “Bon Ton” di Silvia Columbano: l’importante è apprendere almeno un po’ di buone maniere. Perché confessiamocelo: stiamo dimenticando la cortesia, la gentilezza, la forma di reciproco rispetto. Sarà la poca educazione insegnata a casa, l’inefficacia delle regole scolastiche, saranno i social diretti e inopportuni o semplicemente dei tempi oscuri e medievali che ci sovrastano, fatto è che la nostra quotidianità sta diventando sempre meno propensa alle buone maniere. Ed è un peccato perché forse, avessimo un po’ più di rispetto l’un l’altro for-

mi sto perdendo molto ma se volevo iniziare a colmare la lacuna ho scelto casualmente il libro adatto. Naziskin, vecchi, omosessuali, malati di Aids, drogati: queste e altre tipologie sono tutte le meraviglie che Ortolani racconta. Li disegna giocando sulla meraviglia perché è così che li trattiamo quando vediamo queste e altre categorie che consideriamo diverse da noi. A volte ci meravigliamo perché dal nostro mondo beato pensavamo non esistessero più, altre perché il nostro buonismo democratico ne ha corroso l’identità violenta o semplicemente perché è più facile emarginare che capire. Così nel dramma o nella scoperta che queste meraviglie facciano parte del nostro quotidiano, qualcuno in tv ci prende per mano e ci rassicura, dicendo che va tutto bene e che stiamo vivendo il migliore dei mondi possibili. Queste pagine sono un filo di lana. Ci camminiamo sopra spavaldi ma inevitabilmente si sfilaccia. Sarà una caduta utile, inevitabilmente meravigliosa.

se potremmo vivere tutti un po’ meglio e più sereni. E invece strombazziamo in macchina, parliamo ad alta voce al cellulare, ci proponiamo con un “salve”: disattenzioni dettate dalla fretta probabilmente ma che sommate ci rendono persone maleducate. Oggi più che mai occorre rallentare e praticare più gentilezza. Per noi stessi e per gli altri.

Bon ton di Silvia Columbano Franco Cesati Editore pp. 192 - € 16.00

Con Senso

Di Verso

di GIULIA ALFANI

a cura di ROBERTO DEL FOSCO

Inizi Il nome del primo mese dell'anno deriva da quello del dio romano Giano (Ianuarius, “di Giano”), divinità protettrice dei nuovi inizi, ma anche delle porte, dei ponti e di ogni altro elemento di passaggio. Raffigurato come bifronte, i due volti di Giano gli permettono di guardare contemporaneamente nel passato e nel futuro, prima e dopo il passaggio, all'interno e all'esterno della porta. Gennaio, mese consacrato a Giano, è quindi la porta da attraversare per passare dal vecchio anno al nuovo. Allo scadere di dicembre, mentre i romani brindavano festeggiando Ianuarius, al nord i sassoni salutavano l'arrivo di Wulf-Monath, “il mese del lupo”, mentre in Finlandia iniziava Tammikuu, il mese della quercia e della luna (da tammi, quercia, e kuu, luna). Con il tempo, tuttavia, il nome di origine romana si è ampiamente diffuso e lo ritroviamo oggi in molte lingue, come inglese, svedese, danese, norvegese, tedesco e olandese, con nomi simili a january; in spagnolo come enero, in russo январь (yanvar'). In Finlandia, invece, è rimasto inalterato l'antico nome tammikuu. 26

Sento le piante crescere, sento la terra girare. Tutto mi sembra forte e chiaro, tutto deve ancora succedere. tratto dalla poesia di Umberto Fiori Per strada, in Chiarimenti, 1995

Umberto Fiori (1949) è un intellettuale italiano; figlio di comandante partigiano, si laurea a Milano in filosofia e negli anni della contestazione si impegna musicalmente con gruppi d’artisti i cui brani saranno adottati come espressione del dissenso generazionale dell’epoca. Maturato come poeta negli anni ’80, si dedica al teatro e all’insegnamento universitario.



