Lungarno n. 50 - aprile 2017

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Aprile 2017

50

STOR IE ARCOBALENO

F I R E N Z E

TECNOLOGICA - IN BICI -

SOTTO LE STELLE

B A N C O N E F I G H T

C L U B

L’ A G E N DA D I

APRILE


80° Maggio Musicale Fiorentino

CONCERTO DI INAUGURAZIONE

CONCERTO

ZUBIN MEHTA

THIERRY FISCHER/ SARA MINGARDO

OPERA DI FIRENZE 24 aprile

OPERA DI FIRENZE 21 maggio

OPERA

OPERA

di Wolfgang Amadeus Mozart

di Igor Stravinskij

IDOMENEO

L’HISTOIRE DU SOLDAT

TEATRO MANZONI – PISTOIA dal 26 aprile al 6 maggio

TEATRO GOLDONI dal 24 al 29 maggio

OPERA

CONCERTO

DON CARLO

di Giuseppe Verdi

KRISTJAN JÄRVI/ STEFANO BOLLANI

OPERA DI FIRENZE dal 5 al 14 maggio

OPERA DI FIRENZE 25 maggio

CONCERTO

CONCERTO

OPERA DI FIRENZE 10 maggio

OPERA DI FIRENZE 26 maggio

CONCERTO

CLASSICONTEMPORANEO CONCERTO

ZUBIN MEHTA/ PABLO FERRÁNDEZ

ZUBIN MEHTA/ AVI AVITAL

ENSEMBLE INTERCONTEMPORAIN

DAVID ROBERTSON

OPERA DI FIRENZE 13 maggio

OPERA DI FIRENZE 28 maggio

CONCERTO

CLASSICONTEMPORANEO CONCERTO

I CAMERISTI DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

MARCO ANGIUS

OPERA DI FIRENZE 15 maggio

OPERA DI FIRENZE 31 maggio

CONCERTO

EXTRA FESTIVAL CONCERTO

KARL-HEINZ STEFFENS OPERA DI FIRENZE 18 maggio

BERLINER PHILHARMONIKER/ GUSTAVO DUDAMEL OPERA DI FIRENZE 26 giugno

Tickets: OPERADIFIRENZE.IT


LA SERENATA di Matilde Sereni “Life is what happened to you while you’re looking at your smartphone” Non c’è dubbio alcuno sul fatto che io sia una telefono-dipendente, lo dice anche una caricatura molto ben fatta che potete trovare sul mio profilo Facebook. Nonostante questo ho una percentuale di risposta variabile a seconda dei soggetti, della memoria e della circostanza (il fatto che viva con questo oggetto a portata di mano non significa che sia reperibile sette giorni su sette h/24, incredibile ma vero). Mi ritengo una persona interessante ma, non avendo scoperto il moto perpetuo, tratto per adesso argomenti di importanza estremamente relativa e ritengo che l’attesa del piacere sia essa stessa il piacere, quindi, di grazia, perché stressarsi con le spunte blu di WhatsApp? Questo mese Lungarno toccherà da vicino il fascino della tecnologia contemporanea e passata, i contrasti politici e culturali, i personaggi discussi e le novità della città. Avete tra le mani il numero 50, le nostre nozze d’argento, la completezza fatta rivista. Lo potete sfogliare sul sito, smartphone o tablet; se siete soci tramite newsletter in anteprima e per tutto ciò che rimane ci sono Facebook e Instagram. Ma quando lo trovate sul tavolo del bar la domenica mattina, aperto su una pagina casuale che per qualche motivo ha colpito il cliente prima di voi, fermatevi, bevete un sorso di caffè e prendetevi il tempo che vi serve per capire il senso dei vostri gesti. Lasciate squillare il telefono, se è importante richiameranno. Buona lettura

IN COPERTINA IL SOGNO DI UN ISTANTE di Clémence Chatel

In questa posa, tutto sommato banale, l’uomo sembra molto riflessivo, forse nostalgico, ma comunque sereno. Catturare questo istante in modo poetico dove il tempo non esiste, in cui il mondo reale e l’illusione si confondono, era il mio scopo per questa opera che dedico a Il Piccolo Principe. Clémence Chatel è una graphic designer francese che attualmente vive a Firenze. Durante i suoi studi di graphic design presso la Lausanne School of Art (Ecal), ha sperimentato molte tecniche per unire la passione per l’illustrazione a quella per la grafica. Dopo il diploma nel 2015 con una collezione di foulard e dato il suo forte interesse per la moda, oggi lavora anche come print designer. Tutte queste esperienze le hanno permesso di sviluppare un proprio marchio.

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 50 - Anno V - APRILE 2017 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it Editore: A ssociazione Culturale Lungarno - Via A. Scialoja, 33 - 50136 Firenze - P.I. 06286260481 Direttore Responsabile: Marco Mannucci • Direttore Editoriale: Gabriele Ametrano Responsabile di redazione: Riccardo Morandi Social Media Manager: Bianca Ingino, Valentina Messina Editor: Arianna Giullori Responsabile commerciale: Monica Falco Amministrazione: Arianna Giullori Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze • Distribuzione: Ecopony Express - Firenze Hanno collaborato: Silvia Amerighi, Gabriele Ametrano, Veronica Brandi, Fabio Canino, Tommaso Ciuffoletti, Clémence Chatel, Tommaso Chimenti, Francesca Corpaci, Gianluca Danti, Leandro Ferretti, Giulia Focardi, Raffaella Galamini, Erika Gherardotti, Simone Innocenti, Caterina Liverani, Mattia Marasco, Valentina Messina, Riccardo Morandi, Diletta Parlangeli, Alba Parrini, Alessandra Pistillo, Pratosfera, Cristina Romeo, Alessia Ronge, Ester Santacroce, Marina Savarese, Matilde Sereni, Gabriele Sobremesa, Marta Staulo, Riccardo Ventrella, Virginio. Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

Con il contributo di

PER INFO E PUBBLICITÀ

MONICA FALCO monica@lungarnofirenze.it - 389 1067456 www.lungarnofirenze.it

SOMMARIO

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Uomo cellulare di Diletta Parlangeli

Let’s tennis, un ace di tecnologia di Alba Parrini

Non abbiate paura dei colori di Fabio Canino

Piccolo schermo, grande impresa di Riccardo Morandi Firenze tecnologica di Alessia Ronge Nuovi progetti, nuovi orizzonti di Erika Gherardotti, Raffaella Galamini, Veronica Brandi, Cristina Romeo

La rivolta di Hollywood di Caterina Liverani

In bici sotto le stelle di Alessandra Pistillo

Ricominciamo dal palco di Tommaso Chimenti

L’AGENDA DI APRILE 18 APRILE DA NON PERDERE

Prato di Pratosfera Empoli e Pisa di Silvia Amerighi Oggi ti ama di Tommaso Ciuffoletti

Incontri di Mattia Marasco Il bombolone di Leandro Ferretti Corpo e anima di Simone Innocenti Black Mamba Tattoo di Valentina Messina Che fretta c’era di Ester Santacroce Cercar cicoria è rock di Silvia Amerighi Testa cambia color di Marina Savarese La droga drogata di Tommaso Ciuffoletti Il misterioso popolo della techno di Francesca Corpaci e Marta Staulo

Empoli Caput Mundi... del Jazz di Giulia Focardi

Suoni di Gianluca Danti e Gabriele Sobremesa

Parole di Gabriele Ametrano

Il gusto open air di Raffaella Galamini

Supplì al telefono di Marta Staulo Io, Franco da Catania e il Frappato di Tommaso Ciuffoletti

Stelle di Virginio


4 tecnologia

Uomo cellulare di Diletta Parlangeli

A

pri gli occhi e allunghi la mano: non è la sveglia (o meglio, non solo), non la bottiglia d’acqua, non le pastiglie. È il cellulare, che va acchiappato subito. Serve il controllo su tutto, prima ancora di mettere il piede giù dal letto. Probabilmente da quel controllo, a botte di scrollate sullo schermo, dipenderà anche come si appoggerà la pianta del piede a terra e la relativa luna. Chissenefrega degli oroscopi (scusa, Rob). I-social-la-mail-il-contatore-di-passi-il-timer-le-notifiche-l’agenda. Veloci, scattare, via. Eppure, quella familiarità, non è nata con le app: se l’è sudata sul campo. È pur sempre un maledetto telefono. “Il telefono, la tua voce” recitava l’ormai datato (quanto fortunato) claim del servizio di telecomunicazioni che, piano piano, si apprestava a coprire il territorio nazionale. Non serve dire quanto da quel tempo la parola “telefono” abbia profondamente gestito a proprio piacimento il suo significato. Tocca invece notare come abbia retto, stoicamente, i veloci cambiamenti dei decenni a seguire (il motto, di cui sopra, compare già a fine anni Settanta nei manifesti dell’allora Sip). Il telefono è la tecnologia che non ha mai tradito. Non ha mai lasciato indietro nessuna aspettativa, nessuno mai (o quasi) ha pensato di poterne fare a meno per un solo secondo, anche quando è diventato un apparecchio di software da aggiornare. Si è plasmato come l’acqua al contenitore e gli utenti, così, ne hanno seguito le tracce che preferivano. Si può fare la fila fuori dagli Apple Store (ancora? Sì, eccome, ancora) per accaparrarsi l’ultimo modello e la fotina sul giornale col pac-

chetto in mano (goduria), o si può tenere in vita il primo comprato, con una riga di testo sullo schermo ormai giallo e la bustina a segnare gli sms. O quello con i tasti enormi, per buona pace della terza età che non reagisce come la giapponese Masako Wakamika, che a quasi 82 anni ha imparato a fare coding e si lamenta che gli smartphone non hanno contenuti interessanti per i suoi coetanei (per la cronaca, dice il Corriere, lei l’app se l’è costruita da sola). C’è anche la soluzione per chi vuole andare a braccetto con la nostalgia, ora che è tornato il Nokia 3310. Il telefono fa quello che vuoi e poi, in Italia, ci piace parlare (e quello, al netto di smentite, lo fanno tutti i telefoni). Secondo un’indagine dell’Euipo, ufficio interno all’Unione Europea per la tutela dei marchi e delle proprietà, l’Italia è il primo paese per numero di telefoni contraffatti. Primato tra paesi membri: in Italia il valore delle mancate vendite di smartphone dovuto alle alternative farlocche – riporta Wired.it – ammonta a 885 milioni di euro, una cifra che per i produttori (quelli veri) costa un 15,4% di ricavi in meno nell’arco di un anno. Non perde mai di mordente, il buon vecchio arnese per chiamare. Anzi, è proprio da lui che tornano anche i servizi online: tutti richiedono il numero di telefono ai propri utenti. Per ragioni di sicurezza (è collegato, se tutto va bene, a un nome e un’identità reale, con tanto di contratto), sia quando si cerca di recuperare le password perdute, che quando si opta per un’autenticazione a due fattori nell’iscrizione a un servizio.

Fosse un personaggio in carne e ossa, sarebbe quella donna ferita che dopo anni vede tornare l’antico amante e con un misto di complicità e sdegno sussurra: “Tanto lo sapevo, che da qua saresti passato di nuovo”. Successo garantito, lo dice anche il Mobility Report di Ericsson: al mondo, ci sono più schede sim che persone. Il tasso di penetrazione della telefonia mobile a livello globale è stato del 101% nel quarto trimestre 2016, per un totale di 7,5 miliardi di sottoscrizioni alla telefonia mobile, con una crescita di circa il 4% anno su anno. Quando levi la scheda sim per cambiare modello – in questo caso è necessario che sia uno smartphone – lo puoi usare comunque, perché come minimo sarà un buon lettore di brani musicali, un discreto archivio di foto, un’agendina leggera. Se fai il bravo, un’app ti trova pure la fidanzata. Ma è sempre meglio che anche lei possa dire “il telefono, la tua voce”.

Diletta Parlangeli è una giornalista professionista. Ex redattrice di DNews ed EPolis, oggi collabora con varie testate tra cui Il Fatto Quotidiano, Wired Italia e La Stampa. it. Scrive di spettacoli e tecnologia su cartacei e siti web. Blogger dal 2006 su diparipasso. com, è autrice del format “di15secondi”, video recensioni musicali per Instagram, e delle rubriche podcast “Uscio e bottega” (SoundCloud). Su Twitter @dile


app 5

Let’s tennis, un ace di tecnologia di Alba Parrini

S

imona Bigazzi, Susanna Pepi e Alessio Laganà sono tre ragazzi di Firenze, da sempre sugli spalti dei campi da tennis e con la testa rivolta verso la pallina. Ma sono anche sportivi appassionati e tecnologici. Questo, forse, l’elemento che spicca di più, appena ci parliamo. Anche se abbiamo di fronte dei professionisti, non solo del tennis, ci accorgiamo infatti che la molla che li ha spinti a unire le proprie qualità individuali di allenatore, web specialist e designer è stata la passione per lo sport: “Ci siamo trovati una sera a cena e man mano che parlavamo ci siamo resi conto che, con parole e punti di vista diversi, stavamo dicendo in realtà tutti e tre la stessa cosa”. Ed è proprio dalle esigenze dei singoli sportivi amatoriali che nasce l’idea di questa nuova app sviluppata dai tre amici, che nel frattempo hanno anche fondato una start up. “L’idea è nata durante uno de-

1-15 aprile 2017 Galleria Via Larga 57r orario: 10 -19 ingresso libero “L’Archeosofia è la conoscenza integrale, la saggezza arcaica, la scienza dei princìpi; è lo studio delle Cause Prime, o Scienza di Dio come Principio Assoluto di ogni cosa creata. Archeosofia è un vocabolo proposto dall’autore che lo ha dedotto dalle voci greche archè= principio e sofìa =sapienza. È una filosofia che scaturisce dall’esperienza, perché poggia sui princìpi concreti e positivi della sperimentazione metodica per conoscere i mondi superiori, noi stessi e Dio, tramite lo sviluppo di nuovi sensi definiti spirituali. Oggi è l’interpretazione più completa del Cristianesimo.” Nella sede di Via Metastasio 3/r Firenze teniamo corsi di Pittura Iconografica, Astrologia, Erboristeria, Ermetismo, Radiestesia, Acquerello Botanico, Modellatura con argilla e studio dei testi di Tommaso Palamidessi fondatore dell’Associazione.