LA COVA TAPAS

Un angolo di Spagna a Firenze

FRANCESCO ORLACCHIO

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uattro ragazzi sulla trentina, una navigata esperienza nella ristorazione e un amore sconfinato per la Spagna: ecco gli ingredienti che hanno portato nel gennaio dello scorso anno all’apertura di Cova Tapas Bar a Firenze, tra i vicoli di Santo Spirito e Palazzo Pitti, al 19 rosso dello Sdrucciolo de' Pitti. Un primo locale era già stato inaugurato 3 anni fa a Prato e all’epoca rappresentava una delle prime esperienze di questo tipo in Italia. Le tapas non sono semplice cibo ma racchiudono in sé un vero e proprio stile di vita. Richiedono convivialità e condivisione, come vuole la regola nata con loro nell’Ottocento in Andalusia: non si mangia mai da soli. Sono per tutti e danno la possibilità di scoprire sapori diversi con piccole porzioni a prezzi contenuti. Lorenzo, Federico, Lorenzo e Margherita dopo aver vissuto parte della loro vita nella penisola iberica ed aver cullato l’idea di trasferirsi là, hanno deciso di creare un posto in città dove assaggiare e respirare la Spagna. Da qui importano spezie, salumi e tutto ciò che riguarda le bevande (vini, birre e liquori). La ricerca per le materie prime è stata molto lunga ma ora i contatti sono numerosi, soprattutto in Catalogna. Lavorando con piccole aziende a salvaguardia della qualità, lo svantaggio connesso è quello di non avere sempre disponibilità delle pietanze richieste. Il menù cambia all’incirca ogni mese e mezzo, seguendo i prodotti della stagione. C’è una continua ricerca delle novità da proporre al pubblico italiano. L’esperienza offerta può essere declinata all’infinito: c’è chi prende un dolce, chi un cocktail, altri ricercano tranquillità cenando al piano inferiore del locale. I prodotti tipici, l’atmosfera fortemente mediterranea e il tipo di servizio offerto (vi sono impiegate anche 2 ragazze andaluse, rispettivamente di Siviglia e Malaga) rendono il posto meta della numerosa comunità spagnola fiorentina, che tra una fetta di jamòn serrano, una porzione di patatas bravas e le varie croquetas, si ricorda di casa. E loro, insieme a chi conosce la “regola”, li troverete accoccolati sugli scanni della barra, il bancone, l’anima del tapas bar. Pubbliredazionale

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PA L AT I F I N I di MARTA STAULO

New York Cheesecake La mia dedizione di infinto amore all’immacolato dio carboidrato avvenne in un giorno di neve, giorno in cui, con il naso alla finestra, scambiai dei fiocchi di neve per zucchero a velo - la prima delle innumerevoli delusioni firmate Disney Home Video. Ci sono cose che in modo incolore e silenzioso ti sovrastano. Che non hanno bisogno di colorarsi la testa per ricordare al mondo che nella loro inutilità, forse, esistono anche loro. È questo il caso della New York Cheesecake che, con il suo doppio candore di torta e copertura, ti riempie cuore e arterie. E ribadisco “la” cheesecake perché questo dolce non può essere che femminile: piena, burrosa e rotonda, come solo le donne sanno essere. E voglio ribadire anche “candore”, perché niente mi degrada più l’animo del cameriere che al tuo “vorrei una cheesecake” ti declama fiero a memoria la scelta di sciroppi Fabbri che giacciono appiccicosi sullo scaffale del bar, nella beata illusione di sventagliarti la vasta offerta che ti pone sotto il naso, ignaro dello harakiri che sta compiendo. E te, che sei parte militante nel “movimento contro lo schizzetto sul piatto”, nel tuo attestare con doppia privazione “senza nulla, grazie”, vorresti solo capisse che ha perso un’occasione per stare zitto

GOLE PROFONDE di TOMMASO CIUFFOLETTI

Sherry Ero appena passato dall’occuparmi di politica all’occuparmi di vino e la qualità della mia vita era nettamente migliorata. Tuttavia di vino ne capivo poco e nulla e scoprii solo dopo che la cosa non è un problema, basta sapersi arrangiare con parole tipo bacca rossa, spalla acida e tannini rotondi, senza mettersi a ridere. Così quando conobbi lei, la mia fortuna fu che mi versò addosso dello spumante ad una sera di gala. “Vabbè, ma tanto è uno spumante di merda” commentai per fare il disinvolto. “Veramente lo faccio io”. Bingo. Ero talmente astuto che non avevo capito che le piacevo, anzi non avevo proprio considerato plausibile la cosa, per il semplice motivo che lei era bella, famosa e desideratissima. Facemmo due chiacchiere e chiusa lì. A distanza di anni, sapete come vanno queste cose, ci si rincontra ancora ad una sera di gala in uno dei templi dell’alcool. Lei sempre bella, famosa e desideratissima, io che di vino continuavo a non capirne nulla. “Prima che me lo versi addosso, posso offrirti qualcosa?”. “Non lo so, vediamo, tu che bevi?”. Io avevo fumato una canna d’erba e mi piaceva il sapore che avevo in bocca, così risposi sull’onda dell’entusiasmo “Io prendo dello Sherry”. Lei sgranò gli occhi e mi disse queste esatte parole “Sei l’ultimo uomo sulla faccia della terra che beve ancora Sherry pausa, in cui penso di essere il più grande coglione sulla faccia della terra - e questa cosa mi fa impazzire”. Poi mi confessò che quella sera di tanti anni prima mi aveva versato apposta quel bicchiere addosso. “Verso vino per lavoro, secondo te quando lo verso addosso a qualcuno è per caso?”. Nel frattempo si era sposata e aveva avuto un figlio. Mi salutò teneramente e mi lasciò solo col mio Sherry a riflettere su quanto poetico possa essere, talvolta, non capirci una sega. Quello Sherry era Noe, un Pedro Ximenez di Gonzalez Byass di 30 anni. Lo vendono per una ventina di euro e ne vale almeno il triplo.. 29


OROSCOPO di VIRGINIO illustrazioni di MELANIA BRANCA

Avrai difficoltà a gestire e conciliare i tuoi impegni e i tuoi affetti, e se non fai attenzione rischi di sacrificare questi ultimi. Quindi poi non ti meravigliare se noterai una mancanza di fiducia da parte loro, e se devi prendertela con qualcuno fallo con te. Cerca di risolvere le questioni al meglio, essere comprensivi aiuta.

Si dice che chi incomincia bene è a metà dell’opera. Ripetitelo spesso in questo mese, perché l’anno nuovo comincerà a metterti alla prova fin da subito. Fortunatamente la tua tenacia e la tua voglia di ambizioni ti aiuterà a superare le principali difficoltà e ad acquisire nuove importanti esperienze di vita. Falle tue e non dimenticarle mai.

Il nuovo anno comincia e te non sai ancora cosa fare. Affronta i tuoi problemi uno alla volta e in maniera sistematica altrimenti rischi di rimanere impantanato in un groviglio di situazioni poco piacevoli. Fatti una lista di priorità per facilitarti il lavoro, poi rimboccati le maniche e affrontale una a una.

Prima di ripartire fermati a riflettere sull’anno appena passato, sui errori fatti e su come non ripeterli. Prendi spunto dalla tua accortezza e alla tua dedizione al lavoro e fanne i tuoi punti di forza. Soprattutto evita di caricarti di responsabilità ed evita di risolvere i tuoi problemi con aggressività.

Tutto quello che ti ha affaticato in questo ultimo periodo potrebbe mettere a rischio la tua salute, ma questo non fermerà comunque l’onda positiva che ti aiuterà ad essere una spanna sopra agli altri e ad eccellere. Quindi, occhio a non ammalarti e attento alle distrazioni e ai piccoli errori che potrebbero rovinarti la giornata.