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PENNELLI D’ARTE

gli Open più importanti in Toscana, il Memorial Giorgio Sieni del 2015. In questa occasione io e Susanna abbiamo conosciuto Alessio, fondatore del portale Grantennistoscana” - ci racconta Simona - “e dopo aver avuto un confronto con uno dei più importanti arbitri Fit Toscana, l’idea si è fatta più chiara, andando incontro anche alle esigenze tipiche degli stessi giudici”. Quello delle partite di tennis non professionistiche è un mercato in continua evoluzione: sono circa ottomila infatti i tornei di ogni livello organizzati in Italia dai circoli di ogni regione, e il tennis è il primo sport per numero di partecipanti. Ciononostante, fino ad oggi, dietro ai tornei si celava un’organizzazione spesso confusionaria,

Associazione Archeosofica sezione IIa Fiorentina invita alla mostra Acquerello botanico

Modellatura con argilla

organizzata ancora con grossi tabulati cartacei, e per gli utenti finali delle manifestazioni ufficiali a volte partecipare ai tornei diventava un’impresa titanica tra telefonate, fax, passaparola e cambi di turno non comunicati. Per questo nasce Let’s Tennis: un’app che consente al circolo di pubblicare e diffondere informazioni “live”, e di conseguenza al giocatore di essere aggiornato semplicemente con pochi click e tramite messaggistica. C’è anche la possibilità di seguire i risultati dei tornei e dei giocatori di tutta Italia, e un servizio di “live score” solitamente confinato nei tornei professionistici. Da ora in avanti tutti con la racchetta in mano, con un occhio all’innovazione 2.0.

Viaggio nella Bellezza Arte dell’Icona


6 arcobaleno

“Rainbow Repubblic” di Fabio Canino edito da Mondadori pag. 244 - euro 19

Non abbiate paura dei colori di Fabio Canino

Q

uando ho scritto il mio ultimo libro avevo qualche dubbio, ma anche delle certezze: una di queste era sul titolo, Rainbow Republic. Mi è sembrato subito il più centrato, il più giusto. Non solo perché l’arcobaleno è il simbolo mondiale della comunità LGBT, ma perché mi pareva un esempio meraviglioso di convivenza. Colori così diversi tra di loro, che non hanno niente in comune, ma che in realtà tutti insieme creano una delle cose più belle al mondo: l’arcobaleno. Si presenta solo dopo un uragano, un temporale, una tempesta. L’arcobaleno segnala la fine della crisi, il ritorno al sereno. Nella Rainbow Republic si aspira alla felicità per tutti, all’uguaglianza dei diritti, ma soprattutto alla possibilità di amare chi ti pare perché - come diceva Oscar Wilde- “esiste un solo modo di amare: amare”. Certo è un romanzo, ma oggi mi rendo conto di quanto sia lontana la Rainbow Republic, quanto sia – per ora – impossibile l’attuazione della sua Costituzione. Nella Rainbow Republic i colori dell’arcobaleno rappresentano tutti, ma proprio tutti. E nel mondo reale? Nella vita di tutti i giorni? Purtroppo no. E non parlo solo di diritti LGBT ma di diritti umani, diritti di tutti e per tutti. I colori presenti nella nostra società sono ben diversi da quelli dell’arcobaleno. Sono più cupi, più deboli, meno decisi e con poca personalità. Colori ipocriti, vigliacchi che vorrebbero zittire i colori dell’arcobaleno. Basta fare un rapido giro del mondo per vedere quali sono i colori con cui dobbiamo convivere. L’ultimo colore nato è il color crodino dei capelli di Donald Trump. Un colore ridicolo, inspiegabile, come la sua “politica”, amata da analfabeti e populisti. E se passiamo in Russia troviamo il suo finto nemico Vladimir Putin, che si fa fo-

tografare a torso nudo con pantalone ascellare, in mezzo alle contadine che mietono il grano, convinto di avere un fisico bestiale da vero macho (Vladi, niente di nuovo, l’aveva già fatto Mussolini!). Quello che risalta è solo il colore della sua pelle bianchiccia, con sfumature violacee. Un colore che definirei malato. Poi farei un salto in Turchia, dove troviamo il dittatore “de noartri” Erdogan, con i suoi baffi e capelli tinti di un nero pece, da sembrare un dittatore alla Sacha Baron Cohen: lo stesso colore della calotta spacciata per capelli naturali di Mao. Se voliamo nelle Filippine troviamo un Presidente assassino: sì, Rodrigo Duterte è proprio un assassino. In quel paese è in atto una vera e propria strage. Ha ordinato alla polizia di uccidere sistematicamente tossicodipendenti e spacciatori, per risolvere il problema della droga. In più di un’intervista ha detto che, se avesse tempo, vorrebbe sgozzarli tutti lui, personalmente. Al di là dell’orrore che mi fanno queste parole, si è dimenticato di una cosa: tra gli spacciatori ci sono anche tanti poliziotti corrotti, che uccidono chi potrebbe riconoscerli e denunciarli. Il colore di questo personaggio è un bianco sporco con sfumature rossastre, leggermente sbiadite, come il suo – eventuale - cervello. Poi c’è la Corea del Nord. Mi rendo conto di sparare sulla Croce Rossa, ma anche Kim Jong Un ha un colore dittatoriale, con le sue divise dai colori acquarello sbiaditi e i tanti vestiti tristi e grigi che quasi tutti i suoi militari sono obbligati a portare. Nonostante il suo aspetto da personaggio di cartone animato tipo Peppa Pig, pare sia uno che non ci ha pensato un attimo a far uccidere il fratello e la madre per arrivare dov’è. In realtà, diciamolo, l’unico che avrebbe dovuto sbattere in galera sarebbe stato il suo parrucchiere. Invece in Arabia Saudita Re

Abdullah costringe le donne a coprirsi dalla testa ai piedi di un nero silenzioso e profondo, umiliandole nel corpo e nella mente, e non certo per loro scelta, come qualcuno sostiene. Un colore cupo e pieno di odio, utilizzato da tanti paesi dove, con la scusa della religione, viene oscurato ogni guizzo di allegria ed ogni colore del pantone. E nel mondo ci sono tanti altri paesi che hanno paura dei colori: penso al Sudan, alla Guinea Equatoriale, allo Zimbawe…giusto per citarne alcuni. E in Italia? Per dirla con Lucio Dalla, da noi anche i cattivi “così cattivi non sono mai”. Ma anche qui hanno problemi con i colori! Mi viene in mente il vestito verde “arbre magique” di Daniela Santanchè alla prima della Scala: volgare e fastidioso, come l’odore che emana il famoso alberello da auto. O gli abbinamenti di colore, che madre natura aveva pensato si potessero fare, di Roberto Formigoni (le sue camicie sono allo studio della NASA). Io non so perché il mio libro abbia avuto così tanto successo. Credo però che visto ciò che viviamo nella realtà - leggere di un paese dove la prima aspirazione è quella di essere felici, ci fa riflettere e ci fa sognare. Forse ci rende un po’ più consapevoli del fatto che la nostra felicità non serve a nulla se siamo circondati da persone infelici e che bisogna lavorare per la felicità di tutti, non avendo paura dei colori, di nessun colore, mai. Perché indipendentemente dalla Rainbow Republic, io sono d’accordo con ciò che affermava Lev Tolsoj: “Chi è felice ha ragione”.

photo credits: e.cucuzza-edifore


a colori 7

Piccolo schermo, grande impresa di Riccardo Morandi

C

i sono oggetti che usiamo ogni giorno e dei quali poco ci chiediamo. Il nostro smartphone, il nostro computer, o il telecomando della nostra televisione. Quest’ultimo, va detto, non sarebbe mai nato se qualcuno non avesse fatto qualcosa: non l’inventarlo, ma renderlo realmente utile. Pensiamoci: la televisione in Italia arriva nel dopoguerra con un unico proprietario di contenuti, la Rai. Un bianco e nero importante, unico e nazionale, il padrone delle italiche sere. Qualcuno si domandò, giustamente, perché ci fosse una stampa libera, ma un etere blindato. Ci pensarono per primi a Napoli, nel 1966: un folle editore creò TeleNapoli portando una tv diversa in casa dei napoletani con 380 km di cavi stesi per tutta la città, creando 6 studi e assumendo un totale di 150 dipendenti. Del resto la tv via cavo non era illegale, ma lo era quella fatta con le antenne. Paura delle condanne? Non tutti l’avevano, figuriamoci a Firenze. Proprio nella nostra città avvenne qualcosa di miracoloso a firma di Mario Montagni, arguto rivenditore di televisori a fine anni Sessanta. L’idea era facile: costruirsi un ripetitore e rimandare il segnale a colori della tv francese per i mondiali di calcio del 1970. Montagni capì, vendette tv con la promessa (veritiera) di far vedere ai fiorentini quelle partite a colori: i gigliati per primi riuscirono come per miracolo a vedere il colore del campo dello stadio Azteca. Per primi, in Italia. Non sono cose da ridere se pensiamo che il colore arriverà solo nel 1978 in Italia, complice una strana cordata con a capo il principale partito di opposizione, che reputava il colore come un vezzo di stampo inutile e borghese. Ma del resto l’odio per quella scatola alcuni ancora lo hanno, figuriamoci

negli anni Settanta. Nonostante le condanne dei pretori, i pionieri della tv avevano campo aperto, complice il fatto che la Tv Svizzera, TeleCapodistria e TeleMontecarlo (che con Jocelyn creò il ruolo del “vj”) oramai trasmettevano in Italia da antenne “estere”. La situazione era insostenibile, al punto che il 28 luglio del 1976 l’Italia liberalizzava l’utilizzo delle frequenze televisive ai privati. Un gesto epocale, che dava inizio alla più grande rivoluzione dei mezzi di informazione del nostro secolo. Nasceranno tv libere ovunque, da GBR a Roma (che sarà la prima tv a riprendere il corpo di Aldo Moro assassinato) a Antenna3 in Lombardia (il cui studio 1 sarà il più grande studio privato d’Europa): nel dicembre 1977 si contavano nello stivale oramai circa 2000 tv libere. I salotti, i garage, diventano con poche lire studi di trasmissione. I ragazzi volevano divenire parte di quello che avevano visto per decenni dall’altro lato, fare parlare le persone, scendere in strada e fare reportage, come nel caso di TeleMare di Ostia, fra le prime tv ad avere dato la “vox” alle persone. Firenze al solito sarà protagonista, con TeleLiberaFirenze, erede del progetto di Montagni, detta in città “la tv delle donne ignude”. Perché libertà voleva dire anche spogliarello a tarda sera, oltre a telegiornali locali. Libertà di informazione era anche questo, era anche sentirsi ragazzi 40 anni fa, appropriarsi della scatola magica che grazie a questi pionieri ha reso libero il più importante mezzo di comunicazione del secolo. Ed ha reso oggi reale la funzione del telecomando. Pensiamoci.

Firenze tecnologica di Alessia Ronge

’apparecchio di Mauro Montagni del 1973 L è visibile all’interno della Mostra Permanente dell’ITI Leonardo da Vinci di Firenze

fra centinaia di altri strumenti, volumi, fotografie testimonianze di vecchie e nuove specializzazioni della scuola. Il patrimonio che si può vedere, che va da fine Ottocento al 1970, illustra lo sviluppo plurisecolare dell’Istituto risalente al 1865. La mostra nasce dalla volontà, passione e determinazione dei curatori di presentare la strumentaria tecnico-scientifica anche ad un pubblico di non addetti ai lavori. “A Firenze, scienza e arte sono inscindibili” queste parole di Antonio Paolucci inaugurarono, nel 2001, la prima esposizione alle Reali Poste degli Uffizi cui seguì, nel 2007, l’attuale mostra inaugurata da Cristina Acidini. La Mostra è visitabile su prenotazione al 3913312631 il martedì dalle 15-17. Per info: www.isisdavinci.gov.it

photo credits: www.storiaradiotv.it


LA DIVERSITÀ FA LA DIFFERENZA

FIRENZE - 20 APRILE

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novità 9

Nuovi progetti, nuovi orizzonti Scambio 35

BUH!

Balabrunch

Le Curandaie

di Veronica Brandi

di Raffaella Galamini

di Erika Gherardotti

di Cristina Romeo

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I

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cambio 35 nasce dalla voglia di dare alla città di Firenze una nuova base per l’arte e la cultura da cui (ri)partire. Figlia dell’unione tra Fabbrica Europa, Lungarno, Le Nozze di Figaro, Toscana Factory Music, NID Platform e Informa Giovani, questa nuova associazione ha come obiettivo i giovani under 35 nella prospettiva di una ricostruzione di un tessuto sociale che possa trovare in Scambio 35 un punto d’appoggio. Scambio perché è un’idea che parte senza risorse: immaginando la logica del baratto, vuole dare qualcosa ai giovani in cambio di una ricaduta positiva in termini sociali e culturali. Scambio 35 più che una nuova realtà vuole essere un punto di snodo e di connessione tra organizzatori, artisti e pubblico. “Una sorta di nuovo cantiere aperto nella proiezione di un futuro più ordinato e connesso”. Le proposte di Scambio 35 saranno il più possibile distanti da quello che già offre il panorama culturale fiorentino: percorsi di avvicinamento e approfondimento all’arte in collaborazione con gli artisti che passano da Firenze, workshop e master class di musica, dibattiti sull’attualità e tanto altro ancora. Il 19 maggio si terrà da ZAP la festa inaugurale di Scambio 35. Don’t miss it!

i giorno è una fabbrica di idee e progetti, la sera un punto d’incontro ed uno spazio per eventi. Il circolo culturale urbano BUH! in via Panciatichi 16, è la nuova realtà del quartiere di Rifredi. A tenere a battesimo questo progetto innovativo Impact Hub e La Scena Muta, due tra le realtà più innovative di Firenze. Impact Hub, lo dice il nome stesso, è lo snodo tra persone, imprese e mondo del lavoro, mentre La Scena Muta è un gruppo di musicisti che anima con eventi e progetti il mondo della cultura fiorentina. Insieme hanno dato vita ad un luogo dove si lavora e ci si diverte. Il programma di aprile è all’insegna degli ospiti internazionali: il 7 per Portuali (rassegna di musiche e suoni dai porti del mondo) si esibisce Fanfara Station, mentre l’8 sul palco di BUH! arriva Bowland (trio iraniano con base a Firenze) per proporre, in anteprima assoluta, il disco d’esordio. Due eventi in collaborazione con il festival Middle East Now. L’evento più atteso è il 24 aprile alle 16.30 per la rassegna Buk con l’incontro “Il passato davanti a noi” conversazione tra Luis Sepúlveda, Bruno Arpaia e Pino Cacucci sui temi de “La fine della storia”, l’ultimo romanzo dello scrittore cileno.

n un periodo in cui non si fa altro che parlare di barriere, il Balabrunch agisce in modo contrario, promuovendo il confronto e il dialogo. La versione primaverile del Balagan Cafè, apre le porte della Sinagoga ed invita tutti a partecipare alla rassegna di incontri con scrittori appartenenti al mondo ebraico contemporaneo. Una domenica al mese, da febbraio a giugno, tra gastronomia e letteratura; un binomio perfetto per conoscere le tradizioni, la musica e la cucina di questo popolo. Gli incontri sono in lingua inglese (con traduzione in italiano) e, dopo l’intervento dell’autore, ci sarà la possibilità di partecipare al brunch con piatti tipici e kosher preparati dallo chef Jean Michel Carasso. Gli scrittori parleranno del loro libro, si racconteranno e converseranno con il pubblico. Il 9 aprile ci sarà il premio Pulizer Michael Chabon e sua moglie, la scrittrice Ayelet Waldman. Il 14 maggio Shifra Horn, esponente del movimento di donne scrittrici. L’11 giugno la scrittrice Lizzie Doron, autrice del libro “Ma chi cazzo è Kafka”, sul rapporto tra arabi e ebrei in Israele. Comunità Ebraica di Firenze, Via Farini 6 - Firenze.

n tempo Venivano chiamate “curandaie”, le lavandaie della zona de Le Cure cioè le donne che curavano il lavaggio delle pezze, rendendole morbide e bianche, a forza di sciacquarle nel Mugnone. La figura della curandaia è oggi tornata a vivere idealmente grazie all’Associazione Le Curandaie, che ha aperto da pochi mesi la propria sede in via Cirillo 2L. L’associazione volge le proprie cure non ai panni, per ovvi motivi, ma agli abitanti del quartiere e non solo, proponendo un calendario ricco di iniziative culturali e sociali rivolte sia agli adulti che ai bambini. Le attività vanno dalle lezioni di yoga agli incontri per le future e neomamme, dai laboratori creativi alle mostre, andando incontro agli interessi ed alle esigenze di un ampio pubblico. Fino all’8 aprile l’associazione ospita la mostra “D’intorno” di Tommaso Tacchi, che ha fotografato alcuni angoli de Le Cure con il “fil rouge” di una piuma rossa, simbolo della discriminazione che si cela anche nei luoghi più familiari.


10 pellicole

La rivolta di Hollywood di Caterina Liverani

U

na stella sulla Walk of Fame di Hollywood, numerosi camei in serie tv (“Sex and the City”, “Willy il Principe di Bel Air”, “La Tata”) e piccole apparizioni al cinema (“Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York”, “Zoolander”) sempre rigorosamente nel ruolo di se stesso. Per non parlare delle numerosissime parodie, caricature ed imitazioni tutte cucite sulla sua stravagante personalità e su alcuni curiosi dettagli (o marchi di fabbrica) del suo aspetto. Lo stesso Ronald Reagan (presidente degli Stati Uniti d’America dal 1981 al 1989) che attore lo fu sul serio, prendendo più che dignitosamente parte ad oltre 50 film, non poté in vita sua mai vantare un legame così forte con lo star system. Eppure Hollywood, quasi al completo, non ha soltanto voltato le spalle a Donald Trump, ma continua, a distanza di mesi dalla sua elezione, un’imperterrita guerra fredda. L’8 gennaio scorso, circa 10 giorni prima dell’insediamento ufficiale alla Casa Bianca, nel corso della cerimonia per la consegna dei Golden Globe (i riconoscimenti che la stampa estera conferisce a televisione e cinema statunitensi) Meryl Streep, famosa per la riservatezza che contraddistingue la sua gloriosa carriera, si lancia in una pubblica invettiva contro il neo-eletto presidente degli Stati Uniti. Al centro dell’appassionata arringa dell’attrice, nominata all’Oscar per ben 20 volte, non solo lo sdegno per l’incresciosa imitazione di un giornalista disabile, fatta da Trump in occasione di un discorso pubblico, ma anche e soprattutto la celebrazione della differenza culturale, sociale e geografica che contraddistingue il mondo

dello spettacolo americano. La tiepida replica del Presidente non si fa attendere, ma definire la Streep “un’attrice sopravvalutata” non fa che aumentare le polemiche e i continui scherzi; come durante la Notte degli Oscar, quando il presentatore Jimmy Fallon ha invitato la platea a salutare la donna che per 50 film ha fatto credere a tutti di essere una grande attrice e che invece è “overrated”. Poco tempo dopo, il 21 gennaio, cioè il giorno successivo all’insediamento alla Casa Bianca, è la volta della Women’s March on Washington che vede partecipare, oltre ai milioni di donne comuni in tutti gli Stati Uniti e non solo, alcune delle attrici più famose e influenti di Hollywood: Charlize Theron, Katy Perry, Madonna, Scarlett Johansson, Miley Cyrus e molte altre con loro, che si scattano selfie e si fotografano l’un l’altra mentre manifestano a favore dei diritti delle donne, dell’uguaglianza di genere e più in generale contro la politica di Trump. È in questo clima di comune sdegno e solidarietà verso le fasce più deboli della popolazione e gli stranieri (gli immigrati che Trump vorrebbe lontani dagli Stati Uniti) che si arriva al 26 febbraio: la Notte degli Oscar. Un anno curioso per le candidature prevalentemente composte da outsider piuttosto che da star di lungo corso (eccezion fatta proprio per Meryl Streep); e se nel 2016, in piena corsa elettorale, la cerimonia era stata bollata come #sowhite per l’assenza di artisti di colore dalle nomination più prestigiose, quest’anno le cose sono decisamente cambiate. Migliori attore ed attrice non protagonisti vengono proclamati Viola Davis e il dichiaratamente appartenente alla fede isla-

mica Mahershala Ali, mentre il premio come miglior film straniero va a “Il Cliente” dell’iraniano Asghar Farhadi, che non si presenta al Dolby Theatre in segno di protesta verso le misure restrittive all’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini provenienti da Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen, promulgate da Donald Trump. Ed è “Moonlight” di Barry Jenkins (storia di un ragazzo afroamericano ed omosessuale, nato e cresciuto in un quartiere problematico di Miami) a vincere il premio come Miglior Film. Unita, solidale e politicamente correttissima: questa la linea scelta dalla comunità di Hollywood. Se in campagna elettorale c’era stato chi aveva preso le distanze dall’affollatissimo endorsement per Hilary Clinton per supportare Bernie Sanders, la vittoria di Trump ha riunito tutti, o quasi, sotto il segno dello scontento. Ha suscitato un grande polverone il timido invito, prontamente ritrattato e ridimensionato, dell’australiana Nicole Kidman a sostenere comunque il presidente eletto, mentre tra le fioche voci che hanno apertamente appoggiato Trump si sono fatte notare stelle tramontate come Lou Ferrigno, Charlie Sheen e Jessica Simpson. “Trump dice molte cose stupide, ma lo voto perché è sincero in un’epoca di buonisti e leccaculo” ha ruggito lapidario il repubblicano di ferro Clint Eastwood durante la compagna elettorale, senza suscitare però troppa sorpresa. Quello che allo stato attuale è certo è che, sulla guerra fredda fra lo star system e Trump, si è appena alzato il sipario e che Hollywood è #Great(andUnited) MoreThanEver.



12

In bici sotto le stelle di Alessandra Pistillo

6

40 anni fa nasceva Filippo Brunelleschi, destinato a diventare l’inventore della prospettiva, il padre dell’ingegneria moderna e l’autore della cupola di Santa Maria del Fiore. 200 anni fa Stendhal pubblicava “Rome, Naples et Florence”, diario di viaggio destinato a diventare una guida famosa. Oggi, nella notte del 22 aprile 2017, in centinaia si ritrovano a Firenze per un evento insolito e originale, alla scoperta della storia e dei giardini della nostra città. L’evento si chiama Velonotte ed è destinato a essere ricordato, non come una semplice passeggiata primaverile in notturna, ma come un grande viaggio tematico in bicicletta per tutta la famiglia: tutti in bici appassionatamente in una notte magica, tra storie e racconti della Firenze più bella. Gente da tutta Italia, Europa e Asia; 11 km in tre ore e mezzo di ciclismo rilassato; 7 tappe che ripercorrono la storia, dai Medici fino all’Ottocento, quando da queste parti passavano Elizabeth Barrett, Robert Browning o Peter Tchaikovsky. Velonotte Academy nasce dallo storico urbano Sergey Nikitin,

per promuovere gli studi innovativi di storia e di ecologia delle città. Conta 22 edizioni in tutto il mondo con 97 mila partecipanti, da Istanbul a Mosca, da Londra a New York. Ci sarà la diretta radio in italiano e su Facebook in inglese, col patrocinio del Comune di Firenze. Tutti invitati: non serve una preparazione atletica, ma solo una bici e uno smartphone. In sella alle ore 20:00, ci salutiamo a mezzanotte, dopo un bel gelato.

Iscrizione: sul sito www.velonotte.com Costo: 14 €. Il biglietto comprende il badge e materiali per i bambini. Velocità media:7-9 km/h. Ritrovo: piazza dei Signoria, a partire dalle 19.30. Il tour comincerà alle ore 20.00 e terminerà alle 23.00. Per seguire gli interventi ci vuole una radiolina oppure lo smartphone.



14 sipario

Ricominciamo dal palco di Tommaso Chimenti

P

otremmo stare tutto il mese a teatro. Se ci va, se ci conviene, se vogliamo perderci nelle storie, nelle parole, nelle avventure. Random, saltelliamo da un luogo all’altro, la stagione lo consente, maglietta e pantaloncini, il sole in riva all’Arno, le foto bruciate dai raggi, i sorrisi con gli occhi stretti e semichiusi neanche fossimo Bud Spencer che aveva perennemente due fessure al posto delle palpebre. Potremmo andare a godere del romanesco, ridanciano ma mai volgare, di borgata ma mai aggressivo né trash, di Enrico Brignano nel suo “Enricomincio da me” (dal 6 al 9 al Teatro Verdi), artista ormai a tutto tondo che si è insediato nella tradizione di Gigi Proietti e nel solco di Enrico Montesano. Se invece volessimo scervellarci filosoficamente, se volessimo pensare all’esistenza ed alla sua futilità, cercando soluzioni intellettuali al nostro vivere quotidiano senza soluzione, l’idea può essere “Il Nullafacente”, scritto da Michele Santeramo e per l’occasione eccezionalmente in scena (1, 2 al Teatro Studio di Scandicci). Mentre la moglie se ne sta andando per una malattia terminale, il nostro cerca in ogni modo la sottrazione, il togliere, il levare per non farsi sopraffare dai ritmi infernali, e per niente umani, del nostro sistema capitalistico: la felicità forse sta nell’attendere, nel riposare pensando. Se di Veltroni vi siete scordati che è juventino, se vi siete dimenticati di quando era sindaco della Capitale, se avete trascurato che dopo aver chiuso la sua esperienza politica disse che sarebbe andato a fare volontariato

in Africa (vi ricorda qualcuno? A me sì), eccovi “Ciao” (1, 2, Teatro della Pergola) dove Massimo Ghini ci porterà dentro le pieghe di un dialogo mai avvenuto tra padre e figlio. Odiate la guerra, siete antibellici, Trump vi sta sugli zebedei? Per voi “Istruzioni per non morire in pace” (dal 7 al 13 sempre alla Teatro della Pergola), mega produzione Ert, anche troppo mastodontica ed elefantesca, che comprende tre capitoli da tre ore l’uno che si alterneranno nelle varie repliche suggestive, colorate, cantate, suonate, eccentriche, brechtiane. Se volete ridere, ma senza stupidaggini né gag scontate, Alessandro Riccio (dal 4 al 9, al Teatro di Rifredi) è quello che ci vuole, medicina ideale in un mix di grandi costumi, drammaturgie a più livelli di comprensione, e per questo adatte e godibili da varie fasce di pubblico; architetture, scene e costumi da riempire occhi e fantasia; il suo nuovo scritto è “Sotto spirito”, sarà di stampo religioso o alcolico? Per soddisfare la vostra voglia di circo (alberga e risiede in tutti noi, in un angolino nascosto il desiderio recondito infantile e giocosamente malinconico) i MagdaClan, gruppo tra gli artefici della bella tradizione del festival Cirk Fantastik, passato negli ultimi anni dal Parco dell’Anconella alle Cascine, ci portano il loro “Extra_vagante” (il 20, Teatro Puccini) vero spasso per bambini come per adulti dall’anagrafe già suonata: assolutamente e vivamente consigliato. Ancora atmosfera circense, magica e trasognante, sospesa, metaforicamente ma stavolta anche realmente, con i Filonau-

tas ed il loro “Naufraghi per scelta” (il 9, Spazio Alfieri) che dondoleranno come gli elefanti di quella vecchia, ma sempreverde, filastrocca. Cercando di non cadere dal filo, in equilibrio precario come nella vita, provando a non scivolare, senza distrarsi con il naso in aria e i piedi ben piantati su quel cavo teso: da tenere il fiato sospeso. Pochi di noi, pochi di voi che state leggendo, sono o si sentono vincenti. Stiamo meglio nell’affollata categoria dei piccoli perdenti quotidiani, assillati da tante microsfighe. Fa parte della vita, la sconfitta è dietro l’angolo e non c’è malocchio che tenga, voodoo o magia nera: nasciamo e caracolliamo in questo mondo complicato e reso dall’uomo, invece che più facile e semplice, ancora più contorto e incomprensibile, burocrazia inclusa. Andrea Muzzi, nei suoi riccioli e con la sua delicatezza, ci porta dentro i meandri di alcuni sfortunati di successo, raccontando con “All’alba perderò” (il 27 al Teatro Puccini) figure sconosciute o dimenticate che ci faranno sentire, per esorcizzarle, tutto ad un tratto fortunati in relazione alle loro vicende. “Sta senza pensieri”, direbbe Genny Savastano. Ci associamo al concetto.