La tranquillità con cui hai trascorso l’ultimo mese dell’anno appena passato dilagherà dolcemente in questo inizio di anno, lasciandoti in una sorta di stato di grazia in cui riuscirai a prendere decisioni importanti in ogni ambito della tua vita senza sbagliare un colpo. Desideri altro?

Comincia un nuovo anno, e questo vuol dire che si diventa più grandi, e si sa che crescendo si può cambiare. Cambiando noi possono cambiare anche i nostri sentimenti, e magari quello che ci emozionava prima, ora non ci soddisfa più. Non c’è niente di sbagliato in questo, anche se può far male. Non rendere tutto più difficile.

Non aver paura di affrontare con positività tutte quelle questioni importanti che ti si presenteranno. Questo inizio di anno nuovo sembra promettere bene, riuscirai a vivere con armonia ogni momento passato con i tuoi cari, ma occhio a non sottovalutare la gelosia che potresti far nascere con i tuoi comportamenti superficiali.

Prepara un bagaglio abbastanza capiente e riempilo di pazienza ed energia perché stai per cominciare un viaggio in cui ne avrai bisogno in abbondanza. Potrebbe sorprenderti l’arrivo di problema inaspettato, ma se saprai dedicargli la giusta attenzione riuscirai a trovare una soluzione con facilità.

Preparati ad un inizio in quinta, ti aspetta un periodo di dure prove e non sempre riuscirai ad evitarle. Quindi, affrontale pure senza timori perché il tuo istinto combattivo e le tue innate capacità ti aiuteranno a superare qualsiasi difficoltà con successo regalandoti ancora più forza e maturità.

Finalmente sta per arrivare il tuo momento, l’occasione irripetibile e che aspettavi da tempo per dimostrare a tutti quello che sai fare e quanto vali. Sarai molto più brillante e reattivo degli altri, ma occhio a non scadere nell’egocentrismo e nella strafottenza, questo è solo il modo migliore per stare sul culo agli altri.

Porta pazienza. Perché anche se ti sembrerà quasi impossibile raggiungere quello che desideri in questo momento, vedrai che grazie alla tua praticità riuscirai a superare ogni difficoltà. Lo so, può sembrare egoista e non è il miglior consiglio per cominciare l’anno, ma ricorda: non vale la pena aiutare chi non lo merita.

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Domenica 21 gennaio ore 21

teatro niccolini

Sabato 13 gennaio ore 16

teatro della Pergola

GIUSEPPE ALBANESE pianoforte

Solopiano - Debussy, Chopin

Domenica 14 gennaio ore 21

ALESSANDRO CARBONARE PERLA CORMANI LUCA CIPRIANO

clarinetti e corni di bassetto

Mozart, Poulenc, Beethoven

teatro della Pergola

luneDì 22 gennaio ore 21

Progetto Sehnsucht: Hausmusik Schumann, Brahms

Leopardi & Schubert

Sabato 20 gennaio ore 16

teatro della Pergola

teatro della Pergola QUARTETTO FONÉ ANDREA LUCCHESINI pianoforte DUCCIO BELUFFI viola BEATRICE POMARICO violoncello GIUSEPPE CEDERNA voce recitante

teatro della Pergola

KATIA & MARIELLE LABÈQUE pianoforti SIMONE RUBINO percussioni ANDREA BINDI percussioni

Bartók, Brahms, Ishii

Sabato 27 gennaio ore 16

LORENZA BORRANI violino ALEC FRANK GEMMILL corno ALEXANDER LONQUICH pianoforte

Schumann, Brahms

Domenica 28 gennaio ore 21

Saloncino della Pergola

OMER QUARTET

prevendite: biglietteria teatro Della Pergola circuito box office toScana www.boxol.it

Il mondo del Quartetto - Adès, Bartók, Beethoven II Premio Paolo Borciani 2017 - I Premio non assegnato


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