Fino al 2 aprile MASSIMO GHINI FRANCESCO BONOMO

CIAO

regia Piero Maccarinelli

7 / 13 aprile CARISSIMI PADRI...

ISTRUZIONI PER NON MORIRE IN PACE regia Claudio Longhi

18 / 23 aprile FEDERICA DI MARTINO SIMONE TONI MARIO PIETRAMALA GIORGIO CRISAFI ANGIOLA BAGGI FRANCESCO SFERRAZZA PAPA

MEDEA

regia Gabriele Lavia

TEATRO DELLA PERGOLA

2 / 7 maggio ANTONIO SALINES LUCIANO VIRGILIO EDOARDO SIRAVO FABRIZIO BORDIGNON

ASPETTANDO GODOT

regia Maurizio Scaparro

Via della Pergola, 12/32 - Firenze 055.0763333 - pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellapergola.com

9 aprile

IN SUA MOVENZA È FERMO regia Giovanni Micoli Fino al 2 aprile MICHELE CIPRIANI SILVIA PASELLO FRANCESCO PULEO MICHELE SANTERAMO TAZIO TORRINI

TEATRO NICCOLINI Via Ricasoli, 3 - Firenze 055.0763333 - pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellatoscana.it

IL NULLAFACENTE

regia Roberto Bacci

TEATRO STUDIO MILA PIERALLI Via Donizetti, 58 - Scandicci (FI) 055.0763333 - pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrostudioscandicci.it

8 / 9 aprile

MEDEA

www.teatrodellatoscana.it

1 / 5 aprile CARLO CECCHI

IL LAVORO DI VIVERE

regia Andrée Ruth Shammah

TEATRO ERA Parco Jerzy Grotowski - Via Indipendenza - Pontedera (PI) 0587.55720 / 57034 - teatroera@teatrodellatoscana.it www.centroperlaricercateatrale.it


l’agenda di

APRILE

SABATO 1 BILL VIOLA (fino al 23/07) Palazzo Strozzi (FI) ing.13 € PANIARELLO-CONTI-PIERACCIONI (1-2/04) Nelson Mandela Forum (FI) ing.36 € CIAO (fino al 2/04) Teatro della Pergola (FI) ing. NP TRIO TRIOCHE Teatro Puccini (FI) ing.16/20€ GARETH DICKINSON Sala Vanni (FI) ing.10 € GIULIETTA E ROMEO Teatro Verdi (FI) ing.19/31 € PINI/DISPERSE/DAVID MAXIM MICIC Cycle Club (Calenzano) ing.15 € SOLO SEI BOTTIGLIE Teatro Lumiere (FI) ing.14€

MIDDLE EAST NOW (04-09/04) Cinema La Compagnia, Stensen e altri luoghi (FI) ing.6€ ALEJO PEREZ Teatro Verdi (FI) ing.18 €

VERNISSAGE “YUNHEE PARK” Circolo Aurora (FI) ing. libero

SABATO 8

CHIARA PELLEGRINI QUARTET Teatro Politeama Pratese (PO) ing.7€

FAST ANIMALS & SLOW KIDS Auditorium Flog (FI) ing.12 €

MIDDLE EAST NOW (04-09/04) Cinema La Compagnia, Stensen e altri luoghi (FI) ing.5€

MAX GAZZÈ Opera di Firenze (FI) ing.34/69 €

ZU Karemaski (AR) ing.10€

PAOLO MIGONE Teatro Puccini (FI) ing.20/25€

SOTTO SPIRITO (04-09/04) Teatro Rifredi (FI) ing.16€

LA PORTI UN BACIONE A FIRENZE Teatro Reims (FI) ing.11€

MORE LOVE Teatro Politeama Pratese (PO) ing.7€

100M2 Teatro Dante (Cambi Bisenzio) ing.14€

NUCCIO D’ANGELO Chiesa di San Francesco (Fi) ing.libero

FAMILY (08-09/04) Cango (FI) ing.6€ HO UN SASSOLINO NELLA SCARPA Teatro Aurora (FI) ing.15€

MERCOLEDÌ 5

STANZE SEGRETE (01-02/04) Cango (FI) ing.5€

MICAH P. HINSON FAB (PO) ing.12 €

PERTURBAZIONE Combo Social Club (FI) ing.libero

THE SITUATION + CAMPOX Combo Social Club (FI) ing.5€

ENRICOMINCIO DA ME (05-09/04) Teatro Verdi (FI) ing.26/63 €

JULIE’S HAIRCUT Glue (FI) ing. con tessera

IL LAVORO DI VIVERE Teatro Niccolini (FI) ing. NP

THAT’S ALL FOLKS! Volume Café (FI) ing.libero

RICORDO DI CLARA Teatro di Antella (FI) ing. libero

IL NULLAFACENTE (fino al 2/04) Teatro Studio MIla Pieralli (Scandicci) ing. NP

MOANING CITIES Nof Club(FI) ing.libero

VIAGGIO NELLA BELLEZZA (1-15/04) Galleria Via Larga 57r (FI) ing. libero

FABIO DEI - TERRORISMO INTERNAZIONALE ​ ZAP (FI) ing. libero​

THE CLEOPATRAS Glue (FI) ing.con tessera

THE SOUL BEATERS TRIO Circolo Aurora (FI) ing. libero

DOMENICA 9 FILONAUTAS Spazio Alfieri (FI) ing.17 €

GIOVEDÌ 6

ERA LA NOSTRA CASA Teatro di Antella (FI) ing. libero

BIOPHILIA 2017 (fino al 18 giugno) Museo La Specola (FI) ing.6€

FIERA DI SANTO SPIRITO Piazza di Santo Spirito (FI) ing. libero

MUSICA POPOLARE BRASILIANK Circolo Aurora (FI) ing. libero

CHEZ DAMIER Club 21 (FI) ing.10/15€

IN SUA MOVENZA È FERMO Teatro della Pergola (FI) ing. NP

CENTRO GIOVANI CURE (LIVE MUSIC) Combo Social Club (FI) ing.libero

MEDEA (8-9/04) Teatro Era (Pontedera) ing. NP

DOMENICA 2 VINICIO CAPOSSELA Teatro Verdi (FI) ing.34/53 €

LUNEDÌ 10

VENERDÌ 7

DJANGO GIRLS FLORENCE Smart Hub (FI) ing. libero

LITFIBA Nelson Mandela Forum (FI) ing.36/69 €

RON Teatro Puccini (FI) ing.27/34 €

DOMENICA AL MUSEO Musei di Firenze (FI) ing. libero

ANDREA BELFI+RAIN TEXT Sala Vanni (FI) ing.10 €

OMAGGIO A ERIBERTO SCARLINO Ospedale di Careggi AULA MAGNA NIC (FI) ing. libero

ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA (02-03/04) Auditorium Santo Stefano al Ponte (FI) ing.libero

GEMITAIZ Viper Theatre (FI) ing.20,70 €

RAFFAELLO RAVASIO Ospedale di Careggi AULA MAGNA NIC (FI) ing. libero

F IORI D’ACCIAIO (07-08/04) Teatro Lumiere (FI) ing.14€

FIORENTINA - BOLOGNA Stadio Artemio Franchi, Ore 15:00

DJ SPINNA Full up (FI) ing.n.p.

CAMBINI E BEETHOVEN A PARIGI Teatro di Antella (FI) ing. libero

OLTREMONDI Multiverso (FI) ing.libero

LUNEDÌ 3 CAVEMAN Teatro Puccini (FI) ing.25 €

MARTEDÌ 4 TUTTI VOGLIONO QUALCOSA Spazio Alfieri (FI) ing.6 €

MARTEDÌ 11 LA MEMORIA DELL’ACQUA Spazio Alfieri (FI) ing.6€ ALEXANDER LONQUICH - CONCERTO DI PASQUA Teatro Verdi (FI) ing.18 € RBR DANCE COMPANY Teatro Puccini (FI) ing.18/22€ TAMARA KULDIN Teatro Politeama Pratese (PO) ing.7€

HANDLOGIC Combo Social Club (FI) ing.5€ ISTRUZIONI PER NON MORIRE IN PACE (7-13/04) Teatro della Pergola (FI) ing. NP VERDIANA RAW Glue (FI) ing.con tessera

PIANI PARALLELI Fondazione Stensen (FI) ing.n.p. LOVE, LONGING & LULLABIES Teatro Politeama Pratese (PO) ing.7€ ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA Basilica di Santa Croce (FI) ing.libero

Domenica 9 aprile ore 10.00 / 11.00 / 12.00

IN SUA MOVENZA È FERMO

Visita spettacolo al Teatro della Pergola In collaborazione con La Compagnia delle Seggiole

www.teatrodellapergola.com


MUSICA • TEATRO • ARTE • CINEMA • EVENTI MERCOLEDÌ 12

MERCOLEDÌ 19

R ADIO GOLGOTA (12-14/04) Teatro Cantiere Florida (FI) ing.16 €

SUGAR CANDY MOUNTAIN Of Club (FI) ing.libero

THE MAUSKOVIC DANCE BAND Not Club (FI) ing.libero

IVO MINUTI & ALICE CHIARI MAGO SANTO SPAZIO ALFIERI (FI) Ing. 10/8€

GIOVEDÌ 13

GIOVEDÌ 20

LA FEBBRE DEL SABATO SERA Combo Social Club (FI) ing.5€ ZUBIN MEHTA Opera di Firenze (FI) ing. NP

MARTEDÌ 25 NERUDA Spazio Alfieri (FI) ing. 6€

GIORGIA Nelson Mandela Forum (FI) ing.41/63 €

CIRK FANTASTIK Teatro Puccini (FI) ing.19,50

LE CAPRE A SONAGLI Combo Social Club (FI) ing.libero

THOMAS DAUSGAARD Teatro Verdi (FI)ing.18€

C ANI AL GUINZAGLIO NEL VENTRE DI UNA BALENA Multiverso (FI) ing. libero

ALPENSTOCK (20-29/04) Teatro di Rifredi (FI) ing.18€

SIMPLE MINDS Teatro Verdi (FI) ing.50/64€

ENRICO RUGGERI Palazzo Vecchio (FI) ing. NP

FLO - IL MESE DEL ROSARIO Combo Social Club (FI) ing.8/10€

IDOMENEO (28/04-6/05) Teatro Manzoni (PT) ing. NP

PERSONAL SHOPPER (13-27/04) Spazio Alfieri (FI) ing. euro 6/7 €

VENERDÌ 21

CAMBIAMUSICA Combo Social Club (FI) ing.libero

MERCOLEDÌ 26

GIOVEDÌ 27

D’ARGEN D’AMICO Viper Theatre (FI) ing.15 €

STOCKFISH COMBO Volume Café (FI) ing. libero

CANTO LIBERO -OMAGGIO A BATTISTI E MOGOL Teatro Puccini (FI) ing.20/24 €

SUD SOUND SYSTEM Auditorium Flog (FI) ing.n.p.

LA STANZA PROFONDA Multiverso (FI) ing. libero

KENNY WHITE Circolo Il Progresso (FI) ing.con tessera Arci

CAMERE DA LETTO (21-22/04) Teatro Lumiere (FI) ing.14€

RENZO RUBINO Combo Social Club (FI) ing.10€

TUTTI FRUTTI-ROCK’N’ROLL PARTY Combo Social Club (FI) ing.5€

1 HOUR PARTY Combo Social Club (FI) ing.10€

ALL’ALBA PERDERÒ Teatro Puccini (FI) ing.15€

VENERDÌ 14

SABATO 15

SABATO 22

VENERDÌ 28

S EXUAL CHOCHOLATE Volume Café (FI) ing. libero

OSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO (22-01/05) M Fortezza da Basso (FI) ing.n.p.

LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA Obihall (FI) ing.17,25 €

ONE DIMENSIONAL MAN Auditorium Flog (FI) ing.11€

CHROME REVERSE LIVE A ROLLIN’ & TUMBLIN’ NIGHT Tender Club (FI) ing.14 €

SHAKE AROUND Volume Café (FI) ing.libero

ZOMBIE ZOMBIE Tender Club (FI) ing.15€

ANDREA MUZZI Teatro Puccini (FI) ing.15€

SERGIO SGRILLI Teatro Puccini (FI) ing.15€

THE ETRURIANS Combo Social Club (FI) ing.libero

LA FEMME (FR) + RIVA Auditorium Flog (FI) ing.15€

PAZ-ZIA: UN EVENTO FATTO A PEZZI Combo Social Club (FI) ing.5€

GOMMA Glue (FI) ing.con tessera

ARTÙ + THE RIVERS Combo Social Club (FI) ing.libero

ALESSANDRO CORTINI Auditorium Flog (FI) ing. NP

FIORENTINA - EMPOLI Stadio Artemio Franchi, Ore 15:00

CUT + SKOM Glue (FI) ing.con tessera

KILL YOUR BOYFRIEND Glue (FI) ing.con tessera

POP’S Circolo Aurora (FI) ing. libero

FIORENTINA - INTER Stadio Artemio Franchi, Ore 20:45

DOMENICA 16 REAGAN YOUTH/ ALFATEC/ HERMES CPA (FI) ing.libero

LUNEDÌ 17 MARTEDÌ 18 FIORE Spazio Alfieri (FI) ing.6 € T HAT’S ALL FOLKS! Volume Café (FI) ing.libero MEDEA (18-23/04) Teatro della Pergola (FI) ing. NP

MARAVE Circolo Aurora (FI) ing. libero

DOMENICA 23

FLORENCE ICE GALA PLUSHENKO AND FRIENDS Nelson Mandela Forum (FI) ing.26/57€ XYLOURIS & WHITE Sala Vanni (FI) ing.10€

ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA (23-24/04) Auditorium Santo Stefano al Ponte (FI) ing.libero

TAKE A WAVE + ANNIBALE NIGHT Combo Social Club (FI) ing.5€

IL VIOLINO ELETTRICO Ospedale di Careggi AULA MAGNA NIC (FI) ing. libero

ROPOPOROSE Glue (FI) ing.con tessera

ENSEMBLE TERZO TEMPO E LA CAROVANA DEI SOGNI Ospedale pediatrico Meyer (FI) ing. libero

LUNEDÌ 24

DOMENICA 30 TRIO DELLE MERAVIGLIE Volume Café (FI) ing. libero

CARMEN CONSOLI Teatro della Pergola (FI) ing.27/51 €

NOTTE BIANCA Combo Social Club (FI) ing.libero

SPARTITI Campi Bisenzio (FI) ing. libero

ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA Auditorium Santo Stefano al Ponte (FI) ing.libero

Idomeneo

WOLFGANG AMADEUS MOZART

80° Maggio Musicale Fiorentino

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino TEATRO MANZONI – PISTOIA Dal 26 aprile al 6 maggio

SABATO 29

TICKETS OPERADIFIRENZE.IT


APRILE

da non perdere

MERCOLEDÌ 5

SABATO 8

GIOVEDÌ 13

MICAH P. HINSON FAB (Prato)

JULIE’S HAIRCUT GLUE (FI)

TRK. SOUND CLUB: RYOKO AKAMA Galleria Frittelli Arte Contemporanea (FI)

La prima volta che ho visto Micah è stato 10 anni fa, precisi precisi. Proprio non riuscivo a credere che il mio cantautore preferito del momento fosse quel nerd occhialuto e assente, poi è iniziato il concerto ed è stato incredibile. Le sue paure, l’infanzia difficile, la droga, tutto ti travolge inevitabilmente e ti ritrovi nudo con gli occhi lucidi, tu e quella voce unica, stupenda. Ci siamo incontrati in altre occasioni, qualcuna non proprio indimenticabile lo ammetto, ma nonostante abbia sfiorato la morte e la fine della sua brillante carriera, Micah P. Hinson è ancora lì a scrivere canzoni emozionanti, che arrivano dritte al cuore. Qui abbiamo uno spazio nuovo, il FAB, gestito da coraggiosi e premiati creativi, un disco della vita, ristampato per l’occasione in confezione gustosa e il nostro texano del cuore che arriva con un’intera band. Trasferta a Prato più che consigliata, direi inevitabile.

“Orgoglio da esportazione”. Questa definizione mi è sempre piaciuta. Nel mio non essere mai nazionalista (snob esterofilo, indovinato!), riuscire a trovare qualcuno che possa rappresentare il posto in cui sei cresciuto con stile ed incredibile talento, mi ha sempre fatto stare bene. Gli emiliani Julie’s Haircut sono proprio questo: un manipolo di musicisti geniali che non si è mai posto troppi problemi nel cambiare e sperimentare verso derive cosmiche bellissime. Settimo disco, ennesimo capolavoro per i Nostri che questa volta si permettono il lusso di uscire addirittura per un’etichetta britannica, la Rocket Recordings. Nella line-up volti noti, qualche novità e la solita quantità imbarazzante di strumenti. Tutti pronti all’imbarco del GLUE, sarà un viaggio che vorrete ripetere diverse volte.

TRK. SOUND CLUB, la serie di concerti di musica sperimentale organizzati da Tempo Reale (www.temporeale.it), torna ad aprile con la sound artist, compositrice e performer giapponese Ryoko Akama. La ricerca sonora di Akama prevede l’uso di suoni elettronici e oggetti del quotidiano (bottiglie, sfere, vetri e molto altro), esplorati nel dettaglio, isolati e impiegati per realizzare pezzi da concerto ed installazioni. Oltre ad eseguire e divulgare lavori di compositori contemporanei come Alvin Lucier ed Eliane Radigue, collabora con numerosi artisti, fra cui Bruno Duplant, Cristian Alvear e Jürg Frey, ed è parte del collettivo elettronico Lappetites, con Kaffe Matthews e Antye Greie/AGF. Dirige l’etichetta discografica Melange Edition e lavora come redattrice per la rivista Reductive Journal (Mumei Publishing).

DOMENICA 16

Contenuto promozionale

VENERDÌ 28

APRILE BAMBINO

LO SCOPPIO DEL CARRO Piazza del Duomo (FI)

LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA Obihall (FI)

di Cristina Romeo

E finalmente è arrivata la Pasqua. Tralasciando le uova, i coniglietti di cioccolato, l’agnello (che molti consumano oramai silenti), a Firenze questa celebrazione è sinonimo di “Scoppio del Carro”. Cosa succede in questa giornata in piazza del Duomo? Semplice: un catafalco di legno, tipo pandoro della Paluani, detto “Brindellone”, viene depositato fuori dal Duomo stesso con un filo tirato fino al sagrato su cui è legato un razzo a forma di colomba (la “Colombina”). Il fischione a forma di volatile parte dal sagrato, va ad incendiare il pandoro e torna indietro: se tutto va bene, per Firenze sarà un buon anno, altrimenti la sventura sarà amica della città gigliata. Chiaramente uno splendido rito quasi pagano, che tutti i fiorentini che si definiscono tali devono vedere, almeno una volta. Crederci? Figuriamoci. Del resto l’ultima volta che è andato male era il 1966. Coincidenza, sicuro.

Passano gli anni e le mode, ma alcuni cantautori rimangono. Anzi, maturano. È il caso di Vasco (quello indipendente con la zazzera e non l’ex “gasato” di Zocca) che ha come primissima dote quella di aver fatto da apripista per i nomi più improbabili dei “progetti”. Scherzi a parte, questo signore ferrarese ha dalla sua un percorso onesto ed apprezzato da molti (anche da Jovanotti, che lo ha voluto anni fa ad aprire i propri spettacoli) ed un proprio linguaggio, fatto di immagini, metafore ed assonanze personali ed originali. Lo stile romantico, che spesso rimanda al capo dei capi italiani dei cantautori, ovvero il buon Francesco De Gregori, risulta miscelato con fotografie lisergiche talmente forti che viene da chiedersi se i testi non siano composti utilizzando il Paroliamo. Fondamentale per tutti i partecipanti al concerto, trascinati dalle proprie mogli/fidanzate/compagne, è impegnarsi a tenere in testa il filo della canzone: ritornelli e strofe sono un po’ cafone, mica siamo a vedere il Liga.

“Aprile dolce dormire” si dice, ma per chi ha bambini piccoli le lunghe dormite sono solo un dolce ricordo. Per fortuna con l’arrivo della bella stagione ci sono diverse occasioni di divertimento che invogliano tutti ad uscire di casa. Dal 7 al 9 aprile allo stadio Artemio Franchi, si svolgerà Campi di Marte - Sport e Cibo in strada: adulti e bambini potranno provare le discipline proposte dalle associazioni sportive fiorentine e gustare le eccellenze gastronomiche dei Food Truck d’Italia. Domenica 23 aprile l’Associazione Culturale ArteMide sarà al Giardino di Boboli per guidarvi alla scoperta dei suoi “segreti” e far vivere ai bambini un pomeriggio come i piccoli granduchi della famiglia Medici, tra le fontane, le grotte e le statue del parco. Per prenotazioni: artemidefirenze@gmail.com.


19 PRATO

EMPOLI

PISA

FAB

Animali fantastici al Ludocomix

Tutti in moto con arte

di Silvia Amerighi

di Silvia Amerighi

N

F

di Pratosfera

A

Prato è nato un nuovo locale. Un localone da 800 persone a serata: si chiama FAB e si trova in via Targetti, zona Fabbricone (il teatro, per capirsi). È un progetto a cui hanno lavorato per tre anni un gruppo di ragazzi e che finalmente lo scorso mese ha tagliato i nastri. Oltre alla parte “notturna”, sarà inaugurata a breve una parte “diurna”, con uno spazio coworking, una sala per corsi e un ristorante. Ci sono grandi aspettative anche per quanto riguarda il calendario di concerti, data la capienza: tra i primi nomi annunciati c’è quello di Micah P. Hinson che arriverà a Prato per una delle sue poche date italiane del 2017. Il cantautore texano sarà in concerto dalle nostre parti il prossimo 5 aprile. Se il buongiorno si vede dal mattino: benvenuto Fab.

L’agenda di Prato Mercoledì 5 aprile Micah P. Hinson in concerto Fab - via Targetti 10/3 Venerdì 7 aprile Appaloosa in concerto Officina Giovani - piazza dei Macelli 4 Dal 6 al 9 aprile Ascanio Celestini in “Laika” Teatro Metastasio, via Cairoli Martedì 25 aprile Bomba libera tutti Piazza dell’Università Dal 27 al 30 aprile Romeo Castellucci in “Democracy in America” Teatro Fabbriconi - via Targetti

uovo appuntamento con il weekend animato e colorato di Ludicomix Brick & Kids il 22 e 23 aprile a Empoli. Gli appassionati, grandi e piccoli, si divertiranno con due giorni intensi di esposizioni, mostre, contest, gare, mercatini di fumetti, gadget ed attività di gioco. L’evento è giunto alla quattordicesima edizione e alla terza nel nuovo format nato dalla fusione dei due eventi ludici più importanti di Empoli: Ludicomix e Mattoncini a Palazzo. Il tema di quest’anno, cioè gli “animali fantastici” sarà il filo conduttore per le cinque mostre di illustrazione curate dal collettivo Le Vanvere. Info su www.ludicomix.it

ino al 18 aprile si può salire “Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni d’arte”, mostra promossa dalla Fondazione per la Cultura Pontedera e dal Comune di Pontedera. La mostra, allestita tra Palazzo Pretorio e il Museo Piaggio, tratta il mito della velocità e il suo riflesso nelle arti figurative, negli ideali di vita e nel costume sociale degli italiani, dalla fine del XIX secolo agli anni del boom economico. Al Palazzo Pretorio, la conferenza “Il cinema dipinto e i suoi protagonisti” è fissata per venerdì 7 aprile alle 21:15. Info su ww.museopiaggio.it

L’agenda di Empoli Martedì 4 aprile Empoli Jazz Festival Winter & Spring 2017 - VIII edizione Auditorium di Palazzo Pretorio, piazza F. degli Uberti, Empoli (FI) Ing. € 18/Rid. € 16 Venerdì 7 - Sabato 8 aprile “Random Notes” in concerto Circolo Arci Brusciana, via Senese Romana 124, Empoli (FI) - Ing. NP Venerdì 14 aprile Concerto di Pasqua a cura dell’Orchestra della Toscana Teatro Excelsior, via Ridolfi 75, Empoli (FI) Ing. € 15/Rid. € 12 Sabato 22 - Domenica 23 aprile Ludicomix Palazzo delle Esposizioni, piazza Guido Guerra 11, Empoli (FI) Ing. € 7/Rid. €5 (gratis bambini fino a 7 anni)

L’agenda di Pisa Giovedì 6 - Venerdì 7 aprile Mike Turk e Alessandro Fabbri 5tet Omaggio a Toots Thielemans Exwide, via Franceschi 13, Pisa - Ing. € 5 Sabato 8 aprile “Oltre quella porta” Spettacolo basato sulle opere di Daniela Maccheroni Cinema Teatro Nuovo, piazza Stazione - Pisa Ing. € 7 Domenica 9 aprile “Franco Stone, una storia vera” Teatro Verdi, via Palestro 40, Pisa Ing. € 30/Rid. € 27 Domenica 23 aprile Concerto degli “Snarky Puppy” Palazzo dei Congressi, via G. Matteotti 1 - Pisa Ing. € 22


20 personaggi

Oggi ti ama di Tommaso Ciuffoletti

“P

raticamente te eri il sindaco di Firenze», glielo dico perché lo penso. E tanti lo pensavano. Graziano Cioni da Pontorme, lo chiamavano lo sceriffo. E a lui in fondo piaceva. Le ordinanze contro i lavavetri e contro l’accattonaggio ai semafori, ma soprattutto una presenza fisica e combattiva in città, sui delicati crinali della sicurezza e della legalità. «Io e Francesco Tagliente (allora prefetto di Firenze, ndr) ci siamo consumati le scarpe insieme, a forza di girare per le strade di questa città». Ci metteva la faccia, Cioni, tanto che il suo volto divenne un logo. “Cioni ti odia” e la silhouette spruzzata a vernice dei suoi occhi penetranti e della barba che ancora gli incornicia il volto, la trovavi su tanti muri di Firenze. Uno sfottò nemmeno troppo leggero. Ma lui se ne fregava e tirava dritto, a parte quando qualcuno offese la memoria di sua figlia Valentina, morta in un incidente stradale. Quel “Cioni ti odia” divenne il titolo di un libro che scrisse qualche anno fa. Ora invece sta per uscire un nuovo libro che s’intitolerà “Cioni ti ama” e fidatevi, perché l’ho letto in anteprima, è veramente ganzo. Perché Cioni aveva la forza del ragazzo di campagna che i fighetti fiorentini se li metteva nel taschino. Uno spiccio, cresciuto fra le difficoltà di una famiglia certo non ricca ed un padre dal carattere più duro del suo. Che una volta lo portò con sé a caccia notturna di rane. «Davanti mio babbo con lampada che le catturava – ricorda Graziano – io dietro con un sacco a rete dove

mettevo le rane. La caccia andò avanti tutta la notte. Usciti dall’acqua, il babbo illuminò il sacco, mi guardò e non proferì parola: il sacco si era rotto e la maggior parte delle rane se n’era scappata. Saliti sull’ape per il ritorno a casa, dopo un silenzio che mi metteva paura, disse a bassa voce, scuotendo il capo: “Povero brodo””. Però io il sindaco non l’ho fatto – mi riprende Graziano – io facevo l’ombra. E guarda che fra il sindaco e l’ombra c’è tanta differenza quanto il giorno e la notte. Il sindaco decide, l’ombra s’arrabatta». Però anche te decidevi. «Una sega, io dovevo aspettare l’estate, quando tutti erano in vacanza, per far passare i miei provvedimenti. Quella sui lavavetri, per dire, venne fuori ad agosto. Vedrai, c’ero solo io in Comune. Ma comunque chiamai Leonardo (Domenici ndr). Mi rispondono e mi fanno “è in piscina”, e io “O ditegli di richiamarmi!”. Sicché mi chiama e io gli dico “Guarda, qui ci s’ha 470 lettere di protesta per questa storia della gente che ai semafori molesta le persone, soprattutto gli anziani e le donne e quindi io farei quest’ordinanza”. E lui :“Aspetta che torni a Firenze”. E io :“Non posso, è già pubblicata”. E lui nulla, non mi disse se avevo fatto bene o male. Aspettò di tornare, vide che la gran parte dell’opinione pubblica era a favore e mi disse :“S’è fatto bene”». Ma sei sicuro che avevate fatto bene? «Ma quelle ordinanze, ovvia, e servivano a fare paura. Mica volevo sbattere tutti in galera. Però ci dovevano credere. E ci credevano vai, perché c’andavo io e mi vedevano scendere

di macchina con i miei uomini e gli dicevo “pigliateli, pigliateli!”». Ti piaceva Firenze quando ci venisti a stare? «Io m’alzavo la mattina presto, perché c’avevo sempre cose da fare. E se giri la mattina presto per Firenze come fai a non innamorartene?». E oggi ti piace ancora? «Senti, e diranno che Firenze è peggiorata, degradata, scassata. Va bene tutto, eh. Ma Firenze … è sempre Firenze». E i fiorentini? «I fiorentini son merdaioli. Ma a me mi garbano. Perché sono anche io un merdaiolo». Rimpianti? «L’unico rimpianto che ho è che non ho potuto fare il sindaco». E oggi? «Oggi mi spendo anima e corpo per la Fondazione Turati. Per un progetto che aiuti gli anziani a vivere. A vivere! Non prendere un anziano, metterlo seduto in una stanza a guardare nel vuoto, con un infermiere o un medico che stanno lì a dargli le pasticche e badare che non si faccia male. Se fai così, ecco, te lì l’anziano l’hai già ammazzato. Io credo in altro. Credo nella vita, nell’autonomia, nella libertà degli anziani. E ci credo davvero, anche per questa città. Ed a questo sto lavorando, oggi».


21 FERMOIMMAGINE

Incontri di Mattia Marasco

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i questo è fatta una città e forse anche l’esistenza, di incontri. Sono come degli incroci che indirizzano la vita in una direzione o nell’altra, mentre, più o meno fiduciosa, si avventura in un complicatissimo groviglio di cause ed effetti. Alti e bassi, nuovi inizi e conclusioni, programmi e imprevisti hanno tutti origine dagli incontri che facciamo, molti di questi avvengono nelle vie di Firenze per noi abituali, quelle che attraversiamo per recarci al lavoro o per tornare a casa dopo una giornata difficile; altri accadono su ponti che accettano compromessi e uniscono rive o mondi distanti. Per quanto possano cambiare le abitudini, i luoghi intimi di una città o le occasioni, gli incontri rimarranno sempre, nel bene o nel male, quel qualcosa che delinea la forma del nostro percorso, a volte solitario e a volte condiviso.

http://www.lamiafirenze.mattiamarasco.it - mattia.marasco@gmail.com

PALESTRA ROBUR

Il bombolone di Leandro Ferretti

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nnanzitutto, il bombolone non è il krapfen. Il krapfen ha la pasta consistente, come i donuts. Ed è ripieno. Il bombolone no, il bombolone ha la pasta “vuota”: è un po’ floscio e leggero. La tanto amata versione con la crema è, quindi, spuria. Il bombolone è fritto, e non ha le uova nell’impasto. Sorge dall’olio non troppo caldo come un miracolo, levandosi fragrante. Il bombolone è tradizionalmente alle quattro del pomeriggio. Atteso come si

aspetta Natale, dal mese di agosto dà il tono alla seconda parte della giornata. Inframezza le ore di studio postmeridiane o le lunghe domeniche di fine inverno, quando la luce torna a fare capolino. Il bombolone è uno dei pochi legami rimasti tra vecchio e nuovo, tra modernità e tradizione. È l’estasi del ricordo, la contemplazione del tempo perduto che torna a farsi presente. Il bombolone è quasi perfezione, perché, fosse perfetto, non sarebbe buono. BANCONE FIGHT CLUB

Corpo e anima di Simone Innocenti

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orpo e anima”, dice a un certo punto il tipo seduto dietro di me. Ha il tono altissimo, di chi sbotta una frase in si bemolle per attirare l’attenzione di tutti gli altri. Dal bancone alzo lo sguardo perché il tipo che sbraita la frase è dietro di me e lo osservo dallo specchio del bancone. Quello che sta davanti a lui invece non lo vedo, ma indovino la sua faccia stupita: sussurra piano piano un “in che senso, scusa?”. Il tipo sorride, prima di mettere mano ad un pezzo di schiacciata. La faccia si apre a ventaglio, un ventaglio di plastica made in China,

per la precisione. Poi spara la battuta: “È una donna. Come in che senso? Nel senso che devi prenderla di corpo, per farle uscire l’anima”. La voce è alta, sostenuta, a sfida da saloon. “Sì, anima de li mortacci sua”, gorgheggia di fronte a me Ilaria, che sta dietro al bancone e mi osserva sorridendo. “Mi piace questa cosa che parliamo in romanesco”, mi fa, trovando in me la via di fuga perfetta per seccare il tipo che ora ha la faccia a ventaglio chiuso. Dalla cucina la voce di Andrea: “Piatto per Simone pronto”.


22 SULLAPELLE

SOUL MAKEUP

Black Mamba Tattoo

Che fretta c’era

di Valentina Messina

A

C

osa sappiamo del “Dendroaspis polylepis” se non che è il nome scientifico per indicare uno dei serpenti più velenosi del mondo? Ebbene, “Black Mamba” non è solo il nome comune di un pericolosissimo e velocissimo rettile, nella storia cinematografica è stato anche accostato alla più che cazzuta Uma Thurman/Beatrix Kiddo, protagonista della saga di Kill Bill; ma se non altro, grazie alla recente inaugurazione, sappiamo che Black Mamba è anche lo studio di tatuaggi da poco aperto in Via Scialoja 29 rosso/c. Questo studio è frutto del lavoro di Giada, siciliana d’origine e toscana d’adozione, la quale dopo un passato umanistico, si laurea in Scienze Naturali, specializzandosi in Biologia molecolare e cellulare che ha poi deciso di intraprendere la carriera di tatuatrice. La correlazione? Nessuna. “È difficile dire come nasce qualcosa: si tratta di un lungo percorso fatto di circostanze, eventi e scelte. […] Il primo tatuaggio lo feci quando compii diciotto anni e mia madre mi lasciò a casa da sola. Presi il treno, andai a Palermo e mi tatuai un drago medioevale nel fianco. Povera mamma! Sempre più affascinata e curiosa, comprai un kit su internet e comincia a tatuare su qualsiasi cosa che avesse una consistenza tatuabile: dalle arance, alle patate fino alle mele e poco dopo passai dalla sperimentazione ortofrutticola a quella animale, comprando la pelle del maiale in macelleria.” Il serpente sintetizza, simbolicamente, anche il logo dello studio. Geometrico e carico di nero, ma comunque dinamico, richiama a tratti l’elica del Dna, un po’ l’arte di Escher e un vago omaggio alla Trinacria. Io ci vedo la determinazione di chi sa cambiare pelle, adattandosi sinuosamente al mondo, proprio come fanno i serpenti.

di Ester Santacroce

prile, uh che bello! Si va a correre alle Cascine? Si va in bici fino all’Argentario in giornata, andata e ritorno? Sì, certo, come no! Così il giorno dopo l’ardore del corpo ritrovato, i vostri muscoli sfibrati vi invalidano fino a temere il semplice piegamento di seduta sul wc. L’acido lattico, le microlesioni del tessuto connettivo, le tensioni eccessive, ci impediscono poi di essere aggraziati e di camminare in una maniera normale. Dunque, come superare i traumi da microlesioni e come eliminare l’acido lattico? È fondamentale lo stretching, una buona dormita per far sì che i nostri muscoli possano ritornare alla loro normale attività, o anche una nuotata vi soccorrerà, in quanto è la posizione orizzontale che favorisce l’allungamento muscolare. C’è chi cura i traumi post-allenamento con l’acido acetilsalicilico, che può aiutare nel diminuire lo spasimo, ma esistono metodi più genuini per superare questi momenti come quello di effettuare un bagno caldo con sale e rosmarino o aceto: il calore dell’acqua favorirà la circolazione e lo smaltimento dell’acido lattico. Una serie di accorgimenti, sono da ricercare anche nella nostra alimentazione: bere acqua, acqua fino all’iperventilazione; aggiungiamo alla nostra dieta quei cibi che stimolano l’attività del fegato come i pomodori e tutti gli alimenti ricchi di selenio, vitamina A, vitamina C e vitamina E. Depurare il vostro fegato aiuta ad eliminare l’acido lattico e allontanerà pure l’ingovernabile abbiocco postprandiale.

ERBARIO

S[MODA]TI

Cercar cicoria è rock

Testa cambia color

di Silvia Amerighi

di Marina Savarese

S

punta sui bordi delle strade di campagna e nei prati, è gratuita, biologica ed a km 0: si tratta della cicoria, erba di campo dalle tante proprietà curative. Una semplice passeggiata nei campi può significare l’aggiunta di un gustoso ingrediente per ricette dai sapori antichi, non omologati dalle pietanze della grande distribuzione. I piccoli fiori azzurri sono eliotropi (cioè si aprono all’alba e si chiudono al tramonto). Aprile è il mese giusto per andare a cercare le foglie della cicoria. Utilizzata fin dall’antichità dagli Egizi, dai Greci e dai Romani per via delle sue proprietà benefiche, uno studio recente della Coldiretti la annovera anche tra i dieci cibi più afrodisiaci: per beneficiarne bisognerebbe mangiarla almeno due volte a settimana. Con le radici torrefatte si prepara anche un surrogato del caffè, oltre che un tonico amaro e lassativo. Erba amara, diuretica, antinfiammatoria: è un ottimo depurativo anche per la medicina cinese, che consiglia il sapore amaro per il potere disintossicante.

A

ndare a letto con una bionda e svegliarsi con una rossa fiammante? Potrebbe sembrare un sogno che si avvera, o anche il principio di un incubo in cui lei non solo cambia colore di capelli ma si trasforma pure in un vampiro, ed invece è la nuova scoperta in campo “tinte per chiome fluenti”. Il nome di questa colorazione semi permanente brevettata dall’alchimista Lauren Bowker e liberamente ispirata al film “Giovani Streghe” è tutto un programma: “Fire”, ovvero fuoco; più o meno l’effetto ottico che si ha nel vedere una testa da castana diventare magicamente rossa, ma anche rosa o verde. Tutto dipende dalla temperatura esterna: i pigmenti sono termo-sensibili; se colpiti da calore o gelo la composizione chimica si altera e come conseguenza i capelli cambiano tonalità. Mentre mi esalto per la possibilità di avere finalmente una chioma arcobaleno senza dover impazzire con mille barattoli di colore, mi domando quanto siano sane queste “reazioni” che avvengono vicinissime al cervello. Sul sito di The Unseen, però, sembra sia stato tutto testato e brevettato, manca solo un partner commerciale che distribuisca questa rivoluzione cromatica in tutto il mondo. Unico inconveniente: non sarà più possibile abbinare abiti e trucco al colore dei capelli, che basta un soffio di tramontana a scombinare tutta la composizione! www.seetheunseen.co.uk


23 NIENTE PANICO

La droga drogata di Tommaso Ciuffoletti

“A

prile dolce morire”. Non come “maggio, Ninetta mia, troppo coraggio”. L’eutanasia, la laicità, la difficoltà, la sazietà, la droga, il sole, la primavera, la città degrado torna a colpire su un titolo di giornale, l’inviata d’assalto va in cerca di droga, confidenzialmente detta Maria, Natale con i tuoi Pasqua con la droga. E nessuno, dico, nessuno che ci racconti che volendo, dico, la si potrebbe anche legalizzare. Vi dà tanto fastidio, e avete ragione, tutto questo gran spaccio per l’intorno di Santo Spirito. Ma allora provate a dirlo – foss’anche solo tanto per dire – che almeno l’erba la si potrebbe anche legalizzare. E invece no. E allora il Sindaco dice che ci deve pensare la Polizia. La Polizia dice che ci devono pensare i Carabinieri. I Carabinieri sono stanchi di essere oggetto di barzellette crudeli. E tanto poi i Magistrati che si trovano davanti il marocchino col marocchino, lo rimandano per strada tempo 12 ore. E tutti, alla fine della fiera, tutti quanti hanno da far presente che non ci sono risorse. Il Sindaco non ha risorse. La Polizia non ha risorse. I Carabinieri non hanno risorse, solo barzellette. I Magistrati non hanno risorse. Senza risorse e nemmeno fantasia. Cazzo, organizziamo una Woodstock degli sbirri, del Sindaco e dei Magistrati. Tre giorni di pace, amore e legalizzazione. Nardella come Jimi Hendrix. Il Questore che fa una cover di Janis Joplin. Giudici che ballano nudi nel fango. Un messaggio universale. Firenze capitale.

ESSERI URBANI

Il misterioso popolo della techno di Francesca Corpaci e Marta Staulo

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uando ci si reca ai ritrovi di categoria indetti da questo affascinante gruppo etnico, non si può evitare di porsi tutta una serie di interrogativi, ancora oggi privi di risposte. A che stadio del processo evolutivo il misterioso popolo della techno è diventato immune a stimolazioni sonore, potenzialmente fatali per l’essere umano? L’atto di proteggersi il capo con cappucci e berretti è in qualche modo connesso alla presenza di campi elettromagnetici? E ancora, che relazione esiste tra la scelta di calzature di dimensioni notevoli, che aumentano la superficie di contatto col suolo, e la crescente friabilità del terreno dovuta alla deforestazione? C’è chi dice che è inutile lambiccarsi il cervello e che il misterioso popolo della techno non è altro che un drappello di debosciati che non sanno abbottonarsi le camicie; ma è troppo facile fare la voce grossa per sentirsi più bravi. Se questi saputelli avessero studiato saprebbero, come tutti gli altri, che le sfuggenti creature notturne in questione sono in realtà forme di vita evolutissime, rispondenti a logiche e norme troppo complesse perché le fragili menti di questo mondo siano in grado di afferrarle. Luminoso dopo il tramonto e trasparente alla luce del sole, il misterioso popolo della techno si adatta alla nostra atmosfera, grazie all’ingestione di piccole compresse dai colori vivaci, mantiene i contatti con la madrepatria attraverso appendici metalliche innestate sul corpo ed è capace di comunicare telepaticamente con i quadrupedi, di cui si circonda sempre volentieri. Giunto in questi luoghi con un messaggio d’amore, come spesso accade, è stato accolto a pesci in faccia dagli autoctoni sospettosi, e un giorno, come è normale che sia, si chiederà chi gliel’ha fatto fare e se ne andrà, lasciando noi forse un po’ più tranquilli, ma anche molto, molto più tristi.


24 CASA JAZZ

Empoli Caput Mundi... del Jazz di Giulia Focardi

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asa Jazz torna “fuori città” per dedicare questo mese ad una delle realtà più in crescita, come qualità e visibilità, della regione. A marzo hanno catalizzato l’attenzione dei jazzofili toscani (e non solo) sulla propria piazza, grazie alla presenza stellare di John Scofield; aprile, tingendosi di rosa, continuerà il richiamo internazionale, che l’attuale edizione di Empoli Jazz Winter & Spring vuole promuovere. Iniziata a febbraio sotto la stella di Alessandro Lanzoni (“i giovani” sono l’altro tema conduttore della rassegna), il programma realizzato da Empoli Jazz - e coprodotto da Music Pool, Network Sonoro e dal Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni – vede un aprile interamente dedicato al mondo femminile, oltre che agli ormai consueti festeggiamenti del 30 aprile per l’International Jazz Day Unesco. L’appuntamento è per il 4 aprile, una fusione di mondi, di atmosfere, di background grazie alla presenza “combinata” di due donne, due anime quasi complementari, ma accomunate da una simile forma di eleganza: Deborah J. Carter e Orelle, energica e soul la prima, eterea e profonda la seconda; due repertori completamente diversi.

Elisabetta Pasquale, in arte Orelle, aprirà la serata presentando il suo nuovo disco “Argo” (in uscita il 28 aprile per Black Candy Records) in trio con Domenico Cartago (piano) e Luca Abbattista (batteria). La giovane contrabbassista e cantautrice pugliese ha deciso di mettere nero su bianco, in questo nuovo lavoro, un anno e mezzo di musica, pensieri, chilometri fatti, idee sonore; un suono che rispecchia la fotografia del suo tempo, sospeso e saturo, un suono jazz

che rimanda alle produzioni degli anni ’70 e che farà da apertura alla vocalist americana dalla voce vellutata e, al tempo stesso, viscerale. La Carter è una “top class” della scena jazz mondiale, oltre che compositrice e arrangiatrice di grande prestigio; ad Empoli sarà in scena (Auditorium Palazzo Pretorio) con il suo speciale trio italiano per un programma di grandi classici e piccole e rare perle da lei personalmente rivisitate.

APRILE 1/4 LESSICO GENERAZIONALE TOUR & LA NUOVA PIPPOLESE eventi Middle East Now Festival

7/4 FANFARA STATION (Tunisia/italia) + DJ FARRAN (Libano) 8/4 BOWLAND (Iran/italia) + BAM BOU BUS (Iran/Francia) 14/4 CARACAS | RASSEGNA FORNELLI BEAT / COOKING SHOW E DJSET 15/4 TOMMASO NOVI (I GATTI MÉZZI) | RASSEGNA PORTUALI 21/4 LE FURIE + OLMO DJSET Alcuni eventi prevedono un contributo all'attività culturale

22/4 CIRCOLO SOCIALE: UN’ALTRA RISORSA + BALKAN TIR 24/4 LUIS SEPÚLVEDA | RASSEGNA BUK in collaborazione con la libreria Todo Modo 28/4 ANCHORSONG (UK) + ANDREA MI DJSET | RASSEGNA ROOTY

ORE 20.30

29/4 KARPOV NOT KASPAROV (RO) + SAEED AMAN DJSET 29


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SUONI

di Gianluca Danti e Gabriele Sobremesa

Temples

Volcano

King Woman

Heavenly Recordings

Created in the Image of Suffering

Torna a farsi vivo il quartetto britannico che già ci aveva stupito con l’esordio

Relapse Records

“Sun Structures”, uno degli album simbolo della neo-psichedelia. Così come hanno fatto i più celebri Tame Impala (a proposito, nei due dischi dei Temples troverete molti riferimenti sonori alla band australiana) la formula vincente dei Temples sta nel rigenerare certe trame 60’s condensate di brit, prog e psichedelia nel contesto pop contemporaneo, dove si è meticolosi in studio, quanto nella scelta delle camicie da indossare sul palco. Piaccia o meno la formula adottata dai Temples si è dimostrata vincente, al punto che si sono guadagnati anche l’attenzione di Liam Gallagher, personaggio notoriamente poco disposto a distribuire complimenti ed elogi ai suoi colleghi. Anche Johnny Marr si è dichiarato un gran fan della band. Si arriva così a “Volcano”, il secondo capitolo dei capelloni del Northamptonshire, licenziato ancora dalla Heavenly Recordings di Jeff Barrett. L’obiettivo, dichiarato più volte nelle interviste di lancio del nuovo disco, è quello di dimostrare di essere all’altezza del debutto guardando però avanti; le canzoni sono meno sofisticate e più orecchiabili, trasudano di melodie freschissime (“Certainty”, “I Want to be Your Mirror)”, alcuni episodi davvero azzeccati per brillantezza sonora (“Born into the Sunset”) e inusuali richiami 80’s (“Strange or be Forgotten”). Sono dodici potenziali hit, “profumate” e piene di synth estatici. Manca completamente quella leggera vena oscura che si intuiva nei brani di “Sun Structures”; ci sovviene quindi un sospetto: e se questa virata schiettamente pop diventasse un’arma a doppio taglio? Chissà se i fan più devoti saranno disposti ad assimilare questo nuovo corso stilistico che (forse) mira meno alla “genuinità sonora” e più alle classifiche. Lo scopriremo solo vivendo e… ascoltando. (G.D.)

Nel precedente ep “Doubt” la band americana fluttuava tra shoegaze e doom rock mostrando ottime capacità di soundwriting, ma risultando però un po’ passiva rispetto all’ingombrante carisma della frontwoman Kristina Esfandiari (Ex Whirr, Miserable) e anche la pur gradevole produzione risultava un po’ come un freno a mano tirato. In “Created in the Image of Suffering”, la formula viene rinnovata: la produzione è affidata alla mano dell’abile Jack Shirley (Deafheaven, Oathbreaker…) e i musicisti, adesso più presenti e tangibili nei brani, evocano una densa foschia da cui proviene la spettrale voce di Kristina. Un gran disco di incantevole e crepuscolare doom rock. (G.S.)

Laura Marling

Semper Femina

Parlor Walls

More Alarmings

Opposites Northern Spy

Appena due giorni dopo il più vibrante e intenso International Women’s Day che la

mente ricordi, torna sulle scene Laura Marling con “Semper Femina”, sesto lp della cantautrice inglese classe 1990, che con la sua inconfondibile scrittura riflette sulla figura femminile contemporanea rispetto al mondo, all’arte e alla realizzazione personale. La Marling canta di una donna delicatamente sovversiva, inquieta e misteriosa, ma soprattutto varia e multiforme (“Varium et mutabile semper femina”) lontana dai cliché di tragica musa inerte e dipendente dal volere di un protagonista maschile. Il songwriting però non si pone mai in una posizione di critica verso l’uomo, in “Semper Femina” l’individuo maschile è assente, e le interazioni nelle liriche avvengono sempre tra un indefinibile “io” e “tu”, senza dover quasi mai dare spiegazioni specifiche sull’identità di genere. Se i testi più di una volta arrivano a toccare livelli sublimi (“Oh Nouel, you sit so well-A thousand artists’ muse - But you’ll be anything you choose - Fickle and changeable are you - And long may that continue”) il reparto musicale risulta fresco e personale anche quando attinge influenze dai mostri sacri della storia del folk. Rispetto al precedente album “Short Movie” c’è un netto riavvicinamento a sonorità Mitchell-iane, e anche se il background “storico” è vivo per tutto il disco, canzone dopo canzone si assaporano retrogusti riconducibili anche alla contemporaneità: “Soothing” con le linee vocali che ricordano Thom Yorke, la splendida “Wild Fire” Cat Power e “Next Time”, la migliore del lotto, con l’arpa à la Joanna Newsom. Nel complesso “Semper Femina” è un disco tanto bello da non sembrare reale, che fa riflettere senza rimestare nei luoghi comuni, un album che consegna alla storia, senza paura di smentita, la migliore cantautrice contemporanea. Disco dell’anno? Forse è presto. Forse. (G.S.)

MADE IN FLORENCE

Il suono dei newyorkesi Parlor Walls è ansia pura, melodia e dissonanza a confronto, vocalizzi catchy che si scontrano con l’acidità del sax e delle ritmiche schizofreniche. Il trio di Brooklyn composto da Alyse Lamb (voce e chitarra), Kate Mohanty (sassofono) e Chris Mulligan (synth e batteria) non segue schemi compositivi prestabiliti, i brani sono spesso imprevedibili e l’unico filo conduttore dell’album è la necessità di spingere al massimo sui contrasti. “Opposites” è un disco intrigante ma complesso, capace di esaltare e irritare nello spazio di poche battute. Avant-rock, free jazz, noise? “Parlor Walls are the band you hire to play while you dance around the world burning”. (G.S.)

RIVA

AQUARAMA Fresh Yo! / IRMA records

Quello dei fiorentini RIVA è un album sfavillante che abbraccia disparati ambiti sonori, dal pop anni ’60 alla black music, il tutto condensato in nove brani - molto interessanti anche dal punto di vista degli arrangiamenti - che sposano uno spirito indie pop contemporaneo e armonioso. Un vero e proprio viaggio musicale contaminato da vaghi aromi dal sapore vintage e ritmi tropicali e downtempo. Aquarama, questo il titolo dell’album, vede la collaborazione con il produttore Marco Olivi (Ghemon, Selton, King of The Opera) e la partecipazione di Daniel Plentz, batterista dei Selton, come ospite alle percussioni. Le (bellissime) illustrazioni dell’intero album sono state prodotte dall’illustratrice francese Clèmence Chatel. (G.D.) suoni@lungarnofirenze.it


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PAROLE

di Gabriele Ametrano

Tokio transit di Fabrizio Patriarca Edizioni 66thand2nd - pag. 320 - 18,00 €

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on è un libro facile quello di Fabrizio Patriarca. “Tokio transit” è uno di quei romanzi scommessa, un volume in cui ci si deve entrare, far propria la lingua e comprendere che da una storia dalle dinamiche semplici si può arrivare a pensieri complessi. Questa novità della 66thand2nd, casa editrice romana che già nel suo nome punta lo sguardo oltre l’oceano, presenta un caso quanto mai diverso dal mainstream editoriale a cui siamo oramai abituati. Una lingua precisa, eloquente, che non perde mai il proprio equilibrio per raccontarci la Tokio vissuta da Alberto Rio e Thomas Asca, amici dai tempi dell’università ed oggi personaggi in transito nella città giapponese. E se i due passano 20 ore portando a spasso turisti americani, con cocaina annessa e aspirata, il Giappone si stende a corpo morto sulle pagine, nel perpetuo dogma della sua fine. Alberto è figlio nullafacente di un padre che ha fatto soldi con le fotocopiatrici, mettendo su un’azienda agli sgoccioli. Sarà la morte di questo ad aprire un baratro sulle responsabilità del figlio: responsabilità finemente respinte nel cassetto per un periodo imprecisato a Tokio. Thomas, invece, è un anaffettivo, una parodia del mondo senza meta, senza affetti, ma con una sola grandissima passione: la cocaina. Cosa faranno i due con i quattro pseudo cowboy è cosa semplice: giro veloce per poco shopping, immancabile sosta con riso e sashimi, una morte improvvisa, una meravigliosa donna da dividersi e una piccola montagna di cocaina sul tavolinetto da fumo. Ci sarà anche una scazzottata, ma solo alla fine. Detta così è quasi niente ma è la lingua a fare da contrappunto: si vola verso pieghe intellettive fini, capaci di aprirci a riflessioni inedite, colte, rimandi sociologici e filosofici. Una meravigliosa schizofrenia in cui il mondo trova significato d’oggetto e di riflessione. Non fatevi spaventare dalle prime pagine, continuate, terminate la lettura: “Tokio transit” comincerà quando voi avrete già finito di leggerlo.

PAROLE D’AUTORE

La merendina di Riccardo Ventrella

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rima ancora di essere un mito, la merendina è un qualcosa che bisogna meritarsi. Così dice l’etimologia latina del termine, che viene dal verbo mereo. Dunque, sei sarai buono avrai la tua merendina, un leitmotiv che dagli anni Cinquanta in avanti ha accompagnato la vita di bambini e ragazzi. Come tante cose del quotidiano, che prima non c’erano e poi ci sono state, la merendina ha cambiato le abitudini di vita: prima erano genitori e nonni a decidere cosa e quando si mangiava, se si mangiava. Poi il segno del comando è passato ai più giovani, sempre più attratti da incarti, pubblicità e raccolte a premio. Non era più solo mangiare per mangiare, c’era anche una dimensione mitica. C’erano delle cose che faceva figo mangiare, che andavano mangiate in un certo modo, che ti conferivano degli emblemi di stato (come quelli che riuscivano a mangiare più di un Buondì contemporaneamente). E poi i sapori, l’esotico effluvio del curaçao che si spandeva dalla Fiesta, il conglomerato escheriano della Girella, i granelli di zucchero

del Buondì e le colature di cioccolata nella versione di lusso, la simmetria dei Ringo, la graniticità degli Atene. Sono momenti della memoria, istantanee attraverso le quali è possibile ricostruire una storia personale. “Le merendine di una volta non torneranno più”, lamentava Nanni Moretti. Ed è vero, quei sapori e quegli incarti, i palloni e le maglie da calcio vinte coi punti delle confezioni, non torneranno più. Ovviamente ciò succede perché a essere passata è quella parte di noi che rimpiangiamo specchiandoci nell’oggetto-merendina. Eppure, quando oggi mi capita di passare davanti al reparto dedicato in un supermercato non provo più quel brivido, quel desiderio di allungare le mani. La parola merendina è stranamente rivolta verso la declinazione del passato, più che del presente o del futuro. Sarà che ci hanno tolto tutte quelle cose che facevano probabilmente male, ma davano anche quel sapore inconfondibile. È proprio vero che il passato non ritorna. esercizi di stile / gabrieleametrano.com



28 PUNTARELLA ROSSA

Il gusto open air di Raffaella Galamini

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a Campi di Marte al Gelato Festival, da In villa con gli artigiani alla Notte Bianca. Lungarno, in collaborazione con Puntarella Rossa, propone gli eventi da non perdere ad aprile. Si comincia con Campi di Marte, da venerdì 7 a domenica 9 aprile allo Stadio Artemio Franchi. Tre giorni di sport e cibo di strada dove sono le associazioni sportive di Firenze e i migliori food truck protagonisti del fine settimana. Tra una disciplina sportiva e l’altra da provare, le eccellenze gastronomiche non mancheranno. Per informazioni: facebook. com/campidimarte. In villa con gli artigiani è l’appuntamento in programma l’8 e il 9 aprile in Villa le Piazzole al Poggio Imperiale (info: 333/2521819 oppure 329/8056528). L’evento è dedicato alla mostra mercato di alto artigianato con tanto di zona food nell’area teatro per tutta la durata dell’evento. Gli street trucks Panino Tondo, La Pentolina, Pesce Pane e il Birrificio artigianale Il Bovaro delizieranno i presenti dalla colazione al pranzo fino all’aperitivo serale tra shopping, laboratori e spettacoli. Dal 21 al 25

aprile parte l’ottava edizione del Gelato Festival a Firenze. L’appuntamento è al Piazzale Michelangelo per una gara tra i migliori gelatieri che toccherà l’Italia e molti paesi esteri tra cui Germania Polonia e Inghilterra. Una sfida nel segno di coni e coppette. Per informazioni: http://www.gelatofestival.it/it. Dal 21 aprile al 1 maggio in Fortezza da Basso invece torna l’81esima edizione della Mostra dell’artigianato con un ricco spazio food e un programma di cooking show. Infine il 30 aprile il tradizionale appuntamento con la Notte Bianca e un ricco programma di eventi, anche nel segno dell’enogastronomia. La lunga notte di primavera apre di fatto l’Estate fiorentina. Per informazioni: www.nottebiancafirenze.it.

www.puntarellarossa.it fb: Puntarella Rossa Firenze


29 PALATI FINI

Supplì al telefono di Marta Staulo

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rima che cominciaste a leggere Lungarno, ad iniziarvi al fantastico mondo dell’editoria indipendente ed impegnata saranno state testate scientifiche come Topgirl e Cioè. So che ricorderete tutti con immensa malinconia la rubrica del sessuologo, dove ragazzine parecchio sveglie ponevano quesiti esilaranti del tipo “Se dopo mi lavo con la Coca-Cola?” oppure “Posso restare incinta se metto lo slip del mio ragazzo?” la cui risposta era più o meno “Con le stesse probabilità di assaggiare un piatto di spaghetti mangiato da qualcuno con cui siete al telefono”. Ecco, la stessa tecnica dovrete usare se vorrete gustare questi supplì e salvare il girovita. Figure surrealiste e favole di Rodari a parte, queste cosine fritte hanno a che fare con il telefono solo perché una volta aperti, appena pronti, un filo di mozzarella simile a quello telefonico, vi si snoderà tra le due parti fumanti, per voi che avevate una vita prima dell’era del wireless, di Whatsapp e del fantacalcio. Voi appartenenti al mondo di “Pronto casa Cucuzza? Posso parlare con Giusy?”, “Chi è?” “Sono una sua amica” e lì affianco aveva pronto il ganzo di turno da passarti e che non voleva farsi sgamare dai tuoi genitori. Non credo vi daranno al cuore l’emozione perduta di quel filo, che vi congiungeva matericamente all’amato come Arianna a Teseo, ma di sicuro non vi negheranno la promessa certa di una botta al fegato. GOLE PROFONDE

Io, Franco da Catania e il Frappato di Tommaso Ciuffoletti

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rano quelle estati siciliane di metà anni Ottanta. Fatte di zoccoli di legno per i ragazzi più grandi e sandali di plastica per noi picciriddi. La modernità girava per le strade di campagna a bordo di un Ciao ed io guardavo le serre e le vigne seduto sul portapacchi, con un asciugamano ripiegato sotto al culo. Mi reggevo stretto a mio zio, Franco da Catania, che guidava felice canticchiando le sue canzoni. E gli dicevo “Zio, ma che ci fanno con tutta quell’uva?”. “Il vino, Tommà, cosa vuoi che ci fanno?”. E sgassava via verso il mare, per arrivare preciso quando le ragazze sarebbero andate a fare il bagno, allontanandosi così dal controllo dei genitori. E io insistevo “Zio, ma tutto quel vino chi lo beve?”. “I francesi Tommà. E pure voi toscani. E i piemontesi anche”. “Ma come zio, voi ci mandate le bottiglie di vino ai francesi?”. “No Tommà, noi ai francesi ci mandiamo le navi cisterna. E pure a voi in Toscana, che fate il vino tanto buono, che non è buono a niente”. “Scusa zio, non capisco”. “Vedì Tommà, qua da noi in Sicilia, il vino viene tanto e buono. Ma le nostre bottiglie non se le compra nessuno. Allora noi il vino ve lo mandiamo a voi toscani e ai francesi e ai piemontesi. E ci pensate voi a metterlo nelle vostre bottiglie, che tutti se le vogliono comprare”. Arrivavamo a Scoglitti e io guardavo le navi nel porto. “C’è solo un vino che non lo diamo a nessuno e ce lo teniamo per noi – mi diceva zio Franco – ed è il Frappato, ché quello è il più buono ed è il vino dei contadini. E noi siamo più contadini di tutti”. Trovate il Frappato Belsito, di Terre di Giurfo, da Signorvino a 12,90 €.


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STELLE

di Virginio

Bene, sembra che il classico detto “aprile, dolce dormire” questo mese sia dedicato proprio a te. Calma e tranquillità sul lavoro, relax e riposo in famiglia. What else? Occhio però, tutta questa pacchia potrebbe portarti a trascurare i problemi di chi ti sta vicino, a volte per aiutare qualcuno basta solo saper ascoltare e sappiamo entrambi quanto ti riesca bene farlo.

Insomma, hai voluto a tutti costi infilarti in questa storia, e alla fine a cosa è servito? Beh, se da solo non ci sei arrivato, te lo dico io. È ora di cambiare il tuo atteggiamento con gli altri, troppa testardaggine può solo portarti a polemiche inutili. Non aver paura di parlare apertamente. Anche se è spiacevole, meglio essere onesti che nascondersi dietro una bugia.

Allora, diciamo che non è niente di grave, che le incomprensioni si superano e i problemi passano, ma siamo sinceri, a chi piace avere beghe? Quindi, se vuoi vivere tranquillo dammi retta, metti da parte il tuo egocentrismo e la tua testardaggine e prendi in considerazione anche i pareri degli altri e apriti a soluzioni alternative alle tue.

Che ti dicevo il mese scorso? Ecco, aprile sarà l’esatto opposto. Irradierai positività anche a chi ti starà vicino, e le serate con te saranno speciali. E chissà, durante una di queste magari troverai anche la tua anima gemella, o semplicemente conoscerai chi ti sarà utile per la tua carriera. In ogni caso vivrai momenti interessanti che non potrai dimenticare.

In tempi difficili, l’unica cosa su cui puoi contare è la famiglia, qualsiasi essa sia. E anche in questo caso, l’aiuto della tua famiglia sarà fondamentale. Ma non darlo per scontato, non pensare che questo sia dovuto. Mostra riconoscenza e non dimenticare di ricambiare il favore appena ti è possibile per evitare spiacevoli incomprensioni.

Sarai felice. O forse no. Ti sentirai stanco. O forse no. Insomma, aprile non sarà un granché. O forse no. Sarà pieno di alti e bassi, cose belle e maiunagioia. O forse no. Ti sentirai giù e non vorrai vedere nessuno. O forse no. Insomma, solo di una cosa sono sicuro: non isolarti, cerca la compagnia degli amici, loro sapranno tirarti su. O forse no.

Non so se si può scrivere, ma al momento non trovo altri termini. Hai rotto le palle. Insomma, non è che l’unico argomento di cui parlare con gli amici debba per forza riguardare i tuoi problemi di coppia, si può parlare anche d’altro, no? Tra l’altro, una volta ogni tanto fatti un esamino di coscienza, non è che a sbagliare debbano essere per forza sempre gli altri.

In questo momento di meritata stabilità avrai la possibilità di concentrarti sul tuo lavoro, sarà facile ottenere ottimi risultati e la stima dei tuoi colleghi. Anche sul fronte sentimentale sarà il caso di impegnarsi in maniera seria, non aspettare l’occasione perfetta, meglio prendere in mano la situazione al momento e giocarsela al meglio.

Non prendere sempre tutto troppo sul serio, quando ti metti a discutere ogni minimo problema nei dettagli diventi veramente pesante. Ci credo che poi nessuno vuol parlare con te. Per un po’ prova a far uscire i problemi dalla tua testa invece che farne una ragione di vita. Approfitta del bel tempo e della buona compagnia per rilassarti.

È il momento di far vedere quanto vali. Nel mese di aprile succederà qualcosa che ti metterà alla prova e ti terrà particolarmente occupato. Forse un cambiamento improvviso, o un compito importante da risolvere urgentemente. L’importante sarà non lasciarsi sopraffare dallo stress e non perdere la concentrazione. Cerca di ritagliare del tempo solo per te.

Diciamocelo, ti sta buttando bene. È vero, tutti sono molto esigenti nei tuoi confronti, ma dopotutto li hai sempre abituati ad uno standard elevato, quindi non c’è da meravigliarsi più di tanto. L’unico rischio che puoi correre è quello classico di adagiarsi sugli allori, quindi ti consiglio di non farlo, non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia.

Insomma, che ti dicevo? Ecco, ora dopo tanto stress finalmente è arrivato il momento di godersi un po’ di meritato riposo. Avrai modo di rilassarti e di dedicare il tuo tempo a quello che più ti piace e questo ti rimetterà in armonia con te stesso e con il mondo. Approfittane anche per portare a termine quello che hai lasciato incompiuto.


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